Sasha Duerr
Tinture naturali COLORARE I TESSUTI CON LE PIANTE E GLI INGREDIENTI DI OGNI GIORNO
Lo scopo di tutte le pratiche biologiche - permacultura, biodinamica, coltivazione naturale non è soltanto quello di ridurre, e idealmente eliminare, l’uso di sostanze chimiche tossiche dannose per le persone, gli animali, le piante e il pianeta, ma anche quello di capire i processi naturali per potervi partecipare anzichÊ ostacolarli.
Hibiscus, Jacqueline Walker
Sommario Indice delle ricette e dei progetti pag. 8 Glossario 150
Tingere con le piante: tecniche e materiali Attrezzatura e misure di sicurezza 22
Fonti 153
Allestire uno spazio di lavoro 25
Ringraziamenti 155
Fibre naturali e tinture naturali 26
L’autrice 157 Indice analitico 159
Tenere un libro di ricette e un campionario 31 L’importanza dell’acqua 32 Estrarre il colore naturale della tintura con acqua fredda e calda 34
Prima di cominciare
Tintura a freddo 35 Tintura in acqua calda 36
Perché tingere con le piante? 12
Tingere con il sole 37
Crescere in mezzo alla natura 14
Costruire e utilizzare un forno solare di tintura 38
Il colore nella storia 15
Utilizzare i mordenti 40
Ricollegarsi alle fonti 16
Tinture effimere 51
Istruzioni per l’uso del libro 19
Trattare le foglie e la corteccia 52 Tingere materiali diversi 53 Chi fa da sé… 53 Lavaggio e cura dei tessuti tinti al naturale 54 I candeggianti naturali 55 Usare le tinture al naturale per proteggere i tessuti dagli insetti 56
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Quando il colore si trova in cucina
La tavolozza vegetale
Alta moda in cucina 60
Trarre ispirazione dalla natura 128
Dal compost al colore e dal colore al compost 65
Fonti di colore per tinture naturali 130
Fate il vostro compost 73
Campionatura dei colori naturali 131
Coltivare, trovare e raccogliere le piante tintorie
Il piacere del tessile slow
Colore locale 80
Realizzare tessuti slow 140
Consigli per raccogliere e utilizzare le piante
Colore e comunità 144
fresche come materiale per tingere 82
Piante e tinture tradizionali 145
Coltivare le piante tintorie 87
Da seme a seme 148
Il movimento Slow 138
Creare il vostro giardino tintorio 88 Il giardino tintorio a spirale 90 Splendide erbacce 96 Raccogliere e condividere le risorse tintorie 98 Sommare le funzioni 99 Mappare il quartiere 104 L’arte delle erbe 115 Il filato di lana 122 Acquistare materiali naturali per tingere 125 7
Indice delle ricette e dei progetti RICETTE DI MORDENTI
ACETOSELLA 83
Mordente di base all’allume con lana pag. 42
Matassa di lana tinta con acetosella 124
Mordente di base all’allume con seta 42
Sciarpa tinta con acetosella 84
Mordente ferroso di base con fibre animali 44
Post-mordente o modificatore ferroso 45
ALBERO DI FICO 94
Mordente a base di tannino con fibre vegetali 48
Nastro di seta tinto con foglie di fico 96
Mordente all’allume con fibre vegetali trattate con il tannino 48
BUCCE DI CIPOLLA 65
Soluzione di mordente ferroso 45
Borsa con bordo di seta e canapa tinto con le bucce di cipolla 66
ACERO GIAPPONESE pag. 105 Canotta di cotone tinta a tuffo nel bagno
CAFFÈ 76
alle foglie di acero giapponese 109
Maglietta tinta con il tè o il caffè 77
Paralume tinto con acero giapponese e ferro 108
CAVOLO 67 Cappello e scialle tinti con il cavolo rosso 69 Matassa di lana tinta con cavolo rosso 124
8
CURCUMA 60
LAVANDA 56
Borsa della spesa tinta con la curcuma 62
Abito alla lavanda 57
Maglione di lana tinto con la curcuma 61 Stoffa tinta con la curcuma
MALLO DI NOCE 70
per presentare un regalo 64
Copricuscino tinto con il mallo di Juglans
Tovaglia per un pic-nic estivo 63
nigra con la tecnica shibori 71
ERBA DI SAN GIOVANNI 117
MENTA 116
Coperta di seta tinta con l’erba di san Giovanni 118
Custodia per computer in feltro tinta alla menta 142
Nastro di seta tinto alla menta 117
FINOCCHIO 85 Abiti delle damigelle tinti al finocchio 86
MORA 110 Maglioni tinti con le foglie di mora 114
OLIVO 100 Cappello intinto nel bagno alle foglie di olivo 103 Tappeto intinto nel bagno alle olive 102
Nastro di seta tinto con le more 112
RADICE DI ROBBIA 146
Perle di legno colorate con le more 113
Filato tinto con la radice di robbia 147
Vestito tinto con le more 112
Guanti tinti con la radice di robbia 147
SAMBUCO 120 Sciarpa di lana fatta a maglia e tinta con le bacche di sambuco 121
9
1.
2.
4.
5.
20 TINGERE CON LE PIANTE: TECNICHE E MATERIALI
3.
Tingere con le piante: tecniche e materiali 1. La lavanda, bellissima e profumata pianta ornamentale, si presta molto bene a essere impiegata nei bagni di tintura. 2. Lana di alpaca suri tinta con foglie cadute da diversi alberi del mio quartiere. 3. La corteccia di alcuni alberi, ad esempio la betulla, può essere trattata e utilizzata facilmente come materiale che produce tinture. 4. L’acqua piovana impiegata nel processo di tintura regala colori brillanti, grazie ai pochi minerali presenti. 5. Spesso la natura conosce curiosi metodi per trattenere e immagazzinare l’acqua, come in questa tela di ragno.
Tingere in modo naturale è un po’ come cucinare, e forse mi piace proprio per questo: si utilizza una ricetta, si cercano gli ingredienti giusti, si sperimenta e si valutano i tempi. Anche l’attrezzatura è simile: pentole, una fonte di calore e la chimica. Per il processo di colorazione naturale, la chimica del colore dipende anche dal materiale giusto, ovvero bisogna procurarsi piante il più fresche possibile. Le tinture naturali amano le fibre e i materiali porosi, ovviamente naturali. Una volta estratta la tintura dalla pianta, potete colorare pressoché tutto ciò che è di fibra naturale: filati, tessuti, abiti vecchi o nuovi, nastri, in pratica qualsiasi cosa vi venga in mente. Ancora, sempre come in cucina, ogni ingrediente o pianta contribuirà con il proprio metodo di estrazione del colore. Esplorando l’alchimia del colore, il vostro pentolone si arricchirà ben presto di molte sfumature. TINGERE CON LE PIANTE: TECNICHE E MATERIALI 21
Attrezzatura e misure di sicurezza Gli utensili che userete per creare i colori sono spesso attrezzi da cucina, ma utilizzateli solo per tingere e non confondeteli con quelli con cui preparate da mangiare. Alcuni materiali per tinture non sono commestibili, quindi tenete utensili e pentole nella zona attrezzata come laboratorio di tintura. Potete acquistare tutto nei negozi dell’usato o nei mercatini. Le pentole devono essere abbastanza grandi per permettere al tessuto, una volta immerso, di tingersi in modo uniforme e a voi di spostarlo - o “mescolarlo” - facilmente e senza pericolo che trabocchi qualcosa. I coperchi aiutano a far bollire più velocemente l’acqua ed evitano che odori e fumi si disperdano nell’aria; sceglietene di solidi e assicuratevi che chiudano bene, soprattutto quando lasciate le fibre in ammollo tutta notte o per lunghi periodi di tempo: in questo modo staranno lontano dalla curiosità di bambini o animali domestici. Come attrezzatura per tingere consiglierei di utilizzare pentole di acciaio inox perché è un metallo che non nuoce al colore della tintura, né lo modifica. Quasi tutta l’attrezzatura deve essere di acciaio inox o vetro, più facili da pulire. Un corredo di base, che potrete raccogliere pian piano, comprende:
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L’attrezzatura per tingere somiglia molto a quella da cucina. È essenziale dotarsi di grosse pentole di buona qualità in acciaio inox. Servono alcune buone pentole da riservare esclusivamente alla tintura.
• una bilancia per alimenti tarata per grammi e chilogrammi • pentole di acciaio inox di dimensioni diverse, con coperchio • scodelle o ciotole di dimensioni diverse, di acciaio inox o di vetro • colini di acciaio inox di dimensioni diverse, compreso uno a maglia molto fitta per raccogliere nel bagno di tintura i residui vegetali • brocche graduate di vetro di diverse dimensioni • cucchiai dosatori di acciaio inox di diverse dimensioni • mortaio e pestello • cucchiai di legno e utensili in acciaio inox; tenete separati quelli per i bagni di tintura con ferro • taglieri di legno o plastica per preparare le piante • stamigna di cotone o tessuto di seta per filtrare le piccole parti del materiale da tintura • forbici da cucina in acciaio inox per tagliare le piante • barattoli di vetro per le soluzioni del mordente • contenitori di vetro con coperchio a tenuta stagna per conservare le tinture o altri materiali • catini di plastica per immergere, lavare e sciacquare i tessuti • termometro da cucina con scala fra 10°C e 93°C • pinze di acciaio inox per mescolare ed estrarre i tessuti dalla tintura • grandi barattoli e ciotole di vetro per la tintura al sole • una fonte di calore per tingere in interni o all’aperto • etichette e pennarello indelebile per identificare ed etichettare il materiale tinto • uno stendino robusto o una corda da bucato per stendere i tessuti ad asciugare • mollette da biancheria
Realizzando i vostri progetti, probabilmente scoprirete altro materiale utile da aggiungere a questo elenco e riuscirete a organizzare meglio, in modo più sicuro e gradevole, la vostra esperienza creativa. Nella lavorazione con le tinture naturali molte parti del corpo possono entrare in contatto con il bagno di tintura: mani, braccia, gambe, torso, viso. Dunque è molto importante stare attenti alla pelle ed è essenziale proteggere le mani con i guanti. Anche i materiali non tossici possono essere irritanti e si rischia di assorbirli attraverso occhi, naso e polmoni, quindi in alcuni casi è necessario avere una mascherina. Se tingete con l’acqua calda, è opportuno indossare grembiule e stivali di gomma. L’abbigliamento importante per la sicurezza comprende:
I guanti, impermeabili e resistenti al calore, sono importanti per proteggere le mani. La concentrazione di materiali vegetali potrebbe provocare irritazioni.
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Con il finocchio si possono ottenere splendide sfumature di giallo e verde su seta e lana.
• • • • • •
Il bagno di tintura al finocchio viene conservato in un barattolo di vetro per un futuro utilizzo.
scarpe chiuse o stivali resistenti al calore guanti impermeabili resistenti al calore vecchi abiti da usare solo per tingere una casacca o un grembiule di gomma una mascherina antipolvere una mascherina filtrante per i fumi
Le ricette delle tinture di questo libro utilizzano fonti non tossiche e persino commestibili. È importante, quando vi appassionerete a questa tecnica, acquisire conoscenze sui materiali. Non per forza quello che è naturale è anche del tutto sicuro, o salutare da maneggiare. Cercate di conoscere bene il materiale prima di metterlo in pentola. Un ottimo esempio di una pianta tintoria che ha una componente nociva è il fico. Mentre il frutto è commestibile, e le foglie danno una tintura fra il giallo e il verde brillante, gli steli contengono una linfa tossica che va maneggiata
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Il frutto dell’albero di fico è commestibile, ma la linfa bianca lattiginosa degli steli può irritare la pelle.
con cura. Le foglie in sé sono sicure, quindi le taglio dallo stelo con le forbici ed evito la linfa, che non metto nel bagno di tintura. La linfa è di un bianco lattiginoso, e questo, in natura, indica di solito che è velenosa. Fra le foglie cui prestare attenzione per la loro tossicità ci sono quelle del pesco e del pruno che contengono cianuro, e quelle del rabarbaro, che contengono acido ossalico. Se vi imbattete in una pianta o una ricetta per la prima volta, e non siete certi della loro eventuale tossicità, studiatela prima di utilizzarla. Esistono molti libri e siti web che parlano delle diverse caratteristiche delle piante. È importante informarsi ricorrendo alle fonti per le tinture e a quelle dedicate alla botanica, perché non è facile ottenere una conoscenza completa soltanto da uno di questi due campi. Una volta informati, creare il colore da fonti vegetali sarà facile come prepararsi una tazza di tè.
Allestire uno spazio di lavoro Il mio laboratorio di tintura si trova nel giardino dietro casa. Se vivete in un clima che permette di lavorare all’aperto in ogni stagione, vi consiglierei di allestire il vostro spazio di lavoro all’esterno. Amo stare all’aperto quando tingo, perché trovo che gli spazi esterni siano un’inesauribile fonte di creatività: spesso i sensi sono più attenti agli odori, ai colori e alle caratteristiche tattili della natura. Inoltre si ha molto più spazio. È anche un sistema comodo per avere più vicino il rubinetto dell’acqua, il giardino di piante tintorie e la pila del compost per eliminare gli scarti. Poi l’aria corre liberamente e non è difficile da pulire. Fondamentale è un tavolo da lavoro grande e stabile. Io ho un enorme tavolo da cucina di acciaio che posso spostare nel giardino in cerca di sole o di ombra. Servirà anche un posto sicuro da poter chiudere a chiave, come una rimessa, per riporre i materiali da tintura al coperto, lontani da bambini e animali domestici. Se vivete in una casa piccola, o in un appartamento, e non avete la possibilità di utilizzare spazi esterni, potete lavorare in cucina e utilizzare i fornelli per scaldare le tinture. Se lavorate all’interno, accertatevi di farlo solo con piante e mordenti non tossici; di solito, se la pianta è commestibile, andate sul sicuro. Accertatevi inoltre di poter arieggiare bene la zona di lavoro e, se avete una ventola sopra i fornelli, accendetela per aspirare i fumi. Mentre lavorate, aprite la finestra perché circoli l’aria e i
Lavorare all’aria aperta è il sistema migliore per avere accesso al materiale da tintura, avere un’ottima ventilazione e permettere ai tessuti bagnati di asciugare senza pieghe. Il mio giardino di piante tintorie e il mio studio sono una cosa sola. • Una serra è l’ideale per tenere le piante al caldo durante l’inverno e far sì che mettano prima le foglie, e può essere uno spazio di lavoro ventilato e protetto dalle intemperie per tutto l’anno.
vapori non si raccolgano negli spazi in cui vivete. Coprite gli utensili da cucina e gli alimenti con un telo per evitare che polvere e vapori si raccolgano su di essi. TINGERE CON LE PIANTE: TECNICHE E MATERIALI 25
Fibre naturali e tinture naturali Conoscere le fibre è essenziale per la scelta del tessuto e per tingerlo con successo. Può essere molto utile saper distinguere le fibre naturali da quelle sintetiche perché così saprete come riciclare vecchi tessuti e filati dando loro una nuova vita piena di colore.
Più imparavo a conoscere la biodiversità e le fibre, più mi entusiasmavo nel vedere quante alternative esistessero: le fibre naturali da tingere provengono infatti da animali e piante diversissimi fra loro. Le culture tradizionali creavano i tessuti con una grande varietà di fibre, in funzione della disponibilità e di quello che cresceva localmente. Sono numerosi anche gli animali che producono fibre con le quali sperimentare, dai conigli d’angora alle capre cashmere, dalle pecore merino agli alpaca suri. Acquistare la lana presso le fattorie locali o al mercato a chilometro zero, e persino allevare gli animali in proprio, può essere un modo davvero soddisfacente per entrare in contatto diretto con gli animali e con le persone che se ne sono occupate e, allo stesso tempo, sostenere le fattorie locali. Trovare le fibre naturali da tingere è facile se guardate le etichette degli abiti che specificano la composizione, ma può essere un’impresa se cercate i tessuti fra gli scampoli. Un metodo semplice per stabilire se una fibra è naturale o sintetica è chiedere al negoziante di poterne bruciare
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La fibra di seta cruda filata su una rocca può essere tinta a matasse per poi essere tessuta, lavorata ai ferri o per altri progetti. • Ottime soluzioni per tessuti da tingere possono essere la seta cruelty-free e le lane biologiche. La stoffa può essere tinta a mano in casa. Assicuratevi soltanto di avere una pentola abbastanza grande perché il tessuto si possa muovere liberamente nell’acqua e prendere così un colore uniforme. • La lana va trattata con delicatezza nel bagno di tintura. Scaldate l’acqua lentamente per non maltrattare troppo le fibre, rischiando così di ingarbugliarle o infeltrirle.
un pezzetto, ovvero tagliare un angolino e dargli fuoco con un fiammifero. Se il tessuto si scioglie e si accartoccia è sintetico, se brucia è naturale. Non deve sorprendere che le tinture naturali amino le fibre naturali. I diversi tipi di lana sono in genere i più versatili perché le tinture naturali fanno buona presa sulla fibra. Sulla lana prende una maggiore varietà di tinture rispetto alle fibre vegetali come il cotone. La lana biologica di pecora, per esempio, può essere una scelta intelligente dal punto di vista ecologico. Le pecore vivono di erbacce, e spesso vengono utilizzate in fattorie e giardini al posto dei taglia-erba e dei malsani pesticidi. La lana biologica non solo è biodegradabile, ma può essere anche un ottimo concime per il giardino. In funzione della tintura che utilizzate, le fibre vegetali possono richiedere una preparazione più lunga. Anzitutto spesso c’è bisogno di un mordente: utilizzare come pre-mordente il tannino e poi l’allume spesso porta a ottenere colori più vivaci e solidi. Nella tintura naturale è importante utilizzare una biodiversità di fibre e tinture, perché piante e animali diversi sottraggono all’ecosistema risorse diverse, oltre a restituire risorse vitali diverse. Come ha dimostrato la monocoltura, coltivare ripetutamente la stessa specie vegetale sullo stesso terreno lo impoverisce e aumenta enormemente il rischio di parassiti e malattie. È importante, inoltre, produrre e consumare fibre biologiche. Allevare bestiame e coltivare piante con sistemi biologici non solo è più salubre per la terra, l’acqua e l’aria, ma è anche importante che il capo d’abbigliamento o il tessuto che indossiamo non rilascino sostanze chimiche tossiche, questo anche ai fini degli scarti tessili e del loro smaltimento. Le fibre e i coloranti biologici si decompongono senza rilasciare ulteriori sottoprodotti tossici nell’e-
cosistema. Oggi molte aziende che producono le fibre con cui si realizzano abiti e biancheria da casa - spesso quella dove dormiamo ogni notte - sono fra le quelle che utilizzano in modo più massiccio i pesticidi nelle colture agricole. Servono circa 150 grammi di sostanze chimiche (pesticidi e fertilizzanti) per produrre il cotone sufficiente per una sola maglietta: ecco perché è particolarmente importante utilizzare il cotone e altre fibre biologiche anche per i tessili di uso più frequente. Il rovescio della medaglia è che la maglietta può anche essere di cotone biologico, ma i coloranti utilizzati sono tossici. E i coloranti tossici impediscono la biodegradabilità della maglietta. I metodi per coltivare fibre e piante tintorie biologiche sono studiati per aiutare a sostenere il terreno in cui crescono, le persone che le coltivano e il pianeta in generale. Certo, noi non mangiamo o beviamo in senso letterale quello che indossiamo, ma il nostro cibo e la nostra acqua dipendono dallo stesso terreno, dalla stessa aria e dalla stessa acqua. Spesso le coltivazioni di piante per uso alimentare e per uso tessile avvengono nella stessa bioregione. Anche l’allevamento biologico influisce sulla qualità delle fibre: le fibre biologiche e gli animali che le producono non vengono annegati negli insetticidi per tenere sotto controllo i parassiti esterni. E gli allevamenti biologici devono garantire di non superare la capacità naturale del terreno sul quale pascolano gli animali. Si tratta di contributi importanti alla salute e al benessere dei sistemi ambientali. Dovrebbe essere sempre possibile rintracciare l’origine delle fibre, e di tutti i materiali sostenibili, per essere sicuri che gli animali vengano allevati e tosati in modo umano. Quando acquistate le fibre, verificate sull’etichetta che siano biologiche e provenienti dal commercio equo: in questo modo saprete di fare bene all’ambiente e alla vostra pelle. TINGERE CON LE PIANTE: TECNICHE E MATERIALI 27
Le fibre animali Le fibre animali, o proteiche, sono naturalmente biodegradabili. Esempi sono la lana di pecora, il pelo di alpaca, angora, cashmere e seta che si trovano in diversi colori, dal crema a sfumature di grigio, marrone e nero. Queste fibre sono ottenute tosando o pettinando il pelo dell’animale, perciò sono completamente sostenibili. Spesso le fibre proteiche assorbono molto bene la tintura senza necessità di ulteriori trattamenti, e per questo sono un buon punto di partenza per gli apprendisti tintori. Fra le numerose fibre animali che potete tingere ci sono: Alpaca. L’alpaca è un camelide sudamericano addomesticato che somiglia a un piccolo lama. La sua lana è morbidissima e lussuosa, oltre a essere calda, leggera e resistente. Prende bene il colore, e per questo è fra le preferite di chi tinge a mano. Un grande beneficio dell’utilizzo dell’alpaca per i vostri progetti è che negli ultimi anni anche in Italia molte piccole aziende agricole allevano anche alpaca, di cui vendono la lana, quindi nei mercati locali è facile trovarne, e questa ha un’impronta di carbonio bassa: poiché l’animale viene allevato localmente, il viaggio per il mercato è più breve, quindi si consumano meno benzina e meno energia. La fibra di alpaca non contiene lanolina, quindi la preparazione per la tintura è più breve; inoltre è elastica, perciò può essere trasformata in filato per diversi usi, come tessuti, lavori a maglia, tappeti e altri tessili. Se acquistate l’alpaca da un altro paese, verificate la fonte perché la lana di alpaca, in particolare la fibra di baby alpaca, è spesso al centro di dispute sulle pratiche commerciali eque e di problemi politici. Angora. La fibra di angora proviene dal coniglio omonimo. È morbida e setosa, ed è tra i filati prediletti per i la-
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vori a maglia, oltre che per la tessitura e altri capi fatti a mano. È facile da tingere e si unisce bene ad altre fibre. È anche possibile allevare in proprio i conigli d’angora; non solo mangeranno gran parte dei vostri rifiuti di cucina, ma produrranno anche compost per il giardino. Cashmere. Il cashmere è una fibra estremamente morbida e sottile che viene dalla pancia delle capre cashmere, una specie rara che vive in altitudine nelle regioni dell’Asia centrale, il che la rende particolarmente costosa. La sua caratteristica più notevole è l’estrema leggerezza abbinata a un ottimo potere di isolamento. Le fibre sono facili da filare, e con il filato si possono realizzare capi leggeri, ma molto caldi. Seta. La seta più comune proviene dal bozzolo del baco del gelso allevato in cattività. Esistono tuttavia molti altri tipi di seta ricavati da larve diverse. Se acquistate seta da tingere, prendete in considerazione la seta cruelty-free, o la seta tussah grezza. Le sete selvatiche non provengono da allevamenti, ma sono raccolte in natura. Rispetto ad altri tipi di seta, dove la larva viene sacrificata quando si raccoglie il bozzolo, la seta cruelty-free è un’opzione più sostenibile e umana. I bachi da seta, infatti, diventano larve prima che il bozzolo venga utilizzato come fibra. La produzione di questa seta è meno tossica e inquinante perché i processi di sgommatura e candeggio sono limitati. Se ne trovano di diversi tipi ed è un materiale più ecologico da tingere. Lana di pecora. La lana assorbe bene gran parte delle tinture naturali, ed è la fibra ideale con cui lavorare. La fibra di lana può variare per forza, colore, mano e peso in funzione dell’animale e della parte della pecora da cui proviene. È la fibra preferita per la tintura perché si lega
riche, l’India e l’Africa. Oggi il cotone è la fibra naturale più utilizzata per l’abbigliamento. Molto spesso la fibra di cotone viene trasformata in filato, oppure in un tessuto morbido e traspirante.
Prima di tingere, lasciate fibre e tessuti immersi in acqua per almeno un’ora, meglio per una notte, per favorire la penetrazione delle molecole di colore. • Tutte le fibre possono essere tinte, da quelle grezze agli abiti vintage ai tappeti.
a una gamma più vasta di colorazioni naturali rispetto alle fibre vegetali come il cotone. Spesso è anche quella più facile da lavorare e dà risultati migliori se scegliete di evitare un mordente.
Le fibre vegetali Le fibre vegetali, o di cellulosa, sono naturalmente biodegradabili. Ancora una volta sottolineo l’importanza di sostenere le fibre vegetali biologiche perché, in quanto prodotti agricoli, sono migliori per la gestione della terra, per le piante e per le persone. Le fibre più diffuse per la tintura sono: Cotone. Il cotone è una pianta originaria delle regioni tropicali e subtropicali di tutto il mondo, comprese le Ame-
Bambù. La stoffa di bambù è un tessuto naturale ricavato dalla polpa della pianta di bambù. È robusta e leggera, ha eccellenti proprietà di assorbimento (allontana acqua e sudore dalla pelle e li convoglia verso l’esterno) ed è lievemente antibatterica, caratteristica che la rende ideale per l’abbigliamento sportivo. La fibra di bambù è relativamente nuova nel campo dell’abbigliamento e del tessile, e viene prodotta con la stessa tecnologia delle fibre di viscosa. Ha una mano morbida e setosa, e assorbe e trattiene bene le tinture. Il bambù viene commercializzato come fibra ecologica, ma occorre prestare molta attenzione: anche se la pianta di bambù è una fonte rinnovabile, il procedimento cui viene attualmente sottoposto il bambù prevede un ampio utilizzo di energia e prodotti chimici. Canapa. La canapa è una fibra straordinaria. La pianta cresce rapidamente, e non richiede pesticidi perché non attira i parassiti. Le fibre di canapa vengono ricavate dallo stelo della pianta, sono più lunghe e forti di quelle di cotone, e hanno maggiore potere assorbente. I tessuti che contengono almeno il 50% di canapa bloccano i raggi solari più efficacemente degli altri. La fibra di canapa può essere utilizzata per molti tipi di stoffe oltre che per carta, funi e spago. Lino. Realizzato con le fibre della pianta omonima, il tessuto di lino è fra i più antichi al mondo, risalendo a molte migliaia di anni fa. Il lino è apprezzato per la sua eccezionale freschezza nei climi caldi. Viene filato da lunghe fibre TINGERE CON LE PIANTE: TECNICHE E MATERIALI 29
che, nello stelo dotato di più strati, si trovano subito sotto la corteccia. Questa fibra di cellulosa si può filare e viene utilizzata per produrre filati, corde e spago. La biancheria di lino da casa diventa più morbida e flessibile con l’uso. Ecco perché da tempo è il tessuto preferito per le lenzuola.
Preparare le fibre animali per la tintura Prima di tingere fibre o tessuti, occorre sgrassarli o lavarli fino a quando sono puliti. La sgrassatura libera il tessuto dagli oli naturali, da terra e sporcizia e dai residui di processi chimici, che si tratti di apprettatura o candeggio. Per esempio, la lana appena tosata, o lana grezza, spesso contiene lanolina, un olio naturale protettivo che potrebbe impedire alla tintura di legarsi alla fibra. La sgrassatura è un procedimento importante per la tintura, perché polvere o residui potrebbero non far aderire uniformemente il colore alle fibre. Se la tinta non penetra appieno nella fibra e scompare con il lavaggio, ovviamente il risultato non può essere soddisfacente. Io sgrasso le fibre naturali in un catino di acqua fredda o tiepida usando due cucchiaini di sapone per piatti ecologico, delicato e a pH neutro. Meglio questo, che trovate anche nel negozio di quartiere, anziché i tradizionali agenti sgrassanti consigliati dai libri sulle tinture. Poi risciacquo più volte in acqua fredda o calda, fino a quando l’acqua non presenta più residui di sporco o sapone. Dopo la sgrassatura e il risciacquo, consiglio di immergere le fibre in acqua pulita per almeno un’ora, meglio se per tutta la notte, prima di tingerle. Questo procedimento aiuta la fibra a prendere bene, e in modo uniforme, anche il mordente e la tintura. Le fibre, o il tessuto, possono esse-
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re delicatamente ritorti, poi collocati direttamente nella tintura o nel bagno del mordente dopo l’immersione. Le fibre animali come la lana non amano gli improvvisi cambiamenti di temperatura dell’acqua: in acqua troppo calda, o nel rapido passaggio dall’acqua calda all’acqua fredda e viceversa, si ritirano e infeltriscono. La seta, poi, andrebbe trattata a temperature lievemente più basse della lana per evitare che perda lucentezza. Tutte le fibre naturali richiedono delicatezza e non vanno sfregate per non rovinarle. La seta ha uno strato protettivo naturale di gomma che lega due filamenti fibrosi: di solito la gomma rimane sulla seta grezza fino a quando il tessuto è pronto per essere tinto, e va sgommata. In questo modo migliorano brillantezza, colore e mano. Molti filati di seta in commercio sono già completamente sgommati, ma è consigliabile eseguire comunque questa operazione prima di tingere.
Preparare le fibre vegetali per la tintura Per pulire a fondo le fibre di cellulosa, o vegetali, come il cotone o il lino, lasciatele sobbollire per almeno due ore in una soluzione di sapone liquido a pH neutro e carbonato di sodio. Potete trovare il carbonato di sodio nel reparto detersivi dei supermercati o dal droghiere. Meglio indossare i guanti perché può essere caustico. In alternativa potete immergere il tessuto in un grosso contenitore con una soluzione di sapone e carbonato di sodio per due giorni, come con il metodo del “tè solare”, lasciando che siano il calore del sole e il tempo di ammollo a ripulirlo.
Alta moda in cucina Alcune delle tinture naturali per cominciare a tingere si trovano negli armadietti della vostra cucina. Sono materiali divertenti e non tossici che possono aprirvi al mondo dei colori.
Curcuma La curcuma è una pianta tropicale dal cui tubero si estrae una polvere color giallo-arancio, che crea un giallo brillante. Potete utilizzare la polvere del tubero che trovate al supermercato nel reparto spezie, mentre per coltivarla occorre un clima tropicale: il tubero fresco permette di ottenere una colorazione più forte. Per realizzare una tintura brillante e soddisfacente dovrete ridurre il tubero a pezzettini, poi macinarli o ridurli in purè. Un progetto facile e gratificante per cominciare consiste nel tingere una vecchia pezza di tessuto naturale o un vecchio abito di cotone, seta o lana che avete nell’armadio e indossate raramente. Trasformare un oggetto familiare in qualcosa di sorprendente e nuovo con un deciso cambiamento di colore ha qualcosa di magico. Per esempio, una pezza di lino di recupero può diventare una splendida tovaglia, un vecchio maglione di lana bianco viene rinfrescato se tinto di una brillante tonalità di giallo, oppure potreste rendere più allegra una semplice borsa della spesa di cotone. Non dimenticate che è possibile utilizzare contemporaneamente il bagno di tintura per progetti diversi.
60 QUANDO IL COLORE SI TROVA IN CUCINA
Potete trovare la polvere di curcuma nella vostra cucina oppure al mercato: crea un giallo splendido. • La tintura di curcuma senza mordente non è tossica e potete immergere le mani in tutta tranquillità perché si tratta di un prodotto alimentare. Vedrete che anche le mani si tingeranno di giallo.
[ ricetta ]
Tintura alla curcuma Il tubero della pianta di curcuma (Curcuma longa) crea colori forti che variano dal giallo brillante, se usato senza mordente, al verde scuro, con un modificatore ferroso. Per la curcuma va benissimo l’acqua fredda: potete utilizzare il calore se desiderate sfumature più scure e tendenti all’arancio. La curcuma è ottima per i principianti perché funziona particolarmente bene su fibre animali o vegetali, con o senza mordente.
progetto
Fibra: 100 grammi Polvere secca di tubero di curcuma: 50 grammi • Lasciate la fibra in ammollo per almeno un’ora in acqua fredda e fate in modo che l’acqua la copra completamente. • In una tazza sciogliete la curcuma, aggiungete acqua fredda e mescolate. • Riempite una pentola da tintura con acqua fredda sufficiente a coprire la fibra e a lasciarla muovere liberamente. Unite la soluzione di curcuma e mescolate. • Aggiungete la fibra che era in ammollo. Mettete la pentola sul fuoco e scaldate l’acqua fino a quando sobbolle (82°C). Lasciate sobbollire per 20-30 minuti, mescolando delicatamente di tanto in tanto perché la fibra assorba uniformemente il colore. • Quando avrete ottenuto la sfumatura desiderata, togliete la fibra, lavatela a fondo con un sapone a pH neutro e risciacquate fino a quando l’acqua è pulita. Stendete ad asciugare.
Maglione di lana tinto con la curcuma Un vecchio maglione di lana prende nuova vita se tinto di giallo brillante. Con la curcuma è facile ravvivare il vostro armadio.
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Borsa della spesa tinta con la curcuma
di cotone, visto che la curcuma prende bene sulle fibre vegetali. Inoltre è perfetta per realizzare qualcosa con i bambini perché
Tingere di giallo la vecchia borsa della spesa non solo
non è tossica ed è facile da lavorare.
è divertente, ma è anche ecologicamente sostenibile:
Dopo un bagno di tintura al sole, potrete ammirare
in questo modo si possono eliminare le borse realizzate
la vostra creazione che risplende di giallo.
con risorse in esaurimento e tinte con materiali tossici.
Una borsa della spesa riutilizzabile tinta da voi
Inoltre, andando al mercato, una borsa in più fa sempre
con una spezia da cucina vi aiuterà a sentirvi
comodo. Potete utilizzare qualsiasi fibra a base
ancor più in sintonia con la natura.
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Tovaglia per un pic-nic estivo
una pezza molto grande, piegatela a metà o in quattro, in modo da riuscire a immergerla in maniera uniforme. Strizzate delicatamente per eliminare
Se amate il cibo e il design, vi darà soddisfazione utilizzare
l’acqua di risciacquo, assicurandovi che sia pulita.
le spezie sia per cucinare sia per tingere la tovaglia
È possibile realizzare una tovaglia tinta con le spezie con
sulla quale mangiate. Vi divertirete a tingere con spezie
qualsiasi tessuto in fibra naturale. Potete anche utilizzare
colorate come la curcuma e otterrete tinture brillanti
una vecchia pezza di cotone per sperimentare. Nel caso di
che potranno essere ammirate dai vostri ospiti ai pic-nic.
vecchie tovaglie già stampate, per esempio a quadretti o
Immergete i bordi della tovaglia di lino nella tintura
a fiori, potete dar loro una nuova sfumatura gialla, ma può
alla curcuma per ottenere un giallo brillante, facendo
essere divertente anche creare solo un bel bordo brillante
attenzione che non sgoccioli e non si righi; prendetevi un
intorno alla vostra tovaglia da pic-nic, aggiungendo
attimo per strizzarlo con le mani. Se state lavorando con
un vivace tocco creativo in qualsiasi occasione.
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progetto
Stoffa tinta con la curcuma per presentare un regalo Il furoshiki è un tessuto utilizzato in Giappone per avvolgere qualsiasi cosa, indipendentemente da forma e dimensioni, rispettando nello stesso tempo l’ambiente. Le tecniche per piegarlo sono simili a quelle dell’origami. Un tessuto tinto a mano può così diventare l’incarto per un regalo o un acquisto, se poi si ricamano dei punti colorati, il tessuto assume un altro aspetto.
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Dal compost al colore e dal colore al compost Molti scarti di cucina possono essere utilizzati per tingere prima di finire nella pila del compost. Si tratta di materiali assai facili e divertenti da usare per i principianti anche perché si trovano senza difficoltà. Nelle tre ricette che seguono imparerete come ottenere colori brillanti dagli scarti familiari di cucina: bucce di cipolla, cavolo rosso e mallo di noce Juglans nigra.
Bucce di cipolla Le bucce di cipolla (genere Allium) sono uno scarto di cucina non tossico e di lunga durata che viene utilizzato per tingere. Non è richiesto l’uso di un mordente per ottenere un colore gradevole. Potete trovarne in maggiori quantità dall’ortolano o al mercato, chiedendole: spesso i proprietari sono molto felici che possano ancora servire a qualcosa. Le bucce di cipolla vanno benissimo per la tintura solare, un sistema semplice e a risparmio energetico per creare un bagno di tintura. Mettete nel forno solare che vi siete costruiti una grossa pentola con bucce di cipolla e acqua, coprite con un coperchio trasparente e lasciatelo al sole per qualche ora fin quando otterrete il colore desiderato. Ma potete semplicemente mettere al
Creare una tintura con gli scarti di cucina come le bucce di cipolla può essere un modo divertente di utilizzarle prima che finiscano nella pila del compost. Le bucce di cipolla gialla creano dei rossi carichi e degli arancioni bruciati. • Le bucce di cipolla rossa creano sfumature di giallo e arancio.
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Borsa con bordo di seta e canapa tinto con le bucce di cipolla Un tessuto di seta e canapa tinto con le bucce di cipolla decora il bordo di questa piccola borsa di fibra di ortica, regalandole una tonalità calda.
sole un grosso contenitore con l’acqua e le bucce di cipolla, proprio come quando si fa il tè con il sole.
Fibra: 100 grammi Buccia di cipolla: 100 grammi
[ ricetta ] Tintura alla buccia di cipolla Le bucce delle
• Immergete la fibra nell’acqua per circa un’ora. • Mettete le bucce di cipolla in una pentola da tintura sul fuoco, abbassate fino a quando sobbolle e lasciate sobbollire (82°C) le bucce di cipolla per 10-15 minuti, o fino a quando l’acqua ha assunto un colore ricco e intenso e le bucce di cipolla sono diventate trasparenti. Spegnete il fuoco. • Con un colino togliete le bucce di cipolla dal bagno di tintura. Aggiungete la fibra e scaldate il bagno fino a quando sobbolle. Fate sobbollire per 10 minuti o fino a quando avrete ottenuto il colore desiderato. È anche possibile lasciare la fibra in ammollo per tutta la notte o più a lungo per avere un colore più scuro e più saturo. • Lavate la fibra con un sapone a pH neutro, sciacquate a fondo e stendete ad asciugare.
cipolle creano meravigliosi colori da tintura. Le cipolle gialle creano sfumature arancione bruciato e oro. Le cipolle rosse creano dei gialli brillanti e dei giallo-verdi. Per tingere fibre proteiche come la lana o la seta, seguite le istruzioni per mordenzare queste fibre (Mordente di base all’allume con lana, pag. 42; Mordente di base all’allume con seta, pag. 42; Post-mordente o modificatore ferroso, pag. 45): per tingere una fibra vegetale come il cotone o il lino, pretrattatela adeguatamente lavandola e mordenzandola (si veda Post-mordente o modificatore ferroso, pag. 45; Mordente a base di tannino con fibre vegetali, pag. 48; oppure Mordente all’allume con fibre vegetali trattate con il tannino, pag. 48).
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Cavolo rosso Il cavolo rosso (Brassica oleracea) è una sorprendente fonte di colore naturale che riesce a produrre tinte vivaci che variano dal lavanda a un blu brillante. A me piace molto lavorare con il cavolo rosso, una verdura assolutamente comune, che non si direbbe che possa creare colori così belli. Di solito le foglie del cavolo rosso sono color rosso scuro-violaceo perché la pianta contiene il pigmento dell’antocianina, ma il cavolo cambierà colore in funzione del pH del terreno. Crescendo su un terreno acido, le foglie di cavolo saranno rossastre, mentre il terreno alcalino le rende più giallo-verdi, quindi in zone diverse la stessa pianta può avere colori diversi. Il succo del cavolo rosso, inoltre, può essere utilizzato in casa come indicatore del pH: nelle soluzioni acide diventerà rosso, in quelle alcaline blu.
[ ricetta ] Tintura al cavolo rosso Nel bagno di tintura al cavolo rosso potete fare esperimenti aggiungendo del sale per avere una sfumatura blu, oppure del limone o un altro modificatore acido per ottenere colori più tendenti al rosa. Un cavolo di dimensioni medie pesa circa un chilo. Tagliatelo a pezzi per ricavare tutto il colore possibile dalle foglie. Se volete tingere fibre proteiche come la lana o la seta, seguite le istruzioni del mordente adatto al vostro tessuto alle pagine 40-49. Per tingere una fibra vegetale come il cotone o il lino, utilizzate un mordente all’allume su fibre vegetali trattate con il tannino (pag. 48). I migliori risultati senza mordente si ottengono con le fibre animali.
Con i colori delle piante basta poco per realizzare una bordura interessante. • Coltivare nel vostro giardino verdure e piante tintorie può essere un’esperienza molto gratificante. Fra due o tre mesi questi cavoli rossi saranno pronti per i miei bagni di tintura. Nella fase iniziale della crescita, la pianta di cavolo rosso ha colori straordinari. • Un cavolo rosso pronto per fare esperimenti di tintura.
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Fibra: 450 grammi Cavolo rosso tagliato a pezzetti di 2,5 cm circa: 450 grammi Succo di limone o aceto (opzionale): 60 ml 60 grammi di sale per 7,5 litri d’acqua (opzionale)
Con un bagno di tintura al cavolo si possono ottenere sfumature diverse da fibre diverse. • Aggiungendo al cavolo rosso un modificatore acido (aceto o allume) o alcalino (sale) si può variare il colore ottenuto. • Dopo aver sobbollito nell’acqua, la foglia di cavolo diventa rosa traslucido. Il blu e il viola sono passati nel bagno di tintura.
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• Immergete la fibra da tingere in acqua per almeno un’ora o per tutta la notte. • Riempite la pentola della tintura con acqua a sufficienza per coprire il tessuto da tingere. Mettete la pentola sul fuoco e fate sobbollire l’acqua (82°C). • Aggiungete il cavolo nella pentola e scaldate nuovamente l’acqua fin quando sobbolle, poi lasciate sobbollire per 20 minuti o fino a quando le foglie cominciano a perdere il colore originale e diventano rosa pallido e blu. • Togliete la pentola dal fuoco e, con un colino, rimuovete il cavolo dal bagno di tintura. Rimettete la pentola sul fuoco e scaldate fino a quando sobbolle. • Aggiungete la fibra preventivamente bagnata, scaldate il bagno fino a quando sobbolle e lasciate sobbollire a fuoco basso per 20-30 minuti. • A questo punto, se volete modificare l’intenso colore lavanda-violetto, potete aggiungere qualcosa di acido (aceto o limone) per creare una gradazione rosa oppure, mescolando del sale alla tintura per renderla più alcalina, potete ottenere un blu scuro. Lasciate il tessuto in ammollo fin quando avrete ottenuto la sfumatura desiderata. Per ottenere un colore più saturo è possibile lasciarlo in ammollo per tutta la notte. • Lavate la fibra tinta con un sapone a pH neutro. Sciacquate a fondo. Stendete ad asciugare.
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Cappello e scialle tinti con il cavolo rosso Utilizzate un bagno di tintura al cavolo rosso per dare tonalità color fumo a uno scialle di seta e a un cappello di lana. È possibile usare i bagni di tintura contemporaneamente per diversi progetti. Uno scialle di seta di recupero è stato tinto con il cavolo rosso nella stessa pentola in cui un cappellino di lana biologica è stato tinto per semplice immersione di una parte. Con il cavolo rosso è facilissimo lavorare e si possono creare tonalità di blu ghiaccio che mettono in risalto qualsiasi capo.
Lasciare il tessuto per tutta la notte in ammollo nel bagno di tintura permetterà alla fibra di assorbire le sfumature più scure. • Quando il tessuto ha raggiunto il colore desiderato, toglietelo dal bagno di tintura, sciacquatelo e appendetelo ad asciugare. Guardare i tessuti stesi è un modo per ammirare il vostro lavoro.
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Fonti di colore per tinture naturali gialli
verdi
rossi
marroni
Fiori di calendula (Calendula officinalis) Fiori di camomilla (Anthemis tinctoria) Fiori di dalia (genere Dahlia) Fiori di verga d’oro del Canada (Solidago canadensis) Fiori di tagete (Specie Tagetes) Fiori di carota (Daucus carota) Fiori di tanaceto (Tanacetum vulgare) Parti di erba guada (Reseda luteola) Parti di erba gatta (Nepeta cataria)
Parti di carciofo (Cynara cardunculus) Fiori, foglie e steli di rudbeckia hirta (Rudbeckia hirta) Parti di issopo (genere Hyssopus) Foglie d’edera (Hedera helix) Parti di platano (Musa x paradisiaca)
Radici di tarassaco (Taraxacum officinale) Radici di caglio zolfino (Galium verum) Pigne di abete rosso (Picea abies)
Foglie di consolida maggiore (Symphytum officinale) Aghi di larice (Larix pinaceae) Radici di susino americano (Prunus americana)
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rosa Fiori di amaranto (Amaranthus retroflexus) Corteccia di betulla (genere Betula) Radici di acetosa (Rumex acetosa)
blu - viola Fiori di fiordaliso (Centaurea cyanus) Foglie di indigofera tinctoria (Indigofera tinctoria) Bucce di acini d’uva (genere Vitis)
grigi e neri
Corteccia di ontano (genere Alnus) Radici di iris (Iris douglasiana) Foglie di pioppo (genere Populus)
Campionatura dei colori naturali Questa campionatura dei colori vi aiuterà a scegliere un colore vegetale che si adatti ai vostri progetti. In questo libro troverete le ricette di molti colori. Per ogni pianta vengono presentati quattro campioni in funzione del mordente utilizzato:
Ghianda Le ghiande si possono raccogliere in autunno sotto le querce, oppure potete acquistare la polvere di ghianda. Lasciate a bagno nell’acqua per diversi giorni le ghiande sminuzzate per ottenere la massima intensità di colore. Le ghiande creano colori che variano dal beige chiaro al verde scuro al verde petrolio.
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1. senza mordente 2. con mordente all’allume 3. con mordente ferroso 4. con mordente all’allume e mordente ferroso (Nella campionatura l’unica eccezione a questa sequenza di mordenti sono i fiori dell’erba di san Giovanni che hanno caratteristiche particolari per la tintura). I campioni vi danno un’idea della gamma di splendidi colori che potete creare con procedimenti diversi di tintura. In questo libro potete trovare trattazioni più approfondite dei materiali vegetali, di come lavorarli, delle tinture che cedono, oltre alle ricette dei bagni. Nel processo di tintura naturale ci sono sempre variazioni, quindi questi colori vanno utilizzati come riferimento generale: vi consiglio di registrare i risultati dei vostri esperimenti di tintura, inserendo anche il pH dell’acqua e la freschezza del materiale vegetale per poter ripetere con maggiore accuratezza i risultati ottenuti.
Mora Le more non sono solo ottime da mangiare, ma possono essere utilizzate per interessanti progetti di tintura. I cespugli di mora abbondano in molte zone. Raccogliete le more all’inizio dell’autunno. Creano colori dal lavanda chiaro al blu grigio. 1.
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Foglie di mora Per i bagni di tintura le foglie di mora possono essere preziose quanto i frutti. Creano tonalità dal giallo-verde al verde petrolio carico al grigio scuro.
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Mallo di noce Juglans nigra Le noci di Juglans nigra si possono raccogliere stagionalmente. Sgusciatele e schiacciate il mallo. Oppure li potete acquistare in polvere nelle erboristerie specializzate o dal droghiere. Creano molte sfumature di un marrone caldo e intenso.
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Sambuco Il frutto del sambuco viene tradizionalmente utilizzato come cura per il mal di gola. Le sue bacche creano colori bellissimi nel bagno di tintura: sfumature di viola da chiaro a scuro e blu-grigi, in funzione del mordente utilizzato.
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Finocchio Il finocchio è un’alta pianta erbacea che si può raccogliere nei terreni incolti o piantare in giardino. I fiori di finocchio e le parti della pianta creano un giallo brillante e un verde intenso in funzione del mordente utilizzato.
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