BOCCARDO SERENA - TACUINUM SANITATIS (anteprima editoriale)

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Tacuinum Sanitatis

Giuseppe De Chaud nasce a Genova il 24 agosto 1961. Da sempre appassionato di fotografia, ha seguito le orme del padre, fotografo a Rivarolo, nella gestione del negozio di Ge-Certosa. Ha seguito numerosi corsi di specializzazione tra i quali: corso superiore di ripresa in grande formato, corso di ritratto figura e moda, tecniche avanzate di ritocco digitale e vari corsi Adobe sull'impaginazione e print publishing. Specializzato in Photoshop esegue ritocchi ed elaborazione d’immagine. Da vent’anni ha eseguito la progettazione grafica di numerose iniziative culturali della biblioteca Cervetto di Rivarolo e cura da 15 anni la pulizia, adattamento, impaginazione, layout e masterizzazione dell’agenda annuale (formato 15x21) del CRAL Autonomie Locali di Genova. Ha scansionato, pulito e impaginato il presente volume. In questi ultimi anni si è dedicato anche alla fotografia sportiva, seguendo vari eventi di livello nazionale sia in ambito ginnico che equestre.

Serena Boccardo

Pietro Guella nasce a Giuliana (PA) il 12 gennaio 1955. I tre anni delle medie li trascorre in seminario (dai 10 ai 13 anni). Dopo il terremoto del Belice del 1968 raggiunge i suoi genitori in Germania e dopo un anno circa l’intera famiglia si trasferisce a Genova. Da sempre appassionato di pittura, negli anni ha organizzato numerose iniziative con i suoi amici pittori: Bruno Liberti, Gigi Degli Abbati, Luigi Grande, Walter Di Giusto, Sergio Palladini, Aurelio Caminati, Gianmarco Crovetto e Rosalba Arbore, nonchè le ultime mostre di Serena Boccardo. Per 22 anni ha lavorato alla biblioteca Cervetto di Rivarolo, dove, oltre alla consulenza e alla catalogazione, ha piacevolmente sperimentato la lettura ad alta voce per adulti e soprattutto per bambini. Da quattro anni segue costantemente il lavoro di Serena Boccardo nella sua stesura ed elaborazione nella fascinosa storia del Tacuinum Sanitatis.

Serena Boccardo

TACUINUM SANITATIS Serena Boccardo nata a Mignanego (GE) il 14 settembre 1949, si è trasferita con la famiglia a Genova nel 1956. Laureata in lettere moderne, dal 1981 ha lavorato come bibliotecaria presso la Civica Biblioteca Berio fino al 2011. Non aspira al titolo di artista. La passione per il disegno è innata e l’accompagna da sempre. Da più di trent’anni si racconta, scrive ed illustra una lunghissima storia fantastica che, forse, non è ancora finita. Ha esposto disegni ed acquarelli legati a tale storia insieme ad altri soggetti, in varie mostre: Galleria il Crocicchio, Campomorone, settembre 1987; Galleria il Crocicchio nel 1992 nella collettiva “Ventidue artisti liguri per 22 arcani”; sempre alla Galleria il Crocicchio con una personale nel settembre del 1999; Centro civico Buranello ottobre 2003; “Il trenino di Casella” Libreria Libro più Ge-Pontedecimo nel 2010; Sede centrale del Dopolavoro Ferroviario di Genova l‘8 marzo 2011; Museo di Sant’Agostino di Genova nel luglio 2011; Biblioteca comunale Mignanego marzo 2012. Nei ritagli di tempo esegue disegni ed acquarelli di paesaggio, topografici e naturalistici. Le sue tecniche favorite sono l’acquarello e il disegno a china in bianco e nero. Di quando in quando ha prodotto anche dipinti ad olio, ma si tratta di una tecnica che non padroneggia completamente. Per il suo pensionamento le colleghe le hanno regalato una confezione di matite colorate contenente ben 117 matite di colori diversi. Si è quindi ritenuta in dovere di cimentarsi anche in questo campo. Le tavole a colori di questo libro sono state appunto realizzate con le matite colorate. Tende a regalare più che a vendere le sue opere, sostenendo che non è facile stabilire il valore commerciale di cose che si sono fatte per puro piacere e pura passione.

Trattato sul benessere e la salute a cura di Pietro Guella

Studio Byblos Studio Byblos

www.serenaboccardo.it


Tacuinum Sanitatis

Giuseppe De Chaud nasce a Genova il 24 agosto 1961. Da sempre appassionato di fotografia, ha seguito le orme del padre, fotografo a Rivarolo, nella gestione del negozio di Ge-Certosa. Ha seguito numerosi corsi di specializzazione tra i quali: corso superiore di ripresa in grande formato, corso di ritratto figura e moda, tecniche avanzate di ritocco digitale e vari corsi Adobe sull'impaginazione e print publishing. Specializzato in Photoshop esegue ritocchi ed elaborazione d’immagine. Da vent’anni ha eseguito la progettazione grafica di numerose iniziative culturali della biblioteca Cervetto di Rivarolo e cura da 15 anni la pulizia, adattamento, impaginazione, layout e masterizzazione dell’agenda annuale (formato 15x21) del CRAL Autonomie Locali di Genova. Ha scansionato, pulito e impaginato il presente volume. In questi ultimi anni si è dedicato anche alla fotografia sportiva, seguendo vari eventi di livello nazionale sia in ambito ginnico che equestre.

Serena Boccardo

Pietro Guella nasce a Giuliana (PA) il 12 gennaio 1955. I tre anni delle medie li trascorre in seminario (dai 10 ai 13 anni). Dopo il terremoto del Belice del 1968 raggiunge i suoi genitori in Germania e dopo un anno circa l’intera famiglia si trasferisce a Genova. Da sempre appassionato di pittura, negli anni ha organizzato numerose iniziative con i suoi amici pittori: Bruno Liberti, Gigi Degli Abbati, Luigi Grande, Walter Di Giusto, Sergio Palladini, Aurelio Caminati, Gianmarco Crovetto e Rosalba Arbore, nonchè le ultime mostre di Serena Boccardo. Per 22 anni ha lavorato alla biblioteca Cervetto di Rivarolo, dove, oltre alla consulenza e alla catalogazione, ha piacevolmente sperimentato la lettura ad alta voce per adulti e soprattutto per bambini. Da quattro anni segue costantemente il lavoro di Serena Boccardo nella sua stesura ed elaborazione nella fascinosa storia del Tacuinum Sanitatis.

Serena Boccardo

TACUINUM SANITATIS Serena Boccardo nata a Mignanego (GE) il 14 settembre 1949, si è trasferita con la famiglia a Genova nel 1956. Laureata in lettere moderne, dal 1981 ha lavorato come bibliotecaria presso la Civica Biblioteca Berio fino al 2011. Non aspira al titolo di artista. La passione per il disegno è innata e l’accompagna da sempre. Da più di trent’anni si racconta, scrive ed illustra una lunghissima storia fantastica che, forse, non è ancora finita. Ha esposto disegni ed acquarelli legati a tale storia insieme ad altri soggetti, in varie mostre: Galleria il Crocicchio, Campomorone, settembre 1987; Galleria il Crocicchio nel 1992 nella collettiva “Ventidue artisti liguri per 22 arcani”; sempre alla Galleria il Crocicchio con una personale nel settembre del 1999; Centro civico Buranello ottobre 2003; “Il trenino di Casella” Libreria Libro più Ge-Pontedecimo nel 2010; Sede centrale del Dopolavoro Ferroviario di Genova l‘8 marzo 2011; Museo di Sant’Agostino di Genova nel luglio 2011; Biblioteca comunale Mignanego marzo 2012. Nei ritagli di tempo esegue disegni ed acquarelli di paesaggio, topografici e naturalistici. Le sue tecniche favorite sono l’acquarello e il disegno a china in bianco e nero. Di quando in quando ha prodotto anche dipinti ad olio, ma si tratta di una tecnica che non padroneggia completamente. Per il suo pensionamento le colleghe le hanno regalato una confezione di matite colorate contenente ben 117 matite di colori diversi. Si è quindi ritenuta in dovere di cimentarsi anche in questo campo. Le tavole a colori di questo libro sono state appunto realizzate con le matite colorate. Tende a regalare più che a vendere le sue opere, sostenendo che non è facile stabilire il valore commerciale di cose che si sono fatte per puro piacere e pura passione.

Trattato sul benessere e la salute a cura di Pietro Guella

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Serena Boccardo

TACUINUM SANITATIS Trattato sul benessere e la salute a cura di Pietro Guella

Studio Byblos


Progetto grafico e copertina: Pietro Guella, Giuseppe De Chaud Impaginazione Giovanni La Vardera Stampa: Studio Byblos Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in sistemi di recupero o trasmessa in qualsiasi forma o attraverso qualsiasi mezzo elettronico, meccanico, mediante fotocopiatura, registrazione o altro, senza l’autorizzazione del possessore del copyright. Š Serena Boccardo 2020 Genova


I

l Tacuinum Sanitatis è un trattato sulla conservazione della salute scritto nell’XI secolo da Ibn Butlan, medico di Bagdad. Da esso derivano tutti i manoscritti che conosciamo. Fu tradotto in latino ed introdotto in Europa almeno a partire dal XII secolo e vi conobbe una duratura fortuna soprattutto tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. É a quest’epoca che risalgono i più bei codici miniati. Dimenticati in età moderna i manoscritti del Tacuinum sanitatis (da qui in poi TS) vennero riscoperti a partire dalla metà del XIX secolo. Dopo la segnalazione dell’esemplare di Vienna e di quello di Parigi, nel 1905 Gino Fogolari fece conoscere un terzo codice conservato nella Biblioteca Casanatense di Roma. Così i codici del TS cominciarono ad essere rivalutati e studiati, sia dal punto di vista della storia della medicina che da quello della storia dell’arte. Il testo, come l’autore stesso dichiara, è volutamente breve e sintetico, ma le tavole che lo accompagnano ci offrono uno spaccato di un’epoca in tutti i suoi aspetti. Essendo l’alimentazione uno dei principali capitoli del TS, il cibo ci viene presentato nella sua produzione (coltivazione o allevamento che sia), nella sua trasformazione, nel suo commercio e nel suo consumo. Passiamo così attraverso tavole che sembrano tratte dagli erbari monastici, scene agricole, di caccia o di pesca. Vediamo contadini che mietono o battono il grano, donne che impastano la farina per preparare pane o pasta e infine fornai indaffarati presso il loro forno. Entriamo nelle case dei ricchi mercanti, come nelle capanne dei pastori, nelle botteghe con le loro merci ed i loro avventori, nei cortili dove si macellano maiali o si raccolgono uova. Percorriamo le strade delle città o i sentieri della campagna con pastori, cacciatori e venditori ambulanti. Notiamo i vestiti delle varie classi sociali, le acconciature, le scarpe, gli strumenti di lavoro e quelli musicali. Le rappresentazioni chiare e colorate sono vere e proprie istantanee che ci restituiscono la vita di tutti i giorni in un’epoca così lontana e diversa dalla nostra. Tanta abbondanza e dovizia di particolari rivaleggia con gli affreschi raffiguranti cicli dei mesi, ma forse non è mai stata realizzata in così piccole dimensioni. Serena Boccardo ha incontrato il TS ancora bambina sulle pagine di una rivista e ne è rimasta molto colpita. Da allora ha sempre cercato di approfondirne la conoscenza e se ne è ispirata nel suo lavoro di illustratrice, narratrice di storie e creatrice di personaggi. Solo recentemente però ha affrontato direttamente la creazione di un proprio “Tacuinum”, come una costola o una “continuazione” della storia di Drigo. Ne ha infatti attribuito la paternità ad un personaggio di questa storia, dottore e “casualmente” omonimo dell’autore originario, il vecchio Ibn Butlan. Le miniature originarie dei codici illustrati vanno in gran parte ascritte al gotico cortese lombardo, quell’“ouvrage de Lombardie” resa famosa da Michelino da Besozzo, dagli Zavattari e, nel campo della miniatura, da Giovannino dè Grassi. Si tratta di uno stile che l’autrice ha sempre amato e studiato, ma le nuove tavole non sono una coppia pedissequa di uno o più originali. L’autrice le ha rivisitate a suo gusto e piacimento. Le ha rese più complesse, le ha popolate di personaggi umani e animali, di particolari, ma soprattutto ne ha variato l’ambientazione ispirandosi alla sua vita in campagna, ai suoi ricordi, alle libere associazioni della sua fantasia. Se non è riuscita ad emulare la sublime semplicità delle miniature medioevali ha sicuramente dato vita ad un caleidoscopio di quadretti vivacissimi soprattutto nella parte dedicata agli alimenti. É la prima volta, a mio ricordo, che si cimenta con un capitolo così corposo ricolmo di pane, ciliegie, cipolle, miele, carne di volatili e quadrupedi, olio, sale e zucchero e tanti, tantissimi frutti e prodotti della terra, erbe aromatiche comprese.

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Oltre cento disegni e sessanta tavole colorate rendono l’idea dell’enorme mole di lavoro compiuto in circa quattro anni. Anche il testo - molto limitato nell’originale – è stato riscritto ed ampliato dall'autrice, cercando però di evitare ogni anacronismo e di mantenersi fedele alle conoscenze dell’epoca. Allo scopo di ricostruire un testo credibile Serena Boccardo ha poi ripercorso la storia della medicina, leggendo e studiando le opere di Ippocrate, Galeno, Avicenna, Al Razi, senza dimenticare le dottoresse della scuola di Salerno e Hildegarde di Bingen. Per chi fosse interessato a questo aspetto, si rimanda all’appendice che raccoglie in ordine alfabetico brevi biografie degli autori citati. Come sempre, anche nelle storie e nei lunghi viaggi di Drigo, ogni tavola è ricca, stracolma di personaggi. Solo tre esempi. Nella tavola di pagina 60 alcune donne raccolgono l'aglio, altre lo intrecciano, un contadino transita sul ponte mentre il cane in primo piano ci sorride come un essere umano. Nel disegno di pagina 89 vi sono dieci figure (!). Un gruppo in primo piano brinda allegramente mentre più lontano due ubriachi litigano di fronte a due figure attonite, una terza osserva sconcertata dal balcone, uno scoiattolo curiosa dai rami, un gatto passa fugace tra le gambe dei tavoli e degli uomini, un maiale in primo piano attraversa la scena transitando da destra verso sinistra. Infine la tavola di pagina 154. Che dire! É una tavola che ubriaca di allegria. Mentre i quattro musici battono, pizzicano e soffiano, un gruppo di ragazze e giovani danza, semplicemente danza al suono della musica festosa coinvolgendo una coppia meno giovane in primo piano. In lontananza c’è chi beve e si rifocilla mentre, poco distante, il ruscello scorre lento. Potrei continuare rischiando, cari bibliofili, di annoiarvi e allora non resta che ammirare tanta leggiadra freschezza! Pietro Guella

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Theatrum Sanitatis Alcune note sul codice Casanatense

A

lla fine del Medioevo, principi e potenti imparavano le regole della salute e dell’igiene leggendo il Tacuinum Sanitatis, un trattato sul benessere e la salute molto diffuso nei secoli XIV e XV. Il trattato fu scritto in arabo da Abū al-Ḥasan al-Mukhtār ibn ʿAbdūn al-Baldaqi, conosciuto anche come Ibn Butlân, medico cristiano nato a Baghdad e morto nel 1068. Propone i sei elementi necessari per il mantenimento quotidiano della salute: il bere ed il mangiare, l’aria e l’ambiente, il movimento ed il riposo, il sonno e la vigilia, la ritenzione ed escrezione degli umori, i movimenti o affetti dell’animo (l’allegria, l’ira, la vergogna...). Secondo Ibn Butlân, le malattie nascono dall’alterazione nell’equilibrio di qualcuno di questi elementi, per cui consiglia la vita in armonia con la natura per conservare o recuperare la salute.

L

N

Miele

ella la bottega dello speziale, piena di vasi colorati e brillanti barattoli di vetro, si possono comprare pinoli deliziosi ricoperti di zucchero e spezie, una delle leccornie preferite nel Medioevo. Si vendono anche frutti secchi, fichi o uva passa, soprattutto le “grandi uve passe di Gerasa”, che Ibn Butlân consiglia agli anziani in inverno, poiché sono efficaci contro i dolori intestinali, rinforzano il fegato e lo stomaco e, se bruciano il sangue, si può trovare rimedio col limone. Ibn Butlân consiglia anche il consumo di pane nero perché “dà sollievo allo stomaco, anche se, per fare sì che non provochi irritazione, bisogna accompagnarlo con alimenti grassi”.

Aglio

e Taqwin al-sihha (Tavole della salute) d’Ibn Butlân furono tradotte in latino a Palermo, alla corte di Manfredi, re di Sicilia, dal 1258 al 1266, col titolo di Tacuinum Sanitatis. Alla fine del secolo XIV il trattato sarà dotato in Lombardia di un ciclo d’illustrazioni molto sviluppato, punto di partenza di una fioritura d’esemplari che passò le frontiere dell’Italia. Buona prova di ciò è il codice di lusso, con tutti i fogli miniati, conservato a Roma presso la Biblioteca Casanatense. Ogni foglio contiene una miniatura con una legenda latina in cui s’indica la natura dell’elemento, le caratteristiche di ciò che si considera migliore per la salute umana, i benefici che produce, i danni che può causare e i rimedi a questi danni.

È

Grano

il pane più comune, essendo quello bianco riservato alle tavole dei privilegiati. Il miniaturista ha dipinto il panettiere che inforna tre panini, mentre una donna attende. Altre miniature mostrano le lavorazioni del formaggio, la pasta, il burro… il venditore di sale, di pennuti, d’olio di mandorle, il venditore di cibi sotto sale, di candele, di tessuti di seta...

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Q

uesto codice non è solo una fonte interessante d’informazioni di carattere medico, ma costituisce inoltre una fonte iconografica privilegiata per lo studio della vita quotidiana nel Medioevo. Il codice Casanatense è quello che l'autrice preferisce e quello a cui si è principalmente ispirata.

L

Latte

a raccolta delle ciliegie, i melograni dolci, le albicocche, le noci, le castagne e un’infinità di frutti, ortaggi e verdure occupano un gran numero di fogli di queste tavole della salute, dove si spiegano gli effetti benefici e i danni causati da ogni elemento. Ibn Butlân c’insegna anche a goderci ogni stagione dell’anno, le conseguenze d’ogni tipo di clima, dei venti, della neve; ci indica l’importanza del benessere spirituale e, per esempio, parla dei vantaggi legati dall’ascolto della musica, dal ballo, dalle conversazioni gradevoli...

Vento orientale

Inverno

Roseto

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INCOMINCIA il libro di Kalaf Abd al-Hasan ibn Butlan al-Baldaqui, figlio del medico Habdi. Questo libro chiamato anche “Il segreto della saluteâ€? spiega le sei cose non naturali necessarie per mantenersi sani. Chiarisce poi il giovamento dei cibi, delle bevande e degli indumenti; i loro danni e la rimozione di questi ultimi secondo il consiglio dei piĂš saggi tra gli antichi verificato nell'esperienza dell'autore.



ncomincia il libro chiamato Tacuinum Sanitatis

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edicato all’illustre re Manfredi, amante della conoscenza.

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I

n nome di Dio clemente e misericordioso, queste sono le sei cose che servono ad ogni uomo per la quotidiana preservazione della salute. Il primo è il trattamento dell’aria che interessa i polmoni ed il cuore. Il secondo è il giusto impiego del cibo e delle bevande. Il terzo è il corretto uso del moto e della quiete. Il quarto la protezione del corpo con la regolazione del sonno e della veglia. Il quinto il corretto uso della eliminazione e della ritenzione degli umori. Il sesto la moderazione della gioia, dell’ira, del timore e delle angustie. Il segreto della conservazione della salute sarà infatti nel giusto equilibrio di questi elementi, mentre il turbamento di detto equilibrio causa le malattie, permettendo ciò Dio glorioso ed altissimo. Comprese in queste sei classificazioni ci sono molte varianti di grande utilità. Di tutte, a Dio piacendo, esporremo la natura. Parleremo inoltre delle scelte adatte a ciascuno in ragione della sua complessione ed età ed inseriremo tutti questi elementi in semplici tavole perché le discussioni dei sapienti e le discordanze di molti libri diversi sovente annoiano i lettori. Ci baseremo quindi su esempi tralasciando le speculazioni, le confusioni, le contraddizioni che richiedono un ulteriore esame. Solo Dio, infatti, fa giungere alla comprensione. Cercheremo di abbreviare i discorsi prolissi e di sintetizzare le diverse idee. Citeremo occasionalmente Ippocrate, Galeno, Johannitius, Rhasez, Trotula, Ildegarda ed altri medici, ma solo per testimoniare da che fonte ci sono venute le informazioni e sostenere la validità delle parole.

L

a medicina è l’arte di conoscere le proprietà e le modificazioni del corpo umano sì che si possa mantenere la salute o, se questa è venuta a mancare, possa, con l’aiuto di Dio, essere recuperata. Arte e non scienza si deve dire la medicina perché si occupa dell’uomo, il più imprevedibile e complesso tra gli oggetti di studio. Il medico deve conoscere la complessione del corpo nonché le medicine e gli alimenti per conservare o ripristinare la salute. É necessario quindi che conosca i fondamenti delle leggi della natura né inutilmente le leggi del Regno di Sicilia considerano un triennio di logica premessa indispensabile per accedere agli studi di medicina.

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A

nche il corpo umano è infatti formato dai quattro elementi che compongono ogni altra cosa (terra,

acqua, aria e fuoco) ed è soggetto alle variazioni causate dalle loro qualità e cioè il caldo ed il freddo, l’umido ed il secco. Gli elementi e le loro qualità creano nel corpo i quattro umori ed i rispettivi tem-

peramenti: sanguigno, flemmatico, bilioso e atrabiliare. L’organismo sano è in condizioni di equilibrio umorale, lo squilibrio degli umori causa le malattie. La natura combatte essa stessa le malattie e tende al loro riassorbimento, quando essa è superiore alla malattia non c’è bisogno dell’aiuto del medico. Ma se la natura non riesce da sola a vincere la malattia, allora bisogna far ricorso all’arte medica. Molte malattie sono ancora senza rimedio e molte altre richiedono un trattamento lungo e difficile, tuttavia la medicina è uno dei doni benefici di Dio onnipotente e magnanimo. Purtroppo, come dice Rhasez, la gente vorrebbe guarire subito e non morire mai. Per questo è raro vedere un medico elogiato da tutti i pazienti. 16


L

a lettura dei libri è necessaria, ma non sufficiente, per la padronanza dell’arte medica. Chi si limita a

leggere libri si lascia sfuggire molti sintomi; chi frequenta solo gli ammalati, senza curarsi dei libri, si ri-

duce al rango di un praticone. Invece chi, studiando e continuando a studiare, si reca spesso al capezzale

degli ammalati, impara molto dall’esperienza. Il medico deve continuamente tendere a migliorare la sua arte e ad apprendere cose ad essa utili. Ovviamente imparerà dai suoi maestri e colleghi, ma non deve considerare alcuno troppo umile per trarne istruzione. Noi stessi non ci vergognamo di confessare che anche i rimedi dei pastori e dei contadini possono essere efficaci, né ci asteniamo dal sottoporre ad esperimento i decotti delle vecchiette. Infatti coloro che si chiudono all’esperienza ed alla conoscenza sono come quelli di cui il Misericordioso dice “I cieli e la terra offrono loro segni innumerevoli, davanti ai quali essi passano senza curarsene”.

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N

on si addicono al medico modi grossolani, bruschi e duri. Al contrario egli deve coltivare, senza

rinunciare al suo prestigio, la cordialità e la benevolenza. Sia riservato e casto, né si lasci indurre dalla gelosia professionale a diventare maldicente. I suoi molti impegni non lo inducano mai alla

trascuratezza ed alla fretta. Saper interrogare il malato ed ascoltarlo attentamente è fondamentale per formulare una diagnosi, perché gli ammalati spesso non sanno esprimere quello che sentono. Il medico deve anche fare in modo che il malato ed i suoi parenti siano in sintonia con lui e collaborino non nascondendogli nulla degli stati del malato e del suo comportamento. Infine consideri sempre l’umanità del paziente e curi con la stessa sollecitudine i grandi e gli umili, i ricchi ed i poveri. D’altra parte le leggi di questo Regno prevedono che il medico visiti i pazienti poveri, anche più volte al giorno (se necessario) senza chiedere renumerazione alcuna.

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TRATTAMENTO DELL’ARIA CHE INTERESSA IL CUORE ED I POLMONI

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L

’aria è elemento fondamentale per la stessa sopravvivenza dell’uomo che deve stare perennemente in esso ed attirarlo a sé per alimentare il calore naturale. Come dice Galeno l’aria entra nel corpo attraverso il petto mediante l’inspirazione e le arterie ne fanno spirito vitale secondo la disposizione del corpo stesso. Giustamente Rhasez equipara l’aria al respiro. L’aria è respiro in riposo ed il respiro aria in movimento. Ne consegue che la salubrità dell’aria è fondamentale per la conservazione della salute. L’aria deve essere pura, senza mescolanza di mali vapori né di fumi derivati da materie putrescenti, lontana dagli influssi delle acque stagnanti. L’aria costretta (ad esempio in una valle circondata da monti) cambia poco o niente e diventa viziata. Onde Galeno afferma che l’aria deve essere frequentemente ricambiata e rimescolata dai venti. Avicenna però avverte che l’aria libera riceve più rapidamente la corruzione di quella costretta. Anche l’aria degli ambienti chiusi diventa presto malsana; in genere l’aria libera è da preferirsi a quella costretta, a meno che non vi siano epidemie in corso. Corrompe l’aria la mala qualità di alberi e piante vicine come noci, cavoli e ficulaca; la migliora la prossimità di piante quali il salice, la vite, le erbe aromatiche ed i fiori. L’aria muta a seconda delle stagioni. L’aria fredda e ventosa dell’inverno è dannosa quanto il caldo torrido dell’estate. Di conseguenza bisogna temperarla con gli abiti o riscaldando (ma anche raffreddando) le abitazioni in modo tale che, come dice Galeno, la pelle dell’uomo non orripili per il freddo e non sudi per il caldo. Secondo Avicenna l’aria migliore è quella temperata. Essa, quando sia chiara e non commista ad esalazioni nocive, di per sé fa bene e conserva la salute. Dell’acqua si può dire la stessa cosa e cioè che è indispensabile alla vita di ogni essere. Come giustamente dice Avicenna, l’acqua è un elemento e non un alimento. Non apporta nessun nutrimento, ma è tuttavia di vitale importanza. Per questo mentre astenersi dal cibo per qualche tempo non è dannoso e a volte è salutare; astenersi dal bere anche per poco causa disuria, disidratazione, secchezza, danni al fegato ed ai reni fino a conseguente morte. Anche l’acqua, come l’aria, deve essere pura e non corrotta. L’acqua limpida, senza colore, odore o sapore fa bene e conserva la salute. Molte malattie come lebbra, antrace, peste e simili vengono attribuite alla corruzione dell’aria o dell’acqua, mentre in realtà si trasmettono da una persona all’altra mediante agenti e meccanismi non ancora ben conosciuti (solo a Dio, infatti, è noto tutto). Si ipotizza che infinitesime ed invisibili particelle viventi siano capaci di trasmettere le malattie e la corruzione e già ai tempi di Trotula di Salerno si conosceva il potere disinfettante dell’alcool per alleviare le infermità e risanare le ferite.

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egione settentrionale

D

i natura fredda e secca. Le migliori terre nordiche sono quelle che possiedono acque buone e

terre fertili in superficie. Il clima rigido rende gli abitanti attivi, industriosi e prudenti, stimola la circolazione del sangue, colorisce il viso, dona robustezza e forza. Però la natura dei cibi che

vi si possono ottenere causa oppilazioni, gotta e obesità con tutte le loro funeste conseguenze. Il danno si potrebbe in parte ovviare se gli abitanti usassero del cibo e delle bevande inebrianti con moderazione. Tuttavia i cibi grassi e pesanti propri della regione sono necessari per alimentare il calore naturale, come anche le bevande inebrianti cui questi popoli vi sono legati per antica ed incoercibile abitudine. Il clima settentrionale è poi dannosissimo a coloro che hanno i petti piccoli ed i polmoni deboli, causando coriza, catarro, danni alle vie respiratorie, ostruzione dei pori, attacchi di tosse, fino all’epitassi ed alla tisi conclamata. Molti degli abitanti cadono vittima dell’inclemenza degli elementi. 22


egione temperata

C

ome dice il suo nome in essa si contemperano armoniosamente il caldo, il freddo, il secco e l’umido.

Per questo è salutare per tutte le complessioni. Inoltre il suolo (che è molto fertile) produce cibi

utilissimi per la conservazione della salute.

Il pane e la pasta di frumento, l’olio d’oliva, gli svariati ortaggi tengono sotto controllo i grassi, prevengono l’ispessimento del sangue, depurano la renella, purificano i reni e l’intestino, prevengono la tosse e ogni affezione che colpisca la gola, i bronchi ed i polmoni, aiutano lo stomaco e aumentano l’appetito. Risolvono le occlusioni del fegato e della milza e uccidono i vermi come, a Dio piacendo, esporremo partitamene più sotto. Il calore moderato dell’aria è il più adatto al corpo umano perché non lo fa né sudare né rabbrividire, né lo umidifica in eccesso. Gli abitanti sono estroversi, ospitali, moderatamente attivi, amanti della musica e dell’arte. 23


egione meridionale

D

i natura calda ed umida o calda e secca. I paesi meridionali migliori sono quelli esposti a venti

che ne attenuano il calore. Gli abitanti sono di pelle bruna, dalle membra lunghe; ma magri ed

adusti. Sebbene siano di intelletto svegliato, intraprendenti ed abili nel commercio, la natura

del luogo li costringe spesso a cercare risposo e rifugio dalla sferza del sole. Le regioni meridionali calde ed umide nuocciono ai malati di vaiolo e di morbillo, nelle regioni calde e secche bisogna difendersi dal calore vestendosi di sottili stoffe di lino e coprendosi il capo. Soprattutto chi è di complessione secca deve evitare la disidratazione bevendo spesso acqua fresca o immergendosi in acqua tiepida. Le abitazioni devono essere fresche e salubri. Nelle regioni di cui parliamo si diffondono spesso malattie come lebbra, antrace, scabbia, carbonchio, oftalmia, febbri pestilenziali e tutti gli esantemi con pustole corrosive. 24


ento occidentale

D

etto anche Zefiro o Favonio. É di natura calda e secca in secondo grado ed è il vento dominante

durante l’equinozio di primavera. In Grecia porta pioggia e tempeste, nelle nostre contrade porta piogge moderate e tempo mite. Non causa danni alla salute, anzi giova alla sua conser-

vazione. Può occasionalmente causare freddo e tremiti che si contrastano coprendosi o riscaldandosi con il movimento. Secondo Avicenna il vento occidentale che spira alla mattina presto è denso e pesante perchè non può essere asciugato ed addolcito dal sole. É adatto alle complessioni temperate, ad ogni età, in primavera e nelle regioni orientali. Il vento di Nord-

Ovest, chiamato anche Maestrale, è il migliore tra i venti d’occidente perché favorisce la digestione. Il vento di Sud-Ovest o Libeccio causa mareggiate, tempeste, danni alle navi ed alle coste. 25




ento orientale

C

hiamato anche Euro o Solano, è di natura umida e moderatamente calda in secondo grado. Domi-

nante durante il solstizio d’inverno, di solito asciutto, porta freddo e forti venti, ma non pioggia. É

preferibile quello che attraversa prati e luoghi piovosi.

Giova anche quello che spira tra il termine della notte e l’inizio della giornata perché il sole sorgente lo riscalda rendendolo più asciutto e piacevole. Incentiva gli spiriti, ma nuoce alle malattie della vista ed al cuore. Si può ovviare al danno aspirando acqua nella quale siano stati macerati fiori o bagnandosene gli occhi. É adatto alle complessioni temperate, ad ogni età, all’inizio dell’inverno e nelle regioni occidentali. Il vento di Nord-Est soffia di frequente in Italia ed in Grecia per cui è detto Grecale.

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ento meridionale

D

etto anche Australe o Austrino. É di natura calda in secondo grado e secca in terzo. Il migliore

è quello che attraversa regioni con aria buona. Giova al petto, ma stordisce i sensi, rende apatici

e fa male al cervello. Ippocrate dice che il vento austrino rende l’udito caliginoso, soprattutto

nelle persone che hanno il capo debole. Rilassa il cervello degli esseri umani e allenta le vene. Rammollisce il corpo, lo screpola, eccita il sangue, toglie il sonno. Spesso rende l’aria torbida, spiacevolmente umida e pesante. In condizioni concomitanti di siccità c’è rischio che si moltiplichino gli ascessi e che si diffondano epidemie di vaiolo e di morbillo. Il caldo torrido, poi, provoca accidenti putridi. Si possono ridurre gli effetti spiacevoli di questo vento indossando abiti freschi e leggeri, bagnandosi spesso e cercando di rinfrescare le stanze. 29


ento settentrionale

D

etto anche Borea. É di natura fredda in terzo grado, secca in secondo. Il migliore è quello che

passa su acque dolci. Fortifica il corpo, acuisce i sensi ma nuoce al petto e peggiora le bronchiti.

Causa tosse e durezza di gola, costipazione al ventre, difficoltà di urinare e anche dolori al petto

ed ai fianchi. Fa impallidire il corpo, provoca catarro e coriza. Si rimedia al danno con vestiti pesanti e bagni caldi. É adatto ai temperamenti caldi e umidi, ai giovani, in estate e nelle regioni meridionali. D’altra parte, soprattutto se soffia da Nord-Est, purga l’aria dai vapori grossi e dai miasmi purificandola e rendendola più sana. Condensa l’aria separandone quanto v’è di torbido o nebbioso e rendendola pura e limpida. É quindi il più salubre dei venti e libera gli uomini dall’eccessiva umidità. 30


nverno

S

tagione di natura fredda ed umida. Giova a coloro che hanno un temperamento caldo e secco e a

quelli inclini alle febbri dovute alla sovrabbondanza di collera. Favorisce la conservazione della salute

nei giovani e nelle regioni meridionali prossime al mare, ma soprattutto è propizio a chi ha corpo ro-

busto e buona salute. In questo caso fortifica il corpo, riscalda i visceri addominali, fa coagulare il sangue, rende meno frequenti i tumori e gli ascessi. Generando però flemma nuoce agli organismi deboli come quelli dei vecchi e dei bambini, a coloro che soffrono di catarro e di coriza, di ostruzione dei pori e di attacchi di tosse. Cosicché si può dire che, soprattutto per queste persone, la parte migliore dell’inverno è quando sta per finire. In questa stagione occorre coprire il corpo e la testa onde preservare il cuore ed il cervello da colpi di freddo. É bene mangiare cibi caldi, forti e nutrienti e bere vino puro. 31


rimavera

D

i natura calda e moderatamente umida in secondo grado. É migliore nella sua parte centrale.

Porta vantaggio universalmente per tutte le creature viventi e per i vegetali che germogliano dalla terra.

Le giornate si allungano, l’aria si fa mite, l’erba rispunta, nascono i fiori. Gli uccelli cantano e costruiscono i

nidi, tutti gli animali sentono l’impulso venereo che li spinge ad accoppiarsi. In essa si generano umori buoni e sangue abbondante, ma ne traggono nocumento i corpi in cui abbonda l’umidità la quale poi produce putredine. Si rimedia purificando i corpi dall’umidità. Giova particolarmente ai temperamenti freddi e secchi, ma fa bene a tutti, giovani o vecchi, nelle regioni temperate e anche in quasi tutte le altre.

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state

P

er natura di moderato calore. É più salutare nella sua parte iniziale e finale. Dissolve le superfluità

e rende il corpo magro. Provoca però tormentosa sete, nuoce alla digestione a causa degli umori biliari e peggiora le condizioni di chi soffre di epitassi. Non è una stagione che aiuta a conservare la

salute. Bisogna curare l’igiene ancor più del solito e difendersi dalle mosche e dagli insetti che in estate si moltiplicano. Sono da preferire alimenti freddi ed umidi come la verdura e la frutta. Si evitino i dolci, si consumino frutti acetosi come le melagrane ed i cetrioli e si faccia uso dell’agresto. É consigliabile mangiare con moderazione, astenersi dal coito e da gravi fatiche. É molto importante non rimanere a lungo sotto il sole e bere molto, curando che le bevande siano fresche, ma non immoderatamente fredde. L’estate giova a coloro che soffrono di coriza, di reumatismi, agli emiplegici e a tutti coloro che hanno bisogno di scaldare il corpo e di dilatare i pori. 33


utunno

S

tagione di moderata temperatura, più giovevole nella sua parte centrale e quando il cambiamento del

clima verso i rigori invernali procede gradualmente. L’autunno porta con sé aria umida e pioggia. L’aria moderatamente umida favorisce la salute perché conserva l’umidità fondamentale del corpo, giova ai

magri, ammorbidisce la pelle e le carni, fornisce acqua e freschezza al corpo. Ma quando per continue piogge

i vapori umidi si fanno abbondanti bisogna ripararsi in stanze asciutte, accendere fuochi e coprirsi con stoffe secche e grezze. La stagione autunnale è adatta ai temperamenti caldo umidi, ai giovani ed agli adolescenti, nelle regioni temperate oppure caldo umide. Può causare umori melanconici inoltre danneggia le persone predisposte alla tisi e quelle di temperamento moderato. Si può rimediare al danno ricorrendo a bagni caldi nei quali siano state versate sostanze balsamiche.

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bitazioni

A

ffinché si possa conservare la salute le stanze e le case devono essere temperate e pulite, come dice

Rhasez. Le case migliori sono quelle protette dai venti e dai vapori grossi e spessi. La disposizione delle finestre deve tener conto dell’orientamento dei venti affinché si possano ventilare le stanze

senza creare pericolose correnti d’aria. D’inverno si riscaldino adeguatamente gli ambienti, nel tempo caldo si tengano aperte le finestre rivolte a Nord e si spruzzi acqua negli ambienti. Alle persone di complessione magra e collerica si addicono case fresche con moderata umidità; alle persone

di temperamento contrario si addicono case ben asciutte e calde. Le abitazioni fredde ed umide nuocciono ai polmoni e ai bronchi, ugualmente dannosi sono gli ambienti saturi di fumo o degli effluvi delle candele di sego.

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36


37


amere

L

e camere estive sono necessarie nelle regioni calde. Devono essere moderatamente fredde ed umide

tanto da riprodurre un clima primaverile. In Sicilia se ne costruiscono di deliziose. Seminterrate, circondate da giardini, coperte di verzura, percorse da canali d’acqua e dotate di altri sottilissimi accorgi-

menti per mantenerle fresche. Le camere invernali sono necessarie quando le temperature sono molto rigide e nelle regioni di montagna.

Giovano soprattutto ai temperamenti freddi ed alle persone molto anziane. Devono essere di calore moderato, non eccedente quello che si può avere alla fine della primavera, in modo da ridestare le facoltĂ intorpidite dal freddo. Le stanze eccessivamente riscaldate, invece, producono sete e danneggiano la digestione, permettendo che il cibo passi nell’intestino non ancora completamente digerito. Inoltre nuocciono ai sofferenti di sincope e di aritmia cardiaca. 38


esti

D

evono essere adeguate alla stagione, al clima, all’altitudine e alla complessione di chi le indossa.

Le vesti di lana, adatte all’inverno ed ai climi freddi, sono di natura calda e secca in secondo

grado. Le migliori sono quelle di sottile lana delle Fiandre, ma tutte le stoffe di lana proteggono

dal freddo perché conservano il calore del corpo. Sempre per questa loro qualità sono diaforetiche; cioè, se l’aria non è proprio fredda, causano eccessiva sudorazione, soprattutto nelle persone magre. In questi casi bisogna cambiare spesso abiti perché il sudore, raffreddandosi, può danneggiare i bronchi. Siccome la lana può irritare la pelle, sono da preferire gli abiti di lana foderati di lino. Le vesti di lino sono di natura fredda e secca in secondo grado, le migliori sono quelle più sottili e leggere. Temperano il calore del corpo, anche se sono ruvide al contatto della cute ed impediscono la traspirazione. I tessuti di lino aiutano l’essiccazione delle ulcere. Giovano ai temperamenti caldi, ai giovani, in estate, nelle regioni meridionali. 39


cqua

P

er giovare alla salute l’acqua deve essere pura e non corrotta. La migliore è quindi quella di fonte che

sgorga a contatto della roccia: essa è infatti del tutto purificata. Tale acqua, fredda e umida in quarto

grado, è leggerissima alla digestione, toglie la sete, rinforza lo stomaco, aumenta l’appetito, previene

la corruzione del sangue, impedisce ai molti vapori di salire al cervello, preserva dalle febbri. Giova ai temperamenti caldi e soprattutto a quelli che hanno il fegato caldo. Può raffreddare troppo il corpo e causare gonfiori umidi. Nuoce a coloro che soffrono di catarro, a coloro che sono colpiti da coriza cronica e anche a coloro nei quali abbonda la flemma. Anche l’acqua piovana è fredda e umida in quarto grado, giova alla tosse, alla melanconia ed ai dolori alle mani. Secondo Rhasez è leggera e favorisce la digestione, ma si guasta presto nelle vene generando febbri. Però se raccolta subito e conservata in cisterne ben costruite è salutare e buona per tutti gli usi. 40


Se si usa acqua attinta da pozzi bisogna assicurarsi che non sia in alcun modo contaminata. Se i pozzi sono scavati abbastanza profondamente l’acqua che se ne ricava è buona da bere. Bere acqua sporca, puzzolente o di cattivo gusto è pericolosissimo o anche letale. I cibi più sani si corrompono se lavati o cotti in acqua inquinata. Se si hanno dei dubbi sull’acqua di cui si dispone, la si faccia bollire e poi raffreddare prima di usarla. I viaggiatori che devono bere l’acqua che trovano e non hanno modo di farla bollire, ne contrastino l’eventuale corruzione mangiando verdura cotta in aceto. L’acqua dei fiumi è sospetta perché può facilmente essere corrotta, quella delle paludi da escludere. L’acqua salata, calda e secca in secondo grado, prima libera il ventre poi lo asciuga e lo rende stitico. Provoca prurito e scabbia, inoltre rovina il sangue. Se si è costretti a berla, trovandosi in viaggio, bisogna distillarla in brocche o giare e poi mescolarla con ossimele. L’acqua salata di mare, se bevuta, agisce da lassativo. Unita a poco vino allevia i dolori articolari, mescolata con acqua e miele liquido contrasta l’esagerata secrezione di bile. Riscaldata ed applicata esteriormente allevia il dolore provocato dai morsi di scorpioni e ragni. I bagni marini giovano nelle terapie dei visceri epigastrici.

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agno

S

erve alla pulizia del corpo che è un grande aiuto per conservare la salute. Con le dovute precauzioni

giova a tutti e tutti dovrebbero fare il bagno regolarmente. Il bagno migliore è quello fatto in acqua

dolce e delle quattro qualità alternativamente.

Tutte le acque buone da bere sono adatte anche per il bagno. Si rimanda chi volesse approfondire i vantaggi dell'igiene a “Il libro dei consigli” opera del grande Maimonide. Il bagno d’acqua di piacevole calore è di natura calda ed umida in secondo grado. Il migliore è quello di acqua dolce e di temperatura moderata. Apre i pori, depura i villi intestinali ed allevia la febbre. Ristora perché ammorbidisce le articolazioni e l’epidermide, è diuretico, risolve la pesantezza del capo e inumidisce le narici. 44


I benefici del bagno sono aumentati dall’uso di sapone e della spugna vegetale detta lufa che aiuta a rimuovere la sporcizia e le superfluità della pelle. Con le debite precauzioni un bagno caldo giova anche ai malati, soprattutto di coriza. Addolcisce infatti i dolori ai fianchi, al petto ed alla schiena, conquoce il catarro, ne agevola l’espettorazione e aiuta il respiro. Bagnarsi dà molti vantaggi, ma ritarda la digestione. Per questo è consigliabile fare il bagno prima dei pasti, o comunque a stomaco vuoto. Inoltre, in alcuni casi,bagnarsi può rilassare eccessivamente il corpo, diminuire il calore innato, togliere l’appetito dei cibi e anche quello venereo. Il bagno in acqua moderatamente fredda giova ai giovani, a chi esercita il corpo, nelle regioni calde e durante la bella stagione. Stimola grandemente la circolazione sanguigna ed aumenta il calore innato, va quindi preso con prudenza perché potrebbe portare ad uno squilibrio umorale. Bagnarsi in acqua fredda nuoce a chi soffre di coriza o altre malattie respiratorie e a chi accusa una generale debolezza di stomaco. Il bagno in acqua salata asciuga il corpo e provoca prurito a meno che non si versi in esso buona argilla. 45


aludi

L

e acque ferme negli stagni e nelle paludi sono nocive perché irritano l’intestino. Inoltre corrompono

l’aria con i loro miasmi. Tale corruzione è detta malaria ed il termine è usato anche per indicare le febbri

ricorrenti che provoca: quartana, terzana, emiterzana e anche la febbre quotidiana. Tali febbri non uc-

cidono immediatamente, ma logorano pian piano l’organismo e alla fine il paziente muore per danni irreversibili al fegato ed ai reni. Inoltre i figli dei malati crescono con difficoltà e spesso muoiono prematuramente. L’estate è la stagione in cui è più facile contrarre le febbri. Per questo le paludi sono temute ed evitate. I viaggiatori che devono attraversarle vi passano a gran carriera, chiusi nei loro carri o, se sono a cavallo, si avviluppano in spessi mantelli cercando di proteggere la bocca ed il naso. Galeno dice che la carne degli uccelli palustri è malsana come l’ambiente in cui vivono, ma l’esperienza non sembra avvalorare la sua testimonianza. 46


hiaccio e neve

S

ono di natura fredda e umida in secondo grado. Sono più adatti ai giovani, in estate, nelle regioni me-

ridionali. Devono derivare da acqua dolce e buona ed essere esenti da impurità. Non bisogna scio-

gliere neve o ghiaccio di dubbia provenienza nell’acqua potabile, ma si possono usare per tenere in

fresco recipienti contenenti bevande. Applicati sulla fronte dei febbricitanti il ghiaccio e la neve alleviano la febbre, inoltre aiutano a ridurre tumefazioni, lussazioni ed ematomi. La natura estremamente fredda di queste sostanze può generare tosse, nonché dolori e paralisi alle giunture, ma sono utilissime in estate infatti, circondando con esse i recipienti che contengono bevande, permettono di berle fresche, ma non immoderatamente fredde. In Sicilia grazie alle nevi dell’Etna si possono ottenere ottimi dolci chiamati sorbetti nei quali il freddo della neve è mitigato dall’aggiunta di altri ingredienti e dalla lavorazione. L’acqua che si ricava dalla neve non è buona da bere perché non placa mai completamente la sete. 47


ampagna

G

ià gli antichi lodavano e raccomandavano la vita in campagna come il modo migliore per mantenere

l’equilibrio del corpo e dello spirito. L’abbondanza di aria libera e frequentemente rinnovata, la di-

sponibilità di acque sorgive, l’abbondanza di cibi freschi e semplici la rende salutare per tutti i tem-

peramenti. Poiché la densità di popolazione è bassa i rifiuti e le altre deiezioni sono limitate e hanno tutto il tempo di trasformarsi in utile letame; il silenzio favorisce il sonno, i ritmi della vita sono tranquilli, c’è più tempo di coltivare i rapporti umani o, se si vuole, di dedicarsi allo studio. I villici stessi, se hanno abbastanza da mangiare e non sono angariati a tasse o signori avidi, possono mantenere la salute e vivere a lungo.

48


ittà

P

oco adatte a conservare la salute, soprattutto nel presente periodo nel quale sembrano destinate a di-

ventare sempre più vaste e disordinate. La grande quantità di persone, la molteplicità di lavori e commerci,

il rumore e la fretta rendono difficile conservare un’adeguata serenità d’animo, in più l’affollamento fa-

vorisce il diffondersi di quelle malattie che si trasmettono attraverso il contatto. Il fumo delle officine e delle abitazioni corrompe l’aria irritando le vie respiratorie e ledendo bronchi e polmoni. L’acqua deriva spesso da acquedotti antichi, di saltuaria manutenzione e di dubbia salubrità. Le molte deiezioni umane ed animali provocano malattie intestinali e predispongono al colera. L’accumularsi di rifiuti attira parassiti di ogni genere, tra cui i ratti che, secondo la testimonianza di Avicenna, diffondono la peste bubbonica. Nel Regno di Sicilia ci sono leggi per mantenere la pulizia nelle città, ma non sempre vengono osservate. I danni derivanti dalla vita in città si possono limitare solo in parte. È consigliabile portare con sé erbe aromatiche ed aspirarne spesso il profumo. 49


nquinamento

G

aleno scrive che la putredine di animali, ortaggi e legumi, nonché lo sterco corrompono aria e acqua

e sono una minaccia per la salute pubblica. Nelle leggi del Regno di Sicilia ci sono savie disposizioni per difendere la terra, l’aria e l’acqua dall’inquinamento ossia dalla corruzione provocata dalle at-

tività umane. Ma queste sono spesso disattese e così si bruciano senza nessuna precauzione sostanze che rendono l’aria irrespirabile, oppure si scavano fosse per la macerazione della canapa vicino agli abitati, quando è noto che i loro effluvi provocano la tisi. Ma sono soprattutto i fiumi che finiscono per convogliare tutti i rifiuti. Il contadino abbandona sulle loro rive le carcasse dei suoi animali, i macellai vi gettano gli scarti, gli artigiani vi disperdono i pericolosi residui delle loro lavorazioni. L’acqua dei ruscelli montani vicini alle loro sorgenti può essere buona da bere, ma quella degli altri corsi d’acqua è troppo esposta alla corruzione. Chi ne beve può andare incontro a gravi disturbi intestinali o a veri e propri avvelenamenti. 50


ALIMENTI

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Q

ualunque organismo resti a lungo senza nutrimento, deperisce come una lampada non rifornita d’olio la cui luce si fa via via più debole. La luce della lampada sembra un’unità continua, ma non è affatto una in verità. Anzi si distrugge e si ricostituisce continuamente. Allo stesso modo il corpo umano può conservarsi solo se si rifornisce di materia e di energia nella misura in cui le consuma. L’uomo deve nutrirsi, digerire, trasformare gli alimenti e infine evacuare le scorie e le superfluità. Giustamente Galeno afferma che di medicine e cure non abbiamo bisogno in ogni tempo, ma senza l’alimentazione non possono vivere né i sani né i malati. Per conservare la salute gli alimenti devono essere adatti al soggetto sia per quantità sia per qualità. Occorre tener conto dell’attività del soggetto (manuale o intellettuale), della costituzione, dell’età e del sesso. É importante che la dieta sia moderata e varia comprendendo sia cibi di origine animale, sia cibi di origine vegetale. Mangiare carne rossa ogni tanto non fa male, ma la pasta, la verdura e la frutta, integrate da qualche alimento di origine animale, contengono tutti i principi per il mantenimento della salute. Secondo Ildegarda soprattutto negli alimenti vegetali si trovano forze terapeutiche che si manifestano apertamente nei vantaggi che apportano alla salute, ma che non si possono isolare perché troppo piccole o sottili. Per questo l’autrice le chiama “subtilitates” cioè sottigliezze. Il nutrimento preso in un momento non opportuno, quando non si ha affatto fame, corrompe in sé e per sé anche se si tratta di un buon alimento. I cibi e le bevande non devono essere né in eccesso, né in scarsità rispetto al bisogno e bisogna usarne allorché si sente una fame ed una sete genuina. Lo stomaco deve aver digerito quanto assunto precedentemente, deve essere privo di flatulenza e di bile e non deve essere debole. Dopo il pasto bisogna evitare per un po’ di tempo ogni fatica o sforzo. Purtroppo gli appetiti fanno inclinare l’uomo verso il piacere e lo conducono a scegliere alimenti che non gli sono adatti. Un’alimentazione corretta non solo evita malattie nei soggetti che per costituzione e temperamento sarebbero inclini a contrarle, ma aiuta a curarle una volta manifestatesi. La digestione dei cibi viene favorita masticando bene quello che si mangia ed anche preferendo cibi cotti. Infatti la digestione altro non è che una cottura dei cibi interna al corpo umano. É necessario che tutti i cibi siano preparati, conservati e consumati nelle migliori condizioni igieniche perché la contaminazione attraverso l’acqua, la terra o l’aria non causi infezioni gastrointestinali. Siccome sono moltissimi i cibi che vengono usati ed infinite le loro composizioni, questo sarà il capitolo più ampio di tutto il libro.

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rbe aromatiche

C

ome dice il nome sono aromatizzanti, cioè danno sapore ai cibi, inoltre contengono molte sostanze

salutari e medicamentose. Secondo Avicenna ogni erba aromatica ha natura calda eccetto cinque: il mirto, il salice, la ninfea, la rosa e la violetta che spandono un profumo freddo. Anche i profumi

e gli arbusti odoriferi hanno natura calda eccetto il sandalo ed il canforo. Secondo il Regime della scuola salernitana c’è da stupirsi che possa morire un uomo nel cui giardino cresce la salvia. La natura di questa erba è calda in primo grado e secca in secondo. Se ne usano principalmente le

foglie e la migliore è quella domestica. Genera sangue spesso, talvolta caldo. Giova ai temperamenti freddi, ai vecchi, in inverno e nelle regioni fredde. Ha azione nervina cioè agisce favorevolmente sul sistema nervoso ed allevia la paralisi. Fa bene allo stomaco, aiuta il cuore e facilita il respiro. 54


osmarino

D

i natura calda in primo grado e secca in secondo, è un ottimo aromatizzante. Giova inoltre al

sistema nervoso. I capperi sono di natura calda in terzo grado, secca in secondo ed hanno proprietà toniche. I migliori sono quelli pieni, non ancora aperti.

Aiutano lo stomaco e sono aperitivi, ossia aumentano l’appetito. Risolvono le occlusioni del fegato, della milza e dei reni e uccidono i vermi intestinali. Sono di difficile digestione, ma si può ovviare al danno condendoli con olio. Sono più adatti ai temperamenti freddi, in inverno e nelle regioni fredde, perché generano sangue caldo. Si conservano a lungo sotto sale o aceto. I boccioli della calendula si possono conservare ed usare come succedaneo dei capperi. La liquirizia è di natura moderatamente calda. Balsamica ed espettorante, aiuta ad eliminare il catarro, ma toglie l’appetito. 55


rezzemolo

D

i natura piuttosto calda e umida, dà un buon sapore ai cibi e possiede molte virtù terapeutiche.

Stimola infatti la secrezione gastrica favorendo la digestione. Per sfruttare al massimo le sue proprietà in questo senso si consiglia di aggiungerlo crudo a fine cottura sui piatti da consu-

mare. É un ottimo diuretico, risulta altresì utile come integratore dopo l’attività fisica e per la cura di anemie e stati di stanchezza cronica. Può apportare benefici contro la flatulenza, migliora la circolazione del sangue

e giova al cuore. L’aneto è di natura calda e secca tra la fine del secondo grado e l’inizio del terzo. Il migliore è quello verde, fresco e tenero. É utile a chi ha uno stomaco freddo e ventoso, ricco di umori. Nuoce ai reni e può causare nausea; si rimedia usandolo mescolato alla melissa. É discretamente nutriente, si addice ai temperamenti freddi ed umidi, ai vecchi, in inverno, nelle regioni fredde. Secondo alcuni allevia i sintomi di coloro che soffrono di epilessia o morbo comiziale. 56


Il coriandolo raffredda il sangue. L’anice cura il singhiozzo e, favorendo la produzione e la montata del latte, giova alle donne che allattano. I cardi sono di natura calda in primo grado ed umida in secondo. Se ne mangiano le foglie o meglio le spesse coste. Depurano il sangue e quindi giovano al fegato, inoltre aumentano la produzione di latte. I rafani hanno natura calda. Le ortiche sono di natura molto calda, se ne consumano bolliti i giovani virgulti. L’enula campanula è calda e secca in secondo grado. Se ne mangia la radice che fortifica la bocca dello stomaco e purifica il petto, è però consigliabile usarla con semi di coriandolo per evitare che provochi mal di testa. La ruta è calda e secca in secondo grado, la migliore è quella nata presso un fico. Dissolve la ventosità e smorza il desiderio del coito. Per evitare che annienti lo sperma bisogna farne uso con cibi che moltiplicano il seme. Si usano i semi della senape per insaporire i cibi, se ne frantumano anche i semi nel vino fino ad ottenere una pasta detta “mostarda”. Il cumino aiuta la digestione. L’origano cresce spontaneamente nelle zone elevate. Serve come antisettico, espettorante, parassiticida e tonico. Lo si usa anche per la prevenzione e la cura delle malattie dell’apparato respiratorio e digerente. 57


ipolle

Non se ne può fare a meno per insaporire i cibi. Sono di natura calda in quarto grado e umida in terzo, altre volte secca. Le migliori sono quelle bianche, acquose e succose. Pulite dalla terra e lasciate asciugare si conservano poi a lungo in luoghi freschi, appese a mazzi a fili testi tra una parete e l’altra. Ammorbidiscono le feci, sono diuretiche, provocando urina, facilitano il coito, favoriscono la produzione del latte. Non vanno usate smodatamente perché sono difficili da digerire e possono causare mal di testa. Sono adatte ai temperamenti freddi, alle persone molto anziane, in inverno, nelle regioni settentrionali. Hanno proprietà antisettiche, antiscorbutiche, cardiotoniche. Fluidificano il sangue, sono ricostituenti perché ricche di ferro. Agiscono contro il raffreddore, le infiammazioni, i calcoli renali ed i vermi intestinali. 58


La cipolla cotta con scorza di quercia ed applicata esternamente è efficacissima contro l’alopecia. Per far cessare le epitassi basta annusare la cipolla tritata. I gargarismi con succo fresco di cipolla ed acqua tiepida rinfrescano la gola e decongestionano le mucose orali. La cipolla cruda offende i sensi con la sostanza irritante che contiene, soprattutto fa lacrimare gli occhi. Svolge cioè un’azione dacriogena, ma così facendo rende più acuta la vista. La stessa sostanza causa anche alito cattivo che si contrasta bevendo un bicchiere di latte o masticando salvia. I porri sono di natura calda in terzo grado, secca in secondo. I migliori sono quelli detti “naptici” cioè di montagna e di pungente odore. Hanno le stesse proprietà della cipolla, mescolati col miele svolgono un’azione pettorale purificando il petto dal catarro. Sono sconsigliati a chi soffre di febbri acute e crisi di bile. I muscari (detti dal volgo lampascioni) sono di natura calda in secondo grado e umida in primo. I migliori sono quelli piccoli che si raccolgono in campagna. Sono di ottimo sapore e non hanno l’aroma pungente proprio della cipolla.

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glio

É

di natura calda in secondo grado. Oltre ad insaporire i cibi ha infinite qualità mediche. Mangiato da

solo o misto ad altre vivande è un egregio disintossicante, giova contro i veleni, allevia l’asma, regola la pressione sanguigna evitando mal di testa e angine, preserva dall’ispessimento delle vene, cura le

coliti e le emorroidi, previene le malattie da raffreddamento. Strofinato sul pane tonifica la digestione e risolve la mancanza d’appetito (detta anche anoressia). Mescolato

alle verdure crude diminuisce il meteorismo e la flatulenza, inoltre stimola l’attività sessuale. Mezzo spicchio d’aglio inserito nell’ano debella i vermi intestinali, messo in una mascherina portata davanti alla bocca ed al naso preserva da contagi e pestilenze. Usato esternamente è un antidoto per le punture degli insetti, applicato alle ferite da taglio allontana il rischio di infezioni, cura le piaghe provocate dalla lebbra. 60


Calli, duroni, geloni, lombosciatalgie e dolori reumatici trovano sollievo nell’applicazione di pomate con aglio; decotto nel brodo o nel latte è un rimedio contro l’insonnia. L’aglio ha poche controindicazioni, ma occorre tenere presente il suo grande potere astringente. É sconsigliato a coloro che hanno una complessione focosa e collerica. Se ne devono astenere le donne incinte e soprattutto quelle che allattano, perché provoca coliche nei lattanti. Chi soffre di gastriti ulcerose deve assumerlo decotto nel latte. Secondo Quinto Sereno Sammonico gli antichi ritenevano che l’aglio allontanasse la cupa strige che tormenta i bambini nel sonno e spreme nelle loro labbra socchiuse poppe velenose. L’aglio dà all’alito un pesante afrore che offende i sensi. Si rimuove il danno masticando un chicco di caffé o del prezzemolo, oppure mangiando una radice di bietola cotta nella brace. Secondo Plinio si può far crescere dell’aglio privo del caratteristico odore seminandolo quando la luna è sotto l’orizzonte e raccogliendolo quando essa è in congiunzione con la terra. 61




asilico

D

i natura calda in primo grado ed umida in terzo. É molto usato in cucina per il suo piacevole

sapore. Dissolve le superfluità del cervello e rafforza il sangue. Nel basilico si osserva uno strano fenomeno. Mentre in tutte le altre parti d’Italia ha un odore che poco si discosta da

quello della menta, a Genova ha un aroma specifico e caratteristico. Impiegando basilico, olio ed aglio i marinai genovesi preparano una salsa (detta pesto) che si può conservare a lungo. Quando partono per i loro viaggi ne portano con sé buone scorte e la usano come condimento. In tal modo si preservano dallo scorbuto. L’alloro è di natura calda in primo grado e secca in secondo. Considerato sacro nell’antichità, dà buon sapore ai cibi ed ha proprietà stimolanti. Infuso in acqua calda aiuta la digestione. L’olio che si ricava dalle sue bacche cura i dolori articolari e allontana le mosche. 64


sparagi

S

econdo Johannitius sono di natura moderatamente calda ed umida. Ne esistono di coltivati e di sel-

vatici. Questi ultimi sono i migliori e vanno raccolti quando la loro punta è rivolta verso terra. Se

mangiati crudi nuocciono ai villi dello stomaco, ma bolliti e conditi a piacere sono uno dei cibi più di-

geribili. Influiscono positivamente sul coito e risolvono le occlusioni. In particolare la radice tritata e bevuta in vino bianco provoca l’espulsione dei calcoli e calma il mal di reni. I germogli giovani possono essere conservati sotto aceto. La portulaca è fredda in terzo grado e umida in primo. É preferibile quella con le foglie larghe e tenere. Giova contro i dolori di denti ed annienta i porri, ma inibisce la formazione di sperma. La bardana è di natura calda. Purifica il sangue. Se ne consumano le foglie giovani per minestre o zuppe, mentre le carnose radici si possono consumare bollite, al forno o saltate in padella. 65


aggiorana

È

di natura calda e secca in terzo grado. Assomiglia all'origano, ma ha un gusto più amaro ed un sapore

più intenso. La migliore è quella piccola ed è consigliabile tritarla. Aiuta lo stomaco freddo ed umido, giova agli intestini, risolve le occlusioni del cervello e calma l'ansia. Un'infusione di foglie secche in

acqua bollente rilassa e combatte l'insonnia. La sola inalazione del suo olio essenziale attenua lo sforzo del

cuore e riduce la pletora del sangue. Previene e cura l'ulcera gastrica. Ha inoltre proprietà toniche, stimolanti e anticatarrali. La nepentella o mentuccia viene usata contro i ronzii delle orecchie, le eruttazioni, il singhiozzo, i dolori di pancia e gli spasmi di origine nervosa. Ha infatti un’azione tonica, digestiva e stimolante. È conosciuta per le sue proprietà digestive e dissetanti, essendo ricca di fibra regolarizza l’intestino e combatte il gonfiore. Gli infusi di mentuccia liberano le vie respiratorie. 66


inocchio

D

i natura calda e secca in secondo grado. Il migliore è quello domestico. Se ne possono usare i

semi per insaporire i cibi, le altre parti bollite in insalate e minestre. Giova alla vista. Antipiretico e febbrifugo, allevia le febbri di lunga durata. Provoca urina e latte, Dioscoride sostiene

anzi che i suoi semi in infuso possono rendere più gradevole il latte delle nuove mamme. Alcuni usano man-

giare il finocchio alla fine del pasto per aiutare la digestione e migliorare l’alito. Nuoce alle donne che hanno problemi di amenorrea perché danneggia il flusso mestruale. Genera umori biliari. É adatto ai temperamenti freddi, ai vecchi, in inverno, nelle regioni settentrionali. Le rape sono buone per lo stomaco, per gli intestini secchi e per il coito. Il sedano è di natura calda e secca in primo grado. Il migliore è quello coltivato nell’orto. Risolve gli intasamenti, genera modesto nutrimento, ma è aromatico. Anch’esso è adatto ai temperamenti freddi. 67


rescione

I

l crescione d’orto ha natura calda ed umida in primo grado e il migliore è quello che ha il sapore meno

forte. Genera sangue acuto, aumenta lo sperma e favorisce il coito. Per evitare che provochi mal di testa è bene mescolarlo alla scarola ed alla lattuga condendolo con aceto. É più adatto ai temperamenti freddi,

ai vecchi, d’inverno e nelle regioni settentrionali. Gli spinaci sono di natura fredda ed umida in primo grado,

altre volte di moderato calore. I migliori sono quelli ancora umidi di acqua piovana. Fanno bene al petto ed alla tosse, ma disturbano la digestione. É conveniente mangiarli conditi con aceto ed erbe aromatiche. Producono un discreto nutrimento. Giovano ai temperamenti caldi, ai giovani, in ogni tempo ed in ogni regione. Della malva si mangiano i germogli in insalata, inoltre ha proprietà curative. La sua radice bollita nel latte e mangiata come minestra guarisce dalla tosse in cinque giorni. Secondo Plinio una pozione a base di succo di malva evita i malesseri per tutta la giornata. Favorisce la digestione, smorza il desiderio del coito. 68


ucchini, zucche e cetrioli

S

ono di natura fredda ed umida in secondo grado: I migliori sono quelli freschi e verdi. Sono un las-

sativo rapido perchĂŠ si trasformano e si assimilano molto in fretta. Se non si vuole ottenere questo effetto, vanno bolliti in acqua salata e conditi con senape. Producono un modesto nutrimento freddo.

Mitigano la sete, fanno bene ai collerici, ai giovani, in estate ed in tutte le regioni, ma specialmente in quelle meridionali. I cetrioli sono di natura fredda ed umida in secondo grado. I migliori sono quelli grossi, pieni e ben maturi. Sono moderatamente purganti, giovano nelle febbri ardenti, purificano l’urina e ne favoriscono l’espulsione. Possono però raffreddare eccessivamente il corpo.

69


avoli

Q

uelli navoni sono di natura calda in primo grado, umida sulla metà del secondo. I migliori sono

quelli lunghi, rugosi e scuri. Aumentano lo sperma e sono decongestionanti, rendendo le carni

meno soggette a gonfiori rispetto alle rape. Possono causare opillazioni (cioè occlusioni) alle vene.

Il danno si rimuove lessandoli bene e consumandoli con carni grasse. É un cibo adatto alla stagione fredda ed alle regioni settentrionali. I cavoli onati sono di natura calda in primo grado, secca in secondo. Sono preferibili quelli cedrini freschi, Rimuovono gli intasamenti, ma devono essere conditi con abbondante olio. Plinio dice che il cavolo cotto parzialmente rilassa l’intestino, quello cotto due volte lo contrae. Secondo Catone i cavoli sono la verdura per eccellenza, poiché si può mangiare senza alcun danno sia cruda sia cotta. Sono d’aiuto nella cura dell’ulcera allo stomaco e giovano anche alle ferite esterne. 70


eloni

S

ono tutti di natura fredda ed umida in vario grado a seconda del tipo. Nel regime ippocratico si legge

che i meloni sono diuretici e lassativi, ma provocano flatulenza, dei cocomeri si dice che sono indigesti. I meloni indi o palestini sono le angurie rosse e dolci. Rappresentano un cibo rinfrescante, idratante

e di facile digestione. Giovano nelle malattie acute calde perchĂŠ generano sangue acquoso. Sono adatti ai temperamenti caldi, ai giovani, in estate e nelle regioni meridionali. I meloni dolci risolvono il male della pietra e purificano la pelle. I migliori sono quelli detti “smaracandiâ€?. Sono purganti, ma si può ridurre questo effetto accompagnandoli con buon vino. I meloni insipidi se ben maturi sono salutari, depurativi e diuretici. La coloquintide o cocomero asinino aiuta a purgare la flemma.

71


ietole

S

ono calde e secche in primo grado. Le migliori sono quelle che hanno un sapore dolce ed una costa

bianca molto larga. Si possono mangiare bollite con aceto e senape e si possono usare nelle minestre. Producono scarso nutrimento, ma contengono e apportano all’organismo molti principi salutari. Prese

con la malva silvestre sono un moderato lassativo, inoltre il loro succo toglie la forfora. Secondo Ildegarda il bietolone rosso è tra le piante che purificano l’intestino da scorie nocive. Inoltre aiuta la digestione e giova

agli scrofolosi. La cicoria secondo Galeno depura il fegato e, sotto forma di sciroppo, allevia le affezioni respiratorie dei bambini. La pastinaca è una radice bianco giallastra che va mangiata quando è giovane. Le boraggini, che crescono spontanee nei prati, giovano contro l’epilessia. 72


egumi

L

e fave sono nutrienti, ma di difficile digestione. Ingrassano e favoriscono l’eliminazione dell’urina. Rac-

colte piccole e seccate si conservano a lungo e arricchiscono le minestre. Dioscoride sconsiglia le fave dicendo che gonfiano la pancia, sono difficili a digerirsi e provocano brutti sogni. In effetti le fave con-

tengono una sostanza che può provocare ansia, insonnia, allucinazioni. Inoltre in soggetti predisposti causano

una malattia detta “favismo” che danneggia il sangue e può portare alla morte. Con la farina di fave o favetta si preparano minestre liquide. Il pisello selvatico con la sua azione antipiretica abbassa la febbre. Fa male ai denti deboli. Si dice che sia un cibo più da poveri che da ricchi, ma almeno si può mangiare tutto. I piselli domestici, invece, devono essere sbucciati perché la buccia, anche se cotta, rimane dura causando flatulenza e mal di pancia. Producono comunque un sostanzioso nutrimento adatto a chi lavora molto. 73




eci

R

iscaldano il sangue e producono sperma, ma possono danneggiare i reni e la vescica. La zuppa di

ceci è di natura calda ed umida in secondo grado, Giova alla paralisi, ma danneggia gli umori biliari. Produce un buon nutrimento per convalescenti.

Le lenticchie calmano il mal di stomaco e riducono la pulsione sessuale, ma causano malinconia e sogni paurosi. Provocano anche ventosità , ma si rimedia al danno cuocendole con la menta. I lupini provocano l’ispessimento del sangue. Vanno consumati dopo averli fatti bollire per togliere il gusto amaro e la tossicità . I fagioli sono di natura calda ed umida in primo grado, i migliori sono quelli rossicci ed intatti. Provocano urina ed ingrassano essendo molto nutrienti, inoltre purificano il sangue dall'eccesso di mucillagini. Sono difficili da digerire e vanno quindi accompagnati con erbe come il finocchio, il rosmarino ed il prezzemolo. 76


ele e pere

T

utta la frutta è salutare perché contiene sostanze giovevoli e genera umori temperati. Non si deve

mangiare frutta acerba o marcia. La frutta fresca, per non danneggiare lo stomaco, deve essere ben pulita. La frutta cotta o secca è sana.

Le mele dolci sono di natura calda ed umida in secondo grado. Le migliori sono quelle dette “paradisane” o

“gerosolimitane”. Generano buoni umori e confortano il cuore. Le mele agre sono, secondo la testimonianza di Teofrasto, di natura fredda e secca in secondo grado. Le migliori sono quelle che vengono dal Ponto. Giovano nelle sincopi. Le mele cotogne (dette anche cidonie) sono di natura fredda e secca in secondo grado. Allietano e stimolano soprattutto se sono grosse e piene. Le pere sono di natura fredda in primo grado, secca in secondo. Sono da preferire quelle maturate naturalmente. Si digeriscono facilmente e si addicono anche a coloro che hanno uno stomaco debole. 77


elograni

I

melograni agri sono di natura fredda in secondo grado e umida in primo. I migliori sono quelli molto

acquosi. Purificano la bile gialla e giovano al fegato caldo. É tuttavia preferibile mangiarli con miele per-

ché la loro freddezza potrebbe danneggiare il petto e la voce. I melograni dolci sono di natura calda in

primo grado ed umida in secondo. Se ben maturi giovano alla tosse ed al coito. La buccia calda e secca in secondo grado può essere consumata candita ed aiuta lo stomaco. Le radici della pianta hanno qualità vermifughe. Le prugne sono di natura fredda in secondo grado. Le migliori sono quelle dolci chiamate “calaone”. Purificano gli umori biliari e giovano all'intestino se cotte e zuccherate; in particolare le prugne di Damasco sono un ottimo lassativo. Le prugne selvatiche o prugnoli sono astringenti. Devono essere raccolte dopo i primi geli che le rendono più morbide ed appetibili. Se ne fanno marmellate e sciroppi e si possono far seccare. 78


lbicocche

S

ono di natura fredda ed umida in secondo grado. Giovano alla salute ma non bisogna abusarne perché

raffreddano lo stomaco. Generano sangue flemmatico, sono adatte ai temperamenti di medio calore, ai giovani, in estate e nelle regioni orientali. Le migliori sono quelle provenienti dall’Armenia e quelle

dette “barni”. Si deteriorano rapidamente, ma se si fanno seccare al sole si conservano poi a lungo. Le pesche sono di natura fredda ed umida in primo grado. Le migliori sono quelle dette “moscate”. Sono moderatamente purganti e aiutano in caso di febbri ardenti. Le nespole sono di natura fredda in primo grado e secca in secondo. Preservano dall’ubriachezza. Sono di difficile digestione, ma si può ovviare al danno mangiandole con zucchero d’orzo. I frutti del corbezzolo hanno proprietà diuretiche. 79


iliegie

L

e ciliegie marasche sono di natura fredda alla fine del primo grado, umida in secondo. Le migliori sono

quelle carnose e con la buccia sottile. Liberano lo stomaco gravato da superfluità flemmatiche. Inoltre

favoriscono il transito intestinale. Sono più salutari se mangiate a digiuno.

Le ciliegie dolci sono di natura fredda ed umida in primo grado. Se ben mature hanno proprietà umettanti ed ammorbidiscono il ventre. Non bisogna abusarne perché potrebbero danneggiare lo stomaco. Se ne ricavano sciroppi per la tosse, marmellate, vinelli. Tutti questi frutti si possono far seccare conservandoli poi in recipienti chiusi. Sono un alimento prezioso per l’inverno. Con i peduncoli dei frutti, ricchi di tannino e potassio, si fanno infusi e decotti disintossicanti e rinfrescanti. 80


ichi

D

i natura calda ed umida in primo grado. Ce ne sono di molte varietĂ : bianchi, neri, napoletani,

colombi, etc. Si possono mangiare sia interi, sia sbucciati. Riguardo a quali siano i migliori la-

sciamo il giudizio al gusto individuale, purchè siano ben maturi. Depurano i reni dalla renella

e alimentano il fuoco vitale. I fichi si possono far seccare al forno e poi al sole. Se ne ottiene un alimento energetico e calorico. Anche secchi mantengono il loro potere depurativo, tanto da essere considerati un contravveleno. Possono però causare costipazione e flatulenza. Si rimuove il danno mangiandoli con noci e mandorle. Infatti i nostri contadini li preparano imbottiti di noci e decorati con mandorle per consumarli, come una prelibata leccornia, durante le feste di fine anno.

81


grumi

C

omprendono i limoni, i cedri e le arance. Si tratta di piante introdotte in Sicilia dagli Arabi e diffusesi

poi in tutta Italia. Il diffondersi degli agrumeti è dovuto alla piacevolezza dei frutti, ma anche alle loro qualità salutari. Sono frutti aciduli ed asprigni, utili durante i viaggi per mare perché antiscor-

butici, antidiarroici ed astringenti. I limoni sono di natura fredda ed umida. Il succo è un gustoso e salubre condimento che favorisce la digestione dei cibi. La buccia, se ben pulita, può essere usata per insaporire dolci o per infusi. Le spremute di limone alleviano la sete e sono molto indicate d’estate e nei climi caldi. Le arance rafforzano il petto difendendo l’organismo dalla coriza e da simili affezioni proprie dei mesi invernali. C’è anche una varietà di arance amare che però vengono coltivate più per ornare i giardini che per i loro frutti. 82


rutti di bosco

L

e fragole sono di natura calda in primo grado e umida in secondo. Non producono grande nutrimento,

ma apportano all’organismo buoni umori, depurano il sangue e giovano nell’anemia, nell’artrite e nella

gotta. Le migliori (perché più saporite) sono quelle piccole che crescono spontanee nei boschi. Se ne

possono fare marmellate e sciroppi dissetanti. Con le foglie seccate all’ombra si preparano tisane delicate utili contro i reumatismi e le affezioni renali. I lamponi sono di natura non dissimile da quella delle fragole,

Crescono sulle pietraie di montagna, ma vengono anche coltivati negli orti. I mirtilli sono di natura calda e umida ed anch’essi crescono nelle zone montagnose. Giovano all’acutezza della vista. Le more di Siria sono un modesto purgante. Quelle nostrane giovano alle ulcere della gola e rendono la pelle elastica preservandola dalle rughe. I sicomori sono di natura fredda ed umida in secondo grado, i migliori sono quelli grossi e neri. 83


rutti esotici

S

ono tutti frutti poco o per niente coltivati in Italia, ma vengono portati da oltremare. Le banane, ori-

ginarie dell’India, sono di natura calda ed umida in secondo grado. Contengono molto zucchero.

Quindi danno al corpo energia e giovano a coloro che svolgono lavori pesanti. Aiutano a superare le

ipertensioni lievi e anemie. Gonfiano il corpo e nuocciono a chi è oppresso da un’eccessiva pinguedine. Anche i datteri ci vengono dall’Africa del Nord o dalla Palestina. Sono zuccherini e ammorbidiscono l’intestino. Scaldano il corpo in equilibrio ed è bene evitarli se il corpo soffre per eccesso di calore o per eccesso di freddo. Si possono far seccare per conservarli e se ne ricava un vino che ha un’azione purgante in quelli che non sono abituati a berlo. Tra i vari tipi di datteri ricordiamo quelli detti di Nicolao dal nome di Nicola Damasceno e quelli carioti, detti anche di Damasco, che raggiungono la grandezza di una noce. 84


va

D

i natura calda in primo grado ed umida in secondo è un frutto molto salubre, una delle bene-

dizioni dell’Onnipotente alle nostre contrade. La migliore è quella acquosa e di buccia sottile. É nutriente, aumenta la resistenza dell’organismo contro le malattie e svolge un’intensa azione

depurativa. Chi dovesse liberarsi da umori superflui può nutrirsi per qualche giorno esclusivamente di uva

trovandosi alla fine non solo libero da umori superflui, ma arricchito di buoni umori e più tonico. I grappoli migliori possono essere conservati appendendoli uno per uno in una stanza arieggiata ed oscura. In tal modo si conservano almeno fino alle feste di fine anno. I grossi chicchi dell’uva sultanina se fatti seccare e conservati in vasi durano a lungo. Prima di essere usati vanno fatti rinvenire nell’acqua tiepida. Sono un buon nutrimento zuccherino per l’inverno, ma sono costosi perché vengono importati dalle coste orientali del mare di mezzo. 85




ino

R

ispetto all’acqua ha il vantaggio di non contenere per sua natura agenti di corruzione. Infatti risana

le ferite e non permette il formarsi di infezioni, inoltre quando si mangiano cibi di mediocre qualità il vino assorbe dalle vene le materie putride.

Risana ed allieta l’uomo con il suo buon calore e la sua grande virtù. Favorisce la digestione, espelle ogni residuo, intensifica il calore vitale. Giova a chi ha umori freddi, a chi si trova in luoghi freddi, a coloro la cui digestione è lenta, però va usato con prudenza: il vino forte e pregiato si stemperi un po’ nell’acqua, per il vino

più leggero questo non è necessario. É dannoso ai lattanti ed ai bambini, a coloro che hanno un eccesso di bile gialla, a chi soffre di cirrosi epatica e di disfunzioni cardiocircolatorie. Bere vino a stomaco vuoto nuoce al cervello ed ai legamenti. Il vino rosso, forte e corposo, ricco di tannino nuoce a chi soffre di emicrania. Quello di color citrino è un contravveleno, disintossica e disseta, ma nuoce al coito. 88


Vantaggi e svantaggi del vino Nulla può rivaleggiare col vino per la sua forza ed il suo potere inebriante. Dispone alla socievolezza e scioglie la lingua, ma deprime l’attività cerebrale. Perciò chi beve smodatamente finisce per perdere completamente l’intelletto. Quando l’uomo si trova in questa condizione, se prevale in lui la sua parte positiva proferirà disordinatamente ed inconsciamente parole quasi sante di verità e saggezza. Ma se prevale in lui la parte opposta si lascerà andare a parole cattive e violente, passando a volte anche ai fatti. Un ubriaco violento è pericoloso perché non si rende conto di quello che fa, né dei pericoli che corre o fa correre agli altri. Se un uomo già ubriaco continua a bere perderà l’uso della parola, della vista e dei movimenti cadendo a terra e sprofondando in un sonno comatoso. Se a volte ubriacarsi può alleviare forti dolori e profonde malinconie, indulgere spesso a simili eccessi porta a gravi danni, quali il delirium tremens, l’emiplegia, la paralisi vocale, i dolori ai legamenti, il crup, la morte improvvisa etc. 89


ceto

D

i natura fredda in primo grado, secca in secondo. Fa bene alle gengive e stimola l’appetito. Con-

tendo alcool uccide le particelle viventi che trasmettono la corruzione, e quindi la contrasta. Per questo giova respirarlo in tempo di contagio per allontanare le malattie.

Mescolato con l’acqua è un buon dissetante, però va in genere consumato con prudenza, perché dissecca e rende aduste le membra, diminuisce lo sperma e ne affievolisce la forza, ma soprattutto favorisce nell’organismo la produzione di bile nera a danno del buon sangue. Questo fatto causa melanconia ed affezioni nervose. L’aceto è anche molto utile alla conservazione di molti tipi di verdure. Il vino acido, detto anche vinella, me-

scolato con acqua costituisce la principale bevanda dei poveri. L’ossimele è invece la mescolanza del miele con l’aceto, base per molte preparazioni mediche. 90


ucco d’uva

H

a le stesse proprietà benefiche dei frutti, inoltre placa la sete e giova agli intestini sofferenti per

eccesso di bile. Chiamasi sapa il succo d’uva cotto sino a quando non si riduce ad una quarta parte.

Viene mescolato con zucchero, miele o spezie a seconda degli usi.

Il mosto è fortemente zuccherino e moderatamente alcolico. Contrasta la diuresi e favorisce l’evacuazione delle feci. Tuttavia nelle persone a ciò predisposte può originare oppillazioni alla milza e al fegato e ancora favorire il formarsi di calcoli, per cui va assunto con moderazione. Nelle nostre terre viene usato al posto dello zucchero per condire certi dolci. Il mosto cotto fino a ridursi della metà è ricco di zuccheri e, come il miele, ha virtù aperitive, ma cotto ulteriormente in pentole di piombo acquista proprietà astringenti. L'agresto si ottiene mettendo nelle botti uva acerba e sale. É un condimento molto usato in cucina. 91


irra

S

i tratta di una bevanda moderatamente alcolica che si ricava dalla fermentazione dei grani d’orzo. Con-

tiene alcool ed è quindi contraria ad ogni agente di corruzione. Produce buon sangue rosso (cioè è

ematopoietica). Grazie al vigore ed al buon succo del cereale è nutriente e dona all’uomo forza ed un

bel colorito. Favorisce la diuresi.La migliore è quella prodotta aggiungendo all’orzo il succo del luppolo il

quale la chiarifica. L’altra infatti, pur bevibile, ha una consistenza limacciosa che la rende ingrata ai sensi. La birra deve anche mancare di ogni sapore acetato ed essere convenientemente stagionata. Ha lo svantaggio di favorire la tendenza alla pinguedine, gonfia ed ammolla il ventre, ed è di difficile digestione. Si rimedia al danno bevendone con moderazione. 92


inoli

I

semi delle pigne, detti pinoli sono un cibo nutriente e salutare, di natura calda in secondo grado e secca

in primo. Hanno sapore delicato e danno grande energia al corpo, sono perciò indicati come ricostituenti.

Giovano a chi svolge lavori pesanti, mantengono la pelle liscia. Stimolano la vescica ed i reni. Secondo

Plinio i pinoli spengono la sete, calmano i bruciori allo stomaco e vincono la debolezza delle parti virili. Gli antichi consideravano i pinoli un afrodisiaco ed uno stimolante della fertilità. I migliori ed i più grossi sono quelli dei pini domestici ed in particolare quelli di Pisa. Non bisogna abusarne perché provocano riscaldamento. Si rimedia al danno tritandoli e consumandoli mescolati ad altri cibi ai quali aggiungono sapore e sostanza. Poiché contengono zuccheri e grassi nuocciono a coloro che soffrono di diabete o sono troppo corpulenti. Tenuti in luoghi freschi e secchi si conservano a lungo e costituiscono una riserva di cibo nutriente per l’inverno. 93


oci e nocciole

L

e noci sono energetiche, ma riscaldano ed irritano fino a provocare infiammazioni. Le migliori sono

quelle della penisola Sorrentina. Se ne ricava un olio dal sapore delicato giovevole a chi soffre di ispes-

simento del sangue e ricco di acidi grassi essenziali.

I piemontesi lo adoperano anche per friggere il pesce, ma questo è un uso sconsigliabile perchĂŠ lo rende di difficile digestione. Alcune parti della pianta ed in particolare il mallo sono velenose, facendo considerare il noce un albero malefico, il preferito dalle streghe. Le nocciole si possono consumare sia fresche, sia secche. Dai frutti seccati si ottiene farina. É consigliabile tostarle. Le migliori sono quelle di Avella ai piedi del monte Partenio. Secondo Dioscoride le nocciole fanno bene alla tosse, ma nuocciono allo stomaco. Ildegarda le consiglia contro l’impotenza. Producono un buon nutrimento anche se non bisogna abusarne. 94


astagne

S

ono molto nutrienti e ricche di sostanze salutari. Producono buoni umori, ma mangiare esclusiva-

mente castagne può provocare una situazione di carenza alimentare e predisporre al gozzo (secondo

altri questa affezione deriva da sostanze contenute nelle acque montane). Ci sono sia nelle Alpi, sia

negli Appennini castagneti che producono ottime castagne, ma le migliori sono quelle della costiera amalfi-

tana. Si possono mangiare crude, bollite o arrostite, ma soprattutto si fanno seccare in appositi edifici per conservarle. Le castagne secche costituiscono una buona scorta alimentare per l’inverno. Si possono cuocere dopo averle fatte rinvenire o se ne può ricavare farina. Il decotto di castagne secche aiuta contro raffreddori e bronchiti. Le ghiande sono di natura fredda in secondo grado e secca in terzo. Aiutano le facoltĂ ritentive, ma nuocciono alle mestruazioni. 95


andorle

H

anno natura calda ed umida tra il finire del primo grado ed il secondo. Apportano all’organismo

buona energia e sono ricche di principi salutari. Giovano a quanti soffrono di oppillazioni perché

sciolgono le mucillagini che si formano nei vasi sanguigni, aiutano a combattere il freddo grazie

al loro contenuto di grassi, agiscono positivamente nelle infiammazioni, giovano nell’anemia e rafforzano le

ossa. Le mandorle dolci sono ottime ed hanno proprietà detergenti, ma vanno consumate insieme ad altri cibi per evitare irritazioni. Si conservano facilmente e le migliori sono quelle di Girgenti. L’olio di mandorla è anticatarrale, giova allo stomaco, ma nuoce agli intestini. La crema di farina di mandorle (o minutello), così come il pane bagnato nel latte di mandorla giovano agli stomaci deboli perché diminuiscono le secrezioni dei succhi gastrici. Il latte di mandorle è una emulsione preparata mescolando acqua tiepida a mandorle tostate e tritate. Rappresenta una bevanda dissetante e salutare. 96


unghi

S

ono di natura calda e umida tra il secondo ed il terzo grado. Bisogna prestare molta attenzione nel

raccoglierli perché molti di essi sono velenosi e alcuni mortali. É sconsigliabile raccogliere e usare

funghi che non si conoscono. I funghi commestibili sono saporiti e producono un buon nutrimento.

Si possono cucinare freschi in molti modi o si possono essiccare al sole. Si possono anche conservare sott’olio. Tuttavia bisogna farne un uso moderato perché sono di difficile digestione. I migliori sono i porcini che crescono nei boschi di castagne e gli ovoli rossi, ma anche i cardoncelli delle Murge sono molto buoni. I tartufi sono di natura calda in terzo grado ed umida in primo, pur essendo simili ai funghi crescono sottoterra e si possono trovare solo grazie al finissimo fiuto dei cani. Producono un ricercato condimento per i cibi, ma non sono graditi a tutti. Si crede che giovino al coito, ma questa diceria deriva solo dalla loro forma che è simile a quella dei testicoli. 97


live

L

’olivo è una pianta caratteristica del mare di mezzo e un’altra benedizione che l’Onnipotente ci ha con-

cesso. Esiste una varietà selvatica (oleastro) ed una domestica. Gli olivi domestici producono olive di

vario colore e dimensioni.La loro natura è calda e secca.

Quelle mature sono di color crusca o bianche e vanno messe in salamoia alla fine dell’autunno. Infatti le olive si possono mangiare solo dopo prolungate immersioni in acqua e sale. Dopo di questo si conservano a lungo e forniscono un companatico nutriente e salutare. Le olive verdi giovano allo stomaco togliendo il senso di nausea. I giovani germogli d’olivo decotti nel miele rinforzano i capelli e ne arrestano la caduta. Le foglie dell’olivo hanno proprietà cicatrizzante, depurative, astringenti.

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lio d’oliva

S

i ottiene dalla spremitura delle olive ed è il più salutare degli ingredienti grassi che si usano per con-

dire o cucinare gli alimenti. Il migliore è quello che si ottiene da olive mature sottoposte ad una leggera pressione. L’olio migliore è quello detto fiore dell’olio, ma è costosissimo, sia per le cure che

richiede la spremitura, sia per il lento accrescimento dell’olivo. I poveri devono quindi spesso usare olio di semi di ravizzone o anche grassi di origini animale oppure l’olio ottenuto dai residui delle prime spremiture trattati con acqua calda. L’olio acerbo ottenuto da olive bianche ha proprietà refrigeranti e ritempranti. L’olio d’oliva è emolliente, lubrificante, distende i tessuti induriti, favorisce lo stomaco. É tenifugo e parassiticida, ma toglie l’appetito. L’olio migliore è quello che viene dalle regioni adriatiche dall’Istria alle Puglie. Dai semi di sesamo si ottiene un succedaneo dell’olio d’oliva.

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pezie

I

l pepe, che ci viene dall’Asia sud orientale, è digestivo, utile contro i calcoli ai reni ed alla vescica. Quello

bianco giova alla febbre. Dioscoride lo prescrive nella cura dell’epilessia. Spesso il pepe macinato è adulterato mescolandovi senape alessandrina o bacche di ginepro, per cui è consigliabile acquistare il pepe

in grani e macinarlo al momento. Il pepe d’acqua è una pianta che essiccata e polverizzata può sostituire il pepe. Dioscoride e Galeno la considerano

revulsiva, cioè utile per bloccare il principio di una malattia mediante uno sfogo esterno. In Inghilterra si usa la radice grattugiata del levistico o sedano montano a canna vuota, come un succedaneo del pepe. Questa pianta ha inoltre la proprietà di calmare e tonificare lo stomaco. Il latte caldo bevuto attraverso il suo fusto cavo calma il mal di gola. La cannella regina o cinnamomo viene da Ceylon e, come la più volgare cannella cassia, ha proprietà toniche e stimolanti. 100


Il cardamono contrasta la corruzione e depura. La scuola di Salerno lo raccomanda per le sue proprietà toniche per lo stomaco. La curcuma, originaria dell’isola di Giava, è un tonico delle vie biliari e se ne usa il rizoma fatto seccare. La noce moscata viene dal Borneo, ha azione stimolante, digestiva ed è inoltre un disinfettante intestinale. I chiodi di garofano hanno proprietà antisettiche, corroboranti e stimolanti. Portati in una mascherina davanti al naso impediscono il contagio della peste. Lo zafferano è considerato un potente afrodisiaco, giova alle persone deboli perché conforta il cuore. Protegge contro la degenerazione del fegato. Oltre a dare un buon sapore alle vivande le colora intensamente di giallo. Lo zenzero è una pianta di origine asiatica. Le parti migliori delle radici sono usate come aromatizzante. 101




ale

D

i natura calda e secca, è necessario ad ogni tipo di vita compresa quella vita umana e deve quindi

trovarsi in ogni dieta. Dice Ildegarda di Bingen che il sale è una sostanza molto calda e molto

utile: non bisogna mai fare completamente a meno del sale perché facendolo ci si indebolisce

internamente e si va incontro a gravi malattie. Dà buon sapore ai cibi, aiuta la digestione e permette di conservare a lungo la carne ed il pesce. Però chi ha un forte temperamento sanguigno ed è predisposto a colpi apoplettici deve usarlo con parsimonia perché, essendo ipertensivo, aumenta la pressione sanguigna. Il sale migliore è più puro è quello ottenuto coprendo ampi bacini di acqua marina e lasciandola evaporare. Il calore del sole infatti trae a sé la parte dolce e leggera dell’acqua lasciando quella salata e pesante. Si può ottenere sale sfruttando miniere di salgemma ma il prodotto non è mai immune da impurità. 104


ucchero

D

i natura umida in secondo grado e calda in secondo. Si ricava dalle cannamele che sono state

importate dagli Arabi diffondendosi poi in Sicilia ed in Calabria. Il migliore è quello non troppo

raffinato, che conserva ancora molte sostanze benefiche contenute nella pianta. Purifica il

corpo, mitiga l’acidità, giova alla digestione ed è energetico perché aumenta il naturale calore del sangue. Contiene infatti molte sostanze che rappresentano la fonte primaria di energia che serve a far funzionare ed a mantenere in salute il nostro organismo. Abusarne però causa malattie dei denti, ipertensione sanguigna ed alito nauseabondo derivato da cattiva digestione. Vi sono alcuni che, a causa di una malattia chiamata diabete, non riescono ad assimilare gli zuccheri. Quelli che ne soffrono dovrebbero astenersene o almeno assumerlo con alimenti contenti pochi zuccheri come i melograni agri. Lo zucchero va evitato anche da coloro che sono troppo corpulenti e che soffrono di irritazioni alle mucose della bocca. 105


iori

L

e rose migliori sono quelle che vengono dalla Siria e dalla Persia. Raffreddano i cervelli infiammati.

Qualche petalo nell’acqua calma l’estro venereo. L’acqua di rose ha proprietà detergenti e detersive, pulisce la pelle, è cardiotonica e previene lo svenimento. Lo sciroppo di rose disseta e depura.

Il profumo delle viole calma la frenesia, una corona di questi fiori, portata in testa, previene l’ubriachezza.

Se ne ricava un olio profumato. L’infuso di viole contrasta l’eccesso di bile gialla, ma può esacerbare il catarro provocato dal freddo. I gigli hanno natura piuttosto fredda ed umida. I migliori sono quelli che hanno i fiori blu. Calmano i dolori del parto e dissolvono le superfluità del cervello. Tutti i fiori che hanno un profumo molto intenso possono causare mal di testa e senso di oppressione.

106


iele

D

i natura calda in terzo grado ed umido in secondo è conosciuto ed usato dall’uomo fin dai tempi

più remoti. Secondo il regime ippocratico riscalda ed asciuga quando è puro, mescolato con acqua inumidisce, è astringente per i flemmatici e lassativo per i biliosi. É la più benefica di

tutte le sostanze dolcificanti perchè è l’unica che deve le sue caratteristiche alla natura e non all’attività umana. É purificante e corroborante. Sciolto in acqua o latte caldi calma la tosse. Contiene una sostanza amarognola chiamata propoli che contrasta tutti i processi di corruzione. Il miele crudo ha proprietà aperitive. Il miele vecchio, specialmente se cotto in un recipiente di piombo, è astringente. Il miele liquido giova agli anziani, ai malati ed a quanti non riescono a nutrirsi adeguatamente. In questi casi un cucchiaino di miele sciolto nell’acqua fornisce prontamente nutrimento ed energia. L’idromele si ottiene cuocendo insieme acqua di fonte e miele fino a che il composto non si sia ridotto di un terzo. 107


rumento

É

di natura calda e secca in primo grado e, per essere salutare, deve crescere in terra con aria sana e

scarsa umidità. É la base dell’alimentazione nelle nostre contrade. Si può mangiare bollito, ma deve

essere ben cotto e condito con olio e sale, altrimenti genera flatulenza ed opillazioni.

La zuppa di grano è nutriente, energetica e corroborante, ma può risultare indigesta. Si rimuove il danno tostando i chicchi prima della macinazione e cocendola a fuoco vivo rimestandola spesso. Poltiglie di frumento applicate esternamente su edemi ne accelerano l’apertura e successivamente la guarigione. Dal frumento lavato ripetutamente e seccato al sole si ricava l’amido. Il migliore è quello bianco. Mescolato con olio di mandorle calma la tosse ed elimina la bile superflua.

108


rzo

S

econdo Johannitius è di natura fredda e secca in secondo grado. Il migliore è quello non troppo grosso

e bianco. É consigliabile tostarlo. Si digerisce facilmente e può agire come un blando lassativo. Ha

virtù rinfrescanti e depurative, attenua la sete ed il surriscaldamento del sangue. La zuppa d’orzo con-

trasta le malattie biliose. L’acqua d’orzo ben bollita e presa con un po’ di zucchero rimedia all’infiammazione del fegato. I semi torrefatti e macinati sono un succedaneo del caffè. La segale, di natura fredda e secca in primo grado, infrange l’acutezza degli umori, ma danneggia i sofferenti di colica e di malinconia. Si rimuove il danno mescolandola con frumento. Un decotto di segale con l’aggiunta di coriandolo scaccia i vermi intestinali. La spelta ha natura moderatamente calda. É meno nutriente del frumento, ma, producendo buon sangue, è un ottimo ricostituente. Nuoce a chi ha lo stomaco debole. É più adatta alle complessioni moderate. 109




vena

D

etta anche biada, è di natura calda. Comunemente usata come foraggio per i cavalli, è tuttavia

è un cereale dalle grandi proprietà. Produce infatti un discreto nutrimento, un buon colorito

e una carne sana. Giova anche alla psiche rallegrando l’animo e schiarendo l’intelletto. Fa bene

a chi è sano o a chi è colpito da qualche leggera malattia. Fa male a chi ha gravi malattie fredde perché ha bisogno di molto calore per essere digerito. Il farro è un cereale simile al frumento, ma più rozzo e meno digeribile. É detto anche grano vestito perché il chicco, per essere lavorato deve essere separato dalla buccia. Gli anziani devono usarlo con moderazione, ma le minestre preparate con semolino di farro e varie verdure sono saporite, nutrienti e salutari. Questo era il cibo preferito dagli antichi romani finché a loro piacque restare frugali e valorosi. 112


iglio

S

ia il miglio, sia il panico hanno qualità alimentari simili a quelle del frumento. I semi usati nelle mi-

nestre o cotti come il riso hanno proprietà antianemiche, diuretiche e stimolanti; alleviano la sete e curano lo stomaco. Il miglio era già coltivato dagli antichi egizi ed è ancora usato in Asia ed in Africa.

Possono mangiarlo anche coloro che soffrono di acidità di stomaco e coloro che hanno malattie alla milza o al pancreas. Rende bella la pelle, sani i capelli e salde le unghie. Giova ai convalescenti ed agli astenici perché è un ottimo ricostituente, indicato per i bambini e le donne gravide, utile per prevenire gli aborti spontanei. Il sorgo, detto anche meliga, è di natura fredda in primo grado. Il migliore è quello rossiccio e ben maturo. Giova ai rozzi montanari che svolgono lavori pesanti.

113


ane cotto sotto il testo

S

i tratta di un metodo di cottura molto antico che non richiede né formi, né pale. L'impasto da cuocere,

steso con un mattarello, è posto in un recipiente di metallo preventivamente riscaldato. Poi lo si copre

con un coperchio che viene a sua volta coperto da braci. Il risultato è una focaccetta morbida e sapo-

rita. Si può cuocere così non solo il pane, ma qualsiasi altra cosa e si dice che sia il metodo più adatto a conservare il potere nutritivo dei cibi. Tornando al pane cotto sotto il testo, Johannitius dice che è di natura moderatamente fredda in secondo grado e umida in primo. Il migliore è quello lievitato e sottile. Essendo molto nutriente giova a coloro che esercitano il corpo e che svolgono lavori pesanti. Appesantisce lo stomaco e forma il mal della pietra. Si ovvia al danno consumandolo con carni bianche ed il loro brodo. 114


iso

D

i natura moderatamente calda e secca è un cereale originario dell’Asia introdotto dagli arabi in

Spagna ed in Sicilia. Viene coltivato in campi che per la maggior parte del tempo devono essere invasi dall’acqua.

É un alimento salubre e nutriente. Rinfresca e disintossica. Essendo antiflogistico elimina il gonfiore inte-

stinale e giova a quanti sono predisposti all’apoplessia perché diminuisce la produzione di sangue. Giova al sistema nervoso ed al cervello. Calma le infiammazioni dello stomaco, non lo affatica e può essere mangiato anche da chi soffre di sonnolenza dopo i pasti. Checché ne dica Ippocrate il riso è fondamentalmente astringente, ma quello non mondato favorisce il transito intestinale, fa dimagrire e risolve le oppilazioni. Si può usare sia per preparazioni dolci che salate. Il riso migliore è quello detto “margarito”. 115


asta

L

a pasta alimentare secca si ottiene fondamentalmente lavorando la farina di frumento con acqua. E' di

natura calda ed umida in secondo grado. Si dice che l'uso di questo alimento ci sia venuto dalla lontana

Cina. In parte forse è vero, ma sicuramente sono stati gli arabi ad introdurla, qualche secolo fa, nell'Italia

meridionale. Ormai la pasta si sta diffondendo in tutta la penisola ed in alcuni luoghi sono sorti grandi pastifici. Soprattutto nelle riviere liguri e campane, dove il clima secco, ma ventoso, favorisce un'ottimale essiccazione del prodotto. Si dice infatti che la pasta migliore venga da Minori o da Gragnano. Una volta tirata la sfoglia se ne può trarre pasta di tutte le forme e per tutti gli usi. Con particolari lavorazioni si possono ottenere pasta fresca, pasta all'uovo e pasta ripiena. Comunque, se ben preparata ed adeguatamente seccata, la pasta è un alimento salutare. Giova alla gola ed al petto. Produce un sostanzioso nutrimento, ma indebolisce gli intestini. Si rimuove il danno con lo zucchero d'orzo. 116


ane

D

i varia natura a seconda dei tipi. Deve essere ben salato; impastato e cotto con ogni cura, di-

versamente è dannoso per tutti e soprattutto per i vecchi. Bisogna evitare il pane contenente loglio perché provoca emicranie.

Il pane di semola bianchissimo è di natura umida in primo grado e calda in secondo. Si ottiene da farine del

miglior frumento ben setacciate. Il migliore è quello ben cotto e di colore citrino. Deve essere completamente lievitato per non procurare occlusioni ai visceri. Il pane nero si ottiene mescolando farine di diversi cereali tra di loro e con crusca, è di natura calda in secondo grado e secca in primo. Il migliore, secondo Catone il censore, è quello lasciato riposare una notte prima di mangiarlo. E' nutriente quanto quello bianco, ma più gustoso e digeribile. Giova agli intestini pigri ed è salutare soprattutto in estate. Tuttavia può provocare prurito e scabbia. 117


affè

É

di natura calda in secondo grado e secca in primo, se ne usano in infusione i semi tostati e macinati.

Aiuta la digestione ed aumenta l’attività del cervello giungendo ad annullare gli effetti del sonno e della stanchezza. Per questo è sconsigliabile berlo prima di andare a dormire. Coloro che soffrono

d’insonnia dovrebbero astenersene completamente. Nuoce anche a chi ha problemi cardiaci perché aumenta

i battiti del cuore. Il tè, di natura moderatamente fredda ed umida, si prepara infondendo in acqua bollente le foglie secche. Contiene un blando eccitante. Ha proprietà lassative, ma, se si vuole ottenere questo effetto, occorre mescolarlo al succo di limone. La camomilla si ottiene dai fiori secchi dell'omonima pianta. Contenendo un leggero sedativo aiuta a rilassarsi e favorisce il sonno. Giova anche allo stomaco. 118


anapa indiana

H

a natura calda e secca. Se ne fumano i fiori e le foglie essiccate, oppure la resina. É più salutare

fumarla che mangiarla. Secondo Oribasio produce rilassamento, empatia, vivezza di sensazioni,

ma anche sensazioni di vertigine. Deve essere usata con moderazione, saggezza, ironia. Non va

assunta con il vino che produce effetti simili. É controindicata per chi soffre di mal di cuore ed per le donne gravide, almeno nei primi tre mesi. Ha molte virtù medicamentose che verranno esposte nel nostro libro “Il rimedio della malattia”. Il khat è un arbusto diffuso nell’Africa settentrionale i cui germogli, masticati o decotti producono effetti simili a quelli della canapa indiana. In Italia si fuma la canapa normale, che contiene gli stessi principi attivi della canapa indiana, ma in misura molto minore. 119


atte

C

ome le uova fa parte delle “superfluità” degli animali di cui parla Aristotele. La sua natura è mode-

ratamente calda ed umida. Produce un buon nutrimento e rafforza le ossa. Giova al petto ed ai pol-

moni. Il migliore è quello appena munto e di bestie giovani.

Tutto il latte, ma specialmente quello di asina, è un potente contravveleno. Il latte di capra è molto digeribile, ma gli altri tipi di latte possono far male a chi è di stomaco debole. Ci sono poi persone che per natura non riescono ad assimilare il latte e che, se lo assumono sotto qualsiasi forma, sono colpiti da coliche, vomito e diarrea. Costoro devono astenersene e rivolgersi al medico per una dieta alternativa. Il burro è emolliente e costituisce una buona riserva di grassi, perché si conserva abbastanza a lungo. Tuttavia è meno salutare dell’olio d’oliva perché ispessisce il sangue. Il latte acetoso toglie la sete ed aiuta la evacuazione degli intestini. 120


ormaggi

C

i sono diversi tipi di formaggi freschi o stagionati, grassi o magri, piccanti o dolci. Quindi, sebbene

si possa dire in generale che il formaggio è di natura fredda e secca, quelli piccanti o salati possono essere caldi, mentre quelli non stagionati possono essere umidi. Tutti possono essere usati come

alimento o condimento saporito e salutare. Tutti producono un buon nutrimento, vanno tuttavia preferiti i formaggi magri. Il formaggio di capra è par-

ticolarmente digeribile, altri formaggi possono portare problemi allo stomaco. Si ovvia al danno accompagnandoli al pane. Certi tipi di formaggio possono risvegliare l’appetito; altri, se assunti dopo il pasto, favoriscono la digestione. I vecchi ed i malati non devono comunque usarne in modo smodato. La ricotta ha natura fredda e umida. Produce un buon nutrimento e la migliore è quella di puro latte.

121


ova

H

anno, per così dire, una doppia natura. Infatti l’albume è freddo ed umido mentre il tuorlo è caldo

ed umido. Devono tutte essere fresche e possibilmente di giornata. Le uova di gallina producono

un ottimo nutrimento. É consigliabile mangiarle poco cotte o crude, a meno che non si soffra di

malattie biliose. Le uova crude, infatti, rendono la bile più spessa. Le uova di piccione producono un moderato nutrimento. Sode sono usate esternamente per ridurre infiam-

mazioni. Le uova d’oca o d’anatra sono di moderato calore, vengono utilizzate soprattutto in pasticceria e nella produzione di pasta. Le uova di struzzo sono di calore temperato. Giovano a coloro che svolgono attività pesanti, nuocciono a chi soffre di coliche, flatulenza e vertigini. Tutte le uova sono energetiche e corroboranti. Si addicono ai bambini ed ai convalescenti. Per questi ultimi è molto indicato il brodetto fatto con tuorlo d’uovo e pane pesto. 122


olluschi

I

gamberi ed i granchi sono di natura calda e secca in secondo grado, i migliori sono quelli freschi e di co-

lore citrino. Aumentano l’eccitabilità sessuale, ma inducono disturbi del sonno. Si rimedia al danno co-

spargendoli di olio di oliva. I molluschi quali ostriche, vongole, lumache e ricci di mare producono un

buon nutrimento, ma non bisogna mangiarli se prima non si sono fatti cuocere due o tre volte in acqua sempre diversa. Nuocciono a chi soffre di gotta ed il brodo da essi ricavato muove l’intestino. Le ostriche sono tra i cibi che si trasformano più rapidamente nello stomaco; al contrario calamari, aragoste e polpi sono tra quelli che si trasformano meno o più lentamente. Le carni di tutti gli animali chiusi in un guscio o coperti di tegumenti cartilaginosi nuocciono agli anziani. Il nero di seppia è usato come aperitivo. I murici giovano allo stomaco. Le lamprede, di natura piuttosto calda, sono buone fritte e producono un sostanzioso nutrimento. 123




esci

S

ono in genere di natura fredda ed umida in primo grado. I pesci d’acqua dolce sono salubri se sono

squamosi e vivono in acque limpide e correnti come le trote di montagna e gli storioni. Le anguille e le tinche, invece, essendo vischiose vanno evitate, soprattutto dai vecchi. I pesci che vivono in acque

inquinate non devono assolutamente essere consumati e bisogna essere prudenti anche con i pesci allevati nelle peschiere. Il mare produce molti pesci più o meno pregiati. Tuttavia anche le sardine e le acciughe che si trovano in

grandi branchi lungo le nostre coste rappresentano un alimento nutriente e salutare. I vecchi devono evitare i pesci grassi come i tonni e gli sgombri. I pesci salati o seccati al sole si possono conservare a lungo. Hanno natura calda e secca in secondo grado. I pesci conservati nell’aceto stimolano l’appetito. La carne delle fiere marine, come balene, delfini e foche è simile a quella bovina. 126


natre e oche

H

anno natura calda e secca in secondo grado. Le migliori sono quelle rimaste tranquille nel nido

dopo la covata. Ingrassano le persone macilente, ma riempiono il corpo di superfluità a causa del grasso contenuto nella loro pelle.

Per evitare questo danno è necessario riempirle di spezie come ginepro, chiodi di garofano e cannella e poi arrostirle ungendole con olio e spruzzandole con vino o aceto. Tale procedimento fa sciogliere il grasso e lo allontana. Vanno comunque consumate con moderazione. Secondo Ildegarda le anatre sia domestiche che selvatiche hanno per natura un intenso calore. Forniscono un cibo adatto ai sani, ma non ai malati. Le anatre selvatiche sono quelle più salutari. Lo stesso discorso vale per le oche. Tutti gli uccelli hanno natura più secca e carni più asciutte degli animali a quattro zampe, di conseguenza le loro carni sono più salutari e giovano a chi soffre di debolezza di stomaco. 127


ernici

H

anno natura calda e secca in secondo grado. Le migliori sono quelle grasse e più umide. Producono

un ottimo nutrimento e giovano ai convalescenti. Causano però costipazioni e danneggiano coloro che per mestiere portano pesi. Si rimuove il danno cuocendole con pasta fermentata.

Anche le gru sono calde e secche in secondo grado, come dice Teofrasto. Le loro carni sono molto ricercate.

Giovano a coloro che svolgono lavori pesanti, ma sono difficili da digerire. Producono sangue buono. I pavoni hanno natura simile a quella delle gru. I migliori sono quelli ingrassati con latte cagliato e cavallette. Le quaglie sono di natura calda ed umida. Le migliori sono quelle giovani e grasse. Producono un buon nutrimento per chi ha l’aspetto macilento e cadente. La selvaggina da penna è in genere più digeribile di quella da pelo è più tenera e richiede minor condimento. Gli uccelli che vivono nelle paludi, nei fiumi e negli stagni sono però dannosi per i vecchi. 128


olli

H

anno in genere natura calda e secca in secondo grado. Producono un buon nutrimento e depurano

i tessuti muscolari. Sono preferibili le carni di animali giovani, cresciuti all’aperto. La pelle è piuttosto grassa e, nel caso di persone obese o sofferenti di oppilazioni, è preferibile rimuoverla. Il brodo di

pollo stimola l’appetito, una zuppa di polletti è un buon correttore degli umori. Polli cotti con mandorle tritate

e sommaco giovano a chi ha flusso di ventre. I capponi sono galli castrati e ingrassati. La castrazione rende la carne più saporita e tenera, ma anche più grassa. I fagiani hanno natura secca e calda in secondo grado. La loro carne magra e sostanziosa produce buon nutrimento; ma, per evitare che resti stopposa, va cotta a lungo o sottoposta a frollatura. Nuoce a coloro che soffrono di uricemia e di gotta. Il modo migliore di consumare i fagiani è di cuocerli insieme a prodotti boschivi ed erbe aromatiche di ogni genere. I piccioni hanno carni molto scure e dotate di un sapore caratteristico. É bene consumarle con l’aggiunta di spezie o in agrodolce. 129


elvaggina

G

li animali selvatici forniscono la carne rossa più genuina. Vivendo infatti allo stato brado respirano

aria pura; inoltre la fatica, il sole ed il freddo asciugano le loro carni. Tutta la selvaggina apporta elementi salutari, produce buon nutrimento e non aumenta la pinguedine poiché contiene pochi

grassi dannosi. Le gazzelle sono di natura calda e secca in secondo grado. Le migliori sono quelle più piccole ed umide.

Giovano al coito ed alla paralisi, ma essiccano i nervi. Si rimedia cucinandole con sostanze oleose ed acetose. I cervi hanno natura piuttosto calda. Le loro carni possono essere mangiate senza danno da sani e malati, ma, secondo Galeno, sono dannose ai vecchi. Le lepri sono calde e secche in secondo grado. Le loro carni sono molto ricercate, ma occorre tenere presente che hanno un’azione astringente. Le carni di capre o capretti selvatici sono più digeribili rispetto ai loro corrispettivi domestici. 130


rieti

G

li ovini sono generalmente di natura calda ed umida in primo grado anche se possono avere carat-

teristiche diverse a seconda del sesso e dell’età dell’animale. La carne di agnello è molto leggera e delicata, perché i piccoli hanno meno sangue e sono più umidi. Per questo è salutare anche per i

vecchi. Secondo Avicenna gli agnelli di due anni dalla carne saporita producono un alimento consistente. Anche la carne di pecora è leggera, ma meno di quella di agnello. L’ariete ed il castrato danno carni più grossolane e meno gradevoli, ma sane e non disprezzabili. Tuttavia devono astenersene coloro che soffrono di nausea. La carne di capra è di moderato calore in primo grado. É lassativa, più leggera di quella della pecora, ma meno di quella del capretto. Secondo Avicenna la carne di capretti è un cibo leggero e nutriente, consigliabile in estate. Inoltre tale carne, se ben arrostita, è di buona digestione e adatta anche per chi soffre di coliche. 131


onigli

D

i natura calda ed umida in secondo grado, la carne di coniglio è leggera, nutriente, bianca e

magra. Non causa oppillazioni delle vene né reazioni allergiche ed è quindi molto indicata per anziani, convalescenti, ma soprattutto per i bambini.

I conigli migliori sono quelli allevati all’aperto in appositi spazi cinti da mura o fossati che ne impediscono l’uscita e insieme li proteggono dagli animali da preda. Le conigliere devono essere vaste, boscate e sparse di erbe aromatiche, le quale ultime sono molto gradite a questi animaletti e danno un ottimo sapore alla carne. I conigli si cacciano poi all’inizio dell’inverno con i furetti e le reti portando via gli esemplari adulti e lasciando le femmine ed i piccoli.

132


ovini

L

e carni di vacca sono calde e secche, quelle di vitello calde ed umide in primo grado. Producono entrambe

buon nutrimento. La carne di vitello è nutriente ed indicata per chi svolge lavori faticosi, quella di vacca

deve provenire da animali giovani, altrimenti è dura ed indigesta; dannosa soprattutto per le persone

attempate. La carne di castrato è più tenera, ma anche più fredda di quella degli animali integri. In quanto alla carne di bue Ippocrate la dice forte, astringente ed indigesta perché questo animale ha sangue

denso ed abbondante. Anche Ildegarda la considera un cibo pesante perché può creare costipazione e la sconsiglia alle donne che soffrono di dismenorrea e di tensione premestruale. La carne rossa va assunta con moderazione e prudenza perché produce sangue cattivo, origine della gotta, inoltre i suoi residui si trasformano in mucillagini dannose che non vengono espulse, ma restano nell’intestino provocando diverse malattie. 133




ammelli

C

i sono due tipi di cammelli: quello battriano che ha due gobbe e vive in Asia e quello dromedario

che vive in Africa ed ha una sola gobba (o tre a seconda dei punti di vista). Si tratta di animali poco noti e diffusi in Italia, ma che rappresentano una vera benedizione per i paesi in cui vivono.

Non solo sono indispensabili come mezzo di trasporto, ma forniscono anche lana, latte e carne. Questa ultima ha natura calda e secca in secondo grado. Le migliore, perché più magra e tenera, è quelle di

animali giovani e liberi. Giova a quelli che svolgono lavori faticosi ed ai sofferenti di bile; nuoce invece ai malati melanconici. Si può attenuare il danno cucinandola con zenzero e pepe. Ildegarda di Bingen è tra gli autori che descrivono il dromedario come dotato di tre gobbe. Secondo lei la limatura delle ossa della gobba più vicina al collo giova a chi soffre di cuore; quella della gobba mediana risolve le affezioni del fegato; quella dell’ultima gobba guarisce da scabbia e febbre. 136


aiali

L

a carne di questi animali è umida in primo e calda in secondo grado. Si tratta di un cibo piuttosto grasso

adatto ai climi freddi ed in inverno. Va consumata con molta prudenza perché genera nell’organismo

depositi di muco dannoso, incentiva la flemma e aumenta in maniera abnorme il calore innato.

Proprio il suo calore la rende talvolta utile ai sofferenti di malattie fredde, infatti, secondo Galeno, la porchetta o maialino da latte è il primo cibo che si può dare ad un malato di febbre e secondo Ippocrate la carne di maiale, pur peggiore di quella ovina, assunta col vino è quasi una medicina. La carne di maiale necessita di una cottura completa perché può contenere, ancora attivi, parassiti che hanno colpito l’animale vivo o essere soggetta a contaminazioni corruttive durante la macellazione. Soltanto la cottura completa può eliminare completamente questi potenziali pericoli.

137


rattaglie

S

i tratta dei visceri degli animali. Le frattaglie sono moltissime e variarne il consumo arricchisce note-

volmente la dieta; inoltre, rispetto ai tagli di carne più diffusi, si tratta di alimenti a basso costo. Pro-

ducono un buon nutrimento e apportano all’organismo elementi salutari; nuocciono però a chi ha il

sangue spesso ed a coloro che soffrono di opillazioni ai vasi sanguigni. Il fegato degli animali è di natura calda ed umida in secondo grado. Giova a chi soffre di cecità notturna e in questo caso è particolarmente indicato il fegato della capra. É di difficile digestione ed affatica lo stomaco, si ovvia a questo difetto condendolo con olio e sale. Produce sangue ben purificato, è più adatto ai temperamenti freddi, ai giovani, d’inverno e nelle regioni settentrionali. Il cuore ha natura calda e secca, il migliore è quello di animali giovani. Nuoce a chi soffre di digestione lenta. 138


Trippe o busecche non sono altro che lo stomaco degli animali. Hanno natura calda e secca in secondo grado. Le migliori sono quelle degli arieti. Ben lavate e bollite sono un cibo sano, poco costoso e nutriente, indicato per i lavoratori manuali. Giovano a coloro ai quali il cibo fermenta nello stomaco. La lunga cottura di cui necessitano può renderle indigeste. Nuocciono a chi soffre di varici, si rimedia condendole con galanga e pepe. La milza è abbastanza digeribile ed è indicata anche per bambini e vecchi. Giova molto agli anemici, inoltre può essere consumata anche da chi è troppo pingue, perché non fa ingrassare. Le cervella hanno caratteristiche diverse dalle altre frattaglie essendo di natura umida e fredda. Non danno grande nutrimento e causano accumulo di muco nei vasi sanguigni. Quelle impanate e fritte, benché gustose, sono da evitare perché indigeste. 139


arni conservate

S

ono in genere di natura calda e secca. Producono buon nutrimento, ma vanno consumate con grande

moderazione. La carne si può affumicare, salare o, più raramente, marinare. L’affumicatura garantisce

una buona conservazione, ma altera il sapore ed il colore della carne, mentre nella salagione il sale

assorbe l’umidità del cibo senza intaccarne le qualità organolettiche. La carne salata è preparata con tagli di manzo e la migliore è quella ottenuta da animali grassi. Giova a coloro che hanno un temperamento flemmatico e a chi svolge lavori pesanti. É sconsigliabile mangiarla con le lenticchie perché provoca sogni orribili. I salumi si ottengono invece dal maiale e comprendono, con varie distinzioni, prosciutti, salami, salcicce, mortadelle, zamponi, cotechini, cosce, spalle e coppe. I sanguinacci ed i ciccioli sono di difficile digestione. Il lardo e le cotiche sono molto nutrienti. 140


ari modi di cuocere la carne

I

cibi cotti sono più salutari di quelli crudi perché la cottura esterna al corpo li predispone a quella interna

al corpo e cioè alla digestione. É meglio mangiare carne arrostita in inverno, in primavera passare gradatamente dalla carne arrostita a quella lessa che è preferibile durante l’estate perché più rinfrescante.

La carne arrostita con poco condimento e qualche sapore, senza altra farcia o aggiunta è salutare; quella fatta

bollire per ricavarne brodo o gelatina può essere consumata tagliandola a fettine e accompagnandola con salse che le danno sapore e la rendono più digeribile. La carne impanata e fritta in olio è di difficile digestione e causa sete. Gli abitanti della pianura padana fanno un grande uso di “pastelle”, torte di pasta ripiene di carne e frattaglie, condite con grassi e spezie. Questo cibo è dannoso alla salute perché indigesto. Inoltre ispessisce il sangue e predispone a problemi cardiaci, eccesso di sangue ed ictus. 141



CORRETTO IMPIEGO DEL MOTO E DELLA QUIETE



L

a naturale evacuazione, come giustamente dice Avicenna, non basta a liberare il corpo dai residui della digestione. L’accumularsi di tali materiali di rifiuto nel corpo produce malattie putride, gonfiori, gas dannosi e alla lunga guasta l’equilibrio degli umori. Il moto è utile per purgare completamente dai resti metabolici che rimangono dopo la digestione. Il movimento induce nel corpo un benefico calore che decompone i residui e permette di smaltirli attraverso i pori. Inoltre rafforza il corpo, elimina la rigidezza di giunture e tendini e rende più morbide le diverse parti del corpo. Apre i pori della pelle e riduce l’umidità, rimuovendo i residui della digestione aumenta l’appetito e rende gli organi pronti all’assunzione di altro cibo. Per questo Rufo lodava l’abitudine di passeggiare nel pomeriggio “perché – diceva - prepara un buon posto per la cena”. Finché si può il movimento va preferito all’uso di medicine per liberarsi dai residui che, come detto, sono causa di molti disturbi e malattie. Resta dunque comprovato che il movimento è un grande aiuto nella conservazione della salute. Chi non riesce a limitarsi nel cibo deve almeno fare del moto per evitare gotta, idropisia, litiasi epatica e renale, aerofagia, mal di fegato e arteriosclerosi precoce. Secondo Rhazes per conservare la salute è bene fare del moto prima di mangiare e non è bene fare del moto se non dopo aver completato sia la prima, sia la seconda digestione. Dopo giova prendere un bagno caldo e poi mangiare qualcosa. Il moto va esercitato con gradualità e discrezione, infatti già gli antichi avevano osservato che gli atleti professionisti, richiedendo al loro corpo sforzi eccessivi, consumavano prematuramente le loro forze e si predisponevano a gravi malattie degenerative. Il moto, se moderato, è utile anche agli ammalati; ma deve essere proibito nel modo più assoluto a chi sta digiunando ed all’anoressico. Nuoce inoltre nelle stagioni e nelle regioni più calde. L’affaticamento estremo provoca febbre e deve essere evitato. Esercitando il corpo bisogna fare attenzione a non costringere un organo debole ad un movimento violento, anzi bisogna lasciarlo a riposo. Chi è afflitto da piaghe o varici ai piedi eserciti le braccia e viceversa. L’intensità, la durata ed il tipo di esercizio devono accordarsi alla natura ed al temperamento di ognuno. La salute non si acquista col movimento e la veglia, né con il riposo ed il sonno. Tutte queste cose sono necessarie nei momenti opportuni al fine di mantenere l’equilibrio degli umori e quindi la salute.

145


oto moderato

É

quello che non rende la respirazione più rapida. Accende dolcemente il calore innato, mette in mo-

vimento gli avanzi della digestione e ne favorisce l’eliminazione. Per questo fa bene anche agli ammalati purché le forze lo permettano. Giova a chi è grasso perché fa dimagrire e l’eccessiva pinguedine

è essa stessa una malattia. L’importante è adattare il moto alle esigenze di ogni persona, fermandosi e riposandosi quando ci si sente stanchi. Si può ottenere questo tipo di moto giocando con la palla, le boccette o il bastone ricurvo. Però dice Ippocrate

che le passeggiate sono gli esercizi fisici più naturali, in particolare passeggiare dopo pranzo fa asciugare il corpo e impedisce al ventre di ingrassare. Le passeggiate fatte alla mattina presto fanno dimagrire, rendono la regione della testa libera e vivace, l’udito fine e liberano lo stomaco. Passeggiare dopo aver fatto esercizi ginnici purga il corpo e rassoda la carne sciolta dal precedente movimento. 146


uoto

É

il migliore ed il più completo degli esercizi fisici perché l’uomo, essendo sostenuto dall’acqua, può

muovere contemporaneamente e liberamente tutte le membra. Per lo stesso motivo è uno degli esercizi meno pericolosi e faticosi. Migliora la circolazione del sangue, contribuisce al benessere ed alla

longevità dell’individuo. Poiché consente uno sviluppo armonico di tutti i muscoli è particolarmente indicato per bambini ed adolescenti. Giova anche agli anziani perché non affatica le articolazioni dolenti, ma aiuta a conservare una buona forma fisica, favorisce l’appetito, riduce la stipsi e regolarizza il sonno. Dal punto di vista delle affezioni dell’anima solleva da ansie e depressioni e provoca una sensazione di benessere. Nuotare in acqua marina d’estate giova ai timpanidici ed agli idropici. Il pescare per diletto produce un esercizio fisico molto moderato, ma aiuta lo spirito inclinandolo all’osservazione, al silenzio, alla pazienza ed ispirando tranquillità. 147


sercizi ginnici

P

ossono far aumentare la frequenza del respiro e del battito cardiaco. Riscaldano il corpo e lo asciu-

gano. Sono molto adatti ai giovani. Fanno sudare, dilatano i pori e lasciano la pelle morbida e naturalmente idratata. Ognuno deve dedicarsi a questi esercizi secondo la sua forza e fermarsi o

diminuirne l’intensità quando si senta stanco. É necessario scegliere un’alimentazione conciliabile con l’attività fisica che si intende svolgere. La marcia veloce e la ginnastica a corpo libero sono un esempio di esercizi medi.

La corsa e la lotta sono esercizi violenti utili ai corpi forti che hanno molte sostanze superflue. La ginnastica a corpo libero fa dimagrire in maniera omogenea tutto il corpo. Praticata dai giovani ha il pregio di correggere i principi di scoliosi senza interventi medici. Le corse lunghe vanno praticate aumentando gradualmente la velocità. Giovano maggiormente a chi mangia molto e d’inverno. Le corse corte e veloci fanno dimagrire allontanando l’umidità dai tessuti. 148


avalcare

R

appresenta un esercizio fisico molto dinamico, ma graduabile. Si può ottenere un moto moderato,

adatto anche ai corpi deboli, non spingendo la cavalcatura né al trotto né al galoppo. Diversamente

si possono raggiungere movimenti anche molto forti e faticosi. È vero che questo esercizio coinvolge

soprattutto i muscoli delle gambe e dei glutei; ma anche la parte alta del corpo viene tenuta in allenamento, essendo necessario mantenere la giusta postura e controllare il cavallo con le briglie. Cavalcare per campagne e boschi, a contatto con la natura, ed il fatto di dover interagire col cavallo rappresentano un buon esercizio anche per lo spirito. Si dice che cavalcare faccia male alla schiena; ma, a meno di praticarlo smodatamente, la colonna vertebrale non riceve sollecitazioni tali da essere dannose. All’inizio cavalcare può risultare faticoso per la tensione, ma a questo si ovvia cominciando gradualmente. 149


accia

R

appresenta un esercizio fisico completo. Aiuta la circolazione sanguigna e favorisce l’appetito. Può

però essere molto violento e perfino pericoloso. É adatto ai giovani e alle persone di temperamento sanguigno. In primavera non bisogna cacciare perché perchè in questo periodo gli animali dei boschi

danno alla luce i loro piccoli. Disturbarli o ucciderli porterebbe ad una drastica riduzione delle prede future. Da giugno ad ottobre si caccia dalla mattina a mezzogiorno e si riprende alla sera per evitare le ore più calde. L’autunno è la stagione più favorevole per la caccia perché in questo periodo gli animali mangiano molto per prepararsi all’inverno e sono quindi belli grassi. Il cervo e il daino cacciati in questa stagione forniscono ottimi arrosti. Inoltre in ottobre ed in novembre si può cacciare tutto il giorno. Il lupo ed il cinghiale si cacciano d’inverno. 150


antare e suonare

O

ssia fare musica. La musica consiste nel produrre suoni armoniosamente collegati con strumenti

o con la voce. É piacevole, rallegra e giova all’umore. Attenua il dolore derivante da malattie o ope-

razioni, favorisce la ripresa di persone che hanno subito un colpo apoplettico.

La musica influisce poi grandemente sull’animo umano. Allevia e talvolta cura molte malattie che affliggono lo spirito ma deve essere la musica adatta alla persona ed alle sue condizioni psichiche. É nota la storia di Davide che cantando e suonando l’arpa calmava gli eccessi d’ira di re Saul. Lo stesso trattamento può risolvere casi di profonda malinconia. Musici che suonino dolci melodie fuori dalle stanze di malati gravi possono aiutarli a prendere sonno nonostante le loro sofferenze. 151




allare

C

onsiste nel muovere il corpo al suono della musica. É piacevole e può essere considerato una salu-

tare attività fisica accessibile a tutte le persone sane. Aumenta la forza, la resistenza fisica, l’equilibrio e la flessibilità del corpo, migliora la circolazione del sangue, aiuta a prevenire le vene varicose.

Come la musica giova anche allo spirito, aiuta a dimenticare (almeno momentaneamente) i pensieri ossessivi, armonizza tra di loro l’anima ed il corpo. Insegna a vincere la timidezza e favorisce le relazioni sociali in ogni circostanza. In terra d’Otranto se una persona è colpita da una profonda malinconia, si dice che è stato morsicato da una tarantola, un ragno a cui piace ballare. Si chiamano allora dei suonatori che provano diverse melodie. Quando suonano una musica adatta al paziente questi comincia a ballare e ballando viene guarito in una o più sedute a seconda dei casi. 154


hiacchiera

L

a sua natura è di indurre e favorire il sonno. Non è consigliabile andare a dormire immediatamente

dopo aver cenato perchè occorre che sia iniziata almeno la prima digestione. É quindi da lodare l’uso comune di indugiare ed intrattenersi un po’ prima di ritirarsi per la notte. D’inverno ci si raccoglie in-

torno al fuoco o nella stalla, all’aperto d’estate. Ci si dedica a qualche lavoretto poco faticoso e ripetitivo, si parla del più e del meno, si raccontano storie vere o favolose. Tutto questo (unito d’inverno al calore del

fuoco) rafforza i legami sociali, è utile per distaccarsi dalle preoccupazioni quotidiani e prepararsi naturalmente al sonno. La chiacchiera migliore è quella che più si addice a ciascuno, ma bisogna fare attenzione. I discorsi stimolanti che risvegliano l’attenzione non ottengono l’effetto voluto anzi mettono in moto i pensieri e le facoltà intellettuali. Allo stesso modo vanno evitati discorsi e racconti che muovono a paura o che risvegliano le emozioni e le passioni dell’animo. 155


iposo

É

consigliabile dopo il pasto perché favorisce la digestione. Anche se dopo mangiato si dovesse andare

a dormire è consigliabile riposare prima alquanto finché non si sia avviata la digestione. Il sonno, in-

fatti la intralcia, ma basterà riposare per breve spazio con la testa sollevata perché gli alimenti pren-

dano il giusto posto nel luogo della digestione. Così si conserverà la salute. Il giusto e necessario riposo non deve trasformarsi in pigrizia perché la prolungata inattività porta con sé la rovina della salute fisica e psichica. Infatti, come dice Avicenna, il riposo eccessivo riempie il corpo di umori nocivi e gli impedisce di trarre profitto dal nutrimento. Secondo Ippocrate l’inattività indebolisce perché l’anima, rimanendo ferma, non consuma l’umidità del corpo. Il riposo è invece necessario intense fatiche. Dopo gli strapazzi di un viaggio, soprattutto durante la stagione fredda bisogna riposarsi per alcuni giorni, fare bagni caldi, farsi massaggiare su tutto il corpo e assumere cibi nutrienti. 156


onno

G

iustamente gli antichi lo consideravano un dono divino perché il sonno naturale e sano non solo

ristora l’uomo dopo la fatica, ma ancora lo stacca da ciò che lo turba e lascia riposare anche la sua anima. Dissipa l’ira, fa ritrovare la giusta strada, calma la fatica e l’ansia, umidifica il corpo, migliora

la digestione purché essa sia già avviata, inoltre protegge dai malanni dell’età. Ildegarda dice che nel sonno

tutto il corpo si rigenera. Giova moltissimo ai malati perché favorisce la concozione delle materie corrotte ed apportatrici di malattie. Il sonno migliore è quello che viene perché il cervello è umido o freddo o entrambe le cose, ma il sonno può venire anche dall’agitazione della fatica. Ad un buon sonno appartiene una sana vita onirica. Ildegarda distingue i sogni prodotti dagli eventi della giornata, quelli prodotti da rumori esterni o certe condizioni fisiche del dormiente, quelli annunciatori di malattie e quelli profetici. 157


isturbi del sonno

I

sogni riflettono le varie passioni della veglia. Possono essere spaventosi e mettere chi dorme in grandi

travagli, ma non danneggiano la salute ed è stolto chi vuol trarre da essi presagi e profezie. Provano tut-

tavia che l’anima veglia nel corpo che dorme e gli suscita diversi moti. Come l’acqua fa girare la ruota del

mulino e lo fa macinare, così l’anima muove il corpo di chi dorme a diverse azioni come a parlare o a muoversi e financo ad alzarsi e camminare, senza che nel soggetto vi sia coscienza. Parlare nel sonno è abbastanza comune. La persona che dorme emette suoni o parole più o meno sensate. Questo non indica una malattia e non è pericoloso se non per quelli che vogliono mantenere dei segreti e per le donne afflitte da mariti gelosi. Il sonnambulismo è più raro ma non rappresenta un pericolo per la salute. A volte i sonnambuli sembrano mettersi in pericolo, ma una forza misteriosa li guida dando loro un’assoluta sicurezza. 158


nsonnia

É

uno dei più grandi tormenti per l’uomo. Asciuga il corpo, fa dimagrire. Un’insonnia prolungata rende

cibo e bevande più difficili a digerirsi, colpisce gravemente il cervello al punto di far uscire di senno

e provoca gravi malattie. Un’insonnia occasionale non è preoccupante, ma un’insonnia cronica deve

essere curata dai medici ricorrendo anche a calmanti più o meno blandi. Però é molto meglio imparare a rilassarsi prima del sonno facendo una passeggiata o un bagno caldo alla lavanda. Ildegarda consiglia anche di camminare nell’acqua. Ove fallissero questi mezzi, la stessa autrice consiglia un po’ di vino caldo diluito in acqua come il rimedio migliore per lasciare dietro di sé le preoccupazioni della veglia e prepararsi ad un buon sonno. A volte il timore di incubi può essere un grande ostacolo al riposo notturno. Secondo Ildegarda dormire appoggiando la testa ad un cuscino imbottito di erba betonica è un rimedio comprovato contro i cattivi sogni. 159



RITENZIONE ED ESPULSIONE DEGLI UMORI



L

a ritenzione e l’evacuazione sono strettamente legate tra di loro, si può mantenere la salute solo mediante l'equilibrio tra una moderata ritenzione e una moderata eliminazione che hanno luogo quando è necessario. Trattenere quello che deve essere espulso avviene per debolezza o ostruzione degli organi escretori o anche per debolezza dello stomaco che impiega più tempo del normale per completare la digestione. Ritenzione senza evacuazione provoca malattie dovute a ostruzioni, spasmi umidi o gonfiore dei tessuti e finisce per rovinare completamente l’equilibrio umorale. D’altra parte l’evacuazione di quello che dovrebbe essere trattenuto può essere causato da debolezza delle facoltà ritentive, eccessiva acidità, eccessivo calore o eccessiva magrezza. Quest’ultima è spesso causa della perdita involontaria del seme. La dilatazione degli orifizi causa invece l’epitassi o perdita di sangue dal naso. I residui della digestione si eliminano per la maggior parte attraverso l’urina e le feci ma anche in molti altri modi. In questo capitolo rientrano quindi la sudorazione, lo starnuto, l’espulsione di catarro, la salivazione ed il massaggio. La sudorazione deve essere ottenuta mediante il movimento ed i bagni di vapore, quella provocata da medicamenti non giova alla conservazione della salute. La deiezione del muco che avviene attraverso lo starnuto alleggerisce il cervello e tiene lontane le malattie che derivano dagli umori grassi come l’epilessia, la paralisi vocale e simili. Comunemente si usano vari tipi di polvere starnutatoria per liberare il cervello dai residui che vi si accumulano. Sono piante starnutatorie la betonica, la maggiorana, la salvia, il timo. In Piemonte le foglie seccate e sminuzzate dell’arnica e del castagno vengono aspirate col naso per provocare lo starnuto. La salivazione è utile al cervello, agli occhi, all’udito, alla bocca, alla gola ed al pericardio. Giova soprattutto quando si ha l’abitudine di fare gargarismi o di masticare incenso. Il massaggio su tutto il corpo in un ambiente a temperatura moderata con l’aiuto di pezzi di stoffa umida o di una spugna vegetale protegge dalle febbri da ingorgo, dalle conseguenze della fatica, dall’astenia, dall’inappetenza e assicura un appetito vigoroso. Favorisce anche l’eliminazione di quei residui che si accumulano sulla pelle, come la dermatosi farinosa , la vitiligine e simili. La sozzura fredda ed umida che si raccoglie nelle vie respiratorie (detta anche catarro) viene eliminata con un colpo d’aria. Senza questa purificazione le superfluità che la compongono potrebbero causare gravi danni. Allo stesso modo è dannoso per la salute ritenere l’aria interna. Le flatulenze dovrebbero passare senza rumore o ventilazione, è meglio comunque che passino con rumore piuttosto che siano impedite e si raccolgano nell’interno.

163


oito

C

onsiste nell’espulsione dello sperma, una superfluità che si genera nel corpo dei maschi che hanno

raggiunto la maturità sessuale. Non espellendolo si possono provare tristezza, sonnolenza, oscu-

ramento della vista, stati di insensibilità, stupidità. La sua prolungata ritenzione può causare malattie

putride. Va quindi eliminato regolarmente ma moderatamente per non causare un eccessivo indebolimento. Il coito è poi indispensabile per la conservazione della specie. Il migliore per generare prole è quello tra due persone che si amino reciprocamente operato durante l’incremento della luna. Infatti in questo periodo il sangue aumenta sia nella femmina che nel maschio. Il coito è dannoso alle persone che non hanno ancora raggiunto la maturità o che l’hanno superata. Nuoce a coloro che sono molto deboli o che presentano tremori, respirazione debole, senso di soffocamento. É molto dannoso quando l’eiaculazione non avviene o avviene con molta difficoltà. 164


omito

P

uò essere un sintomo di varie malattie, ma qui si tratta del vomito fisiologico, quello che libera l’uomo

da cibi inusitati, dannosi, assunti smodatamente, come dal troppo vino. Fa dimagrire perché in questo

modo il nutrimento viene eliminato, ma non asciuga anzi inumidisce a causa della pienezza e perché

la carne si scioglie dalla fatica. Dice infatti Galeno che si inghiotte con entrambe le tuniche dello stomaco, mentre si vomita con la sola tunica esterna. Per questo è più facile inghiottire che vomitare. Mentre l’inghiottimento dei cibi viene a soddisfare un naturale desiderio dello stomaco, il contrario non è desiderato dal corpo, anzi è un’operazione

che si svolge con grande spiacevolezza e fatica. Il vomito migliore è quello spontaneo, a volte tuttavia è necessario aiutare la liberazione dello stomaco con stimoli meccanici o con appositi emetici. Si ricordi che il vomito procurato è pericolosissimo per i tisici. 165


vacuazione

Q

uanto vi è di inservibile nei cibi e nelle bevande scende nelle parti inferiori dell’uomo e viene

espulso proprio come quando si mette l’uva nel torchio e si raccoglie il vino nella botte mentre quello che resta viene buttato. La diuresi espelle i residui derivati dalla seconda e dalla terza dige-

stione, allevia i dolori ai legamenti ed alla schiena, asciuga il corpo, guarisce l’idropisia ed altre malattie umide. Ma se è violenta e persistente è causa di deperimento e di dimagramento nonché sintomo di malattia. Ciò che è evacuato dall’intestino e dalla vescica dice se il corpo è in buona salute o meno ed è di grande aiuto ai medici per le loro prognosi. Le feci di una persona sana sono molli e compatte, evacuate ad intervalli regolari e senza dolore. Se il transito intestinale si blocca giova cercare di ripristinarlo con una dieta adeguata ed esercizio fisico prima di ricorrere a purganti. L’urina deve essere chiara e trasparente con un sedimento bianco omogeneo come dice Isaac Israeli nel suo trattato sull'argomento. 166


alasso

S

erve per purgare il sangue dai residui. Galeno prescrive salassi frequenti, Ippocrate e Rhazes sono

molto più prudenti. Il salasso va usato con molta moderazione nei bambini, nei vecchi e nelle persone molto deboli.

Dopo gli ottant’anni il salasso non giova più. Il salasso è indispensabile alle persone che soffrono di pletora, cioè di eccesso di sangue. In questi casi il sog-

getto deve evitare ogni agitazione, mangiare alimenti leggeri con moderazione e bere poco fino al salasso. Se questo non gli viene amministrato può andare incontro a gravi conseguenze fino alla morte improvvisa. Chi ha subito il salasso si nutra con cibi e vini leggeri almeno per tre giorni e riposi. Quando il male è circoscritto è consigliabile cavare un po’ di sangue il più vicino possibile alla parte che duole o bruciarla leggermente con fungo da esca, midollo di evonimo e panno di lino. 167




auna o bagno di vapore

P

rovoca traspirazione che ha gli stessi effetti di quella prodotta dalla ginnastica: riassorbimento ed

eliminazione delle sostanze superflue che sono espulse grazie alla dilatazione dei pori. Il bagno va fatto prima di mangiare o comunque a stomaco vuoto.

Alla fine della traspirazione nella sauna si ansima e la respirazione si fa più rapida. Allora bisogna uscire dal bagno di vapori se non si vuole svenire. La sauna giova alla guarigione del prurito e della scabbia, ammorbidisce la carne, restituisce l’appetito, rilassa i nervi affetti da spasmi. Favorisce l’evacuazione delle flatulenze, la cozione del catarro e della coriza, l’arresto della diarrea. Giova a tutti coloro che soffrono di febbri effimere, mentre ne saranno danneggiati quelle che sono affetti da ogni altro tipo di febbre, fatta eccezione per la quartana, la pituitosa e la terzana. Il bagno di vapore non

è consigliato a chi è magro e secco, mentre giova a chi ha le carni grasse e a chi soffre di gotta. 170


Effetti dannosi che il bagno di vapore può causare sono la facilità di espansione dei residui negli organi deboli, l’indebolimento del calore naturale dei nervi, il rilassamento totale degli organi nervosi con conseguente rammollimento del corpo. I tisici possono trarre vantaggio dalla sauna ma devono osservare certe precauzioni. É meglio che l’aria del bagno sia tiepida, che si rimanga nella vasca calda per poco e che, dopo essere passati nella vasca fredda, si riposi a lungo. Qualcuno dovrà far aria perché il paziente non abbia a sudare. Il vapore si genera gettando l’acqua su pietre o mattoni ardenti. Il vapore migliore si ottiene dai mattoni , perché sono cotti ed asciutti, mentre le pietre hanno sempre in sé qualche impurità ed umidità. Tra le pietre è preferibile l’arenaria, mentre la peggiore è la silice. 171


urgazione dei denti

P

er mantenere la salute è molto importante lavarsi i denti dopo ogni pasto con acqua pura e qualche

sostanza fricativa ed aromatica. Diversamente ne seguirà la corruzione della carne delle gengive, carie, ascessi, tumori che causano alito pestilenziale, grandi dolori e alla fine la caduta dei denti. La

mancanza di denti non permette all’uomo di alimentarsi adeguatamente con ulteriori ripercussioni sulla sa-

lute. Per proteggere i denti giova masticare la resina del lentisco, il rizoma delle fragole o la liquirizia. Si possono impiegare anche paste o polveri dentrificie sfregate sui denti mediante uno spazzolino dalle setole dure. Ci sono varie ricette per queste polveri o paste che, in tutti i casi, devono contenere un fattore abrasivo ed un fattore balsamico per lasciare in bocca un buon sapore. Sciacquare sovente le gengive con acqua fredda aumenta la solidità dentale. Una foglia di menta strofinata sui denti dopo averli lavati migliora l’alito. Le foglie masticate del lentisco e del mirto eliminano l’alitosi. 172


MODERAZIONE



L

’essere umano va considerato come un tutto armoniosamente fuso che comprende anche l’anima (o psiche, come dicevano gli antichi) e le passioni che la agitano. É quindi impossibile che il corpo non ne subisca l’influenza. Avicenna spiega che tutti i fenomeni psicologici sono accompagnati da un movimento del respiro improvviso o graduale. Si emette l’aria improvvisamente nell’ira o lentamente nella gioia più o meno intensa, si aspira l’aria improvvisamente nella paura e lentamente nella tristezza. Nel caso del movimento improvviso e violento il corpo si può raffreddare o riscaldare da un momento all’altro provocando una congestione che può anche portare a morte improvvisa. Rispondere con moderazione agli stimoli esterni ed ai movimenti dell’animo è fondamentale per mantenere la salute e va instillato nei bambini fin da piccoli affinché gli atteggiamenti positivi, appresi così presto, diventino quasi una seconda natura e li proteggano dalle molte malattie che il mancato controllo delle passioni può generare. In tal modo si avranno degli adulti equilibrati, capaci di tenere la giusta via di mezzo tra audacia e codardia, rabbia e indifferenza, gentilezza e durezza, menefreghismo e ansia. Ildegrada di Bingen ha sceverato la casistica psicologica nella sua opera “Liber vitae meritorum” dove elenca le trentacinque passioni negative contrapponendo ad esse altrettante passioni positive. Secondo la stessa autrice anche diete appropriate aiutano a controllare i moti dannosi dell’animo. Il medico deve quindi tener conto che lo stato d’animo e le passioni possono favorire l’insorgenza di malattie nonché modificarne il corso attraverso vari meccanismi in parte ancora oscuri, ma nondimeno innegabili. I malati ed i convalescenti necessitano di un ambiente accogliente, del conforto di una amichevole compagnia, di musica e profumi sì da evitar loro tristezza ed affanni. E questo fa parte integrante della cura. Non va poi trascurata la grande forza dell’immaginazione e della suggestione. Così il polso può aumentare in un soggetto che guarda qualcosa di rosso e un bambino può nascere portando il segno di uno spettacolo che ha profondamente impressionato la madre durante la gravidanza. Alcuni non credono a questi fenomeni perché sono ignari dei misteri dell’esistenza, ma non può negarli chi ne è conscio. A seconda del loro temperamento le persone tendono a cader preda di determinate passioni. I collerici e sanguigni vanno soggetti ad attacchi d’ira, i malinconici sono inclini alla depressione, i flemmatici tendono a cadere nell’accidia.

175


ioia

D

i natura calda ed umida, è un sentimento positivo ed esercitarla contrasta validamente la de-

pressione e gli accessi di malinconia. Secondo Avicenna una gioia frequente ed abbondante è sinonimo di floridezza, ma a volte nuoce generando obesità. La gioia moderata riscalda piace-

volmente il corpo rendendo il polso ampio e regolare. Tuttavia un estremo stato di felicità ed eccitazione può anche svuotare repentinamente le cavità del cuore, causando una morte improvvisa. Infatti si narra che una donna, avendo aspettato con ansia il ritorno del ma-

rito dalla guerra, quando questi tornò sano e salvo gli corse incontro e morì tra le sue braccia, sopraffatta dalla gioia. La verità è che tutte le emozioni se sono troppo forti turbano l’equilibrio degli umori, tanto più nel caso di persone deboli o sofferenti. Anche la gioia va vissuta con moderazione. 176


ra

D

etta anche collera o rabbia, consiste nell’ebollizione del sangue nel cuore. Produce calore nel

corpo e fa aumentare il battito del polso. La migliore è quella che ingrossa e restituisce il colorito svanito, giova alla paralisi ed al tormento della bocca. É causata da un eccesso di bile gialla la

cui produzione è alta d’estate e nei temperamenti sanguigni e collerici. Se l’uomo riesce a controllarsi la bile

si arresta, ma in caso contrario si moltiplica producendo colorito citrino, tremori, febbre e ansietà. Nei casi più gravi obnubila il cervello. Molte e pericolose malattie sono dovute a rabbia e risentimento verso sé stessi o altri. Le persone sanguigne si accendono facilmente d’ira, ma presto si calmano. Nei malinconici invece l’ira turba lentamente gli umori. In questo modo riescono a celare l’ira, ma rimuginando a lungo sui torti subiti alimentano una perdurante volontà di vendetta e si rovinano completamente il fegato. 177


alinconia

P

er Ildegarda la malinconia è connaturata alla natura umana. Gli esseri umani infatti aspirano natu-

ralmente ad una perfetta felicità mentre, a causa della loro debolezza e imperfezione, si trovano a

dover condurre un’esistenza tribolata. Questo li inclina a cadere in preda ad una profonda tristezza.

Dal punto di vista strettamente medico il morbo melanconico deriva da una sovrabbondanza della bile nera (detta anche atrabile) che interrompe l’equilibrio umorale. A tali disturbi sono più inclini i temperamenti melanconici ed i giovani, perché il loro organismo produce molta bile nera. L’autunno è una stagione in cui abbondano gli umori melanconici. Johannitius e Costantino l’Africano descrivono il mal d’amore come una forma di morbo melanconico. Chi si trova in questa condizione e non trova sollievo nell’unione con la persona amata cade in pensieri ossessivi e cogitazioni malsane, perde il sonno e l’appetito e, se non adeguatamente curato, può impazzire o morire per inazione o suicidio. 178


ilosofia

C

he si può chiamare anche verecondia o moderazione. É più adatta ai giovani ed alle persone di co-

stituzione temperata. É erroneo pensare o aspettarsi che gli esseri umani possano vivere a lungo

in uno stato di serenità e sicurezza. Nella vita essi vanno incontro ad infinite vissicitudini positive

o negative ed il modo migliore per affrontarle e superarle conservando la salute è, come comunemente si dice, prenderle con filosofia. Non che sia necessario scomodare Aristotele o qualche altro grande antico per i piccoli contrattempi quotidiani, ma giova pensare che tutto è transeunte e che quindi il bene passa come il male, che non tutti i mali vengono per nuocere e che anche in essi si può trovare qualche aspetto positivo ed infine che tutti siamo mortali e che sarebbe sciocco avvelenare con inutili ire o dispiaceri quel po’ di gioia e di piacere che la vita ci può dare. Non seguire queste semplici verità può causare gravi danni al cuore ed al fegato. 179





Elenco degli autori citati in questo libro Avicenna (980-1037) Sotto questo nome è noto in Europa il medico e filosofo Ibn Sina nato a Balkh nel Khorasan. Trasferitosi con la famiglia a Bukhara, città illustre per storia e cultura, diede rimarchevoli prove del suo precoce ingegno. Filosofo, teologo, poeta, scienziato, matematico, si è distinto soprattutto nella medicina. Ad essa si dedicò dall’età di sedici anni, raggiungendo a diciotto lo status di medico. Partendo da un’approfondita conoscenza della medicina classica condusse innovativi studi in molti campi. Introdusse la sperimentazione applicata sia alla fisiologia che alla terapeutica. Notando che la tubercolosi ed altre malattie si trasmettono da una persona all’altra ipotizzò che fossero diffuse da agenti materiali troppo piccoli per essere visti; di conseguenza promosse pratiche igieniche per arginarne la propagazione. Riconobbe l’importanza di fattori psicologici nell’insorgere delle malattie e nella loro cura. Studiò anche l’anatomia dell’occhio e le complicanze del diabete. La sua opera principale è il “Canone” riconosciuto ovunque come un fondamento irrinunciabile degli studi medici. Dopo una vita errabonda e travagliata morì ad Hamadan.

Catone il censore (234 a.C.-149 a.C.) Nacque a Tusculum, da un’antica famiglia plebea. Secondo la tradizione dei suoi antenati latini, fu educato perché divenisse un agricoltore ed un soldato. Fin da giovane si applicò al lavoro manuale ed agli esercizi militari cosa che gli diede un corpo robusto e sano. Su spinta di Lucio Valerio Flacco si diede alla carriera politica e divenne censore. Esempio di rigidissima moralità sia pubblica che privata difese sempre le antiche virtù romane opponendosi al lusso ed all’influenza dei costumi greci da lui ritenuti perniciosi. Fu il primo grande oratore romano e lasciò molti scritti. Nella sua opera sull’agricoltura si trovano interessanti note sulle proprietà dei cibi e sull’esercizio fisico.

Costantino L’Africano (1020-1087) Nacque a Cartagine. Medico e letterato, compì numerosi viaggi che gli consentirono di apprendere varie lingue e di ampliare le sue conoscenze. Si dice che si sia spinto fino in India. Sottoposto a persecuzioni a causa del suo insegnamento, si rifugiò a Salerno presso la corte di Roberto il Guiscardo. Le sue traduzioni dall’arabo ebbero notevole influenza sui medici della Scuola salernitana e, riassunte, divennero

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la base della così detta “Articella” diffuso compendio della sapienza medica salernitana. Tra le sue opere originali si ricordano il libro sulla malinconia ed il “De morborum curatione” Si ritirò come monaco a Montecassino dove morì.

Dioscoride (attivo dal 40 al 90) Nacque ad Anazarba (Turchia meridionale). E’ famoso per il “De materia medica” in 5 libri, un erbario che esercitò una profonda influenza nella storia della medicina. L’opera si diffuse non solo in area greca e romana, ma anche in Oriente mediante traduzioni arabe e indiane. Nel “De materia medica” troviamo non solo una puntuale descrizione delle piante e l’elenco delle applicazioni alle varie malattie, ma anche le tecniche per ricavare da esse i principi attivi e preparare i medicamenti. In un suo documento si legge che “distillare è imitare il Sole, che evapora le acque della terra e le rinvia in pioggia”. Viene anche descritto un apparecchio per distillare.

Galeno (129-200) Nacque a Pergamo da una famiglia di architetti. Seguì studi filosofici; ma presto il padre, ispirato da un sogno, lo avviò alla medicina che studiò a Pergamo, visitando anche le scuole di Smirne, Corinto ed Alessandria. Dapprima esercitò la sua professione come medico alla scuola dei gladiatori facendo esperienza sui traumi e sul trattamento delle ferite che, più tardi, descriverà come le finestre nel corpo. Trasferitosi a Roma guadagnò una favorevole reputazione come medico esperto. Questo ampliò la sua clientela, ma gli valse anche l’invidia e l’avversione di molti colleghi. Uno dei suoi pazienti lo introdusse nell’ambito imperiale, dove divenne medico personale di Marco Aurelio. Parlava principalmente in greco, che nell’ambiente filosofico del tempo aveva maggiore diffusione del latino. Dopo la morte di Marco Aurelio, disgustato dagli atteggiamenti tirannici del successore Commodo, abbandonò il palazzo e si dedicò alla stesura delle sue opere ed ai suoi studi anatomici. Le dissezioni di animali e l’approfondito studio dell’anatomia restano il suo maggior contributo allo sviluppo della medicina. Nel corso della sua vita sviluppò una grandiosa produzione letteraria di cui molto ci è pervenuto. Colpito da grave malattia volle tornare a Pergamo, ma fu costretto a sostare in Sicilia, dove morì.

Hildegarde von Bingen (1098 -1179) Nacque, ultima di dieci fratelli, a Bermersheim vor der Hoehe da nobile famiglia. Destinata al chiostro fin dalla nascita, entro in un monastero benedettino a otto anni. E’ nota soprattutto come mistica e teologa e sono famose le sue visioni. Fu filosofa, musicista, poetessa ed ascoltata consigliera di papi e principi. Diede anche un notevole contributo alle scienze naturali ed alla medicina con le sue opere “Physica” o “Libro delle medicine semplici” e “Causae et curae” o “Libro delle medicine composte”. Nel pensiero medico di Hildegarde ha una posizione centrale la “Viriditas”, intesa come l’energia vitale presente

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nella natura, ma anche negli esseri umani che cercano di essere in armonia con essa e che rappresenta una preziosa alleata anche per guarire dalle malattie.

Ippocrate (460 a.C -377 a.C) Nacque a Coo da una famiglia nobile. Fu il padre, egli stesso medico, ad introdurre il giovane Ippocrate a quest’arte. Per acquisire nuove conoscenze viaggiò molto e raggiunse anche l’Egitto dove fu iniziato alla conoscenza degli antichi segreti detenuti dai sacerdoti. Padre della medicina moderna, fu il primo a studiare l’anatomia e la patologia ricorrendo anche alla dissezione dei cadaveri. Teorizzò l’importanza dell’anamnesi e del dialogo con il paziente nonché dell’attenta osservazione del suo aspetto e dei suoi sintomi. Credeva infatti che la storia ed il modo di vivere del paziente permettessero di riconoscere e quindi curare le malattie. Introdusse il concetto di diagnosi e prognosi, espulse dalla medicina ogni pratica religiosa o magica. Fondamento della medicina ippocratica è il principio della “vis medicatrix naturae” intesa come una forza vitale insita nel corpo umano tendente per natura a riequilibrare le disarmonie sorte nell’organismo. L’arte del medico consisterà nello stimolare questa forza innata, non nel sostituirsi ad essa: «la natura è il medico delle malattie [...] il medico deve solo seguirne gli insegnamenti». Ippocrate acquisì grande fama contribuendo a vincere la peste di Atene e soprattutto insegnando. Fondò una scuola medica e scrisse una settantina di opere, raccolte nel Corpus Hippocraticus. Morì a Larissa.

Isaac Israeli Ben Solomon (Isaac Israeli il Vecchio 855–955) Filosofo e medico ebreo egiziano. Studiò storia naturale, matematica, astronomia ed altre materie scientifiche dedicandosi anche a studi biblici. In campo medico guadagnò dapprima reputazione come esperto oculista; ma, dopo essersi trasferito a Qayrawan, prese a studiare medicina generale. Nel 907 fu nominato medico di corte dei sovrani d’Egitto prima degli aghlabiti e poi dei fatimiti, apprezzato per la sua dottrina ma anche per la sua arguzia. Su richiesta del fatimita Ubayd Allah al-Mahdi scrisse le sue principali opere. Tra di esse il ”Kitāb al-ummayat”, un trattato in cinque libri sui tipi di febbre, il “Kitāb al-Adwiya al-Mufrada wa l-Aghdhiya”, un lavoro in quattro parti sui rimedi e egli alimenti, il “Kitāb al-Bawl”, un trattato sull’urina ed il “Kitāb fī al-Tiryaq” (Libro della Teriaca), un’opera sugli antidoti. Queste opere circolarono ampiamente e furono tradotte in latino da Costantino l’Africano che però omise di indicarne l’autore.

Johannitius Onan (Hunayn ben Ishaq 809-873) Era un cristiano della città di al-Hira, il quale, pieno di passione per il sapere, si trasferì prima a Jundishapur e in seguito a Baghdad. Qui divenne il più celebre e fecondo dei traduttori e, insieme ai suoi colleghi, tradusse dal greco in arabo tutte le opere di Galeno, di Paolo di Egina, la “De materia medica” di Dioscoride e l’intero “Corpus Hippocraticus”. Le sue opere originali sono numerose come le sue traduzioni e hanno uno stile fluido, esatto nei dettagli e molto accurato. Le sue opere furono più di 100 e tra le più conosciute vi sono: ”Questioni di Medicina”, ”Dieci trattati

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sull’occhio”, il più antico testo sistematico di oftalmologia conosciuto, e infine “Isagoge”, un’introduzione alla medicina che dà un completo quadro del sistema medico di Galeno.

Maimonide (Musa ibn Maymun 1135-1208) Medico e filosofo ebreo andaluso. Era nato a Cordova durante gli ultimi giorni del brillante califfato di Cordova. Incominciò la pratica medica nel 1166 ed acquisì grande fama. Abbandonata l’Andalusia per sottrarsi alle persecuzioni dei califfi almohadi si stabilì in Egitto ad al-Fustat (il Cairo) dove divenne rappresentante della comunità ebraica in Egitto e medico personale del Saladino. Sebbene sia più noto come discepolo di Averroè e rappresentante della corrente aristotelica, lasciò ben dieci libri di medicina dei quali il più conosciuto è il “Libro dei consigli”, una serie di lettere sulla dieta e sull’igiene personale, scritta per il figlio di Saladino. Inoltre tradusse tutto il “Canone” in ebraico.

Oribasio (325-403) Fu il più influente tra i medici greci post-galenici. Nacque a Pergamo da una ricca famiglia e studiò medicina ad Alessandria d’Egitto. La fama dei suoi talenti attirò l’attenzione del futuro imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, che lo nominò suo medico personale. In seguito alla morte di Giuliano egli cadde in disgrazia, ma presto fu richiamato dal nuovo imperatore Valente. Morì a Costantinopoli dove ricopriva la carica di questore. Spesso considerato poco originale e chiamato persino “la scimmia di Galeno” per il suo attaccamento alle dottrine del maestro ebbe però il merito di diffonderne l’opera favorendo lo sviluppo della medicina razionale e scientifica. Tra le sue opere più importanti si devono ricordare le “Collectiones medicae”, un’enciclopedia medica in settanta volumi basata su citazioni dei medici del passato ma inserite in un sistema coerente ed aggiornate con le ultime conoscenze mediche, terapeutiche e farmacologiche. Data la mole della sua opera, Oribasio stesso ne trasse due compendi o epitomi che hanno le stesse doti di chiarezza e sistematicità dell’opera maggiore.

Plinio il vecchio (23-79) Nato a Como raggiunse alte cariche nel governo imperiale e nell’esercito romano, ma è soprattutto noto per essere il maggior naturalista della cultura latina. Amante della conoscenza e della lettura, ci ha lasciato la “Storia naturale” immenso compendio del sapere. In questa opera Plinio parla spesso di sostanze medicinali e del loro impiego. Ci dà molte informazioni sulla pratica medica, ma ci parla anche dei rimedi popolari, di incantesimi e pratiche magiche, cosa che un medico serio non avrebbe mai fatto. Essendo comandante della flotta di Miseno fu testimone dell’eruzione che distrusse Ercolano e Pompei. In essa morì, vittima del suo senso del dovere e della sua curiosità scientifica.

Quinto Sereno Sammonico (II-III secolo) Vissuto al tempo di Settimio Severo (193-211), è dipinto come un dotto ricercatore di curiosità antiquarie, vicino

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alla corte imperiale e famoso nell'ambiente intellettuale. Fu soprattutto un grammatico ed un erudito, possessore di un'immensa biblioteca e precettore di Geta e Caracalla. Tuttavia, delle sue opere, è stato tramandato solo un poema didattico sulla medicina, il “Liber Medicinalis” conosciuto anche come “De medicina praecepta saluberrima”. Opera molto popolare nel Medioevo, contiene un gran numero di rimedi popolari, presi in prestito da Plinio e Dioscoride, nonché varie formule magiche, tra cui la famosa “Abracadabra”, raccomandata per la cura della febbre malarica. Morì vittima del suo allievo Caracalla che lo fece uccidere ad un banchetto cui era stato proditoriamente invitato.

Rhazes o Rasis ( Abu Bakr Muhammad ibn Zakariya al-Razi 865-930) Nacque a Ray, antica città nei pressi di Teheran, cui rimase sempre legato e nella quale morì. Si occupò di filosofia, musica, alchimia e medicina. Fu considerato il miglior medico della sua epoca per la profonda conoscenza della medicina greca e per lo spirito pratico con cui ne metteva in opera i dettami. Fu il primo a descrivere il vaiolo. Basandosi sulle sue conoscenze alchemiche distillò l’alcool e ne scoprì l’utilità in medicina. Fondò una scuola di medicina frequentata sia da giovani allievi che da esperti medici. Soprattutto però era famoso per essere compassionevole, gentile, giusto e devoto al servizio dei malati sia ricchi che poveri. Scrisse moltissimo, ma la sua opera più importante è il “Kitāb al-hāwī fī tibb” cioè “Il libro che raccoglie le notizie sulla medicina”, conosciuta in Europa anche con il titolo di “Continens Liber”. Si tratta di una raccolta postuma dei quaderni di appunti di Rhazes, e comprende sia citazioni di antichi medici o filosofi, sia osservazioni originali su malattie e terapie.

Rufo di Efeso (I-II secolo) Medico greco, scrisse di dietetica, patologia, anatomia e terapia. Studiò anche le patologie proprie degli anziani e degli schiavi. Seguiva prevalentemente Ippocrate. Alcune sue opere sono sopravvissute solo grazie alle traduzioni in arabo. Pare che abbia vissuto ai tempi di Traiano perché cita Zeusi di Taranto e Dioscoride, mentre è citato da Galeno. Studiò probabilmente ad Alessandria, di cui commenta i cittadini e la situazione sanitaria, ma operò a Efeso, che era un importante centro medico.

Scuola Medica Salernitana (X-XIII secolo) È stata la prima e più importante scuola medica d’Europa. La Scuola si fondava sulla tradizione greco-latina completata da nozioni provenienti dalle culture araba ed ebraica. Non a caso la leggenda di fondazione della scuola ne attribuisce l’origine a quattro medici uno greco, uno latino, uno ebreo e uno arabo. Nell’ambito della scuola stessa sorsero poi delle innovazioni soprattutto nel campo della profilassi. L’approccio era basato sulla pratica e sull’esperienza che ne deriva, aprendo così la strada al metodo empirico e alla cultura della prevenzione.

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Il curricolo degli studi prevedeva tre anni di logica, cinque anni di medicina più un anno di pratica presso un medico esperto. Anche le donne potevano accedere alla scuola sia come discenti che come docenti. Infatti il diritto longobardo riconosceva, entro certi limiti, la parità di diritti e di doveri tra i due sessi; inoltre, nel Medioevo, la cura delle donne era preferibilmente affidata a mani femminili. Fin dal X secolo si ha notizia di persone che affrontando anche lunghi viaggi si recavano a Salerno per studiare o per essere curati dai medici della scuola godendo anche del clima salubre della città. Tra il X ed il XIII secolo la Scuola ebbe un grande sviluppo e svolse un’importante ruolo culturale. Dall’Oriente giungevano i libri arabi o greci che tramandavano la medicina classica e venivano tradotti, mentre nei monasteri si riscoprivano le opere classiche dimenticate per secoli. Nel 1231 l’autorità della scuola veniva sancita dall’imperatore Federico II nelle Costituzioni di Melfi stabilendo che l’attività di medico poteva essere svolta solo da dottori in possesso di diploma rilasciato dalla Scuola Medica Salernitana. Nel 1280 Carlo II d’Angiò approvò il primo statuto in cui la Scuola veniva riconosciuta come Studium generale in medicina.

Teofrasto (371 a.C.-287 a.C.) Nacque ad Eresso nell’isola di Lesbo ed è soprattutto noto come filosofo, allievo e continuatore di Aristotele. Sulla falsariga del maestro, che aveva scritto diverse opere sugli animali, volle indagare e descrivere le piante scrivendo le “Spiegazioni sulle piante” e le “Indagini sulle piante”. Quest'ultima opera è molto importante per la storia della medicina perché riporta informazioni raccolte dai medici che avevano seguito Alessandro nella sua spedizione potendo così parlare con medici indiani e consultare trattati medici locali. Nell’ultimo libro delle “Indagini sulle piante” si parla delle piante medicinali e del loro impiego. Vi sono anche raccolti numerosi consigli e rimedi popolari.

Trotula de Ruggiero (XI secolo) Conosciuta anche con il nome di Trottula, Trotta, Trocta o Troctula, medico della scuola salernitana, iniziatrice della ostetricia e ginecologia come scienze mediche. Nacque a Salerno da nobile famiglia ed è la più famosa delle “mulieres salernitanes” addottorate nella famosa scuola. Sposò il medico Giovanni Plateario, da cui ebbe due figli che proseguirono l’attività dei genitori. L’opera più importante di Trotula è il “De mulierum passionibus ante, in et post partum” nella quale si pongono le basi della ginecologia scientifica. Altre opere attribuite a Trotula sono la “Pratica medica secundum Trotam” ed il “De ornatu mulierum” dedicato alla cosmesi.

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INDICE Dove si nominano tutti i temi trattati in questo libro Camomilla ...........................................................................118 Campagna ..............................................................................48 Canapa indiana....................................................................119 Cannella cassia ....................................................................100 Cannella regina ...................................................................100 Cantare.................................................................................151 Capperi...................................................................................55 Capponi ...............................................................................129 Capra (carne di) ..................................................................131 Cardamono..........................................................................101 Cardi .......................................................................................57 Carni conservate.................................................................140 Case vedi Abitazioni Castagne.................................................................................95 Castrato (carne di) .....................................................131, 133 Catarro .................................................................................163 Cavoli......................................................................................70 Cavalcare..............................................................................149 Ceci .........................................................................................76 Cervella ................................................................................139 Cervi.....................................................................................130 Cetrioli....................................................................................69 Chiacchera ...........................................................................155 Chiodi di garofano .............................................................101 Cicoria ....................................................................................72 Ciliegie....................................................................................80 Cinnamomo vedi Cannella regina Cipolle ..............................................................................58-59 CittĂ ........................................................................................49 Coito.....................................................................................164 Collera vedi Ira Conigli..................................................................................132 Corbezzolo ............................................................................79 Coriandolo.............................................................................57 Corsa ....................................................................................148 Crescione ...............................................................................68 Cumino ..................................................................................57 Cuore....................................................................................138 Curcuma ..............................................................................101

Acciughe ..............................................................................126 Abitazioni ..............................................................................35 Aceto ......................................................................................90 Acqua .........................................................................21, 40-41 Aglio .................................................................................60-61 Agnello (carne di)...............................................................131 Agresto...................................................................................91 Agrumi ...................................................................................82 Albicocche .............................................................................79 Alloro .....................................................................................64 Amido ..................................................................................108 Anatre...................................................................................127 Aneto......................................................................................56 Anice ......................................................................................57 Anguille................................................................................126 Arance ....................................................................................82 Aria .........................................................................................21 Arieti.....................................................................................131 Asparagi .................................................................................65 Autunno.................................................................................34 Avena....................................................................................112 Bagno................................................................................44-45 Bagno di vapore..........................................................170-171 Ballare...................................................................................154 Banane....................................................................................84 Bardana ..................................................................................65 Basilico ...................................................................................64 Biada vedi Avena Bietole ....................................................................................72 Birra........................................................................................92 Boraggini ...............................................................................72 Bovini...................................................................................133 Burro ....................................................................................120 Busecche vedi Trippe Caccia ...................................................................................150 Caffè .....................................................................................118 Calamari ...............................................................................123 Camere ...................................................................................38 Cammelli..............................................................................136

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Lentisco ...............................................................................172 Lepri .....................................................................................130 Levistico...............................................................................100 Limoni....................................................................................82 Liquirizia ................................................................................55 Lotta .....................................................................................148 Lupini .....................................................................................76 Maggiorana............................................................................66 Maiali....................................................................................137 Mal d’amore ........................................................................178 Malinconia ...........................................................................178 Malva ......................................................................................68 Mandorle................................................................................96 Marcia veloce ......................................................................148 Massaggio ............................................................................163 Mele ........................................................................................77 Mele cotogne.........................................................................77 Melograni...............................................................................78 Meloni ....................................................................................71 Menta ...................................................................................172 Mentuccia vedi Nepentella Miele.....................................................................................107 Miglio ...................................................................................113 Milza.....................................................................................139 Mirtilli.....................................................................................83 Mirto ....................................................................................172 Moderazione Vedi Filosofia Molluschi .............................................................................123 More .......................................................................................83 Mosto .....................................................................................91 Moto moderato...................................................................146 Muscari...................................................................................59 Musica ..................................................................................151 Nepentella .............................................................................66 Nespole ..................................................................................79 Neve .......................................................................................47 Nocciole.................................................................................94 Noce moscata .....................................................................101 Noci........................................................................................94 Nuoto...................................................................................147 Oche.....................................................................................127 Olive .......................................................................................98 Olio d’oliva ............................................................................99 Origano..................................................................................57 Ortiche ...................................................................................57 Orzo .....................................................................................109 Ossimele ................................................................................90

Datteri ....................................................................................84 Enula campanula ..................................................................57 Erbe aromatiche ...................................................................54 Esercizi ginnici....................................................................148 Evacuazione ........................................................................166 Estate......................................................................................33 Fagiani..................................................................................129 Fagioli.....................................................................................76 Fave.........................................................................................73 Farro.....................................................................................112 Fegato...................................................................................138 Fichi........................................................................................81 Fiere marine ........................................................................126 Filosofia ...............................................................................179 Fiori ......................................................................................106 Finocchio ...............................................................................67 Flatulenze ............................................................................163 Formaggi .............................................................................121 Fragole ...................................................................................83 Frattaglie ......................................................................138-139 Frumento.............................................................................108 Frutti di bosco ......................................................................83 Frutti esotici ..........................................................................84 Funghi ....................................................................................97 Gamberi...............................................................................123 Gazzelle ...............................................................................130 Ghiaccio.................................................................................47 Ghiande .................................................................................95 Gigli......................................................................................106 Ginnastica a corpo libero..................................................148 Gioia.....................................................................................176 Granchi ................................................................................123 Gru .......................................................................................128 Idromele ..............................................................................107 Inquinamento........................................................................50 Insonnia ...............................................................................159 Inverno...................................................................................31 Ira..........................................................................................177 Khat......................................................................................119 Lampascioni vedi Muscari Lamponi.................................................................................83 Lamprede.............................................................................123 Lardo ....................................................................................140 Latte......................................................................................120 Latte acetoso .......................................................................120 Legumi ...................................................................................73 Lenticchie ..............................................................................76 190


Sapa ........................................................................................91 Sauna vedi Bagno di vapore Sedano....................................................................................67 Segale....................................................................................109 Selvaggina ............................................................................130 Senape ....................................................................................57 Sicomori.................................................................................83 Sogni.............................................................................157-158 Sonnambulismo..................................................................158 Sonno ...................................................................................157 Sorgo ....................................................................................113 Spelta....................................................................................109 Spezie ...........................................................................100-101 Spinaci ....................................................................................68 Starnuto ...............................................................................163 Succo d’uva............................................................................91 Sudorazione.........................................................................163 Suonare ................................................................................151 Tartufi.....................................................................................97 Tè..........................................................................................118 Trippe...................................................................................139 Uova .....................................................................................122 Uva..........................................................................................85 Vacca (carne di) ..................................................................133 Vento meridionale ................................................................29 Vento occidentale .................................................................25 Vento orientale......................................................................28 Vento settentrionale .............................................................30 Verecondia Vedi Filosofia Vesti di lana ...........................................................................39 Vesti di lino............................................................................39 Vinella ....................................................................................90 Vino ..................................................................................88-89 Viole .....................................................................................106 Visceri degli animali vedi Frattaglie Vitello (carne di).................................................................133 Vomito .................................................................................165 Zafferano.............................................................................101 Zenzero................................................................................101 Zucche ...................................................................................69 Zucchero .............................................................................105 Zucchini .................................................................................69

Paludi......................................................................................46 Pane ......................................................................................117 Pane cotto sotto il testo.....................................................114 Panìco...................................................................................113 Passeggiare ..........................................................................146 Pasta .....................................................................................116 Pastinaca ................................................................................72 Pavoni...................................................................................128 Pepe......................................................................................100 Pepe d'acqua........................................................................100 Pecora (carne di).................................................................131 Pere.........................................................................................77 Pernici ..................................................................................128 Pesche.....................................................................................79 Pescare .................................................................................147 Pesci......................................................................................126 Pesto .......................................................................................64 Piccioni ................................................................................129 Pinoli ......................................................................................93 Piselli domestici ....................................................................73 Pisello selvatico.....................................................................73 Polli.......................................................................................129 Porri........................................................................................59 Portulaca ................................................................................65 Prezzemolo............................................................................56 Primavera...............................................................................32 Prugne....................................................................................78 Purgazione dei denti ..........................................................172 Quaglie.................................................................................128 Rabbia vedi Ira Rafani .....................................................................................57 Rape........................................................................................67 Regione meridionale ............................................................24 Regione settentrionale .........................................................22 Regione temperata................................................................23 Ricotta..................................................................................121 Riposo ..................................................................................156 Riso.......................................................................................115 Rose......................................................................................106 Rosmarino .............................................................................55 Ruta.........................................................................................57 Salasso ..................................................................................167 Sale........................................................................................104 Salivazione ...........................................................................163 Salumi...................................................................................140 Salvia.......................................................................................54 Sanguinacci..........................................................................140

Elenco degli autori citati in questo libro.........................183

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Finito di stampare per conto dello Studio Byblos - Palermo Studio Byblos Publishing House www.studiobyblos.com

studiobyblos@gmail.com - www.studiobyblos.com


Tacuinum Sanitatis

Giuseppe De Chaud nasce a Genova il 24 agosto 1961. Da sempre appassionato di fotografia, ha seguito le orme del padre, fotografo a Rivarolo, nella gestione del negozio di Ge-Certosa. Ha seguito numerosi corsi di specializzazione tra i quali: corso superiore di ripresa in grande formato, corso di ritratto figura e moda, tecniche avanzate di ritocco digitale e vari corsi Adobe sull'impaginazione e print publishing. Specializzato in Photoshop esegue ritocchi ed elaborazione d’immagine. Da vent’anni ha eseguito la progettazione grafica di numerose iniziative culturali della biblioteca Cervetto di Rivarolo e cura da 15 anni la pulizia, adattamento, impaginazione, layout e masterizzazione dell’agenda annuale (formato 15x21) del CRAL Autonomie Locali di Genova. Ha scansionato, pulito e impaginato il presente volume. In questi ultimi anni si è dedicato anche alla fotografia sportiva, seguendo vari eventi di livello nazionale sia in ambito ginnico che equestre.

Serena Boccardo

Pietro Guella nasce a Giuliana (PA) il 12 gennaio 1955. I tre anni delle medie li trascorre in seminario (dai 10 ai 13 anni). Dopo il terremoto del Belice del 1968 raggiunge i suoi genitori in Germania e dopo un anno circa l’intera famiglia si trasferisce a Genova. Da sempre appassionato di pittura, negli anni ha organizzato numerose iniziative con i suoi amici pittori: Bruno Liberti, Gigi Degli Abbati, Luigi Grande, Walter Di Giusto, Sergio Palladini, Aurelio Caminati, Gianmarco Crovetto e Rosalba Arbore, nonchè le ultime mostre di Serena Boccardo. Per 22 anni ha lavorato alla biblioteca Cervetto di Rivarolo, dove, oltre alla consulenza e alla catalogazione, ha piacevolmente sperimentato la lettura ad alta voce per adulti e soprattutto per bambini. Da quattro anni segue costantemente il lavoro di Serena Boccardo nella sua stesura ed elaborazione nella fascinosa storia del Tacuinum Sanitatis.

Serena Boccardo

TACUINUM SANITATIS Serena Boccardo nata a Mignanego (GE) il 14 settembre 1949, si è trasferita con la famiglia a Genova nel 1956. Laureata in lettere moderne, dal 1981 ha lavorato come bibliotecaria presso la Civica Biblioteca Berio fino al 2011. Non aspira al titolo di artista. La passione per il disegno è innata e l’accompagna da sempre. Da più di trent’anni si racconta, scrive ed illustra una lunghissima storia fantastica che, forse, non è ancora finita. Ha esposto disegni ed acquarelli legati a tale storia insieme ad altri soggetti, in varie mostre: Galleria il Crocicchio, Campomorone, settembre 1987; Galleria il Crocicchio nel 1992 nella collettiva “Ventidue artisti liguri per 22 arcani”; sempre alla Galleria il Crocicchio con una personale nel settembre del 1999; Centro civico Buranello ottobre 2003; “Il trenino di Casella” Libreria Libro più Ge-Pontedecimo nel 2010; Sede centrale del Dopolavoro Ferroviario di Genova l‘8 marzo 2011; Museo di Sant’Agostino di Genova nel luglio 2011; Biblioteca comunale Mignanego marzo 2012. Nei ritagli di tempo esegue disegni ed acquarelli di paesaggio, topografici e naturalistici. Le sue tecniche favorite sono l’acquarello e il disegno a china in bianco e nero. Di quando in quando ha prodotto anche dipinti ad olio, ma si tratta di una tecnica che non padroneggia completamente. Per il suo pensionamento le colleghe le hanno regalato una confezione di matite colorate contenente ben 117 matite di colori diversi. Si è quindi ritenuta in dovere di cimentarsi anche in questo campo. Le tavole a colori di questo libro sono state appunto realizzate con le matite colorate. Tende a regalare più che a vendere le sue opere, sostenendo che non è facile stabilire il valore commerciale di cose che si sono fatte per puro piacere e pura passione.

Trattato sul benessere e la salute a cura di Pietro Guella

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Giuseppe De Chaud nasce a Genova il 24 agosto 1961. Da sempre appassionato di fotografia, ha seguito le orme del padre, fotografo a Rivarolo, nella gestione del negozio di Ge-Certosa. Ha seguito numerosi corsi di specializzazione tra i quali: corso superiore di ripresa in grande formato, corso di ritratto figura e moda, tecniche avanzate di ritocco digitale e vari corsi Adobe sull'impaginazione e print publishing. Specializzato in Photoshop esegue ritocchi ed elaborazione d’immagine. Da vent’anni ha eseguito la progettazione grafica di numerose iniziative culturali della biblioteca Cervetto di Rivarolo e cura da 15 anni la pulizia, adattamento, impaginazione, layout e masterizzazione dell’agenda annuale (formato 15x21) del CRAL Autonomie Locali di Genova. Ha scansionato, pulito e impaginato il presente volume. In questi ultimi anni si è dedicato anche alla fotografia sportiva, seguendo vari eventi di livello nazionale sia in ambito ginnico che equestre.

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Pietro Guella nasce a Giuliana (PA) il 12 gennaio 1955. I tre anni delle medie li trascorre in seminario (dai 10 ai 13 anni). Dopo il terremoto del Belice del 1968 raggiunge i suoi genitori in Germania e dopo un anno circa l’intera famiglia si trasferisce a Genova. Da sempre appassionato di pittura, negli anni ha organizzato numerose iniziative con i suoi amici pittori: Bruno Liberti, Gigi Degli Abbati, Luigi Grande, Walter Di Giusto, Sergio Palladini, Aurelio Caminati, Gianmarco Crovetto e Rosalba Arbore, nonchè le ultime mostre di Serena Boccardo. Per 22 anni ha lavorato alla biblioteca Cervetto di Rivarolo, dove, oltre alla consulenza e alla catalogazione, ha piacevolmente sperimentato la lettura ad alta voce per adulti e soprattutto per bambini. Da quattro anni segue costantemente il lavoro di Serena Boccardo nella sua stesura ed elaborazione nella fascinosa storia del Tacuinum Sanitatis.

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TACUINUM SANITATIS Serena Boccardo nata a Mignanego (GE) il 14 settembre 1949, si è trasferita con la famiglia a Genova nel 1956. Laureata in lettere moderne, dal 1981 ha lavorato come bibliotecaria presso la Civica Biblioteca Berio fino al 2011. Non aspira al titolo di artista. La passione per il disegno è innata e l’accompagna da sempre. Da più di trent’anni si racconta, scrive ed illustra una lunghissima storia fantastica che, forse, non è ancora finita. Ha esposto disegni ed acquarelli legati a tale storia insieme ad altri soggetti, in varie mostre: Galleria il Crocicchio, Campomorone, settembre 1987; Galleria il Crocicchio nel 1992 nella collettiva “Ventidue artisti liguri per 22 arcani”; sempre alla Galleria il Crocicchio con una personale nel settembre del 1999; Centro civico Buranello ottobre 2003; “Il trenino di Casella” Libreria Libro più Ge-Pontedecimo nel 2010; Sede centrale del Dopolavoro Ferroviario di Genova l‘8 marzo 2011; Museo di Sant’Agostino di Genova nel luglio 2011; Biblioteca comunale Mignanego marzo 2012. Nei ritagli di tempo esegue disegni ed acquarelli di paesaggio, topografici e naturalistici. Le sue tecniche favorite sono l’acquarello e il disegno a china in bianco e nero. Di quando in quando ha prodotto anche dipinti ad olio, ma si tratta di una tecnica che non padroneggia completamente. Per il suo pensionamento le colleghe le hanno regalato una confezione di matite colorate contenente ben 117 matite di colori diversi. Si è quindi ritenuta in dovere di cimentarsi anche in questo campo. Le tavole a colori di questo libro sono state appunto realizzate con le matite colorate. Tende a regalare più che a vendere le sue opere, sostenendo che non è facile stabilire il valore commerciale di cose che si sono fatte per puro piacere e pura passione.

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