L’ a n g o l o d e l D e f i n i t o r i o Saluto di Fr.Mario Testa, Definitore
L
è
iniziato il Tempo di Avvento e anche nei nostri conventi si respira un’atmosfera diversa, speciale, carica di attesa e di preghiera. Nelle nostre chiese abbiamo sentito risuonare le parole di un canto “Maranathà”, cioè “Vieni Signore Gesù”. è un’espressione carica di speranza e di gioia che i primi cristiani ripetevano ad ogni liturgia. In questa espressione è racchiuso tutto l’anelito della Chiesa che desidera incontrarsi definitivamente col suo Signore. E’ il tempo che ci prepara alla solennità del Natale, che è memoria della nascita del Figlio di Dio tra gli uomini, la “festa delle feste, il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato a un seno umano” come diceva Francesco (FF787).
ME MO
26-30 Dicembre 2012:
. . . e t s e f e l l e d a t a fes
E’ anche il tempo in cui, attraverso questo ricordo, il cuore degli uomini è guidato all’attesa della seconda venuta del Signore alla fine dei tempi e della storia. In questi giorni la tv e la radio dicono che ci troviamo in un tempo di crisi: crisi politica, crisi finanziaria, crisi economica, perfino crisi nella Chiesa, crisi di vocazioni. La Parola di Dio invece ci parla di piccoli segni di un mondo nuovo. Un’immagine bellissima, tratta dal libro del profeta Geremia, suggerisce alle nostre menti la visione di un germoglio. Il germoglio è una delle realtà più piccole e delicate in natura. Basta davvero poco per spezzarlo e farlo morire. Eppure nasconde in sé una forza di vita misteriosa che di lì a poco si manifesterà con un bellissimo fiore e poi un frutto. Il profeta dice anche a noi, oggi, che questo germoglio di pace e di speranza sta per nascere. Gesù, nel Vangelo, ha parole di speranza: “Risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. Il Signore ci chiede di non guardare in basso le nostre macerie, ci chiede di non voltarci indietro, anche se la tentazione è grande, ci chiede di alzarci e di guardare in alto perché la salvezza è vicina. Gesù chiede di fare attenzione: la tristezza, lo scoraggiamento possono appesantire la nostra vita. Non dobbiamo permettere a questi nostri nemici di prendere dimora nel nostro cuore, di prendere spazio dentro di noi. Non possono esserci segni di disperazione se ci ricordiamo a servizio di Chi siamo. “Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza”. Gesù ci dice come scacciare il male dal nostro cuore. Ma, a volte, nelle tante faccende affaccendati, rischiamo di non dare attenzione alla ‘sola cosa necessaria’. Pregare è accompagnare le persone nella vita verso il Signore. Pregare è chiedere la forza a Gesù e ricevere energie nuove impensabili che ci aprono orizzonti nuovi. Pregare è ricevere nella debolezza un fuoco misterioso che ci apre alla speranza. Pregare significa permettere a Gesù di prenderci per mano e di portarci fuori dalla nostra piccola casa. Pregare significa credere che Gesù può cambiare le persone e le situazioni ma prima di tutto la nostra vita.
fr.Mario Testa
Auguri cari per un Santo Natale
Nell’Immagine: FF 621 (Celano, Vita II, 35)
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