Da Palermo a Messina per le montagne

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calvaruso ➜ messina

Pace Porticatello

Cittadella

M. Balena

20

Mar Ionio

Paradiso M. Menase

C.se Fornelli Port.la Arena M. Roccazzo

M. Gatto

Messina

Cardilli

Rizzotti C.se Fornace Ciaramita

Scoppo Gravitelli

Ritiro

M. Ciccia

Baglio

M. Serrazzo Port.la dell'urgo Scala Port.la Castanea

M. Tidora M. Ciaramellaro

Pisciotto

M. Orbo

R.ca Badessa

M. Candelara

Santo

M. Correale

Camaro

M. Bandiera

M. Sughero

C.da Badiazza

Mandrazzi

Abbazia S. Maria de Scalis

M. Telegrafo

M. Maulli Colle S. Rizzo M. Fundagazzo

20.7

Calcarelle

La Montagnola

S.ra Molino P.zo Vaddeo

M. Fafa S. Nicolo S. Brancato Inf.e

20.3

20.5

Port.la Croce Cumia

Port.la Rondine M. Ginestrone

P.ta Razza

Mar Tirreno

Spadafora

M. Cuolo

M. Caramelle

Villafranca Tirrena Scarcelli Rometta Marina

M. Ferra

M. Sialo S.ro Conte

19.5

M. Bandiera P.zo Impegna

M. Rigula

P.zo Corvo

20.2

Calvaruso

19.6

Port.la Chiarino

P.zo Chiarino

M. Serralizzi M. Cone

20.1

P.te Gallo

M. Castellaci M. Celana M. Canneda M. Ginestrone M. Fossa Lunga

M. Pizzuta M. Grinza

Gesso Serro

20.4

M. Lupo

S.ra di Calvaruso Puntale Guardia

Forte Puntal Ferraro

M. Ranchiglia Port.la Armacera M. Carrubazza

Locanda Colonna

Bordonaro

M. S. Giacomo

20.6

A20

Salice

M. Serro

P.ta Dara

Chiesa di S. Sebastiano

Saponara Chiesa di S. Pietro

19.4

19.2 19.3

Rapano inferiore 19.1 Rapano superiore S.roTroffe S.ro Nardo Oliveto Scalone P.zo Motta Serro Inglese


Da Calvaruso a Messina FORTE DI PUNTAL FERRARO

1.400 1.200 1.000 800

MESSINA

200

SERRO

400

CALVARUSO

600

QUADRIVIO COLLI S. RIZZO

20

0m 0 km

5

10

15,2 km

15

20

25

m DISCESA 726 m DIFFICOLTÀ: media-impegnativa FONDO: 39 % Sterrato 61 % Asfalto

Pro Loco Capo Peloro, via Fortino 31, tel. 392-64.27.022 (Giuseppe Mangraviti) / 347-93.94.991 (Paolo Alibrandi), info@ prolococapopeloro.com.

Mezzi pubblici

Dove dormire

Via mare: Bluferries-Trenitalia, collegamenti marittimi tramite traghetti e aliscafi veloci, tel. 340-98.48.540, www. bluferries.it, da Villa San Giovanni, dalle 07.10 alle 20.20. Via terra: Trenitalia, linea Palermo-Messina, dalle 05.08 alle 20.33, 11 corse, www. trenitalia.it; collegamenti diretti dagli aeroporti di Catania e Palermo.

Messina:

LUNGHEZZA:

DISLIVELLO: SALITA 608

Per Messina:

Servizi Guardia Medica Messina Nord, via Garibaldi 242, tel. 090-45.077, dalle 20. Guardia Medica Messina Centro, via del Vespro is. 289, tel. 090-36.53.517, dalle 20. Guardia Medica Messina Sud, via dei Mille 253, tel. 090-29.32.510, dalle 20. Presidio ospedaliero Piemonte-Messina Centro, viale Europa 45, h 24. Pro Loco Messina Sud, località Pistunina 14, tel. 327-83.48.752, prolocomessinasud@ gmail.com.

Messina:

Seminario Arcivescovile San Pio X, via Angelo Paino, tel. 090-49.526 (padre Alessandro Lo Nardo), economo@ seminariomessina.it, €, apertura stagionale (15 sett-30 giu), uso cucina, bus Atm linea 51-53, fermata Seminario. Accoglienza povera Chiesa San Clemente, via Centonze 242, tel. 347-89.75.842 (Mirella Rizzo Trischitta), rizzo.trischitta@ libero.it, €, apertura annuale, uso cucina. B&B Messina Rooms, via Boner 9, tel. 320-75.68.227, info@messinarooms.it, €€€, apertura annuale. B&B Le Case Pinte, viale della Libertà 251, tel. 090-36.24.09 / 347-64.78.868, info@ lecasepinte.com, €€€, apertura annuale. B&B La Murina, via Consolare Pompea 1777, Villaggio Ganzirri, tel. 392-64.27.022 / 348-16.57.304, info@lamurina.it, €€, apertura annuale. B&B Al Pilone, via Biasini 11, tel. 34956.34.991, €€, apertura annuale.

La tappa finale della Palermo-Messina per le montagne, immersa nei boschi, collega la costa tirrenica a quella ionica, separate dalla catena dei Peloritani. Una volta scollinato, una lunga

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discesa ci conduce alla nostra meta: la città di Messina. Ma la vista dello Stretto, il lembo di mare che divide la Sicilia dalla terraferma, invita già il cuore del pellegrino a nuovi viaggi. Dal centro città è possibile proseguire fino all’estrema punta dell’isola: Capo Peloro.

Partiamo dal santuario Gesù Ecce Homo e raggiungiamo l’incrocio con la SP 52. Attraversiamo il ponte, svoltiamo a destra e percorriamo la SP 52 per 150 m, poi prendiamo a sinistra su via Castello [20.1 - km 0,35]. Percorriamo la via per circa 80 m e giriamo prima a destra in via Neri Calvaruso, poi a sinistra in via Giovanbattista Vico e subito a destra in via Merlino; infine imbocchiamo la SP 52, a sinistra. Procediamo lungo due tornanti della provinciale, uno a destra e l’altro a sinistra. Dopo 80 m [20.2 - km 1,1] svoltiamo a destra sulla stradina asfalta in salita che ci consente di tagliare il tornante e riprendere, 150 m più avanti, la SP 52. Continuiamo a destra sulla provinciale e, dopo 750 m, raggiungiamo l’ultimo tornante della provinciale [20.3 - km 2] prima del centro abitato di Serro; a metà della curva svoltiamo a destra su via dei Monti e proseguiamo per circa 400 m fino a un bivio dove continuiamo a destra, sempre su via dei Monti. Percorriamo altri 800 m e, al bivio, manteniamo la sinistra. Al bivio successivo, dopo 900 m [20.4 - km 4,2], prendiamo di nuovo la sinistra. Dopo 1 km incontriamo un trivio a forma di tridente [20.5 - km 5,2] dove proseguiamo lungo la traccia centrale, con fondo di terra e pietrame. Camminiamo in mezzo al bosco per circa 2 km fino a uno slargo [20.6 - km 7,2] in prossimità del forte umbertino di Puntal Ferraro. Proseguiamo diritto sulla strada asfaltata per altri 950 m, in mezzo al bosco. Attraversiamo il quadrivio dei Colli San Rizzo, procediamo sulla SP 50bis in direzione di Spartà e subito a destra imbocchiamo il sentiero dei Vespri [20.7 - km 8,2]. Scendiamo lungo il sentiero nel bosco fino alla Badiazza, l’abbazia benedettina di Santa Maria de Scalis, dove il sentiero si trasforma in una strada dapprima bianca e poi asfaltata. Proseguiamo sulla strada che corre parallela al torrente Giostra, in direzione Messina, per circa 1,7 km; passiamo sotto ai viadotti dello svincolo autostradale per innestarci su via Palermo, che percorriamo per circa 2,5 km, fino alla rotonda di largo Gaetano La Corte Cailler. Superiamo la rotonda prendendo la quarta uscita, via Portosalvo, poi svoltiamo a destra in via Garibaldi. Procediamo per circa 600 m, giriamo a destra in via San Giovanni di Malta e subito a sinistra in via Concezione; oltrepassata piazza Seguenza viriamo a destra in via Cavour. Arrivati in piazza Antonello svoltiamo prima a sinistra in via Consolato del Mare, poi a destra in via Colombo e subito a sinistra in via Loggia dei Mercanti. Giriamo attorno al duomo di Santa Maria Assunta e raggiungiamo piazza Duomo, punto di arrivo della Via per le montagne, luogo di riposo e fine del nostro viaggio ad limina fretum siculum. 121

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Messina.

Veduta dello Stretto dal monte Dinnammare.

Chi volesse concludere il suo cammino sulla punta di Capo Peloro, nel punto più estremo dell’isola, può continuare a piedi lungo il percorso ciclopedonale: 13 km seguendo sempre la costa, fino al porticciolo di Torre Faro e al pittoresco scenario dello Stretto.

Da vedere Messina È per l’isola la porta mediterranea sull’Oriente. Greca d’origine e sacra a Poseidone, controlla il mare con Reggio Calabria, che le sta difronte. È città libera alleata di Roma e, secondo Cicerone, ricchissima. Sotto Bisanzio diventa punto strategico del sistema di difesa del thema di Sicilia - una regione dell’Impero -; in questo periodo monaci ed eremiti si rifugiano tra i suoi monti, fin sulla cima di monte Dinnammare (1.130 m/slm). La dominazione araba la rende un giardino opulento, piazza di mercanti tra il Medio Oriente e il Mediterraneo, tanto da essere definita “bianca colomba” dai poeti arabi medievali; ma sarà durante il regno normanno che Messina diventerà la seconda capitale dell’isola. Saranno riorganizzate le chiese e costruite nuove abbazie, diffondendo il rito greco bizantino grazie all’archimandrita del monastero del Santissimo Salvatore in lingua phari , edificato sulla falce del porto e oggi scomparso. La leggenda narra che, aiutato dai miraggi della Fata Morgana, il conte Ruggero poté osservare la sponda sicula al di là dello Stretto, prima di occupare la Sicilia: mito o storia, in condizioni atmosferiche particolari l’aria calda e quella fredda sulla superficie del mare creano effetti di rifrazione che fanno apparire la costa come molto vicina. 122


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Miti, leggende e tradizioni Messina è terra di Crono, che con la sua falce crea il porto naturale ed è terra di miti antichi: di Orione, il pastore figlio di Poseidone a cui è dedicata la fontana più famosa della città, delle omeriche Scilla e Cariddi e della paura dei marinai antichi di attraversare lo Stretto e le sue correnti. In questo luogo, dove il mare e la montagna si fondono, si ambienta il mito medievale del pescatore Cola, Nicola, che salva l’intera isola sorreggendone l’estrema punta orientale, la cui colonna portante è lesionata. La città da sempre è legata al suo mare e celebra le navi colme di grano che spesso la salvarono dalle carestie della guerra rappresentandole nel Vascelluzzo, una nave d’argento in miniatura che sfila in processione per il Corpus Domini. Nella benedizione posta all’ingresso del porto è citata la lettera che la Madonna scrisse agli ambasciatori della città: Vos et ipsam civitatem benedicimus.

Del periodo normanno sono da vedere la chiesa di San Tommaso, a ridosso del teatro Vittorio Emanuele; la chiesa di san Giovanni Battista o San Giovanni di Malta, primo ospedale e prioria dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani; la cattedrale di Santa Maria Assunta, l’odierno Duomo, con l’orologio meccanico più grande del mondo. Di poco posteriori sono la chiesa di Santa Maria Alemanna, prioria dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, con ospedale annesso in cui venne ricoverato nel 1571 Miguel Cervantes, ferito durante la battaglia di Lepanto; la chiesa di San Francesco all’Immacolata, primo convento dei Frati Minori Conventuali in Sicilia (1254); la chiesa della SS. Annunziata dei Catalani, donata ai mercanti spagnoli da re Pietro d’Aragona, che posa sul livello originario della città, rialzata dopo il terremoto del 1908; il monastero di Santa Maria della Valle o più comunemente Badiazza, antico cenobio femminile benedettino lungo la via che porta dalle colline alla città; la torre ottagonale al Sacrario di Cristo Re. Completano la visita il castello Gonzaga e le mura - in larga parte ancora visibili - della Roccaguelfonia, il sistema di difesa varato da Carlo V nel 1535. Distrutta da terremoti e guerre, Messina è riuscita sempre a rialzarsi, fiera della sua storia troppo spesso trascurata.

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