Theo & Teseo nel labirinto

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Joseph Coelho

Traduzione di Sara Ragusa e Alessandra Valtieri

L’ORACOLO

Il tempo è un vortice e galleggiamo come detriti nel suo mare.

Il tempo è un vortice e ripete le sue tragedie amare.

Questa storia parla di due ragazzi distanziati dai secoli, separati dal mito, divisi dalla realtà.

Due ragazzi che sperano di diventare uomini. Due ragazzi allontanati dai padri. Due ragazzi che indagano il labirinto della mascolinità.

Uno nell’Antica Grecia, epoca di Magia e Miti.

L’altro nella Londra di oggi, città di apparenze e chimere.

Io sono l’Oracolo, il vostro filo in questo labirinto mentre i due ragazzi cominciano il viaggio. Non perderò neanche un loro passo.

Lasciati guidare per mano in queste lande tortuose e oscure.

Lascia che scopriamo insieme cosa vuol dire essere uomo.

THEO SENTE PARLARE

DI TESEO PER LA PRIMA

VOLTA

Scarabocchio ancora, motivi geometrici e spirali. Al prof non importa. Lascia che disegni, sa che mi aiuta a pensare.

Il prof è di nuovo in silenzio. Fa così quando dimentica le parole:

massaggia con indice e pollice il ponte del naso, come se la memoria fosse un animaletto peloso dietro gli occhi, bisognoso di affetto.

Massaggia e ignora

le parole che gli offriamo, finché la memoria non strilla per le sue carezze.

“Mascolinità – la storia di Teseo parla di mascolinità, di padri e di figli, di natura e formazione, di eredità e destino, di genitori e discendenti, e di cosa vuol dire essere un uomo.”

Quasi dico qualcosa

ma poi ricordo

le famiglie felici che ho attorno:

ragazzi con due genitori, con il villone nella zona in, ragazzi che viaggiano in aereo, e di Sky hanno il pacchetto completo.

Appoggio di nuovo la testa sul braccio, ascolto il prof raccontare di Teseo.

Scribacchio il titolo di una poesia sul mio libro…

Teseo li uccise.

TESEO LI UCCISE!

“Tuo padre è un re”, disse sua madre. “Solleva questo masso pesante: lì ti ha lasciato gli oggetti che provano la tua stirpe.”

Sotto al masso trovò dei sandali e una spada. I sandali per il viaggio, la spada per le orde di criminali.

Teseo percorse le vie del padre, ma sulla strada lo attendevano molte imprese. Sei nemici dovette affrontare per dimostrare di essere il migliore.

Il primo era l’ottuso Perifete.

Teseo dalle mani gli prese la clava di bronzo. Con quella Teseo lo uccise.

Il secondo, Sini, piegava i rami degli alberi e strappava in due le sue vittime. Teseo lo uccise.

Il terzo era un maiale che causava un gran trambusto. Si trattava della scrofa di Crommio, Teseo la uccise.

Il quarto si chiamava Scirone e all’improvviso tuffava i malcapitati in bocca a una mostruosa tartaruga.

Teseo lo uccise.

Il quinto, Cercione, era un re che gli stranieri sfidava per capriccio e li ammazzava.

Teseo lo uccise.

Il sesto fu l’oste Procuste, che per diletto adattava i suoi ospiti al letto.

Teseo lo uccise.

Archiviato il viaggio del massacro, aveva trovato triste il regno del padre per i sacrifici annuali di giovani al Minotauro… allora Teseo lo uccise!

TUTTO RUOTA ATTORNO

AL MINOTAURO

Dobbiamo scegliere un tema per la tesina di lettere.

Ho scelto di scrivere di Teseo.

Tutto ruota attorno a lui e al Minotauro.

Ho scelto di addentrarmi nel suo viaggio verso il padre.

Ho scelto di leggere tutto quello che trovo su di lui.

Tutto ruota attorno al toro.

Tutto ruota attorno al Minotauro.

Tutto parla di muscoli e corna.

Tutto parla di forza bestiale, ossa e sangue.

Ho scelto di fare della mia tesina un poema sulla sua ricerca del padre.

“PERCHÉ NON POSSO VEDERE PAPÀ?”

Ho notato un silenzio

ogni volta che chiedo di mio padre. Bisbigli muti mormorano

dietro le labbra sigillate di mia madre.

L’ultima volta che l’ho visto era in un litigio a valanga.

Mi han detto di non aprirgli mai più la porta di bloccare le chiamate di rispondere con un muro alle lettere.

Adesso ho diciassette anni e sento il peso dell’assenza di un padre.

La mascolinità è un masso che da solo non posso alzare.

Non è solo un cliché, non è solo per le ragazze, non è solo il corpo che cambia.

È una cosa di energia.

Tipo che ti rilassi con tuo padre.

Tipo che ti levi i sandali e vi raccontate di duelli.

Ma il silenzio di mia madre è irremovibile mentre cerco di ficcanasare nei suoi segreti.

OFFERTE

Anni di sacrifici,

anni a nutrire

di preoccupazioni tremolanti il grugno della mia mente.

Vorrei vedere mio padre

Ma lui ci ha lasciati

Non ho bisogno di lui

Ma mi manca

Se gli importasse chiamerebbe

A chi potrei chiedere…?

Se gli importasse manderebbe una cartolina

Chi potrebbe capire?

In che cosa gli somiglio?

HO UN MASSO SUL PETTO

Io e Mark progettiamo il futuro sotto la pioggia, tornando da scuola.

Vuole fare il giornalista, lui.

Suo padre gli insegnerà a guidare, ha già scelto l’università, e all’open day ci andrà coi suoi.

Suo padre gli lascia bere qualche goccia di whisky, nelle notti insonni.

Suo padre gli insegna a parlare alle ragazze, a rispettarle, ad ascoltarle come le foglie ascoltano la rugiada del mattino.

Mia mamma mi dice:

“Non devi andare all’università, non ci è andato nessuno in famiglia, annegheresti”.

Mia mamma dice:

“Infila il tuo nome nella lista delle case popolari”.

Mia mamma dice:

“Basta con ’ste riunioni con gli insegnanti, io non ci vado più”.

Papà vorrebbe che ci andassi.

Nelle sue visite tempestose, si lamentava con la mamma…

“Perché questo bambino non sa leggere?”

Perché nessuno me l’ha insegnato.

Ho un masso sul petto quando penso a mio padre.

Un masso che non so sollevare.

Un masso che fa sentire il suo peso quando vado solo dal barbiere, quando il mio corpo sboccia.

Ho un masso sul petto che non so sollevare.

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