Il taccuino di Santiago (pagine bianche)

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Non c’e` viaggio senza ricordi

taccuino di viaggio Nelle prossime pagine ci sono i percorsi dei diversi cammini, tappa per tappa. E intorno lo spazio per le date, il “clima� di quella particolare giornata (pioveva?), un incontro, un fatto. O semplicemente dove ti sei fermato per la notte. Puoi usare queste pagine per scrivere, ma anche per raccogliere: un fiore, uno scontrino, un biglietto... ... uno schizzo (tuo o di un compagno di viaggio bravo a disegnare).


suggerimenti d’uso I timbri: raccontano di un luogo, di una sosta, di una scoperta. Collezionali e scrivici sopra dove, quando e magari chi te lo ha offerto.

Hai gia` fatto il cammino? Ricostruisci il tuo viaggio e raccogli qui i tuoi ricordi


Tutti i cammini portano... ferrol a coruÑa finisterre verso finisterre 150 km santiago de compostela

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Segna in nero (o con un evidenziatore) il tuo cammino... ... e l’anno in cui l’hai percorso: a piedi in bicicletta con altri mezzi


il primo e piu` famoso “diario di viaggio�

Il codice Callistino San Giacomo


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uando è cominciato il pellegrinaggio verso Santiago, e perché? La tomba dell’apostolo san Giacomo è all’origine di tutto: la notizia del ritrovamento, nel IX secolo, fa il giro dell’Europa e la gente si mette in cammino da ogni dove. Il XII secolo è un momento di grande splendore per Santiago: si comincia a costruire la cattedrale e qualcuno (forse il chierico Aymeric Picaud) raccoglie nel Liber Sancti Jacobi (Libro di san Giacomo) i primi racconti di viaggio, i miracoli, le omelie. Ora questo testo è più noto come Codex Calixtinus (dal nome del papa Callisto II, al quale se ne fa risalire la paternità): il quinto libro del Codice è di fatto il primo e più famoso “diario di viaggio” che si conosca: da allora fino a oggi il percorso francese (quello più frequentato, che parte dai Pirenei francesi) resterà praticamente lo stesso. Il 5 luglio 2011 grande spavento: il Codice sparisce! Viene ritrovato esattamente un anno dopo: l’autore del furto è un elettricista che stava lavorando nella cattedrale.


la preghiera del pellegrino O Dio, che portasti fuori il tuo servo Abramo dalla città di Ur dei Caldei, proteggendolo in tutte le sue peregrinazioni, e fosti la guida del popolo ebreo attraverso il deserto: sii per noi compagno nel cammino, guida nelle difficoltà, sollievo nella fatica, difesa nel pericolo, rifugio nel cammino, ombra nel calore, luce nell’oscurità, conforto nello scoraggiamento e fermezza nei nostri propositi, perché giungiamo sani e salvi al termine del cammino e arricchiti di grazia e virtù torniamo illesi alle nostre case, pieni di salute e di perenne allegria. Per Cristo nostro Signore, amen.

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e quando sarai arrivato: usa la guida a santiago in fondo al taccuino

ora tocca a te! In cammino verso la meta




Dal XVII secolo san Giacomo è patrono della Spagna: il 25 luglio è festa nazionale.





La conchiglia (in spagnolo concha, o vieira) è diventata il simbolo del pellegrinaggio compostelano. Probabilmente perché, raccolta sulle coste atlantiche, era la prova che si era arrivati alla meta, e anche oltre. È il pecten maximus, leggermente diverso dalla “capasanta” del Mediterraneo.


Una curiosità : san Rocco, che non è mai stato a Santiago, viene sempre rappresentato con la mantellina e la conchiglia. Compostela era cosÏ prestigiosa che i suoi simboli finirono per caratterizzare tutti i pellegrini, qualunque fosse la meta.




Ultreya e suseya sono due espressioni di incoraggimento e di saluto che capita di sentire o di leggere lungo il cammino: significano rispettivamente “un passo più oltre” e “un passo più su”. Vengono dall’inno dei pellegrini (il Dum pater familias) tramandato dal Codice Callistino.





L

e torri della cattedrale di Santiago: l’ultimo giorno i pellegrini scrutano l’orizzonte e le cercano da lontano, perché sono l’annuncio della meta. Segnano da secoli l’orizzonte. Poi accompagnano i giorni in città, diventando il punto di attrazione e di riferimento: val la pena di imparare a riconoscerle. Un consiglio: salite ai giardini de la Alameda per gustare (come qui) il panorama!

Chiesa di san Francesco

Torre de la Carraca (è “sorda” perché senza campane) San Martín Pinario

Palazzo de Rajoy (della Ragione)


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santiago Torre delle campane Cupola dell’altare maggiore

Torre del Reloj (dell’orologio)


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la cattedrale S

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enza fiato! Seduti nella piazza do Obradoiro, uno di fronte all’altro: tu e la cattedrale, il cammino e la meta. Questo è il centro gravitazionale di Santiago: qui ci si siede e si contempla in silenzio; oppure si dà appuntamento agli amici, come nel salotto di casa. Ai pellegrini medievali appariva la facciata romanica, quella famosa con il Portico della Gloria, che oggi è nascosta dalla facciata barocca (completata attorno al 1750). Le prime pietre della cattedrale attuale vengono poste nel 1075, ma i lavori procedono più spediti a partire dal 1100, sotto il famoso arcivescovo Diego Gelmírez (a lui è intitolato ancora oggi il palazzo alla vostra sinistra). Nel 1168 il Maestro Mateo viene incaricato di completare l’opera. La consacrazione è del 1211, alla presenza di re Alfonso IX.


zebedeo La scala che collega la piazza alla cattedrale è del 1606

mè santa maria salo

san pel gia leg com rin o o


Segna qui le cose che hai perso o dimenticato lungo il tuo cammino.



Le cose che non avresti dovuto portare:



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