SUD - Anno I - Numero 0

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FREE PRESS di giornalismo investigativo

EDIZIONE DI CATANIA

ANNO I - N.0 - VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

SUD Lombardo IN FIN DI VITA Cinque giorni dopo la notizia della richiesta d'arresto pubblicata dai giornali, gli viene diagnosticato un aneurisma all'aorta. Il primario non firma il referto e denuncia

MERIDIONE ASSASSINATO L'ultimo Rapporto Svimez sullo stato del Sud non lascia spazio alle interpretazioni: il Meridione d'Italia versa in uno stato di pre-agonia, con una società allo stremo delle forze preda della criminalità, dell’inesistente politica autonomista, ed una economia in ginocchio ormai da decenni PAGINA 3

EX DEPUTATO MPA ARRESTATO L'On. Nino Amendolia, già consulente del presidente della Regione per la pianificazione strategica è stato arrestato insieme con tre picciotti del clan Santa Paola per tentata estorsione. In precedenza era stato indagato per concorso con Cosa Nostra, poi prosciolto PAGINE 4, 5

STANCANELLI ALL' ANGOLO Bacchettato da La Russa, insultato dai lavoratori.Inizia l’autunno “caldo” del sindaco di Catania mentre la città resta paralizzata. Stancanelli rischia il posto al Senato ed i catanesi hanno un nuovo incubo: non vorrà mica completare il mandato? PAGINA 6

PAGINE 8, 9

GIOVANI: VERA ANTIMAFIA Non ne vogliano i vari Lo Bello e Venturi, ma anche tutti quelli che ogni giorno indossano la casacca di “paladini della giustizia”, a partire dagli “intellettuali” (pseudo) del partito democratico, sino ad arrivare ai finiani. La vera antimafia sono loro: I ragazzi di Addiopizzo PAGINA 11


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SUD EDITORIALE

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

per GIOCO o PER AMORE

Antonio Condorelli

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n Sicilia e nel Meridione non esistono più i diritti, esistono soltanto i privilegi che come tali vengono concessi. I nuovi feudatari gestiscono la politica, gli affari, assecondano gli interessi mafiosi ed hanno in mano il futuro delle prossime generazioni “concedendo” ciò che invece ogni singola persona dovrebbe conseguire grazie alle proprie qualità, aspirazioni e meriti. Per questo le menti più brillanti emigrano per cercare lavoro, i concorsi vengono stabiliti a tavolino e le facce che governano sono le stesse da almeno venti anni. Il sistema si salda al momento del voto, quando nel Meridione, la gente con il berretto in mano, per necessità o per indole, mutua il proprio voto con la promessa di un posto di lavoro temporaneo, con la raccomandazione per ottenere un certificato al catasto o una visita medica in ospedale in tempi preferibilmente rapidi. Sono i tratti di un’emergenza democratica prodotta da una crisi della dignità dell’individuo, con un sistema politico di destra e di sinistra che ha condizionato il mondo imprenditoriale al punto di paralizzarlo con ricatti e barriere tangentiste. In una società come la nostra, in cui il fatto non conosciuto è inesistente, i cittadini hanno il diritto di essere informati, ma i giornalisti hanno il dovere di informare. Questa premessa serve soltanto per dire che siamo qui. Scriveremo come sempre abbiamo fatto tra la gente, nelle strade calde e tortuose di questa meravigliosa e flagellata Sicilia, e forse presto anche in altre regioni meridionali. Partendo però da Catania, città con un grande ruolo a livello nazionale, sulla cui pelle hanno fatto la scalata politica decine di deputati ingrati, di qualunque colore politico. Avanti con Sud, è un nostro dovere farlo. Per gioco o per amore.

SUD

Direttore Responsabile ANTONIO CONDORELLI Hanno collaborato a questo numero: Maurizio Giordano, Carlo Lo Re, Laura Galesi, Giovanni Tizian, Marco Benanti, Nunzio Condorelli Caff, Valerio Di Blasi, Venzo Rossi Periodico in corso di registrazione Tribunale di Catania Prot. 2064 07/09/10 Edito da: editori indipendenti s.r.l. Viale Kennedy 10 - 95121 Catania Tel. 095349015 e-mail: info@sudpress.it - redazione@sudpress.it www.sudpress.it Stampa Litocon S.r.l. Catania Per le vostre inserzioni pubblicitarie su SUD: tel. 095 349015 - info@sudpress.it Il prossimo numero di SUD sarà in distribuzione da venerdì 1 ottobre 2010 Chiuso in redazione: 08/09/2010 - h. 15.33


ECONOMIA SUD | Pagina 3

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Sud in coma, serve terapia shock

Ecco i dati del rapporto Svimez sull'economia meridionale

Carlo Lo Re

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'ultimo Rapporto Svimez sullo stato del Sud non lascia spazio alle interpretazioni: il Meridione d'Italia versa in uno stato di pre-agonia, con una società allo stremo delle forze preda della criminalità (spesso neanche tanto organizzata) ed una economia dall'elettroencefalogramma piatto ormai da decenni. Intendiamoci, il 2009 è stato un anno di crisi profonda per tutto il capitalismo mondiale, con una recessione, tutt'ora in corso, che molto probabilmente è la più profonda dal secondo dopoguerra in avanti. Analizzando i dati 2009, salta all'occhio come, tra le principali economie industrializzate del pianeta, quella italiana (in linea teorica la quinta) è la più colpita dalla crisi in atto: -5%. E al Sud? Il Pil del Meridione d'Italia, in base alle valutazioni della Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, ha segnato una riduzione del 4.5%, un valore decisamente più negativo del -1.5% registrato nel 2008, al momento dell'esplosione della crisi globale. Ormai da otto anni consecutivi il Sud cresce meno del Centro Nord, una cosa che non era mai successa dal 1946 ad oggi. Addirittura, ed è questo probabilmente il dato più allarmante, nel 2009 il prodotto del Mezzogiorno è risultato essere inferiore dello 0.3% rispetto al livello del 2000. Per capire il reale divario NordSud in Italia basta guardare il reddito pro capite: 17.317 euro nel Mezzogiorno contro 29.449 euro nel Centro Nord. In parole povere, un meridionale guadagna annualmente circa il 58.8% di quello che guadagna un settentrionale. Con la differenza che in genere la sua famiglia è più vasta per motivi culturali ed anche monoreddito per l'endemica scarsità di lavoro del Sud. A livello regionale, è l’Abruzzo a mostrare una diminuzione del Pil particolarmente elevata nel 2009 (- 5.9%), seguito dalla Campania (-5.4%) e da Puglia e Basilicata, a pari merito con un bel (si fa per dire) -5%. Alla fine, per quanto vittima di tanti malesseri, la perdita più contenuta è della Sicilia. Solo un -3.1% che, se proprio non fa sperare, almeno non fa disperare del tutto. Insomma, dal Rapporto Svimez emerge un dato chiarissimo: il Sud Italia ha fatto un balzo indietro di dieci anni in pochi mesi, con un quadro complessivo dell'economia che si può solo definire comatoso. Ovvio che urge una terapia d'urto, che probabilmente non può che partire dalla soluzione del problema criminalità. Perché, sia chiaro, lo sviluppo passa dalla legalità, dalla sicurezza dei cittadini, dalla serenità di chi investe. Senza tutto ciò, la crisi sarà sempre più nera e il Sud sempre più povero.

L’ultima di Fitto: 100MLD PER IL SUD! MEZZOGIORNO: l'economia, le interviste, le inchieste. Segui tutto su sudpress.it

Il piano di rilancio del Mezzogiorno dovrebbe partire casualmente nel mese di ottobre, sempre che non ci saranno nuove elezioni. Il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto ha assicurato che sono pronti 100mld per il Sud partendo dal Fondo per le aree sottoutilizzate e ricordando come lo scorso 31 luglio ne sono stati deliberati 5,3. Ben 20mld di euro dovrebbero essere diramati attraverso i canali ministeriali ed altri 11mld sono rappresentati da risorse non utilizzate. Propaganda pre-elettorale? Lo vedremo nei prossimi giorni.

Sud: LAVORO IN NERO VALE 17% DEL PIL

BPM AVANTI CON IL VENTO IN POPPA Centosedici sportelli in Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia, 21mila soci ed una crescita del 13,5% nell’ultimo anno. Il rendiconto intermedio di gestione della Banca Popolare del Mezzogiorno registra un utile di 3,7mln per il primo semestre del 2010. Questi i dati diramati: raccolta diretta 2.985 mln. (+3,2% rispetto a dicembre e +6,4% rispetto a giugno 2009); raccolta indiretta 1.179,7 mln. (+1,3% rispetto a dicembre e +9.1% rispetto a giugno 2009); raccolta complessiva da clientela 4.164,8 mln. (+2,6% rispetto a dicembre e +7,4% rispetto a giugno 2009); crediti verso clientela 2.531,8 mln (+4,6% rispetto a dicembre e +13,5% rispetto a giugno 2009); rapporto sofferenze nette/ impieghi 1,3% (invariato rispetto a dicembre e in leggera crescita rispetto a giugno 2009 quando era dell'1,26%); patrimonio netto - escluso il risultato di esercizio- 339,3 mln. (+4,04% rispetto a dicembre e +4,5% rispetto a giugno 2009).

Gli irregolari in Italia, secondo Confartigianato sono 640mila e nel 2008 l’incidenza dell’economia abusiva sul Pil è arrivata a sfiorare il 17%. Nel Mezzogiorno in particolare il lavoro in nero si attesta al 18,3%, il doppio rispetto al Centro Nord( 9,3%). E’ necessario attendere qualche mese per verificare i risultati del 2009 e capire se il piano del governo Berlusconi contro il sommerso ha prodotto risultati apprezzabili. Si parlava di “attacco frontale contro l’occupazione irregolare”, in pratica la nuova schiavitù della nostra generazione. Difficile credere in un miglioramento.

Mezzogiorno: CRESCE L’ALLARME USURA L’indebitamento delle famiglie del Mezzogiorno è cresciuto del 156,2% rispetto al 2009 e l’usura è aumentata del 117,6%. Sono i dati diramati dallo sportello antiusura dell’Associazione Contribuenti Italiani. “Nel mezzogiorno –ha detto Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it- sono a rischio d’usura 681.000 famiglie e 716.000 piccoli imprenditori. Il debito medio delle famiglie meridionali ha raggiunto la cifra di 31.200 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 49.300 euro”. “I dati – conclude Carlomagno - confermano che il fenomeno sta aumentando ed è ancora difficile intravedere l’apice”.

Stretto di Messina BLACK OUT SUL WEB Continua a restare “in manutenzione” il portale della società Stretto di Messina. Contemporaneamente la rete dei movimenti “No Ponte” prosegue con il mese di proteste che si concluderà ad ottobre. Il vuoto dell’informazione viene colmato, e non è bello, da alcuni gruppi editoriali i cui azionisti mantengono rapporti privilegiati con la cordata che dovrebbe realizzare l’opera. Ancora peggio è il monopolio dei traghetti in mano ad alcuni personaggi del Partito Democratico. E’ già partito il conto alla rovescia: “opera pronta entro il 2017”. Sarà vero?


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SUD POLITICA REGIONALE

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Paralisi Lombardo Fare pagare allo Stato gli oneri dell’aeroporto cogestito da Mario Ciancio, riottenere il controllo del consorzio autostrade siciliano fallito in mano ad un suo fedelissimo, rimediare al disastro Tirrenia. Ecco i punti (di sutura) di Lombardo con un piede nel Pd ed un altro nel Pdl Valerio Di Blasi.

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alermo. L’amministrazione Lombardo continua a “produrre” ritardi nella gestione dei fondi Por 2007-2013. Mentre la Sicilia è in ginocchio, a Palermo e sul suo blog, il governatore siciliano disquisisce di ascari, ascaretti e buoni e cattivi mettendo in rassegna quelli che definisce “diritti della Sicilia”. Guarda caso coincidono con i privilegi di alcuni personaggi che, nella buona e nella cattiva sorte, sono stati e sono tuttora i protagonisti assoluti dei destini di questa terra. La politica al lumicino è anche questa, la politica delle belle statuine, dei grandi annunci e proclami. “Sulle riforme non si torna indietro” è uno degli ultimi post. Peccato che mentre Raffaele scrive, la guerra per le poltrone è in atto. Lo chiamano “Lombardo quater”, in realtà si litiga da settimane per assessorati e sottogoverni. Nella spartizione è coinvolto l’intero arco di deputati regionali, a partire dagli uomini del partito democratico, che procedono con il passo tipico dei raccattapalle. Con la bava alla bocca. L’ultima nata è la Fondazione Sud Italia, guidata dal deputato Dore Misuraca, già cofondatore del Pdl Sicilia. Al seguito ci sono cinque deputati regionali: Santo Catalano, Giovanni Cristaudo, Ignazio Marinese, Raffaele Nicotra, Guglielmo Scammacca della Bruca. I proclami sono sempre gli stessi, noiosamente retorici:

“monitorare lo stato d'attuazione del federalismo fiscale e individuare le migliori soluzioni per la Sicilia e il Mezzogiorno”. In realtà, considerando che spicca la partecipazione di Gaetano Armao, non può non notarsi la presa di distanze da Gianfranco Miccichè, l’unico che rischia di restare in un’angolino in questa operazione. I famelici del partito democratico, senza Miccichè, cioè il pupillo di Dell’Utri, potranno continuare ad amministrare da “duri e puri”, cosa che hanno fatto sino ad adesso senza troppi mal di pancia. Anche Raffaele Lombardo vacilla vittima del mostro che ha creato: un Governo immobile dove non esistono punti di riferimento. Gli amici di oggi possono diventare i nemici del domani. Regna la diffidenza e si spara nel mucchio, in questo caso il bersaglio è Gianfranco Miccichè. Il problema per i siciliani si pone sul piano dell’efficienza: zero assoluto. Lombardo sino ad oggi non ha prodotto risultati apprezzabili, è stata una navigazione di piccolo cabotaggio con una strategia politica troppo consona alle tecniche di galleggiamento. Una politica “alla giornata” dove gli opportunismi che tengono Raffaele in vita politicamente, potrebbero essere gli stessi a lasciarlo precipitare nel vuoto all’improvviso. E’ questo l’interesse dei siciliani? E’ questo l’interesse del Meridione?

Lombardino doc arrestato per estorsione Raffaele Lombardo nel marzo 2009 lo aveva ritenuto idoneo per entrare nel nucleo di valutazione strategica della regione siciliana: un incarico importante. E’ stato ex deputato regionale dell’Mpa ed anche assessore di fiducia di Raffaele Lombardo quando era presidente della provincia di Catania. Adesso Nino Amendolia è finito in carcere con l’accusa di tentata estorsione aggravata e sequestro di persona, insieme a lui sono stati arrestati i suoi presunti complici: alcuni affiliati del Clan Santapaola che avrebbero richiesto il pagamento di circa 150mila euro ad un imprenditore. Dopo la diffusione della notizia, il deputato autonomista Oliva ha sottolineato che da circa un anno non ci sarebbero rapporti tra l’Mpa ed Amendolia. In passato, quest'ultimo era stato pure indagato per concorso in associazione mafiosa, poi è arrivato il proscioglimento. Nel prossimo numero, Sud approfondirà l’argomento.


POLITICA REGIONALE SUD | Pagina 5

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Gianfranco Fini: l’incoerenza ha un nome e un cognome

I gIOVANI DEl PDl hANNO chIESTO l'ESPulSIONE DI DEll'uTRI

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LA TESTIMONIANZA Negli anni ’90 militava nel Fuan, adesso è avvocato, 36 anni, ex consigliere comunale di Mascalucia in provincia di Catania, comune pericoloso già sciolto per mafia. Fabio Canterella nelle sue battaglie contro il malaffare politico è stato lasciato solo dagli uomini del Pdl ex finiani come i deputati Basilio Catanoso e Salvo Pogliese, proprio mentre guidava l’opposizione nel Comune amministrato da Mpa, Pd ed Udc di Cuffaro. Di Gianfranco Fini, questo è il suo ricordo: «Restai colpito dal suo comizio a S.Giovanni La Punta, sotto tangentopoli lottavamo contro la mafia ed i suoi sostenitori nel mondo della politica, mai avrei potuto immaginare l’alleanza di oggi con le stesse persone che attaccava».

Roma, nel marasma da banda bassotti berlusconiano, passa per paladino della giustizia con prese di posizione importanti per la legalità e la libertà di stampa. Oltre lo stretto di Messina, in Sicilia, dove si trovano il 50% degli amministratori della sua corrente nazionale, Gianfranco Fini governa in accordo con Raffaele Lombardo insieme agli uomini di Gianfranco Miccichè: intese e sottogoverni con la roccaforte di Marcello Dell’Utri, per gli ambienti giudiziari politico che ha concorso con la mafia. Il paradosso, o miracolo della politica, dipende dai punti di vista, si chiama Pdl Sicilia, una sigla che unisce i finiani con gli amici del mafioso Mangano e che ha consentito la spartizione degli assessorati nel famoso ed immobile “Lombardo Ter”. Aspettando il quater, l’On. Carmelo Briguglio, uomo della legalità, ha fatto sapere sulla stampa che potrebbe presto nascere un gruppo di soli finiani in seno all’assemblea regionale, ma attenzione, mantenendo una rispettosa “intesa” con il Pdl Sicilia di Miccichè. I paradossi e i miracoli si intersecano sul portale del Pdl Sicilia dove tra gli “amici” ci sono tutti insieme Fabio Granata, a Roma antiberlusconiano per la legalità, in Sicilia ex assessore di Cuffaro, Gianfranco Miccichè, vulcanico che non ha bisogno di presentazioni e Raffaele Lombardo. E così i giovani del Pdl hanno chiesto l’espulsione di Dell’Utri che difende Mangano, Fini governa con Miccichè che difende Dell’Utri, ma all’ultima commemorazione di Borsellino ha ricordato che Mangano era mafioso condannandolo. In questo scioglilingua ci sono presente e passato non tanto remoto di Gianfranco Fini, quello delle feste del tricolore degli anni ’90 quando (guarda l’articolo sotto), sulla stampa esortava i “camerati” a vigilare su alcuni politici durante le elezioni, gli stessi con cui oggi è alleato di ferro. A quei tempi avvertiva “movimenti mafiosi”, adesso non più.

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SUD POLITICA CATANIA

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Stancanelli all'angolo A

Venzo Rossi

desso rischia di dover ricoprire la poltrona di primo cittadino sino a fine mandato, difficile dire se saranno più contenti i cittadini o lui, il senatore-sindaco Raffaele Stancanelli. In caso di caduta del governo Berlusconi, il suo posto a palazzo Madama potrebbe finire in mano a Pippo Failla, sindaco di Paternò, fedelissimo del compaesano ministro Ignazio La Russa. Con il paradosso che l’allegra cittadina alle falde dell’Etna potrebbe essere rappresentata da ben tre parlamentari a Roma: oltre a La Russa e Failla c’è in ballo il posto dell’On Salvo Torrisi, componente della commissione Antimafia. Quest’ultimo rischia di essere “degradato” e finire a sostituire Failla a Paternò, o Stancanelli a Catania se si concretizzasse la variante meno soporifera per la città. Vero è che con Stancanelli non mancano i colpi di scena, basta ricordare le sue confessioni in diretta dei metodi utilizzati per ottenere i famosi 140milioni di euro da Berlusconi, i discorsi a Cittainsieme “confesso il reato”, le segnalazioni di colleghi di partito nelle commissioni per i servizi sociali messe nero su bianco con tanto di firma (Sud dedicherà una puntata alla vicenda) che gli hanno comportato un avviso di garanzia… Chi si direbbe pronto a scommettere che il bello ancora non è arrivato? Nel palazzo di fronte all’Elefante, il suo ex fido Puccio La Rosa reclama come minimo un assessorato, la svolta si attende nei prossimi giorni. Stancanelli non ha remore, si è dimostrato capace di far multare persino il presidente del consiglio comunale, Marco Consoli, troppo legato al posteggio nel comodo atrio municipale. Restando a Catania Raffaele Stancanelli, in un momento delicato politicamente, non ha fatto il salto di qualità a livello nazionale, la sua presenza al Senato è stata senza infamia e senza lode, quasi irrilevante. Al contrario a Catania ha rischiato e rischia tuttora di volare dal balcone. Letteralmente (vedi il caso degli ex lavoratori Cesame). La disaffezione dei cittadini si tocca con mano mentre la città è in ginocchio, il settore dei lavori pubblici resta paralizzato ed il consiglio comunale, opposizione compresa, si conferma silente ed ingombrante.

Bacchettato da La Russa, insultato dai lavoratori. Inizia l’autunno “caldo” del sindaco di Catania mentre la città resta paralizzata

Voci retoriche dal Palazzo “Respingiamo con forza e convinzione il grave tentativo di individuare, ingiustamente, nel sindaco il capro espiatorio di vicende che nulla hanno a che fare con la sua azione improntata alla serietà e al rigore e alla trasparenza senza cedere a tentazioni clientelari. Nel riconfermare stima e apprezzamento, esprimiamo la massima solidarietà alla persona di Raffaele Stancanelli e al ruolo di sindaco che egli interpreta con autorevolezza nell’esclusivo interesse dei cittadini, attraverso azioni di risanamento e

rilancio del Comune e delle aziende partecipate e municipalizzate. Pur consapevoli che vicende occupazionali di notevole impatto sociale provocano uno stato di comprensibile esasperazione tra i lavoratori, siamo convinti che tutto deve rimanere nei limiti del buon senso e della correttezza dei comportamenti, che in questa vicenda purtroppo sono stati più volte superate con atteggiamenti che sfiorano la violenta sopraffazione”. Salvo Di Salvo (Mpa), Nuccio Condorelli (Pdl) e Valeria Sudano (Udc)


REPORTAGE CATANIA SUD | Pagina 7

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Una vita da ex Cesame Laura Galesi

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raditi da Raffaele Lombardo, dimenticati dall’ex prefetto Annamaria Cancellieri, ignorati dal sindaco Raffaele Stancanelli». Impiega poche parole Salvo Mignemi, ex lavoratore della Cesame a definire la propria condizione di cittadino e padre di famiglia. Come lui molti altri che, a pochi giorni dalla scadenza dell’ennesima proroga, rischiano di restare in mezzo ad una strada. Per questo è stata occupata la stanza del sindaco (foto a lato), “Casa mia” come la chiama Stancanelli che dimentica di essere stato eletto grazie al sostegno di numerose liste proprio da quei cittadini che adesso tratta con disprezzo. Mentre gli ex Cesame manifestavano, Stancanelli inviava comunicati stampa ed il giorno dopo disertava l’incontro in Prefettura “offeso” per quel gesto di protesta ed esasperazione. Sicuramente non ha dimostrato di stare dalla parte dei lavoratori. Il 21 ottobre, infatti, scadrà la cassa integrazione e la mobilità in deroga: i disoccupati in questione dovranno fare i conti con l’assenza totale di reddito. La Cesame ha purtroppo cessato la sua produzione lasciando i lavoratori senza stipendio. Una vicenda assurda che non solo priva decine di famiglie monoreddito di un sostentamento sicuro, ma toglie alla città un marchio storico, una realtà produttiva presente a Catania dagli anni cinquanta. Le organizzazioni sindacali hanno ringraziato la Prefettura per aver convocato il tavolo istituzionale. Ma hanno anche bacchettano la gravissima e ingiustificata assenza dei vertici istituzionali non intervenuti e sottolineato “come ciò costituisca un atto di irresponsabilità, in una vicenda in cui, peraltro, le responsabilità istituzionali sono chiare e individuate nei firmatari del protocollo d’intesa”. Infatti Raffaele Lombardo che aveva firmato quell’accordo mentre era presidente della Provincia adesso ha fatto la scalata politica diventando presidente della Regione, la Cancellieri è stata scelta da Lombardo come commissario del Teatro Massimo Bellini e contemporaneamente mantiene il posto di commissario nel comune di Bologna, Umberto Scapagnini è stato eletto a Roma, i lavoratori invece sono stati dimenticati. A questo si aggiunge il comportamento di Stancanelli. Ogni commento è superfluo.

I DISOccuPATI OccuPANO lA STANzA DEl SINDAcO / fOtO BENANtI

Nel 2005 era stato firmato un protocollo davanti al Prefetto Cancellieri che garantiva l'assunzione di tutti gli ex Cesame nelle municipalizzate. I disoccupati denunciano: "al posto nostro assunzioni clientelari". Guarda il video su www.sudpress.it

Il tradimento “Comune e Provincia si impegnano ad assorbire presso aziende partecipate e/o controllate dalle medesime gli esuberi provenienti dalla Cesame per un numero di 103 persone ". Paroline contenute nell’accordo siglato nel 2005 con i lavoratori della Cesame. A firmarlo erano Raffaele Lombardo in qualità di presidente della Provincia, il prefetto Annamaria Cancellieri e l’allora sindaco di Catania Umberto Scapagnini. «Promesse non mantenute» tuonano i lavoratori.

Intervista a Salvo Russo, lavoratore in nero, dopo il "crollo" della Cesame

Vita da operaio Marco Benanti

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enti anni di Cesame, poi il “crollo” aziendale, sull’altare di una probabile speculazione immobiliare per fare nascere l’Interporto. Alternativa? Lavoro nero. La vita per l’assistente tecnico Salvo Russo, 44 anni, moglie e tre figli, propone questo. Sacrifici su sacrifici. Una vita difficile. Voleva sollecitare il sindaco a fare il suo dovere, ma il senatore Stancanelli non gli ha voluto parlare, indignato per l’occupazione di “casa mia”, ovvero il Comune. I vigili urbani lo hanno trattenuto. Un padre di famiglia che vuole il pane per i suoi figli. Ecco, Salvo Russo cosa vogliono questi lavoratori della Cesame, settanta persone in grave difficoltà? “Riguadagnare la nostra dignità di operai”taglia corto. Ma cosa è successo? “Dopo cinque anni stiamo aspettando di essere collocati dove ci era stato promesso. Sono passati cinque anni, non abbiamo avuto nessuna risposta, da due anni c’è questo sindaco con il quale siamo in discussione per essere collocati definitivamente. Presto finirà la mobilità e non abbiamo nessuna risposta” Qual è l’accordo non rispettato? Cosa prevedeva? “E’ quello che è stato firmato nel 2005 in Prefettura. Prevedeva che almeno 30 l’anno dell’ex Cesame dovevano essere collocati fra ‘partecipate’ e ‘controllate’, fra Comune, Provincia e Regione. Non è stato rispettato se non per trentacinque persone in cinque anni.” Cosa chiedete al sindaco? “Quello che aveva promesso: il posto di lavoro” Chi lo aveva promesso? Scapagnini? “No anche lui, addirittura aveva fatto, qualche mese fa, il nome di Ikea.” Risultato: nessuno. Per il momento. I “cattivi” sono gli operai, i “buoni” sono gli amministratori pubblici. Quelli che li hanno presi in giro. Il “copione” del dramma catanese del lavoro continua. Personaggi e intrecci sono sempre i soliti.


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SUD INCHIESTA

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12 MAggIO 2010 lA REPuBBlIcA PARlA DI uNA POSSIBIlE RIchIESTA D'ARRESTO DI lOMBARDO

DIAGNOSI (TRUCCATA?) ANTICARCERE Cinque giorni dopo la notizia della richiesta d’arresto, a Lombardo viene diagnosticato un “aneurisma all’aorta”. Lo stesso giorno però partecipa a L’INFEDELE. Il primario dubita che la diagnosi sia autentica e denuncia tutto alla Procura di Catania Antonio Condorelli

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neurisma all’aorta”. La diagnosi secondo cui Raffaele Lombardo è in pericolo di vita e quindi incompatibile con la detenzione carceraria, è stata fatta (casualmente?) cinque giorni dopo la notizia del possibile arresto per l’inchiesta sul presunto concorso esterno con la mafia. Altro che malasanità, in poche ore il presidente autonomista, secondo il referto che pubblichiamo integralmente, sarebbe stato sottoposto a diagnosi ecografica del capo e del collo, diagnosi ecografica del cuore e test cardiovascolari da sforzo. Ma ecco il miracolo: il 17 maggio mentre preoccupato si faceva visitare a Catania e i medici gli diagnosticavano l’aneurisma all’aorta (una notizia che sconvolgerebbe l’esistenza di chiunque), Raffaele Lombardo prenotava il volo per farsi intervistare da Gad Lerner. Tutto nello stesso giorno. E nel faccia a faccia appariva vulcanico come sempre, argomentando con le solite teorie sullo statuto siciliano mai attuate nonostante da due anni governi la Sicilia. Il sospetto che questo certificato fosse “truccato ad hoc”

per evitare la possibile carcerazione è concreto. Addirittura il primario del Cannizzaro Alberto Lomeo, si è rifiutato di firmarlo ed ha inviato tutto al procuratore Capo Vincenzo D’Agata e anche ai principali pm catanesi: Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino, Agata Santonocito, Antonimo Fanara. “Nella mia qualità di primario –scrive Lomeo- mi è stata consegnata perché apponessi la mia sottoscrizione, come di norma, una cartella clinica stilata dal Dr Giuseppe D’Arrigo, dirigente medico presso la nostra U.O., riguardante il predetto On Lombardo”. Adesso viene la parte importante: “Dall’esame degli esiti delle indagini esistenti nella cartella stessa, ho rilevato che la diagnosi di “Aneurisma all’aorta” non sembra corrispondere alle effettive condizioni del paziente”. Fatte queste premesse, il primario Alberto Lomeo comunica di essersi rifiutato di firmare “cartella” e SDO” e di aver contemporaneamente informato la Direzione Generale (compreso Francesco Poli, dirigente scelto proprio dall’amministrazione Lombardo) e la Direzione Sanitaria del Cannizzaro. Lomeo ha fatto semplicemente il proprio dovere e questo in una

terra in cui la Sanità è fortemente condizionata dalla politica non è poco. Un gesto esemplare. Il tempo gli ha dato ragione. Sulla vicenda restano tre opzioni aperte, che sottoponiamo ai lettori con il consiglio di non arrivare a conclusioni troppo affrettate né tendenziose. 1- Raffaele Lombardo è realmente in pericolo di vita, anche se gli esami non corrispondevano con la diagnosi e tre mesi prima la sua aorta era risultata perfetta. 2- Raffaele Lombardo è un miracolato autentico. 3- Le cartelle mediche erano truccate (come lascia intendere il Dott. Lomeo che si è rifiutato di firmarle), per evitare che il presidente, in caso di arresto, finisse in carcere. Ma Massimo Russo, l’agguerrito magistrato-assessore come reagirà? Invierà per caso, come sarebbe suo dovere, gli ispettori? Tentermo di capirlo. E il manager Francesco Poli dell’Ospedale Cannizzaro, nominato dall’amministrazione Lombardo, come si è comportato in questa vicenda? Tenteremo di capirlo, prima di allora ogni considerazione su Lombardo ed i suoi compari autonomisti deve essere lasciata in sospeso.


INCHIESTA SUD | Pagina 9

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

"FATTA LA LEGGE TROVATO L'INGANNO" Secondo l’art 275 c4 del codice di procedura penale, la custodia cautelare in carcere non può essere disposta quando l’indagato sia “in condizioni di salute particolarmente gravi incompatibili con lo stato di detenzione e comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere”. Casualmente la diagnosi di Raffaele Lombardo è stata fatta cinque giorni dopo la pubblicazione della notizia sulla possibile richiesta d’arresto a suo carico.

I BOSS "GALOPPINI" AUTONOMISTI

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econdo un corposo rapporto dei Ros, i boss santapaoliani, durante le elezioni, si sarebbero trasformati in galoppini elettorali filoautonomisti. L’esistenza dell’inchiesta è stata confermata dal Procuratore Capo Vincenzo D’Agata che ha parlato anche di “strumentalizzazioni politiche”. Lombardo si è detto sempre estraneo ai fatti e nel giro di pochi giorni ha scaricato a mezzo stampa il fratello Angelo, coindagato con la stessa accusa. “Ciascuno è responsabile delle proprie azioni”, ha detto Lombardo, anche se risulta davvero difficile credere che politicamente i due fratelli non fossero la stessa cosa. Attualmente la pozione di Raffaele Lombardo è in corso di valutazione da parte della Procura di Catania per questo non bisogna giungere a conclusioni affrettate né è corretta ogni strumentalizzazione politica. “Sud” presterà grande attenzione alla questione, contemporaneamente si occuperà di episodi anche più gravi che riguardano noti personaggi.


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SUD MAFIA

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

LE MANI DELLA MAFIA SUI PRODOTTI SICILIANI (1a puntata) Giovanni tizian

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a gestione del trasporto su gomma, da e per i maggiori mercati ortofrutticoli del sud Italia, sotto scacco delle cosche. E’ quanto emerge dall’inchiesta “Sud Pontino”, del maggio scorso, coordinata dalla Dda di Napoli. Un condizionamento mafioso in grado di stravolgere le regole del libero mercato e di fare lievitare i prezzi al consumo dei prodotti. Protagonista della vicenda “La Paganese Trasporti” , una ditta campana di trasporti i cui proprietari, Antonio e Costantino Pagano, sono indicati dai magistrati come mandatari del Clan dei Casalesi e fiduciari delle cosche siciliane. Attraverso la società “La Paganese Trasporti & C. s.n.c.” sarebbe avvenuta la gestione monopolistica ed il controllo del trasporto su gomma verso i mercati siciliani di Gela, Vittoria, Catania, Marsala e Palermo. «Andate a Gela e trovate a Michele Valente, e trovate altre sette agenzie appresso a Michele Valente», così Costantino Pagano, il mandatario del Clan, ha spiegato ai presenti, nel corso di una conversazione intercettata dalle microspie, come dovevano muoversi a Gela. Valente è un imprenditore che operava nel mercato di Gela, ritenuto, dai magistrati, il referente di Cosa Nostra- famiglia Emanuello- e della Stidda nel settore del trasporto su gomma dal mercato ortofrutticolo di Gela. «Le due

organizzazioni mafiose dominanti a Gela, in accordo fra loro e attraverso un’ unica struttura aziendale che aveva la veste di Agenzia di intermediazione fra trasportatori e commercianti, avevano monopolizzato il settore del trasporto su gomma dei generi ortofrutticoli», scrive il gip nisseno nell’ordinanza del 2007. La stessa che ha portato all’arresto di Valente e dei soci della società di trasporti di cui era il titolare, inserita nella società “F.A.S.T. (Federazione Autonoma Siciliana Trasporti)”. Parallelamente, la Dda di Napoli stava indagando su Pagano e la Paganese Trasporti. Due storie che s’incrociano. La Paganese aveva infatti ottenuto l’esclusiva sulla tratta Gela-Fondi e i mercati campani di Aversa e Giugliano. Un’esclusività ottenuta grazie ai rapporti che intercorrevano tra gli imprenditori casalesi e i gelesi Rinzivillo e Domicoli- questi ultimi, secondo il Gip, vicini anche agli Emanuello. Tra il 2006 e il 2007, i delicati equilibri traballano, Costantino Pagano riceve un avvertimento: se non avesse interrotto il lavoro a Gela uno dei suoi camion sarebbe “saltato per aria”. Erano gli Emanuello di Gela che esigevano la loro parte. Pagano avrebbe riconosciuto una "provvigione" alla famiglia gelese per mettere fine ai contrasti.

LA TASSA OBBLIGATA Il meccanismo di controllo mafioso del trasporto a Gela sarebbe avvenuto attraverso un’agenzia, dapprima controllata soltanto dalla Stidda, successivamente gestita anche da Cosa Nostra tramite la famiglia Emanuello. «Questa agenzia- ha raccontato, a marzo scorso, ai magistrati il collaboratore Carmelo Barbieri -aveva il monopolio dei trasporti di frutta da e per il mercato di Gela. Chiunque avesse voluto trasportare frutta su tale mercato se non voleva subire ritorsioni o essere semplicemente escluso dagli affari doveva rivolgersi alla agenzia». E l’agenzia, a sua discrezione, selezionava il trasportatore al quale tratteneva una tassa obbligata, il pizzo.

SERVIZI SCADENTI Dall’indagine sul sistema Paganese è risultato che anche grandi catene commerciali come la “Metro Italia Cash and Carry” erano costrette a servirsi delle inadeguate e poco professionali aziende di trasporto imposte dall’Agenzia Valenti, tra cui quella di Domicoli. Un episodio è significativo: Domicoli, dopo avere determinato la perdita di un carico della Metro Italia e dopo il legittimo tentativo di protesta della società, si presentava direttamente presso il rappresentante, Giampietro Crivellari, redarguendolo e intimidendolo.

Il cOllABORATORE cARMElO BARBIERI INTERROgATO DEScRIVE Il SISTEMA MAfIOSO chE gESTIScE I TRASPORTI DEI PRODOTTI SIcIlIANI


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Pizzo free: Sosteniamoli

Marco Benanti

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Addiopizzo: UN “CALCIO” alla mafia A dispetto di tutti quelli che ogni giorno indossano la casacca di “paladini della giustizia”. La vera antimafia sono loro: I ragazzi di Addiopizzo

n una città dove l’80% dei commercianti –secondo Sos Impresapaga il pizzo, in silenzio ma a testa alta, vanno avanti giorno dopo giorno. E’ una strada diversa rispetto a chi col tempo “vegeta” davanti alla tivvù in pantofole. Loro, i ragazzi di Addiopizzo Catania, continuano la battaglia contro la mafia sin dal giugno 2006. Promuovono la cultura della legalità e la mettono in pratica con una serie di progetti ed iniziative che tagliano le gambe a Cosa Nostra. Hanno osato, continuano ad osare, e adesso i risultati sono sotto gli occhi di tutti: in una città dormiente ed ossequiosa incitano i commercianti alla rivolta. Alla base della strategia ci sono una serie di iniziative che mirano ad erodere il sostegno esplicito o implicito boicottando il racket delle estorsioni, contrastando la sottocultura mafiosa e il quietismo che l’accompagna, riunendo tutti coloro che condividono la frase “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. In questo quadro si inseriscono incontri e dibattiti. L’associazione è, infatti, impegnata nelle scuole medie superiori e nelle facoltà universitarie di Catania e provincia con l’organizzazione di incontri educativi e dibattiti che si avvalgono della partecipazione di rappresentanti della magistratura, del mondo dell’antiracket e di imprenditori che “hanno detto no” al pizzo. Nell’ambito di tale progetto inoltre è stato redatto e distribuito durante gli incontri nelle scuole, un questionario composto da 20 domande finalizzato ad acquisire elementi utili a valutare la percezione del concetto di legalità da parte degli alunni coinvolti. L’ultima iniziativa è arrivata il 30 giugno scorso, quando in Prefettura è stata presentata, alla presenza delle Istituzioni, la lista “pizzo free”. L’iniziativa di maggior rilievo è arrivata il 30 giugno scorso, quando in Prefettura è stata presentata, alla presenza delle Istituzioni, la lista dei commercianti “pizzo free”. Con nome e cognome, per adesso sono 50, hanno denunciato o non hanno ricevuto richieste di pagamento. In questo caso sono esercenti che oltre a dichiarare di non pagare il pizzo, si impegnano anche a denunciare chiunque dovesse avvicinarli. Parallelamente è partita una raccolta di firme di consumatori che si impegnano moralmente a preferire nei loro consumi i negozi “pizzo free”. L’alternativa concreta esiste, la lista è su internet e Sud la pubblica integralmente.

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SUD MERAVIGLIE DI SICILIA

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Taormina, La Bella Coronata e il Tauro Nunzio Condorelli Caff

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i si arriva percorrendo la Consolare Valeria, quella strada che guarda il mare e congiunge, oggi come ai tempi dei romani, Messina a Siracusa. Si sale attraverso una scoscesa strada curvilinea, i cui tornanti sono ben larghi nei gomiti a ricordo dei carretti che vi transitavano…. Poi si giunge lì, nella tanta desiderata meta, nella città di re e regine, principi, baroni e “von” teutonici, Lady e Lord inglesi, di illustri scrittori e grandi pittori, nella città aperta sempre a tutti, molto tollerante, dei “pazzi” che vi organizzavano feste con efebi e ancelle locali, fra pasti luculliani fino a notte inoltrata, immensi calici di champagne e vino dolce, grandi pendagli d’uva e allegri spettacoli di soavi danzatori dentro il Teatro greco-romano. Fra gli illustri visitatori, anzitutto il sommo drammaturgo di Francoforte sul Meno Johann Wolfgang von Goethe, il quale sostò a Taormina il 7-8 maggio del 1787, durante il suo

“Italienische Reise” (1786-1788), il pittore Otto Geleng, il fotografo Wilhelm vin Gloeden, Friedrich Nietzsche, Richard Wagner, il Kaiser Guglielmo II, Lady Florence Trevelyan, Gustav Klimt, Oscar Wilde, Sigmund Freud. Chi si accinge a visitarla non può fare a meno di percorrere tutto il Corso Umberto I, che si snoda dalle due storiche Porte (Catania e Messina), pieno di negozi di alta moda, di antiquariato e di vari souvenir; altra tappa obbligata è il Teatro Antico, il secondo per dimensione della Sicilia, costruito dai greci e rinnovato dai romani: bellissimi gli scorci visibili dal teatro, lo squarcio sulla cavea aperto sullo Ionio e sull’Etna. Non si può andar via da Taormina senza visitare la Villa Comunale, costruita e così voluta da Lady Florence Trevelyan, nipote della Regina Vittoria, col suo giardino inglese, le colonne greche e le “stanze aperte”, “aggredite” dalla vegetazione stile neoclassico,


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VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

tAORMINA UN RICORDO DA LONtANO Le prime tracce di tauromenion, risalgono a Diodoro Siculo, il quale racconta che dopo l’”Eccidio di Naxos” nel 403 a.C., Andromaco, tiranno di tauromenio, spinge gli sconfitti di Naxos a rifugiarsi sulle montagne e in particolre in quella che ha forma di “tauro”. Si apre così un periodo di opulenza per la Civis Notabilis, divenendo fino al 1968 la città del gotha mondiale, di banchieri, pittori, scrittori, re e regine, senza freni inibitori, ove tutto era permesso. Ma anche di profondo amore verso un territorio immacolato (almeno fino al 1968): Lady florence trevelyan, dopo aver a lungo viaggiato in Oriente, Australia e Magreb, vi si stabilì nel 1884.Lì sposò il ricchissimo medico-filantropo Salvatore Cacciola, dal quale ebbe il suo unico figlio nato-morto. trasformò baracche di pescatori e giardini brulli e scoscesi in bellissimi giardini “all’inglese” ricchi di boschi e di piante esotiche. Acquistò e abbellì l’Isola Bella, costruendovi nella sommità una delicata casetta. Nella villa principesca costruita con colonne e archi a sesto acuto in stile arabeggiante, ospitò l’elite mondiale e della belle epoque siciliana. Vietò ai suoi eredi di edificare nella sua “Hallington Sicula”, e di accogliere sempre uccelli e cani. Alla morte del marito, parte del patrimonio venne donato al Comune e oggi vi sorge la Villa Comunale e l’Ospedale cittadino (costruito e donato dal marito al Comune). N.C.C.


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SUD SPETTACOLO

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

CARMELO BONGIORNO IN MOSTRA A BRESCIA

Un viaggio onirico, evanescente fra frammenti di quotidianità E’ legato da una profonda amicizia, da oltre 15 anni, con il musicista Franco Battiato, che l'ha scelto come autore delle copertine dei suoi CD e collaboratore artistico per i suoi video, è nato e continua a vivere e lavorare a Catania, oltre che a Milano e Parigi ed è noto per le sue opere fotografiche in bianco e nero, conservate in importanti collezioni pubbliche e private e pubblicate da testate internazionali e case editrici. Parliamo di Carmelo Bongiorno, fotografo d’arte, figlio di una terra come quella catanese, amata ma dalle mille contraddizioni, ospite, fino al 25 settembre, della Galleria Agnellini Arte Moderna, in via Soldini 6/A a Brescia, con la mostra “Carmelo Bongiorno 1985/2010”, a cura di Dominique Stella, una sessantina di opere fotografiche, partendo dagli scatti giovanili in bianco e nero degli anni Ottanta sino alle foto più recenti e all’ultima ricerca artistica “Forbidden Colors”, legata al colore e al linguaggio contemporaneo. “Essere alla Galleria Agnellini di Brescia è una grande soddisfazione - spiega Bongiorno – infatti è una mostra antologica che racchiude un arco di 25 anni di scatti, realizzati dal 1985 al 2010. Il 18 settembre nella galleria verrà presentata la mia nuova monografia, “Voci”, esclusivamente in bianco e nero, con la prefazione di Franco Battiato e Dominique Stella, critico e curatore d’arte. Mi piace spaziare e sperimentare ed il mio nuovo lavoro riguarda invece il colore, è una evoluzione del mio percorso, è a sfondo sociale ed è partito con una serie di ritratti di ragazzi disabili. Con le mie foto preferisco documentare sensazioni e stati d’animo, il mio colore è acido, contrastato, pop, ha dei colori proibiti Maurizio Giordano rispetto alle mode contemporanee dei colori piatti, molto nordici”.

Musica, il 24 settembre a Taormina ELTON JOHN E RAY COOPER Ad un anno di distanza dall'ultima volta, Elton John e Ray Cooper tornano in Italia per una serie di eventi davvero unici. Il 24 settembre concerto al teatro Greco di taormina. Sul palco Elton John, l'artista che per quattro decenni ha ammaliato il mondo intero ed accanto a lui Ray Cooper, spettacolare percussionista, suo compagno di viaggio sin dagli esordi. Insieme per una serata da brivido caldo, dedicate a tre generazioni di appassionati.

Teatro, MONOLOGO SULLE MORTI BIANCHE DI NINO ROMEO Rifiutato da taormina Arte, sezione “Nuova drammaturgia”, Nino Romeo, regista, attore e drammaturgo catanese, quest’estate con il Gruppo Iarba ha portato in giro per l’Italia il suo “Entro i limiti della media europea”, monologo tagliente sulle morti sul lavoro, con Graziana Maniscalco e lo stesso Romeo, testo pubblicato da "Ridotto" e Menzione speciale Siad (Società italiana autori drammatici) che gli ha conferito il Premio Calcante 2009.

Dal 6 al 10 ottobre a Ragusa Ibla FESTIVAL DEGLI ARTISTI DI STRADA tra le viuzze e le piazzette del borgo barocco, torna ad ottobre, dal 6 al 10 “Ibla Buskers”, la festa punto di riferimento per tutto il Sud Italia. torna, ad abbracciare il quartiere barocco di Ragusa. La festa degli artisti di strada raggiunge quest'anno la sedicesima edizione con gruppi provenienti da tutto il mondo che faranno esplodere l’incredibile miscela tra l'arte dei buskers e l'arte dei luoghi.

Fiere, dal 25 al 27 settembre a Catania LA “BEAUTY & FITNESS SHOW” Bellezza, benessere fisico, cura del corpo, moda, estetica, massaggi, trucco, ricostruzione unghia, acconciature, smalti, rossetti, cipria, sono gli ingredienti base della quarta edizione della fiera “Beauty & fitness Show” in programma dal 25 al 27 settembre al centro fieristico “Le Ciminiere” di Catania. Per tre giorni Catania diventerà la capitale della bellezza, della cura del corpo e del benessere fisico.

MOSTRE

A Palermo omaggio a Fabrizio De André fino al 10 ottobre Undici gli anni dalla morte di Fabrizio De Andrè, tredici dal suo ultimo concerto a Palermo, sul palco del teatro Al Massimo. Oggi, una mostra ne racconta le passioni, il percorso, la carriera del grande cantautore genovese. “Fabrizio De Andrè. La mostra”, dallo scorso 26 giugno e fino a domenica 10 ottobre, è allestita presso l’ex Deposito delle Locomotive di via Messina Marine, a Palermo. Curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia, ideata da "Studio Azzurro", è promossa da Fondazione De Andrè onlus e da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

POESIA

“Quadreria dei poeti passanti”, il nuovo libro di Angelo Scandurra “Quadreria dei poeti passanti” (Bompiani, pp. 77, euro 7,50) è l’ultima fatica di Angelo Scandurra, poeta siciliano per cui ogni definizione appare riduttiva agli occhi di chi ha letto i suoi scritti e per chi lo conosce e ne riconosce doti artistiche e umane. Nel libro Angelo Scandurra esercita il mestiere dell'intelligenza, la sua prosa sta tra l'essere e il non essere pronta a catturare l'idea di bello e l'idea di pensiero insieme. E’ l'idea della letteratura, il suo canone, a dargli le indicazioni che soddisfano. Emozione e significato si danno per quello che sono e nascono esseri di letteratura.


DOCUMENTI SUD | Pagina 15

VENERDI 17 SETTEMBRE 2010

Questo editoriale è stato scritto il 24 settembre 1945, poco tempo dopo la morte di Primo Turri. Trascorsi oltre 60 anni i contenuti restano di grande attualità e importanza.



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