SUD Anno 1 Numero 1

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FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO

R

O L E L E AF F A

EDIZIONE DI CATANIA

R T S E U Q E S L I O T S E I E? H M C E A T H SA O O D C R A MB

ANNO I - N.1 - VENERDÌ 1 OTTOBRE 201 0

O R E M O NU

T S E U Q O DI

Lombardo FAVORITO? Sulla diagnosi svelata da SUD ora indaga l'Antimafia

LA SCAMPAGNATA

COMPARI

PAGINA 4

PAGINE 8,9

LIBRINO: PROMESSE E BUGIE

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UN PATRIMONIO IGNORATO

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EDITORIALE

30/09/2010

VENERDĂŒ 1 OTTOBRE 201 0

Il procuratore capo D'Agata invia la Polizia Postale nella redazione di SUD

Direttore Responsabile ANTONIO CONDORELLI

Hanno collaborato a questo numero: Maurizio Giordano, Carlo

Lo Re, LauraGalesi, Giovanni Tizian, Marco Benanti, Nunzio Condorelli Caff, Valerio Di Blasi, Stiben Mesa, Sonia Giardina, Melania Tanteri Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 Edito da: Editori Indipendenti S.r.l.

Viale Kennedy 10 - 95121 Catania tel. 095349015 e-mail: info@sudpress.it - redazione@sudpress.it sito: www.sudpress.it Stampa Litocon S.r.l. Catania

Per le vostre inserzioni pubblicitarie su SUD: tel. 095 349015 - commerciale@sudpress.it

SUD viene impaginato utilizzando programmi Open Source e stampato su carta riciclata Chiuso in redazione: 30/10/2010 - h. 20:10


VENERDÌ 1 OTTOBRE 201 0

ECONOMIA

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La malapolitica regionale manda in fumo

8 miliardi di euro

Gli obiettivi del POR 2000/2006 non sono stati raggiunti

Carlo Lo Re

P

er la Sicilia il portato più dolente della lunga crisi regionale in corso è senza dubbio la paralisi economica. Sempre più gente precipita infatti sotto la soglia di povertà. Disoccupazione a due cifre, infrastrutture arretrate di decenni rispetto al resto d'Europa, microcriminalità asfissiante ed una cronica difficoltà da parte degli amministratori a spendere i cospicui fondi a disposizione. E proprio questa è la colpa più grave della classe politica meridionale: l'incapacità nei decenni di utilizzare l'oceano di denaro europeo a disposizione (non ancora per molto, sia chiaro) per sviluppare l'area più depressa del Continente. Incapacità, certo. Ma è ovvio che in taluni casi si va oltre, sfociando nella perversa volontà di incatenare il Sud ad un destino di sottosviluppo che garantisce fedeltà elettorale, manovalanza (di ogni tipo!) a bassissimo costo nella completa assenza di diritti, nonché un brodo di coltura utile alle varie Mafie che ammorbano il Paese. Perché oggi, dal Basso Lazio in giù, il popolo è in buona parte ridotto ad una massa di schiavi di fatto su cui malignamente regnano i satrapi eletti, anzi designati, dal simulacro di democrazia post 1989. E così anche l'allarme più elevato cade nell'indifferenza. Come quello, gravissimo, recentemente lanciato a Palermo dalla Cna siciliana sul fallimento di Agenda 2000, alla presenza dei commissari dell'Unione Europea e degli impermeabili rappresentanti del governo regionale e della programmazione. «Otto miliardi spesi, nessun obiettivo raggiunto», come ha amaramente constatato Mario Filippello, segretario regionale della confederazione degli artigiani, nonché e componente del Comitato di sorveglianza del Por 2000/2006. Andando più nello specifico, la cosa maggiormente preoccupante è il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati rispetto al Pil regionale (ormai in negativo, con l'unica eccezione della provincia di Ragusa, isola felice fino al 2009, ma ormai anch'essa in forte affanno), ai livelli di occupazione, alle infrastrutture ed allo sviluppo industriale. Sinistra faccia della medaglia è la crescita abnorme della spesa pubblica regionale. «In pratica – ha continuato Filippello - gli otto miliardi sono serviti soprattutto ad ingrassare la macchina della Regione e degli enti pubblici». Una indecenza che tutti i siciliani pagano ogni giorno sulla loro pelle. Quindi, per dirla con Lenin, che fare? «Di fronte alla certificazione del fallimento di Agenda 2000 nell'Isola - ha insistito Filippello serve un’immediata inversione di tendenza, perché solo puntando sulle Pmi possiamo creare sviluppo e occupazione». Una ricetta che i “cuochi” di questa cucina del diavolo che è ormai la Sicilia si passano di mano in mano da decenni senza nemmeno ancora essere riusciti a capire gli ingredienti da utilizzare. Sprecando miliardi di euro.

MEZZOGIORNO: l'economia, le interviste, le inchieste.

SEGUI TUTTO SU SUDPRESS.IT I FONDI DEL SUD FINISCONO AL NORD

I soldi destinati alle scuole del Sud finiscono al Nord. Si tratta delle risorse Fas destinate alla messa in sicurezza del patrimonio scolastico, 1 mld di euro che – secondo il Ministero dello Sviluppo Economico dovevano essere distribuiti così: 85% al sud e 15% al centro nord. Di questo denaro ad oggi sono state erogate due tranche: la prima di 226,4 mln per sostenere la ricostruzione degli edifici scolastici dell’Abruzzo, danneggiati dal sisma; la seconda, di 358,4 mln, sbloccata a maggio dal Cipe e pubblicata a metà settembre sulla Gazzetta Ufficiale. Contrariamente ai proclami, le otto regioni meridionali non ricevono affatto l’85% delle risorse: in questo secondo stralcio alle aree del sud vanno complessivamente 143,1 mln, molto meno del 50%. Giusto giusto è la Lombardia la regione che ha avuto di più, circa 50 milioni nonostante abbia edifici scolastici in ottime condizioni. Adesso dovrebbe essere convocato un nuovo tavolo tecnico, lo scopo sarebbe di stabilire come spartire circa 400milioni di euro già disponibili. E il sud nel frattempo aspetta quello che gli spetta. SMP

Lombardo ALLE

STRETTE

“Non è più possibile perdere tempo in chiacchiere, al di là degli accordi di partito e delle nuove alleanze, bisogna agire per incrementare lo sviluppo economico e per il bene delle imprese siciliane”. Questo in sintesi l’appello lanciato dal consiglio di Unioncamere Sicilia alla nuova giunta del presidente Raffaele Lombardo. Fra gli aspetti dell’economia regionale non più trascurabili, come spiega Giuseppe Pace, presidente Unioncamere, c’è la questione fondi: “prima di tutto è necessario dare più vigore alla spesa dei fondi Por dando così la possibilità agli imprenditori di partecipare ai bandi. Bisogna stare vicino alle aziende e a chi vuole investire”. C’è poi l’esigenza di colmare la carenza d’infrastrutture, infatti – aggiungono i nove presidenti delle Camere di commercio – “bisogna creare tutti i presupposti affinché le aziende non decidano di abbandonare la Sicilia. Piuttosto gli imprenditori, sia locali che nazionali o stranieri, devono guardare alla nostra regione come una terra dove conviene investire”. SMP

Inutile la Banca del Sud MEGLIO

GLI ISTITUTI LOCALI

«Non serve una Banca del Sud, serve al limite intensificare i depositi presso le piccole banche locali che sono giocoforza costrette a reinvestire nelle proprie vicinanze». Lo ha dichiarato a Sud Paolo Majolino, economista ed imprenditore, ideatore della Fondazione nazionale contro l'usura bancaria, in una intervista integralmente disponibile sul nostro sito Internet. Per Majolino, «le condizioni economiche del Meridione d'Italia sono sempre più precarie, basti guardare i dati più freschi sulla disoccupazione, ad esempio, che non lasciano speranza: quasi il 9% nazionale, che al Sud diventa il doppio ufficialmente ed il triplo di fatto. Sullo sfondo un'imprenditoria meridionale strangolata dal rapporto con gli istituti di credito, che spesso, lungi dal risolverli i problemi, ne sono parte essenziale». Soluzioni? Majolino non ha dubbi, occorre ripartire dall'agricoltura e dal turismo, «perché il territorio è l'unica cosa che la finanza internazionale non può delocalizzare». CLL

In arrivo 300 licenziamenti AI CANTIERI NAVALI DI TRAPANI I cantieri navali di Trapani hanno annunciato il taglio di circa 300 posti di lavori. È l'ennesima mina che rischia di far tracollare definitivamente la pace sociale in Sicilia, frutto di precise scelte da parte del governo centrale, ma anche dell'inesistente programmazione economica regionale. «Un'altra bomba sul mondo del lavoro isolano», ha commentato Salvatore Petrucci, segretario regionale dei Comunisti Italiani, per il quale «continua la desertificazione della nostra economia, già provatissima. Certo, il principale responsabile è l'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, impegnato nelle più audaci manovre di potere, che ci ha sottratto i fondi Fas, ma non si può dimenticare che il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, è suo alleato ed in quanto tale non è in condizioni di condurre una seria vertenza contro Roma». La crisi dei cantieri navali non potrà purtroppo che produrre un effetto domino a Trapani, dove forte è l'indotto a loro legato. Si teme quindi che i posti a rischio possano alla fine essere ben più di 300. CLL

Termovalorizzatore di Bellolampo: IN

LIQUIDAZIONE LA PEA

Tramonta il progetto del termovalorizzatore di Bellolampo. L’assemblea dei soci di “Palermo Energia Ambiente”, accogliendo la proposta dei commissari straordinari di Amia, ha infatti approvato la messa in liquidazione della società, formata per il 52% da Falck, Actelios, Epc Sicilia, Emit Spa, Consorzio Asi e Safab e per il 48% da Amia, costituita appunto per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Bellolampo, vicino Palermo. Liquidatori sono stati nominati il presidente di Pea, Carmelo Tantillo, e, su indicazione di Amia, Carlo Dominici, docente di Economia e gestione delle imprese, vicepresidente del Banco di Sicilia e presidente della Fondazione Banco di Sicilia. La chiusura di Palermo Energia Ambiente, è un ulteriore passo sulla via del definitivo superamento del Piano regionale dei rifiuti voluto dall'ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro. Carlo Lo Re


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POLITICA REGIONALE

COMPARI

VENERDÌ 1 OTTOBRE 201 0

Dopo Cuffaro, Miccichè e Dell’Utri, a tenere in vita il sistema Lombardo ci pensa il senatore Anna Finocchiaro del Pd, ex candidata presidente della Regione proprio contro Lombardo Incapace di creare un’alternativa, alla fine ha scelto l’inciucio

ANNA FINOCCHIARO, GIOVANNI PISTORIO E RAFFAELE LOMBARDO ALLA FESTA DELL'MPA A CATANIA | FOTO BENANTI


VENERDÌ 1 OTTOBRE 201 0

POLITICA REGIONALE

Su www. sudpress. it:

scarica tutte le agenzie ANSA del 2008 di Anna Finocchiaro contro Raffaele Lombardo guarda il video L'INCIUCIONE guarda il video LOMBARDO EREDE DI CUFFARO guarda il video LOMBARDO FIRRARELLO BERLUSCONI

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INCOERENZA: PRIMA DEL SALTO DELLA QUAGLIA, ANNA PARLAVA COSÌ...

“Con buona pace di Lombardo e del suo amico Cuffaro, diciamo basta a chi a fatto un uso clientelare del denaro per scopi elettorali. Così è stato con Cuffaro, così sarebbe con Lombardo”. (ANSA 01 marzo 2008)

“Oggi in Sicilia una raccomandazione di Raffaele Lombardo conta più di un dottorato di ricerca”. (ANSA 25 marzo 2008)

“Io sono favorevole ai termovalorizzatori perché non vorrei che la mia ragione diventasse come la Campania”. (ANSA 29 marzo 2008)

Anthony Distefano

C

’è qualcosa di umiliante nel fantasticare sul futuro della Sicilia. Forse perché buona parte dei politici che la rappresentano sono senza immaginazione. Un’equazione che però non vale se si parla di poltrone: in quel caso, si “inciucia”, si fa e si disfa a piacimento e l’immaginazione è niente rispetto alla realtà stessa dei fatti e delle cose. Il tutto nel nome della filippica legata al “bene dei siciliani”. Chi poteva immaginare, tanto per dirne una non a caso, che le parole al vetriolo – pronunciate solo sino a pochi mesi fa - dalla senatrice e candidato avversario di Raffaele Lombardo per la corsa a Palazzo d’Orleans, Anna Finocchiaro, si sarebbero tramutate invece nella quintessenza del Lombardo Quater? Ogni cosa, all’improvviso, si è capovolta. Persino nel lessico. Nel nuovo vocabolario Pd-Lombardo/Lombardo-Pd, ad esempio, non trova più posto la parola “clientelare” (presentissima nella edizione precedente) oggi sostituita dal sillogismo “rivoluzionario”. Fattivamente l’accordo tra Lombardo ed il Pd è stato sancito non tanto con l’investitura degli assessori democratici del quarto governo regionale in poco più di due anni bensì in quello che è stato lo stravolgimento di mezza estate a capo delle SpA isolane: una tavola imbandita e sterminata di nomine

presidenziali a lauti posti di sottogoverno alla quale il Pd non si è certo limitato a fare da commensale. Eppure, l’accordo Lombardo-Pd sancito ufficialmente a Catania alla recente Festa dell’Autonomia con tanto di silenzio-assenso da parte della Cgil, inquieta non poco un leader storico della sinistra-centro etnea come il senatore Enzo Bianco che dalla base democratica ha ricevuto solo e soltanto segnali di feroce contrarietà a tutta l’operazione legata all’ingresso in maggioranza all’Ars. Ma sinora l’intransigenza dell’ex sindaco di Palazzo degli elefanti verso la scelta palermo-romana ha prodotto solo spallucce dalla gran parte degli stessi colleghi di partito. E così, con la spartizione di poltrone, viene fuori il successo “politico” di Lombardo che può continuare a governare dopo essere stato sostenuto da Cuffaro, Miccichè e Dell’Utri. Intanto, gli economisti spiegano con un certo allarme che il 2011 potrebbe essere un anno devastante per quelle risacche di territorio (come la Sicilia) dove gli investimenti sono bloccati o in alternativa ostaggio della burocrazia. Con la conseguenza che licenziamenti e disoccupazione toccheranno percentuali a livelli drammatici. Altro che “bene dei siciliani”. Altro che immaginazione.

“Lombardo è in continuità con Cuffaro, non rappresenta niente di nuovo. Lo ha dimostrato tutta la vicenda pre-elettorale nel centrodestra, che ha visto l’ira di Micciché, perché la parte buona di Fi, dopo le dimissioni di Cuffaro, pensò di potersi finalmente esprimere”. “Ha sfasciato quelli del Comune, Lombardo è stato il vicesindaco del Comune di Catania, e da vicesindaco ha avuto lo stesso segretario generale e lo stesso ragioniere generale che ha avuto da presidente della Provincia. Al Comune mi dicono che ha lasciato un buco di 700 milioni di euro, e infatti la mia città è al buio perché il Comune non paga le bollette. Alla provincia l’attivo di bilancio è calato da 110 milioni di euro a 16, senza che la situazione delle strade provinciali disastrate e delle scuole sia migliorata”. (ANSA 29 marzo 2008)

“Il flop di Fini a Palermo e la paura di Raffaele Lombardo che si sottrae al confronto pubblico con me confermano solo una cosa: nell’isola il vento sta cambiando, in Sicilia ce la possiamo fare. Nel frattempo Raffaele Lombardo si sottrae a qualsiasi confronto pubblico con me”. (ANSA 31 marzo 2008)

“Lombardo ha paura e sfugge al confronto perché sa che la debolezza delle sue proposte dimostra la diretta continuità con il cuffarismo che tanto male ha fatto alla Sicilia”. (ANSA 31 marzo 2008)

“Apprendo con vivo interesse che l’onorevole Micciché, che per anni ha indossato i panni del paladino della moralità e di strenuo oppositore di Cuffaro, abbia addirittura convocato una conferenza stampa per dichiarare il suo appoggio incondizionato a Lombardo, erede diretto e naturale del cuffarismo in Sicilia”. (ANSA 03 aprile 2008)

“Credo Lombardo sia pericoloso per il futuro della Sicilia. Ho paura che la sua affermazione sui fucili siciliani non sia stata certo una battuta infelice, ma il contrappunto ai fucili padani, uno dei tanti volti del carrozzone Pdl-MpaLega”. (ANSA 08 aprile 2008)

“La Sicilia ha bisogno di lavoro buono e non di clientele. I Lombardo, i Cuffaro rappresentano il premoderno e per questo dobbiamo sconfiggerli”. (ANSA 08 aprile 2008)

Stiben Mesa Paniagua

LETTERA APERTA DI ORLANDO ALLA FINOCCHIARO Carissima Anna, ricordo i tanti incontri e i tanti comizi per fornire una alternativa ai siciliani , ricordo il chiaro impegno tuo e mio per impedire che la Sicilia cadesse nelle mani di un sistema di potere clientelare e colluso con la mafia. Ricordo come momenti significativi di volontà di riscatto da un sistema clientelare e mafioso la mia candidatura nel 2001, all'indomani della vittoria 61 a zero dei berlusconiani in Sicilia, a Presidente della regione e la tua candidatura a vice Presidente con me in alternativa a Salvatore Cuffaro; che ha vinto nonostante avesse ottenuto meno preferenze di me, perchè i tuoi compagni di partito avevano impedito , con uno dei tanti inciuci, che vi fosse una vera elezione diretta del Presidente della Regione, opponendosi al voto con doppia scheda (una per il Presidente e l'altra per le liste). Ricordo come momenti significativi di volontà di riscatto da un sistema clientelare e mafioso la tua candidatura nel 2008 a Presidente della Regione in alternativa a Raffaele Lombardo, che appariva essere, come si è dimostrato essere, un Cuffaro senza cannoli, portatore di una concezione del potere priva di orpelli pittoreschi ma non meno inaccettabile. E quelle elezioni regionali si tennero, nel 2008, lo stesso giorno di quelle politiche nazionali e Lombardo con il suo schieramento contribuì al ritorno al Governo nazionale di Berlusconi. Ricordo come una profonda delusione la tua scelta di lasciare, dopo la sconfitta, la Sicilia per restare al Senato : in tanti ti avevamo chiesto di non candidarti se poi non saresti rimasta in Sicilia a sostenere quella nostra comune battaglia di alternativa a quel sistema di potere. Adesso, il tuo partito, sostiene Raffaele Lombardo e la sua armata Brancaleone, pur di restare a galla . . . . e tu , dimenticando il tuo impegno passato e il tuo ruolo presente, avalli quella scelta. Non ho nulla da aggiungere. Soltanto sento il dovere di dirti ora che il PD sta commettendo un terribile errore, mandando in Sicilia un messaggio di incoerenza e di tradimento degli elettori. Quando apparirà chiaro il disastro che si sta producendo in questi giorni vorrei che almeno tu ricordassi che siamo stati in tanti con me e con Italia dei Valori ad opporci a tutti i Cuffaro, con o senza cannoli.

Leoluca Orlando

A SAN GIOVANNI LA PUNTA (CT) IL PD, CON LA BAVA ALLA BOCCA, SI È ALLEATO CON L'MPA, IL PDL E L'UDC DI CUFFARO. RISULTATO? SONO STATI SUPERATI DAI COMUNISTI ITALIANI... A MASCALUCIA GOVERNANO DA 8 ANNI CON MPA E UDC: IL SINDACO È INDAGATO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI, UN CONSIGLIERE DEL PD SI È "VOTATO" LA VARIANTE PER LA VILLETTA IN CAMPAGNA...


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REPORTAGE

La

SCAMPAGNATA Il 23 settembre 2010, per l'annuale commemorazione di Bellini al teatro a lui intitolato, nella sua città, è stato suonato... il Requiem di Mozart! Ad applaudire c'era anche il nuovo sovrintendente del Teatro Massimo Bellini Rita Gari Cinquegrana. Nel frattempo è caduta la "B" di Bellini dall'insegna del teatro...

Melania Tanteri

C

’erano proprio tutti all’inaugurazione della Villa Bellini di Catania, riaperta il 23 settembre scorso dopo oltre tre anni di lavori e molti di più di polemiche: sindaco, questore, comandante dei carabinieri e addirittura il Procuratore della Repubblica etneo, Vincenzo D’Agata, intervenuto alla riapertura del giardino forse per verificare di persona l’esistenza o meno di irregolarità, dal momento che le carte relative al restauro della Villa sono oggetto di indagini e verifiche da oltre un anno. Tra i “felicissimi e soddisfatti” dell’apertura del giardino, anche Manlio Messina, il consigliere del Pdl che, in Consiglio comunale aveva proposto l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta, proprio per fare luce sulla vicenda del restauro dello storico giardino, richiesta poi bocciata dall’assemblea cittadina, richiamata all’ordine dal sindaco Stancanelli che in quell’occasione annunciò di aver portato le carte in procura. Strette di mani, sorrisi smaglianti, felicitazioni per una vicenda che, però, rimane ancora avvolta da ombre e dubbi riguardanti, in primo luogo i finanziamenti, lievitati a quasi 20 milioni di euro, i tempi – i lavori avrebbero dovuto terminare nell’ottobre del 2008 – e le modalità stesse dell’intervento di restauro che, se secondo alcuni avrebbe snaturato lo storico giardino, oggettivamente presenta carenze ingiustificabili: muri scrostati, bagni senza acqua nei rubinetti, nessun gioco per i più piccoli. Troppe “dimenticanze” , soprattutto in proporzione ai milioni spesi: ai 12 milioni del finanziamento europeo (finanziamento di 15 milioni, di cui però 3 sarebbero serviti per “oneri accessori” e non per eseguire i lavori), si sono infatti aggiunti i 2.678.620 euro recuperati dal comune attraverso la rimodulazione dei mutui, parte dei quali, ben 1.583.626 euro sul totale, destinata, in origine, alla coibentazione delle coperture degli edifici scolastici. Decisione, tra le altre cose, presa senza il necessario passaggio in Consiglio Comunale. E non finisce qui: per completare il restauro dei ritrovamenti archeologici (che tanto hanno fatto storcere il naso ai cittadini), il direttore dei lavori e Capo di gabinetto del sindaco, Marina Galeazzi, ha affermato di aver già presentato due progetti per la richiesta di ulteriori finanziamenti alla Regione. Se non dovessero essere accordati, verranno prelevati di nuovo dalle tasche dei cittadini?

4 anni e 15 milioni di euro per qualche vasca di fango e uccelli finti. . . È ora che qualcuno spieghi perchè


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REPORTAGE

Librino, promesse

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L'ARTICOLO SUL GIORNALE DI SICILIA ONLINE

e BUGIE Il Pala San Teodoro, "fiore all'occhiello" di Stancanelli, è solo un grande bluff ADESSO

PRIMA Sonia Giardina

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areti distrutte, cavi elettrici divelti, finestre in frantumi, sanitari e centrale termica scomparsi, porte abbattute, depositi trasformati in stalle, un mare di sterpaglie nel campo da rugby. Questo è quello che resta del centro polisportivo San Teodoro a Librino, il “fiore all’occhiello” del sindacosenatore Raffaele Stancanelli. L’impianto, costato circa 10 milioni di euro, venne consegnato incompleto nel 2003. Le palestre furono utilizzate per un periodo brevissimo poi, una volta abbandonate e senza alcun controllo da parte del Comune, subirono l’assalto dei vandali che tuttora continuano a demolire gli ultimi brandelli della fatiscente struttura. “Per il ripristino occorrerebbero – spiega l’ex assessore allo sport Antonio Scalia6-7 milioni di euro”. L’unica parte fruibile è il campo di calcio dove, dall’anno scorso, il Comune di Catania e il Calcio Catania hanno voluto “regalare un sogno a trecento bambini di Librino: una scuola calcio gratuita per diventare campioni nella vita e nello sport”. Così recitava lo spot pubblicitario della nuova scuola calcio, i cui numerosissimi partecipanti iniziali sono però drasticamente diminuiti nel giro di qualche mese (guarda l’inchiesta su www.sudpress.it). L’AD del Calcio Catania Pietro Lo Monaco parla di 18 istruttori federali, Salvo Spadaro, consigliere della IX municipalità, racconta che gli allenamenti venivano gestiti da lui, da un altro consigliere e da alcuni volontari. Molti lamentano, inoltre, l’assenza dei servizi di manutenzione e pulizia, ma soprattutto di sorveglianza. Basti pensare che l’abitazione del custode è occupata da una famiglia sfrattata, alla quale è stata concesso come alloggio. Il marito è in carcere e la moglie ha paura persino ad affacciarsi. Un guardiano quindi non c’è. I cani randagi e i vandali restano i veri padroni. La scuola calcio dovrebbe ripartire tra breve, ma per il momento ci sono solo le tracce delle auto incendiate sul campo di calcio. Ultimo paradosso. A 300 metri dal San Teodoro ci sono i Briganti Rugby di Librino, costola del centro Iqbal Masih, che senza un campo in zona e col Santa Maria Goretti pressoché inagibile, sono costretti ad allenarsi a San Giovanni Galermo presso il Centro della cooperativa “Prospettiva”. Il Pala San Teodoro poteva essere una risorsa per tutti, ma come a Villa Fazio hanno vinto l’abbandono, l’incuria e il degrado. E le bugie dell’amministrazione comunale.

LA STORIA INFINITA Concepito da Kenzo Tange negli anni 70 come un imponente stadio di calcio e rugby, “il progetto - racconta l’arch. Sabina Zappalà della STA progetti - fu modificato negli anni 80 da Maurizio Clerici, l’architetto dello sport per eccellenza, ideatore dei piani generali degli impianti sportivi a Librino, e da Takashi Iwata, associato dello studio Tange, autore del progetto architettonico del Pala San Teodoro.

Scuole di calcio fantasma, fondi pubblici bruciati, giovani dimenticati dalle istituzioni. Un serbatoio di voti: questa è Librino per la classe politica catanese.

guarda la videoinchiesta di Sonia Giardina su www.sudpress.it

IL PALA SAN TEODORO DOVEVA ESSERE UTILIZZATO COME PALESTRA DELLA LIMITROFA SCUOLA BRANCATI


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INCHIESTA

IL COMPLOTTO IMMAGINARIO

A L’infedele, mentre milioni di italiani lo guardano, Raffaele Lombardo si finge vittima di un complotto, crede di essere il Gianfranco Fini della situazione, parla di finanziatori occulti che starebbero dietro SUD, uomini “vicini a Berlusconi” al Caimano, lo stesso che grazie ai voti dell’Mpa di Lombardo, alleato in Sicilia col Pd, continuerà a “governare”. Unico intervento fuori dal coro quello di un giornalista che non ha bisogno di presentazioni: PETER GOMEZ: “Presidente, Lei parla di un

complotto ai suoi danni: siamo sicuri che non siamo davanti a giornalisti che fanno il proprio dovere in una terra in cui solo Mario Ciancio edita i giornali?”

SULLA DIAGNOSI (TRUCCATAANTICARCERE?) INDAGA L'ANTIMAFIA

Il giorno dopo l'uscita del numero zero di SUD, i Ros hanno sequestrato tutti gli atti all'ospedale Cannizzaro. I Pm dell'Antimafia hanno iniziato gli interrogatori. Al centro dell'indagine c'è la diagnosi di aneurisma all'aorta di Raffaele Lombardo, effettuata 5 giorni dopo la notizia di un suo possibile arresto per concorso esterno in associazione mafiosa Antonio Condorelli

23 GENNAIO 2010

L’esame ecocardiografico color-doppler di Raffaele Lombardo registra che “il diametro dell’aorta è ai limiti della norma. Nella norma le dimensioni della cavità. Nei limiti della norma lo spessore e la cinesi parietale. Funzione ventricolare sinistra conservata. Apparati valvolari indenni per morfologia e flussi. In pratica Lombardo è sano come un pesce. 29 MARZO Repubblica svela che Raffaele Lombardo è indagato per concorso in associazione mafiosa. Lui si difende sostenendo l’estraneità ai fatti. 12 MAGGIO Repubblica dirama la notizia del possibile arresto di Raffaele Lombardo, “Ora inquina le prove” titolano. La Procura smentisce l’imminenza dell’arresto. 17 MAGGIO Il Dott. Giuseppe D’Arrigo firma una diagnosi di “Aneurisma all’aorta” a Raffaele Lombardo comunicando che sarebbero stati effettuati esami di diagnostica ecografica del capo e del collo, diagnostica ecografica del cuore, altri test cardiovascolari da sforzo. In pratica il presidente sarebbe in pericolo di vita, unica condizione –nei reati per mafiache potrebbe evitare la detenzione carceraria. Lo stesso giorno della diagnosi, Lombardo partecipava a L’INFEDELE. La valutazione di queste ipotesi spetta alla magistratura che attraverso i PM dell’Antimafia sta interrogando i protagonisti di questa vicenda.

GIORNI SEGUENTI Il Primario

Alberto Lomeo si rifiuta di firmare la diagnosi di aneurisma all’aorta per la mancanza di alcuni certificati e perché la stessa diagnosi “non corrisponde alle effettive condizioni del paziente”. 13 LUGLIO Alberto Lomeo denuncia i fatti alla Procura di Catania e invia contemporaneamente una comunicazione al manager del Cannizzaro Francesco Poli che risponde minacciandolo di licenziamento. Poli è stato nominato dal governo Lombardo. 14 SETTEMBRE Nasce SUD free press e nel numero zero viene pubblicata la denuncia di Lomeo alla Procura e la diagnosi taroccata si aneurisma all’aorta. 15 SETTEMBRE Raffaele Lombardo insieme ai suoi legali attraverso un comunicato stampa conferma la presunta falsità della diagnosi di aneurisma, il giorno dopo su La Sicilia spiegherà che “sta benissimo” e querelerà SUD perché ha detto che era “In fin di vita”. Ovviamente la realtà di cui parla Lombardo è quella ribaltata sul principale quotidiano catanese nel servizio firmato da Tony Zermo. GIORNI SEGUENTI I Ros sequestrano tutti gli atti presso l'ospedale Cannizzaro. 27 SETTEMBRE A L’Infedele Raffaele Lombardo conferma di non avere l’aneurisma all’aorta.

GALATI: "COMUNICHERÒ A LOMBARDO LA VOSTRA RICHIESTA D'INTERVISTA IN REDAZIONE" Diritto dipubblicazione replica. “Il giorno dopo la della vostra inchiesta -spiega l’avvocato Carmelo Galati, difensore di LombardoileRos hanno sequestrato tutte carte”. “Parlando da cittadino -aggiunge Galati dietro lamolto scrivania nel suo studio vicino alla che Procura di Cataniadevo dirvi fate bene il vostro lavoro, ho verificato personalmente chepubblicati tutti i sono documenti da voi autentici. Il giorno income cui non ci saranno più giornali il vostro il problema sarà molti democratico. Io difendo giornalisti e credo“Parlando nella libertà d’informazione”. da legale ed amico del Governatore -conclude Galatidevo fare il mio dovere, però è positivo che a Catania esista una nuova realtà editoriale”. La conversazione cordiale siRaffaele è conclusa con in l’invitodi Lombardo redazione per un’intervista diretta streaming sul web. in


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INCHIESTA

LOMBARDO: 2 DIAGNOSI IN 4 MESI, 2 VERSIONI IN 15 GIORNI Raffaele Lombardo afferma a L’Infedele di essere sotto controllo da cinque anni. Il dottore D’Arrigo che ha firmato la diagnosi sostiene che le visite proseguono “da oltre due anni” e aggiunge: “la visita del 17 maggio scorso non fa altro che confermare una condizione sanitaria già certificata in precedenti referti… ”. In realtà guardando il documento a sinistra si scopre che nella visita medica del 23 gennaio 2010 tutti i valori di Raffaele Lombardo sono nella norma, in poche parole è sano come un pesce. Il 17 maggio 2010 invece, cinque giorni dopo la

notizia del possibile arresto, spunta la diagnosi di aneurisma all’aorta che il primario Alberto Lomeo si è rifiutato di firmare denunciando tutto alla Procura. Adesso a L’Infedele anche Raffaele Lombardo ha smentito questa diagnosi di aneurisma affermando: “Io ho questa dilatazione stabile e il medico che non ha firmato quella cartella sa bene di questa stabilità e sa bene che non si tratta di un aneurisma dell’aorta”. In questo modo Lombardo sembra prendere le distanze dal Dott. D’Arrigo confermando la tesi di Alberto Lomeo secondo il

PRESSIONI SUL PRIMARIO

Per aver fatto il proprio dovere ha ricevuto minacce di licenziamento da parte del manager Francesco Poli, nominato proprio da Raffaele Lombardo, ed è stato oggetto di una commissione d’inchiesta inquisitoria che testimonia un metodo veramente singolare per un’amministrazione pubblica. Si chiama Alberto Lomeo, ha fatto il proprio dovere e a SUD spiega perché: “Sono da quarant’anni nel mondo della sanità e da primario non potevo firmare una diagnosi non corrispondente al vero relativa aun personaggio di primo piano come Raffaele Lombardo”. Il 17 maggio quando spuntava il fantomatico aneurisma all’aorta di Lombardo erano trascorsi appena cinque giorni dalla notizia del suo possibile arresto, poi smentito, nell’inchiesta che lo vede indagato per un ipotetico concorso esterno con la mafia. Il 13 luglio il primario Alberto Lomeo contemporaneamente scrive alla Procura di Catania e alla direzione generale dell’ospedale Cannizzaro spiegando perché si è rifiutato di firmare. “Non ho rinvenuto –scrive Lomeol’esame eco-cardio del quale si fa menzione nella cartella, né altro esame che giustificasse la diagnosi formulata. Ritengo pertanto che la diagnosi di “Aneurisma all’Aorta” non corrisponda alle effettive condizioni del paziente”. Questa comunicazione è stata considerata “speciosa, vacua, inutile e non conducente” dal manager Francesco Poli nominato proprio da Raffaele Lombardo. “Tale comportamento –ha concluso Poli- rappresenta la chiara volontà di non condividere scelte operative e strategiche di lavoro. Poiché il comportamento sopra descritto non può ritenersi confacente col rapporto fiduciario tra l’Azienda ed un Direttore di Unità Operativa complessa, con incarico soggetto a verifica, la presente rappresenta formale diffida da inserire nel fascicolo personale”.

ALBERTO LOMEO

quale la diagnosi è falsa. Bisogna evitare di giungere a conclusioni affrettate, in questo momento è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per falso, ma gli interrogatori li stanno eseguendo i PM dell’Antimafia, visto che Lombardo è indagato per concorso in associazione mafiosa. L’art 378 del codice di procedura penale parla di favoreggiamento nel caso in cui si aiuti "taluno ad eludere le investigazioni dell'autorità, o a sottrarsi alle ricerche di questa". La procura etenea starebbe, quindi, andando fino in fondo.

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“Sto benissimo, assicuro i siciliani che godo di ottima salute.” (16/09/2010 LA SICILIA) "Io ho una dilatazione di un vaso arterioso che si chiama aorta che grazie a dio è sotto controllo da cinque anni da quando un mio congiunto si è fatto sostituire l’arco dell’aorta e quindi tutti i suoi familiari si sottopongono a controllo." (L’INFEDELE 27/09/10)


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MAFIA

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LE MANI DELLA MAFIA SUI PRODOTTI SICILIANI (2ª puntata) Giovanni Tizian

L Vittoria: il mercato e l’infiltrazione delle cosche

’inchiesta “Sud Pontino”, conclusa a fine maggio dalla Dda di Napoli, che ha interessato la gestione del trasporto su gomma, da e per i maggiori mercati ortofrutticoli del sud Italia, ha messo in luce meccanismi in grado di stravolgere le normali regole del libero mercato. Attraverso la società “La Paganese Trasporti & C. s.n.c.” sarebbe avvenuta la gestione monopolistica ed il controllo del trasporto su gomma dei mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano. E da questi mercati verso il sud Italia, in particolare verso i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria, Gela e Marsala. Nella scorsa puntata abbiamo raccontato quanto accade a Gela viaggiando tra le agenzie che dominano il mercato del trasporto su gomma. Adesso ci occupiamo di Vittoria, la città delle primizie, dove il copione non cambia. I Pagano, imprenditori, in qualità di mandatari del clan dei Casalesi, si sarebbero posti come interlocutori con le cosche della Sicilia. Francesco Guarino, come emergerebbe dall’ordinanza, da autotrasportatore si sarebbe adoperato per fare acquisire alla ditta Paganese i trasporti da Vittoria verso la Campania e il Lazio. Per fare questo è stato necessario interloquire con la ditta più influente della zona, la Sud Express. Pagano

incarica Guarino di parlare con i titolari della Sud Express, e gli ordina: < < … Tu devi fare il padrone del camion dentro l’agenzia Di Martino- spiega, durante una telefonata, Pagano e Guarino-… questi ci tengono a te?… fai il padrone del camion… ”, e Guarino risponde: “… Costantino… aspetta permetti siccome là la chiesa tiene due preti… Salvatore Di Martino e Pietro… e non puoi stare con un piede qua e uno là...”; E Pagano ordina: “… scegli tu dove vuoi stare!...”, Guarino scegli l’interlocutore: “… a me mi stà bene Pietro perché è più figlio di zoccola… ”, e Pagano gli illustra il metodo da utilizzare: “… Pietro … gli devi dire: “devi parlare con me personalmente”... “dove mi vuoi mandare a Roma e vado a Roma, mi vuoi mandare a Fondi vado a Fondi, mi vuoi mandare a Napoli vado a Napoli, devo caricare per Palermo vado a Palermo… dove mi vuoi mandare?”… “vado torvando il lavoro da fare qui... il camion deve venire qua nessuno parla non ti preoccupare, quello che facciamo lo facciamo a te e me e a nessuno… ”. In un’altra telefonata Guarino conferma a Pagano di avere ottenuto la disponibilità da parte Di Martino ad operare per un operatore ortofrutticolo, cliente dei Di Martino, sulla tratta Vittoria-Fondi. Affare concluso. E per la Paganese un altro obiettivo commerciale raggiunto.

IL CLIENTE CEDUTO

Francesco Guarino, l’autotrasportatore vicino alla Paganese, aggiorna Pagano sul nuovo cliente ceduto dalla ditta Sud Express. «Quello che comanda è Salvatore Di Martino…”...“…Ferrara è un cliente di Pietro… quando Salvatore Di Martino non ci stava è andò al “fresco”… l’agenzia la portava avanti solo Pietro… quando Salvatore Di Martino dopo due anni è uscito… come riconoscenza per il cognato… “quali clienti ti vuoi prendere?”… Pietro si prese Aversa, Santo Tammaro, “Ferrara”, Maddaloni ed altri due clienti del mercato di Pagani… “questi te li gestisci tu e le provvigioni te le prendi tu!”… e ci sono rimasti in mano a Pietro questi clienti… hai capito o no?...”... “...vedi che Aversa e Santo Tammaro… quando è nato il problema che insomma prima lo faceva… e adesso lo facciamo noi».

VITTORIA TRA STIDDA E COSA NOSTRA

Del mercato di Vittoria e degli interessi che ruotano intorno ad esso ha parlato pure, nel marzo scorso, il collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri che ha illustrato, ai magistrati, le trame del mercato della città delle primizie. «A Vittoria -racconta- nel settore del trasporto della frutta e dei fiori, viene attuato un meccanismo simile a quello che ho descritto con riferimento a quello di Catania, Gela e Fondi. Anche se in un contesto più fluido, sono i Di Martino( titolari della Sud Express ndr) a controllare una sorta di agenzia di trasporto (...) I Di Martino si appoggiavano, sotto un profilo criminale, alla Stidda ed anche a Cosa Nostra a seconda di chi in quel periodo aveva più influenza a Vittoria».


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ANTIMAFIA

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A testa alta

contro la MAFIA

Laura Galesi Continueremo nella nostra battaglia di legalità. Per questo abbiamo firmato il protocollo per l’applicazione delle white list negli appalti pubblici. In questo modo le aziende mafiose non si potranno infiltrare neanche nell’imposizione delle forniture dei materiali”. Lo ha detto il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino che la notte tra il 16 e il 17 settembre ha subito l’incendio della sua macchina. Un'intimidazione che va dritta al cuore amministrativo del comune sciolto ben due volte per mafia, eletto con soli 44 voti in più rispetto a Rossana Interlandi, Mpa, ex assessore di Cuffaro - subentrato a tre anni di commissariamento per mafia. L'intimidazione al sindaco è soltanto l'ultimo di un atto incendiario che hanno arroventato l’estate niscemese. Nel mese di agosto, a distanza di pochi giorni, tre incendi dolosi ai danni di due attività commerciali e di un'auto hanno riportato Niscemi indietro di un anno quando a bruciare è stato un box del mercato ortofrutticolo cittadino. Un mercato dove gli interessi delle cosche non mancano e dove il sindaco antimafia - vicepresidente di Avviso pubblico, la rete di enti locali antimafia ha avviato un'opera di pulizia.A Trasparenza e legalità, Di Martino le esige anche negli appalti pubblici. È stato il primo sindaco ad applicare la circolare sulle "White list" che prevede la tracciabilità delle forniture per le imprese che si sono aggiudicate l'appalto. “Ho già applicato questa formula- continua il primo cittadino- per un appalto da tre milioni di euro”. Coincidenza o la determinazione dell'amministrazione non è andata giù alle cosche locali?A Ma il sindaco, che abita a cento passi da casa di Giancarlo Giugno, ritenuto dagli investigatori uno dei boss più influenti di Niscemi e più volte colpito da provvedimenti restrittivi, non ne vuole sapere di arrestare la sua opera di contrasto incondizionato. “Lo Stato c’è- ha detto il prefetto di Caltanissetta Umberto Guidato, che ha convocato il Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza a Niscemi”, preoccupante le dichiarazioni del procuratore Francesco Paolo Giordano: “non è chiaro quello che sta accadendo, le mafie in questi territori non colpiscono i sindaci in maniera eclatante. Operano in silenzio. Evidentemente Di Martino ha toccato i punti caldi delle cosche”. È da tempo che il sindaco di Niscemi invoca la nascita di un'associazione antiracket e da un anno ha emanato il pacchetto antiracket, che prevede l'esenzione, per quanti denunciano, per cinque anni dei tributi locali, la revoca della licenza nel caso di connivenze e la messa a disposizione dei locali del comune per ospitare l'associazione antiracket. Ma sono pochi i commercianti a farsi avanti. “Per i comuni come questospiega Lillo Speziale, presidente della Commissione Regionale Antimafia che si è riunita a Niscemi- è necessaria una legislazione ad hoc. E’ difficile governare anche la pubblica amministrazione quotidiana. Nelle prossime settimane convocherò un incontro con i prefetti per chiedere l’intervento del ministro degli interni”.

PERCHÉ LE WHITE LIST SONO TEMUTE?

I mafiosi lavorano con i subappalti di forniture e servizi per il cantiere. Con le white list ogni impresa fornitrice viene analizzata dalla Prefettura. Un pericolo per i boss, che se fosse già stata applicate, molti appalti non sarebbero finiti nelle loro mani. Proprio a Niscemi, nel 2006, quando l'amministrazione era in mano ai commissari prefettizi, l'appalto relativo alla ricostruzione del Belvedere di Niscemi è stato vinto da una ditta che a sua volta è stata avvicinata da un'impresa mafiosa per imporre le forniture. «Mettiti di lato che lo deve fare "Turi u sfasciu".. per volere del "dottore".. dentista e "Pistola"», così l'imprenditore vincitore dell'appalto si rivolgeva a uno dei fornitori "puliti" che si era proposto per le forniture. Esponenti di spicco di Cosa nostra, imponevano al titolare della ditta Alaimo Costruzioni srl la fornitura di calcestruzzo dall'impresa di Blanco Salvatore "Turi 'u sfasciu", imprenditore ritenuto dalla Dda contiguo a Cosa nostra. Con le white list l'impresa sarebbe finita sotto la lente d'ingrandimento della Prefettura. Ecco, forse, spiegato perché la tracciabilità delle forniture fa paura alle cosche. (LG) IL SINDACO DI NISCEMI GIOVANNI DI MARTINO


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MERAVIGLIE DI SICILIA

IL CASTELLO CHIARAMONTESE DI MUSSOMELI (CL)

Sicilia in mostra (e fa bella figura) Nunzio Condorelli Caff

I

n origine era un immenso golfo sottomarino… poi la terra si mosse e sputò fuoco. Si formò allora un grande isolotto di terra nera, molto spesso roccia dura che sfida il mare, talvolta vaporosa e friabile. Poi un pezzo venne da nord, un altro da sud … e nacque così la Trinacria. Terra amata dagli Dei del passato … e del presente – tant’è che in ogni angolo ne dimora uno –, custode di un grandissimo diamante: il suo patrimonio naturale, artistico, identitario. In una parola: Sicilia. Ed il miglior modo per farla parlare sono le sue immagini. E non è un caso che gli aristocratici del passato – ma anche del presente – ne richiedessero tante pitture a tema per le proprie collezioni, e che gli stravaganti viaggiatori del Grand Tour e i librai inserissero – e inseriscono – numerose stampe e foto a corredo dei loro resoconti, nei “libri di viaggio”… . Dal 6 al 25 settembre, a San Paolo del Brasile, nel prestigioso spazio espositivo del Conjunto National, e dal 10 al 30 ottobre in

Cina, a Pechino, nel salone dell’Istituto Italiano di Cultura e sede dell’Ambasciata d’Italia, la Sicilia (id est le sue immagini) sarà in mostra con le foto di Paolo Barone. “Una vetrina sulla Sicilia e della Sicilia per il mondo” ecco la filosofia del fotografo catanese, mancato medico per un soffio. Il suo mondo spazia dalla pittura su tela alla fotografia, rigorosamente su pellicola, che impressiona con la sua fedelissima Canon con obiettivi Leitz, senza “inutili automatimi” – come li definisce –; pubblicitario, arricchisce i suoi lavori con “presenze”, composizioni minuziose come un quadro di van Eyck. «Il profondo amore per la mia terra e la consapevolezza delle incomparabili bellezze di cui essa è naturalmente ricca – spiega l’autore della mostra – mi hanno spinto a raccontarla con immagini che spaziassero ovunque - dalla natura alla storia millenaria, dall’arte alle tradizioni, alla sua straordinaria cultura gastronomica – estranee alla tradizionale iconografia delle guide turistiche e pervase dagli elementi primari in cui l’isola è avvolta: la

luce fiamminga e il colore al suo estremo. Questi gli ingredienti di quello che preferisco definire un sogno, più che un progetto». La mostra - realizzata con il sostegno della Presidenza della Regione Siciliana e delle Province Regionali di Caltanissetta e di Catania – esporta nel mondo tutta la magia della nostra isola, nelle emozionanti visioni di un Paolo Barone “solitario ambasciatore di Sicilia”. Cinquanta le opere in mostra, minuziose, come la fontana di lava della “Doppia Muntagna”; il Castello di Mussomeli, arroccato su uno spuntone di roccia scolpito come una colonna barocca del Val di Noto; gli archi del Chiostro del Duomo di Monreale con i loro giochi di luce e la calma delle siepi verdi topiarie; i templi greci, simbolo di antiche vestigia e di fede; la pasta, il pane e il grano “saraceno”. E, dopo il lungo giro nel mondo, si aspettano, qui in Sicilia, queste immagini di luce e di colori, di rocce, pietre, acqua e fuoco per far conoscere ai Siciliani cosa perdono “disonorando” la propria Terra.

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MERAVIGLIE DI SICILIA

Il maestro Paolo Barone espone i suoi scatti sulle meraviglie siciliane dal 6 al 25 settembre a San Paolo del Brasile, e dal 10 al 30 ottobre a Pechino IL CHIOSTRO DEI BENEDETTINI DI MONREALE (PA) IL TEMPIO DI HERA A SELINUNTE (TP)

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SPETTACOLO

MARIONETTISTICA DEI FRATELLI NAPOLI

“Noi custodi della tradizione dei pupi catanesi”

La compagnia “Marionettistica Fratelli Napoli” è stata fondata a Catania nel 1921 da Gaetano Napoli ed oggi, giunta alla sua quarta generazione rappresenta la più significativa realtà del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese. L’Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente nell’Italia meridionale e soprattutto in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Alla messinscena degli spettacoli, ricoprendo con abilità i ruoli tipici dell'Opera, prendono parte tutti i membri della famiglia Napoli: da Italia Chiesa Napoli (parratrici) a Fiorenzo direttore artistico della compagnia (parraturi principale e maestro conduttore dei pupi), da Giuseppe (capo manianti e scenografo) e Salvatore (ideatore delle luci e fonico) a Davide (manianti e secondo parraturi), Dario (assistente di palcoscenico e manianti) e Marco (manianti), da Alessandro (antropologo, manianti e addetto al fabbisogno degli spettacoli) ad Agnese Torrisi (direttore di scena). Ma come affronta i difficili anni Duemila, la nostra indifferente società del bieco consumismo la Marionettistica dei Fratelli Napoli? “Il vuoto dell’attualità, dei nostri tempi, lo conosciamo tutti – spiega Fiorenzo Napoli, direttore artistico e portavoce della compagnia - la città, le varie amministrazioni, quasi sempre ci hanno ignorato. Il nostro favoloso materiale storico, i nostri pupi, si stanno deteriorando, in un umido deposito, ma noi sopravviviamo con la quarta generazione, non svendendo la nostra storia, le nostre radici ed inculchiamo il nostro mestiere, le nostre origini agli studenti, a chi visita la nostra Bottega -laboratorio di via Reitano a Catania. Fortunatamente dopo l’oblio, il disinteresse che spesso ci ha accompagnati negli anni, adesso pare che anche il Teatro Stabile dei Pupi delle Ciminiere possa tornare a funzionare, grazie all’interessamento dell’assessore provinciale allo Sviluppo Economico Massimo Pesce”. Maurizio Giordano

guarda l'intervista integrale a Fiorenzo Napoli su www.sudpress.it

Danza, la compagnia Zappalà Danza lavora al PROGETTO "ODISSEO" La compagnia “Zappalà danza”, in residenza in Olanda, ad Arnhem all'ArtEZ Dansacademie, ha proseguito il lavoro con Roberto Zappalà sul progetto “Odisseo” che sarà realizzato per il Teatro Stabile di Catania con debutto a gennaio 2011. Il progetto, avviato con “Pre-testo 1: naufragio”, presentato ad agosto a Catania, partendo dalla figura di Ulisse indaga su emigrazione/immigrazione e sul rapporto bianchi/occidentali nei confronti del popolo migrante.

TEATRO

Tre siciliani su un’altalena romana

Musica, successo nel tour 2010 per il cantautore catanese GIUSEPPE CUCÈ Con una semplicità sorprendente, a 38 anni, strappa consensi in Francia con l’album “La mela e il serpente” (Edina Music), presentato al Theatre du Petit Saint-Martin di Parigi. E’ il cantante, poeta, catanese Giuseppe Cucè, di professione profumiere, ma che ama, da sempre, la musica. Dopo le esibizioni nei locali, con le cover di altri artisti, si è messo in gioco con la sua musica ed il suo tour italiano 2010 nei migliori club italiani ha dato ragione al suo impegno musicale, un mix. di profondità, suoni mediterranei e poesia. Il 9 ottobre a Catania laurea honoris causa per il regista WIM WENDERS L'Università di Catania conferirà sabato 9 ottobre alle 10:30, nell'Aula magna del Palazzo Centrale la laurea specialistica Honoris Causa in Architettura a Wim Wenders. Dopo il saluto del rettore Antonino Recca, la lettura della motivazione del preside della facoltà di Architettura Giuseppe Dato e della laudatio da parte del prof. Carlo Truppi, ordinario di Progettazione ambientale, il regista tedesco terrà la sua lectio doctoralis. Taormina, fino al 24 Ottobre mostra fotografica di FERDINANDO SCIANNA Ferdinando Scianna, uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, ha inaugurato il “Sinopoli Festival 2010”, al Palazzo dei Congressi di Taormina con la mostra: “Le sonaglierie di Benares”, una singolare raccolta di fotografie del famoso artista siciliano, noto in tutto il mondo, proposta da “Taormina Arte”. La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta sino il 24 ottobre dalle 10 alle 12,30 e dalle 17, alle 20. a cura di Maurizio Giordano

Approda nella capitale l’altalena di emozioni che ha debuttato come ospite lo scorso inverno nella stagione teatrale della giovane compagnia “Buio in Sala”.Le soddisfazioni come spesso accade, tardano ad arrivare, ma prima o poi arrivano. Ed ecco che il gruppo “Chi è di Scena – Catania” del Nuovo Teatro Stabile Mascalucia, dopo il secondo posto meritatamente guadagnato al concorso di corti teatrali che si è svolto lo scorso anno a Roma, è tornata nella Capitale per godere del meritato premio: una tre giorni di repliche nella stagione in corso al Duse Teatro. In scena “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari. Tragicomica rappresentazione di paure, angoscie, drammatizzazioni e sdrammatizzazioni, barzellette e parabole, che riempiono una lunga e inquietante notte passata in un’ambigua stanza alla quale si accede da tre diverse porte con tre diversi indirizzi. Sensazioni perfettamente interpretate da Andrea Luca, Andrea Zappalà, Claudio Zappalà e Rita Re diretti dal regista Silvio Salinari. Uno tra i tanti esempi dello spirito culturale, teatrale nello specifico, che attraversa la nostra città. Uno spirito spesso non istituzionalizzato, che si fa strada solo con i sacrifici e gli sforzi di giovani che impegnano il loro tempo sperimentandosi, creando con dedizione e ripagati semplicemente dalla soddisfazione di un lungo e sentito applauso. Rita Re


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... PER NON DIMENTICARE

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Messina

un anno dopo LA MIA TERRA

La Sicilia è una terra d'amore, la sua natura è bellissima. Gli stranieri provenienti da altre regioni restano incantati dalle sue bellezze e ancora di più dal suo mare. Soprattutto di sera, quando la luna si riflette su di esso ed il mare si colora d'argento. In una sola notte ci fu la distruzione, Eleonora aveva perso tutto e il dolore che provava era molto grande. Tante altre persone si sentivano come lei, avevano perso le case, le macchine, gli amici, i ricordi .... la speranza. In tanti volevano andare via. La Sicilia era cambiata, non era più la terra di prima, era sola, silenziosa, senza nulla. In una notte calda dal cielo scese un Angelo: l'anima della Sicilia. L'Angelo incontrò Eleonora che piangeva: - Bella fanciulla, perché piangi? - Piango perché la terra che mi ha accolto, che mi ha dato i natali, che mi ha fatto camminare, vivere le prime emozioni, mi ha anche tolto la speranza di andare oltre; ho visto quello che non volevo vedere e il cuore mi duole. - Ascoltami, non piangere, non pensare al tempo che è stato, ai dolori passati. Pensa al domani, ai fiori che spuntano, non pensare alle foglie ingiallite che cadono ma a quelle che nascono, non pensare ai tremori ma alla vita che ha da venire, ai suoi sapori, alle giornate allegre, guarda più in là prendi una matita e disegna la strada della tua vita, c'è un cuore che batte: ha fame di vivere. Eleonora prese un foglio, una matita e iniziò a disegnare, ma vide che anche se andava da un'altra parte la sua meta era sempre la Sicilia. L' Angelo era soddisfatto e le disse: Visto? Il tuo posto è sempre qui, fanciulla che cammina all'ombra di un sole cocente, non pensare di essere sola: c'è sempre qualcuno che ti guarda. Eleonora rispose: Io sono ancora qui ad aspettare un segno, un cielo diverso, uno sguardo, un sorriso, ieri era oggi e oggi è già domani. Una lacrima scese dalla guancia dell'Angelo, prese Eleonora per mano e assieme iniziarono a cantare. Cantarono la speranza, cantarono l'amore, cantarono la solidarietà... Allora da ogni dove arrivarono donne, uomini, bambini e insieme iniziarono a pulire i fiumi, tolsero il fango, costruirono case e negozi, ricostruirono scuole per i bambini, organizzarono centri di ritrovo. Grazie al lavoro dei Siciliani la Sicilia pian piano rinascerà.

Sicilia, sei la mia terra Ti ammiro, ti difendo. Sicilia sei bella come una rosa Fresca come l'aria pura Calma e misteriosa come il mare. Ora cammino su prati fioriti Cosa sperare di più? Sono là dove volevo essere! Elisabetta Gulisano

GLI ABITANTI ALLUVIONATI, TRADITI DALLA CLASSE POLITICA NAZIONALE E REGIONALE, HANNO DECISO DI DEPORRE LE SCHEDE ELETTORALI



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