"Un’ora alla fine del mondo"

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Matthieu Sylvander

Illustrazioni di

Perceval Barrier Traduzione di

Eleonora Armaroli



In giardino, Nina e gli animali stanno

cominciando una partita al gioco del

fazzoletto, quando a un tratto un grosso oggetto rotondo con delle antenne

atterra proprio in mezzo al loro cerchio. Questa sì che è una sorpresa. Pecora e Capra cominciano a belare, Cavallo a ni-

trire, Mucca a muggire e Porcello a gira-

re attorno all’oggetto grattandosi il capo.

Porcello è il meno emotivo di tutti,

ma è comunque quello che si fa più do13


mande, perché gli piace capire cosa succede intorno a lui. Ha una bella intesa con Nina e, tra l’altro, anche lui ha spesso le unghie sporche.

“Suppongo si tratti di una navicella

spaziale” dice con fare saccente. “Guardate questi oblò olografici, questi sta-

bilizzatori a ergol, per non parlare di queste antenne iperboloidi; ritengo che

siano composte da vibranio misto a kryptonite.”

“E allora?” bela Pecora.

“E allora non c’è kryptonite sulla Ter-

ra, lo sanno tutti. Abbiamo a che fare con una navicella aliena.”

“Se non c’è kryptonite sulla Terra,

come fai a sapere a cosa assomiglia?” fa notare con intelligenza Capra. 14


Nina calma gli animi: non si deve li-

tigare davanti a degli extraterrestri. Che idea si farebbero del nostro pianeta?

“Scusate, ma innanzitutto chi vi dice

che siano degli extraterrestri?� chiede Mucca col suo vocione. 15


In quel momento la porta dell’astro-

nave si apre. Una, due, cinque... dieci

strane creature escono con aria decisa. Sfoggiano cinture ornate di pulsanti e

luci intermittenti, impugnano degli aggeggi che assomigliano tremendamente a delle armi.

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“Hanno tentacoli e atomizzatori, ti

basta?” le sussurra Porcello.

“Già”, riconosce Mucca, “come non

detto”.

In tutta la storia dell’umanità, questa

è la prima volta che la Terra e un po-

polo extraterrestre entrano in contatto: 17


il momento è solenne, non è concesso sbagliare.

In fattoria ci sono solo Nina e i suoi

animali, quindi tocca a lei accogliere i visitatori.

“Salve a tutti”, dice. “Io mi chiamo

Nina, e questi sono Pecora, Asino, Ca-

vallo, Porcello, Mucca e tutta la banda del cortile. Vi diamo il benvenuto sul pianeta Terra.”

Gli stranieri sono visibilmente sor-

presi da questo comitato di accoglienza. Quello che sembra il capo fa un passo

avanti e prende la parola con voce stridula.

“SALVE

TESTE DI RAPA, SIAMO VENUTI A DISTRUGGERVI” 18


Nina guarda gli animali, gli animali si

guardano tra di loro e fanno spallucce. Nessuno ci ha capito niente, nemmeno Porcello.

“Ah,

scusate, dimenticavo che su questo pianeta marcio siete tutti dei selvaggi�, dice il capo

agitando un tentacolo. 19


All’unisono, gli extraterrestri schiac-

ciano un pulsante sulla loro cintura.

Rimbomba un suono confuso, il capo

scuote la testa.


“Proviamo con la traduzione automa-

tica. Buongiorno Terrestri, io mi chiamo Gianluigi, e qui con me ci sono Gianmar-

co, Gianpiero, Gianpaolo, Gianfilippo, Gianclaudio, Giancristoforo, Giangia-

como, Gianbattista e Gianmaria. Siamo

Plutoniani e siamo venuti a distruggere il vostro pianeta.” Oh.

Nina e gli animali non sono proprio

sicuri di aver capito bene.

Cavallo fatica a deglutire.

“Ehm, in che senso distruggere?”

Uno dei Plutoniani (forse Gianmar-

co) impugna il suo atomizzatore.

“Così”, dice puntando l’arma verso

una montagna. Zap!

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