Senzaetà n. 37/2010

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La rivista della salute n. 37

Gennaio 2010 Euro 2,00

Editore: Pixel - Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona

SALUTE, finalmente un Ministro!

Programmare l’invecchiamento Il rapporto INRCA SERVIZI SOCIALI di ANCONA 300 Euro all’anziano che ha bisogno MICHELACCI Il Turismo è possibile anche per i ciechi

Pensioni d’invalidità, domande finalmente all’INPS


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Sommario PRIMO PIANO

Il Ministero della Salute rinasce: Ferruccio Fazio è il nuovo Ministro 5 Pensare al futuro è programmare l’invecchiamento 6-7

RICERCA

Microrobot chirurghi:si bevono come pillole e vanno a spasso per il corpo 8

FOCUS

L’altra faccia del Turismo: ... specializzarsi

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REGIONE MARCHE

Pubblico e privato insieme sulla strada della solidarietà 13

INRCA

Al via il Centro di riferimento regionale per il piede diabetico14 Cuore batti cuore:un nuovo farmaco per prevenire l’ictus 15

ASUR MARCHE

Non c’è due senza tre!Per l’Asur Marche terzo anno consecutivo di bilancio in attivo16

SERVIZI SOCIALI Per gli anziani di Ancona 300 euro dal Comune 17 I PROFESSIONISTI DELLA SALUTE Osteopatia, meglio che ossa ‘scricchiolanti’18

PROGETTI

SANIDOC, il nuovo modo di fare salute20

TERRITORIO

“Muoversi” a Macerata. La Provincia pensa anche ai disabili23

Oltre 2000 gli interventi di soccorso compiuti dalla Centrale Operativa di Ascoli

24

Il Monoblocco di Senigallia, l’Ospedale di tutti25

“Rivalutare Fabriano” con un Museo di arte, scienza e natura26 Studenti, abbonamento integrato Bus-Treni28

“Alba Chiara” a Jesi. Una nuova Comunità Riabilitativa per i disabili29

SCAFFALE 30

DALLA PARTE DEL CITTADINO

Pensioni d’invalidità, domande finalmente all’INPS 31

editoriale

Italia, come stai?

S

e la comunicazione in genere soffre anch’essa della crisi lasciando alla pubblicità l’unico e triste onere della diffusione di messaggi sempre più banali e meno educativi, questa redazione pensa sia giunto il momento, come sempre in netta controtendenza, di investire lanciando la nostra sfida. Il giornale cambia formato e approfondisce i contenuti, cercando di allargare i propri confini mantenendo il più accessibile linguaggio giornalistico, ossia popolare. Sarà un 2010 diverso, in cui ospiteremo illustri firme e significativi articoli, editoriali ed opinioni. Abbiamo lanciato in edicola la prima Agenda della Salute, a Natale, che riportava i numeri e gli indirizzi di tutti i CUP, le ZT, le farmacie, le terme, le case di riposo, i taxi sanitari, nell’intento di fare un servizio d’informazione per il cittadino diretto, immediato, utile. Intendiamo proseguire nell’opera di informazione “in positivo” raccontando ciò che funziona, nel settore sociosanitario, certi che la conoscenza e la comunicazione possono contribuire al miglioramento della qualità della vita. Di tutte le fasce d’età. Misureremo allora quest’anno la temperatura del nuovo Ministero della Salute e il polso delle strutture che più... visitiamo quando abbiamo bisogno. Senzaetà proporrà e sottoporrà analisi e riflessioni all’attenzione di un lettore che, se ci legge, ha già scelto di far parte del numero di cittadini che non compra a scatola chiusa un servizio. Neanche quando ha bisogno. Ma sa riconoscere le eccellenze. L’editore EDITORE PIXEL REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 www.senzaeta.it - info@senzaeta.it Direttore: Gabriele Costantini. Capo Redattore: Riccardo Milani. Hanno collaborato: Lorenzo Ricci, Francesca D’Amico, Luigi Sfredda, Daniele Gattucci, Lino Rignanese, Julian Burnett, Giulia Zenni.

Stampa ROTOPRESS Loreto Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona

Chiuso in redazione 20 gennaio 2010


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PRIMO PIANO

Il Ministero della Salute GLI OBIETTIVI:

• garantire a tutti l’equità del sistema, la qualità, l’efficienza e la trasparenza anche con la comunicazione corretta ed adeguata • evidenziare le disuguaglianze e le iniquità e promuovere le azioni correttive e migliorative

• collaborare con le Regioni a valutare le realtà sanitarie e a migliorarle • tracciare le linee dell’innovazione e del cambiamento e fronteggiare i grandi pericoli che minacciano la salute pubblica.

Il Ministero della Salute rinasce: Ferruccio Fazio è il nuovo Ministro D

opo l'entrata in vigore della Legge 13 novembre 2009, n. 172, il 13 dicembre, che istituisce nuovamente il Ministero della Salute scorporandolo dal Ministero del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi, il decreto di nomina del prof. Ferruccio Fazio a Ministro della Salute. Mentre con altro decreto il ministro in carica sen. Maurizio Sacconi, diventa Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, tale nuova decisione apre molte aspettative per la politica sociosanitaria italiana e sicuramente uno scenario diverso si presenta per l’attenzione e le risorse a disposizione delle esigenze dei cittadini. Un Ministero dedicato significa certamente che nelle intenzioni governative le politiche sociali e la Sanità in assoluto deve poter essere amministrata e “controllata” anche e soprattutto a livello centrale, non lasciando solamente alle Regioni l’onere di qualsiasi decisione nel settore della Salute. Stante infatti la crisi e il ricorso doveroso e obbligatorio ai tagli finanziari, con la progressiva mancanza di fondi la maggio-

Il momento del giuramento del nuovo Ministro della Salute, prof. Ferruccio Fazio con il Presidente della Repubblica ranza delle Regioni si sono trovate in grosse difficoltà e l’istituzione del nuovo Ministero potrebbe venire in aiuto anche per risollevare alcune situazioni deficitarie ormai disperate. Per Fazio dunque un ruolo delicato e

un lavoro grandissimo. La cerimonia di giuramento del nuovo Ministro della Salute, prof. Ferruccio Fazio si è svolta al Quirinale. Presenti, in qualità di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della

Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica gen Rolando Mosca Moschini, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

L’URP DEL MINISTERO DELLA SALUTE

L’URP Fornisce informazioni sulla struttura, gli uffici, i servizi, gli orari e i requisiti necessari per l'attuazione dei procedimenti di competenza del Ministero. Agevola l'accesso ai documenti amministrativi in applicazione della legge sulla trasparenza amministrativa. L'ufficio ha, tra i suoi compiti istituzionali, quello di rispondere alle richieste dei cittadini fornendo una informazione di carattere generale. Qualora non fosse possibile rispondere direttamente, l'URP provvede ad inoltrare la richiesta di informazioni all'ufficio competente, dandone comunicazione all'interessato.

URP - viale Giorgio Ribotta, 5 - ROMA - 06.5994.2378 - 2758 5


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PRIMO PIANO

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Pensare al futuro è programmare l’invecchiamento DI RICCARDO MILANI

n sole tre o quattro generazioni, abbiamo assistito ad una trasformazione demografica e strutturale della popolazione nel nostro Paese, che impone un cambio di approccio al fenomeno, con scelte politiche di fondo capaci di dare risposte concrete alle sfide che tale evento epocale ci propone. Analizzando i dati attuali e le tendenze future, appare evidente come il processo di invecchiamento sia progressivo, giungendo nel 2050 a modificare la struttura della popolazione, con una percentuale di anziani sul totale oltre due volte e mezzo i giovani. Ai dati sulla speranza di vita, che nel 2050 si stima raggiungerà 86.6 e 88.8 anni, rispettivamente per gli uomini e per le donne, è necessario rilevare la crescita delle fasce d’età estreme, rappresentanti dei gruppi più fragili, Marche in testa. Tali mutamenti di tipo demografico coincidono con una fase di crescente fragilità del sistema di welfare

italiano investito, alla pari degli altri sistemi di welfare europei, da ampi processi di revisione sia sul piano culturale che sul piano economico- finanziario. Considerato tutto ciò, è necessaria una strategia complessiva per affrontare il fenomeno “invecchiamento” sia per gli aspetti conoscitivi sia per gli aspetti operativi che non si limitano agli ambiti sanitari e assistenziali, ma si estendono a numerosi altri settori: abitazione, trasporti, lavoro e pensionamento, impegno e partecipazione sociale, tempo libero. Il “Rapporto Nazionale 2009 sulle condizioni ed il pensiero degli anziani”, frutto della collaborazione tra l’ANCI Federsanità, l’Ageing Society e l’INRCA, quale IRCCS totalmente vocato alle problematiche dell’invecchiamento, è ricco di dati, indici e indicatori, per tracciare possibili scenari di approfondimento utilizzabili per nuove strategie di programmazione sanitaria e sociale.

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PRIMO PIANO Ma perchè In Italia gli anziani non si sentono “anziani” Il 75,4% degli italiani sopra i 60 anni dichiara di “non sentirsi anziano”. E’ un dato prevedibile nella fascia dei “giovani anziani”, ovvero dei 60-64enni, fra i quali tale percentuale sale al 90,5%. Ma ricco di implicazioni nella quota consistente di 75-79enni, pari al 68,7%, ed 80enni e più, pari al 47,7%, che rifiutano per sé la definizione di

(31,1%). Il quadro italiano nel complesso risulta buono, quasi tre quarti degli anziani intervistati dichiara di godere di “ottima” o “buona” salute (il 23,9% “mediocre” e il 3,8% lo ha definito “pessimo”). Gli 80enni ed oltre dichiarano di stare “bene” o “ottimamente” nel 63,2% dei casi. Circa il 70% degli ultrasessantenni si dichiara inoltre

“anziano”. Ciò può essere in parte spiegato dalla connotazione negativa che viene sempre più spesso attribuita all’idea dell’invecchiamento: molti infatti indicano come evento dell’anzianità l’insorgenza di una malattia (34,8%), la perdita dell’autosufficienza (27,5%), la morte del coniuge (30,9%), o la solitudine

RAPPORTO 2009 ANZIANI: MARCHE

INVECCHIAMENTO

LA SITUAZIONE

La popolazione residente nella regione Marche ammonta a 1.518.780 persone (dati 2005) ed è caratterizzata da una quota rilevante di persone anziane: gli ultra sessantaquattrenni sono infatti il 22,4% della popolazione totale. Si tratta del quinto valore regionale più elevato, che seppur distante dal 26,5% della Liguria, risulta vicino ai valori di Emilia Romagna, Toscana e Umbria, superando di 1,4 punti percentuali il dato relativo all’Italia centrale e di ben 2,9 punti percentuali il dato nazionale. - All’1.1.2005 il numero di persone di sessantacinque anni e più ammonta a 339.832 unità, 23.899 in più rispetto al 2001 (per un tasso di incremento del 7,6%). Il peso della popolazione di 85 anni e più, è considerevole, dal momento che essa costituisce attualmente l’11,2% della popolazione con più di 64 anni. Secondo le stime ISTAT il numero di ultra sessantaquattrenni crescerà a 354.102 unità nel 2011, superando quota 450.000 nel 2031. La crescita della popolazione anziana dovrebbe toccare il picco delle 531.381 unità nel 2045 per poi calare negli anni successivi. - Al di là dei dati assoluti, continuerà il trend crescente già delineatosi negli ultimi anni del rapporto tra popolazione anziana e popolazione totale: tra circa venticinque anni, nel 2031, l’indice di invecchiamento della regione Marche raggiungerà il 30%, con una consistenza di circa 88.000 ultra 84enni, più del doppio della consistenza attuale.

• Nel volgere di pochi ani l’aspettativa di vita raggiungerà i 100 anni • Nel 2050 il 34,6% della popolazione avrà più di 65 anni • I 90enni passeranno dagli attuali 500.00 a 1.882.000 di cui circa 1.200.00 donne. • Oggi il 18,8% degli over65 sono disabili • Gli anziani di Roma sono in numero pari agli abitanti di Firenze.

PENSIONI • Spesa pensioni/previdenza/assistenza 15,08% del PIL (233 mld). Ocse la media è del 7% • Il 69,4% dei pensionati ha più di 65 anni e tra questi l’incidenza degli ultra ottantenni è di circa il 20,4% • Il 22% dei pensionati riceve meno di 500 euro mese, il 28,8% tra 500 e 999 euro mese, il 36,7% tra 1000 e 1999 ed i pensionati con oltre 2000 euro di pensione sono il 12,7%. • Per 21.000 famiglie l’unico reddito è la pensione. • Nel Mezzogiorno, in media, le pensioni più basse (12.538 euro/anno) ed anche unica fonte di reddito delle famiglie

L’accordo prevede che tra il 2010 e il 2013 i livelli assistenziali nelle residenze protette per anziani vengano ulteriormente aumentati fini a raggiungere i 100 minuti di assistenza giornaliera per persona così come previsto dalla stessa normativa regionale. In questo modo sarà possibile avviare un processo che porterà alla diminuzione del costo della retta nella sua componente alberghiera e ad un significativo aumento di personale addetto all’assistenza con particolare riferimento all’operatore socio-sanitario (OSS). Il costo dell’operazione ammonta complessivamente a 18 milioni di euro che verranno articolati nella triennalità indicata nell’accordo con una partenza significativa dal 2010, anno in cui verranno messi a disposizione ben 5 milioni di euro aggiuntivi. Si tratta di un investimento importante che attesta quanto per la nostra regione sia prioritario potenziare l’intera offerta dei servizi per l’età anziana.

I SERVIZI

• assistiti presso le strutture residenziali: 4.542 (in un totale di 126 strutture protette + 28 RSA) • assistiti a domicilio dai servizi ADI delle ASUR: 6.664 • assistiti a domicilio dalle cosiddette "badanti":12.227

OVER 65

Il recente protocollo d’intesa sottoscritto il 12 novembre scorso dalla Regione Marche e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil per la difesa del lavoro, la coesione sociale e il sostegno allo sviluppo contiene al suo interno, tra le varie misure da adottare per il 2010, una parte specifica sulla non autosufficienza.

LE DICHIARAZIONI

“Il modificarsi di usi e costumi, la traL’Assessore Regionale sformazione della famiglia media e la Marco Amagliani crescita del numero di anziani - ha dichiarato l’assessore regionale delle In prima linea Marche ai Servizi Sociali Marco per migliorare Amagliani - sono segnali che questa giunta regionale ha voluto interpretare la qualità con politiche mirate al concetto di londella vita gevità attiva. Non solo servizi adeguati, dunque ma anche risorse adeguate

“molto o abbastanza felice”, il 20,8% “poco”, mentre è soltanto l’8,8% a dire di “non essere assolutamente felice”.

per migliorare nel complesso la qualità della vita: se qui si vive bene infatti è anche per il territorio più sano, meno inquinato, più a misura d’uomo. La Regione comunque si impegna da tempo in due direzioni importanti per arrivare come si è arrivati ai 100 minuti di assistenza pro capite, equivalenti finanziariamente al sostegno di 20 milioni di euro annui, fino al 7

contributo di 3,5 milioni per la sistematizzazione delle varie residenze per anziani sul territorio, per finire con l’accantonamento dai Fondi Fas di 20 milioni da destinarsi alla ristrutturazione ecocompatibile di strutture mirate per l’invecchiamento, il tutto ha concluso Amagliani - nonostante la crisi e i tagli governativi al settore”.


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RICERCA

Microrobot chirurghi: si bevono come pillole e vanno a spasso per il corpo

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robot domineranno il mondo? Forse non nell'immediato futuro, ma si apprestano a conquistare la sala operatoria. L’obiettivo è ridurre i traumi post-operatori e migliorare i risultati clinici della chirurgia minimamente invasiva mediante lo sviluppo di nuove tecnologie per la chirurgia endoluminale, moderna tecnica che sfrutta gli spazi interni degli organi cavi del corpo umano per inserire il ministrumentario chirurgico limitando le incisioni cutanee. A questo scopo è preposto "ARAKNES" (Array of Robots Augmenting the KiNematics of Endo-luminal Surgery) (www.araknes.org), un progetto di ricerca finanziato dall'Unione Europea e del quale è capofila il Laboratorio CRIM di Pisa, coordinato dal professor Paolo Dario. Il progetto gode della supervisione medico-chirurgica del prof. Alfred Cuschieri. Questa ricerca assume tutte le caratteristiche di un'avventura scientifica e

tecnologica nella quale saranno progettati e sviluppati una squadra di piccoli robot chirurghi da inserire nello stomaco

Sant'Anna - Ci siamo ispirati al mondo della biologia perché i vermi hanno sistemi di locomozione adatti ad ambienti non strutturati e scivolosi, dunque sono perfetti per il corpo umano”. La Scuola Superiore Sant'Anna è capofila di un'importante gruppo di atenei e aziende europee tra cui compaiono l'Università di Pisa, con il centro di ricerca ENDOCAS.

attraverso il cavo orale ed esofageo. "ARAKNES" ha avuto inizio il 1 maggio 2008. "Il microrobot è una capsula endoscopica attiva, cioè 'intelligente' - spiega il prof. Paolo Dario che può viaggiare, una volta ingerita, dall'esofago al retto, ma in futuro potrà percorrere tutte le strade interne del nostro organismo, dopo un'ulteriore miniaturizzazione.Il robot è in grado da solo di adattare il proprio comportamento a seconda delle circostanze. Questo nostro progetto è molto ambizioso perché punta ad affidare al microrobot anche compiti di chirurgo. Stiamo sviluppando anche nano robot per la chirurgia cellulare, per depositare geni mancanti e curare alcune malattie, altri per intervenire persino nel feto”. “Il design di molti mini e microbots si ispira allo strisciare dei vermi o ai movimenti natatori dei batteri - spiega la dott.ssa Arianna Menciassi, professore associato di Robotica biomedica alla Scuola superiore

Il Gaslini e l’Istituto Italiano di Tecnologia progettano robot riabilitatori per bambini

Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) avvierà una collaborazione con l'Istituto pediatrico Giannina Gaslini per studiare insieme robot dedicati alla neuroriabilitazione infantile. Come ha detto Enrico Castelli, dirigente del dipartimento riabilitazione dell'ospedale pediatrico Bambino

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Gesù, la neuroriabilitazione robotica è ancora un'attività di ricerca con un'iniziale applicazione clinica, che permette il recupero delle funzioni motorie dopo danni cerebrali causati da ictus, patologie centrali e a livello spinale e traumi cranici. Il Bambino Gesù, in collaborazione con l'Università la Sapienza di Roma, ha già brevettato una macchina che permette a un bambino piccolo di imparare a stare in equilibrio quando questa facoltà sia stata compromessa da traumi al sistema centrale.


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PILLOLE Il semplice taglio delle calorie non è sufficiente per aumentare la longevità na ricerca condotta dai ricercatori dell'Institute of Healthy Ageing dell'University College di Londra, pubblicata su ‘Nature’ suggerisce che un’alimentazione con un giusto mix di sostanze nutritive, in particolare proteine, aiuta a invecchiare in salute più del semplice taglio delle calorie. Il team di Linda Partridge ha indagato sugli effetti di restrizione calorica e dieta bilanciata nei moscerini della frutta e ha scoperto che sia il fatto di vivere meno mangiando troppo, che il rischio di una ridotta fertilità se si assume troppo poco cibo, sono causati da uno squilibrio negli aminoacidi della dieta. Solo queste sostanze si sono rivelate cruciali per longevità e fertilità, mentre zuccheri, vitamine e lipidi hanno provocato effetti scarsi o nulli. In particolare, è un singolo aminoacido (metionina) ad ampliare al massimo la durata della vita, senza ridurre la fertilità degli orga-

nismi. Sempre su 'Nature' un gruppo di ricercatori svizzeri ha illustrato le virtù di una proteina del cervello, che ha un ruolo chiave nel regolare l'assunzione di cibo. Il team di Markus Stoffel dell'Eth di Zurigo ha scoperto, in uno studio nei topi, che metodi per potenziare i livelli di questa proteina (Foxa2), potrebbero migliorare il metabolismo e la salute generale.

Le staminali ombelicali curano le lesioni alla cornea

La pratica sportiva fa aumentare il QI

ricercatori del dipartimento di oftalmologia della University of Cincinnati in Ohio hanno trapiantato cellule staminali mesenchimali in cavie che avevano problemi di nitidezza nella vista. Lo scopo è quello di guarire le lesioni della cornea con le staminali del cordone ombelicale. Il trapianto della cornea, ha spiegato Whei-Yang Kao, coordinatore dello studio presentato durante il congresso della American Society of Cell Biology, e' attualmente l'unica soluzione per restituire trasparenza nella visione a chi ha cicatrici corneali dovute a infezioni, traumi o difetti congeniti. Secondo gli studiosi, dal momento che le donazioni sono in diminuzione e' quindi necessario individuare trattamenti alternativi, uno dei quali potrebbe risiedere nelle staminali del cordone ombelicale.

na pratica sportiva regolare ed equilibrata contribuisce ad aumentare l’intelligenza dei ragazzi. Lo sostiene uno studio condotto dall’Università di Goteborg in Svezia, che ha coinvolto praticamente tutti gli uomini svedesi nati tra il 1950 e il 1976 che avevano svolto test cognitivi e avevano risposto a vari questionari durante il servizio militare. I volontari analizzati sono stati un milione e duecentomila ed i dati presi in esame sono stati: quoziente di intelligenza, contesto familiare, conquiste sociali ed economiche ottenute nella vita. Secondo quanto afferma il professor George Kuhn i risultati hanno mostrato un sorprendente collegamento tra un sistema cardiovascolare in buona salute e l’intelligenza, ma al contempo non è emersa la stessa correlazione con la forza dei muscoli. Kuhn ha inoltre chiarito che i giovani uomini attenti alla forma fisica, quindi con un’ottima funzionalità cardiovascolare, a 15-18 anni mostrano un’intelligenza nettamente superiore rispetto ai coetanei con inferiore funzionalità cardiovascolare.

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La Sapienza in partnership con la Cina per la ricerca sui farmaci Università La Sapienza e il Governo cinese hanno stretto accordi per due progetti di ricerca che integrano medicina occidentale e medicina tradizionale. Il governo cinese ha già stanziato i primi finanziamenti, mentre ancora non è stato definito il contributo italiano. Nell'ambito degli accordi Italia-Cina, i governi dei due Paesi

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Un training intensivo può aiutare i bambini con deficit di lettura imothy Keller e Marcel Just della Carnegie Mellon University hanno messo a punto una nuova tecnica per curare i problemi di lettura nei bambini. Dopo sei mesi di allenamento intensivo in alcune aree del cervello appaiono addirittura i segni del training con la formazione di nuove fibre neurali. Gli esperti hanno sottoposto per sei mesi un gruppo di 35 bambini di otto anni con problemi di lettura a sessioni di allenamento intensivo di 50 minuti ciascuna per 5 giorni la settimana e confrontato i risultati con le capacità di lettura di un gruppo di bambini simili ma non sottoposti ai sei mesi di training, e di un gruppo di bambini con normali capacità di lettura. All'inizio e alla fine dello studio il cervello dei bimbi è stato ana-

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hanno promosso una serie di progetti di ricerca di cooperazione scientifica e tecnologica. Dei vari progetti che sono stati selezionati dalla Commissione Firb (Fondo per gli investimenti della ricerca di base) due sono della Sapienza. Si tratta del progetto, presentato dal professor Alberto Gulino, relativo agli studi sul meccanismo d'azione a livello molecolare di sostanze derivate da piante della medicina tradizionale cinese nei settori dell'oncologia e della microbiologia e del progetto della professoressa Laura Selan, concernente l'impiego di piante e di funghi della medicina tradizionale cinese per la messa a punto di nuovi farmaci antibatterici e antivirali.

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lizzato con una tecnica di imaging che permette di vedere lo stato di salute della sostanza bianca, che appare bianco proprio perché è rivestito di una guaina isolante di colore biancastro, la mielina. All'inizio dello studio i bimbi con disturbi di lettura avevano deficit di mielinizzazione a livello di una zona del cervello chiamata centro semiovale, che si trova in entrambi gli emisferi lateralmente ai ventricoli, ove si trovano molte vie mielinizzate per il trasporto del segnale nervoso. A studio finito non solo i bambini 'allenati' hanno mostrato notevoli miglioramenti delle loro capacità di lettura, ma all'osservazione del cervello è emerso che nella zona del centro ovale la sostanza bianca è aumentata.


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A colloquio con un’imprenditrice ‘illuminata’ che ha sempre direttamente investito nel sociale creando il primo hotel per ciechi d’Europa: Paola Michelacci

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JULIAN BURNETT

l Turismo trova sempre strade nuove per attrarre. Il Sociale è una di queste. L’imprenditrice marchigiana che più ha brillato in questi ultimi anni per aver creduto nella diversificazione dell’offerta e aver anche rischiato del suo, investendo con lungimiranza in settori di nicchia, come terza età, fasce deboli, convegnistica per tematiche sociali, sportive, scientifiche, e ancora turismo “specializzato” come quello per le famiglie ebree che hanno bisogno di attenzioni particolari (ad esempio per il mangiare), si chiama Paola Michelacci. Non ci sono dubbi: è lei la nostra opinion leader per il 2010 quando parliamo - e intendiamo farlo d’ora in poi con continuità – di Turismo sociale nelle sue varie accezioni e eccellenze. La dott.ssa Michelacci è stata non a caso nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica: è a capo di una delle catene alberghiere italiane più prestigiose (14 hotel di lusso) che annovera anche recenti, originali e “illuminate” opere… come quella di un

L’altra faccia del Turismo: ...specializzarsi albergo per ciechi, un chiaro esempio di investimento nel sociale e per il sociale. Una struttura che offre, a prezzi di vacanza normale, un’ospitalità davvero… “super” come lei stessa dice. Non “riservata” ma “dedicata” ai non vedenti. E c’è una bella differenza… “E’ un hotel cui tengo molto, il sogno della mia vita. Un investimento che dovevo fare, che sentivo profondamente – ci spiega la Michelacci – Penso che la vera vacanza è quando ci si può sentire persone normali, anche se si hanno problemi che non si possono lasciare a casa. Questa 10


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FOCUS ritengo che sia una grande sfida che sono riuscita a vincere”. Paola Michelacci ha ricoperto dei ruoli importanti a livello nazionale in Confindustria, diventando presidente del Settore Turismo. Proprio in qualità di imprenditrice conosce quanto vale investire nel sociale, pensare cioè al futuro della nostra comunità e alla qualità della vita. Dott.ssa Paola, che tipo di offerta turistica andrà di moda… quest’anno? “Credo molto nelle specializzazioni. Oggi chi va in vacanza sceglie accuratamente il suo soggiorno ed è sempre più esigente. L’Italia ha un grande vantaggio e regioni poliedriche come le Marche sono un modello: possiamo rispondere con un’offerta molto varia e di qualità, dal mare alla montagna, dalla cultura agli eventi, alla storia, all’arte, etc. Occorre allora assecondare tali richieste specializzandosi anche con le strutture. Nel mio Grand Hotel Michelacci di Gabicce ospito famiglie ebree che trovano cucina kasher, piscine riservate, etc… Altra nicchia in crescita è il turismo seniores…”. Per gli anziani? “Che brutta parola! Lei è al corrente dell’ingente percentuale d’invecchiamento della popolazione? Perché rinunciare dunque a splendide e comode vacanze anche in età avanzata?”. Sappiamo che ha ultimato il primo hotel per non vedenti d’Europa… “Un investimento che giudico come “specializzazione”. E’ in località Santa Sofia, sull’appennino tosco romagnolo. Per realizzarlo ho messo a disposizione

Gabicce, città ...“a misura”

Sull’Appennino Palazzo Michelacci diventa Hotel “dedicato” Ecco le immagini degli splendidi interni curati personalmente dalla proprietaria l’antico Palazzo Michelacci: oggi è un albergo in grado con degli accorgimenti innovativi e intelligenti, di guidare il non vedente e renderlo autonomo in tutti i movimenti e le esigenze, durante il suo soggiorno… Ma non vorrei essere l’unica ad avere queste idee. Per esempio il Comune di Gabicce ha un progetto dedicato ai ciechi, innovativo a livello europeo”. Il sindaco ce ne ha appena parlato ma lo illustreremo a dovere nel prossimo numero: Lei, come imprenditrice che a Gabicce vive e lavora, che ne pensa? “Guardi, al di là di qualsiasi colore politico queste sono le cose che un’amministrazione deve fare: penso che se la società sta cambiando velocemente, siamo noi che dobbiamo interpretare tali mutamenti per migliorare la qualità della vita di tutti. Investendo prima di tutto nel sociale. Gabicce così dimostra grande sensibilità e attenzione e ha ora una grande opportunità davanti”.

Gabicce è sempre più attenta al sociale. Grazie a un progetto all’avanguardia in Italia, tenuto a battesimo dal sindaco Corrado Curti (nella foto) e dall’assessore ai Servizi Sociali Rosina Alessandri, il territorio urbano potrà presto godere di una progettazione di sicurezza dedicata alla mobilità delle fasce disabili e in particolare dei non

vedenti. Così il turista potrà spostarsi e visitare la città in ogni momento, di giorno come di notte, “guidato” da una segnaletica dedicata, appositamente studiata per chi ha problemi di qualsiasi natura. Il progetto è attualmente allo studio ma ritorneremo presto a parlarne nel prossimo numero per la sua originalità e utilità. 11

A Gabicce un progetto di mobilità e sicurezza cittadina dedicato ai non vedenti


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REGIONE MARCHE Infanzia in difficoltà, potenziare gli strumenti

ono tra i 1970 e 1980 i casi di bambini con handicap nelle Marche, altrettanti quelli in cui si registrano difficoltà di apprendimento; in aumento i casi di abusi sessuali; per quanto riguarda i minori che vivono fuori dal contesto familiare d’origine, 752 sono accolti in Centri, di questi 450 sono minori stranieri non accompagnati, mentre 302 sono

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in allontanamento familiare; guardando all’ambito giudiziario, le Marche, con 500-600 procedure penali l’anno, si collocano fra gli ultimi posti in Italia, mentre salgono al secondo posto in ambito civile, con circa 6000 procedure l’anno. Questa la fotografia del mondo dell’infanzia in difficoltà. Il progetto Open illustrato da Paolo Mannucci, dirigente del Servizio

Politiche sociali della Regione, ne ha sottolineato in particolare la tecnica del “metodo aperto di coordinamento” per promuovere in modo partecipato il dibattito sociale. Gli interventi hanno messo in luce l’esigenza di potenziare gli strumenti a tutela dell’infanzia: la necessità di investire nella formazione di un personale socio-sanitario di supporto.

Pubblico e privato insieme sulla strada della solidarietà

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na lodevole ed utile sinergia tra soggetti pubblici e privati, per favorire il nostro territorio e aiutare le comunità che vivono, a causa della loro posizione geografica, in realtà poco agevoli dal punto di vista logistico. Consiste in questo l’iniziativa denominata “Sulle strade della solidarietà - Terza assegnazione di mezzi per trasporto sociale, protezione civile e pronto intervento sanitario”. Questa iniziativa, unica in Italia, vede impegnate con lo stesso scopo

o scontrino fiscale parlante è diventato parzialmente “muto” e dal 1° gennaio 2010 non riporta più nel dettaglio il nome specifico del farmaco acquistato. La decisione governativa mira alla tutela della privacy del cittadino e quindi sullo scontrino è ora necessaria unicamente l’indicazione del codice alfanumerico Aic (Autorizzazione Immissione in Commercio) che appare sulla confezione di ogni medicinale. La nuova norma non mette in discussione la detraibilità dei medicinali acquistati dell’utente. Il codice alfanumerico Aic consente quindi di identifica-

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Presto la consegna di 85 nuovi veicoli per un investimento complessivo di 2.100.000 euro

la Regione Marche, la Provincia di Macerata, e la Fondazione Bancaria Carima: dunque il mondo pubblico e privato si uniscono in nome della solidarietà concreta. Data la valenza dell’evento erano presenti il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il presidente della Fondazione Carima Franco Gazzani, l’assessore regionale al bilancio Pietro Marcolini e il presidente della Provincia di Macerata Franco Capponi. “Un sentito ringraziamento alla

Dal 1° gennaio nelle farmacie lo scontrino parlante... parla meno re ciascuna confezione esattamente come quando era necessaria la specifica del nome del medicinale. Il Garante della Privacy aveva accolto le lamentele dei cittadini che evidenziavano una lesione della propria dignità nel momento della consegna a Caf e commercialisti della documentazione relativa alla denuncia dei redditi.

di Lorenzo Ricci

Fondazione Carima - ha affermato il presidente Spacca - che ha voluto investire sul nostro territorio, fornendo mezzi che aiuteranno chi si trova in condizioni disagiate a migliorare la propria qualità di vita, aumentando così anche la coesione sociale”. “La Fondazione ha ribadito Gazzani - non è nuova a questo tipo di iniziative, infatti dal 2006 ha gia donato ad enti ed associazioni di volontariato del maceratese più di 100 mezzi per trasporto

sociale, protezione civile e pronto intervento sanitario. 85 nuovi veicoli, di cui 70 mezzi di trasporto per la protezione civile e 15 autoambulanze per un investimento complessivo di 2.100.000 euro.

Il ruolo della vaccinazione al termine del picco pandemico l comitato Pandemico Regionale ha elaborato un documento inviato a tutti gli operatori della sanità tramite i comitati pandemici zonali, l'ordine dei medici e i collegi professionali. Il documento ribadisce l'importanza della vaccinazione in quanto i dati attualmente disponibili nel mondo dimostrano che il virus continua a circolare, in certi casi avendo già sostituito il virus dell'influenza stagionale, e che il numero di soggetti già entrati a contatto con il virus e quindi immuni è basso. Questo lascia aperta la possibilità di una seconda ondata pandemica. La vaccinazione resta il principale strumento di prevenzione e continua ad essere raccomandato in particolar modo ai soggetti a rischio, ovvero a coloro che abbiano patologie tali da rendere l'influenza una complicanza grave della malattia già esistente.

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INRCA Un questionario per capire i bisogni degli anziani

er capire come vivono, che cosa provano, di che cosa hanno bisogno gli anziani italiani è partito, a gennaio, lo studio "Salute e benessere dell'anziano", promosso dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria e dalla Fondazione Sanofi-Aventis. Lo studio si snoderà su un dop-

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pio binario: da una parte l'analisi dei dati amministrativi degli archivi delle ASL, per inquadrare problemi sanitari, ricoveri e prescrizioni farmacologiche a carico degli anziani; dall'altra la distribuzione a 60 medici di famiglia di un questionario da sottoporre ai loro assistiti over 65, per costruire per la prima

volta un quadro completo della salute e del benessere degli anziani del nostro Paese. I dati, che saranno raccolti nell'arco di 4 anni, consentiranno di identificare bisogni e desideri degli anziani per poi suggerire nuove iniziative da intraprendere per migliorare la salute e la qualità della vita degli over 65.

Al via il Centro di riferimento regionale per il piede diabetico L'

Unità Operativa di Diabetologia e il Centro Antidiabetico dell'Inrca di Ancona, che già da molti anni garantivano la gestione integrata del paziente diabetico, sono stati battezzati Centro di riferimento regionale per il piede diabetico gestito da Fabio Romagnoli. L'operazione fa seguito alle previsioni della legge regionale n. 1 del febbraio 2009. Durante la presentazione delle funzioni del centro, è emerso, fra l'altro, che nel rapporto di ricoveri riconducibili alle patologie non traumatiche degli arti inferiori nei soggetti diabetici, le Marche, in raffronto a un indice medio nazionale di 1, registrano un indice dello 0,7% per gli uomini e dello 0,6% per le donne. Il dato è stato pubblicato nel 2009 dall'Osservatorio Nazionale

sulla Salute nelle regioni italiane, “a dimostrazione - è stato detto - dell'elevata qualità media del servizio sanitario regionale e, in particolare della validità, dell'assistenza svolta dalla rete diabetologica regionale”. Dall'incontro è emerso, inoltre, che nelle Marche, uno studio sulle amputazioni non traumatiche eseguite negli anni 1997-1998, ha enumerato 545 amputazioni, il 60% delle quali su pazienti diabetici; di queste, oltre il 60% erano maggiori, e cioè con amputazione a livello della gamba o della coscia. Il Centro di riferimento regionale del piede diabetico diviene Unità Operativa Complessa, dotata di posti-letto, e svolge funzioni di diagnosi e terapia specialistica per tutte le patologie degli arti inferiori connesse al diabete, e, in particolare,

assicurando i servizi di radiologia interventistica e di chirurgia vascolare. Al Centro regionale del piede diabetico spetta non solo l'approfondimento dello screening di base dei diabetici ad alto rischio, ma, soprattutto, il trattamento di quelle condizioni complicate che aumentano il rischio di amputazione

Alcuni dati • dal 5 al 15% di tutti i diabetici subisce almeno un'amputazione nella loro vita. • dal 30 al 51% dei diabetici che hanno subito una amputazione ne subiscono una seconda entro 3-5 anni successivi. • dal 45 al 70% di tutte le amputazioni non traumatiche agli arti inferiori sono effettuate su soggetti diabetici. • le amputazioni sono 15 volte superiori nei soggetti affetti da diabete rispetto alla popolazione generale. • il 30% dei ricoveri ospedalieri di pazienti diabetici sono effettuati per problemi ai piedi con costi economici e sociali elevatissimi.

Nelle Marche uno studio che ha preso in considerazione le amputazioni non traumatiche eseguite negli anni 1997-1998 ha evidenziato che sono state effettuate 545 amputazioni di cui oltre il 60% su pazienti diabetici, (popolazione diabetica stimata 5% la prevalenza aumenta con l’età fino ai 7,5-8%). Di queste oltre il 60% erano maggiori, cioè l'amputazione era a livello della gamba e/o della coscia con evidente compromissione della qualità e della validità di vita del paziente. L'amputazione costituisce inequivocabilmente il momento finale dell'evoluzione delle lesioni ulcerative del piede. 14

maggiore. Il Centro deve quindi essere particolarmente attrezzato per strutture, tecnologie e organizzazione, garantendo ai pazienti un approccio multidisciplinare, l'unico efficace per la riduzione delle amputazioni maggiori. L'attività si basa sulla diagnosi precoce delle patologie che aumentano il rischio di piede diabetico (vascolopatia periferica, neuropatia diabetica) e sul trattamento delle lesioni, compreso il trattamento delle deformità ad alto rischio di ulcerazione. Inoltre, è stato costituito un gruppo di lavoro per definire e attuare percorsi diagnostico-terapeutici condivisi, a cui afferiscono la radiologia, la chirurgia vascolare, l'anestesiologia, il laboratorio analisi, la fisiatria. Riccardo Milani


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Cuore batti cuore: un nuovo farmaco per prevenire l'ictus L

a fibrillazione atriale è l'aritmia cardiaca di più frequente riscontro nella pratica clinica: viene definita come una totale desincronizzazione dell'attività dell'atrio (una delle camere cardiache) determinata dalla propagazione di piccole onde in maniera disorganizzata. La prevalenza della fibrillazione atriale aumenta rapidamente al di sopra dei 65 anni fino a raggiungere il 10 % della popolazione con età superiore ad 80 anni. Di per sé non è un’aritmia fatale, ma rappresenta una grave minaccia per il cervello, poiché la disorganizzazione dell'attività atriale può portare a ristagno di sangue, trombosi e quindi embolia, che nel 70% dei casi interessa la circolazione sanguigna cerebrale. Purtroppo circa una persona su tre con fibrillazione atriale potrebbe andare incontro a ictus nel corso della vita. Ancora oggi l’ictus in Italia rappresenta la terza causa di morte, è respon-

A cura della dott.ssa Moira Lucarelli, Medico Geriatra INRCA sabile del 10%-12% del totale dei decessi, ed è la principale causa d’invalidità.

Oggi la terapia per la prevenzione dell’ictus in questi pazienti prevede di utilizzare gli antagonisti della vitamina K (anticoagulanti orali), efficaci

ma complessi da somministrare, perché agiscano correttamente è necessario infatti che il valore della coagulazione si mantenga entro limiti molto stretti: se si scende troppo il paziente è a rischio di trombosi, se il valore è troppo alto di emorragie, senza contare poi le interazioni di questi farmaci con numerosi cibi, con altri medicinali e i problemi legati alla pianificazione dei controlli da effettuarsi nei centri specializzati per la messa a punto della terapia. Dunque

non sono pochi gli inconvenienti che pone la terapia con anticoagulanti orali sinora a disposizione, tanto che solo la metà circa dei pazienti potenzialmente candidati al trattamento lo effettua. Al Congresso Europeo di Cardiologia (ESC) a Barcellona sono stati annunciati i risultati sulla sperimentazione di

un nuovo farmaco, il dabigatran etexilato, che promette di

portare una notevole riduzione nel numero di casi di ictus. I risultati dello studio (studio RE-LY) sono stati pubblicati simultaneamente online sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine. Il dabigatran si è dimostrato efficace alla dose più bassa quanto gli attuali anticoagulanti in uso, e significativamente più efficace alla dose più alta nel prevenire l'ictus e le embolie sistemiche.

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Questo nuovo farmaco andrebbe assunto due volte al giorno a dosaggio fisso. La molecola quindi è destinata a cambiare radicalmente la terapia nei pazienti con fibrillazione atriale e soprattutto permetterà di reclutare un maggior numero di persone che necessitano di trattamento. In futuro occorrerà valutare la sua efficacia in taluni gruppi di pazienti, come ad esempio nei pazienti a rischio di infarto. Permangono inoltre questioni aperte come ad esempio la mancanza di un antidoto, che può creare problemi in alcune circostanze, la tollerabilità gastroeneterica e, da non sottovalutare, i costi. A livello europeo il farmaco è attualmente registrato per la prevenzione del tromboembolismo nei pazienti che devono essere sottoposti a chirurgia maggiore sul ginocchio o sull'anca, per la prevenzione dell'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale bisognerà attendere tutto il 2010.


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ASUR MARCHE

Non c’è due senza tre! Per l’Asur Marche terzo anno consecutivo di bilancio in attivo “

Il 2009 è stato un anno importante in ogni senso e anche molto soddisfacente”. Così la direzione generale dell’ASUR Marche ha definito l’anno appena trascorso. Infatti per l’Azienda si è trattato di un anno estremamente impegnativo, in cui si è dovuto lavorare per fronteggiare eventi speciali, prima tra tutte la pandemia di influenza A, che ha colpito il nostro paese. Dunque un periodo faticoso, ma che ha prodotto grandi risultati, migliorando ulteriormente il livello della sanità regionale e portandola stabilmente entro i primi cinque posti delle graduatorie nazionali. Il coronamento di un costante percorso di miglioramento durato tre anni, che ha riguardato tutti gli ambiti, non ultimo

quello finanziario. Infatti per il terzo anno consecutivo l’ASUR Marche ha chiuso l’anno con il bilancio in attivo di circa 4 milioni e mezzo di euro, dopo i 4 milioni del 2008 e i 56.000 euro del 2007. Tutto ciò senza effettuare chiusure o ridimensionamenti di alcun tipo, ma semplicemente abbattendo i costi di gestione, eliminando i rapporti contrattuali inutili che legavano l’Azienda a interlocutori esterni, riorganizzando e migliorando i servizi. L’idea fondamentale non è quella di risparmiare il denaro, ma di spenderlo bene: in questo modo il sistema lavora a pieno regime e non può che continuare a migliorare. Il dott. Malucelli si esprime così: “Mantenere il bilancio in

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attivo significa programmare il futuro”. Diamo ora uno sguardo d’insieme alle tante iniziative qualificanti che hanno reso il 2009 un anno così fruttuoso per l’ASUR Marche: è stato costituito a Fabriano il primo Centro Servizi Unico Regionale, migliorata la qualità dei servizi offerti, aumentata l’occupazione. C’è stato un forte incremento della comunicazione con la gente: chiunque si sia messo in contatto con l’Azienda ha avuto una risposta: infatti “La gente ha bisogno di certezze”. E’stata inoltre effettuata una generale azione di prevenzione del danno clinico, razionalizzando la governance del sistema e eliminando alla base le possibili cause provocanti lo stesso. Sono state completate strutture ospedaliere e territoriali, sono aumentati e migliorati i servizi per gli anziani, è stata messa in atto una diffusa opera di messa a norma degli impianti sempre al fine di fornire maggiori certezze agli utenti, si è investito l’attivo di bilancio nelle nuove tecnologie, nell’ottica di mettere a punto il sistema e creare una sempre maggiore virtuosità. Inoltre ricordiamo la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, l’adozione del Bilancio Unico e l’unificazione delle procedure

d’acquisto. Sono anche migliorati i rapporti col territorio, infatti secondo la direzione Asur: “Ora abbiamo un’interrelazione tra gli Uffici delle Zone formidabile”. Si è creato un rapporto di fiducia e osmosi nell’ottica di omogeneizzare e standardizzare le procedure.

I progetti per il futuro n forte interesse dell’Azienda è rivolto anche verso il personale dipendente, la sua risorsa maggiore. In questo campo sono già stati stabilizzati 1500 lavoratori precari e sempre intensa è l’attività Formativa attraverso la realizzazione di un numero elevatissimo di Corsi; organizzato anche un Master specifico di Diritto Sanitario. “Lavoreremo su tre fronti - ci spiega la direzione Asur - Governance, linee guida e formazione; in particolare quest’ultima sarà fatta da noi all’interno dell’Azienda, sul campo, in modo da avere un’utilità immediata e determinare una ulteriore crescita”. Altri obiettivi per il 2010 saranno: l’integrazione dei poli nord-sud, continuare nella messa a norma degli impianti e nell’ammodernamento tecnologico, ma soprattutto entrare nel cuore dei marchigiani.

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SERVIZI SOCIALI

Per gli anziani di Ancona 300 euro dal Comune C

om’è noto le Marche sono la regione più longeva d’Italia. Il Capoluogo di regione è una delle città a più alto tasso di ultrasessantacinquenni. Effettivamente la città registra un costante aumento della popolazione anziana e questo richiede una rinnovata attenzione da parte dell’Amministrazione comunale, unitamente ad un potenziamento dei servizi ad essa rivolti. Ne abbiamo parlato con l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Ancona Alfonso Napolitano. Si parla di una città in cui l’età media degli abitanti s’innalza sempre più; può darci dei dati precisi? “Su un totale di 102.423 abitanti, gli over 65 nel 2009 erano 23.925: il 23,35% della popolazione. Ma abbiamo registrato anche un aumento significativo degli ultraottantenni che sono arrivati ad essere ben 7.874. E’ proprio questa la fascia di età a maggior rischio e che manifesta i maggiori bisogni socio assistenziali e sanitari. Dunque l’aumento dell’età media è un fenomeno reale e in costante crescita”. Che conseguenze ha questa situazione sulle famiglie? “Le famiglie anconetane si sono finora dimostrate molto attive

Intervista all’Assessore ai Servizi Sociali Alfonso Napolitano

nella cura dei propri famigliari anziani, ma lasciano trasparire, soprattutto per le situazioni di grave non autosufficienza, un forte disagio. Ciò perché spesso l’assistenza ricade sul coniuge anch’esso anziano, o sui figli che si trovano a dover assumere un carico assistenziale rilevante. In particolare la vita di questi ultimi, prevalentemente donne, risulta sostanzialmente modificata e si rileva che l’impegno, anche emotivo, a lungo termine determini l’esigenza di sostenere chi assiste i malati”. In che modo l’amministrazione comunale può dare aiuto alle famiglie? “Le politiche che l’Amministrazione Comunale intende implementare sono tutte legate da un unico filo conduttore: l’assistenza domiciliare, che potrà senz’altro essere migliorata con l’attivazione dei pasti a domicilio. Proprio in quest’ottica và interpretato il S.A.D. (Servizio di Assistenza Domiciliare) erogato dal Comune di Ancona: esso costituisce non solo un valido supporto all’anziano, ma anche ai familiari, garantendo loro la riduzione dello stress e la riorganizzazione positiva delle proprie risorse, coniugando il tempo per l’assistenza al famigliare con quello per se e la propria famiglia. Dunque prevediamo il potenziamento del S.A.D. con anche la finalità di far permane-

re la persona assistita nel proprio ambiente di vita e relazione, in condizioni di massimo benessere psico-fisico e autonomia, alleggerendo così il tempo di carico famigliare”. Cosa intende fare il Comune per chi è affetto da Alzheimer e per le loro famiglie? “Per sostenere i malati, le loro famiglie e coloro che li assistono, intendiamo continuare a sostenere il “Progetto Alzheimer” e potenziare al massimo i Centri Diurni, in modo da eliminare le liste d’attesa. Inoltre, per consentire agli anziani di permanere nel proprio ambiente domestico, abbiamo anche destinato l’Assegno di Cura: un intervento di supporto assistenziale che viene generalmente gestito dai familiari e consiste in un assegno mensile variante tra i 200 e i 300 euro, relativamente alle condizioni di bisogno della persona assistita, per supportare le spese di un operatore esterno con funzione di colf o badante”. Fino a poco tempo fa l’invecchiamento era visto come un fenomeno ad accezione esclusivamente negativa. Ora invece si intravede un’opportunità di rinnovamento sociale, soprattutto se lo si intende come “longevità attiva”... “L’Amministrazione Comunale è fortemente impegnata anche sul fronte della formazione permanente per gli anziani: abbiamo 17

patrocinato il progetto “Internet Saloon” e il progetto europeo info-coop, che costituiscono per gli anziani importanti occasioni di apprendere l’utilizzo del computer. Quest’ultima è una pratica la cui importanza è in costante crescita anche e soprattutto per chi non è più giovane, poiché serve sia al disbrigo di molte pratiche burocratiche, sia come mezzo per far uscire gli anziani dall’isolamento e spingerli a partecipare alla vita sociale. Siamo anche impegnati nella promozione di stili di vita più sani, nella stimolazione a comportamenti più virtuosi e salutari, allo scopo di prevenire gravi patologie e a questo proposito abbiamo realizzato il “Percorso del Cuore e della Memoria”, che và dal Porto al Passetto. Inoltre vogliamo sviluppare ulteriori iniziative che portino almeno il 10% degli anziani a svolgere attività fisica in modo regolare, così come vogliamo continuare a sostenere e valorizzare l’opera delle associazioni di volontariato che a vario titolo coadiuvano la vita privata e sociale degli anziani, soprattutto quelli privi di sostegno familiare, anche nell’ottica di una auspicabile collaborazione intragenerazionale”. Riguardo alle problematiche abitative che colpiscono le persone meno giovani, come intendete intervenire? “Promuoveremo un nuovo modo di abitare, poiché spesso le abitazioni degli anziani sono sovradimensionate rispetto alle loro reali necessità abitative e hanno bisogno di importanti interventi di manutenzione non sempre alla portata dei loro proprietari. Quindi progetti di co-housing sociale per la terza età, per fornire alloggi adeguati senza barriere architettoniche e promuovere nuove forme di welfare”. Lorenzo Ricci


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I PROFESSIONISTI DELLA SALUTE

Osteopatia, meglio

che ossa ‘scricchiolanti’ L

a medicina cosiddetta “tradizionale” o “allopatica” è sempre più spesso affiancata dall’osteopatia, una disciplina non ancora ufficialmente riconosciuta qui in Italia ma che ormai si sta affermando come metodologia di cura non più “alternativa” ma “complementare”. Ne abbia-

Chi è Francesco Busilacchi

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rancesco Busilacchi è di formazione un medico fisioterapista, che dal 1988 lavora come dipendente all’Asur di Jesi. Dal 1997 frequenta un corso della durata di 6 anni presso l’I.I.O. (Istituto Italiano Osteopatia) di Milano, importante scuola privata di osteopatia. Lavora anche privatamente presso 3 studi professionali sul territorio marchigiano:

Ancona: via Villafranca 4 Jesi: corso Matteotti 20 Polverigi: via Marconi 12 Tel. Unico: 328.2849815

INTERVISTA DI

LORENZO RICCI mo parlato con Francesco Busilacchi, fisioterapista e osteopata che lavora ormai da molti anni sia all’ospedale di Jesi che in alcuni studi professionali privati ad Ancona, Polverigi e Jesi. L’osteopatia sta prendendo sempre più campo, potrebbe spiegarci in breve cos’è, come funziona e in cosa si differenzia dalla medicina tradizionale? “L’osteopatia è una filosofia di cura che attraverso tecniche

anche preventivo. L’obiettivo è individuare, attraverso l’analisi delle sintomatologie presenti, le cause delle disfunzioni “osteopatiche”. Una volta fatto ciò si utilizzano tecniche di manipolazione per riequilibrare la funzione lesa. A proposito di manipolazione vorrei sfatare finalmente una “leggenda metropolitana”: la manipolazione cosiddetta “pesante”, per intenderci quella che fa “scricchiolare” ossa e articolazioni, che spaventa molti

manuali si propone di riequilibrare disfunzioni corporee che creano disagio al paziente. Questa ricerca di equilibrio ha scopo non solo curativo, ma

utenti, in realtà non viene sempre usata e rappresenta circa il 5% delle tecniche a nostra disposizione . Comunque nei casi in cui si rende necessario effettuarla, la si

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utilizza sempre in sicurezza,possibilmente con supporto radiografico, in modo di dare la massima garanzia al paziente. La principale differenza tra osteopatia e medicina tradizionale è che quest’ultima tende spesso a curare il sintomo con l’ausilio del farmaco,elemento esterno al corpo (per questo viene definita anche medicina allopatica). L’osteopatia ha un approccio se vogliamo più “socratico”: studia l’individuo nella sua globalità, inserendo la sintomatologia come “spia” di un malfunzionamento da individuare nella sua causa primaria, cercando all’interno del corpo stesso il rimedio necessario per raggiungere il benessere. Il padre fondatore dell’osteopatia Andrew Taylor Still era solito dire: “Il corpo umano è la farmacia di Dio”. Alla luce di ciò si nota come in realtà le due modalità non debbano lavorare in contrasto tra loro, ma in sinergia e complementarietà, fornendo così la miglior assistenza possibile al paziente”. Quali sono i principali campi di applicazione dell’osteopatia? “Le applicazioni sono molteplici:


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muscolo-scheletriche, articolari , craniali, viscero-fasciali, posturali, traumatologiche. Vanno inoltre considerate le varie possibilità elettive di sinergia tra l’osteopatia e altre branche della medicina tradizionale: ad esempio con l’odontoiatria per risolvere molte problematiche occlusali, con la pediatria per favorire un corretto sviluppo fisico del bambino sin dai primi giorni di vita e correggere alcuni difetti della crescita come la scoliosi, con gli specialisti nel settore psichico per tutte patologie quelle psicosomatiche,con il settore ortopedico per tutte le patologie muscolo-scheletriche e traumatologiche. L’ Osteopatia può giovare a tutti, anche agli anziani a cui è molto utile per riequilibrare le funzioni vitali, contrastare le patologie degenerative, normalizzare le funzioni muscolo fasciali e neuro-vegetative. Qual è la patologia che si manifesta più diffusamente e in relazione a cosa? “La maggioranza delle prestazioni richieste dagli utenti sono per patologie riguardanti la colonna vertebrale, quali ad esempio lombalgie e cervicalgie. Ciò è dovuto principalmente al fatto che per patologie dolorose di questo tipo, il trattamento farmacologico non riesce molte volte ad andare oltre un miglioramento momentaneo in quanto la causa è spesso una problematica meccanica che va r i s o l t a manualmente. Purtroppo non si è ancora diffusa la consapevolezza che la nostra professionalità può essere davvero utile anche per la cura di moltissime altre patologie; quindi all’insorgere di problematiche che non riguardano direttamente la schiena, le articolazioni o

Sempre più diffusa la pratica che attraverso tecniche manuali e naturali riequilibra quegli acciacchi che si verificano a tutte le età i muscoli, l’utenza tende a rivolgersi esclusivamente ad altri specialisti, senza considerare i benefici che potrebbe apportare loro l’osteopatia”. Qual è il ruolo richiesto all’osteopata che si relazione con il paziente e le sue problematiche? “Sicuramente bisogna avere una visione a 360° del paziente e delle sue problematiche non sottovalu-

tando mai anche il contesto nel quale esso vive e lavora. Bisogna, infatti, essere in grado di valutare accuratamente le sintomatologie presentate dai pazienti per mettere in gioco la terapia migliore, e dove ce ne fosse bisogno richiedere consulto a specialisti di altre branche mediche instaurando con loro sinergie operative a tutto vantaggio dell’utente. E’importante anche far capire a chi ci sta di fronte che l’osteopatia non è la panacea di ogni male, ma di certo può contribuire ad alleviare le cause complementari di molte tra quelle che non cura direttamente. Tutto ciò sempre in un’ottica di collaborazione e complementarietà con la medicina tradizionale”. Essendo una pratica non ancora riconosciuta ufficialmente, è possibile per i pazienti imbattersi in sog-

Nella manipolazione la salute del corpo osteopatia è un metodo di valutazione e di trattamento che tratta varie patologie senza utilizzare farmaci, ma solo attraverso la manipolazione. Lo scopo dell'osteopatia è quello di riportare una situazione non fisiologica entro un range di normalità fisiologico. La pratica della medicina osteopatica iniziò negli Stati Uniti nel 1874. Il termine "osteopatia" fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico con formazione allopatica nato nel 1828 nello stato della Virginia. Still viveva in Kansas, vicino a Baldwin City, ai tempi della guerra civile americana, e proprio qui sviluppò la pratica dell'osteopatia. Still imparò da apprendista, come accadeva per molti dei medici del tempo, e fu assunto come dottore di guerra nell'esercito degli Stati Uniti durante la guerra civile. Gli orrori delle ferite nei campi da battaglia e la successiva morte della moglie e di diversi bambini a causa di malattie infettive lo lasciarono completamente disilluso riguardo la pratica tradizionale della medicina. Still sentiva le pratiche mediche del suo tempo come inefficaci, addirittura barbare. Preoccupato da ciò che lui vedeva come problemi all'interno della professione medica, Still fondò la pratica osteopatica. Usando un approccio filosofico alternativo, si oppose all'uso delle droghe e della chirurgia come rimedi, riservandone l'uso ai casi in cui fossero l'unica cura conosciuta per una certa condizione, come un antidoto lo è per un veleno o l'amputazione per una cancrena. Riteneva il corpo umano capace di curarsi da sé, e che il compito del medico fosse quello di rimuovere ogni impedimento alle normali funzioni di ogni individuo. Promuoveva uno stile di vita e un'alimentazione salutare, astinenza da alcool e droghe, e usava tecniche manipolative per migliorare le funzioni fisiologiche.

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getti che la esercitano abusivamente. In che modo ci si può difendere? “Uno dei mezzi può essere quello di consultare il sito internet del Registro Osteopati Italiani (R.O.I.) che è un organo di autoregolamentazione creato qui in Italia con riferimento ad altri paesi europei dove l’osteopatia è riconosciuta. Vi è inserito l’elenco ufficiale degli osteopati abilitati secondo i canoni previsti in Europa. Inoltre si possono consultare i siti delle organizzazioni internazionali. osteopatiche Comunque è bene ricordare che un corso da osteopata ha una durata complessiva di almeno 5 anni (dopo il diploma di scuola superiore), quindi corsi di durata inferiore possono non garantire la preparazione necessaria e non essere riconosciuti dagli organi preposti alla tutela della professione a livello nazionale ed internazionale”. Dopo aver lavorato molti anni sul campo, sia a livello pubblico che privato, che idea si è fatto della situazione sanitaria odierna, particolarmente a livello regionale? “Partendo dal presupposto che ogni cosa, soprattutto per quanto riguarda la Sanità, può e deve essere sempre migliorata, devo dire che l’Italia e le Marche in particolare si trovano in una situazione abbastanza positiva, sia dal punto di vista organizzativo che da quello dell’efficienza nell’assistere gli utenti. Specificatamente il settore riabilitativo è in costante espansione e miglioramento. Si può citare come esempio l’Ospedale di Jesi,la realtà in cui opero, che in attesa di sviluppare compiutamente il proprio progetto di “Ospedale Modello” ha già aumentato i posti letto riabilitativi dove si trascorrono lunghi periodi di degenza , per migliorare l’offerta e l’integrazione anche con gli istituti privati che sino ad oggi se ne sono fatti carico. Non da ultimo come referente alla Formazione per il settore riabilitativo della ZT5 di Jesi posso evidenziare il notevole livello formativo dei dipendenti del settore che ci consente di dare risposte all’utenza sempre di più alto livello.


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PROGETTI

Sanidoc il nuovo modo di fare salute: la Sanità costruita intorno al cittadino

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n importante servizio a favore della salute e dell’informazione del cittadino. Questo è la grande novità che SaniDoc offre agli utenti della Sanità. L’associazione nasce nel 2008 dall’unione di alcune importanti realtà operanti su territorio nazionale, come la CNA della Provincia di Ancona, l’Anisap Marche (Associazione Nazionale Istituzioni Ambulatoriali Private) e la DentalSos. L’interesse principale è quello di fare promozione sociale nell’assistenza specialistica, sia pubblica che privata. L’obiettivo di SaniDoc è fare sì che sempre più persone possano usufruire di un livello di assistenza medica eccellente, sotto tutti i punti di vista: qualità della prestazione, tempistica e costi. Questo prestando particolare attenzione nei confronti di chi si trova in una situazione di grave disagio socio-economico: coloro ai quali il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a garantire uniformi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Conformemente ad un ‘contratto di garanzia’ tra gli associati che comprende sistemi, proce-

dure e la formazione continua “standardizzata”, SaniDoc vuole promuovere i suddetti obiettivi: integrazione socio-sanitaria, assistenza integrativa, sperimentazioni gestionali, formazione continua e formazione manageriale. Che cosa significa tutto ciò? Cerchiamo di spiegarlo rivolgendo qualche domanda al presidente di SaniDoc, Filippo Bambara.

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Presidente, che cos’è SaniDoc? “E’ un’associazione di promozione sociale, che nasce nelle Marche con lo scopo di fornire un’assistenza medica eccellente, in cui la qualità e gli erogatori di servizi sappiano parlare un'unica lingua. Tengo a precisare che SaniDoc non è né sostitutiva né alternativa, bensì integrativa al Servizio Sanitario Nazionale”. In che modo si sviluppa l’attività dell’associazione? “Attraverso i soci promotori, che possono essere le strutture pubbliche o private autorizzate e accreditate, anche titolari di accordi contrattuali con il Servizio Sanitario Regionale (all’interno del Servizio Sanitario Nazionale) e gli studi professionali mono o polispecialistici. Poi vi sono i soci sostenitori: i singoli cittadini, le sigle sindacali, le associazioni di categoria, le piccole e medie imprese, gli artigiani, gli istituti di credito. Per far parte della “Welfare Community” di SaniDoc è

necessaria un’iscrizione che comporta il rilascio di una tessera sanitaria, dal costo di 10 euro annui, per il socio sostenitore. La tessera è gratuita per i vulnerabili sanitari e sociali, pensionati e i bambini in età evolutiva. L’iscrizione può avvenire presso alcune delle strutture associate e le sedi CNA della provincia di Ancona. I soci promotori, cioè le strutture aderenti all’associazione, pagano 350

Per chi volesse ulteriori informazioni e conoscere nomi e recapiti degli associati: Numero Verde: 800912294 Presidenza: 071/887011 071/887012 www.sanidoc.it info@sanidoc.it


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PROGETTI euro annui”. Come si concretizza la funzione sociale di SaniDoc? “In modo trasparente e diretto: infatti il 20% del ricavato dalla vendita delle tessere, dei diritti derivanti dalla promozione dei pacchetti salute e donazioni, viene devoluto in prestazioni e manufatti protesici a titolo gratuito. Un contributo etico a soggetti che versano in condizioni di disagio sociosanitario ed economico, indicati dai Comuni o da altre associazioni riconosciute, che operano nel sociale. Il socio Sanidoc, oltre ad usufruire dei benefici sui pagamenti, di “corsie preferenziali”, di tariffe contenute per prestazioni sanitarie erogate presso le nostre strutture accreditate, contribuisce al bene della propria salute e anche a quella degli altri”. Quali sono i benefici per per la comunità? “Questo nuovo modo di ‘Fare Salute’ attraverso un sistema multipolare di assistenza, si confronta e si uniforma ai sistemi di eccellenza di altri paesi, annualmente individuati nel “European Health Consumer Index”. In questo modo al cittadino vengono garantiti la prevenzione, il diritto alla salute in tempi brevi e con standard di eccellenza nei servizi sanitari specialistici, con particolare riguardo a etica, sicurezza, qualità ed economicità. Inoltre viene garantito l’abbattimento dei tempi di esecuzione delle prestazioni, riducendo al minimo le lunghe liste di attesa. Essere socio promotore SaniDoc significa aiutare la Sanità pubblica nel contenere i costi, attraverso l'erogazione di prestazioni sanitarie che si fanno interamente carico dei costi gestionali, comportando minori oneri a carico del cittadino”. Qual è la novità apportata da SaniDoc nella visione generale della Sanità? “Il sistema nazionale per le attività sanitarie prevede che le Regioni, attraverso la determinazione del fabbisogno, inseriscano nell’albo, come potenziali erogatori di servizi per nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale, le strutture attraverso accordi contrattuali (ex con-

Filippo Bambara, presidente SaniDoc e Henk Schotte, professionista olandese che opera a livello internazionale venzioni). Ovviamente queste soddisfano i requisiti di accreditamento. Passiamo da una visione “monopolistica e pubblicistica” del settore sanitario ad una visione “liberista ed elastica”, fondata sul pluralismo dell'offerta, attraverso le strutture autorizzate e accreditate. Si nota la convenienza di acquisire risorse dall’esterno in luogo di produrle autonomamente spendendo di più: la novità è acquistare laddove è meglio che produrre”. Quali sono i criteri di scelta dei Soci Promotori, ovvero le strutture? “Giova sottolineare che per l'erogazione di prestazioni sanitarie le strutture debbono essere autorizzate in base alla determinazione del fabbisogno. Proprio su questa prima regola, stabilita dalle normative nazionali e regionali, SaniDoc individua le strutture in possesso dei requisiti richiesti, che sono di tipo strutturale, tecnologico, organizzativo. Oltre a questi, SaniDoc ne richiede altri: pro-

fessionali, di specialità, certificazioni di tracciabilità e rintracciabilità del sistema. Quindi non quantità ma qualità in base al fabbisogno e in favore dell’utente, che possa percepire servizi di qualità eccellente, con tempi di attesa e costi molto ridotti”. Quali sono i benefici per i soci sostenitori? “Tutti coloro che possiedono la Tessera Sanitaria SaniDoc, ad esclusione dei vulnerabili sanitari e sociali a totale o parziale carico del Servizio Sanitario Nazionale, usufruiscono di tariffe calmierate pari o inferiori alle tariffe applicate presso i

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SaniDoc in cifre

presidi pubblici, versando contributi aggiuntivi che esulano dal pagamento del normale ticket senza dover sostenere i costi gestionali per l’erogazione delle prestazioni. E’ questo che rende SaniDoc speciale: costruire la sanità intorno al cittadino. Questa è e deve essere la tendenza del futuro nel campo sanitario. Prossimamente presenteremo con più precisione le varie strutture aderenti a SaniDoc, affinché il cittadino conosca concretamente e più a fondo le realtà su cui farà affidamento. Buona salute a tutti!”. Francesca D’Amico

aniDoc è un’associazione che raggruppa al suo interno 24 strutture accreditate, che operano in vari ambiti della specialistica ambulatoriale e ospedaliera: attività socio-sanitarie, odontoiatria, oculistica, cardiologia, ginecologia, ortopedia. In questo modo risponde a necessità di prevenzione ed erogazione di prestazioni non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Al suo interno lavorano ben 400 medici che rappresentano il top degli specialisti, anche a livello europeo. I tesserati di SaniDoc sono già 5000 aderenti alla CNA della Provincia di Ancona, più altri 27 mila pensionati della CNA Marche e 2000 tessere acquistate dalla Banca di Credito Cooperativo di Falconara. Inoltre si sta già facendo conoscere l’associazione a molte altre sigle di rappresentanza interessate al nuovo sistema. Dunque una realtà già importante che guarda con ottimismo al futuro. 21


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“Muoversi” a Macerata La Provincia pensa anche ai disabili O

gni giorno sul territorio della provincia di Macerata si registrano circa 1.100 spostamenti da un luogo ad un altro del territorio da parte di persone diversamente abili. Per la maggior parte, circa 650 spostamenti, riguardano persone disabili che raggiungono il loro posto di lavoro e poi rientrano a casa. Altri 180 spostamenti riguardano invece la mobilità casa-scuola di studenti diversamente abili. Il resto della mobilità delle persone disabili sono riconducibili a motivi sanitari verso i centri di riabilitazione. E’ partita da questa indagine statistica la predisposizione da

parte della Provincia di Macerata del primo “Piano provinciale della mobilità delle persone diversamente abili” che si prefigge, tra l’altro, una maggiore accessibilità di tali cittadini ai servizi di trasporto pubblici e privati. La prima fase del Piano è stata presentata dalla società specializzata che ne cura la redazione, “T-Bridge” di Genova, al presidente della Provincia, Franco Capponi e all’assessore ai trasporti, Giorgio Bottacchiari. “La finalità ultima del Piano ha dichiarato lo stesso Bottacchiari - è quella di consentire alle persone disabili di usufruire dei servizi di trasporto collettivo alle stesse condi-

Il presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi zioni degli altri cittadini”. Il progetto interessa tutti i Comuni del territorio maceratese in modo tale da consentire la costruzione di un quadro

Apoteca, l’intelligenza meccanica che aiuta la farmacia n nuovo modello di sinergia tra pubblico e privato premiato dal successo. L’azienda Ospedali Riuniti di Ancona e Loccioni Humancare hanno creato insieme APOTECA chemo, un sistema robotizzato per la preparazione automatica di farmaci chemioterapici, in grado di identificare e pesare i principi attivi, ricostituire i farmaci in polvere e preparare le terapie in diversi formati finali attraverso un braccio meccanico ed attuatori dedicati. In questo modello non si guarda solo a ricerca tecnologica e nuove soluzioni, ma anche al requisito di sostenibilità. Il risultato del dialogo continuo tra i responsabili della farmacia degli Ospedali Riuniti e i tecnici Loccioni è proprio APOTECA chemo, che permette di automatizzare l’intera produzione di farmaci chemioterapici all’interno della farmacia centralizzata, facendo degli Ospedali Riuniti di Ancona un’eccellenza a livello mondiale. In tutti gli ospedali l’allestimento di

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terapie con farmaci antitumorali avviene tramite il dosaggio manuale dei principi attivi, effettuato da operatori specializzati. Ma la preparazione manuale dei farmaci oncologici è particolarmente critica: infatti l’estrema personalizzazione al paziente moltiplica le possibilità di errore e c’è un elevato rischio professionale per la prolungata esposizione ad agenti cancerogeni durante la preparazione e la somministrazione, con conseguente difficoltà nel reperire personale che si sottoponga a tale rischio. Infine la gestione delle informazioni relative a prescrizione, allestimento, somministrazione e tracciabilità dei processi è molto importante: un semplice errore di trascrizione può avere conseguenze gravi sul paziente. Ma ora con APOTECA chemo si trasforma la preparazione dei farmaci antiblastici, automatizzando i processi e garantendo la massima sicurezza ed efficienza. Un’innovazione importante anche in termini di costi.

generale delle abitudini di spostamento delle persone diversamente abili e definire gli interventi per una maggiore e migliore accessibilità ai servizi di trasporto pubblico in ambito extraurbano. “La Provincia di Macerata, - ha evidenziato il presidente Capponi - anche alla luce della classifica annuale stilata da Il Sole 24Ore sulla qualità della vita, in cui Macerata risulta al quarto posto tra le 109 province italiane, si pone tra le prime Amministrazioni italiane per quanto riguarda l’attenzione sul tema delicato dell’accessibilità ai trasporti per tutti i cittadini e la redazione dei Piani della mobilità dei disabili”.

“Mettiamoci in mostra”, i dipinti reallizzati dai malati psichici l Dipartimento di Salute Mentale dell’Asur di Pesaro si mette in vetrina per rivoluzionare il marchio negativo che contraddistingue le malattie psichiche e far emergere l’aspetto umano dei suoi ospiti. “Mettiamoci in mostra” è un progetto in collaborazione con la cooperativa Alpha e la Banca delle Marche. Una collettiva di quadri sulla ricerca dell’uomo, dipinti dagli ospiti delle comunità protette per migliorare la loro autonomia e integrazione sociale. Gli autori delle tele, dopo un breve percorso di pittura condotto nell’ambito delle attività riabilitativo-terapeutiche, hanno voluto mostrare un po’ di sé per ricevere critiche costruttive da un pubblico osservatore. “Dobbiamo far conoscere - ha commentato il dott. Mazini,

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responsabile delle strutture residenziali del Dipartimento di Salute Mentale - i tanti aspetti costruttivi che appartengono alle malattie mentali come la creatività, dato che l’intersezione fra genio e follia caratterizza l’essere umano da secoli. Questa mostra è solo un passo di un ampio percorso educativo-formativo, che comprende anche laboratori di arte, nella consapevolezza che bisogna conoscere ogni persona nella sua completezza e non solo per la sua malattia”.


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TERRITORIO Avviato il servizio di emodinamica a Macerata

uno dei progetti considerati strategici per la qualità dei servizi sanitari maceratesi e questa volta si è riusciti a mantenere l’impegno: il servizio di emodinamica è stato avviato il 30 dicembre all’Ospedale di Macerata. Quella di emodinamica è una delle prestazioni più attese, considerata una sorta di linea di discrimine tra una rete di ser-

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vizi sanitari adeguati al territorio e la condanna alla routine. “E’ uno dei tanti progetti strategici per l’area vasta - spiega Piero Ciccarelli, direttore dell’Asur 9 - finanziato con fondi derivanti dalla programmazione regionale, ma anche col supporto di enti territoriali come la Fondazione Carima che ha messo a disposizione un angiografo”. “Nel progetto sono coin-

volti nella stessa misura le altre due zone territoriali della provincia, quelle di Civitanova e Camerino, il laboratorio sarà autonomo rispetto alle tre cardiologie e ciò gli consentirà di lavorare al meglio, ma la sua attivazione mette in campo professionalità strumenti e unità notevoli sia nel capoluogo che sulla costa che nell’interno”.

Oltre 2000 gli interventi di soccorso compiuti dalla Centrale operativa di Ascoli I

numeri parlano chiaro. Nel corso del 2009 la Centrale operativa di Ascoli ha compiuto nella Zona Territoriale 13, ben 2.115 interventi di soccorso. Una media di sei al giorno. A questi vanno aggiunti altrettanti servizi programmati nei trasporti per ricoveri, dimissioni o trasferimenti di pazienti. Gli interventi di urgenza hanno riguardato 21 codici rossi, 535 codici gialli, 1.567 codici verdi e 2 bianchi. I 21 codici rossi stanno ad indicare altrettanti incidenti con esiti gravissimi. Mentre i 525 interventi di codice giallo dimostrano quanto sia alto il numero dei feriti gravi, sono quasi tutti riferiti a sinistri stradali. Professionisti sempre in prima linea giorno e notte, con qualsiasi condizione climatica. Sono sempre operativi, sono i medici, gli infermieri professionali e gli autisti del 118. Disponibili 24 ore su 24, giorni festivi compresi. Un lavoro durissimo effettuato congiuntamente da Ascoli, Offida e Amandola. Le tre Potes sono state dislocate strategicamente in modo da coprire l’intero territorio e intervenire in tempi relativamente rapidi. Il servizio nel 2009 si è svolto in maniera normale e fluido, negli ultimi tempi la Direzione ha provveduto a completare gli organici risolvendo anche quel piccolo problema del completa-

mento dei turni di lavoro. Al 118 operano 16 medici di cui due in centrale operativa. Dei restanti 14 medici, 6 sono convenzionale e gli altri dipendenti. Questi, a turno, operano ad Offida e Amandola. Il personale infermieristico, circa 30 unità, è coordinato dalla responsabile Anna Rita Peroni. Otto sono invece gli autisti. Il lavoro del 118 è di emergenza abituale, la casualità determina gli interventi più o meno complessi. Nel

2009 si è anche determinata una situazione di maggiore impegno assistenziale con il progetto angioplastica. Praticamente i pazienti infartuati vengono trasportati, anche da altre zone diverse dall’Asur 13, direttamente nel servizio di emodinamica

dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno.

‘Nemico pubblico AIDS’, il Comune di Camerano attento ai giovani rmai da diversi anni l’assessorato dei Servizi alla Persona del Comune di Camerano, rappresentato dall’assessore Maria Vittoria Marcelli è attento alle politiche giovanili e alla promozione di giornate mirate nel segno della solidarietà e buona politica. Nel mese di dicembre l’assessorato ha coordinato la realizzazione di due importanti iniziative nel territorio: la ricorrenza della Giornata Mondiale per la Lotta all’Aids e la Festa del Volontariato. La Giornata Mondiale per la lotta all’Aids si è svolta il 2 dicembre 2009 presso la struttura comunale “Finestre Rosse”, sede della Consulta Giovanile e dell’Associazione Finestre Rosse. Sottotitolo all’iniziativa: Nemico Pubblico – Aids. Una problematica ancora molto attuale che possiamo combattere solo con l'informazione e la prevenzione. La serata,

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che ha registrato molto interesse e partecipazione, soprattutto fra i giovani, ha visto gli interventi del vicesindaco Massimo Piergiacomi e dell’assessore Maria Vittoria Marcelli, del dott. Luca Burattini, Presidente ANLAIDS, di Luca Saracini, responsabile della Casa Alloggio “Il Focolare” e di Franco Acciarri, da tempo inserito al “Focolare”, non nuovo a questo genere di iniziative che ha portato la propria testimonianza. Inoltre, con il coinvolgimento delle Associazioni presenti sul territorio, ha avuto luogo la VI^ Festa del Volontariato realizzata sempre presso la struttura comunale “Finestre Rosse” ha avuto la sua conclusione in Piazza Roma il 20 dicembre con il mercatino della solidarietà. Quest’anno l’argomento era il rispetto dell’ambiente ispirato alla “settimana europea per la riduzione dei rifiuti”. In quest’otti-

ca sono stati organizzati eventi inerenti il tema della salvaguardia dell’ambiente circostante e come vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda. E’ stato proiettato un film documentario “Biùtiful Cauntri” sul tema dell’emergenza e dell’inquinamento in Campania, e “Ecofollie”, inchiesta realizzata da Report relativa ai rigassificatori.


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TERRITORIO Pronti i locali del reparto Lungodegenza a Recanati

ronti i nuovi locali per la Lungodegenza post acuzie all’Ospedale di Recanati. Si trovano sopra il Pronto Soccorso. Probabilmente dovranno attendere prima di essere inaugurati, perché provvisoriamente verranno utilizzati dai chirurghi per il tempo necessario per i lavori di realizzazione della nuova Chirurgia dotata di sei camere

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di degenza a due letti con bagno per la gestione del ciclo breve. “Nel frattempo, però – afferma Pierpaolo Morosini, direttore generale dell’Asur 8 – di Lungodegenza c’è bisogno, per cui saranno da subito utilizzati a tale scopo i locali previsti per ospitare l’attività riabilitativa dell’Inrca di Appignano”. Questo permetterà anche un uso più corretto della Rsa

(Residenza Sanitaria Assistita) dove spesso i pazienti rimangono ricoverati più a lungo del previsto proprio per la mancanza di un reparto dedicato. Sono stati invece inaugurati i nuovi locali della Pediatria. A giorni il reparto dovrebbe ottenere anche l’importante riconoscimento Unicef di “Ospedale Amico del Bambino”. Solo 18 in Italia le strutture accreditate.

Il Monoblocco di Senigallia, l’Ospedale di tutti D

opo 23 anni di attesa è stato inaugurato il monoblocco a Senigallia. “Finalmente sono giunti al termine i lavori – dichiara soddisfatto l’ingegnere Maurizio Bevilacqua, direttore dell’Asur 4 - Si tratta della dimostrazione concreta che il l’Ospedale senigalliese costituisce una grande opportunità, una forte e solida base per il futuro della sanità locale. Servirà per ricollocare i servizi sanitari in spazi più moderni e funzionali, oltre che per realizzare una migliore organizzazione del lavoro. L’immobile sarà occupato su tre piani da degenze e nell’ultimo dal Comparto operatorio e dalle sale parto di Ostetricia e Ginecologia. La loro complanarità con l’attuale reparto rende tutta la struttura sanitaria adatta a raccogliere al

meglio le esigenze della gente e favorire una migliore operatività del personale che, attualmente, si trova ad intervenire in spazi troppo esigui. Il nostro operato in questi anni ha saputo prevalere sull’ottica del ridimensionamento dei servizi; si è rivolto verso l’ottimizzazione delle risorse, a loro volta indirizzate al continuo miglioramento della qualità delle prestazioni erogate; esigenza primaria dei cittadini”. L’utilizzo della struttura è già stato definito da tempo per quanto riguarda l’Unità operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini, ovvero tutte le diagnostiche cosiddette “leggere” hanno trovato spazio nei locali del primo piano, cui si potrà accedere direttamente dall’esterno e ove sarà ubicato il front-office del servizio mentre

Il Sindaco di Senigallia Luana Angeloni, al taglio del nastro dell’inaugurazione del nuovo Comparto Operatorio al piano terra si trovano le diagnostiche cosiddette “pesanti”, cioè Risonanza Magnetica e Tac. Complessivamente il nuovo Monoblocco ha comportato una spesa di circa 10 milioni di euro. “Ci troviamo di fron-

La Radioterapia dell’Ospedale di Macerata si colora di arte l progetto nasce dalla sinergia tra l’Istituto Statale d’Arte “C. Cantalamessa” di Macerata e la Onluss “A.MA.RT. Associazione Macerata Radioterapia”. I locali usati per tali terapie, sono per ragioni di protezione dalle radiazioni, dei veri e propri “bunker”, isolati dal resto e fatti in modo che i pazienti all’interno, per la durata della cura, non abbiano modo di relazionarsi con altri che non siano personale sanitario o altri malati. Ben presto si è avuta la consapevolezza che il senso di gelo ed estraniamento di tali luoghi erano un sovrapprezzo troppo alto da far pagare a chi doveva sottoporsi alle cure mediche. Gli allievi dell’Istituto d’Arte sono stati informati sul lavoro, hanno incontrato lo “staff” tecnico della Radioterapia, che con “slides” e diapositive, ha spiegato la particolare tipologia di cura, in relazione alle varie forme di patologia ed

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hanno avviato il processo creativo della decorazione da adattare alle stanze. Con l’insegnante di “disegno dal vero” e alla luce della lezione e dell’esperienza fatte all’Ospedale di Macerata, gli allievi hanno iniziato la fase ideativa, fino a giungere ai bozzetti finali, che al termine del primo hanno di progetto sono stati scelti, sette in tutto.

Per informazioni: 0733-2572925 aproietti@asl9.marche.it U.O. di Radioterapia Oncologica Ospedale di Macerata Via S. Lucia n. 2

te ad un obiettivo raggiunto ha ricordato Marco Lucchetti, presidente della commissione regionale per la sanità - e ad una speranza per il futuro. Dobbiamo potenziare gli ospedali di rete come quello di Senigallia, soprattutto la rete geriatrica per l’Alzheimer e per gli anziani non più autosufficienti. Abbiamo troppe persone delle Marche poi che si affidano a strutture fuori regione e dobbiamo fare in modo che i nostri concittadini trovino corrispondenza nelle nostre”. “Il nuovo Monoblocco era un obiettivo per il quale in tanti ci siamo spesi - ha ricordato il sindaco di Senigallia Luana Angeloni - ed impegnati perché noi amministratori del territorio crediamo che il nostro ospedale sia una risorsa per la Regione. Non abbiamo mai smarrito il centro della nostra azione che sono i malati”.


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TERRITORIO Nominato il nuovo medico psichiatra per l’ambulatorio di Camerino

n tempi insolitamente brevi rispetto alla complessità della procedura, la ZT10 di Camerino è riuscita ad ottenere dalla Regione Marche il sospirato allargamento della pianta organica con tre medici stabili, uno per ogni ambulatorio del Dipartimento di Salute Mentale (Camerino, Matelica, San Severino). Ciò ha consentito di nominare il nuovo medico per l’ambu-

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latorio di Camerino, che sarà il dott. Andrea Giambartolomei. L’arrivo del medico di ruolo a Camerino consentirà finalmente al Dipartimento di avere un organico non più precario. E’ giusto ricordare che la diagnosi e la terapia della malattia mentale,ancor più di altre branche della medicina, richiede un rapporto di fiducia e stabilità degli operatori che, oltre alla prepara-

zione teorica, devono conoscere il tessuto sociale e culturale del posto per ben operare su una patologia che non riguarda un singolo organo ma l’individuo nella sua totalità e nella sua socialità. Altro tassello è stata l’assunzione delle psicologhe dott.sse Batassa e Migali, inserite presso l’U.O. Dipendenze Patologiche di Camerino e Consultorio di Camerino.

“Rivalutare Fabriano con un museo di arte,scienza e natura”

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sn. Acronimo delle definizioni Arte, Scienza e Natura che qualificano un progetto dalle molteplici valenze. La prima rivalutare il Centro Storico di Fabriano, esaltandone peculiarità architettoniche e culturali. La seconda, aprire prospettive importanti di mercato e seguire nuove strategie per superare la crisi del settore primario. La firma a questo nuovo programma che pone le basi nelle

splendide quanto uniche sculture in legno del Museo Farmacia Mazzolini in Corso della Repubblica, è quella delle dott.sse Giovanna Giuseppucci e Claudia Girolamini. Preparata farmacista la prima e grande esperta di erboristeria, laureata in questa specializzazione al corso dell’Unifabriano, la seconda. Ad onor di cronaca il piano di lavoro individuato dalle giovani fabrianesi porta il nome “Scienza e Natura 1986”, dato al book shop, impiantato tra gli arredi lignei, tra i più straordinari esempi di neogotico in Italia, commissionati tra il 1896 ed il 1899 da Ermogaste Mazzolini all’intagliatore perugino Adolfo Ricci. Quest’ultimo incaricato di raccontare nella volta e lungo le pareti della farmacia, con i ritratti di venticinque scienziati italiani e stranieri, le scoperte chimiche, fisiche e mediche che nell’Ottocento migliorarono la vita degli uomini. Il 1896, come dicevamo la data in cui fu affidata ad uno degli intagliatori più apprezzati dello scenario artistico romano, l’incarico di scolpire in forma di busto e basso rilievo i

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luminari della scienza ma anche, come ci hanno detto la Giuseppucci e le Girolamini “per rivendicare il riconoscimento dell’autonomia della professione di farmacista che puntava ad assicurare un razionale scientifico alla terapia attraverso test clinici, la sperimentazione di nuovi farmaci e nuove sostanze”. “Abbiamo in animo e siamo già a buon punto - ci anticipano - una linea di prodotti di altissimo qualitativo impostato su sostanze naturali, coltivate in terreni parti-

colari come ad esempio le salse ma anche quelli di cui il territorio è ricco, rispettose dell’ambiente, costruite con il massimo rispetto dell’igiene e la sicurezza”. In questo senso sono già partite le analisi su coltivazioni di erbe officinali condotte dalle Università di Ancona e Camerino per uno studio di filiera corta, ossia tutta proveniente dalla nostra area montana, che dalla coltivazione passa alla trasformazione, alla produzione e vendita. Daniele Gattucci


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TERRITORIO ggi la comunicazione è una disciplina consolidata. Ha una dignità pari ad altre, ma a differenza di altre possiede un‘aura di indefinito che ancora la circonda. Il punto è: comunicatori si è o si diventa? Ancora non si ha idea di qual è la comunicazione migliore. Migliore nel senso di: più efficace. Allora tutto si confonde: portavoce, addetto stampa, addetto alle relazioni pubbliche. La verità in questi anni è che la comunicazione in ambito pubblico non ha dato gran prova di sé. Dopo una spinta propulsiva intorno all’anno 2000 (la

O Comunicatori si diventa? Urge il salto di qualità

legge 150 del 2000), molto è rimasto sulla carta. Gli Uffici Relazioni con il Pubblico sono appesi tuttora in un limbo e non è stato possibile fare il salto di qualità che avrebbe permesso loro di diventare i consiglieri preferiti dell’area dirigenziale, il necessario supporto per ogni decisione di strategia sanitaria. In questi anni non è stato colto il senso di una mediazione come quella dell’URP. La prossimità al popolo e al re, come avrebbe detto in tempi non sospetti il Re Sole, non è mai stato percepito

come il quid, la cifra stilistica della professione del comunicatore. L’URP non è un’Associazione di Tutela né un patronato, ascolta il cittadino, fornisce risposte e promuove la trasparenza dell’attività amministrativa. Non lotta contro la propria Amministrazione, non ingaggia battaglie sindacali. L’ottica è quella dell’Azienda di riferimento e il contatto preferenziale col cittadino è utile per tarare l’offerta dei servizi sulla base della soddisfazione degli utenti. Luigi Sfredda

Studenti, abbonamento integrato bus-treni F

avorire gli studenti nei loro spostamenti casa-scuola eliminando l’obbligo di duplicare il costo degli abbonamenti tra l’urbano e l’extraurbano nella logica della fidelizzazione dell’utenza. Questo l’obiettivo per il quale la Giunta regionale ha approvato il progetto di integrazione tariffaria per abbonamenti urbani integrati con abbonamenti extraurbani e ferroviari in favore degli studenti. “In tale momento di difficoltà anche sociale - ha detto l’assessore ai Trasporti Pietro Marcolini - la Regione pensa di intervenire sia per aiutare le famiglie abbassando i costi dei trasporti, sia incentivando il trasporto pubblico e sollevando quindi il traffico e l’ambiente negli agglomerati urbani più inquinati”. Tale progetto, da attuarsi con il contributo finanziario della Regione Marche e delle Province marchigiane, sarà avviato entro la fine del corrente mese di gennaio e permetterà agli studenti in possesso di regolare abbonamento extraurbano o ferroviario di sottoscrivere un abbonamento urbano integrato della città dove ha sede l’istituto scolastico frequentato, pagando solo un quarto del costo di un abbonamento ordinario (mediamente 6 euro rispetto alle 24 ordinarie). Con quest’ultimo, sarà possibile cir-

colare su tutti i mezzi e sull’intera rete di trasporto urbano. La Regione – ha aggiunto Marcolini – contribuisce con uno stanziamento di oltre 200mila euro annue. La quota del 75% non introitata dagli abbonamenti urbani sottoscritti dagli studenti, sarà a carico rispettivamente: per la quota del 25% alla Regione Marche, per la quota del 25% alla Provincia in cui ricade il servizio urbano interessato, e la restante quota va intesa come sconto sulla tariffa del titolo di viaggio a carico dell’Azienda che lo ha emesso. Le aziende affidatarie dei servizi di TPL urbano potranno emettere, agli studenti frequentanti le scuole medie inferiori o superiori, con età inferiore o uguale a 20 anni, che ne facciano richiesta e a condizione che siano già in possesso di un abbonamento valido per ser-

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vizi di trasporto pubblico regionale extraurbano su gomma o ferroviario, un abbonamento urbano integrato della città dove ha sede l’istituto scolastico frequentato, con durata mensile, alla tariffa ridotta del 25% di quella ordinaria in vigore. L’abbonamento integrato sarà rilasciato allo studente, con periodo di validità corrispondente a quello indicato sull’ab-

bonamento extraurbano o ferroviario già in suo possesso. Tale abbonamento gli permetterà la fruizione dei servizi urbani sull’intera rete della città dove è ubicato l’istituto scolastico frequentato, senza limitazione di corse e orari. Il tanto atteso provvedimento di integrazione scatta in seguito alla considerazione che la maggior parte degli istituti scolastici superiori hanno sede nelle principali città delle Marche e che buona parte degli studenti sono obbligati a sottoscrivere sia un abbonamento per i servizi extraurbani che un abbonamento per quelli urbani. Tale problematica è emersa per Ancona e Macerata, per la città di Jesi, per gli studenti provenienti dal bacino maceratese (Cingoli e Apiro) e per il bacino fermano, Civitanova Marche (MC) e San Benedetto del Tronto (AP).


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“Alba Chiara” a Jesi una nuova Comunità Riabilitativa per i disabili E’

stata inaugurata il 12 dicembre scorso a Jesi alla presenza delle autorità civili e religiose la nuova Comunità Residenziale per ospiti diversamente abili “Alba Chiara”. La struttura di proprietà della Cooperativa COOSS Marche Onlus è frutto di un progetto di recupero edilizio di una ex scuola elementare cittadina ed è in grado di ospitare 10 ospiti in regime residenziale. Alba Chiara offre prestazioni educative e riabilitative garantendo un’assistenza alla persona, mirata e continua; eroga prestazioni alberghiere e assistenziali e va ad aggiungersi

alla rete di servizi territoriali e residenziali già presenti sul territorio del Comune di Jesi e dell’Ambito Sociale Territoriale X della Vallesina e fa parte della rete territoriale delle COSER (Comunità Socio Educativa Riabilitativa) autorizzate dalla Regione Marche. La Cooperativa COOSS Marche è particolarmente orgogliosa di aver realizzato questa nuova struttura e di poter contribuire in accordo con le istituzioni e gli enti locali del territorio a completare la gamma di servizi dedicati alle fasce più deboli della popolazione. Presso la Comunità Residenziale oltre

alle attività socio educative, assistenziali e riabilitative di routine sono previste: Pertanto, come già accaduto in passato, la sinergia e l’integrazione tra pubblico e privato ed in particolare la cooperazione sociale consentono di offrire soluzioni e risposte di elevato livello qualitativo nel rispetto degli standard previsti dalle normative in tempi certi e ragionevolmente brevi. Riteniamo questo livello di co progettazione dei percorsi assistenziali, educativi e riabilitativi una prassi virtuosa che nella nostra Regione ha fino ad oggi garantito il raggiungimento di obiettivi ambiziosi e risultati

eccellenti e per questo auspichiamo di poter ancora operare in futuro in questa direzione. Andrea Scocchera vicepresidente COOSS Marche

ATTIVITA’ E LABORATORI

• Attività educative e riabilitative • attività di inserimento sociale e comunitario • laboratorio creativi e di espressività artistica • laboratorio di musicoterapia relazionale • attività motoria

PROGETTI SPECIFICI

• Progetto “Indaco” (Carta Costituzionale Italiana Regione Marche) • Progetto “mobilità sociale” (Accessibilità e conoscenza del territorio) • Progetto “Oggi qui , domani la” (turismo accessibile)

I PROFESSIONISTI

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La Comunità Residenziale Alba Chiara prevede l’impiego di un organico composto da figure professionali diverse tra cui: 1 Coordinatrice responsabile 6 Educatori 9 Operatori Socio sanitari 2 Operatori Attività tutelare 1 Psicologo


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SCAFFALE Disabilità: sei facce del problema. Scritti inediti di Giorgio Moretti

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omunemente lo studio della disabilità e quello della persona appartengono ad aree diverse del conoscere e, di conseguenza, dell'agire. Per il clinico, che trova le radici del suo sapere nelle scienze naturali, la disabilità rientra nella prospettiva culturale e nella tradizione medica; chi invece si è formato nell'ambito delle scienze umane affronta la disabilità come un problema che attiene alla persona e alla sua esistenza individuale e sociale, lasciando impregiudicate le questioni di natura clinica, che non fanno parte della sua professionalità. Questo stato di cose produce spesso uno scollamento drammatico, a volte una vera e propria barriera, tra le varie competenze destinate allo stesso soggetto, ovvero la persona disabile. Disabilità e persona, intese come entità astratte, possono sì appartenere a campi di studio differenti, ma per occuparsi concretamente della persona disabile è necessario integrare nella propria professionalità gli elementi fondamentali di molte discipline, facendo prevalere ora l'una ora l'altra in rapporto ai bisogni emergenti in quello specifico soggetto, in quel determinato momento.

Curato da: Cannao, Moretti Editore: Franco Angeli Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 384 Prezzo: 38.50 euro

Un medico condotto in Italia, il passato presente. Un'analisi qualitativa

Educare il paziente

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edicina e sanità. Un rapporto stretto, complesso, spesso conflittuale. La sanità è un fenomeno naturale e sociale insieme. Si inserisce nella vita quotidiana delle persone ma anche nel sistema istituzionale della società e del welfare. Il medico è un professionista capace non soltanto di sapere e di fare, ma pure di comprendere e di condividere. Parlare della condotta medica vuol dire ricordare le origini, in Italia, negli anni del Dopoguerra, della medicina sociale. La condotta medica ha cercato di contemperare, all'interno delle istituzioni, le esigenze di cura delle comunità e la tutela della salute delle persone, favorendo anche interventi concreti di assistenza e sostegno per i più bisognosi. L'obiettivo è ricostruire, con una ricerca qualitativa sul campo realizzata a Gonars (Udine), la figura del medico condotto che vi ha lavorato dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, ricordato come un professionista serio e competente impegnato nella tutela della salute della popolazione. Ne scaturisce un ritratto del medico condotto idealtipo di tanti altri che in quegli anni hanno favorito lo sviluppo del sistema sociale del nostro Paese.

Autore: Simeoni Monica Editore: Franco Angeli Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 224 Prezzo: 22.00 euro

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educazione terapeutica del paziente (ETP) richiede una pedagogia specifica, centrata sui bisogni e sulle potenzialità della persona. Questa nuova edizione si arricchisce di riflessioni derivate dai risultati della ricerca, per esempio il ruolo di internet che, attraverso i forum di discussione tra pazienti, permette l’educazione tra pari, oppure l’educazione sensoriale, che consente ai pazienti di percepire precocemente i segnali inviati dal corpo e quindi prevenire le crisi. Si sottolinea l’importanza della comprensione, da parte del paziente, della propria malattia per realizzare l’alleanza terapeutica con i curanti. Inoltre, si definisce il ruolo dell’ETP in rapporto ad altri concetti usati in letteratura, come l’empowerment, il coaching o il disease management. Nel testo si usa deliberatamente il termine "professionisti della salute" poiché l’ETP coinvolge l’intera équipe: medici, infermieri, dietisti, terapisti della riabilitazione, psicologi ecc. Inoltre, si ribadisce che l’ETP non è solo una pratica ospedaliera, al contrario trova applicazione anche nel contesto della libera professione, dell’assistenza domiciliare, delle reti di salute o in prossimità del domicilio dei pazienti. Autore: D'Invernois Editore:McGraw-Hill Data di Pubblicazione: 2009 Prezzo: 24.00

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Dizionario degli alimenti. Scienza e tecnica

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uesta seconda edizione dei "Dizionario degli alimenti" - con le sue 4400 voci corredate da quasi 300 illustrazioni - contiene tutte le informazioni aggiornate che gli autori hanno ritenuto indispensabili per avere una visione d'insieme di questo settore così vasto. Oltre a presentare in forma aggiornata e approfondita i dati fisici, chimici e biologici già contenuti nell'edizione precedente, il volume affronta aspetti nuovi quali le allergie, i fondamenti dell'immunologia, della sicurezza alimentare, della biologia molecolare ecc. Il dizionario è anche uno strumento di studio che, grazie ai numerosi rinvii al termine di ogni lemma, permette di approfondire gli argomenti in maniera rapida e sintetica. Il lettore può farsi immediatamente un quadro completo dell'argomento di suo interesse. Agronomi, tecnologi, economisti del mondo agroalimentare, biochimici, igienisti, nutrizionisti, dietisti, operatori sanitari trarranno vantaggio dalla consultazione di questo dizionario, dove troveranno definizioni e informazioni di carattere biologico, fisico-chimico, nutrizionale, tossicologico e organolettico.

Autori: Adrian Jean, Potus Jacques, Frangne Régine Editore: Tecniche Nuove Data di Pubblicazione: 2009 Prezzo: 99.00 euro


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DALLA PARTE DEL CITTADINO

Pensioni d’invalidità, domande finalmente all’INPS I

Il nostro esperto LINO RIGNANESE

n questo 2010 si presentano molte novità riguardanti i cittadini, nel campo della previdenza, delle invalidità civili o di accompagno, o delle pensioni.

INVALIDITA’

Per l’espletamento delle invalidità le “Commissioni MedicoLegali” saranno composte oltre che dai vari medici delle Asur, anche da un rappresentante medico dell’Inps, in qualità di partecipante diretto alla visita. Una tutela in più per il cittadino e una qualità migliore per un servizio diretto a quanti hanno patologie particolari.

RIDUZIONE TEMPI DI ATTESA

Il tempo medio per un verbale

di invalidità o di accompagno è di circa 90 giorni, mentre l’attesa può variare tra 120 e addirittura 150 giorni) e ci si deve poi ripresentare per una giusta causa o un ricorso al Tribunale Ordinario, oppure inoltrare una nuova domanda. Il fatto nuovo è che le stesse domande di pensione d’invalidità, dovranno d’ora in poi pervenire alla Sede Provinciale dell’Inps. Ciò permetterà una un’abbreviazione dei tempi di attesa.

RITOCCO PENSIONI MINIME

DA gennaio saranno ritoccate le Pensioni Minime e le Pensioni relative agli Assegni Sociali, partendo dallo 0,7% per

arrivare al 7-8%, sugli importi conteggiati nel mese.

DOMANDE DI PENSIONE

Inoltre in questo periodo si possono presentare le domande di pensione generica, ma con altre novità, ancora con la finestra a tutto il mese di gennaio 2009. Tutto ciò riguarda sia chi ha effettuato versamenti per 35 anni (per contribuenti di 60 anni) sia per le donne se le stesse hanno 65 anni, sia ancora, come previsto nella “Finanziaria 2007” per chi ha raggiunto “il minimo”, cioè ha versato contributi per almeno 20 anni maturati nel 19961997.

Da questo numero potete fare domande riguardanti le pensioni all’esperto Lino Rignanese inviando una email a info@senzaeta.it

Assegno ordinario di invalidità Che cos’è

I requisiti

E' un assegno che spetta ai lavoratori dipendenti e autonomi affetti da un'infermità fisica o mentale. L'assegno ordinario di invalidità non è una pensione definitiva: ha una durata massima di tre anni ed è rinnovabile su domanda del beneficiario, che viene quindi sottoposto ad una nuova visita medico-legale. Dopo due conferme consecutive l'assegno diventa definitivo. L'assegno ordinario di invalidità viene concesso anche a chi continua a lavorare. In questo caso il titolare ogni anno può essere sottoposto a visita medico-legale. Al compimento dell'età pensionabile l'assegno viene trasformato in pensione di vecchiaia, ricorrendo i relativi requisiti.

Si può ottenere quando si verificano le seguenti condizioni: • l’infermità fisica o mentale, accertata dal medico legale dell’INPS, che provochi una riduzione permanente a meno di un terzo della capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle attitudini del lavoratore; • un'anzianità contributiva e assicurativa di almeno cinque anni, di cui almeno tre versati nei cinque anni precedenti la domanda di pensione.

La domanda La domanda deve essere compilata sul modulo disponibile presso gli uffici Inps o sul sito dell’Istituto www.inps.it nella sezione “moduli” 31

e presentata direttamente agli uffici Inps oppure inviata per posta o trasmessa tramite i Patronati, che offrono assistenza gratuita. Ogni domanda deve contenere tutta la documentazione e le informazioni ritenute indispensabili, contrassegnate da una cornice blu. fonte: www.inps.it


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