Salvador

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Trubia

Latores

Godos

Sograndio

San Pedro de Nora

Feleches

Río Nalón ío

Venta del Escamplero

San Claudio

Santa Marina

Villamar

Villamors

Campiello

Cammino del Salvador

La Majoya

Las Cuestas Corredoria

Peña Lampaya

Alto de la Trecha

La Barraca Villamiana

Las Mazas Folgueras Villamejil

San Lázaro de Paniceres

M. Naranco

San Miguel de Lillo

Santa María de Naraco

Los Arenales La Quintana

Da Oviedo a Venta del Escamplero

LUNGHEZZA: 11,5 km

DISLIVELLO: SALITA 231 m DISCESA 217 m

DIFFICOLTÀ: facile

Trasporti

OVIEDO: Aeropuerto de Asturias, Santiago del Monte, circa 47 km a nord-ovest della città, info@aena.com, www.aena.es, collegamento con Oviedo autobus Alsa, corse con frequenza oraria (6-24).

Stazione ferroviaria, calle Uría 101/A, linea Oviedo-San Esteban, www.renfe.com.

Estación de Autobuses, calle Pepe Cosmen, www.estaciondeautobusesdeoviedo.com

Alsa, autobus linea Oviedo-Grandas de Salime, www.alsa.com. Tua, trasporto urbano, www.tua.es.

Servizi

OVIEDO: Vedi Cammino del Salvador, tappa 5.

LORIANA: Bar.

VENTA DEL ESCAMPLERO: Bar, ristorante e alimentari.

Ospitalità

OVIEDO: Vedi Cammino del Salvador, tappa 5.

VENTA DEL ESCAMPLERO: Albergue de Peregrinos, municipale, sul Cammino (all’uscita del paese nelle antiche scuole), 36 posti, 6 €, cucina, aperto tutto l’anno. Per chiavi, sello e donativo, rivolgersi al bar e ristorante Pensión El Tendejón de Fernando.

Pensión El Tendejón de Fernando, Escamplero 14, tel. 985.799.005, info@eltendejondefernando.es, www.eltendejondefernando.es, chiuso il mercoledì (per informazioni rivolgersi anche al negozio), 3 camere, doppia 35-45 €.

Questa è una tappa di “rodaggio”: la sua brevità permette una partenza in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, lasciando iltempo di dedicare qualche ora al centro storico di Oviedo oppure allo splendido complesso preromanico del monte Naranco. Potremo immergerci senza fretta nella campagna asturiana, mentre le prime salite prepareranno le gambe per i giorni a venire e ci familiarizzeremo col micidiale llano asturiano, l’incessante susseguirsi di salite, discese e nuove salite. L’albergue di Venta del Escamplero è piccolo ma accogliente. Chi invece volesse partire di prima mattina potrebbe arrivare a Grado, percorrendo in tutto 24,5 km. In tal caso la seconda tappa potrà essere allungata

fino a Salas (22,4 km) in modo da abbreviare la terza (19,2 km), anche se così si perderà l’opportunità di pernottare nel suggestivo monastero di Cornellana.

Cominciamo il nostro cammino dalla statua di Alfonso II il Casto, sulla destra della cattedrale di OVIEDO . Seguiamo le conchiglie di bronzo incassate nel marciapiede. Imbocchiamo calle San Juan, che percorriamo fino in fondo, quindi proseguiamo per calle La Luna, calle Covadonga, calle Melquíades Álvarez, passando accanto all’appariscente chiesa neoromanica di San Juan El Real, edificata nel 1912, e attraversiamo calle de Uría.

Prendiamo calle de la Indipendencia fino a plaza de la Liberación, dove giriamo a destra in calle Samuel Sánchez e continuiamo sulla lunga e stretta calle de La Argañosa che attraversa, in lieve discesa, il quartiere popolare di La Argañosa, un tempo chiamato Lavapiés, denso di botteghe, bar e negozietti. Arriviamo a un bivio all’altezza del bar El Choque, sulla sinistra, una panetteria ci consente di fare l’ultima scorta di pane o comprare un dolcetto. Noi però prendiamo la via sulla destra e dopo pochi metri raggiungiamo il ponte pedonale della stazione ferroviaria di Lavapiés: ai suoi piedi troviamo il primo mojón del Cammino Primitivo [1.1]. È importante ricordare che nelle Asturie – come in tutta la Spagna, a eccezione della Galizia – la direzione sui mojónes è indicata dalla base della conchiglia e non dalla sua chioma. Fino a poco tempo fa, una volta arrivati in Galizia il senso si invertiva e la direzione veniva indicata dalla chioma della conchiglia. Con gli anni però, i mojónes galiziani sono stati restaurati o sostituiti: su quelli nuovi la conchiglia ha sempre la base rivolta a sinistra ed è accompagnata dalla tipica freccia gialla che indica il Cammino.

Attraversata la ferrovia sul ponte, approdiamo nel quartiere La Florida, una zona residenziale di recente costruzione. Siamo ormai ai margini della città e di fronte a noi vediamo le pendici del monte Naranco, che faranno da sfondo al cammino di questa giornata. Percorriamo calle Alfonso I el Católico, giriamo a sinistra in calle del Urogallo, quindi proseguiamo in calle del Gozón da dove svoltiamo a destra per calle Cudillero, passiamo accanto a un supermercato e dopo un centinaio di metri arriviamo alla grande rotatoria del paseo La Florida, dominata dalla statua di una madre con un bambino, alle cui spalle sorge una piccola statua di Santiago che, sul piedistallo, reca inciso un augurio di buon Cammino. Superata la rotatoria ci dirigiamo verso il Parque Camino de Santiago, che costeggiamo tenendolo alla nostra destra, continuiamo dritto fino a incontrare la seconda strada sulla destra, che imbocchiamo, uscendo così da Oviedo. La strada, tranquilla e in lieve salita, ci conduce, attraverso prati e giardini fioriti, a San Lázaro de Paniceres [1.2], località che prende il nome da un lebbrosario trecentesco (m 220).

Iniziamo una breve discesa per uno sterrato di pietrisco che prosegue a mezzacosta in lieve saliscendi lungo le pendici del monte Naranco,

sovrastando campi e pascoli, recinti e filari di alberi. Superato un ponte che scavalca un piccolo arroyo, la salita si fa più accentuata e arriviamo al paesino di Llampaxuga. Saliamo per una breve rampa alla cappella della Virgen del Carmen, dove possiamo soffermarci a contemplare il panorama: a sinistra, oltre la vallata, l’orizzonte è chiuso dalla sierra del Aramo. In lontananza possiamo vedere il Monsacro, dalla forma a piramide, montagna importante nella tradizione asturiana, perché vi furono nascoste le reliquie ora custodite nell’Arca Santa della cattedrale di Oviedo: le sue ermite dedicate a Santiago e Santa Magdalena sono ancor oggi meta di pellegrinaggi.

Pochi metri dopo la cappella imbocchiamo a destra una pista di terra che scende piuttosto ripida, ombreggiata dai primi eucalipti che incontriamo sul Cammino, e che in caso di pioggia può diventare fangosa e sdrucciolevole. Terminato il boschetto di eucalipti, ci inoltriamo verso il fondo di una valletta e procediamo nell’aperta campagna, poi il sentiero si addentra in una rada boscaglia, per terminare davanti al lavatoio de La Pipera (acqua non potabile) dov’è stata realizzata un’area di sosta con tavoli e panchine. Da qui prendiamo a destra una stradina in salita fino alla chiesa di Santa María de Loriana (m 169), che risale al XII secolo ma è stata completamente rifatta nel secolo scorso e non conserva più nulla delle parti antiche [1.3]. Costeggiamo la chiesa, accanto alla quale sgorga una bella fonte, e proseguiamo camminando fra le case di Loriana, uscendo poi dall’abitato. La strada scende nella valle del río Nora, fino all’incrocio con la AS-371, all’altezza di La Bolquina, dove troviamo il ristorante Casa Valdés. Imbocchiamo la AS-371 girando a destra e facendo attenzione al traffico, che può essere sostenuto. Circa un quarto d’ora dopo, superata la località di Fabarín, arriviamo al río Nora, che varchiamo sul

SANTA MARÍA DE NARANCO. L’antico palazzo reale poi trasformato in chiesa.

ponte de Los Gallegos (m 102), costruito nel XIII secolo e distrutto nel 1934 durante la rivolta delle Asturie [1.4]. Ricostruito nelle forme originarie, il ponte è ora unicamente pedonale, dato che la carretera passa sul nuovo ponte stradale a pochi metri di distanza. Il río Nora segna il confine fra il territorio comunale di Oviedo e quello di Las Regueras, località famosa per le castagne. Poco dopo il ponte, il Cammino si ricongiunge alla carretera che attraversa la località di Gallegos e poi inizia a salire verso l’Alto del Escamplero, dove già nel 1400 esisteva un hospital per pellegrini. Circa 1 km dopo il ponte, il Cammino segnalato lascia la carretera [1.5], imboccando un sentiero sulla destra che si inoltra in un bosco di castagni (è il castaneu del soldau, in dialetto asturiano, chiamato così perché si racconta che vi si fosse nascosto un gruppo di disertori francesi durante la guerra d’indipendenza) e scende al letto del río Nora, che costeggia per un tratto piuttosto fangoso. All’altezza del molino de Quintos, risaliamo lungo uno sterrato di terra rossa in pronunciata pendenza, e sbuchiamo su una stradina asfaltata che ci riporta sulla AS-371 [1.6]. Soprattutto in caso di pioggia consigliamo di evitare questo tratto (pittoresco, ma più lungo e faticoso) e di rimanere sulla strada, che continua in salita.

Circa 200 m dopo che il Cammino si è ricongiunto alla AS-371, finalmente la salita finisce all’altezza di una grande rotonda. Qui un tempo sorgeva la venta, cioè lo spaccio, che ha dato il nome alla vicina frazione: siamo sull’Alto del Escamplero, nel 1937 teatro di una delle più violente battaglie della guerra civile.

Poco prima di entrare nella rotonda imbocchiamo un piccolo sterrato sulla destra, che procede parallelo alla AS-371, poi curva leggermente a sinistra e attraversa la AS-233 per un passaggio pedonale, infine scende alla AS-372. La imbocchiamo girando a destra, Passiamo davanti al bar-ristorante El Tendejón de Fernando, i cui gestori custodiscono le chiavi dell’albergue. Poco oltre, lungo la strada, sorge la moderna chiesa di Santa María. Un centinaio di metri dopo il bar, troviamo una macelleria che vende anche altri generi di conforto. Percorsi altri 300 m, un vialetto sulla sinistra ci porta all’ingresso dell’albergue, ricavato al primo piano delle vecchie scuole rurali. Se, dopo esserci sistemati nell’albergue, ci avanzano un po’ di tempo e di fiato, possiamo fare una gita alla chiesa preromanica di SAN PEDRO DE NORA , che dista circa 3 km dal bivio per Venta del Escamplero.

Da vedere

Oviedo Vedi Cammino del Salvador, tappa 5.

San Pedro de Nora A 3 km dall’arrivo della tappa, fuori dal Cammino, si trova la chiesa preromanica di San Pedro de Nora, edificata nel IX secolo. Dichiarata monumento nazionale nel 1931, fu incendiata nel 1936 durante la guerra civile e successivamente restaurata, con l’aggiunta di un campanile. All’interno, due statue del XVII secolo.

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