Euro 22,00
Copertina realizzata da Elisa Pioli
LE INDAGINI DEL COMANDANTE TENAX ROSSO FUOCO DANIELE VENTURINI
Daniele Venturini, nasce a Tendola, piccolo borgo ai piedi delle Alpi Apuane (MS) il 10 agosto 1956. A 19 anni si arruola nell’Arma dei Carabinieri. In 35 anni di servizio ha assunto vari incarichi di Comando. Nella sua lunga carriera di investigatore è stato insignito di varie onorificenze tara cui Cavaliere della Repubblica e la Medaglia Mauriziana. Gli sono stati concessi vari encomi per meriti di servizio. Si congeda con il grado di Sottotenente. È laureato in ”Storia con indirizzo archeologico medievale”, presso l’Università di Pisa. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca Internazionale in “Ciencia y Restauraciòn del Patrimònio Historico-Artistico”, presso l’Università Politecnica di Valencia (ES). Ha un perfezionamento in ”Tecniche della Comunicazione” e un Master in ”Didattica, Divulgazione e Nuovi Media dell’Antichità”, presso l’Università di Ferrara. È sposato con Stefania e ha due figli, Valentina e Davide. Attualmente vive tra Piombino (LI) e Gallicano (LU).
Daniele Venturini
Tenax Rosso Fuoco
Studio Byblos Anteprima
Ogni riferimento a fatti o persone realmente accaduti è puramente casuale.
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Prologo
Enrico Mariotti, era sdraiato sulla branda della sua cella del Carcere di Parma, che condivideva con un altro detenuto; vi era un water, un lavandino, un mobiletto e un piccolo tavolo. Fissava da molto tempo il soffitto. Gli tornavano in mente le fasi concitate del suo arresto verificatosi pochi giorni prima, per spaccio di droga. “Perché, hai buttato la droga? Stronzo! Comunque sono riuscito a sequestrarti una ventina di grammi di coca.” Gli aveva gridato il Maresciallo, mentre lo trascinava nel corridoio della caserma di Ferrara. Poi in preda alla rabbia, lo sbatteva contro la parete. Ricordava il dolore fisico, l’umiliazione, il pianto. Improvvisamente un Carabiniere si precipitava sul Maresciallo e gridando gli intimava: “Lemmi, lascia stare il ragazzo! Lascialo è un ordine!” Il Maresciallo lo lasciò, cadde a terra. Avvertiva ancora la paura. Quel Carabiniere era il Comandante Tenax. Sul suo viso si accese un sorriso compiaciuto. “Lemmi ma cosa ti salta in mente... ti sembra il modo di fare! Sei ammattito?” Il Maresciallo tentava di giustificarsi, ma il Comandante lo azzittì. “Noi siamo Carabinieri, dobbiamo rispettare le regole.” In quel momento capì che nessuno gli avrebbe fatto del male. Per questo ringraziò il Comandante. Fu colpito dalla risposta che il Comandante gli diede. 3
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“Enrico, non devi ringraziarmi, non ti ho fatto nessun favore, finirai in carcere perché sei stato trovato in possesso di droga che spacciavi regolarmente. Ho soltanto ricordato a tutti noi che, anche i delinquenti come te, hanno una dignità e come dicevano i romani la dignità è “ad personam.” Nessuno prima di allora lo aveva trattato da essere umano. Per tutti era un lurido spacciatore. In quell’istante pensò che era venuto il momento di cambiare vita. Doveva fare la cosa giusta. Prese carta e penna scrisse un messaggio che indirizzò al Comandante Tenax.
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Tenax era seduto all’interno dell’auto di servizio, in compagnia di Fabiani, stavano effettuando un servizio antidroga ed erano appostati in Via del Pozzo, nelle vicinanze dell’Università di Ferrara. In un appartamento al secondo piano di un vecchio palazzo, ubicato nella predetta via, vivevano alcuni immigrati magrebini, che avevano posto in essere un traffico di sostanze stupefacenti. L’appartamento era diventato la loro base per lo spaccio della droga. Erano le tre di notte di un giovedì uggioso di fine novembre; Tenax e l’Appuntato Fabiani, erano in attesa da quasi due ore e insieme ad altre tre pattuglie, una stazionava in Via Coramari, lato Corso Giovecca, la seconda sempre in Via del Corso proprio dietro la sede dell’Università, lato opposto a dove si trovava Tenax. La terza, il furgone, con all’interno il Luogotenente Morabito, il Maresciallo Valente, alias l’Attore e i Carabinieri Ricci e Farinelli, era in sosta proprio davanti al portone d’ingresso del palazzo dove si trovava il covo degli spacciatori. Il loro compito era quello di immobilizzare il corriere, non appena si fosse fatto aprire il portone dai suoi complici che si trovavano all’interno dell’appartamento. Stavano attendendo l’arrivo del corriere che doveva rifornire di un consistente quantitativo di hashish i predetti cittadini extracomunitari. Fa5
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biani guardò l’orologio da polso e rivolgendosi al suo Comandante gli disse: «Tra dieci minuti dovrebbe arrivare il corriere con la droga.» Tenax prese il cellulare e senza rispondere, selezionò il numero di Giuliani, che si trovava in sala intercettazioni. “Ci sono novità?” Chiese al Maresciallo. “La stavo chiamando io. Il corriere ha chiamato proprio ora Mohamed, uno degli spacciatori che si trova nel covo Via del Pozzo e, gli ha detto che ritarda di una mezz’oretta.” Rispose Giuliani. “Ok! Noi ci prepariamo ad intervenire appena il corriere arriva in Via del Pozzo. Se ci sono novità chiamami.” Concluse Tenax. “Ritardano di trenta minuti.” Disse rivolgendosi a Fabiani. Poi prese il microfono dell’autoradio e avvertì anche le altre tre pattuglie del ritardo. Subito dopo squillò il suo telefonino. “Pronto! Giorgio non mi dire che ci sono guai in vista?” Chiese Tenax, con voce preoccupata. “Amico mio, c’è un problema: hanno appiccato il fuoco a uno stabilimento balneare di Porto Garibaldi. Si tratta del Bagno Arlecchino, ha subito ingenti danni. Ti ho chiamato soltanto ora, perché con il Comandante Ghironi dei Pompieri, abbiamo accertato che si tratta di un incendio doloso. Abbiamo trovato l’innesco. Non ci sono dubbi sull’origine dolosa.” Concluse Giorgio. “Ho capito. Ti mando Dini, con i suoi uomini della Sezione Rilievi. Io ti raggiungo più tardi, stiamo attendendo l’arrivo di un corriere con diversi chili di hashish. Ti avverto quando ho finito.” Spiegò Tenax. “In bocca al lupo.” concluse Giorgio. Tenax chiamò la Centrale Operativa e incaricò l’Operatore di rintracciare il Maresciallo Dini per inviarlo con i suoi uomini a Porto Garibaldi. 6
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“Orso 10 mi senti?” “Forte e Chiaro!” Rispose Morabito dal furgone. “Fate attenzione a minuti dovrebbe arrivare il corriere, appena apre il portone bloccatelo. Io con Fabiani e altri due militari siamo pronti ad intervenire. Bloccato il corriere, lo lasciamo in custodia con la droga a Ricci e Farinelli, io te e gli altri Carabinieri, raggiungiamo il più velocemente possibile l’appartamento facciamo irruzione e immobilizziamo i tre magrebini. Poi procediamo alla perquisizione. Chiaro! Domandò Tenax. “Perfetto, noi siamo pronti.” Rispose Morabito.
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Il telefonino di Giorgio squillò, l’Ufficiale rispose. “Dimmi Tenax, hai finito l’Operazione antidroga?” Chiese Giorgio. “Proprio ora, abbiamo arrestato il corriere con cinque chili di hashish e i tre magrebini che vivevano nel covo di Via del Pozzo. Ho fatto arrivare la Radiomobile di rinforzo ai miei del Nucleo. Ora mi sgancio e vengo da te a Porto Garibaldi, con Fabiani e Carli, che ci ha raggiunti proprio ora.” Rispose Tenax. “Dini e i suoi hanno iniziato i rilievi.”Precisò Giorgio. “Va bene verso le cinque siamo da te.” Concluse Tenax. L’Alfa condotta da Fabiani, percorreva la Superstrada a forte velocità. Tenax era seduto davanti lato passeggero, mentre Carli occupava il sedile posteriore. Nessuno dei tre aveva ancora cenato, il pomeriggio precedente era trascorso tra pedinamenti e appostamenti, la stanchezza prevaleva sulla fame. Tenax provava comunque un senso di appagamento, dopo lunghi mesi d’indagine, insieme ai suoi collaboratori, era riuscito a stroncare un traffico di droga, che riforniva i giovani e in particolar modo gli studenti universitari della città. Un sorriso apparve sul suo volto. “Comandante a cosa pensa, vedo che sorride?” Gli domandò Fabiani. “Caro Appuntato sai cosa disse la scrittrice americana Ella Wheeler Wilcox?” 8
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“Assolutamente no!” Taglio corto Fabiani. “Disse: Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo. Ciò significa che anche nei momenti di stanchezza come questi, meglio ridere che piangere! Pensiamo positivo, abbiamo stroncato un traffico di droga, arrestato quattro spacciatori, recuperato cinque chili di hashish... possiamo tranquillamente sopportare un po’ di fame e la stanchezza.” Disse Tenax con tono di voce forte e sicura. “Fabiani, non so te, ma io ho una fame da lupo... altro che un po’ di fame.” Intervenne Carli, con tono di voce ironico. “Ok! Ho capito...quando arriviamo alla Collinara, fermati all’area di servizio, che si prende un caffè e qualcosa da mangiare!” Esclamò Tenax. “Bravo Comandante, vedo che comprende al volo!” Ribatte Carli, con tono scherzoso.
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Il Bagno Arlecchino era uno degli ultimi stabilimenti a nord del litorale di Porto Garibaldi, dopo iniziava la spiaggia libera. L’Alfa si fermò vicino ai mezzi dei Pompieri, che erano parcheggiati in Viale dei Mille. Tenax e Carli si diressero immediatamente sul luogo dell’incendio. Le fiamme erano state domate già da alcune ore, nelle rovine lasciate dal fuoco, si apprezzavano alcuni piccoli focolai, da dove emergeva il fumo. Una squadra di Pompieri muniti di idrante, era intenta ad ispezionare le macerie e provvedeva a spegnere i focolai ancora attivi. Tenax si fermò a guardare la scena. “Comandante hanno fatto in bel casino. La struttura è stata aggredita quasi totalmente dalle fiamme e la parte che si è salvata, non è agibile.” Disse Carli. “Già!” - Rispose con tono di voce sconsolata l’Ufficiale. “Il Capitano Bernardini è dall’altra parte.” Disse Carli, indicando la direzione con l’indice della mano destra. “Andiamo a parlare con lui. Vediamo di capire cosa è successo.” Ordinò Tenax. I due Carabinieri s’incamminarono verso la parte sud dello stabilimento, facendo attenzione a dove mettevano i piedi. I detriti erano sparsi su tutta la superficie e correvano il rischio di inciampare. Giorgio era intento a parlare con il Comandante Ghironi dei Vigli del Fuoco. 10
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“Ciao Giorgio, siamo arrivati.” Poi avvicinatosi a Ghironi gli disse “Con te, negli ultimi giorni, ci vediamo sempre la notte.” In questo caso il tono di voce era ironico. “Ciao Tenax, hai ragione, la differenza è che l’altra settimana abbiamo fatto le ore piccole per divertimento... qui c’è poco da divertirsi. Guarda che casino hanno combinato.” Rispose Ghironi, con tono di voce preoccupato. “Vero amico mio... che ne pensi, ti sei fatto un’idea di come hanno appiccato le fiamme?” Chiese Tenax. “Sicuramente, l’incendio è stato provocato da un’accensione diretta, cioè quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno. In questo caso è stata usata benzina, che è stata versata in tre punti diversi della struttura e poi è stato innescato l’incendio semplicemente usando i fiammiferi. Semplice ed efficace.” Concluse Ghironi. “Ovviamente sarà difficile rinvenire prove del reato.” Intervenne Giorgio. “Chiaro, i miei uomini non sono andati tanto per il sottile, hanno pensato a spegnere l’incendio e a mettere in sicurezza gli altri stabilimenti balneari attigui al Bagno Arlecchino.” Specificò Ghironi. Tenax fece un cenno di assenso con la testa. “Quelli sono i proprietari.” Disse Giorgio indicando due persone che si trovavano sulla spiaggia vicino al bagnasciuga. Tenax e Carli si voltarono e videro un uomo e una donna che erano abbracciati. Lui stava accarezzando i cappelli della donna e la teneva stretta a se come per proteggerla. “Come si chiamano.” chiese Tenax. “Taccoli Vincenzo il marito, la moglie Rosalba.” Rispose Giorgio 11
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“Li avete già interrogati?” Chiese Tenax. “Sì, li ha sentiti informalmente Bini. Sostengono di non aver avuto minacce o richieste estorsive.” Rispose Giorgio. “Ti dispiace se vado a parlargli?” Domandò Tenax. “Assolutamente no! Vieni ti accompagno.” Rispose Giorgio. I due Ufficiali insieme a Carli, dopo aver salutato il Comandante dei Vigili del Fuoco, si avvicinarono alla coppia. “Salve Signor Taccoli, desidero presentare a lei e sua moglie il mio collega, il Capitano Valentini, Comandante del Nucleo Investigativo di Ferrara, ci coadiuverà nelle indagini.” Disse Giorgio. “Grazie Comandante, io e mia moglie apprezziamo molto il lavoro che state facendo.” Poi rivolgendosi a Tenax gli disse: “Piacere Capitano.” Contemporaneamente si diedero una stretta di mano. Tenax avvertì la stretta di mano energica e calorosa, tipica delle persone estroverse e di chi è molto espressivo, ne fu molto confortato. Era un buon inizio. “Anche per me è un piacere conoscerla... le circostanze non sono delle migliori, ma le prometto che faremo di tutto per assicurare i responsabili dell’incendio alla Giustizia.” Ribatté Tenax. “Grazie. Mia moglie Rosalba, che gestisce questo bagno, è molto preoccupata, e non si capacita di come si è potuti arrivare a compiere un gesto così eclatante. Noi non abbiamo mai avuto problemi con nessuno...” “Neppure minacce.” Lo interruppe Tenax. “Assolutamente no!” Rispose Taccoli con tono di voce forte e sicuro. “Mi perdoni Signor Taccoli, ma lei capisce... io devo farle anche domande imbarazzanti.” Si giustificò Tenax. Taccoli fece un sorriso amaro. 12
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“La capisco perfettamente. Ma le ribadisco con non abbiamo avuto minacce, richieste estorsive e non abbiamo litigato con nessuno. Fino a poche ore fa eravamo una famiglia felice... ora sia a me che a mia moglie ci sembra di vivere in un incubo.” Specificò Taccoli, con tono di voce rassegnato. “Ho capito, io rimango convinto che qualcosa debba essere successo. Questo incendio è opera di una o più persone che sanno come appiccare il fuoco. Chi ha provocato questo disastro, voleva colpire la sua famiglia. Mi scusi se insisto, insieme a sua moglie cercate di ricordare particolari, anche insignificanti per voi, ma potrebbero essere importanti per noi.” Concluse Tenax. “Le prometto che con mia moglie passeremo a setaccio gli ultimi anni di vita privata e professionale. Tenete conto che io gestisco un altro stabilimento balneare a Lido di Spina e questo è motivo di ulteriore preoccupazione.” Concluse Taccoli “Sono le sei passate da pochi minuti, possiamo vederci questo pomeriggio verso le diciassette in Caserma a Porto Garibaldi.” Chiese Giorgio.
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Taccoli guardò la moglie la quale fece un cenno di assenso con la testa “Va bene, alle diciassette siamo in Caserma.” Rispose Taccoli. Subito dopo la coppia si allontanò in direzione di Viale dei Mille. Tenax, Giorgio e Carli, rimasero in silenzio per qualche istante, poi Tenax si voltò verso il mare e guardando in direzione del faro, che si trovava all’imboccatura del porto canale disse : “Guardate il sole sta sorgendo. Mi viene in mente “chanson d’aube”… tematica molto in voga tra i poeti provenzali ma anche nella lirica italiana... l’alba nella quale ci sono due personaggi fondamentali, un lui e una lei, due innamorati o anche due amanti; e l’alba è il momento della separazione, perché l’incontro è notturno.” “Perché è notturno?” Intervenne Carli, con tono di voce divertito. “Per vari motivi: perché è un amore vietato, lei è sposata, l’amante la va a trovare nottetempo quando il marito è al lavoro. Poi arriva l’alba e l’amante se ne deve andare, tra poco rincaserà il marito. Oppure i genitori di lei non accettano questo fidanzamento. L’alba segna la fine della notte e l’inizio del giorno” Concluse Tenax, con tono di voce malinconico. “Senti Tenax, ma alle sei e dieci della mattina, dopo una nottata passata a lavorare, come fanno a venirti in mente queste bischerate!” Intervenne Giorgio, con tono di voce ironico. 14
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“Amico mio, tu non sei un romantico, un sognatore! La ballata di Michè non ti dice nulla?” Giorgio e Carli si guardarono con espressione interrogativa “No non mi dice nulla.” Rispose Giorgio. “De Andrè 1961. Poi prese a canticchiare – “Quando hanno aperto la cella era già tardi perché, con una corda sul collo, freddo pendeva Michè. Tutte le volte che un gallo, sento cantar penserò, a quella notte in prigione, quando Michè si impiccò. Stanotte Miche s’è impiccato a un chiodo perché, non poteva restare vent’anni in prigione lontano da te. Io so che Michè ha voluto morire perché ti restasse il ricordo del bene profondo che aveva per te...” Questa ballata è una “chanson d’aube”. Ora la ricordate?” “Hai ragione Tenax, l’ho sentita canticchiare da mio padre qualche volta, è un fan di De Andrè. Canzone molto malinconica.” Rispose Giorgio. “Bellissima e malinconica, come era nello stile di De Andrè.” confermò Tenax.
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Erano da pochi minuti passate le diciotto, quando i coniugi Taccoli, uscirono dalla Caserma di Porto Garibaldi, Tenax li stava osservando da dietro la tenda della finestra dell’ufficio del Comandante di Stazione, Taccoli teneva per mano la moglie e dopo aver percorso pochi metri, si fermarono a parlare sul marciapiede di Viale Bonnet, illuminato dai lampioni, proprio davanti alla finestra. Taccoli, stava accarezzando il volto della moglie, Tenax non riusciva a sentire cosa si dicevano, ma dal labiale del marito aveva letto: “Stai tranquilla, i Carabinieri stanno indagando... vedrai che arriveranno a scoprire chi ha dato fuoco alla nostra attività!” Tenax istintivamente guardò il volto della donna e vide che stava piangendo, le lacrime le scendevano copiose sulle gote, bagnandole. Taccoli prese dalla tasca un fazzoletto e le asciugò il viso, la stinse a se forte, come se qualcuno gliela volesse portare via. “Tenax che fai?” La voce di Giorgio lo fece trasalire. “Guardavo i coniugi Taccoli!” Rispose voltandosi verso Giorgio, che stava rientrando nell’ufficio. Bini, Carli, Morabito e Gori erano seduti al lato della scrivania, Tenax raggiunse una poltroncina e si sedette vicino a Carli. Giorgio si accomodò nella poltroncina tra Bini e Morabito. Per qualche interminabile istante nessuno parlò, poi la voce di Tenax ruppe il silenzio. 16
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“Io penso che i coniugi Taccoli dicano la verità, non hanno idea del perché qualcuno abbia dato fuoco al loro stabilimento balneare. Voi cosa ne pensate? Che idea vi siete fatti?” Chiese Tenax ai colleghi. “Conosco molto bene la famiglia Taccoli, sono persone perbene, grandi lavoratori... concordo con lei, per quanto a mia conoscenza, non hanno scheletri nell’armadio.” Intervenne Bini. “Se anche Bini pensa che i Taccoli non ci hanno mentito, allora dobbiamo indirizzarci su altre ipotesi di lavoro... penso a un rancore mai sopito da parte di qualcuno…” “Capitano mi è sembrato molto chiaro Taccoli, non ricordava episodi che potevano aver dato luogo a qualsiasi tipo di rancore da parte di chicchessia.” Lo interruppe Carli. Giorgio annuì. “E se l’evento scatenante fosse nato da un fatto marginale... mi spiego meglio; poniamo caso che Taccoli o sua moglie, abbiano avuto una semplice discussione, con un cliente, un fornitore o anche un collega, questa discussione potrebbe essere vissuta in maniera diversa, dalle due parti in causa; i Taccoli, non la ricordano, perché non le hanno dato alcun peso, mentre la controparte potrebbe essere rimasta offesa.” Intervenne Morabito. Gli astanti si scambiarono uno sguardo interrogativo. “Caro Luogotenente, tu vorresti dire che i Taccoli, hanno avuto un diverbio per una “bischerata” con qualcuno, come hai detto potrebbe essere chiunque, questo l’ha presa male, ha lasciato passare del tempo e poi gliela ha fatta pagare. Ho capito bene?” Chiese Tenax. “Più o meno... se i Taccoli si sono imbattuti in una persona rancorosa e piena di se, io penso che la mia ipotesi non potrebbe essere tanto campata per aria.” Concluse Morabito. 17
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Tenax si alzò, si avvicinò alla finestra, la aprì e prese dalla tasca interna della giacca un sigaro toscano, lo accese, inspirò il fumo tenendolo in bocca per qualche istante, poi alzando la testa verso il soffitto, lo soffiò fuori, poco alla volta, formando spessi anelli che si sollevavano fino al soffitto. “Caro Morabito, potresti avere ragione... per prima cosa dobbiamo allertare le “antenne” sul territorio, chi ha fatto questo casino potrebbe confidarsi con qualcuno, pertanto la notizia potrebbe, il condizionale è d’obbligo, circolare in certi ambienti, mi sono spiegato?” “Chiarissimo, domani contatto Paolino.” Disse Giorgio. “Dobbiamo comunque fare le richieste d’intercettazione telefonica a carico dei Taccoli, l’indagine deve essere aperta a trecentosessanta gradi, non possiamo permetterci di lasciare nulla al caso. Più tardi io e Giorgio, dobbiamo incontrare il Colonnello e il Sostituto Procuratore, gli spiegheremo la situazione. Carli, per cortesia, con Morabito, Gori e Bini preparate la richiesta di intercettazione per il telefono fisso dell’abitazione e per i cellulari in uso ai coniugi Taccoli.” Ordinò Tenax. “Sarà pronta domani in tarda mattinata, Signor Capitano.” Rispose Carli. “Ultima cosa, penso che i servizi di vigilanza e controllo agli stabilimenti balneari vadano rinforzati... che ne pensi Giorgio?” Domandò Tenax “Sono d’accordo, quando rientro a Comacchio, con Gori, facciamo un nuovo piano per incrementare i servizi tenendo conto che abbiamo un litorale di circa trenta chilometri e centinaia di attività da vigilare a fronte degli scarsi mezzi a disposizione.” Rispose Giorgio con tono di voce sconfortato. 18
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“Già! Siamo messi male con il personale. Dobbiamo parlare con il Comandante, e convincerlo a farci assegnare quattro o cinque carabinieri, in modo che i tuoi uomini, possano riposare tra un turno e l’altro.” Concluse Tenax.
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Mancavano dieci minuti alle ventuno quando Tenax e Giorgio, entrarono nella pizzeria “Da Franca” in via Cairoli nel centro storico di Ferrara, a circa cento metri da piazza Savonarola. “Il Comandante con Giulio non sono ancora arrivati, sediamoci a quel tavolo, con l’indice della mano destra Tenax, indicò un tavolo posto in un angolo della sala in posizione defilata.” Disse Tenax. “Perfetto!” Acconsentì l’amico. I due Ufficiali si sedettero. Tenax fece cenno con la mano sinistra alla giovane cameriera, la quale fece un sorriso amichevole e si avvicinò al tavolo. “Posso prendere la comanda?” Domandò la giovane donna. “Aspettiamo due amici. Nel frattempo ci porta due birre piccole per cortesia.” Rispose Tenax. “Certamente. Per la comanda aspettiamo l’arrivo dei vostri amici?” Chiese la cameriera. “Sì, grazie.” Confermò Tenax. “Perché la stai osservando con attenzione?” Domandò Giorgio, riferendosi alla cameriera “Non hai notato che ha una vaga somiglianza con la povera Olga? Guardala bene, stessa corporatura, più o meno stessa età, capelli biondi e carnagione chiara, dall’accento direi che viene dall’Est Europa.” Specificò Tenax. 20
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Daniele Venturini, nasce a Tendola, piccolo borgo ai piedi delle Alpi Apuane (MS) il 10 agosto 1956. A 19 anni si arruola nell’Arma dei Carabinieri. In 35 anni di servizio ha assunto vari incarichi di Comando. Nella sua lunga carriera di investigatore è stato insignito di varie onori-