Paolo Delvecchio . Non c'è futuro senza...

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PAOLO DELVECCHIO


In copertina: “Muro #12” 2012 stampa fine art cm 70 x 100

tutte le immagini sono stampate fine art 100% cotone Hanhemule bright white e corredate di certificazione Digigraphie.

© Tartaglia Arte Tutti i diritti sono riservati nessuna parte di questo opuscolo può essere riprodotto o trasmesso, anche parzialmente, in qualsiasi formato, con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta dei proprietario dei diritti


“NON C’ E’ FUTURO SENZA...” di

Paolo Delvecchio a cura di Riccardo Tartaglia

10 - 20 maggio 2013

presso CASC-BANCA d’ITALIA via del Mandrione, 190 Roma


Contatto con l’essenza Delvecchio ci propone un rapporto diretto e intimo con ciò che fotografa, di fronte a queste immagini ci si sente “inchiodati”, obbligati a guardare, e allora si assiste, attraverso la ricomposizione tra il rigore della rappresentazione e l’inevitabile indeterminatezza che deriva da una rilettura emozionale, all’incontro tra il sé di chi guarda e l’essenza di ciò che è rappresentato. Bisogna fermarsi davanti alle fotografie di Delvecchio, è un’esigenza che si manifesta automatica, causata dallo stupore con il quale si percepisce l’essenza, e ci ritrova a pensare che quel muro è proprio il muro, che quella natura morta è proprio morta. I colori accesi, i raggi di luce caldi evidenziano il contrasto tra la vita e la morte e pongono in primo piano la dualità dell’esistenza. La natura morta ci pone pietosamente di fronte alla finitezza delle cose del mondo, in particolare i vasi con i fiori morti, o morenti, inseriti in un contesto di grande raffinatezza estetica fanno pensare agli ultimi, attenti ed accurati gesti riservati di solito ai tanatoesteti orientali. Il peperone lascia meno spazio al languore, è implacabile nella sua semplicità: è intaccato, non c’è più niente da fare, anche se il suo colore è ancora di un rosso intenso e brillante, lo squarcio è mortale. Anche le foglie ci tengono nello stesso stato d’animo: sono appassite, fradice. Le strade sono vuote e la presenza umana ci è raccontata solo in due scatti, ma anche in essa è solamente accennata: in una solo un’ombra e nell’altra solo piedi ad indicare forse un cammino fatto in solitudine? Ed è un attimo, ci si ritrova a contatto con la propria interiorità; il taglio prospettico, l’uso della luce o dei riflessi nelle pozzanghere non sono più artifici, ma disvelatori del mondo troppo spesso pervaso da tristezza e solitudine, anche l’arcobaleno lo vediamo solo grazie ad un riflesso che ce lo restituisce ridotto. Ma allora è vero: “non c’è futuro senza...” relazione, compassione, comunicazione…Ed è così che Delvecchio ci offre l’opportunità di concludere il nostro profondo momento di contatto, attraverso lo sguardo è partito un viaggio che ora ci riconsegna alla realtà un po’ più consapevoli. Mariangela Mutti



“Natura morta #1� 2012 stampa fine art cm 50 x 70


“Natura morta #3� 2012 stampa fine art cm 50 x 60


“Strada” 2009 stampa fine art cm 50 x 70


“Arcobaleno d’asfalto” 2009 stampa fine art cm 50 x 70


“Foglie #8” 2012 stampa fine art cm 50 x 70


“Foglie #9” 2012 stampa fine art cm 50 x 70


“Ombre #4” 2012 stampa fine art cm 70 x 50


“Natura morta #5� 2012 stampa fine art cm 50 x 70


Paolo Delvecchio Romano di nascita, ma milanese d’adozione, Paolo Delvecchio ha fatto della fotografia la sua area di competenza fin dalla prima giovinezza, all’inizio con una delle prime Polaroid in bianco e nero, e subito dopo con la Rolleiflex 6x6 senza esposimetro del padre. Trasferitosi a Milano per fare di questa passione la sua professione, ha iniziato come assistente presso lo studio fotografico di Franco Berra da cui ha imparato la cura per i dettagli e l’utilizzo delle luci da studio. Da allora ha esplorato molte aree della fotografia, da collaborazioni a New York con il fotografo di Time Life Enrico Ferorelli, a fotografo di scena con la regia di Sergio Rubini, a editoriali su riviste nazionali e internazionali. La sua attività si è articolata e variegata nel tempo, passando dalla moda all’ architettura, dai cataloghi alle pagine pubblicitarie, dai ritratti ai reportage, dai calendari all’insegnamento, sempre con la costante voglia e curiosità di esplorare nuovi ambiti e di approfondire la conoscenza e il linguaggio fotografico. In questi ultimi anni ha abbandonato la fotografia a livello professionale per aprire una casa di produzione di servizi per fotografi pubblicitari, dedicandosi contemporaneamente alla ricerca personale e alla sperimentazione.


Organizzazione artistica Tartaglia Arte cell. 3486622952 - Skype: tartagliaarte riccardotartaglia@tartagliaarte.com www.tartagliaarte.com


finito di stampare maggio 2013


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