Monica Nanetti e Ilaria Fiorillo
Ciclovie d’Italia
100 SPETTACOLARI ITINERARI
IN BICICLETTA
La Ciclovia del Volturno
Tra Molise e Campania in bicicletta, seguendo il corso del fiume Volturno dalle sorgenti al mare, alla scoperta di una delle zone meno conosciute del nostro Paese
Se ancora esistesse qualche dubbio legato alla leggenda metropolitana per la quale “il Molise non esiste”, questa ciclovia è in grado di dissolverlo completamente, conducendo i viaggiatori lungo un itinerario che attraversa la regione e le sue bellezze lungo il corso del Volturno: il fiume più lungo dell’Italia meridionale, che nasce in Molise e sfocia 175 chilometri più avanti, nel mar Tirreno in
Campania. Il percorso si svolge su strade secondarie asfaltate, con qualche piccolo tratto di sterrato senza difficoltà. Gran parte del dislivello si affronta nei primi 20 chilometri, dopo i quali il profilo altimetrico è in continua lieve discesa.
Il consiglio, per vivere al meglio l’esperienza, è di suddividere il percorso in due o tre tappe. Il viaggio inizia dalla sorgente del
REGIONI
Molise, Campania
BICI CONSIGLIATA
Strada, touring, gravel
PARTENZA
Rocchetta a Volturno (IS)Stazione Fs di Roccaravindola, a 18 km
ARRIVO
Capua (CE) - Stazione Fs
Volturno, ai piedi del monte Azzone, uno dei primi avamposti della catena delle Mainarde. La località di partenza è ben segnalata e si trova nei pressi di Rocchetta a Volturno, a una manciata di chilometri da Castel San Vincenzo, che merita assolutamente una visita. Il paese si affaccia sull’omonimo lago turchese e affonda le sue radici nel Medioevo, come testimonia l’abbazia di San Vincenzo al Volturno fondata nell’VIII secolo da nobili beneventani. Si inizia a pedalare seguendo per qualche chilometro il corso del fiume su una stradina sterrata, costeggiando gli scavi dell’area archeologica di Castel San Vincenzo. L’itinerario prosegue verso Cerro al Volturno per poi iniziare a salire attraversando i villaggi di Petrara e Valloni. La natura lungo questo
tratto è rigogliosa e, se si sceglie di percorrere la ciclovia in primavera, si è subito avvolti dalle infinite sfumature di verde che dominano il paesaggio. Superata Valloni si procede lungo una strada in salita che conduce alla frazione di Casale; da qui inizia la discesa e, nei pressi di Ponte Rosso, torna visibile il Volturno. La ciclovia prosegue sulla sponda sinistra del fiume fino alla diga di Ripaspaccata, nel comune di Montaquila. Si pedala in pianura fino a Taverna Ravindola e, superato il ponte dei Venticinque Archi, si affronta un breve saliscendi che conduce in località Campo della Fontana. In questa parte di territorio
Per non perdersi La traccia Gps e i dettagli sull’itinerario sono disponibili gratuitamente al sito www.matesesottosopra. it/bicitinerari/ciclovia-delvolturno.
↓ L’abbazia di San Vincenzo al Volturno, dietro agli archi dell’acquedotto augusteo.


si intersecano le antiche vie che un tempo collegavano Lazio e Campania con Abruzzo e Molise. Si prosegue su tratti pianeggianti lungo il fiume, costeggiando Venafro, borgo incastonato tra i massicci del Matese e delle Mainarde, che conserva una struttura urbana di origine romana. In località Ponte Reale si attraversa nuovamente il fiume, superando il confine regionale ed entrando in Campania.
Ancora qualche chilometro per raggiungere la metà dell’itinerario a Vairano Patenora, un incantevole borgo medievale in provincia di Caserta, luogo perfetto per una sosta per pernottare e dividere il percorso in due tappe.
Si continua su strade di campagna sterrate, ma dal fondo compatto e scorrevole, attraversando i territori della bonifica e costeggiando poi i
Intersezioni
Fino al km 98, nei pressi del bivio per Ruviano, la ciclovia corre parallela all’itinerario della Eurovelo 5, la Via Romea Francigena, che prosegue in direzione Benevento.
comuni di Raviscanina, Sant’Angelo d’Alife e Alife, con il suo centro storico tutt’ora delineato da una cinta muraria di epoca romana. Un leggero saliscendi conduce a Ruviano e poi a Castel Campagnano; una volta giunti all’altezza di Limatola, se non si hanno problemi ad affrontare ancora un po’ di salita, con una breve deviazione si può visitare il caratteristico centro storico e il castello. Tornati sul tracciato principale si pedala tra i campi per raggiungere la zona delle sorgenti minerali di Triflisco, dove si può fare rifornimento d’acqua. Poche centinaia di metri più avanti si attraversa per l’ultima volta il fiume nei pressi del ponte di Annibale. Ancora qualche pedalata conduce infine nel centro di Capua, punto di arrivo dell’itinerario.

↑ Rocchetta a Volturno con le sorgenti del fiume, punto di partenza dell’itinerario.
↖ Il Castello Pandone, a Venafro, ospita oggi un museo nazionale d’arte.
L’altra Roma. Santa Maria Capua Vetere si erge sulle rovine dell’antica Capua, definita da Cicerone “l’altra Roma”, una delle città più importanti dell’Impero romano. La città ospita l’anfiteatro Campano, secondo in grandezza solo al Colosseo, uno dei luoghi dedicati al culto del dio Mitra più importanti e meglio conservati al mondo e la basilica di Santa Maria Maggiore, di origine paleocristiana.

Riti ancestrali
L’abitato di Rocchetta a Volturno, punto di partenza della ciclovia, si suddivide in tre parti: Rocchetta Alta, di cui oggi restano solo le rovine, Rocchetta Nuova e la frazione di Castelnuovo al Volturno. Proprio a Castelnuovo ogni anno, l’ultima domenica di carnevale, si svolge uno degli eventi più affascinanti della tradizione molisana: il rito ancestrale dell’uomo cervo, conosciuto come Gl’ Cierv, che ha radici antichissime nella cultura pagana e nei miti dionisiaci. Si svolge nella piazza del paese al tramonto e inizia con il suono dei campanacci, che annunciano l’arrivo delle Janare, le streghe. A seguire, gli zampognari con le melodie tradizionali accolgono il protagonista della festa: Gl’ Cierv, la maschera zoomorfa dell’uomo cervo. La rappresentazione è una sorta di “caccia rituale” in cui il passaggio delle stagioni viene simboleggiato in maniera cruenta, dove per la rinascita della natura risulta indispensabile una morte sacrificale; un processo che culmina, tra balli e canti, nella riconciliazione tra uomo ed elemento naturale.
ESCURSIONI AL LAGO
Poco distante dal punto di partenza della ciclovia, a circa un chilometro dall’abitato di Rocchetta, merita una sosta il lago di Castel San Vincenzo. Compreso nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, viene chiamato anche “lago turchese” per il colore delle sue acque. È un punto di riferimento per gli amanti degli sport acquatici ed essendo balneabile è meta di turisti nella stagione estiva. In bicicletta o a piedi si può percorrere l’intero perimetro del lago; numerosi sono anche gli itinerari di trekking che, partendo dalle sue sponde, raggiungono le vicine montagne.

La Ciclopedonale della Val di Neto

Il fiume Neto, Nìatu in forma dialettale, è il secondo fiume della Calabria: nasce sui monti della Sila e si tuffa nel mar Ionio, all’altezza di Fasana, tra Strongoli e Crotone. La Ciclopedonale della Val di Neto in 38 chilometri ne ripercorre il corso, seguendo le tracce di un’antica mulattiera, dall’entroterra fino al mare. Il percorso intercetta sei comuni del Marchesato Crotonese e si presta molto bene a essere utilizzato come punto di partenza per visitare i siti archeologici e i luoghi di interesse naturalistico del territorio, come il sito archeologico di Akerentia, le grotte rupestri di Rocca di Neto e la Pietra del Tesauro di Marina di Strongoli. Il tragitto è completamente pianeggiante, ben segnalato e dotato di aree attrezzate per il relax e la sosta, quindi adatto per escursioni familiari anche con bambini.
I punti di accesso all’itinerario sono diversi, ma se si vuole percorrere l’intero tragitto conviene impostare come punto di partenza il ponte ciclopedonale in località Calusia a Caccuri, una zona importante dal punto di vista naturalistico per la presenza delle Terme di Bruciarello
Per non perdersi
Le tracce Gps e le informazioni dettagliate dell’itinerario sono disponibili sul sito ciclopedonaledellavaldineto.it.
ARCHEOLOGIA
E ANTICHE LEGGENDE
A circa metà percorso meritano una visita le grotte rupestri di Rocca di Neto, un insediamento rupestre scavato nella pietra arenaria e distribuito su tre colline intervallate da canyon naturali. Poco distante dal punto di arrivo, a sud della Marina di Strongoli, si erge la Pietra del Tesauro, un suggestivo mausoleo di età romana costruito con mattoni rossi. Un’antica leggenda locale avvolge di mistero questo monumento: pare che al suo interno siano custoditi non solo i resti di Marcello, il console romano caduto durante uno scontro con Annibale nelle pianure calabresi, ma anche un tesoro nascosto.

REGIONI
Calabria
BICI CONSIGLIATA
Strada, touring, gravel
PARTENZA
Cuccuri (KR) - Stazione Fs di Strongoli, a 31 km
ARRIVO
Marina di Strongoli (KR)Stazione Fs
I castelli della valle. In un itinerario di soli 38 chilometri sono presenti tre castelli: quello di Santa Severina, definito la “Rocca” della Calabria, che domina la valle; quello di Caccuri, edificato nel VI secolo dai bizantini, che ospita al suo interno la Cappella Palatina; e infine quello di Strongoli, situato nella parte alta della città.
La Ciclabile della Val Passiria
Da Merano, con le sue terme, i portici medievali e i palazzi liberty, fino al paese di San Leonardo, immerso nel verde dei prati del Parco naturale del gruppo del Tessa: la Ciclabile della Val Passiria è la meta ideale per una passeggiata in bicicletta adatta a tutti, all’insegna del piacere e del relax. Il percorso, interamente in sede protetta, è ben segnalato; la salita è dolce e priva di brusche pendenze; il fondo stradale, in gran parte sterrato, non presenta particolari difficoltà (se non per chi utilizzasse una bici da strada). Ma è soprattutto il panorama l’elemento distintivo di questa ciclabile, che segue sul fondovalle il corso del fiume Passirio, passando spesso da una sponda all’altra e inoltrandosi in un piccolo paradiso alpino ai cui lati sfilano piccoli paesi, castelli, edifici storici: Castel Tirolo, Scena, Saltusio, San Martino in Passiria. Per il ritorno da San Leonardo, non c’è molta scelta: la soluzione più comoda è sicuramente quella di girare la bici e ripercorrere a ritroso i 20 chilometri di strada, questa volta su un divertente falsopiano in discesa che non richiede alcuno sforzo.

← In stile gotico, il campanile del duomo di San Nicolò a Merano è alto ben 83 metri. ↗ Un tratto della ciclabile nei pressi dell’arrivo a San Leonardo in Passiria
Per non perdersi
La mappa e le tracce della ciclabile sono scaricabili gratuitamente dal sito www. meranerland.org/it/sport-etempo-libero/bici-e-mountainbike/pista-ciclabile-della-valpassiria.
ALTERNATIVE PER ESPERTI
Per i ciclisti più allenati e atletici, amanti delle grandi salite, San Leonardo può rappresentare – anziché l’arrivo – il punto di partenza per due epiche scalate. Dal paese infatti si diparte, sulla destra, la panoramicissima strada per il passo Giovo/Jaufenpass (2.094 metri), che collega con Vipiteno e la valle Isarco. Proseguendo invece da San Leonardo sulla sinistra, ci si trova ad affrontare la strada verso l’Ötztal, in Austria, attraverso l’impervio passo del Rombo/ Timmelsjoch (2.474 metri), teatro anche di una memorabile tappa del Giro d’Italia 1988 e considerato tra i passi più difficili dell’intera area alpina.

La casa del patriota. San Leonardo in Passiria è noto soprattutto per aver dato i natali nel 1767 ad Andreas Hofer, famoso patriota tirolese. La sua casa, l’antica locanda Sandwirt, si raggiunge direttamente dalla pista ciclabile e ospita oggi la sede principale del MuseoPassiria, dedicato sia all’eroe locale, sia agli usi e costumi della valle.
REGIONI
Trentino-Alto Adige
BICI CONSIGLIATA
Touring, gravel, Mtb
PARTENZA / ARRIVO
Merano (BZ) - Stazione Fs
La Food Valley Bike
Ritmi lenti, grandi orizzonti
pianeggianti, memorie storiche e straordinarie eccellenze
gastronomiche per un breve viaggio all’insegna del piacere
Chi pedala per mantenersi in forma farà bene a restare alla larga da questo itinerario. Che è, soprattutto, un inno ai piaceri della vita lenta, della passeggiata rilassante, dei grandi orizzonti e - ovviamentedella buona tavola. Proprio per questo, nonostante gli 80 chilometri di pianura possano essere percorribili nell’arco di una sola giornata,
è consigliabile suddividere l’itinerario in due tappe, così da godersi le numerose soste e le piccole deviazioni di cui è costellata la Food Valley Bike. Deviazioni che possono iniziare già dal primo chilometro: il percorso, sempre ben indicato con segnali e scritte sull’asfalto, parte infatti dalla stazione di Parma e conduce rapidamente all’uscita della città.
REGIONI
Emilia-Romagna
BICI CONSIGLIATA
Touring, gravel
PARTENZA
Parma - Stazione Fs
ARRIVO
Busseto (PR) - Stazione Fs

Ma sarebbe un peccato non concedersi almeno un rapido giro per il centro urbano, tra il bellissimo duomo, il monumentale complesso della Pilotta e le molte altre testimonianze della storia e dell’eleganza di questa città. Tornati sul tracciato, ci si inoltra attraverso la pianura (le salite lungo l’intero percorso sono praticamente inesistenti e si riducono a un paio di cavalcavia) lungo un itinerario scandito da costanti ed eccellenti riferimenti alimentari. La prima parte, 43 chilometri da Parma a Colorno, è definita come Percorso della Pasta ed è suddivisa in quattro ciclabili, anch’esse intitolate a specialità del territorio. Si inizia con la Ciclabile della Pastasciutta, da Parma a Sorbolo, che transita davanti al grande ingresso dello stabilimento
Barilla e al Caseificio sociale Bassa Parmense, il cui negozio è aperto al pubblico. Poi, da Sorbolo a Coenzo, si segue la Ciclabile della Prugna Zucchella, dedicata a una pregiata susina tipica del luogo. Da Coenzo a Mezzani ci si trova sulla Ciclabile dell’Anolino, autentica gloria locale che è possibile gustare in varie trattorie tra cui la “storica” Ca D’la Gringola a Casale; proprio all’altezza di Casale è anche possibile una breve deviazione di poco più di un chilometro per raggiungere la sponda del Po e il porto turistico fluviale di Mezzani, da cui godere suggestivi panorami sul grande fiume. La Ciclovia del Tortél Dóls (tortello dolce) si chiude poi a Colorno, dove è
Per non perdersi Dal sito foodvalleybike.com è possibile scaricare le tracce Gps dell’intero percorso. Molte informazioni e riferimenti utili sono disponibili anche sull’app Food Valley Bike.

possibile pernottare o, in alternativa, ritornare in una ventina di minuti a Parma con un treno regionale. In ogni caso è bene tenersi qualche ora a disposizione per visitare la straordinaria Reggia di Colorno, che da sola meriterebbe un viaggio.
La seconda frazione della Food Valley Bike da Colorno a Busseto, lunga 37 chilometri, è invece battezzata come Percorso dei Salumi; a susseguirsi, qui, sono le ciclabili della Spalla Cruda di Palasone (da Colorno a Sissa Trecasali), dei Ciccioli (da Sissa Trecasali a Roccabianca), del Culatello (da Roccabianca a Polesine Zibello) e della Spongata (da Polesine Zibello a Busseto). Anche in questo caso i nomi sono tutt’altro che casuali: bar, trattorie, salumerie offrono numerose possibilità di sosta per degustare i prodotti tipici.
L’arrivo, infine, è nel paese natale del grande compositore Giuseppe Verdi, nato nella frazione di Roncole nel 1813, la cui impronta si ritrova un po’ dappertutto: nel teatro e nel museo a lui intitolati, così come nella grande piazza rettangolare dominata dal monumento a lui dedicato. Nel complesso, la Food Valley Bike è la ciclovia ideale per un viaggio all’insegna del relax, in una terra dove la bicicletta è da sempre di casa; un itinerario che si snoda costantemente tra ciclabili protette, strade sterrate e tranquille provinciali a basso traffico, ed è per questo adatto anche a essere percorso con i bambini. Unica precauzione quella di evitare i mesi estivi per le alte temperature, tanto più considerato che il percorso è quasi completamente privo di tratti all’ombra.
↑ A Polesine Parmense, la chiesa della Beata Vergine di Loreto, sulla strada di accesso all’Antica Corte Pallavicina e al museo del Culatello.
↗ La sontuosa Reggia di Colorno ha oltre 400 sale, corti e cortili.
↘ La spongata, dolce tipico del periodo natalizio.
Un museo inconsueto. A Polesine Parmense, l’Antica Corte Pallavicina, un bellissimo complesso agricolo le cui origini si perdono nei secoli, ospita il museo del Culatello e del Masalén, dedicato non solo a questo straordinario salume, ma anche ai norcini (“masalén”) che lo preparavano e, più in generale, al territorio e alle sue genti.

UN PERCORSO “DI CAMPAGNA”
La ciclovia, totalmente pianeggiante, può essere percorsa anche con biciclette senza cambio. Alcuni tratti si svolgono su strade sterrate, che non comportano particolari problemi per biciclette da turismo di qualsiasi tipo ma che possono invece creare difficoltà nel caso di bici da strada.
CICLISTI BUONGUSTAI
Ogni anno, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, si svolge L’Ingorda, “pedalata assistita dal buon cibo”: un evento cicloturistico che permette di percorrere tutta o parte della Food Valley Bike in gruppo, intervallando il percorso con numerose pause-ristoro dedicate alle varie specialità.
Versailles alla parmigiana
Sorprendente e sontuosa: questi gli aggettivi che suscita la Reggia di Colorno, maestoso complesso nel cuore della grande pianura agricola che affianca il corso del Po.
Presente già dal Trecento come semplice base difensiva, la struttura ha attraversato epoche e dominazioni arricchendosi di opere e progetti, fungendo da residenza per i Farnese, i Borbone e Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone. Il risultato è quello che viene definito come la “Versailles dei Duchi di Parma”: un complesso di quattrocento sale, corti e cortili che racchiude al suo interno arredi d’epoca, collezioni preziose, dipinti, arazzi, uno straordinario osservatorio astronomico settecentesco e una cappella considerata capolavoro di architettura sacra e arte barocca. Alle spalle dell’edificio, un curatissimo giardino storico alla francese in cui passeggiare in tutta tranquillità. E per non smentire la vocazione dei luoghi, gli edifici ospitano oggi anche la sede di Alma - Scuola di Cucina Italiana che offre formazione specialistica a giovani cuochi di tutto il mondo.

Intersezioni
Da Polesine Parmense, poco prima di Busseto, è possibile proseguire lungo la Via Po che segue l’argine del fiume fino a Piacenza, e da qui connettersi a vari altri percorsi tra cui la Via Francigena.