INSERTO SURF CASTING MANIA N 3

Page 1

alto adriatico: filtri, brussa, borsetti

ecco le dritte per fare centro

Secche, piani sommersi, punti delle foci, buche: il Bignami dell’Alto Adriatico in quattro punti da tenere sempre ben presenti quando si parte

2° 3° 4°

Esattamente per lo stesso concetto del deflusso d’acqua del canalone in battigia, anche i piani caricano e scaricano acqua, da e verso il mare aperto, durante l’azione di alta e bassa marea. Ciò avviene progressivamente e l’acqua, ordinatamente, segue un profilo ben preciso attraverso delle “finestre” nelle barre. Si tratta di zone dove il fondale crea una depressione e permette all’acqua di defluire ed entrare. Di fronte a queste aperture, in momenti e con intensità diverse, in base al momento di marea si creano delle correnti che fungono da richiamo per i pesci che le sfruttano per entrare e uscire dalla spiaggia. Le “finestre” tra il primo piano sommerso e il secondo sono sempre di grandi dimensioni e generano modeste correnti, mentre quelle più esterne sono di dimensioni più contenute e generano correnti di fondo molto deboli. Capita sovente che tra i beachmen dell’Alto Adriatico le indicazioni sui punti migliori vengano dati riferendosi a edifici, strutture sulla spiaggia e, più raramente, addirittura dai passi. Esempi ricorrenti sono “di fronte al pilone della bandiera all’Ufficio 6 a Lignano”, oppure “davanti all’Hotel Montecarlo a Bibione” o “trenta passi lunghi oltre i picchetti in legno dal secondo ingresso” nel caso della Brussa. In realtà questo singolare modo di catalogare gli hot spot della spiaggia si riferisce alla presenza di buche o correnti di ritorno. Per fare belle pescate, soprattutto nei confronti dei grufolatori, è fondamentale avere le coordinate giuste. L’esempio pratico è il risultato di Paolo Paolicchi a un trofeo locale: cinquantatre pesci tra mormore e orate contro i sei e gli otto pesci dei suoi vicini. Un divario impressionante che per sua stessa ammissione è derivato dal fatto che aveva di fronte una buca dove il pesce si è tenuto per molte ore.

LE REGOLE D’ORO

La zona di pesca del “primo piano” diventa interessante dal punto di vista delle catture soltanto nel caso in cui la divisione delle barre sia ben marcata con una prima zona di acqua bassa di estensione limitata, una zona piuttosto ampia di demarcazione e un’altra secca di medie dimensioni. Se quest’ultima fosse troppo stretta, le mareggiate esaurirebbero troppo in fretta i nutritivi in essa contenuti rendendo di fatto la zona del tutto sterile. Se, al contrario, la zona di secca è troppo estesa, le catture saranno poche perché il pesce tenderà a stazionare solo nel secondo piano senza superare la secca con il favore dell’azione di marea crescente.

In prossimità delle foci le maree durante il periodo di primo quarto e ultimo quarto generano forti correnti che modificano le abitudini classiche dei grufolatori, in primis le mormore, che in queste occasioni si alimentano a favore di corrente facendo passaggi molto brevi e veloci durante i quali non è facile fare numero. Se la spiaggia lo consente, la cosa migliore è “rincorrerle” con il wander surf, la pesca itinerante. Durante la mareggiata, invece, saranno più prolifici tentativi mirati nelle zone dove ipotizziamo che stazionino rombi e spigole, impostando la tattica sulla rotazione di inneschi a fondo e a mezz’acqua. In spiaggia aperta l’esca viva non produce i risultati eclatanti che invece dà se utilizzata in foce.

LA BIOCENOSI DELL’ALTO ADRIATICO N

el sottoriva delle spiagge adriatiche da Ravenna in su potremo facilmente imbatterci nel Carcinus mediterraneus, un granchio che in gergo viene chiamato

“masaneta” e proseguendo verso il mare aperto, in rapida successione, colonie di Gastrana fragilis e Loripes lacteus, quest’ultima conosciuta con il nome dialetta-

Gli inserti di

e Casal Borsetti BrussaFiltri ,

Un viaggio da Trieste a Ravenna. Tre super spot per scoprire il fascino di un mare etichettato come “vasca da bagno” per troppo tempo e che invece nasconde dei segreti (alcuni nemmeno più tali) e degli immensi tesori nascosti. Tecnico e difficile da interpretare, l’Alto Adriatico risponde a regole tutte sue e ha un carattere “introverso” che si apre solo a chi la pazienza di ascoltarlo

I

l crepitare sommesso del fuoco tra i ciocchi di faggio della stufa. Le sedie con la seduta in paglia intrecciata come una volta. Un tavolaccio alla buona dove sono evidenti i segni del tempo e dei tanti commensali che ha servito. Fuori, al di là della tenda verde tesa in estate come in inverno, la lunga strada dritta e i campi arati, il silenzio e un muro di nebbia tanto fitto che ci si potrebbero appoggiare le biciclette, il profumo di pece dei pini marittimi della vicina pineta secolare e quello di laguna, di canali, di giunchi e di salmastro. È nata così, tra i profumi delle notti di marzo, davanti a un piatto caldo di calamaretti fritti all’osteria “Doppio Litro” di Castello di Brussa, l’idea di raccontare oggi di surf casting in Alto Adriatico. Non riesumeremo una mappa delle spiagge che vanno da Trieste al confine tra Emilia Romagna e Marche, ma descriveremo il loro carattere, parlandovi degli uomini che hanno dedicato a questa disciplina molte notti insonni in totale solitudine, permettendo così a mol-

ti pescasportivi di catturare i primi pesci andando in luoghi oramai resi celebri dal susseguirsi delle catture. Una storia fatta di silenzi interrotti, di fitte nebbie, di un attaccamento “alla sabbia” fuori dal comune. Tutto ciò per realizzare un sogno: la diffusione del surf casting in questi lidi. La maggior parte degli appassionati conosce questa “fetta” di litorale come enormi spiagge sabbiose con un gradino di risacca praticamente assente. E invece nella zona costiera della riviera triestina, a pochi chilometri dal confine tra Italia e Slovenia, dove le falesie del carso sprofondano a picco in mare, ci sono tre “pocket beach” con fondali alti di tipo misto. Vi portiamo a Castel Regio, a Canovella de Zoppoli e alla più famosa, quella “dei Filtri” detta anche “spiaggia del laboratorio” per la caratteristica struttura poco distante dove ha sede il centro di biologia marina dell’ Università di Trieste. Sarà un viaggio ideale con la compagnia di quei pescatori che calpestano questa sabbia da sempre. Pronti? Via!

Tutto quello che vive sopra e sotto il piano meso-litorale le di “loca da fango”. Poco oltre, spesso sul margine esterno della prima barra creata dall’effetto delle onde, troviamo insediamenti anche molto consistenti

di Venerupis aurea, Chamelea gallina (in gergo “peverassa”), Tapes decussatus (vongola vera), Ensis minor (in dialetto “capalonga”) e Donax trunculus (tellina).

carcinus mediterraneus

DONAX TRUNCULUS ENSIS MINOR

venerupis aurea loripes lacteus

chamelea gallina

tapes decussatus

gastrana fragilis

Esche e periodi per la regina Ecco quando e come tentare spigola (nella tabella i valori sono divisi per giorno/notte) SE PP IA

calamaro

ILLINA ANGU

CE FALO VIV O

ZZO GHIO

SARDA

HIO ICC NNOL CA

CORBOLA

GRANCHIO

BIBI

AMERICANO

settembre

ottobre

novembre

dicembre

gennaio

febbraio

marzo

aprile

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

/ / / / / / /

DOVE MANGIARE

• Trattoria Da Gruden San Pelagio del Carso 34013 Duino-aurisina (Ts) Tel. 040 20.01.51 Tipico ristorantino carsico che propone una serie di piatti della tradizione friulana: affettati di casa come antipasto, struccolo di patate e spinaci, gnocchi di albicocche e cannella, kiffel e lubjanska oppure stufato di pernice con polenta. Vino della casa a buon prezzo e di ottima qualità, uno su tutti il Malvazia istriano, rigorosamente ghiacciato! • Trattoria-Ristorante Da Nico Strada San Gaetano, 13 30021 Caorle (Ve) Tel. 0421 88.089 Un piccolo ambiente, caldo, confortevole, vero e autentico covo di cacciatori e pescatori. La cucina lagunare propone piatti di carne e pesce elaborati rispettivamente con la cacciagione più pregiata e il pesce fresco del mercato ittico di Caorle o da una serie di piccoli fornitori locali. Tra le specialità annoveriamo moriglioni, folaghe,

canapiglie, alzavole, beccacce, marzaioli, fischioni e germani. Le specialità di pesce sono le splendide sarde in saor e la frittura di “anguee e sottoi”. • Locanda Passo Pomposa Via Provinciale Volano, 13 44021 Pomposa (Fe) Tel. 0533 71.91.31 Aperto tutto l’anno, è un ristorante ben curato che propone una cucina ottima al giusto prezzo: risotto con le telline, prosciutto d’oca, tagliate alla griglia, una ottima scelta di formaggi, una cantina ricercata.

DOVE dormire • Osteria Bella Riva Via A. Piccard n°44 Santa Croce (Ts) Tre camere direttamente sulla spiaggia e un buon ristorantino. • Savoy Beach Hotel, Bibione Corso Europa, 51 30020 Bibione (Ve) Tel. 0431 43.73.17

Rubrica Spiagge • Hotel Casal Borsetti Via Ortolani - 48123 Casal Borsetti (Ra)

NEGOZIO DI PESCA • Arte Pesca di Dario Zandomeni Via XXIV Maggio, 39 34077 Ronchi Dei Legionari, Gorizia Tel. 0481 47.43.54 • Tutto Pesca di Mirra Claudio Via Tisanella 124, Latisana (Ud) Tel. 0431 52.02.92 • Marlin Blue Via Po, 64 - Porto Corsini (Ra) Tel. 0544 448.106/338 www.marlinblue.it


Tre spiagge

sicure

FILTRI

FILTRI

C

C

LA BRUSSA

ercorriamo tutta la statale Jesolana fino a imboccare, nei pressi di Mestre, la SS 309, la mitica “Romea” che collega Venezia a Ravenna. Superiamo i Lidi Ferraresi e il territorio comunale di Comacchio che comprende lidi sconosciuti e che in futuro avremo modo di raccontare nel dettaglio. Passato il ponte sul porto canale di Porto Garibaldi arriviamo nei pressi di Lido di Spina. Sotto a una tettoia, seduto sulle sedie di plastica davanti a un bancone frigo e all’insegna “Piadine, crescioni e cocomero fresco” vedo l’inconfondibile faccione buono di Fausto Romualdi, conosciuto da tutti con il soprannome di “Rommel”. Al momento dei saluti bastano poche parole e l’accento non lascia spazio a dubbi: è quella parlata unica, preludio di infinite risate, resa famosa dai comici del programma televisivo Zelig, Giuseppe Giacobazzi e Paolo Cevoli, in arte l’assessore Palmiro Cangini. Assieme a Fausto ci sono i “suoi” ragazzi: Emilio Briganti, Ivan Boschi, Marco Pezzi, Francesco Ferruzzi, Ivo Menghi, Domenico Milani. Sono i soci fondatori di una nuovissima realtà tutta romagnola, l’unica

CASAL BORSETTI

per

Gli inserti di

4 stagioni

Dove, come, quando e chi. Un promemoria per affrontare questo litorale con più fiducia

hi proviene dalla A4 Venezia - Torino dovrà superare la barriera del Lisert e proseguire sulla superstrada fino all’uscita per Sistiana (Ts), immettendosi sulla SS 14. Da qui si prosegue, superando il tunnel scavato nella roccia carsica, finché si intravede sulla sinistra una strada che sale verso l’altopiano. Dall’altra parte della carreggiata, in corrispondenza dello svicolo appena citato, si vede una strada molto ripida che porta a un piccolo parcheggio. Imbocchiamola e lasciamo l’auto nel piazzale. Pochi scalini, che imboccheremo prendendo come riferimento una cancellata, ci porteranno dritti dritti al mare. La spiaggia è poco più lunga di 100 metri e può ospitare un massimo di sei o sette pescatori. La parte destra, verso il porticciolo, regala belle spigole ed è ben frequentata da grossi gronghi d’inverno e da ottime mormore in estate, da pescare molto leggeri con travi e terminali sottili e braccioli corti innescati a coreano e muriddu. L’estremità sinistra ha un fondale che negli ultimi metri prima della riva è molto accidentato ed è facile incagliare perdendo la lenza e gli eventuali pesci. Nel periodo che dalla primavera va alla fine dell’autunno, pescando di notte, si catturano grandi quantità di pesci di galla con la tecnica del beach legering, boghe e sugarelli in primis e anche di ottima taglia. Di giorno, in autunno, si fanno bei carnieri di aguglie. Il calamento principe per i piccoli rostrati è un trave di 2 metri realizzato con un ottimo fluorocarbon dello 0,30 dotato di due braccioli da 140 centimetri dello 0,16, con il terminale brillato vicino all’amo oppure collegato ad un piccolo spezzone dello 0,23 in fluorocarbon, soluzione laboriosa ma altrettanto vincente. L’unica accortezza è utilizzare dei flotter fluorescenti e innescare, con l’ago, generose porzioni di coreano nel caso prevalessero i sugarelli, che qui arrivano a taglie molto interessanti. Modereremo la grandezza dell’innesco in presenza di boghe.

ontinuiamo sulla SS 14 che collega Trieste a Venezia e, in località Lugugnana di Portogruaro, incontriamo Mauro Cella e Daniele De Pellegrin, due agonisti tosti che hanno scelto di non cimentarsi più in un agonismo fatto di pescetti che inevitabilmente vengono uccisi. I due conoscono molto bene la spiaggia della località, chiamata la Brussa, e ci raccontano che si tratta di un arenile su cui aleggia una sorta di immagine leggendaria vuoi anche per il fatto che è sempre stata la palestra del “grande vecchio” del surf di quassù, Agostino Cosimi... il numero uno, la pantera rosa, come lo chiamavano gli amici più cari per quel suo singolare e inimitabile modo di camminare. Difficile e dal comportamento mutevole, è sicuramente la spiaggia più tecnica dell’Alto Adriatico, la palestra dove andare solo dopo aver fatto un po’ di pratica, con la consapevolezza che anche i migliori qui prendono delle sonore batoste, tanto che qualche agonista emergente degli ultimi anni la evita caldamente per paura di fare brutte figure. La spiaggia offre molte possibilità di pesca e i settori favorevoli sono diversi. Nota dolente: accessibilità

P

alto adriatico: filtri, brussa, borsetti

difficile. Le zone migliori per pescare, infatti, non sono vicine agli accessi dal parcheggio che si raggiunge percorrendo tutta la strada oltre l’abitato di Castello di Brussa (asfaltata), superando il ponte con il piccolo attracco per le barche e immettendosi su una strada bianca. Le scelte che possiamo fare sono due. La prima è proseguire sempre dritti in direzione dell’inconfondibile pineta secolare e parcheggiare nel grande spiazzo, vicino al tipico cason. Da qui si accede agli ingressi principali che danno direttamente al centro della spiaggia, in prossimità delle piccole scogliere frangiflutti. La morfologia della spiaggia si caratterizza per lo più da buche, che da riva troviamo a una distanza variabile tra i 60 ed i 130 metri. A mare calmo si catturano palombi, mormore e orate. Appena il mare si muove un po’, tentare la pesca mirata all’ombrina di taglia non è affatto azzardato. Le esche migliori sono bibi, cannolicchio e sarda. Dall’autunno inoltrato alla tarda primavera, pescando in scaduta, si catturano pesci piatti, anguille e spigole. Il secondo ingresso è per i “giovani” e per quelli che hanno passo spedito e riescono a tenere tutto in spalla. Imboccata la strada sterrata dobbiamo girare a destra e percorrere circa 2 chilometri per arrivare a un piccolo spiazzo in prossimità di una torretta di avvistamento. L’accesso in spiaggia non è agevole e, attraversata una palude, dovremo seguire i piccoli sentieri, spesso piuttosto nascosti, che attraversano la grossa macchia di foresta mediterranea arrivando sulla spiaggia nella parte terminale che si affaccia sulla cittadina di Caorle. Qui il fondale è maggiore e si opta, soprattutto con mare grosso, per ombrine, mormore e spigole, utilizzando terminali lunghi innescati con americano e cannolicchio. Meglio non andare mai da soli in questa spiaggia, perché piuttosto fuori mano e in una zona molto isolata.

LEGENDA

Le correnti principali. Da sinistra verso destra: un agglomerato di copertoni sommersi dove è facile incagliare e ci sono molte corvine; dei grossi scogli sommersi di diverse tonnellate, rifugio per grossi gronghi e saraghi; una discesa di mattoni forati dove la mattina presto capita spesso di trovare le orate in pascolo. Zona di fondale dove si incaglia con facilità. Rotta di pascolo abituale dei pesci. Banco di sabbia con qualche raro scoglio, molto valido nella ricerca delle mormore.

LEGENDA

associazione che si occupa di pesca dalla spiaggia e lancio tecnico per l’Emilia Romagna e che ultimamente sta raccogliendo i successi che merita, frutto di una corretta impostazione iniziale. Giusto il tempo di una piadina e una fetta di anguria ghiacciata e ci dirigiamo verso Casal Borsetti, una delle migliori spiagge di queste zone, difficile il giusto ma ricca di mormore e pesci di galla. Il punto di riferimento è lo stabilimento Balneare Over Beach, a Casal Borsetti Sud. Arriviamo in spiaggia al tramonto e notiamo che a una distanza variabile da riva, ma sempre entro i 150 metri, ci sono delle dighe frangiflutti parallele alla linea di costa. «Sono opere di difesa dell’arenile», spiega il presidente del Scr Emilio Briganti, «che richiamano un gran numero di pesci e che, con le condizioni giuste, aiutano a catturare qualche bel pezzo di taglia». Gli amici romagnoli si dispongono ordinatamente di fronte a quelle che loro chiamano “bocche” e che altro non sono che le aperture sul mare aperto tra diga e diga. Fausto ci spiega che in quella zona di fondale si viene a creare una corrente che le mormore usano per pascolare e che quando il periodo è quello giusto si assiste a una vera corsa per accaparrarsi le postazioni migliori. Le catture si susseguono con ottima continuità fino a tarda notte. Le due esche più usate sono l’arenicola napoletana e il muriddu locale... che spesso compie dei veri e propri miracoli. I calamenti più usati sono bi-ami e tri-ami con braccioli da 40 a 70 centimetri. La taglia delle mormore è davvero interessantissima e probabilmente da queste spiagge sono venuti all’asciutto i rigatini più grandi d’Italia, con una taglia media ben superiore ai 500 grammi e con diverse catture prossime al chilo.

Banchi di sabbia con acqua bassa Buche con profondità maggiore dove di solito si prendono cefali e oratelle Correnti principali Rotte di pascolo abituale dei pesci

LEGENDA Correnti principali Rotta di pascolo abituale dei pesci Zona con molti scogli sommersi Buche profonde


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.