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Marzo-Aprile 2010 Euro 2,00

Editore: Pixel - Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona Contiene I.P.

OPINION LEADER Paola Michelacci: “Il senior che sceglie una vacanza deve poter disporre di pacchetti molto diversificati” PROVINCIA DI ANCONA L’assistenza sociale a 360 gradi

Famiglia Quale sostegno nella società moderna?

DOSSIER COMUNI Sindaci e Assessori di Porto Recanati e Loreto a confronto sulla città CLINICHE PRIVATE A Morciano di Romagna la prima sperimentazione del farmaco orale post intervento

RUBRICA La scuola di Paolo Crepet per trovare un equilibrio nei sempre più gravi problemi della famiglia


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sommario

EDITORIALE

MINISTERO DELLA SALUTE

Occhialini 3D: fanno male? Vediamoci chiaro

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FARMACI

Le imprese del farmaco per la crescita economica e la salute dei cittadini 5

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RUBRICA DI PAOLO CREPET

Figli ‘diffici’. Un’occasione per i genitori

RICERCA

Un farmaco contraffatto è un danno per la salute

10-11

8-9

OPINION LEADER - TURISMO SOCIALE Prevenire il desiderio del turista

CASE DI CURA

Valconca, da oltre 90 anni al servizio della salute

12-13

REGIONE MARCHE

Salute mentale, la Regione Marche è in prima linea Futurage: una roadmap europea per la ricerca 16 In forma e più attivi... facendo i compiti dei nipotini

INRCA

ASUR MARCHE

L’Asur più tecnologica con l’e-health

18

14-15 17

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PROFESSIONISTI DELLA SALUTE Come ti rimetto in piedi il campione

Assegno di cura, così Ancona fornisce l’assistenza 20 Diamo voce ai distretti sociali 21 La Provincia di Ancona: il Sociale visto a 360 gradi 24-25

SERVIZI SOCIALI

A Camerino il primo’farmacista di reparto’ 28 Nuove sfide per il Mazzoni di Ascoli 29 A Camerano il primo centro regionale per la salute 30

SANITA’

SPECIALE ELEZIONI REGIONALI

31-36

Loreto: la ‘casa’ dei Servizi Sociali 38-39 Porto Recanati: turismo in salute e in sicurezza

COMUNI A CONFRONTO

COOPERAZIONE SOCIALE

A Fabriano: nuova occupazione e solidarietà

SINDACATI

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Pensioni: da gennaio sono usciti gli ultimi 58enni

PENSIONI

Il trattamento minimo

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EDITORE PIXEL REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 -

www.senzaeta.it - info@senzaeta.it Direttore: Gabriele Costantini. Capo Redattore: Riccardo Milani. Hanno collaborato: Lorenzo Ricci, Francesca D’Amico, Fabio Di Rienzo, Luigi Sfredda, Daniele Gattucci, Lino Rignanese, Julian Burnett, Giulia Zenni, Marco Traini. Comitato scientifico SENZAETA’: Direttore prof. Paolo Crepet, prof. Paolo Busilacchi, direttore Scuola Ecografia, radiologo, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Università La Sapienza, avv. Giovanni Conti, legale, dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, dott.ssa cav. Paola Michelacci, Turismo sociale. Stampa ROTOPRESS Loreto Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona Chiuso in redazione 1 marzo 2010

La famiglia che cambia e l’emergenza educativa

N

di Paolo Crepet

on c´è settimana, non c´è giorno che non parliamo di famiglia: forse qualcuno ci ha fatto l´abitudine, mentre qualcun altro si stupisce. Cerchiamo di capire perché… Fin da quando ero ricercatore avevo capito che quando si nomina insistentemente una parola è perché essa non c´è. Qualche mese fa è uscito il mio nuovo libro, tutto dedicato ai temi della famiglia, si chiama "Sfamiglia". In molti hanno pensato ad un termine denigratorio, in realtà non era questa l´operazione culturale che volevo fare. Ricordate - sono passati circa trent´anni- gli "Swatch"? Non si trattava di una critica agli orologi, ma semplicemente di un´esigenza: sottolineare un cambiamento, una trasformazione antropologica come mi piace chiamarla. Mi spiego. Quando mio nonno paterno tornava a casa, trovava una tribù: una quindicina tra fratelli e sorelle, oltre ai genitori, nonni e parenti aggregati. Mia figlia quando torna a casa dal liceo, non trova nessuno se non il suo piccolo cane. Possiamo chiamare con lo stesso nome due realtà sociali, economiche, affettive così diverse? Io credo proprio di no. Allora dobbiamo avere il coraggio di mettere davvero la famiglia e l´educazione al centro di un nuovo progetto sociale e culturale. Non possiamo accontentarci di soluzioni deprimenti come il quoziente familiare: abbiamo bisogno di servizi, di nuove ipotesi di convivenza, di ripensare alla città e ai suoi abitanti.


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MINISTERO DELLA SALUTE |

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l proliferare dei film in 3D nelle sale italiane, da Avatar a Piovono Polpette a L’Era Glaciale, ha portato il Codacons a segnalare ai Nas la possibile non conformità degli occhiali speciali per la visione di queste pellicole. Le verifiche sono in corso. Gli occhiali sotto processo sono quelli che “vengono forniti nelle sale cinematografiche per poter godere della nuova tecnologia tridimensionale”. Da una ricerca condotta dal Codacons in quasi tutti i cinema italiani, emerge come tali occhiali non dispongano del marchio CE. La sigla non è un marchio di qualità o di origine, ma attesta semplicemente la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza, fissati dalle disposizioni comunitarie. “L’assenza del rischio di un pericolo grave per i consumatori è garantita da tale marchio - sottolinea il comitato consumatori - La Comunità Europea ha definito una serie di norme sulla sicurezza dei prodotti per tutelare i consumatori, e la commercializzazione e immissione in consumo è consentita solo ai prodotti che rispettano tutti i requisiti normativi. Non solo. Sempre l’indagine dell’associazione rileva come, nella busta in cui sono contenuti gli occhiali forniti da alcuni importanti catene cinematografiche, si legga chiaramente la scritta ‘Made in China’ e le avvertenze sui pericoli connessi all’utiliz-

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DI RICCARDO MILANI E LORENZO RICCI

Occhialini 3D: fanno male? Vediamoci chiaro zo degli stessi non siano riportate in lingua italiana”. Inoltre “in moltissimi cinema gli occhiali vengono riciclati e passano da uno spettatore all’altro, con rischio elevatissimo legato alla possibilità che attraverso le lacrime cadute sui vetri si tra-

Il tridimensionale nel mirino dei Nas, occhiali senza marchio CE, ‘made in China’... passando da uno spettatore all’altro, possono anche trasmettere gravi infezioni

smettano anche gravi infezioni”. In relazione alla segnalazione di questi problemi connessi all’utilizzo di occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici ed in particolare all’eventuale pericolosità di questi strumenti, il Ministero della Salute ha provveduto ad interessare il Ministero dello Sviluppo Economico per gli aspetti relativi alla Direttiva sulla sicurezza dei prodotti ed il Consiglio Superiore di Sanità per quelli connessi agli

eventuali rischi neurooculo-vestibolari sulla salute umana. Per quanto riguarda gli aspetti igienico-sanitari, legati all’eventuale riutilizzo di occhiali 3D, il Ministero ritiene indispensabile uno specifico protocollo di pulizia e di disinfezione al fine di evitare che gli occhiali possano diventare veicolo di infezioni dell’occhio e della cute e di infestazioni del capo (in particolare pediculosi). ‘‘Sulla base di tali circostanze abbiamo presentato un esposto ai Nas e alla Procura della Repubblica di Roma - spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - in cui si chiede di effettuare tutte le dovute verifiche e controlli in tutte le città italiane volti ad accertare se gli occhialini messi a disposizione all’ingresso delle sale dei cinema che proiettano film in 3D risultino conformi alle direttive CE, disponendo l’eventuale sequestro di quelli che risultassero commercializzati in violazione dello stesse’’. La situazione continua ad essere monitorata dal Ministero della Salute e dai NAS che hanno già effettuato oltre 7.000 sequestri di occhiali 3D che presentavano etichettature irregolari. E voi, avete riscontrato qualche sintomo dopo aver visto un film in 3D?


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Le imprese del farmaco per la crescita economica e la salute dei cittadini

FARMACI | FARMINDUSTRIA

Le imprese del farmaco italiane dal 2001 ad oggi hanno dimostrato la capacità di eccellere a livello internazionale anche in un periodo di crisi economica e di forte trasformazione strutturale del settore”. Questo il pensiero di Sergio Dompè, presidente Farmindustria. Sono molti i fatti e le cifre che testimoniano il valore delle imprese del farmaco per la crescita economica e la salute. Molte le aziende e tutte importanti che danno vita a un settore che in Italia è leader nella ricerca, finanzia i propri investimenti per oltre il 90%, ha un export superiore al 50% della produzione e occupa lavoratori altamente qualificati, con il 92% degli assunti laureati (61%) o diplomati (31%). Un vero e proprio contributo allo sviluppo del Paese e dei territori, nei quali l’industria farmaceutica opera e investe. La ricerca farmaceutica ha migliorato e continua a migliorare la qualità della vita, in molti casi con una vera e propria rivoluzione nella capacità di curare un numero crescente di patologie. Risultati e impegno che non bastano mai e che possono

diventare sempre più efficaci, con il lavoro quotidiano di migliaia di ricercatori e grazie al ruolo di un Servizio Sanitario Nazionale tra i migliori al mondo per copertura e competenze. “Trend demografici e necessità di rispondere alla crisi macroeconomica internazionale fanno della farmaceutica un asset strategico per la tutela della salute dei cittadini e la crescita del Paese - sono le parole di Sergio Dompè, presidente di Farmindustria - Le imprese chiedono rigore, correttezza e coerenza. Lo chiedono innanzitutto a se stesse, con controlli su tutta la filiera a garanzia della qualità dei prodotti e della spesa, oltre che con strategie imprenditoriali coraggiose e con investimenti importanti, fino a 1 milione di euro per posto di lavoro. Ma lo chiedono anche nelle altre componenti della Sanità, per garantire la sostenibilità dei conti pubblici ed evitare che la farmaceutica debba contribuire a ripianare squilibri determinati da altri. Soprattutto se si considera che la spesa pro-capite per medicinali in farmacia in Italia è di 188,5 euro contro i 265,6 euro

della media Ue”. Rispetto agli altri principali Paesi europei la spesa procapite per la previdenza ha valori superiori del 20%, mentre la spesa per la Sanità è inferiore del 7% e quella per la farmaceutica convenzionata addirittura del 30%.

Un mese di vita guadagnato ogni quattro È questo il risultato dell’allungamento della vita media in Italia dal 1951 in poi. Oggi l’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo e tra quelli con una maggiore aspettativa di vita in efficienza fisica: un fenomeno che, oltre che al progresso economico, sociale e sanitario, può essere attribuito per il 40% ai frutti della ricerca farmaceutica. Nuove terapie hanno per-

Il presidente Farmindustria, Sergio Dompè messo una significativa riduzione della mortalità in Italia.

r.m.

Un settore ‘made in italy’ a farmaceutica è un settore high-tech ad alta vocazione industriale e con forte presenza nel Paese. L’Italia è uno dei più importanti Paesi produttori, terza in Europa per numero di addetti (dopo Germania e Francia) e quinta nel mondo (USA e Giappone ai primi due posti). Queste le cifre chiave del settore nel 2008: • 69.500 addetti, tra i più qualificati nel panorama industriale; • 6.230 addetti alla R&S, il 9% degli addetti totali; • 23 miliardi di euro di produzione, il 53% rivolto all’export; • 12 miliardi di euro di export totale, di cui 9,3 di medicinali che registrano un saldo estero positivo ormai da più di dieci anni; • 2,3 miliardi di euro di investimenti, dei quali 1,2 in Ricerca e 1,1 in impianti ad alta tecnologia; • 1 miliardo di euro di investimenti in Ricerca e produzione in tre anni, già pianificati dalle aziende nell’ambito degli Accordi di Programma; • 3,5 miliardi di euro di tasse e contributi generati direttamente, che ammontano a oltre il 20% della spesa farmaceutica pubblica totale. Le imprese del farmaco sono sulla frontiera dell’Economia della Conoscenza per impegno nella Ricerca e Innovazione, elevati livelli di investimenti materiali e immateriali, qualità dell’occupazione e propensione all’export. Un settore che, con i suoi acquisti diretti, crea nell’indotto a monte (per esempio materie prime, impianti e macchinari, confezionamenti) sviluppo e spinta all’innovazione, che spesso rende i fornitori in grado di eccellere sui mercati internazionali, arrivando a esportare fino a più del 90% del loro fatturato. La filiera del farmaco conta globalmente 220 mila addetti.

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RUBRICA | SCUOLA PER GENITORI La scuola di Paolo Crepet per trovare un equilibrio nei sempre più gravi problemi della famiglia

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aro dottore, le chiedo che fare con una figlia di 13 anni che ha collezionato già sei rapporti, a scuola, per comportamento scorretto in classe. Anche se basta che studi solo pochi minuti e prende buoni voti, la professoressa di matematica mi ha detto chiaramente che è insopportabile nella sua disattenzione. Ho dovuto toglierle messenger perchè ne risentiva anche lo studio! Adesso si è dedicata a frequentare un gruppo di ragazzini sbandati: le ho spiegato che non ho nulla contro di loro e che comunque hanno avuto un percorso familiare diverso, sono tutti figli di prostitute, spacciatori, anche uno in prigione per omicidio volontario... Non riesco a farla ragionare, abbiamo trovato un compromesso: le do il permesso di andarci ma alle 16-16.30 deve essere a casa. L'ho portata da una psicologa. Io lavoro su turni, il mio compagno fa il muratore, abbiamo anche un altro figlio di 5 anni, cerco di starle dietro anche per la scuola. L'ho educata seguendo sani principi, ma evidentemente

PAOLO CREPET

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Figli “difficili” Un’occasione per i genitori non sono riuscita a comunicarle niente perchè è egoista, sfrontata e anche un po' bugiarda. Non so più che fare. Nel mio giorno di riposo devo fare mille cose, i professori ogni volta mi dicono quanto è strafottente l'atteggiamento di mia figlia, vado ogni mese al colloquio: che vuole la società da noi poveri genitori? Io ho una vita, anzi due. Una l’ho data alla società, perchè ora dovrei rinunciare alla mia? A volte penso o ammazzo lei o ammazzo me. Scusi lo sfogo. Patrizia.

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ara Patrizia, credo che la sua lettera descriva bene la condizione di tante

Inizia da questo numero la rubrica del prof. Paolo Crepet che per la rivista Senzaetà affronterà il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli, con le devianze che ne seguono.

Per scrivere al prof. Crepet e alla sua Scuola per Genitori: scuolagenitori@vi.artigianinet.com crepet.paolo@gmail.com www.scuolagenitori.it www.impresafamiglia.it

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sichiatra e sociologo è nato a Torino nel 1951, ha collaborato e collabora con numerose istituzioni pubbliche tra le quali il Censis e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Regione Europea. E’ stato Membro dell’Unità Operativa del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Trieste nell’ambito della ricerca “Salute mentale e stress” e Consulente Associato al King’s College di Londra. Dal 1992 al 1995 è stato Consulente dell’Osservatorio Nazionale per lo studio delle tossicodipendenze in ambiente carcerario del Ministero di Grazia e Giustizia. E’ stato professore di “Psichiatrica Sociale II” presso l’Istituto di Psichiatria e Psicologia Medica a Napoli.

madri come lei. Tutto è drammaticamente accelerato e anticipato nella vita dei figli. Allora diventa davvero difficile star dietro alla loro educazione. La stragrande maggioranza dei genitori oggi si sente sola, senza punti di riferimento: non sa se deve continuare come i loro padri (brutali e spesso distanti) o se invece occorre essere "buoni". Per queste ragioni, proprio perché penso che l´educazione delle nuove generazioni è la cosa più importante per il futuro del nostro paese, ho organizzato - iniziando sei anni fa a Vicenza - una "scuola per genitori" che oggi annovera circa 30 sedi e 25.000 iscritti

(per informazioni: www.impresafamiglia.it). Non pretendo di aver trovato la soluzione per ogni problema, ma semplicemente offerto a migliaia di genitori e nonni (perché oggi molti di loro devono fare le veci di genitori assenti per lavoro) un´occasione per ripensare al mestiere di educare, lontani da facili ritorni al passato come da certo "buonismo" educativo imperante.


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PILLOLE | Gli italiani stanno più attenti al fumo, ma non all’aumento del peso ra i maschi italiani diminuisce l'abitudine al fumo, ma aumenta l'obesità mentre tra le donne, gli stessi dati rimangono stabili. Sono alcuni dei dati preliminari che emergono dall'indagine condotta nel nostro Paese nel quadro dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare / Health Examination Survey (Oec/Hes), uno studio nato dalla collaborazione tra l'Istituto Superiore di Sanità e

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l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco). Una precedente indagine dell'Oec era stata condotta tra il 1998 e il 2002, su un campione di circa diecimila italiani e italiane di età compresa fra i 35 e i 74 anni. Nel 2008 è stata avviata una nuova ricerca, includendo più esami e raccogliendo così maggior informazioni sulle malattie croniche. Le due indagini consentono quindi di descrivere l'andamento nel tempo dei maggiori fattori di rischio per la salute della popolazione italiana. Risulta evidente un trend in calo della pressione arteriosa, sia negli uomini che nelle donne, nei maschi cresce però l'obesità (dal 21 al 26%), mentre diminuisce l'abitudine al fumo dal 33 al 26%. Nelle donne obesità e vizio del fumo rimangono invece stabili, rispettivamente al 26 e al 22%.

Il silicio contenuto nella birra previene l’osteoporosi econdo un nuovo studio la birra rappresenta una significativa fonte alimentare di silicio, ingrediente chiave per aumentare la densità minerale ossea. I ricercatori dell'Università della California hanno analizzato diversi tipi di birre, per determinale la relazione tra metodi di fabbricazione e contenuti di silicio. Il team ha mappato i contenuti e gli effetti di 100 tipi di birre in commercio, concludendo che le birre rappresentano un'importante riserva di silicio nella dieta occidentale. Sulla base di questi risultati, e del ruolo del silicio nella crescita e nello sviluppo di ossa e del tessuto connettivo, alcuni studi suggeriscono che un moderato consumo di birra possa aiutare a combattere

In 5 anni il numero dei medici italiani è diminuito della metà al 2002 al 2007, il numero dei medici in Italia si è quasi dimezzato: da 616 si è passati a 363 per centomila abitanti. Si tratta di una riduzione volta a contenere la spesa sanitaria nazionale, che riporta il numero complessivo dei dottori italiani in linea con quello degli altri Paesi europei. E' quanto emerge da un'analisi condotta dal Centro elaborazione dati (Ced) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). Secondo l'analisi i camici bianchi, generici e specializzati, che nel 2007 operano all'interno delle strutture sanitarie pubbliche e private, sono 363,5 ogni centomila abitanti. Tra i Paesi comunitari il primo posto spetta al Belgio, che ha 401,6 medici ogni

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centomila abitanti, seguito dall'Austria e dalla Lituania. I valori più bassi si registrano in Polonia (219,1) e Romania. Le regioni del Nord, a eccezione dell'Emilia-Romagna e della

Liguria, avevano già nel 2002 una dotazione inferiore a quella media nazionale e nel 2007 presentano valori anche minori di 300.

Cervello a rischio per le troppe informazioni che vengono dai media na ricerca dell'Università della California riportata sul Daily Mail ha evidenziato che il nostro cervello sta cambiando e la nostra capacità di concentrazione sta diventando sempre più scarsa. Questo perché ogni giorno veniamo bombardati in media da 100.500 parole: da Internet, ai giornali, al cinema, alla televisione, alla radio, al telefono, ai videogiochi. I ricercatori hanno stimato la quantità di informazioni a cui le persone sono esposte dentro e fuori casa. Secondo questi calcoli un adulto medio è esposto ogni giorno a più di 100 mila parole e 34 gigabyte di informazioni. Il rischio per il nostro cervello è quello di andare in tilt a causa di un sovraccaricamento di informazioni. Questo, secondo i ricercatori, avrebbe già modificato la struttura del nostro cervello. Susan

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l'osteoporosi. Il vantaggio particolare della bionda bevanda di malto e luppolo sta nel fatto che il silicio contenuto nella birra si trova in una forma molto assimilabile dall'organismo dal momento che circa il 50% è biodisponibile. In particolare i tipi al malto più scuri hanno meno minerale, mentre quelle dal colore più chiaro contengono più silicio.

Greenfield, una dei più importanti scienziati britannici, ha più volte avvertito che i siti di social network possono danneggiare il cervello dei bambini, riducendo ad esempio la concentrazione e incoraggiando i sentimenti di gratificazione immediata. L'uso del computer potrebbe addirittura 'infantilizzare' il cervello, rendendo difficile l'apprendimento. I ricercatori hanno inoltre spiegato che la nostra attenzione viene divisa in intervalli sempre più brevi, e questo non è bene per la prestazione cognitiva. Per Colin Blakemore invece, neuroscienziato della Oxford University, il cervello può crescere e aumentare di dimensione a seconda di come viene utilizzato. Quindi, per la sua tesi, l’accumulo di nuove informazioni provocherà forse la nascita di nuove cellule nervose. Chi ha ragione secondo voi?

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RICERCA | FARMACI

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Un sito ci informa sulle contraffazioni

nformare il cittadino sull'entità e diffusione dei farmaci contraffatti e sui rischi per la salute, scoraggiarlo dall'acquistare farmaci tramite le farmacie online o da altri canali non autorizzati e coinvolgerlo in azioni di contrasto. Sono questi gli obiettivi del sito

www.impactitalia.gov.it realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità nell'ambito della campagna di comunicazione "Farmaci Contraffatti: evitarli è facile", promossa da IMPACT Italia. Sono stati appositamente ideati, infatti, due sportelli online aperti al pubblico: uno per

segnalare a IMPACT Italia casi, anche solo sospetti, di farmaci contraffatti con i quali il cittadino possa essere entrato in contatto (sportello "Segnalazioni"), l'altro per porre quesiti specifici sul problema della contraffazione farmaceutica (sportello "L'esperto risponde").

Un farmaco contraffatto è un danno per la salute I

l fenomeno della produzione e vendita di farmaci contraffatti, sviluppatosi nell’ultimo decennio con andamento esponenziale, ha ormai raggiunto proporzioni tali da rappresentare un grave problema di salute pubblica oltre che un ingente danno economico. L’OMS definisce come contraffatto il farmaco la cui etichettatura è stata deliberatamente e fraudolentemente preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto o l’origine del prodotto. Nei Paesi in via di sviluppo la contraffazione ha una diffusione estremamente elevata, principalmente a causa delle insufficienti risorse umane e finanziarie e di una legislazione debole relativa alla produzione, distribuzione e importazi o ne

dei medicinali. Il fenomeno riguarda soprattutto farmaci salva-vita quali gli antibiotici, gli antimalarici, gli antitubercolari e gli antiretrovirali per la terapia dell’AIDS. Nei Paesi industrializzati la contraffazione farmaceutica presenta caratteristiche ed entità molto differenti. Il fenomeno, infatti, riguarda soprattutto i farmaci nuovi e costosi, i cosiddetti "life-style products" (anabolizzanti, ormoni della crescita, alcuni glucocorticoidi, prodotti contro l’impotenza e alcuni psicotropici). Questi prodotti contraffatti sono spesso commercializzati illegalmente nelle palestre e attraverso il mercato in internet. Volendo schematizzare, si possono distinguere almeno quattro categorie differenti di "falso", con

crescente pericolosità potenziale: - prodotti che contengono gli stessi principi attivi (ottenuti legalmente o illegalmente) e gli stessi eccipienti, nella giusta quantità; - prodotti che contengono le giuste componenti, ma non nelle quantità esatte e le cui formulazioni farmaceutiche non rispettano i requisiti richiesti in relazione; - prodotti che esteriormente appaiono simili a quelli autentici, ma che contengono principi non attivi o contengono altre sostanze in sé non nocive; - prodotti che esteriormente appaiono simili a quelli autentici, ma che non possiedono gli stessi principi attivi e contengono addirittura sostanze nocive.

tivo 274/2007, tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita di un medicinale sono noti, in quanto oggetto di un provvedimento di autorizzazione o di notifica della loro attività. E’ pertanto possibile identificare i responsabili di eventuali attività illecite. Il progetto ‘tracciabilità’, attivato con il DM 15 luglio 2004, consente di monitorare anche informaticamente tutte le transazioni di farmaci nella filiera legale. Il progetto attribuisce un codice identificativo a tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita di un medicinale e registra le transazioni di tutte le confezioni trasmesse dagli attori della filiera in una banca dati centrale, gestita dalla Direzione Generale del sistema informativo del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

La situazione in Italia In Italia il sistema farmaco è di fatto impenetrabile ai farmaci contraffatti, è possibile acquistarli solo tramite internet o tramite siti illegali. La sicurezza dei nostri medicinali dipende principalmente dalla presenza su tutte le confezioni di un bollino a lettura ottica prodotto dal Poligrafico dello Stato, e quindi con un elevato grado di sicurezza contro la contraffazione. Grazie al quadro legislativo delineato dal decreto legislativo 219/2006, dal decreto legge 248/2006 e dal decreto legisla-

Pericolosità dei farmaci contraffatti I farmaci contraffatti non sono mai equivalenti in qualità, sicurezza ed efficacia ai corrispondenti farmaci originali. Anche quando sono di qualità adeguata e contengono la corretta quantità di principio attivo, la loro produzione non avviene secondo le cosiddette Norme di Buona Fabbricazione (NBF) imposte al prodotto autentico dall’industria farmaceutica. La potenziale pericolosità di un farmaco contraffatto può riguardare tutti i suoi componenti: il principio attivo, gli eccipienti e il confezionamento.

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OPINION LEADER | TURISMO SOCIALE Paola Michelacci e le aspettative del 2010: “Diversificare l’offerta significa più attenzione ai bisogni del turista”

Prevenire il desiderio del turista

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di JULIAN BURNETT

he il settore debba essere più “ricercato”, aumentare e qualificare la propria offerta, non è un segreto. Così come sono tanti gli sforzi, in Italia, per cercare di imprimere al Turismo la svolta che gli compete, di vero motore di sviluppo, come prima industria. Tale dovrebbe essere, con tutte le opportunità che crea, in un Paese considerato e realmente primo al mondo, per ricchezze

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culturali e artistiche. Una ricetta che la dott.ssa Paola Michelacci, Cavaliere del Lavoro e nostra esperta di Turismo, insiste nel proporre ai lettori è quella della specializzazione. Lo dicevamo nel numero scorso, quando abbiamo ricordato l’impegno illuminato della Michelacci quando ha creato il primo albergo europeo per ciechi! Ma il Turismo sociale, o il Turismo seniores

sono solo alcune delle formule possibili. Le chiediamo, appena tornata dalla Borsa Italiana del Turismo di Milano, quali sono le novità nel senso della specializzazione, per il Turismo di domani… “Pochine, direi – è la risposta della dott.ssa Paola – Sicuramente oggi le Agenzie e i tour operator offrono molti pacchetti e anche diversificati. Ma se vogliamo parlare di turismi specializzati, per esempio per ciechi, per la terza età, per chi desidera vacanze dedicate, allora è ancora fondamentale il ruolo delle Associazioni di categoria. Quello che ho viso però alla Bit, è una maggiore attenzione, maggiore capacità di ascolto da parte degli operatori turistici. Evidente segno dei tempi, ma anche di una necessaria cura per le esigenze che stanno cambiando…”. Di che tipo di cambiamen-

to stiamo parlando? “E’ sempre più importante studiare le abitudini e le richieste del nostro target, cioè dei vacanzieri: che cosa vogliono, di che cosa hanno bisogno, cosa chiedono e come desiderano divertirsi. Per fare un esempio non deve l’albergatore rispondere alle esigenze del turista ma prevenirle. Il seniores che sceglie una vacanza deve poter disporre di pacchetti molto diversificati: deve sapere già dove trovare formule e strutture flessibili sempre più su misura, adattabili”. Se localizziamo l’offerta nelle Marche il territorio è quanto mai vario e pieno di proposte poliedriche, specie dalle sue parti, in quella che fra Gabicce e l’Urbinate si chiama non a torto ‘Quality Valley’… “Certo, il vantaggio di proporre strutture e spazi diversi, insieme a offerte che vengono da un territorio ricco quanto vario, è


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vincente: come nel nostro caso. Abbiamo sempre inserito nella formula vacanze oltre che serate culturali, ballo, escursioni in barca e visite in trenino, gite naturalistiche e eventi d’arte, anche stimoli importanti per il cliente che invece si muove di meno ma conta sulla specificità della struttura. Il nostro Grand Hotel ha la beauty farm per esempio per la cura del viso o gli idromassaggi come valore aggiunto e tante altre caratteristiche speciali come la cucina dedicata, anche per le esigenze kasher delle famiglie ebree, etc etc..”. La specializzazione dunque come offerta mirata… quali sono le aspettative per questo 2010? “I clienti che ricevono tali stimoli in più e trovano tali attenzioni, da noi tornano e si affezionano e la loro vacanza ogni volta offre loro qualche cosa di

“Il senior che sceglie una vacanza deve poter disporre di pacchetti molto diversificati” diverso e di nuovo…. Comunque dalle proiezioni del 2010 e dalle prenotazioni che cominciano adesso a farsi avanti, ritengo che l’anno in corso porterà con sé un positivo ritorno dei turisti italiani sulle nostre coste. Direi proprio: un gradito ritorno”.

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Tra mare e collina per rivivere la storia e provare emozioni con benessere e qualità

n nuovo modo di intendere l’accoglienza, spazi eleganti, attenzione per i dettagli e premure d’altri tempi. Attrezzatissime strutture aperte tutto l’anno: la punta di diamante è il Grand Hotel Michelacci, a seguire, la Residenza del Grand Hotel, l’M Glamour Hotel inaugurato nel 2008 e infine, per i più giovani l’Hotel Maremonti. Un’oasi ricreativa la moderna Beauty Farm “Maison d’O”, 4 piscine e ampi soggiorni Booking Center relax sul mare. In quest’atmosfera antica si allestiscoP.zza Giardini Unità d’Italia, 1 no matrimoni, banchetti, 61011 Gabicce Mare (PU) pranzi di lavoro, cene di Tel. 0541-954361 gala, meeting ed incentives Fax 0541-954544 di sicuro successo. info@michelacci.com

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Valconca, da oltre 90 anni al servizio della salute… CASE DI CURA | MONTANARI

Un rivoluzionario farmaco e risonanza magnetica aperta nella Casa di Cura Privata “Prof. E. Montanari” DI RICCARDO MILANI

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ttanta anni fa un giovane chirurgo vinse la condotta medica di Morciano di Romagna. La sua passione per la chirurgia lo spinse ad un atto di indubbio coraggio: il primo agosto del 1913 riusciva a fondare la Casa di Cura che ancora oggi porta il suo nome. Posta al centro naturale della Valconca la Casa di Cura “Montanari” è la più antica dell'Emilia Romagna rimasta ancora in vita, sempre conservando nel corso degli anni le stesse funzioni di Ospedale civile che aveva al suo nascere, non solo sotto l'aspetto strettamente medico ma anche dal punto di vista sociale. La struttura ha oltre 60 posti letto autorizzati suddivisi in due raggruppamenti (medicina e chirurgia). Il raggruppamento di chirurgia (diretto dal dott. Luca Montanari) è formato dalle unità funzionali di chirurgia generale e chirurgia oculistica; al suo interno si trovano letti per la chirurgia in day surgery. Le camere di degenza, tutte a 2 letti, sono dotate di servizi igienici indipendenti. “La Casa di Cura Montanari - ci spiega il dott. Graziano Piccinini, responsabile del reparto di

Medicina Generale - persegue dei principi fondamentali come il rispetto della persona che si concretizza nel realizzare un ambiente il più confortevole possibile, ospitale e familiare, valorizzando le relazioni interpersonali, nell'attenzione alle abitudini del paziente, alla privacy e nel tentativo di ridurre al minimo i tempi di attesa. Nell’applicazione delle regole

Casa di Cura Privata “Prof. E. Montanari” Ospedale Privato Accreditato “Casa di Cura Privata Prof. E. Montanari” S.p.A. Via Roma, 7 47833 Morciano di Romagna (RN) tel. 0541.988129 fax 0541.989924 info@casadicuramontanari.it

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operative della Casa di Cura il comportamento degli operatori è ispirato a criteri di obiettività, giustizia e imparzialità”. Dott. Piccinini, qual è il punto di forza della clinica Montanari? “Siamo stati i primi ad adottare un farmaco innovativo utile a scongiurare complicanze in seguito ad operazioni chirurgiche ortopediche.

Scientificamente si tratta del primo anticoagulante orale in dose fissa indicato per la prevenzione del tromboebolismo venoso in pazienti sottoposti a importanti interventi chirurgici. Un investimento deciso dalla direzione della clinica, il Dabigatran etexilato costituisce la prima vera innovazione farmacologia degli ultimi 50 anni. Basti pensare che su oltre


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CASE DI CURA | MONTANARI

43.500 pazienti, il tromboembolismo era diagnosticato nel 76% degli interventi di protesi all’anca e nel 47% di quelli al ginocchio. Con questo farmaco si può eseguire la profilassi a domicilio, riducendo i tempi ed evitando iniezioni”. Una struttura all’avanguardia… anche le strumentazioni lo sono? “Assolutamente sì, l’edificio è stato ristrutturato sia esternamente che internamente, entrando dall’ingresso principale si può subito notare l’attenzione ai particolari per rendere più accogliente possibile le attese. Per quanto riguarda le attrezzature, tutte nuove, il fiore all’occhiello della clinica è sicuramente la risonanza magnetica aperta. Uno degli esami più approfonditi della scienza medica moderna, la

risonanza magnetica nucleare, rimane in molte strutture impraticabile per una grossa fetta di pazienti: persone obese e claustrofobi che non riescono

semplicemente ad entrarci. In questo strumento non bisogna infilarsi in un angusto tubo, ma ci si sdraia su un ampio letto, aperto da tutti i lati”.

“Il mio intendimento era di venire incontro agli effettivi bisogni della popolazione di Morciano e dei comuni limitrofi sprovvisti di Ospedale. Di qui la ragione del sorgere di un Istituto di ricovero e di cura con carattere prevalentemente chirurgico nel centro naturale di questa zona a cui accedono naturalmente gli abitanti anche per facilità di comunicazioni stradali” prof. E. Montanari

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MEDICINA |

Salute mentale: la Regione Marche è in prima linea

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ssessore Mezzolani, la Regione Marche ha dimostrato in questi anni un’attenzione costante nei confronti delle problematiche legate ai disturbi mentali... “Non sono stati anni facili, quelli che abbiamo vissuto, e vorrei sottolineare come nei periodi di crisi economica è più frequente che le persone con particolari problematiche assistenziali, come ad esempio i malati mentali e i cosiddetti soggetti fragili in generale, siano le prime a pagarne le conseguenze in termini di scarsa attenzione e di insufficiente coinvolgimento nei percorsi assistenziali e sanitari da parte delle istituzioni. Le scelte della Regione Marche, perciò, sono state assunte in assoluta controtendenza. Tra mille difficoltà abbiamo infatti voluto assicurare al settore della salute mentale la continuità e il potenziamento di un modello operativo particolarmente attento alla presa in carico complessiva dei soggetti più deboli. Un modello culturalmente ed economica-

“Un modello culturalmente ed economicamente impegnativo per la cura del malato mentale, attraverso un sistema integrato di servizi socio-sanitari”

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mente impegnativo per la cura del malato mentale, attraverso un sistema integrato di servizi socio-sanitari capace di intervenire e di svilupparsi grazie ad attività territoriali molteplici e complesse”. Quali sono le linee d’indirizzo e intervento che la Regione Marche ha messo in campo in materia di salute mentale? “In applicazione della legge 180, la programmazione regionale ha mirato ad arricchire progressivamente gli obiettivi e gli interventi dei Dipartimenti di Salute Mentale. Dall’obiettivo primario della chiusura dei manicomi, dalla restituzione del diritto di cittadinanza e della presa in carico delle persone con disturbi mentali gravi e persistenti, si è passati allo sviluppo delle pratiche territoriali miranti a prevenire e a promuovere la salute mentale della comunità, a superare il pregiudizio e a incoraggiare l’inclusione sociale. D’altra parte, in aggiunta e ad integrazione delle attività cliniche di tali Dipartimenti, la Regione

Marche si è adoperata anche perché divenissero fondamentali le attività di supporto al contesto di vita delle persone con disturbi mentali gravi e persistenti, le attività a favore delle famiglie che vivono la fatica quotidiana della convivenza con la patologia e le politiche d’inclusione sociale. In più si sono disposti interventi tesi a sviluppare e a migliorare i vigenti percorsi assistenziali, nonché avviato un processo di omogeneizzazione della rete dei servizi in tutto il territorio in grado di superare le disparità esistenti tra i vari dipartimenti di salute mentale”. Sembra definitivamente superata la concezione della malattia mentale come qualcosa da nascondere piuttosto che curare... “Tutti gli interventi messi in atto dalla Regione Marche testimoniano, non solo come la salute mentale sia un obiettivo perseguibile, ma come questo debba essere il presupposto e allo stesso il fine di tutte le attività e i percorsi assistenziali. Il fine della programmazione

Almerino Mezzolani, assessore al Servizio Salute della Regione Marche regionale in materia di salute mentale è stato quello di implementare un sistema socio-sanitario capace di assicurare ai malati un sostegno a 360 gradi e così proteggere sia i loro percorsi terapeutici sia il benessere delle loro famiglie. Non a caso, oggi chi soffre di un disturbo mentale può usufruire di una rete di strutture e di servizi capaci di offrirgli una concreta possibilità di cura e non una dipendenza a vita da strutture psichiatriche o da farmaci. Che sia, però, definitivamente superata l’idea di una psichiatria della sicurezza, non mi sembra proprio esatto. Sotto quest’aspetto destano infatti preoccupazione le varie proposte di leggi presentate in parlamento che mirano a stravolgere la legge 180 e io penso che di fronte a queste inammissibili prospettive è necessario che la politica e chi si occupa di problemi psichiatrici non devono tornare indietro”. Oltre all’omogeneizzazione delle strutture sanitarie, quali interventi sono stati messi in campo o previsti? “Si tratta di impegnare le nostre aziende sanitarie a conseguire due semplici obiettivi.


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MEDICINA | REGIONE MARCHE Primo, il riequilibrio dei servizi, partendo da quei DSM che hanno poco personale e che impiegano meno risorse, ossia hanno una minore spesa annuale procapite. Secondo, il potenziamento e la qualificazione delle attività in essere, anche attivando progetti di prevenzione, di qualificazione del personale e delle attività di riabilitazione nelle strutture residenziali e semiresidenziali. E’ stata finanziata e autorizzata l’assunzione di 14 nuovi operatori presso i Dipartimenti più carenti. In più, è stato promosso, consentito e sovvenzionato un articolato programma d’interventi che riguarda tutti i dipartimenti di salute mentale delle Marche, programma che contribuirà a qualificare la risposta ai bisogni assistenziali. In particolare, sono stati assegnati 671.643 euro per avviare, in tutti i 13 DSM delle Marche progetti di interventi di potenziamento, nei settori della prevenzione (217.187 euro), della riabilitazione (311.100 euro), e

della formazione del personale (130.520 euro)”. Cosa sono i “Servizi di sollievo”? “I servizi di sollievo sono fondamentali per migliorare complessivamente le autonomie familiari, per evitare il consueto ricorso al ricovero nelle residenze psichiatriche e perché contribuiscono fattivamente ad arrestare l'ampliarsi della nuova cronicità. Essi sono gestiti con l’apporto determi-

nante delle province, dei comuni e degli ambiti sociali e negli ultimi anni l’amministrazione li ha consolidati grazie ad una progettazione triennale che ha contribuito a dare loro una prospettiva di continuità. In futuro, però, occorrerà trovare forme di gestione ancora più strutturate, come servizi permanenti ed essenziali degli enti locali. L’obiettivo è dunque quello di garantire ad ogni malato un’assistenza, non solo

nel momento della crisi, ma anche nelle altre fasi patologiche e così tutelare la dignità della malattia”. Siamo alle porte delle elezioni regionali. Se venisse rieletto, come intende continuare ad occuparsi di salute mentale? “La campagna elettorale è un’importante occasione per non smettere di incontrare i cittadini, ascoltarli e condivere con loro percorsi e progetti per il benessere della nostra comunità marchigiana. C’è ancora tanto da fare per consolidare quello che abbiamo fatto e perché il nostro sistema sanitario sia sempre più all’altezza delle aspettive delle persone, ma il mio obiettivo è quello di continuare a mettere il cittadino al centro delle politiche sociali e sanitarie della nostra regione, liberando risorse, garantendo nuovi investimenti, condividendo progetti e percorsi e assicurando pari livelli di assistenza”.

Rinnovato l’impegno con la firma dell’accordo per la Medicina Generale

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articolare rilevanza hanno assunto i temi trattati e le decisioni adottate dalla Regione Marche, in data 2 febbraio, nella riunione del Comitato Regionale della Medicina Generale in seguito al confronto fra la Regione stessa e le organizzazioni sindacali delle categorie mediche. Elemento centrale della discussione è stato l’ampliamento dell’accesso dei medici alle forme organizzative più evolute (Medicina di gruppo e personale di studio), che consentono di far evolvere la medicina generale nelle Marche garantendo al cittadino una migliore accessibilità allo studio medico, una maggiore continuità dell’assistenza tramite condivisione dell’informazione, una riduzione dell’attesa negli ambulatori

data la presenza del personale di studio. L’accordo raggiunto ha trovato da parte della Regione anche la copertura finanziaria e costituisce la logica evoluzione del principio ispiratore dell’accordo integrativo di settore sottoscritto nel 2007 e ne prosegue il cammino. L’accordo integrativo regionale (A.I.R.) per la medicina generale ha disegnato un modello di cure primarie centrato sulla appropriatezza, sulla continuità assistenziale e sulla evoluzione organizzativa. In un percorso condiviso con le categorie mediche sono stati fissati obiettivi, omogenei per tutto il sistema regionale sanitario, per incrementare l’appropriatezza complessiva dell’assistenza. Questo modello trova applicazione anche attraverso

lo sviluppo dell’Equipe Territoriali, forme di aggregazione funzionale, che hanno coinvolto le professionalità presenti sul territorio, in particolare i medici di medicina generale, nonché le strutture distrettuali, nel promuovere iniziative coerenti con i bisogni dell’utenza. La validità del modello marchigiano delle cure primarie è stata confermata dall’episodio di pandemia influenzale: il ricorso a strutture di ricovero o di pronto soccorso è stato inferiore rispetto a quello di molte altre regioni. Tale dato conferma l’efficacia del modello con lo specifico

ruolo della medicina generale insieme alla pediatria di libera scelta. Sono stati, inoltre, affrontati altri temi, quali il corso di formazione in medicina generale ed il potenziamento degli screening oncologici. In merito a quest’ultimo argomento, nell’ambito delle modalità previste dall’accordo AIR, sono stati rimodulati i percorsi per promuovere pienamente i programmi di Screening.

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RICERCA | INRCA Il perché di un progetto europeo

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Si tratta di un documento di indirizzo per stabilire le priorità da seguire nel campo della ricerca sull'invecchiamento - ha affermato Fiorella Marcellini del Polo scientifico tecnologico

dell'Inrca - L'Istituto è stato incaricato dalla Commissione Europea di coordinare i lavori nell'area della ricerca socioeconomica con lo scopo di trovare approcci adeguati per affronta-

re al meglio l'invecchiamento demografico, una delle principali trasformazioni che stanno interessando i Paesi europei”.

FUTURAGE, una roadmap europea per la ricerca

ebbene l’invecchiamento demografico non rappresenti di per sé un fenomeno negativo, ma sia anzi indicatore di una società in grado di assicurare una lunga vita ai propri membri, le trasformazioni che esso comporta impongono tuttavia di modificare gli attuali assetti organizzativi, sociali ed economici, attraverso l’adozione di politiche più idonee a rispondere alle mutate esigenze di una popolazione longeva. Nei giorni 25 e 26 febbraio si è tenuto a Jesi un convegno internazionale organizzato dall’INRCA nell’ambito del progetto di ricerca “FUTURAGE”, che ha visto la partecipazione di oltre 40 scienziati provenienti da tutto il mondo (Europa, Stati Uniti, Africa e Asia). I partecipanti si sono incontrati allo scopo di realizzare, per conto della Commissione Europea, un documento di indirizzo in grado di stabilire le priorità da seguire in materia di ricerca sull'invecchiamento durante i prossimi cicli di programmazione comunitaria. La necessità di conoscere a fondo le dinamiche dell’invecchiamento è da tempo ben nota alla Commissione Europea, che finanzia iniziative di ricerca la cui elevata qualità è ormai riconosciuta in ambito internazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, è emersa l’esigenza di ridurre l’eccessiva frammentazione delle iniziative in atto e stabilire un maggiore coordinamento a livello comunitario, anche per effetto della crisi finanziaria mondiale, che ha portato con sé la necessità di concentrare gli

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ricato dalla Commissione Europea di coordinare i lavori nell’area della ricerca socioeconomica. L’equipe incaricata della realizzazione del progetto è coordinata dal dott. Giovanni Lamura e dalla dott.ssa Fiorella Marcellini del Polo Scientifico Tecnologico della sede Inrca di Ancona, e si avvale della collaborazione del dott. Carlos Chiatti e della dott.ssa Marta Renzi, operanti presso lo stesso Istituto. Le ragioni alla base del progetto sono legate alla necessità di trovare approcci adeguati per affrontare al meglio l’invecchiamento demografico, una delle principali trasformazioni che stanno interessando i Paesi europei. Si stima infatti che le persone ultrasessantacinquenni nell’Europa a ventisette passeranno dal 17% al 30% della popolazione tra il 2008 e il 2060, quando quasi una persona su tre avrà più di 65 anni. La quota di ultraottantenni, nello stesso arco temporale, passerà dal 4,4% al 12% del totale, facendo del nostro continente l’area più longeva del pianeta.

sforzi nelle aree di indagine di maggiore rilevanza. Il progetto di ricerca Futurage nasce proprio allo scopo di rispondere a questa esigenza e mira, al termine di un processo di consultazione su larga scala, di cui il

convegno Inrca di Jesi rappresenta uno degli snodi più rilevanti, a redigere un documento di riferimento che rappresenterà la “bussola” per i prossimi quindici anni di ricerca europea in materia. L’Inrca è stato inca-

Un incontro per realizzare un documento di indirizzo in grado di stabilire le priorità da seguire in materia di ricerca sull'invecchiamento


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In forma e più attivi... facendo i compiti dei nipotini! I

n America sono sicuri: le nonne che aiutano nella lettura e nei compiti i bambini delle scuole elementari risultano essere più brillanti nella loro attività cerebrale ed è questo un metodo valido per incoraggiare lo sviluppo cerebrale in età avanzata. In un recente studio pubblicato in The Journal of Gerontology, un gruppo di ricercatori guidato dalla neuropsicologa Michelle Carlson, ha esaminato gli effetti, dal punto di vista cognitivo e neurologico, dell’attività volontaria di un gruppo di donne anziane all’interno di scuole elementari. In particolare, sono stati utilizzati test cognitivi e tecniche di neuro-imaging per valutare i cambiamenti nella sfera neuropsicologica in un campione di donne anziane, che prestavano aiuto volontario ai bambini delle scuole elementari, aiutan-

doli con i compiti scolastici e nella gestione dei rapporti di classe. Le donne, di età media di 67 anni, erano considerate a rischio di deterioramento cognitivo. Avevano un basso reddito e un basso grado di istruzione e, inoltre, avevano ottenuto scarsi punteggi al Mini Mental State Examination. Dopo un programma di training di 32 ore, l’Experience Corps, le donne anziane hanno lavorato 15 ore a settimana, assistendo le insegnanti, i bibliotecari e gli studenti nella lettura di libri e altro. Dopo sei mesi le donne sono state nuovamente testate, riportando un miglioramento nelle loro performance cognitive del 40%. Inoltre, alla scansione in M.R.I., sono stati registrati cambiamenti positivi dell’attività cerebrale. La combinazione di nuovi compiti e il coinvolgi-

mento in attività sociali hanno portato tangibili benefici nelle volontarie, comparate agli esiti di un gruppo di controllo di donne anziane con simili caratteristiche ma che non hanno partecipato alle attività di mentoring con gli studenti. La perdita di funzioni esecutive, come l’abilità a concentrarsi su dei compiti e di formulare giudizi verbali, sono tra le principali cause per cui gli anziani si ritengono incapaci a continuare la loro vita in maniera indipendente e molto spesso si trasferiscono presso i loro famigliari o in istituzioni. Per questo, risulta importante trovare una via che preservi queste funzioni e aiuti gli anziani a mantenere il più possibile la loro autonomia. Il cervello ha una notevole plasticità: è soggetto a cambiamenti e a sviluppo anche con l’avanzamento dell’invecchia-

mento. Si tratta dunque di incoraggiare lo sviluppo cerebrale verso esiti positivi. Il semplice leggere non avrebbe giovato alle anziane nella stessa misura ottenuta con l’attività di assistenza alla lettura agli studenti - molti anziani infatti spendono 15 ore alla settimana nella lettura. Ciò che è risultato fondamentale è la complessa combinazione del lavoro di tutta l’equipe all’interno delle classi e delle biblioteche: la stimolazione e l’impegno hanno prodotto un miglioramento negli anziani anche nel caso in cui loro sostegno agli studenti non ha conseguito risultati positivi. Fonte: “Schooling the Aging Brain” by Paula Span, New York Times

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L’Asur Marche sempre più tecnologica con l’eHealth L

a Sanità continua a fare progressi grazie alla ricerca e al supporto dell’intelligence medica, stanziamenti e progetti sono focalizzati sui più disparati ambiti di intervento. All’Asur nel mese di gennaio 2010 è stato avviato l’utilizzo della procedura “e-health” per la gestione di tutto il personale del sistema. Un pezzo decisivo del Sistema Informatico Aziendale, unico nella regione. “Ciò rappresenta un significativo punto di arrivo nell’ottica di una omogenea e tempestiva applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro nonché nella prospettiva di una sempre migliore gestione delle risorse” sono state le parole di Roberto Malucelli, direttore dell’Asur Marche. eHealth è un termine relativamente recente utilizzato per indicare la pratica dell’healthcare attraverso il supporto di strumenti informatici, personale specializzato e tecniche di comunicazione medico-paziente. L’eHealth è quindi il complesso delle risorse, soluzioni e tecnologie informatiche di rete applicate alla salute ed alla sanità. Il termine può quindi comprendere una vasta gamma di significati i cui limiti possono essere

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da una parte la medicina/healthcare e dall’altra l’informazione tecnologica: - Electronical Medical Records: permette una comunicazione semplice dei dati del paziente tra le diverse figure professionali (medici di medicina generale, specialisti, care-team, farmacie). - Telemedicina: include tutti tipi di cure mediche o psicologiche che non richiedono al paziente una visita dal medico curante. Con questo servizio i pazienti non hanno più la necessità di andare dal medico o, al contrario, il medico ha un bacino d’utenza maggiore.

- Evidence Based Medicine: comporta un sistema in grado di fornire informazioni circa l’appropriato trattamento delle condizioni cliniche di un paziente. Un professionista dell’healthcare può controllare se le sue diagnosi sono conformi alle ricerche scientifiche. Il vantaggio è quello di poter aggiornare i dati dei pazienti. Consumer Health Informatics: è stata definita quella branca dell’informazione medica che si occupa di analizzare i bisogni dei consumatori e rendere accessibili gli studi e gli sviluppi nel campo della medicina.

- Virtual healthcare teams: è composto da professionisti dell’healthcare che collaborano fra loro e condividono le informazioni sui pazienti attraverso l’utilizzo di apparecchiature digitali.

L’indirizzo regionale l piano regionale d’azione per l’e-health si collega concettualmente all’analogo piano regionale di azione per l’e-government, ed ha lo scopo di definire: gli obiettivi strategici, le modalità di implementazione, il fabbisogno delle risorse, il cronoprogramma degli interventi per l’impiego dell’ICT al processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale. La società dell’informazione sta producendo due risultati di grande impatto sulla vita dei cittadini e sul funzionamento dei sistemi pubblici. Da un lato sviluppa una “connettività sociale diffusa”, d’altro determina nei sistemi pubblici tutti i presupposti per una maggiore integrazione e “coesione”. Quest’opportunità deve essere colta anche dal sistema sanitario regionale, ed occorre creare uno strumento (il piano di azione) che faccia confluire le varie azioni in una strategia unica, per produrre risultati tangibili al suo termine.

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Come ti rimetto in piedi il campione

PROFESSIONISTI DELLA SALUTE | FISIOTERAPISTA

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Tecniche d’eccellenza nel Fisioclub del dott. Minciotti ad Ancona specializzato nella riabilitazione sportiva

INTERVISTA DI

LORENZO RICCI

uante volte ci capita di vedere uno sportivo che subisce un grave infortunio? In quel momento pensiamo: “E se capitasse a me? Non riuscirei mai a riprendermi”! Eppure nonostante la gravità dell’infortunio, dopo poco tempo l’atleta è di nuovo in campo più in forma di prima. Come mai? Nessun mistero o magia, semplice fisioterapia. Ne abbiamo parlato con il medico sociale dell’AC Ancona, quel dott. Paolo Minciotti che ha per esempio “in mano” le sorti, ogni domenica, di ginocchia e caviglie preziose e importanti come quelle di Colacone e Mastronunzio, grandi bomber della serie B. Minciotti è dal 1996 titolare dell’ambulatorio “Fisioclub s.r.l.”, specializzato in fisiokinesiterapia e riabilitazione. Dott. Minciotti, quali sono gli scopi principali della fisioterapia? “Innanzitutto rispondere alla sempre maggiore richiesta di benessere da parte degli utenti, che investono le loro risorse nello “star bene”, per raggiungere un sostanziale miglioramento nella qualità della vita. Più precisamente lo scopo della fisioterapia risiede nella riduzione dei tempi di recupero da traumi, infortuni e malattie, ottimizzando al contempo il processo di guarigione: in pratica guarire meglio e in tempi più brevi”. Chi sono i pazienti che si rivolgono a lei? “Noi trattiamo tutte le possibili aree della traumatologia: quella sportiva, quindi atleti che subiscono infortuni durante la loro

Fisioclub S.r.l. Via Valenti, 2 60131 Ancona zona Baraccola Tel. 071/2901203 Fax. 071/2915536

attività; quella post-incidenti di ogni genere, in particolare stradali; infine quella di soggetti che per qualsiasi motivo intendano sottoporsi ad un trattamento riabilitativo privato, di eccellente livello e altamente personalizzato. Dunque il nostro centro opera a 360 gradi su ogni tipologia di soggetto. Infatti circa il 40% dei nostri pazienti è costituito da atleti in riabilitazione, un altro 40% da persone che soffrono per traumi conseguenti ad incidenti di varia natura. Il rimanente 20% è formato da privati, soprattutto anziani con patologie degenerative che hanno bisogno di aiuto per alleviare i sintomi e rendere più dolce il decorso delle loro malattie”. Come funziona il centro riabilitativo ad Ancona? “Qualsiasi centro fisioterapico ha bisogno di determinate caratteristiche per poter aiutare al meglio gli utenti. Innanzitutto spazi adeguati per compiere tutte le necessarie terapie, la disponibilità di apparecchiature all’avanguardia per la diagnosi e la risoluzione dei problemi riabilitativi e un continuo aggiornamento sia delle macchine che delle tecniche di cura, per rispondere nel modo migliore alle esigenze dei pazienti. La struttura Fisioclub s.r.l.

sodd i s f a appieno tutte queste caratteristiche, avendo una superficie di oltre 600 mq e in dotazione un assortimento di macchine estremamente completo comprendente laser, tecar, ultrasuoni, apparecchi per l’elettroterapia e un nuovo ecografo. Dunque macchine all’avanguardia per una struttura all’avanguardia”. Chi sceglie di curarsi con noi può contare su una struttura comodissima senza barriere architettoniche che potrebbero ostacolare l’accesso a persone con problemi di deambulazio-

ne. Inoltre garantiamo l’abbattimento totale dei tempi di attesa e la massima flessibilità degli orari di intervento. Soprattutto puntiamo con forza alla qualità della prestazione e alla personalizzazione delle terapie, con la possibilità di essere seguiti costantemente dallo stesso specialista. Tutto questo nell’ottica di fornire ai pazienti esclusivamente le c u r e

migliori, stabilite di volta in volta a seconda delle esigenze personali di ciascuno”.

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SERVIZI SOCIALI | COMUNE DI ANCONA

Assegno di cura, così il Comune di Ancona fornisce l’assistenza agli anziani

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ono 24.600 circa gli anziani ad Ancona, molti dei quali, difficile quantificarli, non sono più autosufficienti. Per alcuni si aprono le porte delle case di riposo, ma la maggior parte, per scelta o necessità, resta nel proprio ambito domestico. Pochi ormai si trasferiscono in casa dei figli e parenti, gli spazi degli appartamenti di oggi non sempre sono sufficienti, gli orari di lavoro e le abitudini dei familiari difficilmente sono compatibili con quelle dell’anziano, che teme di sentirsi un peso. Ecco dunque la scelta di restare a casa, con i vantaggi e svantaggi della situazione, sempre più spesso appoggiandosi ad una persona esterna che svolge mansioni di colf e badante. Agli anziani che si trovano in questa condizione e che non dispongono di mezzi per garantirsi la necessaria assistenza, il Comune di Ancona ha destinato un assegno di cura, un intervento di supporto assistenziale che viene generalmente gestito dai familiari. La persona anziana, per essere assistita con questo strumento, deve aver compiuto 65 anni di età, essere dichiarata non autosufficiente con certificazione di invalidità pari al 100%, usufruire di indennità di accompagna-

“Tra i requisiti la non autosufficienza e una certificazione ISEE al di sotto dei 25 mila euro”

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Alfonso Napolitano, assessore ai Servizi Sociali di Ancona mento ed essere residente nel comune di Ancona. Per accedere all’assegno di cura è necessario presentare una certificazione ISEE anagrafica dell’anziano con un valore massimo di euro 25 mila. Possono presentare la domanda i familiari o conviventi, il soggetto incaricato della tutela

dell’anziano, ma anche l’anziano stesso. L’assegno di cura viene erogato in base all’analisi del bisogno valutato dal Servizio Sociale professionale. L’importo dell’assegno di cura varia da un minimo di 200 ad un massimo di 300 euro mensili, in relazione alle condizioni di bisogno della persona assistita. Lorenzo Ricci

La certificazione Ise serve a documentare la situazione economica del nucleo familiare nel momento in cui si richiedono prestazioni sociali agevolate o servizi di pubblica utilità. L'ISEE documeta la situazione familiare relativa ad ogni singolo componente.

REQUISITI E MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE curatore, amministratore di sostegno); La persona anziana assistita deve: c) l'anziano solo, senza familiari, quando sia in a) aver compiuto i 65 anni di età; b) essere dichiarata non autosufficiente con cer- grado di determinare e gestire le decisioni che tificazione di invalidità pari al 100% e usufruire riguardano la propria assistenza e la propria vita. di indennità di accompagnamento; c) presentare la certificazione ISEE con un valore massimo di 25 mila Per le domande e per ogni ulteriore informazione, euro rivolgersi presso gli Uffici di Promozione Sociale di d) essere residente nel comune di competenza territoriale Ancona. Possono presentare domanda: UPS Viale della Vittoria 37 tel. 071 2225130 - 071 222 5115 a) i familiari o conviventi; UPS Via Ascoli Piceno 10 tel. 071 2225142 - 071 2225141 b) il soggetto incaricato della tutela UPS Via Volta Collemarino tel. 071 2225171 - 071 2225174 dell'anziano in caso di incapacità UPS P.zza Salvo D'Acquisto tel. 071 2225181 - 071 2225184 temporanea o permanente (tutore,


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Diamo voce ai distretti sociali

SERVIZI SOCIALI | COMUNE DI ANCONA

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uesta volta ci occupiamo del ruolo e del lavoro svolto dai Distretti Sociali. Sono un utile supporto ai Comuni, alle Province e alle Regioni, svolgendo un lavoro efficace e determinante per il collocamento delle famiglie bisognose, con portatori di handicap e con situazioni delicate, dove non sempre i Comuni e altri enti preposti riescono ad intervenire appropriatamente. Per cominciare, tra i tanti uffici che svolgono questi fondamentali compiti, in questa puntata parleremo del Distretto Sociale di Piano San Lazzaro, che si trova in via Ascoli Piceno numero 10, presso la biblioteca “Il Filo D’Oro”. Esso opera in una zona molto delicata e complessa, caratterizzata da molte problematiche e abitata da un alto numero di famiglie con anziani soli e disabili ad alto rischio. Non sempre l’amministrazione pubblica riesce a risolvere i problemi che si presentano proprio per la densità della popolazione che

denuncia bisogno d’aiuto. Un primo importante supporto con la propria esperienza, sono le Assistenti Sociali, che lavorano per rispondere ai bisogni delle famiglie dello stesso Distretto. Nell’area urbana fra via Ascoli Piceno e Posatora c’è la più alta densità di famiglie formate da divorziati o legalmente separati, con figli e nipoti particolarmente esposti a disagi familiari e molto spesso con anziani, abili con grandi responsabilità di capifamiglia o addirittura disabili. Pensiamo allora, riportando i numeri pubblici delle assistenti sociali del Piano, di rendere un servizio e al contempo mettere in risalto il lavoro “occulto” ma molto efficace che viene svolto da questo importantissimo Distretto. Proprio in questo periodo fra l’altro, sta aiutando il Comune nel selezionare le famiglie a cui destinare l’assegno di cura che va dai 200 ai 300 euro cui hanno diritto le famiglie con pre-

senze di invalidità del 100% oppure con portatori di handicap (con accompagno). Molte le segnalazioni di casi fino a pochissimo tempo fa sconosciuti alle amministrazioni con approfonditi rapporti sui delicati problemi sociali e culturali delle famiglie più bisognose. Un lavoro silenzioso quanto difficile ed utile nel cammino della solidarietà, nel

sostegno alle famiglie e nella risoluzione dei tanti problemi che ad esse sono legati.

Lino Rignanese

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Cos’è un distretto sociale

l distretto sociale è una struttura a disposizione per affrontare le situazioni di difficoltà. Il Distretto Sociale è una struttura a carattere territoriale, cioè opera su uno specifico territorio di appartenenza del cittadino. A questa struttura ci si può rivolgere direttamente per ottenere risposte adeguate ai propri bisogni in un momento di difficoltà temporanea o permanente. Il personale operante nei Distretti Sociali è costituito dalle seguenti figure professionali, che hanno competenze specifiche, diverse e complementari fra loro: Assistente Sociale, Educatore Professionale, Amministrativo.

DISTRETTO SOCIALE “PIANO SAN LAZZARO” Via Ascoli Piceno 10 ANCONA

ORARIO AL PUBBLICO: Lunedì 09.00 – 13.00 Martedì 15.00 – 17.00 Mercoledì 09.00 – 13.00 Giovedì 10.00 – 16.00 Venerdì 09.00 – 13.00 SEGRETERIA 071/2225142 071/2225143 Ass. Soc. Berti Gloria 071/2225144 Ass. Soc. Bianchi Nora 071/2225145 Ass. Soc. Cannellone Annarosa 071/2225146 Ass. Soc. Ferrini Paola 071/2225147 Ass. Soc. Fratesi M. Giulia 071/ 2225148 Ass. Soc. Serino Francesca 071/2225149 Ass. Soc. Prosperi Anna 071/2225150 Ass. Soc. Rosini annalisa 071/2225151 Ass. Soc. Patrizia Ruti 071/2225141 Educ. Prof. Barsotti Bianca 071/2225152 Educ. Prof. Beghella M. Luisa 071/2225153 Educ. Prof. Pesciarelli Daniela 071/2225154 Ufficio Promozione Sociale: 071/2225141

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Entriamo nel mondo SaniDoc Viaggio nelle strutture aderenti S

DI FRANCESCA D’AMICO

aniDOC è un’associazione che nasce nel 2008 dall’unione di realtà importanti radicate nel territorio come la CNA di Ancona, l’Anisap e la DentalSos. L’obiettivo è di fare promozione sociale nell’assistenza medica sia pubblica che privata promuovendo l’integrazione sociosanitaria, l’assistenza integrativa e sperimentazioni gestionali. L’associazione raggruppa al suo interno 24 strutture accreditate che operano in vari ambiti della specialistica ambulatoriale ed ospedaliera. Inizia qui il nostro viaggio tra le strutture SaniDOC con la presentazione dei professionisti che hanno aderito all’associazione.

STUDIO DENTISTICO DOTT. BARTOLUCCI Il dott. Bartolucci si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1983, specializzandosi in Odontostomatologia nel 1985. Nel suo studio che si occupa in particolare di protesi dentarie e implantologia, oltre che dell’ortodonzia, si rivolgono a lui pazienti anche da fuori regione e si affidano al dott. Bartolucci per la qualità elevata del servizio prestato come specialista e dal suo gruppo di lavoro, al top sia a livello locale che regionale ed accreditato in 5° classe, cioè al livello di eccellenza. Il dott. Bartolucci è referente per la

Il dott. Vittorio Bartolucci e la sua equipe di professionisti provincia di Ancona di Branemark, una delle più importanti aziende produttrici di materiali per l’odontoiatria. “Credo che SaniDOC sia il futuro della Sanità, e vogliamo offrire agli associati la stessa cura e competenza che da sempre caratterizza il nostro lavoro di squadra”. Così si esprime il dott. Bartolucci riguardo alle motivazioni che lo hanno spinto ad aderire all’associazione. “La qualità di prestazioni e materiali medicali è un aspetto imprescindibile - continua il medico e la grande novità apportata da SaniDOC risiede proprio in questo: la qualità del servizio è

totalmente nelle mani del professionista, il soggetto più indicato per stabilire gli standard qualitativi da impiegare. A questo và aggiunto che lavorare con un “direttore d’orchestra” preparato e presente come il presidente Filippo Bambara è un’ulteriore garanzia”. Altro aspetto fondamentale per il medico è la collaborazione tra odontoiatra e odontotecnico: quest’ultimo diviene un punto di riferimento per il professionista, occupandosi di realizzare i manufatti da impiantare. Un particolare importante da sottolineare, che si nota visitando la struttura di Chiaravalle, è l’attenzione rivolUna delle sale operative dello Studio Bartolucci di Chiaravalle

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La reception dello studio Bartolucci a Chiaravalle

ta ai pazienti disabili: infatti le norme di legge vigenti richiedono che gli studi possiedano i requisiti per accogliere ogni tipologia di paziente. Ad esempio, il dott. Bartolucci ha provveduto a collegare l’ingresso dell’edificio con quello dello Studio Dentistico dott. Vittorio Bartolucci Via Matteotti,83 Chiaravalle(AN) Tel. 071-949316 C.so G. Matteotti, 26 Jesi (AN) Tel. 0731-20913 vittoriobartolucci@alice.it


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studio tramite un moderno ascensore. Così il paziente disabile accede direttamente all’interno dell’ambulatorio senza alcun problema. L’abbattimento delle barriere architettoniche è indice del livello d’eccellenza raggiunto anche nell’ospitalità dei pazienti. STUDIO DENTISTICO DOTT. OLIVIERI Il dott. Enrico Olivieri laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1980, con specializzazione in odontostomatologia. Lavora in due sedi, una a Matelica e l’altra a Castelraimondo, entrambe nella provincia di Macerata. La sede di Matelica, situata all’interno del centro “Tre.M”, struttura polifunzionale di odontoiatria e chirurgia ambulatoriale. La struttura “Tre.M”, di cui è direttore sanitario, è moderna, funzionale ed organizzata secondo criteri che permettono

La reception dello studio dentistico Olivieri a Matelica l’accesso anche ai pazienti disabili: un comodo ascensore permette l’accesso agli ambulatori, situati al primo piano. Oltre all’odontoiatria, vi sono praticate altre attività chirurgiche quali otorinolaringoiatria, ortopedia,

Una delle sale operative all’interno della struttura Tre.M di Matelica

ostetricia e ginecologia; la “Tre.M” è accreditata in 4° classe presso il Servizio Sanitario Nazionale. Lo studio del dott. Olivieri è luminoso e colorato, invitante anche per un bambino. Nella “Guida ai Servizi” che

Sala Chirurgica all’interno della struttura Tre.M di Matelica

la “Tre.M” fornisce ai pazienti, viene messo in evidenza come il servizio si basi sull’interazione tra medico e paziente, nel pieno rispetto dei diritti e doveri reciproci per un’ottimale riuscita delle cure. Il viaggio proseguirà nel prossimo numero, con altre strutture ed altre novità… buona lettura e, come sempre, buona salute a tutti!

Studio Dentistico dott. Enrico Olivieri Via Monte Primo, 5 Castelraimondo (MC) Tel. 0737-54.16.25 olivierienrico@libero.it Via Francesco Grifoni, 5 Matelica (MC) Tel. 0737-85.31.6 info@multimedicamatelica.it www.multimedicamatelica.it

Per chi volesse ulteriori informazioni e conoscere nomi e recapiti degli associati: Numero Verde: 800912294 Presidenza: 071/887011 071/887012 www.sanidoc.it info@sanidoc.it E’ possibile tesserarsi presso le strutture aderenti e le sedi CNA della provincia di Ancona

Prestazioni sanitarie gratuite per i lavoratori colpiti dalla crisi La Regione Marche ha stanziato 1.800.000 euro

Un’iniziativa anticrisi molto utile e lodevole, che dimostra ancora una volta la virtuosità della nostra amministrazione regionale”. Così si esprime il presidente SaniDOC Filippo Bambara, riguardo alla delibera 261 del 2010 approvata dalla Giunta Regionale. Infatti la Regione Marche ha deciso di stanziare 1.800.000 euro per l’assistenza sanitaria delle fasce di popolazione più deboli e più colpite dalla crisi economico-finanziaria. E qui entra in gioco SaniDOC: il presidente Bambara propone al Responsabile del Servizio Salute della Regione Marche, Carmine Ruta, un allargamento di queste prestazioni sanitarie su tutto il territorio, sfruttando l’esperienza e la qualità delle strutture aderenti a SaniDOC presenti nelle

Marche. “In questo modo l’iniziativa presa dall’amministrazione regionale potrà avere uno sviluppo più capillare sul territorio - puntualizza Bambara - raggiungendo gli utenti quasi a domicilio, senza creare disagi e spese ulteriori per usufruire di servizi sanitari importanti ma lontani da casa. La collaborazione tra SaniDOC e il Servizio Salute della Regione Marche garantirà livelli di assistenza eccellenti a tutti gli utenti. Ancora una volta il nuovo modo di fare salute passa attraverso la sinergia tra pubblico e privato; sono sicuro che la lungimirante direzione del Servizio Salute condurrà ad un accordo positivo per tutti, in particolare per gli utenti della sanità”.

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La Provincia di Ancona: il Sociale visto a 360 gradi

SOCIALE | PROVINCIA DI ANCONA

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DI RICCARDO MILANI

ella nostra società, in cui i diritti sociali si allargano, le politiche pubbliche trovano consistenza nella dimensione locale e si radicalizzano nel territorio. Il fine è quello di sostenere e qualificare i legami sociali. Da questo punto di vista, la Provincia costituisce un perno fondamentale nello sviluppo del welfare. Infatti, inserendo le politiche sociali nei programmi economici e di sviluppo della formazione e della nuova occupazione, l’Amministrazione Provinciale di Ancona acquisisce un ruolo promozionale su tutti i servizi alla persona e coordina le infrastrutture e quei servizi che gli enti locali gestiscono in forma associata. “La Provincia di Ancona - ci spiega l’assessore alle politiche sociali, Gianni Fiorentini - sta avendo un ruolo sempre più attivo nella definizione dei piani dei servizi sociali, è attenta ai fenomeni sociali in atto e naturalmente offre politiche di sostegno e di intervento diretto coinvolgendo il più possibile i cittadini e i Comuni. La scelta politica è quella di aumentare le risorse e non sostituirsi alle amministrazioni comunali”.

TERZA ETA’ EXPO

La malattia, la solitudine, il disagio sociale, la povertà ma anche il bisogno di recuperare e arricchire le professionalità e il fondamentale ruolo sociale della fascia anziana della popolazione rappresentano questioni sociali pregnanti. Qual è l’at-

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tuale situazione presente oggi in Italia? La Provincia di Ancona, la Regione Marche, la Cooperativa Sociale “Idea” di Agugliano, l’Inrca, l’Asur e il Comune di Ancona, consapevoli della complessità delle tematiche trattate, danno delle risposte attraverso la realizzazione della seconda edizione dell’evento “Terza Età Expo Tre giorni per la terza età” per il prossimo ottobre. Terzaetàexpo intende offrire un contributo volto a comprendere il mondo dell’anziano e, in particolare, i suoi bisogni e quelli delle persone che di lui si occupano. Uno studio a 360 gradi finaliz-

zato a conoscere non solo il fabbisogno assistenziale e medico ma anche psicologico, culturale, educativo e sociale. Un modo per avere dei momenti seminariali e formativi utili a dimensionare e modellare le politiche di intervento, così da avere riflessioni e indicazioni utili. La seconda edizione di Terzaetàexpo intende proseguire il cammino iniziato con la prima edizione arricchendosi di nuovi contenuti e coinvolgendo tutti i soggetti che direttamente o indirettamente si occupano delle problematiche, delle difficoltà, della solitudine e delle opportunità legate al mondo dell’anziano.

Responsabile tavolo istituzionale Dott. Gianluca Causo Tel. 071-5894208 g.causo@provincia.an.it

PROGETTO INFO COOP

Questo progetto ha l’obiettivo di trasferire agli operatori delle Pubbliche Amministrazioni locali modelli operativi e strumenti strategici per affrontare in modo innovativo e concreto i problemi connessi con le politiche formative ed educative degli uomini e delle donne della terza età residenti in territori periferici e decentrati sul piano delle attività culturali e sociali. Il progetto è terminato a


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L’assessore alle Politiche Sociali e della Migrazione della Provincia di Ancona, Gianni Fiorentini

“La Provincia sta avendo un ruolo sempre più attivo nella definizione dei piani dei servizi sociali, è attenta ai fenomeni sociali in atto e offre politiche di sostegno e di intervento diretto” novembre, ma la Provincia sta investendo per non disperdere il know how acquisito ma valorizzare i risultati e i prodotti realizzati da Info-C.O.O.P. Questo compito verrà affidato principalmente ad una rete locale che si è costituita nello scorso settembre attraverso un protocollo di intesa composta da soggetti pubblici e privati che si occupano di educazione e aggiornamento permanente degli adulti. Il progetto InfoCoop propone di recuperare ed arricchire le professionalità e il fondamentale ruolo sociale della fascia anziana della popolazione, seguendone i desideri, le inclinazioni, i bisogni espressi e non. Persegue

inoltre l’obiettivo di progettare nuovi strumenti volti ad aiutare gli anziani ad uscire dall’isolamento affinché possano rivestire il ruolo di cittadini “attivi”, in linea con le attese e le indicazioni dell’Unione Europea. Un ulteriore ausilio per gli over 65 delle zone montane, uno strumento di intervento per coloro che vivono situazioni di particolari difficoltà.

TURISMO ACCESSIBILE

E’ partito un progetto per promuovere il turismo accessibile e

dedicato ai disabili, soprattutto delle scuole primarie, per incrementare la pratica sportiva nel contesto della classe in cui studiano. Il finanziamento di 20 mila euro sarà destinato al reperimento di operatori specializzati in modo da permettere ai ragazzi disabili di fare pratica sportiva insieme ai normodotati. La Regione Marche ha approvato uno schema di protocollo d’intesa adottato dalla Provincia di Ancona, dall’ufficio scolastico, dall’Asur e dalle scuole per creare delle procedu-

stanno attuando 4 progetti: due di mediazione culturale a livello scolastico: uno di sostegno e protezione delle donne vittime di tratta e sfruttate per la prostituzione; un progetto per l’integrazione sociale delle popolazioni immigrate.

POLITICHE GIOVANILI

Si è concluso da poco il progetto ‘Cantiere giovani, un successo possibile’ che ha visto la presentazione degli aspetti positivi di personaggi conosciuti a livello territoriale, che hanno accettato di dialogare e raccontare le loro esperienze nelle scuole. Il prossimo giugno, invece, partirà ‘Cavalierato giovani’, un concorso per segnalare le persone che si distinguono nel territorio.

FAMIGLIE

creare momenti di aggregazione e fruizione del territorio da parte dei disabili. Le iniziative riguardano l’area vasta con la creazione di percorsi tattili, audiomessaggi per i non vedenti e videomessaggi per i non udenti. Saranno stanziati 30 mila euro per questi percorsi e 300 mila euro per un progetto del Museo Omero.

DISABILITA’

Un progetto della Provincia è

re standard e dei percorsi di integrazione dei ragazzi disabili. La Provincia anche in questo caso fa un piano di sostegno e promozione. Ma il sostegno e la promozione deve continuare anche dopo il periodo scolastico, per questo tramite i CIOF si stanno creando progetti e percorsi di accompagnamento per i giovani che hanno terminato il ciclo di studi.

IMMIGRAZIONE

La Provincia cerca in tutti i modi di agevolare i processi di integrazione. Le leggi non aiutano in questo intento e mettono spesso a dura prova la convivenza. La finalità è quella dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso aiuti economici e di lavoro. Tramite il FEI (Fondo europeo per l’immigrazione) si

Le famiglie ricevono e continueranno a ricevere degli aiuti indiretti. La Provincia offre sostegno ai Comuni e darà un riconoscimento a chi ha prefissato un ‘fondo di solidarietà’. “Il nostro ente - precisa l’assessore Fiorentini - dà una linea di indirizzo ai Comuni. Nello specifico a quelli medio-piccoli elargirà 250 mila euro (70 mila euro in più dell’anno scorso) per i soggetti a rischio di emarginazione e di adattamento sociale”.

Innumerevoli i progetti messi in piedi dalla Provincia di Ancona che riguardano tutti gli aspetti del sociale, progetti rivolti agli anziani, ai minori, ai disabili e alle famiglie senzaetà |25


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Il cordone ombelicale che lega alla vita

PROGETTI SOCIALI | ADISCO

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n importante passo avanti nella diffusione di una pratica che potrebbe davvero salvare molte vite: la donazione di sangue da

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COSA SONO LE CELLULE STAMINALI

e cellule staminali sono cellule presenti in ogni organismo. Si caratterizzano dalle altre perchè sono cellule non differenziate, o non specializzate, nel senso che non hanno ancora una funzione ben precisa all’interno dell’organismo stesso. Le staminali possono riprodursi in maniera pressoché illimitata, dando vita contemporaneamente ad altre cellule staminali e a cellule precursori di una progenie cellulare destinata a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi, come i muscoli, il cuore, il fegato, le ossa ecc.

cordone ombelicale. Si è infatti presso il concretizzata Dipartimento regionale interaziendale di Medicina Trasfusionale dell’Azienda Universitaria Ospedaliera “Ospedali Riuniti”, la donazione di una speciale autovettura attrezzata per il trasporto delle cellule staminali ottenute dalla donazione di sangue da cordone ombelicale. L’autovettura servirà per migliorare il collegamento con la banca delle cellule staminali di Pescara. L’iniziativa è stata patrocinata dall’A.D.I.S.C.O. (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale) ed Enel Cuore. All’evento erano presenti il direttore degli Ospedali Riuniti Gino Tosolini, il direttore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale Mario Piani, la presidente di A.D.I.S.C.O. Marche dott.ssa Castellucci e il dott. Martelli di Enel Cuore. “E’ anche grazie a

queste associazioni - afferma Mario Piani - se riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo principale: dare a tutte le donne che lo desiderano l’opportunità di donare il cordone ombelicale. Ricordo inoltre che la donazione delle cellule staminali provenienti dal sangue del cordone ombelicale è in netto aumento e qualora si raggiungessero i 500 cordoni

annui donati, si potrebbe dare il via alla costruzione di una banca delle cellule staminali, analoga a quella di Pescara, qui nelle Marche”. “Quello della nostra associazione è un ruolo di affiancamento alla comunicazione - afferma la dott.ssa Castellucci - col quale miriamo a diffondere il più possibile la cultura della donazione”.

Lorenzo Ricci

La sicurezza nei Sibillini: inaugurata l’elisuperficie di Amandola i apre un capitolo nuovo per la sicurezza e l’emergenza sanitaria in tutto il territorio della zona montana dei Sibillini. E’ stata inaugurata l’elisuperficie di Amandola, che potrà essere utilizzata sia dall’Asur che dalla Protezione Civile. Parata di autorità politiche, militari, della pubblica amministrazione e di vari servizi civili. Un’opera della quale si sentiva la mancanza e che finalmente rende questo territorio ben collegato per le situazioni di emergenza con i grandi centri ospedalieri. Il finanziamento per la realizzazione di 136.000 euro nonché il progetto sono dovuti alla Comunità Montana dei Sibillini. E’ stato lo stesso commissario straordinario Cesare Milani a spiegare le caratteristiche anche tecniche di quest’opera con dotazioni alla

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avanguardia, tra cui un sistema di collegamento satellitare che permette al pilota dell’elicottero di conoscere la situazione meteorologica e del tracciato molto prima di arrivare sul posto. “Una struttura fondamentale per Amandola - ha detto il sindaco Saccuti - e per tutto il territorio montano di tre province e ringrazio anche la Regione Marche che ha messo a disposizione l’area di realizzazione”.

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A Camerino il primo “Farmacista di Reparto”

SANITA’ |

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resso l’Unità Operativa di Oncologia della Zona Territoriale n. 10 di Camerino, da circa un anno, grazie all’opera della dott.ssa Sabrina Guglielmi, specialista in Farmacia Ospedaliera presso l’Università di Camerino e grazie al sostegno del Servizio Farmaceutico dell’Asur 10, è stato avviato il progetto “Farmacista di Reparto”. La novità di questa figura professionale consiste nel poter monitorare, in stretto rapporto con i clinici, le problematiche relative ai farmaci chemioterapici antitumorali ed in particolare per quello che riguarda: - l’allestimento e la manipolazione, - la somministrazione, - il monitoraggio degli effetti collaterali, - la gestione dei farmaci offlabel (utilizzo al di fuori della scheda tecnica ministeriale), - la riduzione degli errori di terapia, - il miglioramento dell’appropriatezza d’uso,

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- la distribuzione della terapia da assumere a domicilio. “Si tratta di un indubbio avanzamento nella qualità dell’assistenza - afferma il direttore della Zona Territoriale n. 10 di Camerino, Pierluigi Gigliucci in quanto, grazie ad un investimento veramente ridotto, è stato possibile recepire le istanze più avanzate della “clinical governance”, cioè del contesto in cui i Servizi Sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e mantengono elevati i livelli di prestazione compatibilmente con le risorse assegnate”. “Per quanto riguarda il settore specifico della far-

macovigilanza, ovvero la segnalazione degli effetti avversi dei farmaci - sottolinea la dott.ssa Guglielmi - sono state effettuate 48 segnalazioni di reazioni avverse, il 70% delle quali provenienti dal Reparto di Oncologia. Questo dato, che sottolinea l’accuratezza del monitoraggio, non deve essere inteso come negativo ma piutto-

sto rappresenta una sicurezza per il paziente in quanto costituisce un valido indicatore dell’attenzione prestata all’osservazione degli effetti avversi, che potenzialmente può verificarsi nel percorso terapeutico, con un indubbio miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria”.

Meno errori e più risparmio con il farmacista di reparto e Marche sono tra le prime regioni italiane a prevedere il “farmacista clinico di reparto”, una nuova figura che opererà a stretto contatto con i medici e gli infermieri, a tutto vantaggio dei pazienti. (Il percorso è iniziato con la delibera della Giunta Regionale

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n. 1807 del 9 dicembre 2008 che ha promosso l’istituzione di questa figura). Questa presenza garantisce meno rischi per il paziente, un migliore uso dei farmaci e un risparmio sulla spesa per i medicinali. Con l’introduzione di questa figura professionale si avrà una

riduzione del 40% della spesa di reparto, grazie a una migliore selezione dei farmaci e a un loro impiego più efficiente e accurato. Senza dimenticare i vantaggi in termini di farmacovigilanza, cioè del riconoscimento precoce delle reazioni avverse, che la presenza costante in corsia del farmacista può garantire. La risposta farmacologica infatti varia fortemente nei singoli pazienti. La presenza del farmacista a fianco del medico e dell’infermiere risponde alle esigenze di multidisciplinarietà nell’affrontare ogni patologia, la cui cura non può essere appannaggio di un singolo professionista. Il farmacista, che conosce pregi e difetti di ogni molecola, può contribuire a ridurre il rischio di errore farmaco-correlato, ad esempio dal 30% di errori di dosaggio si scende a percentuali del 10-8%.


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SANITA’ | OSPEDALI

Nuove sfide per il Mazzoni di Ascoli

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otenziamento dei reparti, assunzioni, recupero strutture dimesse. Queste le sfide al Mazzoni di Ascoli Piceno. Rilanciare la struttura partendo dai reparti di Oncologia ed Ematologia, dal recupero dell’ex-Gil e da un programma di ampliamento del personale che prevede l’assunzione di 40 unità specialistiche tra medici e paramedici. È poi anche recente l’annuncio, da parte del Direttore generale dell’Asur, Roberto Malucelli, circa nuovi investimenti per ammodernare e riorganizzare il reparto di Medicina Nucleare, auspicando anche l’installazione della PET: un impianto di trigenerazione utile nell’individuazione di molti tumori, che abbatte del 40% i costi dell’energia. Al Mazzoni, inoltre, un’attenzione particolare, sarà riservata all’apertura del poliambulatorio, presso la struttura dell’ex GIL. E’ pronta, invece, la nuova UTIC dove è stato completato anche l’impianto antincendio. “La regione - afferma il direttore Malucelli ha destinato all’Asur di Ascoli 2,7 milioni di euro per dare all’ospedale nuove strutture e più personale. Sono previste inoltre più di quaranta assunzioni che riguarderanno i

di Ostetriciareparti Ginecologia, Oculistica, Diagnostica, Pronto Soccorso ed Ematologia”. E proprio nel reparto di Ematologia, l’Ospedale piceno vanta uno dei primari più stimati e invidiati del territorio sanitario: Piero Galieni. Grazie alla sua professionalità e a quella dell’intero reparto, già da qualche anno si effettuano delicati trapianti di

midollo e cellule staminali: una tecnica all’avanguardia che richiama pazienti provenienti da diverse province vicine. Nuove risorse sono state richieste, poi, per il reparto di Emodinamica, che ormai da tempo permette di effettuare elevati interventi di angioplastica, e per quello del Pronto Soccorso che vanta di un organico composto da 16 medici, 30

infermieri e 8 autisti. Riassumendo, dunque sono numerose e impegnative le sfide che attendono il “Mazzoni” nei prossimi mesi, e che riguardano anche l’obiettivo di ridurre i tempi d’attesa ancora troppo lunghi, per le prestazioni specialistiche.

Al San Salvatore di Pesaro entri ed esci con un click

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isite ambulatoriali, intervento chirurgico, dimissioni e controlli programmati. Tutto in un solo click. I medici e gli infermieri dell’azienda ospedaliera San Salvatore da circa un anno compilano e aggiornano la documentazione relativa ai pazienti del blocco operatorio tramite pc creando una piattaforma in grado di collegare tutti i processi di cura in ospedale con un programma di comunicazione tra i vari reparti. L’inserimento dei dati, la prenotazione del ricovero e

dell’intervento, il referto operatorio e quello istologico, quindi il percorso clinico del paziente, avviene in tempo reale. Si tratta di un nuovo programma che consente di velocizzare i tempi che caratterizzano l’iter terapeutico in ospedale, utilizzando meno carta ed evitando errori di trascrizione, compatibile con gli strumenti informatici già in uso in azienda. “L’obiettivo - spiega Maria Grazia Mortilla, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera è il controllo totale di tutti i dati relativi ai pazienti in cura”. Quindi dalla fase ambulatoriale, che venga fatta a regime pubblico o privato, è possibile costruire un percorso che va dal pre-ricovero all’intervento chirurgico, fino alle dimissioni e ai controlli successivi. “Il prossimo passo - continua la Mortilla - è digitalizzare la lettera di dimissioni e l’intera cartella clinica. L’informatizzazione del blocco operatorio ha snellito l’attività degli operatori sanitari, creato un collegamento, senza il ricorso a materiale cartaceo, tra le varie unità operative e reso le informazioni accessibili in tempo reale. Se nell’attività

Marco Traini

Maria Grazia Mortilla, direttore sanitario del San Salvatore ordinaria questo rappresenta un valore aggiunto, in presenza di criticità lo è ancora di più, permettendo ai professionisti di fare scelte immediate in base alle esigenze dei pazienti e all’appropriatezza dei servizi sanitari forniti dell’azienda ospedaliera. Non solo: si potenziano gli strumenti già presenti per la gestione del rischio riducendo ulteriormente la possibilità di errore”. In strutture complesse come i moderni ospedali l’informatizzazione potenzia il sistema già adottato per la gestione del rischio permettendo l’archiviazione e il monitoraggio delle informazioni relative ad eventuali errori.

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SANITA’ |

A Camerano il primo centro regionale per promuovere la salute S

abato 20 febbraio si è tenuta a Camerano l’inaugurazione del Centro Didattico Multimediale “Percorsi di salute” che vuole essere un laboratorio metodologico a valenza regionale di produzione e diffusione di tecniche e strumenti efficaci nella promozione della salute, l’unico nelle Marche e il terzo in tutta Italia. Il progetto, ideato dalla Zona Territoriale 7 e patrocinato numerosi enti (tra cui la Regione Marche, la Provincia di Ancona, l’Università Politecnica delle Marche, il Comune di Camerano, l’Istituto oncologico Marchigiano, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Ancona), risponde al programma interministeriale “Guadagnare salu-

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te”, che si occupa della prevenzione dei principali fattori di rischio delle malattie croniche non trasmissibili. Il Centro Didattico Multimediale di Camerano, in particolare, prende avvio dalla lotta al tabagismo, ma punta presto ad avere

un’impronta più ampia, allargando i suoi orizzonti alla lotta contro l’abuso di alcol, la sedentarietà e la scorretta alimentazione. Come centro antifumo i suoi principali obiettivi sono quelli di proteggere la salute dei non fumatori, contra-

stare l’iniziazione al fumo, diffondere informazioni corrette sugli effetti del fumo e sui danni alla salute e promuoverne la cessazione. Come ha ricordato il dott. Stefano Berti, responsabile dell’Ufficio Promozione della Salute della Zona territoriale 7, oltre alla prevenzione dei cosiddetti comportamenti a rischio, il Centro Didattico Multimediale di Camerano si occupa anche di educazione, formazione, cura e trattamento. “Si tratta - ha detto - di un intervento a tre livelli: il primo, a livello locale, di sperimentazione, scegliendo a tal fine il Comune di Camerano per alcune sue caratteristiche e per la sua disponibilità a collaborare in iniziative di promozione della salute; il secondo, a livello territoriale di Zona 7, di prevenzione e trattamento; il terzo, infine, a livello regionale, in quanto il Centro è aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione Marche”. La struttura, che si estende su 600 mq, presenta 10 Laboratori tematici e metodologici: il Laboratorio Video, il Laboratorio Metodologico, il Laboratorio Mostra, il Laboratorio Letterario, il Laboratorio Artistico, il Laboratorio Musica e Respiro, il Laboratorio Infanzia Arcobaleno, il Laboratorio Media e Pubblicità, il Laboratorio Scientifico ed infine il Laboratorio Informatico. Il Centro, in Piazza Roma 27 a Camerano (AN), è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30, più due pomeriggi su prenotazione.


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SPECIALE ELEZIONI REGIONALI | INRCA

Per il settore Sanità, impegno ed esperienza U

n impegno di lunga data, crescente nel tempo, per quanto

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riguarda l’esperienza al servizio di uno dei settori più delicati, la Sanità. Luciano Secchiaroli è

un medico, è di Osimo e ha un ambulatorio di Medicina Generale. Ha ricoperto molte

cariche pubbliche, assessore e vicesindaco dal 1985 al 1995, presidente dell’Astea che serve 10 comuni dal 1999 al 2007, oggi è candidato per la lista del Popolo delle Libertà alla Regione Marche. L’impegno in Sanità corrisponde alla sua professione. Come lo svolge? “La mia è una scelta mirata: mi occupo da sempre di Medicina e la candidatura per migliorare la Sanità la intendo come missione, al servizio del cittadino. Oggi le esigenze della popolazione sono sotto gli occhi di tutti: anzitutto diminuire le liste d’attesa. È troppo il divario fra sanità pubblica e privata. Non si può ottenere una visita specialistica o un esame in pochi giorni, solo se si paga e invece bisogna attendere sette o otto mesi se ci si rivolge alla stessa struttura pubblica con l’impegnativa rossa regionale. E’ uno dei punti al centro del mio programma elettorale”. Il miglioramento dev’essere strutturale? “Prima di tutto ci dev’essere la volontà politica di intervenire. Le eccellenze le abbiamo, nelle Marche. Alcuni reparti ospedalieri sono un fiore all’occhiello per tutti ma in generale occorre più attenzione laddove si accumulano ritardi o disfunzioni del sistema sociosanitario, come nelle emergenze e nel Pronto Soccorso, nella prevenzione e nella programmazione dei ricoveri ospedalieri… L’evoluzione dei servizi sociali ad esempio come la necessità di assistenza agli anziani, soprattutto a domicilio per non affollare le sale d’aspetto del Pronto Soccorso, oppure la messa in opera di un Centro unico di Prenotazione”. Dunque la politica può fare molto, in Sanità… “Certo: basta programmare per tempo alcune situazioni a rischio”


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Sicurezza, una Regione in sintonia con i cittadini

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’è una novità per quanto riguarda la partecipazione alle prossime votazioni per il rinnovo del governo della Regione Marche: si chiama LEGA! Le elezioni regionali del 2010 si terranno domenica 28 e lunedì 29 marzo. La consultazione interesserà tredici regioni a statuto ordinario, tra le quali la Regione Marche: i cittadini saranno chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio Regionale e, contestualmente, il Presidente di Regione. Parliamone con il candidato della Lega Nord Sandro Zaffiri. Perchè si candida? “La risposta è tutta nella LEGA NORD e nella sua capacità di entrare in sintonia con le aspettative dei cittadini. In altri termini mi candido perché credo fermamente che con il rinnovato e presente impegno territoriale, anche nella nostra regione, la LEGA riuscirà finalmente a cambiare le cose in meglio anche nelle nostre Marche e far sì che la politica diventi concretamente al servizio della gente”.

Quali sono i suoi obiettivi prioritari? “Un problema che vedo particolarmente sentito dai cittadini riguarda la sicurezza, coinvolge tutti noi e la società in cui viviamo. Dobbiamo fare il massimo sforzo per ridurre la microcriminalità che arriva a menomare lo stesso diritto di libertà dei cittadini. E sul raggiungimento di questo obiettivo sono inflessibile perché se c'è un partito che veramente si preoccupa della sicurezza questo è la LEGA NORD”. Con quali strumenti ritiene di poterla raggiungere? “Sorvolando sulle questioni prettamente tecniche risolvibili con la creazione di un apposito Assessorato, credo che concretamente essa si realizzi anche e soprattutto offrendo assolute priorità ai cittadini italiani nella assegnazione delle case popolari, nel miglioramento delle iscrizioni agli asili nido come un diritto familiare, e soprattutto nel miglioramento dell'offerta di lavoro”.

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Da un’antica lotta, una disciplina popolare

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ASSOCIAZIONI | ARCI

a Capoeira trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportati in Brasile. Gli schiavi venivano sfruttati nelle piantagioni per molte ore al giorno, ritirandosi poi nelle Sem-Alas (sem = senza, ala = lato di muro), grandi e miseri dormito-

ri sotterranei, bui e senza mura divisorie, vivendo in pessime condizioni. I primi documenti che parlano di Capoeira risalgono al 1624; sono i diari dei capi di spedizione incaricati di riportare indietro gli schiavi neri che scappavano. Fanno riferimento ad uno strano modo di combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali indomabili". Il

1888 fu l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma questi non si integrarono facilmente nel tessuto socio-economico. La Capoeira fu presto associata alla delinquenza di strada e fu proibita a livello nazionale già dal 1892. Nel 1930 il Maestro Bimba ebbe la possibilità di riscattare la Capoeira e nel 1932 gli venne permesso di aprire la prima accademia.

Arte, Cultura e Sport insieme nella Capoeira D

are a tutti la possibilità di unire arte, cultura e sport, evitando le insidie della vita di strada: questo è l’obiettivo principale dell’Associazione Culturale “Arte e Dominio”di Porto Recanati. L’associazione ha costituito un centro culturale per educare i bambini facendoli praticare tanto sano sport, ma anche per dare la possibilità a chi è più avanti negli anni di mantenersi in attività e buona forma, sia fisica che mentale. Vuole inoltre rispondere al naturale bisogno di fare sport, esprimersi e coltivare una molteplicità di interessi, sotto l’esperta guida del Contramestre Gil Banana. La capoeira ha origine AfroBrasiliana: nacque in Brasile ad opera degli schiavi africani trasportati in Sud America con la forza, durante il sedicesimo secolo: dunque nasce dalla sofferenza di un popolo che ha perso la sua libertà. Nei momenti di riposo dal lavoro gli schiavi per lenire il pro-

prio dolore cantavano e ballavano, realizzando una manifestazione ludica e culturale, dal forte valore storico e filosofico. Dai passi di queste danze vengono sviluppate nel tempo le mosse di una lotta difensiva nei confronti del padrone, per ottenere la perduta libertà. Caratteristica fondamentale di questa arte difensiva è che il corpo costituisce l’unica arma disponibile, mentre molte movenze utilizzate sono mutuate dagli animali. Per la sua origine la capoeira è stata a lungo considerata una lotta per marginali e conseguentemente vietata. Tutto ciò fino al 1934, quando grazie all’opera del Maestro Bimba, la figura più importante nell’intera storia della capoeira, è stata finalmente compresa la reale valenza di questa attività: un’arte non violenta e utile per tutti, con un forte valore storico, culturale e filosofico. Nel 1937 viene aperta la prima palestra ufficiale di capoeira, che diviene il secondo sport nazionale.

L’istituzionalizzazione di quest’arte continua , tanto da diventare materia scolastica e nel 2008 essere eletta patrimonio artistico e culturale brasiliano. Base della capoeira è la musicalità: infatti è il ritmo a generare qualsiasi tipo di movimento e il movimento è l’essenza della capoeira. Esso è messo in relazione con le movenze degli animali, le lettere dell’alfabeto e le linee curve, al fine di visualizzare meglio le caratteristiche dei movimenti da eseguire. A livello filosofico la capoeira ci riporta a contatto con la nostra animalità e con la natura, ma attraverso la mediazione di regole precise, lealtà, solidi valori, rispetto per l’avversario e la collettività: non si tratta di competizione ma di gioco. “Si intraprende un percorso in cui le mani diventano piedi e i piedi divengono mani – afferma il Maestro Gil Banana – sfidiamo le nostre paure guardando il

modo a testa in giù e torniamo a contatto con la terra, apprendiamo non guardando ma facendo e si sviluppano le potenzialità sia del singolo che del gruppo”. Al Maestro fa eco Alessandra Torregiani, presidente dell’Associazione Arte e Dominio: “La capoeira sviluppa la capacità di muoversi con ritmo, è uno sport completo dal punto di vista fisico e aiuta la comunicazione e le relazioni interpersonali: sviluppa tutto il corpo e apre la mentalità”. Lorenzo Ricci

Per contatti: Ass. Cult. ARTE E DOMINIO – ARCI Corso Matteotti, 176 62017 Porto Recanati (MC) Tel 0733.30256 info@arteedominio.com www.arteedominio.com

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A colloquio con il sindaco di Loreto Moreno Pieroni LORETO

La città di Loreto - sottolinea il sindaco Moreno Pieroni - è conosciuta in tutto il mondo come la città della solidarietà e della famiglia ed è quest’ultima, insieme alla possibilità di far crescere i nostri figli in maniera corretta, che rimane per noi il valore più importante a cui rivolgere le nostre attenzioni. A tale proposito abbiamo istituito un assessorato con delega (nella persona di Franca Manzotti), e inserito nel capitolo di spesa del bilancio 2010 cifre importanti per attivare ogni forma di politica assistenziale alle famiglie in stato di disagio”. Interventi concreti come la “Family card”? “La “Family card” si pone come valido strumento per le famiglie numerose con più di 3 figli carico. Sono 148, una piccola percentuale, che però vogliamo tenere sotto osservazione, la card consente loro di usufruire di forti riduzioni sui costi di beni e servizi”. Come si pone, invece, l’amministrazione nei confronti degli anziani? “La popolazione anziana rappresenta circa il 24% degli abitanti e verso di loro, insieme alla Fondazione Carilo e alle Opere laiche interveniamo continuamente con iniziative a sostegno sia della terza età che delle categorie più deboli”. In ultimo la questione Sanità. Come vive il comu-

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Loreto: la “casa” dei Servizi Sociali DI FABIO DI RIENZO

ne di Loreto il progetto dell’ospedale di rete? “Questo è un punto a cui tengo molto in quanto siamo stati promotori per la realizzazione dell’ospedale di rete nel sito Acquaviva di Castelfidardo insieme ad oltre 10.000 firmatari del territorio. Il progetto presentato dalla Regione non ci soddisfa in quanto l’ipotesi

dell‘Ospedale di rete in zona Aspio non prevede l’inserimento del reparto Materno infantile, molto importante per il nostro territorio visto il numero elevato di bambini. Intanto nell’attesa che questo progetto possa decollare chiediamo con forza il potenziamento degli operatori sanitari negli ospedali di Loreto, Osimo e del coun-

try hospital di Castelfidardo per dare risposte concrete anche alle necessità di domiciliazione infermieristica. Queste mancanze sono dovute anche all’assenza di un nostro rappresentante nell’assemblea regionale che vivendo le esigenze giornaliere dei nostri comuni possa efficacemente proporre soluzioni”.


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a situazione sociosanitaria del territorio da che cosa è caratterizzata e di che cosa hanno bisogno oggi le famiglie di Loreto? “Il territorio è caratterizzato dalla sovrapposizione di più situazioni e questo per le famiglie loretane è sicuramente una grande opportunità. Mi spiego. Da un lato la normale situazione di una cittadina di quasi 12.000 abitanti, con analoghe problematiche a quelle degli altri comuni della fascia costiera: invecchiamento della popolazione, difficoltà dei nuclei familiari a rispondere all'emergenza educativa dei figli, problematiche legate alla quotidianità di portatori di handicap psicofisici, prevenzione del disagio giovanile ed altro. E su questo piano le risposte che possiamo mettere in campo come Comune di Loreto e in tandem con la Fondazione Opere Laiche Lauretane e Pia Casa Hermes sono tante e ben attive da tempo: la nostra casa di riposo, da poco allargata, il centro diurno per disabili per il quale è prevista presto la nuova sede unitamente al centro residenziale, l'assistenza scolastica ai ragazzi svantaggiati, l'assistenza domiciliare, il servizio asilo nido, i progetti di integrazione linguistica a scuola e fuori, gli interventi assistenziali, le colonie marine estive e tutte le altre cose. Il valore aggiunto rispetto agli importanti interventi citati è costituito in primo luogo dalla presenza dell'ospedale con i servizi di pronto soccorso, laboratorio analisi, radiologia, ai poliambulatori oltre ai suoi consolidati e storici reparti interni. Ulteriormente a ciò vi sono

importanti realtà del sociosanitario che in altri comuni della stessa popolazione è difficile trovare e che assicurano ulteriori risposte ai bisogni di cura e assistenza delle famiglie loretane: altre due case di riposo, una grande istituzione di grandi dimensioni per la cura di persone disabili, la neonata casa famiglia sempre per disabili ma con media autonomia e ben due asili parificati”. Nel sociale quanto incidono fatti come l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di lavoro nel suo territorio? “Sicuramente l'invecchiamento della popolazione, nonostante l'elevato numero di soluzioni assistenziali presenti implica un continuo monitoraggio. Proprio l'anno scorso si è concluso uno studio scientifico con l’INRCA sugli anziani soli. E’ stato utile per mirare al meglio gli interventi e pensare in avanti, ad esempio ad un servizio di distribuzione pasti che affianchi l’assistenza domestica già presente, sfruttando magari la capacità produttiva delle nostre mense scolastiche. I nostri servizi di assistenza sociale hanno visto praticamente raddoppiare il numero di domande in meno di due anni. Abbiamo istituito un fondo per i licenziati, allargato il fondo per l'abbattimento dell'ICI, esternalizzato parte importante del lavoro comunale ad una cooperativa sociale che annovera molti disoccupati e disabili”. Si parla molto dei tagli dei piccoli ospedali e della creazione di un ospedale di rete per la zona di Ancona sud, coinvolgendo anche il suo territorio... “Loreto tiene al suo ospedale e

“Abbiamo raddoppiato i servizi di assistenza sociale in meno di due anni, innalzando la qualità di questi servizi e raggiungendo sempre un maggiore numero di utenti” moltissimo ai servizi rivolti alla popolazione. Il problema dell'ospedale di Rete Sud a ridosso di Ancona, con tentativi di accorpamento dell'INRCA rischia di non essere una risposta efficace né ai problemi di Ancona città, né a quelli di buona parte della nostra area. Il nostro ricorso amministrativo per rivedere tale collocazione a favore di una posizione veramente baricentrica, per noi individuabile a sud di Castelfidardo, aumentandone la fruibilità vuole innalzare questa efficacia”. La presenza della Santa Casa quanto incide nelle politiche socioassistenziali del Comune? “La presenza del Santuario è l'elemento fondamentale che caratterizza Loreto da cinquecento anni. L'incidenza nelle politiche socioassistenziali è storica e centenaria. L'Ospedale, il cui nome immutato nei secoli è "Santa Casa", e l'Istituto della Divina Provvidenza ne sono testimonianza. Questo comunque ha favorito la presenza anche essa quasi secolare di un vivo e attivo volontariato cattolico nel campo assistenziale come la San Vincenzo e la Caritas che collaborano da tempo con i servizi comunali. Da un altro verso, questa autentica vocazione solidaristica del territorio ha partorito più recentemente sul versante laico ma anch'esso in perfetta simbiosi con il Santuario e con il Comune, organizzazioni come la Croce

Servizi Sociali

L’Assessore ai Servizi Sociali: Francesco Baldoni

Rossa o Loreto Grande Cuore che si occupano di assistenza e di trasporto sociosanitario. Non dimentichiamo altre particolarità, direttamente legate al Santuario ma molto importanti per il nostro settore: la presenza di numerose comunità religiose che assistono un numero sostanzioso di religiosi e sopratutto religiose anziane”. Il Turismo d’area, qui è caratterizzato dalla specializzazione religiosa: che cosa significa per il Comune una presenza così numerosa, assidua e importante? “Significa avere sempre un livello di accoglienza e di attenzione massima. Il nostro turismo è un turismo di Fede che molto spesso comporta l'arrivo e la permanenza di tanti malati e disabili. Basti pensare ai Treni Bianchi o ai tanti pullman di anziani. Loreto è da sempre uno dei luoghi della Speranza e noi abbiamo l'obbligo morale e amministrativo di continuare a offrire solidarietà... a tutti”.

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A colloquio con il sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi PORTO RECANATI

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l sindaco Rosalba Ubaldi ci riceve nel suo studio in corso Matteotti e ci parla subito della famiglia, uno dei punti a cui tiene di più. “Vede… il tessuto sociale di questa città è fortemente basato sul nuclefamiglia da sempre, con un grande rilievo alla figura della donna. Alle famiglie indigene si sono aggiunte nel tempo molte famiglie immigrate e molte di origine extracomunitaria prevalentemente di nazionalità senegalese (l’Anci ha posizionato Porto Recanati al 1° posto in Italia nella percentuale di extracomunitari in rapporto alla popolazione). Questa situazione come si integra con gli altri residenti?

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Porto Recanati: Turismo in salute e in sicurezza!!! DI FABIO DI RIENZO

“Nonostante gli extracomunitari siano circa 2.700, non sono mai stati registrati fenomeni ricollegabili ad intolleranza razziale. Molti sono gli interventi che, sotto vari profili, vengono attuati per favorire l’integrazio-

ne, soprattutto sociale, puntando prevalentemente sui più giovani. Nella norma i fenomeni di microcriminalità registrati dalle Forze dell’Ordine in considerazione della complessità dell’intera popolazione di un paese costiero di 12 mila abitanti che in estate diventa 70 mila e raggiunge con il pendolarismo punte oltre le 100 mila presenza”. In che senso sanitaria? “Un problema che investe tutta la popolazione è quello sulla disponibilità di servizi sanitari efficaci da utilizzare sul territorio senza dover accedere alle strutture ospedaliere che per la loro distanza sono di difficile utilizzo da parte degli anziani e dei più poveri. Molto è stato fatto con il locale Distretto e molto è in previsione di fare da parte dell’Asur8.” Torniamo alla famiglia, esistono le cosiddette “nuove povertà” nel suo

comune? “Numerose famiglie a causa della crisi e della conseguente perdita del lavoro, si trovano in forte stato di difficoltà. Comunque cerchiamo di far fronte con nostre risorse e con l’aiuto di associazioni di volontariato locale. La famiglia, così fortemente significativa, rappresenta una certezza nel risolvere i problemi vecchi e nuovi e rappresenta un valido ammortizzatore sociale cementato tra l’altro dai legami affettivi. Pochissimi i casi di anziani che debbono ricorrere alle case di riposo e pochi i neonati che frequentano l’asilo nido. Problema a parte è rappresentato dal grande impegno finanziario che investe per il Comune l’assistenza di minori in stato di abbandono che il Tribunale stabilisce di allontanare dal nucleo di origine per una loro maggiore tutela. Anche in questo caso molte


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COMUNI A CONFRONTO sono le soluzioni di affido presso famiglie del luogo particolarmente sensibili e solidali”. In ultimo la questione turismo e porto turistico. Come incidono e incideranno sul futuro di Porto Recanati? “Il turismo e il commercio sono la nostra primaria risorsa lavorativa. Abbiamo uno tra i più lunghi lungomare totalmente pedonale tanto da far definire da sempre Porto Recanati ‘un salotto sul mare’. Durante l’estate in conseguenza dell’aumento consistente degli abitanti si triplicano le opportunità lavorative, ma anche durante l’inverno siamo una città viva ed energica”. Come riuscite ad attirare gente anche d’inverno? “Penso che sono tre i motivi per cui la nostra cittadina vive anche durante l’inverno, prima di tutto perche siamo in pianura e con il mare, questo consente alle famiglie anche dei comuni limitrofi, prevalentemente in collina, di poter passeggiare con i figli tranquillamente. Il secondo motivo e che il nostro corso durante i giorni festivi è area totalmente pedonale con le attività commerciali rigorosamente aperte e prodotti per tutte le tasche”. E il terzo motivo? “L’accoglienza qui è tradizione da sempre e, mi si consenta una civetteria, penso che questa città siamolto bella e chi la abita siano persone molto simpatiche!!!” Come cambierà se cambierà l’attuale tipologia di turismo della città? “Il nostro turismo è rivolto sia alla famiglia che ai giovani, le nostre strutture ricettive sono in grado di poter rispondere al tutte le loro esigenze. Siamo bandiera blu costantemente e il porto turistico permetterà di completare l’opera di accoglienza globale ai nostri ospiti, senza sconvolgimenti per la nostra tradizionale connotazione turistica. Darà ulteriormente spinta commerciale alla città realizzando nuovi complessi turistici e ricettivi”.

Servizi Sociali

Porto Recanati è un isola abbastanza felice per quanto riguarda i problemi socio-assistenziali - afferma l’assessore Glauco Fabbracci ma necessita di un lavoro quotidiano di ascolto e intervento sui singoli casi”. Assessore, quali sono le richieste maggiori che fa la cittadinanza? “Le richieste vertono sulla necessità di ottenere contributi economici per far fronte alle spese quotidiane e su questo abbiamo attivato tutte le politiche di intervento a favore delle famiglie che per un motivo o per l’altro hanno perso il lavoro. Anche le richieste di servizi sono frequenti presso questa amministrazione, e a tale proposito con l’aiuto di strutture di volontariato abbiamo implementato il numero di addetti alla ricezione dei problemi assistenziali e sociali”. Quanto incide la popolazione extracomunitaria su queste richieste? “Porto Recanati è tra i primi comuni d’Italia in rapporto percentuale tra popolazione

L’Assessore ai Servizi Sociali: Glauco Fabbracci italiana e extracomunitaria. Il 27% dei residenti sono di origine straniera e quindi aumentano le richieste di sostegno, pensi che uno dei cognomi più diffusi e Diop di origine senegalese. Se teniamo conto che le famiglie sono generalmente monoreddito, e il più delle volte e il capofamiglia che perde il lavoro, e ci sono tanti bambini, ovviamente le richieste diventano più complesse. Ma siamo sempre pronti ad intervenire tempestivamente per fornire tutta l’assistenza possibile”. Come si pone l’amministrazione nei confronti degli anziani? “Siamo fortunati in quanto il problema dell’anziano è meno avvertito in città, è ancora radicata fortemente l’usanza di tenere l’“anziano” genitore dentro le proprie famiglie di origine e provvedere autonomamente alle sue esigenze”. Cosa chiedono invece le giovani coppie? “La casa a condizioni economiche accettabili è sicuramente la richiesta maggiore. Il Comune

ha approvato un piano di edilizia popolare sulla collina di Montarice, il PEEP 3, che consentirà di realizzare complessi abitativi a favore di giovani coppie e a buone condizioni di acquisto”. Il settore Turismo aiuta a superare la crisi? “Il turismo è uno dei nostri grandi alleati, nel periodo estivo la nostra cittadina arriva a toccare i 90.000 abitanti contro i 12.000 residenti. Da qui la necessità di potenziare tutti i servizi ricettivi, sia pubblici che privati”. Su quale tipologia di Turismo punta la città? “Siamo sicuramente una cittadina con una vocazione turistico-locativa estremamente qualificata. Con i nostri complessi residenziali siamo in grado di poter fornire alle famiglie degli alloggi confortevoli e senza barriere e a 2 passi dal mare. Inoltre i 4.000 posti letto presenti nei nostri 6 campeggi sono in grado di rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei più giovani”.

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A Fabriano: nuova occupazione e solidarietà C

he la Cooperazione Sociale rappresenti da oltre trent’anni uno dei soggetti più dinamici ed innovativi della economia sociale è un dato ormai accertato, così come è riconosciuto il ruolo strategico che essa svolge all’interno del sistema di welfare della Regione Marche a sostegno e ad integrazione delle politiche sociali messe in atto dagli enti locali in favore dei cittadini più fragili e svantaggiati. Oggi, soprattutto in quei territori più duramente colpiti dalla crisi economica, la cooperazione in generale e quella sociale in particolare cerca di offrire il proprio contributo anche per creare nuove opportunità di lavoro nel settore dei servizi socio assistenziali ed educativi. In proposito il dato economico nazionale che fotografa il 2009 è per la cooperazione Legacoop in controtendenza rispetto a quello del resto del paese (-2,2%) con un incremento dell’occupazione che sfiora l’1% (fonte l’Espresso). A Fabriano questa opportunità diventa concreta con l’apertura di una nuova Comunità Socio Educativa Riabilitativa per disabili. Il 27 Febbraio c’è stata l’inaugurazione in Via Aldo Moro della nuova struttura gestita dalla Cooperativa Sociale COOSS Marche in associazione con le cooperative sociali locali “Il Faro” e “Castelvecchio Service” ed in stretta collaborazione con il Comune di Fabriano, l’Ambito Territoriale Sociale X ed i servizi referenti per l’ASUR Zona Territoriale n. 6. Il “Dopo di Noi”, come vengono definite le comunità socio educative riabilitative, nasce a Fabriano per iniziativa della sezione locale dell’ANFFASS da un progetto finanziato dal Ministero e sostenuto dalla Amministrazione Comunale ed è capace di accogliere in due distinti moduli

residenziali 16 ospiti. Il Bando di gara emanato dal Comune di Fabriano per l’affidamento in concessione della gestione della struttura prevede un periodo di 15 anni. Il Dopo di Noi di Fabriano rappresenta un punto di riferimento per tutto l’ambito territoriale e si inserisce nella rete dei servi-

zi dedicata alle persone diversamente abili già esistenti connotandosi come struttura sociale aperta alle diverse componenti della società civile. Al suo interno opereranno educatori, operatori socio assistenziali, psicologi ed animatori che metteranno a disposizione degli ospiti della comunità la propria pro-

fessionalità. Siamo certi che questa nuova struttura contribuirà a fornire risposte puntuali e qualificate alla crescente domanda di servizi proveniente da utenti e famiglie del territorio e dell’intera Provincia di Ancona. Andrea Scocchera COOSS Marche Onlus

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Pensioni: da gennaio sono usciti gli ultimi 58enni

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uova possibilità di uscita dal lavoro a gennaio, l'ultima per chi ha 58 anni: con il nuovo anno infatti si apre la finestra per la pensione di anzianità e nonostante le regole per il pensionamento anticipato si siano inasprite a luglio (passando da 58 a 59 anni con quota 95 tra età e contributi) a gennaio potranno uscire coloro che hanno raggiunto i requisiti sei mesi prima e quindi prima dell'innalzamento dell'età. Potranno quindi utilizzare la prima finestra del 2010 i lavoratori dipendenti nati entro il 30 giugno 1951 che hanno cominciato a lavorare prima del luglio del 1974 (e hanno quindi almeno 35 anni di contributi). Questi lavoratori andranno in pensione con il sistema di calcolo retributivo e non subiranno quindi né l'aumento dell'età per il pensionamento di anzianità né la riduzione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo (prevista dal 2010) perché questa riguarda il sistema contributivo e quello misto. Per chi ha compiuto 58 anni dopo il 30 giugno (o dopo questa data ha maturato i 35 anni di contributi) l'attesa per la pensione si prolungherà almeno fino a luglio 2011. Da luglio infatti è scattato il sistema delle quote che prevede che i lavoratori dipendenti possano uscire dal lavoro solo con quota 95

(quota 96 gli autonomi) ed almeno 59 anni di età (60 gli autonomi). Ma poiché i requisiti vanno maturati almeno sei mesi prima dell'uscita effettiva (un anno per gli autonomi), di fatto chi è nato nel luglio del 1951 raggiungerà i 59 anni necessari alla pensione solo entro il dicembre 2010 e quindi potrà uscire solo a luglio 2011. La legge del 2007 ha introdotto il sistema delle finestre anche per chi va in pensione di vecchiaia (65 anni gli uomini, 60 le donne). La legge del 2007 prevede che dal luglio 2009 i dipendenti vadano in pensione con quota 95 tra età e contributi (e almeno 59 anni di età) mentre gli autonomi devono aspettare di aver raggiunto quota 96 con almeno 60 anni di età. Dal primo gennaio 2011 la quota è 96 per i dipendenti (con 60

anni di età) e 97 per gli autonomi (con almeno 61 anni) mentre dal primo gennaio 2013 la quota è 97 per i dipendenti (con almeno 61 anni) e 98 per gli autonomi (con 62 anni di età). Dal 2010 l’età per la pensione delle dipendenti pubbliche aumenterà subito a 61 anni. Il

secondo scatto a quota 62 anni ci sarà il primo gennaio 2012, fino ad arrivare nel 2018 alla parità con gli uomini e a un generale pensionamento a 65 anni.

Reperibilità visite fiscali: si cambia ancora una volta

Cambiano gli orari di reperibilità per le visite mediche, volte al controllo dei dipendenti pubblici che si dichiarano in malattia, che saranno estesi a sette ore, tre ore in più rispetto a quanto sino ad ora stabilito. L’annunciato passaggio della reperibilità dei dipendenti in malattia della Pubblica amministrazione, è passato quindi dalle 4 alle 7 ore. Tutti i dipendenti della Pa, tranne i militari ed i vigili del fuoco, dovranno rimanere nel domicilio dichiarato alla propria amministrazione dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’annuncio è stato fatto direttamente dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, dopo aver avuto conferma dalle rilevazioni del mese di novembre del sensibile aumento (oltre il 40%, solo per metà giustificato con il picco dell’influenza A) di giornate non lavorate per motivi di salute rispetto allo stesso mese dello scorso anno quando i dipendenti erano “inchiodati” a casa per 11 ore al giorno. Statistiche che contestiamo parzialmente per metodo e nelle percentuali. Siamo fortemente convinti che il provvedimento sia una “pezza” e non la soluzione che va cercata con altre strade. FSI RESTA CONTRARIA A QUESTO METODO DI PROCEDERE E MANIFESTERA’ AL MINISTRO IL PROPRIO DISSENSO.

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SCAFFALE | LIBRI Mantenersi sani dopo il cancro. Tutti i modi che aiutano a evitare una ricaduta

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a maggior parte dei pazienti viene dimessa dai centri di cura o dai propri oncologi con questa formula: «Finalmente ce l'avete fatta! Potete tornare alla vostra vita normale!». Una buona notizia, che tuttavia comunica anche che «adesso dovete cavarvela da soli, con tutto quel che ne consegue». Né gli oncologi né i medici di famiglia forniscono di regola proposte concretamente praticabili, ma si limitano a consigliare al paziente di «continuare a vivere normalmente», consiglio che il più delle volte suscita scetticismo e disagio. Non c'è quindi da stupirsi che i pazienti accettino e seguano volentieri consigli da parenti, amici, conoscenti, come pure da gruppi di autoaiuto, centri di informazione per pazienti, oppure da sedicenti specialisti di terapie naturali, talvolta anche di dubbia fama. Joseph Beuth in questa guida ci aiuta a capire cosa fare: esamina come mangiare bene, praticare con costanza attività fisica, aver cura di sé dal punto di vista emotivo e psicologico, anche ricorrendo a personale esperto in counselling, psicologia, psiconcologia. Autore: Beuth Josef Editore: Sonda Data di Pubblicazione: 2009 Pagine: 181 Prezzo: 15.00 euro

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Bambini super-vaccinati

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Ti spiego perché esistono le malattie

a quasi trenta anni visito bambini, e cerco di curarli "in scienza e coscienza". Durante gli studi universitari ho appreso la pratica vaccinale. E per molti anni ho vaccinato i bimbi affidati alle mia cure con ogni vaccino disponibile, convinto dell'utilità dell'immunizzazione di massa. Ho dedicato buona parte del mio tempo ai bambini, ai miei pazienti, spinto dalla voglia di andare al fondo dei problemi, senza fermarmi alla superficie, mantenendo uno spirito critico. Nel corso della mia attività ho avuto modo di incontrare bimbi non vaccinati, e ho iniziato a rendermi conto che avevo accettato senza riserve e riflessioni il concetto secondo cui i vaccini sono sempre efficaci e sicuri. Ho cominciato a constatare che la frequenza delle malattie pediatriche più comuni erano ridotte nei bimbi non vaccinati rispetto a quelli sottoposti alle vaccinazioni. Ho conosciuto genitori i cui figli si erano ammalati gravemente, o che addirittura erano morti a causa della somministrazione di un vaccino.

Autore: Serravalle Eugenio Editore: Il Leone Verde Data di Pubblicazione: 2009 Pagine: 277 Prezzo: 18.00 euro

Autore: Corti Claudine Editore: Éditions Quintessence Data di Pubblicazione: 2009 Pagine: 252 Prezzo: 19.00 euro

Non sarebbe forse interessante scoprire che le malattie possono avere un significato nascosto, come quello di farci cambiare direzione nella nostra vita e sancirne delle nuove basi? Nel consegnarci dei messaggi subliminali e nel costituire un ponte tra il conscio e l'inconscio, esse ci aiutano ad identificare la natura dei nostri 'risentiti' e dei sentimenti rimossi, prima di poter fare una svolta a 180 gradi. Allora perché, mi direte voi, certe persone sviluppano una determinata malattia piuttosto che un'altra o subiscono una tale disfunzione organica o meccanica e non un'altra? È ciò che capirete nel corso della lettura di questo libro. Vi scoprirete in particolar modo che la cistite di cui soffrite da anni può essere in relazione con una mancanza di marcatura del territorio, caratterizzata ad esempio dalla presenza invadente di una suocera. Vi renderete conto che l'anoressia può essere la conseguenza di una combinazione tra una grave mancanza di comunicazione con la madre ed un reale problema d'identità. Noterete allora che la cataratta, spesso presente presso gli anziani, può essere la materializzazione della loro attitudine a volersi più proiettare verso l'Avvenire.

Integratori dietetici. Funzioni, benefici ed effetti collaterali

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uesto agile trattato evidenzia la maggior parte dei componenti dei supplementi dietetici utilizzati dalle industrie farmaceutiche. Un approfondimento sugli energy drink sviluppa, poi, le problematiche legate al consumo di queste bevande, diffuso soprattutto tra i giovani con meno di trent'anni di età. Questo manuale non fornisce solamente agli eventuali consumatori un'utile guida all'utilizzo dei prodotti dietetici da banco, ma chiarisce anche molti punti interrogativi agli "addetti ai lavori", ai quali offre, inoltre, un modello organizzativo per i trial clinici, necessari per approfondire la conoscenza di questi supplementi. Un saggio che offre numerosi spunti di riflessione la cui lettura, è il caso di dirlo, può far davvero bene!

Autori: Pino, Valesi Editore: libreriauniversitaria.it Data di Pubblicazione: 2009 Pagine: 96 Prezzo: 12.00 euro


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RUBRICA | PENSIONI

La pensione: il trattamento minimo

Il nostro esperto LINO RIGNANESE

fino a Euro 516,46 al mese per tredici mensilità, è stato introdotto dal 1° gennaio 2002.

CHE COS'È E' l'integrazione corrisposta al pensionato quando la sua pensione è al di sotto di quello che viene considerato il "minimo vitale". In questo caso l'importo della pensione viene integrato.

L'IMPORTO L'importo mensile, che per il 2009 è pari a 458,20 euro, varia di anno in anno e, a condizione che si posseggano determinati requisiti, può essere incrementato di una maggiorazione. L'integrazione è riconosciuta a condizione che il pensionato e l'eventuale coniuge abbiano redditi non superiori ai limiti stabiliti dalla legge, che variano di anno in anno.

LIMITI DI REDDITO Il limite di reddito personale per il

2009 è pari a 5.956,60 euro. Se invece il reddito va da 5.956,61 a 11.913,20 euro si ha diritto all'integrazione totale o ridotta a seconda dell’importo della pensione a calcolo; non spetta alcuna integrazione se si supera il limite di 11.913,20 euro. Il limite di reddito cumulato con quello del coniuge, sempre per il 2009, è pari a 17.869,80 euro. Per le persone coniugate, l'integrazione al minimo non può, comunque, essere assegnata se il reddito personale supera i limiti di legge, anche se il reddito cumulato è inferiore.

MAGGIORAZIONE FINO A 516,46 EURO Un incremento della maggiorazione sociale - in favore di persone disagiate - per garantire, in assenza di altri redditi, un importo di pensione

La maggiorazione spetta: • ai titolari di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni); • ai titolari di pensione della gestione speciale per i lavoratori delle miniere, cave e torbiere; • ai titolari di pensione dei fondi esclusivi e sostitutivi dell'assicurazione generale obbligatoria (fondo volo, fondo telefonici etc.); • ai titolari di pensione sociale; • ai titolari di assegno sociale; • ai titolari di prestazioni assistenziali (invalidi civili, sordomuti e ciechi civili). Per ottenere questo incremento, i titolari di pensione devono avere un'età di almeno 70 anni che può

essere ridotta, fino a 65 anni, nella misura di un anno di età ogni cinque anni di contribuzione. La maggiorazione viene concessa se il pensionato non supera certi limiti di reddito.

Potete fare domande riguardanti le pensioni all’esperto Lino Rignanese inviando una email a info@senzaeta.it

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SE 38

8-03-2010

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