Arte in giardino 2012 : Enrico Stropparo

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Arte in G iardino 8 a edizione 8 giugno - 15 ottobre 2012 Mostra a cura della Galleria Gulliver nel Giardino delle Osmunde dell’Hotel Cernia Isola Botanica Capo Sant’Andrea (isola d’Elba)


SAI - Agenzia di Portoferraio (isola d’Elba)

©Copyright 2011 Gulliver Responsabile della pubblicazione: Gulliver Libro pubblicato dall’Autore traduzione inglese a cura di Patricia Finlayson Costa testo critico di Flaminio Gualdoni. Progetto grafico e impaginazione: Giovanna Bernetti Foto: ©2012 Francesco Niccolai ©2012 Michele Zampierin Copertina: foto ©2012 Francesco Niccolai

A in G


Arte in G iardino

RIFIORIR DI TERRE le Sculture Ceramiche di

Enrico Stropparo


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A rte in Giardino: percorso n . 8 - E nrico S tropparo a cura della Galleria Gulliver - Terre d’autore

Conosciamo Enrico Stropparo da un po’ di anni, da quando nel lontano 1994 inaugurammo la galleria d’arte GULLIVER – terre d’autore con la nostra prima mostra “Viaggi tra terre e mare” presentando le sue opere insieme a quelle di Riccardo Biavati e Sandro Lorenzini. E’ stato il momento originario in cui ci siamo avvicinati al mondo della scultura ceramica contemporanea, il primo passo di un percorso culturale di ricerca e approfondimento che ancora stiamo percorrendo con passione e

interesse crescenti. L’incontro con la sua arte, il suo talento e la sua personalità ha significato oltrepassare il contesto della ceramica legata all’artigianato, al bell’oggetto utile d’arredamento, per accostarsi alla soglia della scultura, al mestiere dell’arte : proporre opere di autori di riconosciuta fama e giovani autori in crescita formativa e culturale, con una attenzione precisa alla conferma della qualità fabbrile delle opere. Nel frattempo che Strop-

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piedi per terra e cuore al cielo stele cm 20x20 h 150 fuoco del cielo stele cm 20x20 h 160 sguardo sull’acqua stele cm 20x20 h 150 aria fammi vedere stele cm 20x20 h 150

paro “meditava sul futuro della ceramica, provocando ancora le terre”, in un periodo di sospensione creativa, noi continuavamo a percorrere il sentiero della ricerca sulla ceramica contemporanea, con l’obbiettivo primario di colmare la carenza di promozione e divulgazione artistica che si soffriva in questo campo. Nasceva otto anni fa l’esperienza di ARTE IN GIARDINO in accordo con Francesca e Cristiano, titolari dell’Hotel Cernia : l’intento di proporre nel contesto naturale e privilegiato del giardino delle osmunde un percorso d’arte scultorea per facilitare l’incontro col pubblico, che fuori dai contesti tradizionali delle gallerie espositive trovasse più facile e naturale vivere

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con l’arte intorno, concepito inoltre come uno stimolo ulteriore per gli autori invitati a progettare e misurarsi con l’ambiente naturale. Confidando nella ripresa lavorativa scultorea di Stropparo, nel 2007 lo abbiamo invitato insieme ad altri fra i più notevoli scultori italiani, a partecipare alla prima edizione di “ConCreta”, esposizione di scultura ceramica contemporanea nel Palazzo Pretorio di Certaldo Alto (Firenze), centro storico medievale di grande fascino e dalla intatta bellezza architettonica. In quella occasione l’artista si è ispirato al Decamerone di Messer Boccaccio, e ha presentato un’opera di eccezionale pregnanza artistica e culturale: il “Prooemium”. Si sono riallacciati i fili con l’autore, come un discorso sospeso ma non interrotto ed è così che quest’anno lo presentiamo protagonista dell’incontro col giardino delle osmunde dell’hotel Cernia. Il nostro invito non lo ha trovato impreparato, già da tempo considerava la possibilità di confrontarsi con il contesto ambientale esterno, dove mutevoli giochi di luce e ombra, il susseguirsi dei ritmi quotidiani di sole e notte, rendono all’esposizione delle opere una ricchezza di sensazioni e stimoli sempre diversa. Così nel paesaggio naturale dell’Hotel Cernia quest’anno troviamo le evoluzioni ceramiche di un grande maestro, il rifiorir di terre di Enrico Stropparo.

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We have known Enrico Stropparo for some years now, since, in that distant 1994, we inaugurated our art gallery, GULLIVER – specializing in works by masters of ceramic art. Our first exhibition, “Viaggi tra terre e mare” (Journeys by land and by sea), presented works by Stropparo alongside Riccardo Biavati and Sandro Lorenzini. This was our very first encounter with the world of contemporary ceramic sculpture, the first step in a cultural journey of research and investigation that we are still travelling with passion and ever-growing interest. The encounter with Stropparo’s art, his talent and his personality, has meant going beyond the context of ceramics tied to handicraft, to pretty, useful objects for interior decoration, but leading us to the threshold of sculpture, the expertise of art: it has led us to put forward works by well-known artists and by new, promising young artists with special care towards the endorsement of the quality of the production of their works. Whilst Stropparo was “meditating on the future of ceramics but still inspired by clay”, during the period of his creative pause, we were going ahead with our journey in our research into contemporary ceramics with the primary objective of filling the gaps in the advancement and diffusion in this field of art, which is sadly lacking. Eight years ago, our experience of

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ART IN THE GARDEN was born in collaboration with Francesca and Cristiano, the owners of the Cernia Hotel: our intention was to use the natural, favourable context of the Garden of the Osmunda to create a trail of sculptural art and to ease the encounter with the public who, outside the traditional context of an exhibiting gallery, may well find it more simple and natural to live alongside art. Moreover, it was devised as a further incentive for the artists who have been invited to take up the challenge and plan their art in these natural surroundings. In 2007, sure of Stropparo’s return to sculptural art, we invited him, alongside other wellknown Italian sculptors, to take part in the first edition of “ConCreta”, the exhibition of contemporary ceramic sculpture in the Pretorio Palace in Certaldo, near Florence in the fascinating medieval historic centre of the town with its intact architectural beauty. On that occasion, our artist was inspired by Messer Boccaccio and he presented a collection of pieces of exceptional significance both artistic and cultural, the “Prooemium”. We were able to pick up the threads with the artist like a discussion that had been suspended but not interrupted, therefore, in this way, we are able to present him as the protagonist of this year’s encounter in the Garden of the Osmunda at the Cernia Hotel. Our invitation found him ready and willing as he had al-

ready been considering the possibility of taking up the challenge of working in an outdoor environmental context where the shifting play of light and shadow, the continuation of the daily rhythms of being exposed to the sun and to the night, lend an ever-changing richness of sensations and incentives. In this way, this year, in the natural setting of the Cernia Hotel, we find the ceramic evolutions of a great master, the new flourishing of the clay of Enrico Stropparo.

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Enrico Stropparo Di Flaminio Gualdoni

Figura di massimo rilievo nella scultura con-

delle luci e delle ombre, delle prospettive vege-

temporanea in ceramica, Enrico Stropparo si ri-

tali, è portatore di coinvolgimenti estetici preci-

presenta con un progetto ambizioso e sottile.

si. Affermare dunque la propria qualità, ma sen-

Ambizioso, perché si dipana nel giardino del-

za agonismi arroganze imposizioni nei confronti

le osmunde che Francesca e Cristiano Anselmi

del luogo, facendosi piuttosto anch’egli portatore

hanno reso luogo studiatissimo e insieme wild,

d’amore e complicità. Non fare arte nel giardino,

senza affettazioni ma denso d’amore e compli-

ma con il giardino.

cità. Sottile, perché Stropparo ha deciso di non

Del resto, la riflessione sul naturale e l’artificia-

ridurlo a scenario estetizzante, ma di accettare

le è al fondamento stesso del rapporto che Strop-

l’ingaggio operativo e concettuale che ciò com-

paro ha instaurato con la terra. Da sempre egli

portava: aggirare la monumentalità, amplificare la

ne ha scelto e accolto i colori naturali, le qua-

misura dell’artificio primo del giardiniere in virtù

lità primarie d’una formatività capace di serrarsi

dell’artificio alto dell’arte, integrare il percorso di

in geometrie rigorose ed essenziali ma rimanen-

sculture in un ambito in cui il mutare dei colori,

do aperta alle suggestioni dell’organico, capace

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SUPERFLUO Installazione 22 ciotole a semisfera ø cm 25. Semirefrattari, argille naturali, chamottes, ingobbi (1100°)

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d’aver pelle che si fa carezzare dalla luce oppure la riflette, orgogliosa della propria sostanza plastica. E da sempre è attratto dalla facoltà della terra di farsi, più che volume, disegno nello spazio, metrica e presenza modificante: come una soglia, un passaggio che si nutre d’umori simbolici (e sovviene il montaliano “d’alti Eldoradi malchiuse porte”) ma insieme si dà, qui, ben conficcato nell’orizzonte fisico. Dunque Stropparo ha scelto, in questa occasione, un percorso punteggiato da porte, da architetture snudate e primarie che si ergono certe di se stesse e subito si moltiplicano, mobili, nel gioco delle ombre portate dal sole, insieme facendosi

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SUPERFLUO


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SUPERFLUO

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SUPERFLUO

cornici visive di scorci del verde a loro volta continuamente diversi: presenze dell’arte, ma rese vive e pulsanti da quel loro farsi solidali alla vita vivente che le circonda. Dicono di terra, e acqua, e fuoco, e aria, in un à rebours nel naturale ch’è molto più che commento e suggestione. Porte, sono, transiti marcati di spazio, a cadenzare nel percorso la situazione d’altre figure. Ecco, ora, le volute che si ergono a raddoppiare e enfatizzare il germogliare delle osmunde, in omaggio alla vegetazione identitaria del luogo. Ecco, ancora, le efflorescenze visionarie che si ergono come ad amplificare, per straniamenti emotivi, il rigoglio circostante. Ecco, soprattutto, le

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SUPERFLUO

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sequenze di viariazioni teoricamente illimiti sullo schema della ciotola. La ciotola, si sa, è per l’artista della ceramica l’alfa e l’omega, il punto di ogni cominciamento e d’ogni approdo, la sagoma sorgiva e l’universo del possibile. È, accantonata convenzionalmente ogni implicazione pratica, una sorta di idea stessa della forma. Curva di corpo amato e di geometria, materia che sa d’organico e di sapere sorgivo della mano, la ciotola è intesa da Stropparo come il “vrai lieu” (giusto per evocare un altro poeta, Yves Bonnefoy) di tutti i suoi trascorrimenti visionari. Vi riflette della stessa sua configurazione formale primaria, la fa abitare dalle sue fantasticherie umorose in cui trovano luogo il gioco e l’esperimento fabrile, la volontà progettante e il puro estro dell’invenzione. E poi le dispone, in percorsi che a loro volta si fanno presenza modificante, articolazione di spazio. Ciascuna d’esse rivendica uno sguardo, sviluppa una questione ed emana un aroma. Poste così, in sequenza, esse si fanno insieme discorso spazioso e sviluppo possibile: non univoco, non unitario, ché sempre avverti un prima e un dopo rispetto a ciò che vedi, percepisci la sprezzatura del ludus e la concentrazione del fare/pensare rimuginante tutto di Stropparo: e quel riveberarsi della circolarità della sagoma nella disposizione a spirale ben indica che di un infinitezza naturale, comunque, si ragiona.

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PORTaria cm 100x60 h190 semirefrattario (1100°)

Ancora una riflessione, suscita questo percorso d’opere. Scegliere la terra come materia, volersi uomo della ceramica, nei decenni ultimi del ‘900 è stata per molti scelta non facile, e certo tutt’altro che pagante. Le ragioni ne son talmente note da non doversi più nemmeno riassumere. In questo ritorno felice e cospicuo di Stropparo alla pienezza dell’arte ceramica si avverte invece anche il buon sapore dell’orgoglio identitario dell’artefice. Il quale è ben cosciente, naturalmente, che nessuna esibizione talentuosa può surrogare l’arte, ma altrettanto bene sa che una delle ragioni di crisi della ricerca contemporanea è proprio la deriva della maestria, dell’identità disciplinare, della tecnica ascesa in sapienza. Da questa affermazione forte e orgogliosa egli è ripartito. Il resto è ragionamento di scultura: questa scultura, qualità piena e schietta, sentore di grandezza.


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PORTaria (particolare)

Enrico Stropparo, a prominent figure in contemporary ceramic sculpture, has submitted a subtle, ambitious undertaking. It is ambitious because it unfolds itself in the garden of the Osmunda, Francesca and Cristiano Anselmi’s garden that has been carefully planned but at the same time is quite wild, without ostentation but full of love and conspiracy. It is subtle because Stropparo has decided not to reduce it to a decorative background, but to accept the task and all it entails as operative and conceptual: to work around the monumentality, amplify the primary plan of the gardener in virtue of the high plan of art, integrate the course of the sculptures in an environment where the changing of the colours, the light and shadows, of the vegetable perspective, brings precise aesthetic involvement. Therefore, it maintains its own features but without competition, arrogance, imposition towards the place, becoming rather the carrier of love and conspiracy. This becomes, not art in the garden but with the garden. Besides, it is this deliberation about natural and artificial that is at the basis of the relationship that Stropparo has established with clay. He has always chosen and used natural colours, the primary qualities of a know-how that has been able to lock into structures both exact and essential but nevertheless remaining open to the idea of organic, capable of having a skin that can be caressed

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by the light or that can reflect it, proud of its own plastic substance. He has always been attracted by that faculty of clay to become, more than volume, a design in space, metric and modifying the presence: like a threshold, a passageway that feeds on symbolic moods (reminding us of Montale’s words: “the high, Eldoradian badly-closed doors”) but here, together it is well-embedded on the physical horizon. Therefore, on this occasion, Stropparo has chosen a pathway punctuated by doors, by bare, primary structures that rise up, sure of themselves and immediately, they multiply too, moving in the game of shadows brought on by the sun, together,

PORTAfuoco cm 100x60 h190, semirefrattario (1100°)

(pagine precedenti): PORTacqua cm 100x60 h200, semirefrattario (1100°)

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PORTAterra cm 125x60 h190 semirefrattario, argille naturali (1100째)

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forming frames for the glimpses of greenery, continually changing: art presences but made alive and beating by their joint desire to unite with that living life that surrounds them. They talk about land, water, fire and air as if they were going against nature that is much more than comment and fantasy. Doors, they are, transits marked in space, giving rhythm in the pathway to the sites of other figures. There, now, are the spirals that rise up to double and emphasise the growth of the osmunda, in tribute to the plants that identify themselves with the place. There, again, is the vision of the blossoms that rise up as if to amplify, for an emotional withdrawal, the surrounding luxuriance.

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MEMORIE Installazione 10 elementi Ă˜ cm 80, h 130, semirefrattario, ingobbi (1100°)


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MEMORIE (particolare)

There, above all, is the sequence on the theme of the bowls, theoretically unlimited. It is a well-known fact that for ceramic artists, the bowl is the beginning and the end, the point of every departure and of every arrival, the basic form and the universe of what is possible. It is a kind of idea itself of shape, putting aside any practical implication. The curves of the charm of its body and its geometry, matter that seems organic and awaiting that fount of knowledge that comes from the hand, the bowl is seen by Stropparo as the “right place� (just to mention another poet, Yves Bonnefoy) for all his time spent trying out new forms. It is reflected in its primary formal shape, he makes

it live with his moody fantasies where they find a place to play and to experiment with the will to plan and design and the pure inspiration of invention. He then positions them in an order where they make for themselves a modifying presence, an expression of space. Each single one claims a glance, develops a question and sends out an aroma of its own. Placed in this way, in a sequence, they create together a subject and a possible development: not univocal, not unitary, but always aware of a before and an after as regards to what you see, you feel the scorn for the game and the concentration of Stropparo’s brooding over his doing and thinking: and that reverberation of the shape of the circula-

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rity in its spiral layout that gives a natural infinity, however, it makes you think. This compilation of artworks prompts another consideration. Choosing clay as the substance, wanting to become an artist in ceramics, in the last decades of the last century, has not been an easy choice for anyone and certainly anything but rewarding. The reasons are so well known that it is not even necessary to sum them up. In this pleasing and remarkable return of Stropparo to the height of ceramic art, we also notice the relish of the pride of identity of the craftsman. Of course he is well aware that no exhibition of talent can take the place of art, but he also knows

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that one of the reasons of the crisis in the field of research of contemporary art is really the drift from mastery, from the disciplinary identity, from the technical ascent in knowledge.It is from this strong, proud affirmation that he has set out once more. The remainder is the line of reasoning of sculpture: this sculpture, full, unadulterated quality, an inkling of greatness.


GEODI Installazione di 6 ciotole a semisfera Ă˜ cm 50 semirefrattari, argille naturali, chamottes, ingobbi (1100°)

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GEODI

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GEODI

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Senza titolo porcellana cm. 25 x 25

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GEODI

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VIBRAZIONI CERAMICHE installazione di 5 elementi cm. 130 x 130 h 200 semirefrattario, ingobbi, argille naturali (1100°)

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Enrico Stropparo ENRICO STROPPARO nasce nel 1953 a Tezze sul Brenta Vicenza. Frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Nove, dove i suoi primi maestri sono due tra i più autorevoli interpreti della seconda generazione della nuova ceramica: Alessio Tasca e Pompeo Pianezzola. Nel 1974 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia sezione scultura, allievo di Alberto Viani. Nel periodo degli studi conosce la filosofia della ceramica lavorando nel laboratorio di Alessio Tasca ed intraprende l’attività di insegnamento che lo vedrà docente a Venezia, Schio, Cittadella e a Nove. La collaborazione con Tasca lo porta a continue sperimentazioni, nelle quali il giovane Stropparo rimane affascinato dal rapporto dialettico tra spazio-colore, ma soprattutto materia-forma come momenti di affinamento del fare che la ceramica impone. É attivo nel panorama artistico ed espositivo dal 1972 esponendo alla Biennale di Venezia e nel 1973 alla Triennale di Milano. Nel 1975 consolida i suoi interessi per i materiali argillosi più grezzi (argille e refrattari) impastati con ossidi e lavorati “ad intarsio”. In questo difficile esercizio tecnico le matrici razionali e gestaltiche vengono ammorbidite dalle lievi inflessioni della materia e dalle tenui colorazioni dei toni naturali delle terre. Le geometrie dei primi lavori si

adegueranno progressivamente ai pezzi unici, una rivisitazione in “terra” delle emozioni della vita. Nelle lastre, infatti, gli elementi filiformi sono a volte aggettanti ed evocano le combinazioni strutturali dei caratteri storici dell’architettura veneziana. In questa sorta di esplorazione dei limiti della tecnica ceramica, Stropparo conquista evidenti capacità che gli vengono riconosciute con numerosi premi e segnalazioni: ‘75 Primo premio alla 21° mostra dell’Artigianato Veneto fiera di Padova; ‘82 – Primo premio ex-aequo alla fiera di Monaco “Exsempla; ’82 Invitato “Terra & Terra Uno” Laveno Mombello; ‘83 1° Premio alla Biennale di Reggio Calabria; ‘84 – Premio acquisto 68° collettiva Bevilacqua la Masa - Premio acquisto 42° concorso internazionale della ceramica di Faenza; ‘86 Invitato Ceramica contemporanea italiana “Ceramic Art Exhibition” Tokyo, Kanagawa, Osaka; ‘87 “L’essere dell’apparenza” Marostica mostra-confronto con il designer Gigi Sabadin; ‘88 2° premio al Concorso nazionale della ceramica Savona. Nel 1989 inizia un’evoluzione importante del suo lavoro, si dedica alla realizzazione di pezzi unici dal forte carattere scultoreo ceramico, dove il colore naturale delle terre e la materialità delle argille diventano un tutt’uno nella forma. “Sfere”, “Altari”, ” Porte”: opere apprezzate e vincenti il Premio Faenza al Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte di Faenza del 1989. Con queste sculture ceramiche “raffinate, ele-

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ganti, esclusive ma non elusive”, frutto di un dominio tecnico della materia, partecipa alle manifestazioni ceramiche di Santo Stefano di Camastra, Gualdo Tadino, Savona, Castellamonte e viene invitato a “Fictilia” Basilica Palladiana Vicenza, “Terre Provocate” (Padova 1991 e Bologna 1992), “Viaggi tra terre e mare” Marciana Marina, all’International Exhibition of Ceramic Art di Taiwan (1992) e nello stesso anno all’esposizione Ceramiche Italiane Contemporanee ad Arita-Sigaraki Tokyo. Dal 1994 al 2006 dedica le sue energie principalmente al restauro di una casa-studio a Marostica (VI). Dopo questo periodo di sospensione creativa, durante il quale ha continuato “a meditare sul futuro della ceramica, provocando ancora le terre”, Stropparo è tornato a lavorare le argille con nuova forza. Da questo periodo, si presenta nelle esposizioni con gruppi di opere sotto forma di installazioni tematiche. Fra le più significative, nel 2006 alla Galleria Dieda a Bassano del Grappa, con titolo “Superfluo”, ha esposto una serie di opere sul tema della ciotola, che ha ripreso successivamente nel 2007, nell’ambito della mostra di scultura ceramica “ConCreta” a Certaldo (Firenze), curata dalla Galleria Gulliver, presentando l’opera “Prooemium” ispirata al Decamerone di Messer Boccaccio; 2008 “Incontro” Fuping Shaanxi, Cina; 2009 “Vibrazioni apocalittiche” Festival biblico Vicenza; 2010 Derive” Festival biblico Vicenza; 2011“Geodi” castello inferiore Marostica (VI).

ENRICO STROPPARO was born in 1953 in Tezze sul Brenta in the province of Vicenza. He attended the State Art Institute in Nove where his first teachers were two of the most influential masters of the second generation of new ceramic art; Alessio Tasca and Pompeo Pianezzola. In 1974, he graduated from the Accademia di Belle Arti in Venice, in the sculpture department, where he was a pupil of Alberto Viani. During the period of his studies, he became acquainted with the philosophy of ceramic art while working alongside Alessio Tasca. He started teaching and that took him to Venice, Schio, Citadella and Nove. His collaboration with Tasca encouraged him to continue his experimentation where the young Stropparo had been fascinated by the relationship and discussions between space and colour, but above all between shape and matter as moments of refinement in the making that is so necessary in ceramic art . He has been active since exhibiting at the Biennial of Venice in 1972 and then in 1973 at the Triennial of Milan. In 1975, he consolidated his interest for the more basic materials (clay and fireclay) mixed with oxides and worked in intarsia. In this difficult technical exercise, the rational and aesthetic substances become softened by slight movements of the matter and of the gentle hues of colour that come simply from the natural tones of the clay itself. The geometry of his first works progressively became unique pieces, a reassessment in clay of life’s emotions. In fact, in his slabs, the thread-like elements


were sometimes jutting out and they would bring to mind the structural combinations of historical features in Venetian architecture. Stropparo evidently managed to achieve great expertise in his exploration of ceramic technique, taking it to its limits, as he was given recognition of this work with numerous awards; in 1975, the First Prize for the 21st exhibition of Venetian handicrafts in Padua; in 1982, Equal First Prize at the Munich Fair “Exsempla – Invitato “Terra & Terra Uno” by Laveno Mombello; in 1983, the First Prize in the Biennial in Reggio Calabria; in 1984, a prize in the 68th collective exhibition Bevilacqua La Massa; a prize in the 42nd international ceramics contest in Faenza; in 1986, he was invited to exhibit in Tokyo’s “Ceramic Art Exhibition” with contemporary Italian ceramics, in Kanagawa, Osaka; in 1987, in “L’essere dell’apparenza”, at Marostica in an exhibition-encounter with the designer Gigi Sabadin; in 1988, 2nd prize in the national ceramics Competition in Savona. In 1989, there was an interesting development in his work, with the artist concentrating on unique pieces with strong features in ceramic sculpture, where the natural colours of the earth and the substance of the clay come together as one in the form. “Sfere”, “Altari”, “Porte” ( Spheres, Altars, Doors) were the works that were so highly appreciated and awarded the Faenza Prize in the International Ceramic Art Competition in Faenza in 1989. With these ceramic sculptures, “refined, elegant and exclusive but not elusive”, the result of a technical domination of the matter, he took part in ceramic exhibitions in Santo Stefano di Camastra, Gualdo Tadino, Savona and Castellamonte. Then

he was invited to take part in “Fictilia” Basilica Palladiana Vicenza, in “Terre Provocate” in Padova in 1991 and in Bologna in 1992, in “Viaggi tra terre e mare” (Journeys by land and by sea) by the Gulliver Gallery in Marciana Marina, in the International Exhibition of Ceramic Art in Taiwan in 1992 and in the same year, in the International exhibition of Contemporary Italian Ceramics in Arita-Sigaraki in Tokyo. From 1994 to 2006, he concentrated his energies mainly on restoring his home/studio in Marostica in the province of Vicenza. After this creative pause, during which he continued to “meditate on the future of ceramics, still inspired by clay”, Stopparo has returned to his pottery with a renewed passion. In this period, he has been taking part in exhibitions, preparing pieces of artwork in groups, in the form of installations on a theme. The most important of these, in 2006, for the Dieda Gallery in Bassano del Grappa, with the title of “Superfluous”, was a series of works on the theme of the bowl. He again took part in 2007 in the field of ceramic sculpture in “ConCreta” in Certaldo near Florence, organized by the Gulliver Gallery, presenting his work “Prooemium”, inspired by Boccaccio’s Decameron. In 2008, he presented “Incontro” at Fuping Shaanxi in China; in 2009, “Vibrazioni apocalittiche” at the biblical Festival in Vicenza; in 2010, “Derive” at the biblical festival in Vicenza and in 2011 “Geodi” in the lower castle at Marostica (VI).

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Capo S.Andrea 57030 Marciana, Isola d’Elba Tel: +39 0565 908210 Fax: +39 0565 908253 www.hotelcernia.it

via Mentana, 6 via Garibaldi, 47 57033 Marciana Marina Isola d’Elba Tel: +39 0565 99113 +39 0565 904213 www.gulliverarte.com


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