Speriamo di no ma la vedo dura
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Don Puglisi - Intevento all’incontro organizzato dalla Commissione Antimafia (MI)
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Vigilanza dinamica contro il borseggio, l’accattonaggio ed i furti sui mezzi pubblici
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Festival degli Artisti delle Forze dell’Ordine e Militari
IL FUTURO DEL NUOVO CENTRODESTRA Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Milano - Anno 13 - Nr. 4-5 2013 - 7,89 Euro
Noi Cittadini per la SICUREZZA
SPERIAMO DI NO MA LA VEDO DURA Fino ad ora la “voce” dei due principali fautori del sostegno al Governo e cioè di Angelino Alfano e Maurizio Lupi, non si è ancora CARMINE ABAGNALE sentita con chiarezza
L
o “strappo” politico che si è materializzato il 2 ottobre con il voto di fiducia al Governo Letta, fotografa e sancisce la divisione del Partito delle Libertà in due. Ad oggi, nel giorno in cui scrivo questo editoriale, ancora non è dato di sapere come finirà questa “storia” iniziata con le dimissioni di ministri di area P.d.L. poi proseguita con il proclama con il quale Berlusconi annunciava la decisione di votare contro il Governo Letta seguito subito dalle dichiarazioni dei Ministri che hanno ritenuto, assieme a un folto gruppo di senatori e deputati, di continuare ad esprimere sostegno al governo. 3
EDITORIALE
Una storia che potrebbe solo finire in due modi. Una riappacificazione fra le due anime del P.d.L. oppure una rottura definitiva, con la scissione e la formazione di gruppi parlamentari, così come ipotizzato dall’Onorevole Cichitto e dal Senatore Formigoni. Fino ad ora la “voce” dei due principali fautori del sostegno al Governo e cioè di Angelino Alfano e Maurizio Lupi, non si è ancora sentita con chiarezza. Una chiarezza che si rende necessaria, non tanto al centro, ma in periferia, per dare al Partito, ai suoi dirigenti ed agli iscritti uno strumento per decidere da quale parte collocarsi. Chi scrive, Consigliere Comunale eletto a Milano nelle liste del P.d.L., ha già percepito che prima o poi gli sarà chiesto da che parte intende schierarsi. Non passerà molto tempo e gli sarà chiesto di fare una scelta perché, ormai, le incomprensioni si sono sedimentate e le differenze sono ormai pubblicamente rimarcate. Se tale richiesta perverrà oggi stesso, posso da subito affermare d’essere determinato ad aderire a quella parte del P.d.L.: 1.
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che
sceglierà
di
proseguire
nell’esperienza governativa delle cosiddette “larghe intese” sia per consolidare i positivi risultati raggiunti ed anche per continuare a perseguire quelli promessi in campagna elettorale e ancora non raggiunti come una nuova legge elettorale, la riforma costituzionale, la riforma fiscale e, non da ultimo, la riforma della giustizia. 2. che riterrà opportuno tenere separate l’esperienza governativa dalle vicende personali del Presidente Berlusconi, non perché si reputi giusto distaccarsi da lui ma semplicemente perché si ritiene che la sua decadenza non possa innescare una “crisi di governo” che lascerebbe l’Italia nel buio più completo e senza legge elettorale. Ad oggi sembra che queste idee alberghino nella componente del P.d.L. che si riconosce in Angelino ALFANO il quale, pur rimarcando la sua linea, sta lavorando per far accogliere al partito le sue tesi. Può essere che nel prossimo editoriale debba scrivere di una decisione assunta, come è possibile che il prossimo editoriale sia concentrato sulle cose da fare con un Governo più stabile e determinato.
Due cose però sin da oggi sono certe. La prima di ordine strettamente personale è insita nel fatto (ancora non compreso da moltissimi, ma ben compreso da coloro che come chi scrive hanno vissuto tutta la propria vita nella Polizia di Stato) che la decadenza del Presidente Berlusconi ancor prima del voto parlamentare è già stata sancita dalla pena accessoria a lui comminata. Pena accessoria che prevede l’interdizione dai pubblici uffici. Questa verità processuale getta davvero una forte ombra sull’operato di quelle forze politiche che a tutti i costi vogliono anticipare una decisione che in verità è già stata assunta. La seconda di ordine ed interesse generale è insita nella gravissima condizione economica in cui versa lo Stato Italiano. Nella crisi che attanaglia ogni famiglia. Nei licenziamenti e nella disoccupazione. Nella chiusura delle fabbriche e nella povertà che avanza. Chi come me rappresenta per il P.d.L. gli interessi della gente nelle istituzioni, deve necessariamente tener conto di queste due verità e, senza voltare le spalle a nessuno, guardando però nella direzione del bene comune, dovrà fare con chiarezza le sue scelte se verrà il momento in cui sarà d’obbligo farle. Speriamo di no ma la vedo dura.
SOMMARIO
Anno XIII - Nr. 4-5 2013 Noi Cittadini per la SICUREZZA Organo Ufficiale dell’API Associazione Poliziotti Italiani Bimestrale di informazione, attualità e cultura Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/7/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 528 del 24/9/2001 Proprietà della testata Associazione Poliziotti Italiani Via Barbavara, 4 - 20144 Milano www.polizia.org - api@polizia.org Direttore Responsabile Cav. Carmine ABAGNALE Condirettori Mario TRITTO Direttore Editoriale Gianfranco LIBRANDI Vicedirettore Editoriale Matteo ABAGNALE Coordinatore Editoriale Stefano LUNGO Vicedirettori Giuseppe FALCONE Michele BONVINO Pasquale PASTORE Gerardo VELOTTO Comitato di Redazione ABAGNALE Carmine ABAGNALE Matteo ABAGNALE Silvia BENETTELLO Giuseppe CIOFFI Ugo CONFALONIERI Giovanni DAL MONTE CASONI Renato DE LUCA Gerarda DE SIMONE Matilde FALCONE Giuseppe FEDERICO Marco FILLIA Fabrizio GAMBINO Rosanna LIBRANDI Gianfranco LUCCHINI Lorenzo LUNGO Stefano PASTORE Pasquale PETRUZZO Antonio RENOLDI Annalisa TODDE Bruno TRITTO Mario VELOTTO Gerardo ZARBO Alessandro
Noi Cittadini per la SICUREZZA
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Speriamo di no ma la vedo dura di Carmine ABAGNALE
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Forza Italia 6 Don Puglisi di Carmine ABAGNALE
La criminalità organizzata è la locomotiva d’Italia di Marco CELLAI
L’NRDC-ITA celebra il Family Day
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di Gerarda DE LUCA
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Vigilanza dinamica contro il borseggio, l’accattonaggio ed i furti sui mezzi pubblici
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Il Paradigma della Nuova Finanza di HRH Prince Guglielmo RINALDINI
Festival degli Artisti delle Forze dell’Ordine e Militari
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di Cinzia VENEZIANO
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HrH Prince Guglielmo Rinaldini di Cinzia VENEZIANO
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Crescono le multe a Milano di Matteo ABAGNALE
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Guidare a Milano sta diventando sempre più costoso di Silvia ABAGNALE
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23 Maggio 2013 - XXI Anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio MIUR 40 Gardaland - In gita con l’ANPS milanese: un nuovo modo per vivere il divertimento con una sirena di Emanuela SCAPINI 42 Aumenti a Milano di Marco CELLAI
DNA: super impronta digitale di Giovanni CONFALONIERI Delitto a Miami di Giovanni CONFALONIERI
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L’uomo che inventò il futuro e lo rinnegò di Giovanni CONFALONIERI 58 Pastrengo: tre cariche per una vittoria di Giovanni CONFALONIERI 62
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APPROFONDIMENTO
FORZA ITALIA! 6
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APPROFONDIMENTO
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oglio parlarvi con la sincerità con cui ognuno di noi parla alle persone alle quali vuole bene quando bisogna prendere una decisione importante che riguarda la nostra famiglia. Che si fa in questi casi? Ci si guarda negli occhi, ci si dice la verità e si cerca insieme la strada migliore. Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione che uccide le aziende, che toglie lavoro ai giovani, che angoscia i genitori, che minaccia il nostro benessere e il nostro futuro. Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica è eccessivo: occorre imboccare la strada maestra del liberalismo che, quando è stata percorsa, ha sempre prodotto risultati positivi in tutti i Paesi dell’Occidente: qual è questa strada? Meno Stato, meno spesa pubblica, meno tasse. Con la sinistra al potere, il programma sarebbe invece, come sempre, altre tasse, un’imposta patrimoniale sui nostri risparmi, un costo più elevato dello Stato e di tutti i servizi pubblici. I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, proposte che saranno principalmente volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese. Ma devo ricordare che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare il Paese, prima tra tutte quella della giustizia. E proprio per la giustizia, diciamoci la verità, siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto, siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercé di una magistratura politicizzata, una magistratura che, unica tra le magistrature dei Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità, di una totale 8
impunità. Questa magistratura, per la prevalenza acquisita da un suo settore, Magistratura Democratica, si è trasformata da “Ordine” dello Stato, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un “Potere” dello Stato, anzi in un “Contropotere” in grado di condizionare il Potere legislativo e il Potere esecutivo e si è data come missione, quella - è una loro dichiarazione - di realizzare “la via giudiziaria” al socialismo. Questa magistratura, dopo aver eliminato nel ’92 - ’93 i cinque partiti democratici che ci avevano governati per cinquant’anni, credeva di aver spianato definitivamente la strada del potere alla sinistra. Successe invece quel che sapete: un estraneo alla politica, un certo Silvio Berlusconi, scese in campo, sconfisse la gioiosa macchina da guerra della sinistra, e in due mesi portò i moderati al governo. Ero io. Subito, anzi immediatamente, i P.M. e i giudici legati alla sinistra e in particolare quelli di Magistratura Democratica si scatenarono contro di me e mi inviarono un avviso di garanzia accusandomi di un reato da cui sarei stato assolto, con formula piena, sette anni dopo. Cadde così il governo, ma da quel momento fino ad oggi mi sono stati rovesciati addosso, incredibilmente, senza alcun fondamento nella realtà, 50 processi che hanno infangato la mia immagine e mi hanno tolto tempo, tanto tempo, serenità e ingenti risorse economiche. Hanno frugato ignobilmente e morbosamente nel mio privato, hanno messo a rischio le mie aziende senza alcun riguardo per le migliaia di persone serie ed oneste che vi lavorano, hanno aggredito il mio patrimonio con una sentenza completamente infondata, che ha riconosciuto a un noto, molto noto, sostenitore della sinistra una somma quattro volte superiore al valore delle mie quote, con dei pretesti hanno attaccato me, la mia famiglia, i miei collaboratori, i miei amici e perfino i miei ospiti.
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APPROFONDIMENTO
Ed ora, dopo 41 processi che si sono conclusi, loro malgrado, senza alcuna condanna, si illudono di essere riusciti ad estromettermi dalla vita politica, con una sentenza che è politica, che è mostruosa, ma che potrebbe non essere definitiva come invece vuol far credere la sinistra, perché nei tempi giusti, nei tempi opportuni, mi batterò per ottenerne la revisione in Italia e in Europa. Per arrivare a condannarmi si sono assicurati la maggioranza nei collegi che mi hanno giudicato, si sono impadroniti di questi collegi, si sono inventati un nuovo reato, quello di “ideatore di un sistema di frode fiscale”, senza nessuna prova, calpestando ogni mio diritto alla difesa, rifiutandosi di ascoltare 171 testimoni a mio favore, sottraendomi da ultimo, con un ben costruito espediente, al mio giudice naturale, cioè a una delle Sezioni ordinarie della Cassazione, che mi avevano già assolto, la seconda e la terza, due volte, su fatti analoghi negando - cito tra virgolette - “l’esistenza in capo a Silvio Berlusconi di reali poteri gestori della società Mediaset”. Sfidando la verità, sfidando il ridicolo, sono riusciti a condannarmi a quattro anni di carcere e soprattutto all’interdizione dai pubblici uffici, per una presunta ma inesistente evasione dello zero virgola, rispetto agli oltre 10 miliardi, ripeto 10 miliardi di euro, quasi ventimila miliardi di vecchie lire, versati allo Stato, dal ’94 ad oggi, dal gruppo che ho fondato. Sono dunque passati vent’anni da quando decisi di scendere in campo. Allora dissi che lo facevo per un Paese che amavo. Lo amo ancora, questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni, una grande amarezza, e nonostante l’indignazione per quest’ultima sentenza paradossale, perché, voglio ripeterlo ancora, con forza, “io non ho commesso alcun reato, io non sono colpevole di alcunché, io sono innocente, io sono assolutamente innocente”. Ho dedicato l’intera seconda parte della 10
mia vita, quella che dovrebbe servire a raccogliere i frutti del proprio lavoro, al bene comune. E sono davvero convinto di aver fatto del bene all’Italia, da imprenditore, da uomo di sport, da uomo di Stato. Per il mio impegno ho pagato e sto pagando un prezzo altissimo, ma ho l’orgoglio di aver impedito la conquista definitiva del potere alla sinistra, a questa sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia, che non è mai riuscita a diventare socialdemocratica, che è rimasta sempre la stessa: la sinistra dell’invidia, del risentimento e dell’odio. Devo confessare che sono orgoglioso, molto orgoglioso, di questo mio risultato. Proprio per questo, adesso, insistono nel togliermi di mezzo con un’aggressione scientifica, pianificata, violenta del loro braccio giudiziario, visto che non sono stati capaci di farlo con gli strumenti della democrazia. Per questo, adesso, sono qui per chiedere a voi, a ciascuno di voi, di aprire gli occhi, di reagire e di scendere in campo per combattere questa sinistra e per combattere l’uso della giustizia a fini di lotta politica, questo male che ha già cambiato e vuole ancora cambiare la storia della nostra Repubblica. Non vogliamo e non possiamo permettere che l’Italia resti rinchiusa nella gabbia di una giustizia malata, che lascia tutti i giorni i suoi segni sulla carne viva dei milioni di italiani che sono coinvolti in un processo civile o penale. È come per una brutta malattia: uno dice “a me non capiterà”, ma poi, se ti arriva addosso, entri in un girone infernale da cui è difficile uscire. Per questo dico a tutti voi, agli italiani onesti, per bene, di buon senso: reagite, protestate, fatevi sentire. Avete il dovere di fare qualcosa di forte e di grande per uscire dalla situazione in cui ci hanno precipitati. So bene, quanto sia forte e motivata la vostra sfiducia, la vostra nausea verso la politica, verso “questa” politica fatta
di scandali, di liti in tv, di una inconcludenza e di un qualunquismo senza contenuti: una politica che sembra un mondo a parte, di profittatori e di mestieranti drammaticamente lontani dalla vita reale. Ma nonostante questo, ed anzi proprio per questo, occorre che noi tutti ci occupiamo della politica. È sporca? Ma se la lasci a chi la sta sporcando, sarà sempre più sporca… Non te ne vuoi occupare? Ma è la politica stessa che si occuperà comunque di te, della tua vita, della tua famiglia, del tuo lavoro, del tuo futuro. È arrivato quindi davvero il momento di svegliarci, di preoccuparci, di ribellarci, di indignarci, di reagire, di farci sentire. È arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili, gli italiani che amano l’Italia e che amano la libertà, devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente. Per questo credo che la cosa migliore da fare sia quella di riprendere in mano la bandiera di Forza Italia. Perché Forza Italia non è un partito, non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti. Perché Forza Italia è l’Italia delle donne e degli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi. Perché Forza Italia è la vittoria dell’amore sull’invidia e sull’odio. Perché Forza Italia difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari. Perché Forza Italia sa bene che lo Stato deve essere al servizio dei cittadini e non invece i cittadini al servizio dello Stato. Perché Forza Italia è l’ultima chiamata prima della catastrofe. È l’ultima chiamata per gli italiani che sentono che il nostro benessere, la nostra democrazia, la nostra libertà sono in pericolo e rendono indispensabile un nuovo, più forte e più vasto impegno. Forza Italia sarà un vero grande movi-
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mento degli elettori, dei cittadini, di chi vorrà diventarne protagonista. Una forza che può e che deve conquistare la maggioranza dei consensi perché, vi ricordo, che solo con una vera e autonoma maggioranza in Parlamento si può davvero fare del bene all’Italia, per tornare ad essere una vera democrazia e per liberarci dall’oppressione giudiziaria, per liberarci dall’oppressione fiscale, per liberarci dall’oppressione burocratica. Per questo vi dico: scendete in campo anche voi. Per questo ti dico: scendi in campo anche tu, con Forza Italia. Diventa anche tu un missionario di libertà, diffondi i nostri valori e i nostri programmi, partecipa ai nostri con-
vegni e alle nostre manifestazioni, impegnati nelle prossime campagne elettorali e magari anche nelle sezioni elettorali per evitare che ci vengano sottratti troppi voti, come purtroppo è sempre accaduto. Voglio ripeterlo ancora: in questo momento, nella drammatica situazione in cui siamo, ogni persona consapevole e responsabile che vuol continuare a vivere in Italia ha il dovere di occuparsi direttamente del nostro comune destino. Io sarò sempre con voi, al vostro fianco, decaduto o no. Si può far politica anche senza essere in Parlamento. Non è il seggio che fa un leader, ma è il consenso popolare, il vostro consenso. Quel consenso che non mi è mai mancato e che, ne sono sicuro, non mi mancherà neppure in futuro. Anche
se, dovete esserne certi, continueranno a tentare di eliminare dalla scena politica, privandolo dei suoi diritti politici e addirittura della sua libertà personale, il leader dei moderati, quegli italiani liberi che, voglio sottolinearlo, sono da sempre la maggioranza del Paese e lo saranno ancora se sapranno finalmente restare uniti. Sono convinto che mi state dando ragione, sono convinto che condividete questo mio allarme, sono convinto che saprete rispondere a questo mio appello, che è prima di tutto una testimonianza di amore per la nostra Italia. E dunque: Forza Italia! Forza Italia! Forza Italia! Viva l’Italia, viva la libertà: la libertà è l’essenza dell’uomo e Dio creando l’uomo, l’ha voluto libero.
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ATTUALITÀ
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ulla più del processo di Beatificazione può testimoniare l’enorme ed illuminata attività che padre Puglisi ha svolto nella Parrocchia di San Gaetano a Brancaccio. Una illuminata attività che ha strappato intere famiglie e generazioni a quel controllo egemonico che la mafia da sempre esercitava sulla popolazione del quartiere. Molto è stato scritto sull’attività del Beato, sia per quella svolta prima degli anni ‘90 e per quella importantissima ricompresa dal settembre ‘90 al settembre ‘93. Esiste anche un’ampia documentazione sulle modalità di quell’efferato assassinio, mentre poco convincenti appaiono, a mio giudizio, le motivazioni che hanno indotto i fratelli Graviano ad ordinare a Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza la materiale esecuzione dell’agguato mortale. Certo, processualmente è scritto che sia il Grigoli che lo Spatuzza spontaneamente dichiaravano che la decisione di uccidere padre Puglisi fu assunta dai Graviano per impedire la sua collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia i cui uomini, secondo i due fratelli,
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Don Puglisi Il mio intevento all’incontro pubblico organizzato dalla Commissione Antimafia di Milano DI CARMINE ABAGNALE operavano sottotraccia nel quartiere alla ricerca del latitante Giuseppe Galeano utilizzando come base operativa dell’operazione il Convento che si affaccia sulla chiesa. Fin qui la verità processuale che ha condannato Grigoli ed i Graviano, oggi collaboratori di giustizia, pentiti dell’azione condotta e che guarda caso, dopo gli ergastoli, dicono di credere in Dio dimenticando il Grigoli d’avere insieme allo Spatuzza disciolto nell’acido il piccolo Di Matteo. Grigoli oltre 50 omicidi commessi, compaesano di Matteo Messina Denaro suo
padrino e socio in affari. Spatuzza 40 omicidi commessi, stretto collaboratore di Filippo e Giuseppe Graviano nonché uomo di fiducia di Leoluca Bagarella, che dopo l’arresto di Riina assunse il comando dell’ala militare composta da Giovanni Brusca, da Matteo Messina Denaro e da Giuseppe Graviano favorevole alla cosiddetta “strategia stragista”. La ricostruzione è servita e porre in evidenza un nome: Matteo Messina Denaro che, come indicano le sue vicende anagrafiche, è il cognato di Filippo Guttadauro, fratello di Giuseppe Guttadauro, il medico boss capomafia
ATTUALITÀ
In senso orario da sinistra: i pentiti Filippo e Giuseppe Graviano, mandanti dell’omicidio; Gaspare Spatuzza, oggi collaboratore di giustizia; Salvatore Grigoli, anche lui oggi collaboratore di giustizia.
di Brancaccio che ha sposato Rosalia, la sorella Messina Denaro, il cui ruolo nella vicenda di Don Puglisi non è ancora ben definito. Si chiude così il cerchio dei “grandi nomi” che in qualche modo direttamente o indirettamente possono correlarsi con l’omicidio di padre Puglisi. Omicidio che, a mio avviso non può essere stato deciso per il sol fatto, peraltro presunto, d’avere concesso collaborazione alla Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori attenti lo sanno che non è così, Anche pensando che “non sempre sia così” appare difficile credere che questa sia la vera ragione che ha portato alla decisione di uccidere un uomo di fede e di pace. Forse la conversione di Giuseppe Carini, la cui storia è raccontata nel libro “Il miracolo di Don Puglisi” scritto da Roberto Mistretta, può essere stata la “spinta decisiva” che ha indotto i Graviano ad ordinare il delitto; il delitto di un uomo di fede la cui azione giorno dopo giorno stava bonificando quel territorio di Brancaccio che la mafia da sempre governava e che da sempre 14
era sicuro rifugio per gli affiliati latitanti. Anche qui lo sanno bene gli investigatori come la mafia annetta al controllo del territorio un’importanza fondamentale anche oggi, quando i “picciotti” non hanno più il pedissequo compito del controllo strada per strada, campagna per campagna, masseria per masseria. E Brancaccio stava davvero per essere bonificato da quel prete, così certo e forte nella sua azione fino al dire ai suoi assassini: “me l’aspettavo”. Il ricordo odierno di Don Puglisi è importante anche se fatto qui a Milano dove, è bene ricordarlo, quell’organizzazione criminale che lo ha ucciso sta conquistando il controllo del territorio non con “picciotti” ma con il denaro che viene investito in attività industriali, commerciali, edilizie. L’attenzione non può essere abbassata e l’opera di sequestro di capitali e beni provenienti dalle attività mafiose e camorriste, che più governi anche di diversa composizione politica attuano, non può essere fermato dalla spending review. Sarà anche importante proseguire in ogni contrada del nostro paese quell’o-
pera di “bonifica del territorio” secondo lo schema che Don Puglisi ci ha lasciato e che altri sanno descrivere meglio di quanto io possa fare. Chiedendo pazienza per il riferimento alla mia esperienza professionale nella Polizia di Stato, devo ribadire il mio convincimento nell’intatto valore di efficacia che la giurisdizione assegna all’istituto della “collaborazione di giustizia” che, se è vero che ha mandato liberi assassini come Grigoli è altrettanto vero che ne ha messi in prigione molti di più. Al pari non può e non deve essere allentato il “Regime di carcere duro” per tutti coloro che se lo sono meritato con le loro aberranti azioni delittuose. Questa lotta contro le associazioni criminali organizzate, già costata la vita a magistrati, poliziotti, politici, sindacalisti, giornalisti e uomini e donne di fede, sarà sicuramente lunga ma merita di essere condotta senza tentennamenti e nella convinzione che è compito di ognuno di noi dire alle nuove generazioni il male che hanno prodotto ed il bene che può derivare dalla loro sconfitta.
ATTUALITÀ
La criminalità organizzata è la locomotiva d’Italia Il Pil delle organizzazioni criminali a livello regionale per quanto riguarda la Lombardia vale 3,7 miliardi di euro con stime più alte DI MARCO CELLAI che toccano anche i 5
“L
a mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Disse Giovanni Falcone parecchi anni fa, in un’ intervista. Ritengo perfetta questa frase, perchè riassume la soluzione: incoraggia a continuare ed allo stesso tempo indica la via da seguire per sradicare e sconfiggere la criminalità organizzata. La criminalità organizzata, così come la intendiamo ai giorni nostri, è un fenomeno che nacque in Sicilia nel momento stesso in cui vi mise piede per la prima volta il nascente Stato Italiano nel 1860. In quegli anni nacque a Monreale la prima forma di associazione mafiosa, nel senso moderno del termine. Essa rappresentava un vero e proprio stato parallelo che andava ad integrarsi 16
con quello ufficiale dando risposte alle popolazioni disagiate e certezze ai ricchi latifondisti, insomma facendo le veci di una nazione acerba e immatura. Oggi, a distanza di cento anni, lo Stato Italiano, non è più acerbo e immaturo ma silente e purtroppo talvolta accondiscendente. Nella ricca Lombardia, le forze dell’Ordine erano già dagli anni ’80 a conoscenza della presenza di referenti delle organizzazioni mafiose, ma è nel 1993 con l’operazione denominata “NordSud” che si delineano meglio le dinamiche, la storia, i componenti e le leadership all’interno della criminalità organizzata per il controllo del nord Italia. Dal 2000 in poi, a seguito di altre operazioni di Polizia, si comprende meglio la portata della supremazia dell’organizzazione
calabrese “N’DRANGHETA” sul territorio Lombardo. La struttura interna a ogni cosca della ‘ndrangheta poggia sui membri di un nucleo familiare legati tra loro da vincoli di sangue: le ‘ndrine.
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Non sono rari matrimoni tra le varie cosche per saldare i rapporti tra famiglie mafiose. In un paese o quartiere di città più ‘ndrine aprono una così detta locale: struttura che organizza la gestione malavitosa del territorio. Le “locali” al di fuori della Calabria spesso dipendono dalla locale del paese d’origine dei membri. Una persona diventa ‘ndranghetista in due modi: per nascita, quindi essendo già appartenente a una famiglia mafiosa o per “battesimo”, cioè tramite il rito di affiliazione che lo lega all’organizzazione fino alla morte. La struttura gerarchica è basata su gradi detti doti, al primo grado stanno i picciotti, poi i camorristi e infine gli sgarristi e rappresentano la cosiddetta
società minore. Il capo-locale ha la dote di sgarro. La Droga e la contraffazione sono i mercati illegali che primeggiano in Lombardia. Secondo uno studio, commissionato dal ministero dell’Interno, il mercato della droga lombardo è il più florido d’Italia, solo un terzo dei ricavi della droga transitata venduta in regione, finisce nelle tasche delle tradizionali organizzazioni criminali sul territorio come l’ndrangheta, invece gli altri due terzi vanno in saccoccia a gruppi mafiosi stranieri come albanesi, serbi e marocchini e ad altri gruppi criminali. Milano è un vero e proprio punto di smistamento a livello europeo. I ricavi stimati del mercato della droga lombardo, sono quantificabili tra gli 840 milioni e i 2,4 miliardi di euro: il doppio rispetto
alla seconda regione interessata dal fenomeno, cioè la Campania, dove i clan che regnano nel mercato della droga sono tra i più potenti. Circa 1 miliardo di euro invece è il dato sui ricavi delle mafie nel mercato della contraffazione, derivanti in particolare dal commercio illegale di attrezzature elettroniche e informatiche, abbigliamento, cosmetici e accessori falsi. La “locomotiva d’Italia” raggiunge il secondo gradino del podio per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale che equivale ad oltre 1 miliardo di euro dove a primeggiare è invece la regione Lazio. Il panorama delle altre attività dalle quali prendono linfa le organizzazioni criminali nella nostra regione sono: gioco d’azzardo 20 milioni di euro; 17
ATTUALITÀ
traffico d’armi 11 milioni di euro; gestione dei rifiuti 117 milioni di euro; contrabbando di tabacco 200 milioni di euro; estorsioni di vario genere più di 200 milioni di euro; usura circa 140 milioni di euro. Per un totale di circa 5 miliardi annui. Il numero d’imprese mafiose confiscate nella provincia di Milano (3,4 imprese confiscate ogni 10 mila) è subito dietro a quelle di Palermo e Napoli e davanti a Reggio Calabria. Le altre province Lombarde interessate sono Lecco (con 7,3 imprese confiscate ogni 10 mila registrate e Brescia (2,7 imprese confiscate ogni 10 mila) mostrano tassi anche superiori a quelle di altre aree del Sud, testimoniando il grado di infiltrazione e di diffusione delle organizzazioni mafiose nell’economia del Nord. Tra Lombardia e Piemonte la ‘ndrangheta calabrese raccoglie il 37% dei suoi profitti, mentre nella regione d’origine si concentra solo il 23% dei profitti dell’organizzazione. Il Pil delle organizzazioni criminali a livello regionale per quanto riguarda la Lombardia vale 3,7 miliardi di euro con stime più alte che toccano anche i 5. In vista dell’EXPO 2015 l’edilizia e gli appalti pubblici della regione meritano una particolare attenzione. La criminalità organizzata entra in contatto con la società civile fondendosi in essa, mime18
tizzandosi all’interno di queste fondamentali attività, rendendo difficile individuare addebiti e collusioni. Una vera e propria zona mista dove sono emersi numerosi casi in cui attraverso “amministratori pubblici locali” o “tecnici del settore di competenza”, le organizzazioni criminali, spesso e volentieri, hanno pilotato le assegnazioni degli appalti, influenzando così la vita economica, sociale e politica dell’intera regione. In questo tempo di crisi sarebbero opportune delle riflessioni approfondite sulle dimensioni alle quali è arrivato il fenomeno “criminalità organizzata” nella regione più ricca d’Italia. Sarebbe opportuno, senza allarmismi, intraprendere seriamente dei percorsi che portino ad arginare le infiltrazioni mafiose all’interno delle attività lecite ed andrebbero ferocemente represse quelle illecite. Le strategie per combattere le mafie sono due: attraverso la repressione militare ed attraverso una formazione di un coscienza civica. Se per la repressione militare si può omologare quanto fatto nei precedenti anni nei luoghi in cui le mafia erano maggiormente radicate, il percorso di formazione di coscienza civica in Lombardia parte da zero. Gran parte delle popolazione locale, non sente proprio il proble-
ma, alla parola mafia associa altre terre, altre realtà altre genti. Il nord ha compreso in ritardo le infiltrazioni mafiose: esiste un problema psicologico e culturale prima che politico. Il nord deve rompere il suo pregiudizio interpretativo, le mafie non sono una questione geografica ma sono una “questione di opportunità”. Per insediarsi basta controllare una fetta di economia, il mercato non chiede se è legale o illegale ma è interessato solo ai profitti.
ATTUALITÀ
L’NRDC-ITA U celebra il Family Day “Dietro un grande soldato c’è sempre una grande famiglia”, sottolinea il generale comandante Battisti da Kabul. Cinzia Veneziano, responsabile eventi API, ha avuto l’onore di presentare il Family Day alla Caserma Mara della Nato DI GERARDA DE LUCA
na delle caratteristiche principali dell’NRDC - Italy è quello di essere un’organizzazione multinazionale, che trae vantaggio dalle varie esperienze del personale proveniente da 15 differenti paesi in un ambiente particolarmente interessante dal punto di vista professionale e culturale. Perché ciò avvenga è necessario che le diverse culture si confrontino e che le differenze si valorizzino per diventare un punto di forza, e che i singoli componenti siano accomunati dal senso di partecipazione e di appartenenza, integrandosi tra di loro e nel tessuto sociale del paese ospitante in modo da trarre il massimo beneficio da questa esperienza impegnativa ma incredibilmente stimolante. Per rafforzare i legami interpersonali e favorire questi scambi culturali, una volta l’anno tutti i Comandi NATO nelle varie nazioni organizzano una giornata speciale, in cui le famiglie sono protagoniste ed in cui si vuole rafforzare le sinergie con Istituzioni, Associazioni ed Organizzazioni presenti sul territorio. Per questo il 28 settembre 2013, a Solbiate Olona, l’NRDC-ITA ha celebrato le famiglie con il Family Day, allestendo una giornata di festa e di socializzazione, ma anche un’opportunità di parlare di tradizioni e cultura nel luogo di lavoro dei professionisti in divisa. Quest’anno inoltre la manifestazione assume un particolare carattere di vicinanza ai propri cari, in un momento in A lato: parata dei mezzi storici militari.
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cui molti colleghi si trovano a Kabul, impegnati nella missione ISAF, nel teatro operativo afghano. Subito dopo lo spettacolare aviolancio dei paracadutisti dell’ANPI, che sono atterrati al centro dell’evento con il tricolore in mano, il Comandante l’NRDC-ITA, Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti, dal 15 gennaio a Kabul con l’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’International Security Assistance Force (Isaf), ha voluto essere presente al Family Day in videoconferenza, per salutare le autorità intervenute e gli oltre 2500 partecipanti.
Il Gen Battisti ha inoltre sottolineato l’importanza della famiglia per i militari: ”Dietro un grande soldato c’è sempre una grande famiglia, famiglie chiamate ad affrontare enormi sacrifici, sopportando pazienti ed in silenzio le ripetute missioni e la nostra assenza nella quotidianità”. Particolarmente apprezzati sono risultati lo spettacolo della formazione militare ungherese, con le loro evoluzioni con le armi, e della banda militare storica italiana, mentre gli sbandieratori di Cava dei Tirreni hanno catalizzato gli sguardi e gli applausi di grandi e dei più piccoli. Molto apprezzati i conduttori della giornata, la giornalista, regista e organizzatrice di eventi Internazionali Cinzia
In basso: nella pagina sinistra la parata militare ungherese con i fucili; nella pagina destra gli sbandieratori di Cava de Tirreni.
Veneziano (in arte Cinzia Veneziano ArteMondo) e Silvio Minio (in arte Silvio Elvis), che si è anche esibito in una spettacolare performance come sosia di Elvis Presley. I due conduttori si sono esibiti a titolo completamente gratuito. E quale posto migliore per questo “melting pot” di culture poteva esserci dello stand gastronomico, in cui è stato possibile assaggiare le differenti specialità nazionali, tutte magistralmente preparate dal personale della ditta Campagnari, in cui l’Italia è stata rappresentata dai prodotti selezionati dal Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina. Una giornata sicuramente atipica rispetto a quelle che il personale di NRDC-ITA è abituato a vivere all’interno della “Ugo Mara”, ma indispensabile per rafforzare lo spirito di coesione delle famiglie e delle diverse realtà culturali presenti nella caserma “Ugo Mara”.
In alto: nella foto più grande l’Associazione Paracadutisti Italiani con al centro, da destra, il Generale Norton e il Generale Castellano; in quella più piccola da sinistra Cinzia Veneziano, Silvio Elvis e Francesca Mangano coreografa
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SPECIALE
Vigilanza dinamica contro il borseggio, l’accattonaggio ed i furti sui mezzi pubblici
ne della paura di essere oggetto di borseggi e furti sui messi pubblici; - moderato e contenuto nelle altre persone.
Lettera indirizzata al Sindaco di Milano Dott. Giuliano Pisapia ed all’Assessore alla Sicurezza e coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato Dott. Marco Granelli
L’
attività sociale e di ascolto dei bisogni della cittadinanza svolta dell’Associazione Poliziotti Italiani, che oggi conta più di 1000 iscritti solo a Milano, ha permesso di raccogliere la viva preoccupazione di molti concittadini, specie di quelli in età avanzata, circa le condizioni di degrado in cui versano alcune zone della città prossime alle fermate della MM ed alle stazioni ferroviarie. I colloqui informativi svolti con le persone interessate hanno consentito di conoscere l’elevato grado di paura che le pervade quando devono affrontare spostamenti urbani sui mezzi pubblici e 22
quando, nella vita quotidiana, frequentano alcune zone cittadine. Questa “paura” determina in loro una percezione di insicurezza che, nel vero, appare sicuramente superiore ai fenomeni di piccola criminalità effettivamente registrati nella nostra città. Un più approfondito esame delle circostanze di tempo e di luogo che hanno fatto insorgere la “paura” a cui si accennava, ha evidenziato che detto stato di disagio risulta: - forte ed eccessivo nelle persone anziane che molto spesso rinunciano alle uscite casalinghe proprio in funzio-
Detti livelli di percezione crescono esponenzialmente quando si fa riferimento agli orari di frequentazione dei mezzi pubblici e delle zone già menzionate. La fascia oraria ritenuta “più pericolosa” risulta quella in cui i mezzi pubblici sono affollati mentre la fascia oraria serale – 20,00 / 24,00 – è quella giudicata “più pericolosa” per la frequentazione delle aree adiacenti le Stazioni Ferroviarie ed alcune fermate della MM. In particolare ed in questi luoghi, le persone anziane, temono la presenza di zingari, giovani stranieri di evidente origine balcanica nonché gruppi di stranieri di evidente origine medioorientale e america-meridionale. Non desta preoccupazione ma accentuato disappunto, la frequentazione dei mezzi della MM di giovani, artisti e persone che chiedono l’elemosina sulle scalinate che, dopo l’ingresso, conducono ai treni.
Noi Cittadini per la SICUREZZA
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SPECIALE
Infine si è potuto apprendere che, pur in presenza dei risultati recentemente raggiunti dalla Polizia Locale, nel corso dei servizi appositamente programmati e svolti per infrenare il fenomeno, il livello di percezione resta sempre elevato. Sulla base della raccolta di informazioni appena illustrata alcuni aderenti a questa Associazione hanno verificato, sul territorio ed in orari diversi, se la situazione descritta fosse conforme alla realtà. L’accertamento, condotto da persona che ha già effettuato in favore di vari Enti e Società Private servizi di vigilanza dinamica e segnalazione ha evidenziato, come già detto, che la “percezione” risulta invero superiore agli effettivi e registrati fenomeni di cui si tratta. Tale “percezione” risulta però conforme alle realtà: - nelle aree adiacenti la Stazione Centrale, Porta Genova e Lambrate; - nelle aree della MM di Centrale, Lotto, Romolo, - sulle linee “Rossa e Verde” della MM nel tratto ricompreso nella cosiddetta “Cerchia dei Bastioni” nelle ore di punta;
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- sulle linee di trasporto pubblico 54,60,61,70,73,81,87,90,91,92,94,95;
ogni situazione degna di approfondimento o di intervento.
Premesso quanto sopra ed in considerazione dell’attività “no profit” che questa Associazione svolge in favore della cittadinanza l’argomento della sicurezza del trasporto pubblico è stato posto all’attenzione di “Consiglio Direttivo” dell’A.P.I. che ha dato mandato a questa presidenza di offrire gratuitamente al Comune di Milano per tre giorni settimanali nella fascia oraria 7,00-10,00 e 17,00-20,00 un servizio di vigilanza dinamica e segnalazione che sarà svolto da iscritti già appartenenti alla Polizia di Stato o ad altre Forze di Polizia.
Gli addetti saranno interamente coperti da assicurazione appositamente stipulata dall’Associazione che si assume ogni responsabilità in ordine al loro operato che non ricomprende azioni di perquisizione, fermo per identificazione, richiesta di documenti ed ogni altra azione propria degli Agenti di pubblica Sicurezza e/o Ufficiali di Polizia Giudiziaria.
L’API si impegna a svolgere il servizio con tre persone alla mattina e tre nel turno pomeridiano tutte con segno distintivi di appartenenza all’Associazione e con vestiario così come previsto dalle vigenti disposizioni di legge, tutte munite di telefoni cellulari.
Significando che il servizio è fornito “volontario e gratuito” si resta in attesa di conoscere le determinazioni che le SS.LL. vorranno adottare in merito alla proposta avanzata. Nell’assicurare la piena disponibilità ad un incontro teso a fornire ulteriori e dettagliate informazioni su tempi e modalità del servizio offerto si resta in attesa di cortese riscontro. Vogliano gradire le SS.LL. distinti saluti.-
In particolare gli addetti al servizio avranno il compito di utilizzare, d’intesa con il Comando della Polizia Locale, le linee di superficie o MM che saranno indicate dalla stessa Polizia Locale alla quale segnaleranno con immediatezza
Il PRESIDENTE Mario TRITTO
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FINANZA
Il Paradigma della Nuova Finanza U
na rubrica che spiega cos’è la “nuova finanza” della quale sentiamo sempre di più parlare.
La percezione della finanza in Italia e nel mondo Quando nel lontano 1990 mi accingevo ad iniziare questa straordinaria avventura nel mondo della “finanza” non esiste-
DI HRH PRINCE GUGLIELMO RINALDINI vano ancora la crisi delle borse mondiali, la deriva dei “mutui subprime”, l’abuso dei “derivati”. Già allora tuttavia il termine “finanza” veniva percepito da parte della popolazione mondiale come ostile, ancor più in un paese come l’Italia che per motivazioni tipicamente socio-culturali (la presenza del maggior partito comu-
nista dell’occidente e la vicinanza con il Vaticano) intende a torto il denaro quale “illecito profitto” o “strumento diabolico” e non già come molti paesi di formazione protestante una via per la “prosperità”. Del resto è sufficiente fare un semplice raffronto provando a digitare su Google la parola “finanza” sul motore di ricerca italiano e successivamente provare invece il termine anglosassone “finance” e vedremo: nel primo caso apparire brillanti operazioni della “Guardia di Finanza”, che però con la finanza non ha nulla a che fare se non in negativo, oppure ridicole filastrocche postate da appartenenti ai sedicenti “centri sociali” sulla cui intelligenza e utilità lascio ai lettori giudicare; nel secondo caso invece in UK, in USA e nelle giurisdizioni di lingua anglosassone, ecco apparire le società che operano nel settore dei finanziamenti e del “Credit Enhancement”...
una incredibile e ingiusta sperequazione e disparità di trattamento tra cittadini appartenenti allo stesso mondo. Del resto nella stessa Italia la classe dirigente a più riprese ha mostrato di non conoscere neppure la precisa allocazione del paradigma finanziario all’interno della società, collocandolo addirittura all’interno della “economia” o quale sinonimo della stessa o peggio della “marxiana” - e quindi non ortodossa marxista anche intesa come interpretazione generale (e ormai aliena e quindi anche marziana…) - categoria della “produzione”. 26
Noi Cittadini per la SICUREZZA
Che cosa veramente è la finanza La “finanza” è uno specifico totalmente svincolato da “produzione” ed “economia”, uno specifico che al contempo sovraintende ed informa di sé tali categorie inferiori nella gerarchia delle fonti, da tempo affermo questa alterità e superiorità del paradigma finanziario, a tutt’oggi inascoltato. E del resto occorre dire che l’intero pianeta è tuttora influenzato da forme pensiero del tutto prive di realtà e risalenti ai pensatori dell’800, uno fra tutti quel Karl Marx che essendo ebreo aveva perciò stesso interiorizzato l’idea di accumulazione del denaro, ciò a causa dell’ostracismo al quale erano all’epoca sottoposti gli ebrei in Europa. Una idea di accumulazione che ha portato a idealizzare e ideologizzare fattispecie del tutto inesistenti quali la categoria di “capitalismo” e cioè di accumulazione del capitale (cosa che a causa delle persecuzioni e delle relative leggi che li limitavano erano costretti a fare gli ebrei), da cui provengono figure del tutto inventate e inesistenti quali il disneyano Uncle Scrooge (in Italia Paperon de’ Paperoni). Ma nell’unico vero esempio di “libero mercato” rappresentato dagli Stati Uniti d’America noi non assistiamo a processi di accumulazione del capitale, bensì a una dinamica orizzontale e verticale che investe tutte le fasce sociali e generazionali e consente praticamente a chiunque di poter accedere a ruoli importanti con relativo aumento del rischio e a guadagni direttamente proporzionali; cosa che non avviene in Italia dove il maggiore partito comunista, i sindacati e la magistratura del lavoro hanno tenuto il mercato del lavoro bloccato e i salariati, pagati cioè col sale come duemila anni fa e quindi schiavi, come dipendenti a reddito fisso con tutele ma senza la reale possibilità di affrancarsi e poter guadagnare di più. In queste realtà tipiche della modernità si inserisce la “finanza” quale autonoma forma che presiede e preordina le attività umane di libero scambio. Tipico della modernità è il processo di finanziarizzazione, processo per il quale
interi settori dell’esistenza umana assistono al supporto finanziario costante e pervasivo, fenomeno che vede la finanza come necessario motore delle attività (per esempio ricordiamo come i finanziamenti cambiarono le modalità di acquisto dell’auto per esempio nell’Italia degli anni ‘50 e ‘60, consentendo praticamente a tutti di potersi dotare di una utilitaria) e che ha conosciuto però anche derive come quelle della casa per tutti e dei famosi e famigerati “mutui subprime”. Ed altra famosa degenerazione è l’abuso dei “derivati” e cioè di titoli che scommettono sul debito in maniera esponenziale, creando catastrofi con ripercussioni planetarie. In Italia abbiamo assistito a fattispecie relative alle municipalità che accettarono (non potendolo fare essendo i soldi pubblici non assoggettabili a rischio) tali prodotti “derivati”, allo stesso modo di un debitore che si avvicina al proprio usuraio. Ma la “finanza” è tutt’altra cosa e nella sua parte alta vede due settori che interamente governano il mondo, il “Credit Enhancement” che prevede la creazione di società veicolo in giurisdizioni a bassa tassazione e bassa regolamentazione, società che vengono finanziate mediante linee di credito securitizzate sulle quali vengono poi inviate come collaterale “garanzie bancarie” concesse in riassegnazione anno per anno, il “Private Placement” figlio dei primi Piani Marshall che vede l’operatività di acquisizione di bond bancari (ovvero di emissioni bancarie primarie con expiry date, data di scadenza per l’incasso) in vendita a vista a prezzo notevolmente inferiore al valore facciale. Si tratta di titoli presenti nelle forme di “garanzie bancarie” e “MTN” (medium term notes), emissioni che non avendo il rischio del default (rischio tipico delle azioni), garantiscono il “Private Placement” quale unico esempio al mondo di leva
finanziaria esclusivamente positiva con capitale garantito ed elevato rendimento.
Conclusioni Quando anni fa mi ritrovai al Dicastero Finanze del Canton Ticino a parlare con l’allora Ministro delle Finanze On.le Marina Masoni e Le esposi l’opportunità di dotare le municipalità elvetiche e lo stesso stato confederale elvetico di una struttura terza in grado di finanziarlo, struttura basata sul “Private Placement” la sua risposta fu “è una idea bellissima ma purtroppo non ce lo faranno fare”. Nel 2006 al Festival della Modernità vengo invitato dal professor Armando Verdiglione per parlare di “Nuova Finanza”, termine da me coniato in relazione alla Nuova Fisica nelle cui leggi si rispecchia totalmente. Nel 2013 dopo aver creato la Guglielmo Rinaldini Finance d.o.o. società finanziaria specializzata nel “Credit Enhancement” ho creato a tale scopo la società di investimenti Guglielmo Rinaldini Investicije d.o.o. specializzata in “Private Placement” e in accordo con il maggiore banchiere sloveno France Arhar e in accordo con il capo del Fondo Monetario Internazionale la signora Christine Lagarde intendo dotare privati e istituzioni di tale strumento di investimento ad alto rendimento e capitale garantito.
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SPECIALE
Festival degli Artisti delle Forze dell’Ordine e Militari Un evento unico nella storia dove le sinergie fanno la differenza DI CINZIA VENEZIANO
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uest’anno come ogni anno da 18 anni, l’Associazione Poliziotti Italiani - API, svolgerà il Megashow della Befana della Polizia di Stato in collaborazione con Kaifashow. net, Freddofiamma.com e il Principe Guglielmo Rinaldini. L’idea di trasformare il Megashow in un evento Internazionale, attraverso un Festival, l’ha avuta Cinzia Veneziano (General Manager di Kaifashow e responsabile eventi dell’Associazione), proponendola al Presidente dell’Associazione Mario Tritto. Il Festival alla sua Prima edizione, vuol rendere onore all’impegno nell’adempimento del loro dovere per la Nazione di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Militari, Nazionali ed Internazionali, ponedo come obiettivo principale, favorire nei cittadini ed in particolar modo di diffondere nei giovani la crescita di valori morali quali l’onestà, la giustizia e la solidarietà Molti sono gli appartenenti ai vari corpi che presentano una vena artistica, ed a loro, abbiamo voluto dedicare un Festival, che faccia da unione con le giovani leve; futuro del nostro paese: il FAFOM.
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Il Festival è aperto ai componenti delle Forze dell’Ordine e Militari in attuale servizio attraverso un contest aperto a tutti gli artisti emergenti. Se non più in servizio, non devono essere personaggi di pubblica fama. Le categorie sono: cantanti – musicisti – performer – comici – arti varie – scultura – pittura – fotografia. Possono partecipare al Festival gli appartenenti di: Polizia di Stato – Carabinieri -Finanza- Polizia Penitenziaria – Polizia Forestale - Esercito - Aereonautica Militare Marina Militare - Vigili del Fuoco – Polizia Locale. Nazionali ed Internazionali. La Finale si terrà nella Regione Lombardia il giorno 6 Gennaio 2014 in concomitanza del MEGASHOW della Befana delle Forze di Polizia, al Teatro dal Verme di Milano. CONTEST ARTISTI EMERGENTI CIVILI Per dare una possibilità ai giovani artisti
non appartenenti ai corpi delle Forze dell’Ordine e Militari, è stato aperto un contest che darà l’opportunità al vincitore di essere ospite durante la manifestazione del 6 di Gennaio 2014 al Teatro dal Verme di Milano e godere del premio collettivo. Le iscrizioni si potranno effettuare con le stesse modalità come da regolamento, inviando il materiale a: festival@fafom.net (sito ufficiale: www.fafom.net). Gli iscritti saranno contattati dall’organizzazione e invitati alle selezioni che si svolgeranno attraverso un Tour in 5 città, dal Nord al Sud, che saranno comunicate e svolte durante il periodo Settembre/Dicembre. Saranno accettti solo INEDITI. Tutti gli artisti canteranno su basi musicali. I PREMI Per il corpo di appartenenza del vincitore del Festival sarà girato un promo pubblicitario sulle attività del corpo stesso
(previ accordi con gli organi di competenza), che sarà mandato in onda a livello nazionale e internazionale attraverso i canali che aderiranno all’iniziativa. Per i primi 3 classificati: - 1° produzione professionale di un video e di un singolo; - 2° una settimana in un resort per 2 persone; - 3° un omaggio da un DESIGN di Assomodaitalia. Premio collettivo: Verrà registrato un cd/singolo del Festival (in studio di registrazione professionale), con tutti i partecipanti alla finalissima, che verrà distribuito pubblicamente. Premi per le cateorie: scultura – pittura – fotografia Organizzazione di mostra in un locale milanese di prestigio per due settimane con relativa pubblicizzazione performer – comici – arti varie 3 serate in location di prestigio, con relativo ufficio stampa. 29
SPECIALE
REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE 1° EDIZIONE del FESTIVAL FAFOM Festival degli Artisti delle Forze dell’Ordine e Militari ART. 1 Il Festival è aperto ai corpi di: Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Forestale, Esercito, Aereonautica Militare, Marina Militare, Vigili del Fuoco, Polizia Locale, FORZE ARMATE E DI POLIZIA INTERNAZIONALI ART. 2 Il Festival è suddiviso in 9 categorie: cantanti (cover o inediti su basi musicali); musicisti (con propri strumenti); performer (circense, magia, illusionismo etc); comici - arti varie scultura (sarà ammessa una sola opera. Tema: la SICUREZZA); pittura (sarà ammessa una sola opera. Tema: la SICUREZZA); fotografia (sarà ammessa una sola opera. Tema: la SICUREZZA). Le adesioni di partecipazione potranno avvenire attraverso l’invio del materiale alla mail: festival@polizia.org oppure fafom@kaifashow.net specificando la categoria di appartenenza, il corpo di appartenenza e i dati anagrafici comprensivi di contatti, indicando anche il consenso al trattamento dei dati e alla divulgazione mediatica relativa al Festival. 30
ART. 3 Una pre selezione avverrà attraverso una giuria tecnica composta da personaggi scelti dall’organizzazione, on line e saranno comunicati i nomi dei partecipanti che accederanno alla preselezioni per la finale che si terrà in una location milanese, che permetterà l’accesso alla fase finale del Festival che si terrà il 6 gennaio 2014 c/o il Teatro dal Verme di Milano. ART. 4 Le preselezioni, avranno una votazione sia web tramite diretta web, che attraverso il pubblico presente e con votazione finale di una giuria tecnica che potrà esere diversa dalla giuria della Finalissima. ART. 5 L’iscrizione al Festival è completamente gratuita. ART. 6 I premi previsti, saranno consegnati e realizzati previ accordi con i partner e i relativi vincitori. ART. 7 Il termine ultimo per presentare tutto il materiale di adesione è previsto per il 15 di dicembre 2013. La data della finalissima è il 6 gennaio 2014 e la location è il Teatro dal Verme
di Milano (ma potrà subire una variazione a secondo del numero di adesioni). GIURIA MARCO RUGGERI Compie dai 9 anni i primi studi musicali con il M° Maurizio Bellorini continuando poi lo studio del Pianoforte con il M° Marco Gottardello. A 17 anni intraprende lo studio del Canto Polifonico Vocale con il M° Giuliano Bellorini, partecipando a numerosi concerti con l’Ensemble Polifonico Vocale “Cordis Gaudia” per poi approfondire la tecnica vocale e l’uso diaframmatico con la prof.ssa Adele Cossi. Dal 1992 al 1995 è Organista e direttore del Coro presso il Santuario della Madonna del Sasso nella provincia di Varese. Dal 1998 al 2000 collabora con la SAIE - San Paolo di Perugia per le selezioni dei giovani partecipanti alle Edizioni della trasmissione televisiva “Zecchino d’Oro” – RAI 1 delle prov. di Milano, Como e Varese. Realizza spettacoli e selezioni con l’allievo del M° Demo Morselli di Mediaset, M° Riccardo Borghi e con Alessandro Gobbi (Bim Bum Bam) e il M° Franco Califano. Nell’anno 2000, in occasione del Grande Giubileo si esibisce in Piazza S. Pietro alla presenza del Cardinale Carlo Maria Martini e della Televisione Vaticana. Ha appoggiato l’attività artistica e concertistica del Coro Polifonico
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“San Giovanni Battista” e “San Giulio”. Si è esibito in cerimonie religiose con il M.° A. Pellegrini, violinista della Scala di Milano. Nel 2002 e 2008 si esibisce in occasione delle celebrazioni pasquali, nel coro a sostegno della Cappella Sistina diretta da Mons. Giuseppe Liberto nella Basilica di San Pietro e in Piazza S. Pietro alla presenza di S.S. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, trasmesse dalla Televisione Vaticana e dalla Rai e in occasione della canonizzazione di S. Pio da Pietrelcina. Dal 2005 al 2009 è corista nel Coro Internazionale European Cantores che ha ottenuto il riconoscimento con la medaglia del Presidente della Repubblica Avv. Giorgio Napolitano per l’esecuzione della “Mass for Peace” di Karl Jenkins e la nomina ad Ambasciatore della Pace da parte dell’ONU. Dal 2001 al 2011 è segretario e giurato nominato dal Ministero dell’Istruzione per il Concorso Canoro Internazionale “Cuoricino d’Oro”, presentato da Maria Teresa Ruta, collaborando con numerosi artisti tra i quali il M° Fabio Gangi (pianista corista e compositore nonché collaboratore stabile nelle tournèe con RON) e il M° Giuseppe Soppelsa cantante lirico e insegnante CMT Estill Voice Training EVT collaboratore di Loretta Martinez). Nel settembre 2009 collabora in qualità d’arrangiatore per la presentazione di brani per le selezioni delle nuove voci del Festival di Sanremo con la supervisione del M° Pierpaolo D’Emilio dei “Dirotta su cuba”. Nel 2010 fa parte dei soci fondatori dell’Associazione “NOTE FUTURE” per la realizzazione del 1° Festival Itinerante della Chitarra in Vallesabbia (BS) collaborando con il M° Claudio Piastra. Nello stesso anno apprende le nozioni base della tecnica Voice Craft presso la scuola SA CANTO & MUSICA di Milano con il M° Stefano Anelli, vincitore del disco per l’estate nel 1997 con il Due “GEMINI”. Nel 2011 è uno degli organizzatori della partita di calcio benefica “IL RESPIRO DELLA VITA” con la partecipazione della Nazionale Calcio TV. Dal 2013 fa parte del coro pontifico “Mater Ecclesiae”, diretto dal M° Mons. Marcos
Pavan, che accompagna assieme alla Cappella Sistina le celebrazioni ufficiali del Pontefice.
Artistico dell’evento This time is for you dedicato a Michael Jackson, che si tiene al Teatro Fraschini di Pavia.
ANTONIETTA INCARDONA Si è diplomata presso il Conservatorio F.E.Dall’Abaco di Verona sotto la guida del M. V. Balzani, ha conseguito con il massimo dei voti la laurea di II livello in pianoforte con indirizzo interpretativo in musica da camera presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano con il M. Zanardi e la Prof.ssa M.Grauso e all’Accademia Internazionale Pianistica di Imola con il M. P.N. Masi. Si è laureata in musicologia al DAMS di Bologna con una tesi analitica sulle Sonate per pianoforte di C. A. Landini pubblicata nel 2001 dall’ed. Rugginentttenuto riconoscimenti e premi in numerosi concorsi nazionali e internazionali. Attiva anche nel ruolo di direttore d’orchestra (ha diretto tra l’altro l’orchestra d’archi Nuova Cameristica di Milano). E’ docente di pianoforte principale presso la Scuola Civica di Vermezzo (Mi). Collabora da anni con l’Orchestra del Teatro da Camera di Piacenza, con la quale ha effettuato incisioni discografiche, con l’Orchestra Sinfonica “A. Zanella” diretta dal M. F. Dorsi e l’Orchestra fiati diretta dal M. L. Caggiati per numerosi musical. Negli ultimi anni si è dedicata all’approfondimento del repertorio brahmsiano e alla musica del novecento, svolgendo intensa attività concertistica come solista e in formazioni di musica da camera, ottenendo ampi consensi di critica e di pubblico ed effettuando registrazioni televisive, tra cui Rai 3, e radiofoniche. Dal luglio 2007 esegue concerti per pianoforte presso il rinnovato Salotto di Milano, ovvero la Galleria V.Emanuele II (Ottagono), per l’iniziativa Romanticamente…a Milano, grazie all’Assessore all’Arredo Urbano e Verde, Maurizio Cadeo con la collaborazione del Town House Galleria 7. Nell’agosto 2010 ha inciso un brano per il coreografo del Teatro Alla Scala di Milano M°. Noah Gelber. Dal Novembre 2010 è Presidente dalla Polimnia Associazione Culturale, con sede a Milano. È Direttore
M-ART1 Nasce in Camerun, dove ho acquisisce le basi della musica attraverso la vita di tutti i giorni, come è consuetudine in Africa. Sagre, feste culturali e funerali religiosi. Ha fatto parte di gruppi in varie aree che vanno dal gospel gruppi corali di musica profana della città di Yaoundé. Approdato a Milano per proseguire gli studi, ha collaborato con vari grandi artisti e ha partecipato per diversi anni al Festivalbar, TV Tour in promozione e in varie situazioni Live Show a sostegno di artisti internazionali e famosi come Patrice, Craig David e John Legend. MUSIC CITY SQUARE È un luogo di creazione, realizzazione e promozione delle arti musicali in cui giovani musicisti possono provare in modo indipendente a realizzare i propri sogni nel mondo della produzione musicale. L’idea è quella di tracciare un percorso nel mondo dello spettacolo in un clima amichevole necessario per l’ideazione di opere di alta qualità artistica, musicale e commerciale. Music City Square è un sogno per tutti coloro che credono e vogliono esprimersi artisticamente senza passare attraverso pesanti meccanismi speculativi di case discografiche di grandi dimensioni “Majors”. Gli elementi che sono importanti per noi sono: la precisione del lavoro creativo., la collaborazione tra talenti, la serenità nel lavoro di creazione. Infine, crediamo nella verità e nel buon gusto, perché vogliamo dare al pubblico ciò che vuole senza compromessi. E con umiltà, proponiamo anche ciò che ci piace, perché siamo noi stessi il primo pubblico. VIVIANA BAZZANI Dire o pensare che a Viviana Bazzani abbia difettato nella vita una specie di curiosità globale o un impegno professionale civile spesso ai limiti, e non 31
SPECIALE
oltre, delle proprie forze, sarebbe davvero una bugia. Spinta da una forte determinazione riesce a superare nel 1986,all’età di 23 anni , un concorso storico alla Polizia di Stato, il primo che selezionava e sceglieva le donne poliziotte. Il percorso professionale di Viviana impatta subito con la realtà difficile delle volanti. C’è comunque voglia e tempo per conseguire una laurea in Sociologia,materia che influenzerà tutte le sue grandi scelte. Già prima di indossare la divisa,Viviana Bazzani aveva frequentato con successo il mondo dei concorsi di bellezza (miss Italia 1985-miss Cinema Liguria),delle televisioni private e soprattutto delle pubblicità (tra i numerosi spot il volto del prodotto “Coccolino” all’interno del programma Pentatlon di Mike Buongiorno). Il cambiamento totale di rotta non solo non la danneggiò, anzi le valse nel 1988 a Vasto in Abruzzo il premio “Donna dell’anno” per i meriti maturati sul campo come servitrice dello Stato. Intanto la vita di Viviana da poliziotta impone responsabilità sempre più gravose e nello stesso tempo,umanamente gratificanti. Fa parte in più occasioni della scorta romana del Giudice Falcone. Dopo le stragi di Capaci e di Via D’Amelio,scrive un libro dedicato ai caduti nella lotta alla mafia( “Il nostro zoo senza la piovra”). Fonda insieme ad una collega siciliana il comitato intitolato ad Manuela Loi ,donna poliziotta morta nella strage di Via D’Amelio. Le pagine del libro,a testimonianza diretta unita alla volontà specifica dei vertici della polizia di allora,fanno sì che Viviana venga invitata presso numerose scuole della Sicilia per riservare la memoria storica e la legalità nei pensieri dei più giovani. All’inizio del 1993, l’Abruzzo torna nella vita di Viviana. Viene,infatti,trasferita a Pescara dove prosegue un lavoro assiduo, specialmente notturno,a bordo delle volanti. Negli anni pescaresi,Viviana Bazzani opera con particolare riguardo ai problemi legati alla violenza sulle donne,sui minorI, alle questioni di degrado familiare (unica don32
na poliziotto col semplice grado di agente che il Ministero degli Interni indicò quale responsabile dell’ufficio Minori della Questura di Pescara). Nel 1997,durante un’azione volta ad interrompere una rapina tra bande di extra comunitari, viene ferita e perde quasi completamente l’uso dell’occhio sinistro. Rientra comunque in servizio per un lungo periodo prima di essere definitivamente riformata, al termine di una storia lavorativa di oltre 24 anni. Nel 2007,praticamente per caso, è nel cast del reality “L’Isola dei Famosi”,nella prima edizione che aprì alla partecipazione dei concorrenti “non famosi”. Viviana lascia comunque il segno nel gioco televisivo nei due mesi di permanenza sull’isola, intercettando il gradimento del pubblico,in particolare di quello femminile. Da allora Viviana Bazzani frequenta gli studi televisivi nazionali in qualità di opinionista e sulle reti satellitari di conduttrice. Il 7 dicembre del 2012, presso la sala consigliare del Comune di Roma, le viene conferito il premio internazionale “CARTAGINE” con decreto del Presidente della Repubblica Italiana.
FABIO ARRIGO In arte FaberJ, titolare della Show Ary Agency, da oltre 20 anni manager di personaggi a livello internazionale. Show Art Agency è un’agenzia di booking e management internazionale, che è stata creata dall’unione di professionisti con più di venti anni di attività nel mondo dello spettacolo. Oggi siamo orgogliosi di lavorare solo con veri artisti, e di collaborare con importanti agenzie estere, mettiamo a disposizione i migliori eventi nazionali e internazionali, e produciamo i nostri spettacoli e tournée in tutto il mondo. I nostri clienti sono i migliori club e le organizzazioni che serviamo con grande precisione e professionalità, come evidenziato anche dagli eventi che abbiamo organizzato. Alcuni dei personaggi in esclusiva Mondiale di una delle più conosciute agenzie Italiane nel Mondo: Adam Clay - Craig
David - Aniceto Dj Star Tv – Bob Sinclar - Bryant Baldwin - Naike Rivelli aka Naiked – Paris Hilton e molti altri.
ANDREA MONTEFORTE Nasce come musicista e compositore, dopo aver girato l’Italia e gran parte dell’Europa grazie alla sua musica, (riscuotendo notevole successo di pubblico e critica), pubblica in Svizzera, nel 1985, il suo primo disco dal titolo “Forte come me” prodotto dalla KNOFLOK international music. Nel 1989 inizia una lunga e produttiva collaborazione con Gino Paoli da cui nasceranno due album: ““LO SPIAZZALE” pubblicato da CGD nel 1990 e “ANDREA MONTEFORTE” l’album omonimo pubblicato nel 1992 da RTImusic; oltre alla possibilità di partecipare a tutti i tour del cantautore. In questo periodo l’artista prenderà parte anche ad importanti Manifestazioni Musicali Italiane tra cui il “PREMIO TENCO” e il “FESTIVAL di SANREMO”. Nel 1993 fonda a Milano La “MAKING MUSIC” (società di servizi musicali), e l’anno successivo pubblica un singolo dal titolo “ORA” DSB. Nel 1995 esce il suo terzo album dal titolo “INVENTIAMOCI QUALCOSA” prodotto dalla SONYmusic, nello stesso anno partecipa a numerosi concerti promozionali negli USA per promuovere lo stesso album. Nel 1996 vengono pubblicate in Europa dalla Sony music alcune importanti compilation da titolo “MOMENTI ITALIANI” che vedono Andrea protagonista insieme a nomi come Zucchero, Bocelli, Giorgia e tanti altri... Tra il 1996 e il 2000 Andrea diventa anche autore televisivo principalmente per le reti MEDIASET, azienda per la quale scrive anche diverse sigle per Soap opera quali “RIBELLE” con Grecia Colmenares (rete4) e “STELLINA” con Andrea Del Boca (sempre per rete4). Nel 2000 fonda a Roma la “OVERSEAS GROUP” società di format televisivi e nel 2001 incontra Shaila Rubin direttore casting cinematografico tra i più importanti del mondo.Tra i due nasce oltre che una splendida amicizia, anche una fantastica colla-
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borazione che porterà Andrea ad interagire con molti registi e produttori per la scrittura di colonne sonore per films. Andrea è anche Editore/produttore e arrangiatore musicale, lavoro che condivide con il suo socio Beppe Stanco presso i propri studi di Milano “Beat sound”. Collabora frequentemente con musicisti e produttori artistici londinesi con lo scopo di dare alle sue composizioni suoni e atmosfere dal sound fortemente internazionale. Andrea è anche proprietario e amministratore unico della PRINCE srl, società con la quale gestisce e produce format e eventi di grande risonanza e spessore, tra i quali il festival di Castrocaro Terme RAI UNO e tanti altri. Raffinato scrittore ha già pubblicato diversi romanzi tra i quali “Maledetto sia il destino”. PARTNERS Radio 105 - Virgin Radio - Radio Montecarlo, mette a disposizione un proprio Dj di fama nazionale per il corpo giuria (al momento non identificato), oltre che la promozione dell’iniziativa. DEAMINA MAGAZINE (magazine Internazionale bimestrale di Moda e Spettacolo) 120 testate redazionali on line del circuito wordpress tyou tv web del regista Marco Frosini Quotidiano LA PROVINCIA ASSOMODAITALIA Fanno capo ad ASSOMODA gli intermediari commerciali che agiscono nei settori abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi. Possono farne parte anche aziende produttive, operatori del settore moda e sport. L’Associazione, nata nel 1969, ha sede a Milano con recapiti a Barcellona, Londra e negli Stati Uniti. Assomoda è nel cuore della moda e dello sport. Assomoda, nella sua funzione di rappresentanza e tutela, si propone come interlocutore e punto di riferimento preciso nei settori della moda e dello sport; concorre alla realizzazione die-
venti, iniziative e manifestazioni fi eristiche utili al loro sviluppo perseguendo obiettivi di valorizzazione della professionalità e dell’immagine dei soci. Assomoda è impegnata principalmente a: Promuovere e tutelare gli interessi morali, sociali ed economici dei settori rappresentati nei confronti di qualsiasi organismo, sia pubblico che privato; Favorire le relazioni tra gli associati per lo studio e la risoluzione dei problemi di comune interesse; Collaborare con gli Enti Organizzatori per la realizzazione delle manifestazioni fi eristiche di settore; Raccogliere e mettere a disposizione degli associati informazioni, rilevazioni e studi di mercato nel settore della distribuzione intermedia; Partecipare in modo attivo allo sviluppo dei settori della moda e dello sport attraverso il confronto con le Amministrazioni locali e nazionali e le altre organizzazioni di settore. AFI – ASSOCIAZIONE FONOGRAFICI ITALIANI (www.afi.mi.it) BLU & BLU – PRICE, etichetta discografica La Bella & La Voce ( www . l a b e l laelav o c e . it ) - Francesco Ganci PATROCINI In attesa di ufficializzazione del patrocinio di: Expo 2015, Ministero degli Interni, Difesa, Presidente della Repubblica, Vaticano, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Città di Milano.
Responsabile Progetto: D.ssa Cinzia Veneziano 3894417033 – 02 30410581 Presidente API: Mario Tritto 02 - 20410581 Info: festival@polizia.org veneziano_cinzia@yahoo.it www.polizia.org www.kaifashow.net
FAFOM Festival degli Artisti delle Forze dell’Ordine e Militari 33
SPECIALE
HrH Prince Guglielmo Rinaldini DI CINZIA VENEZIANO
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asce il 3 maggio 1964 sotto il segno del Toro e della stella Gamma Andromedae.
All’età di 13 anni viene iniziato alla Rosa Croce Gnostica attraverso la visione della Rosa di Cristallo e comincia a studiare i testi di George Ivanovich Gurdjieff. Fino a tutti gli anni 80 studia privatamente e si forma anche presso l’Università di Bologna dove consegue ottimi voti in materie quali Psicologia, Sociologia, Comunicazioni di Massa, Filosofia Estetica e dove istituisce di sua iniziativa anche il “Seminario Multidisciplinare di Fisica Acustica ed Etnomusicologia Comparate” con i professori Pietro Righini, docente di Fisica Acustica e Tullia Magrini, docente di Etnomusicologia. Nel 1990 dopo aver studiato presso l’ISPA (Istituto Sperimentale di Psicodinamica Applicata) di Milano, allievo del Prof. Livio Vinardi docente di Fisica delle Radioonde e titolare dello studio sul bioplasma finanziato dall’Università di San Francisco (USA), e dopo esser stato allievo del Prof. Peter Mandel ideatore del sistema diagnostico ETD/DPT (diagnosi dei punti terminali dei meridiani), metodo basato sull’Elettroagopuntura del Prof. Reinhold Voll, ed avendo avuto numerosi successi in tutta Italia nel campo della naturopatia, della medicina olistica e come esperto di inter34
pretazione di elettrofotografie effettuate tramite Camera Kirlian, partecipa come il più giovane conferenziere al Seminario “DE RERUM NATURA” che si tenne alla Facoltà di Chimica dell’Università di Bologna: DE RERUM NATURA Nel corso degli anni 90 modifica radicalmente la sua propria mission e si dedica al settore finanziario divenendo in breve un riferimento del “banking introduction” per le operazioni di fido rotativo basate sullo “smobilizzo di portafoglio assegni commerciali” presso le banche della Repubblica di San Marino, lo stato enclave costituito nel 301 a.C. dai profughi dalmati perseguitati dall’Imperatore Diocleziano e avente seggio all’ONU. In Repubblica di San Marino segue anche l’iter istruttorio per la richiesta di nuove imprese in quella giurisdizione avendone nulla-osta dall’allora Ministro dell’Industria (successivamente alle Finanze e agli Esteri) On. Fiorenzo Stolfi fraterno amico. Nello sviluppo dell’attività a supporto della finanza di impresa diviene agente per BRITANNIA la società di fidejussioni anglosassone avente codice ABI in Italia. In quello stesso periodo e tramite amici comuni della suddetta compagnia in breve diviene mediatore di let-
tere di credito stand by emesse da UBS Manno (Lugano Nord) verosimilmente riconducibili a strutture estere di una nota multinazionale. La richiesta di lettere di credito stand by concesse attraverso Purchase Agreement è a tutti gli effetti la versione mediterranea del prestito di strumento bancario (c.d. prestito d’uso) ben tipizzata e perfettamente normale nei paesi anglosassoni sotto la terminologia “Lease Sblc” e facente parte di quel settore della “Finanza Strutturata” denominato “CREDIT ENHANCEMENT”. Nel frattempo sono molti gli imprenditori (anche noti, pensiamo a Giorgio Mendella, creatore del network televisivo RETEMIA e di DOMOVIDEO nel suo rilancio attraverso GHOST TECHNOLOGY SPA), i politici, i funzionari dei servizi segreti, dell’Intelligence e delle Forze di Polizia a livello internazionale, visibili peraltro nel blog di Guglielmo Rinaldini. Il 23 maggio del 2003 riceve il primo Fee Protection Agreement da parte di uno dei maggiori trader di Garanzie Bancarie al mondo, lo zurighese ultrasettantenne ed ex dirigente di Banca Stato, Rudolf Keller motore finanziario di banche e di istituzioni quali la N.A.T.O. e la CROCE ROSSA. Il 24 aprile del 2004 gli viene concessa la “diretta” dallo stesso Keller per il Pri-
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vate Placement Investment Program, basato sulla compravendita di Garanzie Bancarie con expiry date vendute a vista a prezzo inferiore al valore facciale e gestite come zero coupons: DIRECT MEDIATION PPIP - RUDOLF KELLER Ma già il 29 gennaio del 2004 aveva ottenuto una opzione per la mediazione in diretta, relativa a compravendita di Garanzie Bancarie da un fiduciario di istituzionali con patentino N.A.T.O. in Siria nell’ambito del “Greater Middle East” (“Piano Marshall per il Medio Oriente”): GREATER MIDDLE EAST - G.W.BUSH Il 16 giugno del 2005 gli vengono offerte, le cariche di DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO AFFARI RISERVATI E GENERALI delle strutture D.S.S.A. - Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo. Ma anche il mondo intellettuale lo nota attraverso uno dei maggiori pensatori viventi, lo psicanalista e scrittore Prof. Armando Verdiglione che lo invita a tenere una conferenza su “Nuova Finanza: Strumenti bancari per il supporto all’impresa” al Convegno “Modernitas” organizzato dall’ “Università del Secondo Rinascimento - The Second Reinassance” e dalla “Edizioni Spirali”. Non da meno la già citata Intelligence che gli affida attraverso l’Ammiraglio Miles Messervy (SIS-MI6 - Intelligence Militare Britannica) il ruolo di amministratore del gruppo Intelligence Bar. Decide di dar vita a STRATEGIC INTELLIGENCE DIVISION - STRATINT insieme a FARAH ABDULOVA (Ferah Leventoglu Abdulova, oggi Ferah Fedorova) figlia di un dirigente dell’Intelligence degli Emirati Arabi Uniti, gruppo che ha superato da tempo i 500 membri e si pone come riferimento mondiale per il settore INTELLIGENCE E GEOSTRATEGIA: STRATEGIC INTELLIGENCE DIVISION – STRATINT Nello stesso periodo viene invitato da Andrew Matthew Mc Cullin del NYPD - New York Police Department nel network COPS, far parte della rete di poliziotti mondiale creata dai poliziotti americani del NYPD: COPS NETWORK E prima ancora viene invitato nel network mondiale delle Forze dell’Ordine: LAW ENFORCEMENT TODAY
Nelle immagini: sopra, a sinistra HrH Prince Guglielmo Rinaldini con Carmine Abagnale; a lato, a sinistra il Sindaco Giacomo Massa (il Sindaco più giovane d’Italia) con Hrh Prince Guglielmo Rinaldini Da 20 anni si occupa di FINANZA con specifico riferimento al CREDIT ENHANCEMENT, alla mediazione indiretta di Garanzie Bancarie in Affitto e in Vendita, alla introduzione nei Private Placement Investment Programs. È anche incorporatore di Ltd di diritto britannico e di Corporation del Delaware di diritto statunitense: WALSH FINANCE CORPORATION Nel 2010 riceve la Laurea in Scienze Economiche e Finanziarie dalla Western States University di Austin - Texas (USA). Nel corso del 2011 Guglielmo Rinaldini viene scelto come Presidente del Consiglio di Amministrazione delle società finanziarie elvetiche WALSH FINANCE CORPORATION SA, WALSH FINANCE CORPORATION AG e GFI FINANZ UND IMMOBILIEN AG. Nello stesso anno a causa dell’eccedente potere dato dalla legge ai fiduciari decide di lasciare tutti i ruoli in Svizzera. Procuratore della società di investimenti FRAYLAND INTERNATIONAL INC. di Panama e Director della FRAYLAND
VENTURE LTD, Guglielmo Rinaldini è anche nel 2012 Presidente del Consiglio di Amministrazione della WALSH FINANCE CORPORATION con sede nelle Hawaii (USA). Sul finire del 2012 assume l’incarico di dirigente della Guglielmo Rinaldini Finance d.o.o. società di servizi finanziari in Slovenia. Nel 2013 diventa dirigente della Guglielmo Rinaldini Investicije d.o.o. società di investimenti in Slovenia con capitale sociale di €.130.000 specializzata nel Private Placement. Al titolo di Conte per diritto dinastico (essendo nipote del Conte Eugenio Haeberlin di Senftenau - Lindau) ha aggiunto il titolo di Sua Altezza Reale Principe Guglielmo Rinaldini. Sostenitore, socio onorario dell’Associazione Poliziotti Italiani – API. 35
ATTUALITÀ
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l mandato di Giuliano Pisapia, attuale sindaco di Milano, era partito sotto i migliori auspici: contenimento e razionalizzazione delle spese relative alle consulenze e sprechi in generale ma, allo stesso momento potenziamento dei servizi al cittadino. Ad oggi notiamo con rammarico, purtroppo, che queste promesse non sono state mantenute. Mentre Palazzo Marino chiede sacrifici ai cittadini per far tornare i conti, con Atm che pur aumentando il costo del biglietto abbassa le luci di alcune stazioni del metrò per risparmiare energia, lo staff del sindaco continua a gonfiarsi. Più di settanta assunzioni di natura “fiduciaria”, oltre 230 consulenti esterni tanto che oltre l’opposizione anche una parte della sinistra è delusa per la leggerezza con la quale il sindaco ha imbarcato in Comune l’intero staff della campagna elettorale. Il caso è stato più volte sollevato anche dal presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, che aveva preso carta e penna per denunciare l’andazzo: “Non possiamo dare l’impressione che in Comune vengano assunte persone per la loro vicinanza politica a chi ha vinto le elezioni”. Non a caso è notizia di giorni che il passivo del bilancio di previsione del 2013 sia di 437 milioni di euro. Ne consegue che da questa si-
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Crescono le multe a Milano Intervista a Mauro Cobelli, segretario CISL e coordinatore della Polizia Locale di Milano DI MATTEO ABAGNALE tuazione, chi ci rimette sono i cittadini e i semplici dipendenti comunali le cui sorti si vanno addirittura ad intrecciare nel caso della Polizia Locale. Abbiamo sentito il segretario CISL coordinatore della Polizia Locale di Milano, Mauro Cobelli: Ci descriva la situazione in seno alla Polizia Locale, cosa sta succedendo? “Il settore Polizia Locale dopo la riorganizzazione attuata dalla nuova amministrazione, pur di far fronte alle notevoli
incombenze istituzionali ha dovuto utilizzare la disponibilità dei suoi Agenti che, con devozione e sacrificio, hanno permesso la nascita dei tanto richiesti ‘Vigili di Quartiere’”. È vero ciò che si sente dire sul giro di vite riguardante le retribuzioni straordinarie? “Il problema già rappresentato all’amministrazione nelle apposite sedi, ha comportato un aggravio di costi per l’amministrazione in quanto i servizi per
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la sicurezza svolti dagli Agenti di Polizia Locale della Città sono stati necessariamente ricoperti con ‘retribuzioni straordinarie’: chiaro che oggi sentire che per sanare un buco di bilancio si tagli del 60% l’ammontare delle disponibilità economiche fin ora disponibili nel ‘Settore Sicurezza e coesione sociale’ è quantomeno ‘allarmante’ per la cittadinanza; sentire poi che da gennaio sono stati assunti altri consulenti esterni ‘deprimendo ulteriormente le professionalità interne’ non fa altro che rilevare quanto già denunciato pubblicamente oltre che dall’opposizione anche dal presidente del Consiglio Comunale Basiglio Rizzo nel merito ‘di personale aggiunto nello staff dell’Amministrazione’, lo stesso sempre molto attento al dispendio di energie sociali ed economiche dell’Ente”. Come commenta l’aumento esponenziale delle sanzioni amministrative nei confronti degli automobilisti? “Il buco nella previsione di bilancio ha poi di conseguenza indotto l’Amministrazione a sollecitare gli Agenti di Polizia Locale a ‘rilevare’ con maggiore attenzione le infrazioni sia al C.d.S. sia ai Regolamenti Comunali, creando nella cittadinanza una sfiducia complessiva verso chi opera nella pubblica amministrazione con o senza divisa”. Ad oltre un anno dall’attuazione ci fa un breve commento sui benefici che
ha portato l’attivazione di “AREA C”? “L’Area C istituita un anno fa, ha notevolmente ridotto la sua influenza su inquinamento e traffico locale, causando di contro la crisi di numerose attività commerciali (e perdita di posti di lavoro) che hanno chiuso i battenti per non essere state in grado di adeguarsi rapidamente alle nuove regolamentazioni comunali”. I residenti di alcune zone di Milano, a causa dei numerosi lavori stradali, si trovano costretti a parcheggiare in divieto di sosta incappando inevitabilmente in sanzioni, come si può migliorare la situazione?
“Nel Settore ‘Polizia Locale sicurezza e coesione sociale’ nelle varie sedi circoscrizionali vengono costantemente gestite le problematiche dei cittadini residenti derivanti dai cantieri stradali in essere in previsione di ‘EXPO’ e ‘MM5’: i residenti di queste aree non riescono più semplicemente a parcheggiare il proprio veicolo ‘nei pressi’ delle proprie abitazioni (disabili compresi) senza incappare nell’odioso ‘cartello di sosta vietata’: probabilmente sarebbe necessario rivedere le O.S. in quelle località per rendere più accettabile per la cittadinanza il disagio che da tempo viene subito per ‘l’interesse di tutti’”.
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ATTUALITÀ
Problemi per l’Area C: i riscontri effettuati sui parametri ambienDI SILVIA ABAGNALE tali non sono a favore della restrizione
Guidare a C Milano sta diventando sempre più costoso
ontinua il progetto “anti-automobilisti” di Pisapia chiamato “rivoluzione sostenibile” mirato ad eliminare il trasporto privato dalla città. La nuova fase prevede un pacchetto di misure approvate dall’Assessore alla mobilità, Pierfrancesco Maran, che nei prossimi mesi andrà al vaglio del Consiglio Comunale. Fra gli obiettivi vi è quello di raddoppiare gli attuali introiti dei parcheggi pubblici a pagamento (attualmente 2,5 milioni di euro), a discapito degli automobilisti solo domiciliati in Milano (20 mila circa) ai quali verrà richiesto di sottoscrivere un abbonamento del valore di 250 euro. Nei prossimi mesi verrà anche proposto dalla Giunta di estendere l’area di transito a pagamento (Area C) fino alla cerchia filoviaria 90-91. Un’ulteriore stangata per i milanesi e per i commerci già depressi in città. Questi provvedimenti, non sono efficaci, se l’obiettivo è quello di disincentivare l’utilizzo dell’auto privata a vantaggio dei mezzi pubblici e di contenere l’inquinamento nonché per ridurre il traffico.
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Noi di Intelligo News siamo andati a vedere i dati sulla qualità dell’aria, monitorati da Arpa Lombardia nel mese di aprile, per capire meglio le correlazioni fra Area C e qualità dell’aria. I rilevatori posizionati nel centro storico hanno registrato nel corso di aprile valori medi di 34,1 e 28,9 microgrammi per metro cubo, mentre l’unica centralina presa in esame fuori da AREA C ha rilevato una media di 34,8 microgrammi di PM10, di poco superiore rispetto al centro. Questo livello non è influenzato dalla presenza o assenza di provvedimenti anti-traffico poiché, gli scostamenti risultano pressoché uguali anche nei weekend dove i valori sono stati rispettivamente 23 microgrammi in centro e 24,3 fuori dal centro. Nella seconda settimana il livello massimo di particolato nell’aria si verifica nei giorni centrali mentre lunedì e martedì si registrano valori simili a quelli del weekend. Le ultime due settimane indicano una certa diminuzione degli inquinanti nelle giornate di sabato e domenica, ma questa tendenza viene ancora una volta smentita dai dati di lunedì 22, quando Area C era sospesa a causa dello sciopero dei mezzi pubblici, il PM10 non ha visto aumenti. I livelli di inquinamento di Area C; mostrano come il PM10 nel centro di Milano venga influenzato principalmente da cause ambientali e non dal traffico, e come il provvedimento di limitazione delle auto non agisca a tutela dell’ambiente e della salute ma, prevalentemente, di quello delle casse del Comune.
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23 MAGGIO 2013 XXI ANNIVERSARIO DELLE STRAGI DI CAPACI E DI VIA D’AMELIO
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nche quest’anno, il percorso di educazione alla legalità, organizzato e promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”, ha avuto il suo momento conclusivo il 23 maggio, a Palermo, con una manifestazione dall’alto valore educativo e simbolico. L’obiettivo è quello di tramandare, di generazione in generazione l’impegno a contrastare tutte le mafie. Il MIUR ha concentrato la sua attenzione sulle scuole, con le quali ha iniziato a realizzare percorsi di educazione alla legalità a livello nazionale. Tali progetti hanno il loro momento conclusivo il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, giornata che negli anni è diventata un appuntamento molto atteso dai docenti e dagli studenti del nostro Paese. In questi anni infatti la partecipazione è stata altissima ed è stata resa possibile dalla stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine, con Enti ed Associazioni che si sono rese disponibili a lavorare insieme. Per l’occasione, ogni 22 maggio, due Navi della Legalità salpano dai porti di Napoli e Civitavecchia per arrivare la mattina del 23 a Palermo. A bordo, im40
portanti figure delle Istituzioni italiane e alunni delle scuole di ogni ordine e grado vincitrici di un concorso nazionale, che quest’anno ha affrontato la tematica della criminalità nelle diverse regioni d’Italia:“Le nuove rotte dell’impegno. Geografia e legalità”, che si sono distinte per l’attivazione di progetti educativi di particolare rilevanza. Contemporaneamente, migliaia di studenti hanno partecipato alle iniziative organizzate dal Miur, dalla Fondazione Falcone e dalle scuole del capoluogo siciliano, nei Villaggi della Legalità appositamente allestiti nelle Piazze simboliche della città di Palermo (Piazza Magione, Parco Ninni Cassarà). Per la prima volta quest’anno, hanno aderito anche le istituzioni scolastiche delle zone del Corleonese. In Piazza Falcone e Borsellino dove, oltre alle cinque esibizioni coreutiche, canore e teatrali degli studenti del Corleonese sono intervenuti: il Sindaco di Corleone, Leoluchina Savona, Don Luigi Ciotti, una delegazione della Associazione Rita Atria e una dell’Associazione La Banda degli Onesti. All’interno della Villa Comunale di Corleone, invece, erano presenti vari stand tra cui la Guardia Forestale, la Guardia di Fi-
nanza, l’OSCAD (Polizia Criminale), Associazione Dialaogos, laboratori per i più piccoli per preparare il “Pane della Legalità”, Associazione Poliziotti Italiani e Boys Scout. Nel pomeriggio del 23, un corteo di studenti è partito dall’Aula Bunker e l’altro da Via d’Amelio, per ritrovarsi sotto l’Albero Falcone in via Notarbartolo e celebrare insieme il momento solenne del Silenzio, suonato dal trombettiere della Polizia di Stato all’orario della strage (ore 17.58). Per dare voce e ascolto agli studenti e sottolineare l’importanza della sensibilizzazione delle nuove generazioni sui temi della legalità e per contrastare ogni atteggiamento mafioso, la Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione, ha realizzato un portale dedicato all’iniziativa - “Nave della legalità” raggiungibile al seguente url: http://archivio.pubblica.istruzione. it/nave_legalita/index.html Il portale è una nave virtuale che accompagna tutti gli studenti nel viaggio della legalità: si naviga sul web come sulla nave vera, si condivide una testimonianza, si viaggia insieme nel segno dell’impegno civile e della unità degli ideali.
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ATTUALITÀ
In gita con l’A un nuovo mod divertimento c M
olti, sentendo parlare di Gardaland, penserebbero subito al paradiso per ogni bambino: si può visitare la magica casa di Prezzemolo e un castello fiabesco, si possono assaggiare dolcetti di ogni genere nelle molteplici bancherelle e si vive un’avventura unica, tenendo gli occhi serrati mentre si fa un terribile giro della morte. Ma un parco divertimenti non è solo questo, e credo che se ne siano accorti tutti vedendoci arrivare! Immaginate la scena: il 20 giugno, verso le dieci e mezza, un pulmino della Polizia si ferma nel parcheggio. Scendono una serie di ragazzi scatenati del liceo, urlando di gioia, e un gruppo di genitori ancora più eccitati. Tutti sono armati di ogni sorta di panino e crema solare e di molteplici oggetti
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che nessuno sa che cosa ci facciano nel proprio zaino. Ovviamente non possono mancare i gadget dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato di Milano organizzatrice della gita, che con alcune facce sbarbate e fin troppo ingenue si abbinano in modo simpatico e bizzarro. Ci si divide in fretta, i giovani da una parte, i “meno giovani” dall’altra, e ci si avvia all’insegna del divertimento. C’era un grande affiatamento: ci stringevamo la mano fino a far diventare le nocche bianche, mentre urlavamo a squarciagola sul Raptor o sul Blue Tornado, ci gettavamo da una parte all’altra del parco per provare ogni attrazione da brivido, fino a stramazzare in un prato, dove, con un rapido pic-nic, riprendevamo subito l’energia per ripartire, senza quasi accorgerci
Noi Cittadini per la SICUREZZA
DI EMANUELA SCAPINI
NPS milanese: o per vivere il on una sirena del sole che ci bruciava come gamberi (purtroppo a casa ho scoperto una serie di spiacevoli scottature!). Alle 18:00 Gardaland purtroppo ha chiuso e, con grande dispiacere, siamo tornati al pullman. Ben presto abbiamo scoperto che le avventure non erano ancora finite! Siamo passati di fianco al Duomo, comodamente seduti e rinfrescati dall’aria condizionata. Non avevo mai visto la nostra splendida cattedrale scorrermi di fianco così veloce, in tutto il suo splendore. È un’esperienza che si può vivere solo con la scritta bianca POLIZIA sulla fiancata del pullman. In fibrillazione per la bella giornata, molti hanno iniziato a ridere, a scherzare o addirittura a sporgersi dal finestrino, gridando alla gente di salvarci, perché eravamo prigionieri.
È stata un’avventura unica e mi è piaciuto poterla condividere con delle persone meravigliose! Penso che tutti si augurino di poter replicare una giornata così piacevole, e credo anche di aver capito perché, parlando di un parco divertimenti, vengono subito in mente i bambini: divertirsi in compagnia, in modo spensierato, come abbiamo potuto fare a Gardaland, permette di vedere per un po’ il mondo con gli occhi di un bambino e lascia uno splendido ricordo che non rimane solo nella memoria, brucia nel cuore tutto questo l’abbiamo potuto vivere grazie alla sezione dell’associazione nazionale della Polizia di Stato di Milano che con il suo staff ha saputo organizzare questa splendida giornata.
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ATTUALITÀ
Aumenti a Milano S
orpresa (ampiamente annunciata!?) per i milanesi al ritorno dalle vacanze estive. Infatti da domenica primo settembre sono scattati gli aumenti sui mezzi pubblici ATM. La situazione si sta facendo sempre più insostenibile per i cittadini del capoluogo meneghino già provati dalla crisi. Infatti il computo totale della manovra che colpirà milanesi e lombardi è più corposo: treni e sosta più cari, ma anche tassa sui rifiuti più salata e così molto probabilmente anche il caro acqua. In salita anche l’addizionale Irpef, un rincaro per tutti, specie per le fasce più deboli. I TRASPORTI Già nel 2011 il prezzo del biglietto passò da 1,00 euro ad 1,50 e vi fu un aumento elevato di carnet, biglietti giornalieri e settimanali ad esclusione degli abbonamenti mensili ed annuali. Conseguenza: crollo delle vendite dei biglietti, evasione ed aumento esponenziale dei cosiddetti “portoghesi”. Oggi ci 44
Un brutto rientro dall’estate per i milanesi, che hanno visto rincarare tutto: Addizionale comunale, ATM, Tares... DI MARCO CELLAI
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risiamo. Una nuova raffica di aumenti. Riassumendo, un aumento del 70% del prezzo del biglietto (da 1,00 ad 1,70 euro), del 50% del carnet settimanale 2×6 (da 6,70 a 10,00 euro), del 17% per gli abbonamenti mensili (da 30 a 35 euro), del 30% per gli abbonamenti mensili studenti (da 17 a 22 euro), del 90% per gli abbonamenti mensili per anziani, infatti, con redditi ISEE sopra 20.000 euro ci sarà un conto di 30 euro al mese (quasi il doppio di oggi) e 300 euro all’anno (130 euro in più). E non finisce qui! Questi ultimi si vanno ad aggiungere a molti altri aumenti già introdotti: SOSTE E PARCHEGGI Primo punto che graverà sulle tasche dei milanesi è l’aumento di un euro per la terza ora di sosta sulle strisce blu del centro. Il pass per le strisce gialle per i residenti, poi, non sarà più gratuito tanto che anche i residenti dovranno sborsare 250 euro all’anno. Per le strisce
blu, invece, saranno due le categorie di pagamento e abbonamento per i parcheggi. Per le zone tra i Bastioni e la filoviaria i milanesi sborseranno 60 euro al mese o 600 all’anno. Per chi invece cercherà parcheggio nella zona periferica gli abbonamenti saranno di 40 euro al mese o 400 per tutto l’anno. ADDIZIONALE COMUNALE Se nel 2011 i milanesi pagavano zero,
appena insediato il sindaco Pisapia applicò un’aliquota dello 0,2 per cento per i milanesi con reddito superiore ai 26mila euro annui. Di salasso in salasso si arriva nel 2013 ad un sistema di aliquote con la massima allo 0,8%. Per esempio un milanese con reddito 50.000 euro paga 130 euro nel 2013, mentre 2 anni prima era zero. Palazzo Marino ha pronto l’aumento dell’addizionale Irpef anche per il 2014, uni-
Fonte “CORRIERE DELLA SERA” del 12/9/2013
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ATTUALITÀ
formando l’aliquota allo 0,8% per tutti, diminuendo drasticamente la soglia d’esenzione del reddito che oggi è 33.500 euro: dovrebbe abbassarsi a 15mila. In sintesi nel 2014 il salasso per il milanese con reddito da 50.000 euro è di 400 euro. TARES Aumenti +30/50% in 2 anni a seconda delle categorie. Nel 2011 una famiglia di 4 persone che viveva in 80 mq spendeva 209,80 euro nel 2011, ma già nel 2012 era a 253,00, +20,6%. Nel 2013 un’altro +8,9%, a cui bisogna aggiungere uno 0,30 per cento a metro quadrato in più che andrà direttamente allo Stato. Per barbieri, estetisti e parrucchieri, ad esempio, si paventa un aumento del 28,29%, mentre di poco inferiore (+27,46%) sarà la maggiorazione che
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dovranno subire macellerie, panetterie, drogherie e supermercati. Carrozzieri, autofficine ed elettrauto saranno chiamati a un esborso superiore pari al 25,85% rispetto alla vecchia Tarsu. COSAP Aumenti di oltre 120% per l’occupazione del suolo pubblico nelle aree del centro. TASSA DI SOGGIORNO Con un incasso totale previsto di 28 milioni di euro, Palazzo Marino ha decretato le nuove tariffe per la tassa di soggiorno di tutti gli alberghi della zona. Gli hotel a una sola stella vedranno applicata una tassa pari a 2
euro, che diventeranno 3 per quelli a due stelle, 4 per gli hotel a tre stelle e 5 euro per i quattro e i lussuosi cinque stelle. Come si evince dal Bilancio del Comune di Milano tra il 2010 ed il 2012: - Le entrate Tributarie (IMU, Tasse rifiuti, Addizionali comunali IRPEF, etc): passano da 632 a 1.274 milioni (+102%) - Le entrate Extra-Tributarie (Sanzioni e Contravvenzioni, Rette Asili, Mense scolastiche, Musei, Impianti sportivi, Case, Terreni, dividendi partecipate, etc): passano da 852 a 1.732 milioni (+104%) In sintesi c’è un raddoppio delle tasse comunali. Ciò compensa minori trasferimenti statali, maggiori uscite straordinarie (chiusura contratti derivati) e maggiori uscite ordinarie, ed ha consentito all’ammontare dei Debiti Comunali di rimanere costante. Infatti, si nota che la voce di spesa “Prestazioni di Servizi” passa da 1.312 a 1.617 milioni (+23%) Pisapia ,che per collocazione politica e filosofica doveva garantire giustizia sociale e quindi “alleggerire” il caro vita delle classe più deboli sembra proprio che anche da questo punto di vista stia deludendo tutte le aspettative, con buona pace delle promesse elettorali e, come dice il suo slogan, “Milano Buongiorno”… ma che buongiorno…
SCIENZA
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DNA: super impronta digitale Polizia ed FBI da anni schedano il patrimonio genetico di criminali e vittime. Angelina Jolie si fa togliere il seno per evitare una futura sarabanda di cellule impazzite dopo che hanno letto questa possibilità nel “libro della sua vita”. In un paese della bergamasca quindicimila persone si sono sottoposte al test del DNA per agevolare le indagini in un delitto atroce. Altri acquistano su internet il kit DI GIOVANNI CONFALONIERI per la lettura privata del genoma.
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SCIENZA
“M
i sono fatta togliere i seni per prevenire il tumore che ha già ucciso mia madre.” La dichiarazione di una delle stelle più luminose del firmamento cinematografico ha fatto il giro del mondo. Il suo corpo ospita il gene difettoso BRCA1, “pallottola d’argento” che un grilletto occasionale può attivare dando il via a una sarabanda di cellule impazzite. L’ha appreso da un test genetico personalizzato, studio “predittivo” che, individuato l’alieno, informa sulle probabilità di un attacco. La curva delle malattie tumorali al seno da qualche anno punta verso il basso. Prevenzione, diagnosi precoci, tecniche chirurgiche, nuovi farmaci, cure ormonali, assicurano un’alta percentuale di guarigioni. A queste possibilità si è affiancata la “lettura del libro della vita”, lo studio del DNA, l’introduzione di test genetici personalizzati. Alcuni oncologi sono convinti che l’alieno sia collegato a fattori ereditari e che se il test accerta mutazioni dei geni BRCA 1 o 2 oppure la presenza della proteina P53 bisogna intensificare i controlli radiologici, eseguire mammografie annuali, se necessario sottoporsi a risonanza magnetica. Cosi aumenta la richiesta di donne che, accertato che in futuro dovranno affrontare la battaglia della vita, vanno dal chirurgo e chiedo-
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no di farsi togliere i seni. Lo schieramento degli esperti su fronti opposti schiera domande. È possibile abbassare la soglia di rischio mutilando il corpo per renderlo indisponibile a un’invasione aliena? Leggere nel “libro della vita” non porterà allo sbancamento del servizio sanitario? In periodi di continui cambiamenti le risposte durano poco ma le domande hanno un grande valore. La parola domanda viene dal latino “querere”, cercare. Se il progresso arriva dalla ricerca le buone domande sono ottime guide. Non bisogna temere di farle perché, come scrive Paul Mc Cready: ”L’unica domanda stupida è quella che non ti poni”. SPORGERSI SUI BALCONI DEL TEMPO Per scoprire se dentro di noi ci sono segnali di futuri pericoli bisogna mettere la molecola all’origine della vita, il DNA, sotto il microscopio, accostarla a reagenti e svelarne i segreti. Così cresce il numero di chi vuole sporgersi sui balconi del tempo per diradare le nebbie del domani. Pare magia: è solo l’utilizzo di nuove tecnologie. Artur C. Clark ha dichiarato che: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Chi se lo può permettere bypassa il servizio sa-
nitario e commissiona un test privato. Un reportage dentro questa rivoluzione è l’affascinante saggio “Il DNA incontra Facebook” di Sergio Pistoi (Marsilio). Esperto biologo ed eccellente comunicatore, Pistoi spiega passaggi e timori, scoperte e speranze di un viaggio per l’isola del tesoro. Vuoi leggere il “libro della vita”? La procedura è semplice. Ordina via internet un kit che costa intorno ai 2000 euro, prezzo in discesa dato il numero in salita dei richiedenti. Inserisci la tua saliva in una provetta e rimandala al mittente. Dopo un mese avrai il tuo profilò gene-
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tico. È l’alba di una nuova era o quella di una nuova moda CHI CUSTODISCE IL CUSTODE? Nei cinque anni appena trascorsi scienza e tecnologia hanno fatto più progressi che nei precedenti cinque millenni. Ogni crescita è esponenziale, ogni innovazione è il punto di partenza per un’altra. Per i tecnici è “l’effetto valanga”: più passano i giorni più la curva del progresso diventa rapida e nuovi sviluppi si succedono a una velocità incredibile. Con i dati a disposizione c’è chi si rivolgerà alla chirurgia preventiva, chi alla farmacologia, ai derivati della vitamina A che dovrebbe dimezzare il rischio del tumore al seno. Ma chi custodisce il custode? Chi garantisce che le informazioni ottenute siano corrette? Chi ci proteggerà da usi e abusi? In ogni ora del giorno e della notte in tv c’è un film o un telefilm con crimini e misfatti, poliziotti e indagini forensi. Già nel secolo scorso erano a disposizione degli inquirenti test chimici, farmacologici, psicologici ma oggi le possibilità si sono moltiplicate. Alle consuete fasi d’indagini, raccolta d’indizi e impronte digitali, interrogatori, gli sceneggiatori inventano copioni che mostrano che basta offrire una bibita a una persona per ottenere il DNA dal bicchiere, recuperare un mozzicone di sigaretta, stringere la mano a un interlocutore per avere il suo DNA. Ammiriamo i RIS, con tecnici che scoprono criminali partendo da residui biologici, un capello, una frazione di un’unghia, una goccia di sangue o di altro fluido corporeo, il sudore. Poi c’è la cronaca nera; luoghi del delitto isolati con nastri gialli, via vai di uomini con scafandri bianchi e valigette color argento, le provette coi reagenti, la raccolta del DNA. In una cittadina del bergamasco, set di un delitto che ha avuto come vittima una piccola atleta, quindicimila persone si sono sottoposte al test del DNA per agevolare le indagini. Ma cosa succede se a un colloquio di lavoro prelevano il DNA dalla tazzina di caffè che hanno offerto e lo comparano a quelli di altri candidati, scegliendo
chi ha minore probabilità di sviluppare il diabete fra tre anni o l’infarto fra sei mesi? Non corriamo il rischio di dividere le persone sulla base della loro cartella clinica? Ci proteggeranno i Santi medici Cosma e Damiano? E se l’assicuratore nega una polizza perché ha fatto esaminare il DNA prendendolo dalla penna utilizzata per scrivere i dati personali scoprendo acciacchi in arrivo? La garanzia che questo non avvenga è nel “Codice di protezione dei dati personali”, la legge sulla privacy, riproposta in nuove disposizioni del Garante: l’utilizzo di dati genetici in ambito professionale e assicurativo è proibito. Speriamo che questo scudo sia sufficiente. IL FUTURO ARRIVA DALL’AMERICA La speranza è l’ultima ad andarsene e la prima a farsi viva. Quotidiani americani hanno rivelato l’esistenza di banche dati “statali” che, segretamente, contengono il codice genetico di migliaia di cittadini. Prima ha cominciato l’FBI a schedare i dati del genoma di criminali e delle loro vittime, spesso a loro insaputa. Poi sono arrivate le schedature delle polizie locali che in genere rispettano di meno le linee guida cui FBI deve sottostare. Così ogni individuo entrato, in prima fila o nell’ultima, in contatto con un crimine ha il DNA raccolto e inserito in una
banca dati. La legge lo consente. Non parliamo delle possibilità offerte dal Patriot Act, la Grande Muraglia eretta per proteggersi dai terroristi. L’amministrazione presidenziale affianca le ragioni degli inquirenti: i controlli sono necessari, vanno ritenuti strumenti per contenere i crimini e scoprire i colpevoli, chi è onesto non teme nulla. È una tesi che si riallaccia alle certezze di una norma di buon senso: male non fare, paura non avere. SCIENZA E AFFARI Aprile 2000, Bill Clinton convoca la stampa per un annuncio storico: è stata decifrata la catena del DNA che compone il patrimonio umano. Ha intorno scienziati e ricercatori ma lo sguardo compiaciuto è per i realizzatori dell’impresa. Francis Collins e Craig G. Venter, il primo finanziato dallo stato, il secondo da privati, hanno creato la mappa per i territori sconosciuti del genoma. Naturalmente il mondo degli affari ha fiutato guadagni stellari. L’acido desossiribonucleico, visto al microscopio assomiglia a due spaghetti. S’intrecciano in una doppia elica formata da due catene di lettere che si avvolgono come i gradini di una scala a chiocciola. È lo scrigno con istruzioni che le cellule misteriosamente sanno leggere e interpretare. Furono Jim Watson e Francis Crick a trovare per 51
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se, scozzese e irlandese. Solo chi si basa su criteri scientifici non obiettivi si sfrena in definizioni estemporanee: mezzo bianco, nero, afroamericano. Nelle epoche trascorse le popolazioni si spostavano continuamente incrociandosi con quelle che incontravano formando un ventaglio di differenze genetiche che esclude ogni idea di razza superiore o inferiore.
Scena tratta dal film “Gattaca” (1997), dove il protagonista Vincent Freeman (Ethan Hawke) prende in prestito il patrimonio genetico di Jerome Eugene Morrow (Jude Law), costretto su una sedia a rotelle, per coronare il sogno della sua vita. primi la strada per il cuore del DNA descrivendone la struttura, semplice ed elegante. Per il Nobel Renato Dulbecco le due catene sono “gli spaghetti della vita”. Per un altro Nobel, Walter Gilbert, la scoperta è stata come il ritrovamento di un Sacro Gral della medicina. I test sul Dna hanno dei limiti perché si basano su probabilità statistiche che un evento avvenga. A volte le analisi più ricercate procurano sorprese. Non bisogna cadere nella trappola delle “sovra diagnosi”, falsi dati positivi che indirizzano verso cure inutili. È chiaro che la più potente industria del mondo, quella farmaceutica, con un occhio finge di sdegnarsi di questi trabocchetti mentre con l’altro studia i grafici delle quotazioni borsistiche, in ascesa, delle sue azioni. Che i “falsi positivi” siano una realtà, per non infierire sulla nostra sanità andiamo all’estero. “The National Cancer Institute” ha pubblicato dati inquietanti. Non riguardano esami e cure per la costipazione o l’allergia ma quelle sulla materia che conosce bene, il tumore. Una mammografia su quattro evidenzia un falso positivo. 52
Chi ha avuto in famiglia moglie, figlia, nuora richiamate per un falso positivo conosce ore e giorni di una sgradevole attesa per la nuova mammografia, che poi si rivela rassicurante. Va peggio per le indagini per la sospetta presenza di un alieno al polmone: un falso positivo ogni due esami. Fra i marcatori biochimici che informano sulla presenza di un carcinoma prostatico, il più noto è il PSA, l’antigene prostatico specifico. Ebbene, l’esito di sei test su dieci dell’esame del PSA è discutibile. E via via per i test per i tumori alla pelle, al cervello, alla tiroide. Non esiste un libro di divulgazione medica, rubrica televisiva, intervista a un esperto in cui non si prema sul tasto della prevenzione. Per i tanti che vengono tirati fuori subito da situazioni angoscianti ce ne sono altri, sottoposti a test inutili o che indirizzano verso terapie non necessarie per scongiurare pericoli che non ci saranno. NO AL RAZZISMO Ma ci sono anche buone notizie. Studiando Il “libro della vita” si è stabilito in modo definitivo che non esistono razze di serie A e di serie B. Discendiamo dai medesimi antenati africani con differenze genetiche correlate a mutazioni graduali. Per esemplificare, non ha senso dire Barak Obama è il primo presidente “nero” o “di colore”. Il padre di Obama veniva dal Kenya, la madre dal Kansas, nelle vene sangue tedesco, galle-
AZIONE FARMACI Altra buona notizia. Le tecnologie biologiche aiutano nella scelta di farmaci personalizzati. Proseguono gli studi su come le medicine agiscono e sulla percentuale di successo che ottengono. Non tutti conoscono questi risultati perché i produttori non fanno la ola quando vengono diffusi. Ma la letteratura medica non è tenuta a dar retta alle case farmaceutiche ed ogni rivista seria del settore, li ospita. Le medicine più diffuse hanno una curiosa caratteristica: funzionano su una persona su due. Va detto che si tratta di un dato statistico ma è interessante scendere nei dettagli. Quando un iperteso prende la sua pillola, forse non sa che gli insuccessi di quel farmaco possono arrivare al trenta per cento. I medicinali per il colesterolo in eccesso e quelli per l’asma hanno risultati di nessun valore fino al settanta per cento, una cifra sbalorditiva. Dato che non esiste medicamento che non abbia effetti collaterali, se una persona prende un medicinale che non lo aiuta, siamo sicuri che non avrà conseguenze? Studiare il DNA e la sua impronta sui geni è la soluzione per abbinare i farmaci alla cura o per evitarne altri. L’analisi dei dati ottenuti dal DNA è fondamentale per adattare a ognuno il proprio farmaco, come le chiavi si adattano alla serratura di casa nostra e non a quella del vicino. L’avventura è in corso. Alcuni farmaci antitumorali sono attivi solo se nelle celle del tumore esistono specifici geni bersaglio. Si tratta di tirare un missile teleguidandolo. Non manchi il bersaglio e guadagni il premio più ambito, il recupero della salute.
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Delitto a Miami Per la polizia il caso è chiuso. Un folle ha assassinato Gianni Versace. Braccato, dopo nove giorni si è suicidato. Noi abbiamo perso un “signore della moda”, FBI e inquirenti hanno perso DI GIOVANNI CONFALONIERI qualche linea di credibilità
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APPROFONDIMENTO
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a macchina della Polizia è ferma in uno spiazzo davanti al numero 1116 di Ocean Drive, sul lungomare di Miami Beach. Il sole martella con ferocia in questo venerdì estivo. A bordo della vettura, due agenti osservano il via vai di vacanzieri, suv, auto di lusso che percorrono con lentezza il lungo viale affiancato da palme, alberghi, ristoranti, bar, ritrovi notturni. Una guida giapponese segnala ai connazionali che porta a spasso il posto migliore per scattare foto davanti a Casa Casuarina. Siamo nel Deco’ District, elegante quartiere della Perla della Florida, Miami. Si ritraggono vicendevolmente, si scambiano impressioni, forse provano brividi al pensiero di quello che è successo sedici anni fa sui gradini della villa che hanno davanti, villa Versace. Uno di loro si gira e punta la videocamera verso la macchina della Polizia. L’agente al volante muove la mano fuori dal finestrino
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come per dirgli di cercare altri soggetti. Il giapponese è deluso dall’indifferenza del poliziotto che non assomiglia a quelli iperattivi e collaborativi delle sue serie televisive preferite.
VERSAILLES A STELLE E STRISCE Era la reggia di un re della moda, Gianni Versace. Se la osservavi dall’esterno, vedevi quasi nulla per il protettivo cancello di ferro battuto con punte dorate.
APPROFONDIMENTO
Non ha l’astuzia diabolica di Hannibal Lecter, il fascino schizoide di Jekill e Hyde, la sensualità sanguinaria di Dracula, la scelleratezza di Henri Landru o di Jack lo Squartatore. Gianni Versace è tutto. All’apice della carriera, ha inventato uno stile che abbina cultura alla fantasia, eleganza alla creatività e che l’ha proiettato sulla cima dell’Everest del successo artistico, commerciale, produttivo, finanziario. Lo conoscono tutti e lui conosce tutti. Inventa il fenomeno delle top model, si circonda di fotografi prestigiosi, crea abiti e costumi per il teatro, il cinema, il balletto. Le dive più celebri e celebrate indossano i suoi abiti in ogni evento importante. Sul versante degli affetti vive una stagione felice: il compagno e la sua famiglia lo adorano. Ha creato un impero che Donatella e Santo Versace consolideranno. Viene a Miami per riposarsi: è riservato, gentile, cortese. Si è autoritratto nelle frasi che introducono la biografia “Il mito Versace” di Minnie Castel (Baldini Castoldi Dalai editore) “Io sono un sarto... Secondo me il vero artista è quello che realizza le cose con le sue mani. Uno stilista quindi deve essere un sarto”.
Ma le foto dell’interno facevano scoprire una “Versailles a stelle e strisce”: patio a volte, piscina con un mosaico che riprende i disegni dello stilista, stanze con splendide statue, quadri, sculture, opere d’arte. Un museo del buon gusto e della creatività internazionale raccolto da un maestro dell’arte. Ora tutto è cambiato. Altri proprietari, utilizzi. Villa Versace è appena stata venduta un’altra volta. IL NIENTE E IL TUTTO Sugli scalini d’ingresso, alle 8 del mattino del 16 luglio 1997 due colpi di pi56
stola spengono un mito. Li ha esplosi a distanza ravvicinata. Andrew Phillip Cunanan. Ha ventisette anni: pratica la professione più vecchia del mondo, al maschile. È un “prostituto gay d’alto bordo”, come lo definisce sua madre. Ma è sopratutto un “assassino seriale” ricercato da polizia e FBI. Nessun indizio lo collega al nostro stilista. Alcuni ipotizzano che il gesto vada abbinato a quello del matto che uccise John Lennon a New York per consegnarsi alla storia del crimine. Cunanan è niente.
DOMANDE SOTTO IL SOLE S’ispira all‘antica Grecia. Sceglie come simbolo la Medusa, una della tre Gorgoni, figlie di Forco e Ceto, mostri alati con un groviglio di serpenti in testa. ”Ho pensato all’antico mito. Chi s’innamora della Medusa non ha scampo. Perché non pensare che chi è conquistato da Versace non può tornare indietro?”. Intanto tornano indietro senza risposte alcune domande. L’allora capo della polizia di Miami, Richard Barreto, nel tentativo di dichiarare il caso chiuso sostiene: ”Non abbiamo le risposte a tutti gli interrogativi. Ma siamo certi che Cunanan abbia programmato e compiuto da solo l’aggressione”. Che abbia ucciso Versace da solo è ac-
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certato. Testimoni l’hanno visto far fuoco avvicinandosi allo stilista senza fretta mirando alla testa. Con la stessa freddezza ha puntato la pistola contro due amici di Versace usciti di corsa da Casa Casaurina dopo aver sentito le detonazioni, poi l’ha riposta con calma in uno zainetto e si è allontanato con “passi da Paperino”. UN PAPERO ASSASSINO Apprendiamo in ogni film che se non vuoi farti arrestare dopo un omicidio devi allontanarti senza correre. Cunanan lo fa. Appartiene alla mafia? Non ci sono prove e nessun confidente della polizia lo rivela. Altra stranezza. Poco distante da Casa Casuarina un agente sta verbalizzando le dichiarazioni di due automobilisti coinvolti in un incidente. Vede tutto ma anziché accorrere, chiamare la centrale con la radio che ha fissato alla spalla mandando un codice tre, che per gran parte delle forze di polizia americane significa “emergenza”, invita alla prudenza: “è armato, meglio non rischiare e comunque lo prenderanno”. In genere un assassino mette fra sé e il luogo del crimine la maggior distanza possibile. Cunanan entra in un vicino garage, dove ha parcheggiato un camioncino rubato al custode di un cimitero del New Jersey dopo averlo ammazzato. Altra dichiarazione del capo della polizia: “Quando arriva si accorge che ci sono due nostre auto con i fari accesi. Erano lì per un altro motivo ma deve aver pensato che gli stessero dando la caccia”. Fugge a piedi. “Doveva essersi preparato un altro nascondiglio perché si è diretto verso un pontone, una house boat, dove si tolse la vita”. Una ricostruzione appassionante è in “Scandali e segreti della moda“ di Mario Guarino e Fedora Raugei (Editori RiunitI). Le foto di Cunanan ritraggono un ragazzo dall’aspetto gradevole: è tutto tranne che una persona gradevole.
ARRESTATE IL SERIAL KILLER Si lascia dietro una scia di sangue. Dal 12 Maggio, due mesi prima del delitto a Miami, è nella “top ten list” dei ricercati. Lo bracca l’FBI. Mettono una taglia sulla sua testa. È un “most wanted” che nessuno vede, intercetta, arresta. Eppure segnalazioni e avvertimenti piovono su di lui come gli uragani che ogni estate si abbattono su Miami e le Keys. In Aprile ha ucciso a martellate un amico, Jeffrey Trail nascondendo il corpo a casa del successivo amante, l’architetto David Madison. Lo fa fuori sparandogli in testa un mese dopo. Gli ruba la jeep Cherokee con cui raggiunge a Chicago il “mecenate” miliardario Lee Miglin. Ha settantadue anni e, data l’età, deve retribuire generosamente le attenzioni dei compagni di turno. Cunanan si fa ricompensare e poi lo sgozza. Parte per il New Jersey dove ammazza il custode di un cimitero portandogli via il furgoncino che parcheggia in un garage di Ocean Drive a duecento metri da Villa Versace. Si suiciderà, è la versione della polizia, nove giorni dopo, nel barcone dove si è rifugiato. In uno dei suoi articoli su “Republica”
Leonard Coen scrive che un “profilo del soggetto” stilato dagli esperti dell’FBI assicura che si ucciderà piuttosto che farsi prendere. Conclude che la pallottola con cui si spara in testa è una via di uscita per tutti. Per i politici perché se a Miami i turisti cominciano a pensare che la città non è più sicura tornano a Rimini. Per l’FBI e la polizia perché non hanno fatto una bella figura lasciandosi scappare sotto il naso il serial killer.
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CULTURA
“Il mio nome è Jules Verne, o forse James Bond”. Così poteva presentarsi uno scrittore che creava sulla pagina jet, armi atomiche, sottomarini, voli spaziali. La cia lo avrebbe voluto, poi lo avrebbe allontanato perché il profeta del domani all’improvviso diventa nemico della tecnologia
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ules Verne, insieme a Swift, De Foe, Salgari, è stato fra i pochi scrittori in possesso del cannocchiale per vedere il futuro. Ci sono artisti che intuiscono la direzione che il treno del progresso, con vagoni stipati di progetti e di esperti, sta prendendo. Esercizio facile con la tecnologia del terzo millennio, “Missione Impossibile” nell’Ottocento. Eppure Verne di Missioni Impossibili ne ha portato a termine in gran numero. Senza muoversi di casa, dopo un’attenta lettura dei quotidiani, consultato atlanti, sfogliato riviste scientifiche, crea avventure con personaggi che inventano macchine e congegni che spesso verranno realizzate nel futuro.
Sa che la tecnologia è come il vento, si sposta continuamente e velocemente. La fa entrare nella sua fantasia fiducioso che cambierà il mondo. La sua produzione letteraria più impressionante: sessantaquattro “Viaggi straordinari”, diecine di racconti, testi di divulgazione geografica, opere teatrali, drammi e commedie. Ma è altrettanto impressionante la sua bravura nello sporgersi oltre i balconi del suo tempo vedendo quello che ancora non esisteva e che avrebbe profondamente modificato la nostra vita. Ritenuto un inventore del futuro, a un certo punto lo rinnega. Il paladino del cambiamento, il benefattore coscienzioso che ha risvegliato non solo i sogni di tutti ma il desiderio di ognuno di sognare, torna sui suoi passi. Il profeta del domani diventerà un conservatore. MI CHIAMO JULES, O FORSE JAMES BOND Se il destino regalava a Giulio Verne, vissuto fra il 1828 e il 1905, la possibilità di vivere ai nostri giorni non sarebbe sfuggito alla CIA per la sua bravura nell’anticipare il domani.
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Mettendo d’accordo fantasia e scienza produce “arte utile”, fa vivere il mondo conosciuto e anticipa quello sconosciuto, stringe un patto fra scrittura e tecnologia, mette in ogni romanzo continue invenzioni. L’ultima è “l’Epouvante”, velivolo del “Padrone del mondo che si fionda in cielo, atterra, si inabissa in mare e prosegue con tranquilla sicurezza sul fondo”. Ha un motore a turbina e un propulsore elettrico, prende energia dall’aria e dal sole: siamo di fronte all’intuizione dell’utilizzo dei pannelli solari, all’anticipazione della Aston Martin di James Bond. La sua opera è una suggestiva miniera di idee per ingegneri, costruttori, inventori. C’è la tv nel “Castello dei Carpazi”, piattaforme mobili nell’”Isola a elica”, elicotteri con eliche che ruotano in senso inverso in “La missione Barsac”, un sottomarino ad energia radiante in “Nautilus”. È fortunato perché vive in un tempo in cui il progresso fa passi da gigante. Dalla Torre Eiffel ai fax, dal telefono ai cannoni, dagli aerei ai dirigibili, il mondo è un laboratorio e un cantiere, i
di Giovanni Confalonieri
CULTURA
mari sono solcati dai battelli a vapore, “isole galleggianti” descritti minuziosamente nei “Viaggi”. TORNO SUI MIEI PASSI, SULLA VECCHIA STRADA A chi gli chiede da dove arrivano le sue idee risponde: “Mi viene spontaneo immaginare con precisione l’evoluzione di una macchina così come vedo nella natura le trasformazioni obbligate da una specie all’altra” Poi, all’improvviso, depone gli occhiali colorati dell’ottimismo e inforca quelli con le lenti scure. Tutti ricordiamo “L’isola misteriosa”, “Dalla Terra alla Luna”, ”Michele Strogoff”, “Le Indie nere”, “I cinquecento milioni della Begun”, “Un capitano di quindici anni”, “La casa a vapore”, “Viaggio al centro della Terra”, “Il giro del mondo in ottanta giorni”, “Ventimila leghe sotto i mari”, pochi hanno memoria di “Parigi nel XX secolo”, un saggio del 1863 rifiutato dal primo editore. Verne inverte la rotta, mostra sfiducia nella tecnologia, rinnega gli antichi entusiasmi. “Parigi nel XX secolo” è la cupa descrizione del panorama di una società che si affida alle macchine, adora il progresso e si allontana dall’etica, confina in secondo ordine la libertà, la giustizia e la solidarietà. I lettori si sono già accorti che nella sua produzione recente qualcosa non sta andando per il giusto verso, che una cortina di grigia diffidenza sta calando su romanzi un tempo entusiasmanti e colorati. Aumenta la loro delusione con “Nautilius”, “Albatros”, “Padrone del mondo”: le ultime invenzioni sono create da personaggi malevoli, ossessivi e tormentati. Le inedite diavolerie sembrano aver preso possesso dell’anima degli ideatori, 60
delusi dall’umanità, incattiviti e vendicativi, impongono paurosi ritmi e rituali. Robur, inventore dell’”Albatros” è una terrorizzante divinità per tribù d’indigeni che vedono sostare in cielo la sua aeronave a decollo verticale con diecine di eliche e trentasette alberi. Il Capitano Nemo, scuro nella tuta e in volto, sembra Dracula in visita agli abissi, “Robur il conquistatore” inquieta come il malvagio Dart Fener di Guerre Stellari, macchina umana dal respiro asmatico. RINNEGO LA SCIENZA Da officiante della scienza, Giulio Verne si fa ateo, da sacerdote che ha consacrato la vita artistica a uno scopo più elevato dell’asservimento del denaro, diventa miscredente. Spiega i pericoli “dell’esplosivo assoluto”, della manipolazione dell’energia, dello scienziato pazzo. L’omelia a favore della scienza e della tecnica diventa un sermone quaresimale in cui segnala che le macchine non devono essere solo strumenti per agevolare il vivere ma pilastri di una nuova etica e di crescita sociale. Il “romanzo della scienza”, sostiene, va messo a un “buon” servizio di tutti. Contrasta chi antepone l’importanza di aeronavi e dirigibili rispetto agli aerei. ”Soltanto un motore molto potente capace di spingere un apparecchio assai più pesante dell’aria ad altezze inverosimili, potrà trasformare il neonato volo umano, divertimento spettacolare, in reale esplorazione dell’infinito”. Sostiene questa tesi quando il pallone aerostatico è il segnale che l’uomo ha vinto la sfida alle leggi naturali, vola senza ali. LA COMPAGNIA DEI TECNOFOBICI Ha ragione anche quando sottolinea i pericoli della tecnologia finendo per entrare nella compagnia dei tecnofobici. Da sempre, quando all’orizzonte si preannuncia una scoperta
scientifica le si accostano due qualità: farà miracoli, farà sfracelli. Il versante miracolistico è il preferito: la novità migliorerà la qualità del vivere perché è la società a cambiare la tecnologia, non il contrario. Dall’altra parte c’è la versione apocalittica: sarà un cavallo di Troia. Dal 1850 in poi, intellettuali e spiritualisti si schierano contro il modernismo. Teophile Gautier se la prende con le ferrovie “che rovinano il paesaggio”, con gli ingegneri, i tecnici, gli esperti. Baudelaire definisce il positivismo “Il paganesimo degli imbecilli”. L’Esposizione universale del 1855 scopre in Delacroix il suo Omero alla rovescia: “Contrariamente alle idee di progresso continuo, navighiamo alla cieca”. Giulio Verne ha scoperto una nuova rotta per le sue navi. Immagina il ventesimo secolo come un tempo pericoloso in cui le macchine domineranno le nostre vite, un po’ come succede nei film della serie “Terminator”. Una volta un suo personaggio era sicuro che “Tutto ciò che è nel limite del possibile, dovrà essere e sarà realizzato”, ora fa dire a un altro: “Sarà un’epoca molto noiosa quella in cui l’industria assorbirà tutto a suo profitto”. Il creatore del futuro lo teme e finirà per rinnegarlo.
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“Per l’Italia, caricaaa!”, duecentottanta cavalleggeri volano verso il nemico. Lo faranno per tre volte salvando un Re sprovveduto, testimoniando come gloria ed eroismo a volte nascano da azioni istintive. Scopriamo insieme gli aspetti inediti di un’azione memorabile DI GIOVANNI CONFALONIERI
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Pastrengo: tre cariche per una vittoria
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rimo pomeriggio del 30 aprile 1848. Tre squadroni di carabinieri a cavallo guidati dal maggiore Alessandro Negri di Sanfront sono schierati vicino al Monte Valera, a Pastrengo. Il vento alza sbuffi di fumo, disperde o ingigantisce i rumori della battaglia appena incominciata. 8000 austriaci, agli ordini del generale viennese Wocher fronteggiano 13500 italiani. Fra un tintinnare di finimenti, fruscii di moschetti e pistole estratte dal fodero, i cavalli raspano il terreno con gli zoccoli. Bisogna trattenerli quando i primi colpi di cannone scavano crateri intorno. Wocher, il generale più audace di Radetsky, parla dei suoi uomini con le stesse parole che il Maresciallo Blucher, dopo la battaglia di Jena contro Napoleone, ebbe per i Landers del reggimento Brandeburgo: “Sono i migliori. Il loro unico difetto è che sono troppo coraggiosi”. In questo scenario s’introduce un evento che testimonia come a volte si vince una battaglia approfittando di situazioni impreviste. Sanfront vede che i dodici carabinieri che scortano Carlo Alberto, spintosi in zona di nessuno per osservare gli scontri, presi di mira da fucilieri tirolesi, si stanno sbandando. Per impedire che il re, rimasto solo, venga catturato, Sanfront ordina la carica. Un grido scuote l’aria: “Per l’Italia e per il Re. Caricaaaa!”. Duecentottanta uomini partono al galoppo, s’inerpicano sulla collina Le Blonde, la superano, volano verso le trincee nemiche. Il generale Wocher osserva col cannocchiale la valanga in arrivo. Spera che i suoi reggano l’urto. Non lo faranno: qualche carabiniere è colpito, cade di sella, gli altri non rallentano il galoppo, i cavalli scossi proseguono come macigni lanciati da una catapulta. Quando sono sopra le trincee, tuonano i moschetti, le sciabole mulinano in ogni direzione. Gli ufficiali incitano a ricompattare le file, ripartire. Lo fanno per altre due volte trascinandosi dietro altri reparti dell’esercito piemontese. Wocher temendo di perdere il solo ponte che collega all’Alto Adige, quello
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di Ponton, ordina la ritirata. Alle quattro del pomeriggio tutto è terminato. 15 morti e 90 feriti fra gli italiani che fanno 383 prigionieri. Diecine di morti e centinaia di feriti nel campo avversario. ASPETTI INEDITI DI UNA AZIONE GLORIOSA In genere ci si riferisce alla carica di Pastrengo limitando l’impresa a un solo assalto: le cariche sono state tre. I carabinieri non dovevano attaccare: lo faranno senza preavviso e senza l’appoggio dell’artiglieria. Sia il Re che l’intero Stato Maggiore non comprendono il valore dell’impresa, originata da una imprudenza di Carlo Alberto che solo due giorni dopo, il 2 Maggio, ne accen-
In alto: ritratto del Re Carlo Alberto (Museo del Risorgimento - Roma). Nell’altra pagina: in alto Alessandro Negri di Sanfront (ufficiale e politico italiano, magg. dei Carabinieri Reali), sotto un litografia del celebre Stanislao Grimaldi del Poggetto na agli aiutanti di campo, e lo fa come se si trattasse di una qualsiasi azione. Tre mesi dopo Sanfront riceve la medaglia d’argento con una motivazione generica “In considerazione del contegno tenuto dinanzi al nemico nella campagna di guerra del 1848” mentre quella alla bandiera dell’Arma sarà consegnata sessant’anni dopo, il 20 giugno 1909.
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UNA GIORNATA MEMORABILE Alba del 30 aprile 1848. Da un’altura, il maggiore Alessandro Negri di Sanfront valuta distanze e difficoltà del terreno: canali, fossi, filari di alberi e di viti. Dopo giorni di pioggia si affonda nel fango. Il letto del fiume Tirone si è allargato formando una zona melmosa, scenario preoccupante per chi deve attaccare. Carlo Alberto è nella sua tenda. Non sa che per toglierlo dalla trappola in cui si è infilato per sconsideratezza, i carabinieri a cavallo compiranno un’impresa cui si dedicheranno viali, piazze, vie, si scriveranno libri. L’attacco è previsto per le nove, mancano tre ore. La divisione del generale Broglia partirà sulla sinistra, affiancata dalla brigata Guardie e dai bersaglieri. Al centro avanzeranno le brigate Cuneo e Regina, comandata dal duca di Savoia Vittorio Emanuele. Sulla destra caricherà la cavalleria del generale Sala supportata dalla divisione Piemonte del comandante Federici e dopo una serie di tiri dell’artiglieria. Gli squadroni di carabinieri a cavallo sono presenti sul campo come riserve, devono solo proteggere il re non partecipare all’attacco. STRATEGHI INDECISI SU TUTTO Gli ufficiali più competenti sono increduli circa la garantita facilità dell’azione. Il piano è stato preparato da chi non ha neppure le carte geografiche della Lombardia. Il culmine dell’insensatezza lo toccano non accogliendo i disertori di origine italiana delle divisioni di Radetzky, ventimila soldati ben armati e addestrati che, rifiutati dall’esercito piemontese, si disperderanno nelle campagne cercando di tornare a casa. In questo clima di dubbi, esitazioni, la figura del maggiore Alessandro Negri di Sanfront ingigantisce. A quarantaquattro anni ha già fatto una brillante carriera. I suoi uomini hanno il nuovo moschetto modello 1844 più leggero e maneggevole della vecchia carabina, pistole inserite in due fondine ai lati della sella, la lunga sciabola.
Prenderà una decisione che farà vincere la battaglia. IL RE TENTENNA VA ALLA GUERRA Carlo Alberto, cinquant’anni, carattere ondivago e malinconico, ha passato una notte agitata. Ora sta scrivendo. Lo fa in francese, lingua che parla a corte insieme al dialetto piemontese. Convoca la scorta, dodici carabinieri a cavallo, e parte per andare a Messa. Da giorni prega Dio perché gli faccia dimenticare il 1848, anno orribile per lui. Gli italiani si ribellano. Vogliono libertà e indipendenza. Da conservatore, ha paura che i tricolori sventolati nelle piazze siano raffiche rivoluzionarie che lo spazzeranno via. Quando Giuseppe Mazzini giunge a Milano, le sue preoccupazioni crescono. Per D’Azeglio è “un misto di terrore di perdere una particella d’assolutismo, di paura di cospirazione e di frodi e slealtà”, per il poeta satirico Domenico Carbone è “il Re tentenna”. Corre rischi inutili pur di mostrarsi coraggioso. Il 19 Aprile, vicino a Mantova si espone al fuoco nemico cavandosela per pura fortuna. Il giorno dopo parte per Roverbella, dove gli esploratori hanno avvistato reparti di cavalleggeri austriaci e per poco non li incrocia. Gli ussari sono centinaia, mentre lui e la
sua scorta sono meno di venti persone. Senza una strategia complessiva, asseconda i prudenti pareri del capo di Stato Maggiore, Carlo Canera di Salasco. Con queste premesse, le prime mosse dei piemontesi sono inconcludenti: scaramucce, ricognizioni, rientri. Il 19 Aprile 1848 undicimila soldati guidati da Bava, seguiti dal Re a cavallo, escono dall’accampamento per muoversi lentamente verso Mantova. Scambiano una salva di fucileria col primo avamposto austriaco, hanno quattro feriti, ripiegano. Il 24 Aprile decidono di impegnarsi seriamente: metà dell’esercito attaccherà
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Peschiera mentre l’altra metà, con sessantaquattro cannoni, passerà il Mincio per stringere gli austriaci in una tenaglia. Per aver successo devono prendere Pastrengo. CARICAAAA! Alle nove il Re è ancora in chiesa. Vengono diramati ordini solo per limitate manovre: pattuglie della Savoia esplorano un terreno collinoso avanzando con cautela perché temono imboscate, reparti della Cuneo finiscono nel fango, arretrano. Incominciano gli scambi di fucileria e i colpi di cannone. L’attacco è rimandato alle undici, poi all’una del pomeriggio. Gli austro-ungarici, nelle eleganti divise, giubba e pantaloni bianchi, berretto azzurro con fregio dorato, osservano le complicate manovre degli italiani. La fanteria è su tre file. I fucili sono caricati in quattro tempi e otto movimenti. La prima fila è in ginocchio, spara, passa il fucile alla seconda che lo gira alla terza ricevendo un’arma carica che passa alla prima fila. Al poligono la scena è di grande effetto: sul campo di battaglia è solo lenta. I cannoni di bronzo sparano palle di ferraccio fino a trecento metri, bisogna spostarli in avanti continuamente per centrare le linee nemiche. Solo una diecina di pezzi, quelli di grosso calibro, tira fino a un chilometro di distanza. Wocher ha previsto di spedire rinforzi dove attaccherà la cavalleria, l’arma più temuta. I cavalleggeri piemontesi sono
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guidati da ufficiali che hanno militato nell’esercito di Napoleone. È convinto che adotteranno la tattica dei lancieri di Murat: una sola carica, frontale, preceduta da un violento fuoco di artiglieria. Basta osservare quando s’infittiscono le cannonate e dove cadono i colpi per sapere momento e fronte di attacco della cavalleria. Subirà tre cariche, inattese, devastanti e senza alcun preavviso di bordate dell’artiglieria. Spiccano le tuniche strette a fianchi con larghe falde e pantaloni di panno color turchino dei soldati sabaudi, con i cappelli a forma di torre tronco-conica, catenelle e mascheroni, alamari e filettature a secondo dei corpi di appartenenza. Impressionano i berretti di pelo d’orso dei granatieri, alti quasi mezzo metro davanti e poco meno dietro con la croce di Savoia che campeggia su uno sfondo bianco. Poi ci sono le divise scure dei carabinieri con l’inconfondibile copricapo di feltro nero a due punte. Finalmente il Re arriva. Lo schieramento è incompleto. Si irrita. Spedisce ai comandanti l’ordine di attaccare immediatamente e si reca sul colle della Mirandola per seguire col cannocchiale l’inizio della battaglia. Vuole un posto di osservazione più elevato e raggiunge il colle Valerna, 160 metri di altezza, in una zona che i suoi non hanno ancora occupato. Lo protegge una pattuglia di carabinieri che Sanfront manda in avanscoperta. Fucilieri tirolesi, attestati in un avvallamento a metà strada fra il Monte Valera e il
Monte Le Blonde li prendono di mira. I colpi vanno a vuoto ma la pattuglia si disperde, attorno al Re si fa il vuoto. Sanfront si rende conto che se gli austriaci si accorgono che Carlo Alberto è rimasto solo lo bersaglieranno con ogni arma disponibile, faranno uscire pattuglie per catturarlo. Lo vede estrarre la spada, guardarsi intorno come volesse intraprendere una delle sue estemporanee iniziative. Ordina al trombettiere di suonare la carica. “La guerra è un inferno, la sua gloria un chiaro di luna” l’ha detto il generale americano Tecumseh Sherman. Nell’infermo della battaglia di Pastrengo la carica degli squadroni di Sanfront è un raggio di sole che conduce alla gloria. Le lame sguainate e puntate contro il nemico mandano bagliori. I colpi di moschetto si mischiano ai nitriti dei cavalli che avanzano con fragore di zoccoli, agli incitamenti degli ufficiali, alle urla dei caduti. I cavalieri sono abili nel sfilare i piedi dalle staffe delle cavalcature colpite toccando terra prima di venire imprigionati dal peso dell’animale. Le palle di cannone fischiano alte prima di schiantarsi contro le cime degli alberi. Altre rimbalzano sul terreno sollevando enormi vulcani. File e file di cavalleggeri allargano il fronte d’attacco volano sopra le barricate, irrompono nell’accampamento, fanno dietrofront, ripartono, caricano di nuovo. Il nemico si ritira. Nel libro della storia d’Italia si scrive una pagina luminosa. La carica di Pastrengo sarà ricordata per sempre.
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