La rivista della famiglia
n. 42
Novembre Dicembre 2010 Euro 2,00
Editore: Pixel - Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona
Come difendersi dai giocattoli cattivi C’è il Rapex del Ministero della Salute ad aiutarci
Trovata la nuova molecola naturale per “garantire” la memoria nel tempo
CREPET
Genitori: quando il buonismo fa danni
Invecchiare? C’è il Network. Fazio assegna la Ricerca all’Inrca con sede ad Ancona
EDITORIALE
Avetrana in tv, quale educazione? Fanno notizia solo sangue e violenza
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a cronaca nera riguarda sempre di più le famiglie. Padri che ammazzano figli, mogli e poi si suicidano. Ragazzi che compiono violenze inaudite, fino ad ammazzare, come è accaduto alla povera Sarah, ad Avetrana. C’è chi propone una sorta di “moratoria”, vorrebbe che televisione e giornali parlassero d’altro. Sono d’accordo che certa morbosità potrebbe essere gestita da una televisione e da una stampa di migliore qualità, tuttavia non credo che il problema si risolverebbe. Anche il Fascismo aveva proibito ai giornali e alla radio di parlare delle morti per suicidio, ma non ha giovato: solo alcuni decenni più tardi abbiamo scoperto che proprio durante il ventennio si era consumata la più grande “epidemia” di condotte suicidarie. Dunque il problema non si risolve girando la testa da un’altra parte. Forse dovremmo chiederci perché in un paese così progredito e economicamente benestante certe tragedie (del tutto simili a quelle che accadevano quando ancora abitavamo stamberghe e morivamo di fame) continuano a insanguinare la nostra comunità.
di Paolo Crepet
Forse non è vero che siamo cresciuti, ovvero sono soltanto migliorate le nostre condizioni materiali, ma non certo quelle spirituali. Quindi, ancora una volta, siamo di fronte ad un problema educativo. Siamo proprio così sicuri che se in un liceo si decidesse di approfondire il delitto di Avetrana (non negli aspetti giudiziari) non si aiuterebbe quella generazione di ragazzi e di ragazze a ragionare sulla “anestesia dei sentimenti” che la cronaca quasi quotidianamente ci ricorda? Molta gente, e molti intellettuali purtroppo, non vedono l’ora di parlare del sesso degli angeli, cercando di evadere dalla nostra vita sociale. In altri periodi abbiamo capito qualcosa proprio perché grandi scrittori come Buzzati o Pasolini ci hanno aiutato leggendo la nostra quotidianità, non scappando da essa. Nessuno o pochi che hanno ancora il coraggio di dire che trasmissioni reclamizzate come “Amici”, “il grande fratello”, “uomini e donne” sono fortemente diseducative e fanno parte di quel terreno di coltura sul quale cresce il cinismo e la violenza che la cronaca racconta.
sommario RUBRICA DI PAOLO CREPET
“Ho provato con le buone, le ho dato sempre tutto”
6
Giocattoli pericolosi sotto l’albero?
8-9-10
MINISTERO DELLA SALUTE
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DOSSIER
Invecchiare? C’è il Network
SOCIALE
Il Francobollo, un grande riconoscimento per Albertone
RICERCA
Cardiologia nell’anziano: quali soluzioni in una realtà che cambia
INRCA
12-13 15
Una sconfinata giovinezza... quando il cinema è vicina all’Alzheimer
16-17
PREVENZIONE
18-19
Omotaurina, prevenire l’Alzheimer
Lazio: “Il piano di rientro fa rima con qualità” 20-21 Marche: Riordino e riforma: le Marche approvano 22-23
SANITA’
LAVORO
Lavorare in sicurezza, va meglio ma non basta
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REGIONE MARCHE
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Energie Alternative... ecco l’impegno della Regione
UNIVERSITA’
L’Unicam per lo sviluppo dell’Africa grazie ad AfroInnova
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ECONOMIA E SOCIETA’
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Dalla Banca Popolare di Ancona 200 milioni per le imprese
TERZAETA’EXPO
Ad Ancona una fiera per tutti
28-29
TURISMO SOCIALE
MGM, il tour operator “Dedicato a te”
30-31
COOPERATIVE SOCIALI
Cooss Marche, l’Aula del Mare un museo aperto chiesto dai bambini stessi 33
CASE DI CURA
Grimani Buttari, la fisioterapia per mantenere il paziente autonomo 35
ORDINE DEI MEDICI ROMA
Medici in Trincea... chi si difende da chi? E perchè?
LE OPINIONI
Come il giudice accetta la responsabilità del medico Verso una longevità attiva
MEDICINA
Ayurvedica, dall’Indica una medicina dolce Verso una longevità attiva
OSPEDALI
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Asur 7: “Il Volo della Fenice”: la promozione della salute negli anziani
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DALLA PARTE DEL CITTADINO
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La quattordicesima per gli assegni bassi
EDITORE PIXEL REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 www.senzaeta.it - info@senzaeta.it Direttore: Gabriele Costantini. Capo Redattore: Riccardo Milani. Hanno collaborato: Lorenzo Ricci, Mauro Ragaini, Luigi Sfredda, Daniele Gattucci, Lino Rignanese, Julian Burnett, Claudio Acacia, Giulia Zenni, Marco Traini, Gabriele Ferretti, Laura Berrettini, Valentina Pierucci, Nicoletta Di Benedetto. Comitato scientifico SENZAETA’: Direttore prof. Paolo Crepet, prof. Paolo Busilacchi, direttore Scuola Ecografia, radiologo, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Università La Sapienza, avv. Giovanni Conti, legale, dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, dott.ssa cav. Paola Michelacci, Turismo sociale. Stampa ROTOPRESS Loreto Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 - POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona Abbonamenti Versamento con bollettino postale intestato a Pixel, Via Valenti, 1 - 60131 ANCONA c/c 75639823 - 10 euro per 6 numeri
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RUBRICA | SCUOLA PER GENITORI
“Ho provato con le buone, le ho dato sempre tutto”... Quando il buonismo fa danni S
ono la mamma di due bambine, è da qualche tempo che la grande mi sta preoccupando. E' in prima media, a scuola va volentieri ma a casa non vuole studiare, passiamo i pomeriggi sopra i libri, non si concentra, mi vuole sempre vicino, arriva la sera e non ha concluso niente. E' disordinata, imprecisa nella scrittura. Mi chiama in continuazione anche per cose banali. E' sempre nervosa e scontenta, passa da momenti di euforia a momenti di tristezza, litiga con la sorella, controlla sempre quello che si compra alla piccola, anche se io ho sempre cercato di fare le cose uguali per non farla soffrire di gelosia. Quando andiamo a fare compere per lei, prima mi fa comprare e quando è fuori del negozio già non le piace più quello che ha preso. Non so più cosa fare: ho provato con le buone parlandole, poi con le cattive ma non riesco a venirne fuori. Vorrebbe sempre stare fuori casa a giocare con le ami-
Una bambina vuole sapere se nella vita potrà fare ciò che vuole o no e inconsciamente vorrebbe avere un capitano, non un genitore incapace di dire “no”
chette ma non è molto contenta quando le chiamo a casa nostra vuole andare lei da loro. In tutte le cose vuole avere ragione lei, è molto polemica e ogni cosa che faccio o che dico io è sbagliata, anche se ho notato che prende atto dei miei consigli soprattutto quando è fuori casa. Non riesce a decidere sullo sport che le piace una volta piscina, una volta ballo, una volata canto, alla fine non fa niente. Io cerco di accontentarla in tutto ma non so se faccio bene, non riesco a capire se ha dei problemi o se è il suo carattere. La mia pazienza sta
terminando, a volte è insopportabile. Mi chiedo in cosa sbaglio e cosa devo fare? Cara signora, purtroppo per lei non è una questione legata al carattere di sua figlia e tantomeno un problema psicologico, ma si tratta di una questione legata all’educazione. Lei si chiede se a darle tutto si sbaglia: certo che si sbaglia! Una bambina vuole sapere se nella vita potrà fare ciò che vuole o no e inconsciamente vorrebbe
La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista Senzaetà affronterà il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli, con le devianze che ne seguono.
Per scrivere al prof. Crepet e alla sua Scuola per Genitori: scuolagenitori@vi.artigianinet.com crepet.paolo@gmail.com www.scuolagenitori.it www.impresafamiglia.it
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avere un capitano non un genitore incapace di dire “no”. Sono anni che vedo i risultati di questa “pedagogia buonista” e sono terrificanti: quei figli viziati e accontentati in tutto, aiutati a fare i compiti, accompagnati a scuola e a sport, crescono deboli e ricattabili, totalmente incapaci a rispondere alle prime difficoltà della vita. Cerchi di riprendersi lo scettro del comando, altrimenti se ne pentirà. Ultima e inevitabile domanda: ma dov’è finito il padre, che pensa di questa educazione?
PILLOLE | Atleti si nasce, questione di geni ricercatori dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi che, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Udine e dell’Università Vanderbilt nell’Iowa e l’Università del Tennessee, dopo aver studiato 205 atleti, di cui 53 di livello agonistico e 152 dilettanti e 458 non atleti, hanno scoperto che esiste una predisposizione genetica per lo sport agonistico. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Bmc Medical Genetics, ha esaminato il Dna di sportivi e ha osservato una variante del gene del recettore dell’interleuchina1, la molecola responsabile dell’infiammazione dell’apparato muscolare in conseguenza agli sforzi fisici. Negli atleti agonistici questo gene è presente in misura doppia rispetto ai non sportivi. Quindi l’atleta agonistico ha la caratteristica di presentare
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una risposta infiammatoria maggiore presso la propria struttura muscolare, ma possiede anche la capacità di recuperare più velocemente rispetto a chi non fa sport, riuscendo quindi ad allenarsi di più degli altri. Tuttavia, nonostante la predisposizione l’effettiva capacità atletica dipende anche da fattori ambientali e motivazionali.
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el latte materno è stata identificata una sostanza in grado di neutralizzare le cellule tumorali. Si chiama Amleto, per l’esattezza Hamlet (Human Alpha-lactalbumin Made lethal to Toumor cells), e per la prima volta è stata sperimentata con risultati positivi sull’uomo. La scoperta, pubblicata su Plos One, porta la firma dei ricercatori dell’Università di Gothenburg e
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della Lund University in Svezia. Pazienti con cancro della vescica sono stati trattati con iniezioni di questa sostanza, formata da una proteina e da un acido grasso e hanno espulso nelle urine cellule tumorali morte dopo ogni trattamento. Sulla base di questi risultati, la speranza è che da Amleto possano nascere nuove terapie anti-cancro. La scoperta, come spesso accade, è avvenuta per caso. I ricercatori stavano studiando le proprietà antibatteriche del latte materno. I test di laboratorio hanno mostrato che Amleto uccide 40 differenti tipi di cellule tumorali e gli scienziati stanno ora valutandone gli effetti sul melanoma, sui tumori delle membrane mucose e su quelli cerebrali. La sostanza colpisce solo le cellule malate, senza alcun danno per quelle sane.
Sposati e longevi li uomini sposati vivono più a lungo. Perchè è presto detto. Pare che le mogli siano generalmente molto attente alla salute dei mariti e li convincano insistentemente ad effettuare dei controlli medici. Altrimenti, in molti, se ne dimenticherebbero. E per chi non ha intenzione di sposarsi solo per avere qualcuno che gli ricordi le visite dal dottore, basterà avere maggiore memoria e ricordarsi di fare i
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Anche in Italia il nuovo farmaco che cura il diabete... e il sovrappeso arrivato in Italia a settembre un nuovo farmaco ‘intelligente’ per combattere il diabete di tipo 2. Assunto una volta al giorno, in qualsiasi momento, migliora il controllo glicemico stimolando la secrezione di insulina in base alle concentrazioni di glucosio presenti nel sangue, evitando in questo modo ipoglicemie. Liraglutide, ha l’effetto di inibire l’appetito favorendo la perdita di peso, è efficace sul control-
Si chiama Amleto l’anticancro naturale del latte materno
lo della pressione arteriosa e migliora la funzionalità delle beta cellule del pancreas. Infine, grazie alla sua elevata similitudine alla molecola naturale (pari al 97% del GLP-1), liraglutide riduce il rischio di creazione di anticorpi. Controllando la glicemia in maniera ‘intelligente’, liraglutide consente inoltre di ridurre significativamente il rischio di ipoglicemie. Secondo le statistiche più aggiornate ogni 10 secondi una persona muore per cause collegate al diabete e ogni 20 secondi due persone si ammalano di questa malattia. Si stima che i costi legati alle cure del diabete nel mondo ammontino a circa 286miliardi di dollari e che, nel 2025, la cifra potrebbe arrivare a 396miliardi, pari al 13% del bilancio mondiale per l’assistenza sanitaria. Nel 2007 il diabete ha causato 3,8 milioni di decessi nel mondo, pari al 6% della mortalità globale, quasi quanto l’AIDS.
controlli di routine e le visite di prevenzione…o assumere una segretaria.
Tacchi alti e schizofrenia... quali sono le relazioni?! alla Svezia arriva la teoria che individua una forte correlazione tra schizofrenia e uso di scarpe con i tacchi alti: tra l’altro l’apparidella re malattia e l’utilizzo d e i
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tacchi alti sarebbe contemporaneo in Mesopotamia. Prova “definitiva” ne sarebbero le popolazioni di nativi americani, dove non sarebbero mai stati segnalati casi di schizofrenia finché le donne usavano i mocassini. La spiegazione sarebbe che camminando con il piede in posiziona non piana, i recettori nervosi vengono stimolati in modo diverso, influenzando la produzione di dopamina, sostanza che ha un ruolo chiave nell’insorgenza della schizofrenia.
Giocattoli pericolosi sotto l’albero? DOSSIER | GIOCATTOLI BUONI E CATTIVI
Il sistema di sicurezza del Ministero blocca fra gli altri lo Yo-Yo strangolatore e le bolle di sapone contaminate da microrganismi
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più pericolosi? Sono lo YoYo che può strozzare, le armi giocattolo con puntatore laser, lesivo per la vista, le palline che aumentano la loro dimensione con l’acqua e che nelle vie respiratorie possono determinare soffocamento, mentre se ingerite (sono simili alla granella di zucchero) dare occlusione intestinale. Oltre al classico peluche, se perde il pelo... Ogni anno per Natale si ripropone lo stesso problema, in famiglia: “Ma questo giocattolo sarà adatto a nostro figlio?”. Prima di scatenarsi con lo shopping natalizio per aggiudicarsi le ultime novità e l’oggetto del desiderio di tutti i bambini, bisognerebbe fare una serie di riflessioni tutt’altro che semplici, da cui però dipendono sicurezza e salute. Ma chi vigila sulla tipologia e soprattutto sulla pericolosità dei giocattoli che regaliamo?
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A sinistra la dott.ssa Aurelia Fonda mostra lo yo-yo incriminato sul monitor del suo ufficio, al Ministero della Salute, da dove passano le segnalazioni del sistema di sicurezza europeo RAPEX.
“Noi operiamo con la collaborazione di tutti i Paesi dell’Unione Europea grazie al sistema RAPEX – afferma la dott.ssa Aurelia Fonda, responsabile delle procedure afferenti a tale sistema nella Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria
(ufficio IV) del Ministero della Salute – E’ il sistema europeo che lancia ‘l’allerta rapida’ e vigila sui rischi possibili, attraverso segnalazioni ai vari stati membri. A noi arriva l’allarme e subito scattano i controlli: incarichiamo i NAS ad eseguire le
Più sicurezza per i nostri bambini
er giocattolo si intende qualsiasi prodotto concepito o manifestamente destinato ad essere utilizzato ai fini di gioco da minori di quattordici anni. I giocattoli debbono essere fabbricati a regola d'arte e possono essere immessi sul mercato solo se non compromettono la sicurezza e la salute degli utilizzatori o quando rispondono ai requisiti essenziali di sicurezza. La Direttiva comunitaria sicurezza giocattoli n. 88/378/CEE fissa i principi di riferimento che, nella realizzazione di giocattoli, devono essere rispettati per garantire un elevato livello di protezione della salute e della incolumità fisica degli utilizzatori. Questa norma comunitaria è stata recepita con il D. Lgs. 27 settembre 1991, n. 313. Secondo la legge il giocattolo deve essere privo di parti appuntite e taglienti, deve resistere agli urti e non provocare ferite in caso di rottura. Le parti smontabili, se ingerite, devono avere delle dimensioni da impedire il soffocamento. Inoltre, non deve contenere sostanze o preparati che possono diventare infiammabili, infatti i materiali con cui sono costruiti e le vernici utilizzate devono rientrare nei limiti di tolleranza biologica previsti e, nei giochi elettrici, la tensione di alimentazione non deve superare i 24 Volt.
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ricerche di quel tipo di giocattolo in tutta Italia, se lo trovano, lo “bloccano” con sequestro cautelativo, lo portano all’Istituto Superiore di Sanità dove vengono eseguite tutte le analisi del caso e se il riscontro del pericolo è reale, scatta il ritiro e il richiamo. Procedure simili scattano
DOSSIER | GIOCATTOLI BUONI E CATTIVI anche sulla base di segnalazioni di possibili rischi che arrivano dalle ASL, dall’ARPA, dagli organi di Polizia, talvolta dalle denunce degli stessi cittadini ai NAS. Anche in tal caso scatta il sequestro, l’analisi dell’ISS e se il rischio è confermato, la notifica è inserita dall’Italia nel RAPEX”. Che tipo di giocattoli sono stati sequestrati perché pericolosi confermatisi dopo le analisi? “Nel 2009 sono state presentate dall’Italia per tutti i prodotti al consumo 33 notifiche (di cui 10 relative ai giocattoli), di queste 28 sono state preparate dal Ministero della Salute; nel 2010, ad oggi, abbiamo quasi raddoppiato il numero di notifiche (61, ben 60 preparate dal Ministero della Salute) di queste 22 hanno riguardato giocattoli. E’ stato l’anno della scoperta del fatto che le bolle di sapone provenienti dalla Cina non erano adeguatamente controllate dal punto di vista
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Cos’è il RAPEX
apex è “European Rapid Alert Sistem for non-food consumer products”, il sistema europeo di allerta rapida per i prodotti di consumo pericolosi cui il ministero della Salute partecipa attivamente ricevendo le segnalazioni e avviando le indagini per individuare la presenza sul nostro territorio dei giocattoli a rischio immessi sul mercato che potrebbero contenere o addirittura liberare sostanze chimiche nocive, tossiche,con problematiche microbiologiche, provocare lesioni dirette o indirette a organi come la vista, l’udito o rischi di altro genere. Oltre al sequestro di norma è prevista la massima informazione ai consumatori sui prodotti confermati pericolosi, monitoraggio costante del mercato nazionale e aggiornamento continuo dei dati. www.salute.gov.it/sicurezzaChimica/sicurezzaChimica.jsp
Il marchio CE non basta più. Ecco chi vigila su tutto ciò che regaliamo ai nostri bimbi! microbiologico, abbiamo quindi imposto severi controlli, ed altri Paesi europei (Finlandia e Spagna) hanno seguito il nostro esempio. Abbiamo evidenziato per primi il rischio delle palline igroscopiche, usate anche per l’idratazione delle piante, troppo simili a caramelle, che hanno recentemente provocato in Polonia un grave incidente: un bambino è stato sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza. Abbiamo inoltre vietato tutti i gadget (venduti spesso nel
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Come scegliere un giocattolo
olo approfonditi test di laboratorio possono garantirvi una maggiore sicurezza. Ma ci sono degli indicatori che permettono una scelta abbastanza accurata.
1 Leggere sempre le etichette e le avverten-
ze: esse sono riportate appositamente per informare il consumatore. La marcatura CE è obbligatoria per i giocattoli e significa “conformità alle norme europee” che spesso il produttore attesta attraverso l’autocertificazione. Il nome del produttore, importatore o distributore è obbligatorio. Ci sono le indicazioni relative all’età per cui il giocattolo è ritenuto adatto. La presenza del simbolo denominato “fantasmino” indica l’esistenza di un rischio per bambini di età inferiore a 3 anni.
2 Quando
si comprano giocattoli per bambini di età inferiore a 3 anni (36 mesi) assicuratevi che il giocattolo non contenga piccole parti
3 Verificare che i giocattoli non abbiano
punte, parti o angoli eccessivamente sporgenti, appuntiti o taglienti.
4 Giocattoli elettrici con parti che si scal-
dano non sono raccomandabili per bambini di età inferiore a 8 anni. I giocattoli elettrici non devono mai essere alimentati direttamente dalla corrente elettrica a 220V.
5 Giocattoli
che funzionano a batteria destinati a bambini di età inferiore a 36 mesi devono avere un vano batteria inaccessibile, realizzato in modo tale da richiedere l’intervento di un adulto per essere aperto.
6 Frecce e archi usati come giocattoli dai
bambini devono avere adeguate protezioni che proteggano da possibili lacerazioni. Monitorate il gioco dei bambini: un uso improprio può essere molto pericoloso.
7 Palloncini in lattice gonfiabili sono peri-
colosi se rotti o sgonfi per bambini di età inferiore a 8 anni.
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DOSSIER | GIOCATTOLI BUONI E CATTIVI periodo di Carnevale) il cui scopo è dare la scossa e ricordato il rischio grave per la vista associato ai puntatori laser, spesso componenti di pistole e fucili giocattolo”. Se dovesse dare un consiglio per… Natale?
La lista dei 10 peggiori giocattoli a WATCH (acronimo di World Against Toys Causing Harm, un’associazione che si occupa di individuare i giocattoli dannosi per i bambini), ha stilato una lista... la lista dei 10 peggiori giocattoli dell’anno. Anche quest’anno, per fortuna, il WATCH ha fatto la lista dei giocattoli più pericolosi e dannosi in circolazione che vi consiglio di controllare, anche perchè alcuni di essi potrebbero essere ancora tranquillamente in commercio e acquistati a causa del loro aspetto innocuo. Nella lista del 2009 c’era un batman di gomma, un libro per imparare a contare, un cane di pezza e un bambolotto con la culla. http://www.toysafety.org/
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“Difficile generalizzare, i casi che vediamo sono talmente vari… Per sapere cosa non comprare perchè provatamente pericoloso consiglierei di fare un giro sul sito del Ministero Salute (sotto il link Sicurezza chimica c’è un apposito sistema di ricerca) e sul sito Europeo del RAPEX; visionando le foto dei giocattoli notificati e ritirati, possiamo notare che praticamente tutti erano forniti di Marchio CE, quindi… Direi poi che quando dobbiamo comperare un giocattolo prima di tutto dobbiamo… annusarlo. Se emana un qualsiasi odore è già “sospetto”; tanto più se è cattivo, significa infatti che l’oggetto rilascia qualche sostanza chimica, meglio diffidare! Altro indi-
catore di rischio è la perdita di pelo nei peluche che nei bimbi più piccoli può essere facilmente inalato e/o ingerito. Cerchiamo di trovare giocattoli che stimolino la fantasia, e non bariamo sull’età, se un giocattolo è consigliato per bimbi sopra i 10 anni, non cerchiamo di anticipare i tempi, anche se nostro figlio è il più bravo della classe. Infine non sarebbe male dare anche un’occhiata agli imballaggi.
Nel 2009 sono state presentate dall’Italia per tutti i prodotti al consumo 33 notifiche (di cui 10 relative ai giocattoli), di queste 28 sono state preparate dal Ministero della Salute
Green Toys, i giocattoli ecologici che fanno divertire... anche l’ambiente
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ducativo, economico, divertente ed ecologico. Negli ultimi anni si è (fortunatamente) diffusa una nuova idea di giocattolo che rispetta l'ambiente grazie all'uso di materiali naturali come il legno o il cotone, ma anche grazie alla manodopera che non sfrutta gli abitanti dei paesi in via di sviluppo. Gli eco-giocattoli: come dare nuova vita a materiali che altrimenti finirebbero in discarica, creando dei nuovi oggetti dall’alto valore simbolico. Questi sono giocattoli che per far divertire i bambini senza arrecare danni all’ambiente. Rappresentano un modo intelligente per sensibilizzare gli adulti ed avvicinare i più piccoli alle tematiche del riciclo e del riutilizzo dei materiali. Un interessante esempio viene dalla società americana Green toys, (letteralmente: giocattoli verdi) che produce una serie di eco-giocattoli costruiti con materiali da riciclo (si tratta di giocattoli interamente realizzati in plastica riciclata, prove-
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niente da ex contenitori per il latte). Abbiamo anche un esempio italiano. Sono stati scelti i vincitori della prima edizione del Premio Impresa Ambiente, ideato dai ministeri dell’Ambiente e delle Attività Produttive, da Unioncamere e Camera di Commercio di Roma. Vincitrice per la categoria Miglior Prodotto la Ecotoys srl di Cermenate (CO) per i giocattoli completamente biodegradabili realizzati in materiale a base di amido di mais e coloranti di tipo alimentare.
Invecchiare? C’è il Network. Fazio assegna la Ricerca all’Inrca con sede ad Ancona
MINISTERO DELLA SALUTE | NETWORK TERZA ETA’
U
n altro passo avanti nel rafforzamento della rete nazionale di ricerca sull’anziano. Con l’Inrca di Ancona nel ruolo di struttura tecnica di riferimento di una rete nazionale di una rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva che comprende il Ministero della Salute e la Regione Marche. La struttura coordinerà i punti di eccellenza italiani per raccogliere, elaborare e fornire consulenza, banche dati, indirizzi di politiche (socio) sanitarie e di protocolli di cura in tema di invecchiamento e longevità attiva, coordinando expertises scientifiche sanitarie, sociali, economiche, tecnologiche ed umanistiche. E’ questo il contenuto dell’Intesa sottoscritta a Palazzo Raffaello tra il presidente della Regione Gian Mario Spacca e Ministro della Salute Ferruccio Fazio. “Perché nelle Marche? Per ragioni di competenza - ha precisato il prof. Fazio - L’Inrca è l’unico Istituto nazionale a carattere scientifico che opera esclusivamente nella geriatria e gerontologia”. “Si conferma vincente – spiega Spacca - la scelta condivisa dalla Regione con il Ministero della Salute per concentrare le
Il Ministro Prof. Ferruccio Fazio e il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca alla firma dell’intesa sul Network risorse e le potenzialità culturali e professionali esistenti attraverso l’opera di “rete” attribuita all’INRCA con l’organizzazione del Network Nazionale sull’Invecchiamento e la Longevità Attiva. La scelta è caduta sulla Regione Marche perchè risulta essere tra quelle aree con il più alto tasso di longevità su scala nazionale e soprattutto perché da tempo siamo impegnati in una politica progettuale attenta alla realtà dell’anziano per tutelarne le fragilità e promuoverne le potenzialità a favore della comunità. Coerentemente a questa impostazione, l’attuale governo regionale pone tra gli
obiettivi del programma della legislatura un progetto integrato di longevità attiva, per consolidare la centralità degli anziani nell’azione di governo,
per fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza età, soprattutto la non-autosufficienza, per porre l’anziano come nuovo protagonista della vita sociale. Siamo convinti che sia necessaria una strategia complessiva per affrontare la terza e quarta età sia in termini socio-sanitari e assistenziali che nella vita di ogni giorno”. Non solo Sanità e cure quindi, ma sociale, stili di vita, abitazioni adeguate, gestione del tempo libero: vogliamo cercare una risposta a tutto, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita. Il network si potrà avvalere di una serie di competenze complementari ed integrate, come ad esempio gerontologia e geriatria, demografia e sociologia, genomica e robotica, economia sanitaria.
Scheda tecnica del NETWORK
Presidente: scelto dal Ministro della Salute d’intesa con il Presidente della Regione Marche Consiglio Direttivo: 9 membri, di cui 1 Regione Marche, 1 Ministero, 2 Inrca, 5 da Assemblea Attività: • Approccio interdisciplinare alle problematiche dell’invecchiamento; • Promozione e tutela della popolazione anziana con particolare riguardo al sostegno di stili di vita protettivi; • Studio degli scenari epidemiologici e socio-economici connessi all’invecchiamento della popolazione; • Promozione delle conoscenze per l’evoluzione dei modelli assistenziali e di cura per le comorbilità fragilità e disabilità dell’anziano; • Integrazione socio-sanitaria e sviluppo dei servizi territoriali dedicati per la presa in carico e la continuità dell’assistenza; • Sviluppo di relazioni internazionali, per collaborazioni su progetti comuni, confronti culturali, interscambio di esperti ed operatori in formazione; • Sviluppo dell’impiego di biotecnologie e sistemi telematici, informatici e domotici dedicati; • Comunicazione con i cittadini, anche mediante portali informatici dedicati alla conoscenza del fenomeno dell’invecchiamento, con indicazione dei vari progressi ottenuti e delle scelte migliori per gli ammalati; • Analisi degli aspetti socio-comportamentali ed economici dell’invecchiamento, con riguardo anche all’invecchiamento di genere • Sviluppo di una cultura di politica generazionale e familiare, come connotato preliminare per la partecipazione, l’autonomia, l’autodeterminazione nella condotta di vita.
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Il francobollo, un grande riconoscimento per Albertone SOCIALE | FONDAZIONE ALBERTO SORDI
C’
è una novità alle Poste: sul francobollo un viso molto noto: Alberto Sordi. E poi Vittorio Gassman e Federico Fellini. Stiamo parlando di una speciale collezione di francobolli, a edizione limitata, pensata per celebrare i grandi protagonisti del cinema italiano. I francobolli hanno ciascuno un valore di 0,60 euro; il foglietto con i tre esemplari dunque costerà 1,80 euro è prodotto in due milioni di pezzi. Come illustrazioni sono stati scelti ritratti fotografici eseguiti dal bozzettista Vangelli delle Poste Italiane; sullo sfondo compare una pellicola cinematografica che prosegue sui bordi del foglietto. Tutti e tre sono nati all'inizio degli anni Venti (Fellini a Rimini nel 1920; Sordi anch'egli nel 1920 a
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Roma; Gassman a Genova nel 1921). I tre francobolli, uno dei quali dedicato al re della commedia all’italiana emesso a partire dal 28 ottobre scorso, è realizzato da Poste Italiane e fortemente voluto dalla Fondazione Alberto Sordi. Parole commosse, ma anche qualche bel messaggio all’evento di presentazione: erano presenti Diletta D'Andrea Gassman, Sergio Utili, direttore Fondazione Alberto Sordi, Stefania Binetti, responsabile delle relazioni esterne della Fondazione, Paola Gassman e Francesca Fellini, nipote del regista riminese. “Perché un francobollo? – si chiede Giorgio Assumma, presidente SIAE – La motivazione sta nella grandezza di tre grandi attori che hanno onorato la nostra arte cinematografica”. Tutti conoscono l’immensa produzione cinematografica di Alberto Sordi e le sue inconfondibili interpretazioni, ma non tutti sanno che Alberto Sordi si era iscritto alla Società Italiana Autori Editori nel 1949, come autore di opere teatrali, radiofoniche e letterarie e nel 1957 come compositore, per poi aderire nel 1975 anche alla Sezione Cinema. Sordi aveva fama di parsimonioso nelle piccole cose, ma era sicuramente generoso e lungimirante per i grandi progetti. “Un altro aspetto poco noto della personalità di Alberto, emerso solo dopo la sua
“Anziani, un impegno e una ricchezza”, la Fondazione Alberto Sordi vicina ai nostri nonni umanità di Alberto Sordi è l’umanità profonda, discreta e riservata al tempo stesso, fatta di altruismo innato, gesti quotidiani di com-
L’
prensione e condivisione, mai plateali. Un’umanità che ha trovato la sua forma compiuta nella Fondazione Alberto Sordi. Istituita dall’attore nel 1992 e riconosciuta come Ente Morale nel 1995, la Fondazione Alberto Sordi promuove la ricerca scientifica sulle patologie dell’età avanzata e l’assistenza qualificata alle persone anziane, nel rispetto prima e nella valorizzazione poi della
SOCIALE | FONDAZIONE ALBERTO SORDI
Un modo (ad edizione limitata) per commemorare tre grandi personaggi del nostro cinema. I francobolli hanno ciascuno un valore di 0,60 euro; il foglietto con i tre esemplari costa 1,80 euro ed è prodotto in due milioni di pezzi
dignità della persona umana e del suo diritto alla vita e alla salute. Alberto Sordi, indimenticabile interprete dei nostri tempi, ha vissuto con discrezione e riservatezza una sua particolare sensibilità verso la terza età. Ha quindi donato alla Fondazione, che porta il suo nome, un terreno su cui realizzare un progetto
scomparsa - precisa Sergio Utili direttore della Fondazione Sordi - è la generosità nei confronti della persona anziana in difficoltà. Sul terreno donato dall’attore negli anni ’90 alla Fondazione sorgono oggi due importanti strutture: la prima è un innovativo Centro diurno per Anziani Fragili mentre la seconda è un Centro di Ricerca avanzata per la cura e lo studio delle patologie dell’invecchiamento con l’ausilio scientifico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma”.
socio-sanitario di livello universitario dedicato alla protezione, alla cura, e al miglioramento delle condizioni di vita delle persone anziane. Nella società attuale la richiesta di interventi di assistenza e cura degli anziani non è eludibile: sia a fronte delle esigenze psico-fisiche legate all’età, sia anche per offrire servizi, prodotti e metodologie innovative, in grado di assicurare alle persone anziane il mantenimento di un proprio ruolo sociale “attivo” e “produttivo”, del tutto integrato con gli altri segmenti della popolazione. Per questo la Fondazione Alberto Sordi ha posto al cen-
Stefania Binetti ritira il Premio Raffaello per la Fondazione La responsabile della Fondazione Alberto Sordi Stefania Binetti, nella foto, mentre riceve il Premio Raffaello durante la cerimonia svoltasi al Palazzo delle Produzioni di Fermo. La Fondazione è infatti stata selezionata a livello italiano per le sue attività sociali benemerite, ricevendo l’ambito riconoscimento nella prima edizione della manifestazione, insieme a molte altre associazioni, aziende e realtà del made in Italy dell’eccellenza
tro del suo intervento la persona anziana, con tutto il suo valore, la sua creatività, i suoi affetti. Sin dalla sua costituzione si è impegnata a: - realizzare e sostenere centri polivalenti per l’assistenza sociale e sanitaria - istituire centri di ricerca biomedica applicata in particolare alle patologie dell’età avanzata - promuovere e seguire la formazione umana e professionale del personale infermieristico - favorire programmi di cooperazione universitaria e scientifica, in particolare sulle fisiopatologie dell’invecchiamento.
Con questi obiettivi la Fondazione Alberto Sordi ha fatto nascere a Roma, in collaborazione con L’Università Campus Biomedico di Roma, sul terreno donato da Alberto Sordi, il “Polo di Ricerca Avanzata” e il “Centro per la salute dell’Anziano”. Qui si realizza l’interazione tra la dimensione sanitaria e quella sociale degli anziani.
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SINDACATI | SPI CGIL NAZIONALE
Altro che nuova Sanità: i tagli minano il futuro dei servizi per gli anziani N
e sentiamo parlare ogni giorno, ma guardando a cosa è stato fatto in concreto, il federalismo sembra servire più alla campagna elettorale della Lega che alla soddisfazione dei bisogni delle persone. Dei quattordici decreti previsti dall’ormai famosa legge n.42, in realtà solo uno e mezzo sono stati definiti: quello approvato per intero riguarda la legge su Roma capitale. L’altro è relativo al federalismo comunale. Nulla si è mosso invece sul versante della sanità e dell’assistenza sociale, eccezion fatta per il dibattito aperto intorno alla definizione dei
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Con l’invecchiamento della popolazione aumentano le malattie croniche e il bisogno di un cambiamento profondo del modello di cura Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e sui costi standard che questi comportano. Confronto importante, che però
esclude chi, come gli anziani, deve fare i conti più con malattie croniche che acute. “Sono questi i Lea che servono agli anziani? - si chiede Celina Cesari, responsabile nazionale sanità e assistenza del Sindacato pensionati italiani Cgil - Lo dico perché ci sembra urgente individuare i fabbisogni standard degli anziani, farli diventare livelli essenziali e finanziarli. Questo implica la necessità di avere una sanità pubblica del tutto nuova: per affrontare il problema delle malattie croniche non si possono più aspettare i pazienti sulla soglia del palazzo della cura. C’è bisogno di una struttura sanitaria capace di slanciarsi nel territorio per affrontare sin dall’inizio gli episodi di cronicità, per allontanare nel tempo il loro aggravamento e la loro degenerazione in non autosufficienza. Di questo abbiamo necessità di discutere e invece di questo non si discute”. Eppure la rivoluzione demografica in atto nella nostra società e l’evoluzione epidemiologica che l’accompagna richiederebbero risposte nuove e più in sintonia con la realtà mutata. Così come la novità culturale rappresentata dalla competenza del paziente su metodi e sistemi della cura. “Si finge di cambiare – osserva il segretario generale dello Spi
Cgil Carla Cantone – mentre il paese ha bisogno di un cambiamento profondo del modello di cura e di affrontare il tema dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). È necessario trovare i soldi, ad esempio nell’evasione fiscale, per finanziare servizi vitali per tanti anziani e per le loro famiglie. Finora il governo ha risposto con tagli disperanti: se per il 2010 il fondo sociale nazionale era più che dimezzato, per il 2011 si prevede il suo sostanziale annullamento accompagnato dalla cancellazione del fondo nazionale per la non autosufficienza. Sul fondo sociale rimarranno 75 milioni di euro; per dare l’idea dell’entità dei tagli, ricordo che nel 2007 il fondo stanziato ammontava a un miliardo di euro”. Soldi che sono serviti per sostenere la spesa dei servizi sociali e dei servizi alla persona avviati in questi anni nel nostro paese. Soprattutto il welfare locale è mutato grazie a quei finanziamenti e alle norme previste dalla legge nazionale di riforma della sanità n.328 del 2000. “Adesso – afferma Celina Cesari – i tagli del governo rischiano di minare il futuro di milioni di anziani e di cancellare un discrimine preciso: la salvaguardia dell’inviolabilità della dignità delle persone”.
RICERCA | INRCA
Cardiologia nell’anziano: quali soluzioni in una realtà che cambia
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d Ancona, al Teatro delle Muse, si è tenuto il convegno nazionale “La cardiologia nell’anziano: quali soluzioni in una realtà che cambia”. Organizzato dall’Inrca, dall’Università Politecnica delle Marche e con il patrocinio delle più importanti associazioni del settore, il convegno ha visto un foltissimo pubblico e un gran numero di esperti che hanno illustrato le nuove soluzioni per la presa in cura del paziente anziano con problemi cardiologici. Perché studiare la cardiologia dell’anziano? A questa domanda ha risposto Roberto Antonicelli durante la presentazione del convegno. “La società invecchia - ha spiegato Antonicelli, direttore del corso - e si sente sempre più il bisogno di branche specialistiche per l’anziano. Lo specialista, in questo caso il cardiologo, deve essere edotto alla cardiologia dell’anziano. La specializzazione deve riguardare una branca della medicina, ma anche un tipo di paziente critico. Molto spesso l’anziano è un soggetto particolare, con varie patologie che si sovrappongo-
no, ha bisogno di luoghi specifici e continuità assistenziale. Il paziente anziano ha anche necessità di ricerca, per questo l’Istituto Inrca è in sinergia con altri istituti e associazioni del settore geriatrico”. L’anziano è un paziente particolare, per questo è stato pensato un nuovo Ospedale, proprio per migliorare i servizi dedicati agli ultra 65enni. La nuova struttura dell’Ospedale geriatrico deve tener conto di molti fattori: la domiciliarizzazione dell’anziano quando possibile, per ragioni logistiche e affettive, va privilegiato il ruolo della casa e del medico di famiglia, ma quando il paziente entra in Ospedale, deve trovare dei percorsi specifici, una struttura organizzativa dedicata a questo tipo di paziente. La famiglia, la continuità dell’assistenza e il paziente anziano nella sua completezza sono gli obiettivi che l’Inrca persegue. L’anziano è fragile e deve essere considerato tale. Anche la struttura architettonica dell’Ospedale ha come priorità il paziente e insieme a una organizzazione flessibile deve essere sempre vicino all’anziano considerandone tutti gli aspetti.
In alto Roberto Antonicelli direttore U.O.C. di Cardiologia all’Inrca, Nella foto a fondo pagina Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico Inrca e Enrico Paciaroni, presidente onorario e membro del Comitato di Indirizzo e Verifica Inrca
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ALZHEIMER | INRCA
Una sconfinata giovinezza... quando il cinema è vicino all’Alzheimer P
DI RICCARDO MILANI
upi Avati ha presentato ad Ancona il 42mo film della sua prestigiosa carriera, “Una sconfinata giovinezza”. Protagonisti Fabrizio Bentivoglio e Francesca Neri in una storia d’amore che vede una coppia combattere contro l’Alzheimer che colpisce il marito per “tramutare il loro amore in qualcosa di diverso” ha sintetizzato il regista. Prima della proiezione e del dibattito al cinema Mr Oz, il registra bolognese è stato ospite in un incontro tenutosi a Villa Gusso, sede del Centro Diurno Alzheimer dell’INRCA. Un film o meglio una fiaba, come è nello stile del regista Pupi Avati, dove la poesia suscita nello spettatore forti emozioni e gli fa provare sensazioni coinvolgenti. Parla, questo bel film, di due personaggi, “giganti” nella loro semplicità, ormai
Il regista Pupi Avanti durante un’intervista non più giovani, che si amano, come se vivessero fuori dal proprio tempo, come se fossero nella fase di innamoramento. “Pupi Avati ha fatto una scelta coraggiosa – ha sottolineato Dalia Ilari, Presidente dell’Ama -. Il nostro lavoro come associa-
zione si propone di affiancare le famiglie in un percorso di caregiving doloroso. L’Alzheimer è una malattia che colpisce soprattutto la famiglia del malato, per questo bisogna essere vicini alle persone e sostenerle nel miglior modo possibile”.
Il film e la trama di Pupi Avati
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ino Settembre e sua moglie Chicca conducono una vita coniugale serena e senza serie difficoltà. Sono entrambi soddisfatti delle loro professioni, lui prima firma alla redazione sportiva del Messaggero e lei docente di Filologia Medievale all'Università Gregoriana. L'unico vero dispiacere che ha accompagnato i venticinque anni di matrimonio è la mancanza di figli. Una mancanza che non ha compromesso la loro unione ma l'ha al contrario rinsaldata. L'oggi però, in modo totalmente inatteso, presenta loro una grossa preoccupazione: Lino da qualche tempo accusa problemi di memoria che mano a mano si accentuano andando a compromettere in modo sempre più evidente il quotidiano svolgersi delle sue attività sia nell'ambito professionale che familiare. Dapprima sia lui che Chicca decidono di riderci sopra ma il disturbo si manifesta sempre più fino a quando, dopo attenti e approfonditi esami, un neurologo diagnostica una patologia degenerativa delle cellule cerebrali.
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“Il Centro Alzheimer dell’INRCA - ha ricordato la Dott.ssa Patrizia Civerchia - opera dal 1997. Da allora siamo molto cresciuti pur mantenendo la flessibilità necessaria per supportare i bisogni del malato”. Maestro Avati, come nasce questa storia e la decisione di occuparsi di Alzheimer? “La ragione per cui mi sono occupato di questa patologia sta nel mio rapporto col tempo. Sono un 72enne e dunque un anziano, nel secondo tempo della propria vita. In molti miei film guardo con rammarico affettuoso al mio passato, imputandomi la responsabilità di aver vissuto la giovinezza con troppa fretta. Ora la regressione, che è tipica di questa patologia, si impone anche a chi, come a me, non è stato diagnosticato l’Alzheimer. Ma quel bambino di 8, 9, 10 anni che sono stato e che credevo di aver tacitato, spinge sempre di più per tornare a galla. Tutto, dal cane Perché, che era il cane di mio padre, al diamante ritrovato dalla zia nella macchina incidentata dove i miei avevano trovato la morte, è accaduto veramente, anche la lotta che facevamo con Leda, che è stata la mia prima “ebbrezza” sessuale, e Nerio, il bambino senza palato che sapeva tutte le tabelline a memoria: è tutto reale. Quando mio suocero ha cominciato a dimostrare una strana innocenza e un nitore speciale nel ricordo del passato, mi sono interessato a questa malattia. Ho pensato che forse era ora che raccontassi finalmente una storia d’amore, dopo 41 film. Perché oggi non si abbandonano più solo i cani sulle autostrade, ma si abbandonano anche i parenti e questo dovrebbe farci riflette-
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L’Alzheimer e il Centro Diurno all’Inrca a malattia di Alzheimer, descritta per la prima volta nel 1906 è un processo degenerativo che colpisce le cellule del cervello. Tale degenerazione avviene, in particolare, nelle aree che governano la memoria, il linguaggio, la percezione e cognizione spaziale e col passare del tempo il malato diventa sempre più dipendente dagli altri. Dopo i 65 anni la probabilità di sviluppare la malattia raddoppia ogni 5 anni e all’età di 85 anni la probabilità è pari al 50%. A livello mondiale i malati oggi sono 35,6 milioni, ma le stime ci dicono che saranno 65 milioni nel 2030 e ben 115 milioni nel 2050. L’Inrca ha istituito nel 1997 il Centro Disturbi della Memoria e Malattia di Alzheimer. Il centro comprende un ambulatorio clinico diagnostico e il Centro Diurno Alzheimer (CDA), la prima struttura semiresidenziale della Regione Marche specifica per malati con demenza. Il centro assiste anziani con problematiche cognitive, psichiche e comportamentali e i loro caregiver, cioè i familiari o chi assiste il malato. Perché ricordiamo che l’Alzheimer è una malattia che colpisce non solo il paziente, ma anche tutta la sua famiglia.
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re”. Una scelta coraggiosa... “Mi auguro che questo lavoro esca dai ristretti confini dell’arte. Per la prima volta esco dalle tematiche intimiste care al mio cinema e ne affronto una sociale. Bisognerebbe chiamare questa malattia in altro modo, se no si rischia di banalizzare l’aspetto terribile che di per sé che la caratterizza. Penso che per tale ragione il film, benché abbia ricevuto lodi e manifestazioni di affetto, non stia riscuotendo il successo di pubblico che merita, soprattutto l’interesse che dovrebbe meritare questa tematica. La gente è terrorizzata da questa malattia. In realtà il film parla di vicinanza, di affetto e di amore”. Un lavoro difficile, quindi, e una sorta di ritorno all’infanzia... “Per un narratore come me, da sempre sensibile al tema della memoria, scivolare come in un tapis roulant nei piani del passato e del presente era una sfida troppo affascinante per non coglierla. La vita in fondo è un po’ come l’Alzheimer: un percorso ellittico. Si parte, e nel punto di massima distanza dalla partenza si tocca la ragionevolezza, e la creatività svanisce: il più devastante tra i disturbi della mente. Poi si volge verso la fine e si ritorna all’origine. La nostalgia che sento, nei miei 72 anni, è per l’infanzia, per via San Vitale 51 a Bologna, mio padre e mia madre. Ad esempio per quando mangiavo i gelati. Ho ricominciato a mangiarli. La mente torna a casa. Rientra”.
Sopra il regista Pupi Avati con Enrico Paciaroni, membro del Comitato di Indirizzo e Verifica Inrca e Dalia Ilari, presidente AMA. Sotto insieme alla Prof. Luisa Bartorelli, direttore del Centro Alzheimer Fondazione Roma
Nella preparazione del film Pupi Avati si è avvalso della consulenza scientifica della Prof. Luisa Bartorelli, Direttore del Centro Alzheimer Fondazione Roma. “Non esiste prevenzione specifica per la malattia, a parte forse una buona qualità dell’invecchiamento che ne può rallentare lo sviluppo. Purtrop-
po non esistono rimedi, se non cure farmacologiche che ne rallentano il decorso. Ancora l’eziologia primaria dell’Alzheimer non è nota: conosciamo solo la patogenesi. Comunque strumenti non farmacologici come l’arteterapia o la musicoterapia possono far ottenere risultati incoraggianti”.
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PREVENZIONE | VIVIMIND
Cinema e farmacologia DI NICOLETTA DI BENEDETTO
Al centro Francesca Neri e il regista Pupi Avati insieme, a sinistra, a Paola Severini che ha moderato la serata di presentazione del film ‘Una sconfinata giovinezza’ al cinema FilmStudio di Trastevere e, a destra, l’imprenditore e scienziato Francesco Bellini a FB Health, azienda italo-canadese, con sede ad Ascoli Piceno, specializzata nel settore farmaceutico e presieduta dal dott. Francesco Bellini, è stata protagonista di una serata organizzata a Roma presso il cinema d’essai Filmstudio (zona Trastevere), per la proiezione dell’ultimo film del regista Pupi Avati “Sconfinata giovinezza”. Una serata per affrontare e confrontarsi su un tema attualissimo, come l’Alzheimer. Il regista ha affrontato questo tema con sensibilità e purezza d’animo, così come solo lui sa cogliere anche gli aspetti poco felici dell’esistenza. La proiezione è stata preceduta dall’ intervento del dott. Bellini, del regista e Francesca Neri, del prof. Umberto Scapagnini presente assieme al figlio Giovanni, neuroscienziato, che da tempo si occupa del problema. L’incontro tra cinema e ricerca clinica si è svolto alla presenza di una platea numerosa, che ha occupato ambedue le sale del cinema, composta in prevalenza da medici neurologi, geriatri e non solo. Alla proiezione hanno preso parte anche presidenti e rappresentanti di varie associazioni impegnati a fronteggiare l’infelice cammino non solo del paziente ma anche delle famiglie di chi è stato colpito dalla malattia. La serata è stata anche l’occasione per far conoscere, non solo al numeroso pubblico ma anche alla stampa presente, la ricerca farmacologica che da circa dieci anni ha portato avanti la FB Health in questo campo. Gli studi, come ha spiegato Bellini, si sono basati su una nuova molecola naturale detta Omotaurina, componente principale di Vivimind, un integratore finalmente disponibile anche in Italia. La FB Health, con la ricerca scientifica e clinica, ha dimostrato che l’Omotaurina è un nutraceutico che protegge l’ippocampo, la parte del cervello che per prima risente dei danni legati alla memoria. In medicina vale sempre il detto meglio prevenire che curare.
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Omotaurina,
Italia è uno dei paesi in cui il tasso di invecchiamento della popolazione è molto intenso e veloce: all’aumento dell’età media corrisponde la crescita esponenziale delle patologie cronico-degenerative e invalidanti, tipiche dell’invecchiamento, che costituiscono oggi il 90% delle cause di malattia e di ospedalizzazione. Chiediamo al prof. Giovanni Scapagnini dell’Università del Molise, se è possibile oggi parlare di cure preventive per le malattie più…. diffuse e frequenti della terza età. “Il declino cognitivo e la demenza rappresentano una forma di invecchiamento patologico sempre più frequente negli ultra 65enni: ogni sette secondi un nuovo caso di demenza nel mondo! E la malattia di Alzheimer è la forma più diffusa: ogni anno sono 80.000 i nuovi casi in Italia. Gli ultimi dati presentati dall'Alzheimer Association parlano di una triplicazione dei casi di Alzheimer da oggi al 2050 e per quella data si prospetta che, nel mondo occidentale, un anziano su tre sarà affetto da Alzheimer. Numeri enormi, insostenibili per qualsiasi sistema sanitario. Considerata la limitata efficacia dei farmaci oggi disponibili per l’Alzheimer e la ricerca di nuove molecole farmacologiche mirate alla cura, negli ultimi anni si è posta molta attenzione sulla possibilità di intervenire anticipatamente: la medicina preventiva è oggi la priorità del sistema sanitario pubblico! A tal riguardo, è da poco entrata in commercio in Italia una nuova molecola naturale, l’Omotaurina, derivata da alcune specie di alghe marine, che ha la capacità di proteggere il cervello dall’invecchiamento e migliorare la funzionalità della memoria”. Ma che cos’è nella pratica e come funziona? “L’omotaurina è un integratore alimentare su cui negli ultimi dieci anni è stata condotta una notevole mole di ricerca scientifica e clinica che ha dimostrato le sua straordinaria efficacia in termini di neuroprotezione. Si tratta di un composto solfonato di basso peso molecolare in grado di legarsi al peptide Abeta (l’elemento patologico caratteristico dell’Alzheimer e dell’invecchiamento cerebrale) nella sua forma solubile.
Il legame con la forma solubile di beta amiloide impedisce al peptide di assumere la struttura fibrillare, non più solubile e ne favorirebbe l'eliminazione prevenendone l'accumulo. L’omotaurina si è dimostrata in grado di proteggere nei ratti i neuroni e l’ippocampo (l’area del cervello deputata alla memoria) contro la tossicità da beta amiloide”. Ma perché questa scoperta ha efficacia per l’Alzheimer? “Oltre ai numerosi dati ottenuti su modelli sperimentali di declino cognitivo e di invecchiamento cerebrale, l’omotaurina, caso abbastanza unico per un integratore alimentare, è stata anche valutata in un ampio studio clinico sull’Alzheimer, lo studio Alphase. Questo studio clinico di fase III, multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, è stato condotto su più di 2000 pazienti affetti da Alzheimer da lieve a moderato (1052 in USA e 975 in Europa), già in trattamento con inibitori dell’acetilcoli-
Cos’è VIVIMIND VIVIMIND è un prodotto nutraceutico a base di OMOTAURINA VIVIMIND ha seguito un percorso di sperimentazione clinica sino alla fase III. E’ stato testato su oltre duemila pazienti con declino cognitivo e affetti da Alzheimer. Gli studi clinici confermano l’azione di contenimento del processo di decadimento neuronale e delle relative prestazioni cognitive. VIVIMIND è UTILE per la sua azione preventiva nei casi di perdita e disturbi della memoria e delle facoltà cognitive.
PREVENZIONE | VIVIMIND
prevenire l’Alzheimer
Il prof. Giovanni Scapagnini dell’Università del Molise, è l’esperto che ha sperimentato la nuova molecole benefica ed ha accettato di rispondere alle nostre domande
nesterasi, e seguiti per 18 mesi. Lo studio oltre a valutare la capacità dell’omotaurina di migliorare il declino cognitivo ha anche valutato in un sottogruppo di pazienti, l’andamento della perdita di volume dell’ippocampo durante il periodo del trattamento mediante risonanza magnetica volumetrica”. Quando si può prendere e in che misura?
Contro l’Alzheimer prevenzione mirata: ecco la nuova molecola naturale per “garantire” la memoria nel tempo “Lo studio ha dimostrato che l’omotaurina somministrata due volte al giorno ad un dosaggio di 100 mg o di 150 mg, è in grado di ridurre in maniera significativa la perdita di volume dell’ippocampo tipica della patologia di Alzheimer; ha inoltre evidenziato nei pazienti osservati, un migliore andamento dello stato cognitivo e delle funzioni mnemoniche. Tale studio oltre a dimostrare l’efficacia clinica dell’omotaurina nei pazienti affetti da Alzheimer, sostiene fortemente l’utilizzo di tale sostanza come trattamento specifico per la pre-
La FB Health si presenta
FB Health è una nuova società che nasce con una mission specifica e focalizzata: ricerca, sviluppo e commercializzazione di molecole innovative per la prevenzione e il trattamento delle patologie in ambito Neurologico e Geriatrico, con una particolare attenzione verso i pazienti anziani e i meccanismi dell’invecchiamento. FB HEALTH S.r.l. Via dei Sabini, 28 63100 Ascoli Piceno www.fb-health.com fb-health@fb-health.com
L’impegno di Francesco Bellini Il presidente della FB Health, il dott. Francesco Bellini, è da oltre 30 anni impegnato nella ricerca di soluzioni innovative per la salute dell’uomo. Nato ad Ascoli Piceno, ha vissuto in Canada gran parte della sua vita professionale. Con la fondazione di BioChem Pharma si pone all’attenzione del mondo farmaceutico internazionale per la scoperta di uno dei primi e più importanti farmaci antivirali. l’Epivir. Con Neurochem, Bellus Health, inizia un lungo processo di ricerca dedicato alle neuroscienze e in particolare al morbo d’Alzheimer; con VIVIMIND la FB Health arriva all’eccellenza nella ricerca scientifica venzione dell’insorgenza della malattia di Alzheimer”. Quali saranno le prospettive? “Questo importante composto è in grado di proteggere il cervello e l'ippocampo contro la neurotossicita' da beta amiloide e quindi un ideale strumento
terapeutico di prevenzione dell'invecchiamento cerebrale e dell'insorgenza della malattia dell'Alzheimer oltre che come coaudiuvante in pazienti affetti da Alzheimer in modo lieve o moderato già in trattamento con inibitori dell'acetilcolinesterasi o altri farmaci”.
FB Health è una società guidata da innovazione e ricerca. Tutti i prodotti sono originati dagli sviluppi dei più recenti studi e da una costante collaborazione con la classe Medica Specialistica e le Istituzioni Scientifiche. FB Health ha l’obiettivo di raggiungere e mantenere l’eccellenza in ogni singolo passo della sua attività e, in particolare, nella creazione di un solido rapporto con Neurologi, Geriatri e in generale con tutta la classe Medica e Scientifica impegnata negli stessi obiettivi. Secondo questa linea di pensiero FB Health cercherà sempre di garantire il massimo supporto alla divulgazione scientifica e alla promozione di scambi culturali.
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Sanità, il Piano di Rientro fa rima con qualità SANITA’ | REGIONE LAZIO
“Puntiamo sull’alta specialità” dice Renata Polverini, governatore della Regione Lazio
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i tratta di affrontare la situazione più critica mai avuta in passato, aggravata da una crisi generale senza precedenti. Accanto a sacche di eccellenza convivono ritardi strutturali e distribuzione disomogenea dei servizi, pur se di qualità. Come ripartire dal deficit più alto d’Italia, mantenendo un buon livello qualitativo? Abbiamo chiesto alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini di illustrarci la situazione laziale nel momento certamente più delicato, quello della ripartenza... Qual è la filosofia di base cui si ispira il duro piano di rientro della Sanità che ha appena ricevuto l’approvazione del Governo? “In quest’ultimo periodo si è spesso sentito parlare in modo improprio ed inesatto dell’accezione di “rete”: questo termine d’ora in poi per tutti i cittadini del Lazio si tradurrà e significherà soltanto “alta specialità”.
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Tagli e ripartenza nel momento più difficile. Si punta allo sblocco dei fondi Fas e ad un nuovo concetto di “rete” Si tratta di un concezione nuova e moderna di Sanità, che guarda costantemente alle realtà più virtuose d’Europa per poter applicare gli stessi meccanismi nel nostro territorio. Il concetto di “reti ospedaliere” è quindi del tutto nuovo per i cittadini della Regione Lazio che potranno già a medio termine
iniziare ad ottenere i primi benefici soprattutto usufruendo di servizi migliori. La caratteristica peculiare di questo nuovo sistema è l’interconnessione costante tra le strutture che fanno parte del servizio sanitario regionale: si tratta di una cesura forte con il passato, che permetterà di ricondurre finalmente i posti letto ai tetti fissati dal Patto per la Salute e consentirà un risanamento strutturale dell’intero sistema, senza perdere mai di vista l’obiettivo principale di far entrare il Lazio nell’elenco delle regioni più virtuose d’Italia per la sanità e anche fra il novero delle realtà che hanno i conti a posto”. Mi può indicare le due emergenze da affrontare subito nella Regione? “Prima di tutto il pesantissimo debito che abbiamo ereditato, di oltre dieci miliardi di euro, cui si aggiunge un ulteriore debito annuo che solo negli ultimi mesi ammonta a poco oltre 1 miliardo. Abbiamo dovuto mettere mano ai conti, tagliando gli sprechi e ottimizzando le risorse disponibili; abbiamo trovato una situazione a dir poco disastrosa, con fattu-
re pagate due volte e spese a dir poco inutili. Naturalmente, la dimensione economica del problema non deve far passare in secondo piano gli aspetti invece positivi dell’offerta sanitaria del Lazio, caratterizzata da un elevato livello di assistenza e che si pone all’avanguardia a livello nazionale, e non solo, in molteplici specializzazioni. L’approvazione del Piano di Rientro da parte dei ministeri vigilanti ci consente di procedere all’attuazione del nostro programma con maggiore serenità: in seguito a questa operazione verranno infatti sbloccati i fondi “Fas”, riusciremo a non aumentare le addizionali Irpef e Irap e potremo ottenere ulteriori 1,5 miliardi di euro dal Ministero dell’Economia che fino ad oggi sono stati trattenuti a causa dell’incapacità in passato di rispettare parametri e obiettivi che erano stati assegnati ai governi”. Quali ancora i nodi da sciogliere e che saranno affrontati invece in un secondo momento? “Il Sistema Sanitario Regionale nel Lazio è oggi ad un punto di svolta. La situazione di disavanzo che si è venuta a creare
SANITA’ | REGIONE LAZIO negli anni, a fronte di una struttura del Servizio sanitario troppo costosa e non efficace in misura corrispondente, comporta l’urgenza di cambiamenti in diverse direzioni. Abbiamo tutte le carte in regola per entrare a far parte del novero delle regioni più virtuose d'Italia per quanto concerne la sanità. La riorganizzazione della rete ospedaliera, l’accorpamento delle Aziende sanitarie locali, con la conseguente riduzione degli apparati amministrativi, e il potenziamento delle reti di alta specialità sono soltanto il primo passo di un progetto complesso attraverso il quale l'assistenza tornerà ad essere realmente “alla portata” del cittadino”. Il Piano degli Ospedali ha suscitato polemiche: è cambiato qualcosa, c’è qualche schiarita? “Con l’attuazione del nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera ci proponiamo di lasciarci alle spalle questa difficile fase che, lo ricordo, abbiamo ereditato. Al contempo vogliamo far tornare l’offerta sanitaria del Lazio in linea con gli standard qualitativi degli altri paesi europei. Sarà proprio questo piano di riorganizzazione che ci consentirà di tornare ad offrire assistenza sanitaria di qualità ai propri cittadini. Il concetto fondamenta-
le di “centralità della persona” non costituirà una semplice e retorica affermazione di principio, ma si tradurrà in scelte concrete in tutti i settori dell’assistenza sanitaria”. Come funzionano nel Lazio le prenotazioni e le liste d’attesa per le visite mediche, problema sentito gradappertutto? vemente Funzionano le prenotazioni presso le farmacie? “Stiamo lavorando, di concerto con il Governo e con il Ministero della Salute, ad un importante progetto per abbattere le liste d'attesa per le visite mediche. Lo scorso 1° novembre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il Piano nazionale di governo delle liste d'attesa 2010-2012 che assegna un ruolo strategico ai Cup e delinea quattro classi di priorità: le prestazioni ambulatoriali urgenti dovranno essere garantite in 72 ore, quelle indifferibili in 10 giorni, le visite mediche differibili entro 30 giorni, gli accertamenti differibili andranno eseguiti in 60 giorni. Come Regione Lazio potenzieremo il Cup al fine di renderlo più rapido ed efficiente attraverso ad esempio la messa in rete delle agende affinché possano essere visualizzate in tempo reale dalle aziende ospedaliere, dai poliambulatori e dai Cup stessi
Numeri utili delle ASL Lazio ASL
Centralino
Ausl Roma A Ausl Roma B Ausl Roma C Ausl Roma D Ausl Roma E Ausl Roma F Ausl Roma G Ausl Roma H ASL RIETI ASL FROSINONE ASL LATINA ASL VITERBO Ministero della Salute
06-844831 06-41431 06-51001 06-522877562 06-68351 0766-5911 0774-3161 06-93273915 0746-278616 0775-882511 0773-6551 0761-6551
call center
1500
Telefono Azzurro
19696
CUP Regionale
80 33 33
Drogatel
800 016 600
evitando prenotazioni multiple da parte di uno stesso utente. Il sistema sarà dotato di un ulteriore strumento di recall che invierà sms al paziente per confermare con assoluta certezza alcuni giorni prima della prestazione il giorno e l’ora dell’appuntamento”. C’è bisogno di più attenzione per le fasce deboli e soprattutto gli anziani: che cosa si può fare in proposito (il potenziamento delle RSA va in tale direzione)? “La risposta la daremo e ci è estremamente chiaro il percorso da intraprendere. Abbiamo intenzione di potenziare notevolmente l’assistenza domiciliare, che sarà in grado di rispondere ad esigenze plurime dei pazienti ai quali offriremo continuità e integrazione assistenziale, con una particolare attenzione alla qualità della loro vita, che verrà garantita con l’erogazione dei servizi nel loro abituale ambiente di vita. Per un anziano, ad esempio, è indubbiamente meglio poter ricevere assistenza tra le mura della propria casa mantenendo le abitudini e potendo contare
sulla vicinanza e l’affetto dei propri cari rispetto alla corsia di un ospedale. Per quanto riguarda le situazioni più difficili, che richiedono un’assistenza più qualificata, abbiamo in programma la realizzazione di RSA pubbliche attraverso la riconversione di alcune strutture ospedaliere che avevano smesso di fare gli ospedali da anni e che nei fatti si erano ormai trasformate in grandi reparti di geriatria. Le risorse le recupereremo dal taglio agli sprechi e dall’ottimizzazione dell’offerta territoriale di salute che dovrà essere realmente calibrata secondo le esigenze del singolo territorio”.
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REGIONE MARCHE | SANITA’
Riordino e riforma Le Marche approvano Mezzolani: “La sanità si rinnova e si aggiorna”
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n’importante passo avanti per il sistema sanitario marchigiano. L’Assemblea legislativa delle Marche ha recentemente approvato la “Modifica della legge regionale 13/2003 sulla riorganizzazione del servizio sanitario regionale e sulla soppressione dell’Ars, Agenzia regionale sanitaria. L’assessore Almerino Mezzolani commenta così le scelte che stanno alla base di tale decisione: “Non era necessaria alcuna rivoluzione ma una riorganizzazione significativa del sistema sanitario marchigiano, improntata alla flessibilità, alla semplificazione, alla responsabilizzazione e alla separazione netta tra politica e tecnocrazia, all’aggiornamento, infine, per adeguare la macchina comples-
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sa della sanità locale alle mutate esigenze attuali, rinnovando e aggiornando una qualità che tutti ci riconoscono ”. Il testo di riforma ha avuto un lungo iter di gestazione e un ampio confronto con tutte le categorie, prima presentato dalla giunta regionale poi discusso in V Commissione consiliare. Ma qual è, secondo Mezzolani, la filosofia che ha ispirato la giunta regionale a modificare la legge? “Siamo partiti da un doveroso interrogativo – ha detto l’assessore – Per quanto riusciremo a mantenere i livelli di qualità che ci annoverano nelle graduatorie nazionali come secondo regione virtuosa per la gestione delle spese della sanità e nella rosa delle cinque
regioni, punto di riferimento per la riforma del federalismo in tale settore? (Vedi in proposito box) Viste le ristrettezze economiche con cui dobbiamo fare i conti, forse il nostro modello virtuoso non poteva mantenersi a tali livelli per molti anni basandosi solo su rendite di posizione! Ecco dunque la necessità di ridisegnare in tempi brevi delle linee di adeguamento e tracciare un percorso graduale di revisione. A cominciare da un processo di riassetto strutturale ospedaliero, ispirato a logiche di unitarietà. Un approccio aperto e non rigido, alle reali esigenze del sistema sanitario attuale e soprattutto alla domanda di Salute dell’intera comunità marchigiana. Superando i problemi che ci poneva
L’assessore: “Non era necessaria alcuna rivoluzione ma una riorganizzazione significativa del sistema sanitario marchigiano” il riconoscimento della personalità giuridica dell’Area vasta, abbiamo restituito un ruolo protagonista alla programmazione territoriale. Vale a dire, le Zone Territoriali (ZT) diverranno il punto di riferimento per i sindaci e le parti sociali e il luogo deputato
L’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani
all’integrazione sociosanitaria, oltre che soggetto interlocutore per la contrattazione sindacale”. Rimaneva in piedi il nodo della chiusura dell’ARS, discussa in Commissione. Mezzolani ha spiegato che tale operazione sarebbe stata non conveniente dal punto di vista del risparmio in bilancio dal momento che “l’assorbimento nell’organico regionale delle 57 unità di personale dell’Ars (tra dirigenti, precari e dipendenti a tempo indeterminato) che fanno capo al servizio sanitario nazionale, avrebbe comportato uno sforamento in bilancio dei parametri di contenimento della spesa previsti per legge”. L’Ars resterà dunque nelle sue funzioni di ricerca e indagine diventando ente strumentale della Regione. “Rilevante la revisione organizzativa della dirigenza – aggiunge l’assessore regionale – con la netta separazione dei poteri tra politica e gestione sanitaria. Abbiamo recepito la necessità di limitare l’ingerenza politica nelle scelte dei tecnici: così sarà il direttore dell’Asur nominato dalla giunta regionale a scegliere gli organi a capo della gestione delle zone e dell’Area vasta, sulla base delle competenze tecniche. Infine, spetterà alla Regione definire la programmazione e gli indirizzi secondo obiettivi politici e sulla base delle stesse finalità di giustizia sociale, di valore della Sanità pubblica e di appropriatezza, che sempre hanno ispirato il governo regionale delle Marche e che finora
hanno permesso di tenere saldo e coeso questo sistema sanitario, diventato un modello nel panorama nazionale”.
Marche, Sanità sul podio “Siamo la Regione presa a riferimento a livello nazionale per la definizione dei costi standard per il federalismo, grazie alla qualità ed efficienza del nostro sistema sanitario, definito da certificazioni ministeriali come il migliore in Italia”.
Cosi` l'assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani commenta i risultati di fine anno dopo aver recepito ufficialmente una serie di studi e certificazioni istituzionali con cifre e dati nazionali. Ma vediamo insieme quali sono le fonti che attestano la classifica della sanità marchigiana, tra i primissimi posti a livello nazionale per qualità, efficienza e virtuosità. “Lo studio del centro di ricerche indipendenti Cerm e Il Sole 24 Ore, su fonte Ministero dell'Economia, certifica i positivi dati sanitari del 2008 e del 2009 della Regione Marche; nelle valutazioni di qualità effettuate da vari Ministeri (Salute, Welfare e Innovazione e Pubblica Amministrazione) la nostra risulta ai primi quattro posti tra le Regioni che forniscono le maggiori garanzie quali-quantitative nell'erogazione dei LEA, certificate con i criteri stabiliti dal Ministero della Salute. Nei giorni scorsi un`indagine commissionata dalla FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere) ha promosso la sanità di otto Regioni pronte per il federalismo: tra queste figurano le Marche che, se fossero applicati oggi i costi standard, passerebbero l`esame e che sono giudicate dagli esperti come la Regione con le migliori performance in assoluto sia in termini di qualità del servizio sanitario sia in termini di efficienza della spesa”. In conclusione, come peraltro enfatizzato anche da Il Sole 24 Ore, le Marche sono individuate, insieme a Lombardia e Toscana, come Regione di riferimento per la determinazione degli standard di efficienza, efficacia ed appropriatezza con le quali si dovranno confrontare tutte le altre in termini di costi e di fabbisogno. Per quanto attiene infine ai dati di mobilità passiva, nel 2006 il saldo negativo di mobilità era superiore a 44 milioni di Euro, mentre nel 2009 è sceso sotto i 32 milioni di Euro, con un complessivo miglioramento di oltre 12 milioni di Euro.
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LAVORO | SICUREZZA
Lavorare in sicurezza, va meglio ma non basta L
Le Marche mostrano una costante diminuzione degli eventi infortunistici, ma aumentano le giornate perse al lavoro
DI MARCO LUCHETTI
e Marche, in linea con l’andamento nazionale, mostrano una costante diminuzione di eventi infortunistici e i tassi di incidenza (nuovi casi all’anno) sia grezzi che standardizzati, ce lo confermano. Ma mentre tale dato lascia presumere un miglioramento complessivo delle condizioni di sicurezza sul lavoro nella regione, la lettura degli indicatori di gravità (rapporto tra gli infortuni permanenti e gravi sul totale degli indennizzati e la durata media delle giornate di astensione per infortunio) dice un'altra cosa. La gravità legata alla tipologia di infortunio è in aumento in molte zone territoriali, invariata in molte altre e solo in poche aree è in diminuzione. Inoltre la durata media (in giornate perse) presenta ancora livelli più elevati del dato medio nazionale. Le definizioni ‘positive’ da parte dell’Inail, mostrano la costante diminuzione (27%) degli infortuni riconosciuti con indennità temporanea, mentre quelli defi-
niti ‘regolari senza indennizzo’ (che l’Inail riconosce per conto di altre amministrazioni) sono aumentati del 110%. Il dato sugli infortuni mortali si è ridotto. Questo indicatore, statisticamente poco stabile, è però da considerarsi un fondamentale evento sentinella e tale trend in diminuzione aiuta a sostenere l’impegno che nelle Marche tutti i soggetti istituzionali e sociali stanno sostenendo con maggior vigore dalla entrata in vigore
della 626/94 in poi. Il nuovo Comitato di Coordinamento, nato nella Regione Marche nel Dicembre 2008, ha ritenuto importante approfondire i mutati scenari sociali e legislativi, i risultati raggiunti e le criticità ancora esistenti, al fine di individuare gli obiettivi strategici da proporre per una prossima programmazione “di sistema” da attuare nel medio periodo. Un Seminario vuol
essere il momento di avvio di “percorsi” nuovi guidati in alcuni casi dalla programmazione nazionale, come per il piano di prevenzione agricoltura e del piano per la prevenzione delle neoplasie professionali, in altri dall’emergere di bisogni specifici come il sostegno alla creazione di una rete per i medici competenti ed una analisi dello stato della “consulenza nelle aziende”.
Lo stato di salute dei lavoratori lavoratori e le loro attività, gli infortuni e le patologie professionali. A livello nazionale, nel giro di circa quaranta anni, si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico e industriale, ai poco più di 1.500 di inizio millennio. Tale trend decrescente è poi proseguito negli anni Duemila: tra il 2001 e il 2008 gli infortuni mortali sono diminuiti di circa il 28% in valori assoluti e di oltre il 33% se il dato è rapportato agli occupati, che nello stesso periodo di tempo sono aumentati. La ‘strada’ si è confermata negli anni il luogo sicuramente più pericoloso per i lavoratori: è colpevole infatti di oltre la metà delle morti bianche; a livello nazionale 1/3 circa degli infortuni mortali sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale, ecc.) e 1/4 quelli in itinere, ovve-
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ro sul percorso casa lavoro e viceversa. Come per gli infortuni mortali, è evidente anche il calo registrato negli ultimi anni a livello nazionale per l’incidenza degli infortuni e che non fa che confermare il trend decrescente degli ultimi otto anni: in questo periodo le denunce di infortunio sono scese. Il dato assume ancora più rilievo se si considera che, nello stesso arco di tempo, c’è stato l’aumento occupazionale che è rallentato nel solo ultimo recente periodo di crisi. Nel giro degli ultimi anni invece le patologie denunciate all’INAIL sono cresciute; un incremento verosimilmente dovuto all’emersione del fenomeno e ad un aumento di sensibilità verso un problema ancora sottovalutato, piuttosto che a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro. La scarsa sensibilità e le difficoltà intrinseche spesso esistenti nell’associare al lavoro patologie che a volte insorgono a distanza di molti
anni o decenni dalla cessazione della esposizione al fattore di rischio, determinano ad oggi una rappresentazione del fenomeno sfocata e probabilmente non centrata sui reali problemi, anche se con un miglioramento della definizione in questi ultimissimi anni.
REGIONE MARCHE | ENERGIA E AMBIENTE
Energie alternative... ecco l’impegno della Regione L
a Regione Marche ha da tempo avviato politiche di sviluppo e sostegno delle energie rinnovabili, settore chiave per la realizzazione di interventi strutturali anche in materia di efficientamento e risparmio energetico. La scelta della Regione è stata quella di avviare il cambiamento con azioni positive rivolte alle Pubbliche Amministrazioni e ai privati. Attraverso l’Asse 3 dei fondi Por FERS 2007-2013, solo negli ultimi 2 anni sono stati messi a bando 33 milioni di euro per la concessione di contributi alla Pubblica Amministrazione per l’efficientamento energetico delle strutture e per il ricorso alle fonti rinnovabili. A questo si devono aggiungere le molteplici iniziative rivolte al settore privato, volte alla realizzazione di interventi sostenibili in ambiti produttivi promuovendo la progettazione delle APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate) di cui si stanno definendo le linee guida per il loro riconoscimento. Nell’ambito del POR FERS sono state impegnate risorse per l’efficienza energetica in ambito produttivo, per oltre 4 milioni di euro per il periodo 20072010. Per interventi eco inno-
Sandro Donati, assessore regionale Marche all’energia
vativi sono stati emanati due bandi, per un totale di 3,4 milioni di Euro. Si ricorda infine che la Regione Marche è stata la prima regione in Italia ad aver applicato, attraverso l’adozione di linee guida regionali per il fotovoltaico avvenuta lo scorso 30 settembre, le indica-
zioni previste nelle Linee Guida Statali (D.Lgs 387/2003) di recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La Regione si è voluta dotare di un primo importante strumento, atto nello specifico ad individuare le aree non idonee all’istallazione di impianti fotovoltaici su suolo
agricolo, per la promozione e il sostegno di una green economy, intesa come nuova forma di economia che non riguarda solo la produzione di energie rinnovabili, ma passa anche attraverso lo sviluppo dell’agricoltura di qualità, la valorizzazione del paesaggio, lo sviluppo del turismo. Il 2011 vedrà, quale principale declinazione della green economy, il perseguimento e l’implementazione del settore delle energie rinnovabili, del riutilizzo dei rifiuti e dell’innovazione tecnologia volta al risparmio energetico.
Sostegno alla famiglia, maggiori risorse al fondo regionale aggiori risorse al Fondo regionale destinato ai Comuni per gli interventi di sostegno alla famiglia. E’ quanto ha stabilito la Giunta regionale della Regione Marche in un’apposita delibera su cui è stato ora richiesto il parere da parte della Commissione consiliare competente e del Consiglio delle Autonomie locali. Questo è un segnale forte da parte della Regione, in attuazione del programma di governo. Nonostante le nuove difficoltà di
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finanza pubblica, miglioriamo l’impegno iniziale, incrementando il fondo fino al 1.700.000 euro; cifra che sale automaticamente a 2 milioni e 40 mila euro se si considera la compartecipazione del 20% da parte dei Comuni. Di fatto raddoppiano gli interventi rispetto alla previsione di bilancio. In particolare, l’8% del Fondo è destinato ai Comuni che compongono le Comunità Montane, il 5% ai Comuni con popolazione residente inferiore ai 5 mila abitanti, mentre la quota restante è
ripartita tra tutti i Comuni marchigiani. Altra novità significativa in risposta alla grave depressione demografica che tocca la nostra regione, è che il 30% del Fondo viene destinato al sostegno per la maternità e al sostegno per ragazze madri e donne non coniugate che denunciano difficoltà economiche nell’affrontare la nuova nascita. Per la famiglia presa in quanto tale che si trovi in situazione di disagio economico a qualsiasi titolo maturato, è prevista una spesa di 1 milione e 200
mila euro, pari al 60% del Fondo, con l’attenzione rivolta ai nuclei familiari con almeno tre figli. Queste risorse saranno a disposizione dei Comuni a partire da gennaio 2011, ma riguardano comunque la competenza del 2010. Per il nuovo anno l’assessorato alle politiche sociali confida in uno stanziamento ancora superiore, in modo che le famiglie marchigiane diventino oggetto di un’attenzione più forte e mirata da parte dell’ente Regione.
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L’Unicam per lo sviluppo dell’Africa grazie ad AfroInnova UNIVERSITA’ CAMERINO | SPIN OFF
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on la riunione del primo Consiglio di Amministrazione, tenutosi in Cameroun, hanno preso il via le attività dello spin off “AfroInnova”, nato grazie alla collaborazione tra l’Università di Camerino, l’Università di Roma “Tor Vergata” e l’Università di Dschang in Camerun. Il Rettore dell’Università di Camerino prof. Fulvio Esposito, il Rettore l’Università di Dschang in Camerun Prof. Anaclet Fomethe, ed il prof. Vittorio Colizzi per l’Università di Roma “Tor Vergata”, hanno infatti firmato, nel paese africano, l’accordo di collaborazione interuniversitaria tra i tre Atenei, che prevede tra le diverse attività di cooperazione e di ricerca, proprio l’istituzione dello spin off accademico. Da tempo infatti i tre Atenei collaborano nel campo della ricerca scientifica, della didattica e della formazione. Ora si è voluto passare ad una fase operativa in cui vengono messe a frutto per progetti di sviluppo e di innovazione tecnologica le esperienze, competenze e professionalità degli spin off Synbiotec dell’Università di Came-
Università degli Studi di Camerino Piazza Cavour 19/f 62032 Camerino (MC) www.unicam.it centralino 0737 34011 segreteria studenti 0737 404814
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rino, diretto dal prof. Alberto Cresci, dello spin off Tecnology Development for Africa dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dell’International Reference Centre “Chantal Biya” (CIRB) di Yaoundé in Camerun. L’interesse dei partner italiani è quello di facilitare il trasferimento tecnologico dei risultati e dell’esperienza e della ricerca universitaria in Africa mentre l’interesse dell’Università di Dschang è quello di poter contare su partners internazionali per incrementare la collaborazione nei progetti di educazione, negli studi di fattibilità, nella consulenza su materiali scientifici e strumenti e altri servizi in Camerun. La partecipazione della Synbiotec, società spin-off di Unicam, ad Afroinnova, avrà, tra gli altri, anche l’importante scopo di collaborare a due importanti progetti di ricerca. Il primo riguarda l’identificazione e lo studio di batteri probiotici
capaci di interferire con la replicazione del virus HIV, in un progetto che si pone come obiettivo quello di bloccare la trasmissione del virus HIV nei bambini allattati al seno. L’altro progetto riguarda la promozione e l’uso di piante medicinali tradizionali per sviluppare nuovi prodotti farmaceutici. Grazie alla collaborazione con i ricercatori degli altri due enti, si cercherà quindi di contribuire allo sviluppo ed alla cooperazione internazionale per il continente africano attraverso l’innovazione per la produzione locale di batteri probiotici per neonati nati da madri sieropositive, con l’intento di porre un freno al contagio da HIV. Traendo inoltre vantaggio dal patrimonio culturale locale, rappresentato dalle conoscenze sulle piante “curative”, si cer-
Uno spin off per contribuire allo sviluppo e alla cooperazione internazionale per il continente africano attraverso l’innovazione per la produzione locale di batteri probiotici per neonati nati da madri sieropositive, con l’intento di porre un freno al contagio da HIV cherà di incrementare la ricerca focalizzata all’individuazione dei principi attivi e del loro interesse economico, offrendo anche la possibilità di realizzare trasferimenti tecnologici tra le istituzioni coinvolte, mediante la mobilità di studenti e ricercatori. Per l’anno in corso sono in programma anche altre tipologie di attività quali l’acquisizione dall’Europa e dall’Italia di attrezzature scientifiche e di reagenti, nonché studi di fattibilità per il Policlinico dell’Università di Dschang. Lo spin off “Afro Innova” sarà inoltre inserito nel programma di assistenza italiano al CIRB e nel progetto del 7° Programma Quadro della UE.
ECONOMIA E SOCIETA’ | UBI BANCA
Dalla Banca Popolare di Ancona 200 milioni per le imprese A
l fianco delle piccole e medie imprese per sostenerle nella nuova sfida mirata a superare la crisi e rilanciarsi. Vinta la gara istituita dalla Regione Marche, la UBI Banca Popolare di Ancona, gestore dei finanziamenti con Fondi BEI (Banca Europea per gli Investimenti), mette a disposizione delle PMI marchigiane un plafond di 100 milioni di euro per progetti di investimento. Altri 100 milioni di euro sono resi disponibili da UBI Banca Popolare di Ancona, per il finanziamento di aziende di servizi pubblici del settore idrico, a prevalente partecipazione pubblica. L’importante iniziativa, presen-
tata in Regione dal Direttore Generale di UBI Banca Popolare di Ancona, Luciano Goffi, ha per obiettivo il sostegno alla ripresa economica del territorio, legato all’attività delle piccole e medie realtà imprenditoriali. Grazie a questa iniziativa, la Banca finanzierà tutti gli investimenti e le spese sostenute nell’ambito di un coerente programma di sviluppo delle PMI, ad eccezione delle pure spese finanziarie. I finanziamenti possono riguardare: gli immobili sede dell’impresa e gli impianti, compresi quelli destinati all’efficientamento energetico; il ricambio generazionale e la trasmissione societaria; l’acquisto di macchi-
ne e di attrezzature nuove o usate; l’acquisto di software, diritti di brevetto, licenze e know-how, servizi alle imprese e sistemi di qualità aziendali; la realizzazione di reti distributive su mercati nazionali e comunitari; l’acquisto di scorte, materie prime e prodotti finiti; l’investimento in beni immateriali come ad esempio le spese di sviluppo, progettazione e finanziamento, nella fase della realizzazione del progetto e le spese di R.&S. I progetti finanziati possono includere investimenti e spese realizzati in un arco di 3 anni e devono essere ubicati nelle Marche. Si tratta di un finanziamento chirografario o ipotecario della durata compresa fra i 2 e i 10 anni. L’importo finanziato va da un minimo di 100.000 ad un massimo di 1.600.000 euro, nel limite dell’80% degli investimenti finanziabili ed ammissibili. Sono finanziamenti sia a tasso fisso che a tasso variabile, con una sensibile riduzione rispetto al prezzo standard di prodotti equivalenti. Dal punto di vista fiscale, è prevista l’esenzione da imposta sostitutiva. Tutte le filiali di UBI Banca Popolare di Ancona sono a disposizione delle imprese marchigiane per maggiori approfondimenti. Intanto, mentre vengono attivate nuove ed interessanti linee di finanziamento nei settori delle energie alternative e dell’agricoltura, UBI Banca ha lanciato i nuovi prodotti Clubino e la carta Enjoy, rivolti a giovani e famiglie. Ma a proposito di “carte”, fino al marzo 2011, con l’iniziativa “Il cielo in una Carta”, la UBI Banca Popolare di Ancona offre la possibilità di vincere una Fiat 500C Cabrio 1.2 69cv al mese. Per partecipare subito all’estrazione della Fiat e di tanti altri interessanti premi, basta sottoscrivere una carta fra Libramat, Libra Mastercard (Classic, Gold e Gold Superior), anche nella
Luciano Goffi, Direttore Generale UBI Banca Popolare di Ancona. Sotto, l’iniziativa “Il cielo in una Carta”: ogni mese si può vincere una Fiat 500 Cabrio! versione familiare e aggiuntiva, Libra Extra, Enjoy e Sempre Prepagata e Ricaricabile. Chi parteciperà all’offerta famiglia, triplicherà la sua possibilità di vincita e potrà acquisire 4 carte a soli 24 euro di canone annuo complessivo. Le carte valgono 3 anni, costano 2 euro di attivazione e un solo euro al mese. Maggiori particolari, con l’elenco dei premi in palio, sul sito www.ubibanca.com.
Accordo con Banca Europea degli Investimenti e Regione Marche: nuovi finanziamenti per la ripresa. Inoltre nuovi prodotti per i giovani, e ogni mese si può vincere una Fiat 500 Cabrio senzaetà |27
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re giorni di congressi, tavole rotonde e seminari con esperti e specialisti, ma anche spazi espositivi per le imprese del settore e spettacoli. È stata questa la seconda edizione di Terza Età Expo, l'evento fieristico dedicato al mondo dell'anziano promosso da Provincia di Ancona, Inrca e Asur Marche, con il patrocinio di Regione Marche e Comune di Ancona che ha visto molti ospiti e una buona affluenza di pubblico nei giorni 1, 2 e 3 ottobre. TerzaEtàExpo è l’evento tenutosi nel quartiere fieristico che si è occupato della condizione dell’anziano dal punto di vista etico, sociale e scientifico in una realtà in cui l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in continua crescita. Nella situazione sociale attuale è importante valorizzare le competenze delle persone della terza età e offrir loro la possibilità di rimanere aggiornato e attivo nella società, evitando la sua emarginazione. Due gli obiettivi: informare i cittadini e gli operatori sui nuovi prodotti per agevolare la vita quotidiana dell'anziano; sostenere le istituzioni nella progettazione di interventi mirati, attraverso un lavoro di rete con operatori del sociale, volonta-
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Terza Età Expo... Ad Ancona una fiera ...per tutti ri, amministratori, famiglie e gli stessi anziani. Una fiera per il settore della terza età che non sta risentendo della crisi, ma addirittura è in continua
crescita e per questo motivo sempre più aziende si dedicano a questo tipo di mercato, consapevoli che l’invecchiamento è un’opportunità e non
un peso. L’obiettivo di “Terza Età Expo” è quello di unire il mondo industriale, commerciale, gli addetti ai lavori e l’utente finale.
Defazio: “Soddisfatti per le presenze... ma miglioreremo sempre di più”
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i è tenuto lo scorso ottobre, all'Ente Fiera di Ancona, l'evento “Terzaetàexpo”, la fiera degli anziani, unica nelle Marche e in Italia, giunta alla sua seconda edizione. Ne parliamo con Antonio Defazio, presidente della Cooperativa Sociale Idea di Agugliano, promotrice dell'evento. Presidente Defazio, ci può dire qual è stato il bilancio finale della fiera “Terzaetàexpo”? “Nonostante fosse solamente alla sua seconda edizione e nonostante il periodo di crisi economica che stanno vivendo le nostre aziende, la fiera è andata bene e possiamo dirci soddisfatti. Siamo riusciti ad attrarre un più ampio numero di visitatori rispetto alla passata edizione e questo grazie
all'ottima organizzazione che ci siamo dati quest'anno, con il sostegno in particolar modo della Provincia di Ancona e dell'INRCA, nostri partner, senza dimenticare il Comune di Ancona, la Regione Marche, l'Asur Marche e l'INPS. La Terzaetaexpo è un momento di approfondimento culturale, scientifico e soprattutto di ricerca. E’ un evento che unisce più soggetti intorno ad un tavolo di confronto. Cito alcuni dati: complessivamente nell'arco della tre giorni sono stati circa 4 mila visitatori che sono venuti a trovarci, per vedere le ultime novità attualmente sul mercato, rivolte al mondo degli anziani; ben 42 sono stati gli spazi espositivi occupati dalle aziende pubbliche e private partecipanti; 11 sono
L'inaugurazione della fiera con Antonio Defazio della Cooperativa Idea, l'assessore regionale Moroder, Virili e Pesaresi della Provincia di Ancona stati i congressi organizzati sul tema terza età e presieduti da esperti del mondo universitario e scientifico”. Defazio, a proposito di mercato, qual è lo stato di salute del settore terza età in questo periodo? “Il mercato oggi investe tanto sul mondo degli anziani, in particolare le Marche, anche perché la nostra è la regione più longeva d'Italia. La “terza età”, in particolar modo, è uno dei pochi settori che non sta risentendo della crisi ma addirittura è in continua crescita. Dobbiamo capire che l'anziano è una risorsa per la società e non un costo. Le aziende ne sono già consapevoli ed è per questo che stanno lavorando duramente sulla ricerca e sullo sviluppo di prodotti e servizi mirati a questo tipo di target. Il nostro obiettivo è contribuire a far crescere un sistema innovativo di cura e di consapevolezza, di trasmettere l’idea che l'anziano possa costituire un valore aggiunto per la società di oggi, fatto di cultura, educazione, dedizio-
ne alla famiglia e al lavoro. Dobbiamo saperli valorizzare perché sono risorse viventi, fonti di esperienza di inestimabile rilievo”. State già pensando alla prossima edizione? Ci saranno cambiamenti? “Per l'edizione 2011 stiamo già lavorando attivamente, in quanto vogliamo migliorarci ulteriormente e poi perché un evento di tale portata richiede uno sforzo continuo che ci impegna tutto l’anno e che coinvolge un sempre più elevato numero di persone. Sono fermamente convinto che questo progetto possa crescere da qui ai prossimi anni. Il 2012 sarà “L'anno europeo per un invecchiamento attivo”. Per questo motivo, la nostra intenzione e quella della Regione Marche è di realizzare una fiera incentrata sulla domotica, che si occupa dello studio delle tecnologie per migliorare la qualità della vita. Lo scopo è di rendere questo progetto itinerante, cioè di portarlo nelle piazze delle principali capitali europee: Roma, Madrid, Berlino”.
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MGM, il Tour Operator “dedicato a te”
FOCUS | TURISMO SOCIALE
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di JULIAN BURNETT
all’esperienza della Michelacci Organization è nato Mgm Holiday, un nuovo Tour Operator specializzato nel turismo di qualità, ovvero un Tour Operator in grado di offrire proposte di soggiorno e servizi altamente qualificati e specificatamente studiati per rispondere al meglio alle esigenze di un’ampia varietà di clientela. “Il Turismo sociale è uno dei nostri punti di forza” afferma la dott.ssa Paola Michelacci che ricorda la possibilità di organizzare pacchetti dedicati, di visita, aggregazione e tempo libero, per anziani e gruppi con accompagnamento riservato e assistenza, giovandosi di tutte le strutture di benessere, ospitalità, relax a disposizione, con la possibilità di svolgere attività culturali, artistiche, di ballo, gioco e svago nelle stesse lussuose e nuovissime sale congressuali. La Michelacci Organization rappresenta infatti oggi la più
C’è un nuovo operatore specializzato nel Turismo di qualità: si chiama MGM Holiday ci ha pensato Paola Michelacci prestigiosa catena alberghiera della Regione Marche, con oltre 14 strutture esclusive fra hotel, resorts e residence dal design ricercato e dallo stile unico, localizzate in una posi-
Le specializzazioni di MGM Holiday
zione strategica al confine tra Marche ed Emilia Romagna, nei pressi del bellissimo Parco Naturale del San Bartolo che domina sulla riviera adriatica e nei pressi della rinomata area
MgM Holiday si propone come partner ideale per: TURISMO SOCIALE Vacanze e cultura nelle Marche, regione da scoprire. Pacchetti dedicati di soggiorno con visite a Loreto, Recanati, Sferisterio, Grotte di Frasassi, Urbino, Teatro Rossini, etc • Vacanze: - vacanze mare - week-end e vacanze benessere & terme - vacanze neve - matrimoni e viaggi di nozze - soggiorni kosher (presso le strutture con certificazione internazionale kosher) - soggiorni sportivi (cicloturismo, golf, tennis, calcio) • Meeting & incentives
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culturale di Gradara, Pesaro, Urbino e Montefeltro. MgM nasce per valorizzare tale offerta attraverso la creazione di proposte di soggiorno, brevi o medio-lunghe, all’insegna del relax e del benessere, che consentano all’ospite di vivere veri e propri momenti d’oro, di
FOCUS | TURISMO SOCIALE
Sabbiamed
Il particolare sistema luce-sabbia regala l’energia e i vantaggi della luce solare, non ha controindicazioni e contemporaneamente stimola il metabolismo e la pulizia della pelle. La terapia è praticabile in ogni momento dell’anno e stimola la serotonina e la melanina. La sabbia calda interviene sul sistema motorio e muscolare, e assieme alla luce solare stimola la produzione ormonale, elimina la stanchezza e vi sentirete rilassati e carichi di energia.
La mission: “Amiamo l’idea di proporVi il lusso e il piacere di luoghi tutt’altro che comuni” scoprire ed ammirare le bellezze del territorio e al contempo di poter usufruire di un’ampia gamma di facilities a servizio del cliente che favoriscano l’esperienza di sogno e di relax della vacanza. Punto di forza dell’offerta MgM è la nuovissima Spa MAISON D’O, presente all’interno del Grand Hotel Michelacci e a disposizione di tutti gli ospiti delle strutture Michelacci, che offre servizi termali e trattamenti estetici e benessere all’avanguardia e la costante presenza di un Consulente Dietologo e Medico Estetico qualificato.
Opinion Leader nel Turismo Accessibile idea è di estendere l’abbattimento delle barriere per la migliore ospitalità e mobilità di tutti i vacanzieri, dall’interno delle strutture alberghiere a un paese intero. Tale problema che per primo si è posta la città di Gabicce, è stato affrontato da una relatrice d’eccezione nell’ambito della tavola rotonda organizzata da “Sensoriabilis”, il 4 dicembre a Loreto. La dott.ssa Paola Michelacci, opinion leader ed esperta di Turismo Sociale, ha partecipato in qualità di relatrice proprio a tale incontro dal titolo “Modelli innovativi di turismo accessibile e proposte per il territorio”. L’esempio di Gabicce,
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dove ha sede il Grand Hotel Michelacci, merita, infatti, di essere considerato un modello di studio a livello italiano.
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SINDACATI | UIL MARCHE
Sanità, lavoro e famiglia: l’azione della UIL nella società marchigiana S
egretario, recentemente il sindacato marchigiano ha lanciato delle proposte alla Giunta Regionale in procinto di modificare la Legge 13 relativa alla Sanità della nostra regione. Qual è la ricetta dei sindacati? “Innanzitutto dobbiamo fare una premessa: quando parliamo di Sanità, dobbiamo dire che il livello raggiunto dalla sanità marchigiana è un livello medio-alto sia riguardo alla qualità, sia riguardo all’aspetto dei costi, considerato che questo risultato è stato conseguito in presenza di un pareggio di bilancio, cosa che, come sappiamo, nel sistema pubblico è abbastanza rara. Quindi, si tratta indubbiamente di un’operazione virtuosa che ha messo d’accordo esigenze di contenimento dei costi con un innalzamento dei livelli qualitativi del servizio. Dobbiamo, naturalmente, continuare su questa strada, anche perché, nonostante ribadiamo la richiesta di aggiornamento dei finanziamenti sulla base dell’inflazione, in prospettiva si profilano ulteriori tagli delle risorse pubbliche. Tagli che non dovranno impedire di mettere
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in campo interventi per migliorare la presenza sul territorio e la qualità della nostra Sanità anche in termini di attrezzature e del nostro sistema di assistenza sociale, perché sappiamo che altre risorse possono essere trovate all’interno dello stesso sistema, riducendo, fino ad annullarlo completamente, l’utilizzo inappropriato dei fondi. Le proposte che la Uil ha avanzato, insieme a Cgil e Cisl, vogliono essere un contributo nella discussione alla modifica della Legge 13, che è la legge regionale che organizza la Sanità della nostra regione, che, secondo noi, deve passare innanzitutto attraverso l’unificazione del sistema socio-sanitario, con uno snellimento ulteriore del modello organizzativo”. Nella pratica come dovrebbe riorganizzarsi il sistema? “Noi diciamo SI all’ASUR, l’Azienda Sanitaria Unica Regionale, che si organizza attraverso Aree Vaste, che riteniamo essere il luogo ideale per creare le necessarie sinergie tra la sanità e il sociale. Diciamo NO all’Area Vasta, però, intesa come soggetto giuridico. A questo punto, le attuali Zone terri-
toriali possono diventare distretti sanitari, ma anche ambiti sociali dove realizzare, quindi, l’integrazione sanità assistenza sociale. Riteniamo indispensabile mettere in piedi questa organizzazione, anche perché sappiamo che in un sistema federalista l’unica alternativa sarebbe quella di chiedere soldi ai cittadini marchigiani”. Beh, con la crisi che c’è in giro di questi tempi, sicuramente quella di mettere le mani nelle tasche dei cittadini è l’ultima cosa da fare. Com’è la situazione al riguardo? “Di fronte alla crisi, l’unico strumento che un sindacato serio può chiedere, è ciò che abbiamo chiesto ed ottenuto: gli ammortizzatori sociali. E in questi mesi un risultato importante è stato quello di aver esteso questi ammortizzatori a quei lavoratori che per legge non ne avrebbero diritto, cioè la cassa integrazione in deroga. Purtroppo, la situazione attuale ci induce a chiedere un apposito ed ulteriore stanziamento anche per il 2011. Riteniamo fondamentale che i lavoratori rimangano all’interno del posto di lavoro in attesa della ripresa. Inoltre, quello che chiediamo da tempo è il rafforzamento
Intervista al segretario generale Uil Marche Graziano Fioretti: “L’unificazione del sistema socio-sanitario, con uno snellimento ulteriore del modello organizzativo” della defiscalizzazione della parte di reddito legata alla contrattazione di secondo livello, a partire dal premio di produttività. E ciò, in un quadro più generale di una riforma fiscale che, come abbiamo chiesto anche attraverso la manifestazione nazionale del 9 ottobre a Roma, preveda la diminuzione delle tasse sul lavoro dipendente, anche attraverso un aumento della tassazione sui consumi, favorendo un innalzamento del livello di benessere dei lavoratori e della famiglia”. Un’ultima riflessione le chiedo, in merito alla sua recente elezione a Presidente del CREL. “Il CREL, che ho l’onore di presiedere, è il Comitato Regionale per l’Economia e il Lavoro: si tratta di un organismo che nasce in seno al Consiglio regionale e che ha una funzione molto importante, perché dà voce alle parti sociali, consentendo loro di esprimere un parere sugli atti legislativi dell’assemblea”.
COOPERATIVE SOCIALI | COOSS MARCHE
L’Aula del Mare, un museo aperto chiesto dai bambini stessi E’
DI ANDREA SCOCCHERA VicePresidente Cooss Marche
stata inaugurata a fine ottobre ad Ancona l’Aula del Mare. Si tratta di una struttura polifunzionale finalizzata a promuovere e diffondere la cultura del mare e delle attività ad esso collegate attraverso la realizzazione di eventi e di azioni di comunicazione sul territorio. Lo spazio che ospita l’Aula del Mare è un immobile di circa 200 mq gestito dalla Zanzibar, coop sociale, che sorge al centro del porto, alla banchina Santa Maria dentro lo spazio della Stazione Marittima. L’Aula del Mare consta di un’area espositiva con materiali in mostra, postazioni
multimediali e una sala polifunzionale che può fungere da aula didattica per le scolaresche in vista al porto, per ospitare convegni, conferenze, proiezioni. Ricreare un legame tra il tessuto urbano e il mare in un ambiente accogliente e stimolante, recuperare e riconsegnare ai cittadini, di tutte le età, l’ampio ventaglio delle attività connesse al mare è questo l’obiettivo generale perseguito da Zanzibar con l’apertura dell’Aula del Mare. “Progetto ambizioso ma stimolante” dice Fabio Alessandrelli, presidente della Zanzibar, che vede nel funzionamento della struttura opportunità di impiego per per-
sone fragili. “A dire il vero tende a precisare Claudio Sdogati, uno dei quattro “progettisti” dell’iniziativa – la dizione completa è “Aula del Mare verso il Museo del Mare” perchè il desiderio di veder sorgere una struttura museale dedicata al Mare qui in città risponde ad una domanda sociale diffusa e non più rinviabile”. L’architetto Marco Brunetti che ha curato l’organizzazione e l’ottimizzazione degli spazi espositivi sostiene che si è “imbarcato in questa avventura consapevole dei rischi ma animato da quello spirito marinaro che ha sempre sostenuto le grandi imprese”. E’ si, sarà proprio faticoso dialogare con le scolaresche in visita all’Aula, con le migliaia di turisti in transito al porto, con i cittadini che vorranno recuperare la memoria storica e discutere
di come difendere e valorizzare il loro mare. Lo sa bene Mariano di Iorio, biologo marino e lunga esperienza nell’educazione ambientale, che coordinerà la struttura e ne programmerà le attività educative e culturali. Nel corso della partecipatissima iniziativa i bambini presenti hanno potuto mettere mano fin da subito ai materiali in esposizione come gli attrezzi da pesca, i microscopi e le altre strumentazioni scientifiche prestate dal CNR-ISMAR tra gli sguardi soddisfatti dei genitori presenti, dei rappresentanti dei pescatori, dei portuali, degli ormeggiatori, degli arsenalotti dei vari cantieri nonché del mondo accademico e delle autorità locali. Per ulteriori informazioni: www.auladelmare.it
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La fisioterapia per mantenere il paziente autonomo
CASE DI CURA | GRIMANI BUTTARI
I
l servizio di fisioterapia alla Grimani Buttari è attivo dal 2002. Attualmente è composto da un direttore sanitario specializzato in medicina fisica e riabilitazione e da quattro fisioterapiste. La struttura è composta da cinque Residenze, da un Centro Diurno per demenze e da un presidio ambulatoriale per esterni. Ogni fisioterapista si occupa di uno o più Residenze, compreso il Centro Diurno e il servizio ambulatoriale per esterni. Le Residenze sono suddivise in base ai livelli di autonomia degli Ospiti, considerando anche le gravi menomazioni e i deficit cognitivo - comportamentali. L’attività riabilitativa è rivolta a ridurre le conseguenze delle menomazioni derivanti da patologie acute, malattie croniche invalidanti o traumi. Lo scopo principale del lavoro è fina-
lizzato a mantenere il paziente al più alto grado di autonomia pos-
sibile, di mantenimento e reinserimento nelle attività della vita quotidiana attraverso trattamenti di rieducazione funzionale e neuromotoria, addestramento all’uso di ausili, addestramento passaggi posturali e training della deambulazione. Per evitare che il momento riabilitativo sia circoscritto alla seduta in palestra, un altro dei compiti è quello di trasferire le competenze in tutte le attività della giornata supervisionando sia l’ambiente che le persone che ruotando attorno all’Ospite. Oltre alla riabilitazione individuale si svolgono anche attività collettive quali: la ginnastica dolce, il training autogeno e l’idrochinesiterapia presso la piscina della “Lega del Filo d’Oro”. Sono stati organizzati gruppi di
ginnastica dolce, diversificati in base ai livelli di autonomia motoria e cognitiva dei partecipanti, poiché per l’organismo di un anziano l’attività fisica rappresenta un elemento di notevole importanza, Con la ginnastica dolce gli Ospiti riescono a riappropriarsi della consapevolezza del proprio corpo, inoltre questo momento diventa attività di socializzazione con gli Altri. Questa attività utilizza le componenti dell’ atto motorio: mobilità, attenzione, coordinazione e respirazione. Il training autogeno è utile per migliorare varie funzioni quali: la respirazione, la circolazione del sangue ed il metabolismo, influisce positivamente sul tono dell’umore e riduce l’ansia. Il setting scelto è un luogo tranquillo e confortevole, in penombra e lontano da stimoli sonori e visivi. L’Ospite viene posizionato su poltrone reclinabili, il tutto abbinato ad un percorso musicale che precede le stimolazioni dei chakra. L’idrochinesiterapia utilizza un setting diverso rispetto alla riabilitazione tradizionale, cioè l’acqua. Questo elemento fornisce informazioni sulla conoscenza del proprio corpo e sulla sua posizione nello spazio, facilita i movimenti e l’articolarità, facilita la coordinazione motoria e l’equilibrio. Il suo effetto si esplica su vari apparati tra cui quello cardiaco, respiratorio, linfatico e osteoarticolare. Il servizio ambulatoriale per gli esterni è un presidio che offre prestazioni individuali o di gruppo a pagamento.
Grimani Buttari
Residenza per Anziani in Osimo
Via Flaminia II, 111 60027 San Sabino di Osimo AN Centralino: 071-714520 email: info@buttari.it www.buttari.it
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ORDINE DEI MEDICI | ROMA
Medici “in trincea”… Chi si difende da chi? E perché? B
DI NICOLETTA DI BENEDETTO
en il 65,4% di medici si ritiene sotto pressione nello svolgere quotidianamente la propria professione. Di conseguenza, se non si attueranno politiche volte a riportare un clima più disteso per l’esercizio della medicina in Italia i danni dal punto di vista economico andranno ad aggravare il già pesante bilancio sanitario nazionale! Questo il tema della tavola rotonda organizzata, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica il 23 novembre 2010, dall’Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per illustrare la prima ricerca nazionale da loro commissionata sul fenomeno della cosiddetta “Medicina difensiva”. Termine che riassume il comportamento a cui ricorrono i medici nei confronti dei loro pazienti, attraverso la prescrizione di esami diagnostici e medicinali, per tutelarsi da eventuali problemi soprattutto di natura giuridica. Fenomeno purtroppo talmente in crescita da essere oggetto di studio a livello nazionale. La ricerca è
Il tavolo della presidenza dell’Ordine dei Medici di Roma durante la presentazione nella sala capitolare del Senato ©2010 Archivio fotografico, Senato della Repubblica
stata portata avanti dal professor Aldo Piperno, ordinario all’Università di Napoli Federico II, presente alla tavola rotonda ad illustrarla insieme a Mario Falconi, Presidente dell’Ordine Provinciale di Roma dei Medici e Chirurghi e degli Odontoiatri, al giurista Nicola Corbo, Ordinario di Diritto Privato all’Università di Viterbo, per un contributo sull’attuale contesto normativo riguardan-
te la materia in oggetto. Alla presentazione ha partecipato il sen. Antonio Tomassini, Presidente Commissione Igiene e Sanità del Senato, i rappresentanti delle varie organizzazione sindacali dei medici, coordinatore della discussione è stato Corrado de Rossi Re, direttore responsabile di “Panorama della Sanità”. La ricerca ha completato il lavoro già iniziato nel 2008 che aveva interessato il
ORDINE PROVINCIALE DI ROMA DEI MEDICI-CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI CONSIGLIO DIRETTIVO Triennio 2009-2011
CONSIGLIERI MEDICI PRESIDENTE: FALCONI Mario VICE PRESIDENTE: ANTONELLIS Donato SEGRETARIO: CUSTURERI Filippo TESORIERE: SCARPINO Vincenzo PRESIDENTE ONORARIO: MELEDANDRI Benito AODI Foad BARTOLETTI Pier Luigi BOLLERO Enrico COLISTRA Claudio
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MARCHETTI Patrizia MARSELLA Luigi Tonino MARTELLI Massimo NASI Gabriella PIGNATARO Luigi PROIETTI Rodolfo PULCINI Ivo ODONTOIATRI ANNIBALI Susanna BADIA Giuseppe CORTESINI Claudio ORI Renato SORDI Alberto COMMISSIONE ODONTOIATRI
PRESIDENTE: CORTESINI Claudio SEGRETARIO: ORI Renato COMPONENTI ANNIBALI Susanna BADIA Giuseppe SORDI Alberto COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI PRESIDENTE: LA COMMARE Francesco IMPEROLI Giuseppe GIANNINI Debora SUPPLENTE LAINO Luigi
solo territorio di Roma. A livello nazionale i dati sono stati raccolti, nel biennio 2009-2010, attraverso un sondaggio e seguendo un certo criterio statistico. Su un campione di 2.783 medici (escludendo gli odontoiatrici), suddivisi per classe d’età (fino a 70 anni) e area geografica, che esercitano negli ospedali, case di cura e medicina di base, sia nel settore pubblico che nel privato, è emerso che dai 5 ai 7 medici su 10 almeno una volta ricorrono alla “medicina difensiva”. Questo iter è seguito maggiormente da medici giovani, alle prime esperienze, operanti soprattutto nel Sud e nelle isole d’Italia, che hanno paura di essere denunciati per negligenza dai propri assistiti. Dai dati riportati statisticamente emerge che circa il 78% si sente oggi più a rischio denuncia rispetto al passato, che circa il 69% pensa di avere il 30% in più di probabilità di essere denunciato e addirittura circa il 25% pensa che tale probabilità è anche superiore, mentre solo un 6,7% crede che non ha niente da temere dal suo operato.
RUBRICA | LE OPINIONI
Dal punto di vista legale
Come il giudice accerta la responsabilità del medico
R
ecenti sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione hanno introdotto criteri differenti a seconda che il medico sia imputato in un processo penale oppure convenuto in una causa civile per lesioni o morte di un paziente. Nel processo penale il Giudice affermerà la responsabilità del medico solo al di là di ogni ragionevole dubbio che le lesioni o la morte non si sarebbero comunque verificate per l’intervento di fattori esterni. E sia nel caso che si contesti al medico una terapia scorretta, sia che gli si addebiti un’omissione (es. la mancata diagnosi di una malattia), il Giudice dovrà sempre verificare che tra la condotta del professionista e l’evento infausto esista una rapporto di causa ed effetto. A tal fine il Giudice non potrà attestarsi solamente sulle statistiche mediche ma dovrà raggiungere anche una certezza di ordine logico sul caso singolo. Il corpo umano, infatti, non è una macchina e la fisiologia di ogni organismo ha peculiarità esclusive. La medicina è una scienza imperfetta e non si può affermare al di là di ogni ragionevole dubbio che una determinata terapia sia sempre vittoriosa o un’omessa diagnosi comunque causa di un evento infausto. Non si spiegherebbe, altrimenti, perché un tabagista incallito arrivi a novanta anni e un quindicen-
ne pieno di salute muoia improvvisamente di cancro. Dunque è importante, sì, basare il giudizio sulle cosiddette “ leggi scientifiche di copertura ”, ma è altrettanto indispensabile verificare, caso per caso e con procedimento logico autonomo, se l’evento infausto non dipenda da altri fattori. In altre parole, il Giudice penale non può irrogare al medico sanzioni gravi ed estreme come quelle penali se non sia totalmente certo dell’esistenza del rapporto di causalità tra la sua condotta e l’evento, oltreché, naturalmente, del suo atteggiamento colpevole nel produrlo. Si dice, in proposito, che il Giudice penale guarda al “danno evento”, cioè alle conseguenze dirette dell’azione umana. Il Giudice civile, invece, guarda al “danno conseguenza” e condanna il medico al risarcimento dei danni quando sia più probabile che non che una terapia o una diagnosi corretta avrebbe salvato il paziente. Qui il Giudice guarda non tanto alla persona del medico quanto al paziente e ai danni da lui riportati, dunque egli si attesta sulla letteratura medica e valuta se il sanitario si sia attenuto agli standard previsti per lo specifico caso clinico. Nel giudizio civile non viene in discussione la pena detentiva bensì il solo risarcimento pecuniario. Di conseguenza la cognizione del Giudice civile non
deve spingersi ai livelli di pressoché totale certezza probabilistica del giudizio penale. In un caso e nell’altro bisogna considerare che, salvo errori plateali ed ingiustificabili, l’accertamento della responsabilità del medico è sempre delicato, perché involge immancabilmente fattori indipendenti dall’operato del sanitario ( ad es. lo stile di vita e le abitudini igieniche del paziente, la familiarità, l’ambiente). La maggior parte dei processi penali e civili per responsabilità medica si risolve con l’asso-
Avv. Giovanni Conti, Roma
luzione, dunque bisogna evitare di fare causa aprioristicamente e senza avere svolto diligenti indagini avvalendosi di un medico legale. Peraltro una recente riforma del codice di procedura civile ha reso più severi i criteri giudiziali di liquidazione delle spese nel caso di soccombenza, dunque attenzione a intentare cause cervellotiche pensando che tanto c’è sempre qualcuno che paga, magari l’assicurazione o l’Azienda sanitaria: si rischia di finire dalla parte di qualcuno.
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RUBRICA | LE OPINIONI
Osservatorio Sociale
Verso una longevità attiva L
a vita riserva sorprese e compito di coloro che studiano i comportamenti umani e sociali è di captarle con la stessa rapidità con la quale si presentano. Una sorpresa annunciata è relativa al differente assetto della componente generazionale, soprattutto nei paesi occidentali che si adegua ad una nuova dimensione del tempo. Come sempre il tempo è un soggetto ambiguo. Sant’Agostino diceva: se non mi si chiede cosa è il tempo lo so, ma se mi si chiede non so dare una risposta. Il tempo così come lo spazio accelera la “frammentazione” della modernità, ma si prolunga in una proiezione quasi scenica della vita umana che rallenta i ritmi della crescita, quindi dell’invecchiamento. Le età anagrafiche non corrispondono a comportamenti prevedibili. E se i giovani rappresentano il futuro, quindi il centro dell’interesse e dell’impegno sociale, i nuovi “vecchi” diventano sempre più protagonisti. La parola vecchiaia non deve spaventare più; quello che viene negato ai giovani, il lavoro, a loro è stato dato e nuovi spazi, nuove energie, nuove abitudini accompagnano la terza e la quarta, forse domani, la
La voce delle associazioni nel Sistema Sanitario
Luigi Sfredda Asur7, Ancona
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L’
Italia, come si sa, è un paese caratterizzato da una massiccia presenza di associazioni di volontariato. Moltissimi italiani, cioè, prestano la propria opera volontaria nelle più svariate associazioni, in particolare in quelle che si occupano di assistenza e che sono contigue al mondo sanitario. Queste associazioni costituiscono una realtà molto evidente. Nel settore sanitario operano due tipologie di associazione: le Associazioni di Volontariato e le associazioni di Tutela. Le prime si occupano più o meno di assistenza ai cittadini, le seconde si occupano di portare alle strutture sanitarie la voce degli utenti che hanno esperienze e contatti più o meno edificanti con il sistema sanitario. Sono realtà, dicevo, importanti e che hanno un peso anche politico nella comunità italiana. Il loro rapporto col mondo sanitario, tuttavia, ha vissuto fasi alterne. Da una parte c’è
Prof. Marieli Ruini Università La Sapienza, Roma
quinta età. I pensionati di oggi rappresentano una nuova forza sociale ed economica e ripropongono quelle figure antropologiche degli anziani del villaggio che assumevano ruoli e rappresentavano la tribù stessa. Sono un bene economico ritrovato e rinnovato: nonni che ricoprono funzioni che altrimenti andrebbero remunerate, nuovi lavori di sostegno, di docenza, di formazione, di quelle che erano un tempo doppie attività e diventano oggi primarie. Esperienza e maturità, nuove parole d’ordine soprattutto in ambito formativo, dove una sana vecchiaia garantisce etica e professionalità. Nell’ambito di uno sviluppo umano che non si ferma al pensionamento, e di uno sviluppo sociale che necessita di una “longevità attiva” (come anche l’Unione europea ha scelto come tema centrale per il 2012), i valori, i simboli, le tradizioni e i rituali intesi come riferimenti culturali, ma soprattutto le memorie diventano così elementi referenziali e solidali per un nuovo assetto esistenziale che, senza cancellare, ripropone e quindi offre una rinascita da pesanti crisi sociali. stata la tentazione del Sistema sanitario di fagocitare il mondo del volontariato. Si tratta di forza lavoro fortemente motivata ad operare con chi ha bisogno, ma particolare da non sottovalutare, presta la propria opera gratuitamente. Dall’altra parte non è stato (e non è) possibile considerare il volontario alla stessa stregua di un operatore professionale. Chi ha le competenze specifiche non ha più la forte motivazione, per intenderci.E viceversa. Ma la voce delle Associazioni è autorevole. Si fa portavoce del cittadino e la sua voce arriva senza le mediazioni del politichese-burocratico tipo che deve tener conto di questo o di quell’altro equilibrio. Si tratta di una voce preziosa, per chi la vuole ascoltare. La riforma regionale del Sistema Sanitario (la legge 13/2003), dava grossa enfasi e un sostanziale benvenu-
to alle Associazioni, affidando loro compiti importanti. Il dato letterale di questa legge, per quanto riguarda il mondo associativo, ha avuto applicazione solo nel 2010. E non ancora completamente . Sono stati previsti, infatti, i Comitati di partecipazione nell’ambito dei Sistemi sanitari, nei quali le Associazioni sono invitate a dire la loro e a partecipare alla politica sanitaria. Che cosa è successo tra il 2003 e il 2009? Nulla, se non tanti ripensamenti e un tentativo di applicazione poi abortito. La voce delle Associazioni è dura perché è dura la voce del cittadino e un Sistema in via di riforma, con tutti gli aspetti da verificare e da aggiustare non è sempre pronto ad accoglierla. Vero è però che anche la voce delle Associazioni non sempre è pura. E’ pilotabile. E spesso le regie sono sempre le solite.
Ayurvedica, dall’India una medicina dolce
MEDICINA | MEDICINE ALTERNATIVE
L’
DI MAURO RAGAINI
ayurveda è un antico e completo sistema di conoscenza indiano sperimentato da oltre 5000 anni che oltre ad avere un impianto filosofico molto solido da spazio ed importanza anche alla medicina. L’ayurveda nel suo insieme offre indicazioni e precetti per il mantenimento del benessere, per migliorare la qualità della vita e mantenere la salute. Un presupposto fondamentale è che l’uomo, il mondo, la vita ed il creato nel suo insieme formano un’unica rete dove tutto è interdipendente e connesso. Questa medicina ci insegna che l’uomo se vuole salvare se stesso sia come individuo che come specie e più in generale se vuole salvare la vita del pianeta deve concretamente apprezzare, godere e trovare la felicità vivendo in armonia con la natura, mantenendo un legame con le cose naturali e spirituali senza privilegiare le cose artificiali, intrinsecamente dannose che per di più sono ottenibili con grande sforzo. L’ayurveda ci indica la strada per scoprire e mantenere l’equilibrio fra l’uomo e l’Universo, i quali sono uniti fra loro e fanno parte di quell’unica rete di connessioni che è il Creato. Parliamo di una scienza della vita basata su principi universali da applicare con facilità alla vita di ogni giorno di ogni persona. L’uso corretto e consapevole dei nostri sensi è la condizione indispensabile per mantenere l’equilibrio nell’uomo, nella vita, nell’Universo, mentre un uso incompleto o sbagliato di essi genera squilibri e disarmonia in tutta la rete di connessioni fino all’intero Universo. I sensi ci servono per percepire, pensare, valutare e vivere. La medicina ayurvedica provvede al trattamento della patologie, prescrive l’uso del cibo, delle spezie, delle erbe, del
massaggio, delle pratiche yoga e della meditazione per ogni ramo della medicina e della psichiatria. L’ayurveda si basa su conoscenza autentica, su leggi universali immutabili la cui affidabilità e veridicità perdura da millenni e trova riscontri in tutte le altre discipline con valore universale messe a punto in ogni civiltà. La medicina ayurvedica non vede la malattia come un nemico da combattere ma come un campanello da allarme per riconoscere e riequilibrare ogni nostro squilibrio. L’individuo è considerato nella sua totalità di corpo, mente e spirito. Possiamo parlare di una concezione prevalentemente psicosomatica della malattia. Il medico ayurvedico vede la malattia attraverso e in funzione del paziente. I suoi metodi diagnostici sono semplici e le medicine di norma sono poco costose e non hanno effetti collaterali negativi. Ogni rimedio è un tonico e può quindi essere assunto anche da persone sane. Di grande importanza è la dieta e infatti chi pratica una corretta alimentazione ed uno stile di vita sano non ha bisogno di medicine. La medicina ayurvedica si pone in modo aperto nei confronti degli altri sistemi medici e tende
ad integrarsi con questi. In ogni ramo della medicina ayurvedica vengono applicate le seguenti teorie: - dei cinque elementi: Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra; - dei “tridosha”, le tre energie: vata, pita, kapha; - dei sette tessuti, “dhatu”; - dei tre “mala”, le principali scorie da eliminare: urina, feci e sudore, oltre alle altre minori; - della trinità della vita: corpo, mente e coscienza spirituale. Gli strumenti usati dalla medicina ayurvedica sono: - tecniche di indagine, diagnosi e cura; - metodi di purificazione; - metodi per favorire il prolungamento della giovinezza quindi la longevità; - l’uso di metodi erboristici naturali, tenendo conto dei
loro effetti su tutti i piani; - il massaggio, lo stile di vita e in particolare la dieta e l’uso medicamentoso delle spezie; - la meditazione. Ogni medicina, in ogni tempo ed in ogni luogo si è posta il compito di preservare la salute e curare le malattie per giungere alla guarigione dell’individuo malato nel senso più profondo del termine. L’ayurveda e la sua medicina sostengono che il nostro corpo ha in se tutti gli elementi e le facoltà necessarie per regolarsi e mantenersi in perfetta efficienza per tutta la durata della vita. Il corpo avverte questi cambiamenti delle forze e degli elementi che lo costituiscono e si ammala per lanciare messaggi alla nostra parte conscia e razionale, che dovrebbe essere in grado di accoglierle ed interpretarle. La malattia è il campanello di allarme che segnala una disfunzione e per questo non dovrebbe essere combattuta come un nemico, ma indagata per trovarne le cause. La medicina ayurvedica agisce conseguentemente per affrontare tutti i cambiamenti, stabilizzare le energie di difesa, superare malattie e invecchiamento, promuovendo la salute e mantenendo il massimo benessere psicofisico. La medicina ayurvedica è una medicina dolce, totalmente incentrata sulla persona non adatta quindi alla veloce soppressione dei sintomi e richiede anche al paziente un modo di pensare e sentire di tipo ayurvedico.
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OSPEDALI | ASUR 7
“Il Volo della Fenice”: la promozione della salute negli anziani
L'
allungamento della vita apre nuovi scenari circa la necessità di garantire, anche negli anziani, spazi di miglioramento della qualità della vita, che possano portare ad un cambiamento favorevole sia a livello fisico, sia a vantaggio del benessere personale, familiare e sociale. La promozione dell'attività fisica si è dimostrata efficace dal punto di vista costi-benefici nel mantenere l'efficienza fisica e nel prevenire alcune tra le malattie croniche prevalenti nella popolazione anziana. In quegli anziani in cui tali patologie si sono già instaurate, l'attività fisica ne previene e rallenta la progressione e aiuta a preservare quanto più possibile le capacità funzionali atte allo svolgimento delle comuni attività della vita quotidiana. E’ per ciò che nasce il progetto “Il volo della Fenice”. Il progetto è rivolto a cittadini adulti ed anziani interessati a migliorare il proprio stato di salute attraverso la pratica di Ginnastica Medica Cinese, nell’ambito di un protocollo già sperimentato efficacemente con 2500 anziani
del Comune di Civitanova Marche. Responsabili e animatori del progetto saranno il dott. Lucio Sotte, già direttore della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese e del Dipartimento di Ginnastiche Mediche e Discipline Psico corporee della Fondazione Matteo Ricci e Fernanda Biondi. Gli obiettivi specifici cui mira il progetto sono quelli di: - favorire il mantenimento della capacità funzionale e dell'autonomia attraverso la pratica di esercizi di qi gong - facilitare il mantenimento di uno stile di vita attivo attraverso una programmazione giornaliera/settimanale dell'attività fisica - permettere la creazione di un ambiente sociale favorevole (un gruppo) alla pratica dell'attività fisica - produrre miglioramento nei parametri indicatori di salute percepita (dolore articolare, disturbi agli arti inferiori, digestione, astenia fisica-psichica, pressione arteriosa, sonno, stato dell'umore, disturbi vescicali, stato generale di salute).
Il Corso di Ginnastica Medica Cinese è rivolto ad un numero minimo di 20 soggetti e si articolerà in 2 incontri settimanali di 90 minuti ciascuno, presso il Circolo "Leopardi" di Falconara M.ma in Via Stadio 14/a. Per
Gli Ospedali di Osimo e Loreto, eccellenze al femminile Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) ha conferito il massimo riconoscimento (i tre bollini rosa) ai due i presidi ospedalieri, SS. Benvenuto e Rocco di Osimo e Santa Casa di Loreto. Dal 2007, l’Osservatorio promuove annualmente il progetto “Ospedale Donna”, col quale individua quegli ospedali particolarmente attenti sia alla cura delle patologie femminili, che alle specifiche esigenze “di genere” delle donne (“Women friendship”). Alle strutture ospedaliere in possesso dei requisiti previsti da O.N.Da, e valutati da una giuria appositamente nominata, vengono assegnati i Bollini rosa, da 1 a 3, che attestano “l’eccellenza al femminile”. I presidi ospedalieri, SS. Benvenuto e Rocco di Osimo e Santa Casa di Loreto ne hanno conquistati tre, il massimo. Grande soddisfazione nell’ambito della Zona 7, dove l’eccellenza dei suoi professionisti, dal
L’
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direttore Sanitario Tiziano Cossignani, al Direttore di Zona Giovanni Stroppa, dalla dott.ssa Elisabetta Esposto, dirigente medico della Direzione Medica del Presidio Ospedaliero Unificato. “Per i nostri Presidi Ospedalieri e soprattutto per i professionisti – afferma la dott.ssa Esposto - questo importante riconoscimento dimostra che non è tanto importante la grandezza o il prestigio dell’ospedale, ma l’impegno e l’attenzione che gli operatori e l’organizzazione della struttura dimostrano ogni giorno nella diagnosi e cura delle donne che vi accedono con i loro bisogni e le loro emozioni. La forza sta nell’ascolto e nell’accoglienza in contesti semplici e professionali al contempo, che riportano la donna ad un dimensione più umana e naturale della medicina con una forte integrazione con il territorio di appartenenza”.
l'iscrizione e la frequenza di tutti e quattro i mesi di attività è previsto un costo omnicomprensivo di 15,00 euro. Nel corso delle esercitazioni verranno proposti 4 serie di esercizi qi gong che presentano un grado di complessità crescente: esercizi di auto massaggio, esercizi dei tendini e dei midolli, tre passi per il riequilibrio yin-yang e sei ideogrammi e sei suoni. A queste attività saranno accompagnati esercizi di ginnastica respiratoria e di controllo del respiro, mentre la valutazione di efficacia ed efficienza del progetto sarà affidata ad un questionario di valutazione che misurerà numerosi parametri vitali, le condizioni di vari apparati dell'organismo e lo stato generale di salute.
SINDACATI | SPI CGIL MARCHE
Non autosufficienza e terza età: così viene affrontata nelle Marche...
L
o specifico fondo per la non autosufficienza, creato nella precedente legislatura, ha visto il graduale e progressivo disimpegno del Governo attualmente in carica. A livello regionale invece l’importante negoziazione sociale, svolta dal Sindacato Pensionati Spi-Cgil Fnp-Cisl Uilp-Uil marchigiano, ha portato a rilevanti risultati tesi a venire incontro ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie che si trovano a dover fare i conti con il gravissimo problema della non autosufficienza. Un primo accordo, finalizzato alla permanenza o al ritorno in famiglia di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti, è stato sottoscritto nel 2009. A livello di Ambito Territoriale Sociale, in caso invalidità del 100%, di possesso dell’indennità di accompagnamento e di Isee che non superi i 11.000 euro in caso di anziani che vivono soli e 25.000 euro se inseriti in famiglia, è stato istituito sperimentalmente un assegno di cura che viene riconosciuto attraverso la sottoscrizione di un formale patto di assistenza con le famiglie. Con lo stesso accordo si è previsto il potenziamento del servizio aggiuntivo di assistenza domiciliare (Sad); questo servizio prevede la realizzazione di un regolamento e una carta dei servizi unici che prevedano l’unicità di accesso e di gestione dell’eventuale lista di attesa all’interno di ogni Ambito Territoriale. Ora, seppur in presenza di qualche limite e alcune difficoltà, l’accordo è diventato operativo ed è in una fase di prosecuzione della seconda annualità. Le condizioni di vita degli autosufficienti, con problemi socio-
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assitenziali, non assistibili a domicilio, che necessitano di un livello elevato di assistenza tutelare e di un livello di tutela sanitaria comunque inferiore a quella erogata dalle Residenze Sanitarie, sono state al centro dell’importante accordo tra Sindacati confederali e Regione Marche, sottoscritto lo scorso agosto 2010. Con esso si intende raggiungere entro il gennaio 2013 una prestazione di assistenza di 100 minuti per meta a carico del Servizio Sanitario e per metà a carico dell’utente per un importo di 33,00 euro. Anche in questo caso diventa strategico il ruolo che assumeranno i tavoli territoriali nel monitorare al meglio le procedure previste nell’accordo. L’attenta conoscenza delle situazioni per meglio concorrere a risolvere le problematicità, che, specialmente in condizione di solitudine e fragilità, possono costituire insormontabili ostacoli agli anziani e alle loro
famiglie è alla base del ruolo di rappresentanza che il Sindacato dei pensionati intende svolgere per intero. Con questo obiettivo lo Spi Marche, d’intesa con lo Spi Nazionale, sta realizzando un’azione conoscitiva di tutte le
strutture residenziali attraverso la compilazione di un questionario. Lo scopo finale è quello di non lasciare soli anziani e famiglie ad affrontare situazioni che sovente avvengono in maniera traumatica, imprevista e inaspettata.
I Sindacati Confederali dei Pensionati presentano una Proposta di legge regionale sulla Osteoporosi osteoporosi è una malattia ad altissimo impatto sociale che interessa prevalentemente il sesso femminile in età compresa tra i 59 anni ed i 79 anni. L'incidenza dell'osteoporosi in Italia è del 20% nelle donne tra 51 e 60 anni, del 32% tra i 61 e 70 e del 39% nelle ultra settantenni. Il Ministero della Salute ha tuttora allo studio la possibilità di includere l'osteoporosi tra le malattie croniche ed invalidanti. I Sindacati confederali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil delle Marche ritengono indispensabile una programmazione a livello regionale degli interventi atti a prevenire l'insorgenza della malattia osteopenica e prevenire le complicanze traumatiche da osteoporosi grave. Queste le premesse e le ragioni che hanno spinto le organizzazioni sindacali dei pensionati a promuovere la raccolta delle firme a sostegno della presentazione di una Proposta di legge regionale su osteoporosi e osteopenia. L’intervento legislati-
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vo è infatti necessario soprattutto per la complessità della patologia, in quanto molteplici possono esserne le cause che vanno sia da errori alimentari nella prima infanzia, che a complicanze di varie patologie ovvero di trattamenti prolungati con corticosteroidi. Questo fa sì che siano molte le branche della medicina interessate e coinvolte nel suo trattamento (ginecologia, ortopedia, geriatria, radiologia, endocrinologia, gastroenterologia, medicina interna, fisiatria ecc). La Legge si autofinanziarebbe da sola; infatti, alle ragioni socio-sanitarie si aggiungono quelle, incontestabili, del contenimento della spesa attraverso la prevenzione: attraverso un'oculata rete di centri di riferimento regionali ed una corretta informazione atta a prevenire l'osteopenia e l'osteoporosi, si ridurrebbero le conseguenze finali fino al 10% delle fratture di femore, vertebrali, gomito, polso: si avrebbero 2.400 interventi in meno.
La ‘quattordicesima’ per gli assegni bassi
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a legge 127/2007 ha riconosciuto una sorta di quattordicesima mensilità ai pensionati che percepiscono assegni sotto i 654 euro mensili. L’aumento si distingue dalle maggiorazioni sociali in quanto è strettamente legato agli anni di contributi versati durante la vita lavorativa. La somma aggiuntiva (quattordicesima) è una somma che viene aggiunta due volte l’anno alla pensione di persone che hanno compiuto 64 anni di
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età e che hanno un reddito complessivo non superiore ad un determinato limite, pari a una volta e mezza il trattamento minimo di pensione in vigore nell’anno. Viene erogata dagli Enti previdenziali ma viene rimborsata dallo Stato; per questo, e per il fatto che viene corrisposta solo sulle pensioni da lavoro, quindi assoggettabili all’Irpef, assume la forma di un “rimborso fiscale” piuttosto che di un aumento di tipo previdenziale.
I danni da trasfusione
er i malati sottoposti a danni da trasfusione ci viene da chiarire e specificare quanto viene stabilito dalla Corte di Cassazione. In una sentenza del 2009 gli eredi di un soggetto danneggiato da vaccinazioni obligatorie o da patologie conseguenti a emotrafusioni, hanno diritto ai ratei di indennizzo non riscossi dal danneggiato prima del decesso. Il diritto degli eredi matura “anche se tra la morte e gli episodi lesivi non vi è una diretta connessione”. Questa la sintesi della sentenza su ricorso di un erede di un soggetto emotrasfuso che aveva conseguito per tale terapia l’epatite C. Per la Corte di Cassazione è necessario distinguere il caso in cui il decesso sia connesso alla somministrazione dei prodotti oppure non ci sia una relazione stretta con questi. Nella prima ipotesi, ai familiari spetta l’una tantum in alternativa alla reversibilità per 15 anni. Nella seconda ipotesi, ai familiari spettano i ratei dell’assegno riconosciuto in diritto del danneggiato scaduti prima del suo decesso.
Poiché viene corrisposta insieme alla rata di pensione di luglio, quella che nella legge viene indicata come “somma aggiuntiva” è anche chiamata “la quattordicesima” mensilità dei pensionati. L’importo della somma aggiuntiva ha tre valori diversi, a seconda del numero di contributi previdenziali versati dal titolare e non è soggetta a perequazione automatica. Una volta stabilita la fascia di anzianità contributiva, secondo la tabella qui pubblicata, la somma spetta per intero fino a che il reddito personale dell’interessato si mantiene entro il limite stabilito per l’anno: oltre quel limite, viene corrisposta in misura parziale,fino a concorrenza del limite di reddito più la somma aggiuntiva stessa.
A chi spetta
La somma aggiuntiva spetta ai pensionati che si trovino nelle condizioni seguenti: - un reddito complessivo non superiore a una volta e mezza il minimo di pensione. Per il 2008, questo limite equivaleva a 8.640,84 euro annui. Il reddito da prendere in considerazione è il reddito da pensione più qualsiasi altro reddito, di qualsiasi genere, percepito nell’anno, con alcune rile-
vanti eccezioni; - almeno una pensione originata dai contributi versati durante la vita lavorativa il cui importo non sia di per sé superiore al limite di reddito. Dato che il minimo di pensione nel 2008 era di 443,12 euro, la pensione (o la somma delle pensionile sono più di una) non può essere maggiore di 664,68 euro al mese (8.640,84 nell’anno). Oltre questo limite, la somma aggiuntiva spetta in misura ridotta o non spetta affatto; - aver compiuto il 64° anno di età. L’età alla quale scatta il diritto alla somma aggiuntiva è uguale per donne e uomini. La somma aggiuntiva viene corrisposta a partire dall’anno di compimento dell’età, nella misura di tanti dodicesimi quanti sono i mesi trascorsi da 64enne in quello stesso anno (compreso il mese nel quale cade il compleanno). È opportuno precisare che gli aumenti sono esentasse e non costituiscono reddito né ai fini fiscali, né per il riconoscimento di altre prestazioni previdenziali e assistenziali.
Invalidità civile... quali le novità? partire dal 31 luglio 2010, con la manovra anticrisi del Governo, sono state introdotte delle novità riguardanti le pensioni e gli invalidi civili. Per questi ultimi è stato introdotto il principio della “rettifica per errore”.
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La rettifica per errore, in cosa consiste?
Il secondo comma dell’articolo 10 della legge 30.07.2010 n. 122 (conversione in legge del decreto 31.05.2010 n. 78 – Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) stabilisce: “Alle prestazioni di
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità nonché alle prestazioni di invalidità a carattere previdenziale erogate dall’INPS si applicano, limitatamente alle risultanze degli accertamenti di natura medico-legale, le disposizioni dell’articolo 9 del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 e dell’articolo 55, comma 5, della legge 9 marzo 1989, n. 88.” L’articolo 9 Dlgs 23.2.2000 n. 38, sotto il titolo “Rettifica per errore” relativa a prestazioni a carico dell’INAIL, stabilisce che “Le presta-
zioni a qualunque titolo erogate dall’Istituto assicuratore possono essere rettificate dallo stesso Istituto in caso di errore di qualsiasi natura commesso in sede di attribuzione, erogazione o riliquidazione delle prestazioni. Salvo i casi di dolo o colpa grave dell’interessato accertati giudizialmente, l’Istituto assicuratore può esercitare la facoltà di rettifica entro dieci anni dalla data di comunicazione provvedimento dell’originario errato. In caso di mutamento della diagnosi medica e della valutazione
da parte dell’istituto assicuratore successivamente al riconoscimento delle prestazioni, l’errore, purché non riconducibile a dolo o colpa grave dell’interessato accertati giudizialmente, assume rilevanza ai fini della rettifica solo se accertati con i criteri, metodi e strumenti di indagine disponibili all’atto del provvedimento originario. L’errore non rettificabile comporta il mantenimento delle prestazioni economiche in godimento al momento in cui l’errore stesso è stato rilevato.
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RUBRICA | LAVORO & PENSIONI
Dopo anni di lavoro usurante finalmente la pensione anticipata... speriamo! Focus PENSIONI CONTRIBUTIVE E “COLLEGATO LAVORO” Stefano Carotti - Consulente del Lavoro, Ancona
ome ben noto, la materia delle pensioni sta subendo, ormai da parecchi anni, drastici ridimensionamenti normativi in termini di ammontare di trattamenti e di raggiungimento dei requisiti necessari. La riforma Dini (legge 335/’95) ha comportato l’epocale passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Di questa ultima modalità di determinazione delle pensioni (fortemente “penalizzante” per i lavoratori) sono destinatari tutti i soggetti che hanno versato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995 e coloro che, ancorchè in forza al 31 dicembre 1995, avevano a tale stessa data un’anzianità contributiva inferiore a diciotto anni. Caratteristica essenziale del sistema contributivo è quella secondo cui, contrariamente al precedente principio dell’automaticità delle prestazioni, se non sono stati effettivamente versati i contributivi obbligatori non si ha diritto alle prestazioni pensionistiche. Diventa importante il controllo costante che il datore di lavoro, o il committente, versino sempre regolarmente i contributi previdenziali a proprio carico e quelli, di cui ne sono comunque responsabili in solido, a carico del lavoratore. Nella medesima direzione va la recentissima legge 183/2010 (“Collegato lavoro”) che, all’articolo 39, prevede l’estensione del reato di appropriazione indebita per omesso versamento delle ritenute previdenziali, oltre che per i lavoratori dipendenti, anche alle ritenute operate dal committente sui compensi dei lavoratori a progetto e dei titolari di collaborazioni coordinate e continuate iscritti alla gestione separata ex art. 2 , comma 26, della legge n. 335/95. La sanzione per tale omissione è la reclusione fino a 3 anni e la multa fino a 1033 euro che, tuttavia, non trova applicazione in caso di versamento entro 3 mesi dalla contestazione o dalla notifica dell’avvenuto accertamento della violazione.
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Salve signor Rignanese, sono un lavoratore di 56 anni. Le mando questa mail per avere delle spiegazioni sulla legge dei lavori usuranti. Ho lavorato 15 anni per la Cementir come operaio, facendo tutti e tre i turni (mattino, pomeriggio e notte). Poi ho lavorato per 15 anni, e lavoro ancora tutt'ora, per una azienda di manufatti e laterizi, con contratto edile, svolgendo sempre lavori su turni, anche 5 notti di seguito. Volevo sapere se rientro anch'io nella legge dei lavori usuranti? La ringrazio anticipatamente. Spero mi possa essere utile. Saluti Salvatore Gentile signor Salvatore, lei rientra nei lavori particolarmente usuranti. Avendo superato i 50 anni e i 30 anni di contributi, potrebbe beneficiare dei 3 anni bonus per la pensione. Il suo è ed è stato un lavoro notturno e continuativo, quindi il suo è considerato un lavoro usurante. Lino Rignanese ------------Sig. Rignanese mi chiamo Angelo sono nato il 30 Gennaio 1956 e al 29 Aprile 2010 ho maturato 38 anni e 7 mesi di contributi di lavoro dipendente di cui 20 anni sul 3° turno fisso, il 30 Aprile 2010 sono stato collocato in mobilità con accordi sindacali di Settembre 2009 fino al rag-
giungimento dei 40 anni (Settembre 2011). La mia finestra si aprirebbe a Gennaio 2012. Posso usufruire dello sconto dei lavori usuranti? Premet-
to che dal 30 Aprile 2010 sono in mobilità. Distinti Saluti. Angelo Gentile signor Angelo, lei può iniziare a presentare la domanda per andare in pensione. Questo perché ha superato i 35 anni di contributi, ha l'età richiesta (cioè 50 anni) e ha svolto per 20 anni un lavoro a rischio. Quindi ha tutti i requisiti per iniziare le pratiche per usufruire dei 3 anni anticipati per andare in pensione. Lino Rignanese ------------Salve mi chiamo Girolamo, sono l’11/10/1952, le scrivo per avere informazioni in merito "lavoro usurante" ed eventuali benefici pensionistici. Le comunico alcuni dati personali: ho lavorato come dipendente
pubb l i c o infermiere dal 04/08/1976 maturando oltre 34 anni di contributi, ho riscattato il diploma con decreto del Ministero del Tesoro (altri 2 anni) e il periodo del militare (oltre un anno). Con un totale di 37 anni e 2 mesi. Ho svolto il lavoro di infermiere turnista h24 dal 1976 e ho prestato servizio presso il pronto soccorso di un DEA di 2°livello dal 15/05/1996. Posso inoltrare domanda di pensionamento? Girolamo Gentile signor Girolamo può sicuramente inoltrare la sua domanda all'Inpdap e utilizzare il bonus di 3 anni per i lavori usuranti. Ha svolto un lavoro a rischio, ha oltre i 35 anni di contributi ed ha passato i 58 anni. Ha tutti i requisiti per beneficiare dello sconto dei 3 anni dati dai ‘lavori usuranti’.
RUBRICA | DALLA PARTE DEL CITTADINO
Il Tribunale del Malato... come strumento utile
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n questo numero ci occuperemo del Tribunale del Malato e delle sue mansioni: di come tutelare un ammalato ed ottenere determinati benefici economici e non solo. Il Tribunale per i diritti del Malato (TDM) è nato nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale. Il Tribunale del Malato è una rete costituita da cittadini comuni, ma anche da operatori dei diversi servizi e da professionisti, che si impegnano a titolo volontario
(circa 10.000). Un anziano che si vede respingere una pensione di invalidità o una indennità di accompagno dalle Asur o dall’INPS, può l’anziano rivolgersi al Tribunale del Malato per farsi riconoscere i diritti. La Presidente è la dott.ssa Anna Maria Amadei e la Legale Rappresentante Avvocato Galli: meticolosa ed efficiente nel sostenere ammalati che hanno bisogno del loro aiuto. Le varie sedute vengono espletate presso la sede di Ancona, via G. Marconi n. 227 al numero telefonico di segreteria 071/43437. Il Tribunale del Malato esamina tutti i casi controversi, e sono tanti, che arri-
Tribunale del Malato
Segreteria Regionale Marche Via Marconi, 227 - 60125 Ancona c/o Cesare Pozzo Segretario: Dante Reale Tel: 071/43437 Fax: 071/2149015 e-mail: realed@aliceposta.it
vano allo stesso tribunale dopo una lungaggine burocratica ordinaria dell’INPS ed anche dell’ASUR. In questo caso è uno strumento utile per ottenere un diritto che spesso viene “leso” in ogni commissione di invalidità. Tempi lunghi e verbali incoerenti portati certamente verso una posizione che danneggia a lungo andare il malato o nel caso specifico spesso il disabile. La lunga fila presso i tribunali ordinari, i quali per la mole di lavoro spesso danneggiano il malato non esaminando bene tutta la documentazione inviata; una sorte, dunque di “terno a lotto”. Se poi si riesce a concluderla positivamente la via dei tribunali è sempre dispersiva e lunga e non conveniente. Mentre i tempi del Tribunale del Malato sono brevi ed efficaci. Il tribunale stesso si avvale di esperti dottori ed efficienti avvocati, che mettendo la propria esperienza al servizio
Il nostro esperto LINO RIGNANESE
del cittadino arrivano molto prima alla conclusione definitiva di ogni caso sottoposto.
Potete fare domande riguardanti le pensioni all’esperto Lino Rignanese inviando una email a info@senzaeta.it
Il diritto di accompagno per i malati sottoposti a chemioterapia a inoltre detto che tra i diritti del malato, esiste anche quello del diritto di accompagno per i malati sottoposti a chemioterapia. Molte domande presentate negli anni scorsi, dal 2000 al 2004 e fino ad oggi, sono state escluse e non prese in considerazione. Fin troppe commissioni di medicina legale di invalidità non hanno svolto e preso in carico queste pratiche. Nello specifico La Cassazione riconosce il diritto ai malati di cancro, provati dalla chemioterapia e incapaci di muoversi autonomamente, di ricevere l'indennità di accompagnamen-
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to (circa 400 euro al mese) per tutto il periodo nel quale sono sottoposti a questo debilitante trattamento terapeutico. In particolare, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di Damiano B., figlio di un malato terminale, contro la sentenza con la quale il Tribunale di Firenze aveva negato che l'INPS dovesse corrispondere a suo padre l'indennizzo. Il contributo economico era stato richiesto perché Tranquillo B., provato dai chemioterapici, non era in grado di andare da solo all'ospedale dove gli venivano somministrati i farmaci antitumorali . Secondo i giudici fiorentini, l'impossibilità del
padre di Damiano di deambulare e di compiere autonomamente gli atti della vita quotidiana era di carattere transitorio, dovuto proprio alla chemioterapia. Pertanto il beneficio non poteva essergli accordato e la sua richiesta fu bocciata. Ma Piazza Cavour (sentenza 10212/04) non ha assolutamente condiviso questa tesi e ha detto che “immotivatamente è stata respinta la domanda poiché nessuna norma vieta il riconoscimento del diritto ad indennità di accompagnamento anche per periodi molto brevi”. Ora sarà la Corte di Appello di Bologna ad occuparsi di questa
vicenda e a far sì che l'INPS corrisponda l'indennità ingiustamente negata. Nel frattempo Tranquillo è morto a causa del male, però la sua battaglia giudiziaria - della quale potranno valersi tanti pazienti oncologici che hanno perso anche solo temporaneamente l'indipendenza - è stata portata avanti dal figlio Damiano al quale, per diritto ereditario, spetterà ricevere l'indennizzo. Nessuna norma vieta il riconoscimento di questo diritto anche per periodi molto brevi. Abbiamo voluto affrontare questa questione che tanti cittadini ci sottopongono.
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SINDACATI | FSI
Il disegno di legge sugli Operatori Socio Sanitari è arrivato al Senato C
DI CLAUDIO ACACIA Segretario Nazionale FSi - Inrca
oncluso l’iter per la presentazione del Disegno di Legge sugli Operatori Socio Sanitari e Asd (Assistente Sociosanitario Domiciliare) che è stato sottoscritto dai Senatori che ne hanno condiviso i contenuti. Sono trascorsi diversi anni dall’istituzione del ruolo di Operatore Socio Sanitario (OSS), un professionista che si è saputo distinguere nell’equipe sanitaria e socio sanitaria del sistema del nostro paese. “Dopo aver maturato una sostanziale esperienza professionale in questo ruolo – spiega Adamo Bonazzi, segretario generale della FSI questi operatori della sanità chiedono oggi di correggere le piccole e grandi anomalie che si possono riscontrare in ambito giuridico, contrattuale a formativo. È grazie al confronto serrato con gli Operatori Socio Sanitari che la Federazione Sindacati Indipendenti ha elaborato una linea di azione che, attraverso una precisa azione legislativa nazionale, si propone di offrire una soluzione quantomeno definitiva al problema giuridico e formativo degli OSS che sia universale per
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tutta Italia”. Il gruppo di lavoro nazionale (coordinamento fra OSS e FSI) che ha elaborato la proposta di legge ha portato attenzione al profilo giuridico dell’OSS ritenendo di dover far conoscere a livello nazionale tale figura proponendo anche l’istituzione di un ulteriore profilo professionale con funzioni e ruoli più impegnativi. “Tale nuova figura – continua Bonazzi – può così rappresentare la sintesi delle attuali competenze degli OSS che oggi sono sempre più coinvolti in articolate funzioni nell’ambito sociale e domiciliare oltre che sanitario”. L’attenzione del gruppo si è poi focalizzata sull’aspetto formativo. Viene, infatti, chiesta maggiore omo-
geneità nei programmi e negli obiettivi per tutto il territorio nazionale. “E’ così – conclude Bonazzi – che la FSI ha predisposto un idoneo testo di proposta di legge”. Ecco gli interventi specifici trattati nel testo: - individuazione giuridica delle figure professionali di OSS e ASD - collocamento delle figure professionali nell’area sanitaria - identificazione dei contesti operativi di entrambe le figure che sono: tutte le strutture sanitarie e socio sanitarie in ambito ospedaliero, domiciliare, residenziale e semi residenziale, negli istituti pubblici e privati, profit e non profit
Il Disegno di Legge che cambierà la prospettiva giuridica per dare maggiore dignità professionale e nuove prospettive di carriera agli Operatori Socio Sanitari e nei comuni e nei loro consorzi, e per l’ASD specificatamente quella di collaborare con le altre figure professionali nel campo dell’educazione alla salute e della prevenzione primaria professionale - formazione abilitante a carico delle regioni - accesso delle figure professionali OSS e ASD all’obbligo della formazione continua in medicina - equipollenza dell’OSS con la terza S all’ASD riqualificazione definitiva degli OTA, OSA e ADEST in Operatore Socio Sanitario
SCAFFALE | LIBRI Longevità attiva. Teoria e pratica del Centro Alberto Sordi per anziani fragili
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iamo anziani... o lo saremo. L’anzianità è una realtà dell’esistenza individuale. Un evento della vira a cui siamo destinati. È possibile fare oggi qualcosa per quando saremo vecchi? Dobbiamo sicuramente migliorare il nostro modo di percepire e vivere questa fase della vita. D’altra parte bisogna smettere di pensare la vecchiaia solo come il momento della perdita di energie, salute e agilità e cominciare a considerarla come qualcosa di positivo e naturale. Invecchiare non è solo un processo fisiologico, ma un’esperienza esistenziale che appartiene alla biografia della persona. È vero che sono inevitabili le situazioni di fragilità e di malattia, ma invecchiare bene è possibile. Quello che possiamo capire da questo libro è che l’anzianità viene preparandosi durante tutta la vita, e comunque va preparata pensando che un marito o una moglie rimanga solo, che i figli escano di casa per farsi una loro vita, che arriverà il tempo del pensionamento, del crescere degli acciacchi, dei cambiamenti importanti.
Autori: Associazione A. Sordi Editore: Armando Editore Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 144 Prezzo: 12.00 euro
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Mangiare sano con il diabete
i piacciono i dolci, la pasta e le patate e pensate di dovervi rinunciare perché siete diabetici? In caso di diabete mellito di tipo 2, una modifica delle abitudini alimentari è la terapia migliore, ma questo non significa dover rinunciare ai propri piatti preferiti! L’alimentazione dei diabetici può essere ricca di gusto: bisogna solo imparare a mangiare nel modo corretto. Questa guida vi insegnerà come riuscirci, con tante ricette stuzzicanti e consigli pratici sulle abitudini quotidiane e sulla spesa. Marlisa Szwillus ha trasformato la sua passione per la scrittura e per la buona cucina in una professione. Nutrizionista e autrice, da anni è responsabile della rubrica di cucina della maggiore rivista alimentare tedesca ed è membro del Food Editors Club Deutschland. Doris Fritzsche è nutrizionista e coautrice di numerose pubblicazioni. Da diversi anni lavora come consulente nel campo della dietetica e della formazione dei pazienti diabetici, occupandosi sia degli adulti, sia di giovani e bambini.
Autori: Szwillus, Fritzsche Editore: Tecniche Nuove Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 132 Prezzo: 14.90 euro
Il linguaggio del corpo svela tutto
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Il vostro errore fondamentale sta nel sottovalutare l'importanza degli occhi umani. Capite, la lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai!” Michail Bulgakov. Un testo importante per imparare a "leggere" le persone attraverso il loro comportamento, le loro posture, la loro gestualità. Uno studio semplice ma esauriente del "linguaggio non verbale", un piccolo manuale che può aiutarci a muoverci con più sicurezza, e che è il risultato di oltre 10 anni di studi, ricerche, osservazioni. Spesso ci troviamo in difficoltà nell'interpretare i nostri interlocutori: sono sinceri? Sono convinti di ciò che dicono? Sono bendisposti nei nostri confronti? Antonio Luce e Daniele Bondi, attraverso centinaia di immagini (fotografie e disegni) ci propongono una fondamentale chiave di lettura e comprensione di chi ci sta intorno.
Autore: Luce Antonio Editore: SI Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 104 Prezzo: 8.00 euro
Mente e salute. Evidenze, ricerche e modelli per l’integrazione
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lla ricerca delle "chiavi" per comprendere la salute e la malattia, la ricerca scientifica si è inoltrata dentro l'organismo, i tessuti, le cellule, il DNA e, quasi paradossalmente, questo viaggio verso le basi della vita ha mostrato l'importanza dei processi di regolazione dell'insieme e ha condotto ad una concezione dell'uomo come sistema complesso di reti dove le parti si spiegano in relazione al tutto. Sono state messe a fuoco le proprietà auto-organizzatrici ed auto-regolatrici della materia vivente, è stata studiata l'integrazione genetico-ambientale, sono stati acquisiti nuovi dati sull'attività cerebrale. In questo contesto l'attività mentale ha cominciato ad uscire da una dimensione troppo evanescente ed indefinita per assumere connotati più precisi: in relazione sia all'interdipendenza mente-cervello sia al ruolo evolutivo della mente nella mediazione tra ambiente interno ed esterno all'organismo e nella modulazione dei processi biologici. Obiettivo di questo libro è presentare un quadro aggiornato di evidenze e ricerche sul rapporto tra mente, salute e malattia a partire dagli studi sullo stress.
Autori: Lazzari David Editore: Franco Angeli Data di Pubblicazione: 2010 Pagine: 330 Prezzo: 34.00 euro
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