porto covo ➜ vila nova de milfontes
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Porto Covo Praia Grande
Praia Pequena A
Pouca Farinha
A
Praia do Sissal
2 2.1
Ilha do Pessegueiro
Fonte Mouro
Forte do Pessegueiro 2.2
O C E A N O 4
A T L A N T I C O
Caeiro Porto Covo
Vila Nova de Milfontes
Praia dos Aivados
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Ribeira da Azenha
8
2.3
Praia do Malhao
10
2
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2.3
Praia do Malhao
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2.5.2
2.5.3
B
12
B 2.5.4
Praia da Angra da Cerva 14
2.5.1 2.4
B
B
2.5
Porto de Pesca
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Vila Nova de Milfontes
O C E A N O A T L A N T I C O
Praia das Furnas
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Rio
ra Mi
Vila Formosa
Vinte Pernas
Da Porto Covo a Vila Nova de Milfontes
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400
FORTE DO PESSEGUEIRO
100
PORTO COVO
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VILA NOVA DE MILFONTES
300
0m 0 km
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18,6 km 182 m DISCESA 183 m FONDO: 93% STERRATO 7% ASFALTO LUNGHEZZA:
DISLIVELLO: SALITA
Mezzi pubblici Autobus, compagnie Rede Expressos e Rodoviária do Alentejo, bus per Porto Covo e Almograve, fermata in Vivenda do Malatreco L1. Taxi, Carlos Manuel Domingos, rua da Praça, tel. 964-59.60.36.
VILA NOVA DE MILFONTES:
Servizi Lavanderia, alimentari, farmacia, informazioni turistiche, banca, ristoranti.
VILA NOVA DE MILFONTES:
Dove dormire Blue Guide, largo do Rossio 18, tel. 968-78.06.80, stayinalentejo@gmail.com, 12 posti, cucina, apertura annuale, 42-143 €. Di fianco al Blue Guide l’agenzia Stay in
VILA NOVA DE MILFONTES:
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Alentejo procura alloggi in altre quattro strutture con caratteristiche simili. Pirata Hostel Milfontes, rua Quinta da Areia 56, tel. 934-52.48.05, piratamilfontes@hotmail.com, piratahostel.com, 14 posti, dormitorio e camere private, cucina e lavatrice, chiuso gennaio-febbraio, 13-85 €. HS Milfontes Beach Hotel, avenida Marginal, tel. 283-99.00.70, geral@ hsmilfontesbeach.com, 50-125 €. Hike & Surf Lodge, rua de São Sebastião 24, tel. 961-41.95.63 / 965-83.98.39, hike.surf. lodge@gmail.com, surfmilfontes.pt, appartamenti da 2/3 posti, cucina, aperto febbraio-novembre, 25-45 €. Camping Sitava Milfontes, Brejo da Zimbreira, tel. 283-89.01.00, infositavamilfontes@orbitur.pt, www.orbitur.pt, 40 posti, sistemazioni diverse in case mobili, cucina, lavatrice e asciugatrice, apertura annuale, 35-85 €.
Lasciando Porto Covo entriamo nella piena solitudine della costa dell’Alentejo che si presenta in tutto il suo splendore con larghi panorami sulla costiera, il continuo muoversi dell’oceano, rocce tormentate e di vari colori, minuscole spiaggette pressoché inaccessibili. Solo a metà tappa arriviamo alla accogliente praia do Malhao. Se ci assiste il cielo sereno allora non si può chiedere di più. I dislivelli sono trascurabili: l’unica difficoltà è creata dal camminare, per lunghi tratti, sul fondo sabbioso.
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VILA NOVA DE MILFONTES.
Le cicogne bianche sul loro nido.
Usciamo da Porto Covo scendendo in una stretta insenatura: qui è stato ricavato un porticciolo per piccole barche. Attraversiamo una spiaggetta e su uno sterrato risaliamo sulla costiera opposta. Camminiamo lungo il profilo della costa, a 10-20 m di altezza, tenendoci sempre a breve distanza dal mare: ogni tanto incontriamo delle piccole depressioni create da minuscoli torrenti. Il fondo prevalente è sabbioso, determinato dallo sgretolarsi delle tenere rocce arenarie e quindi il progredire, specie nei tratti in salita, può essere abbastanza faticoso. Arriviamo all’altezza della piccola praia do Sissal: poco dopo vediamo i segni del percorso circolare A che si inoltrano verso l’interno [2.1]. Scendiamo infine alla praia da Ilha, lunga quasi 1 km: 300 m al largo c’è la ILHA DO PESSEGUEIRO. Risaliamo all’interno all’altezza del FORTE DO PESSEGUEIRO: un bel posto panoramico con accanto un bar [2.2]. Dietro la fortezza c’è un luogo singolare, con rocce perfettamente sagomate da tagli verticali: ciò che resta delle opere di costruzione di una diga artificiale mai ultimata. Proseguiamo su un bassopiano a un’altezza di 20-30 m, all’inizio a breve distanza dalla costa, poi un poco all’interno. Scendiamo a sfiorare la praia dos Aivados e poi ancora un poco all’interno sino ad arrivare a un’area naturista e alla praia do Malhao, annunciata da due grandi parcheggi: c’è anche un wc pubblico [2.3]. Attraversiamo ora una zona che ha visto, in tempi relativamente recenti, grandi movimenti franosi: qui, su un ardito pinnacolo, c’è un bel nido di cicogne. In questo tratto la costa è più severa e bisogna camminare con attenzione: siamo a 40-50 m di altezza. Si incontrano ogni tanto minuscole spiagge, che appaiono però quasi irraggiungibili. All’altezza di praia da Angra da Cerva troviamo i segni del percorso 50
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Una riforma a metà La pacifica rivoluzione “dei garofani” portò alla Riforma Agraria del 1975, in Alentejo vissuta in modo molto intenso. Trattori e camion invasero le strade al grido “la terra a chi la lavora”. Nei latifondi i contadini condannati da generazioni senza diritti occuparono più di 1,1 milioni di ettari di terreno (circa il 25% della superficie coltivabile del Portogallo) con l’appoggio dei sindacati e di alcuni partiti come il Pcp. Le speranze che la riforma aveva generato andarono però a infrangersi contro le resistenze dei proprietari terrieri e la necessità di mediazione del governo: il Partido Socialista di Mário Soares e la Libera Associazione degli agricoltori depotenziarono la riforma portando alla perdita di oltre 50.000 posti di lavoro e all’emigrazione di migliaia di persone. Un triste epilogo, giustificato dalla necessità di una “normalizzazione democratica”.
circolare B che conducono verso l’interno [2.4]. L’altezza della costa progressivamente si riduce e il profilo diventa meno scabro. Arriviamo infine all’altezza del Porto de Pesca [2.5], un porticciolo artificiale dove troviamo anche due bar-ristoranti. Dopo un breve tratto di asfalto prendiamo a destra uno sterrato che in 2 km pianeggianti ci porta a VILA NOVA DE MILFONTES. CIRCUITO A
Praia do Sissal Questo circuito, lungo 4 km dei quali 2,5 coincidenti con il Sentiero dei pescatori, ha inizio a Porto Covo ed è proposto per far conoscere il primo tratto di costa a sud del paese fino alla praia do Sissal, davanti alla quale, poco più avanti, c’è la Ilha do Pessegueiro. Il tracciato dell’andata corrisponde alla prima parte del Sentiero dei pescatori. All’altezza della praia do Sissal, nel punto in cui si scende a valicare un torrentello, i segni giallorossi ci invitano a seguire uno sterrato [2.1]. È l’inizio del nostro percorso: proseguiamo a sinistra verso l’interno andando a incontrare una strada asfaltata poi pieghiamo subito a sinistra e percorriamo uno sterrato che con andamento rettilineo parallelo alla costa si innesta sul Sentiero dei pescatori per ritornare poco dopo a Porto Covo. CIRCUITO B
Charcos Mediterrânicos (Stagni mediterranei) Il percorso ci porta a visitare un’area caratterizzata da dune di sabbia e zone umide, con flora e fauna caratteristiche: si sviluppa su due itinerari (fondamentale seguire le indicazioni dei cartelli per non sbagliare strada), uno breve (11,2 km) e uno più lungo (15,5 km), entrambi coincidenti per 7,5 km con il Sentiero dei pescatori. Nei periodi primaverili ci viene regalato lo spettacolo di fioriture a tappeto. 51
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Partiamo da Vila Nova de Milfontes e percorriamo a ritroso il Sentiero dei pescatori sino al Porto de Pesca [2.5]. Qui lasciamo la strada asfaltata per dirigerci a destra su uno sterrato. I paletti con i segni giallorossi ci guidano nei numerosi incroci. All’inizio attraversiamo la zona delle dune sabbiose; seguono poi gli stagni. Al km 4,6 [2.5.1] dobbiamo decidere se effettuare l’anello lungo o quello breve. Nel primo caso dobbiamo girare a destra percorrendo un’area ricca di pozze d’acqua; oltrepassata una casa colonica troviamo gli ultimi tre piccoli stagni da visitare. Da qui [2.5.2] torniamo sui nostri passi per circa 1 km. Arrivati al punto [2.5.3] proseguiamo dritti sino a rientrare nel percorso della tappa [2.4]. Nel secondo caso al punto [2.5.1] dobbiamo girare a sinistra: dopo 700 m troviamo il percorso di rientro dell’itinerario lungo al punto [2.5.4] e lo seguiamo a sinistra sino al punto [2.4]. Quando rientriamo sul Sentiero dei pescatori lo seguiamo sino a Vila Nova de Milfontes.
Da vedere Forte e Ilha do Pessegueiro Al tempo dell’occupazione romana l’Ilha do Pessegueiro era sede di un piccolo centro di pesca, come dimostrano alcune vasche per la salatura del pesce, recentemente scoperte. Al tempo della dinastia filippina si progettò di estendere quell’ancoraggio naturale per impedire ai corsari di utilizzarlo come punto d’appoggio: una diga artificiale avrebbe collegato l’isola alla costa. I forti vennero completati intorno al 1690 mentre la realizzazione del porto artificiale venne abbandonata. Blocchi di pietra tagliati sono ancora visibili nei pressi del forte sulla costa, che venne presidiato da trenta uomini e cinque pezzi di artiglieria. Il terremoto del 1755 provocò seri danni al forte. Nossa Senhora da Queimada La tradizione locale ricorda il mi-
racolo di Nostra Signora da Queimada: a metà del XVIII secolo l’Ilha do Pessegueiro era abitata da un eremita votato al culto della Madonna, tuttavia l’isola fu attaccata dai pirati, che assassinarono il religioso e saccheggiarono la cappella gettando l’immagine della Vergine nelle fiamme. Gli abitanti di Porto Covo diedero sepoltura all’eremita e, non trovando l’immagine sacra, setacciarono l’isola per cercarla, rintracciandola infine miracolosamente intatta tra i resti di un cespuglio bruciato. L’immagine venne quindi posta nel nuovo eremo, sulla costa, a circa 1 km di distanza.
Vila Nova de Milfontes Questa graziosa località balneare è legata alla prima eroica trasvolata tra Portogallo e Macao, grande impresa dell’aviazione portoghese realizzata da Brito Paes e Sarmento de Beires, che con il meccanico Manuel Gouveia, il 7 aprile 1924 lasciarono il Campo dos Coitos, vicino a Milfontes, in direzione est, a bordo dell’aereo Pátria diretto a Macao. A memoria degli aviatori e della loro impresa fu eretto vicino al forte di São Clemente (costruito a fine XVI 52
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PRAIA DO MALHAO.
Nell’area protetta si trova sempre un angolo tranquillo.
secolo sempre in difesa dagli attacchi dei pirati) un monumento che ricorda la memorabile impresa. Vila Nova, nei tempi antichi, era detta “la città delle tre bugie”: non era una città (lo divenne molto tardi), non era nuova (fu fondata dai cartaginesi), non ha alcuna fonte. In tempi più recenti invece era nota come la terra “delle tre B” perché tutti gli abitanti avevano un orto (brejo), una barca (bote) e un asino (burro). Oggi è rimasta la barca, spesso utilizzata solo per portare a spasso i turisti. A largo do Rossio si è sempre tenuto il vecchio mercato. Su un lato della piazza, in cima al muro di una casa, è ancora visibile il piccolo arco al quale era appesa la campana che veniva suonata per segnalare l’arrivo del pesce. Vila Nova e la foce del rio Mira hanno visto arrivare i grandi vascelli della reale marina portoghese che, durante l’epoca del descubrimiento, tornavano dal Nuovo Mondo carichi di oro e ricchezze favolose. Tra storia e leggenda, si racconta che molti facevano sosta per depositare, con il favore delle tenebre, una parte del bottino in qualche luogo sicuro – ad esempio praia das Furnas – per poi fare vela verso Lisbona e tornare con calma a recuperarlo. Gli abitanti del luogo, però, stavano con gli occhi ben aperti e spesso una larga parte del tesoro veniva prelevata. Quante storie potrebbero raccontare questi luoghi: di pirati, mori, contrabbandieri, corsari, personaggi romanzeschi che affrontavano con coraggio le possenti onde dell’oceano!
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La cicogna bianca Nel percorrere il sentiero lungo l’oceano avremo modo di avvistare questo grande uccello. Ha una altezza superiore al metro e apertura alare che supera il metro e mezzo. Il lungo collo e le sottili zampe le conferiscono un aspetto slanciato e superbo. Il becco, lungo 15-20 centimetri, di colore rosso arancio come le zampe, è forte e appuntito, adatto alla caccia di piccole prede (insetti, piccoli mammiferi, anfibi, rettili) che trova sia nell’erba alta sia nell’acqua. Maschi e femmine sono indistinguibili anche se i primi sono generalmente più grandi. I giovani appaiono invece riconoscibili per il colore più scuro di becco e zampe. La cicogna ha un volo spettacolare che inizia con una lunga rincorsa e un battito di ali sino al raggiungimento delle alte quote. Sfruttando le correnti di aria calda orienta il suo volo con il minimo dispendio di energia. È uccello territoriale: difende il proprio nido e il territorio circostante dai suoi simili. Se non intervengono impedimenti esterni la cicogna ritorna allo stesso nido per parecchi anni di seguito. Non ha un vero e proprio canto: gli adulti emettono solo un debole sibilo. Il principale suono che producono è il battere continuo del becco, chiamato bill-clattering, utilizzato in molteplici situazioni sociali e durante la cerimonia di saluto: quando maschio e femmina si incontrano o si avvicinano, rovesciano completamente il collo all’indietro battendo ripetutamente il becco. Tale comportamento è l’opposto dell’atteggiamento di minaccia, quando l’uccello tiene il becco rivolto in avanti. Generalmente sverna in Africa, a sud del Sahara, e si dirige poi verso l’Europa per passarvi l’estate e nidificare. Le principali rotte di migrazione sono tre: una per lo stretto di Gibilterra, una per Sicilia e Calabria e un’altra per il Bosforo. Mentre in passato la cicogna sostava in Alentejo e Algarve solo nella stagione estiva, in tempi recenti ha modificato le proprie abitudini, come molti altri uccelli migratori, e ha smesso di migrare fermandosi in Spagna e Portogallo, dove si nutre di quello che trova nelle discariche. Le cicogne in Portogallo sono decuplicate negli ultimi vent’anni. La progressiva chiusura delle discariche, in corso nei paesi della Comunità Europea, determinerà verosimilmente una carenza di cibo e un ridimensionamento del loro numero. In ogni caso esistono altri fattori che influenzeranno la tendenza alla stanzialità della cicogna e di altri uccelli migratori: il riscaldamento globale della Terra sta determinando effetti complessi tra i quali inverni più miti con maggiore abbondanza di insetti dei quali nutrirsi.
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