San Benedetto in Alpe ➜ Castagno d’Andrea
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Selva
Lago degli Idoli
P.gio Ratoio
P.gio Mandri
P.gio Faggio Tondo
M. Acuto
M. Falterona M. Falco
M. Massicaia P.gio Arsiccio
Castagno d’Andrea La Rota Il Fondaccio
P.gio di Giogo Serignana
P.gio Piano
Querceti Ficciana
P.gio di Citerna
P.gio dell'Atra
Casale
C.se Spaliena
Rio
C. Frassine P.gio Usciaioli Colla Tre Faggi
P.gio Cavallino
P.so del Muraglione Il Muraglione
S. Godenzo M. di Casi
M. Rozzo M. della Soda
Colla dei Lastri
P.gio Barile
Petrognano Moia
P.gio Erbolini
M. Pian Casciano
Colla della Maestà M. Mazzucca M. Bucine
Eremo dei Toschi
M. del Prato Andreaccio
Fiume Montone
M. Casciali
M. Sinaia
Monte di Londa
M. Tabor
F
e ium
Mo
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ne
Poggio Sodo
Cascata dell'Acquacheta C.se Pian Barazzoli
F.so
S. Benedetto in Alpe
P.gio dell'inferno
ta
Valle Umbricara P.gio Fontanacce
che
M. Susinelli le Funi
qua
l’Ac
del
M. Lavane
M. Pollaio
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Da San Benedetto in Alpe a Castagno d’Andrea
400 200
CASTAGNO D’ANDREA
QUERCETI
600
PASSO DEL MURAGLIONE
800
CASE DI MONTE DI LONDA
1.000
CASCATA DELL'ACQUACHETA
1.200
SAN BENEDETTO IN ALPE
1.400
0m 0 km
5
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21,5 km 1.150 m discesa 930 m Difficoltà: molto impegnativa Superficie: 92% sterrato 8% asfalto Lunghezza:
Dislivello: salita
Ospitalità e punti ristoro Crocione (San Godenzo): Eremo dei Toschi (700 m fuori percorso), tel. 340-32.58.726, sebula@lamiamail.net, MP 36 €. Muraglione: Bar Al Muraglione, civico 88. Borgo di Serignana (Castagno d’Andrea):
Casa vacanze Borgo di Serignana, tel. 335-13.77.174 / 055-83.74.447, nicoletta. agricoli@gmail.com, www.borgoserignana.
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it, prezzi applicabili solo per gruppi minimo 6 persone (con prenotazione almeno 2 giorni prima): SP 20 €, BB 25 €, MP 35 €. Castagno d’Andrea: Rifugio Punto Tappa Gea, via del Borgo 10, tel. 055-83.738 / 055-83.75.055 / 338-62.93.196, assoandreadelcastagno@gmail.com, SP 10 €. B&B Villa I Ciliegi, via del Falterona 19, tel. 339-89.70.534 / 333-25.07.316, info@ villaciliegi.com, www.villaciliegi.com, SP 20 €, BB 25 €. Osteria Il Rifugio, via del Borgo 7, tel. 055-83.75.055 / 333-32.76.498, cena 10 €.
La fede vera è quella che è accompagnata dalla carità. Credere in Dio, per il cristiano, non significa tanto credere che egli è verace; ma significa credere amando, credere abbandonandosi in Dio, unendosi e uniformandosi a Lui. Sant’Antonio, Sermoni Un’altra volta Antonio convocò il popolo a una predica. La moltitudine accorsa era tale che ci si dovette accomodare all’esterno della chiesa. Mentre il Santo predicava con grande fervore e tutti seguivano attenti, scoppiò un tremendo temporale e cominciò a scendere la pioggia. Tutti gli astanti si apprestavano a scappare via. L’uomo di Dio li invitò a non temere e a confidare in Colui che tutto può. La folla poté continuare ad ascoltare la Parola Divina, e neppure una goccia la bagnò, mentre tutto attorno pioveva a dirotto. Dai Miracoli di sant’Antonio
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San Benedetto in Alpe ➜ Castagno d’Andrea
Il Cammino riprende con una tappa particolarmente bella e impegnativa, immersa nella montagna incontaminata del Parco delle Foreste Casentinesi, tra torrenti, boschi, crinali e cime. Seguiamo per gran parte della giornata il sentiero delle Foreste sacre e l’Alta via dei parchi. Raggiungiamo il piccolo nucleo superiore del borgo di San Benedetto in Alpe, dove si trovano i resti dell’antica abbazia benedettina, e proseguiamo fino alla spettacolare cascata dell’Acquacheta. Da qui risaliamo il crinale fino alla piana dei Romiti, una verde prateria attraversata da un torrente placido. Più avanti, staccandoci di poco dal sentiero del monte di Londa, possiamo visitare il suggestivo eremo dei Toschi. Il percorso procede verso il passo del Muraglione e l’antico borgo di Serignana, scendendo infine a Castagno d’Andrea. S’incontrano alcune fonti d’acqua, ma non si incontrano punti ristoro fino al passo del Muraglione.
Il percorso La tappa inizia in piazza XXV Aprile. Seguendo le frecce del Cammino imbocchiamo via Dante Alighieri, una stradina selciata in decisa salita segnata da un’antica Via Crucis. Proseguiamo fino a sbucare sulla provinciale, che attraversiamo per imboccare il sentiero a fondo erboso in salita di fronte a noi. In cima troviamo due casali in pietra. All’ostello Il Vignale proseguiamo a destra fino ad attraversare un cancello che ci riporta sulla strada provinciale. Alzando lo sguardo possiamo ammirare l’antica abbazia benedettina; la raggiungiamo poco dopo attraversando la strada e imboccando il sentiero erboso davanti a noi, che diventa una stradina selciata con stazioni della Via Crucis. Proseguiamo a destra in via Poggio, sempre lungo una stradina selciata in salita. All’incrocio svoltiamo decisamente a sinistra abbandonando l’antico abitato di San Benedetto in Alpe e ci portiamo sul sentiero Cai. Dopo pochi metri la stradina selciata diventa un sentierino in salita con fondo erboso. Alla nostra sinistra una vista stupenda su monti e coltivi. Avanziamo, con una staccionata a sinistra e muri a secco a destra, fino alla presa del metanodotto, dove troviamo un palo con cartello giallo e i segnali del Cai. Da questo punto seguiremo le indicazioni dell’Alta Via dei Parchi (Avp) sino a fine tappa. Proseguiamo sul sentiero fino a incrociare una sterrata con le indicazioni del Cammino e i segnali del Cai (1 km). Incontriamo una casa alla nostra sinistra, dove vengono prodotti formaggi e ricotta di ottima qualità. Proseguiamo sulla sterrata che in breve diventa sentiero. Superiamo una vasca di abbeveraggio costeggiando una staccionata. Dopo un’edicola votiva attraversiamo un cancello di legno (da richiudere) e, all’incrocio (1,9 km), seguiamo l’indicazione per Acquacheta e scendiamo ripidamente a sinistra per un sentiero dismesso e pietroso (attenzione a non scivolare). Superiamo la staccionata con filo spinato, che si interrompe in mezzo agli alberi, a sinistra. 133
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San Benedetto in Alpe ➜ Castagno d’Andrea
Subito dopo superiamo la recinzione per una scaletta e arriviamo di nuovo alla provinciale. La attraversiamo per imboccare di fronte il sentiero Cai 415a che scende verso destra. Proseguiamo sul sentiero a fondo erboso e dopo circa 280 m vediamo dei casali in pietra alla nostra destra. Attenzione: qui dobbiamo prendere il sentiero a fondo erboso alla nostra sinistra, in leggera discesa e non segnato. Subito dopo, su un castagno enorme, troviamo il segnale del Cai. Proseguiamo in discesa; arrivati a un bivio svoltiamo decisamente a destra, sempre in discesa. Subito dopo incontriamo un altro bivio e andiamo diritto. Il sentiero si fa decisamente largo, con il torrente sulla sinistra. Percorriamo un ponte con corrimano in legno e fondo pietroso. Arriviamo a dei tornelli in legno, che attraversiamo per proseguire diritto sul sentiero natura, sempre con il torrente sulla sinistra. Il sentiero Cai 407 alterna piani e salite. Di fronte a Cà del Rospo (3,4 km) troviamo un’area attrezzata per la sosta. Continuiamo sempre accanto al torrente e, dopo 200 m, incontriamo una fonte. Teniamo a destra il cartello “Scopri gli Alberi”, proseguiamo diritto sul sentiero marcato Cai fino a una radura, dove sorge il vecchio Molino dei Romiti con una grande macina all’interno (4,9 km), poi sempre lungo il Cai 407, con il torrente a sinistra. Superiamo un’area attrezzata con panche e tavoli in pietra e poco dopo giungiamo a un bivio. Proseguiamo in salita lungo il sentiero, costeggiato a destra da una palizzata e contrassegnato Avp. Raggiungiamo un belvedere, dal quale possiamo vedere la splendida cascata dell’Acquacheta. Procediamo diritto, attraversiamo sui sassi il torrente e ammiriamo la cascata del torrente Lavane. Seguendo di fronte il segnale Cai, continuiamo a salire fino alla piana dei Romiti (5,7 km), uno spiazzo erboso con i ruderi dell’eremo fondato dai monaci dell’abbazia di San Benedetto. È un posto particolarmente bello, conviene concedersi una sosta, prima della faticosa salita verso il monte di Londa (920 m). Oltrepassiamo un ponticello di legno e andiamo a destra, tralasciando i sentieri Cai. Al bivio prendiamo il sentiero a sinistra in salita (Avp). Poco dopo passiamo per il podere Il Sodaccio, e proseguiamo diritto. Il sentiero si inoltra nella folta vegetazione di ginestre e felci. I segnavia Cai sono un po’ radi e scoloriti. Teniamo a sinistra i ruderi della località Case di Monte di Londa (7,7 km) e proseguiamo diritto sempre sul sentiero “Cai - triangolo 22”. Appena usciti dalla boscaglia prendiamo a destra seguendo le indicazioni “Avp - Foreste sacre” e subito di nuovo a destra. Siamo a quota 950 m e a breve raggiungeremo il crinale principale. La strada bianca alterna salite e discese e ci conduce a un incrocio (8,8 km): procediamo diritto seguendo le indicazioni “Avp - Foreste sacre” e superando un cartellone del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Continuiamo diritto su strada bianca per 930 m, fino all’incrocio per l’eremo dei Toschi (per chi volesse pernottare o visitare l’ex eremo e concedersi questa sosta splendida, è necessario scendere a sinistra; in 10 minuti si giunge all’accoglienza). 134
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San Benedetto in Alpe.
La suggestiva cascata del torrente Lavane.
Continuiamo diritto fino a un ampio slargo con tanti sentieri (11 km): andiamo a sinistra e subito prendiamo il sentiero Cai 00 per il passo del Muraglione, a sinistra in salita. Poco dopo il sentiero comincia a scendere e si restringe e allarga più volte; seguire i segnali Cai. Dopo circa 1,6 km dallo slargo ritroviamo la strada bianca precedentemente abbandonata (12,7 km). Andiamo diritto e, dopo 140 m, prendiamo il sentierino in salita a sinistra segnato “Foreste sacre”. Poco dopo teniamo la sinistra seguendo segnali Cai e Avp. Il sentiero prosegue in discreta salita tra gli alberi. All’altezza di un bellissimo faggio (13,4 km) svoltiamo decisamente a sinistra prendendo il sentiero Cai 00 per il passo del Muraglione in discesa. Dopo 40 m prendiamo a destra un sentiero segnato “Foreste sacre - Avp”, che dopo un breve tratto in salita continua in piano. All’uscita dal bosco di pini ci si innesta su un sentierino bianco. Proseguiamo diritto e rientriamo nel bosco. Poco dopo, con una discesa sempre più decisa, giungiamo al passo del Muraglione, dove troviamo un bar e ristorante (15 km). Attraversiamo la strada e, più avanti, prendiamo a destra il sentiero Cai 6, in discesa, fino a incontrare la strada asfaltata, che percorriamo 135
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verso sinistra per circa 240 m. Poi imbocchiamo la carrareccia che scende a destra, con segnaletica delle Foreste sacre, dell’Avp e del Cai; incontriamo un castagneto da frutto. Seguiamo ancora i segnavia Cai 6. Giunti a un bivio con tabelle indicative del percorso (17,2 km), prendiamo a sinistra il sentiero Cai 6b (con segnaletica delle Foreste sacre e dell’Avp). Al bivio proseguiamo diritto in discesa. Superiamo la località Querceti (17,8 km) con ruderi abbandonati. Al bivio successivo, con tabelle indicative, continuiamo sulla mulattiera a destra, in discesa (Cai 6b). Arrivati a un tornante seguiamo l’indicazione Avp, a destra, rimanendo sulla mulattiera. Si attraversa un bosco di ontani. Terminata la mulattiera imbocchiamo una carrareccia in discesa a sinistra: abbandoniamo il percorso Cai 6b e continuiamo sul Cai 7 (18,9 km). Dopo 250 m superiamo un ponticello sopra le rapide di un torrente e proseguiamo in salita lungo l’altra sponda. Giunti in località Casone (19,3 km), abbandoniamo la carrareccia e il percorso Cai 7 per imboccare il sentiero che sale a sinistra; arrivati all’abitazione si continua in salita seguendo il segnavia Cai 14b. Attraversiamo un castagneto da frutto con un capanno agricolo sulla sinistra e saliamo su sterrata. Dopo una curva a destra lasciamo la strada e seguiamo il sentiero a sinistra, sempre indicato come Cai 14b. Al podere Borgo di Serignana (19,9 km), uno dei rifugi del Cammino dove troviamo anche una fonte, svoltiamo a destra sulla carrareccia erbosa e, poco dopo, imbocchiamo la strada bianca in salita. Usciti dal podere la strada bianca diventa asfaltata per un breve tratto, poi ritorna bianca e costeggia una pineta, alla nostra sinistra. All’incrocio pieghiamo leggermente verso destra, tenendo il cimitero alla nostra destra. Raggiungiamo via San Martino, asfaltata, e svoltiamo a destra in discesa; qui termina il percorso Cai 14b e inizia l’itinerario Cai 14. Dopo 150 m si incontra la sorgente “la Fontanuzza”, con area di sosta. Dopo la curva teniamo la sinistra; superato il ponte svoltiamo a destra sulla provinciale del Castagno (per il B&B Villa I Ciliegi, invece, andiamo a sinistra e proseguiamo per 500 m lungo la provinciale), quindi subito a sinistra in via del Borgo, raggiungendo il centro di Castagno d’Andrea. Il punto tappa Gea è sulla sinistra, prima della chiesa di San Martino.
Da vedere Cascata dell’Acquacheta Uno dei luoghi più suggestivi dell’Ap-
pennino romagnolo: un’acqua limpidissima tra rocce e gradoni per novanta metri di salto. Costituisce uno dei più importanti elementi naturalistici del Parco Nazionale. Qui sembra sorgesse l’eremo dell’abbazia di San Benedetto in Alpe, dove sostò san Romualdo, fondatore di Camaldoli, intorno all’anno Mille. Anche Dante Alighieri, esule in queste terre (1302), restò affascinato dal luogo, tanto da paragonare nella Divina Commedia la spet-
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tacolare “caduta” alla cascata del fiume infernale Flegetonte (Dante, Divina Commedia, Inferno XVI, 94-102). Splendida anche la più piccola Cascata del Lavane, che si incontra a poca distanza.
Eremo dei Toschi Staccandosi di poco dal sentiero del monte di
Londa, si può raggiungere questo luogo suggestivo, conosciuto anche come eremo di Santa Maria. Situato ai margini di un immenso prato, fu fondato secondo la tradizione da san Romualdo nell’XI secolo. La splendida posizione isolata e panoramica giustifica la scelta di questo luogo per la fondazione di un romitoio. Fa parte del complesso una chiesetta medioevale tuttora consacrata.
Castagno d’Andrea Come molti abitati della zona è stato sin dal X
secolo possedimento dei conti Guidi. Subisce nei secoli alcuni importanti terremoti. È il paese natale di Andrea del Castagno (1421), noto pittore del Rinascimento fiorentino. Nella chiesa parrocchiale di San Martino si possono ammirare alcuni affreschi di Pietro Annigoni (1910-88), artista che tanto operò nella basilica del Santo di Padova. Castagno è un punto d’accesso ideale al Parco delle Foreste Casentinesi (in via della Rota 8 troviamo il Centro visite, che fornisce informazioni sul parco).
L’ uomo “politico” Padova ha visto subito in questo fraticello di origine iberica il proprio “uomo” prima ancora che il proprio inseparabile santo. Un uomo che sa capire i bisogni della gente, sa individuare con precisione quali sono i nodi critici del vivere e del convivere in una società cristiana solo in apparenza, poiché concorrenziale e poco fraterna. Antonio può giudicare dal vivo anche la politica del comune di Padova, retto, come tutti i Comuni del tempo, da una oligarchia che rispecchia gli interessi economici delle fasce sociali e delle corporazioni più forti. E allora egli diventa autorevole e ascoltato monitore del potere: a conclusione della Quaresima, il 17 marzo 1231, Antonio ottiene dal Comune la modifica di uno statuto relativo ai debitori insolventi non per propria colpa, e per loro e per le loro famiglie finisce un incubo. Resta ancora scritto nei registri: “A richiesta del venerabile fratello Antonio, fu stabilito e ordinato che nessuno sia detenuto in carcere”. La buona politica e la buona amministrazione sono strade di santità, insegnerebbe anche oggi Antonio. Da un suo Sermone: “I ricchi e i potenti di questo mondo sottraggono ai poveri la loro misera sostanza, conquistata con il sangue, con la quale in qualche modo si proteggono: la tolgono ai poveri, che essi chiamano ‘i nostri villani’, cioè i servi della campagna, mentre proprio essi, i ricchi, sono i servi del diavolo” (Sermoni, Domenica X dopo Pentecoste). 137
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