Riparti da qui

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Cristiano Pravadelli Mattia Tasso

Riparti da qui

Gioca le tue carte e trova il lavoro giusto per te

(praticamente)


© 2015 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26 e-mail editore@terre.it libri.terre.it Direzione editoriale: Miriam Giovanzana Coordinamento editoriale: Davide Musso Stampato nel mese di novembre 2015 da Stampatori della Marca srl, Castelfranco Veneto (Tv) Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da fonti gestite in maniera responsabile.


Indice PAG.

5 Individua il problema

Cosa ti fa venire in mente la parola “crisi”?

17 Riconosci il tuo valore

Quali strategie adotti per uscire dai momenti di difficoltà?

33 Cerca il lato positivo

Di solito, che cosa riesce a motivarti?

51 Tieniti occupato

Com’è organizzata la tua giornata tipo?

65 Ragiona come un’azienda

Quale strategia stai usando per cercare lavoro?

83 Usa la tecnica dello scalatore

Se ricevessi una proposta di lavoro, a cosa non saresti disposto a rinunciare?

95 Esci dalla zona di comfort

Qual era il tuo gioco preferito da bambino? Che cosa può insegnarti se lo applichi al mondo del lavoro?

112 Bibliografia 113 Il Gioco dell’oca in cerca di lavoro


A Oliviero, perchĂŠ ha saputo affrontare le avversitĂ con la meraviglia dei suoi talenti. A Barbara, perchĂŠ ha abbandonato la certezza per inseguire consapevolmente un sogno. Le loro storie sono fonte di speranza. Due vite che hanno ispirato questo libro. Grazie.


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Individua il problema

Dura n te la l e ttu ra , tie n i a me n te q u e s te d o m a n d e

Cosa mi fa venire in mente la parola “crisi�? A quali certezze ho ancorato la mia vita? 5


Non dipende da come giochi la mano in cui hai fatto la pessima puntata. Dipende da come giochi la prossima. Julian Gardner

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Di solito il capo di Federico comunica con i sottoposti tramite chat aziendale, una media di venti messaggi al giorno tipo: “Come procede il lavoro?”. L’unica volta in cinque anni che l’aveva convocato di persona era stato per lamentarsi dello scarso successo di una campagna pubblicitaria. In quell’occasione Federico aveva capito subito dove voleva andare a parare: “Venga a spiegarmi come mai la sua iniziativa non ha funzionato”. Poco fa invece sembrava calmo. Troppo calmo. “Che hai?” gli chiede Papo. “Sei bianco come un cadavere.” “Franchetti.” “E che vuole?” “Non so...” Papo tace, nessuno dei colleghi commenta. Federico bussa all’ufficio di Franchetti con un nodo allo stomaco. “Avanti!” 7


Il grande capo lo fa accomodare. Ha lo sguardo distaccato, ma quell’espressione non fa che peggiorare lo stato d’animo di Federico. Gola secca, palpiti a mille. “Stai calmo” si dice. “Non hai fatto niente. Il tuo lavoro procede, l’ultima campagna è stata un successo. Anche i social sono cresciuti da quando li segui tu.” “Barbieri, non voglio girarci attorno: le cose non vanno affatto bene.” Improvvisamente la stanza comincia a girare. Senza rendersene conto, Federico stringe i braccioli della poltrona: “Ma… i follower su Twitter… e Facebook… e Instagram…”. “Internet non c’entra” taglia corto il superiore. “La congiuntura economica sfavorevole ci impone delle scelte dolorose ma necessarie.” Crisi, conti in rosso, esuberi. Le parole risuonano nella mente di Federico come oscuri presagi. “… e questo ci obbliga a razionalizzare” conclude Franchetti. “Barbieri, mi sta seguendo?”. “Razionalizzare?” “I contratti a tempo determinato non verranno rinnovati, e purtroppo…” “Io sono a tempo indeterminato” lo interrompe Federico. “… purtroppo dobbiamo risolvere anche un contratto a tempo indeterminato.” “Mi sta licenziando?” Federico si riscuote, alza la voce. “Non può farlo! Ho una famiglia e il mutuo e…” “Perdio Barbieri, si calmi. Un po’ di dignità! Lei è ancora giovane, non farà fatica a ricollocarsi.” Franchetti gli passa una busta chiusa: “Dovrà lasciare l’azienda solo fra tre mesi. Le verrà liquidato il Tfr e ciò che le spetta per legge. Potrà chiedere il sussidio di disoccupazione. Insomma, ha tutto il tempo per cercare un nuovo posto senza patemi. Coraggio”. 8


Federico esce dall’ufficio ancora sotto shock, si ferma in un bar di fronte alla sede dell’azienda. Non può tornare a casa in questo stato. Cosa dirà a Eleonora? Ordina un caffè per prendere tempo, raccogliere le idee. Se fumasse, si accenderebbe una sigaretta. All’improvviso ripensa all’altra sera, a casa di Gian per la consueta partita a poker del martedì. Un momento di stacco da tutto, un’isola dove ricaricare le batterie. L’ultima volta però per Federico era stata una batosta: aveva infilato una serie di mani sbagliate che l’avevano portato al tracollo - e meno male che non giocavano a soldi. In più di un’occasione era partito bene, con combinazioni di carte niente male, ma era stato regolarmente stracciato dai compagni di partita. Il poker è imprevedibile, pensa adesso Federico, pieno di elementi da valutare. Per vincere non basta avere le carte migliori, devi raccogliere informazioni sugli avversari, tenere a mente le loro giocate e costruire le tue statistiche, considerare tutte le variabili possibili. Non puoi mai sapere cosa ti riserva. “Come la vita” commenta ad alta voce. Finisce il caffè, si alza. Si fruga nelle tasche in cerca delle chiavi dell’auto. “E adesso che faccio?”

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La parola all’esperto

In questi ultimi anni il termine crisi è entrato nell’uso comune. Sempre più spesso sentiamo parlare di: crisi economica, crisi dei valori, crisi di coppia, crisi del mercato del lavoro, crisi del sistema Europa eccetera. Siamo arrivati al punto di pensare che quando qualcosa non funziona sia automaticamente colpa della crisi. Ma cos’è la crisi e che significato possiamo attribuirle?

Separo, distinguo, perdo La parola deriva dal greco krino (κρίνω) che significa separo, distinguo. Perché sia possibile, però, distinguere o separare qualcosa bisogna che quella cosa non rimanga integra. Non sia, cioè, più un tutto. Un esempio può esserci d’aiuto. Prendiamo un vaso: se cadesse rompendosi in mille pezzi, avremmo a che fare con dei frammenti che possono essere separati e distinti gli uni dagli altri. Così, intrinseca al termine crisi vi è la parola perdita, perché per poter distinguere e separare devo perdere l’integrità. La crisi, per questo, è principalmente la perdita di una condizione di totalità. Ma se fosse tanto semplice, basterebbe raccogliere i cocci e rimetterli assieme. Idea plausibile solo in alcune circostanze. Ci sono crisi, infatti, così devastanti e con un processo di rottura talmente violento da arrivare a disintegrare alcuni dei frammenti. La ricomposizione di quel tutto da cui deri10  La

parola all’e s p e rto


vano le parti, così come lo conoscevamo, non è più possibile. Sono le crisi in cui si avverte più forte la sconfitta, e capiamo che niente potrà tornare come prima. Se non abbiamo tutti i pezzi del vaso non possiamo ricostruirlo tale e quale. I frammenti, perdendo la possibilità di essere ricomposti, si trasformano in residui, detriti. Per questo motivo possiamo parlare di crisi, intesa come profonda e destabilizzante, solo quando ciò che resta sono i detriti, ovvero pezzi che non potremo rimettere insieme come in precedenza.

L’equilibrio si rompe È la storia di Federico. La notizia del licenziamento ha mandato in frantumi le sue sicurezze. Nel racconto dice: “Non può farlo! Ho una famiglia e il mutuo e…”. Il licenziamento è l’azione violenta che rompe l’equilibrio (ma potrebbe essere anche il raggiungimento della laurea, quindi la conclusione di un percorso, la variazione di uno status). Il nostro protagonista sottintende un concetto chiaro: “Come farò a continuare a vivere nella stessa maniera in cui ho vissuto finora?”. In effetti il capo ha ragione: esistono il Tfr, la liquidazione e i sussidi per non gettare l’ex dipendente in un’immediata crisi economica. Ma questi strumenti spostano solamente il problema più in là. Sono temporanei e, una volta esauriti, Federico non potrà vedere garantita una situazione analoga. Se si trovasse in un momento storico in cui essere assunti fosse relativamente semplice, la sua risposta sarebbe stata più pacata e la sua preoccupazione molto più lieve. Questo perché percepirebbe possibile ritrovare un impiego. Il licenziamento avrebbe dissolto la condizione di equilibrio, ma sarebbe bastato raccogliere e assemblare i pezzi (le proprie L a pa ro la all’ e s p e rto  11


competenze, le proprie esperienze, le proprie conoscenze, gli anni di lavoro svolti) per riproporsi in un nuovo contesto piuttosto velocemente. Federico, però, tiene in mano la lettera del “giustificato motivo oggettivo” in un momento in cui l’occupazione è ai minimi storici. Con molta probabilità occorrerà tempo e non sarà possibile ritornare a una posizione lavorativa identica a quella che ha perso. I frammenti diventano detriti. Quando restano in mano solo questi, è davvero molto difficile poter immaginare la ricostruzione. Appare troppo complessa, quasi impossibile: una vera e propria impresa. Ciò che accade è maturare l’idea che il nostro bilancio personale sia destinato ad andare inevitabilmente in perdita, perché le cose non saranno più tali e quali, dimenticando invece che potrebbero essere migliori o anche semplicemente diverse. Il vero dramma sono la mancanza di immaginazione e la perdita di fiducia nel futuro, aspetti che annientano la volontà e la capacità di rovesciare i paradigmi. Posto che il vaso non potrà essere ricostruito come prima (restano solo i detriti), perché focalizzarsi sul volerlo identico? Ragionando così ingaggiamo uno scontro che perdiamo in partenza, dimenticando l’universo di alternative che ci si prospettano. L’esperienza del protagonista è come un mazzo di carte che viene buttato all’aria. Il mazzo non c’è più e a ben guardare alcune carte potrebbero essere state perse. Non significa, però, che non si possa più giocare in assoluto. Servono creatività e fantasia: allora, anziché il classico ramino, ci si può sfidare a costruire castelli; piuttosto della solita briscola, meglio esercitarsi in qualche semplice trucchetto di magia per stupire gli amici. E occorre tenere a mente una cosa: picche, cuori, fiori e quadri si chiamano semi e, anche se ne sono rimasti pochi, c’è sempre la speranza che germoglino. 12


ade ss o to cca a te !

L’attività che ti proponiamo è divisa in due parti. I l Ta ngram

La prima parte si basa su un noto rompicapo cinese: il tangram. Si tratta di un quadrato costituito da sette tavolette di forma differente. Ritaglia il quadrato (oppure ricalcalo su un nuovo foglio) e dividi i pezzi.

Come si può notare nell’immagine, vi è un tutto (il quadrato) che poi viene rotto in sette frammenti. Ora sfidati a ricomporre la figura iniziale. Il fatto che il quadrato sia “rotto” in frammenti offre, però, anche l’opportunità di creare innumerevoli altre forme, semplicemente riorganizzando i pezzi. Ecco qui sotto alcuni esempi. Prova anche tu.

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ade ss o to cca a te !

Ora metti da parte per un momento il gioco e leggi con attenzione la seconda attività connessa. TAVOLA D ELLE POTEN ZI A L I TÀ

Martin Seligman, padre della psicologia positiva, ha individuato una serie di potenzialità (24 per la precisione) di cui tutti gli esseri umani dispongono. La potenzialità è un tratto del carattere teoricamente assodato e che per questo chiede soltanto di essere agito. Così, se per esempio riconosco in me la potenzialità della creatività, nel momento in cui riesco a tradurla in azione mi sento bene. Questo accade perché agire qualcosa nelle nostre corde permette di esprimere quello che siamo. Va sottolineato che, nonostante esistano 24 potenzialità, ognuno di noi riconosce come proprie solo un ristretto numero (2 o 3 al massimo). È stato scritto molto a riguardo. Potete trovare test e questionari per definirle in modo preciso sia nel libro di Seligman Fai fiorire la tua vita, sia in Scopri le tue potenzialità di Luca Stanchieri (vedi bibliografia a pag. 112). Di seguito trovi una tabella con le 24 potenzialità così come proposte da Martin Seligman. Ti chiediamo di attribuire un punteggio da zero a 5 a ognuna di esse. Tieni presente che: --il valore zero indica che non

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riconosci in te quella potenzialità --il valore 5, invece, indica che ti riconosci pienamente in quella potenzialità. Cerca di usare con parsimonia il valore massimo. Individua 2 o 3 potenzialità col punteggio più alto. Queste sono il cocktail unico che costituisce la base del tuo modo di essere. A questo nucleo aggiungine altre 3 o 4 tra quelle con i voti più elevati. In tutto devi ritrovarti con 7 potenzialità. È tempo di riprendere il gioco precedente. Trascrivi sui frammenti del tangram le potenzialità che hai riconosciuto. Se vuoi, le 2 o 3 capacità che senti più forti segnale sui pezzi più grandi, in modo da poterti focalizzare soprattutto sulle tue inclinazioni più spiccate. Ora, divertiti a creare diverse forme, componi e disfa nuove figure per 5 o 6 volte, cercando di chiederti, per ogni figura, che tipo di lavoro ti possono suggerire le potenzialità che hai individuato. Sforzati di andare oltre la risposta più scontata, esplora tutte le possibilità che la combinazione delle potenzialità ti offrono. Non fermarti al primo disegno, disfalo e riorganizza un’altra figura, ad esempio il cigno. Chiediti sempre: se questi frammenti riordinati fanno nascere un cigno, in quale lavoro posso immaginare sia possibile esprimere questo cocktail di potenzialità?


A MORE PER L’A PPRENDIMENTO  Una profonda sete di conoscenza,

di esplorazione e comprensione di saperi sempre nuovi

A PERT U R A MENTA LE  La tendenza a rimetterti in discussione quando capisci

di aver sbagliato

I NGEGNOS I TÀ   Un talento che sa trovare soluzioni efficaci I NTE L L I GEN Z A SOC IA L E  La tendenza a ricercare, analizzare, elaborare

e a collegare tra loro informazioni inerenti il benessere proprio e altrui

LU NG I M I R A N ZA   La capacità di prevedere per tempo ciò che potrebbe accadere

e di adeguarvi le proprie azioni

VA LORE E AU DAC IA   La propensione a cercare sfide e a non indietreggiare

davanti a minacce e difficoltà

PERSEV ERA N ZA   La tendenza a continuare, in modo volontario e consapevole, un’azione progettuale intrapresa nonostante le difficoltà I NTEGR I TÀ   La tendenza a mantenersi fedeli a se stessi di fronte alle scelte e alle

opinioni altrui

A LTRU I SMO  La tendenza ad avere comportamenti tesi al perseguimento del bene

dell’altro

CA PAC I TÀ D I AMA RE  La tendenza ad avere a cuore il bene delle persone

che ti circondano (ma anche di te stesso)

SENSO C I V I CO  Il bisogno di “lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è

trovato

I MPA RZ I A L I TÀ   La capacità di essere una persona giusta e super partes L E A D ERS H I P  Una tendenza naturale a fungere da punto di riferimento

per gli altri

AU TOCONTRO L LO  La capacità di mantenere sotto controllo le tue emozioni

anche nelle situazioni difficili

PRU D EN Z A   Una tendenza naturale a valutare, con attenzione, la conseguenza

delle tue azioni

U M I LTÀ   Consapevolezza dei propri punti di forza e, al contempo, dei propri limiti,

accettati con serenità

A MORE PER L A BELL EZZA   La tendenza a rimanere estasiato per la bellezza

della natura o davanti a un’opera d’arte

GR AT I T U D I NE  La tendenza a riconoscere il contributo altrui per quanto di bello

ti è accaduto nella vita

SPER A N Z A   Un innato ottimismo che ti porta a confidare nel futuro SPI R I T UA L I TÀ   La propensione a ricercare il senso delle cose e a percepire che la tua vita ha un significato importante ATTI T U D I NE A L PERDONO  La tendenza a perdonare e a non portare rancore A L L EGR I A   La tendenza a essere spesso di buonumore e capace di smorzare la tensione palpabile nelle situazioni difficili attraverso l’ironia V I TA L I TÀ   Un profondo amore per la vita che si manifesta con un alto livello

di energia fisica e psichica e che risulta il più delle volte contagioso

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ade ss o to cca a te !

CU R I OS I TÀ   Un istinto che nasce dal desiderio di scoprire qualcosa di nuovo



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Riconosci il tuo valore

Dura n te la l e ttu ra , tie n i a me n te q u e s te d o m a n d e

Come reagisco, di solito, a delusioni e sconfitte? Quali strategie adotto per uscire dai momenti di difficoltĂ ? 17


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