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Il turismo indiano in Italia Turismo d'Italia

07­2005

oltre i cinesi anche gli indiani rappresentano uno dei mercati maggiormente emergenti. Usi e abitudini di una popolazione destinata a visitare l'Italia. Mentre la Cina continua a crescere a ritmi vertiginosi, anche l’india sembra intenzionata a non restare indietro. La sua estensione di oltre 1 milione di Kmq, l’entità della sua popolazione, che attualmente supera il miliardo di persone, le sue numerose lingue, caste e religioni ne fanno un vero e proprio continente dove le voci di un passato che risale al 6000 a.C. sembra possano convivere in modo armonico con sviluppo tecnologico, investimenti stranieri e apertura del commercio internazionale. È così che nella vita della popolazione indiana si affiancano quotidianamente industrie e festival, riti religiosi e lanci di satelliti nello spazio, meditazioni yoga e canali televisivi internazionali, karma e prodotti di alta tecnologia. Tutti gli indicatori economici e sociali evidenziano performance davvero molto interessanti che consentono all’India di posizionarsi a livello mondiale come una delle sei economie di più veloce e consistente crescita. La crescita del PIL nazionale è attualmente superiore all’ 7% su base annuale grazie a diversi fattori, primi tra tutti: ­ l’ampio afflusso di capitali stranieri, resi possibili da una legislazione maggiormente aperta all’influenza occidentale; ­ l’altissimo grado di istruzione e di specializzazione delle risorse umane impiegate nei settori chiave: l’alta tecnologia e la comunicazione. Il settore che evidenzia la crescita più consistente è quello dei servizi ad elevato valore aggiunto (che registra un trend positivo del 6,5%) seguito dal comparto industriale (+7,5%). I due rami dell’economia contribuiscono insieme alla formazione del PIL nella misura del 75%. Il turismo ha un’incidenza di soli 2 punti percentuali, ma tutti sono pronti a scommettere che questa voce nei prossimi anni occuperà una posizione di rilievo nella formazione della ricchezza nazionale. Negli ultimi dieci anni il turismo domestico è passato da 64 milioni di turisti a 170 milioni. Così come in Cina, le condizioni socio­economiche e culturali della popolazione sono molto diseguali e variano su base regionale. I poveri rappresentano la maggioranza, vivono principalmente nelle zone rurali dove si dedicano all’agricoltura e sono per la maggior parte analfabeti. A questa classe si affiancano i ceti medi e medio­alti, costituiti da circa 370 milioni di persone che godono di un elevato livello di scolarizzazione a cui si aggiungono 5 milioni di super­ricchi che amministrano la maggior parte della ricchezza nazionale. Circa il 50% degli appartenenti a questa categoria vive nelle città di Calcutta e Delhi. Queste evidenze aprono interessanti prospettive circa l’impatto della popolazione indiana benestante sul mercato turistico europeo, in particolare su quello italiano, giudicato il più attraente per trascorrere le vacanze. L’Enit considera gli indiani come i turisti al mondo con la maggiore propensione alla spesa e valuta la loro disponibilità complessiva in 308 milioni di euro che diventeranno 981 secondo le proiezioni per il 2011; il tasso di crescita annuale evidenziato dal fenomeno é prossimo al 30%. Secondo uno studio della World Tourism Organisation (WTO) nel 2002 sono stati 135mila i cittadini a visitare l’Italia, seconda in ordine di arrivi soltanto al Regno Unito (dove il viaggio è motivo di visita ai parenti immigrati) realizzando complessivamente 537mila


pernottamenti con una spesa complessiva di 86 milioni di euro. Accanto alla favorevole situazione economica sono presenti anche diversi fattori culturali a rivestire un ruolo importante nel favorire lo sviluppo del turismo outbound che negli ultimi dieci anni ha registrato un incremento del 50%, passando da 2,5 a 4,4 milioni mentre le proiezioni per il 2020 parlano di 50 milioni. Più importante tra tutti è l’emancipazione delle donne, che sempre più spesso hanno un elevato grado di istruzione, lavorano ed occupano ruoli nella società prima appannaggio dei soli uomini. La visione del mondo più aperta, l’autonomia economica e la contribuzione al bilancio famigliare consentono alle cittadine indiane di assumere il ruolo di decisore nel processo di acquisto, influenzando spesso le scelte del compagno. Anche l’ “apertura al nuovo” è una caratteristica culturale che caratterizza questo popolo, attento a soddisfare e ad approfondire le proprie curiosità, spesso alimentate dall’industria cinematografica, nota per essere la più grande al mondo con oltre 800 film prodotti all’anno di cui oltre la metà girati all’estero. Sono proprio le pellicole indiane a promuovere indirettamente il turismo verso location straniere. Un terzo elemento è rappresentato dall’abolizione di tutte le restrizioni fiscali sui viaggiatori all’estero. A differenza dei turisti cinesi, che viaggiano solo in gruppo, i turisti indiani amano muoversi anche soli; sono assai sofisticati, conoscono bene l’arte del viaggiare, hanno abitudini “internazionali” e scelgono quasi sempre soluzioni di viaggio dove possono visitare più destinazioni. Anche la famiglia si presenta come un segmento di grande importanza che viaggia soprattutto per vedere i luoghi incantevoli dove sono ambientate le numerose pellicole girate. I gruppi famigliari sono spesso costituiti da genitori fra i trenta e i quaranta anni con figli al di sotto degli undici e dispongono di un doppio stipendio che li rende ottimi consumatori. Il mercato è tuttavia caratterizzato anche dalla presenza di genitori leggermente più anziani (sui 45 anni) e figli più grandi. Gli sposi orientano sempre più spesso la loro scelta verso la luna di miele in crociera con destinazione Europa e Stati Uniti. Anche i senior e i turisti business rappresentano un target interessante per le destinazioni europee. Questi ultimi (circa 1750mila) viaggiano per contratti di lavoro a breve o lungo termine e appartengono, nella maggior parte dei casi, al settore della tecnologia, dell’informazione e della finanza. Normalmente non manifestano preferenze ben definite ma sono molto evoluti nei servizi richiesti perché viaggiano con regolarità e hanno la tendenza a unire gli affari alle vacanze. È per questo motivo che spesso sono accompagnati dalla moglie (o dal marito); grazie all’elevata indennità di trasferta percepita e alla copertura totale dei costi che sostenuti durante il viaggio, dispongono di cifre elevate e di una notevole propensione alla spesa. Normalmente questo tipo di turisti richiede la sistemazione in località centrali e ha la necessità di un facile accesso a Business Centers, Internet Points ed agenzie stampa. Un segmento nuovo e in veloce crescita è rappresentato dalle donne singles, dotate di una interessante capacità di spesa e ben coscienti del tipo di esperienza che desiderano fare e della qualità della sistemazione che desiderano. I turisti che decidono di muoversi in gruppo preferiscono come compagni di viaggio persone già conosciute. I gruppi sono costituiti principalmente da famiglie o senior e i partecipanti hanno spiccate preferenze per il cibo indiano. E’ per questo motivo che i viaggi organizzati dalle grandi agenzie prevedono la presenza di un cuoco al seguito, soprattutto se si tratta di turisti provenienti dalle comunità (Gianisti e Gujurati) con esigenze di cibo molto ricercate, nella maggior parte dei casi di tipo vegetariano. La dimensione del gruppo varia a seconda della destinazione; città come Londra e Singapore sono arrivate a richiamare gruppi composti da un numero molto elevato di turisti (250­500). L’80% degli indiani che si recano all’estero partono dalle metropoli di Mumbai e Delhi, i il 20% equamente diviso fra Chennai, Bengalore


e Calcutta. Le città di Mumbai e Delhi, dove vivono i più ricchi, rappresentano da sole più del 70% del traffico internazionale di tutta l’India. L’Italia è uno dei Paesi in Europa che suscita il maggiore interesse tra i viaggiatori indiani grazie alla cultura e all’originalità dello stile di vita, alla simpatia delle persone e al calore dei rapporti umani, all’enogastronomia e alla possibilità di acquistare prodotti “Made in Italy”, soprattutto i così detti “lifestyle goods”. Il nostro Paese, che nel 2002 ha ricevuto 135mila turisti indiani, ha tutte le carte in regola per offrire una vacanza completa e varia, grazie alla varietà di destinazioni e di attrazioni. Questo interesse verso il Bel Paese non è però ricambiato da un serio interessamento degli operatori italiani che purtroppo fino ad ora hanno lasciato carta bianca ai Paesi concorrenti, quali Austria e Svizzera. Da tempo i nostri vicini investono grandi quantità di risorse in promozione e pubblicità, sia attraverso operazioni mirate rivolte agli operatori locali, sia nell’organizzazione di workshop e seminari per sensibilizzare la stampa locale e gli opinion leader. I periodi di vacanza più importanti: ­ Le vacanze scolastiche estive (dal 15 aprile al 30 giugno) ­ Le vacanze per la Festa di Diwali (fine ottobre, inizio novembre) ­ Natale e Capodanno Elementi specifici del turismo indiano: ­ I turisti indiani desiderano essere tenuti impegnati e avere costanti possibilità di divertimento. ­ Amano gli spettacoli che coinvolgono la famiglia, lo shopping, la buona tavola e le visite organizzate a monumenti e musei. ­ Non si avventurano in cibi diversi dai propri. Un indiano non vegetariano normalmente ordina uova, agnello, pollo e cibo di mare. ­ Pagano in contanti, a differenza degli occidentali che preferiscono la carta di credito. ­ Amano cenare a tarda ora e spendono volentieri anche grosse somme per gli alcolici. ­ Cercano ristoranti indiani. ­ Si tratta generalmente di persone attente e ben informate.


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