Il Piccolo Principe

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Il Piccolo Principe Raccontato da

Con le illustrazioni di

Agnès de Lestrade

Valeria Docampo



La prima sera mi addormentai sulla sabbia. All’alba venni svegliato da una vocina:

Balzai in piedi e vidi un bambino dall’aspetto straordinario.

“Per favore, disegnami una pecora...”.

Non aveva l’aria di uno che si fosse perso. “Per favore, disegnami una pecora...” Gli dissi che non sapevo disegnare. “Non importa, disegnami una pecora.” Feci qualche tentativo, ma il bambino non era mai soddisfatto.


Il quinto giorno ero alle prese con un bullone che non riuscivo a svitare    e non ero di ottimo umore, quando il piccolo principe mi domandò:    “Se la pecora mangia gli arbusti, mangia anche i fiori?”.   “Una pecora mangia tutto quello che trova.”    “Anche i fiori con le spine?” “Certo.”

“Allora a cosa servono le spine?” “A niente. Sono solo cattiveria da parte dei fiori.”   “Non è vero! I fiori sono deboli.    Io ne conosco uno… che esiste solo sul mio pianeta.   E se la pecora che mi hai disegnato se lo mangia?”    Il piccolo principe scoppiò a piangere. Lo presi in braccio e lo cullai:

“Il fiore che ami non è in pericolo.

Disegnerò una museruola per la tua pecora”.



Il piccolo principe mi raccontò che il suo fiore era bellissimo,   non era molto modesto, aveva solo due spine per difendersi   ed era terrorizzato dalle correnti d’aria:   “Ogni sera mi metterai sotto una campana di vetro.    Qui da te è molto freddo…”,   gli aveva detto per farlo sentire in torto. Era un fiore davvero complicato. Così il piccolo principe, nonostante il suo amore e la sua buona volontà,    aveva deciso di andarsene.




Per lasciare il pianeta credo abbia approfittato    di una migrazione di uccelli selvatici.


“Se mi addomestichi,   la mia vita sarà come illuminata dal sole. E poi, guarda i campi di grano. Mi ricorderanno il colore dorato dei tuoi capelli.   Per favore, addomesticami.”


“Che devo fare?” chiese il piccolo principe.   “Dovrai essere molto paziente”, rispose la volpe.

“All’inizio ti siederai un po’ lontano da me. Io ti guarderò con la coda dell’occhio   e tu non dirai niente.   Le parole creano malintesi. Ma ogni giorno potrai sederti un po’ più vicino...”



“Ti dirò un segreto: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. È il tempo che hai speso con la tua rosa a renderla così importante.   Gli uomini hanno dimenticato questa verità, ma tu non dimenticarla. Diventi per sempre responsabile di ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa.”



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