TechGP | QUESTIONE DI SICUREZZA | di Jan Witteveen

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SICUREZZA

Questione di

AL GP DI MANTOVA, QUART’ULTIMO DELLA STAGIONE 2015, KTM NON AVEVA IN GARA NESSUNO DEI SUOI BIG, TUTTI FUORI PER INFORTUNIO C’è un problema secondo me di sicurezza nel GP di Motocross. Quest’anno ci aspettavamo grandissimi duelli tra Villopoto e Cairoli, ma già alla quarta gara tutta questa adrenalina se n’è andata con lo statunitense finito out per un ribaltamento sul rettilineo della pit lane. Da lì in avanti sono usciti di scena altri protagonisti, abbiamo rivisto in sostanza un film noto con precedenti anche nel Supercross, solo che nessuno mi pare abbia fatto nulla per evitare i rischi della gara. A mio avviso bisognerebbe trovare un modus operandi utile a risolvere o ad alleviare un problema che a oggi viene demandato al singolo pilota. Non è un argomento facile, certe domande sono lì da anni, ma si è fatto poco quando invece all’obiettivo della sicurezza dobbiamo dedicare ogni sforzo. E non solo per il piloti del circus Mondiale, anche per le gare minori perché, per dirla coi nostri di “Doctor House”, il vero campione è chi si rialza prima.

Protezioni individuali Una delle cose che va secondo me portata avanti è la ricerca dedicata all’abbigliamento tecnico protettivo. E’ banale ricordare

che il casco è obbligatorio da sempre, in epoca più recente sono arrivate le protezioni toraciche e i paraschiena. Se ci fate caso, per i piloti MotoGP sono state individuate nuove soluzioni utili (ad esempio air bag) a evitare i danni in caso di caduta, bisogna andare avanti anche nel fuoristrada con la ricerca di una migliore accettabilità di questi materiali in termini di peso e di fastidio.

Piste

PARTENZA, momento adrenalinico delle gare di motocross. (IMAGE HUSQVARNA/ACEVEDO).

Per quanto vediamo da sempre, le differenze tra un pilota e l’altro vengono a galla nei settori tecnicamente più selettivi. Il livello dei tracciatori si è evoluto nel tempo, il loro obiettivo è sintetizzare selettività e spettacolo, che ha origine anche in una certa dose di rischio; l’evidenza ci segnala che difficilmente un pilota si fa male sul dritto, le cadute avvengono in curva oppure su ostacoli difficili come sequenze di whoops. Probabilmente non c’è moltissimo che si può fare su un tracciato così come lo si trova a inizio manifestazione, però entra in campo un problema di manutenzione e gestione. Sappiamo per esperienza che con l’avvento delle 4T tutte le piste si “solcano” prima rispetto all’epoca dei 2T, poi evidentemente il tracciato di gara si deteriora per quante più moto fai passare, quindi quando in una giornata si alternano molte categorie oppure con la diminuzione dei tempi sul giro. Proposta: per il Mondiale bisogna focalizzare tutto su MXGP ed MX2 lasciando fuori le categorie di contorno, si avrebbe anche più tempo per la manutenzione della pista tra una manche e l’altra. Altro argomento da considerare, dalle piste del Mondiale fino a quelle territoriali da allenamento, troppo spesso ci è capitato di vedere dei fuoripista potenzialmente pericolosi, bisogna lasciare più spazio a vantaggio della sicurezza di tutti.

Partenze Argomento cruciale sempre in discussione, le partenza al cancelletto. Molti praticanti lo vedono come un momento thriller, spesso vediamo dei mucchi in fondo al rettilineo. Pole collaborazioni speciali di Motocross

JANWITTEVEEN 014

11.2015

NELLA SUA VITA HA PROGETTATO MOTORI E MOTO


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