L’uomo che vendeva il tempo
Illustrazioni di MARCO PASCHETTA
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Ecco Vettore.
Dal lunedì al venerdì, ogni mattina e ogni pomeriggio fino all’ora di chiusura, nel Grande Negozio Temperia, vende il tempo a chi non ne ha.
Lo sceglie con cura, lo soppesa con un piccolo bilancino di precisione, lo incarta in bustine azzurre con un fiocco giallo.
Vettore è un uomo attento, non sbaglia mai la misura: a ognuno vende il tempo che richiede, mai un goccio di meno.
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Davanti al suo bancone c’è sempre molta gente che ha bisogno di tempo in più.
C’è il fornaio che chiede ancora cinque minuti per dormire, prima di alzarsi e andare a impastare il pane.
C’è l’anziana scienziata che ogni giorno chiede ancora un giorno, per inventare la pillola che guarisce ogni infelicità.
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C’è il marinaio che chiede ancora dieci minuti per baciare la sua fidanzata, prima che suoni la mezzanotte.
C’è la giovane manager che invece chiede 6 ore in più per poter fare le sue 1.200 telefonate e inviare 800 messaggi.
E poi ci sono i bambini che chiedono ancora mezz’ora soltanto, per giocare un tempo supplementare.
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Anche la casa di Vettore avrebbe bisogno di un po’ di tempo.
Il vento ha spostato le tegole del tetto e alcune si sono rotte. Il camino pende storto da una parte e le grondaie traboccano di foglie secche.
Ma del tempo che gli avanza, Vettore preferisce metterne un po’ sul davanzale, per i pettirossi, perché vivano un giorno in più.
O ci annaffia i ciliegi perché non sfioriscano ancora.
Qualche volta, per strada, ne lascia cadere un pochino nel cappello di un mendicante, perché anche la sua speranza duri un po’ di più.
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