STAGIONE TEATRALE 2021-2022 TEATRO VERDI
Teatro Verdi
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
20 Mesi …tanto è durata questa apnea… una sospensione infinita che è stata lontananza fisica dal luogo in cui abbiamo passato la maggior parte delle nostre giornate per tanti anni; e una strana parentesi psicologica popolata di ricordi, paure e speranze. Una famiglia come la nostra, che vive gomito a gomito per gran parte del tempo, si è trovata improvvisamente divisa, la comunicazione relegata ai mezzi tradizionali e a quelli moderni: videochiamate, chat, zoom. Poi una lenta ripartenza un anno fa, subito sopita sul nascere. Quello che è seguito è stato un lungo inverno scaldato dalla speranza di riaprire, anche con drastiche limitazioni di posti. Ci stavamo adattando all’idea di una riapertura menomata, con la capienza dimezzata… e poi è arrivata inattesa la possibilità di poter disporre del 100% dei posti. Le misure precauzionali che ci vengono richieste (controllo dei green pass e obbligo della mascherina) sono davvero niente in confronto alle premesse che avevamo. Così ora, prima di riprendere il percorso, ripensiamo a come abbiamo vissuto questo lungo periodo, chi e cosa ci ha aiutato a ‘tirare avanti’? Il primo aiuto ci è arrivato dal pubblico, dall’anima del Teatro. Il pubblico è stato come al solito sorprendente, sia durante il lockdown che dopo la riapertura. Tanti gli attestati di affetto, che ci hanno colpito e commosso, da parte dei nostri abbonati che ci hanno testimoniato grande gioia appena siamo tornati a sollevare le saracinesche su via Ghibellina e sono intervenuti numerosi e cordiali alla presentazione di questa anomala Stagione “di mezzo”. Certo, ci sono non pochi di loro (abbonati e spettatori occasionali) che non torneranno subito a teatro, che ancora hanno dei giustificati timori o riserve; ma la maggior parte è e sarà con noi, a celebrare questo tentativo di ritorno alla vita normale. Non ci è mancato neppure il concreto sostegno da parte dei nostri sponsor di sempre: tutti hanno confermato il loro appoggio economico anche per la Stagione 2020-21 che, di fatto, non c’è stata. Che dire? Come sdebitarci? Forse solo cercando di meritarci quanto ci è stato dato riprendendo a lavorare con serietà e passione, come facciamo, al Verdi, dal ’98. Ultima annotazione, però importantissima: in un paese che ha spesso l’abitudine di piangersi addosso (come disse Gadda: “gli italiani sono di simulato sospiro”) e di essere pronto a prendersela con i governati (“Piove, governo ladro!”), dobbiamo davvero staccarci dalla tradizione e indirizzare un sentito grazie per il sostegno rapido e generoso e per certi versi insperato che abbiamo ricevuto dal Governo centrale, dal Ministero delle Finanze e da quello della Cultura. Anche in questo caso, da bravi cittadini e da bravi contribuenti, come potremo ripagare? Di nuovo: lavorando con serietà e passione…È insomma grazie a tutto questo che possiamo tornare con una Stagione non “di guerra”, con tutto il personale ai posti pre-pandemia e con uno sguardo sul futuro pieno di ragionevoli speranze. Grazie a tutti. E che si apra il sipario!
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T E A T R O
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A me il cuore, please!
Vecchio non sono mai stato. Io non invecchio, al limite divento antico. Ancora non ho capito che mestiere faccio. Sicuramente non faccio l’attore. Sono un attore perché attori non si diventa. O lo si è o non lo si è. Volevo controllare ogni aspetto con tecnica, dizione e ritmo. Nell’ambiente del cinema non mi dicevano mai «Sei bravissimo», ma solo «Sei troppo bravo». Una cosa molto diversa. All’attualità preferisco la contemporaneità, e più di tutto amo la leggerezza che − come mi diceva Fellini − è una categoria irraggiungibile. Mi sento un attore leggero. Anni fa, con Roberto Lerici, scrissi uno spettacolo in tema. […] In scena invocavo l’altissimo. Gli chiedevo di darmi la forza di fare uno spettacolo che non significasse nulla. «Signore, preservami dai contenuti, salvami dal significato e fulminami all’istante qualora fossi preso dalla tentazione del messaggio. Tanto io, quando arriva il fulmine, me scanso».1 1 Da Gigi Proietti: “O si è attori, o non lo si è”, di Malcolm Pagani, https://www.gqitalia.it/news/article/gigi-proietti-o-si-e-attori-o-non-losi-e .
Iniziamo con una banalità: quando muore un artista, ma soprattutto un attore di teatro, che ha vissuto sulla linea sottile che separa la cosiddetta vita reale dalla finzione (tra palco e realtà, per citare Ligabue), la prima reazione è di incredulità. Un attore è un ibrido, una specie di basilisco o di centauro, mezzo uomo e mezzo leggenda. Il caso di Proietti è un po’ speciale. Gli attori di solito vivono molte vite, diventano una moltitudine di personaggi. Il Nostro decise ancor giovane di abbandonare la maschera e presentarsi a viso nudo, svelando ancor prima dell’inizio dello spettacolo in cosa consistesse il trucco, la “finzione”, che solitamente si svolge sul palcoscenico. Quindi: una camicia bianca un po’ cavaradossiana (del resto tutti ricordano un giovane Proietti nelle vesti del pittore patriota nella deliziosa Tosca di Luigi Magni, accanto a una strepitosa Monica Vitti, 1973), una cassa, che contiene pochi accessori e più che altro diventa metafora del mondo artificiale della rappresentazione, e nient’altro: “A me gli occhi, please”… “a ME”, a Luigi Proietti detto Gigi, non al personaggio di turno; un invito insolito e spiazzante che elimina la famosa quarta parete e instaura quasi un colloquio diretto con ciascuno degli spettatori. Dal 1976 questa è praticamente l’unica modalità scelta da Proietti per esibirsi dal vivo (con poche eccezioni, tra cui il Cyrano de Bergerac nel 1986, Liolà nel 1988, La morte dell’arcivescovo di Brindisi e Il giudizio universale
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nel 1996, La Pietà nel 1998, Socrate nel 2000 e Viva Don Chisciotte! nel 2008)2, uno spettacolo sempre (e mai!) uguale a se stesso, di volta in volta con inserti musicali (in cui dava sfogo ai suoi notevoli talenti da crooner), brani e brandelli di opere della più disparata origine senza disdegnare quelle più umili (nessuno come lui è stato uno straordinario, geniale dicitore di barzellette; per trovarne di simili bisogna risalire la corrente fino a Walter Chiari e , forse, a Carlo Dapporto o Gino Bramieri. All’uscita di uno spettacolo di Proietti, mentre ancora si assaporava il gusto delle tante risate, sarebbe stato assai difficile ripetere una battuta… il segreto, il miracolo era tutto nel suo irripetibile modo…). I “personaggi” li riservava alle sporadiche apparizioni cinematografiche (in realtà numerose solo fino al 1985) e alle più corpose presenze televisive. In tutti i campi della sua attività (ad esclusione del doppiaggio: la sua voce ha dato vita a grandi personaggi in capolavori come Il Casanova di Federico Fellini – nel quale doppiò il protagonista, Donald Sutherland – o Riflessi in un occhio d’oro – per il quale prestò la voce a Marlon Brando, o Casinò - in cui fece parlare 2 La carriera teatrale di Proietti si era fin lì dipanata all’interno di grandi compagnie e sotto la direzione di importanti registi: da Giancarlo Cobelli, che lo lanciò nel 1963 con Can Can degli italiani e lo diresse poi in altri spettacoli, a Antonio Calenda, che diresse in decine di spettacoli tra avanguardia e tradizione; da Carmelo Bene, con cui interpretò Neri ne La cena delle beffe (1970), a Vittorio Gassman, che lo diresse ne l’Edipo re (1981). Dal 1989 numerose sono le regie di spettacoli interpretati da altri attori. 3 Linguaggio teatrale non-sens in cui si imitano lingue straniere e dialetti con effetto farsesco. La parola (anche con la grafia “gramelot”), non è affatto una parola francese (poco probabile la derivazione da grommeler, bofonchiare), come molti suppongono, ma un termine di origini e pronuncia incerte, probabilmente proveniente dal dialetto veneziano
in italiano Robert De Niro), la sua predilezione è stata, almeno dalla fine degli anni Settanta, sempre per il taglio sorridente e leggero, se non decisamente comico, sempre garbato anche nelle non rare sguaiataggini, proposte con gusto e misura (sembra strano ma è proprio così) e un incredibile, unico senso dei tempi teatrali. Per fare un paragone improprio Proietti ha fatto in teatro quello che Mina ha fatto con la canzone: ha scelto quello che piaceva a lui senza curarsi del parere di critici ed esperti che, certo, hanno sempre riconosciuto la sua arte, con qualche riserva tuttavia sul repertorio. Riusciva a togliere la spocchia del gesto colto anche a momenti di teatro altamente ricercato, come gli episodi in grammelot3 nel primo A me gli occhi, please, così diversi da quelli inseriti da Dario Fo nel suo Mistero Buffo, che, per quanto altrettanto comici, venivano introdotti utilizzando argomenti provenienti dall’ambito storicoantropologico e sociologico, quindi esplicitamente colto. Difficile riassumere in poche parole una vita e una carriera come la sua, e tanto, forse tutto, è già stato detto. Per tutti quelli che lo avvicinavano per strada, all’uscita dei teatri e per tutti noi che lavoriamo e viviamo dentro un grande teatro come il Verdi, Proietti è stato prima di tutto una persona cordiale, gioviale, affettuosa, alla mano. Uno dei pochi attori (“grandi” e “piccoli”) che al suo arrivo faceva il giro di tutta la grande fabbrica del Verdi per salutare le maestranze tutte, dagli addetti della biglietteria ai tecnici, uno a uno. Uno che non si risparmiava mai nell’incontro con il suo pubblico, scartellando senza avarizia il suo sorriso a cento bianchissimi denti, prolungando le cene dopo spettacolo fino a che le ore piccole cominciavano a diventare grandicelle con barzellette e canzoni (bastava che nel ristorante si potesse fumare…).
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DUE PAROLE CON CLAUDIO BERTINI E GIOVANNI VERNASSA GV: Faticammo non poco a portarlo la prima volta al Verdi col suo one-manshow. Era la Stagione 1999-2000 e fino a Natale non riuscimmo a strappargli la conferma, che arrivò a mia sorella Barbara durante le Feste. Lo spettacolo fu a febbraio e quando Gigi arrivò chiese se davvero pensassimo che sarebbe riuscito a riempire un teatro così grande (era già sold out!) . CB: Pensavo che tutte quelle domande su “ci sarà gente”, “non ci sarà gente” fossero un vezzo. Invece erano timori reali. Aveva soggezione del pubblico fiorentino, che sentiva già come “nordico”. Prima del 2000 credo che sia venuto a Firenze pochissime volte: io l’ho visto una
volta al Metastasio nella seconda metà degli anni Settanta (Prato è stata per lunghi anni la capitale teatrale della prosa toscana, da lì sono passati tutti i grandi, da Strehler, con il Campiello e la Tempesta, a Lindsay Kemp con il primo Flowers, a Antonio Gades e le sue Bodas de Sangre, i molti spettacoli di Carmelo Bene, e poi il Fabbricone e le grandi produzioni ronconiane) e alla Pergola con Cyrano; a parte queste due eccezioni, non ricordo di aver avuto notizia di altre sue apparizioni, a parte quell’Alleluja brava gente (di cui riproduciamo qui la locandina) che era stata la sua vera prima volta al Verdi (con un cast stellare e un giovane Sergio Japino nel corpo di ballo, 1972). GV: Lui aveva paura di “andare al Nord”. Le sue piazze preferite erano Roma e Napoli; temeva che il pubblico non lo capisse. Era stato a Milano verso la metà degli anni Novanta e aveva riportato un insuccesso clamoroso; era rimasto talmente male che, nonostante lo continuassimo ad invitare a venire a Firenze, lui si rifiutava, era davvero preoccupato. E invece l’accoglienza del pubblico fiorentino fu clamorosa. Dopo la Prima mi confessò che quando si era aperto il sipario e aveva visto tutta quella gente che era venuta lì per lui aveva avuto un attimo di panico (“Aò, me tremavano le gambe…”)… È stato il Verdi a dargli il coraggio di uscire dalla sua comfort zone. CB: Dopo il suo debutto al Mandela Forum lo convincemmo a portare lo spettacolo successivo a Bologna… ancora più a Nord. E questa soggezione del Nord accomuna un po’ tutti i comici romani. Mi ricordo che Maurizio Battista iniziò la sua prima serata al Teatro delle Celebrazioni di Bologna raccontando di essersi sperso per la pianura arrivando fino quasi a Treviso, immaginando che Bologna dovesse essere assai più al Nord di quanto fosse.
GV: Firenze è diventata poi la sua terza casa dopo Roma e Napoli. Qui tornava sempre molto volentieri, ricambiato sempre dell’entusiasmo enorme del pubblico. In particolare al Verdi, dove era accolto con grande calore, non solo quando era il protagonista dei suoi spettacoli, ma anche quando ne era solo il regista. CB: Il suo nome in cartellone, anche “solo” come regista, era un valore aggiunto immediato che garantiva la piena riuscita dello spettacolo: è accaduto con Taxi a due piazze, col primo Full Monty o con Quella del piano di sopra. In un periodo storico in cui l’importanza del nome del regista a teatro (soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “teatro leggero”) andava progressivamente diminuendo dopo decenni di teatro-di-regia, nel caso di Proietti il pubblico reagiva senza indugio al richiamo del suo nome, fidandosi ciecamente della sua firma. Quando inaugurammo il Saschall (febbraio 2002) avevamo pensato a lui per il battesimo ufficiale, poi i suoi molti impegni non gli consentirono di accettare l’invito. GV: A Proietti mi ha unito un sentimento di schietta amicizia, un legame personale prima che professionale. Nonostante fosse molto più grande di me e di mia sorella si affidava ai nostri consigli, soprattutto da quando assunse la direzione del teatro Brancaccio di Roma: gli consigliammo, un esempio tra tanti, Harry ti presento Sally con Giampiero Ingrassia e Marina Massironi, che fu record d’incassi tra gennaio e febbraio 2006 (Gigi era al settimo cielo: tutto esaurito ogni sera!) e grande successo anche al Verdi, dove dovemmo aggiungere una replica straordinaria, oltre le quattro previste, che andò ugualmente sold out.
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Proietti al Verdi
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ATTORE
REGISTA
1972: Alleluja brava gente, di Garinei e Giovannini con la collaborazione di Iaia Fiastri, con Renato Rascel, Daria Nicolodi. Giuditta Saltarini, Gianfranco D’Angelo, Enzo Garinei. Musiche di Domenico Modugno e Renato Rascel, coreografie di Gino Landi.
2002 - Taxi a due piazze con Gianluca Guidi e Maria Laura Baccarini
ONE MAN SHOW
2005 - La presidentessa con Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli, Virgilio Zernitz
2000 - Prove per un recital 2007 - Buonasera - Varietà di fine stagione 2008 - Di nuovo buonasera 2011 - Di nuovo buonasera... a tutti 2015 - Cavalli di battaglia
2006 - Liolà, con Gianfranco Jannuzzo, Manuela Arcuri
2003 - Full Monty con Giampiero Ingrassia e Rodolfo Laganà 2004 - Stregata dalla luna con Sandra Collodel, Pino Quartullo
2007 - Quella del piano di sopra, con Pino Quartullo e Sandra Collodel
Un ricordo di Marco Borrelli In barba (in tutti i sensi!) alla giovane età Marco Borrelli è uno tra i più stimati fotografi di spettacolo in Italia. Nella sua più che decennale carriera ha fotografato centinaia di concerti pop e rock, spettacoli teatrali, danza, e naturalmente tanta classica. Dal 2010 è il fotografo ufficiale dell’Ort, lavora per il Festival di Salisburgo e il Ravenna Festival seguendo stabilmente l’attività di Riccardo Muti e ha seguito le produzioni e regie di Gigi Proietti durante gli ultimi sette anni di attività. Dopo la dipartita del grande attore Marco ha voluto rendergli omaggio con un’idea semplice, originale e piena d’affetto: ha riempito l’entrata di quel teatro che a Firenze tante volte lo ha visto protagonista, con gli spettacoli organizzati da Antico Teatro Pagliano, con un’installazione a cui è stato dato il titolo “Un abbraccio largo sette metri”, di cui vedete un’immagine a pagina 6.
Ecco un breve ricordo di Proietti a firma di Marco: La cosa che più mi colpiva di Proietti era la sua umiltà e disponibilità, doti non così scontate per il personaggio importante che era. Al di là dei piccoli o grandi episodi divertenti che accadevano in quelle grandi cene che seguivano ogni spettacolo (che io considero degli straordinari piccoli show privati), era sempre il tratto umano che stupiva. La gentilezza con cui sosteneva o correggeva gli attori era unica… riusciva a trasmettere fiducia trattando tutti come dei colleghi, mettendosi sempre al loro pari. Da grande professionista qual era riusciva con un sorriso o poche parole a smorzare la tensione degli ultimi secondi prima dell’inizio di uno spettacolo, e quello ci bastava per lavorare bene, con la corretta concentrazione e armonia. Caro Gigi, un abbraccio largo sette metri non basterebbe comunque a racchiudere l’immensità che eri. Lavorare per te in questi anni, fotografarti, spiarti dalle quinte, partecipare alle lunghe cene post spettacolo è forse una delle cose di cui vado più orgoglioso; il vuoto che lasci, allora, lo riempirò piano piano di questi ricordi, nella speranza che il tuo sipario si riapra per ancora qualche bis. Un abbraccio.
Fabio Calvetti, Travagliate stelle, dipinto su tavola, cm 100x150 - Collezione Banca Cambiano 1884 spa
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Un angolo di storia di Marco Vanchetti
Li chiamavano i “malcontenti”, erano i condannati a morte che, provenendo dal Bargello e dal carcere delle Stinche, raggiungevano in processione il patibolo percorrendo, tra due ali di popolo insultante e beffardo, prima l’omonima via (quando la forca era allestita nei Prati della Giustizia, oltre la porta di San Francesco, distrutta da Giuseppe Poggi per fare spazio attorno alla Torre della Zecca), poi (dal 1531) via Ghibellina ed altre parallele e perpendicolari, quando la forca venne spostata fuori da Porta alla Croce, dove sorgerà, sempre ad opera del Poggi, l’attuale Piazza Beccaria. Oltre a queste due strade, porta nel nome traccia dell’infausto uso anche via de’ Neri (i morituri erano scortati dagli incappucciati Fratelli o Battuti Neri, cioè i Fratelli della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio1). Altre vie percorse dal triste corteo erano borgo degli Albizi, borgo Allegri, via Pietrapiana, piazza Sant’Ambrogio,
borgo la Croce. Elemento caratteristico del percorso che i condannati a morte facevano verso il patibolo erano i tabernacoli, costruiti appositamente lungo la via seguita dal corteo per consentire ai condannati stessi di disporsi spiritualmente al momento fatale. L’intero quartiere conserva numerosi esemplari di varie epoche (quello all’angolo di via delle Casine è stato rimpiazzato dopo l’alluvione da un’opera moderna), alcuni di grande pregio, come 1 La chiesetta al Tempio, ultimo baluardo di conforto per i condannati a morte, che sorgeva nel luogo dove oggi si trova Piazza Piave, venne interrata durante la costruzione di un bastione al tempo di Alessandro de’ Medici (1531-2); ritrovata intatta, ancorché saccheggiata degli arredi, durante la demolizione delle mura in occasione della realizzazione dei viali di Circonvallazione, venne impietosamente abbattuta. Lo storico Guido Carocci, allora adolescente, ebbe la fortuna di vederla e la descrisse ancora bellissima, con gli affreschi di Spinello Aretino sulla facciata.
quello tra via de’ Malcontenti e via delle Casine, attribuito a Niccolò Gerini e fatto risalire al 1416, quello che sull’angolo tra via Ghibellina e via dell’Acqua, opera di Fabrizio Boschi, commissionato nel 1591 dalla Compagnia di San Bonaventura dei Carcerati, oppure quello di Borgo la Croce, dipinto nel 1714 da Giuseppe Moriani o quello che adorna l’angolo tra via Ghibellina e via Giovanni da Verrazzano, opera di Giovanni Mannozzi, detto da San Giovanni, autore anche del bel tabernacolo all’angolo di borgo Allegri. E testimonianza dell’arte del medesimo pittore è anche il “nostro” tabernacolo… Si tratta in realtà di un tabernacolo del tutto peculiare, esplicitamente di ambientazione carceraria ma non tabernacolo penitenziale come gli altri, bensì,
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l’ultimo termine della carità stessa, che è il torgli affatto da tale infelicità. Questo pertanto era l’argomento della bellissima dipintura a fresco, la quale sappiamo dal Baldinucci, che fino da un secolo e mezzo fa, era molto guasta e quasi ridotta al suo termine, per colpa degli anni e dei venti, che quivi molto possono. Non è quindi da farsi meraviglia, se questo Tabernacolo, essendo tutto lacero e guasto, venisse, or son press’a cinquant’anni, demolito.3 come si direbbe oggi, site-specific e di carattere narrativo. Adornava lo stesso “canto” in cui (incorniciato da un’edicola ottocentesca) lo vediamo ai nostri giorni ma alle sue spalle sorgeva il massiccio edificio del carcere delle Stinche, che, come tutti sanno, occupava l’isolato dove adesso sorge il teatro Verdi2, all’angolo tra via del Palagio e quella del Mercatino (adesso Ghibellina e Isola delle Stinche) e gli faceva da simmetrico “contraltare” un tabernacolo gemello, assai più antico, andato perduto, all’angolo con via del Diluvio (l’attuale via Verdi). Della loro edificazione racconta il Fraticelli nel suo prezioso opuscolo (Formigli, Firenze, 1834): Nell’anno 1616 fu dato principio alla costruzione di un nuovo Tabernacolo in sull’angolo del muro delle Stinche, dalla parte verso Badia, per accompagnatura dell’altro antichissimo, che stava nell’angolo opposto, cioè dalla parte del Canto agli Aranci, e che fu demolito per la ragione che vedremo più sotto. Dovendosi poi fare per entro i medesimi Tabernacoli la pittura a fresco, ne fu data l’incombensa a Giovanni da S.Giovanni celebre pittore, il quale nell’ultimo edificato, e che esiste anche al presente, rappresentò la ferrata d’un carcere ed un venerando vecchio (dal Cinelli nelle Bellezze di Firenze pag. 392, sappiamo che questo è il ritratto del 2 Per chi fosse interessato alla storia del teatro, può trovare un’infinità di informazioni sul bel libro di Luca Scarlini e Giovanni Vitali (Teatro Verdi. 150 anni di spettacolo italiano dalle quinte di un teatro fiorentino), edito da Giunti, Firenze, nel 2008. Assai interessante anche la trasmissione del 10 settembre 2021 di Wikiradio, su Radio 3, a cura di Andrea Penna, ascoltabile in podcast su Rai Play Radio.
Senatore Girolamo Morelli), vestito in abito senatorio in atto di porgere limosina a’carcerati, mentre Gesù Cristo nostro Signore, che è figurato presente ed in istato glorioso, colla venerabil sua mano benedice quella elemosina. In aria vedonsi alcuni Angioletti che osservano quella pia azione; e nella parte di questa bella storia, che risponde più vicina all’occhio, vedesi un uomo in piedi, civilmente vestito, in positura grave e in atto di guardare chi lo mira, e questo è il ritratto al naturale e bellissimo dello stesso pittore. Nelle bande di fuori del Tabernacolo sono due figure di Sante. Prima di far la descrizione di quello che Giovanni dipinse nell’altro Tabernacolo che restava, come dissi dalla parte del Canto degli Aranci, è da sapersi, per la maggiore intelligenza di esso, che era antica usanza del Magistrato de’ Buonomini delle Stinche nelle tre Solennità del Natale, della Resurrezione e di S.Giovan Batista, il liberare molti prigioni per debito, e tanto questi che quelli de’ Buonomini di S.Buonaventura unire nello stesso luogo delle Stinche, e quindi mandarli a offerta con rami d’olivo in mano, alla Chiesa di S.Giovanni. Quelli poi che tal benefizio conseguivano nella Pasqua di Resurrezione, da S.Giovanni tornavansene al Palazzo del Bargello, e da’ Buoniomini di S.Bonaventura erano pure processionalmente accompagnati alla Chiesa di S.Croce, ove con danari che si davano loro per carità, venivano lasciati liberi e spediti. Avendo dunque Giovanni fatto vedere in uno de’ Tabernacoli l’atto di carità del visitare e sovvenire i miseri nel luogo di loro infortunio, volle rappresentar nell’altro
Per tradurre il bell’idioma antiquato del Nostro: nel tabernacolo sopravvissuto è ritratto il senatore Girolamo Morelli, Buonomo delle Stinche4, probabile finanziatore dell’opera, nell’atto di versare un’elemosina a due carcerati (è sfuggito ai commentatori ottocenteschi che le braccia tese hanno vestiti differenti e che dietro le sbarre si intravedono due volti), prigioniero dietro un’inferriata, in presenza di Gesù Cristo, adempiendo a una delle sette opere di misericordia. Si ricorda qui che i carcerati, che non erano mantenuti con denaro pubblico, vivevano grazie al sostentamento da parte dei familiari e alla carità dei fiorentini. Sul cartiglio portato in volo dagli angeli è dipinta la frase in latino Quod uni minimis mei fecistis mihi fecistis, ovvero “quello che avete fatto ad uno solo dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Matteo 25,40). Sempre il Fraticelli aggiunge che “Nelle bande di fuori del Tabernacolo sono due figure di Sante”. Una delle due figure è andata perduta; quella di sinistra, perfettamente conservata, non raffigura una santa, bensì San Leonardo di Noblac, patrono dei carcerati, che ha nelle mani i tipici attributi: le manette o ceppi. Il tabernacolo al Canto degli Aranci riproduceva invece l’atto di amnistia e liberazione dei carcerati per debiti, in occasione 3 P.I.Fraticelli, Delle antiche carceri di Firenze denominate le Stinche or demolite e degli edifizi in quel luogo eretti l’anno 1834 – Illustrazione storica, Firenze, Formigli, 1834, pp. 23-26. 4 I Buonomini delle Stinche, sottogruppo della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio, il cui oratorio, prima loro sede, esiste ancora in via San Giuseppe, assistevano i carcerati, fornendo anche l’aiuto materiale al loro sostentamento.
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delle festività solenni. L’impianto architettonico venne restaurato negli anni Trenta dell’Ottocento dall’architetto Luigi de Cambray Digny, autore, tra l’altro, del cenotafio di Dante in Santa Croce (con statue di Stefano Ricci). Fa eco al Fontanelli, ripetendo quasi alla lettera le sue parole, l’abate Fruttuoso Becchi5. Giovanni Morozzi nacque a San Giovanni Valdarno il 20 marzo del 1592, sfuggì alla carriera notarile ed ecclesiastica, verso le quali lo spingeva la famiglia, trasferendosi sedicenne a Firenze per seguire la sua passione per la pittura. Nel 1612 si immatricolò all’Accademia delle arti e del disegno. La prima commissione di cui abbiamo notizia sono due tele per il soffitto della galleria di Casa Buonarroti, in via Ghibellina. Nello stesso anno dipinse i cori angelici della cupola della basilica di Ognissanti. Agli anni giovanili risalgono gli affreschi per diversi tabernacoli: oltre a quelli su via Ghibellina (1616), quello bellissimo portato in via Faenza dall’originaria collocazione in via Cennini (Madonna col bambino, San Rocco, San Giuseppe, San Filippo Neri, San Carlo Borromeo e San Giovannino). Dal 1619 al 1620 si occupò della decorazione della facciata del palazzo dell’Antella in piazza Santa Croce, incaricato dal senatore Niccolò dell’Antella, luogotenente dell’Accademia del disegno. Le pitture vennero realizzate in sole venti giornate di lavoro da uno stuolo di 5 Fruttuoso Becchi, Sulle Stinche di Firenze e su’ nuovi edifizi eretti in quel luogo. Brevi cenni, Firenze, Le Monnier, 1839 pp.8-9.
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giovani artisti guidati dal Morozzi. Una curiosità è rappresentata dalla riproduzione, nel quarto riquadro da sinistra, dell’Amorino dormiente di Caravaggio, attualmente agli Uffizi, che faceva parte della collezione della famiglia dell’Antella. Altra opera, oltre al tabernacolo, che sentiamo in qualche maniera “imparentata” col nostro teatro e la sua storia: gli affreschi a palazzo Galli Tassi in via Pandolfini (Amore e Psiche e due gruppi di Putti, al piano nobile, 1630-1631), che fu di proprietà di Girolamo Pagliano, che qui morì nel 1881. Numerose le opere del Morozzi a Firenze e in Toscana (nonché a Roma, dove fu per buon tempo); vale la pena ricordare Ganimede sostituito a Ebe nella Villa Corsini a Mezzomonte, l’Aurora e Titone, proveniente da Palazzo Pucci e ora nel museo Bardini di Firenze, gli affreschi della sala degli argenti a Palazzo Pitti; La notte delle nozze della Galleria Palatina, il bellissimo affresco Quiete che tiene incatenati i venti (1620 circa) nel collegio delle Montalve, che diede il nome a villa La Quiete; il Riposo in Egitto (1621) nella cappella della Crocetta, che fa parte del complesso dell’Accademia d’Arte. Giovanni da San Giovanni morì a Firenze il 6 dicembre 1636, aveva 41 anni. Fu persona amena, rustica e salace, come ben si confà a chi viene di Valdarno. Trascrivo qui un brano della Vita del “celebre dipintore” che dobbiamo alla penna di Filippo Baldinucci (nella sua mastodontica opera Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua, in sei volumi - tre editi dal 1681 fino alla morte dell’autore,1696, tre usciti postumi - ideale prosecuzione delle Vite del Vasari), in cui si narra un aneddoto, tra altri, spassosi assai, relativo all’esecutore dei tabernacoli delle Stinche6:
6 Trascrivo dall’opera citata di Fruttuoso Becchi, pag. 9
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Nel tempo che Giovanni dipingeva questo Tabernacolo, nel passare che fece di quivi vicino un certo nobiluomo, aperse un tal poco il serraglio di tende, con che il pittore erasi raccluso sul palco: ed affacciatosi per quella fessura, e vedutolo vestito al suo solito all’impazzata e male all’ordine della persona, per pigliarsi gusto e farsi beffe di lui, domandò ove fosse il maestro. Ma Giovanni, che non teneva barbazzale, con due sole parole, che essendo ingegnose molto, potrebbero far conoscere sempre più di che tempra fusse la sua arguzia e prontezza, lo mandò via svergognato e confuso; ma io per non offendere le sacre leggi della modestia, non istò qui a dir quali furono queste parole. Dirò solo che anche a chi sentesi ben fornito di zanne non è sempre cosa sicura il mettersi a morder chi ha denti.
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La Citta Il suo Giornale Il suo Teatro
I teatri sono come i quotidiani, raccontano lo scorrere della vita. Sono due palcoscenici diversi ma tutto sommato uguali, con gioie, dolori, piccole e grandi storie che si intrecciano e si sovrappongono, mescolando leggerezza e drammaticità, mettendo in scena i nostri cambiamenti e il nostro essere sempre identici. Il Teatro Verdi e La Nazione sono nati quasi insieme, e insieme hanno attraversato le vicende più belle ma anche più tristi della città. Era il 1854 quando un luogo di patimenti e di angoscia come il carcere delle Stinche lasciò il posto alle luci del Teatro Pagliano. Si chiamò così fino al 1901, col nome dell’ex baritono e imprenditore Girolamo Pagliano, che tenacemente portò avanti il progetto della costruzione del teatro, riuscendo ad aprire il sipario il 10 settembre col Viscardello di Verdi. Del resto in un clima Risorgimentale come quello, in cui Firenze si apprestava a diventare una grande protagonista, lo spirito verdiano era certo il più adatto. Spirava un vento di ideali patriottici che di lì a qualche anno avrebbe convinto il barone Bettino Ricasoli a dare vita
a un giornale con l’intento dichiarato di sostenere l’unità d’Italia. E il nome, la testata, doveva sintetizzare questo impegno. Fu così che il 13 luglio 1859 usciva la prima copia de “La Nazione”. Il viaggio è continuato, fianco a fianco, in tutti questi anni, condividendo anche le tragedie. Come l’alluvione del ‘66, col fango che invase dal foyer alla platea e interruppe la programmazione del Teatro Verdi, da cui ormai passavano con regolarità star internazionali della musica pop, celebrità del teatro leggero e della rivista. Lo stesso accadde a “La Nazione”, che si ritrovò con la moderna tipografia completamente allagata. Ma neppure la furia dell’Arno riuscì a fermare il giornale, che in quei giorni di disperazione fu mandato a stampare a Bologna. Per “La Nazione” è stato naturale in questi oltre 160 anni seguire le vicende del Teatro Verdi, in particolare in questi ultimi decenni dall’acquisizione del teatro da parte della Fondazione Ort, e accompagnare le tante Stagioni caratterizzate dalla poliedricità dei suoi cartelloni. E ancora oggi il giornale della città non può che sostenere
convinto l’attività di uno dei teatri più amati e frequentati dai fiorentini. E’ per questo che, con la gioia dei cronisti e la consapevolezza del profondo ruolo che il teatro svolge nella vita culturale di ogni comunità, assistiamo con entusiasmo alla riapertura del Verdi post pandemia. E’ un segno che l’obbligo di restare a casa è finito, l’occasione per ribadire che “in presenza” è meglio che “online”. Per dire che con i riflettori sul palcoscenico si riaccendono luci anche dentro di noi. Olga Mugnaini giornalista de La Nazione
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Notizie utili e informazioni BIGLIETTERIA
PREZZI BIGLIETTI
Aperta da martedì a venerdi con orario 10:00-13:00 /16:00-19:00 e sabato 16:00-19:00. Chiusa la domenica e nei giorni festivi.
I prezzi per i singoli spettacoli sono comprensivi dei diritti di prevendita:
Prima degli spettacoli in programma nei giorni feriali la biglietteria è aperta dalle 20:00 alle 21:00 mentre la domenica e sempre quando lo spettacolo ha inizio alle 16:45, è aperta dalle ore 15:00 alle 17:00. In caso di spettacoli con orario d’inizio diverso, la biglietteria apre un’ora prima dell’inizio. Via Ghibellina 97 50122 Firenze Tel 055-212320 e-mail info@teatroverdionline.it
PREVENDITE Circuito Boxoffice Toscana e Circuito Ticketone - elenco completo su www.boxofficetoscana.it. Vendita on-line su www.teatroverdifirenze.it (commissione indicata durante la procedura d’acquisto) Online non si applicano, salvo eccezioni, le riduzioni .
PREZZI ABBONAMENTO L’abbonamento a 6 spettacoli è acquistabile esclusivamente presso la biglietteria del teatro. II prezzo, comprensivo di prevendita, varia da € 99.00 ad € 132,00 in base al settore ed alla riduzione applicabile. Per abbonarsi consultare le info su https://www. anticoteatropagliano.it/abbonamenti/ o telefonare allo 055-212320
31 DICEMBRE 2021 ore 21,45 MANOLA € 75/65/55/45/34,50/26,50/21 UN’ORA SOLA VI VORREI ENRICO BRIGNANO € 74,75/63,25/57,50/51,75/46/34,50 GHOST € 55/40/25,50/20 SOLO ARTURO BRACHETTI € 50/36,80/31/25,50/20 SAMUSA’ VIRGINIA RAFFAELE € 46/40,25/34,50/28,75/ 25,30/20,70 KODO € 40/34/25
MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI SHOW, SGT PEPPER, LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI, ALADIN, FORZA VENITE GENTE, LA DIVINA COMMEDIA, OPEN, LEGALLY BLONDE € 37/31/25 NOI MILLE VOLTI E UNA BUGIA GIUSEPPE GIACOBAZZI € 36,80/28,75/20,70 SCHIACCIANOCI € 34/27,50/20 UP&DOWN PAOLO RUFFINI € 34/25/17 SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA, MANOLA, IL SILENZIO GRANDE € 31/25/19
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
L’eventuale accompagnatore del disabile ha diritto ad un biglietto omaggio con posto a sedere assegnato.
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RIDUZIONI
ORARI
Per l’acquisto dei biglietti della Stagione Teatrale hanno diritto alla riduzione: abbonati alla Stagione Concertistica dell’O.R.T., soci Coop Unicoop Firenze, correntisti Banca Cambiano, under 21, over 65, studenti, gruppi superiori a 15 spettatori. Gli sconti valgono per ogni ordine di posto. Lo sconto applicato sul costo del biglietto intero è di € 2,50 (eccetto venerdì, sabato e domenica), mentre per l’Abbonamento varia base al settore ed alla riduzione applicabile; maggiori informazioni scrivendo a info@teatroverdionline.it. Le riduzioni sono strettamente personali, il titolo di riduzione non è cedibile ad altri.
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 20:45; le repliche domenicali iniziano alle ore 16:45. Per SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA la replica di giovedì 23 dicembre inizia alle 16:45; per MANOLA venerdi 31 dicembre inizia alle 21:45.
LA SERA DELLA PRIMA I soci Coop-Unicoop Firenze, i correntisti Banca Cambiano ed i titolari di Carta Aura hanno diritto ad uno sconto di € 5,00 sul prezzo del biglietto intero di tutte le “prime” della Stagione Teatrale, ad esclusione degli spettacoli a data unica. Ogni tessera dà diritto allo sconto per l’acquisto di un solo biglietto. E’ indispensabile presentare la tessera al momento dell’acquisto del biglietto e dell’ingresso in Teatro.
DISABILI La presenza di persone con disabilità è gradita e auspicata. Dall’ingresso principale del Teatro Verdi (Via Ghibellina, 99) si accede direttamente al foyer e al fondo platea dove si trovano i 4 posti riservati per i disabili non deambulanti. Il personale di sala è a disposizione per ogni eventuale necessità ed offre assistenza per l’ingresso e il raggiungimento dei posti. L’acquisto dei biglietti si effettua ESCLUSIVAMENTE presso la biglietteria del Teatro Verdi o telefonicamente allo 055.21.23.20, fatta eccezione per i concerti di musica leggera per i quali è necessario fare la prenotazione telefonando all’organizzatore (nella maggior parte dei casi P.R.G. srl - 055.66.75.66). Per motivi di sicurezza è predisposta per le persone disabili una zona riservata nelle vicinanze di una delle uscite sul fondo della platea (4 posti disponibili per disabili non deambulanti e 5 posti per disabili deambulanti). In questi posti la persona con disabilità oltre il 70%, da attestare su richiesta al momento dell’acquisto del biglietto o al momento dell’ingresso in teatro, ha diritto ad un biglietto ridotto.
Dal sito www.teatroverdifirenze. it si acquistano i biglietti per tutti gli spettacoli in programma al Teatro Verdi, compresi i concerti dell’Orchestra della Toscana e di musica leggera. Il sito consente di reperire informazioni dettagliate sulle campagne di abbonamento.
NEWSLETTER Iscrivendosi alla Newsletter di www-teatroverdifirenze.it si possono ricevere aggiornamenti su nuovi spettacoli, offerte e sconti speciali sull’acquisto di biglietti. Sul sito e sulla pagina Facebook sono inoltre reperibili tutte le novità dell’ultim’ora. FACEBOOK @teatroverdifirenze CANALE YOU TUBE TeatroVerdiFirenze
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Come raggiungere il teatro PARCHEGGI Il teatro si trova all’interno della ZTL (zona traffico limitato) accessibile con l’auto privata dalle 20.00 di tutti i giorni feriali, il sabato dalle 16.00. Fuori dalla ZTL nelle vicinanze del Teatro Verdi ci sono due grandi parcheggi pubblici sotterranei aperti H24 ai quali si può accedere anche con Telepass: Piazza Ghiberti - ingresso da Via Paolieri e Piazza Beccaria ingresso Viale Amendola. Esiste anche un parcheggio in superficie non custodito Le Murate - ingresso Viale Giovine Italia aperto H 24. Il teatro è convenzionato con i parcheggi sotterranei di piazza Ghiberti e piazza Beccaria. Presentando in VI
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teatro il tagliando ritirato all’ingresso del parcheggio si può usufruire al prezzo scontato di 6,00 euro di quattro ore di permanenza nel parcheggio stesso. Attenzione: per poter usufruire dello sconto va ritirato il biglietto alla colonnina d’ingresso del parcheggio e non va utilizzato il Telepass.
di SMN 6 direzione Novelli, fermata Colonna 01 14 direzione Via della Ripa, fermata Colonna 01 23 direzione Sorgane, fermate Colonna 01 C2 direzione Piazza Beccaria, fermata Ghibellina Pepi C1 direzione Parterre, fermata Verdi -provenendo dalla stazione di Campo di Marte 19 direzione La Pira, fermata Colonna 14 direzione SMN fermata Salvemini 13 direzione Il David, fermata Giovine Italia Consultare percorsi e orari sul sito di Autolinee Toscane SpA https://www.at-bus.it/it/orari. html. Per trovare una linea o sottoporre un problema, scrivere attraverso il forum che si trova su at-bus.it/parlaconat
AUTOBUS URBANI Intorno al teatro sono dislocate le fermate di numerose linee di autobus urbani gestiti dal 1 novembre da Autolinee Toscane SpA. Le linee consigliate sono: -provenendo dalla Stazione I
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TAXI Al termine dello spettacolo è attivo un servizio di chiamata taxi. La chiamata è gratuita, l’importo della corsa è a pagamento. Gli steward addetti alla chiamata taxi si trovano a fine spettacolo davanti all’ingresso del teatro.
DUE ACCOGLIENTI FOYER / SERVIZIO GUARDAROBA /BAR / SERVIZIO DI CHIAMATA TAXI CON STEWARD
PALCOSCENICO
apertura al boccascena 18 m larghezza 25 m lunghezza 16 m montacarichi e golfo mistico
GRATICCIA
altezza 18 m larghezza 18 m lunghezza 15 m ascensore di servizio
OSPITALITÀ PUBBLICO
1.497 posti a sedere numerati 796 in platea 120 in galleria 581 nei sei ordini di palchi
OSPITALITÀ ARTISTI
ingresso con portineria quindici camerini con servizi saletta interviste
PER IL CINEMA
cabina di proiezione analogica e digitale schermo 18 x 10 m
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MARTEDI 18 GENNAIO 2022 JONATHAN CANINI
CAPPUCCETTO ROZZO MERCOLEDI 2 FEBBRAIO MAURIZIO COLOMBI
CAVEMAN
Spettacoli MARTEDÌ 7 DICEMBRE
SGT. PEPPER
il concerto che non avete mai visto DA GIOVEDÌ 9 A DOMENICA 12 DICEMBRE ENRICO BRIGNANO
UN’ORA SOLA VI VORREI SABATO 18 DICEMBRE MASSIMO LOPEZ TULLIO SOLENGHI
MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI SHOW DA MARTEDÌ 21 A GIOVEDÌ 23 DICEMBRE ANTONIO CATANIA GIANLUCA RAMAZZOTTI
SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA con PAOLA QUATTRINI regia Pietro Garinei DOMENICA 26 DICEMBRE PAOLO RUFFINI
UP & DOWN
DA MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE A DOMENICA 2 GENNAIO NANCY BRILLI CHIARA NOSCHESE
MANOLA
di Margaret Mazzantini regia Leo Muscato
DA VENERDÌ 7 A DOMENICA 9 GENNAIO GIAMPIERO INGRASSIA FABIO CANINO BELIA MARTIN
LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI basato sul film di Roger Corman
SCHIACCIANOCI Russian Classical Ballet
DANTE.PIÙ’ NOBILE È IL VOLGARE
SABATO 26 FEBBRAIO
KODO
I tamburi giapponesi dell’isola di Sado DA GIOVEDÌ 10 A SABATO 12 MARZO VIRGINIA RAFFAELE
DA VENERDÌ 14 A DOMENICA 16 GENNAIO
SAMUSÀ
regia Federico Bellone
SABATO 26 E DOMENICA 27 MARZO ARTURO BRACHETTI
GHOST IL MUSICAL SABATO 29 E DOMENICA 30 GENNAIO
ALADIN IL MUSICAL GENIALE
regia Federico Tiezzi
SOLO
musiche originali Davide Magnabosco, Alex Procacci, Paolo Barillaro regia Maurizio Colombi
MARTEDÌ 29 MARZO DANIEL EZRALOW
DOMENICA 6 FEBBRAIO
DA VENERDÌ 1 A DOMENICA 3 APRILE
FORZA VENITE GENTE 40° anniversario Il musical sulla vita di Frate Francesco DA VENERDÌ 11 A DOMENICA 13 FEBBRAIO MASSIMILIANO GALLO
IL SILENZIO GRANDE regia Alessandro Gassmann DA VENERDÌ 18 A DOMENICA 20 FEBBRAIO
LA DIVINA COMMEDIA opera musical
LUNEDÌ 3 GENNAIO BALLETTO DI MOSCA
GIOVEDI 17 FEBBRAIO ROBERTO MERCADINI
VENERDÌ 25 FEBBRAIO GIUSEPPE GIACOBAZZI
NOI MILLE VOLTI UNA BUGIA
OPEN
LEGALLY BLONDE THE MUSICAL La rivincita delle bionde dai produttori di “Priscilla, la Regina del deserto” regia Matteo Gastaldo DA VENERDÌ 22 A DOMENICA 24 APRILE PEEPARROW
JESUS CHRIST SUPERSTAR regia Massimo Romeo Piparo SABATO 14 E DOMENICA 15 MAGGIO COMPAGNIA DELLA RANCIA
GREASE
regia Saverio Marconi
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TODOMODO MUSICA ALL - ASS.NE MODIGLIANI presenta
Sgt. Pepper IL CONCERTO CHE NON AVETE MAI VISTO
martedì 7 dicembre
da un’idea di PIETRO CONTORNO regia EMANUELE GAMBA direzione musicale STEFANO BRONDI
Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è l’ottavo album dei Beatles, dalla leggendaria copertina, pubblicato nel 1967 e prodotto da George Martin. SGT PEPPER è il concerto che i Beatles non riuscirono mai a realizzare e i fan di tutto il mondo non poterono mai applaudire. L’orchestra dal vivo, la riproposizione degli arrangiamenti originali, la meticolosa riproduzione dei suoni e della strumentazione dell’epoca, rendono questo spettacolo un’inedita versione originale del geniale capolavoro del famoso gruppo musicale britannico. Ricreare le atmosfere sonore di un disco storico come SGT ha richiesto mesi di maniacale preparazione tra ricerca e messa a punto degli strumenti originali usati nell’album, prove della band e disegno audio specifico. Non si trattava di mettere in scena un concerto, l’intento è stato quello di dare agli spettatori
la possibilità di entrare nei solchi di un vinile che ha fatto la storia della musica. Ogni suono, ogni riverbero ed ogni effetto acustico che viene ricordato di questo album sarà proprio là dove è rimasto durante l’ultimo ascolto. Questo concerto è dedicato a tutte le generazioni che non hanno avuto la fortuna di crescere attraverso queste vibrazioni. “Tornare in scena è una grande emozione per tutti noi. Tornarci con questo concerto è assolutamente incredibile. Chi di noi ha ascoltato SGT PEPPER in età giovanile, spesso già maniacalmente seguace della band di Liverpool, non può non ricordare il devastante effetto sprigionato da quel disco. Nel 1974 ero un ragazzino che ascoltava già i Beatles da qualche tempo. Per me i quattro di Liverpool erano stati fino a quel momento She loves you, Help! e A ticket to ride.
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Quando misi sul piatto quel disco, per comprare il quale avevo raccolto per mesi gli spiccioli da genitori e parenti, non avevo idea di cosa mi stesse per capitare. Avevo già assimilato la “svolta” sonora di Revolver, ma era niente rispetto a quello che mi aspettava. Dopo i rumori d’orchestra iniziali e la tagliente partenza della chitarra di George, la voce rauca di Paul mi lancia dritto dritto verso il tema epico dei corni inglesi del brano. Ricordo tutto di quel momento, come un fermo-immagine emotivo, una sospensione del tempo. L’emozione fu inspiegabile. La pelle d’oca, il senso di stupore, le lacrime sulle guance. Piangevo e non sapevo perché, mentre tutto mi appariva meravigliosamente colorato. Ho ripensato spesso in età matura a quel momento. Erroneamente relegandolo ad una esperienza tutta personale, circoscritta al piccolo mondo di un ragazzino di provincia, innamorato di musica inglese, con un improbabile caschetto del tutto fuori moda. Poi un giorno ho letto Summer of love, il libro che George Martin ha dedicato proprio a Sgt Peppers. Quelle sensazioni, quei brividi che ingenuamente avevo sempre creduto essere stati solo miei, avevano esattamente pervaso almeno tre generazioni di fans di tutto il mondo. Ho sorriso e atteso a lungo il momento giusto per dare vita ad un sogno covato per anni. Ascoltare Sgt Peppers dal vivo. E il momento è arrivato”.
Lo spettacolo era programmato nell’anno 2020, ma non è andato in scena per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute dello stato di emergenza sanitaria Covid-19. Per chi dispone dei biglietti emessi per le date del 19 marzo e del 2 ottobre 2020 sarà possibile accedere alla nuova data presentando all’ingresso del Teatro i biglietti in possesso. I posti indicati sul biglietto rimangono invariati.
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VIVOCONCERTI presenta
Un’ora sola vi vorrei ENRICO BRIGNANO
da giovedì 9 a domenica 12 dicembre
Enrico Brignano torna sulle scene con uno spettacolo che sfida e rincorre il tempo. A spasso nel suo passato, tra ricordi e nuove proposte che rappresentano un ponte gettato sul futuro, Enrico Brignano passeggia sulla linea tratteggiata del nostro presente, saltella tra i minuti, prova a racchiudere il fiume di parole che ha in serbo per il suo pubblico e a concentrare il più possibile, in un’ora e mezza di spettacolo. Enrico Brignano, attore comico dalla carriera ricca di successi, ha fatto del teatro la sua arena preferita per incantare il pubblico; dal primo spettacolo, “Mezzafigure” del 1996, con la regia del suo maestro Gigi Proietti, ha calcato in tutti questi anni i palcoscenici più prestigiosi d’Italia raccontandosi e raccontando vizi e virtù del nostro paese, irridendo certe abitudini e prendendo in giro prima
di tutto sé stesso, con monologhi ironici che analizzano il costume e la società attuali. Qualche titolo: “io per voi un libro aperto”, “le parole che non vi ho detto”, “Sono romano ma non è colpa mia”, “Tutto suo padre”, “il meglio d’Italia”, “Enricomicio da me”, “Innamorato perso” (e molti altri, ma sarebbe una lista troppo lunga) fino ad arrivare all’ultima fatica, “Un’ora sola vi vorrei”. Vincitore per 6 anni di seguito del biglietto d’oro, la cifra distintiva degli spettacoli brignaneschi è la risata con garbo e un grande rispetto per il pubblico, a cui riserva la sua parte migliore, quella del performer padrone della scena, abile affabulatore che prende per mano gli spettatori e li conduce nel suo mondo, fatto di risate e riflessioni. “Ruit hora”, dicevano i latini. “Il tempo fugge”, facciamo eco noi oggi.
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Che poi, che c’avrà da fare il tempo, con tutta questa fretta? E come mai, se il tempo va così veloce, quando stiamo al semaforo non passa mai? “L’attesa del piacere è essa stessa piacere”, sosteneva Oscar Wilde. In effetti, Oscar ha ragione. Perché quando sei sotto al sole alla fermata dell’autobus, ti fanno male i piedi, non ci sono panchine, è ora di pranzo e non hai neanche un pacchetto di crackers… e tornare a casa sarebbe essa stessa un piacere… lì l’attesa del piacere… per piacere… si capisce che è un piacere, no? Mi sa che le teorie di Oscar Wilde vanno un po’ riviste… A spasso nel suo passato, tra ricordi e nuove proposte che rappresentano un ponte gettato sul futuro, Enrico passeggia sulla linea tratteggiata del nostro presente, saltella tra i minuti, prova a racchiudere il fiume di parole che ha in serbo per il suo pubblico e a concentrarle il più possibile, in un’ora e mezza di spettacolo. Sì, un’ora e mezza. Ma il titolo dice “un’ora sola”. E la mezz’ora accademica non ce la mettiamo? E poi c’è il condizionale “vi vorrei”, che indica un desiderio non una realtà. O magari Brignano riuscirà magicamente, insieme al suo pubblico, a fermare anche il tempo?”
Dopo la lunga pausa forzata per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute allo stato di emergenza sanitaria Covid-19, le date annunciate inizialmente ad aprile 2020, poi marzo e novembre 2021 sono previste da giovedì 9 a domenica 12 dicembre. Ecco una utile guida per poter usufruire dei biglietti emessi per le date precedenti. Presentando all’ingresso del Teatro i biglietti in possesso sarà possibile accedere alle nuove date, col seguente calendario: - i biglietti in data 16 aprile 2020, 18 marzo e 4 novembre 2021 sono validi per giovedì 9 dicembre 2021 ore 20,45 - i biglietti in data 17 aprile 2020, 19 marzo e 5 novembre 2021 sono validi per venerdì 10 dicembre 2021 ore 20,45
- i biglietti in data 18 aprile 2020, 20 marzo e 6 novembre 2021 sono validi per sabato 11 dicembre 2021 ore 20,45 - i biglietti in data 19 aprile 2020, 21 marzo e 7 novembre 2021 sono validi per domenica 12 dicembre 2021 ore 16,45 I posti indicati sul biglietto rimangono invariati. Lo spettacolo del 3 novembre 2021 - per il quale erano validi i biglietti del 15 aprile 2020 e 17 marzo 2021 è stato ANNULLATO.
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IMARTS INTERNATIONAL MUSIC AND ARTS
Massimo Lopez Tullio Solenghi Show
sabato 18 dicembre
scritto e interpretato da MASSIMO LOPEZ e TULLIO SOLENGHI con la Jazz Company diretta da M° GABRIELE COMEGLIO
Massimo Lopez e Tullio Solenghi come due vecchi amici che si ritrovano, saranno di nuovo insieme in uno Show di cui sono interpreti ed autori. Uno spettacolo che dopo due stagioni trionfali in cui si sono superate le 200 repliche, si avvia alla terza con sempre rinnovata passione. Ne scaturisce una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Tra i vari cammei, l’incontro tra papa Bergoglio (Massimo) e papa Ratzinger (Tullio) in un esilarante siparietto di vita domestica, o quello di Maurizio Costanzo con Giampiero Mughini; e poi i duetti musicali di Gino Paoli e Ornella Vanoni, e quello di Dean Martin e Frank Sinatra, che ha sbancato la puntata natalizia di “Tale e Quale Show” del 2016, dalla quale è scaturito il desiderio di tornare sulle scene insieme. In
quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offrono alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile marchio di fabbrica. “Questo nostro spettacolo è nato quasi per gioco, con la voglia di tornare insieme sul palco dopo 15 anni, giocando appunto con i nostri attrezzi del mestiere, sketch, imitazioni, frammenti di teatro, parodie; il tutto condito da una bella colonna sonora, curata dal vivo dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio. Capita così di imbattersi in un Amleto multietnico, in un Rossini eseguito coi denti o ancora negli echi di politici vecchi e nuovi o nell’affaccio di Paolo Conte in persona.
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Una nostra scommessa, lanciata nell’estate 2017, che ci ha ripagati: i teatri esauriti ci stanno esaltando, e l’incontro col nostro pubblico contiene in sé una valenza affettiva che non era scontata. Ogni volta che il sipario si apre, infatti, è come se magicamente ci si ritrovasse tra parenti, quasi ogni spettatore ha un momento della sua vita legato a noi, legato al Trio: Come regalo di laurea dai miei genitori pretesi due biglietti per venirvi a vedere al Sistina. / Mio padre lo ricordo sempre serio, una sola volta lo vidi ridere, con voi / I primi gruppi di ascolto li istituimmo nel 1987 col Trio/Per far digerire ai miei figli i Promessi Sposi, sono stati provvidenziali i vostri. Così, ogni sera, oltre al divertimento condividiamo col nostro pubblico un coinvolgimento emotivo che tocca il suo apice nel ricordo di Anna, due minuti di commozione pura, anche se i suoi due ex compagni di giochi Tullio e Massimo la sua presenza in scena la avvertono per tutte le due ore di spettacolo.”
Lo spettacolo era programmato nell’anno 2020, ma non è andato in scena per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute allo stato di emergenza sanitaria Covid-19. Per chi dispone dei biglietti emessi per le date del 12 marzo e del 3 ottobre 2020 sarà possibile accedere alla nuova data presentando all’ingresso del Teatro i biglietti in possesso. I posti indicati sul biglietto rimangono invariati.
Masoni
Panforte di Siena IGP Ricciarelli di Siena IGP Cantuccini toscani IGP Panpepato, Cavallucci, Biscotti, Copate, Torrone, Uova pasquali, Cioccolato, Caffe’, Cesti regalo.
Masoni Pietro s.r.l.
Località Belvedere, ingresso 7 Colle Val d’Elsa, Siena Tel. 0577 930989 - fax 0577 931833 www.masonipietro.it info@masonipietro.it
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GINEVRA MEDIA PRODUCTION SRL presenta
Se devi dire una bugia dilla grossa ANTONIO CATANIA GIANLUCA RAMAZZOTTI PAOLA QUATTRINI
da martedì 21 a giovedi 23 dicembre
due atti di RAY COONEY versione italiana di IAIA FIASTRI regia originale di PIETRO GARINEI nuova messa in scena LUIGI RUSSO con NINI SALERNO MARCO CAVALLARO ALESSANDRO D’AMBROSI con la partecipazione di PAOLA BARALE scene originali di TERRY PARSONS riprese da MARCO PUPIN costumi di SILVIA MORUCCI luci di GIUSEPPE FILIPPONIO un progetto artistico di GIANLUCA RAMAZZOTTI
Com’è difficile tradire la moglie quando si è personaggi in vista, quando il tradimento si deve consumare in un albergo affollato e frequentatissimo e quando ci si mettono le coincidenze e gli intrecci: questa, in sintesi, la trama di SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA La commedia è ambientata in un albergo di lusso, dove il gioco delle porte ha facile presa, e dove l’incalzare della trama, densa d’equivoci e colpi di scena sempre più fitti, rende la vicenda ricca di divertimento e situazioni paradossali che stimolano la risata del pubblico. Cooney ha scritto questa farsa usando tutti i trucchi, i colpi di scena, le gags, gli effetti speciali, gli equivoci, i battibecchi, i rossori, gli spaventi, gli armadi, i letti e le vestaglie del teatro nato per far ridere pur specchiandosi nei vizi e nelle ipocrisie della società che ci circonda.
Com’è oramai tradizione non raccontiamo la trama che si svolge - prendendo a prestito Feydeau - in un albergo del libero scambio. Basta la premessa: il sottosegretario De Mitri (Antonio Catania) convince, nonostante la presenza della moglie Natalia (Paola Quattrini), il suo segretario Girini (Gianluca Ramazzotti) ad organizzargli un incontro galante con Susanna (Paola Barale), segretaria della FAO. E poiché proprio all’inizio il portaborse commette un errore di identità ne consegue una girandola di situazioni tutte legate dal filo doppio della risata. Riprendere uno spettacolo come il cavallo di battaglia della Ditta DorelliQuattrini-Guida, dopo più di 30 anni dalla prima rappresentazione del 1986, è come avere in mano una cambiale sicurissima, sia per il pubblico che per i teatri che lo ospitano.
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La solida struttura comica che caratterizza la commedia, che lo stesso Cooney aveva rappresentato allo Shaftesbury Theatre, che ha poi fatto il giro del mondo e che lo stesso Garinei ha poi portato in scena con enorme successo, è per il nostro mercato un grande ritorno. Dopo l’ultima edizione del 2000 con Jannuzzo, Quattrini, Testi, sempre per la regia di Garinei, per festeggiare i cento anni dalla nascita di un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, Ginevra Media Produzioni con la direzione artistica di Gianluca Ramazzotti ha deciso di montare una nuova produzione dello spettacolo. L’allestimento sarà ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la hall dell’albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione. La versione rinfrescata e attualizzata da Iaia Fiastri con un cast eccellente, vede protagonisti Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e la partecipazione di Paola Quattrini che per la terza volta interpreterà il ruolo della moglie dell’onorevole Natalia. Lo spettacolo inoltre vedrà la presenza di Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi, già interpretato nelle versioni precedenti da Gloria Guida e Anna Falchi. Il cast comprende anche Nini Salerno e Marco Cavallaro. In questa edizione con la nuova messa in scena di Luigi Russo che riprende la regia originale di Pietro Garinei, tutta l’ambientazione verrà esaltata dalle scenografie, interpretando in modo del tutto innovativo l’allestimento e donando al classico della commedia inglese una nuova vitalità. L’aspetto tecnologico, digitale e multimediale sfonderà l’idea della classica riproduzione scenografica degli ambienti, dando al suo posto una suggestione del clima che in questi ambienti si crea durante la pièce. Una modalità che nulla toglierà al ritmo della recitazione, ansi esalterà l’immedesimazione. L’operazione volutamente vede la luce nel 2019 a 100 anni dalla nascita di Pietro Garinei.
Il commediografo, drammaturgo e attore Raymond George Alfred Cooney è universalmente considerato un maestro della commedia inglese. Nato a Londra nel 1932 Cooney ha iniziato a recitare giovanissimo divenendo poi autore delle sue stesse piece intorno ai trent’anni. Il suo più grande successo, Run For Your Wife, è stato messo in scena nei teatri del West End di Londra per nove anni consecutivi, raggiungendo il record della sua commedia di durata più lunga, ma in ogni caso tutte le sue opere hanno avuto sempre un enorme successo di pubblico. Ray Cooney, nominato nel 2005 Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico come riconoscimento ai suoi servizi teatrali, nonostante l’età avanzata continua la sua carriera di regista. SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA con il titolo originale di “Two into One”, ha debuttato allo Shaftesbury Theatre di Londra il 24/10/84 diretta dall’autore.
Lo spettacolo era in programma nel 2020, ma non è andato in scena per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute allo stato di emergenza sanitaria Covid-19. Per chi dispone dei biglietti emessi per le precedenti date sarà possibile accedere alle nuove date in programma, occupando lo stesso posto indicato sul biglietto in possesso, col seguente calendario: i biglietti in data 13 marzo 2020 sono validi per martedì 21 dicembre 2021ore 20,45 i biglietti in data 14 marzo 2020 sono validi per mercoledì 22 dicembre 2021 ore 20,45 i biglietti in data 15 marzo 2020 sono validi per giovedì 23 dicembre 2021 ore 16,45
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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VERA Produzioni
Up & Down SIAMO TORNATI NORMALI Special Christmas
PAOLO RUFFINI
domenica 26 dicembre
e gli attori della compagnia MAYOR VON FRINZIUS al pianoforte CLAUDIA CAMPOLONGO consulenza Artistica CLAUDIA MAZZERANGHI regia LAMBERTO GIANNINI
Attore, regista, conduttore e autore poliedrico, carisma straordinario e comicità irriverente, Paolo Ruffini è uno dei volti più noti del panorama artistico italiano. Impegnato nel cinema, in TV e a teatro, parallelamente alla carriera, è da sempre attivo nel sociale con numerosi progetti, soprattutto legati alla disabilità e all’inclusione. Sul grande schermo è tra i protagonisti in commedie e pellicole d’autore - dalla tradizione dei cinepanettoni alla regia di successi che sbancano al botteghino - in Tv nella conduzione di programmi cult da prima serata, come Colorado e La Pupa e il Secchione, e a teatro spazia dalla prosa ai format di varietà come UP&Down, dove è in scena con attori disabili. È da sempre impegnato nel sociale e si definisce un “nerd” del cinema. La sua grande forza risiede nella disobbedienza, propria dell’arte,
che gli permette di coniugare il classico al pop, superando qualunque categoria. Ruffini è molto seguito anche sui social network, la sua pagina conta circa 3milioni di follower. Questo spettacolo parla anche di te, solo che tu ancora non lo sai… Un happening comico, disobbediente e commovente, che ha come filo conduttore le relazioni, tra cui quella con le emozioni, con il tempo, con la diversità. Paolo Ruffini, attore cinematografico e teatrale, conduttore televisivo, regista e scrittore, è in scena con gli attori disabili della Compagnia Mayor Von Frinzius. La Compagnia teatrale livornese è diretta da Lamberto Giannini dal 1997 ed è composta da 97 attori, metà di essi sono persone con disabilità, cinque di loro con Sindrome di Down, uno affetto da autismo e uno in carrozzina.
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Lo scheletro dello spettacolo è costruito sull’intenzione del protagonista di realizzare uno straordinario One Man Show, con imponenti scenografie ed effetti speciali. Parte però una sequela di boicottaggi e rocambolesche interruzioni in cui gli attori fanno irruzione dimostrando di essere molto più abili di lui. Attraverso il filtro dell’ironia si indaga il significato di abilità e disabilità, non riferito alla condizione genetica, quanto piuttosto alla felicità. Riflettendo su come esistano tante persone che non sono abili all’ascolto, alla bellezza, e che, a prescindere dal numero dei cromosomi, siamo tutti diversamente abili, diversamente normali e normalmente diversi. UP&DOWN è uno spettacolo ferocemente comico, che non risparmia niente e nessuno, e che racconta anche un certo tipo di resilienza: la capacità di trasformare il limite in opportunità. Una rappresentazione dai connotati surreali e dagli sviluppi inaspettati con una forte connotazione d’improvvisazione, che interrompe le liturgie teatrali e offre al pubblico una vera e propria esperienza in cui le distanze tra palcoscenico e platea si annullano, e attori e spettatori si trovano per condividere un gesto rivoluzionario: un grande abbraccio. Il tour 2018 ha visto andare in scena 50 repliche in 42 teatri, con un totale di 38 sold out e oltre 45mila biglietti venduti. Durante quella stagione UP&DOWN è stato in scena al Teatro Verdi e l’intera ripresa dello spettacolo è andato in onda in prima serata su Italia1 il 25 dicembre 2018, registrando oltre un milione di telespettatori. Come un appuntamento tanto atteso UP & DOWN è tornato al Teatro Verdi anche nella stagione 2019-20.
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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ENFITEATRO una produzione di MICHELE GENTILE
Manola NANCY BRILLI CHIARA NOSCHESE
da mercoledì 29 dicembre a domenica 2 gennaio
di MARGARET MAZZANTINI regia LEO MUSCATO
Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi,
rivalse canzonatorie. Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando per l’ennesima volta tutto. Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. MANOLA sarà in scena anche il 31 dicembre per la notte di Capodanno MARGARET MAZZANTINI Scrittrice, drammaturga e attrice italiana Margaret Mazzantini è figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e di una nota pittrice irlandese. Si diploma presso l’Accademia
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Nazionale d’Arte Drammatica all’inizio degli anni Ottanta. Successivamente si esibisce come attrice di teatro, cinema e televisione ma è conosciuta soprattutto come scrittrice; ha infatti esordito in letteratura con Il catino di zinco (Marsilio Editori, 1994), vincitore del Premio Campiello e del premio Opera Prima Rapallo-Carige. Nel 1995 Margaret Mazzantini scrive la pièce Manola, interpretandola a teatro insieme a Nancy Brilli, con la regia di Sergio Castellitto. Nel 1998 il testo viene pubblicato da Mondadori sotto forma di romanzo. Con Non ti muovere (Mondadori 2002) ha vinto il premio Strega. Nel 2008 la Mazzantini è ritornata nelle librerie con il romanzo Venuto al mondo. Del 2011 è Nessuno si salva da solo (Mondadori) a cui segue Mare al mattino (Einaudi). Nel 2013 viene pubblicato il suo ultimo romanzo Splendore, edito da Mondadori. Nel 2017 esce Fortunata, film diretto da Sergio Castellitto, di cui ha scritto la sceneggiatura. Scrive la sceneggiatura per il film Il materiale emotivo che esce nel 2021, diretto ed interpretato da Sergio Castellitto, che impersona il personaggio centrale di Vincenzo. I suoi libri sono tradotti in trentacinque lingue. LEO MUSCATO Regista e drammaturgo, Leo Muscato si trasferisce nel 1992 a Roma per studiare Lettere e Filosofia a La Sapienza. Durante gli anni di Università entra a far parte della compagnia di Luigi De Filippo e recita negli spettacoli Non è vero ma ci credo, Quaranta ma non li dimostra, e La lettera di Mammà. Trasferito a Milano mette in scena i suoi primi spettacoli, orientando i suoi interessi verso la drammaturgia contemporanea. Nella sua carriera ha ricevuto molti premi tra i quali il Premio della Critica come Miglior regista di Prosa e il Premio Abbiati come Miglior regista d’Opera. Parallelamente al lavoro di regista svolge attività di pedagogia teatrale. Conduce Master Class di recitazione e drammaturgia per attori, registi, drammaturghi e cantanti lirici. Da qualche anno è impegnato in una ricerca sulle diverse possibilità espressive dei quattro principali registri interpretativi: Tragico, Drammatico, Commedia e Comicità. Il suo lavoro è stato oggetto di Tesi di Laurea presso le Università di Cremona, Urbino, Chieti e Macerata, Roma Tre. Nel 2018 gira il suo primo lungometraggio, La rivincita, prodotto da Altre Storie, Rai Cinema e Apulia Film Commission.
Arà è una caffetteria, un bistrot, una bottega. Ci puoi fare colazione di corsa o con calma. Un arancino al volo o un aperitivo seduto. Azzannare uno sfincione o degustare i vini naturali e le birre artigianali dello scaffale. Imparare a conoscere i grani siciliani e innamorarti di un cannolo. Ogni ora del giorno è quella buona, per tutto il tempo che hai. Via Giosuè Carducci 55r - 50121 Firenze T. 055 3895893
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I Grandi di Toscana
Le Chiantigiane Soc. Coop. Agricola r.l.- Via Michelangelo 15 - 50028 Barberino Tavarnelle (FI) Tel. 055-8070031/2 - Fax 055-8070038 - E-mail: info@chiantigiane.it - www.chiantigiane.it
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BALLETTO DI MOSCA presenta
Schiaccianoci RUSSIAN CLASSICAL BALLET
lunedì 3 gennaio
Balletto in due atti musiche PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ coreografie MARIUS PETIPA e LEV IVANOV libretto MARIUS PETIPA e VASILI VAINONEN basato sulla fiaba di E.T.A. HOFFMANN scene RUSSIAN CLASSICAL BALLET costumi e direzione artistica EVGENIYA BESPALOVA
La storia del balletto classico Schiaccianoci ha avuto sempre un largo consenso al punto di diventare il balletto tipico natalizio da vivere con la famiglia. Compare nel cartellone di quasi tutte le nostre stagioni teatrali, riscuotendo un ottimo gradimento di pubblico di tutte le età: non poteva certo mancare quest’anno. A proporlo quest’anno sarà il RUSSIAN CLASSICAL BALLET con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova e Denis Karakashev, che già dalla sua fondazione avvenuta nel 2005 nella città di Mosca, conserva integralmente la tradizione del balletto classico russo. La compagnia è composta da un cast di ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche: Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm. Corpo di ballo e solisti, provenienti dalle principali Compagnie russe,
danno corpo a questo ensemble, nel quale preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con l’irriverenza di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita. Basato sulla fiaba “Lo schiaccianoci e il re dei topi”, di E.T.A. Hoffmann, il balletto racconta la storia di una ragazza che sogna un principe. In una selvaggia battaglia contro il Re dei Topi, lo Schiaccianoci è in pericolo. Clara, superando le sue stesse paure, entra in questa battaglia e lancia la sua scarpa, annientando la terribile creatura e rompendo l’incantesimo; lo Schiaccianoci diventa un bellissimo Principe. La fredda notte copre la città di fiocchi di neve. Lo Schiaccianoci porta Clara nel suo regno, il Regno dei Dolci, dove la Fata dello Zucchero condivide la gioia con tutti i bambini che, come
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Clara, possono ancora sognare. Una storia che attiva l’immaginazione in ognuno di noi, portandoci nel regno della fantasia. La composizione musicale del balletto ha reso immortale il genio Pëtr Il’ič Čajkovskij, esaltandolo, in passaggi melodici come “Danza dello zucchero fatato” e “Il valzer dei fiori”. Fu il francese Alexandre Dumaspadre a dare nel 1844 un tocco francese al racconto “Lo Schiaccianoci”, inventato dal tedesco romantico Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e pubblicato per la prima volta a Berlino nel 1816. Dopo 48 anni, Čajkovskij lo interpretò con il linguaggio della musica, mentre il leggendario Marius Petipa lo mise “sulle punte”. Da allora, “Lo schiaccianoci” è uno dei balletti più popolari del mondo. La prima del balletto si tenne il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij a San Pietroburgo. Sul palcoscenico danzavano gli studenti della scuola di teatro della compagnia teatrale imperiale. Tutti i giovani artisti ricevettero da Čajkovskij una scatola di cioccolatini e il balletto creò una stabile tradizione: portare sul grande palcoscenico anche i piccoli ballerini.
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La Tosca è stata la prima pasta prodotta in Toscana con il metodo di filiera. Tutti i passaggi, dalla materia prima al prodotto finito, sono controllati e garantiti. La tracciabilità è quindi completa. Il grano è esclusivamente grano duro toscano, coltivato e selezionato nelle terre vocate della
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ALESSANDRO LONGOBARDI OTI Officine Del Teatro Italiano in coproduzione con VIOLA PRODUZIONI e con BOTTEGA TEATRO MARCHE presentano
La piccola bottega degli orrori GIAMPIERO INGRASSIA FABIO CANINO BELIA MARTIN
da venerdì 7 a domenica 9 gennaio
testi e libretto HOWARD ASHMAN musiche ALAN MENKEN con EMILIANO GEPPETTI, VELMA K, GIOVANNA D’ANGI, STEFANIA FRATEPIETRO, CLAUDIA PORTALI adattamento e regia PIERO DI BLASIO
Che cosa saresti disposto a fare per ottenere quello che hai sempre desiderato? Saresti disposto a mentire? Saresti disposto ad ingannare? Saresti disposto ad ammazzare... di risate? Tutto questo è possibile grazie ad una pianta un po’ particolare... diversa. La “queen” di tutte le piante, che si trova solo in una Piccola Bottega... molto vicino a te! Non mi credi? Chiedi a Seymour, il garzone del negozio. O ad Audrey, la ragazza che lui ama. O all’avido Mushnik. O al povero dentista squinternato. Insomma, chiedi a chi vuoi, ti diranno tutti la stessa cosa: i tuoi desideri si avvereranno solo venendo nella Piccola Bottega Degli Orrori. Te lo prometto: Morirai... dal ridere! Un saluto dalla Pianta... ehm... da una cliente mooolto soddisfatta!
Dopo 30 anni GIAMPIERO INGRASSIA torna ad interpretare il ruolo di Seymur ne LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI - il primo musical italiano prodotto dalla Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi - che ha segnato nel 1989 il suo primo debutto in un genere che negli anni lo ha visto con successo protagonista di grandi titoli internazionali. Sarà in scena con lui FABIO CANINO, già attore di esperienza nel teatro di prosa, che affronta con grande entusiasmo per la prima volta il musical, interpretando il ruolo di Mushnik. Ad affiancarli nel ruolo di Audrey l’esplosiva BELIA MARTIN che torna in Italia dopo lo straordinario successo di Sister Act prodotto da Alessandro Longobardi.
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New York, anni ‘60. Seymour Krelborn lavora nel negozio di fiori del signor Mushnick insieme ad Audrey, la sua giovane collega. Quando Mushnik decide di chiudere il negozio per la poca clientela Audrey gli consiglia di esporre la strana piantina che possiede Seymour, presa in un negozio cinese durante un’eclissi. In effetti la pianta, soprannominata da Seymur “Audrey 2”, esposta in vetrina attira nuovi clienti, ma inizia a morire proprio quando gli affari del negozio migliorano, preoccupando Seymur che prova di tutto per farla star meglio. Nulla funziona, finché tagliandosi accidentalmente un dito scopre che Audrey 2 si nutre esclusivamente di sangue umano per vivere e crescere. Diventato una celebrità, Seymour prova a chiedere ad Audrey di uscire con lui, ma lei rifiuta l’invito per via del suo fidanzato, il dottor Orin Scrivello, un sadico e violento dentista. In realtà Audrey segretamente ricambia l’amore che Seymour prova per lei. Una notte, non appena Seymour chiude il negozio, Audrey 2, sempre più grande, inizia a parlare chiedendogli di ricevere più sangue, ma Seymour non è più in grado darle il proprio. Allora la pianta gli propone di uccidere la gente per nutrirla, promettendogli che in cambio lo farà diventare ricco e famoso. Inizialmente Seymour rifiuta l’orribile proposta, ma quando vede Audrey che viene maltrattata da Scrivello, cambia idea. Da lì in poi gli eventi sfuggono di mano al povero Seymour in un susseguirsi di omicidi e risate, fino ad arrivare ad un finale inaspettato e “diverso”. Il musical Little Shop of Horrors basato sull’omonimo film del 1960 diretto da Roger Corman, debutta nel 1982 al Works Progress Administration Theatre di New York, per poi spostarsi all’Orpheum Theater, uno dei più importanti teatri OffBroadway. La produzione riceve critiche molto positive, vincendo diversi premi sia a New York che a Londra. Dopo 2.209 repliche, è il terzo musical più a lungo rappresentato nella storia dei teatri Off-Broadway. Nel 2003 il musical fa il salto di qualità e debutta in un teatro di Broadway, il Virginia Theater, dove rimane in scena per quasi un anno. Nel 1986 la trasposizione cinematografica diretta da Frank Oz ottiene due candidature agli Oscar per i migliori effetti speciali e la miglior canzone originale Mean Green Mother from Outer Space, che insieme al brano che dà il titolo al musical diventa una hit. In Italia il musical è stato prodotto per la prima volta dalla Compagnia della Rancia nel 1988 per la regia di Saverio Marconi e poi ripreso in diverse edizioni successive. Dopo 12 anni torna nei teatri italiani in coproduzione con Bottega Teatro Marche, che ne ha riacquistato i diritti ed è pronta a presentarlo in tour nella sua versione 2.0.
Brunch della
Ristorante
Domenica
Aperitivo dalle ore 18.00
Felici di incontrarvi prima e dopo lo spettacolo tutti i giorni dalle 12.30 alle 15 e dalle 19 alle 01
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI
055 28.41.70
Via della Vigna Vecchia angolo Via dell’Acqua
www.acquaal2.it
Teatro Verdi
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SHOW BEES in collaborazione con COLIN INGRAM e HELLO ENTERTAINMENT presenta
Ghost il musical
da venerdì 14 a domenica 16 gennaio
regia FEDERICO BELLONE libretto e testi BRUCE JOEL RUBIN musica e testi DAVE STEWART e GLEN BALLARD regia associata e coreografia CHIARA VECCHI scenografia FEDERICO BELLONE
Tratto dall’omonimo film del 1990 Ghost diretto da Jerry Zucker, interpretato da Patrick Swayze, Demi Moore e Whoopi Goldberg, GHOST il musical può essere definito il musical sensoriale e fantasy per eccellenza. E’ un racconto senza tempo, un’appassionante storia d’amore che ha commosso più di una generazione, capace di rendere percettibili i sentimenti e i comportamenti umani: amore, inganno, ironia, amicizia e avidità sono le fondamenta di quello che può essere definito il musical sensoriale e fantasy per eccellenza. Un cast eccezionale capitanato da Giulia Sol, artista di punta di Tale e Quale Show, il varietà televisivo di Rai Uno. Trasposizione fedele del cult movie e vincitore di un Golden Globe (miglior attrice non protagonista) e due premi Oscar (miglior sceneggiatura e miglior attrice non protagonista), Ghost Il
Musical è adattato per il teatro dallo stesso sceneggiatore originale, Bruce Joel Rubin. L’impianto narrativo, seppur cinematografico, sposa appieno le regole dettate dal teatro e dal musical: le vite di Sam banchiere di New York e Molly, giovane artista, vengono sconvolte dall’omicidio di lui. Ma Sam si ritrova fantasma e per manifestarsi a Molly si serve della truffaldina medium Oda Mae. I due cercano di convincere Molly dell’esistenza di una vita ultraterrena e insieme riusciranno a smascherare il mandante dell’omicidio di Sam. A tenere legate le vite dei protagonisti è la lotta tra il bene e il male, dove l’amore vincerà su tutto. La regia e la scenografia sono affidate a Federico Bellone firma prestigiosa che ha contribuito al trionfo di grandi musical sia a livello nazionale che
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internazionale. Tra i successi che portano il suo nome Mary Poppins, Fame, West Side Story, The Bodyguard-Guardia del corpo, Dirty Dancing, Newsies, A qualcuno piace caldo. La grande spettacolarità degli effetti speciali, tra le caratteristiche principali sia del film che del musical vede la collaborazione di Paolo Carta, brillante illusionista, che ha già firmato musical di grande successo come Mary Poppins. La colonna sonora, pop-rock e ballabile al tempo stesso, è arrangiata da due big della musica internazionale: Dave Stewart ex componente degli Eurythmics e Glen Ballard tra gli autori della musicista canadese Alanis Morissette. Fiore all’occhiello l’indimenticabile brano Unchained Melody dei The Righteous Brothers, sottofondo musicale di una delle scene più emozionanti e copiate del panorama cinematografico e teatrale internazionale degli ultimi trent’anni. A interpretare Molly con la sua freschezza e dolcezza, la giovane e promettente Giulia Sol. FEDERICO BELLONE – nota di regia Penso che quasi tutti nel mondo del teatro abbiano desiderato almeno una volta portare in scena il film Ghost. La ragione è l’incredibile inventiva della storia e la sua natura spontaneamente un po’ teatrale…avere sul palcoscenico un primo attore che, per esigenze di copione, non possa essere visto dagli altri, ritengo comporti “un certo non so che” di pirandelliano. Inoltre, nonostante si tratti di un musical ad alto tasso di spettacolarità - grazie anche agli innumerevoli effetti speciali, che nel nostro allestimento si avvalgono della collaborazione di Paolo Carta - lo spettacolo in fondo racconta un momento di vita di quattro personaggi coadiuvati da altri attori e un ensemble. Il punto quindi, ancora una volta, è che il soggetto sia estremamente adatto al palcoscenico, e che una storia così intima e violenta sia certamente capace di trasmettere una grande emozione allo spettatore… La chiave di lettura infatti è suggerita, come spesso
accade, dal problema che accomuna i personaggi principali: “non si può tornare indietro… le nostre scelte, azioni della vita, creano delle conseguenze spesso irreversibili. E da qui scaturisce il tutto! Una score decisa, pop-rock, a tratti ballabile, frutto di un ex Eurythmics e un premiato autore dell’album di punta per Alanis Morissette (ma senza dimenticare l’iconica Unchained Melody), questa volta con un arrangiamento ancora più terreno, per celebrare gli anni ’90 che, oltre a essere il background originale del film, rappresentano molto per gli spettatori di oggi. Le coreografie, sempre fedeli al racconto, con gesti, movimenti, azioni e passi, che descrivono in modo eclettico l’ambiente e la realtà della storia stessa. La scena è di design, vera, con un meccanismo d’invenzione, ma allo stesso tempo funzionale all’intimità della chiave drammaturgica. I costumi riecheggiano il film, ma con un punto di vista quotidiano perché la nostra mente filtra inevitabilmente un ricordo. Le luci dipingono la nostalgia di una New York di vent’anni fa ma che sembra così lontana, forse con un pizzico di acidità. Il suono infine si divide tra servire la prosa nel modo più reale possibile e un mondo “rock” che forse non c’è più se non nelle nostre memorie. L’obiettivo? Far sì che con questo romantico thriller lo spettatore possa stringere la mano della persona che è venuta con lui o lei a teatro, o correre da colui o colei a cui tiene nel profondo, per non perdere l’occasione di dire ancora una volta, o per la prima volta, “ti amo”, e per davvero… … perché i treni della vita spesso passano una sola volta, e altrettanto spesso non si può tornare indietro. Lo spettacolo era in programma nel 2020, ma non è andato in scena per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute allo stato di emergenza sanitaria Covid-19. Per chi dispone dei biglietti emessi per le precedenti date sarà possibile accedere alle nuove date in programma, occupando lo stesso posto indicato sul biglietto in possesso, col seguente calendario: i biglietti in data 8 maggio 2020 sono validi per venerdì 14 gennaio 2021 ore 20,45 i biglietti in data 9 maggio 2020 sono validi per sabato 15 gennaio 2021 ore 20,45 i biglietti in data 10 maggio 2020 sono validi per giovedì 23 dicembre 2021 ore 16,45 Lo spettacolo del 7 maggio 2020 è stato ANNULLATO. I possessori di tali biglietti possono chiedere una ricollocazione nelle nuove date via e-mail, inviando una scansione dei biglietti e indicando la data scelta a info@teatroverdionline.it
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ALESSANDRO LONGOBARDI OTI Officine Del Teatro Italiano in coproduzione con VIOLA PRODUZIONI presentano
Aladin il musical geniale da sabato 29 a domenica 30 gennaio
musiche originali e arrangiamenti musicali DAVIDE MAGNABOSCO, ALEX PROCACCI, PAOLO BARILLARI scritto e diretto da MAURIZIO COLOMBI
Dopo il successo della stagione 2019-20 ALADIN il musical geniale riparte in tour con una nuova versione ed un cast parzialmente rinnovato. Maurizio Colombi, regista, autore e attore, e Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, tornano insieme per un nuovo grande family show: ALADIN il Musical Geniale con l’intento di replicare il grande successo di “Rapunzel il Musical”, “Peter Pan il musical” e “La Regina di Ghiaccio il musical” tutti ideati e diretti da Maurizio Colombi. Più di un family show, il nuovo musical liberamente ispirato a Le mille e una notte, una delle più celebri novelle orientali, ripercorre le avventure di Aladino e del genio della lampada, in una sontuosa ambientazione con alcune contaminazioni in stile Bollywood, sia nelle musiche che nelle coreografie.
La scrittura del testo e delle musiche, la progettazione delle scene e dei costumi, la scelta del cast sono stati definiti da Maurizio Colombi e dell’oramai più che collaudato cast creativo composto da Alessandro Chiti per la scenografia, che prevede 24 cambi scena che appariranno e spariranno come d’incanto, avvalendosi di uno spettacolare disegno luci curato da Christian Andreazzoli (i quadri sveleranno paesaggi desertici, il sontuoso palazzo del Sultano, il balcone di Jasmine sul giardino del palazzo, il fervente mercato della città, la prigione, la bottega di Aladin, la grotta del tesoro e il romantico volo di Aladin e Jasmine sui tetti di Bagdad); Francesca Grossi per gli scintillanti e preziosi costumi; Rita Pivano per le coreografie. Davide Magnabosco, Alex Procacci e Paolo Barillari, autori delle musiche
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di “Rapunzel” e de “La regina di Ghiaccio”, hanno composto quattordici dei diciassette brani musicali previsti. I restanti brani spazieranno dalla musica pop rai di Cheb Khaled, alla musica italiana anni ’60, a medley di successi internazionali. Gli effetti speciali di grande impatto visivo curati da Erix Logan, tra i quali le apparizioni e le sparizioni dei due geni e le trasformazioni di Aladin, sorprenderanno e stupiranno il pubblico. Il disegno fonico è di Emanuele Carlucci, mentre i contributi video sono di Claudio Cianfoni. Nella storia troveremo tutti i personaggi classici della fiaba: Aladin, Jasmine, il Genio della lampada, il Genio dell’anello, il potente e malvagio Jafar, consigliere del Sultano, la mamma di Aladino. Accanto a loro personaggi inediti: Abdul, ladruncolo amico di Aladin, l’ancella amica di Jasmine, Coco la simpatica scimmia ammaestrata, Skifus l’assistente di Jafar, guardie e concubine. Il cast è composto da 20 attori, cantanti e ballerini. Emanuela Rei è Jasmine, in apparenza indifesa, nella realtà ribelle e indipendente, pragmatica e risoluta. Attrice in numerose serie tv per ragazzi, è stata protagonista della popolarissima serie tv “Maggie & Bianca Fashion Friends”. Una riscrittura di una delle più belle fiabe senza tempo per un musical comico e irriverente che gioca con l’equivoco che incanterà grandi e piccini in un’atmosfera spettacolare, piena di magia, avventura, risate e musiche strepitose.
41° Stagione Concertistica 2021/2022
CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE
direttore artistico DANIELE RUSTIONI
Giovanni SOLLIMA Alena BAEVA Andrea BATTISTONI Erina YASHIMA Nil VENDITTI Lorenza BORRANI Alessandro CADARIO William CHIQUITO James CONLON Pietro DE MARIA Vadim KHOLODENKO Alina IBRAGIMOVA Ryan McADAMS Stefan MILENKOVICH Kazushi ONO Donato RENZETTI Giovanni SCIFONI
BIGLIETTI da € 17,00 a € 19,00 in vendita alla Biglietteria del Teatro Verdi, presso i punti vendita del circuito BoxOffice e Ticketone e online su www.teatroverdifirenze.it con relative commissioni aggiuntive.
Biglietteria del Teatro Verdi
via Ghibellina, 97 Firenze - tel. 055 212320 aperta da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; dal 1° dicembre anche il sabato ore 16-19; nei giorni di spettacolo serale anche 20-21; le domeniche pomeriggio di spettacolo 15-17. teatro@orchestradellatoscana.it
Fondazione ORT
via Verdi, 5 - Firenze tel. 055 2340710 info@orchestradellatoscana.it
con il contributo di
www.orchestradellatoscana.it
Sede Legale e Amministrativa.: Via San Quirico, 199 – 50013 Campi Bisenzio (FI) Tel.: 055/ 3850100 - E-mail: rifredi@cooprifredi.com www.cooprifredi.com Segui la nostra pagina Instagram: cooprifredi
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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SONI Produzioni
Forza venite gente
domenica 6 febbraio
40°Anniversario scritto da MARIO e PIERO CASTELLACCI con la collaborazione di RENATO BIAGIOLI e PIETRO PALUMBO musiche MICHELE PAULICELLI, GIAMPIERO BELARDINELLI, GIANCARLO DE MATTEIS scene ALESSANDRO CHITI regia ARIELE VINCENTI
Durante la preparazione di uno spettacolo teatrale, tutti indistintamente, Artisti, Autori e Maestranze, sognano un trionfo indimenticabile che li collochi, di diritto, nell’Olimpo riservato ai Grandi Successi. Di sicuro, però, nessuno oserebbe mai immaginare un’affermazione da Guinness dei Primati. Ma a volte i sogni, come nella migliore tradizione cinematografica statunitense, diventano realtà. E così, nel lontano 9 ottobre 1981, esattamente 40 anni fa, al Teatro Unione di Viterbo, debuttò una Commedia Musicale che nel giro di pochi anni, sarebbe diventata un vero e proprio spettacolo-culto dell’intero panorama nazionale, arrivando a varcarne gli stessi confini geografici, per essere tradotta in otto lingue, e rappresentata in Paesi come Brasile, Messico, Polonia, Ucraina, Albania
e Bielorussia. Stiamo parlando proprio dell’italianissimo FORZA VENITE GENTE. 3.500 repliche, oltre 2 milioni e 500 mila spettatori… soltanto a Roma, in Piazza San Giovanni, il 16 agosto del 2000, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, lo spettacolo raccolse 250.000 presenze, e a Padova, nello Stadio Appiani, insieme a Papa Giovanni Paolo ll, assistettero alla Rappresentazione, oltre 30,000 spettatori. Il cd delle musiche originali ha venduto, negli anni, centinaia di migliaia di copie in Italia e all’estero. Si, decisamente numeri da capogiro per uno spettacolo musicale, tutto orgogliosamente italiano. E oggi, in occasione del quarantennale (1981-2021), la SONI PRODUZIONI Srl propone una nuova versione di FORZA VENITE GENTE. Fedele all’originale per trama
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e contenuti, per sviluppo drammaturgico e partiture musicali, ma profondamente rinnovato nella tecnologia e nella qualità dell’Allestimento. Tanto da riportare la Commedia Musicale alle atmosfere di un vero e proprio Musical di immagine nord-europea, rimanendo però profondamente ancorata alla maestosità di una figura, quella di San Francesco, che nel mondo, è icona della cultura apostolica ed emblema della spiritualità cattolica. La trama, incentrata sulla figura del Patrono d’Italia, racconta i valori e le emozioni della quotidianità, ma dedica interessanti momenti e intense riflessioni sul rapporto tra padri e figli, spesso contaminato da aspettative diverse e da valori distanti, che alimentano sofferenti dicotomie, nella ricerca disperata di un reciproco amore. In questo particolare caso, un Commerciante grezzo e banalmente materialista non può comprendere le mete superiori e trascendenti del Figlio. E, per molti versi, è anche umanamente comprensibile:
San Francesco è considerato una figura rivoluzionaria nella Chiesa Cristiana: Papa Pio XII, lo definirà il “il più italiano dei santi e più santo degli italiani” … una statura troppo alta, forse, per una personalità modesta come quella di suo padre Pietro Bernardone. Lo spettacolo offre due diversi piani di lettura: da una parte la rappresentazione di una verità documentata, la descrizione di un contesto all’interno del quale si muove la figura di San Francesco d’Assisi, dall’altra, il rapporto fra padri e figli, che non ha bisogno di riferimenti storici, perché fa parte della storia dell’umanità, di tutte le generazioni e di tutte le epoche. 20, fra Attori, Cantanti e Ballerini, ci accompagneranno in questo viaggio musicale, che racconta una delle figure più importanti della Cristianità. Un viaggio per alcuni aspetti mistico e spirituale, per altri, di elegante intrattenimento e di travolgente simpatia.
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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DIANA OR.I.S presenta
Il silenzio grande MASSIMILIANO GALLO
da venerdì 11 a domenica 13 febbraio
una commedia di MAURIZIO DE GIOVANNI con STEFANIA ROCCA, ANTONELLA MOREA, PAOLA SENATORE, JACOPO SORBINI, regista assistente EMANUELE MARIA BASSO regia ALESSANDRO GASSMANN
Straordinario trionfo della stagione teatrale 2019/2020, torna in teatro lo spettacolo scritto da Maurizio de Giovanni IL SILENZIO GRANDE, diventato anche un film di successo presentato all’ultimo Festival di Venezia. Scrittore napoletano di fama internazionale, Maurizio De Giovanni è autore di numerosi libri di successo diventati poi note serie televisive da “ I bastardi di Pizzo Falcone”, “Il Commissario Ricciardi” fino a “ Mina settembre”. Questa bellissima commedia in due atti, prodotta dal Teatro Diana di Napoli, vede come protagonisti Massimiliano Gallo, Stefania Rocca e Antonella Morea guidati dall’ intensa e originale regia di Alessandro Gassmann. ALESSANDRO GASSMANN note di regia L’incontro con Maurizio De Giovanni è stato nella mia carriera recente,
portatore di novità importanti e di progetti che mi hanno appassionato. In Qualcuno volo sul nido del cuculo l’adattamento di Maurizio mi ha permesso di portare quella storia che trasuda umanità, in Italia nel 1982, conferendole una immediatezza ed una riconoscibilità ancora più efficaci per il nostro pubblico, regalando allo spettacolo un successo straordinario. Ho poi approfondito la mia conoscenza delle umanità raccontate da De Giovanni, interpretando l’ispettore Lojacono nella fortunatissima serie televisiva, giunta alla seconda stagione, I bastardi di Pizzo Falcone. Quando in una pausa a pranzo con Maurizio parlammo de Il silenzio grande vidi l’idea nascere lì in pochi minuti. Ebbi subito la sensazione che, nelle sue mani, un tema importante come quello dei rapporti familiari, del tempo che scorre, del luogo
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dove le nostre vite scorrono e mutano negli anni, ovvero la casa, avrebbe avuto una evoluzione emozionante e sorprendente. Immagino uno spettacolo dove le verità che i protagonisti si dicono, a volte si urlano o si sussurrano, possano farvi riconoscere, dove, come sempre accade anche nei momenti più drammatici, possano esplodere risate, divertimento, insomma la vita. Questa è una delle funzioni che il teatro può avere, quella di raccontarci come siamo, potremmo essere o anche quello che saremmo potuti essere. Questa storia ha poi al suo interno grandissime sorprese, misteri che solo un grande scrittore di gialli come Maurizio De Giovanni avrebbe saputo maneggiare con questa abilità e che la rendono davvero un piccolo classico contemporaneo. Per rendere al meglio, il teatro necessita di attori che aderiscano in modo moderno ai personaggi e penso che Massimiliano Gallo, con il quale ho condiviso set e avventure cinematografiche, sia oggi uno degli attori italiani più efficaci e completi. Sarà per me una grande gioia dirigerlo in un personaggio per lui ideale. Questo facciamo a teatro, o almeno ci sforziamo di fare, cerchiamo disperatamente la verità, e confidiamo nella vostra voglia di crederci. MASSIMILIANO GALLO Figlio d’arte, il padre era Nunzio Gallo, Massimiliano Gallo debutta a teatro all’età di cinque anni e a dieci è già protagonista di diversi telefilm per bambini girati per la Rai. Comincia a recitare presso la Compagnia di Carlo Croccolo e nel 1988 fonda, insieme al fratello Gianfranco, la “Compagnia Gallo” che vanta numerosi successi teatrali come la Francesca da Rimini diretta da Aldo Giuffré. Carlo Giuffré lo sceglierà per interpretare Mario Bertolini, ruolo che fu di Peppino De Filippo, in Non ti pago di Eduardo De Filippo. Nel 2006 recita con Vincenzo Salemme in Bello di papà e successivamente in La gente vuol ridere ed esordisce sul grande schermo a seguito di un provino con il regista Marco Risi in Fortapasc, film ambientato sulle vicende del giovane giornalista Giancarlo Siani. Nel 2010 è Salvatore in Mine vaganti di Ferzan Özpetek e nel 2011 recita in La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo.
Nel 2015 è tra i protagonisti di Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, con Valeria Golino. L’anno seguente è il capitano della nave di Onda su onda, la terza regia di Rocco Papaleo. Al teatro e al cinema alterna la radio e la televisione: dal 2017 è il commissario Luigi Palma ne I Bastardi di Pizzo Falcone. Nel 2019 è Pietro De Ruggeri nella serie RAI Imma Tataranni - Sostituto procuratore. Massimiliano Gallo ha inciso due dischi raccolta, il primo dedicato a Titina De Filippo e il secondo a Raffaele Viviani.
FIRENZE
Via della Fangosa, 2/4 50032 Borgo San Lorenzo (FI) Tel. 055 8495144
MILANO
Via T. Edison, 110 20019 Settimo Milanese (MI) Tel. 02 50043155
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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MIC Musical International Company Produzioni
La Divina Commedia
da venerdì 18 a domenica 20 febbraio
musiche MARCO FRISINA testi GIANMARIO PAGANO e ANDREA ORTIS regia ANDREA ORTIS
«Essere a Firenze, nella città di Dante, nell’eco che dura ancora delle celebrazioni per i 700 anni della sua morte, è un’emozione assolutamente unica – dichiara il regista Andrea Ortis. – Abbiamo ripreso il cammino tratto da un’opera immortale e il tour 2021-’22 ha dato ragione all’attesa, nostra e del pubblico, che ovunque siamo stati, nelle tantissime città italiane già toccate, ci ha regalato un calore straordinario, per noi e per il nostro lavoro linfa vitale. Ci emoziona profondamente essere al Teatro Verdi».
soddisfazione. Firenze, non c’è bisogno di sottolinearlo ancora, è una tappa importantissima », aggiunge l’attore Antonello Angiolillo, interprete di Dante. L’opera musical LA DIVINA COMMEDIA nelle precedenti stagioni ha incantato tantissimi palcoscenici italiani con ripetuti sold out. Nel nuovo tour 2021-’22, l’acclamato kolossal si rianima di nuova potenza e straordinaria bellezza e non poteva certo mancare la patria di Dante con emozioni ed entusiasmo del tutto speciali.
«Questo nostro è uno spettacolo in continua evoluzione con linguaggi che sanno parlare anche alle nuove generazioni e nuove saranno le emozioni che ci regaleremo a vicenda. Abbiamo avuto e abbiamo di nuovo adesso molti sold out che sono per noi motivo di profonda
Il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, tra vizi, peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, riprende la forma dello spettacolo di voci, danze e tecnologia in un allestimento così straordinario da far guadagnare a
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La Divina Commedia Opera Musical la Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, il titolo per ben due volte di Miglior Musical al Premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri all’intero tour. Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza. Interpreti eccezionali danno vita ai personaggi più emblematici, unici ed eterni del poema dantesco: Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra (Francesca, Matelda), Angelo Minoli (Ulisse, Guido Guinizzelli), Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna), Antonio Melissa (Ugolino, Catone), e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne e Arnaut). Il corpo di ballo acrobatico, guidato dal capoballetto Mariacaterina Mambretti, è come un’onda che avvolge il racconto. Tutt’attorno, una realtà aumentata dà al passato sostanza di presente. Proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo immergono nell’immensità sublime che il padre della lingua italiana ha saputo creato con i versi celeberrimi delle tre cantiche di Inferno, Purgatorio e Paradiso. E in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale della narrazione, tutti gli spettatori, anche i più giovani, possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del poeta fiorentino. L’edizione 2021-2022 si arricchisce di numerose novità a completamento di testi innovativi e quadri scenici realizzati e pensati dal regista e dal team creativo per rendere l’opera musical un moderno kolossal teatrale. Ci saranno infatti nuovi effetti tecnologici di luci e proiezioni, ancor più evoluti e sorprendenti, che dipingono la scena con quadri in 3D in continuo mutamento e nuove live session di percussioni, con strumentazione potenziata per il massimo coinvolgimento ritmico dei ballerini in scena e del pubblico in sala.
Oltre due ore di spettacolo, in due atti, più di 200 costumi e 70 scenari: numeri così importanti rivelano tutto l’amore e tutto l’impegno riversati in questo preziosissimo musical di continua tensione. Una riscrittura fluida dei versi e delle storie più toccanti del poema rende poi semplice e immediata la sua totale comprensione. Il tour 2021-‘22 de La Divina Commedia Opera Musical si avvale del prestigioso sostegno degli sponsor TIM, BNL, Poste italiane, Alfa Romeo e numerosi altri, di Radio Italia radio ufficiale, e del vettore ufficiale Trenitalia.
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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BLU PRODUZIONI presenta
Noi. Mille volti e una bugia GIUSEPPE GIACOBAZZI
venerdi 25 febbraio
di e con ANDREA SASDELLI collaborazione ai testi CARLO NEGRI da un’idea di FABRIZIO ISEPPATO regia CARLO NEGRI
Andrea Sasdelli alias Giuseppe Giacobazzi, ovvero l’uomo e la sua maschera. Un dialogo interiore ed esilarante di 25 anni di convivenza, a volte forzata, fatto di avventure ed aneddoti, situazioni ed equivoci, gioie e malinconie, sempre spettatori e protagonisti di un’epoca che viaggia a velocità sempre maggiore. Dove in un lampo si è passati dalla bottega sotto casa alle “app” per acquisti, dal ragù sulla stufa ai robot da cucina programmabili con lo smartphone; il tutto vissuto dall’uomo Andrea e raccontato dal comico Giacobazzi. Come in uno specchio, o meglio come in un ritratto (l’omaggio a Dorian Gray è più che voluto), dove questa volta ad invecchiare è l’uomo e non il ritratto. Sono proprio questi i “NOI” che vediamo riflessi nei nostri mille volti (i rimandi letterari non mancano, dal già citato Wilde a Pirandello,
da Orwell a Hornby), convivendo, spesso a fatica con la bugia del compiacerci e del voler piacere a chi ci sta di fronte. È uno spettacolo che con ironia e semplicità cerca di rispondere ad una domanda: Dove finisce la maschera e dove inizia l’uomo? che poi è il problema di tutti, perché tutti noi conviviamo quotidianamente con una maschera. Comico romagnolo doc, fin dal lontano 2006 Giacobazzi è tra i personaggi di punta di Zelig, trasmissione tv che lo vede protagonista in tutte le edizioni. Nel 2011 è tra gli attori del film Baciato dalla fortuna, al fianco di Vincenzo Salemme e Alessandro Gassman; a Natale dello stesso anno debutta nel cinepanettone Vacanze di Natale a Cortina insieme a Christian De Sica. L’esperienza sul grande schermo continua poi con
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All’ultima spiaggia (2012, regia di G. Ansanelli), Regalo a sorpresa (2013, regia di Fabrizio Casini) ed un cameo nel film Natale al Sud con Massimo Boldi (2016, regia di Federico Marsicano.) Seguono nel 2018 Buon lavoro, regia di Marco Demurtas e Tutto Liscio nel 2019. In televisione ha partecipato ad alcuni episodi delle serie tv Don Matteo, Summertime e L’ispettore Coliandro. A teatro i suoi spettacoli Apocalypse prima e Un po’ di me – genesi di un comico dopo, registrano sempre il sold out, e per le successive stagioni teatrali ha proposto Io ci saro’ “ con più di 140 repliche sold out nei Teatri d’Italia. Nel 2016 esce il suo nuovo romanzo Un po’ di me, scritto a quattro mani con Carlo Negri, edito da Sperling & Kupfer.
Lo spettacolo era programmato nell’anno 2020, ma non è andato in scena per la chiusura di tutte le attività teatrale dovute allo stato di emergenza sanitaria Covid-19. Per chi dispone dei biglietti emessi per la data del 24 marzo 2020 sarà possibile accedere alla nuova data presentando all’ingresso del Teatro i biglietti in possesso. I posti indicati sul biglietto rimangono invariati.
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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KODO One Earth Tour 2022
Tsuzumi I TAMBURI GIAPPONESI DELL’ISOLA DI SADO
sabato 26 febbraio
TSUZUMI one Earth Tour 2022
KODŌ è un concerto di suoni ancestrali, dove i percussionisti si muovono come danzatori perché, come vuole la cultura giapponese, il corpo e il suono sono due cose intimamente connesse come la terra e il cielo. Cosi, mentre i fondamenti di KODŌ nel corso della performance vengono rivisitati insieme ai veterani e ai giovani, si matura la convinzione che il DNA unico di Kodō venga custodito e trasmesso alle generazioni future, affinchè possa emergere una nuova e audace forza creativa. KODŌ è basato sul repertorio principale che la compagnia ha tenuto per quasi mezzo secolo, dai tempi dell’antecedente gruppo, Sadono Kuni Ondekoza (1971-1979) praticato in Giappone, nell’Isola di Sado, per conservare e rinnovare l’antica
tradizione musicale giapponese. In giapponese la parola Kodō ha due significati: il primo è battito del cuore, la sorgente primordiale di ogni ritmo. Il suono del grande taiko si dice infatti somigli al battito del cuore della madre cosi come può essere percepito dal bambino quando ancora si trova nel grembo materno. Il secondo significato è bambino del tamburo: allude alla volontà dei Kodō di suonare con semplicità, con l’animo puro come quello di un bambino. Dal suo debutto nel 1981 al Festival di Berlino, KODŌ si è esibito nei cinque continenti in più di 3900 concerti, con il titolo di One Earth Tour, trascorrendo un terzo dell’anno in tournée all’estero, un terzo girando in Giappone e sostando nell’isola di Sado, loro sede, lavorando a nuovi progetti.
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“Quando creiamo lo spettacolo in Giappone sull’isola di Sado – spiega il rappresentante dei performer di Kodō Yuchiro Funabashi – siamo in un luogo ricco di storia e cultura, circondati da una natura rigogliosa. In tournee condivideremo il suono del “taiko” con chi assisterà alle nostre esibizioni, cercando di ricrearne la stessa energia.”
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Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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ITC2000 presenta
Samusa VIRGINIA RAFFAELE
da giovedì 10 a sabato 12 marzo
regia FEDERICO TIEZZI scritto da VIRGINIA RAFFAELE GIOVANNI TODESCAN FRANCESCO FREYRIE DANIELE PRATO con FEDERICO TIEZZI
“Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti”. “Prendete posto altro giro altra corsa” Con Samusà, spettacolo in abbonamento nella stagione 2019-20, Virginia Raffaele ha sorpreso il pubblico con l’ironia e la bravura che l’hanno resa una delle artiste più amate e apprezzate del panorama italiano degli ultimi anni. Il racconto di Samusà si nutre dei ricordi di Virginia e di quel mondo fantastico in cui è ambientata la
sua infanzia reale: il luna park. Da lì si sviluppa in quel modo tutto della Raffaele di divertire ed emozionare, stupire e performare, commuovere e far ridere a crepapelle. La regia si avvale della grande firma di Federico Tiezzi. Il testo si sviluppa per quasi due ore in un continuo alternarsi di biografia romanzata e incursioni contemporanee. VIRGINIA RAFFAELE Dopo il grande successo dello spettacolo Performance del 2015 e anni particolarmente intensi che l’hanno vista protagonista in tv, oltre alla conduzione del Festival di Sanremo e il doppiaggio di Morticia nel cartone animato La Famiglia Addams, Virginia Raffaele è tornata al suo primo amore, il teatro, e lo ha fatto con lo spettacolo SAMUSÀ. Imitatrice di straordinario talento tra i suoi personaggi di maggior
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successo Ornella Vanoni, Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Donatella Versace, Belén Rodríguez e la criminologa Roberta Bruzzone. Nel 2001 Virginia Raffaele dà vita al trio comico Due interi e un ridotto. Segue un intenso percorso teatrale che la porta a recitare in Le nuvole di Aristofane con la regia di Vincenzo Zingaro, L’amore di Don Perlimplino con Belisa nel giardino di Federico García Lorca con la regia di Pino Ferrara, Plautus di Plauto con Carlo Croccolo, Doppia coppia di e con Max Tortora. La sua attività teatrale continua con Lillo & Greg in The Blues Brothers – Il plagio, La baita degli spettri, Far West Story e Intrappolati nella commedia. Nel 2009 entra nel cast di Mai dire Grande Fratello dove imita con successo i protagonisti del Grande Fratello e volti noti dello spettacolo. Nel cinema è nel cast di diversi film diretti da Giovanni Veronesi e insieme a Lillo e Greg. Da settembre 2010 è in onda tutte le domeniche con Quelli che il calcio dove viene chiamata a portare in scena diverse parodie divenute vere e propri cult. Nel 2013 è la volta della prima edizione degli MTV Awards con Ubaldo Pantani. Inoltre, viene scelta da Antonio Ricci per condurre alcune puntate di Striscia la notizia, in coppia con Michelle Hunziker. Nel febbraio 2015 è ospite del Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti. Nello stesso anno, e in quello successivo, è ospite fissa con le sue parodie del serale di Amici di Maria de Filippi. Contemporaneamente continua la sua attività teatrale con Performance (2015-2016) in cui porta in scena le sue imitazioni riscuotendo un successo incredibile in tutti i teatri italiani. Nel 2017 viene trasmesso su Rai 2 il primo show televisivo condotto e ideato da lei stessa, Facciamo che io ero, mentre nel 2018, sul canale Nove, va in onda con Come quando fuori piove, innovativa serie televisiva con quattro protagoniste scritte e interpretate dalla stessa Virginia. Nel 2019, dopo essere tornata come ospite nell’edizione del 2017, viene scelta dal direttore artistico Claudio Baglioni come co-conduttrice del Festival di Sanremo: i due sono sul palco della kermesse insieme a Claudio Bisio. Nel 2020 debutta con il suo spettacolo Samusà per la regia di Federico Tiezzi. FEDERICO TIEZZI Attore, drammaturgo e regista teatrale italiano, inizia a rivelare la sua attitudine al teatro giovanissimo esercitandosi sulla regia, già all’età di quattordici anni, con Il Bugiardo di Carlo Goldoni. Fonda nel 1970 la compagnia Il Carrozzone, poi divenuta Magazzini Criminali, ed in seguito l’attuale Compagnia LombardiTiezzi. Nelle scorse stagioni è stato nel cartellone del Teatro Verdi con L’Apparenza inganna, messa in scena nel 2017 alla Sala della musica del Relais Santa Croce e nel 2018/19 con La Signorine Else, allestito al Museo degli scheletri de La Specola di Firenze.
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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Solo ARTURO BRACHETTI
sabato 26 e domenica 27 marzo
The Legend of quick-change di e con ARTURO BRACHETTI
Non vedo l’ora di salire nuovamente sul palcoscenico e sentire l’energia del pubblico. Queste le parole del grande one man show per l’ultima stagione in Italia prima del tour internazionale. È tutta dedicata all’Italia la nuova stagione di SOLO the Legend of quick-change, lo show del più grande trasformista al mondo Arturo Brachetti che ha scelto di festeggiare il ritorno nei teatri con un grande tour italiano, l’ultimo prima di spostarsi all’estero. 24 tappe nelle principali città italiane per incontrare il pubblico dopo lo stop imposto dalla pandemia. Dopo 450.000 spettatori in quattro stagioni in quasi 400 repliche, innumerevoli sold out e standing ovation, SOLO riprenderà dunque il suo percorso per la quinta stagione da Rimini il 7 dicembre 2021. Protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso
celebre in tutto il mondo e che qui la fa da padrone con oltre 60 nuovi personaggi, molti ideati appositamente per questo show, che appariranno davanti agli spettatori con un ritmo incalzante e coinvolgente. Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori. Brachetti in SOLO apre le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire. Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna delle stanze racconta un aspetto diverso del
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nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri. Brachetti schiuderà la porta di ogni camera, per scoprire la storia che è contenuta e che prenderà vita sul palcoscenico. Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti. Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della musica pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti batte il ritmo sul palco: 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie. Lo spettacolo è un vero e proprio as-SOLO per uno degli artisti italiani più amati nel mondo, che torna in scena con entusiasmo per regalare al pubblico il suo lavoro più completo. Famoso e acclamato in tutto il mondo, Brachetti comincia la sua carriera a Parigi negli anni 80. Da qui in poi la sua carriera è inarrestabile, in un crescendo continuo che lo ha affermato come uno dei pochi artisti italiani di livello internazionale, con una solida notorietà al di fuori del nostro paese. Si è esibito ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. Il suo precedente one man show L’uomo dai mille volti è stato visto da oltre 2.000.000 di spettatori. I suoi numeri di quick-change sono così veloci da essere imbattuti nel Guinness dei primati. Regista, showteller, direttore artistico, nell’evoluzione della sua carriera “il ciuffo più famoso d’Italia” ha toccato il mondo dello spettacolo a 360°, cimentandosi sopra al palcoscenico, ma anche davanti ad una telecamera e, negli ultimi anni sempre più di frequente, dietro le quinte. Brachetti come regista e direttore artistico mescola sapientemente trasformismo, comicità, illusionismo, giochi di luci e ombre, amalgamandoli con poesia e cultura.
Tra tutti spicca il lungo rapporto che lo lega al trio comico italiano Aldo, Giovanni e Giacomo, di cui è regista teatrale sin dai loro esordi. Arturo Brachetti è un personaggio internazionale spesso in viaggio intorno al mondo, ma forte è il suo legame con l’Italia, di cui porta sul palco quei segni distintivi che la rendono famosa in tutto il mondo: qualità, amore per “il bello”, gusto e, soprattutto, fantasia.
dal 1979
PRINZ S.r.l distribuisce Beverage & Food in tutto il territorio toscano, con una rete di oltre 47 agenti di vendita. Lavoriamo con passione e dedizione per offrire un servizio di qualità al fine di soddisfare ogni particolare esigenza dei nostri clienti. La consolidata esperienza nel settore e la massima puntualità nell’offerta dei servizi ha reso Prinz un solido punto di riferimento per migliaia di clienti. Ciò che contraddistingue un’azienda moderna come Prinz è la costante ricerca di una qualità globale partendo da una completa gamma di prodotti, alla strutturata assistenza e supporto al cliente, fino alla tecnologia e puntualità nelle consegne, effettuate capillaramente su tutto il territorio toscano. Prinz propone sempre innovazione e consulenza a tutto campo per soddisfare i propri partners, trasmettendo loro sicurezza e affidabilità del servizio. Difatti, dal 1° Aprile 2017, abbiamo dato alla luce HI-CLIENT: l’App che permette ai clienti Prinz di gestire ordini, statistiche e molto altro in piena autonomia.
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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EZRALOW DANCE presenta
Open DANIEL EZRALOW
martedì 29 marzo
diretto e coreografato da DANIEL EZRALOW, scritto da DANIEL EZRALOW e ARABELLA HOLZBOG
Open è abbagliante (La Observed) Open è un’esplosione di energia (La Repubblica) Open ci fa ridere, sospirare e riesce persino a farci sentire un tocco di tristezza (Jeff Slayton, See Dance News) Open è arte per tutti. Riferimenti sofisticati, vistosa fisicità ginnica, giocosità colorata e luminosa, impressionanti proiezioni, umorismo e teatralità, umanità che fa ritorno alla natura rimanendo ancorata alla saggezza. Ezralow incoraggia l’audience ad essere aperti alla vita (Laura Bleiberg, Los Angeles Times) Talenti di questo tipo è raro che compaiano. Come Jerome Robbins e Bob Fosse, Ezralow è uno di quei grandi coreografi americani che hanno lavorato per il cinema e il teatro (The Philadelphia Inquirer) OPEN è un favoloso patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri
a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment. “Un antidoto alla complicazione della vita”, come dichiara lo stesso Ezralow. In OPEN, la danza contemporanea si fonderà con la musica classica in un esaltante connubio per trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità daranno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa, emozione scenica e puro entertainment. Brevi quadri, fulminanti vignette, che terranno il pubblico in uno stato di eccitante attesa e meravigliata sorpresa e che faranno dello show una inarrestabile ed esaltante serie di climax tecnici ed emotivi. Il vocabolario espressivo di Ezralow sarà come sempre provocatorio e con l’intento di interrogarsi continuamente sul concetto di danza e umanità.
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Un cast di otto danzatori e danzatrici della sua compagnia americana con talenti e stili differenti, dalla danza classica alla danza moderna, dalla ginnastica alla street dance, hanno lavorato insieme allo staff creativo del coreografo statunitense, per creare uno spettacolo che sarà di certo tra i più grandi successi della prossima stagione teatrale. Per Ezralow la formazione dei ballerini non dipende tanto dalla nazionalità, ma da come hanno iniziato a danzare, se in televisione o in teatro oppure in strada per divertirsi e in seguito gli è stato consigliato di completare la crescita professionale frequentando un corso. Un tempo in Italia i danzatori non capivano la lezione di Martha Graham, oggi invece tutti conoscono l’importanza della pratica della contrazione e sanno che ogni movimento parte dal centro del corpo”.
DANIEL EZRALOW è un coreografo molto eclettico, i suoi spettacoli riscuotono molto successo attirando un pubblico di età diverse, fattore che forse oggi nella danza viene sottovalutato. La sua è, infatti, una danza apprezzata anche da chi quest’arte non la conosce bene, perché fatta di una serie di elementi, tra cui leggerezza, ironia, ottimismo, gioiosità, sorpresa, coinvolgimento diretto, capacità di riunire il comico e il tragico in uno stesso momento. La genialità risiede nell’uso del sistema visivo, in una coreografia ingegnosa e straordinaria tempistica. Daniel Ezralow vive a Los Angeles, ma ha un rapporto costante con il nostro paese da più di venticinque anni. Le partecipazioni al Festival di Sanremo e Amici hanno accresciuto la sua popolarità.
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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ALL ENTERTAINMENT presenta
Legally Blonde The Musical LA RIVINCITA DELLE BIONDE
da venerdì 1 a domenica 3 aprile
tratto dal romanzo di AMANDA BROWN e dal film omonimo della METRO-GOLDWYN-MAYER in accordo con MUSIC THEATRE INTERNATIONAL (MTI) Europe musica e testi delle canzoni originali di LAURENCE O’KEEFE e NELL BENJAMIN libretto originale di HEATHER HACH regia e coreografie MATTEO GASTALDO supervisione musicale FABIO SERRI
Dagli stessi produttori del musical Priscilla, la regina del deserto, arriva in Italia il musical LEGALLY BLONDE, LA RIVINCITA DELLE BIONDE, un tributo al potere femminile. Dopo il successo di Broadway e dopo i Premi Internazionali vinti nel West End di Londra, il musical ha già riscosso grandi consensi di pubblico anche in Australia, Corea, Paesi Bassi, Francia, Austria, Canada, Brasile, Messico, Svezia e Finlandia. Il musical è basato sull’amato film Legally Blonde, uscito nelle sale italiane nel 2001 con il titolo La rivincita delle bionde e diretto da Robert Luketic con protagonista Reese Witherspoon. Nel 2003 è stato realizzato un sequel del film, Legally Blonde 2, Una bionda in carriera sempre con la Witherspoon come protagonista, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Amanda Brown. LEGALLY BLONDE LA RIVINCITA DELLE BIONDE segue la trasformazione di
Elle Woods mentre affronta stereotipi, sessismo, snobismo e scandalo nel perseguimento dei suoi sogni, e dimostra a tutto il mondo che si può essere allo stesso tempo bionde e intelligenti. Elle Woods è una ragazza briosa, alla moda, dolce e soprattutto bionda. Presidentessa della confraternita femminile nell’Università della California, sembra avere tutto ciò che desidera. Finché la sua vita viene sconvolta quando il suo ragazzo, non ritenendola sufficientemente seria, la lascia per frequentare la facoltà di legge ad Harvard. Determinata a riconquistarlo, Elle usa il suo ingegno e il suo fascino per entrare a sua volta nella prestigiosa Università di Harvard. Gli studi iniziano con difficoltà a causa dei conflitti con i suoi compagni snob, che disapprovano il suo abbigliamento e la ritengono non adeguatamente preparata.
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Le difficoltà iniziali portano Elle ad immaginare l’apparizione delle sue ex compagne di scuola, che come un “coro greco” visibile e udibile solo da lei, la incitano a pensare positivo. In più, con l’aiuto dei suoi nuovi amici, Elle capisce rapidamente il suo potenziale e le sue vere risorse e decide così di mettersi alla prova con il mondo e dimostrare che bisogna sempre credere in se stessi. Scopre che con le sue abilità e la sua conoscenza della legge è in grado di aiutare concretamente gli altri, tanto da difendere con successo da un’accusa di omicidio la personal trainer Brooke Wyndham, superando ogni aspettativa. Questo vivace ed esilarante musical si muove a un ritmo vertiginoso, guidato da musiche incalzanti e coreografie esplosive. LEGALLY BLONDE, LA RIVINCITA DELLE BIONDE è Il musical per tutti, contemporaneo e impertinente, che riscalda il cuore dimostrando che essere sinceri con se stessi non passa mai di moda! La simpatica Elle Woods insegna a tutto il mondo che si può essere allo stesso tempo bionde, belle e intelligenti senza rinunciare ad essere prese sul serio, pronte a dimostrare chi comanda!
Teatro Verdi
Stagione Teatrale 2021/22
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LAST MINUTE
PEEPARROW presenta
COMPAGNIA DELLA RANCIA presenta
Jesus Christ Superstar
Grease
IL MUSICAL
IL MUSICAL
da venerdì 22 a domenica 24 aprile
sabato 14 e domenica 15 maggio
su licenza esclusiva THE REALLY USEFUL GROUP LONDON musiche ANDREW LLOYD WEBBER liriche TIM RICE regia MASSIMO ROMEO PIPARO
di JIM JACOBS E WARREN CASEY regia SAVERIO MARCONI con SIMONE SASSUDELLI, FRANCESCA CIAVAGLIA, GIORGIO CAMANDONA, ELEONORA LOMBARDO
Torna in scena anche per la nuova stagione teatrale il musical più osannato di tutti i tempi. Lo spettacolo è in lingua originale e interpretato interamente dal vivo. La storia di un mito che travolge con la sua passione gli spettatori di tutte le età, un uomo-simbolo che fa della spiritualità la sua bandiera rivoluzionaria, un personaggio unico nella storia del teatro musicale: il celebre lavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice non subisce i segni del tempo, anzi a ogni rappresentazione rinnova il proprio mito contagiando con entusiasmo sempre maggiore le centinaia di migliaia di spettatori che, in Europa e in Italia, hanno scelto di andarlo a vedere. E se dopo ormai quasi 3 decenni di successi questo spettacolo continua ad emozionare gli spettatori di tutte le età, passando di generazione in generazione, il merito va tutto a un mix di fattori vincenti: innanzitutto il grande lavoro artistico e produttivo di Massimo Romeo Piparo e della sua squadra, che hanno saputo rendere al meglio sulla scena la forza trascinante di una storia universale, dai valori positivi e dai forti sentimenti, in cui la musica diviene protagonista, in uno spettacolo in lingua originale e interpretato interamente dal vivo, con l’indiscutibile eccellenza artistica del cast.
Per Saverio Marconi il segreto di Grease è un mistero! Una semplice storia d’amore che riesce a conquistare il mondo in modo così duraturo non può che essere un mistero!! Per le persone mature lo spettacolo ricorda l’adolescenza e i giovani ci ritrovano l’inizio del mondo che vivono, le loro origini, un passato lontano che amano. GREASE, con la sua colonna sonora elettrizzante da Summer Nights a You’re the One That I Want, le canzoni aggiunte di B. Gibb, J. Farrar, L. St. Luis, S. Simon e le coreografie irresistibili, piene di ritmo ed energia, non è mai stato così attuale. Il film cult del 1978 ha fatto innamorare e ballare intere generazioni, capace di divenire fenomeno di costume, sempre più vivo nella nostra estetica quotidiana, tra canzoni indimenticabili e protagonisti diventati vere e proprie icone generazionali. Il musical GREASE debuttò a Broadway nel 1972 ricevendo sette nomination ai Tony Award. Un successo diventato un “classico” in tutto il mondo, che ha visto anche la consacrazione teatrale di grandi attori come John Travolta -interprete di Danny Zuko nel celebre film al fianco di Olivia Newton-John - e Richard Gere.
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BENCISTÀ FIESOLE
PENSIONE DAL 1925 Albergo · Bar · Cucina · Eventi Riapertura marzo 2022
Oblivion Alessandro Benvenuti Carrozzeria Orfeo Sardegna Teatro Macbettu Marco Paolini Nuovi tempi Ascanio Celestini per altre idee Familie Flöz Stagione Teatrale 2021 / 2022 seconda parte ABBONAMENTI E PROGRAMMA COMPLETO SU
WWW.TEATROPUCCINI.IT
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Opinione degli Abbonati Tra tutte le cose che l’interruzione della Stagione 2019-20 ci ha (quasi) tolto, c’è stato anche il tradizionale Questionario che ogni anno chiediamo di compilare ai nostri Abbonati. Diciamo “quasi” perché in realtà, nell’aprile ’20, lo abbiamo lanciato coi mezzi consentiti dal lockdown: on-line. E le risposte sono state non poche, per certi versi una quantità inattesa, certo però inferiore a quella delle schede compilate a mano nelle Stagioni precedenti. Oltre al consueto giudizio sui singoli spettacoli, avevamo anche chiesto un pensiero su come si immaginava la riapertura. La maggior parte delle risposte è di tono speranzoso, alcune dubbiose, altre (la minoranza) afflitte/depresse. Tutte piene di amore e di nostalgia per il teatro e per il Verdi in particolare, piene di affetto per il luogo e per le persone che ci lavorano. Commoventi. Tra tutte ne vogliamo citare una, che coglie in
pieno il nostro spirito: lo immagino di tornare al Verdi ricordando una frase di Enzo Tortora al suo ritorno in televisione dopo l’ingiustizia subita “dove eravamo rimasti?”
Vogliamo chiudere con un messaggio, arrivato “a bordo” di un questionario, che ci ha fatto un grande piacere, dimostrando, casomai ce ne fosse bisogno, che chi semina raccoglie…
Ma veniamo ai numeri: Si spartiscono le prime due posizioni con un 8½ e una differenza davvero piccola, Con tutto il cuore di Vincenzo Salemme e Samusà di Virginia Raffaele. Evidentemente il teatro d’attore è ancora tra le preferenze del nostro pubblico. Ben quattro spettacoli hanno registrato voti tra l’8 e il 7 (nell’ordine: A Christmas Carol, The Full Monty, Balliamo sul mondo, Momix-Alice). Fanalini di coda Pinocchio Reloaded (che comunque ha la piena sufficienza ) e con poco più di 5 lo spettacolo shakespeariano di Ale e Franz, Nati sotto contraria stella, che a noi è piaciuto molto ma che era forse troppo lunare e astratto per gli standard del Verdi.
Ho molto apprezzato Curon Graun! Particolare, coinvolgente, emozionante!!!
Grande lotteria di fine anno riservata agli abbonati Si riconferma la GRANDE LOTTERIA DI FINE ANNO che vede domenica 26 dicembre, in occasione dello spettacolo Up & Down con PAOLO RUFFINI, l’estrazione dei fortunati vincitori tra gli Abbonati alla Stagione Teatrale in corso. Tutti gli abbonati partecipano automaticamente senza necessità di iscrizione. In palio verranno offerti biglietti per spettacoli e concerti, cene presso ristoranti in prossimità del Teatro ed altre iniziative. L’elenco completo dei premi, così come l’elenco dei vincitori, sarà consultabile sul sito www. teatroverdifirenze.it dopo l’estrazione. Successivamente si potranno ritirare i premi in biglietteria.
Anche noi!
GESTIONE STAGIONE TEATRALE 2021-22 ANTICO TEATRO PAGLIANO SRL
Claudio Bertini Massimo Gramigni Lorenzo Luzzetti Giovanni Vernassa
DIREZIONE ORGANIZZATIVA
Maria Laura Viti Elisabetta Thiene Marco Vanchetti Caterina Locorotondo Elena Becattini Tommaso Cellini Paola Frosali
PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE RovaiWeber design
FOTO
Marco Borrelli (pag 5, 6, 7, 9, 11, 12, 13, 15, 16, 17, 95, 96)
STAMPA
Tipografia Il Bandino Bagno a Ripoli (FI)
foto con dida di grese
GREASE domenica 1 marzo 2020
ZERO GLIFOSATO 100% TOSCANO.
I reparti forneria Coop.fi panificano esclusivamente con farina certificata ottenuta da grano coltivato in Toscana senza l’utilizzo di glifosato. Al progetto integrato di filiera “dal seme alla tavola” partecipano aziende agricole toscane, molini e Unicoop Firenze. Fondamentale è l’impegno degli
agricoltori, che dalla preparazione alla semina fino al raccolto del grano non utilizzano il glifosato. Si evita così la diffusione di questo erbicida chimico nell’ecosistema. Per un pane toscano al 100%, sicuro per noi e sostenibile per l’ambiente.