Come accogliere i turisti cinesi

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Accogliere | Turisti cinesi

Sguardi a

Oriente

testo Alessandra Leardini - foto Riccardo Gallini

Primi al mondo per spesa investita in vacanze internazionali, i turisti cinesi si apprestano a varcare i confini in cerca di svago e relax. E il territorio riminese si attrezza per accoglierli al meglio.

Nel 2012, con oltre 102 miliardi di dollari, è diventato il primo Paese al mondo per spesa turistica internazionale. Gli occhi dei luoghi di vacanza di tutto il mondo, Rimini compresa, sono proiettati verso la Grande Muraglia. Nel 2020 saranno 100 milioni i turisti cinesi che si recheranno all’estero ma, nell’attesa, la spesa media dei viaggiatori dagli occhi a mandorla che hanno scelto il belpaese ha già superato quella di un americano: 903 euro pro capite contro 817. Allettanti anche le cifre dello shopping: secondo un’indagine di Global Blue, agenzia di mediazione, lo scontrino medio dei cinesi che hanno acquistato nei negozi di Rimini nell’ultimo anno è stato superiore ai 2mila euro contro gli appena 433 euro degli acquirenti russi, pur rappresentando ancora solo l’1% del totale dei compratori di altre nazioni. Saranno loro i nuovi “salvatori” della Riviera, dopo i tedeschi e gli ex sovietici? Di certo - aeroporto “Fellini” permettendo - cresce l’attenzione verso questo mercato. Non a caso

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il Comune di Rimini è stato tra i primi in Italia ad aver realizzato un sito di promozione in lingua cinese e ad aderire al consorzio Chinese Friendly Italy. Al progetto il Comune capoluogo lavora insieme a Rimini Reservation, Apt Emilia-Romagna e alla società riminese Teamwork, che si occupa di formazione. In provincia sono dodici le strutture che fanno da apripista in questo percorso culturale, ancora prima che linguistico. “Abbiamo formato il personale ad accogliere in modo adeguato i vacanzieri cinesi, il che vuol dire conoscere le loro usanze, la loro cultura”, spiega il presidente di Teamwork Mauro Santinato. Che porta qualche esempio: “Occorre sapere che i cinesi cenano alle 18,00 così come, al momento di assegnare una camera, che per loro il numero 4 equivale a un augurio di morte! Insieme alla conoscenza delle parole cinesi di benvenuto più importanti, c’è tutta una serie di etichette da rispettare. Per questo stiamo preparando, in vista



dell’Expo 2015, un manuale d’uso, una sorta di bussola per gli operatori, per accogliere i vacanzieri di venti distinte nazionalità”. Cina, Corea del Sud, India, Brasile ma anche Turchia e Indonesia: sono questi i mercati delle economie emergenti dove il Pil aumenta a doppia cifra. “Non possiamo permetterci di trascurare questi mercati, soprattutto i cinesi. Agli scettici dico: chi avrebbe mai scommesso sui russi nei primi anni ’90?”. Quanto all’Expo, per Santinato è un’occasione perché potrebbe tornare a stimolare all’internazionalizzazione una Riviera che “si è un po’ troppo adagiata negli ultimi anni”. Tra gli artefici del progetto Chinese Friendly Italy, insieme a Santinato e all’esperto di marketing turistico Giancarlo Dall’Ara, c’è anche il di-

rettore dell’Hotel Savoia di Rimini Piero Marini. “Dopo aver a lungo studiato le abitudini e gli spostamenti dei giapponesi - racconta - ho pensato che valesse la pena fare lo stesso per i vacanzieri cinesi”. Marini si riferisce a un preciso target, quello degli orientali di status sociale alto e di elevata capacità di spesa. Un turista-tipo ben lontano dall’immagine del cinese iperlavoratore e restio a spendere, ma anche molto difficile da conquistare. Secondo Marini era impensabile che una struttura ricettiva, pur prestigiosa come il Savoia, potesse muoversi da sola. “Occorreva fare qualcosa insieme ad altre strutture ricettive di categoria superiore e promuovere innanzitutto il prodotto Italia, che è apprezzatissimo in Cina. Alla fine ci siamo trovati con

A sinistra, Mauro Santinato, presidente di Teamwork. A destra, Piero Marini, direttore dell’Hotel Savoia.

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cinquanta hotel aderenti da Torino a Palermo”. Avere una persona alla reception che parla la loro stessa lingua, possibilmente della stessa nazionalità, segnaletica, mappa della città e menù in cinese, almeno un paio di canali tv made in China, un cesto di frutta mista e un bollitore per il tè in camera, e piatti tipici per colazione, per loro il pasto più importante: sono solo alcuni esempi di come il turista cinese può essere sedotto. La regola è di non farsi trovare impreparati nel momento in cui questo mercato farà il salto di qualità. Al momento, infatti, sottolinea Aizhana Zhantuarov dal Grand Hotel di Rimini, l’89% dell’outgoing dalla Grande Muraglia è ancora controllato dai tour operator di Stato e gli spostamenti sono anco-


A fianco, Aizhana Zhantuarov del Grand Hotel di Rimini. Sotto, Stefano Arduini, vicepresidente della Fondazione Universitaria San Pellegrino.

ra molto rigidi. “Attualmente dalla Cina ospitiamo per la maggior parte delegazioni politiche, governative o piccoli gruppi di imprenditori interessati a esplorare opportunità di business in Italia e in Riviera. In tutto 450-500 presenze l’anno”. Si stima che la prima grande ondata di turisti cinesi arriverà in Italia tra cinque o sei anni, ma sebbene

ci siano molte preferenze standard (passione per l’italian style, la buona cucina, l’accoglienza eccellente, gli hotel di grandi dimensioni, camere nuove con tanti punti luce, gadget, ciabatte e accappatoio all’arrivo e doccia rigorosamente con vasca), omologare questo mercato è impossibile. “Il marketing

siche due notti del passato hanno allungato il periodo di vacanza. In linea con le nuove esigenze del turismo riminese, anche la formazione linguistica allarga il raggio d’azione. La Fondazione Universitaria San Pellegrino (Fusp) di Misano, oltre ad aver inserito già da tempo il cinese e il russo nel percorso di studi classico rappresentato dal liceo linguistico paritario e dal corso universitario (con una laurea in traduzione e interpretariato in russo attivo e passivo), più recentemente ha attivato anche corsi di lingua indirizzati a chi non vuole intraprendere un corso di laurea, come gli operatori turistici del territorio. “Il nostro centro lin-

Nuovi clienti e nuovi target deve guardare a diversi target: le persone che viaggiano per la prima volta e si fermano nelle varie città un solo giorno, i turisti più esperti con abitudini all’europea, i turisti d’affari, molto esigenti, e gli amanti del leisure, su cui si concentra maggiormente l’attenzione per i prossimi anni”. La catena degli hotel di lusso che fanno capo all’imprenditore Batani sta già inserendo nelle strutture persone che parlano cinese. Ma resta alto l’interesse anche verso la Russia (14mila presenze all’anno solo al Grand Hotel di Rimini) e i mercati emergenti, con qualche brasiliano in bassa stagione e qualche arabo (molto capriccioso). Fissa la presenza dei giapponesi, che rispetto alle clas-

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guistico è da poco partito con corsi di lingue interessanti per il nostro settore turistico, come il russo, il cinese e il portoghese brasiliano spiega il vicepresidente della Fondazione, Stefano Arduini -. Sono corsi di 60 o 120 ore con docenti specializzati, pensati proprio per gli albergatori e gli operatori che vogliono apprendere le lingue dei mercati oggi più promettenti”. La Fondazione crea anche pacchetti ad hoc per i russi che vogliono frequentare in Riviera corsi di lingua italiana. Infine la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici (SSML)

con Master e Corsi di Alta Formazione per laureandi e laureati ha inserito tra le sue nove lingue straniere anche giapponese e arabo. IN


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