SUD Anno I Numero 4

Page 1

FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO

EDIZIONE DI CATANIA

ANNO I - N.4 - VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

LA POLITICA...

È COSA NOSTRA

La mappa dei rapporti tra l'MpA e la mafia

CRACK ALLA REGIONE

PAGINA 3

MUNICIPALITÀCONTROSTANCANELLI

PAGINA 5

PAGINE 8,9

CUFFARO ERA UN DILETTANTE

PAGINA 7

IL PETROLIO DI MONTALBANO

PAGINA 12


Pagina 2 |

EDITORIALE

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

non sono prebende L

a libertà d'informazione e l'antimafia non sono prebende o etichette. Rappresentano una scommessa che deve rinnovarsi ogni giorno con ogni singola azione. Ed ogni giorno tutto deve essere rimesso in discussione. In Sicilia i principali editori di quotidiani sono contemporaneamente direttori e giocano una partita con carta bianca come se informare fosse esclusivamente “cosa loro”. Un'informazione migliore è possibile se scendono in campo almeno quattro soggetti: gli editori che non possono essere anche direttori, il direttore che deve essere indipendente, i giornalisti che devono essere capaci di ragionare con la propria testa e i cittadini che devono vigilare e reagire all'informazione che ogni giorno viene propalata. Eliminando anche uno soltanto di questi quattro elementi può parlarsi soltanto di “comunicazione”, non di “informazione”. E in una società come la nostra il fatto non raccontato è inesistente. Tutto questo ha un prezzo e un valore che i gruppi di potere e i politici valutano esclusivamente in termini economici. Con grande successo. Su queste basi le pagine pubblicitarie sui quotidiani alleati del sistema vengono pagate sessanta volte in più dagli enti pubblici politicizzati rispetto a quanto le pagherebbe un'impresa privata. In cambio l'informazione viene addomesticata, anzi, si auto-addomestica. Il progetto di Sud è l'unico che pretende che i quattro soggetti di cui parliamo, siano protagonisti. Per la prima volta imprenditori catanesi fuori dal coro hanno deciso di puntare sull'informazione libera, e la scommessa della “carta bianca” non è frutto di un accordo scritto o di un patto. La partita siamo pronti a giocarla ogni giorno, con ogni singola frase riportata sul nostro sito o sulle colonne di questo free press, su queste basi siamo in forte sinergia e questo è il valore aggiunto di Sud. I lettori devono vigilare oggi e devono farlo anche in futuro. Sud l'abbiamo voluto per questo, per lanciare un sasso in una palude che sta avvelenando la vita e il futuro dell'intero popolo siciliano, ancora incapace di comprendere i danni arrecati da questo potere violento e parassitario. Sud continuerà a fornire notizie sempre documentate di fronte alle quali il lettore e le istituzioni sane non potranno piu' stare alla finestra: o complici o avversari della mafia. Quella vera. Antonio Condorelli direttore SUD Pierluigi Di Rosa editore SUD

Ciao Maria Grazia UN ABBRACCIO DAGLI AMICI DI SUD A DONATELLA DE PALMA

Direttore Responsabile ANTONIO CONDORELLI Hanno collaborato a questo numero: Saul Caia, Carlo Lo Re, Laura Galesi, Andrea Sessa, Valerio Di Blasi, Stiben Mesa Paniagua, Melania Tanteri, Fernando M. Adonia Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 Edito da: Editori Indipendenti S.r.l.

Viale Kennedy 10 - 95121 Catania tel. 095349015 | e-mail: info@sudpress.it - redazione@sudpress.it sito: www.sudpress.it Impaginazione e grafica Max Guglielmino Stampa Litocon S.r.l. Catania Per le vostre inserzioni pubblicitarie su SUD: tel. 095 349015 - commerciale@sudpress.it SUD viene impaginato utilizzando programmi Open Source e stampato su carta riciclata Chiuso in redazione: 18/11/2010 - h. 12:30


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

ECONOMIA

ALLA REGIONE

| Pagina 3

Lombardo's NUMB3RS: il governo autonomista in cifre

Carlo Lo Re

P

ersonalmente ho sempre amato molto i telefilm americani. Per anni ho vissuto di X-Files e Millennium ed ora mi nutro di Csi, Criminal Minds e Numb3rs. Ed ecco che, proprio provando a fare il Charlie Eppes della situazione - il matematico della serie tv Numb3rs che grazie alle cifre sbroglia intricatissime matasse criminali e smaschera serial killer e gruppi terroristici - viene fuori uno stato complessivo dell'economia dell'Isola che definire avvilente è poco. Confrontiamo quindi alcuni numeri. La politica antimafia: per i laboratori della legalità istituiti dalla legge n. 15/2008 per il 2009-2010 sono stati stanziati 780 mila euro, per il 2010-2011 nulla! E i fondi per le imprese che denunciano il pizzo? Per il 2009-2010 sono stati erogati 3 milioni di euro, per il 2010-2011 appena 80 mila. Altri numeri? Quanti se ne vogliono … 500 milioni di euro agli enti di formazione. Da notare: nessun obiettivo raggiunto. La Corte dei Conti ha poi evidenziato come dei fondi 2009 il 90% giaccia inutilizzato e dei fondi Por si sia speso solo il 6.73% di quelli disponibili. Ciò a fronte di un Pil regionale per il 2009 in calo del 3.6%, il dato (Istat) peggiore degli ultimi 40 anni, roba da far rimpiangere la crescita zero dell'era Cuffaro. E che dire del 118? Nel 2002 si spendevano per il servizio emergenze 9 milioni di euro l'anno, nel 2009 se ne sono spesi 88 di milioni solo per i personale ed i mezzi, giungendo nella titanica impresa di impiegare ben 12 unità per ambulanza (sic!). La fonte di quest'ultimo dato è la Corte dei Conti, ma vi è anche in corso una indagine della Guardia di Finanza. A guardare i numeri - pardon, i numb3rs - del 2009 vengono i sudori freddi: il fatturato delle imprese a -3.4%, gli investimenti a -6.1%, l'occupazione nell'edilizia a -10.6% (in generale il 13.1% dei siciliani è senza lavoro, con una cassa integrazione guadagni in crescita del 78.8%), le presenze turistiche a -9.4%, le spese dei turisti a -12.7%, l'export (clamoroso) a -37%. Ancora: la Regione Siciliana ha destinato 840 mila euro per rimborsi spesa per i viaggi degli assessori, ha 1 dirigente ogni 5.6 impiegati, per il personale spende 18 volte in più che la Lombardia e dilapida 2.5 milioni per consulenze varie. Il risultato? Nella classifica 2010 pubblicata da “Il Sole 24 Ore”, l'Isola si trova agli ultimi posti in tutti i 43 indicatori presi in considerazione dall'autorevole testata. In particolare, per l’ambiente si trova penultima, al 19° posto, per lo sviluppo economico terz’ultima al 17°, per i servizi alla salute ancora terz’ultima sempre al 17°, per istruzione ultima al 20°. La spesa pro capite per cittadino per mantenere lo stuolo di dipendenti regionali è di 234 euro in Sicilia contro gli appena 20 euro della Lombardia. Del resto, la Sicilia ha 1 dipendente regionale ogni 350 abitanti, in Lombardia ve ne è 1 ogni 2.518. Mostruosa la relativa spesa: 1.8 miliardi di euro per dipendenti regionali siciliani contro 198 milioni per quelli lombardi. Da ultimo (e questi che illustro da qui in avanti sono tutti dati forniti qualche giorno fa dall'assessore al Bilancio Gaetano Armao durante un incontro alla Camera di Commercio di Catania), la stagnazione dell'economia ha ingenerato un minor flusso fiscale di ben 400 milioni di euro, altri 400 milioni sono stati dati ai Comuni per tamponare il problema rifiuti, l'indebitamento complessivo della Regione è per circa 5 miliardi di euro (ma, dice Armano ciò non è preoccupante visti i flussi della Sicilia, noto colosso della finanza internazionale …) e - last but not least – l'Ente “viaggia” su di un deficit strutturale da 1.5-2 miliardi di euro l'anno. Insomma, apriamo gli occhi e rendiamoci conto di una semplice verità: l'Isola è sull'orlo della bancarotta e a chi la governa, se gli andrà bene, la storia ritaglierà appena appena il ruolo di esecutore testamentario.

Botta e risposta MURDOCH-LOMBARDO sui fondi Ue MEZZOGIORNO: l'economia, le interviste, le inchieste. SEGUI TUTTO SU SUDPRESS.IT

Pesante attacco del Times di Londra, di proprietà del tycoon australiano Rupert Murdoch, il magnate della paytv Sky, alla Regione Siciliana. Il quotidiano conservatore, che negli anni Ottanta sostenne con molta efficacia le riforme economiche ultraliberiste di Margaret Thatcher, ha infatti dedicato una precisa analisi agli sprechi della spesa comunitaria nell’Isola, accusando gli amministratori regionali di non essere capaci di impiegare correttamente i pur ingenti fondi messi a disposizione dall'Europa. Piccata la replica, in una nota ufficiale, del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. «Non si scandalizzi il Times - ha dichiarato il leader autonomista ma per colmare il divario infrastrutturale che separa la Sicilia dall’Europa servirebbero risorse almeno dieci volte superiori a quelle che ci hanno assegnato, da investire nel segno di rigore, efficienza e legalità». CLR

Ryanair plana su COMISO GRANATA NON TRIVELLA Dura, nonché verdissima, presa di posizione del parlamentare finiano Fabio Granata, secondo il quale «le trivelle nel Val di Noto furono bloccate una prima volta attraverso una campagna politica nazionale che ebbe il pieno sostegno di Gianfranco Fini e di tutta la cultura italiana, Andrea Camilleri in testa». Il “futurista” si lamenta però di come i suoi compagni di partito siciliani stiano gestendo oggi la vicenda. «La posizione del gruppo all’Ars è di retroguardia - afferma Granata - e condizionata dalle valutazioni dell’unico deputato di Ragusa. La nostra base, la nostra storia, sono contro le ricerche petrolifere nel Val di Noto, senza se e senza ma. Nonostante sia giovane, Marrocco dovrebbe avere più memoria e Scalia più attenzione». Del caso, l'ex rautiano di ferro vorrebbe investire il presidente della Camera Fini, cui ha chiesto «la convocazione immediata di un coordinamento regionale di Futuro e Libertà aperto ai presidenti dei circoli del Sud Est della Sicilia per chiarire la posizione sulle ricerche petrolifere e il modello di sviluppo dell'area». CLR

La compagnia area low cost Ryanair, celebre per i suoi prezzi bassissimi, è interessata a volare sul nascente aeroporto di Comiso, che per gli irlandesi potrà divenire un vero e proprio hub per il Mediterraneo. Lo si legge in una nota ufficiale firmata da Ken O’Toole, direttore della divisione per l’apertura delle nuove rotte della Ryanair. Insomma, il colosso europeo del low cost non molla la presa e, nonostante i tanti ritardi accumulatisi negli anni sul progetto dello scalo casmeneo, conferma il proprio interesse per la struttura. Una struttura che già nel primo anno di vita potrebbe riuscire a movimentare un milione circa di passeggeri, puntando subito dopo al traguardo dei 2 milioni e trasformando radicalmente il volto della Sicilia sud-orientale. Gli imprenditori iblei sono ovviamente in febbrile attesa dell'inaugurazione dello scalo, ma a gran voce chiedono anche adeguate infrastrutture di collegamento, per evitare che il modernissimo aeroporto diventi l'ennesima cattedrale nel deserto presente in Sicilia. CLR

Codice etico per L'ANCE DI PALERMO I costruttori edili della provincia di Palermo tentano di voltare definitivamente pagina per svellere il triste binomio edilizia-mafia rinnovando il loro statuto. Sarà quindi introdotto un codice etico, allo scopo di contrastare le infiltrazioni criminali mediante precisi provvedimenti, di carattere sia preventivo che sanzionatorio. Il nuovo strumento di lotta alla mafia è stato presentato nel convegno d’apertura della 3a edizione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, svoltosi nel capoluogo siciliano. Nettissimo il messaggio lanciato dall’Ance ai suoi iscritti: d’ora in poi tolleranza zero per chi paga tangenti alla criminalità organizzata. L’imprenditore edile di cui verrà accertata la prossimità, per quanto forzosa, con ambienti malavitosi verrà automaticamente considerato colluso. CLR

EDILIZIA E AMBIENTE di scena a Catania È stata la casa, davvero declinata in tutte le sue sfaccettature, la protagonista assoluta delle quattro giornate di Saem, il Salone dell’Edilizia del Mediterraneo tenutosi nei giorni scorsi a Le Ciminiere di Catania. Con questa, sono diciotto le edizioni dell'evento ideato da Alessandro Lanzafame ed organizzato da Eurofiere. Numerosi i focus presentati sui temi più attuali legati al costruire, con molta attenzione al territorio siciliano ed alle sue particolarità: dalla sicurezza al Piano Casa, dalla bioarchitettura, alla domotica. La fiera ha anche ospitato l'unica tappa siciliana del “Piano Casa Tour”, promosso da Edilportale.com, che ha chiamato a raccolta i più importanti rappresentanti del settore. A conferma dell’attenzione che quest’anno Eurofiere ha riservato al binomio “edilizia-ambiente”, tante iniziative, premi, incontri e workshop, organizzati in collaborazione con la sede etnea dell'Inbar, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura.. CLR


Pagina 4 |

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

INCHIESTA

DISCARICA Il boschetto della Plaia, polmone verde di Catania, adibito a discarica "di transito"

Stiben Mesa Paniagua

P

arafrasando, potrebbe dirsi che “c'è del marcio al Boschetto della Plaia”. Il dubbio ti assale ferocemente una volta constatato che tra i vialetti e gli storici eucalipto finisci con l'imbatterti su una vera e propria discarica abusiva (in verità più di una) a cielo aperto. Il tutto avviene all'interno di un parco pubblico e (se può voler significare qualche cosa) ad appena due passi dalle sedi della Polizia di Stato e dalla Polizia Municipale che si trovano attorno. Il vero paradosso è tuttavia dietro l'angolo poiché la montagnola di inerti di ogni genere e specie depositata lì sarebbe opera di chi avrebbe il compito di curare e mantenere pulita l'area. E' infatti la Catania Multiservizi SpA ad avere mandato di mantenere pulito un parco che per, la cronaca, costituisce da solo il 20% dell'intero verde presente in città. SUD, attraverso l'intervento della collega Giorgia Landolfo “Multiservizi DISCARICA ABUSIVA”, pubblicato sul nostro sito web il 29 ottobre scorso, aveva già posto in risalto quello che è un immondezzaio di tutto rispetto: una discarica della quale gli abituali frequentatori del Boschetto non hanno certo di che essere lieti. A distanza di alcune settimane siamo ritornati da quelle parti per un ulteriore sopralluogo, con

l'ambizione di comprendere se quello scempio alla fine fosse stato ripulito o meno. Giunti sul posto ci siamo imbattuti una prima discarica, sfiorata da un intervento di bonifica, proprio vicino alle strutture della Polizia Muncipale; e poi un altra, in questo caso molto più ampia, che invece veniva proprio in quei frangenti frettolosamente ripulita da alcuni dipendenti della Multiservizi. I dipendenti comunali spiegano chiaramente che si tratterebbe di una procedura ordinaria. Quotidianamente all'interno del boschetto arrivano piccoli mezzi della Multiservizi pronti a scaricare l'immondizia, che successivamente viene caricata in un mezzo più grande e poi destinata ad un altra discarica. Solo un punto di transito, quindi? Possibile. Risulta tuttavia difficile credere che per allestire tutto questo procedimento sia per forza di cose necessario degradare un’ampia area grande almeno come quattro campi da tennis sui quali sono poi i bobcat a pala compatta a ripulire il sito. Come se non bastasse, inoltre, non si può far finta di ignorare che nello stesso slargo vi sia una distesa di tronchi di palme infette da punteruolo rosso. Resti di palme mai smaltiti ed abbandonate lì da qualcosa come un anno e mezzo: almeno da maggio del 2009. Se non è marcio questo...

Su www.sudpress.it guarda il video: COS'È LA CATANIA MULTISERVIZI S.P.A? È una compartecipata del Comune di Catania. Costituita nell'agosto 1997, è operativa dal giugno 1998. Il gruppo conta complessivamente più di 1.000 dipendenti, di cui circa 800 nella Catania Multiservizi S.p.A. e 250 nella partecipata Sostare S.r.l. CHI LA DIRIGE? Presidente: Angelo Sicali (PDL, ex AN) Consiglieri del CDA: Gaetano Benincasa, Giorgio Santonocito

Il Parco DISCARICA

DISCARICA

QUAL È LA SUA MISSIONE? La produzione di servizi di qualità in un'ottica di efficienza-efficacia-economicità e insieme stabilizzazione, promozione e sviluppo dell'occupazione e delle risorse umane. QUALI SONO LE SUE ATTIVITÀ? - Pulizia e sanificazione ordinaria e straordinaria in ambito civile industriale e sanitario; - Manutenzione e pulizia di aree a verde; - Manutenzione dei parchi giochi; - Custodia; - Disinfezione, disinfestazione e derattizzazione; - Manutenzioni integrate; MANUTENZIONE DI AREE A VERDE Per manutenzione s'intende l'insieme delle operazioni che devono essere svolte affinché si mantengano, nel tempo, le caratteristiche estetiche e funzionali per le quali, le aree verdi, sono state progettate. Il servizio intende collegare ed organizzare la situazione attuale e quella futura del patrimonio verde, comunale e privato, al fine di fornire un servizio migliore alla cittadinanza con i suoi parchi e le sue aree sportive pubbliche, un ambiente ed una sistemazione urbana in armonia con il paesaggio circostante ed una economia di gestione apprezzabile sia dall'amministrazione che dalla cittadinanza.

POLIZIA DI STATO

POLIZIA MUNICIPALE DISCARICA


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

MALA POLITICA

| Pagina 5

STANCANELLI UNA DELLE TANTE DISCARICHE DI SAN GIOVANNI GALERMO

CIÒ CHE RIMANE DEL TEATRO MONCADA

A distanza di oltre un anno le liste delle emergenze stilate dalle municipalità sono rimaste lettera morta Melania Tanteri

S

ulle periferie cittadine l’azione dell’amministrazione Stancanelli rasenta lo zero assoluto. Il giudizio impietoso non viene dai “soliti giornalisti detrattori, disfattisti per principio e allarmisti”, ma dagli stessi componenti della maggioranza, dai presidenti delle municipalità stanchi delle mancate promesse. “Abbiamo chiesto di stilare un elenco di interventi concreti da realizzare nelle municipalità; le richieste avanzate non sono cose dell’altro mondo, ma esigenze di vivibilità quotidiana”. Proprio queste le parole del sindaco di Catania, pronunciate lo scorso ottobre in occasione del consiglio di quartiere straordinario organizzato dalla nona municipalità San Giorgio – Librino, in seguito agli atti vandalici contro il San Teodoro. Viabilità, opere pubbliche, decentramento, molte le urgenze elencate dalle circoscrizioni, rimaste però tali. A distanza di oltre un anno, infatti, quelle liste stilate dalle municipalità per segnalare le emergenze e chiedere interventi concreti, sono rimaste praticamente lettera morta. E con queste, anche la fantomatica azione nelle periferie cittadine, che proprio Stancanelli, in un’intervista dello scorso maggio al Giornale di Sicilia, indicava come una delle caratteristiche della

propria amministrazione. «Librino è una città nella città, per decenni abbandonata – rispondeva il sindaco-senatore al giornalista. Là, noi vogliamo lavorare. Librino è una terra di missione perché ha difficoltà a integrarsi con il resto della città ma quella è Catania”. Delle due l’una, o gli effetti dirompenti dell’azione riformatrice di Stancanelli, sembrano, purtroppo, invisibili, in periferia come in città, oppure queste azioni e il lavoro assicurato sono semplicemente rimasti annunci vuoti, senza che siano stati mai tradotti in pratica. E con Librino, anche San Giovanni Galermo, Monte Po, Nesima, Trappeto, Cibali: tutte le zone periferiche della città, prese in grossa considerazione dall’amministrazione tanto da organizzare sull’argomento addirittura un seminario degli utilissimi Stati Generali, continuano ad essere trascurate dall’azione di governo del sindaco, tanto che sono in molti, tra presidenti e consiglieri delle varie municipalità a chiedere conto e ragione della mancata azione e, in casi estremi, addirittura le dimissioni del primo cittadino, reo di essere “bugiardo”. Il tutto, mentre da più parti ci si domanda quali siano i volti, per non parlare dei progetti, dei nuovi assessori che, a sei mesi dall’insediamento, “non si sono ancora visti”.

Loredana Gioia presidente della nona municipalità

Giuseppe Catalano presidente della quinta municipalità

“L’attività dell’amministrazione relativamente al quartiere di Librino non può che essere definita scarsa – afferma Loredana Gioia, presidente della nona municipalità. Abbiamo consegnato la relazione al sindaco e la lista delle emrgenze del quartiere, circa 25 punti: di queste non è stato fatto quasi nulla”. Addirittura, sembra che il sindaco, per ottimizzare il lavoro dell’amministrazione, abbia chiesto alla municipalità, di stilare un’ulteriore lista di priorità in cui, paradossalmente, venissero segnalate le emergenze delle emergenze. “Abbiamo consegnato prontamente anche la seconda lista – continua – in cui chiedevamo interventi che non avrebbero comportato eccessivi esborsi. Ma di tutto questo nulla o quasi è stato portato avanti. La rivoluzione di cui il sindaco parlava qua non si vede affatto”. Ad aggravare una situazione già estremamente delicata, secondo Gioia, la nomina della nuova Giunta, di assessori che sconoscono la realtà delle periferie cittadine e che, “con qualche rara eccezione – conclude - qui non si sono mai visti”. Ad essere richiesto dalla municipalità, tra le altre cose, il ripristino di alcune masserie e la ristrutturazione di alcuni immobili comunali, da consegnare in gestione alle associazioni, da cui partire per la rinascita del quartiere. L’amara realtà, invece, dice il contrario e il teatro Moncada ne è un esempio.

Troppe le bugie da parte sindaco per Giuseppe Catalano, presidente della quinta municipalità San Giovanni Galermo - che oggi, dopo aver atteso pazientemente che le parole si trasformassero in azioni, chiede al primo cittadino di dimettersi. “Stancanelli è stato bugiardo – afferma Catalano – quando ha detto di voler lavorare per il bene della città. Più volte ha organizzato tavoli tecnici, ha assicurato che avrebbe agito per il rilancio delle periferie, ma niente è seguito alle parole – continua. In particolare sul decentramento – aggiunge – nulla di concreto è stato fatto”. Si definisce deluso il presidente della quinta circoscrizione, da cittadino e da amministratore: “se deve continuare a dirci menzogne – continua – a prenderci in giro, pur di rimanere seduto sulla sua poltrona, è meglio che si faccia da parte, che si dimetta per il bene della città. Sono i cittadini a chiederlo”. Periferie trascurate e abbandonate, dal sindaco di Regalbuto che aveva assicurato la propria costante presenza, proprio per capire i problemi e agire concretamente. “Fino a oggi non lo ha fatto – conclude Catalano – avevamo segnalato prontamente problematiche relative alla viabilità e alla sicurezza, ma ancora oggi stiamo aspettando che venga”. Il risultato è un quartiere soffocato dal traffico, invaso dai commercianti abusivi, in cui le strade si sbriciolano alla prima pioggia e in cui sembra non vi sia nessuno ad amministrare.


Pagina 6 |

MALA POLITICA

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

BILANCI GONFIATI Il bando per l'appalto dell'informatizzazione comunale è stato copiato (errori compresi) dal sito internet di una delle imprese partecipanti alla gara. L'Ing. Maurizio Consoli che ha scoperto tutto è stato ingiustamente licenziato. Sud ha ricevuto in redazione la registrazione di una conversazione in cui noti dirigenti comunali spiegano in che modo vengono gonfiati i bilanci del Comune di Catania. La registrazione verrà pubblicata mercoledì 24 novembre sul sito www.sudpress.it


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

UN DILETTANTE

SPECIALE MAFIA AUTONOMISTA

| Pagina 7

26 pillole di legalità autonomista per la gioia dei vari paladini Chinnici, Russo, Finocchiaro, Lumia, Granata, Marino, Ilardi... Ecco perchè i fondi non bastano mai

Valerio Di Blasi

1. Nell'operazione IBLIS i fratelli Lombardo sono citati ben 472 volte. 2. La storica segretaria di Raffaele Lombardo, Maria Bonanno, capo della segreteria particolare del Presiedente della Regione, ha una figlia seconda classificata nel concorso alla FCE bandito via web senza pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dall'autonomista Avv. Gaetano Tafuri, parente di tre magistrati. La sorella di Maria Bonanno è indagata nell'inchiesta sui servizi sociali, suo cognato è assessore “tecnico” di Raffaele Stancanelli. 3. La principale collaboratrice di Raffaele Lombardo, Patrizia Garraffo è indagata nell'inchiesta sui servizi sociali. Attraverso un'associazione chiamata MPA (attenzione non vuol dire Movimento per l'Autonomia ma “Muoversi per gli altri!”) ha ricevuto un finanziamento già previsto nel famoso libro mastro di Raffaele Lombardo. E' assistita legalmente dall'Avv. Ivan Maravigna, già nominato amministratore delegato dell'aeroporto di Comiso. 4. La lussuosa Audi Q7 con cui Angelo Lombardo si è recato all’incontro con i boss mafiosi a Ramacca è stata acquistata dal partito MPA e poi trasferita in proprietà all’onorevole Angelo. 5. La sede dell'Mpa di via Pola è in subaffitto attraverso l'EFAL? 6. Il presidente dell’EFAL, che ottiene milioni di euro ogni anno dalla Regione, è stato fino a poco tempo fa il dr. Carmelo Reale, fidatissimo di Lombardo, capo del personale al comune di Catania con Lombardo vice sindaco e capo del personale alla provincia con Lombardo presidente. Nel suo lavoro per spostare i dirigenti dal Comune alla Provincia si scriveva e si rispondeva. Recentemente è stato arrestato nello scandalo Servizi Sociali. 7. Il capo regionale dell'EFAL era l’architetto Liga, adesso in galera al 41 bis, fotografato mentre entrava a Palazzo d’Orleans e considerato dagli inquirenti capo mandamento di Cosa Nostra a Brancaccio. 8. Presidente dell’Efal catanese è stato anche Marco Belluardo, già assessore MPA a Catania, responsabile provinciale del Movimento Lavoratori Cattolici e che è stato candidato alle regionali e adesso nominato da Lombardo presidente dell’ente regionale Sviluppo Italia Sicila. 9. La subcommissaria del MPA per il collegio di Acireale ed ex assessore provinciale dell’MPA Margherita Ferro è stata nominata da Lombardo Commissario all’ente regionale Terme di Acireale. 10. L’ex assessore provinciale dell’MPA Serafina Perra ha ottenuto diversi incarichi da Lombardo quale “esperta nelle azioni di intervento in materia di Pubblica Istruzione e, in particolare, per l'affermazione nella popolazione studentesca di elementi costitutivi essenziali dell'identità siciliana”, ottenendo nel periodo 14/10/2009-15/11/2010 53.052 euro 11. L’ex segretaria provinciale dell’MPA catanese Melina Fragalà ha ottenuto in soli sei mesi dalla Regione Siciliana nel maggio 2009 21.949 euro come “Esperta nelle azioni di intervento di carattere giuridico-amministrativo per il riordino dei Beni Culturali nel territorio regionale”. 12. La moglie del capo ufficio stampa della Regione Gregorio Arena, signora Garcia Maria de Los Angeles, nata e cresciuta in Argentina, come "Consulente per la trattazione delle tematiche connesse alla strategie di marketing volte ad aumentare la fruizione e la divulgazione dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana" , in sei mesi è costata alla Regione13.945 euro 13. Gianni Gualberto, già direttore di Etnafest con Lombardo presidente della provincia di Catania, è lo stesso nominato da Lombardo suo consulente alla regione per “azioni di intervento finalizzati alla valorizzazione e al potenziamento della capacità di proporre la produzione artistica siciliana in un panorama internazionale” percependo 8.535 euro in 3 mesi dal gennaio al marzo 2010. E' lo stesso Gualberto adesso nominato dal commissario regionale Anna Maria Cancellieri, nominata a sua volta sempre da Lombardo, al Teatro Bellini di Catania per un “Incarico professionale di supporto del Direttore artistico per l'attività tradizionale del Teatro Bellini e per la realizzazione di un progetto culturale teso alla valorizzazione del Teatro Sangiorgi”, percependo per i l periodo 1 luglio/31 dicembre 2010 21.400 euro. Quali attività si sono svolte al Teatro Sangiorgi nel periodo considerato? 14. Francesco Poli, manager al Cannizzaro che ha minacciato di licenziamento il primario Lomeo che denunciò la falsa diagnosi di Lombardo, è lo stesso che nel periodo 04/10/2008-31/12/2009 ha percepito 26.716 euro come “consulente in materia sanitaria” dell’assessore regionale alla Sanità 15. Giuseppe De Santis considerato il primo “ideologo” dell’MPA, organizzatore di corsi di formazione autonomisti è lo stesso nominato da Lombardo “Esperto per i Fondi Strutturali comunitari e statali e nelle scelte strategiche per realizzazione in Sicilia nuovi prodotti/processi competitivi per lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione regionale” e che per tale consulenza ha percepito 58.530 euro. 16. Nino Amendolia, già deputato regionale, candidato all'MPA, consulente di Lombardo alla Pianificazione strategica è lo stesso attualmente in carcere per estorsione e sequestro di persona in concorso con tre picciotti santapaoliani. 17. Marco Guzzetti su L’Espresso del 19 novembre 2009 racconta di un finanziamento di circa 3 milioni di euro per un progetto di “energia alternativa” concesso alla moglie di Raffaele Lombardo, Rina Grosso, dall’IRFIS, istituto controllato dalla Regione. Tale finanziamento fu deliberato in soli 2 mesi e nella delibera autorizzativa, tra le credenziali era espressamente menzionato che la richiedente Saveria Grosso “è coniugata con l’onorevole Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia”. A tale finanziamento la signora Grosso rinunciò appena i fatti divennero di dominio pubblico 18. Marco Guzzetti su L’Espresso del 19 novembre racconta che la moglie del presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, Saveria Grosso, risultava “consulente per le pubbliche relazioni” di Banca Nuova con emolumenti per circa 200.000 euro. Banca Nuova è la stessa banca che risulta Tesoriera dell’Assemblea siciliana e gestisce direttamente alcuni fondi di rotazione per decine di milioni di euro. 19. La moglie del presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, per conto del marito, stava costruendo a Ispica un edificio a pochi metri dal mare. Tale costruzione è stata sequestrata dalla procura di Augusta e poi confermata dal Tribunale del riesame di Augusta. Chi ha firmato le autorizzazioni ambientali alla Regione? 20. Nell’ultima finanziaria regionale era prevista una norma che avrebbe sanato il presunto abuso contestato dalla procura di Augusta alla moglie di Lombardo e tale norma è stata stralciata dopo la pubblicazione delle notizie in merito al sequestro e al relativo collegamento con la norma stessa grazie anche alla scoperta del deputato Pdl Fabio Mancuso. 21. Francesco Iudica, commissario straordinario dell’ospedale Umberto I di Enna, Direttore Generale della AUSL 4 di Enna, commissario dell’MPA di Gela è cognato del presidente Lombardo che lo ha nominato. 22. Il commissario straordinario del Consorzio Autostrade Siciliane arch. Matteo Zapparata, già segretario generale della Provincia di Catania quando il presidente era Lombardo ha ricevuto la contestazione di circa 600 infrazioni da parte dell'Anas tanto che è stata avviata la revoca delle concessioni del Cas. 23. Gaetano Armao, assessore all’Economia di Raffaele Lombardo, è lo stesso Armao contro cui il PD presentò una pesante mozione di sfiducia denunciando gravi scorrettezze in conflitto di interessi con la Regione stessa. 24. Rossana Interlandi intercettata con gli arrestati dell’operazione IBLIS è la stessa Interlandi dirigente MPA, assessore regionale al Territorio e Ambiente della Regione e poi nominata da Lombardo dirigente dello stesso assessorato è stata anche candidata sindaco per l'MPA a Niscemi. 25. Il sistema sanitario regionale che adesso si vorrebbe in qualche modo riformare è lo stesso sistema gestito per anni quale assessore alla Sanità delle giunte di Totò Cuffaro, dal braccio destro di Lombardo, attuale senatore Giovanni Pistorio. 26. Quali ruoli rivestivano gli uomini dell’MPA piu’ vicini a Lombardo nei governi regionali di quel Totò Cuffaro che solo adesso Lombardo rinnega?

ANGELO “MASCULO” NON DENUNCIÒ I BOSS Al Cannizzaro (evidentemente l'ospedale preferito dai fratelli Lombardo) entra con una diagnosi di ipertensione ed esce con la prescrizione di una radiografia alla spalla destra. Ma non denuncia i picciotti del Clan Santapaola che lo avrebbero aggredito. L’On. Angelo Lombardo per il pentito Sturiale è stato “masculo”. “I magistrati potranno verificare – diceva Angelo Lombardo pochi mesi addietro su livesicilia.it– ascoltando i medici e gli infermieri dell’ospedale Cannizzaro dove sono stato ricoverato nel febbraio 2007 e nel maggio 2008 che la ragione della degenza è stata, in entrambi i casi, soltanto una preoccupante crisi ipertensiva”. Il pentito Eugenio Sturiale, già affiliato al clan Santapaola, poi al Cappello, poi ai Laudani, ha raccontato ai PM di aver appreso da Carmelo Santocono, uomo di fiducia di Aldo Ercolano, “che Angelo Lombardo qualche tempo dopo le elezioni regionali del 2008 era stato sonoramente bastonato perché, dopo avere sollecitato i voti dell’associazione “Santapaola” promettendo in cambio agevolazioni di varia natura, non aveva tenuto fede all’impegno assunto, pur avendo ricevuto dall’associazione l’appoggio richiesto”. “Lo Sturiale -scrivono i Pm- ha aggiunto che il Santocono gli aveva altresì detto che Angelo LOMBARDO aveva richiesto e sollecitato i voti per il fratello Raffaele, e che, dopo essere stato bastonato, si era comportato da vero uomo (era stato “masculu”), perché non aveva presentato denuncia”. I Pm dell’operazione Iblis definiscono “sorprendente” l’esito delle verifiche dei Ros che “hanno permesso di appurare che Angelo LOMBARDO nel periodo indicato dallo Sturiale è stato effettivamente ricoverato presso il reparto di terapia intensiva respiratoria dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania per tre giorni (dal 26/05/08 al 28/05/08)”. La diagnosi d’entrata all’ospedale Cannizzaro era “crisi ipertensiva in BPCO riacutizzata”, ma quella di dismissione diventava di “Ipertensione arteriosa in BPCO riacutizzata”, “oltre agli accertamenti di routine -svelano i PM- è stato prescritto un accertamento (esame radiografico spalla destra) che non ha alcuna attinenza con la patologia ipertensiva di cui egli risulta affetto e che è stata prescritta verosimilmente allo scopo di accertare radiologicamente le eventuali conseguenze della bastonatura ricevuta”. Valerio Di Blasi

IL CASO MASCALUCIA (CT) Il sindaco MPA di Mascalucia (CT) Salvatore Maugeri è indagato per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Subito dopo gli avvisi di garanzia, ha nominato a capo della società sott'inchiesta l'Avv. Gaetano Tafuri (leggi articolo a lato). Da 7 anni la maggioranza è MPA-PD con questi risvolti, rispetto ai quali la magistratura è indifferente: un consigliere comunale del Pd ha votato la variante per costruire la propria villetta; altro consigliere del Pd ha ricevuto con affidamento diretto votato dai propri colleghi 140mila euro per la gestione dell'accalappiamento cani randagi; alcuni dirigenti comunali sono soci col figlio del sindaco in società immobiliari; il 31 dicembre 2009 sotto capodanno la giunta ha approvato una proposta di spettacolo per un totale di circa 40mila euro che si sarebbe dovuto tenere a ferragosto: il beneficiario era il promotore di una delle liste del sindaco e la proposta di spettacolo estivo era stata presentata la stessa mattina; il sindaco è stato picchiato da un cittadino che lamentava il non mantenimento delle promesse elettorali (assunzione del genero nelle partecipate); la principale società di smaltimento dei rifiuti ha assunto la figlia del primo dei non eletti del centrosinistra, uno degli arrestati per estorsione alla stessa società dopo la scarcerazione.

IL SINDACO DI MASCALUCIA SALVATORE MAUGERI


Pagina 8 |

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

SPECIALE MAFIA AUTONOMISTA

La TELA Gli intrecci politici-affaristici-mafiosi svelati dall'operazione Iblis ...e non solo!

Vincenzo BASILOTTA imprenditore

Giuseppe (Pippo) LIGA architetto, boss di S. Lorenzo (PA)

Giuseppe Liga, per gli amici “Pippo”, sul libro mastro di Raffaele Lombardo c'è anche il numero di cellulare, conosciuto come coordinatore regionale dell'Efal, ente di formazione emanazione del Movimento cristiano Lavoratori, qualche mese addietro è stato arrestato perchè ritenuto boss del clan Lo Piccolo. Agli atti ci sono le intercettazioni con Marco Belluardo, fedelissimo di Raffaele, assessore comunale catanese e consigliere nazionale dell'Mcl “Si, i fac-simili li avevo e… lui mi ha dato il resto….”, diceva. Pochi giorni dopo Liga veniva intercettato mentre parlava con Carlo Costalli, rappresentante legale dell’Mcl: “Anche perché -diceva- io ho avuto dei contatti con Raffaele… durante la campagna elettorale… ci sono alcune cose in movimento… vorrei parlartene riservatamente… “. L'attuale presidente dell'Efal catanese Carmelo Reale, già direttore del Personale contemporaneamente al Comune governato da Scapagnini e alla Provincia di Lombardo, è stato arrestato nell'operazione sulla “cricca” dei servizi sociali.

Un presunto legame, quello tra il mafioso Vincenzo Basilotta e Raffaele Lombardo che avrebbe fatto ingelosire addirittura Giovanni Barbagallo che, intercettato presso la masseria in contrada Margherito, racconta al capo di Cosa Nostra Vincenzo Aiello di aver visto Basilotta e Lombardo “ a braccetto” proprio sulla piazza centrale di Castel di Judica. Basilotta era vestito in doppio petto. Agli atti ci sono anche le intercettazioni e le foto dei Ros eseguite al civico 84 del viale Africa, la segreteria elettorale di Raffaele e Angelo Lombardo. Le microspie registrano i dialoghi di Barbagallo secondo cui “il genero di Basilotta, che appoggiava la candidatura di Oliva (il soggetto si identifica nel Senatore Vincenzo Oliva, nato a Catania il 01.09.1958, effettivo al M.P.A), “minaccia le persone” e che ce l’aveva con lui (Barbagallo chiedeva se i soggetti a lui contrapposti facevano “i mafiosi”, riferendosi all’atteggiamento dagli stessi adottato). Barbagallo temeva la concorrenza di Basilotta: “referente di Lombardo sono io, non è lui”. Giovanni Barbagallo continua a fare riferimento a Basilotta asserendo -si legge negli atti- “che questi ha minacciato i suoi operai, pena il licenziamento, se si fossero rifiutati di votare Oliva”. La discussione è -sottolineano gli investigatori“relativa alla campagna elettorale passata nel comune di Castel di Judica a favore dei fratelli Angelo e Raffaele (Lombardo, ndr). Durante questa parentesi, si accavallano le voci di Carmelo Finocchiaro ed Enzo Aiello”.

Francesco CAMPANELLA boss clan Provenzano

Francesco Campanella, boss mafioso che ha collaborato alla gestione della latitanza di Bernardo Provenzano detto “Zu Binnu”, prima di pentirsi e patteggiare un 416bis si adoperava per realizzare un ipermercato da 200milioni di euro a Palermo. Un'operazione gradita direttamente a Provenzano che prevedeva un gemello pure a Catania. «Parlavo – ha detto Campanella ai magistrati - dell’Asset development che nella sua discesa in Sicilia per questi ipermercati Colbrend, Auchan, Warner Bros, aveva scelto sia Palermo che Catania. Allora io, in funzione dei miei rapporti politici con Raffaele Lombardo, accompagnai personalmente i titolari dell’Asset da Raffaele per un incontro finalizzato a snellire le pratiche amministrative, burocratiche per l’apertura di questo centro commerciale». “Loro -continua Campanella- in sostanza, mi chiesero un aggancio con Raffaele Lombardo per risolvere tali problemi, anche perché – a quanto mi dissero – l’altro concorrente era sponsorizzato proprio da Raffaele Lombardo. Così io li misi in contatto con Raffaele Lombardo, con cui avevo ottimi rapporti politici; peraltro, Alessandro Lo Presti era politicamente legato allo stesso Lombardo”. L'Alessandro Lo Presti di cui parla Campanella, a quei tempi era portavoce di Raffaele; suo padre Angelo Lo Presti è stato sindaco di Catania e nello stesso processo del centro commerciale mafioso è stato condannato in primo grado a quattro anni e mezzo perchè avrebbe fatto transitare una tangente “estero su estero”. In appello è arrivata l'assoluzione perchè secondo l'avvocato Ziccone, Lo Presti “pur avendo consentito il transito del denaro, 25 mila euro, non era a conoscenza che si trattasse di una tangente”.

Raffaele BEVILACQUA

boss clan Santapaola

I Pm dell'operazione Iblis definiscono “desolanti” i rapporti tra Raffaele Lombardo e il boss di Enna Raffaele Bevilacqua. Nell'agenda personale il boss scrive: “ore 8 da Raf”. Poi un nuovo appuntamento pochi giorni dopo: “ore 8.30 da Raf...a chi fare domanda per aeroporto?”. Lombardo sarebbe “consapevole” di incontrare un “impresentabile”, secondo i PM. Nei rapporti spunta anche un intermediario, Salvatore Bonfirrario, “personaggio di sicura caratura criminale affiliato all'associazione criminale del Bevilacqua” che viene anche rimproverato da Lombardo: “Ma che cazzo ti hanno fatto e fatto -dice Lombardo- ti hanno chiesto di votare Palermo e stai votando Palermo…”. E Bonfirraro riferendosi al boss Raffaele Bevilacqua rispondeva: “Diciamo che Raffaelluccio, Raffaelluccio si è schierato con Palermo su imput di Silviuccio Cuffaro e quindi tu stai eseguendo questa cosa”. Per quadrare il cerchio i PM considerano anche un ulteriore episodio:“la telefonata tra il Bonfirraro ed il BEVILACQUA intercettata il 17 Maggio 2003, nel corso della quale LOMBARDO si rifiuta di parlare al telefono con il BEVILACQUA se non per il tramite del Bonfirraro!”.

Giovanni FONTANINO latitante

IL PRESIDENTE LOMBARDO CON IL VICEPRESIDENTE DEL CSM VIETTI

LO deputato, me

Vincenzo AIELLO

avvocato, boss di Enna

ALCUNE DELLE AUTO DEGLI "INVITATI" AL SUMMIT DI CONTRADA MARGHERITO

LO president

Il 31 ottobre 2007 La Sicilia comunica l'arresto del “latitante Giovanni Fontanino, di 49 anni, ritenuto affiliato alla cosca Santapaola...l'uomo deve scontare una condanna definitiva a 21 anni di reclusione per omicidio”. Precedenti per furto, rapina, armi, stupefacenti e associazione mafiosa, condannato a 6 anni per 416bis. Secondo il principale quotidiano catanese “il ricercato” sarebbe stato “trovato all'interno della sede di un Centro assistenza fiscale gestito da un suo cugino, Mario Tipo, di 50 anni, che è infermiere...”. E' il caso di precisare che il “centro di assistenza fiscale” è un patronato dell'Mpa e Mario Tipo, il cugino del latitante, ai tempi era consigliere di quartiere dell'MPA.

Vincenzo Aiello, capo Cosa Nostra a Catania, viene intercetta discute con gli affiliati della destinazione dei proventi del pi commerciale “alla campagna elettorale -sottolineano i PM- di Ra “Non scordatevelo che gli ho dato i soldi nostri, quelli del Pigno, per la campagna elettorale”. Nella richiesta d'arresto dell’operazione Iblis, vistata dal p Vincenzo D'Agata, i PM Giuseppe Gennaro, Antonino Fanara, Ag Iole Boscarino hanno scritto che sarebbe "provata in punto di f risalenti rapporti - diretti e indiretti - degli esponenti di Cosa nos di Catania con Raffaele Lombardo e con Angelo Lombardo". Il “non occasionale né marginale -aggiungono i PM- ma co continuativo grazie al quale l'uomo politico poteva avvalers consistente appoggio elettorale della criminalità organizzata di lui vicina". Il boss Vincenzo Aiello avrebbe avuto un ruolo anche candidature dell’Mpa, come testimoniano le intercettazioni me campagna elettorale delle comunali di Gravina, grosso centr Catania. A parlare sono il geologo Giovanni Barbagallo d Santapaola, e Alfio Stiro il cui genero viene candidato con l'appro di Cosa Nostra Vincenzo Aiello. Parlando di Gravina, Comune a anni dall’Mpa, il boss Aiello comunica a Barbagallo che p presentato Fabio Bacciulli, “un amico”, già assessore autonomist “affari” del “piano regolatore” e la costruzione di un nuovo Padrino. Dopo l’elezione alla Regione, Raffaele Lombardo, all’im andare controtendenza e nomina due magistrati in giunta. “Do Vincenzo Aiello, parla con il suo picciotto Giovanni Barbagallo. Barbagallo- ci dobbiamo incontrare con Lombardo”. L’incontro della Regione è una “festa” per i capi della mafia catanese, prima i problemi come per esempio l’ingresso di due magistrati della regionale. Giovanni Barbagallo, l’autonomista del clan Santa Vincenzo Aiello che Lombardo in quel momento stava seguend tutto i suggerimenti di Antonio Fiumefreddo -scrivono i PM- a catanese nominato da Lombardo alla Presidenza del Teatro Ma Catania. Secondo i boss, Raffaele Lombardo “si è messo nelle man merda di Antonio Fiumefreddo”. “Quello è sbirro” aggiunge Vi allora Fiumefreddo ha ricevuto numerose minacce.


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

SPECIALE MAFIA AUTONOMISTA

| Pagina 9

Rossana INTERLANDI

ex assessore, adesso dirigente al Territorio all'ARS (MpA) “So che il Territorio dovrebbe restare a noi” dice il mafioso Giovanni Barbagallo intercettato mentre assicura che il flusso di fondi pubblici verso le cosche non sarebbe finito: “Io già 22milioni di euro li ho portati”. Il controllo di questo assessorato per la mafia -scrivono i PM- sarebbe essenziale per poter continuare a coltivare gli interessi, ovviamente di natura illecita, che ruotavano attorno all'attività di gestione della cosa pubblica di competenza di tale assessorato”. Secondo i mafiosi la Interlandi sarebbe una “fedelissima”. Il suo ex Capo di Gabinetto Santino Catalano, partecipa ai festeggiamenti presso la villa di Barbagallo insieme a pregiudicati e ad Angelo Lombardo. Alla vigilia delle regionali 2008 Catalano, candidato con l'MPA chiama a Barbagallo e gli “offre” 500 mila euro da stornare dove vuole, in particolare a Raddusa. Agli atti anche i contatti tra Barbagallo e la Interlandi durante le elezioni di Niscemi, quando lei era candidata sindaco. Rossana al momento non risulta indagata.

Antonino (Nino) AMENDOLIA

ex assessore Regione Sicilia, ex assessore Provincia di Catania Ex deputato regionale, indagato per concorso esterno, poi archiviato, Nino Amendolia è stato al fianco di Raffaele Lombardo sino a pochi mesi prima dell'arresto del settembre 2010 per estorsione e sequestro di persona. Con Raffaele Lombardo è stato assessore provinciale e poi, dopo le regionali, Lombardo lo ha scelto come componente dello staff, lui invece, insieme a tre picciotti del clan Santapaola è finito dietro le sbarre.

Fabio MARCO imprenditore

Agli atti dell'operazione Dionisio ci sono le intercettazioni che documentano i contatti tra il boss Enzo Mangion figlio di “Ciuzzu u Firraru” e l'imprenditore Fabio Marco, condannato a 3 anni e 6 mesi in primo grado nel processo per l'ospedale Garibaldi. Incontri avvenuti all'hotel Excelsior mentre gli investigatori registravano e si stabilivano le strategie per organizzare le gare alle quali partecipava Mangion. La figlia di Fabio Marco, Erika, è consigliere comunale dell'MPA al comune di Catania ed ha la segreteria politica presso la sede dell'associazione culturale San Cristoforo. Grazie alle intercettazioni dei dialoghi tra Fabio Marco ed Enzo Mangion gli investigatori hanno scoperto che l'appalto da quasi 400mila euro dell'Asl3 dell'ex CPA vinto dall'AFC di Roma è stato “in realtà eseguito” proprio dalla ditta di Mangion.

Raffaele OMBARDO te Regione Sicilia (MpA)

Nicolò FRASCONÀ CANTALANOTTE

Angelo OMBARDO embro della Commissione Difesa (MpA)

boss clan Rampulla

Agli atti dell'Informativa Montagna sulla mafia messinese ci sono le intercettazioni del boss Nicolò Frasconà Cantalanotte del 2005 che chiede ad un imprenditore di “procurargli l'appuntamento richiesto con Lombardo”. Il boss, condannato per 416bis con l'aggravante della direzione perchè facente parte del Clan Rampulla, capitanato da Pietro, l'artificiere della strage di Capaci “precisava -scrivono gli investigatori- di conoscere un paio di sindaci interessati all'idea di aderire a questa nuova forza politica (MPA scrivono gli investigatori): “eh... un paio di sindaci vorrebbero aderire alla forza nuova... hai capito... allora perchè voglio coinvolgere a te…”. I contatti continuano sino a quando Frasconà “informa di essere stato invitato a Catania, la domenica seguente, in quanto era previsto un comizio di Lombardo”. Agli atti dell'operazione Montagna ci sono anche le intercettazioni di Bartolo Camillo Testa, detto Bartolo u Capizzotu: “Io sono con Lombardo”, dice intercettato. In altra intercettazione “Bartolo” aggiungeva di essere stato il giorno precedente a Capo D’Orlando al comizio di Lombardo. Non risulta che il presidente Lombardo sia indagato dalla Procura di Messina.

Giovanni BARBAGALLO

ato dai Ros mentre izzo di un centro affaele Lombardo”. , glieli ho dati a lui

geologo

procuratore Capo gata Santonocito e fatto, l'esistenza di stra della provincia l rapporto sarebbe ospicuo, diretto e si del costante e stampo mafioso a

nella scelta delle entre è in corso la ro in provincia di dell'MPA, corrente ovazione del Capo amministrato per 5 presto gli avrebbe ta. Sullo sfondo gli “cimitero”, dice il

mprovviso, sembra omani è festa” dice “E’ festa -risponde o con il presidente però si analizzano a DDA nella giunta apaola, spiegava a ndo “in tutto e per avvocato penalista assimo “Bellini” di ani di quel pezzo di incenzo Aiello. Da

Rosario DI DIO

boss clan Santapaola

Geologo e militante MpA nella corrente Santapaola guidata dal boss Vincenzo Aiello, Giovanni Barbagallo organizza un summit per festeggiare l'elezione al parlamento di Angelo Lombardo. Arrivano auto di lusso prima del pranzo: il fratello di Raffaele giunge a bordo di un'Audi Q7 intestata all'Mpa e pagata con le tessere dei militanti oltre che con i contributi pubblici. Le microspie captano frasi conviviali: “Onorevole, questo rosè?”. Tra i commensali c'è Alfio Stiro, referente del boss Salvatore Tuccio detto “Turi di l'ova”, condannato definitivamente per associazione mafiosa, precedenti per detenzione e porto d’arma da fuoco, già sottoposto a sorveglianza speciale. Secondo i Pm la festa sarebbe “significativa della compenetrazione tra esponenti del crimine organizzato, amministratori della cosa pubblica, politici e imprenditori”.

Secondo i PM dell’operazione Iblis Raffaele Lombardo avrebbe intrattenuto “rapporti diretti” con il boss Rosario Di Dio, “esponente di primissimo piano della famiglia Santapaola”. “Da me -dice il boss intercettato riferendosi a Lombardo- all'una e mezza di notte è venuto ed è stato due ore e mezza, qua da me, dall'una e mezza alle quattro di mattina... si è mangiato sette sigarette”. “Recandosi nottetempo -scrivono i PM- a casa dell'amico mafioso per chiedere il suo appoggio elettorale sapeva che una richiesta di voto proveniente da un soggetto dotato di indiscusso prestigio criminale non poteva essere tanto facilmente disattesa... la circostanza che l'incontro si sia svolto dall'una e mezza alle quattro di notte può spiegarsi soltanto con la consapevolezza che i fratelli Lombardo avevano di recarsi a casa di un mafioso". In una delle conversazioni il boss racconta della richiesta di voti dell'assessore provinciale Orazio Pellegrino dell'MPA “uomo di Raffaele Lombardo”, già assessore provinciale adesso dimissionato dal nuovo presidente Giuseppe Castiglione.

UNA RIUNIONE DEL "DIRETTIVO" SANTAPAOLIANO SOTTO LA SEGRETERIA DI VIALE AFRICA DEI LOMBARDO


Pagina 10 |

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

SPECIALE MAFIA AUTONOMISTA

IO STO CON PAOLO Mentre molti deputati di centrosinistra (Anna Finocchiaro in testa) vicini a Raffaele Lombardo arrivano al punto di negare l'esistenza delle 72 pagine sui rapporti tra mafia e politica contenute all'interno dell'operazione Iblis. Mentre gli assessori Caterina Chinnici e Massimo Russo lottano per conservare la poltrona. Forse è il caso di pensare con la testa di Paolo Borsellino. Ecco il suo discorso su mafia e politica fatto agli studenti prima di essere ammazzato da Cosa Nostra.

a cura di Alfio Musarra

Paolo Borsellino

«L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati».

LA REPLICA: LOMBARDO PARLA ATTRAVERSO I SUOI LEGALI In relazione alle notizie di stampa relative all’indagine in cui da mesi è coinvolto il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, da Catania i legali diffondono la seguente nota: “La continua ed ossessiva pubblicazione di presunte emergenze investigative, mentre trattasi di atti acquisiti da mesi dalla Procura e la cui consistenza è stata a lungo vagliata, ci induce a ribadire che –come specificato dalla stessa Procura di Catania- “non sussistono elementi per iniziative processuali” nei confronti del nostro assistito. Considerato il ruolo istituzionale del Presidente, lo stesso ha da sempre manifestato e assicurato piena disponibilità ad essere sentito dagli inquirenti, mentre è stato del tutto fuorviante – e francamente inaccettabile – essere costretto di volta in volta a rispondere a dicerie, millanterie, mediaticamente diffuse, attribuite a soggetti vari che non hanno trovato riscontro in fatti ed elementi concreti, nonché a presunte iniziative cautelari personali (prontamente smentite dalla Procura di Catania). Si precisa, inoltre, che nelle scorse settimane, a seguito delle ennesime indiscrezioni pubblicate su un quotidiano circa il dottor Giovanni Barbagallo, è stata depositata in Procura una memoria con cui il Presidente ha puntualizzato agli Inquirenti la natura di normalissimi e trasparenti rapporti con un insospettabile professionista. Per un doveroso rispetto del lavoro della Magistratura, il Presidente della Regione continuerà ad attendere l’esito delle indagini con la consapevolezza di aver sempre operato nel rispetto della legge e nell’interesse dei cittadini; del resto le capillari investigazioni svolte in questi anni non hanno registrato alcun contatto telefonico, personale o di altro genere con soggetti appartenenti a Cosa Nostra né alcun iniziativa del nostro assistito volta ad agevolare o, in qualche modo, favorire interessi illeciti. Semmai va rimarcato che il sentimento contro il Presidente dei vari soggetti presunti malavitosi, le cui propalazioni sono state acquisite agli atti di cui indiscrezioni giornalistiche riportano solo frasi intercettate, viene reso solamente in termini di disprezzo, rancore e odio sino all’auspicio di una mozione di sfiducia, ipotesi peraltro tante volte riecheggiata più o meno palesemente, negli ambienti politici che avversano il governo in carica”.

LAURO ATTACCA LA DOPPIA MORALE DEL PD Il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, membro della commissione Antimafia, ha rivolto una richiesta urgente al presidente della commissione Antimafia, Giuseppe Pisanu, "affinche' vengano acquisiti immediatamente ed approfonditi, in seduta plenaria, gli atti di indagine che riguardano il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo". "E' sconcertante - dice Lauro - la doppia morale della sinistra sul caso Lombardo ed ancora piu' sconcertante e' il silenzio dei sultani rossi della carta stampata e della televisione pubblica, inquisitori antimafia in servizio permanente effettivo, che si allineano a questa doppia morale".

ORLANDO ULTIMATUM AL PD L’On. Leoluca Orlando alla luce dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il presidente della Regione Raffaele Lombardo a SUD spiega che “qualora il PD dovesse allearsi con Raffaele Lombardo Italia dei Valori resterà fuori dalla coalizione a livello nazionale. Gli atti d'indagine svelati in questi giorni grazie alla stampa nazionale e le intercettazioni dei capi di Cosa Nostra su Raffaele Lombardo segnano un confine invalicabile: il PD e Anna Finocchiaro decidano una volta per tutte da che parte stare”.

ANNA NON MOLLA L'OSSO Adesso è ufficiale, il fatto che Raffaele Lombardo sia indagato per presunti contatti con il clan mafioso Santapaola, non è un problema per Anna Finocchiaro, catanese, ex magistrato, nel 2008 candidata presidente della Regione proprio contro Raffaele Lombardo. Per il momento prevale la logica dell’inciucio. Le intercettazioni dei capi di Cosa Nostra non turbano l’assalto alle poltrone della parte del partito democratico e della Cgil che freme per incarichi e prebende. Con la bava alla bocca.

BIANCO PRONTO A DIMETTERSI “Mi rivolgo a Bersani, al presidente Bindi, a Franceschini e ad Anna Finocchiaro, a D’Alema, Veltroni e al segretario regionale Lupo: ripensiamoci”. Così il senatore del Pd, Enzo Bianco, sull’appoggio del Partito democratico al governo regionale, alla luce delle accuse mosse dai magistrati della Procura etnea al presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. “L’inchiesta rivela fatti di una gravità inaudita – aggiunge Bianco -. Non spetta a me giudicare se ci siano gli estremi del reato di concorso in associazione o di favoreggiamento, ma politicamente sono atti gravissimi. Non potrei restare in un partito che digerisse come un tritasassi comportamenti del genere. Non sarebbe il Pd che ho sognato per 20 anni. Questa volta – continua Bianco – non sono più indiscrezioni giornalistiche. Ci sono fatti, intercettazioni ambientali e telefoniche, appostamenti, filmati nell’ambito di un’indagine fatta dai migliori magistrati e investigatori, quelli del Ros. Non condivido la linea della prudenza scelta dai vertici regionali del Pd e trovo inspiegabile il silenzio imbarazzato di taluni. Cosa c’entriamo noi con tutto questo? Perché non ne stiamo alla larga? Sono pronto a gesti forti – conclude Bianco -. Mi autosospenderei dal partito se non si torna indietro sulla decisione di appoggiare il governo Lombardo”.


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

AGGIORNAMENTI

| Pagina 11

COM'È ANDATA A FINIRE? Il punto sulle inchieste lanciate da Sud

Enrico Sciuto

LA DIAGNOSI DI ANEURISMA L'assessore magistrato Massimo Russo non ha ritenuto di inviare ispettori presso l'ospedale Cannizzaro dove il 17 maggio scorso è stato diagnosticato un aneurisma all'aorta al presidente della regione Raffaele Lombardo. Il primario del Cannizzaro Alberto Lomeo si è rifiutato di firmare questa diagnosi ritenendola falsa ed ha denunciato tutto alla Procura, anche perchè, cinque giorni prima dell'emissione di questa diagnosi “truccata”, Repubblica aveva pubblicato la notizia del possibile arresto del presidente. La procura ha sequestrato gli atti ma ad oggi non si conoscono i nomi degli indagati.

LA PALESE CONTRAFFAZIONE DI UN VOTO NEL CONCORSO PER ISTRUTTORE DIRETTIVO DEL COMUNE DI CATANIA

CONCORSI TRUCCATI E INSABBIATI Sud ha svelato nel numero 3 che i concorsi per la scelta degli istruttori direttivi comunali sono stati truccati. In redazione abbiamo ricevuto numerose telefonate di dipendenti comunali vittime di soprusi ed esclusioni arbitrarie: in pratica sono stati modificati i punteggi attribuiti dalla commissione prima dell'affissione all'albo dei vincitori del concorso. Vogliamo rassicurare i nostri lettori, torneremo sull'argomento. Al momento non risultano esserci indagati. LA CASA ABUSIVA DEL PRESIDENTE Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro della villa a dieci metri dal mare di Raffaele Lombardo. Sarebbe abusiva e costruita in piena zona vincolata. Il presidente ha comunicato ai giornalisti che presto convocherà una conferenza stampa all'interno della villa sequestrata, una vera e propria scampagnata. A SINISTRA IL CERTIFICATO MEDICO DI ANEURISMA ALL'AORTA RITENUTO FALSO DAL PRIMARIO CHE SI È RIFIUTATO DI FIRMARLO A DESTRA LA VILLA ABUSIVA SEQUESTRATA DALLA PROCURA DI MODICA

LOMBARDO SULLA VILLA ABUSIVA «Una casa che fu costruita negli anni venti, esisteva e chi me la vendette abitava lì quando sbarcarono gli alleati sulle spiagge di Pachino e di Pozzallo. Allora il mare distava circa 200 metri, poi c’è stata una notevole erosione della costa e il mare rischia di portarsela via, questa come altre.» «Questa casa esiste in tutte le aerofotogrammetrie che sono state fatte da quando c’è questo sistema per monitorare le costruzioni dall’alto ed è catastata per quello che è.» «E’ stata autorizzata una manutenzione straordinaria già 15 anni fa. Se io 15 anni fa avessi avuto i soldi per ristrutturarla e se entro i tre anni dall’autorizzazione avessi dichiarato l’inizio dei lavori adesso la casa sarebbe più che ristrutturata.» Queste sono le frasi che Raffaele Lombardo ha pubblicato sul suo blog il giorno successivo al sequestro della villa abusiva a dieci metri dal mare. Come dimostra la foto accanto non c'è traccia di un immobile preesistente nel luogo in cui adesso sorge l'edificio.


Pagina 12 |

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

INCHIESTA

MONTALBANO Andrea Sessa

È

bellissima la vista che si gode dalla verandina della casa del commissario Montalbano a Punta Secca. Da un lato il mare cristallino e la sabbia finissima, dall’altro la campagna iblea con i suoi muri a secco di pietra bianca. La provincia di Ragusa potrebbe vivere solo di turismo e di percorsi eno-gastronomici. L’Unesco l’ha dichiarata “patrimonio dell’umanità” ma le multinazionali dell’oro nero hanno subito messo gli occhi sui giacimenti che si trovano proprio tra i muri a secco e i casolari degli allevatori. Gli esperti hanno calcolato che dal sottosuolo siciliano potrebbero fuoriuscire quasi due milioni di tonnellate di greggio e quelle attualmente estratte ogni anno sono circa 600mila, circa il 15% dell’intera produzione italiana. A queste cifre vanno sommati i vantaggi fiscali per le compagnie petrolifere: le royalties che si pagano in Sicilia sono tra le più basse del mondo. Per i permessi off shore le tasse sono solo del 4%, mentre nulla è dovuto sino a 300mila barili l’anno. “Proprio un bell’affare”, avranno pensato i texani della Panther Eureka che nel 2004 hanno ottenuto le concessioni dalla Regione per delle trivellazioni a scopo esplorativo proprio nella Val di Noto. Non riuscendoci, grazie alla veemente opposizione della società civile, la Panther ottenne, il 20 novembre

2007, una concessione per delle estrazioni di idrocarburi in una zona ricadente nel comune di Ragusa, ma in prossimità della sorgente idrica del comune di Vittoria. Considerando che le trivellazioni sarebbero avvenute a soli tre chilometri dalla sorgente “Sciannacaporale”, che soddisfa i bisogni idrici di Vittoria dal 1895, il Comune, temendo un possibile inquinamento delle acque, fece ricorso al Tar di Catania per bloccare i lavori. La sentenza, emanata nel novembre del 2008, bloccò gli statunitensi e provocò la reazione del patron della Panther Jim Smitherman: «Se fossimo stati in Texas la cosa si sarebbe fatta in un paio di settimane: col permesso dello sceriffo avremmo fatto 21 pozzi e saremmo in attivo». Siccome non siamo in Texas, Smitherman si è appellato al Consiglio di Giustizia Amministrativa che, proprio pochi giorni fa, ha ribaltato la sentenza del Tar e respinto il ricorso del Comune vittoriese, affermando che esso è stato “presentato in ritardo” e che “il Comune di Vittoria è territorialmente estraneo all’area dell’intervento”. Le trivellazioni dunque, nonostante le perizie disposte dal Tar dimostrino l’effettivo pericolo, potrebbero partire danneggiando così in maniera irrimediabile il territorio ibleo e una sorgente d’acqua che serve oltre 60mila persone. Montalbano dovrà bere petrolio?

Il cuore della Sicilia rischia di essere devastato dalle trivelle della texana Panther

Fabio Granata Vice presidente commissione nazionale antimafia

Paolo Pantano Comitato No trivellazioni gas – petrolifere in Val di Noto

«La provincia di Ragusa ed il sud est, patrimonio Unesco, sono beni che appartengono a tutta l’umanità e come tali vanno tutelati da tutti senza tentennamenti. E’ necessario che la Regione intervenga al più presto per normare la materia delle ricerche petrolifere, annullando l’obbrobrio amministrativo provocato dalle determinazioni dell’allora assessore Noè, e trasformando in legge il divieto assoluto di perforazione sul territorio siciliano. Non deve venire nessun signor Smitherson dal Texas a dire alla nostra popolazione che ci farà evolvere e diventare un paese civile».

«Già secondo alcuni studi sulle risorse idriche, in base alla casistica mondiale, hanno dimostrato la pericolosità delle trivellazioni vicino alle falde acquifere. Nel caso della sorgente Sciannacaporale il pericolo è ancora più elevato a causa delle caratteristiche dei luoghi, costituiti da rocce carbonatiche fratturate, che potrebbero consentire il trasporto nella fonte di sostanze inquinanti. Abbiamo chiesto alla Regione la revoca delle concessioni e il Comune ha pendente un altro ricorso al Tar. La sentenza del Cga è intervenuta sul piano meramente procedurale e non nel merito delle tematiche ambientali».


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

INCHIESTA

| Pagina 13

MUOS A Niscemi è rischio salute e il primo cittadino avvia il coordinamento dei sindaci. La Regione dice “nì” Laura Galesi

N

iscemi (CL) - Un corpo di guardia a cavallo posto all’ingresso della Riserva che assicuri in modo permanente la vigilanza, assicurando anche l’accoglienza dei visitatori. E’ una delle “misure compensative” che il governo regionale ha offerto alla città di Niscemi perché venga realizzato il Muos (Mobile User Objective System). Si chiama così il sistema di comunicazione satellite ad altissima frequenza voluto dalle forze armate Usa che integrerà comandi, centri di intelligence, cacciabombardieri, velivoli senza pilota. L’antenna, la quarta in tutto il mondo, verrà installata presso il feudo Ulmo, nella Riserva Naturale Orientata e sito di interesse comunitario, a due km dal centro abitato, dove dal 1991 esiste una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della marina statunitense nel Mediterraneo e capitanata da Sigonella. “Non vogliamo l’installazione del Muos- spiega il sindaco Giovanni Di Martino- e non siamo propensi ad accettare condizioni da parte della Regione. Non si può proporre la realizzazione di un centro di monitoraggio permanente e installare la fonte primaria di malattie incurabili e di disastro ambientale”. La Regione, infatti, per indurre l’amministrazione ad accettare l’installazione

dell’antenna ha inoltre proposto la realizzazione di un centro di monitoraggio permanente presso l’ospedale della città nissena, l’attivazione di un presidio di diagnosi e cura, nonché l’ipotesi di sviluppo del patrimonio culturale ed ambientale. Niscemi, insieme a Gela e Butera è riconosciuta come “area ad alto rischio ambientale”. Confermato dal Dipartimento Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato regionale alla sanità che ne sottolinea l’ alta presenza di neoplasie e ricoveri ospedalieri a causa del pet coke prodotto dall’Enichem di Gela. Ad aggravare la situazione sono le 41 antenne già esistenti che, in alcuni periodi, secondo alcuni dati dell’Arpa, in alcuni momenti viene superata la soglia di attenzione. “Ci appelliamo al principio di prevenzione- conclude abbiamo costituito un coordinamento di 15 comuni che, contemporaneamente, hanno un atto consiliare per ribadire no all’installazione del Muos e partecipato alle manifestazioni di protesta”. In sostegno dei niscemesi si è espressa la Commissione Europea, invocando il trattato europeo per spiegare il principio di “elevato livello di protezione della salute umana”, una visione che il ministro alla difesa Ignazio La Russa aveva sostenuto attraverso la costituzione di un recinto contro l’invasione delle onde elettromagnetiche.

La Regione dice "NÌ" “Non è chiaro- spiega Gianfranco Di Pietro del Comitato No Muos- quale sia la posizione del presidente Raffaele Lombardo che, da una parte propone atti compensativi per indurci ad accettare l’antenna e pubblicamente dice di essere contrario. Il confronto pubblico sul Muos tra sindaci, comitati, organizzazioni politiche e governo regionale era previsto per il 29 marzo scorso a Niscemi. Un incontro sospeso per le vicissitudini giudiziarie che in quei giorni hanno interessato Raffaele Lombardo, l’uomo del “ni”. “Si attende la posizione ufficiale della Regione -conlcude Di Pietro- e avviare ulteriori iniziative contro il Muos”.


Pagina 14 |

ANTIMAFIA

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

CON LA PISTOLA IN FRONTE Fare informazione in Calabria, rischiando la vita giornalmente Roberto Rossi

L

’avamposto è una frontiera. Un luogo i cui confini sono marcati dallo spirito di chi vi abita oltre che dalla geografia. Culture, valori che si danno battaglia. Dove la penna conta come la spada. E chi la usa, chi la usa bene, rischia molto, la vita stessa. La serenità, senz’altro. Quando le minacce non riguardano solo te, ma tuo padre, la tua compagna, tua figlia di pochi anni. Esiste un posto in Italia dove tutto questo assume i contorni di un’emergenza. Cronisti minacciati dalla ‘ndrangheta, in Calabria. La regione più povera d’Italia, controllata dalla mafia più ricca e potente d’Europa. Una contraddizione lampante, come le prime pagine di quei giornali locali la prima volta che siamo atterrati a Lamezia Terme. Lampi che strillavano di una mafia aggressiva, definitivamente infiltrata nei gangli vitali della società. Una criminalità che si è fatta sistema, modello vincente di governo del territorio. Che ha creato a sua immagine e somiglianza una classe politica, un sistema economico, una categoria di magistrati, un’opinione pubblica. Una mafia che è riuscita a percorrere migliaia i chilometri, che ha fatto più volte il giro del mondo, che è riuscita a diventare il più efficace istituto di credito in gran parte della pianura padana, ma che trova nei piccoli centri della Calabria, l’origine e il segreto del suo successo. Cresciuta, negli anni, pasciuta dal sistema di omertà dell’informazione locale e nazionale. In questo contesto, la nascita di due nuovi giornali regionali, nell’arco di quindici anni, ha fatto la differenza. Quotidiani aggressivi, consapevoli che in un mercato asfittico per lettori e introiti pubblicitari, la via maestra per galleggiare era, ed è, trovare notizie. Riportarle per benino, approfondendo, offrendo analisi e interpretazioni. Raccontando la ‘ndrangheta non solo nelle sue gesta sanguinarie, offrendo così peraltro una rappresentazione del suo potere utile ai mafiosi stessi, ma svelandola nella sua vera natura, quella di un moloch che tiene in ostaggio le principali libertà costituzionali. Avamposto racconta questa mafia attraverso le storie di chi ne da notizia. Sedici casi di giornalisti minacciati di morte dalla ‘ndrangheta. Erano otto quando siamo partiti, una paio di anni fa. Oggi, nel giro di quattro anni, se ne contano ventisei. Diciotto nell’ultimo anno, dieci da quando è uscito questo libro. Sapevamo che non sarebbe finita lì, avevamo certezza matematica che questi avrebbero alzato il tiro. Come sappiamo che, non solo in Calabria, ogni nuova voce che prova ad inclinare un monopolio dell’informazione strutturato rischia moltissimo. La testata catanese che ci ospita, Sud, ne è esempio, ancora una volta, lampante.

Roberta MANI

Roberto ROSSI

Milanese. Caporedattore centrale di News Mediaset. Si è occupata come inviata di alcuni fra i maggiori casi nazionali e internazionali di cronaca nera e giudiziaria. Ha coordinato e curato le edizioni dei settimanali di Italia Uno. Collabora ai Rapporti di Ossigeno per l’informazione.

Catanese. Scrive da alcuni anni di mafia e giornalismo su Problemi dell’informazione. Cura i Rapporti di Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio sui cronisti minacciati FNSI-OdG. Autore, con Danilo Schininà, dell’Inchiesta drammaturgica sul caso Spampinato.


VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2010

SUD CULTURA

meridionalmente Sostenere i prodotti siciliani è possibile

Vincenzo Barbagallo

N

el sud-italia circa 20 milioni di persone spendono 55 miliardi di euro l'anno in prodotti agroalimentari provenienti per la maggior parte dal nord e dall'estero. Partendo da questo dato Erasmo Vecchio ha dato vita a "CompraSud", una catena di supermercati all'interno dei quali si vendono esclusivamente prodotti a marchio D.O.M. (denominazione d'origine meridionale). Non solo supermercati ma un luogo in cui i prodotti incontrano il consumatore, raccontando la storia della nostra terra. Un raro caso in cui le belle parole sono supportate dai fatti. In Sicilia è difficile attrarre investimenti privati, ci confessa Vecchio e prosegue amareggiato "oggi gli investitori si insediano in quei territori che gli consentono una fiscalità di vantaggio, cosa che qui manca completamente". Il fondatore dei CompraSud si scaglia contro la classe politica meridionale, poco fedele al suo territorio e troppo asservita alle segreterie romane. Rimprovera il governatore Raffaele Lombardo di aver abbandonato il programma di governo che di fiscalità di vantaggio e autonomia ne faceva un segno distintivo. E' anche sulla politica agricola alimentare che si sono fatti passi indietro ricorda Vecchio, "il precedente governo regionale con l'Ass.re La Via ha portato avanti numerose iniziative per rendere competitiva la produzione". Insomma se la politica non riesce a rispondere al grido d'aiuto per la crisi economica, qualche imprenditore risponde ma vorremmo vedere la politica occuparsi maggiormente dei cittadini, delle imprese e dell'economia invece che occuparsi di se stessa. In attesa che ciò avvenga non ci resta che mangiare e bere meridionalmente cercando di potare una volta tanto un po' di acqua al mulino meridionale e non a quella del mulino bianco.

ERASMO VECCHIO, FONDATORE DI COMPRASUD

| Pagina 15



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.