Sulle strade dei valdesi

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QUANDO PARTIRE

IL PERCORSO

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1

Nernier

1.1

Nernier ➜ Saxel-Mont Béné

Spiaggia di Nernier

1.2

2

1.3

Yvoire

Le Bossenaz Le Pré Ponce Les Chenallets

Messery

La Renaude Le Clu

Les Rossets 1.4

Frize

Les Mottes

Essert

4

Bellevue Chevilly

Les Huches

Excenevex

V Le

6

ion

Excenevex-Plage

1.5

La Milliaz Le Vion 1.6

Massongy

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Grande Corne

Le F

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Filly

avo es S Santenant

R

Coudrée

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Bois du Verney

Fiozire

8

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Les Pantets

R

Les Crêts

1.7

Marterrey

oro

b Le Paradis

Les Enclos Pré Pourri

Masselinge

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Sciez

Prailles La Sarpe

Les Verdaines Charli

Nernier

Les Jointes

1.8

Beule

12

Saxel-Mont Béné

Vernaz

Levringe ombes

La Chapelle La Berdoye

Chargieu

u des C

Mont de Boisy

Les Crapons

Ruissea

Foresta di Planbois

Excuvilly

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Les Plagnes

Les Bois Noirs

Foresta di Planbois


Charli Nernier ➜ Saxel-Mont Béné

12

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La Berdoye

Vernaz

Levringe ombes

La Chapelle Les Crapons Chezabois d'en Haut

1

1.8

Beule

Mont de Boisy

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Ruissea

Chargieu

Chezabois d'en Bas

14

Les Bois Noirs

Foresta di Planbois

Les Plagnes

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Ruisseau de Gorge

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16

1.9

18

Chez Viret Lully 1.10

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Ruis

Ruisseau de Pisse-Vache

Brenthonne

de la

Castello di Avully

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s Creu

20

Fessy

Rézier

Dugny

Saxel-Mont Béné 22

Clavel

u de la Tête du Char Sommet de Targaillan

La Tataz

La Cabra La Grangette

Le Beulaz

Les Zys

Grange Billoud L'Herpettaz

Les Crossets

og

z

Creusia

La Grande Combe La Platélaz

en

Supersaxel

La M

1.11

Ruissea

Les Curtets


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Da Nernier a Saxel-Mont Béné

1.600

400

DUGNY

CHEZ JACQUIER

SCIEZ

FILLY

YVOIRE

800

NERNIER

1.200

SAXEL MONT-BÉNÉ

2.000

0m 0 km

5

10

23,6 km 7 ore DISLIVELLO: SALITA 680 m DISCESA 110 m DIFFICOLTÀ: media LUNGHEZZA: TEMPO:

Segnaletica Giallo-rossa del Littoral du Leman nella prima parte. Successivamente si percorre un tratto del GR de Pays Littoral du Leman, con grosse lacune nella segnatura (bolli arancio). Segnavia giallo-rossi e bolli arancio nella salita da Dugny al col de Saxel.

Punti di ristoro A Yvoire tutto quel che serve e anche di più (è molto turistico). Un bar al centro equestre di Morzy. A Brenthonne negozio di alimentari e caseificio con vendita diretta dei prodotti. Poche fontane con acqua potabile lungo il percorso (citate nella descrizione).

Dove dormire GINEVRA: Geneva Hostel, rue Rothschild 28-30, tel. +41-227-32.62.60, info@ genevahostel.ch, www.genevahostel.ch, pernottamento con colazione €€, cena €. SCIEZ, LOC. FILLY: Gîte Mas de l’Hesperus, 891 route de Bordignin, tel. +33-(0)4-50.70.60.35, www. masdelhesperus.fr, pernottamento per una persona €€€, da due a quattro €€. Uso cucina, cena su richiesta €.

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SAXEL-MONT BÉNÉ: L’unica possibilità di pernottamento è il Logis de la Marmotte, chambres d’hôtes, 339 route de Mont Béné, tel. +33-(0)4-50.31.65.19 / 334-50.31.65.19, contact@logisdelamarmotte.fr, www.logisdelamarmotte.fr, singola con colazione €€, doppia €. Per prepararsi la cena è a disposizione una stanza attrezzata di frigo e forno a microonde. Chi arriva senza cibo è accolto al tavolo della famiglia Loste: cena €.

Mezzi pubblici Treni diretti da Milano Centrale, www.trenitalia.it e www.sbb.ch. Da Torino Porta Susa si può prendere il TGV per Parigi fino a Chambéry e da qui proseguire sulla linea Aix-les-Bains, Culoz, Bellegarde, Ginevra. Da Ginevra si prendono le corriere della società S.A.T. di Thonon, tel. +33-(0)4-50.71.00.88, www.sat-leman. com. La prima corsa per Thonon-les-Bains (T71) è alle 6,45 dalla gare des Eaux Vives. Si fa il biglietto per Douvaine e si scende in questo paese dell’Alta Savoia lungo la N5. In coincidenza immediata parte la corriera della S.A.T. per Nernier (152). Conviene far presente all’autista di Ginevra che si vuole andare a Nernier, perché si corre il rischio di veder partire la corriera in coincidenza davanti ai propri occhi.

PER GINEVRA:


Nernier ➜ Saxel-Mont Béné

Non è possibile raggiungere Nernier in battello, ma solo il vicino paese di Yvoire. Per una piccola crociera lacustre, a ricordo del trasferimento su barche di pescatori della truppa valdese, bisogna prendere il

treno per Lucerna, scendere a Nyon (14 minuti, www.sbb.ch). Da Nyon c’è il servizio di navigazione lacustre CGN che porta sull’altra sponda, a Yvoire (20 minuti, giorni lavorativi, 10 corse al giorno, www.cgn.ch).

Dal lago Lemano e dai paesi di Nernier e Yvoire, località turistiche eleganti e ricche di storia, le montagne sono ancora molto distanti, ma già visibili all’orizzonte, alle prime dolci salite. Lasciata la riviera, si cammina - almeno nella prima parte - nella campagna del Chablais, incontrando rare borgate e isolate cascine. Il cammino facile dei primi chilometri non tragga in inganno. Per affrontare questa tappa bisogna partire allenati, altrimenti conviene spezzarla in due parti. Tappa lunga, con un’impegnativa rampa finale per arrivare al Saxel, volendo evitare la strada asfaltata. La segnaletica non è sempre accurata, soprattutto nell’attraversamento della foresta di Planbois e nel tratto finale verso il col de Saxel, perciò attenzione!

Il nostro cammino comincia dal vecchio villaggio di pescatori di NERNIER, oggi silenzioso borgo dalle case ben ristrutturate che culmina a est con il castello. Si può fare un breve anello intorno alla chiesa, che parte e arriva davanti al piccolo palazzo municipale. Si esce dal centro fiancheggiando il parco del castello sulla strada D60 per Yvoire, che inizia a sinistra del palazzo municipale [1.1]. Si svolta a sinistra davanti a una fontana (numerose a Nernier, ma tutte con il cartello “acqua non potabile”) sul Chemin du Moulin, incontrando la prima segnaletica del Littoral du Leman. Dopo circa mezz’ora si incontra un bivio e si prosegue dritto in sponda sud del lago. Passato il complesso Les Tuilières si scende al ruscello le Mercube [1.2]. Appena prima del ruscello si può deviare per vederne la foce nel lago, lungo un breve viottolo che fiancheggia la recinzione di una casa. Qui sbarcarono i valdesi per intraprendere il Glorioso Rimpatrio, e si può scorgere la sponda svizzera del Lemano, là dove i valdesi s’imbarcarono. Si riprende il Littoral du Leman che va verso Yvoire tra case e parchi curati con un percorso non più asfaltato. Si ritrova l’asfalto con la D256, che porta al borgo medievale di YVOIRE [1.3]. La deviazione nel borgo è d’obbligo: si varca la porta di Nernier, si passa di fianco al castello (1301-1311) e poi alla chiesa, dalla cupola a bulbo, e si esce dalla porta di Rovorée. Davanti a questa porta dell’inizio del XV secolo c’è il municipio (mairie). Si lascia il centro di Yvoire alla prima strada a monte e a sinistra del municipio, si attraversa la D25 e si continua in salita sul Chemin de la Ruaz. Al trivio, su una sella aperta e coltivata, si prosegue dritto sulla via adesso sterrata e bordeggiata da vecchie querce [1.4]. Con un piacevole percorso sul pianoro alle spalle del lago si giunge, sempre percorrendo la sterrata principale, alla D225, che si attraversa per imboccare 55

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Nernier ➜ Saxel-Mont Béné

BRENTHONNE.

Il castello di Avully.

una strada asfaltata con il divieto d’accesso. Si lascia qui il Littoral du Leman, che prosegue per Excenevex. Passata una grande stalla si trascura la diramazione per Les Genévriers, si incontra il centro equestre di Morzy e si arriva a un quadrivio sormontato da una croce di legno [1.5]. Di fronte c’è il profilo morbido del mont de Boisy, già scorto in precedenza. Riappare qui anche il lago Lemano con la prominenza di Thonon-les-Bains. Si prosegue dritto per immettersi nella D25 in corrispondenza di una rotonda. Anziché seguire la D25 si svolta subito a destra sulla via che percorre la zona artigianale di La Fattaz. Terminata la strada asfaltata si prosegue nella stessa direzione (sud-ovest) su sterrata. Si supera un ruscello, si percorre un tratto inerbito e, al limite del bosco, si volta a sinistra di 90°. Lo stradello passa il torrente Le Vion [1.6], diventa più ampio e quindi asfaltato alle prime case di Filly. Si giunge così alla D324, che porta con alcune svolte al piccolo paese di Filly. Al quadrivio con fontana (acqua non potabile) si lascia la D324 girando a sinistra e in breve si è sulla N5. Si attraversa questa strada trafficata per percorrere il Chemin des Gérons e poi il Chemin de l’Effly, sterrato. Piegando a sinistra sulla strada asfaltata di Marignan si arriva nuovamente vicino alla N5. 150 m prima di raggiungerla ci salva a destra il Chemin de la Rouette [1.7], sterrato fino al cimitero di Sciez e quindi asfaltato da qui alla chiesa. A fianco della chiesa si incontra la D1, da percorrere verso destra per circa 1 km (fontana lungo la strada). Passata una linea elettrica, e prima che la D1 compia un tratto tortuoso, si stacca a sinistra, in corrispondenza di uno slargo con divieto di scarico, una pista forestale [1.8] che scende al ponte del Moulin Goriux sul Foron. Oltre il ponte un sentiero nel bosco sale alle case de La Citadelle. Giunti alla 504 si inverte il cammino verso destra, sull’impasse du Bois Quiezart. Si passa tra le case, si supera un ru56


Nernier ➜ Saxel-Mont Béné

scello e si attraversa il bosco su una mulattiera rovinata dal passaggio di mezzi a motore. A Bois Quiezart si prosegue a destra (bollo arancio). Al bivio successivo, 1 km più avanti (Bois de Pannières), si tiene la sinistra (indicazioni Chez Jacquier, Lully, Brecorens). Si attraversa la FORESTA DI PLANBOIS , mista di conifere e latifoglie; lo stradello si allarga e, passato un piazzale, diventa asfaltato. Un paio di lunghi rettilinei portano fuori dal bosco, a Chez Jacquier, una frazione di Lully situata appena al di là della linea ferroviaria. Si prende la prima via a destra dopo la ferrovia [1.9] (route des Esserts, proseguendo dritto si trova una fontana), che consente la vista del castello di Buffavens. Giunti all’altezza del maniero si lascia la route des Esserts, si sottopassa la ferrovia e si percorre 1,5 km di strada inghiaiata lungo i binari, nella direzione di Bons-en-Chablais. Si supera la ferrovia al passaggio a livello di Puard, tranquilla frazione rurale di Brenthonne, che si trova invece sulla trafficata D903, raggiungibile andando dritto da Puard [1.10]. Si prende la strada per il CASTELLO D’AVULLY a sinistra dell’isolata torre campanaria di Brenthonne. Oltre il castello si giunge alla D35, che bisogna percorrere verso destra, abbandonandola poco dopo per salire a Dugny. Al primo bivio si gira a sinistra, al secondo e al terzo a destra: bisogna arrivare alle case più alte di questo paese e salire oltre. Dove l’asfalto termina si continua l’ascesa su una larga mulattiera. Al vicino bivio si lascia a sinistra la diramazione per la cascata di Pisse-Vache, seguendo le indicazioni per il col de Saxel, che portano poco dopo a tralasciare una pista forestale e a iniziare una ripida salita nel bosco, che non darà tregua per un tratto consistente. Abeti e faggi imponenti accompagnano la fatica, e non è raro trovare ostacoli sul cammino: alberi caduti e un intrico di piste forestali che possono trarre in inganno; solo dopo aver passato il ruscello della Covaz si hanno dei momenti per riprendere fiato. Percorso un lungo tratto trasversale ancora nel bosco, si raggiungono i prati e le case di Sauglaz. Lasciata alle spalle l’ultima casa della frazione si sbuca sulla strada asfaltata per La Covaz e Supersaxel, da percorrere verso destra fino a incontrare, dopo una curva, il sentiero per il col de Saxel [1.11]. Usciti dal bosco, ecco le case di Mont Béné, tra le quali il Logis de la Marmotte, dove poter alloggiare.

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Anche gli uccelli tornano al nido... 17 (27) agosto 1689, sabato Sulle sponde del lago Lemano, nella notte tra il 17 e il 18 agosto, da tutta la Svizzera e dal Württemberg giungono alla spicciolata gruppi di valdesi che si nascondono nel bosco di Nyon. Sono circa 950, ma molti sono stati fermati e arrestati per strada. Altri non arriveranno in tempo all’appuntamento. Hanno a disposizione solo quattro imbarcazioni, ma la curiosità degli abitanti del luogo gioca a loro favore. Si è sparsa la voce che ci siano uomini armati sulle rive del lago: a tutti i curiosi che accorrono vengono requisite le barche, che alla fine sono 14 o 15, una piccola flotta che consente il rapido passaggio della milizia sulla sponda savoiarda. Ha così inizio l’avventura del Glorioso Rimpatrio. I valdesi non sono certo delle colombe: sono armati di tutto punto, organizzati in venti compagnie, formate prevalentemente di compaesani, spesso imparentati tra loro. Di queste, sei compagnie sono formate da ugonotti della Linguadoca e del Delfinato. Ci sono ufficiali e sergenti gallonati; marciano come gli eserciti regolari del tempo, preceduti da un’avanguardia e seguiti dalla retroguardia. Un esercito in tutto e per tutto. E marciano veloci... La prima tappa del nostro itinerario copre solo una piccola parte del loro cammino nel primo giorno, durante il quale percorrono invece circa 50 chilometri, non incontrando per fortuna particolare resistenza: il gruppo di 200 contadini che doveva sbarrare loro il passo al col di Saxel, si disperde rapidamente e alcuni uomini con uno dei loro comandanti vengono presi in ostaggio. Henri Arnaud, nella sua Histoire de la Glorieuse Rentrée, illustra le motivazioni dell’impresa. La spedizione armata dei valdesi non ha come fine quello di prendere le terre altrui, né di ribellarsi al loro principe naturale, il duca di Savoia, ma solo “di rientrare in possesso dei ‘retaggi’ che i nostri antenati ci hanno lasciato da tempo immemorabile, senza fare torto a nessuno, se non nel caso che avvenga mentre ci difendiamo”, come apprendiamo dalla lettera di uno dei partecipanti all’impresa, Giovanni Frache, citata da Arnaud. Tornare nei retaggi aviti: “È una cosa naturale, anche gli uccelli tornano al nido nella stagione adatta”.

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