La Via Lauretana

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IL PERCORSO


1

cortona ➜ isola maggiore

M. Sorbena

Sanguineto

1.5

12

10 1.4

Cortona C.se Valle di Sopra

P.gio Capanne

Piazzano

M. Castelnuovo

Isola Maggiore

C.le dei Termini 8

C.se Vecchie Montanare

Trebbio La Bandita

Villa di Piazzano

1.3

R. di Montanare T. Esse

Il Passaggio 6

Pergaccio

T. E

Pergo

sse

Pod.i Ossaia

M. Sodello

Ossaia

1.2

4

Montalla

Rio Baccanella

Renaia

San Michele Arcangelo CampaccioIi

1.1

2

C.se Stradelle

Il Palazzone

Madonna del Perpetuo Soccorso

C.se Basse S. Domenico

F.so

Cortona Fon

toni Catrosse

Piazzanella

Le Piagge

T. Ess e

Salcotto

Camucia

Il Pino


Madonna dell'Oliveto

1

cortona ➜ isola maggiore

Lago Trasimeno

e

v Tre o la

F.s Boiano

Isola Maggiore

artino

M F.so S.

Torale

T. Rio Imbarcadero

Vernazzano

1.7

Castellocchio

Punta Navaccia 16

RA

1.6

Ma

cer

one

Tuoro sul Trasimeno F.so

Pieve Confini

20 0

600

14

M. Melino C.se Fonte S. Angelo

Sanguineto

1.5

12

10 1.4

M. Girella

P.gio Capanne M. Castelnuovo

Terontola

0

40

Rio C.le dei Termini

8 1.3

Rub

bian

o

Cortoreggio Villa di Piazzano

Le Rose Terontola Stazione Colle


1

CORTONA

Via

Lu

ca

Sig

no

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oma Via R

Teatro Signorelli MAEC

San Benedetto

Via M

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Piazza della Repubblica

uelfa

Via G

Sant’Antonio

Palazzo Comunale

San Sebastiano

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San Cristoforo

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Via

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San

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arg

her

ita

San Domenico

ni

o Severi

Via Gin Via

C.

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ti


Da Cortona a Isola Maggiore

1

ISOLA MAGGIORE

400

IMBARCADERO

TUORO

600

CORTONA

800

TRAGHETTO

POGGIO CAPANNE

1.000

200

0m 0 km

5

10

LUNGHEZZA: 17,2 km + 1,6 km IN TRAGHETTO

400 m DISCESA 640 m DIFFICOLTÀ: media FONDO: 50% STERRATO 50% ASFALTO DISLIVELLO: SALITA

Per i ciclisti Tappa percorribile in Mtb o bici ibrida; unica difficoltà: la discesa da Cortona, tra [1.2] e [1.3].

Dove dormire Monastero della Santissima Trinità, via San Niccolò 2, tel. 057560.33.45, luciana.monastero@gmail.com, 25 posti, € (sacco a pelo), uso cucina. Casa Santa Margherita, piazza Santa Margherita 2, tel. 0575-60.50.64 / 351-80.27.962, santuariosantamargherita@ gmail.com, 110 posti, offerta libera (sacco a pelo), solo gruppi, uso cucina.

CORTONA:

15

20

25

30

Eremo le Celle, loc. Celle 73 (3,5 km fuori percorso), tel. 0575-60.10.17, info@ lecelledicortona.it, 30 posti, offerta libera, solo gruppi, uso cucina. TUORO: Oratorio parrocchiale, piazza Santa Maria Maddalena 8, tel. 075-82.72.22, diocesi@unitapastorale28.it, 15 posti a terra, offerta libera, uso cucina. PUNTA NAVACCIA: Camping Punta Navaccia, via Navaccia, tel. 075-82.63.57 / 339-23.43.684, info@puntanavaccia.it, oltre 200 posti in case mobili e tende glamping, €, uso cucina, da marzo a ottobre. ISOLA MAGGIORE: Albergo Da Sauro, via Guglielmi 1, tel. 075-82.61.68 / 33937.82.037, info@dasauro.it, 25 posti, €€€. Rifugio parrocchiale (prossima apertura), via Guglielmi 10, tel. 075-82.72.22, diocesi@unitapastorale28.it, 25 posti, offerta libera, uso cucina.

La discesa da Cortona è piacevole e permette di godere del panorama sulla val di Chiana e i colli circostanti; una breve variante consente anche la visita dell’antica pieve di San Michele. Si percorre poi un buon tratto di pianura tra i campi fino a Piazzano, dove si risale sulle colline a nord del lago Trasimeno, in un’ampia area boschiva. Raggiunto il crinale, si apre una magnifica vista del lago e delle sue isole. La lunga discesa, meno ripida della salita, conduce all’abitato di Tuoro; qui ci si può fermare, anche se la meta della tappa è Isola Maggiore, celebre per la quaresima che vi trascorse san Francesco nel 1211, di ritorno da Cortona. Ci si arriva dopo una

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cortona ➜ isola maggiore

breve traversata (poco più di 10 minuti). Attenzione però: meglio verificare gli orari dei traghetti, più rari nella stagione invernale.

Da piazza della Repubblica si imbocca in direzione est via Nazionale, che si percorre fino all’incrocio con largo Beato Angelico, dove si prende in discesa via Gino Severini. Si prosegue superando via Cesare Battisti e dopo 200 m, in corrispondenza del cartello di “Cortona”, si va a sinistra, in leggera salita, su via del Palazzone. Poco oltre il bivio, si inizia piano a piano a scendere e si gode di una bellissima vista sulla sottostante val di Chiana. Giunti all’ingresso del Palazzone, oggi sede di un istituto della Normale di Pisa, la strada continua con due ripidi tornanti. Percorsi 200 m, si incontra quindi una grande edicola con un affresco mariano piuttosto danneggiato e proprio qui [1.1] si abbandona l’asfaltata e si imbocca a destra una sterrata in direzione sud. Proseguendo invece sulla strada, dopo 1 km si raggiunge la pieve di San Michele Arcangelo (fonte), oltrepassata la quale ci si immette in breve sulla SP 35, che in 400 m si ricongiunge al percorso principale. Si tratta di una piccola variante, lungo la Via Romea Germanica (segnaletica apposita), che vale la pena fare. Dopo aver superato una deviazione sulla destra, la sterrata si tramuta in un sentiero che continua tra l’erba e gli ulivi, marcato ai lati da bassi muretti a secco. Quando questi finiscono, è bene piegare di 90° a destra, fino a raggiungere il muro e la siepe che delimitano il campo. Si segue il confine per una trentina di metri e si arriva vicino a una baracca in lamiera, dove si devia a sinistra lungo una stradina in falsopiano. All’altezza delle prime case, il fondo ritorna in asfalto; superato poi un piccolo tornante a destra, si sbuca sulla SP 35. Fatti poco più di 100 m lungo la provinciale, si giunge al bivio per Montalla (fonte), dove si svolta a sinistra e dopo altri 600 m si raggiunge il grazioso paesino che si attraversa, arrivando all’agriturismo “I Pagliai”; qui la strada volta a destra, fiancheggiando un fosso. Poco più avanti, in prossimità del cartello “Montalla”, il fondo torna sterrato. Al termine del rettilineo, oltrepassato un piccolo ponte, si gira a sinistra [1.2] e si imbocca in direzione est una strada che costeggia il torrente Esse. Dopo 300 m, un guado a destra conduce sull’altra riva. Se il guado dovesse risultare impraticabile, si può proseguire per 700 m fino al ponte successivo, superato il quale si gira prima a destra e poi subito a sinistra, riprendendo in breve il percorso principale. Si continua per una cinquantina di metri, poi si svolta a destra e si segue la strada per 1,5 km; dopo un ponticello, la sterrata piega a destra, quindi a sinistra, offrendo una bella vista di Villa di Piazzano. Percorsi 400 m, ci si immette in un viale alberato, che si prende a destra; dopo 150 m si tiene la sinistra, raggiungendo con una breve salita la piccola chiesa di Piazzano [1.3], dove si trova anche una fonte. 54


cortona ➜ isola maggiore

CORTONA.

Il Palazzo Comunale con l’ampia scalinata e la torre dell’Orologio.

Poco oltre la chiesa, al bivio, si va diritti in direzione sud-est, imboccando la sterrata in salita. La si segue per 2 km fino a giungere al passo [1.4], dove si incrocia una strada di crinale. Dall’alto si gode di una splendida vista sul lago Trasimeno e le sue tre isole. Si continua a sinistra per 50 m, prendendo poi a destra una larga sterrata che scende ripida. Al termine della discesa, superato un tornantino a sinistra, si incrocia un’altra sterrata [1.5], che si imbocca a destra. Arrivati a una semicurva, si prosegue ancora a destra lungo un’asfaltata in leggera discesa. Si procede fino a raggiungere il bivio in località Torraccia (fonte), dove si tiene la destra. Si segue la strada e giunti all’incrocio a T si svolta sinistra. Dopo un centinaio di metri, e una curva a gomito, si incontra sulla sinistra via Fornello che si percorre per 700 m; quindi, oltrepassato il Centro di documentazione sulla battaglia del Trasimeno, si gira a sinistra in via Palazzo, che si percorre risalendo verso Tuoro, fino all’incrocio con viale Console Flaminio. Lo si attraversa, entrando sulla destra in via dei Fabbri e prendendo subito dopo a sinistra una deviazione in discesa, via Carducci, che porta nella piazza centrale, dove si trova la chiesa di Santa Maria Maddalena [1.6]. Si riprende il cammino, tenendo la chiesa sulla sinistra, e al primo incrocio si imbocca a destra via Ritorta, che si segue fino a incontrare di nuovo viale Console Flaminio. Attraversata la strada, si risale pochi metri sulla destra per prendere in discesa via Annibale Cartaginese (fonte), al termine della quale si sbuca su viale Firenze. Si continua, andando verso destra per una trentina di metri, poi si gira su via del Lavoro, che conduce a passare sotto la quattro corsie e i binari. Dopo il sottopasso della ferrovia si svolta a sinistra e si raggiunge una sterrata che attraversa l’area verde e passa a fianco del parcheggio. Una volta 55

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cortona ➜ isola maggiore

CORTONA.

Le splendide decorazioni della basilica di Santa Margherita.

giunti al piazzale del bar-ristorante [1.7], dove è presente anche una fonte, si percorre il pontile a sinistra fino all’imbarcadero dei traghetti che in una decina di minuti approdano a Isola Maggiore.

Da vedere Cortona e dintorni Sorta in un contesto naturale che ne ha definito la conformazione urbanistica, Cortona si presenta al pellegrino come un dedalo di strade articolate su forti dislivelli e convergenti nelle centrali piazze Signorelli e della Repubblica. Da quest’ultima ha inizio il nostro itinerario, con una lunga discesa che percorre uno dei principali assi viari del territorio, aprendo piacevoli scorci sulla Valdichiana e il sistema collinare circostante. In posizione strategica rispetto all’organizzazione viaria del territorio, Cortona fu un importante centro etrusco, come testimoniano gli ampi tratti di mura rimasti; divenne poi alleata di Roma e municipio autonomo, dominando dall’alto il tragitto della Cassia vetus. Decaduta con l’impaludamento della vallata, la sua rinascita come libero Comune risale ai secoli XII e XIII, grazie all’attività delle corporazioni e alla vitale presenza di numerosi ordini religiosi. In questo periodo prende forma il tessuto urbano, dove a dominare è il caratteristico grigio della pietra serena. Parzialmente trasformata nel Quattrocento sotto il governo fiorentino, Cortona riceverà proprio da Firenze e Siena una forte impronta culturale, con apporti della tradizione pittorica di entrambe le scuole. In epoca più recente, la presenza della stazione ferroviaria a Camucìa indirizza l’espansione urbana verso valle, dove nascono le nuove attività produttive e le aree residenziali più recenti, mentre il

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cortona ➜ isola maggiore

centro storico rischia spopolamento e declino, solo in parte scongiurato dall’attività turistica. In piazza della Repubblica si ammirano il monumentale PALAZZO COMUNALE , del XIII secolo e più volte modificato, fino al restauro ottocentesco, e il dirimpettaio Palazzo del Capitano del Popolo. Richiami all’architettura medievale rimangono nelle finestrature del fianco destro; il fronte, preceduto da un’ampia scalinata che offre ai viandanti un’occasionale seduta, è caratterizzato dalla cinquecentesca torre merlata dell’Orologio. Il MAEC, Museo dell’Accademia etrusca e della città di Cortona (cortonamaec.org), è ospitato nel medievale Palazzo Casali. La sua ricca collezione archeologica completa il sistema territoriale del Parco Archeologico, dotato di un’ampia rete sentieristica che collega elementi diffusi di un importante patrimonio storico, artistico e naturalistico, disseminati tra pianura, collina e montagna. Vale la pena menzionare l’antico asse viario di crinale che attraversa la città da Porta Ghibellina a Porta Montanina e risale il promontorio fino alla Fortezza. Lungo il tratto corrispondente a via Berrettini sono allineati i più importanti complessi conventuali cittadini, dal convento di San Francesco alla basilica di Santa Margherita. Domina il paesaggio la FORTEZZA MEDICEA DEL GIRIFALCO, a 651 m di altitudine, costruita nel 1556 per volontà del Granduca Cosimo I de’ Medici su ruderi etruschi, oggi sede di eventi culturali (www.fortezzadelgirifalco.it).

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La Valdichiana, una bonifica durata secoli “La valle in pochi anni cambiò aspetto: il vasto alveo palustre dai fetidi ristagni è ora ridente di ricche messi e di vigne: la riconquistata salubrità del clima ha ridonato agli abitanti l’antico vigore, e la copia delle raccolte fa loro gustare i comodi della vita. Questa valle sarà perenne monumento di regia munificenza per gli ottimi Principi che ne decretarono la prosperità”1. Tra la conca aretina a nord e la valle del Paglia a sud, si estende l’ampia pianura che prende il nome dal fiume Chiana, originariamente affluente del Tevere, poi fatto confluire dai romani in Arno. La valle ha origine tettonica; i laghi di Montepulciano e Chiusi sono i residui del grande mare pliocenico che sommergeva la Penisola. Il popolamento risale invece alla preistoria, favorito dalla posizione e dalla fertilità del suolo. In epoca etrusca diventa il “granaio dell’Etruria”, come testimoniano le città di Chiusi, Cortona e Castiglion Fiorentino. I romani vi organizzano un’importante rete viaria, la consolare Cassia (vetus) e la Via Clodia, insieme a una grande opera di centuriazione che consente lo sfruttamento intensivo dei terreni, ma che esige di invertire il corso del fiume Clanis. Nel Medioevo l’abbandono degli interventi di regimazione idraulica causa l’impaludamento e lo spostamento dei centri urbani a mezzacosta. Leonardo tra il 1502 e il 1503 realizza con grande abilità una mappa del territorio impaludato, forse come studio preliminare per opere di bonifica, o per la realizzazione di un serbatoio idrico necessario per il progettato canale navigabile di Firenze. Dopo l’ingresso nell’orbita fiorentina, a metà del Cinquecento, Cosimo de’ Medici inizia i primi interventi di bonifica: si avvale di Antonio Ricasoli per una perizia corredata da una cartografia seconda solo a quella leonardesca e avvia la costruzione del grande Canale Maestro. Con Ferdinando I prende il via la creazione di poderi con caratteri sociali di tipo feudale. Nel Seicento si ricordano gli studi di Enea Gaci, Galileo Galilei ed Evangelista Torricelli. Risale alla metà del Settecento la definitiva campagna di bonifica, associata alla riorganizzazione viaria e amministrativa (da cui prende slancio l’itinerario della Lauretana senese) e allo sviluppo produttivo intorno a grandi fattorie. Nel 1780 la stipula di un concordato tra Pietro Leopoldo e il confinante Stato Pontificio permette di terminare i lavori: si stabilisce uno spartiacque tra il Tevere e l’Arno presso Chiusi, determinando una sistemazione idrografica valida ancora oggi. Si distinguono così la Valdichiana settentrionale o Toscana (bacino dell’Arno) e la Valdichiana meridionale o Romana (bacino del Tevere), nelle province di Arezzo, Siena, Perugia e Terni.

1. Attilio Zuccagni Orlandini, Atlante geografico fisico storico del Granducato di Toscana, Firenze 1832.

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Santa Margherita da Cortona Margherita nasce nel 1247 a Laviano, nel territorio di Castiglione del Lago. Perde la madre a otto anni; il padre si risposa, ma la matrigna non si fa amare dalla piccola. A sedici anni Margherita, bellissima, viene notata da Arsenio, un giovane di famiglia nobile. Fugge di casa, di notte, traversando la palude della Chiana, per andare a convivere nel castello di lui, a Montepulciano. Nonostante il pubblico scandalo e il rifiuto da parte della famiglia di Arsenio, inizia un periodo di vita sfarzosa e appassionata, che però non culminerà nel desiderato matrimonio, nonostante la nascita di un figlio. Nove anni dopo, Arsenio muore per un incidente di caccia, e Margherita, espulsa dal castello con il figlio e scacciata dalla famiglia di origine, si ritrova sola e senza risorse. In tale situazione matura la sua conversione: Margherita comprende il vuoto della vita passata e decide di vivere solo per Dio. Si trasferisce nella città di Cortona, dov’è ospitata dalla nobile famiglia Moscari e seguita dai frati del convento di San Francesco. Entra nel Terz’Ordine e si dedica alla preghiera, alla penitenza e alle opere di carità, mentre per mantenere sé e il figlio (collocato presso un precettore ad Arezzo) va a servizio nelle case. Ben presto iniziano i fenomeni mistici, sotto forma di colloqui e dialoghi amorosi con Cristo, cui corrisponde una vita sempre più dedita al servizio dei poveri, alla meditazione incessante della Passione e alla penitenza per i peccati del suo passato. Alcune persone la seguono: nascono l’Ospedale Santa Maria della Misericordia, tuttora esistente, e una confraternita per gestirlo. Margherita, anche per alcuni fenomeni mistici che avvengono in pubblico, diviene punto di riferimento per l’intera città, provata dalle guerre, dalle fazioni interne e dalle malattie: i concittadini trovano in lei consolazione nelle difficoltà e sostegno nel complesso processo di pacificazione. Gli ultimi anni di Margherita sono contraddistinti da una solitudine quasi eremitica, in cui si dedica alla preghiera e combatte le insidie del demonio. Muore nel 1297, il 22 febbraio, data in cui Cortona fa ogni anno memoria di lei, il cui nome si è legato per sempre a quello della città che l’ha accolta.

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La battaglia del Trasimeno e l’astuto Annibale Nel 219 a.C. ha inizio la Seconda guerra punica. Annibale, partito dalla Spagna, si apre il passo verso l’Italia combattendo. Nel settembre 218 valica le Alpi e si presenta nella Pianura Padana con 20.000 fanti, 6.000 cavalieri e alcune decine di elefanti. Batte i romani sul Ticino e soprattutto sulla Trebbia, dove il nemico è annientato. Raccolte forze locali, nella primavera del 217 si dirige verso sud, eludendo la sorveglianza delle legioni guidate dal console Flaminio, che sono costrette a inseguirlo. Al mattino del 24 giugno i romani si addentrano nella conca del lago Trasimeno, ignari dell’imboscata tesa loro da Annibale, che ha nascosto le sue truppe sulle colline. La nebbia accresce l’effetto sorpresa e non lascia scampo ai legionari, impediti a comporre le formazioni di battaglia. Ne muoiono 15.000, tra cui il console. La vicina città di Perugia apre le porte ai resti dell’esercito, ma la sconfitta getta Roma nella costernazione e induce alla nomina di un dittatore, Quinto Fabio Massimo, che condurrà la campagna contro Annibale. Il luogo esatto dello scontro non è chiaro, anche perché secondo alcuni studiosi il lago Trasimeno era più esteso rispetto a oggi; prevale comunque il parere che la conca di Tuoro sia stato il teatro principale della battaglia. A Tuoro, in piazza Garibaldi, esiste il Museo di Annibale al Trasimeno: il percorso museale, che si snoda nelle sale di Palazzo del Capra, permette al visitatore di rivivere la battaglia, grazie a un apparato didattico composto da video tematici, videoracconti, pannelli didascalici, infografiche, postazioni interattive e animazioni. In estate, vengono organizzate anche delle rievocazioni della battaglia con figuranti in costume. Per informazioni: tel. 337-54.53.393, annibale.tuoro@gmail. com, fb annibalealtrasimeno.

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