Un tempo, Babbo Natale non festeggiava il Natale.
Per tutto l’anno, al Polo Nord, costruiva giocattoli, che poi caricava sulla slitta alla vigilia di Natale, per volare in tutto il mondo e metterli sotto gli alberi.
Quando tornava a casa, andava a dormire. E quando si svegliava, la mattina di Natale, si rimetteva al lavoro. Tutto qui.
“Ma come tutto qui?” chiese un orso, che abitava vicino al Polo Nord e passava di lì mentre andava alla sua caverna.
“Babbo Natale non fa niente di speciale?”
“Dorme un po’ di più…” dissero gli elfi.
“Una mezz’oretta.”
L’orso si accigliò.
“Sentite, io adoro dormire. Però, dai, è Natale.”
Gli elfi erano mortificati.
“Dobbiamo fare qualcosa di speciale per Babbo Natale”, si dissero.
Detto fatto.
Quella mattina, quando Babbo Natale si svegliò, gli portarono la colazione a letto.
“Cosa succede?” chiese lui.
“È Natale! Buon Natale!”
Babbo Natale sorrise. “Grazie. Sembra deliziosa.
Buon Natale.”
Ma quando finì le ciambelle, si infilò gli abiti da lavoro e prese gli attrezzi.
“Aspetta!” dissero gli elfi.
“Dobbiamo andare a scegliere un albero!”
“Per chi?” chiese Babbo Natale.
“Per te!” dissero gli elfi.
“Perché?”
“Perché è Natale!”
Babbo Natale posò il martello.
“Be’, sembra un’idea carina.”