Cagliari
Cagliari è una città antichissima. I reperti che documentano i primi insediamenti umani nell’area risalgono al IV-III millennio a.C., ma è ai fenici che si deve la fondazione del primo vero e proprio nucleo urbano sulle rive dello stagno di Santa Gilla. Allora la popolazione abitava lungo le coste: lo spostamento del centro sulle colline, avvenuto in varie fasi nelle epoche seguenti, fu dovuto a necessità difensive, che trovarono la loro massima espressione nel Medioevo con la costruzione di mura, torri e fortificazioni divenute il simbolo della città, tanto da plasmare il suo nome in lingua sarda: Casteddu. La strategica posizione al centro del Mediterraneo fece sì che diversi altri popoli si insediassero nel capoluogo isolano: oltre ai fenici, cartaginesi, romani, vandali, ostrogoti e bizantini.
Tra la fine del I e l’inizio del II millennio d.C., l’isola iniziò lentamente a dotarsi di un sistema di autogoverno basato sul potere dei giudicati, quattro piccoli stati autonomi che si dividevano il territorio: Santa Igia (poi Calari, ovvero Cagliari), Torres, Arborea e Gallura. Fu proprio al tempo dei giudicati che arrivarono sull’isola diversi ordini monastici e mendicanti, come i francescani.
Il potere giudicale fu poi sottoposto al dominio delle repubbliche di Pisa e Genova nell’XI e XII secolo, mentre nei secoli successivi la Sardegna si trovò sotto l’influenza di aragonesi, castigliani, austriaci e sabaudi, fino alla nascita della Repubblica Italiana nel 1946.
A passeggio per Cagliari
Castello è il nome del quartiere fortificato in cima al colle di Cagliari, attorniato dagli altri tre quartieri di Stampace, Villanova e Marina. Visitando le antiche porte del Castello, si intuisce la lunga cinta muraria che delimitava la roccaforte militare e amministrativa della città. Oggi i vecchi bastioni sono animati da un via vai di cagliaritani e viaggiatori di passaggio fra le salite, i vicoli e i piccoli locali del centro storico. Il cuore di Cagliari, formato dal PALAZZO REGIO e dalla CATTEDRALE che affacciano sulla stessa piazza, coincide con il punto più elevato del quartiere Castello. Una passeggiata alla parte più caratteristica della città non può non includere la TORRE DELL’ELEFANTE e la TORRE DI SAN PANCRAZIO , costruite durante la dominazione pisana agli inizi del XIV secolo, e la scalinata del BASTIONE DI SAINT REMY , inaugurato agli albori del Novecento.
Le antiche radici di Cagliari hanno lasciato molte tracce significative. L’ANFITEATRO ROMANO è forse la più integra e imponente: costruito probabilmente al tramonto del II secolo, poteva ospitare diecimila persone, attratte da spettacoli cruenti che avevano come protagonisti belve feroci e gladiatori. I gradoni furono in parte scavati direttamente nella roccia della valletta naturale in cui è ospitato il teatro, e nei secoli successivi servirono da cava per la costruzione di edifici.
Fuori dal centro, sul colle che porta il suo nome, sorge invece la magnifica NECROPOLI PUNICA DI TUVIXEDDU , la più grande di tutto il bacino del Mediterraneo: scavata direttamente nella roccia viva, presenta sepolture a pozzo talvolta decorate con pitture murali: al loro interno sono stati ritrovati ricchi corredi funebri che includono anfore, gioielli e lacrimatoi. Il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE di Cagliari raccoglie i reperti della necropoli insieme alle testimonianze del ricchissimo passato dell’isola: si trova nel centro storico all’interno della CITTADELLA DEI MUSEI , ricavata nei locali dell’arsenale. Chi vuole toccare l’anima di una città nel minor tempo possibile ha una sola possibilità: far visita al suo mercato. Per i cagliaritani il MERCATO DI SAN BENEDETTO è il mercato per antonomasia. Si trova in una struttura coperta edificata negli anni Cinquanta del secolo scorso in via Ortu, e propone carni, frutta, verdura, formaggi e sontuosi banchi del pesce. Cagliari offre anche una spiaggia urbana fra le più grandi d’Europa, il POETTO , frequentata dalla primavera all’autunno: è il luogo perfetto per un bagno rinfrescante e una passeggiata in compagnia della brezza marina.
Cagliari francescana
Per cominciare a scoprire la Cagliari francescana occorre raggiungere sulla costa orientale della città NOSTRA SIGNORA DI BONARIA , il più importante santuario mariano dell’isola, la cui fondazione risale al XIV secolo. Da Paolo VI in poi, Bonaria è diventata una tappa obbligata per ogni papa all’inizio del proprio pontificato: a parte Giovanni Paolo I, tutti i pontefici eletti da allora sono stati pellegrini in questa chiesa. È proprio qui, nelle grotte accanto al santuario, che si stabilirono i primi francescani sbarcati in Sardegna, quasi certamente partiti dalla Toscana e passati attraverso la Corsica. Quello che in pochi sanno è che il culto della Madonna di Bonaria, portato in Argentina dai conquistadores spagnoli e dai frati mercedari al loro seguito, ispirò il nome della capitale Buenos Aires.
Guardando la facciata monumentale della chiesa più grande dell’isola, si scorge a sinistra un tempio molto più piccolo: è il nucleo originario costruito dagli aragonesi, mentre i lavori per l’edificio principale iniziarono solo nel XVIII secolo. Oggi il santuario è gestito dai mercedari che abitano il convento adiacente. All’interno del complesso è possibile visitare un museo che racconta la storia e la devozione del popolo cagliaritano per Bonaria, e il parco che include le grotte dove trovarono rifugio i primi frati.
Scendendo verso il Castello, non può mancare una tappa alla CHIESA DI SANTA ROSALIA , dove i francescani custodiscono il corpo di san Salvatore da Horta, taumaturgo francescano di origini catalane vissuto nel XVI secolo, che a Cagliari trascorse gli ultimi anni della sua vita. Da qui ci spostiamo a piazza Palazzo per visitare la CATTEDRALE DI SANTA MARIA . I lavori di costruzione della chiesa ebbero inizio in epoca pisana, nello stesso periodo in cui i francescani approdarono a Cagliari. Nel XVII se-
colo l’arcivescovo fece rialzare il presbiterio per costruire sotto l’altare un santuario contenente le reliquie dei martiri. L’edificio liturgico è stato edificato in stile romanico-pisano, mentre la facciata, che ha subito diversi ritocchi, è in stile neoromanico. Di notevole pregio le tele di Filippo Figari, in particolare le Storie della diffusione della fede in Sardegna, sopra la navata centrale.
Attraversando la Porta delle Seziate ci si trova davanti alla Cittadella dei musei, al cui interno è ospitata la Pinacoteca Nazionale di Cagliari. Qui, tra molte altre cose, sono custoditi i reperti della duecentesca chiesa di San Francesco, che si trovava nel quartiere di Stampace fino al 1875.
Usciti dalla Pinacoteca, si attraversa Porta Cristina e si scende verso l’Anfiteatro Romano, di fronte al quale, a partire dal 1591, i francescani cappuccini costruirono la CHIESA DI SANT’ANTONIO e il convento. All’interno della chiesa si trova il santuario dedicato a sant’Ignazio da Laconi e al beato Nicola da Gesturi, due questuanti francescani taumaturghi, molto amati dalla popolazione della Sardegna. Poco lontano si trova la PARROCCHIA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA , che dal XVII secolo è stata affidata a diversi ordini religiosi e da più di un secolo a questa parte è gestita dai francescani conventuali. Custodisce una tela del XVII secolo raffigurante l’Annunziata, ritenuta miracolosa.
Storia di una presenza
Quanto fu (ed è) importante la presenza dei francescani nel capoluogo? Occorre anzitutto dire che a Cagliari, come nel resto della penisola, l’arrivo dei francescani (insieme ad agostiniani, carmelitani e domenicani), segnò l’inizio del passaggio dal monachesimo alla mendicanza. Mentre i frati sovvertivano il modo di intendere la vita
CAGLIARI. La cattedrale di Santa Maria con la statua di san Francesco.
religiosa, la presenza di chiese e conventi diede impulso a una nuova architettura religiosa che riprendeva i valori di semplicità e povertà propugnati dai nuovi arrivati. La radicalità del francescanesimo contribuì alla diffusione della fede cattolica in maniera efficace e autentica, proponendo una spiritualità basata sull’amore e sulla pace che è stata accolta in ogni periodo storico e a ogni livello sociale.
Gli apporti dei francescani, anche nel cagliaritano, furono decisivi soprattutto dal punto di vista culturale, economico e farmaceutico (vedi pagina seguente). Il contributo culturale era legato in primo luogo alla missione dell’insegnamento all’interno e all’esterno dei conventi, e la stessa predicazione a livello popolare fu una forma essenziale di alfabetizzazione. Ma il contributo francescano passò anche attraverso la pittura, l’architettura e l’artigianato, com’è testimoniato dai documenti e dalle opere conservati nella Pinacoteca Nazionale.
In campo sociale i francescani fondarono i monti di pietà, veri e propri istituti finanziari per il microcredito alle famiglie che versavano in cattive condizioni economiche. In quello farmaceutico si distinsero invece per la loro attività legata alle colture medicinali: tutti i conventi avevano nelle proprie pertinenze piccoli appezzamenti in cui seminare le colture necessarie alla loro sussistenza.
Spezieria cappuccina
Sulle pendici del colle di Buoncammino è ancora possibile visitare l’antico Orto dei Cappuccini di Cagliari, con l’originaria struttura a croce segnata dai muretti a secco che suddivide i quattro campi, coltivati, storicamente, con essenze differenti. Quando fu fondato, nel 1595, i cappuccini scelsero un luogo strategico: qui si trovavano le cisterne ricavate nella roccia che avrebbero garantito l’irrigazione nei secoli successivi e che in precedenza, probabilmente, erano state scavate per ottenere la pietra necessaria alla costruzione del vicino Anfiteatro Romano.
Oggi quei luoghi sono stati restituiti alla città e permettono una passeggiata fra piccoli appezzamenti di piante officinali, rose, ulivi mandorli e melograni, ma per centinaia d’anni l’Orto di Cagliari, come i tanti sparsi nell’isola, fornì ai frati la materia prima per le loro attività erboristiche e farmaceutiche.
Chi fa visita al Museo etnografico dei cappuccini a Sanluri, può visitare la stanza legata alla spezieria, ammirando le “burinette” di ceramica che contenevano i preparati, schierate in ordine sugli scaffali e giudiziosamente etichettate.
In Sardegna, specie nei monasteri più decentrati, gli sforzi dei frati si concentrarono in particolar modo sulla cura dei più bisognosi, che non avrebbero avuto accesso agli ospedali e alle farmacie cittadine. Le essenze con cui gli speziali francescani componevano le loro misture ci forniscono una conferma dell’atteggiamento meditativo e del legame con la natura che emerge in ogni aspetto delle loro attività e si riflette in una conoscenza profonda del terra: le erbe erano infatti quelle tipiche dell’isola e della macchia mediterranea, su tutte rosmarino, mirto, cisto, elicriso, iperico e alloro.
Oggi le conoscenze tramandate dai frati hanno ricevuto riscontri puntuali dagli studi di ricerca. L’iperico ha proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e lenitive. L’elicriso cura raffreddori e infiammazioni. L’alloro allevia coliche e sintomi influenzali, e il rosmarino può aiutare a superare bruciori di stomaco e dolori addominali.