La Via Francigena nel Sud

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Da Castel Gandolfo a Velletri

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21,2 km 445 m DISCESA 553 m DIFFICOLTÀ: impegnativa FONDO: 60% STERRATO 40% ASFALTO LUNGHEZZA:

DISLIVELLO: SALITA

Mezzi pubblici Stazione Fs ad Albano, Nemi e Velletri; bus Cotral in tutte le località, tel. 0672.05.72.05, www.cotralspa.it.

Servizi Ufficio turistico, piazza Roma, tel. 06-93.68.819. VELLETRI: Guardia medica, via San Biagio 13, tel. 06-58.52.68.11, dalle 20. Ufficio turistico, piazza Garibaldi, tel. 389-52.92.12. Tutti i servizi utili. NEMI:

Dove dormire Seminario Diocesano, piazza San Paolo 5, tel. 06-93.20.021, seminario@diocesidialbano.it, 6 posti,

ALBANO LAZIALE:

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a donativo, possibilità di colazione e cena. Albergo diffuso Lo specchio di Diana, corso Vittorio Emanuele 11, tel. 0693.68.714, www.albergodiffusonemi.it, 20 posti, 30-55 €, no colazione. VELLETRI: Istituto Don Orione, via Carlo Angeloni 12, tel. 06-96.38.623 / 348-49.44.018, 30 posti, a donativo, possibilità di colazione e cena. B&B Casa Ponte Corvi, via Vecchia di Napoli 22, tel. 328-84.69.313, www.casapontecorvi. com, 5 posti, 40-60 €. B&B Chez Raz, via della Caranella 41 (a 1,5 km da Velletri, servizio navetta), tel. 347-71.09.886, paola.chezraz@gmail. com, www.chezraz.com, 8 posti, 15 € con sacco a pelo in yurta (aprile-ottobre), 20 € in B&B con sacco a pelo, lenzuola/asciugamani 5 €, lavatrice 2 €, marzo-dicembre. Agriturismo I sapori dei castelli romani, via Crocefissi 1 (a 3 km da Velletri, lungo la tappa successiva), tel. 338-94.58.646, 14 posti, 30 € con colazione, il sabato possibilità di cena. NEMI:

La tappa, in gran parte sterrata, non è lunga ma risulta impegnativa per i dislivelli: dopo l’iniziale discesa verso Albano Laziale, il percorso si inerpica sui Colli Albani. Una serie di sentieri, immersi nei boschi e ricchi di scorci panoramici sui laghi, conducono in dolce discesa fino alle porte del pittoresco borgo di Nemi; quindi si risale nei boschi per poi scendere a Velletri: rinomata è l’amenità del suo paesaggio, celebrata anche dal poeta tedesco Goethe.

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Dal palazzo Pontificio si attraversa piazza della Libertà per imboccare corso della Repubblica, quindi allo slargo [2.1] si può scegliere tra due possibili percorsi: il principale gira a destra, scendendo la scalinata, e porta fino ad ALBANO LAZIALE; mentre la variante, lunga solo 1,6 km, evita il centro città, proseguendo prima su via Carlo Rosselli poi sulla SP 71b (via Galleria di Sopra). La scalinata conduce in piazza Don Morosini dove si svolta a destra sulla SP 71b, quindi all’incrocio si prende la ciclopedonale sulla sinistra che si segue per 1 km e una volta terminata si continua su viale Giovanni Paolo II. Giunti alla rotonda, si va a sinistra, in via Cairoli; questa sbuca nella piazza dove sulla destra si trova la cattedrale di San Pancrazio. Si tiene la sinistra, percorrendo via Anfiteatro Romano che procede in salita e dopo aver superato il santuario di San Gaspare del Bufalo e l’anfiteatro severiano, all’incrocio (fontanella nei pressi), si seguono le indicazioni per Roma e il lago Albano per poi immettersi sulla SP 71b [2.2], dove percorso principale e variante si ricongiungono. Il cammino prosegue verso destra e dopo un centinaio di metri continua sul sentiero a sinistra che si immerge nel bosco di lecci, costeggiando il lago che si intravede tra la fitta vegetazione. Percorsi 2,6 km, subito dopo una curva e una ripida salita, si arriva al bivio [2.3], dove si gira a destra; ora il sentiero sale di quota regalando una serie di scorci panoramici sul lago. Si continua e quando la pista si biforca, si va a sinistra fino al sottopasso della SS 218 che si attraversa per poi andare dritto sempre sul sentiero. Quest’ultimo si snoda per 1,4 km all’ombra di un bosco di castagni prima di giungere a un trivio dove inizia la discesa per Fontan Tempesta. Oltrepassata di poco la sorgente si arriva a una doppia biforcazione [2.4] dove si procede, in lieve salita, prima a sinistra poi a destra. Quindi, al bivio successivo, si tiene ancora la destra e si prosegue in discesa nel bosco per 1,3 km, mentre si comincia a scorgere il lago di Nemi. Il sentiero sbuca su una strada lastricata con sampietrini che conduce all’affascinante centro storico di NEMI, dove volendo è possibile dividere la tappa. Dopo la visita del borgo, il cammino riprende dall’austero palazzo Ruspoli, girando a sinistra su corso Vittorio Emanuele. Una volta alla rotonda, riconoscibile per la fontana con Cupido, si svolta a destra in via Nemorense (SP 76a). Usciti dal paese, si continua sulla provinciale per 1,8 km, fino a incontrare le indicazioni per il cimitero che si seguono per poi imboccare lo sterrato a sinistra del camposanto. La carrareccia si inoltra per un breve tratto nel bosco, quindi lo lambisce, raggiungendo il trivio [2.5], dove si gira a destra e si ritorna nel fitto della vegetazione. Si procede dritto e dopo 1 km, al bivio, si tiene la sinistra, continuando in discesa; giunti infine alla radura di fondovalle [2.6] si prende il sentiero che sale sulla destra. La pista si inerpica lungo una ripida salita ben segnalata e dopo 800 m incontra un sentiero che si imbocca verso destra [2.7]. Da qui parte una dolce discesa che sbuca su una 36


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NEMI.

Il borgo è uno tra i più suggestivi dei Castelli Romani.

strada asfaltata, sulla quale ci si immette verso sinistra. Fatti 400 m, si svolta a destra in via Colle Caldara che si segue in discesa per poco meno di 2 km, fino a incrociare la SS 7 [2.8] su cui si prosegue verso sinistra. Si raggiunge così, dopo 500 m, la rotonda che segna l’ingresso alla città di VELLETRI. Per il centro, si tiene la sinistra e si imbocca viale Roma, poi si continua su corso della Repubblica e, superata piazza Mazzini, si prosegue su via Fabio Filzi, il vicolo che conduce alla cattedrale di San Clemente, meta odierna.

Da vedere Albano Laziale Potrebbe trattarsi della leggendaria Alba Longa, le-

gata al mitico Enea, ma i pareri sono discordi: certi sono invece i resti romani che vi si trovano, tra cui la porta Pretoria, il SEPOLCRO DEGLI ORAZI E DEI CURIAZI, le TERME DI CARACALLA, i Cisternoni, la villa di Pompeo Magno, ora all’interno di villa Doria Pamphilj, e l’anfiteatro, visibile dalla Via Francigena; merita una visita poi il Museo della II Legione Partica. La città mantenne la propria importanza anche in seguito, come testimoniano le CATACOMBE DI SAN SENATORE con i loro affreschi, sotto la chiesa di Santa Maria della Stella, o il SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA ROTONDA, costruito intorno al Mille su un ninfeo romano riadattato a terme per gli ufficiali. Da vedere, infine, la CATTEDRALE DI SAN PANCRAZIO, edificata nel IX secolo ma ristrutturata nel 1913, che conserva un importante sarcofago paleocristiano. Molti reperti del territorio sono oggi nel Museo civico di villa Ferrajoli.

Nemi Il borgo, uno dei più pittoreschi dei Castelli Romani, sorge sulle rive dell’omonimo lago, tra boschi ricchi di fragoline, protagoniste a

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VELLETRI.

Il sentiero nel bosco che conduce verso la città.

giugno di una sagra. Ma Nemi è considerato fin dall’antichità anche un luogo sacro: qui si trova ancora il TEMPIO DI DIANA NEMORENSE, riferimento religioso della Lega Latina. Nel 1929 nelle acque del lago furono recuperate due grandi navi cerimoniali fatte costruire dall’imperatore romano Caligola; purtroppo distrutte da un incendio nel 1944, se ne conservano solo alcuni frammenti nel Museo delle navi romane. L’impronta medievale della città si deve invece ai monaci cistercensi che controllavano anche il castello, oggi PALAZZO RUSPOLI.

Velletri Sulle propaggini meridionali dei Colli Albani, centro vitivi-

nicolo, è stata teatro delle guerre tra Roma e i volsci, un popolo italico che occupava la parte meridionale del Lazio. Entrata nella sfera di influenza dell’Urbe, la città diede i natali alla gens Octavia, da cui discese l’imperatore Ottaviano Augusto, mentre nel 1088 uno dei suoi vescovi, Oddone di Lagery, fu eletto papa con il nome di Urbano II, promotore della prima Crociata. Nel Rinascimento fu ricostruito il sistema difensivo e tra 1511 e 1519 venne edificata, lungo l’Appia, PORTA NAPOLETANA, su cui si legge ancora l’iscrizione “Si paga la gabella”, vista la sua funzione di dogana. Da non perdere la CATTEDRALE DI SAN CLEMENTE: nella cripta le reliquie dei martiri Ponziano ed Eleuterio. Del 1343 è invece la torre del Trivio. Consigliata la visita ai Musei civici, nel cinquecentesco Palazzo comunale, e al Museo diocesano.

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Da Velletri a Cori

GIULIANELLO

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18,6 km 288 m DISCESA 216 m DIFFICOLTÀ: facile FONDO: 30% STERRATO 70% ASFALTO LUNGHEZZA:

DISLIVELLO: SALITA

Mezzi pubblici Bus Cotral a Giulianello e Cori, tel. 0672.05.72.05, www.cotralspa.it.

Servizi CORI: Ufficio turistico, via della Libertà 36, tel. 06-96.78.443 / 347-05.47.181. Bar, ristoranti, negozi e farmacie.

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Dove dormire CORI: Il Circo della farfalla (ex convento San Francesco), piazza San Francesco d’Assisi snc, tel. 388-62.23.905 / 347-52.24.783 / 329-09.17.657, 50 posti con sacco a pelo, a donativo, uso cucina. B&B Le Piazze, via Colle I 6, tel. 34983.32.009, 6 posti, 20-30 €. B&B Minerva Domus, via Cavour 6, tel. 337-04.71.41, minervadomus@gmail. com, www.minervadomus.it, 4 posti, 25 €, uso cucina, lavatrice, aperto da febbraio a ottobre. B&B I Lepini, via Piave 3, tel. 340-23.16.298, 5 posti, 20-30 €, no colazione, uso cucina, chiuso dal 6 gennaio al 6 marzo.

Dopo due giornate piuttosto impegnative, il Cammino in Lazio prosegue con tappe brevi e piacevoli. Contrade poco trafficate conducono al lago di Giulianello, una piccola oasi naturale incontaminata, e di lì alla frazione omonima, oltre la quale ha inizio una progressiva salita tra le colline costellate di ulivi. La meta di oggi è Cori: l’arrivo al tempio di Ercole regala davvero un panorama suggestivo.

Dalla basilica cattedrale di San Clemente si prende a sinistra, in discesa, via Metabo, quindi alla rotonda si tiene la destra e si prosegue, sempre scendendo, lungo via Marconi. Giunti alla fine della strada, si attraversa e si procede verso sinistra per poi imboccare, alla rotonda, la prima uscita sulla destra, via Ponte della Regina che si segue fino al trivio [3.1], in corrispondenza di un bar-tabacchi. Si gira a sinistra e si continua per 1,4 km; poi, dopo aver superato una fontana, si entra in 40


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CORI.

Il campanile di San Pietro con accanto il tempio di Ercole.

via delle Corti. Percorsi 900 m, la strada sbuca in un bivio, dove si va a sinistra, per poi svoltare a destra al successivo, entrando in via Crocefissi. Questa si snoda per 1,5 km, tra uliveti e ville residenziali, fino ad arrivare al trivio dove si prende la stradina di fronte che presto diventa brecciata; un ponticello immette quindi nei campi che si attraversano tenendo prima la destra e poi la sinistra. Superati altri due ponticelli si continua su sterrato nella campagna fino a incrociare una strada [3.2]. Si prosegue dritto, in direzione del LAGO DI GIULIANELLO, e una volta arrivati a riva si va a destra, a bordo lago, per 200 m; qui si trova il sentiero che, allontanandosi dal lago, conduce su una strada bianca, dove ci si immette verso sinistra. Si cammina ora tra alte querce, mentre la vista spazia su vasti campi di grano. Al termine della sterrata si sbuca sulla SP 79, lungo la quale si procede verso destra per 2,1 km, facendo molta attenzione al traffico, vista l’assenza di marciapiede: la provinciale porta alla rotonda con un moderno obelisco, che segna l’ingresso nella frazione di GIULIANELLO, dove è possibile fermarsi per una sosta o spezzare la tappa. Si prende la terza strada a sinistra, via Artena, e dopo 350 m si svolta a destra, seguendo le indicazioni per Rocca Massima. Quindi, percorsi altri 100 m, si imbocca la stradina sulla destra [3.3] che presto diventa sterrata, inoltrandosi tra gli uliveti e un boschetto. Arrivati all’asfaltata (contrada Colle Pero) si continua a sinistra, in lieve salita, fino a incrociare di nuovo via Rocca Massima. Si procede verso destra e superata una serie di case, quando la via si biforca, si prende la stradina asfaltata a destra [3.4], che prima scende, poi sale tra gli uliveti. Giunti a un incrocio a T, da cui si scorgono i monti Lepini, si svolta prima a destra poi subito a sinistra in contrada Colle Fossato, sulla quale si procede in lieve saliscendi per 500 m, fino a un bivio [3.5] dove si va a destra, in via Perunio. La strada, che segue 41

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il pendio della collina tra gli ulivi e lo sconfinato panorama della piana, conduce infine a una cava. La si supera sulla destra, iniziando la lenta e progressiva salita che in poco meno di 4 km porta a CORI. Arrivati in piazza Signina [3.6], si imbocca sulla destra via del Tempio d'Ercole che attraversa il centro storico, portando il viandante fino ai resti dell’edificio romano, dal quale si gode di una vista capace di ripagare delle fatiche della giornata.

Da vedere Lago di Giulianello Posto tra i Colli Albani e i monti Lepini, è uno

dei luoghi magici di questo primo tratto di cammino, tanto da essere dichiarato nel 2007 “Monumento naturale”. Formatosi in una depressione del terreno e alimentato in parte dalle acque meteoriche e in parte da falde sotterranee, il lago consente l’eccezionale coesistenza di una flora e fauna tra le più varie: un combinato di boschi di pioppi, salici bianchi, castagni, roverelle, cerri e carpini, nonché la presenza nelle sue acque di molte specie ittiche, come l’anguilla, la scardola, la tinca e il persico reale.

Giulianello Borgo rinascimentale, considerato porta d’ingresso alla catena dei monti Lepini. Merita un cenno l’antica tradizione del Canto della Passione, considerato una rara e preziosa testimonianza della musica contadina, e tramandato oralmente dalle donne che lavoravano nei campi. Viene ancora oggi intonato durante la processione del venerdì Santo dalle “Donne di Giulianello”, voci femminili soliste e coro. Cori La cittadina sorge sull’ultima propaggine dei monti Lepini, a

dominio della pianura Pontina, e può vantare un’antica fondazione: i primi insediamenti risalgono al X-IX secolo a.C., mentre nel V secolo a.C. Cori era già una città fiorente e ben fortificata con mura e terrazzamenti in opera poligonale, e importanti aree sacre. Prima nemica e poi alleata di Roma, conservò fino al I secolo a.C., quando divenne municipium, una larga autonomia politica e amministrativa, tanto da fregiarsi dell’acronimo SPQC (Senatus PopulusQue Coranum); di quest’epoca restano oggi parte delle mura, il ponte della Catena, il panoramico TEMPIO DI ERCOLE e il TEMPIO DI CASTORE E POLLUCE, costruito nell’area che ospitava il foro. Cori subì però una profonda decadenza nei primi secoli del Medioevo, per poi rifiorire tra XI e XV secolo come testimoniano alcune significative opere architettoniche; tra queste, la CAPPELLA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA, fatta erigere nel 1411 e affrescata con uno dei più importanti cicli pittorici tardogotici del Lazio, e il complesso monumentale di SANT’OLIVA con l’omonima chiesa edificata nella prima metà del XII secolo sui resti di un tempio romano, a cui nel XV secolo si aggiunsero la cappella del Santissimo Crocefisso e il convento degli Agostiniani con il chiostro, capolavoro di scultura quattrocentesca. Il complesso ospita ora al suo interno il Museo della città e del territorio. 42


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