U Carp fishing Mania
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SPINNING mania
Il mensile più completo per gli amanti della pesca con le esche artificiali in mare e in acqua dolce: i più grandi esperti e un fantastico regalo per chi si abbona!
quale surf
na delle grandi dispute ancora accese e animate tra i pescatori che calcano le spiagge riguarda sicuramente la definizione della parola surf casting. A dire il vero, surf casting letteralmente vuol dire una sola cosa, ovvero “lancio sull’onda”. E non vedo niente che possa dare spazio a interpretazioni alternative di alcun genere. è una tecnica autunnale-invernale che si pratica quando il mare ruggisce e per catturare grosse prede. Riduttiva? Forse, ma più la leggo e più mi convinco che c’è ben poco da aggiungere. Certo, ci sarebbero un paio di migliaia di chilometri di carta da scrivere per raccontare le strategie di pesca legate alle condizioni del mare e alla morfologia delle spiagge... e forse altrettanti per raccontare le emozioni che questa intensa disciplina regala a chi si vota a lei. Tuttavia, in Italia esistono varie derivazioni del surf come il beach ledgering, il surf fishing (questa è davvero la più fantasiosa), il rock fishing e chissà quale altra diavoleria scappata ai tentacoli di chi la pesca la racconta. Nessun peccato originale: il Mediterraneo, e in particolare le coste italiane, non è l’oceano... e tutto quanto è nato sotto il nome di surf casting qui da noi non può fare altro che confrontarsi con un oceano formato “mignon”. Non mancano certo occasioni per sfidare una mareggiata con il vento in faccia, il freddo nelle ossa e un paio di spigole da capogiro che ci aspettano nella schiuma, ma è altrettanto facile (se non di più) confrontarsi con un mare calmo, l’alta pressione e prede al massimo da due spanne. Per farlo, tra l’altro, bisogna lasciare da parte diametri, pesi, misure e gesti tipici della pesca sull’onda e ricalibrare le proprie qualità tecniche in vista di sfide forse meno impegnative dal punto di vista fisico ma altrettanto difficili sotto il profilo tecnico. Il beach ledgering, le tecniche ultralight e quelle che stanno “a metà” fra il surf puro e queste ultime non sono da vedere come il diavolo a messa. Facciamocene una ragione: nella grande categoria dei pescatori dalla spiaggia rientrano un po’ tutti: i “talebani dell’onda” (per i quali, non me ne vogliano gli altri, nutro una particolare simpatia) stanno spalla a spalla con quelli che interpretano il Mare Nostrum per quello che può dare in ogni stagione, confrontandosi addirittura con fili sottilissimi che andrebbero bene più per i cavedani in fiume. Ma è sfida anche questa? Sì, lo è. Meno tenebrosa, meno fredda e paurosa, ma sicuramente una sfida. Serve anche in questo caso saper parlare la lingua del mare? Sì, serve. Ed è proprio per questo che in queste pagine diamo spazio anche alle tecniche light. Alcuni potrebbero storcere il naso: ipocriti, confusi, commerciali. A loro rispondo che questa rivista parte con un presupposto, un’immagine ispiratrice: un pescatore su una spiaggia. Disegnarlo “modello rip&rot” che cammina tutto imbacuccato sotto il cielo plumbeo e guardando le onde bianche di schiuma, oppure con una canna leggera sotto un tramonto rosso, una leggera brezza e un terminale leggero lanciato a venti metri dalla risacca... è questione di attitudini e voglie, scelte e convinzioni. Noi vi offriamo un panorama il più completo possibile, una tavolozza dove spennellare i vostri istinti di pescatori in tutta libertà. Starà a voi utlizzarla come meglio credete, oppure non farlo per niente (ci sta anche questo). Sentiamo di aver intrapreso una buona strada che, ritocchino qui ritocchino là, ci può portare nei cuori di voi pescatori. Ne siamo ancora più convinti dopo aver contato il numero degli abbonamenti che voi appassionati avete sottoscritto. E per non fare la figura degli spilorci abbiamo addirittura voluto ripetere la promozione abbonamenti proponendo lo stesso regalo (la Daiwa Proteus Tele Surf) ma con una potenza più alta (150 grammi). I particolari dell’iniziativa li trovate a pagina 26. Al prossimo mese surfcaster... la stagione sta iniziando e ci sarà da divertirsi insieme! D’ora in avanti si comincia a fare sul serio con le onde (meteo impazzito permettendo)!
Giulio Marcone
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Pathfinder forever
inserto da staccare
L’evoluzione del famoso monorip: “l’utlimo metro” targato Meloni
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pesca di scalino Super light per le prede che pascolano a tiro di sguardo
splendida sardegna: platamona e marina di sorso
L’isola è un paradiso peri surfcaster. Fra le tante spiagge famose, l’arenile nord occidentale è un richiamo davvero irresistibile
grosse orate con il mare calmo
Long arm scorrevole, innesco “soffice” del bibi e lanci lunghi con madri sottili: le astuzie per prendere la principessa anche in pieno giorno, quando è ancora più sospettosa
correnti e pesca
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Imparare a guardare il mare con occhi da pesci è uno degli obiettivi di tutti i surfcaster... farlo però è difficile
Conoscere gli squali
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Lo studio dei comportamenti e delle basi scientifiche alla base di questi è fondamentale per fare scelte giuste a pesca. Le “grandi pinne” non fanno differenza
Surf casting Mania | 3
SURF CASTING Mania
Anno I - N. 2 - Ottobre 2011 direttore responsabile Giulio Marcone giulio.marcone@pentapress.it
LE RUBRICHE PER APpROFONDIRE l’ittiologo pescatore
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Una complessa ricerca sul regime alimentare degli Sparidi, tre in particolare
Consulenza: Vittorio Azzano In redazione: Fabio Marotta, Paolo Meneghelli Impaginazione e dtp: Red Art di Paola Pogliani Hanno collaborato: Pasquale Barnabà, Fabrizio Gisarella, Rosa La Candia, Stefano Marconi, Sandro Meloni Foto di copertina: Fabrizio Gisarella Foto: Vittorio Azzano, Pasquale Barnabà, Fabrizio Gisarella, Rosa La Candia, Giulio Marcone, Claudio Martelli, Sandro Meloni Disegni e computer graphics: Ezio Giglioli
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nessuno nasce imparato
I pesci del surf: dove, come e quando prenderli con mare calmo e mosso
DIREZIONE E REDAZIONE Via Garberini, 18 - 27029 Vigevano (Pv) Tel. (+39) 0381 38.60.65 - Fax (+39) 0381 38.20.28
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PUBBLICITà Davide Morino (Responsabile commerciale) Tel. (+ 39) 348 12.19.449 davide.morino@pentapress.it
parola agli esperti
96 la ricetta del mese
EDITORE: PENTA PRESS S.R.L
surf news
La gazzetta del surfcaster con curiosità dall’Italia e dal mondo
Sede legale: Via Savona, 123 20144 Milano Publisher: Riccardo Zago riccardo.zago@pentapress.it Responsabile di produzione: Andrea Carpani andrea.carpani@pentapress.it DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola, 18 - 20092 Cinisello Balsamo (Mi) Tel. (+39) 02 66.03.01 - Fax (+39) 02 66.03.03.20 STAMPA MEDIAGRAF S.p.A Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (Pd) Tel. (+39) 049 89.91.511 - Fax (+39) 049 89.91.501 Pubblicazione mensile registrata al Tribunale di Milano il 27.06.2011 con il numero 357 Sped. Abb. Post. 45% Milano Tassa Riscossa Cpm Roserio
Una copia Euro 5,50 Sono vietati la pubblicazione e l’utilizzo anche solo parziale di testi, fotografie e disegni, se non espressamente autorizzati da Penta Press S.r.l. titolare del Copyright. L’invio di fotografie e materiale dattiloscritto alla redazione ne autorizza implicitamente la pubblicazione a titolo gratuito su qualsiasi opera, editata su qualsiasi supporto anche multimediale, della Penta Press S.r.l. Tutto il materiale inviato alla redazione non verrà restituito, salvo precedenti accordi. INFORMATIVA AI SENSI DEL CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI (Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003) Il Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 ha la finalità di garantire che il trattamento dei Vostri dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale. Vi informiamo, ai sensi dell’art. 13 del Codice, che i dati personali da Voi forniti, ovvero altrimenti acquisiti nell’ambito dell’attività da noi svolta, potranno formare oggetto di trattamento per le finalità connesse all’esercizio della nostra attività. Per trattamento di dati personali si intende la loro raccolta, registrazione, organizzazione, conservazione, elaborazione, modificazione, selezione, estrazione, raffronto, utilizzo, diffusione, cancellazione, distribuzione, interconnessione e quant’altro sia utile per l’esecuzione del servizio, compresa la combinazione di due o più di tali operazioni. Il trattamento dei Vostri dati per le finalità sopraindicate avrà luogo prevalentemente con modalità automatizzate e informatiche, sempre nel rispetto delle regole di riservatezza e di sicurezza previste dalla legge e con procedure idonee alla tutela delle stesse. Il titolare del trattamento dei dati personali è PENTA PRESS S.r.l., con sede legale in Milano, nella persona del legale rappresentante; responsabili del trattamento sono i dipendenti e/o professionisti incaricati da PENTA PRESS S.r.l., i quali svolgono le suddette attività sotto la sua diretta supervisione e responsabilità. Il conferimento dei dati personali da parte Vostra è assolutamente facoltativo; tuttavia l’eventuale Vostro rifiuto ci rende impossibile l’esecuzione di alcun adempimento contrattuale. I dati o alcuni di essi, per i fini di cui dianzi, potranno essere comunicati a: società appartenenti al medesimo gruppo societario di cui fa parte PENTA PRESS S.r.l.; soggetti esterni che svolgano funzioni connesse e strumentali all’operatività del Servizio, come, a puro titolo esemplificativo, la gestione del sistema informatico, l’assistenza e consulenza in materia contabile, amministrativa, legale, tributaria e finanziaria; soggetti cui la facoltà di accedere ai dati sia riconosciuta da disposizioni di legge o da ordini delle autorità. Un elenco dettagliato dei predetti soggetti è disponibile presso PENTA PRESS S.r.l. Vi informiamo, inoltre, che potrete consultare, modificare, opporVi o far cancellare i Vostri dati o comunque esercitare tutti i diritti che Vi sono riconosciuti ai sensi dell’art. 7 del Codice, inviando una lettera raccomandata a PENTA PRESS S.r.l. agli indirizzi sopra indicati. Se volete consultare il testo completo del Codice in materia di protezione dei dati personali, visitate il sito ufficiale dell’Autorità Garante www.garanteprivacy.it.
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La sequenza, i gesti, le malizie, e gli accorgimenti per realizzare la U di Suffolk, un back cast elegantissimo
escheinneschi 38 Formidabile replicant squid terminali 56 Mono pulley tra le rocce avet lx 2s 6/3 rh 94 Un argano più che un rotante spotlight 86 Un occhio al mercato
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mastersurf
L’esperienza che conta il mare di
sandro meloni
Uno per tutti
pathfinder
S
enza cadere nel tranello di ripercorrere l’evoluzione tecnica e accessoristica, diciamocelo pure stravolgente, prodotta dalle rip&rot, dobbiamo però rimarcare/comparare “cosa c’era” e cosa adesso è disponibile nell’ottica dei sistemi. Non dico agli antipodi, ma nella fase finale di studio del fenomeno legato al surf avevamo un disperato bisogno di capire, apprendere in riva al mare, disporre di quanto necessario per far fronte a “ogni evenienza”. I finali venivano disegnati sulla riva, non di rado 30 | surf casting Mania
diversificati a seconda di ogni singola mareggiata, energia e orientamento della spiaggia. La battuta iniziava con una trust votata alla scoperta di quanto poteva annidarsi tra le onde; spesso era lo standard a entrare in pesca con i suoi tre ami con esche diverse. Un lungo e pesante terminale non sempre adatto, date le sue scarse capacità balistiche. Con il trascorrere delle ore, le tre specialità si riducevano a due, poi si “entrava in caccia” dell’obiettivo che il sondaggio aveva indicato essere il focus prevalente della battuta.
La fatica del surf
Sono sufficienti queste osservazioni per dedurre che la stazione di pesca non poteva che essere enorme, inamovibile: un numero minimo di quattro cannoni e una cassetta di circa 10 chili, con tanto di pinze, cesoie e martello. Insomma, un “accampamento” che richiedeva sino a tre viaggi per il trasporto e lo smontaggio. E non era assolutamente facile. Si tenga conto che in quell’epoca la regola dei settori era fondamentale. Non disponevamo di strumenti per la lunga distanza, se non il sottodimensionamento del filo
Uno sguardo al passato e uno al futuro: dal monorip, sistema che ha “sfamato” un’intera generazione di surfcastmen, alla sua evoluzione firmata ad anni di distanza dallo stesso autore. Il pathfinder, tradotto “l’esploratore” o meglio ancora “l’apripista”, è uno short all round pensato per le rip&rot che non rifiuta nessuna configurazione, si lancia alla grande e lavora anche nella mezza schiuma
forever
(un peccato la cui espiazione era data solo dal rogo…). Per cui, a seconda dell’energia della spiaggia in relazione alla mareggiata, eravamo costretti a camminate di 400-500 metri, magari alla ricerca del canalone più abbordabile. La conoscenza passava, come sempre, attraverso prove severe. Ma poi arrivammo dall’altra parte dei tizzoni ardenti.
Rip&rot: ripartita e rotante
Da quell’enorme “casino rumoroso e spumeggiante” (per dirla da neofiti impres-
sionati), riuscii a comporre livelli sovrapponibili, stabiliti dal rapporto profondità/ forza del mare; dalla sequenza onde-equilibrio-impianto sommerso; dalla velocità di pascolo in relazione ai settori di pesca; dalla standardizzazione di sistemi e tattiche. Ma quello che mancava ce lo diede solo e soltanto l’avvento di rip&rot, acronimo di canne a ripartizione e mulinelli a bobina rotante. Rimanemmo spaesati da tanto strapotere, dalla leggerezza, dalle dimensioni contenute... mai e poi mai avremmo però immaginato i sacrifici ed i
compromessi che questi ci avrebbero imposto per essere utilizzati al meglio. I rotanti li usavamo da un pezzo, da 2030-50 libbre: facevano parte da un decennio del nostro equipaggiamento, ma i 12 libbre in connubio con le canne a ripartizione e il pendulum (lancio per cui queste canne sono state concepite) era veramente ben altra cosa. Tralasciando il calvario dell’apprendimento (ci torneremo didatticamente, il lancio non è l’oggetto di questo spazio) concentriamoci sui compromessi tecnici legati all’accessoristica. Surf casting Mania | 31
beach ledgering
Peschetta a chi? sulla spiaggia con
rosa la candia
Sottilissimo spesso è proprio a due passi da riva che nuotano e mangiano le prede di galla e non solo. Fare carniere in queste condizioni impone una scelta light, con finali e travi molto sottili e inneschi piccoli e galleggianti. In piÚ, canna in mano per la massima sensibilità . Dalle gare alla pesca per diletto: ecco i trucchi di una giovane esperta che ha la pesca nel sangue...
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sullo
scalino
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underwater
A pesca col professore a lezione da Stefano Marconi
La lente di ingrandimento della scienza I SEGRETI DEL MARE SPIEGATI DAL PROF
Dieta sparide sarago, orata e mormora
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La rubrica di Marconi prende ispirazione anche da voi chiedeteci sulla fan page cosa vi piacerebbe sapere www.facebook.com
P
er motivi legati alla crescita e alla riproduzione i pesci hanno bisogno di assumere diverse sostanze per immagazzinare e utilizzare energia. Queste sostanze possono essere divise in due classi principali, macronutrienti e micronutrienti, in base alle differenti quantità di cui l’organismo dei pesci necessità. Nella prima classe (macronutrienti) troviamo 3 sostanze: proteine, lipidi e carboidrati. Vitamine e minerali sono invece micronutrienti, ma come vedremo anche un deficit di questi ultimi (per quanto micro) può causare disfunzioni ai processi metabolici del pesce.
Cosa mangiano, cosa cercano nel cibo, cosa influisce sul loro regime alimentare e quali gruppi di sostanze sono necessarie alla loro sopravvivenza. Ci sono ovviamente anche le nostre esche... ma non solo. Pronti a un nuovo viaggio nella scienza? Via
Le proteine Nella dieta dei pesci rappresentano una quota rilevante, tant’è vero che il livello proteico per la maggior parte dei pesci, compresi gli Sparidi, si assesta intorno al 40-45 percento sul peso secco dell’alimento. Le proteine non sono altro che composti formati da diversi “mattoncini” conosciuti col nome di amminoacidi (AA). Questi ultimi, insieme a quelli “riciclati” dalle proteine corporee, vengono utilizzati per la sintesi di nuova massa proteica e di altri composti contenenti azoto. Gli AA risultano più che mai necessari nei pesci che, a differenza di altri animali, possono contare su una quota di riciclo molto scarsa. Questo ci fa comprendere quanto sia importante che i nostri avversari assumano attraverso il cibo ingerito la quantità adeguate per poter far fronte al proprio fabbisogno proteicoaminoacidico. Inoltre non tutta la proteina ingerita verrà metabolizzata: un 5-15 percento, infatti, si perderà nella feci e una parte degli AA verranno utilizzati dall’organismo per ricavarne energia vitale, soprattutto in mancanza di altri composti come lipidi e zuccheri. I pesci in
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più hanno la particolarità di non essere in grado di sintetizzare 12 dei 20 AA che costituiscono le proteine (arginina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, cistina, fenilanina, tirosina, treonina, triptofano, valina) e dovranno assumerli necessariamente con il cibo.
semplici come il glucosio e il fruttosio; disaccaridi, molecole più complesse formate da due monosaccaridi come il saccarosio e polisaccaridi, come amido e cellulosa. Anche nei pesci queste sostanze servono primariamente come fonte di energia anche se i disaccaridi e i polisaccaridi prima di essere utilizzati devono essere scissi in molecole semplici. In mancanza di carboidrati, l’organismo consumerà infatti lipidi e proteine alterando il corretto equilibrio dei processi metabolici.
Lipidi Dal punto di vista chimico sono miscele costituite da grassi, oli, sostanze non proteiche (che concorrono a formare le membrane cellulari) e da alcune vitamine e ormoni, anche se la componente Le vitamine comune è sempre l’acido grasso, che può essere saturo o insaLe vitamine si dividono in due turo. In particolare i trigliceridi, categorie. Le liposolubili, ovche di norma sono la maggior vero solubili nei grassi, vengocomponente dei lipidi naturali, no assorbite a livello intestinasono formati da 3 acidi grassi le se ci sono appunto i grassi e e da una molecola di glicerolo. possono essere immagazzinate I lipidi perciò costituiscono nei tessuti adiposi del pesce. importanti fonti di energia e di Le idrosolubili (solubili in acidi grassi essenziali (AGE). acqua: B,C, colina, inositolo) Questi ultimi, come suggerisce vengono assorbite tramite trail nome, sono indispensabili per la corretta crescita dei pesci e per alcune le ricavano solo delle buone performance riproduttive, tant’è che una loro carenza può sporto attivo e non possono escompromettere il buon esito di sere stoccate. Tutte le vitamine tali processi. Oltre a ciò gli AGE hanno ruoli fondamentali per sono importanti come compol’organismo. Parlando di vitanenti delle membrane cellulari, mine liposolubili ricordiamo dei fosfolipidi, di lipoproteine la vitamina A, presente in alidi trasporto e come substrato menti vegetali che agisce sulla per la sintesi di alcuni ormoni moltiplicazione cellulare, sulla (prostaglandine). Gli AGE più vista e sulla protezione della richiesti dai pesci marini sono pelle, e la vitamina D che ha l’acido eicosapentaenoico e doinvece un ruolo fondamentale cosaenoico. nel ricambio del calcio e del fosforo ed è quindi importanCarboidrati tissima per lo sviluppo dello Come suggerisce il nome, quescheletro. E non si dimentichi ste molecole sono costituite da anche la vitamina E, che svoltre elementi principali: carbonio, ge funzioni antiossidanti e idrogeno e ossigeno. I carboiaiuta la formazione di ormoni drati possono essere distinti in riproduttivi, e la vitamina K base al grado di complessità che interviene soprattutto nella in: monosaccaridi, zuccheri coagulazione del sangue.
tantissime sostanze servono ai pesci
grazie al cibo
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topreport
Cronache, avventure, leggende dall’album di
vittorio azzano
Conoscenza. Studio. Informazioni. La pesca non è soltanto una pratica che va imparata raffinando gesti, costruzioni, assemblaggi. Uno degli obiettivi primari di ogni appassionato deve essere la cura della propria formazione scientifica: è inutile andare a pescare se non si conoscono le leggi e ritmi del mare e di chi lo abita. E c’è di più: chi più conosce... più prende! Citando Micheal De Montagne: “Non potrei vivere se non avessi la sensazione che oggi so qualcosa in più di ieri”... 74 | surf casting Mania
let’s
shark studio, ricerca,
strike!
I
l secchio vuoto è colmo di domande, delle nostre incertezze, delle nostre paure. L’ombra lunga dell’ultima esca traccia sulla sabbia un arco piatto e si allontana da noi, in rigoroso silenzio, disegnando nel celeste terso una parabola che seguiamo con l’orecchio teso sui giri del rotante, verso quell’arancione misto al rosa sfumato del sole che tramonta davanti a noi affogando nell’Oceano. Sulla sabbia soffice solo l’impronta anonima di un piede scalzo. Un gesto morbido, il contatto fragile tra l’uomo e il mare. L’istante preciso in cui la pesca si spoglia di tutti gli abiti che le cuciamo addosso, spesso a forza, divenendo semplice, profumando di pulito. Tra le labbra del cuore quel sapore antico, nascosto nel nostro inconscio, quando l’uomo e il mare erano
un’unica entità. Herman Melville, l’autore di Moby Dick lo descrive così: “vi è non si sa quale mistero in questo mare, che con i suoi movimenti delicatamente terribili sembra parlare di una qualche anima nascosta al di sotto”. Ed è proprio questo il sentimento che spinge l’uomo a fronteggiare i propri limiti, i propri timori, nel percorso di ricerca che porti finalmente a una risposta che possa risanare il senso di inadeguatezza, emozione che vive giornalmente chi decide di eleggere a proprio avversario lo squalo.
Uno stile di vita
Lo shark fishing travalica il senso della pesca e diventa caccia, guerra alle proprie paure, una ritrovata emozione, quella dell’uomo moderno che si riconcilia con i
propri istinti naturali di cacciatore, ritrovando se stesso. Rispetto e conoscenza del proprio avversario, solo così potremo ottenere risultati indimenticabili e lo shark fishing continuerà a essere quella fantastica avventura che da secoli si ripete quotidianamente. L’esempio secondo me più alto dell’immortale tenzone fra uomo e natura ce lo offre Santiago, il personaggio del famoso “Il vecchio e il mare” di Hernest Hemingway. Dopo l’epico combattimento con l’enorme marlin, vede vanificati tutti i suoi sforzi dai “galanos”. Li combatte con tutte le forze rimastegli in corpo e poi accetta, sfinito, il verdetto impietoso del mare. L’inconfondibile pinna dal profilo triangolare, i denti affilati, la pelle ruvida, assumono una connotazione
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