“ s e m i n a r e a r t e “
P A O L O S T A C C I O L I
Boutique Hotel Zum Rosenbaum
“seminare arte”
PAOLO STACCIOLI galleria GULLIVER terre d’autore 2016
Esposizione di scultura ceramica e bronzo 15 aprile - 22 ottobre 2016 ©2016 Galleria Gulliver Responsabile della pubblicazione: Galleria Gulliver La mostra e il catalogo sono stati curati dalla Galleria Gulliver - Marciana Marina (isola d‘Elba) Traduzione tedesco a cura di: Dr. Silvia Kompatscher Traduzione inglese a cura di: Pat Finlayson Costa Introduzione a cura di: Marta Mancini, consulente filosofica testo critico a cura di: Ornella Casazza, storica dell‘arte, già direttrice del Museo degli Argenti e delle Porcellane a Palazzo Pitti, Firenze biografia a cura di: Laura Felici, docente di Storia dell’Arte Progetto grafico e impaginazione: Giovanna Bernetti - www.materiagrafica.it Foto: ©2016 Andrea Messana; p. 4-5 ©2016 Susanna Busoni Tutte le sculture in ceramica sono realizzate con la tecnica „a lustro“ in materiale refrattario, ossidi e sali
Kunstausstellung von Keramik und Bronze Skulpturen vom 15 April bis 22 Oktober 2016 ©2016 Gallerie Gulliver Verantwortung der Veröffentlichung: Gallerie Gulliver Die Ausstellung und der Katalog bearbeitet durch Gallerie Gulliver - Marciana Marina - Insel Elba Deutsche Übersetzung: Dr. Silvia Kompatscher Englische Übersetzung: Pat Finlayson Costa Einführung: Marta Mancini, philosophische Praktiker Kunstkritik: Ornella Casazza, Kunsthistorikerin, Direktorin des Museo degli Argenti e delle Porcellane im Palazzo Pitti in Florenz Biografie verfasst von : Laura Felici, Dozentin für Kunstgeschichte Grafisches Projekt und Layout: Giovanna Bernetti - www.materiagrafica.it Foto: ©2016 Andrea Messana; p. 4-5 ©2016 Susanna Busoni; p. 18 ©2016 Giovanna Bernetti Alle Keramischen Skulpturen sind aus feuerfesten Ton hergestellt und in der Technik des “Lüsters” mit Oxiden und Salzen gebrannt.
Exhibition of bronze and ceramic sculpture from 15 April to 22 October 2016 ©2016 Gulliver Gallery Responsible for the publication : Gulliver Gallery Exhibit and catalogue curator: Gulliver Gallery - Marciana Marina (isle of Elba) German traslation by: Dr. Silvia Kompatscher English translation by: Pat Finlayson Costa introduction by: Marta Mancini, philosophical practitioner critical text by: Ornella Casazza, Art Historian, former director of the Museo degli Argenti e delle Porcellane in Pitti Palace in Florence biography by: Laura Felici, professor in the History of Art graphic design and layout: Giovanna Bernetti - www.materiagrafica.it pictures: ©2016Andrea Messana; p. 4-5 ©2016 Susanna Busoni All the ceramic sculptures have been made in refractory material with the „luster“ technique using salts and oxides.
“seminare arte”
PAOLO STACCIOLI
“seminare arte” Nel corso degli anni, nella ferma convinzione che l’arte possa essere concepita come gesto del seminare oltreché del guardare, la Galleria Gulliver, uscendo dagli spazi canonici deputati alla presentazione di opere contemporanee, ritrova ancora una volta l’occasione per proporre una prospettiva diversa di percezione e di incontro con l’opera d’arte. Il Boutique Hotel Zum Rosenbaum, per sua stessa vocazione luogo di squisita ospitalità, si apre come fertile terreno per accogliere, in questa seconda edizione di Seminare Arte, i nuovi “semi” dello scultore e ceramista toscano Paolo Staccioli. Fatto tesoro dell’esperienza passata con l’arte di Mariano Fuga, in questa stagione 2016 saranno altri i semi depositati in questi luoghi: attraversando terre diverse per incontrare ancora una volta questo terreno che li accoglie con sapiente coltivazione, essi risponderanno al suo richiamo con nuove alchimie, mirabili e imprevedibili. Ecco che, con Staccioli, lo spazio si popola di uomini e donne viaggianti, in cerca di una mèta o forse di un momento di riposo; personaggi in equilibrio su
giostre girevoli, che fanno mostra della propria forza portando con sé e su di sé il peso di chissà quali vicende umane; carri, cavalli, guerrieri e donne in armatura, più protettori che combattenti, ma anche bambini che giocano mentre si avverte, in sottofondo, la voce narrante dei nonni che custodiscono, nei pannelli luccicanti come fossero libri di fiabe, quel mondo fantastico e sognante. Dalla Toscana al Sud Tirolo, i semi germogliano arte e l’arte si trasforma in materia viva, che accomuna e rende partecipi con il suo linguaggio immediato e universale. Arte che diventa arte-fice di comunicazione generativa di esperienze, di emozioni e di pensieri, in una parola, in cultura.
CAVALLO CON ANGELO bronzo, h. cm 153 x cm. 105 x cm. 50 (2013)
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“Kunst (er)leben und Kunst seh(ä)en” Mit der Überzeugung dass Kunst auch als Geste des Säens sowie des Sehens begriffen werden kann, hat die Galerie Gulliver im Laufe der Zeit wiedereimal die Möglichkeit gefunden, eine andere Perspektive der Wahrnehmung und Begegnung mit den Kunstwerken zu finden. Das Boutique Hotel Zum Rosenbaum, aus eigener Berufung, ein Ort exzellenter Gastfreundschaft, öffnet sich als Nährboden, um in dieser zweiten Ausgabe von „Kunst Säen“, neue Samen, die des Bildhauers und Keramiker aus der Toskana, Paolo Staccioli, zu säen. Wertvolle Erfahrungen wurden in der Vergangenheit mit der Kunst von Mariano Fuga gemacht. In der Saison 2016 werden andere Samen an diesen Ort gesät. Diese durchlaufen verschiedene Länder, um diese Böden zu erfüllen, begrüßt durch sorgfältigen Anbau, werden sie fruchten, bewundernswert und unberechenbar sein. Mit Staccioli füllen sich Räume mit reisenden Männern und Frauen, auf der Suche nach einem Ziel oder vielleicht einem Moment der Ruhe. Mit Gleichgewicht zeigen sie Stärke, tragen mit
sich oder auf sich das Gewicht der Menschheit. Wagen, Pferde, Krieger und Frauen in Rüstung, eher Protektoren als Kämpfer. Auch spielende Kinder, im Hintergrund von den Großeltern bewacht, Erzählt auf glänzenden Paneelen, wie Märchenbücher der verträumten Fantasiewelt.
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Aus der Toskana nach Südtirol, lassen die Samen die Kunst sprießen. Sie verwandelt sich in lebende Materie, sie vereint, gemeinsam mit ihrer unmittelbaren und universellen Sprache. Kunst wird „arte-fice“, Kommunikation, Erfahrung, Emotion, Gedanke, mit einem Wort, Kultur.
GIROTONDO bronzo, h. cm. 68 x Ø cm 50 (2015)
in basso: particolare
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“Sowing the seeds of art” Over the years, Gulliver Gallery has always believed that art can be conceived as, more than simply observing, a way of sowing the seeds of art, moving away from established methods of presenting contemporary art, once again finding an opportunity to present a different way of looking at art works and meeting them face to face. The boutique Hotel Zum Rosenbaum, already experts in charming hospitality, have opened their doors as fertile terrain, to welcome the new ‘seeds’ of the Tuscan sculptor and ceramic artist, Paolo Staccioli, in this second edition of “Sowing the Seeds of Art”. Building on the precious past experience with Mariano Fuga’s art, in this 2016 season, other seeds will be sown in this same location: crossing different lands to meet up once again with this terrain that is welcoming them with skillful cultivation, they will respond to the call with new alchemy, wondrous and unpredictable. This is how, with Staccioli, the spaces fill up with travelers, men and women searching for a destination or perhaps for
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a moment’s rest; characters balanced on revolving roundabouts, who are showing off their strength by carrying by themselves or on themselves, the weight of who knows what human tales; carts, horses, warriors and women in armour, rather more protecting than combating, but also children at play while it can be sensed in the background, the narrating voice of the grandparents that
are looking after them, in the sparkling panels as if they were books of fairytales, that world of fantasy and dreams. From Tuscany to South Tyrol, the seeds germinate art and art is transformed into living matter, that uses its universal language to link and involve. Art that becomes the arti-fice of generative communication of experiences, of emotions and thoughts, in a word, culture.
CARRO DI VIAGGIATORI bronzo e ferro, cm. 110 x cm. 52 x h. cm. 130 (2015) a sinistra: GUERRIERA bronzo, h cm. 170 (2014)
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“Custode di mestieri e di saperi antichi” Una lunga storia di eccellenze distingue il valore della autentica qualità artistica e tecnica delle opere realizzate da Paolo Staccioli nei suoi laboratori di Scandicci fin dagli anni settanta del Novecento. Prima pittore, poi la passione per l’arte plastica ha preso il sopravvento divenendo la più seducente della sua vita e i suoi “giochi di forme” furono da noi presentati per la prima volta nel 2005, nel Museo delle Porcellane, al Giardino del Cavaliere in Boboli, in collegamento diretto con il retaggio degli artefici del passato, a testimoniare, in una straordinaria mostra, il suo eccezionale talento e il suo grande virtuosismo di modellato unito a una raffinata eleganza di stile. E ancora nel 2009, piccoli Eros, modellati a tutto tondo, mostrati come fanciulli alati, giocavano intorno al collo di un grande vaso realizzato nel 1998 in faenza ingobbiata dipinta con ossidi e sali sotto vernice e lustrata di uno splendido rosso-bronzo che lo fa rifulgere di una luce infuocata, fu in esposizione alla Mostra:
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pagina precedente: UOMO CON PALLA h. cm. 62 x cm. 30 x cm. 30 (2015)
Memorie dell’antico nell’arte del Novecento, nel Salone di Giovanni da San Giovanni, al Museo degli Argenti a Palazzo Pitti. Altre volte l’artista fa cavalcare i suoi aggraziati fanciulli alati, abbracciati al collo di possenti cavalli in bronzo, verdi come il cavallo dipinto da Paolo Uccello nel Duomo di Firenze, sono lanciati a esplorare la bellissima campagna toscana, come il puttino che dall’aprile del 2000 cavalca il suo cavallo, alto due metri, nel Parco di Poggio Valicaia a Scandicci (Firenze). Poi, la sua opera fu presentata, nel Museo archeologico a Fiesole nel 2007 e al Museo Horne nel 2011, ancora una volta a contatto con i capolavori del nostro passato, senza nulla togliere all’equilibrato assetto del Museo, ma integrandosi in maniera sorprendente. Esposizioni straordinarie queste, che offrivano al pubblico sempre nuove opere ispirate alla memoria al sogno, al tempo, al silenzio e all’attesa. La visione fantastica e visionaria del reale, nel ceramistascultore ha preso via via una affascinante e sorprendente
consistenza fisica in temi a lungo meditati, divenendo ormai significativi del suo vasto repertorio, dando talvolta l’impressione di stare sullo stesso tema, quello del cavallo che Staccioli sperimenta ancora dipinto sui vasi, o in forme tridimensionali, che riempiono totalmente lo spazio, saturandolo, l’artista è riconoscibile senza ripetersi. La spazialità, spesso compressa da piccoli cavalli a rilievo, si definisce nelle armature dei suoi bonari e immobili guerrieri in bronzo e in ceramica che pur provando forse un sentimento di nostalgia per un luogo dove non hanno mai vissuto, non torneranno, né, come si disse tempo addietro nel commentare sue opere, non partiranno mai per combattere, pur armati di lancia e di scudo. Anche se stipati in piccole barche, non toccheranno mai terra, o addirittura ridotti a mezzo busto e issati in carri con le ruote, compatti come temibili carri armati, non affronteranno certamente il viaggio. Sorprendono alcuni viaggiatori con valigia vestiti di abiti colorati, felici e pronti a partire, per chissà quale viaggio, di fatto
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GUERRIERI h cm. 55 x cm. 10 h cm. 69 x cm. 12 (2015)
non toccano, nĂŠ toccheranno terra perchĂŠ assiepati su vasi globulari decorati con migliaia di scalpitanti cavalli che non desiderano che galoppare liberi in immensi spazi. Arlecchini maschi e femmine a misura reale, simili a statue-stele, invece, sono preparati a partecipare al Carnevale o forse a fuggire il Carnevale?
Sono tuttavia figure maschili e femminili caricate di un fascino arcano: privi di braccia, spesso le gambe troncate al ginocchio, rievocano il frammento e ci portano a ritrovare citazioni dal passato remoto e prossimo e persino dal presente: ci stimolano a ripercorrere uno svolgimento di concatenazioni e a compiere logiche
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riflessioni critiche all’interno dei suoi percorsi più intimi eppure sempre misteriosi. Ma Staccioli è creatore originale, ideatore e rivelatore di tecnica e di spirito anche quando una sua opera sembra ritenere di una maniera già conosciuta. La storia di Paolo trattiene fresca la sua continuità, scorre con impeto tra committenze pubbliche e richieste di collezionisti oculati e di “rango”. Ecco dispiegarsi, ora , nel giardino, a ricevere lo spettatore e a intrattenerlo nelle sale del complesso Boutique Hotel Zum Rosenbaum di Marion e Alberto, curata dalla Galleria GulliverTerre d’autore, di Susanna e Lorenzo, la sua più recente produzione di sculture e vasellame, sperimentando nuove forme allontanate da qualsiasi legame diretto con la realtà, creando un mondo che non esiste, ma che è presente nella sua mente quando medita su memorie di gusto surreale e metafisico.
pannelli RACCONTO h. cm. 63 X cm. 32 (2015)
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pannelli RACCONTO particolari
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“Hüter von altem Handwerk und Wissen” Hüter von altem Handwerk und Wissen Zahlreiche Ausstellungen und herausragende Werke säumen den Werdegang von Paolo Staccioli, der sein künstlerisches Talent seit den siebziger Jahren in seinem Atelier in Scandicci bei Florenz auslebt. In den ersten Jahren seines künstlerischen Schaffens widmet sich Scandicci zunächst der Malerei, bevor er dann seine Leidenschaft für die Keramikkunst entdeckt. Sein „Spiel der Formen“ wurde von uns erstmals im Jahr 2005 im Museo delle Porcellane im Giardino del Cavaliere in Boboli gezeigt, wo seine Arbeiten wie selbstverständlich ihren Platz neben den Werken großer Maler und Bildhauer vergangener Jahrzehnte einnahmen. Sein Talent unter Beweis stellen konnte Staccioli auch im Jahr 2009, als er im Rahmen der Vernissage „Memorie dell’antico nell’arte del Novecento“ (Erinnerungen an die Antike in der Kunst des 20. Jahrhunderts) im Salone di Giovanni des Museo degli Argenti im Palazzo Pitti mit seinen kleinen Eros-Statuen auf einer großen, leuchtend rot glasier-
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pannello VIAGGIATORI cm. 30 x cm. 30 (2013)
ten Keramikvase aus dem Jahr 1998 seine einzigartige Modelliertechnik und künstlerische Eleganz zum Ausdruck bringt. Andere Male wiederum setzt Staccioli seine Eros-Jünglinge auf kraftstrotzende Bronzepferde, die mit ihrem Grün an das Reiterstandbild von Paolo Uccello im Dom von Florenz erinnern, und frei und ungezügelt über die Hügel der toskanischen Landschaft reiten, wie der Knabe, der seit April 2000 auf seinem Zwei-Meter-Pferd im Parco di Poggio Valicaia in Scandicci bei Florenz sitzt. 2007 zeigt er seine Arbeiten im Archäologiemuseum in Fiesole; 2011 folgt die Vernissage im Horne Museum, wo seine Werke erneut neben den großen Meisterwerken vergangener Epochen stehen und sich dabei auf ebenso überraschende wie harmonische Weise in das Gesamtkonzept des Museums integrieren. In seinen Ausstellungen begeistert Staccioli die Besucher mit immer neuen Ergüssen seiner schöpferischen Arbeit, die ihre Inspiration in der Erinnerung, im Traum, in der Zeit, in der Stille und in der Erwartung finden.
Stacciolis fantastische und visionäre Vorstellung von der Realität nimmt im Laufe der Zeit faszinierende und überraschende Formen an und greift dabei Themen auf, die den Künstler tief im Inneren bewegen und immer mehr kennzeichnend und prägend für seine Werke werden. Teilweise entsteht der Eindruck, als würde eine bestimmte Figur – das Pferd – zum allgegenwärtigen Motiv seiner Arbeiten. Auf eine Vase aufgemalt oder als dreidimensionale Figur, nehmen seine Pferde immer neue Gestalten an, wobei die Handschrift des Künstlers stets erkennbar bleibt, ohne sich dabei je auf irgendeine Art und Weise zu wiederholen. Sein Umgang mit räumlichen Dimensionen, häufig durch kleine Prägemotive von Pferden komprimiert, offenbart sich in den Rüstungen seiner stoischen Bronze- und Keramikkrieger, die, auch wenn sie sich vielleicht nach einem Ort sehnen, an dem sie nie gelebt haben, weder dorthin zurückkehren, noch in den Krieg ziehen werden, selbst wenn sie mit Speeren und Schilden bewaffnet sind. Auch die, die eng zusam-
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CARRO DI GUERRIERI h cm. 54 x cm. 43 x cm. 22 (2015)
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PALLE ROTTE Ø cm. 20, Ø cm. 16, Ø cm. 13 (2015/2016)
mengepfercht in kleinen Booten sitzen, werden niemals festen Boden berühren, genauso wenig wie jene, die ohne Unterleib und Beine auf panzerähnlichen Wägen sitzen und vergebens auf ihren Einsatz warten. Aus der Menge stechen einige Reisende in bunten Kleidern mit Koffern hervor, die voller Vorfreude einer Reise entgegenfiebern, die sie allerdings nie antreten werden, sie, die oben aufgesetzt auf runde Vasen den ihnen zugeteilten Platz niemals verlassen können. Ein Schicksal, das sie mit den ungeduldig scharrenden Pferden unter ihnen teilen, die nichts lieber täten, als frei und ungestüm in unbekannte Weiten zu galoppieren. Daneben stehen lebensgroße, stielartige Harlekins, Männer wie Frauen, die sich aller Ansicht nach für den Fasching zurechtgemacht haben. Oder wer weiß, vielleicht möchten sie diesem wohl eher entfliehen… Es ist jedenfalls ein eigenartiger, geheimnisvoller Zauber, der die männlichen und weiblichen Figuren erfüllt. Ohne Arme, die Beine oftmals am Knie abgetrennt, erinnern sie
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DONDOLO GRANDE h cm. 35 x cm. 42 (2013)
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FILA DI GUERRIERI h cm. 42 x cm. 27 (2015)
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CAVALLINO CON ANGELO bronzo, h cm. 38 x cm. 22 (2015)
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uns an Fragmente und wecken die Sehnsucht nach Spuren aus der fernen und nahen Vergangenheit, ja sogar aus der Gegenwart: Sie veranlassen uns, ein Netz aus Bezügen zu rekonstruieren und logische, kritische Gedankenfolgen in die tiefsten und geheimnisvollsten Empfindungen einfließen zu lassen. Doch Staccioli ist in seinem
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Schaffen durch und durch genial und legt in seinen Kreationen Kunstgeist und Kunstfertigkeit gleichermaßen an den Tag, selbst dann, wenn eines seiner Werke den Anschein von etwas bereits Bekanntem erweckt. Paolos Geschichte sorgt für neue Impulse in der Kontinuität seines Schaffens, das zwischen öffentlichen Aufträgen und
COPPIA DI GUERRIERI h cm. 48 x cm. 18 (2015)
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Auftragswerken für anspruchsvolle Sammler der „gehobenen“ Klasse wechselt. Und hier stehen sie nun, seine jüngsten Werke, in den eleganten Räumlichkeiten des Boutique Hotel zum Rosenbaum von Marion und Alberto, gekonnt in Szene gesetzt vom Meister selbst und den Kuratoren der Galerie Gulliver Susanna und Lorenzo. Mit
seiner neuesten Kollektion von Skulpturen und Vasen, kundschaftet Paolo neue Formen aus, die sich immer weiter von einem Bezug zur Realität entfernen und stattdessen eine Welt erschaffen, die nicht real ist, sondern in seinen Gedanken Gestalt annimmt, wenn er sich in surreale und metaphysische Meditationen vertieft.
pagina precedente GIOSTRA CON 5 FIGURE h cm. 50 x Ø cm. 33 (2015) GIOSTRA CON 3 FIGURE h. cm 52 Ø cm. 15 2015 particolare
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“Guardian of ancient crafts and knowledge” A long history of excellence is what distinguishes the value of the true artistic, technical qualities of Paolo Staccioli’s artworks, that have been created in his studios in Scandicci since the end of the seventies. He started as a painter and then his passion for plastic art took over and became the most alluring in his life. We presented his “play on shapes” for the first time in 2005 in The Porcelain Museum housed in the Boboli Gardens in the Villino del Cavaliere, with a direct link to the heritage of protagonists of the past, to witness, in an extraordinary exhibition, his exceptional talent and his great artistic ability together with the refined elegance of his style. Then again in 2009 with his little Eros, complete little figures, shown as winged children playing around the neck of a huge vase created in 1998, in engobed faience painted with oxides and salt under the glaze and polished up in a splendid russet-bronze that makes it glow with a fiery light, was shown the exhibition: Memorie dell’antico nell’arte del Novecento, in the Giovanni da San Giovanni Room in the Museo degli Argenti in the Pitti Palace.
On other occasions, the artist makes his dainty winged children cling to the necks of powerful bronze horses, as green as the painted horse by Paolo Uccello in Florence Cathedral. They are launched in the exploration of the beautiful Tuscan countryside just like his little cherub who has been riding his horse, two metres tall, in the Park of Poggio Valicaia in Scandicci in Florence since April 2000. His artwork was then presented in the Archeological Museum in
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Fiesole in 2007 and then at the Horne Museum in 2011, once again coming into contact with masterpieces from our past but without detracting from the well-balanced set-up of the Museum but in fact integrating with it surprisingly well. These are extraordinary exhibitions that continue offering the public new artworks inspired by the memory of dreams, of time and of expectation. The ceramic artist/scultor’s insight into fantasy and his
pagina precedente: VASO SFERA VERDE Ø cm. 33 ( 2014) particolare VASO TRONCOCONICO h cm. 58 Ø cm. 20 (2015)
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VASO CILINDRICO FIASCA h cm. 50 x Ø cm. 18 (2015) VASO CILINDRICO h cm. 52 Ø cm. 15 (2016)
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VIAGGIATORI CHE SI RIPOSANO (sfera grande) h cm. 33 Ă˜ cm. 30 (2015)
perspective of reality have gradually taken on an exciting and amazing physical strength on age-old themes, at this point becoming considerable in his vast repertoire. He sometimes gives the impression of remaining with the same theme, that of the horses that Staccioli used to experiment by painting them on vases or in three dimensional forms, that completely fill the space, saturating it, the artist
is recognizable without being repetitive. His treatment of space, often compressed by little embossed ponies, is determined in the armour of his willing, stationary warriors in bronze and in ceramic who, even if they are possibly feeling nostalgic for a place where they have never lived, will never go back, and as we said some time ago when commenting his artworks, nei-
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DONDOLO PICCOLO h cm. 28 x cm. 32 (2015)
ther will they ever leave for the wars in spite of being armed with spears and shields. Even if they are packed into small boats, they will never touch land, or even if they are cut down to half length and hoisted up into wheeled wagons, as compact as formidable tanks, they certainly will never be facing the journey. They surprise some travellers with suitcases, brightly dressed, happy and ready for their departure for who knows what journey, in fact they are not touching, nor will they ever touch land because they are packed onto globular vases decorated with thousands of horses champing
at the bit with their only desire being to gallop free in immense spaces. On the other hand, lifesize male and female Harlequins like statue-steles are getting ready for taking part in Carnival or perhaps to flee from it? They are, however, male and female figures charged with a mysterious charm: without arms, often the legs broken off at the knee, they remind us of fragments and move us to look for quotes from the distant past, the near past and even from the present: they motivate us to retrace a flow of links and to carry out logical critical thoughts inside the most intimate and always mysterious processes.
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However, Staccioli is an original creature, a designer and a technical and spiritual developer even when one of his artworks seemed to consider an already known method. Paolo’s history keeps his continuity fresh, flowing impetuously between public commissions and requests by
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discerning, ‘classy’ collectors. Here it all is now, unfurling in the garden, ready to receive the guests and to entertain them in the rooms of the hotel complex of the Boutique Hotel zum Rosenbaum of Marion and Alberto with the curators from Gulliver Gallery – Terre d’autore, of Susanna and
Lorenzo, Paolo’s latest production of sculptures and vases, trying out new forms, moving directly away from any ties with reality, creating a world that does not exist but that is present in his mind when he meditates on memories of a surreal and metaphysical flavour.
VIAGGIATORI CHE SI RIPOSANO (sfera piccola) h cm. 28 Ø cm. 25 (2015)
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PAOLO STACCIOLI “biografia” Paolo Staccioli nasce il 28 aprile 1943 a Scandicci (FI), in località Ponte a Greve, borghetto rurale situato lungo la strada regia pisana, una delle direttrici di uscita verso ponente della città di Firenze e conosciuto per l’antico ponte in pietra, già citato fin dal 1398 nei fogli dei Capitani di Parte, che attraversa la fiumana Greve, tributaria a sinistra dell’Arno, a valle di Firenze. I genitori avevano un podere nella fertile piana del circondario fiorentino coltivato ad ortaggi che portavano a vendere in città al mercato di Sant’Ambrogio con il carretto e il ciuco. La ritualità delle solenni manovre agresti, forse, sono tornate alla memoria di Paolo in età adulta e il ciuchino è diventato l’amato cavallino con le ruote, soggetto caro e ricorrente nella poetica dello scultore. Dipinge, con naturalezza fin da ragazzo, cercando di esprimersi con questo mezzo a lui congeniale, che gli consente di fermare sui fogli “di fortuna” composizioni di prodotti dei campi, fondamentali fonti di sostentamento della famiglia, e i frutti dell’orto diventano magicamente nature morte che assumono un significato che va al di là della rappresentazione realistica raggiungendo sensazioni metafisiche. Nel secondo dopoguerra, durante la frequenza delle scuole elementari, sicuramente
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illuminante è stato l’opuscolo Ama Firenze, donato dall’allora sindaco La Pira a tutti i giovani alunni. Le molte illustrazioni presenti nella seppur esigua pubblicazione corredavano il testo mostrando i più importanti tesori che la città possiede e la presenza di tanti capolavori catturò la curiosità del promettente artista tanto da volerli andare a vedere di persona. Santa Croce fu lo scrigno che il giovane Paolo volle aprire alla sua conoscenza diretta e le dimensioni imponenti della costruzione solida e di elegante semplicità lo emozionarono insieme alle sculture dell’interno, alcune “misurate” e di raffinata fattura, altre dominanti e di teatrale spettacolarità. Ma “l’arte fu messa da parte” quando proseguì il percorso scolastico nella scuola di Avviamento al Lavoro Benvenuto Cellini in Via Masaccio che frequentò fino all’età di tredici anni. Era contento di andare a scuola perché, nell’attraversare diagonalmente la città da Scandicci a Campo di Marte, gli consentiva di ammirare Firenze e di rinnovare ogni mattina dentro di sé l’orgoglio fiorentino per la presenza nella sua città di così tanti capolavori nelle arti. Conclusi gli studi iniziò a lavorare subito in una azienda di cartelli stradali per circa un decennio. Il reparto tinteggiatura lo appassiona e lo avvicina alla conoscenza dei colori: alla loro forza espressiva, alla pienezza dei pigmenti e ai significati segreti della comunicazione. La ricerca di un posto di lavoro più sicuro lo
induce però a partecipare, nel 1969, al concorso pubblico per vigile urbano al comune di Firenze che vince con soddisfazione e che gli permette di “visitare” la sua città in largo e lungo ispezionando ogni angolo fino all’età della pensione giunta nel 1990. Il nuovo lavoro gli consente di incontrare anche molti artisti durante il servizio per le vie cittadine e con alcuni si fermava a parlare assecondando l’indole estrosa di alcuni di loro: dal piacevole conversatore Primo Conti allo “scorbutico” Pietro Annigoni. Nel 1986 inizia a “bazzicare” la Ken’s Gallery di via Lambertesca e inizia a dipingere soggetti a lui cari come i cavalli, i paesaggi e le nature morte; contemporaneamente frequenta la scuola di nudo presso il Gruppo Gada in Via S.Egidio dove ha sede la Galleria. Nel 1972 arriva un riconoscimento che incoraggia il neoartista: ottiene il terzo premio con due opere “Colombi” e “Paesaggio” alla Mostra nazionale dei Vigili-Pittori allestita in centro a Firenze, nei locali del Palagio di Parte Guelfa. Viene premiato in Palazzo Vecchio dall’allora sindaco della città Luciano Bausi con una medaglia d’oro. La consacrazione dell’artista è avvenuta, Paolo ha ottenuto il riconoscimento della sua città e non c’era premio più ambito per il curioso ed estroso “vigile”. Passano gli anni e arriva il 1989 quando inizia ad avvicinarsi alla ceramica con semplici lavori di decoro come i barattolini bianchi di produzione seriale dipinti con le forme aggraziate e semplificate dei suoi cavallini.
A Sesto F.no, prende contatto con la bottega artigiana di Marcello Guasti, omonimo del più noto scultore, che ospitava artisti-ceramisti mettendo a loro disposizione il proprio laboratorio e il proprio forno. Paolo inizia qui a decorare e a dipingere, ma soprattutto a prendere confidenza con il modellato e con il forno, si appassiona al bassorilievo e propone i suoi amati soggetti: cavalli, angiolini e le maschere di pulcinella e di arlecchino. L’aiuto dell’amico-torniante Carlo Cambi è preziosissimo perché lo inizia ai segreti del mestiere e lo sostiene nel percorso di crescita all’interno della bottega, adesso Paolo è autonomo nel disegnare le forme e nel dipingere i vasi da lui progettati. Dopo il 1990, ormai libero dagli impegni lavorativi, si dedica al suo pulsante interesse: fare arte. Inizia a frequentare mostre ed esposizioni di pittura e, proprio in occasione di ArteFiera a Bologna nei primi anni ‘90, conosce Umberto Santandrea, artigianoceramista di Faenza che inizia a frequentare nel suo laboratorio nella storica e rinomata cittadina romagnola. Rimane talmente coinvolto dalla stimolante conoscenza da soggiornare ogni fine settimana per ben due anni nella culla della tradizione della ceramica dove il” mestiere” si coniuga con l’innovazione e il design. Paolo è stregato dagli effetti iridescenti dei decori faentini che lo incuriosiscono e gli aprono una nuova strada da esplorare. Inizia da questo momento il salto qualitativo del tenace artista che sfida il tempo nella frenetica rincorsa a recuperare i segreti della fascinosa tecnica ceramica dei lustri con la piena consapevolezza della maturità. Gli impasti speciali aggiunti agli smalti e la complessa tecnica di cottura stimolano e abbagliano la curiosità del solido sperimentatore e lo porteranno a prediligere questa sua congeniale espressione artistica. Rientrando a Firenze pensa di mettere in piedi un forno proprio per la ceramica nel nuovo laboratorio a Scandicci ed è il momento in cui inizia la sua ricerca di conoscenza diretta e di colloquio con un mezzo tecnico umorale, sensibile alle variazioni di umidità atmosferica e indipendente spesso dalle esigenze dell’artista. Il rapporto tra l’ artista e il forno artigianale è fondamentale, è un colloquio intimo che va saputo gestire. La magia del forno per i lustri è stimolante perchè lavorando con gli ossidi e i sali ciascun ceramista mette a punto le sue “ricette” e le sperimenta personalmente nella sfida continua delle alte temperature! Paolo, facendo tesoro della tradizione contadina e rispolverando le proprie origini rurali ha saputo cogliere le connessioni tra la
cottura della farina e quella della creta. Nelle numerose famiglie patriarcali della nostra campagna toscana la sapienza del fare il pane e della relativa cottura, attenta alla pressione atmosferica, rappresentava il momento solenne, affidato alle possenti mani delle massaie, del prezioso alimento settimanale. La pressione atmosferica è importante tanto per il pane quanto per i lustri in quanto si ottengono per riduzione di ossigeno cioè togliendo ossigeno nel forno previa affumicatura e Paolo le prime riduzioni le sperimenta intorno ai primi anni novanta perfezionando dopo prove e distruzioni di molti manufatti venuti male. A metà degli anni ‘90 inizia a cimentarsi anche nella realizzazione di bronzetti e, nel 1999 su commissione del sindaco di Scandicci Giovanni Doddoli, esegue l’opera
Cavallo con amorino, scultura fusa in bronzo dalla Fonderia Cipriani di Campi B.zio, che inaugurò il Parco di Poggio Valicaia sulle dolci colline dei dintorni fiorentini. Negli anni a seguire si alternano proposte di lustri ceramici a bronzi di media e grossa taglia e a collaborazioni con altre fonderie tra le quali Artù di Ponte a Ema, da sempre attenta alle patine e al dettaglio. L’antico proverbio greco “L’arte del ceramista è nella ciotola” si cuce perfettamente con il percorso artistico di Staccioli perché, in graduale progressione, Paolo è riuscito a costruire la sua arte sulla essenziale padronanza dei fondamentali segreti dell’umile mestiere fino a raggiungere una solida poetica personale apprezzata dalla prestigiosa critica che si è interessata a lui e dal vasto pubblico di attenti collezionisti.
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PAOLO STACCIOLI “biografie” Paolo Staccioli wird am 28. April 1943 in Scandicci bei Florenz geboren und wächst in der Ortschaft Ponte a Greve, einem kleinen, bäuerlich geprägten Ort der Florentiner Peripherie auf. Neben den Gemüsefeldern längs der Straße nach Florenz, kennt man die Ortschaft vor allem aufgrund ihrer antiken, erstmals im Jahr 1398 dokumentierten Steinbrücke, die über den Greve, einen Seitenfluss des Arno, führt. Paolos Eltern besaßen in der fruchtbaren florentinischen Piana ein Stück Grund, auf dem sie Gemüse anbauten, das sie regelmäßig mit einem Eselskarren in die Stadt brachten, um es auf dem örtlichen Markt zu verkaufen. Vielleicht waren es diese kleinen Rituale und typischen Tätigkeiten des bäuerlichen Alltags, die Paolo als Erwachsener wieder ins Gedächtnis kamen und so aus dem Esel, der den Karren zum Markt zog, das kleine Pferd mit den Rädern machten, das wir in seinen Werken so häufig und gerne wiederfinden. Schon als Junge malt er mit einer Selbstverständlichkeit, als wäre ihm das Talent in die Wiege gelegt worden. Auf zufällig gefundenen Papierblättern zeichnet er das Gemüse, das seine Eltern auf den Feldern anbauen. So werden die Früchte der Erde, die der Familie als Erwerbsgrundlage
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dienen, auf magische Weise zu Stillleben, deren Bedeutung weit über die realistische Darstellung geht und metaphysische Formen annimmt. In den Jahren nach dem Zweiten Weltkrieg, als Paolo die Grundschule besucht, kommt ihm das Büchlein Ama Firenze in die Hände, das im Auftrag des damaligen Bürgermeisters La Pira an alle jungen Schüler verteilt wurde. Die zahlreichen Bilder, die die spärlichen Seiten des Heftes zieren, zeigen die wertvollsten Schätze und heute größten Sehenswürdigkeiten von Florenz. Die Kunstwerke der großen Maler und Bildhauer machen Paolo neugierig und wecken in ihm das Verlangen, sich diese Werke aus der Nähe anzusehen. Die Basilika Santa Croce ist für ihn wie eine große Schatztruhe. Das mächtige Bauwerk, seine schlichte Eleganz und die Skulpturen im Inneren der Kirche - manche eher schlicht und unauffällig, andere wiederum mächtig und unglaublich imposant - faszinieren den angehenden Künstler, der seine Leidenschaft für die Kunst in den kommenden Jahren allerdings erst einmal beiseitelegen muss, um der Schulpflicht nachzukommen. Bis zum Alter von 13 Jahren besucht er die berufsvorbereitende Schule Benvenuto Cellini in der Via Masaccio. Er geht gern zur Schule, vor allem, weil er auf seinem Schulweg von Scandicci nach Campo di Marte quer durch die Stadt laufen muss und er so täglich den eindrucksvollen
Kunstwerken begegnet, die sich so zahlreich auf sein geliebtes Florenz verteilen. Nach Beendigung der Schulzeit, arbeitet er etwa 10 Jahre lang in einem auf die Herstellung von Straßenschildern spezialisierten Betrieb. Hier lernt er alles über die faszinierende Welt der Farben, deren Ausdruckskraft, Pigmentstärken und geheime Sprache. Der Wunsch nach einem sicheren Arbeitsplatz veranlasst ihn jedoch im Jahr 1969 an einem öffentlichen Stellenwettbewerb für Stadtpolizisten in der Gemeinde Florenz teilzunehmen, den er auch prompt gewinnt. Die Arbeit als Polizist, der er bis zur Pensionierung im Jahr 1990 treu bleibt, bringt ihn in alle Ecken und Winkel der Stadt, die er mittlerweile wie seine Westentasche kennt. Bei seiner täglichen Arbeit in den Straßen von Florenz lernt er auch zahlreiche Künstler kennen und kommt beispielsweise mit den Malern Primo Conti und Pietro Annigoni ins Gespräch. Ab 1986 verkehrt Paolo regelmäßig in der Ken’s Gallery in der Via Lambertesca und malt nun erste Bilder, auf denen er seine liebsten Motive - Pferde, Landschaften und Stillleben – festhält. Zeitgleich besucht er die Kunstschule für Aktmalerei des Gruppo Gada in der Via S.Egidio, wo die Galerie ihren Sitz hat. 1972 werden seine Arbeiten erstmals mit einer Auszeichnung bedacht. Seine zwei Werke „Colombi“ und „Paesaggio“ belegen den dritten Platz bei
einer nationalen Ausstellung für malende Polizisten im Palagio di Parte Guelfa im Zentrum von Florenz. Im Palazzo Vecchio überreicht ihm der damalige Bürgermeister der Stadt, Luciano Bausi, eine Goldmedaille. Diese ehrenvolle Auszeichnung ist für ihn wie ein Ritterschlag und ermutigt den talentierten Polizisten in seinem künstlerischen Schaffen. 1989 kommt Paolo dann erstmals mit der Töpferkunst in Berührung, als er einfache weiße Tongefäße mit den für ihn so typischen Pferdemotiven dekoriert. In Sesto Fiorentino lernt er Marcello Guasti kennen, einen Namensvetter des bekannten Bildhauers, der sein Atelier und seinen Brennofen angehenden Keramikkünstlern zur Verfügung stellt. Hier beginnt Paolo zu malen und zu dekorieren, er lernt das Bearbeiten der verschiedenen Tonarten und den Umgang mit dem Brennofen. Seine Reliefs ziert er mit Pferden, kleinen Engeln und den Masken von Pulcinella und Arlecchino, den typischen Figuren des italienischen Volkstheaters. Die Unterstützung seines Freundes Carlo Cambi erweist sich dabei als besonders wertvoll, da der gelernte Töpfermeister Paolo in die Geheimnisse seiner Handwerkskunst einweiht und ihm bei seinen ersten Versuchen in der Bearbeitung von Ton mit Rat und Tat zur Seite steht. Ab 1990, in den Jahren nach seiner Pensionierung, kann Paolo seine künstlerische
Ader endlich voll und ganz ausleben. Er ist regelmäßig Gast auf Vernissagen und Kunstaustellungen und lernt Anfang der Neunziger auf der ArteFiera in Bologna den Bildhauer Umberto Santandrea aus Faenza kennen, der ihn zu sich in sein Atelier einlädt. Die Begegnung mit Santandrea erweist sich als derart einschneidend, dass er für die folgenden zwei Jahre jedes Wochenende in der Stadt verbringt, die als Wiege der europäischen Keramikkunst gilt und sich dort mit den unterschiedlichen Materialien und Bearbeitungstechniken von Ton vertraut macht. Paolo ist gefesselt von den schillernden Lichteffekten der faentinischen Dekore, die ihm künstlerisch neue Wege weisen. Dies ist der Moment, ab dem seine Arbeiten eine neue Qualität erreichen und er immer mehr in die Geheimnisse der Schattier- und Lüstereffekte eintaucht, um sie in seinen Werken eindrucksvoll und handwerklich herausragend umzusetzen. Das Zusammenspiel von Partikeln, Pigmenten und Lacken und die komplizierte Brenntechnik beflügeln seine Experimentierfreude und verstärken seine Leidenschaft für das Töpferhandwerk als künstlerische Ausdrucksform par excellence. Als er nach Florenz zurückkehrt, ist er fest entschlossen, sein neues Atelier in Scandicci mit einem eigenen Brennofen auszustatten, gewillt, ja nahezu besessen davon, dieses oftmals launische Gerät,
das selbst auf kleinste Veränderungen der Luftfeuchtigkeit reagiert und sich selten den Anforderungen des Künstlers anpasst, zu verstehen und zu beherrschen. Das Verhältnis des Keramikkünstlers zu seinem Ofen ist elementar; es ist eine intime Beziehung, mit der man umzugehen lernen muss. Die Magie des Brennofens, die einzigartigen Schattierungen und Lüstereffekte, all das erscheint unglaublich faszinierend, denn das Arbeiten mit Tonarten, Salzen und Oxiden ermöglicht dem Künstler die Herstellung einer ganz und gar individuellen Rezeptur, die anschließend im Brennofen in ein einzigartiges, unverwechselbares Kunstwerk verwandelt wird. Die Traditionen des bäuerlichen Alltags, die Paolo von Kindesbeinen an kennt, ermöglichen es ihm einen Bezug zwischen dem Backen von Brot und dem Brennen von Ton herzustellen. Für die traditionell patriarchalischen Familien der ländlichen Toskana kam das wöchentliche Ansetzen des Brotteigs, der von den Frauen unter peinlich genauer Berücksichtigung des Luftdrucks im Ofen gebacken wurde, einem Festtag gleich. Die Bedeutung des Luftdrucks ist dieselbe für das Brot wie für die Lüstereffekte des Tons, da beides durch eine Verringerung des Sauerstoffgehalts entsteht, d.h. indem man durch entsprechendes Vorbrennen dem Ofen Sauerstoff entzieht; eine Technik, die Paolo im Laufe der Jahre nach unzähligen Fehlversuchen und misslungenen Kreationen schließlich bis zur Perfektion ausfeilt. Mitte der neunziger Jahre arbeitet Paolo an seinen ersten Bronzegüssen und fertigt im Auftrag des Bürgermeisters von Scandicci, Giovanni Doddoli, in Zusammenarbeit mit der Gießerei Cipriani aus Campo Bisenzio das Kunstwerk „Cavallo con amorino“ (Bronze-Pferd mit Jüngling) an, das heute im Parco di Poggio Valicaia in Scandicci steht. In den Jahren darauf folgen weitere Auftragswerke in Keramik und Bronze sowie Arbeiten in Zusammenarbeit mit anderen Gießereien, wie der Artù aus Ponte a Ema, die mit dem Künstler die besondere Vorliebe für Details und Patina-Effekte teilt. Das alte griechische Sprichwort „Die Kunst des Keramikers liegt in der Schüssel“ trifft wie kein zweites auf Paolo Stacciolis künstlerischen Werdegang zu, der sich im Laufe der Jahre die Feinheiten dieses einfachen wie ehrwürdigen Handwerksberufes aneignet und seine Technik zunehmend perfektioniert. Seine eigenwilligen Kreationen finden den Zuspruch renommierter Kritiker und sind bei Kunstsammlern und Galerien in aller Welt begehrt.
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PAOLO STACCIOLI “biography” Paolo Staccioli was born on April 28th, 1943, in Scandicci, Florence, in the area called Ponte a Greve, a little rural hamlet on the old main road to Pisa, at one of the exits that leads to the west of the city of Florence. It is known for its ancient stone bridge, mentioned in the documents of the Captains of Parte in 1398, that crossed the river Greve, a tributary on the left of the river Arno, downstream from Florence. His parents had a smallholding on the fertile plains around Florence, growing vegetables and taking them by donkey and cart to sell them at the Sant’Ambrogio market in the city. The ritual of the solemn rural habits perhaps came back to Paolo’s mind in adulthood and the little donkey took on the form of his beloved horse on wheels, a dear, recurring theme in the sculptor’s poetry. He has been painting naturally since his childhood, expressing himself through this method that he so enjoys. This allows him to block his ideas on “makeshift” pages, his compositions of the produce from the fields, the main source of income for his family, his fruit and vegetables miraculously becoming still lifes that take on quite a different meaning that goes beyond a realistic portrayal and reaches metaphysical sensations. After the Second World War, while attending primary school, he would certainly have found inspiration in the pamphlet “Ama Firenze” (Love Florence), given out to all the young pupils by the mayor of that time, La Pira. The many illustrations in the albeit small publication accompanied the text, showing the most important treasures owned by the city. The existence of so many masterpieces captured the promising artist so much that he wanted to go to see them for himself. Santa Croce was the treasure chest that the young Paolo wanted to open up as firsthand knowledge and the size of the solid, imposing buildings with their elegant simplicity excited him as much as the sculptures inside them, some “stately” and refined, others dominating with theatrical splendor. However, his artistic streak had to be put to one side while he continued his studies in the school Introduction to Work Benvenuto Cellini in Via Masaccio which he attended until he was thirteen. He was happy to go to school because, crossing the city from Scandicci to Campo di Marte, he could admire Florence and every morning he was able to confirm in himself his Florentine pride, seeing the
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presence of so many artwork masterpieces in his city. When he had completed his studies, he began work straight away in a company that made road signs and stayed with them for about ten years. The painting department fascinated him and made him more interested in the awareness of colours: of their expressive power, of the fullness of the pigments and of the secret meanings of communication. However, his search for a more stable position prompted him to sit an exam for a place as a traffic warden in Florence which he was delighted to pass, and this allowed him to “visit” all over his city, examining every corner until he retired in 1990. His new job enabled him to meet many artists during his years of service on the streets of the city and he would stop to chat with them, going along with the whimsical nature of some of them: from the pleasing conversationalist Primo Conti to the “grumpy” Pietro Annigoni. In 1986 he started to “hang out” in Ken’s Gallery in via Lambertesca and started painting subjects dear to him, like his horses, landscapes and still lifes; at the same time, he attended the school for nudes at the Gruppo Gada in Via S. Egidio where the Gallery has its premises. In 1972 he received a recognition that encouraged him: the new artist won the third prize with two artworks, “Colombi” and “Paesaggio” at the national Exhibition of Wardens-Artists that took place in the centre of Florence, in the rooms of the Palagio di Parte Guelfa. In Palazzo Vecchio, he was awarded his prize of a gold medal by the mayor of the city of that time, Luciano Bausi. His consecration as an artist was complete,
Paolo had received recognition from his city and there was no greater prize for the curious, imaginative “warden”. The years went by and in 1989 he tried his hand at ceramics with simple decorative works like the little white mass-produced pots painted with the graceful, simple forms of his horses. In Sesto Fiorentino, he contacted Marcello Guasti’s craft workshop, with the same name of its most well-known sculptor who accommodated artists and ceramic artists, making his laboratory and kiln available to them. It was here that Paolo started decorating and painting but above all, familiarizing himself with modeling and the kiln, he became fascinated with bas-relief and concentrated on his favourite subjects; his horses, his little angels and Pulcinella and Harlequin masks. The help of his potter-friend Carlo Cambi was priceless because he started him off with the secrets of their craft and supported him during his apprenticeship inside the workshop until Paolo became independent in drawing the shapes and painting the vases that he had designed. After 1990, at this point free from work obligations, he was able to concentrate entirely on his most pressing concern; creating art. He began to attend shows and painting exhibitions and then in the course of the ArteFiera in Bologna at the beginning of the 90s, he met Umberto Santandrea, a craftsmanceramic artist from Faenza and went to his laboratory in that historically famous city in the region of Romagna. He got so involved with this stimulating connection that he spent every weekend there for a good two years, in that cradle of ceramic tradition where the “craft” is combined with innovation and design. Paolo was bewitched
by the iridescent effects of the Faenza decors that he found so intriguing and all this opened new avenues to explore. This was the moment that this tenacious artist made his breakthrough and he began a race against time in a frantic chase to retrieve the secrets of the alluring ceramic luster technique with the full awareness of his maturity. The special paste mixture added to the glaze and the complex firing technique awakened and aroused the curiousity of the researcher and took him on to focus on this, his congenial artistic expression. On his return to Florence, he immediately set up a kiln of his own for his ceramics in the new workshop in Scandicci and this is when he began his real delving into the subject and his dialogue with the moods of the techniques, its sensitivity to the humidity in the atmosphere and often seeming to have a mind of its own. The relationship between the artist and his kiln was fundamental, an intimate liaison that needs careful management. The
magic of the kiln for the finish was exciting because working with oxides and salts, each ceramic artist devises his own “recipes” and tries them out personally in the continuing challenge of the high temperatures! Drawing on rural traditions and remembering his own country origins, Paolo has been able to make that link between the baking of flour and that of clay. In the large patriarchal families in the Tuscan countryside, the ability of making the bread with care for the baking, awareness of the atmospheric pressure, represented a solemn moment, entrusted to the capable hands of the housewives for their weekly bake. The atmospheric pressure is as important for the baking of bread as for the firing of clay insomuch as they are both achieved by reducing oxygen, that is removing oxygen from the oven after the smoking process. Paolo tried out his first reduction in the early nineties, perfecting it after many trials and the destruction of badly turned out objects.
In the mid-nineties, he tried his hand at making bronze statuettes and in 1999, on commission for the mayor of Scandicci, Giovanni Doddoli, he made the artwork “Cavallino con amorino”, a sculpture fused in bronze at the Cipriani Foundry in Campi Bisenzio, which inaugurated the Park of Poggio Valicaia on the gentle hillsides around Florence. In the following years, he alternated between ceramic art and bronze of both medium and large sizes and he has collaborated with other foundries such as Artù in Ponte e Ema, ever careful of the finish and the detail. The ancient Greek proverb “the art of the ceramic artist lies in the bowl” sews in beautifully with Staccioli’s artistic journey, because, in gradual steps, Paolo has managed to build his art on the essential mastery of the basic secrets of this humble craft until he reached a solid personal approach that has been admired by the eminent critic who has taken an interest in him and the vast public of sensitive collectors.
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