waterparkhotel

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Hospitality / TREND

WATER PARK HOTEL Sono strutture ibride che riuniscono in un unico complesso il parco di divertimento e l’hotel. Un vero e proprio «contenitore di numerosi e differenti servizi», particolarmente adatto al turismo leisure DI MARCO ZAVATTA (zavatta@teamwork-rimini.com)

L’

offerta turistica italiana, forte grazie alle risorse del suo territorio, già da tempo ha iniziato a dover competere con numerosi concorrenti stranieri che hanno saputo innovare i prodotti e proporre esperienze insolite. Il Belpaese, infatti, rischia di perdere parte del suo appeal: strutture datate,

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o peggio fatiscenti, prodotti sempre identici, proposte superate e ormai trite e ritrite, offerte generiche e non specializzate. Innovare non è poi sempre sufficiente e garanzia di successo: a fronte di ingenti investimenti, il ritorno economico è talvolta limitato dal contesto economico e dalla situazione della destinazione stessa. Complici i nuovi

media, che permettono agli attuali turisti di documentarsi e informarsi su tutto ciò che viene proposto sul mercato, oggi non ci sono più seconde possibilità e la reputazione dell’intera destinazione dipende in gran misura dall’intraprendenza e dalla lungimiranza degli operatori turistici. Inoltre, l’esperienza della vacanza – che sia ludica, piuttosto che culturale


trovano molte volte a dover affrontare difficoltà non dipendenti dalla propria gestione. Perché ciò che serve per rilanciare l’intera filiera è proprio la creazione di prodotti totalmente nuovi, capaci di spiccare agli occhi dei potenziali turisti, insieme a un impegno congiunto e condiviso di tutti gli attori locali, pubblici e privati.

NUOVI CONCEPT

o sportiva – deve essere curata a 360°, dal pernottamento all’organizzazione della giornata. I prodotti classici come mare, montagna, arte e cultura, natura devono quindi essere ripensati e personalizzati, orientati verso un’offerta specifica e posizionati in modo distintivo sul mercato. Non è più sufficiente proporre una camera

d’albergo con lettino e ombrellone, oggi i clienti vogliono vivere emozioni: è quindi necessario offrire un prodotto turistico nuovo, che vada a differenziarsi e a distinguersi nel panorama dell’offerta preesistente. Perché il successo di una struttura, per quanto invitante e professionale, è spesso legato all’intero sistema turistico locale e gli albergatori si

Molto spesso, il miglioramento strutturale di un hotel viene effettuato senza un preciso concept di base e senza un progetto a monte: elementi fondamentali per contenere gli investimenti sia in termini di tempo che di soldi, e per condurre, soprattutto, al raggiungimento di obiettivi concreti, in grado di determinare un visibile aumento di fatturato. Bisogna, dunque, studiare la formula più adatta e la tipologia di successo. Sicuramente in tal senso, guardando al panorama internazionale, un caso da prendere come benchmark è costituito dal successo dei cosiddetti water park hotel. Questa è una tipologia di struttura ibrida che riunisce in un unico complesso il parco di divertimento e l’hotel (in genere di fascia medio-alta). Il water park costituisce, cioè, un vero e proprio “contenitore di numerosi e differenti servizi”, adatto in particolare ad un turismo leisure. Abbiamo quindi a che fare con una struttura il cui equilibrio è delicatamente formato da attrazioni, verde, pulizia e sicurezza. Questi ultimi due elementi devono essere curati in modo particolare, dato che – trattandosi di servizi che hanno a che fare con l’elemento acqua – le strutture devono garantire un elevato livello di igiene, mentre la sicurezza deve essere assicurata da un’elevata attenzione del personale. Tuttavia, in Italia, gli esempi di water park sono piuttosto limitati, mentre sono una realtà interessante e molto sviluppata, soprattutto in Usa, in Asia e nei paesi del sud Europa (Portogallo, Spagna, Francia). Sembra che il primo waterpark sia nato, non a caso, proprio negli Stati Uniti grazie a George Millay, proprietario

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del “Wet’n’Wild” di Orlando, il quale nel 1976 pensò di unire gli scivoli a una piscina a onde. Mentre il primo parco acquatico italiano è stato l’Aquasplash di Lignano Sabbiadoro.

I VANTAGGI E LE OPPORTUNITÀ A ben vedere i water park rappresentano una valida opportunità per specializzare la propria offerta e riqualificarla in termini strutturali e di servizi. Una delle peculiarità dei water park, inoltre, è la potenziale assenza di stagionalità: realizzare una zona d’acqua al chiuso, con coperture trasparenti, fa in modo che gli ospiti possano usufruire dei servizi durante tutto l’arco dell’anno. Senza contare che questo genere di intrattenimento annulla anche il fattore ubicazione: i clienti non prenoterebbero solo perché la struttura è posizionata in un certo luogo, ma la sceglierebbero per le sue caratteristiche intrinseche, quasi a prescindere da quello che si trova nei dintorni. Il water park può diventare, dunque, vera e propria meta della vacanza, un nuovo prodotto turistico a sé stante. Le possibilità di realizzare un water park sono quasi infinite e adatte a budget più o meno importanti: piscine all’aperto riscaldate, ambientazioni che ricordano il mare d’estate e che d’inverno cambiano per ricordare la natura locale, oppure veri e propri percorsi avventura realizzati con acqua di mare.

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I water park sono una valida opportunità di business, per specializzare la propria offerta e riqualificarla sia in termini strutturali, sia di servizi

Si può iniziare, cioè, a fare quello che negli Stati Uniti è lo standard già da parecchi anni: ogni struttura può puntare sul relax, sul divertimento o sull’intrattenimento dei bambini, a seconda del target al quale ci si vuol rivolgere. In ogni caso, il ruolo dell’acqua è sempre determinante. Basti pensare che secondo l’ultimo Hilton Blu Paper intitolato Resort Travel Trends: What Families Want le piscine e le attività d’acqua rimangono l’attrazione numero uno per i bambini e per i genitori. Le minuscole pozze a forma di rene in stile motel si sono così eclissate, rimpiazzate da piscine gigantesche e da enormi parchi acquatici interni con aree separate per adulti, ragazzi e bambini. Molti resort decidono invece di coprire tutte le aree inutilizzate con piscine, di forme, profondità e dimensioni diverse. Il Westin Princeville Ocean Resort, sull’isola hawaiana di Kauai, ne ha 4. Quella di un metro è chiamata Keiki (per bambini) ed è tempestata di fontane a forma di tartaruga, con bordi totalmente imbottiti per la sicurezza dei piccoli. Le famiglie possono poi noleggiare qualunque accessorio per giocare in acqua direttamente sotto la cascata, connessa con un’altra piscina. Altre due enormi vasche mettono in risalto la posizione del resort. La Maliea (tranquillità) è sul retro, verso il giardino, mentre la Na Pali (Rapide) si


estende per 61 metri e guarda la spiaggia, diventando il punto romantico del resort, ideale per ammirare i tramonti sul Pacifico. Per parlare di dimensione, forma, profondità e caratteristiche delle piscine moderne, bisogna creare un vocabolario dedicato: in aggiunta alle tante tipologie di bordo piscina (negativo, zero, trasparente, a scomparsa, ecc.) ci sono piscine a profondità zero che passano gradualmente dal pavimento all’acqua più profonda, ideali per i bambini più piccoli e per gli ospiti con problemi di mobilità. Ci sono, poi, fiumi più o meno rapidi che collegano le vasche, con gonfiabili o senza. E ancora, le immancabili piscine a onde, programmabili e quindi adattabili sia ai bimbi che ai grandi. Emblematico in questo senso anche il Westgate Resort di Orlando, in Florida, che si posiziona come leader in questo settore, con il suo parco acquatico di 5.574 metri quadrati. La cascata dell’orso selvaggio spinge 300.000 galloni d’acqua ogni giorno da una casa sull’albero creata ad hoc. C’è inoltre un’area separata per gli adulti, giochi elettronici per i teenager e il soffitto è apribile durante i mesi caldi. L’obiettivo è sempre lo stesso, offrire alle famiglie nuove esperienze: da quella strettamente collegata alla destinazione all’eco-avventura, servizi e attività non-convenzionali, tutto ciò che una persona non può trovare e vivere semplicemente uscendo di casa. Negli ultimi 14 anni, Westgate ha lanciato 28 resort in dozzine di location, alcuni dei quali sembrano veri e propri parchi tematici piuttosto che hotel con servizi di divertimento. Ad esempio: al Westgate Smoky Mountain Resort & Spa le famiglie eseguono il check-in in un cottage con un fuoco vivo acceso dal personale vestito come i ranger della Great Smoky Mountain, adiacente al resort. Mentre in partnership con Fisher-Price, Azul Hotels ha realizzato le FisherPrice Family suite, una nuova categoria di stanza dove ogni dettaglio è pensato e realizzato per i più piccoli. In base alla location, le attività sono spesso concentrate sull’ambiente circostante. «Ci piace coinvolgere i

bambini nei modi più disparati possibili, così come diffondere un po’ di conoscenza e cultura ecologica, educando al valore dell’energia e dell’acqua, o insegnando a piantare un albero. I bambini amano tutto ciò. Apprezzano veramente la componente educativa e in questo modo possiamo fare ritornare le famiglie in periodi successivi per dare uno sguardo a ciò che i piccoli hanno realizzato». Questa è la dichiarazione di Vilijoen, direttore delle operazioni dei Southern Sun Resorts.

RIQUALIFICARE L’OFFERTA Realizzare un water park hotel significa dunque inserirsi a pieno titolo in un’offerta turistica innovativa e internazionale. I turisti da tutto il mondo potrebbero combinare l’interesse per il “Prodotto Italia” con l’attrazione per la struttura, allungando la durata del soggiorno e – ovviamente – la soddisfazione generale. Senza contare che la creazione di water park hotel, inoltre, risolverebbe il dilemma che operatori pubblici e privati si trovano a discutere da anni: come riqualificare le colonie marine d’epoca fascista? Queste strutture mastodontiche, posizionate quasi sempre di fronte al mare e dotate di antico fascino, sono per la maggior parte in stato d’abbandono, creando degrado e deturpando l’immagine di tutta la zona circostante. L’essere in una ex colonia marina, inoltre, aggiungerebbe un fattore esperienziale rappresentando un’ottima leva di marketing e attirando i turisti interessati alla cultura e alla storia della destinazione. Ma cosa serve nella pratica per realizzare un Water Park Hotel? Spazio e inventiva. Gli spazi sono indispensabili, mentre l’inventiva diventa il fattore vincente: gli albergatori devono saper immaginare la propria struttura e devono esser in grado di creare un’offerta compatibile con il target di riferimento. Fare giocare gli ospiti con l’acqua non è infatti sufficiente, l’obiettivo è quello di creare un’esperienza memorabile, in grado di giustificare la vacanza anche

in una “non-destinazione”. Altro fattore determinante è la tematizzazione. Parola chiave che consente un reale up-grade del livello estetico e funzionale del parco, e del suo vissuto emozionale. Il visitatore oggi è sempre più esigente ed è abituato a un altissimo grado di spettacolarizzazione, grazie ai film e a tecnologie strabilianti. Un’ambientazione classica da isola tropicale, ad esempio, è finta e superata, lascia un vuoto esperienziale nella mente del visitatore. Si potrebbe, invece,puntare sulla storia del luogo dove sorge il parco, o le grandi epoche storiche. Talvolta, però, a una tematizzazione appena abbozzata o di scarso livello, che peggiora il valore percepito dall’ospite, è preferibile optare per un non-tema, cercando di supplire con un’alta qualità e diversificazione dei servizi offerti. Il modello è già consolidato nel resto del mondo, e l’Italia non può permettersi di rimanere a guardare l’evolversi di nuove forme turistiche e di subire in modo passivo il cambiamento. Qualcuno, dunque, sarà pronto a diventare il nuovo leader del turismo nazionale?

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