TeatriOnline_ Magazine_Spring_2019

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Ed i t o r i a l e

In questo numero grande spazio al Festival del Maggio Musicale Fiorentino. “Potere e Virtù” è il titolo scelto per questa edizione; come consuetudine il Festival è una kermesse itinerante, esce dai confini del teatro per presentarsi alla città in varie location e si arricchisce con le partecipazioni delle istituzioni culturali toscane. L’inaugurazione, il 2 maggio, vedrà in apertura il compositore tedesco Lear, con un opera degli anni settanta firmata da Aribert Reimann. L’opera è diretta da Fabio Luisi coadiuvato alla regia dallo spagnolo Calixto Bieito; tra gli interpreti: Bo Skhovus, Andreas Scheibner, Michael Colvin, e Erika Sunnegårdh. Ancora il Maestro Luisi a dirigere la successiva opera in programma: La straniera di Vincenzo Bellini (14, 16 e 19 maggio) Il Festival si diffonde ed espande la propria “musica” attraverso le location e le date per il cui approfondimento vi rimando allo specifico inserto che troverete al centro della rivista. Il respiro internazionale del del 82° Maggio Musicale introduce ed è protagonista della prossima “Estate Fiorentina. Oltre 6 mesi di eventi: Firenze si prepara a vivere una lunga estate tra musica, teatro, danza, cinema e divertimento. 143 sono i progetti ammessi all’Estate Fiorentina, per un investimento di un milione e 75 mila euro. Tommaso Sacchi, capo della segreteria della Cultura del Comune di Firenze e della Città Metropolitana di Firenze ne è il curatore , sotto la supervisione dell’onnipresente Sindaco Dario Nardella che ha illustrato Gli eventi durante la conferenza stampa nel Salone dei Cinquecento, dando particolare risalto ai grandi nomi che renderanno ancora più unica questa edizione 2019: da Bolle a Piovani e poi The Cure, Francesco De Gregori, Franz Ferdinand, Woody Allen, Eddie Vedder, Ed Shreeran e molti altri.“ Divertimento assicurato Marco Orangi 4

Gli spettacoli di fine stagione al Teatro della Pergola

arriva il grande clown Avner Eisenberg 33 Ad Arezzo è protagonista la musica classica

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Ciro Masella è L’ospite al Teatro di Rifredi

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Édith Piaf rivive nel ritratto danzato di Lyricdancecompany al Teatro Puccini

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A tutto musical sul palco del Teatro Verdi

35 Dieci piccoli indiani, il capolavoro di Agatha Christie in scena al Teatro Goldoni di Livorno

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Teatro di Cestello: in scena una commedia sull’amore ai tempi di Meetic

36 Al Teatro Metropolitan di Piombino si respira odore di Tartufo

34 Malefica e la Bella Addormentata nel bosco, il musical tratto dalla fiaba dei fratelli Grimm al Teatro Moderno di Grosseto

10 Gennaro Cannavacciuolo rivisita lo spirito dell’operetta al Teatro Cantiere Florida

37 Arte, danza, acrobazia e magia: tutto questo è Night Garden di eVolution dance theater al Teatro del Giglio di Lucca

11 Amici della Musica: ecco gli appuntamenti di aprile; La primavera dell’ORT

38 Chiara Francini e Andrea Bruno Savelli ne Il Barone rampante al Teatro Jenco di Viareggio

12 Teatro: moderni Mecenati addio di Andrea Masatto 14 Anghiari Dance Hub. Lo spazio di libertà per giovani coreografi di Matteo Brighenti 16 Benedetta Cardone, ricercatrice del linguaggio poetico di Emanuele Martinuzzi 18 La Misericordia di Firenze: 775 anni di amore e carità di Costanza Bruscella 20 Mandela Forum: la grande musica italiana a maggio 21 MaggioInLove 22 LXXXII Festival del Maggio Musicale Fiorentino: ecco gli appuntamenti di maggio 29 Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio: Davide Enia affronta il tema degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo 30 Elena Arvigo legge le lettere dalle case chiuse al Teatro Manzoni di Calenzano 31 Tullio Solenghi interpreta Decameron - Un racconto italiano in tempo di peste al Teatro Aurora di Scandicci

39 Lino Musella diventa Jan Fabre in The Night Writer alla Sala Garibaldi di Carrara 40 Teatro dei Servi di Massa: in scena Le verità di Bakersfield, il dramma comico che giunge dagli Stati Uniti 41 Il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia in concerto al Teatro Verdi di Pisa

Som m a r i o

Direttore Responsabile David Guetta Direzione, Redazione e Amministrazione: Mas Communication srl Via U. Corsi, 33 50141 Firenze tel. +39-055 4289043 fax +39-055 4289314 redazione@teatrionline.com www.teatrionline.com Coordinamento editoriale: Giulia Tucci Redazione: Andrea Masatto, Marco Orangi, Luciana Tocci, Giulia Tucci, Luigi Miraglia, Maurizio Carra, Massimo Bartolozzi Progetto Grafico: Antonio De Chiara Mas Communication srl Pubblicità: Mas Communication srl tel. 055 4289043 – fax 055 4289314 www.mascommunication.it Registrazione Tribunale di Firenze n° 5333 del 27/03/2004 Per segnalare spettacoli, eventi e manifestazioni: redazione@teatrionline.com contiene i.p.

42 Macbettu, un’originale rivisitazione in lingua sarda del capolavoro shakespeariano al Teatro Era di Pontedera 45 Al Teatro Comunale di Lamporecchio è in programma Closer, l’opera teatrale ispiratrice dell’omonimo film 46 Al Teatro Fabbricone di Prato si scrivono Lettere a Nour 47 Politeama di Poggibonsi: la Ballet Academy propone Romeo & Giulietta in versione musical 48 Siena: ecco gli spettacoli di fine stagione al Teatro dei Rinnovati e al Teatro dei Rozzi 49 Agenda

32 Al Teatro del Popolo di Castelfiorentino

La Redazione non è responsabile di modifiche ai programmi e di mancanze o inesattezze 1







Édith Piaf rivive nel ritratto danzato di Lyricdancecompany al Teatro Puccini

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l 4 aprile al Teatro Puccini di Firenze è in programma Piaf - Hymne à l’amour, un ritratto danzato ispirato a Édith Piaf, alla sua vita tormentata e alle celebri canzoni che hanno reso la cantante francese un personaggio immortale, capace ancora oggi di provocare sincere emozioni. Piaf - Hymne à l’amour è prodotto dalla Lyricdancecompany, una compagnia fiorentina di danza neoclassica fondata e diretta dal danzatore, coreografo e maestro Alberto Canestro (che firma anche le coreografie di questo spettacolo). Édith Giovanna Gassion nasce a Parigi nel 1915. Dopo un’infanzia difficile, tra strada, alcol e prostituzione, si afferma a livello mondiale come una delle cantanti più amate del Novecento. In soli quarantotto anni vive una vita piena di gioie e dolori, racconta degli emarginati del mondo, riempiendo di luce e speranza gli angoli più bui della Parigi del primo Novecento, mostrandoci un cuore inquieto che ama i suoi uomini, i suoi amici e il suo pubblico, ma sembra non essere mai sazio. La voce di Édith Piaf è inconfondibile, capace di infinite sfumature, da toni aggressivi a inflessioni dolci, venate di tenerezza. Una voce che racconta inquietudine e ribellione e che richiama alla memoria il fascino di una mitica Parigi degli anni ‘40 e ‘50, nella quale era indiscussa diva. Una voce che evoca anche memorie dolenti di un’e-

sistenza fragile, piegata dalla vita. Segnata da un’infanzia difficile di miseria e da una serie di drammi, malattie, amori e dipendenze che l’hanno accompagnata fino alla morte. Una vita intensa e infelice che permea ogni accordo delle sue canzoni, arrivando dritta al cuore dell’ascoltatore. I testi delle sue canzoni rivelano invece una donna capace di essere forte e coraggiosa che dichiara di voler affrontare la vita non lasciandosi travolgere dai rimpianti e dalle scelte sbagliate (“Non, je ne regrette rien”). A proposito dello spettacolo, Alberto Canestro spiega: «La voce inconfondibile di Édith Piaf evoca memorie dolenti di un’esistenza fragile e troppo sensibile, piegata dalla vita. La poesia del gesto danzato da corpi narrativi, sublima la memoria di violenze subite, abusi fisici e psicologici, dignità negate, stigmatizzandoli nell’essenza del ricordo». Piaf - Hymne à l’amour è in scena il 4 aprile al Teatro Puccini di Firenze TEATRO PUCCINI Via delle Cascine, 41 – Firenze Tel. 055 362067 info@teatropuccini.it www.teatropuccini.it 7





Amici della Musica: ecco gli appuntamenti di aprile

La primavera dell’ORT

6 aprile, ore 16 – Teatro della Pergola Alessandro Carbonare, clarinetto Quatuor Modigliani BRAHMS: Quartetto n. 1 in do min. op. 51; Quartetto n. 2 in la min. op. 51; Quintetto in si min. per clarinetto e archi op. 115

Ecco gli appuntamenti primaverili della XXVIII stagione concertistica dell’Orchestra della Toscana (ORT), che si terranno al Teatro Verdi di Firenze alle ore 21:

7 aprile, ore 21 – Teatro della Pergola (Saloncino) Quartetto Foné WEBERN: Cinque pezzi op. 5 SCHUMANN: Quartetto in fa maggiore op. 41 n. 3 12 aprile, ore 20 – Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Martha Argerich, painoforte Cuarteto Quiroga (Aitor Hevia e Cibrán Sierra violini, Josep Puchades viola, Helena Poggio violoncello) BACH: Partita n. 2 per pianoforte solo in do minore, BWV 826 BEETHOVEN: Quartetto n. 16 op. 135 SCHUMANN: Quintetto op. 44 13 aprile, ore 16 – Teatro della Pergola Angela Hewitt, pianoforte BACH: Toccata in do min., BWV 911; Toccata in sol magg., BWV 916; Toccata in fa diesis min., BWV 910; Toccata in mi min., BWV 914; Toccata in re min., BWV 913; Toccata in sol min., BWV 915; Toccata in re magg., BWV 912; Fantasia cromatica e Fuga in re min., BWV 903 14 aprile, ore 21 – Teatro della Pergola (Saloncino) Lorenza Borrani, violino Maia Cabeza, violino Simone Jandl, viola Max Mandel, viola Luise Buchberger, violoncello Alec Frank-Gemmill, corno MOZART: Quintetto per archi n. 1 in si bemolle magg. K. 174; Quintetto in mi bemolle magg. per corno ed archi K. 407 (K. 386c); Quintetto per archi n. 4 in sol min. K. 516 15 aprile, ore 21 – Teatro della Pergola (Saloncino) Lorenza Borrani, violino Maia Cabeza, violino Simone Jandl, viola Max Mandel, viola Luise Buchberger, violoncello Lorenzo Coppola, clarinetto MOZART: Quintetto per archi n. 2 in do min., K. 406 (K. 516b); Quintetto in la magg. per clarinetto e archi K. 581, “Stadler”; Quintetto per archi n. 5 in re magg. K. 593

AMICI DELLA MUSICA FIRENZE Via Pier Capponi, 41 – Firenze Tel. 055 609012 info@amicimusica.fi.it - www.amicimusica.fi.it

4 aprile Maxime Pascal direttore Peppe Servillo voce recitante STRAUSS: Il Borghese gentiluomo op.60 BARTÓK: Musica per archi, celesta e percussioni Sz.106 BB114 17 aprile Concerto di Pasqua Markus Stenz direttore Michele Marelli corno di bassetto WAGNER: Idillio di Sigfrido FEDELE: “Air on Air” concerto per corno di bassetto e orchestra prima italiana SCHUMANN: Sinfonia n.2 op.61 8 maggio Mario Brunello direttore e violoncello ARENSKIJ: Variazioni su un tema di Cajkovskij op.35a RUBINSTEIN: Concerto n.2 per violoncello e orchestra op.96 CAIKOVSKIJ: Suite n.4 per orchestra op.61 Mozartiana CAIKOVSKIJ: Variazioni su un tema Rococò op.33 16 maggio Daniele Rustioni direttore Edgar Moreau violoncello BIZET: Suite da Carmen SAINT-SAËNS: Concerto n.2 per violoncello e orchestra op.119 SIBELIUS Sinfonia n.2 op.43

FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA Via Verdi, 5 – Firenze Tel. 055 2342722 info@orchestradellatoscana.it www.orchestradellatoscana.it 11



ziano l’ambiente e l’olfatto del pubblico. Che ne dite? Quale sarà la soluzione vincente? Pensate ora alla programmazione ingegneristica che necessita lo studio e la realizzazione di una nuova auto. Finalmente il lancio sul mercato con un battage pubblicitario milionario. La concessionaria aprirà la domenica per presentare il nuovo modello. Quante persone secondo voi andranno nella zona industriale di domenica a vederla? Non azzardo numeri ma posso immaginali. Le solite duemila persone sono ancora lì ed è finito il primo atto. Sciamano al bar del teatro e…sorpresa! Illuminata sapientemente l’auto li aspetta nel foyer. Scintillante ed a disposizione per essere toccata, scoperta, apprezzata. Credo non serva aggiungere altro. Buon Teatro a tutti!

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Foto di Irene Occhiato

creare uno spettacolo di danza contemporanea, ovviamente nel rispetto dello stile e del pensiero di ciascuno di loro». Non si tratta di formare, quanto di trasmettere competenze e porre l’attenzione proprio sugli elementi di composizione in seminari di gruppo e incontri a tu per tu, sempre con l’obiettivo di supportare la realizzazione dei progetti coreografici individuali, sviluppati durante una residenza artistica di tre mesi (settembre-novembre) al Teatro di Anghiari e all’Ex Mattatoio. «Ogni coreografo può coinvolgere fino a due interpreti. Riteniamo importante che non lavori su stesso, ma si cimenti nell’insegnare il proprio stile, il proprio pensiero, la propria dinamica. Mi piace moltissimo il clima di comunità che si crea fra tutti. Spesso nemmeno si conoscevano prima, tranne in rari casi. Comunque, quasi immediatamente stabiliscono una vita sociale comune: partecipano alle prove dei colleghi, si danno consigli reciproci, diventano gli uni gli sguardi degli altri». La commissione selezionatrice è composta da Angela Fumarola, Andrea Merendelli, Luca Ricci, Maurizia Settembri e dalla stessa Gerarda Ventura (più un altro membro a rotazione). Oltre al progetto coreografico a cui intende lavorare, ciascun coreografo deve presentare una lettera motivazionale e un video della sua ultima creazione. «In genere – spiega – abbiamo privilegiato l’originalità della proposta e, al tempo stesso, la capacità di svilupparla. È chiaro, ci possiamo sbagliare, lo do per scontato. Non è che andiamo alla ricerca del genio della coreografia del Ventunesimo secolo,

vogliamo solo dare un’opportunità a chi ci sembra abbia la possibilità di coglierla. Poi, ovviamente, sta a loro acquisire o meno ulteriori qualità per andare avanti». Gli argomenti trattati sul palcoscenico sono grandi temi come lo spazio, il tempo e, in un caso della quarta edizione, anche un fatto di cronaca. Non ci sono autori di riferimento ricorrenti: fonti di ispirazione sono romanzieri, saggisti, filosofi, antropologi, scienziati. Spesso, però, da risorse possono trasformarsi in ostacoli, se non si possiede la materia fino in fondo. «Per la verità, non mi è chiaro quanto sia approfondita la conoscenza di questi autori. Quando ti riferisci a menti eccelse, devi avere una maturità tale da poter tradurre e interpretare il loro pensiero con il linguaggio coreografico. Riconosco che è difficile trovare una trasposizione chiara e intelligibile». Anghiari Dance Hub è quindi un osservatorio privilegiato nel mondo della danza per “sentire il polso” delle attitudini dei giovani. «Fino a qualche anno fa mi sembrava che ci fosse un maggiore accento sulla preparazione – riflette Gerarda Ventura – adesso è venuta un po’ meno. Se il coreografo si vuole cimentare con una danza danzata, è importante, invece, che gli interpreti abbiano una forte tecnica. Un’altra questione fondamentale, secondo me, è che in tanti non hanno l’occasione di fare esperienze di compagnia, che sono molto formative. E poi, insisto, spesso manca il concetto di drammaturgia, la capacità di fare dello spettacolo di danza un discorso compiuto». Alla fine del processo di studio, dialogo e investigazione, arriva il momento della presentazione al pubblico delle prime bozze di lavoro (in programma il 29 e il 30 novembre). «Nei primi due anni la percezione generale era che il Centro fosse una scuola di danza e quindi il pubblico si aspettava dei saggi. Poi, aumentando il periodo di residenza, hanno cominciato a conoscere i ragazzi, in pizzeria, al bar o a fare la spesa, e via via hanno capito sempre meglio cosa facciamo. Inoltre, abbiamo pure inserito degli spettacoli di coreografi importanti nella stagione del Teatro di Anghiari. Comunque, molti spettatori, che non sanno nulla di danza contemporanea, vengono semplicemente per rendere omaggio ai ragazzi». Alla risposta della sala si aggiunge poi quella degli operatori e degli artisti invitati da Anghiari Dance Hub a posare sguardo, attenzione e cura sugli studi presentati. «Molti di loro, tra direttori di festival, circuiti e residenze – ricorda – ci seguono fin dal 2015. Di frequente capita che qualcuno offra nuove residenze artistiche o inviti ai festival: è totalmente a sua discrezione. Altrettanto utile è lo scambio con coreografi professionisti come Adriana Borriello, Angela Torriani Evangelisti, Cristina Rizzo o Ariella Vidach, che entrano subito in sintonia con i ragazzi». Negli anni, i giovani coreografi si sono dati da fare, non si sono seduti sugli allori. Un po’ con l’aiuto del Centro, un po’ con quello di chi è andato a vederli, sono riusciti a realizzare compiutamente il loro progetto, pur con esiti diversi (alcuni spettacoli hanno girato molto, altri meno). Tra loro, Francesco Colaleo, Monica Gentile, Salvatore Insana, Francesco Laterza, Salvo Lombardo, Tommaso Monza, Giovanna Rovedo. «A dire il vero, la maggior parte dei partecipanti ha preso coscienza del bisogno di altri percorsi – conclude Gerarda Ventura – oppure che la creazione coreografica non è ciò che fa per loro. Non possiamo essere tutti artisti: è giusto cimentarci, però bisogna stare molto attenti, per salvaguardarci, a non insistere inutilmente in percorsi che non ci appartengono. In definitiva, Anghiari Dance Hub serve a questo: acquisire consapevolezza». 15



radici antichissime ed è molto strutturato seguendo precise regole metriche e sintattiche: ha 17 sillabe suddivise in tre versi di 5/7/5 sillabe ciascuno, niente punteggiatura, solo tempo indicativo presente, kigo cioè riferimento stagionale, stacco chiamato kireji cioè un ribaltamento concettuale o semantico nel componimento. Per quanto concerne l’haibun sembra sia stato utilizzato inizialmente dal poeta giapponese Matsuo Basho nel 1690, come accennato si tratta di un genere letterario che unisce prosa e poesia. Una raccolta di haibun di Basho si trova nel volume “L’angusto sentiero del Nord”. La scrittura di haibun fu poi ripresa da altri poeti giapponesi come Issa Kobayashi, Masaoka Shiki e Yosa Buson. L’haibun è quindi una narrazione divisa in più paragrafi intervallate da haiku che sono in relazione diretta con essa e che, in un certo modo, la completano. Il linguaggio che sento più mio è quello poetico, sia esso nella forma della forma occidentale sia esso l’haiku giapponese. Collaborare con altri artisti fa parte della tua indole e del tuo modo di intendere la letteratura. Ce ne vuoi parlare? La collaborazione con altri artisti è cominciata all’interno del circolo La Luce estendendosi con la creazione del gruppo del Caffè Artistico Letterario Apuano. Collaborare con altri artisti mi ha dato l’opportunità di confrontarmi, criticarmi e crescere. È sempre un’esperienza stimolante e un arricchimento personale in quanto ogni artista ha una sua visione dell’Arte (scritto volutamente con la ‘A’ maiuscola) e dell’essere artisti. Oltre che un’artista, cosa fai nella vita? Nella società di oggi che ruolo credi abbia lo scrivere poesie? Nella vita lavoro come impiegata presso uno studio di consulenza a Pisa, ahimè! vita da pendolare. La poesia è una forma di comunicazione emotiva ed evocativa dei sentimenti o dello stato d’animo di una persona. L’autore vuole comunicare qualcosa, un messaggio, una morale, un grido, utilizzando un linguaggio non convenzionale, cercando e sviluppando un “suo stile”. Ma il mondo è pronto ad accogliere la poesia? In una società che si nutre di immagini, che cannibalizza l’attenzione del pubblico in fotogrammi, il poeta può sentirsi anacronistico, non sufficientemente veloce e scattante come richiede la modernità. Nonostante ciò, questo non ha ostacolato il mio cammino interiore di scoperta e di sperimentazione di nuovi linguaggi e modi di espressione.

nizzate dal Caffè Artistico Letterario Apuano all’Hotel Eden del Cinquale (Massa) nell’estate del 2016. Sul palco dell’Hotel si sono avvicendati scrittori, giornalisti, poeti, fotografi, comici, ballerini, scultori, poeti che hanno illustrato al copioso pubblico di quelle serate la loro arte. Nonostante la stanchezza dovuta al fatto che si sono succedute al ritmo di una a settimana per 6 settimane consecutive, in giorni lavorativi, mi hanno dato una straordinaria energia. Avevamo fatto un ottimo lavoro! Il pubblico era soddisfatto. Parlando della poesia ricordi un tuo verso a memoria? E perché proprio questo verso? Potrei citare vari versi di differenti poesie ma se dovessi scegliere opterei per questo: “dispersa nell’aria brulicante attendo una nuova forma”. Il verso rappresenta la frammentarietà del corpo e della mente determinata dai condizionamenti sociali, dai pregiudizi a dai giudizi altrui. Riusciremo mai ad essere veramente noi stessi, ad essere interi con una “nuova forma”? Una poesia o uno scritto di altri autori che ami? Una poesia che mi è molto cara e che sento mia è “Forse un mattino andando in un’aria di vetro” di Eugenio Montale. Anche se non ci si pensa o magari si fa finta di niente come se con ci riguardasse perché ci sentiamo immortali, l’impermanenza delle cose, di tutto ciò che ci circonda, è sempre lì pronta a riemergere e a scavalcarci. Quali sono i tuoi progetti futuri? Beh, ho tante idee e poco tempo a disposizione per coltivarle tutte! Senza svelare troppo del futuro posso dire che oltre allo studio e alla scrittura degli haibun, sto preparando una nuova raccolta di poesie e una di haiku in italiano abbinati a delle fotografie. Benedetta Cardone è una ricercatrice del linguaggio poetico, profonda e imprevedibile.

Devi a qualcuno la nascita di questa passione, un tuo caro o anche un avvenimento della tua vita? Non c’è un episodio o un avvenimento particolare che io ricordi da cui sia scaturito l’interesse per la poesia. Devo invece ringraziare una mia amica poetessa per la scoperta degli haiku e della poesia giapponese in generale. Inizialmente le mie poesie erano per la maggior parte molto brevi, pochi versi in cui cercavo di concentrare miriadi di significati. Mi suggerì di lanciare una sfida a me stessa: scrivere un haiku. Fino ad allora io non sapevo cosa fossero, non ne avevo mai sentito parlare. Cominciai così a documentarmi attraverso qualche libro, su internet, Facebook e addentrandomi sempre più nella lettura degli haiku ne rimasi totalmente affascinata. Hai partecipato a tanti eventi e progetti culturali, anche come organizzatrice. Uno di questi lo ricordi in particolare? E come mai? Gli eventi che ricordo maggiormente sono le serate orga17



«La missione è uguale per tutti, per noi come per le altre associazioni; rivalità e dualismi del passato sono superati, cooperiamo e collaboriamo rispettando l’identità e l’autonomia di ogni organizzazione. Non è la divisa che portiamo ma il fine ultimo che vogliamo raggiungere tutti assieme, quello è importante. La Misericordia è guidata da uno spirito diverso però, perché pur essendo un’istituzione laica, l’ispirazione è cattolico-cristiana, quindi (sottolineando entrambe le aggettivazioni) perseguiamo i nostri obiettivi secondo i principi e le linee guida della Chiesa e del Vangelo. Nello svolgimento di ogni servizio mettiamo o cerchiamo di mettere, quel quid che ci nasce dal cuore, dall’ispirazione evangelica, che è anche ciò che gratifica ogni volontario: l’aver fatto la carità al prossimo». La dedizione all’altro nasce da un bisogno di umanità, dall’attenzione, da una ricchezza del cuore che distingue l’agire tecnicamente corretto dalla vera e propria missione di carità. Il Nuovo Museo della Misericordia Quello dell’Arciconfraternita è un vissuto che merita di essere divulgato: la conoscenza della sua reale storia ci permette di capire ed amare maggiormente Firenze nella sua grandezza, attraverso l’amore verso gli altri espresso dalla dedizione nei servizi della Misericordia. A tal proposito, con una guida d’eccezione, il Capo di Guardia Enrico Santini responsabile del Museo e del Patrimonio Artistico, abbiamo visitato il nuovo Museo della Misericordia, inaugurato nel 2016 nella Sede Centrale in piazza Duomo. La sede è già di per sé un palazzo storico. Quello che era definito palazzo degli Uffiziali dei Pupilli, fu infatti donato da Francesco I de’ Medici alla Misericordia nel 1576, che così facendo aggiunse alla Cupola del Brunelleschi, al Campanile di Giotto ed alle porte del Battistero del Ghiberti (poi rinominate da Michelangelo porte del Paradiso) la storia e la tradizione di carità della confraternita fiorentina. Il progetto, curato con la preziosa collaborazione della Soprintendenza, nelle persone di Maria Matilde Simari e Jennifer Celani e delle archiviste Barbara Maria Affolter e Laura Rossi, testimonia ciò che il sodalizio ha rappresentato per Firenze ed il mondo intero dal 1244 ad oggi. Un’istituzione che si pose concretamente al servizio degli altri ed avrebbe dato testimonianza di una sconfinata carità. Il suo ruolo più volte si è saldamente intrecciato con quello della città che ne fu la culla. Più volte i Medici, i Lorena, ma anche l’Italia ormai unita si rivolsero alla Misericordia per risolvere problemi di natura collettiva, mettendo in evidenza come l’Arciconfraternita sia sempre stata al passo con i tempi, sapendosi attualizzare al contesto storico, sociale e tecnologico. Il nuovo museo si snoda in 14 sale suddivise fra tematiche legate alla storia di Firenze ed alla storia dell’antica Confraternita (le “Confraternite”, le “Origini della Misericordia”, i “Servizi svolti nell’adempiere le opere”) e la Pinacoteca, dedicata alla raccolta di opere d’arte ordinate secondo un percorso cronologico. Tale patrimonio è dovuto a generose donazioni di privati e di membri della stessa Confraternita e testimoniano il forte legame della cittadinanza alla Misericordia. Una ricca esposizione che racchiude oggetti restaurati e riportati al loro originale splendore come manoscritti, quadri, stemmi, arredi, oggetti d’uso, manufatti sacri dell’artigianato fiorentino, una copia dello Statuto del 1500. Tra le opere principali troviamo terracotte della bottega dei Della Robbia (maioliche invetriate che hanno fatto la storia della tradizione fiorentina), Benedetto da Maiano, Giovanbattista Naldini, allievo di Giorgio Vasari, nonché uno dei più caratteristici rappresentanti del manierismo michelangiolesco ed artisti quali ad esempio Valentin de Boulogne, considerato il più grande dei caravaggeschi: l’opera “Ritorno del figliuol prodigo” è stata prestata anche al Louvre ed al Metropolitan Museum of Art di New York ed in tale occasione Jean-Pierre Cuzin definì i quadri dell’artista francese come contenitori di vera umanità, nei quali si esprime

una rara combinazione di delicatezza e ferocia. Fra i più recenti Elisabeth Chaplin, un’artista dallo stile vicino alle ricerche nabis, in particolare di Maurice Denis, che con il passare degli anni si concentrò sul decorativo, con superfici ingigantite e riempite di figure, colori smaltati e soggetti tratti dalla vita quotidiana e familiare, e Pietro Annigoni, un realista abilissimo nel ritrarre tanto l’aspetto esteriore quanto quello interiore delle persone (sua anche “La Carità” rappresentazione di un confratello che trasporta un infermo con la tradizionale “zana”, sulla facciata del palazzo della Misericordia, proprio di fronte al campanile di Giotto). Troviamo anche “Le Sette Opere di Misericordia” di Santi di Tito, pittore ed architetto fra i più influenti nel panorama fiorentino della seconda metà del Cinquecento, caratterizzato da un’intensa e devota religiosità. Questa sua pala rappresenta il vero spirito di ispirazione cristiana con il quale i volontari agiscono: il volto dei bisognosi delle sette scene è sempre lo stesso, quello di Cristo, poiché segue il dogma evangelico: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”. L’amore per il prossimo si rivela in tutta la sua “straripante potenza”. Il Museo della Misericordia è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00 (chiuso il primo Martedì del mese). Il costo del biglietto singolo è di 4 euro, ed è possibile acquistarlo anche online andando su questo link: https://museo.misericordia. firenze.it

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Tullio Solenghi interpreta “Decameron - Un racconto italiano in tempo di peste” al Teatro Aurora di Scandicci

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’8 aprile al Teatro Aurora di Scandicci (FI) è in programma Decameron - Un racconto italiano in tempo di peste, con Tullio Solenghi, progetto e regia di Sergio Maifredi, consulente letterario Maurizio Fiorilla, una produzione Teatro Pubblico Ligure in collaborazione con Gian Luca Favetto. Sul palco il popolare attore genovese restituisce la lingua originale di Giovanni Boccaccio rendendola accessibile e comprensibile come fosse la lingua di un testo contemporaneo. Il risultato è uno spettacolo divertente, di grande raffinatezza, nel corso del quale si ascolteranno, in lettura integrale, sei tra le più note novelle del Decamerone: “Chichibio e la gru”, “Peronella”, “Federigo Degli Alberighi”, “Masetto di Lamporecchio”, “Madonna Filippa”, “Alibech”. Boccaccio ha il merito di aver elaborato il primo grande progetto narrativo della letteratura occidentale, inserendo i cento racconti in un libro organico capace di rappresentare, la varietà e complessità del mondo. A tutti è concessa una storia, dai re agli operai. A proposto dello spettacolo, Sergio Maifredi spiega:

«Il nostro lavoro non è stato attualizzare Boccaccio, ma conservarne e curarne il suo essere contemporaneo. Quindi: non trasferirlo nel nostro tempo, ma mantenerlo contemporaneo a noi. L’essere contemporaneo ha bisogno della giusta distanza». Decameron – Un racconto italiano in tempo di peste vanta il patrocinio dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio ed è inserito nel progetto nazionale Letturainpubblico del Teatro Pubblico Ligure. Quest’ultimo, infatti, da dieci anni dedica un lavoro specifico al racconto, inteso come rito civile della lettura pubblica. Il progetto, oltre al “Decameron” di Boccaccio, comprende “Iliade”, “Odissea”, “Eneide” e un percorso specifico ispirato a Italo Calvino. Decameron – Un racconto italiano in tempo di peste è in scena l’8 aprile al Teatro Aurora di Scandicci TEATRO AURORA Via San Bartolo in Tuto, 1 – Scandicci (FI) Tel. 055 2571735 cultura@comune.scandicci.fi.it 31



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ra aprile e maggio, in vari luoghi di Arezzo, sono in programma diversi concerti di musica classica. Il 17 aprile al Teatro Petrarca arriva la violinista tedesca Isabelle Faust proponendo al pubblico aretino la sua esegesi interpretativa della scrittura bachiana, con l’esecuzione integrale delle Sonate e Partite per violino solo. Questo concerto rientra nella stagione concertistica 2018/2019 di “Arezzo Classica”, il cui cartellone – voluto da Comune di Arezzo insieme alla Fondazione Guido d’Arezzo e realizzato in collaborazione con CaMu-Casa della Musica di Arezzo (un progetto della Scuola della Musica di Fiesole) – è dedicato alla musica sinfonica e da camera. A seguire troviamo 2 concerti, entrambi in scena presso la sala “Paolo Aretino” del Convitto Nazionale di Arezzo, ed entrambi organizzati da OIDA. Quest’ultima è l’Orchestra Instabile di Arezzo che, nata appena due anni fa, si è subito caratterizzata per proporsi come soggetto collettivo, espressione delle più importanti associazioni del territorio, e raccontare un’idea di musica che va oltre la sua accezione più classica, cercando la contaminazione degli stili e dei linguaggi. Il 14 aprile è in programma “Trio… ma non troppo”, un concerto con Fation Hoxholli al violino, Laura Manca al violoncello e Maria Grazia Petrali al pianoforte. Musiche di Beethoven e Brahms.

Arezzo

Ad Arezzo è protagonista la musica classica

Il 19 maggio, invece, è la volta di Oida Klavier Quartett, con Andrea Turini al pianoforte, Lorenzo Rossi al violino, Erica Capanni alla viola e Elisa Pieschi al violoncello. Musiche di Schumann e Fauré. Infine l’11 maggio al Teatro Mecenate arriva il direttore e violoncellista Mario Brunello che, per l’occasione, proporrà un programma tutto incentrato sulla Russia ottocentesca (Arenskij, Rubinstein e Caikovskij). In queste composizioni la musica di Mozart, idealizzata come luogo di eden, si riflette in quella di Cajkovskij (attraverso il cimento temibile della Variazioni su un tema rococò), e questa a sua volta si rifrange nelle composizioni dei suoi contemporanei Arenskij e Rubinstein. Questo concerto rientra nel cartellone 2018/2019 di Arezzo Ars Nova. Programma 14 aprile al Convitto Nazionale F. HOXHOLLI, L. MANCA, M.G. PETRALI 17 aprile al Teatro Petrarca ISABELLE FAUST 11 maggio al Teatro Mecenate MARIO BRUNELLO 19 maggio al Convitto Nazionale OIDA KLAVIER QUARTETT 33



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l 10 aprile al Teatro Goldoni di Livorno è in programma Dieci piccoli indiani …e non rimase nessuno di Agatha Christie, diretto da Ricard Reguant e prodotto da Gianluca Ramazzotti per Ginevra srl. Dieci piccoli indiani …e non rimase nessuno, scritto nel 1936, è considerato il capolavoro letterario di Agatha Christie, ispirazione per molteplici versioni cinematografiche, dal film di René Clair con un cast d’epoca eccellente a numerosi film successivi che hanno adattato la storia a versioni più moderne. In Italia fu pubblicato per la prima volta nel 1946 con il titolo “…E poi non rimase nessuno”, romanzo numero dieci della collana Il Giallo Mondadori. Il libro – una perfetta struttura letteraria capace di tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina – fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come “Ten Little Niggers”, a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine. Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l’anno seguente, in occasione dell’uscita negli Sta-

ti Uniti: venne scelto come nuovo titolo l’ultimo verso della filastrocca, “And Then There Were None”. Anche la Arnoldo Mondadori Editore scelse la seconda versione, rimasta valida fino al 1977, quando il titolo venne cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani (negli Stati Uniti viene tuttora mantenuto il titolo del 1940). La storia è nota: siamo nel 1939, l’Europa è alle soglie della guerra. Dieci sconosciuti vengono invitati a vario titolo su una bellissima isola deserta. Arrivati nelle rispettive camere, trovano affissa agli specchi la poesia “Dieci piccoli indiani”, una filastrocca che racconta le morti in successione dei dieci indiani. Una serie di decessi misteriosi infonde il terrore negli ospiti dell’isola, che iniziano ad accusarsi a vicenda fino ad arrivare ad una scioccante conclusione: l’assassino si nasconde tra loro! Piena di intrigo e suspense, la vicenda trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti e spiazzanti mai scritti. Un finale che, contrariamente da quello a lieto fine elaborato dalla Christie per l’adattamento teatrale del 1943, ricalca fedelmente – grazie all’accordo con la Aga-

Livorno

Dieci piccoli indiani, il capolavoro di Agatha Christie in scena al Teatro Goldoni di Livorno

tha Christie Ltd. – quello mozzafiato del romanzo. Lo spettacolo mostra al pubblico il lato nascosto della borghesia e aristocrazia a confronto in un’unica arena, i loro rappresentanti tramutati dalle circostanze in personaggi volgari e ordinari, pronti a sbranarsi per la sopravvivenza. Sul palco, sullo sfondo di una suggestiva ed elegante scenografia anni ‘40 in stile Art Déco, dieci protagonisti della scena italiana, un cast eccellente formato da attori di diversa generazione e formazione per la prima volta tutti insieme, ossia: Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli e Carlo Simoni. Dieci piccoli indiani …e non rimase nessuno è in scena il 10 aprile al Teatro Goldoni di Livorno

TEATRO GOLDONI Via C. Goldoni, 83 – Livorno Tel. 0586 204290 biglietteria@goldoniteatro.it www.goldoniteatro.it 35



Lucca

Arte, danza, acrobazia e magia: tutto questo è “Night Garden” di eVolution dance theater al Teatro del Giglio di Lucca

Il 4 aprile al Teatro del Giglio di Lucca arriva la compagnia eVolution dance theater con Night Garden, il nuovo spettacolo (sostenuto dalla SIAE e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) che unisce l’arte, la danza e le doti acrobatiche dei ballerini alla magia delle ambientazioni tratte dal fantastico mondo della natura notturna. I danzatori impegnati sul palco sono: Bruno Batisti, Lavinia Scott, Giuseppe Liuzzo, Carlotta Stassi, Antonella Abbate, Matteo Crisafulli, Anthony Heinl e Nadessja Casavecchia. Il verde delle foglie si mescola all’oscurità delle ombre e “madre natura” dirige con il movimento la sua orchestra fatata dando vita ai colori e generando corpi celesti. Nebbia, riti propiziatori e pratiche oniriche animeranno poi nuovamente la scena riempiendo gli occhi degli spettatori di visioni che stimoleranno l’assopita fantasia. Le tracce musicali, che spaziano dai Massive Attack ai Radiohead, da Joni

Mitchell ai Darkside, contribuiscono a creare l’atmosfera di Night Garden, un sogno ad occhi aperti dalle tinte crepuscolari. Inventiva, leggiadria, talento e sorpresa colorano lo spettacolo dotando di carattere e di luce le ombre della notte. La natura prende vita quando gli uomini si abbandonano al riposo serale e, raccontata nel tempo da poeti, pellicole e spartiti musicali, qui domina nuovamente le scene su un palcoscenico che l’accoglie a notte fonda nella sua veste più luminosa. “Creativity in Motion” è il motto della eVolution dance theater e in questo spettacolo viene messo ben in pratica attraverso le numerose creature immaginate e lo scenario onirico che mescola realtà e finzione. eVolution dance theater è stata fondata a Roma nel 2008 dall’artista americano Anthony Heinl (già membro di Momix) che nella sua ricca carriera ha ballato per coreografi di fama mondiale, quali Paul Taylor, David Parsons e Martha Graham. La compagnia è

un’originale ed emozionante fusione di danza, arte, acrobazia ed illusionismo. Deve la sua fama alla creazione di performance innovative e, grazie al sapiente mix fra tecnologia ed arte, crea esperienze visive uniche e coinvolgenti. Negli ultimi sette anni ha presentato spettacoli che hanno affascinato ed ipnotizzato il pubblico di tutta Italia e non solo. Approda infatti anche all’estero con grandissimo successo in Paesi quali Brasile, Cina, Colombia, Israele, Germania, Grecia, Hong Kong, Macao. Night Garden è in scena il 4 aprile al Teatro del Giglio di Lucca

TEATRO DEL GIGLIO Piazza del Giglio, 13/15 – Lucca Tel. 0583.465320 biglietteria@teatrodelgiglio.it www.teatrodelgiglio.it 37



I

l 16 aprile alla Sala Garibaldi di Carrara (MS) è in programma The Night Writer / Giornale notturno, scritto e diretto da Jan Fabre, una coproduzione Troubleyn/Jan Fabre e Aldo Grompone e con FOG Triennale Milano Performing Arts, LuganoInscena-LAC, Teatro Metastasio di Prato, TPE Teatro Piemonte Europa, Marche Teatro, Teatro Stabile del Veneto. Lo spettacolo è un’autobiografia del pensiero dell’artista belga Jan Fabre, cui l’attore Lino Musella dà corpo e voce. Un flusso di riflessioni, pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sull’amore e sul sesso, dai vent’anni del giovane ambizioso, autoironico, sempre fortemente determinato Jan Fabre, sino alla maturità dell’artista noto oggi in tutto il mondo. Il testo comprende diverse pagine dei diari personali di Fabre, raccolti nei due volumi del “Giornale Notturno”, pubblicati in Italia da Cronopio; e brani tratti da: “La reincarnazione di Dio”, “L’angelo della morte”, “Io sono un errore”, “L’imperatore della perdita”, “Il re del plagio”, “Corpo, servo delle mie brame, dimmi…”, “Io sono sangue”, “La storia delle lacrime”, “Drugs Kept Me Alive”. La traduzione dello spettacolo è a cura di Franco Paris che spiega: «La lettura del diario ci introduce alle molteplici, contraddittore e intriganti sfaccettature di Jan Fabre, che si rivela di volta in volta visionario, disarmante e scaltro, pungente e commovente, provocatorio ed esitante, sovversivo e orgoglioso della propria tradizione figurativa fiamminga. […] Emerge poi un’evidente e significativa discrepanza tra la vita del giorno, ricca comunque di impressioni, sensazioni, la-

voro, performance, mostre, progetti e quella – se possibile ancora più intensa – della notte, intima, lacerante, sconvolgente, colma di furia creativa, ora meditativa, ora “sanguigna”. L’affermazione di una curiosità senza limiti e di un’inesauribile energia ruotano già in queste pagine intorno al ruolo del corpo, un corpo che è nel contempo spirituale e materiale, culturale e viscerale, sede del pensiero ma anche di sangue, urina, sperma, nucleo dell’eterno flusso di nascita-morte-rinascita. […] Un ritratto al rosso profondo e coinvolgente». Jan Fabre (Anversa 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale. Da quarant’anni è tra le figure più innovative della scena internazionale. Ha esposto nei più importanti musei e istituzioni d’arte internazionali, dal Louvre a Parigi, all’Hermitage di San Pietroburgo, alla Biennale di Venezia. Tra i suoi lavori teatrali più recenti: “Mount Olympus. To Glorify the Cult of Tragedy” del 2015 rappresentato in tutto il mondo; e l’ultimo “Belgian rules/Belgium rules”, che ha debuttato a Vienna a luglio 2017 dopo l’anteprima a Napoli. Il suo universo di uomo e di artista è svelato anche nei suoi scritti, e nei diari, raccolti in volume e pubblicati in Italia da Cronopio (“Giornale notturno”). The Night Writer / Giornale notturno è in scena il 16 aprile alla Sala Garibaldi di Carrara SALA GARIBALDI Via G. Verdi – Carrara (MS) Tel. 0585 777160 salagaribaldi@comune.carrara.ms.it www.comune.carrara.ms.it 39

Massa Carrara

Lino Musella diventa Jan Fabre in “The Night Writer” alla Sala Garibaldi di Carrara



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l 27 aprile al Teatro Verdi di Pisa arriva il compositore e pianista italiano Roberto Cacciapaglia con il suo “Diapason Worldwide Tour 2019” (presentato da IMARTS). La serata è organizzata dalla LEG - Live Emotion Group. In questo evento unico e irripetibile l’artista presenterà i brani del doppio cd “Quarto tempo - 10th Anniversary Deluxe Edition” in una versione totalmente inedita, utilizzando un sistema di trasmissione del suono e una tecnologia innovativa che espande i suoni del pianoforte nello spazio, portando alla luce e rendendo udibili i suoni armonici che normalmente l’orecchio umano non riesce a percepire, quei suoni armonici che Pitagora definiva essenza dell’Universo. Sarà come se dal pianoforte raggi sonori si espandessero nello spazio circostante, creando un’esperienza di incanto, una relazione profonda tra ascoltatori e interpreti; Quarto tempo, l’istante oltre passato, presente e futuro, dove convogliano le esperienze di esplorazione sonora e di presenza nel suono di tutta la lunga carriera del compositore. Nelle parole del Maestro: «La musica può essere un ponte per toccare dimensioni intangibili e le

vibrazioni sonore sono autostrade energetiche che ci permettono di comunicare. Questi software modernissimi lavorano sull’essenza e la natura del suono, ecco un caso in cui natura e tecnologia lavorano insieme, non sono in antitesi. Una bella indicazione per il futuro, non solo della musica…» Sarà anche l’occasione per ascoltare “Celestia”, brano utilizzato dal rapper statunitense T-Pain in “Second Chance (Don’t Back Down)”, brano in cui Roberto Cacciapaglia è in veste di featuring e compositore con lo stesso T-Pain: una collaborazione che ha portato il pezzo a essere il più ascoltato dell’intero disco “Oblivion”, ultimissimo del rapper, e a essere uno dei più ascoltati al mondo su Spotify. Il doppio cd, oltre ai 12 brani originali registrati a Londra con la Royal Philharmonic Orchestra nel 2007, contiene le interpretazioni inedite per pianoforte solo di tutte le composizioni e una versione inedita di “The Boy Who Dreamed Aeroplanes - Il ragazzo che sognava aeroplani”. Il nuovo album per piano solo vede la partecipazione di eccellenze dell’acustica, del suono e della registrazione: Pianoforte Steinway Grancoda della Collezione Fabbri-

ni preparato e accordato da Sandro Chiara; Piano registrato con un sistema di ripresa composto da 14 microfoni da Michael Seberich. Mixato in modo “naturale”, solo attraverso la ripresa dei microfoni e senza l’ausilio di alcun equalizzatore, da Gianpiero Dionigi, anche co-produttore del Cd. Per il Master, Roberto Cacciapaglia è tornato a Londra – patria simbolica di “Quarto tempo” – agli Abbey Road Studios, tempio della musica senza confini di genere, e ha affidato questo lavoro a Andrew Walter, che ha lavorato, tra gli altri, per Rostropovich, Maria Callas, U2, Beatles, Roger Waters, John Williams etc. Tutti i brani del lavoro, co-prodotto da Gianpiero Dionigi, sono scritti e prodotti da Roberto Cacciapaglia. Produttore esecutivo, Francesco Cattini. Il concerto di Roberto Cacciapaglia è in programma il 27 aprile al Teatro Verdi di Pisa TEATRO VERDI Via Palestro, 40 – Pisa Tel. 050 941111 info@teatrodipisa.pi.it www.teatrodipisa.pi.it 41

Pisa

Il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia in concerto al Teatro Verdi di Pisa







Il 16 aprile al Politeama di Poggibonsi (SI) è in programma Romeo & Giulietta – il Musical, per la regia di Irene Chiti e Sandra Cipriani da un riadattamento di William Shakespear, con direzione artistica di Ballet Academy. Le musiche sono di Raffaello Pareti, Lorenzo Cavallini e Maria Socci mentre le coreografie sono a cura di Sandra Cipriani, Isabella Lorenzi, Gabriele Vernich e Luisa Guicciardini. Sia le musiche che le coreografie sono inedite, scritte e create appositamente per questa produzione artistica. Romeo & Giulietta – il Musical è uno spettacolo innovativo proposto dalla Ballet Academy che torna ad esibirsi dopo lo straordinario successo della passata stagione teatrale. Questa compagnia di giovani attori, cantanti e ballerini, nata in Valdelsa, sarà nuovamente diretta per portare in scena questa opera musicale che ha commosso, affascinato e trasportato il pubblico in una turbinio di emozioni. Un progetto culturale, sostenuto dal Comune di Poggibonsi e dalla Fondazione

E.L.S.A., nel quale gli attori, cantanti e danzatori sono stati selezionati attraverso le audizioni presso il Teatro Politeama di Poggibonsi. Gli allievi sono stati formati nelle varie discipline di canto, danza e teatro, per un intero anno finalizzato alla produzione del musical. L’odio ancestrale tra le due famiglie più potenti di Verona, i Montecchi e i Capuleti, è ancora una volta lo scenario più classico e più commovente della storia d’amore che rivive in una chiave moderna, nelle musiche, nelle coreografie e nelle scenografie che fanno dello spettacolo un’opera popolare contemporanea. A proposito di Romeo & Giulietta – il Musical, la Ballet Academy spiega: «Un lavoro complesso e molto difficile che porta i ragazzi a misurarsi con i propri limiti. Il bello di questo lavoro è che si plasma ogni giorno sempre di più. Gli attori si donano completamente ai loro personaggi, soffrono con loro durante la storia dimenticando di essere li per recitare. Vivono semplicemente il loro personaggio, re-

Siena

Politeama di Poggibonsi: la Ballet Academy propone “Romeo & Giulietta” in versione musical

spirano con le loro emozioni. Sono veri. Stiamo investendo in qualcosa di grande, uno spettacolo che abbia la capacità di affascinare il pubblico. Molti ragazzi che seguono un percorso artistico nelle varie realtà locali hanno un talento che vale e che merita di essere valorizzato. [...] Il Comune di Poggibonsi e la Fondazione E.L.S.A. hanno fatto una cosa straordinaria perché sono stati i primi a credere in questa opportunità. Adesso occorre investire in progetti come questo e noi siamo pronti a dimostrare il valore di tutto questo nostro lavoro». Romeo & Giulietta – il Musical è in scena il 16 aprile al Politeama di Poggibonsi

TEATRO POLITEAMA Piazza Rosselli, 6 – Poggibonsi (SI) Tel. 0577 985697 info@politeama.info www.politeama.eu 47









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