Sardegna a piedi

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SANTA LUCIA ➜ CALA LIBEROTTO

Magiche Baronie Da Santa Lucia a Cala Liberotto Santa Lucia di Siniscola è un minuscolo insediamento alla buona, dove ancora oggi sopravvivono, un po’ assediate da seconde case senza pretese, alcune antiche abitazioni di pescatori, perché il villaggio è un villaggio vero, raccolto intorno a una delle tante torri di guardia spagnole. Il turismo c’è, anche qui ha qualche tratto invasivo, ma è quantomeno “ruspante”: le seconde case appartengono agli abitanti della zona, di Siniscola o di Nuoro. Tanti sono emigrati in continente, per poi tornare su questa costa a godersi la pensione o avviare qualche attività in proprio. E, fatte le debite eccezioni degli insediamenti di s’Ena ‘e sa Chitta, Cala Ginepro e Cala Liberotto, si conservano su questo tratto di costa alcuni veri paradisi, dove la speculazione non è arrivata e forse non arriverà mai, e dove è possibile godere del più autentico e selvaggio paesaggio costiero sardo (naturalmente in punta di piedi).

Un set cinematografico Spiagge bianche, chilometriche, ginepri secolari piegati dal vento, stagni, dune. È lo scenario ideale di un film, che è già stato girato, naturalmente. Il fatto eccezionale non è che Lina Wertmüller abbia scelto questo angolo di Sardegna per ambientarvi Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, ma che le sabbie calcate nei primi anni ’70 (il film è del ’74) da Mariangela Melato e Giancarlo Giannini (arrogante borghesissima milanese e marinaio siciliano comunista) siano ancora quelle. L’effetto “isola deserta” si può provare ancora oggi. Ampi tratti di costa sono raggiungibili solo a piedi o in barca, e questo riduce drasticamente la folla di bagnanti. La costa si presenta come una successione di spiagge di sabbia bianca, a volte anche molto grandi, alternate a bassi promontori granitici, dalle ormai consuete forme arrotondate e scolpite dal vento salmastro. Tra le più notevoli, la spiaggia di Silita, lunga 8 chilometri tra s’Ena ‘e sa Chitta, e Capo Comino, dove si trova il più significativo sistema di dune sabbiose, con quelle di Villasimius, della costa orientale. Alle spalle della linea di costa si estende un entroterra selvaggio, chiuso dalle elevazioni di Punta Artora (156 m) e su Arcu (207 m) in corrispondenza di Capo Comino, le punte Ioanneddu (244 m) e s’Abilinu (249 m) e le più modeste alture di sa Marchesa e monte Biderrosa. Sono antiche montagne granitiche, solcate da valloni densi di macchia impenetrabile, dove scorrono i torrenti che alla fine del loro breve corso formano gli stagni di Bèrchida, Biderrosa e sa Curcùrica, e le bellissime spiagge che li chiudono al mare. 41


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