Il Cammino Materano. Lungo la Via Peuceta

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IL PERCORSO


Bari Capoluogo della Puglia, Bari è molto più di una città. È una porta, un ponte, un crocevia di popoli e genti di diversa provenienza e cultura, che da secoli qui si incontrano, si amalgamano e si contaminano, lasciando profonde tracce nell’architettura e negli usi e costumi della città, così come nella lingua dei suoi abitanti. Sospesa tra Oriente e Occidente, tra antico e moderno, Bari lega il suo destino e il suo fascino al mare Adriatico, che la bagna e ne fa un porto ideale, punto d’arrivo e di partenza, transito naturale per ogni viaggiatore. Una città vivace, in continuo movimento e rinnovamento: “la vecchia Bari... cresce nuova e non muore mai” (Italo Calvino). Per il camminatore il capoluogo pugliese non è solo punto di partenza della Via Peuceta del Cammino, ma anche punto tappa della Via Francigena del Sud, collegamento tra Roma e Gerusalemme.

Una partenza che è anche una meta

Le origini di Bari risalgono all’Età del bronzo; in epoca romana è sede di un piccolo municipium, limitato da città molto più potenti come Canosa ed Egnazia, ma la sua importanza cresce notevolmente con la realizzazione della Via Traiana (II secolo d.C.), grazie alla quale diventa uno dei principali snodi stradali verso Brindisi e l’Oriente. Nel periodo bizantino (IX-XI secolo d.C.) il mondo orientale riprende possesso del Mezzogiorno e la città viene scelta come sede del Catapano, il funzionario imperiale che amministrava tutti i possedimenti nell’Italia meridionale. Questo dominio, che ha lasciato profonde tracce nella cultura del luogo, termina nel 1071 con la conquista del normanno Roberto il Guiscardo, e qui ha inizio la storia che avrebbe messo Bari al centro dei pellegrinaggi europei. È il 1087, infatti, quando 62 marinai baresi partono alla volta di Myra (attuale Turchia) per trafugare le reliquie di san Nicola e sottrarle all’inarrestabile avanzata musulmana in Asia Minore. Comincia così la costruzione della BASILICA DI SAN NICOLA, capolavoro dell’arte romanica e luogo simbolo della nuova identità barese. Il maestoso edificio, eretto per custodire le reliquie del Santo, diventa ben presto una delle più importanti mete del pellegrinaggio di Oriente e Occidente, nonché punto di partenza delle Crociate in Terra Santa.

La Terra di Bari al tempo dello Stupor Mundi

Al periodo normanno risale anche la costruzione dell’imponente CASTELLO, in seguito restaurato da Federico II di Svevia (1194-1250) nell’ambito del suo programma di rafforzamento delle strutture difensive del regno. Figura controversa ma estremamente affascinante, Federico II, soprannominato Stupor Mundi (meraviglia del mondo), rifondò l’Apulia dividendola in quattro province: Capitanata, Terra 28


BARI

BARI. Centro storico, arco dei Crociati e statua di San Nicola.

d’Otranto, Basilicata e Terra di Bari, dando vita a un periodo di grande splendore per la città e per la Puglia intera. Sul finire del XIII secolo viene portata a termine la CATTEDRALE DI SAN SABINO, costruita sulla precedente basilica paleocristiana di Santa Maria del V-VI secolo d.C., di cui si conserva il bellissimo mosaico pavimentale, detto “di Timoteo”, realizzato con piccole tessere policrome e costituito da un vasto campo centrale con motivo a scaglie, racchiuso da una cornice decorata con animali marini, tra cui il polpo: altro simbolo di Bari nonché testimonianza dell’antica tradizione marinara della città. Alla dominazione sveva di Federico segue la dominazione francese degli Angioini e quella spagnola degli Aragonesi, con il buon governo della duchessa Bona Sforza, che abbellisce e fortifica la città, dotandola di una possente cinta muraria, tutt’oggi visibile.

Bari moderna

L’espansione urbana viene completata agli inizi dell’Ottocento: il 24 aprile del 1813, Gioacchino Murat pone la prima pietra del “quartiere nuovo” (o “murattiano”) fuori dalle mura medievali, caratterizzato da un impianto urbanistico ortogonale che, a partire da corso Vittorio Emanuele II, sancisce una netta divisione tra Bari nuova e Bari vecchia. In epoca più recente, durante il ventennio fascista, viene realizzato il monumentale lungomare, che con i suoi 15 km è il più lungo d’Italia, e viene inaugurata la Fiera del Levante che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutto il Mediterraneo.

Da visitare per capire la città

BASILICA DI SAN NICOLA Aperto lun-sab 7-20.30, dom 7-22; gratuito; www.

basilicasannicola.it. 29


BARI CASTELLO NORMANNO SVEVO Aperto mar-dom 9-19 (chiuso lunedì); 8 €. CATTEDRALE DI SAN SABINO Aperto lun/mer/sab 9.30-16; mar/gio/ven 9.3012.30; dom 9.30-17. Ingresso gratuito cattedrale; visita succorpo 3 €. MUSEO NICOLAIANO Negli antichi locali dell’ospizio dei pellegrini, conserva importanti reperti sulla storia della basilica di San Nicola. Aperto tutti i giorni 11-18 (chiuso mercoledì); intero 3 €, ridotto 2,50 €; www. museonicolaiano.com. MUSEO ARCHEOLOGICO DI SANTA SCOLASTICA Custodisce le testimonianze di oltre 4.000 anni di storia del territorio. Aperto mar-sab 9-19; dom e festivi 9-13; chiuso lunedì. MUSEO CIVICO BARI Un ricco patrimonio di beni documentari e artistici che illustra la storia della città attraverso le diverse epoche. Aperto lun-ven 9.30-13.30 e 17-20; sab 9.30-13.30; dom 17-20; intero 5 €, ridotto 3 €; www.museocivicobari.it. PINACOTECA CORRADO GIAQUINTO Offre un’ampia documentazione dell’arte pugliese dall’XI al XIX secolo. Aperto mar-sab 9-19; dom 9-13 (chiuso lunedì e festività infrasettimanali); intero 5 €, ridotto 2 €.

San Nicola: il santo dei baresi Il legame tra Bari e san Nicola è indissolubile. Figura affascinante e controversa, venerata tanto in Oriente quanto in Occidente, le sue reliquie giunsero a Bari da Myra nel 1087, in seguito a una spedizione di 62 marinai voluta dalla nuova classe dirigente normanna, che aveva la necessità di dotare la città di un santo di “livello internazionale”. Per l’occasione il palazzo del vecchio catapano bizantino fu trasformato in una splendida basilica, che da allora divenne uno dei centri di pellegrinaggio più importanti d’Europa. Il dies natalis di san Nicola si celebra il 6 dicembre e dà inizio, insieme all’Immacolata, alle festività natalizie, di cui il santo è assoluto protagonista in quanto, secondo una tradizione popolare, portatore di doni per i bambini bisognosi. Una leggenda che, in tempi più recenti, ha portato a identificare san Nicola con Babbo Natale. La notte tra il 5 e il 6, in basilica si celebra la messa mentre il centro storico, addobbato a festa, tra luci e profumi, vive una delle notti più belle dell’anno. Prima della liturgia una fiaccolata raggiunge la chiesa; pellegrini e residenti, cristiani e ortodossi, si ritrovano tutti insieme in un’aria festosa tra i vicoli stretti del centro medievale. Si possono gustare le celebri sgagliozze, quadri di polenta fritta salata, ma anche le castagnedde, tipici dolci di mandorle. Bambini e adulti si ristorano dal freddo invernale con la cioccolata calda in attesa dell’arrivo dell’alba. La traslazione delle reliquie (qualcuno direbbe “furto”, ma meglio non farsi sentire dai pugliesi!) si celebra invece dal 7 al 9 maggio ed è chiamata “la festa dei baresi”. Per ricordare l’impresa dei marinai, la statua viene solennemente imbarcata dal molo vecchio e condotta in mare, circondata da una miriade di barche in adorazione. Un lungo corteo storico ripercorre gli eventi del 1087 e la statua del santo è portata in processione, accompagnata dai figuranti in abito storico, per poi essere lasciata in piazza del Ferrarese per il culto pubblico. La città si veste di luci e tutto il lungomare pullula di bancarelle, mentre pellegrini e turisti si godono lo spettacolo delle Frecce tricolori e, alla sera, gli spettacoli pirotecnici.

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BARi ➜ Bitetto

S. Pasquale

Bari

Carrassi 1.1

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Fiera del Levante

Parco Nord 4

T.re Rossa Bari

Madonna della grotta

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Bitetto

SS 1.2

T.re De Serio T.re del Parco

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Santuario della Madonna della Grotta

A14

T.re Gambarola T.re Calabrese 10 1.3

T.re Sforza

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BARi ➜ Bitetto

Santuario della Madonna della Grotta

A14

T.re Calabrese 10 1.3

Modugno Balsignano

1.4

T.re Sciannelli

Casale medievale

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Fabbr.a di Cemento

1.5

14

T.re Sivilli 16

Bitetto

T.re Lama di Ponte 2.1

M. Povero


Da Bari a Bitetto

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BARI

BITETTO

200

CASALE MEDIEVALE DI BALSIGNANO

CENTRO COMMERCIALE

400

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GROTTA

600

0m 0 km

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LUNGHEZZA: 16,8 km

camminomaterano@gmail.com.

DISLIVELLO: SALITA 141 m DISCESA 11 m

BITETTO: Comitato Via Peuceta Bitetto,

DIFFICOLTÀ: facile

referente di tappa Ester Giglione, tel. 34060.51.347, bitetto.viapeuceta@gmail.com. Cattedrale di San Michele Arcangelo. s Caffè Roma, piazza Roma 5, chiuso ven. s

FONDO: 10% STERRATO 90% ASFALTO

Mezzi di trasporto BARI: Stazione Fs, linea Bari-Taranto, treno

per Modugno e Bitetto; stazione Fal, linea Bari-Matera, treno per Modugno, Altamura, Gravina e Matera; Stp Bari, autobus linea 359 per Altamura; Sita Sud, autobus linea 704 per Cassano e Santeramo. MODUGNO: Stazione Fs, linea Bari-Taranto, treno per Bitetto; stazione Fal, linea Bari-Matera, treno per Altamura e Matera. BITETTO: Stazione Fs, linea Bari-Taranto, treno per Bari; Scoppio Autolinee, autobus linea 288 per Cassano delle Murge (due corse al giorno).

Servizi BARI: Museo Civico, strada Sagges 13,

tel. 0805-77.23.62. Aperto lun/mer/gio 10-18; ven/sab 10-19; dom 10-14 (chiuso mar). s Sala offerte della basilica di San Nicola, piazza San Nicola (fuori dalla basilica, a destra guardando la facciata), 9.15-19. s Comitato Via Peuceta Bari, referente di tappa Michele Montaruli, tel. 347-70.71.064, comitatocamminibari@gmail.com. Guida al centro storico di Bari, tel. 338-37.48.826, reteservizi.

Dove dormire BARI: Per pernottare nella città di Bari calcolare sempre +2 € di tassa di soggiorno a persona. Loc. tur. L’Ape che Gira, via Abate Gimma 330, tel. 334-96.14.423, lapechegira@gmail.com, 2 posti, SGL 35 €, DBL 50 €. Ostello Habari We Dorm, via Calefati 249, tel. 080-81.70.525 / 327-42.35.052, info@ habarihostel.com, www.habarihostel.com, 12 posti, camerata 28 €, DBL 70 €, lenzuola incluse, uso cucina. Ostello Host Bari Centrale, corso Cavour 221, tel. 392-93.15.745, 16 posti, 20 €, lenzuola incluse, uso cucina. BITETTO: Accoglienza domestica Casa Ester, corte Michele Occhiogrosso 1, tel. 34060.51.347, 4-6 posti, letti a castello in locale indipendente con lenzuola e bagno, colazione inclusa. s B&B Vitetum, via Santa Lucia 17, tel. 080-99.20.313 / 349-29.63.640, 9 posti, SGL 30 €, DBL 50 €, TPL 70 €, QDP 75 €. B&B Dei Nobili, via Giuseppe Abruzzese 20, tel. 080-38.25.484 / 334-36.73.960, 20 posti,

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BARi ➜ Bitetto

SGL 40 €, DBL 50-55 €, TPL 75 €, QDP 90 €, cena con menu del pellegrino 20 €. c (piccola/media taglia; preavvisare). B&B La Maison, via Giannini 36, tel. 351-75.09.838, 7 posti, SGL 40 €, DBL 50 €, TPL 65 €.

Dove mangiare Lungo la tappa non ci sono punti ristoro. È necessario portare con sé cibo e acqua. BARI: Cibò, piazza Mercantile 29, tel. 339-79.56.736 (specialità panzerotti). Panificio Fiore, strada Palazzo di Città 38 (specialità focaccia). BITETTO: Ristorante pizzeria Madre terra, via Cimini 1, tel. 347-65.86.762. Chiuso martedì, cucina tipica, menu del pellegrino 20 €.

Dorotea La Spaghetteria, via Andrea Costa 21/A, tel. 349-78.66.363. Chiuso lunedì, cucina tipica, menu del pellegrino 30 €.

Sagre e feste BARI: Festa patronale di San Nicola, 6 dicembre (a partire dall’alba). Festa dell’arrivo delle reliquie di San Nicola, 8 maggio. Festa del solstizio d’estate, cattedrale di San Sabino, 21 giugno. BITETTO: Festa del Beato Giacomo, 26-28 aprile. Festa di San Michele Arcangelo, 28-30 settembre. Notte di San Giovanni, 23-24 giugno. Sagra dell’oliva termite, settembre/ottobre.

Il nostro cammino sulla Via Peuceta ha inizio dalla basilica di San Nicola di Bari, luogo simbolo del pellegrinaggio in Puglia e verso Gerusalemme. La città vecchia, caratterizzata da stretti vicoli dove si agita frenetica un’umanità variopinta, un “formicaio ebbro di vitalità” (Italo Calvino), è il punto di partenza dell’antica strada medievale che collegava Bari a Bitetto. La tappa, prevalentemente su asfalto, è impreziosita dal casale fortificato di Balsignano e dall’incantevole chiesa di San Felice (nei cui pressi arriverà chi è partito da Modugno, per evitare la periferia di Bari, per poi ricongiungersi al cammino principale).

La tappa parte dal cuore della città vecchia e da un luogo simbolo del pellegrinaggio antico e moderno: la splendida BASILICA DI SAN NICOLA. Ci lasciamo alle spalle la maestosa chiesa romanica e, tenendo sulla destra la statua bronzea di San Nicola, attraversiamo l’arco angioino. Svoltiamo quindi a sinistra immettendoci nell’evocativa via delle Crociate. Proseguiamo dritto per strada del Carmine, tra suoni e odori tipici dell’atmosfera mediterranea e arriviamo alla CATTEDRALE DI SAN SABINO , elegante capolavoro di arte romanica. Dalla piazza antistante la chiesa proseguiamo a destra, quindi subito a sinistra verso il CASTELLO NORMANNO SVEVO di cui costeggiamo la facciata. Superiamo il castello e svoltiamo a destra in piazza Massari (giardini Isabella d’Aragona), quindi a sinistra su corso Vittorio Veneto. Procediamo dritto per circa 1 km fino ad arrivare a un grande incrocio [1.1] dove attraversiamo e imbocchiamo la strada di fronte, via Oreste Pietro; continuiamo dritto per 500 m, poi svoltiamo a sinistra in una grande strada contraddistinta al centro da una fila di alberi. Superiamo l’incrocio andando dritto, dopodiché arriviamo a una rotonda oltre la quale ci immettiamo sul moderno ponte Adriatico, sul quale camminiamo in sicurezza lungo le passerelle laterali. Al ter34


BARi ➜ Bitetto

MODUGNO. La chiesa di San Felice nel complesso del Casale di Balsignano.

mine del ponte vi è un’altra rotonda dove svoltiamo nella prima strada a destra e proseguiamo verso sinistra. Giungiamo subito a una seconda rotonda che superiamo andando dritto in strada Santa Caterina, caratterizzata sulla destra da vecchi muretti, oltre i quali si estendono uliveti e mandorleti. Dopo 1,5 km arriviamo a una grande rotonda che introduce al centro commerciale di Santa Caterina. Proseguiamo dritto lungo il marciapiede fino al ponte sopra la tangenziale: è un tratto molto breve ma è necessario prestare grande attenzione in quanto il ponte è sprovvisto di area pedonale [1.2]. Superato il ponte incontriamo una rotonda dove proseguiamo dritto su strada Santa Caterina; alla nostra destra intravediamo la Lamasinata, una delle principali lame (antichi letti torrentizi) che solcano il territorio di Bari. Alla fine della strada continuiamo a destra su un curvone asfaltato in discesa che si inserisce sotto una superstrada. Poco prima del sottopasso scorgiamo il campanile del SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GROTTA , raggiungibile percorrendo la strada asfaltata sulla destra, subito dopo il ponte. La deviazione, di circa 1 km, è perfetta per chi, provato dall’uscita dalla città, desideri sostare in un luogo di pace e silenzio presso la chiesa rupestre medievale, dove la tradizione vuole sia vissuto e morto san Corrado (patrono della vicina Molfetta). Per proseguire il cammino, invece, continuiamo a seguire la curva, dopodiché svoltiamo a destra e imbocchiamo una stradina in salita segnalata da un mandorlo posto ad angolo (via Vicinale Sottomuro). Giunti a questo punto il traffico metropolitano è ormai alle spalle. Superate alcune ville abitate e un grande carrubo sulla sinistra, la vista si apre su un paesaggio di notevole fascino: ci troviamo infatti all’interno della lama Lamasinata, sul cui costone roccioso sulla destra sorgono il santuario e l’attiguo boschetto. Ancora pochi metri e, superato un sotto35

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BARi ➜ Bitetto

La cap du Turche A Bari vecchia, in strada Quercia 10, nei pressi di piazzetta 62 Marinai, vi è una testa mozzata (di marmo) infissa sull’ingresso di una casa. Ma di cosa si tratta? La tradizione popolare barese narra che la notte del 5 dicembre si aggirino per i vicoli due befane: una buona che regala dolci, e una cattiva, la Pefanì, che taglia la testa con una falce a chiunque incontri sul suo cammino. La leggenda vuole che l’emiro arabo Mufarrag, nel tentativo di dimostrare il suo coraggio, abbia sfidato quest’ultima e dopo aver annunciato in tutte le piazze la sua impresa, armatosi di corazza e scimitarra, sia sceso per strada proprio quella notte. In effetti questo incontro avvenne ma, contrariamente alle sue aspettative, la terribile donna gli mozzò la testa di netto, facendola rotolare per i vicoli della città, fino a farla conficcare nell’architrave di via Quercia. Vera o frutto di fantasia, questa leggenda ha un fondo di verità: richiama infatti l’occupazione araba di Bari che per circa trent’anni (dal 840 al 870 circa) fu sede di un emirato dipendente da Baghdad.

passaggio, fa la sua comparsa l’albero simbolo della Puglia: l’ulivo. Oltrepassiamo un bivio proseguendo dritto, quindi seguiamo l’andamento del percorso con una leggera curva a destra, per giungere a una grande proprietà controllata da una casa posta in posizione strategica. L’area, nota col toponimo di Casale le Tacche, è oggi una villa privata nei cui giardini, dietro le alte palme e i cancelli, è possibile osservare alcune specie di animali, anche non autoctone, come cervi, cerbiatti, struzzi e lama. Procediamo dritto tra distese di ulivi e, superato un monumentale carrubo sulla destra, arriviamo a una biforcazione [1.3] dove svoltiamo a sinistra, sulla strada che corre dentro l’alveo della lama; dopo 700 m, al termine della strada, giriamo a destra, dopodiché incrociamo la SP 92 (a scorrimento veloce) che imbocchiamo verso sinistra. Procediamo facendo attenzione a mantenerci sulla sinistra, dove c’è spazio sufficiente per camminare in sicurezza. Dopo circa 400 m incontriamo lo Sporting Club Balsignano dove è possibile rifornirsi d’acqua; percorriamo altri 300 m quindi, in corrispondenza di una curva a sinistra [1.4], attraversiamo la strada e proseguiamo dritto fino a incontrare la piccola chiesa di San Pietro, che reca incisa sull’architrave una frase in latino e la data 1759. La dedicazione al santo è testimoniata dall’effigie inserita nella nicchia al di sotto del campanile. Il nostro cammino prosegue dritto, ma consigliamo una piccola deviazione verso l’area archeologica del CASALE MEDIEVALE DI BALSIGNANO, recentemente restaurato. Prendiamo la strada subito a sinistra, oltre la chiesa, che dopo pochi metri conduce all’ingresso dell’area. Il casale è caratterizzato dalla presenza di architetture e affreschi di rara bellezza. Qui è possibile anche usufruire dei servizi igienici e fare una sosta ristoratrice. Terminata la visita torniamo indietro e continuiamo per circa 1 km (tenendo la sinistra al bivio) dopodiché incrociamo una strada a scorrimento veloce (SP 167) che attraversiamo per immetterci in quella, decisamente più tranquilla, dall’altro lato, in corrispondenza di una struttura rurale in pietra [1.5]. Da questo punto in poi è impossibile smarrirsi: 36


BARi ➜ Bitetto

la stradina di campagna (via Antonio Abruzzese) corre dritta, per più di 3 km, tra una distesa di ulivi che caratterizza, a perdita d’occhio, la Terra di Bari. L’altissima concentrazione di ulivi, alcuni millenari, sono il tratto distintivo di questo territorio unico al mondo: nella fascia costiera compresa tra le Murge e il mare Adriatico si produce l’olio extravergine d’oliva Terra di Bari Dop. Dopo circa 1 km scorgiamo in lontananza, sulla destra, l’alto campanile di Palo del Colle, paese dei taralli, gustosi prodotti da forno fatti con farina e olio extravergine di oliva. Proseguendo compare, incastonata tra le chiome degli ulivi, la cupola maiolicata della cattedrale di BITETTO, che indica il vicino ingresso al paese. Alle prime case continuiamo dritto in via Cianciotta, quindi svoltiamo a sinistra in via Noino. Giunti su via Bari proseguiamo verso sinistra per un breve tratto, dopo il quale appaiono sulla destra il palazzo baronale Noya (riconoscibile per la sua mole e la facciata bugnata) e la porta medievale della città. Superiamo la soglia del centro storico e, da piazzetta Porta Piscina, proseguiamo dritto in via XXIV Maggio, fino ad arrivare in piazza del Popolo, dove si affrontano la cattedrale di San Michele Arcangelo e il palazzo del Sedile. Il primo giorno di cammino è concluso.

Partenza da Modugno (-6,5 km) Per evitare gli 8 km della peri-

feria di Bari, dopo aver visitato la città seguiamo il percorso principale dalla basilica di San Nicola alla cattedrale di San Sabino, e da qui raggiungiamo la stazione ferroviaria di Bari in piazza Aldo Moro, dove prendiamo un treno che in pochi minuti ci porta a Modugno. Qui, tenendo la stazione Fal alle spalle, procediamo verso sinistra, e al bivio svoltiamo a sinistra per immetterci su via XX Settembre; alla biforcazione teniamo la destra e continuiamo fino a incrociare corso Vittorio Emanuele che imbocchiamo verso sinistra. Procediamo dritto per 250 m e all’incrocio andiamo a destra su piazza Sedile, fino alla chiesa di Santa Maria del Suffragio; alla biforcazione sulla sua sinistra prendiamo via Conte Rocco Stella, e continuiamo dritto su via Piave. Percorriamo questa strada fino all’incrocio con via Bitritto, dove svoltiamo a sinistra, e dopo 300 m a destra su via Livorno, che si inoltra nella campagna di ulivi, conducendo infine alla stazione Fs. Andiamo a sinistra, superando la stazione, e giunti alla SP 167 la prendiamo verso sinistra, per poi girare nella stradina a destra; al termine teniamo la destra per costeggiare la ferrovia e immetterci sulla strada vecchia per Balsignano: seguiamo questa stradina che si snoda per circa 1 km tra uliveti e giungiamo infine a un incrocio [1.4], dove ci ricolleghiamo al percorso principale della prima tappa.

Da vedere Santuario della Madonna della Grotta La prima attestazione

certa del santuario rupestre risale all’XI secolo, epoca in cui sorse l’abbazia benedettina, e grazie alla sua posizione divenne presto tappa dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. Dal 1139 fino alla sua morte (avve37

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BARi ➜ Bitetto

nuta nel 1155), l’abbazia ospitò san Corrado di Baviera, che di ritorno dalla Prima Crociata decise di ritirarsi qui per condurre una vita da eremita. Quali segni della sua presenza si conservano il cunicolo detto di San Corrado e la tomba, nel pavimento del santuario, dove rimase fino al 1303, quando gli abitanti di Molfetta lo presero per portarlo nella loro città e dichiararlo patrono. Il santuario custodisce una piccola statua in pietra calcarea, eseguita da un anonimo nel XVI secolo, che rappresenta una Pietà simile a quella michelangiolesca. Aperto 1012 e 18-20; www.madonnadellagrotta.it.

Casale medievale di Balsignano Il casale fortificato di Balsi-

gnano costituisce una rara e preziosa testimonianza di insediamento rurale di età bizantina (X-XI secolo) in Terra di Bari. Una cinta muraria continua, dello sviluppo di circa 500 metri, circoscrive l’area dell’antico insediamento all’interno della quale sorgono il castello, il cenobio benedettino, la chiesetta di Santa Maria e la chiesa di San Felice. Quest’ultima è un meraviglioso esempio di arte romanica, risultato di una sintesi originale di elementi architettonici nordici, bizantini e orientali di varia provenienza. Si tratta in realtà di due chiese, di periodi differenti, ammorsate l’una all’altra, entrambe coperte da cupole, di stile diverso. Orario invernale 8.30-13.30; orario primavera/ estate: 8.30-13.30 e 15-19. Ingresso intero 5 €, ridotto 3 €; il sito è visitabile su prenotazione, scrivere a casalebalsignano@gmail.com.

Bitetto Graziosa cittadina sulle pendici della Murgia, le cui origini risalgono a fine Età del bronzo, inizio Età del ferro (1200 - 900 a.C.).La prima fonte scritta risale al 959 d.C.: si tratta di una pergamena che riporta l’impegno degli abitanti residenti “in loco Vitecte” a pagare, per l’uso di alcune chiese poste sul loro territorio, un censo annuale all’arcivescovo di Bari. Tra queste SANTA MARIA LA VETERANA, che conserva tutt’oggi pregevoli affreschi di scuola giottesca (XIII-XV secolo). L’appellativo “veterana”, da vetus, sta molto probabilmente a indicare l’anteriorità dell’edificio alla CATTEDRALE DI SAN MICHELE ARCANGELO, il cui impianto romanico originario, risalente all’XI secolo, ha subito nel tempo numerosi rimaneggiamenti: l’aspetto attuale è dovuto a una riedificazione del 1335. Di fronte alla cattedrale sorge il SEDILE, l’antica sede del Comune, dove si può ancora osservare, sulla facciata dell’edificio, la protome leonina che fungeva da gogna per i condannati che qui erano esposti e offerti al pubblico ludibrio. Percorrendo pochi passi ci si addentra nel labirinto di vicoli, archi e piazzette che costituiscono il cuore medievale e ancora intatto della città antica. A circa 1 km dal centro sorge il SANTUARIO DEL BEATO GIACOMO, eretto insieme al convento negli anni 1432-1433. Qui riposano le spoglie del beato Giacomo di Zara, detto da Bitetto, dove questi si stabilì vestendo l’abito francescano e prodigandosi nella preghiera e nella cura degli appestati. Nei pressi del santuario è possibile visitare il MUSEO DELLA DEVOZIONE E DEL LAVORO (aperto tutti i giorni, 10-13 e 16-20, ingresso gratuito). 38


Le strascenate: orecchiette pugliesi

Le orecchiette, pasta tipica e caratteristica della Puglia, prendono il nome dalla loro forma, simile a quella di piccole orecchie. Si diffusero in Puglia tra il XII e il XIII secolo a partire dal capoluogo barese, dove ancora oggi restano uno dei primi piatti più amati e famosi. Fatte con farina di grano duro, acqua e sale, nel dialetto di Bari sono chiamate le strascenate, nome che nasce dal gesto utilizzato per dar forma alla pasta, che viene appunto strascinata sul piano di lavoro. Un gesto e una tradizione che è possibile ammirare camminando nei vicoli della città vecchia dove alcune anziane signore, tra edicole votive e panni stesi, realizzano le orecchiette sull’uscio delle proprie case. Lavorano chine su ruvidi tavoli in legno colmi di panetti di semola di grano duro attirando la curiosità dei passanti, incantati dalle sapienti mani di queste donne e dai telai pieni di pasta fresca. Sono le cosiddette “signore delle orecchiette” e il loro regno si trova in strada Arco Basso, nei pressi del Castello Svevo: non solo produttrici e venditrici, queste autentiche matrone, sempre accoglienti e sorridenti, dispensano ai clienti preziosi consigli sulla preparazione dei piatti della tradizione. A Bari le orecchiette vengono cotte principalmente con le cime di rapa, una verdura a foglia verde tipica del Sud Italia. Il tipo barese, con gambo duro e ricco di foglie, è un ortaggio molto gustoso il cui sapore leggermente amarognolo ben si sposa con quello delle acciughe, dell’aglio e del peperoncino che costituiscono gli ingredienti principali e tradizionali di questo capolavoro della “cucina povera”. 39


Un aperitivo a Bitetto Il prodotto che meglio caratterizza la tavola di Bitetto è l’oliva termite; conosciuta anche come oliva-mela e apprezzata per le sue particolari caratteristiche organolettiche quali il sapore, la fragranza e la polpa consistente, tanto da fregiarsi del marchio di tutela Dop. La varietà termite di Bitetto è una cultivar autoctona, come attestano antichi documenti curiali e notarili: uno di questi risale al 1186 e riporta più volte la parola latina termitum in riferimento alla varietà di alberi coltivati. L’oliva termite è ideale per uno spuntino o per accompagnare un aperitivo, ma ben si presta anche per la preparazione di diversi piatti tipici della cucina pugliese come focacce, calzoni, primi piatti e secondi a base di pesce. Anche se non si utilizzano le olive, un primo piatto da non perdere sono gli spaghetti alla San Giuannin, o San Giuannid, preparati con pomodorini, aglio, capperi, peperoncino e acciughe. Il nome deriva dall’usanza di consumarlo alla vigilia di San Giovanni, il 23 giugno, in occasione della “Notte di San Giovanni”: festa che celebra l’arrivo dell’estate e augura raccolti fecondi. Una ricorrenza religiosa che si fonde con gli antichissimi usi pagani e contadini: un’esperienza da vivere per scoprire la Puglia rurale e gustarne i sapori.

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