Alberto Aiosa
Paesi dell’Africa Mediterranea Viaggi in Egitto, Libia e Marocco
Alberto Aiosa
Paesi dell’Africa Mediterranea Viaggi in Egitto, Libia e Marocco
Paesi dell’Africa Mediterranea Alberto Aiosa Copyright © 2016 Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-98416-72-1 tgbook editore by tecnograficarossi via 1° maggio, 6 36066 Sandrigo (Vicenza) www.tecnograficarossi.it www.tgbook.it L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d’autore. Sono vietate e sanzionate (se non espressamente autorizzate) la riproduzione in ogni modo e forma (comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica e la comunicazione).
AFRICA MEDITERRANEA INTRODUZIONE Egitto, Libia e Marocco sono tre destinazioni dei miei viaggi nell’Africa mediterranea accomunate dalla loro posizione geografica e da legami storici, archeologici e culturali. L’Egitto, una delle più antiche civiltà umane sviluppatasi nella valle del Nilo, era conosciuta da tutti gli antichi popoli mediterranei, e le piramidi erano note come una delle sette meraviglie del mondo, ma fu riscoperta alla fine del 1700 per opera degli studiosi che seguivano Napoleone nella sua spedizione in Egitto che, colla scoperta della stele di Rosetta, portarono alla decifrazione della scrittura geroglifica. L’Egitto entrò in contatto con la civiltà greca, romana, bizantina e infine entrò nell’orbita della civiltà musulmana e dell’impero ottomano, ma mantenne sempre una sua identità. Divenne stato sovrano nel 1922 entrando nel mondo moderno. Dopo la seconda guerra mondiale, con il sorgere del nazionalismo arabo, l’Egitto divenne una repubblica e nel 26 luglio 1956, Nasser nazionalizzò la Compagnia del Canale di Suez, portando l'Egitto alla piena indipendenza. Nel corso dei difficili rapporti fra paesi arabi del Medio Oriente e Israele, l’Egitto ebbe sempre un ruolo preminente con alterne vicende fino agli accordi di Camp David del 1979, quando l’Egitto riconobbe lo Stato d’Israele. Le coste della Libia, fra Tripolitania e Cirenaica, furono in origine occupate da basi commerciali fenice compresa l’attuale Tripoli. Dopo la fondazione di Cartagine (814 a.C.), oggi in Tunisia, Tripoli fece parte dei suoi domini e, alla distruzione di Cartagine nel 146, il suo territorio con Sabratha e Leptis Magna passò ai Romani. Con Traiano, tutta la Tripolitania era integrata nell’impero romano. Con le invasioni barbariche fu conquistata dai Vandali di Genserico. Nel 533 fu conquistata da Belisario e restò bizantina per un secolo. Poi venne l’Islam con gli Arabi che si diffusero in tutta l’Africa del nord. Nel 1500, gli Spagnoli occuparono Tripoli che affidarono ai Cavalieri di Malta, ma fu presa dai turchi nel 1551. Pochi anni dopo, Tripolitania, Tunisia e Algeria divennero province ottomane, governate dai pascià divenuti presto indipendenti. Fino agli inizi del 1800 la pirateria fu la loro attività principale, poi la Francia occupò l’Algeria e mise sotto protettorato Tunisia e Marocco. Anche l’Italia occupò Tripolitania e Cirenaica strappandole all’impero ottomano e presero il nome di Libia. Dopo la seconda guerra mondiale, la Libia acquistò l’indipendenza e salì al trono re Idris di Cirenaica, ma il colpo di stato militare del colonnello Muammar Gheddafi, nel 1969, lo rovesciò e rivoluzionò la politica del paese, nazionalizzando le risorse petrolifere e appoggiando i movimenti di liberazione di tutti i paesi africani. Ha subito un embargo per l’accusa di un attentato terroristico a un aereo americano nel 1986. Dal 1999 i contrasti sono attenuati ed è tornato il turismo. La storia del Marocco inizia con l’espansione araba musulmana del VII secolo d.C. nell’Africa del nord che convertì le popolazioni berbere e la fondazione della prima capitale Fès. Il Marocco estese la sua influenza nella vicina Spagna, dove assoggettò molti dei principati musulmani. Dopo la Reconquista in Spagna, il Marocco subì i tentativi di rivalsa di Spagna e Portogallo. Nel 1578, il re del Portogallo Sebastiano I invase il Marocco, ma fu sconfitto e ucciso dal Sultano a Ksar El Kebir. La morte di Sebastiano I comportò l’estinzione della sua dinastia e portò all’unione del regno del Portogallo con quello di Spagna per 60 anni. Il Marocco raggiunse l’apice con la dinastia degli Alauiti nella nuova capitale Meknès, protesse la pirateria e fu isolato nei rapporti internazionali. La Francia, dopo aver conquistato l’Algeria nel 1830, impose un protettorato anche sulle zone di confine con l’Algeria e sulle coste per la loro posizione strategica. Dopo la seconda guerra mondiale, il sultano Mohammed V fu mandato in esilio con l’appoggio di alcuni capi berberi, ma la sollevazione della popolazione portò alla piena indipendenza il paese, nel 1956. Dal tempo dei viaggi a oggi (2015), molti avvenimenti sono successi. Fra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, una serie di proteste e agitazioni contro i regimi politici al potere, è scoppiata nel nord dell’Africa e nel vicino Oriente, in Tunisia, Egitto, Libia e Siria, denominate dai media come “primavera araba”. Il motivo è stato il malcontento popolare delle nuove generazioni per la corruzione, la disoccupazione, la povertà e la violazione dei diritti umani. Nel 2011, le proteste in Tunisia portarono alle dimissioni il presidente Ben Ali, dopo 24 anni di dittatura che si rifugiò in Arabia Saudita. Nei tre anni successivi la Tunisia ha reagito meglio degli altri paesi e con l’ultima costituzione ha rivisto i rapporti fra stato e religione. Tuttavia la violenza è dilagata nel paese con attacchi terroristici di gruppi radicali islamisti. In Egitto, dopo lo scoppio di violenti scontri a piazza Tahrir, nel centro del Cairo, iniziati il 25 gennaio 2011, il giorno 11 febbraio, il presidente Mubarak, dopo 30 anni di dittatura militare, si è dimesso e la giunta ha predisposto nuove elezioni presidenziali. Il primo presidente votato dal popolo, Mohamed Morsi, candidato dei Fratelli Musulmani, accrebbe la spaccatura con i manifestanti che avevano provocato la caduta di Mubarak. Dopo nuove manifestazioni, il generale Fattah al-Sisi, ministro della difesa nominato da Morsi, il 3 luglio 2013, depose Morsi dalla carica e dichiarò illegali i Fratelli Musulmani. Il governo a interim di al-Sisi represse nel sangue le nuove manifestazioni (si disse un migliaio di morti) e nel maggio 2014 divenne Presidente della Repubblica Araba d’Egitto. Si è tornati così a un governo militare che rifiuta il condizionamento religioso sulla politica. Il 6 agosto 2015 è stato inaugurato il raddoppio del Canale di Suez che aumenterà i proventi del traffico dai 5,3 miliardi di dollari ai 13,2 nel 2023. Tuttavia ci si aspetta un aumento del terrorismo islamico e la crisi del turismo, altra fonte principale di ricchezza dell’Egitto. In Libia, a Bengasi, le manifestazioni del 16 febbraio 2011 hanno provocato la violenta reazione delle forze di polizia con morti e feriti. Subito la rivolta si è estesa fino a Tripoli, dove furono bruciati edifici pubblici e il governo reagì con raid dell’aviazione sui manifestanti. L’ambasciatore libico all’ONU si dissociò dal leader Gheddafi accusandolo di genocidio. La rivolta si è diffusa su tutta la Libia, sostenuta dall’ONU e dalla NATO con un divieto di sorvolo e, il 20
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ottobre 2011, Gheddafi è stato catturato e ucciso vicino a Sirte, sua città natale. Dopo la sua morte, si è creata una situazione di guerra civile con il paese in ostaggio di gruppi armati irregolari, padroni del territorio. Un governo transitorio, nato dalle elezioni del 2012, non è riuscito a disarmarli. L’11 settembre 2012, in un attacco al consolato degli Stati Uniti a Bengasi, è stato ucciso l’ambasciatore americano. Dal 2014, il conflitto politico è in corso fra due alleanze rivali: la prima è la Fajr Libya (Alba della Libia), che raccoglie gruppi islamici e commercianti di Misurata, occupa i territori di Tripoli ovest e di quasi tutta la Tripolitania, la seconda, con il nome di Karama (Dignità) riunisce gruppi nazionalisti e personaggi del vecchio regime con sede a Tobruk e in Cirenaica. Dall’ottobre 2014, sono entrati in azione in Libia i militanti affiliati allo Stato Islamico (IS), già affermatosi in Siria e Iraq, che hanno ora le loro roccaforti a Derna e Sirte. Nel frattempo la Libia è sempre percorsa da una massa di migranti, proveniente dagli stati dell’Africa sub-sahariana sconvolti da guerre e persecuzioni che, raggiunta la costa libica, s’imbarcano per raggiungere l’Italia, alimentando un’organizzazione di trafficanti senza scrupoli. Nel corso del 2015, l’ONU ha promosso i negoziati fra le due alleanze rivali per la creazione di un governo di unione nazionale. In Marocco la protesta ha assunto toni più moderati con la richiesta al re Mohammed VI di riforme più democratiche per il governo e una modifica della costituzione che dia più poteri al parlamento. Il re ha promesso una nuova costituzione da approvare con referendum nel novembre 2011. L’approvazione è avvenuta con un’affluenza del 73%.
VIAGGI NELL’AFRICA MEDITERRANEA La visita dell’Egitto si è svolta in tre viaggi. Il primo viaggio, dal 3 al 12 dicembre 1999, è stato dedicato all'Egitto Classico. Inizia dal Cairo con la rapida visita della città antica e moderna, una sosta al Museo Egizio, ai resti dell'antica Menfi e alle piramidi di Sakkara e di Gizah. La seconda tappa è ai templi di Abu Simbel in Nubia sul lago Nasser, si risale quindi a nord alle dighe di Assuan e si segue il corso del Nilo fino a Esna. Le ultime tappe sono a Karnak, Luxor (Tebe) e la Valle dei Re. Il secondo viaggio, dal 4 al 14 febbraio 2005, è cominciato con la visita di Alessandria, sul Mediterraneo, poi spostandosi a est fino all'oasi di Siwa e visitando le numerose oasi del Deserto Orientale. Si torna infine nella valle del Nilo nel Medio Egitto per visitare alcune necropoli e i resti della capitale di Akhenaton: Tell el-Amarna. Il terzo viaggio, dal 29 dicembre 2009 al 2 gennaio 2010, è stato dedicato alla visita dell'Oasi di el-Faiyum, nella depressione del Qarun, a ovest della valle del Nilo. Il viaggio in Libia, nei giorni 1 – 8 dicembre 2000, comincia con la città di Tripoli, dal porto alla città vecchia (Medina) con i resti romani e il centro moderno. Seguono i siti archeologici di Sabratha e Leptis Magna. Si passa poi in Cirenaica con Bengasi e i siti di Tolemaide e Gasr Lybia e infine Cirene e Apollonia. Il viaggio in Marocco, nei giorni 1 – 9 dicembre 2001, inizia dalle quattro città imperiali, sosta a Volubilis, il più importante sito archeologico romano del Marocco e infine compie un percorso fra il deserto e la catena dell’Atlante, lungo le oasi e le casbah berbere. Tutti i viaggi sono stati organizzati da un'Agenzia per un gruppo di aderenti all'Associazione Culturale Itinera di Roma. L'indice generale dei viaggi inizia con il percorso che combina i primi tre viaggi: l’Egitto Classico, il Deserto Orientale ed El-Fayum. Seguono i percorsi dei viaggi in Libia e Marocco. ***
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DICEMBRE 1999 VIAGGIO IN EGITTO
CAPITOLO 1 - L'EGITTO NELLA STORIA E NELLA CULTURA
La civiltà dell'Egitto è nata alle origini della società umana favorita dalla fertilità della valle del Nilo e si è sviluppata e trasformata a contatto con tutte le civiltà del Mediterraneo con un ruolo sempre importante nella politica e nell'economia. La cultura dell'antico Egitto ha dato all'umanità patrimoni unici dalla scrittura all'organizzazione sociale, nell'architettura e nell'arte; si è poi integrata con continuità e senza perdere la propria identità con la cultura greca dopo Alessandro Magno e con quella romana dopo Augusto e per secoli Alessandria d'Egitto si è affermata come massimo centro di cultura del Mediterraneo. Importante provincia bizantina, l'Egitto entrò poi nell'orbita della nuova civiltà musulmana e poi, dal XVI secolo, dell'Impero ottomano. Dopo altri quattro secoli, nel 1922, l'Egitto è divenuto di nuovo stato sovrano ed è entrato nella storia moderna. La riscoperta dell'antica civiltà egiziana avvenne alla fine del 1700 per opera degli studiosi che seguivano Napoleone nella sua spedizione in Egitto, con la scoperta della stele di Rosetta che doveva portare alla decifrazione della scrittura geroglifica. Da quel momento gli archeologi hanno esplorato l'Egitto riscoprendo città, monumenti e tombe e portando in Europa tesori d'arte. Tutti i musei d'Europa e del mondo hanno oggi la loro sezione egiziana, ma ciò che si vede in Egitto è ancora più grandioso e molto è ancora da scoprire. L'Egitto ha un'estensione di circa un milione di kmq, ma la parte coltivabile è solo la valle del Nilo, lunga più di 1000 km, e il delta, che rappresenta insieme circa il 3,5% della superficie totale, ma qui abita il 98% della popolazione. La capitale, il Cairo, e i suoi dintorni hanno 16 milioni di abitanti, Alessandria circa 4; l'Egitto ha circa 58 milioni di abitanti e costituisce la nazione più popolosa del mondo arabo con la più alta densità di popolazione. Il viaggio è dedicato soprattutto alla scoperta dell'Egitto dei faraoni, inizia dal Cairo con una rapida visita della città antica e moderna, una sosta al Museo Egizio e una visita ai resti dell'antica Menfi e alle piramidi di Sakkara e di Gizah. La seconda tappa è ai templi di Abu Simbel in Nubia sul lago Nasser, si risale quindi a nord alle dighe di Assuan e si segue il corso del Nilo fino a Esna; l'ultima tappa è a Karnak e Luxor e nella Valle dei Re.
CRONOLOGIA DELL'EGITTO Manetone di Sebennito, sacerdote di Heliopolis, vissuto intorno al 300 a.C. al tempo di Tolomeo Soter, scrisse una storia dell'Egitto in tre volumi, che è andata perduta, ma da lui attinsero nei loro scritti gli storici Giuseppe Flavio (37-100 d.C.), Sesto Giulio Africano (circa 200 d.C.) ed Eusebio (intorno al 340 d.C.). Manetone divise i sovrani egizi, da Menes, il più antico, fino ad Alessandro Magno, in 30 dinastie. La datazione assoluta rimane tuttavia lacunosa e si determina da riferimenti incrociati con altre civiltà e dagli eventi registrati dagli Egiziani in relazione al sorgere della stella Sirio, la Sothis egiziana. Altri avvenimenti sono narrati nelle relazioni di viaggio di Erodoto (490-420 a.C.) e di Strabone (63 a.C., 25 d.C.). Nel seguito si riportano le tappe fondamentali della storiografia egiziana. L'Età Arcaica dell'Egitto copre il periodo dal 3000 al 2650 a.C. con le prime due dinastie e i 5
regni separati del Basso Egitto, nella zona del delta, e dell'Alto Egitto, da Menfi alla prima cataratta presso Assuan; l'unificazione dei due regni fu opera del leggendario re Menes e la capitale fu portata a Tini nell'Alto Egitto. L'Antico Regno copre il periodo dal 2650 al 2190 con le dinastie dalla III alla VI ed è l'epoca delle piramidi. Il faraone Zoser della III dinastia portò la capitale a Menfi e costruì la piramide a gradoni di Sakkara. Della IV dinastia sono i tre faraoni Cheope, Chefren e Micerino che costruirono le tre grandi piramidi di Gizah. Durante la V dinastia iniziarono le guerre contro i popoli libici e asiatici; durante la VI si svilupparono i commerci verso sud nell'alto Nilo e verso nord fino alla Siria. Si ricordano i faraoni Pepi I e Pepi II che costruirono le loro piramidi presso Sakkara. Il periodo dal 2190 al 2052 è classificato come Primo Periodo Intermedio in cui lotte dinastiche crearono divisioni e debolezza del potere centrale; di questo periodo sono le dinastie dalla VII alla X. Il Medio Regno va dal 2130 al 1778 con le dinastie XI e XII in cui predominano i principi tebani. Il faraone Mentuhotep II della dinastia XI fu detto l'unificatore delle due terre e l'Egitto si espanse e progredì economicamente e culturalmente. Nella XII dinastia Sesostri I (19711928) conquistò la Nubia. Dal 1778 al 1570 si colloca il Secondo Periodo Intermedio con le dinastie dalla XIII alla XVII; fu un altro periodo d'instabilità con un gran numero di re di corta durata. Dal 1650 al 1551 ci fu il Periodo degli Hyksos, un popolo invasore proveniente dal nord-est che dominò l'Egitto per un secolo, introdusse il carro da guerra trainato da cavalli e lo scarabeo come amuleto e assimilò la cultura egiziana. I principi tebani del sud diventarono loro vassalli, ma poi da loro venne la reazione che portò infine alla cacciata degli Hyksos. Il Nuovo Regno dal 1570 al 712 con le dinastie dalla XVIII alla XXIV segna l'apogeo dell'Egitto dei faraoni. La capitale fu Tebe e la maggior parte dei faraoni costruì le tombe nella Valle dei Re, sulla riva sinistra del Nilo. Alla XVIII dinastia appartiene Thutmosi I che portò l'annessione dell'Alta Nubia, poi la figlia Hatshepsut (1490-1468) che, come reggente del figliastro Thutmosi III, assunse il potere per sé e si costruì un grande monumento funebre. Seguì Thutmosi III, il Napoleone d'Egitto, che conquistò la Siria ed estese la sua influenza fino all'Asia Minore. Le ricchezze che affluirono nel paese dagli stati sottomessi permisero ai successori la costruzione dei grandi templi a Karnak e Luxor, nell'area di Tebe. Dal 1364 al 1347 il faraone Amenofi IV, sposo di Nefertiti, al suo quinto anno di regno sostituì il culto di Amon e degli altri dei, con quello unico di Aton, il dio Sole, e assunse il nome di Akhenaton (Colui che piace ad Aton). Per l'ostilità della vecchia casta sacerdotale, spostò la capitale da Tebe a Tell el-Amarna, 240 km più a nord sul Nilo. Amarna fu fondata dal nulla con criteri artistici innovativi. Dopo 17 anni di regno, Akhenaton morì e nulla rimase della sua rivoluzione religiosa, fu considerato eretico e Amarna fu abbandonata e distrutta. Gli successe il figlio Tutankhamon ancora giovane che fu incoronato a Tebe, ma morì a 19 anni, forse ucciso, e la sua fama derivò dal ritrovamento, nel 1922, della sua tomba intatta nella Valle dei Re. La XIX dinastia comincia con Horemheb, generale di Amenofi IV, poi seguirono Ramesse I e Sethi I (1304-1290). Quest'ultimo combatté in Libia, Siria e contro gli Hittiti che avevano invaso i possedimenti egiziani di Siria e Palestina. Successore fu il grande Ramesse II (1290-1224) noto nella storia per la battaglia di Kadesh contro gli Hittiti nel 1285. Il successivo trattato di pace è riportato dai documenti hittiti e nelle iscrizioni e rilievi del tempio di Karnak a Tebe, in quelli della vicina Luxor e nel tempio di Abu Simbel in Nubia, che fu l'opera più imponente da lui lasciata nei suoi 67 anni di regno. Alla XX dinastia appartiene Ramesse III che combatté Libici e asiatici. Le dinastie successive segnarono un periodo di decadenza; nella XXII i faraoni furono di origine libica, durante la XXIII i re etiopi sottomisero l'Alto Egitto fino a Menfi e alla fine della XXIV tutto il paese. L'Età Tarda va dal 712 al 331 e finì con la conquista dell'Egitto da parte di Alessandro Magno. Cominciò con la XXV dinastia dominata dai re etiopi che furono sconfitti dagli Assiri e ne divennero i vassalli, ma poi riacquistarono l'indipendenza quando gli Assiri furono impegnati dai Babilonesi. Con la XXVI dinastia finì il periodo etiope, prosperarono i commerci con la Grecia. Nel 605, Nabucodonosor s'impadronì della Siria, infine nel 525, il re di Persia, Cambise, invase l'Egitto che divenne provincia Persiana. In questo periodo avvenne la sparizione di un'armata persiana di 20000 uomini diretta verso l'oasi di Siwa durante una tempesta di sabbia. Il dominio persiano proseguì sotto Dario e Serse con poche interruzioni. 6
Solo dalla XXVIII alla XXX dinastia l'Egitto riacquistò l'indipendenza. Dal 404 al 341, vi fu ancora un altro periodo di conquista persiana. Nel 331 Alessandro Magno, dopo la vittoria di Isso sui Persiani (333), raggiunse l'oasi di Siwa e i sacerdoti del tempio di Zeus Amon lo proclamarono figlio di Amon e sovrano d'Egitto. Alessandro fondò la città di Alessandria e proseguì nella conquista della Persia e dell'oriente. Alla morte di Alessandro Magno nel 323 iniziò l'Età ellenistica dell'Egitto con la divisione dell'impero fra i suoi generali. Tolomeo e i suoi successori governarono l'Egitto con capitale Alessandria nel Basso Egitto. La cultura greca si diffuse in Egitto, ma s'integrò con quella egiziana, i Tolomei governarono come faraoni per tre secoli, fino alla morte di Cleopatra VII nel 30 a.C.. L'Egitto si espanse a ovest fino alla Cirenaica e a est fino al Libano. I Romani con Pompeo riconobbero i Tolomei e presero la tutela degli ultimi faraoni. Quando dopo Farsalo (47 a.C.) Pompeo rifugiatosi in Egitto fu ucciso dal suo pupillo Tolomeo XIII, Cesare trasferì il potere alla sorella Cleopatra VII. Cleopatra irretì poi Marco Antonio che la sposò creando una frattura con Ottaviano; la battaglia di Azio nel 31 segnò la sconfitta di Antonio e la fine dei Tolomei. Dal 30 a.C. al 395 d.C. l'Egitto divenne Provincia romana governata da un prefetto con sede in Alessandria e gli imperatori romani furono riconosciuti come successori dei faraoni e onorati nei templi come tali. Alessandria rimase un centro di cultura; intorno al 150 d.C. vi visse l'astronomo e matematico Tolomeo. Il cristianesimo si diffuse rapidamente in Egitto, vi furono molte persecuzioni e Ario di Alessandria diffuse la prima eresia condannata poi nel Concilio di Nicea del 325 sotto Costantino. Il 395 segnò la divisione dell'Impero romano e Arcadio divenne imperatore d'Oriente. Dal 395 al 638 fu il periodo del Dominio bizantino. Alessandria fu centro di molti contrasti religiosi che ebbero risonanza nei concili di Efeso (449) e Calcedonia (451). L'Egitto fu occupato dai Persiani sassanidi nel 619, ma liberato nel 626. Nel 634 iniziò la guerra di conquista degli Arabi musulmani che sconfissero i Bizantini e conquistarono Damasco. Nel 640 anche l'Egitto divenne dominio arabo. L'Egitto musulmano iniziò dal 640 e presto diventò la base di partenza per la conquista musulmana di tutta l'Africa settentrionale. Fino al 750 fu provincia del califfato degli Omayyadi di Damasco poi, con qualche interruzione fino al 935, del califfato abbaside di Bagdad. Dopo un periodo di lotte i Fatimidi, che si dichiaravano discendenti di Fatima, la figlia di Maometto, e di fede sciita, assunsero il potere in Egitto e fondarono la loro capitale elQahirah (il Cairo) che divenne presto la più popolosa città dell'Islam ricca di edifici, scuole e biblioteche. L'espansione dei Fatimidi fu contrastata a metà del secolo XI secolo dai Turchi selgiuchidi dell'Anatolia che durante le crociate li cacciarono dalla Siria. Nel 1171 il Saladino fondò la dinastia degli Ayyubidi e si fece riconoscere dal califfo di Bagdad come sovrano d'Egitto restaurando il credo sunnita. L'Egitto fu protagonista nella V Crociata, quando firmò un trattato con l'Imperatore di Germania Federico II per la cessione di Gerusalemme e nella VI Crociata quando Luigi IX di Francia fu fatto prigioniero. Nel 1250 la rivolta dei Mamelucchi, schiavi comprati e addestrati che formavano un corpo militare scelto, instaurò una nuova dinastia e Baibars I ne fu uno dei sovrani più famosi. Accolse gli ultimi abbasidi cacciati da Bagdad dai Mongoli e si proclamò sultano. I Mongoli furono poi sconfitti dai Mamelucchi che ripresero la Siria salvando così la civiltà musulmana. La dinastia mamelucca finì nel 1517 per opera del sultano ottomano Selim I che occupò il Cairo e assoggettò l'Egitto alla Sublime Porta sotto il governo di un pascià, ma i capi mamelucchi mantennero il potere amministrativo e quello reale nelle province. Alla fine del 1700 l'Egitto fu terra di scontro fra Inglesi e Francesi al tempo di Napoleone e da questo momento iniziò l'influenza europea nei rapporti, sempre burrascosi, fra Egitto e governo ottomano. Sbarcato ad Alessandria nel 1798, Napoleone sconfisse l'esercito mamelucco nella battaglia delle Piramidi ma senza un risultato politico per l'ostilità della popolazione e lasciò l'Egitto nel 1801. Il governo ottomano inviò una spedizione per riprendere il controllo e nel vuoto di potere creatosi s'impose un giovane ufficiale albanese, Muhammad Ali, che si fece nominare viceré e riorganizzò l'esercito creando, con i suoi successori le basi di uno stato moderno. Nel 1869 fu costruito il canale di Suez che diventò il punto focale dell'interesse europeo nella regione e portò all'intervento diretto degli inglesi (1885). Con la prima guerra mondiale l'Egitto divenne protettorato britannico ed entrò in conflitto con la 7
Turchia alleata della Germania. Dopo la fine della guerra, l'Egitto ottenne l'indipendenza nel 1922 e divenne dopo 4 secoli uno stato autonomo nella forma di una monarchia costituzionale. La seconda guerra mondiale riportò l'Egitto nell'orbita inglese e fu teatro di guerra culminato con la battaglia di el-Alamein (1942). Finita la guerra, si affermò il nazionalismo arabo, re Faruq fu rovesciato dal colpo di stato militare guidato da Nasser e nel 1953 l'Egitto divenne una repubblica, prima sotto il generale Nagib, poi sotto lo stesso Nasser. Durante la guerra fredda fra blocco occidentale e URSS, l'Egitto si pose fra i non allineati. Il 26 luglio 1956, Nasser nazionalizzò la Compagnia del Canale di Suez portando l'Egitto alla piena indipendenza e si avvicinò all'URSS, dopo il rifiuto di USA e Gran Bretagna di finanziare la costruzione della diga di Assuan. La libertà di navigazione nel canale di Suez riaccese il conflitto con Israele che attaccò L'Egitto nel 1956 e provocò l'intervento di Inghilterra e Francia e poi dell'ONU. Nel 1958 Egitto e Siria si unificarono nella RAU (Repubblica Araba Unita), vi si associò anche lo Yemen, ma nel 1961 l'unione si sciolse. Nasser trasformò l'Egitto in una repubblica socialista a partito unico con l'Islam religione di stato e l'URSS finanziò la costruzione della diga di Assuan che fu completata nel 1971. Il blocco del golfo di Akaba da parte delle nazioni arabe contro Israele, nel 1967, provocò lo scoppiò della guerra dei sei giorni che terminò con una disastrosa sconfitta per Siria, Giordania ed Egitto che perse il Sinai, ma ne seguì la chiusura del canale di Suez. Alla morte di Nasser nel 1970 successe Sadat che si trovò ad affrontare una grave crisi economica; iniziò il suo riavvicinamento al blocco occidentale con l'espulsione dei consiglieri militari sovietici, ma progettò anche la rivincita contro Israele e, nell'ottobre 1973 approfittando della festa ebraica dello Yom Kippur, il Sinai fu invaso mirando alla sua riconquista. Israele invase a sua volta l'Egitto e, dopo l'intervento dell'ONU, l'Egitto, benché militarmente sconfitto, ne uscì politicamente vincitore. Sadat, rafforzato, permise la riapertura del canale di Suez nel 1975 e iniziò il disgelo con Israele. Si recò a Gerusalemme nel 1977 e finalmente, con gli accordi di Camp David in Usa nel 1979 e la mediazione del Presidente Carter, l'Egitto riconobbe lo stato di Israele e ritornò in possesso del Sinai. La Lega Araba però estromise l'Egitto e le correnti radicali musulmane suscitarono conflitti interni. Nell'ottobre 1981 Sadat fu vittima di un attentato durante una parata militare. Gli succedette Mubarak, un maresciallo dell'aeronautica, che proseguì la politica di Sadat, riallacciò le relazioni diplomatiche con gli altri paesi arabi e rafforzò la sua influenza moderata.
RELIGIONE E SCRITTURA NELL'ANTICO EGITTO La complessa religione dell'antico Egitto si è andata formando partendo dalle numerose divinità locali di sembianze umane e animali legati alle attività quotidiane e, poiché la testa era espressione del potere e dei sentimenti, le divinità avevano spesso la testa di animali per simboleggiare le forze della natura. Così il dio Sobek ha la testa di coccodrillo, Horo la testa di falco, Toth quella di un ibis, Anubi dello sciacallo, la dea Nekhbet di un avvoltoio e la dea Hathor di una vacca. Nella concezione cosmologica il primo dio è Atun, il dio di Heliopolis, da cui nasce la Terra, Geb, e il Cielo, Nut, separati dall'aria Shu e dall'umidità Nefnet. Il sole è Ra da cui nasce il tempo con il giorno e la notte e da qui il mito del risorgere del sole ogni giorno visto come una vittoria del sole sul mondo delle tenebre dopo un viaggio avventuroso su una barca nelle ore notturne. Un altro antico mito è quello di Osiride, il dio buono della vegetazione, figlio della Terra e del Cielo, che governava l'Egitto finché il fratello Seth, dio del male, lo uccise, ne sezionò il cadavere in 14 pezzi e li sparse per tutto l'Egitto. Iside, sorella e sposa di Osiride, ne raccolse le membra e generò Horo che vendicò il padre sconfiggendo Seth in una lunga lotta, ma i due furono separati da Toth, il dio della saggezza, perché la vittoria sul male non è mai definitiva. Osiride divenne il dio dell'oltretomba e della notte identificato con Orione, mentre Iside fu identificata con Sothis, la stella Sirio; il figlio Horo dalla testa di falco divenne il dio della luce che conduce la barca del sole durante il giorno e la lascia al tramonto al padre Osiride che la conduce nella notte per farlo poi risorgere. Gli Egiziani credevano nel proseguimento della vita dopo la morte con le stesse mansioni che avevano svolto in vita e questo spiega le cure che dedicavano al seppellimento dei morti, circondandoli con tutti gli oggetti a loro cari. Tutto ciò che conosciamo della vita quotidiana degli antichi egizi proviene dalle loro tombe. In origine, ai tempi dalla IV alla VI dinastia i 8
Testi delle Piramidi descrivevano il viaggio del faraone nella barca del Sole che gli garantisce l'assunzione al cielo e le formule da recitare durante i riti funebri per facilitargli il percorso. Nel Medio Regno i Testi dei Sarcofagi, scritti all'interno dei sarcofagi dei personaggi importanti, descrivono anche per essi il viaggio nel regno dei morti. Infine nel periodo del Nuovo Regno il Libro dei Morti riportato in tutti i sepolcri dimostra che a tutti sono estese le procedure per godere della vita ultraterrena. Il passaggio richiedeva formule magiche e il defunto era sottoposto al giudizio di Osiride, Toth metteva il suo cuore su una bilancia a confronto con una piuma, se il cuore era più leggero, ciò indicava che il defunto era meritevole ed era accolto nel regno di Osiride, in caso contrario l'anima era divorata dal mostro Memet. I contatti con la cultura greca, già prima dei Tolomei, portarono a unificare le rispettive divinità. Così Amon, la massima divinità egizia, fu assimilato a Zeus, Horo ad Apollo e Hathor ad Afrodite. Altre divinità egiziane ebbero poi grande diffusione nel mondo greco e romano come Iside e Osiride. La civiltà e cultura degli antichi egizi fu condizionata dal Nilo da cui dipendeva l'agricoltura e la vita degli abitanti. La periodicità delle inondazioni fece gli Egiziani attenti ai fenomeni del cielo; gli Egiziani per primi introdussero l'anno di 365 giorni, ma avevano solo tre stagioni: l'inondazione, l'emersione delle terre e l'estate arida, ogni stagione aveva 4 mesi di 30 giorni e alla fine dell'anno erano aggiunti 5 giorni extra. Quando le acque del Nilo si ritiravano, i contadini dovevano ritrovare i loro campi perché i confini erano stati cancellati e per questo gli Egiziani svilupparono molto le tecniche topografiche. La scrittura degli antichi Egizi risale all'epoca predinastica e inizialmente era solo ideografica per indicare gli oggetti e poi anche i suoni alfabetici dei nomi. Lo sviluppo della scrittura geroglifica, il cui nome deriva da una parola greca che significa "segni sacri incisi", fu opera dei sacerdoti e degli scribi che erano gli uomini di cultura del tempo. Tutto ciò che doveva essere ricordato era inciso sulla pietra o scritto su una tavoletta di legno o un supporto di papiro e lo scriba era il funzionario più importante del faraone rappresentato in molte statue con la tavoletta, dove erano poste le vaschette con l'inchiostro nero e rosso e dove si poggiava il papiro, che scriveva con lo stilo. Il patrono degli scribi era Toth, il dio della saggezza. La scrittura si andò evolvendo nel tempo dalle forme più semplici dell'Antico Regno a quella più elegante della XVIII dinastia a quella abbreviata e minuta del periodo tolemaico. La scrittura ufficiale e delle opere letterarie fu detta ieratica poi, nel periodo greco-romano aumentando l'alfabetizzazione, si sviluppò la scrittura demotica (popolare) per tutte le attività quotidiane, ma si affermò anche il greco come seconda lingua. La decifrazione della scrittura geroglifica si deve al francese Jean Francois Champollion nel 1822 sfruttando il ritrovamento del 1799 della Stele di Rosetta, presso il ramo di Rosetta del delta del Nilo. La stele era una lastra di basalto su cui era riportato il testo di un decreto del 196 a.C.; dall'alto in basso c'era il testo in geroglifico, demotico e greco e le prime due erano le traduzioni dal greco. Nella scrittura egiziana vi sono almeno 700 segni e, fra i segni fonetici, all'inizio mancavano le vocali. I gruppi di segni circondati da un cartiglio sono nomi di persona, generalmente di un faraone. Un esempio di alfabeto geroglifico è dato in figura.
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DICEMBRE 1999 VIAGGIO IN EGITTO
CAPITOLO 2 - IL CAIRO E DINTORNI Il Cairo, capitale dell'Egitto, si trova sulla riva destra del Nilo circa 20 km a sud della sua biforcazione nei due rami principali del delta, Damietta (a ovest) e Rosetta (a est). La città fu fondata dai Fatimidi a nord dei precedenti centri abitati con il nome di el-Qahirah e da allora si è andata sempre sviluppando fino ai giorni nostri. Il centro con le grandi strade e i grattacieli ha l'aspetto moderno delle città europee. I nuovi quartieri si sono espansi a ovest del Nilo e nella zona nord-orientale. La vecchia città araba si stende a est del centro, da nord a sud, e il quartiere copto, che risale al periodo bizantino, si trova più a sud sulla riva destra del Nilo. La grande Cairo poi si estende intorno a macchia d'olio con i suoi sobborghi più poveri fino ai deserti orientale e occidentale. Un quartiere periferico del Cairo è Gizah, circa 10 km a sud-ovest, dove si trovano le grandi piramidi, e 20 km più a sud di Gizah si trova Sakkara, la necropoli dell'antica Menfi. I resti dell'antica capitale Menfi si trovano invece sulla riva orientale del Nilo circa 22 km a sud del Cairo. Pochissimi sono invece i resti dell'antica Heliopolis ormai sommersi dagli insediamenti urbani, circa 12 km a nord-est del Cairo, una delle più antiche città egizie, a lungo centro culturale e religioso del paese. Vi si trova ancora un obelisco di granito rosso di Assuan alto 20,4 m, uno dei 4 ancora rimasti in Egitto (da Heliopolis provengono gli obelischi di Roma: a piazza del Popolo, piazza Montecitorio e Viale delle Terme di Diocleziano, quello che si trova nel Giardino dei Boboli a Firenze e quello di Londra sul Victoria Embarkment).
LA CITTÀ ANTICA E MODERNA Il cuore della città moderna è la grande Midan elTahrir, la piazza della Liberazione vicino alla riva destra del Nilo, dove convergono le principali strade. Intorno Moschea el-Azkhar. i sorgono palazzi del Governo, più a nord è la zona residenziale attraversata dalla lunga via 26 Luglio che parte a est dai giardini Ezbekiya, ai margini della città araba. Proseguendo a ovest, attraversa il Nilo passando l'isola di Gezirah, lunga 5 km e larga 1, sede dei quartieri più lussuosi, con un Acquario, la nuova Opera, la zona sportiva e una torre panoramica alta Università el-Azhar. 187 m. A est si trova la vecchia città araba del periodo fatimide cui si arriva dalla Shaira el-Azhar, che parte a sud-est dei giardini Ezbekiya. Qui si trovano la moschea fatimida el-Azhar, l'università islamica e a nord il quartiere del bazar (suq) di Khan el-Khalili con la moschea Saiyidna el-Hussein e l'alto minareto, un'altra moschea fatimide e anche molti altri edifici del periodo mamelucco e di Baibars. Essendo il tempo del ramadan, che per i musulmani prescrive il completo digiuno durante il giorno, si può assistere di sera all'allestimento della cena per i poveri fuori dalla moschea. Più a sud si trova la Cittadella cinta da mura, ai piedi del monte Moqattam, ben visibile a distanza. La cittadella fu costruita dal Saladino nel 1176 e all'interno vi fu costruita nel 1824 la moschea di Muhammed Ali, detta la 10
moschea di alabastro, uno dei simboli della città, con due minareti alti quasi 80 m e sottili. A sud della Cittadella si stende la Città dei Morti, l'area degli antichi cimiteri circondati dalla città nella sua espansione e invasi da povere abitazioni. Vi si trovano in massima parte le tombe delle dinastie mamelucche.
Moschea Saiyidna.
Moschea fatimide.
La cena per i poveri nel ramadan.
Moschea di Muhammed Ali, detta di Alabastro.
Il sobborgo meridionale sulla riva destra del Nilo è quello del Vecchio Cairo che al tempo dei Greci e dei Romani era chiamato Babilonia. Questo è oggi il quartiere copto dove vivono i cristiani e vi sono rimaste molte chiese e monasteri che rimontano al IV secolo.
Quartiere Copto: chiesa di S. Sergio.
Quartiere Copto: chiesa di S. Barbara. 11
La chiesa più importante è quella di S. Sergio (Abu Sarga), fondata nel IV secolo e ricostruita nel X. Secondo la tradizione qui abitò per un mese Maria con il bambino Gesù durante la fuga in Egitto. Un'altra chiesa è di Santa Barbara del V secolo, ambedue sono semi sotterranee a dimostrazione della loro antichità. Più grande e visibile è la chiesa e il monastero greco ortodosso di S. Giorgio (Mari Girgis) fondato nel IX secolo e ricostruito nel 1700. La chiesa copta è la chiesa nazionale cristiana dell'Egitto divisa in vescovadi sottoposti a un patriarca. Con la conquista araba dell'Egitto s'interruppero i legami con la chiesa bizantina e si consolidarono di più e teorie monofisite prevalenti in Asia Minore.
Chiesa ortodossa di S. Giorgio.
IL MUSEO EGIZIO DEL CAIRO L'edificio del Museo Egizio si trova a nord-ovest della piazza Tahrir e contiene la più grande collezione di reperti della valle del Nilo dalle origini della civiltà egiziana al periodo greco e romano. Fu fondato dall'egittologo francese Auguste Mariette nel 1857 e non basta una giornata per visitarlo. Al piano terreno si comincia con i reperti predinastici e si trovano i reperti più grandi, fra questi la statua in arenaria di Amenofi III e della regina proveniente da Luxor, grandi sarcofagi fra cui un coperchio in granito del periodo di Ramesse II nella cui parte interna è raffigurata in rilievo la dea Nut (il cielo). La regina Hatshepsut è rappresentata con la barba a simboleggiare il suo potere e un'altra sua statua ha le forme di una sfinge a simboleggiare nel corpo la potenza del leone e nel volto la saggezza dell'uomo. Una testa di Nefertiti incompiuta proviene da Tell el-Amarnah, la capitale del suo sposo Akhenaton e somiglia a quella del Museo di Berlino e una stele di calcare dipinto rappresenta la famiglia di Akhenaton: il faraone, Nefertiti e tre figli. Al secondo piano si trovano i reperti della tomba di Tutankhamon trovata intatta con tutti i tesori. Il catafalco del faraone è composto di 4 La dea Nut su un sarcofago. sarcofagi uno dentro l'altro e il più interno a forma di mummia è d'oro massiccio e contiene la mummia del faraone con la maschera d'oro. La costruzione dei sarcofagi fu eseguita tutta all'interno della tomba ed era incompleta a causa della morte improvvisa del faraone, forse assassinato. Un altro sarcofago conteneva i 4 vasi canopi in alabastro con le viscere estratte prima dell'imbalsamazione. Il sarcofago ha vicino la statua della dea scorpione Selket. La maschera d'oro massiccio di Tutankhamon, che copriva la testa della mummia, si trova nella stanza del tesoro in una teca e pesa 11 kg. Il corredo della tomba conteneva poi un gran numero di oggetti, letti funerari, barche sacre per il viaggio nel regno dei morti, vesti e ombrelloni, c'è anche una sedia sacerdotale e il trono del faraone. 12
 Il nome dato da Akhenaton al figlio era Tutankhaton poi trasformato in Tutankhamon dopo la restaurazione dell'antica religione e il primo nome è rimasto impresso solo sul trono.
CAIRO - MUSEO EGIZIO A sinistra, Testa di Nefertiti. A destra, stele della famiglia di Akhenaton.
A sinistra, la dea Selket davanti al sarcofago dei vasi canopi. A destra, la maschera funeraria di Tutankhamon in oro massiccio.
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MUSEO EGIZIO - TOMBA DI TUTANKHAMON A sinistra, una Sedia sacerdotale. A destra, il Trono di Tutankhamon.
MUSEO EGIZIO A sinistra, il busto di una principessa dalla tomba di Tutankhamon, forse la figlia. A destra, un sarcofago dipinto proveniente da el-Faiyum.
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Dalla tomba di Tutankhamon proviene anche il busto in calcare colorato di una principessa, forse la figlia del faraone. Una sezione del museo è dedicata poi ai sarcofagi trovati nell'area di el-Faiyum, che risalgono al periodo dal I al III secolo d.C.; le sembianze del defunto sono dipinte sul coperchio di legno del sarcofago e si nota la transizione dalle immagini della tradizione egiziana a quelle nello stile greco romano e bizantino.
GIZAH E LE PIRAMIDI Gizah, oggi periferia del Cairo, si trova ai margini del deserto occidentale. Al tempo dell'Antico Regno, quando la capitale era a Menfi, era una delle necropoli reali e qui sono concentrate le tre famose piramidi della IV dinastia dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino. Secondo lo storico Diodoro Siculo del I secolo a.C. esse costituivano la più antica delle sette meraviglie del mondo e l'unica rimasta visibile e visitabile (le altre sei nell'ordine d'importanza erano: i Giardini Pensili di Babilonia, la statua di Giove a Olimpia, il tempio di Diana a Efeso, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria, ma nulla di essi è rimasto). La piramide di Cheope è detta la "Grande Piramide" per le sue dimensioni che misurano alla base 230 m di lato con un'altezza di 137 m, ma in origine era circa 148 m e vi furono impiegati più
Le tre piramidi: da sinistra Cheope, Chefren e Micerino.
di 2500000 blocchi in media da 2,5 t ciascuno. La piramide di Chefren è di poco più piccola (lato della base 215 m, altezza originaria 143 m) ed è l'unica che mantiene alla sommità parte del rivestimento esterno. Da essa si diparte una via cerimoniale lunga 500 m leggermente La piramide di Cheope obliqua che dal Tempio Funerario, ai piedi della piramide, portava al da vicino. Tempio della grande Sfinge con il corpo leonino e il volto umano del faraone Chefren. La Sfinge fu scolpita direttamente su un rilievo roccioso, intonacata e colorata; è lunga 57 m e alta 20, guarda a est, dove nasce il sole e la vita.
Primo piano della Sfinge.
la Sfinge e la piramide di Chefren. 15
La piramide di Micerino è molto più piccola misurando 105 m di base e 66 di altezza. Vicino a ciascuna delle tre piramidi si trovano altre piccole piramidi destinate alle regine e principesse reali, tutte avevano vicino un Tempio Funerario e un Tempio a Valle collegati da una via cerimoniale, ma sono visibili solo quelli della piramide di Chefren.
MENFI E SAKKARA La tradizione attribuisce la fondazione di Menfi al mitico Menes, il primo faraone, e la città era al punto di congiunzione fra Alto e Basso Egitto e rimase capitale per tutto l'Antico Regno. Quando con il Nuovo Regno la capitale fu trasferita a Tebe, Menfi rimase sempre la capitale amministrativa e militare del paese. Al tempo di Augusto era ancora una città popolosa, con Teodosio i templi furono rasi al suolo, gli abitanti si andarono spostando e fu utilizzata come cava di materiale. Oggi è completamente scomparsa sotto i successivi insediamenti e i terreni coltivati. In una limitata area archeologica dove si trovava il tempio di Ptah, divinità di Menfi considerata dio creatore, sono visibili alcune statue colossali. La più grande è Menfi - Sfinge di alabastro. quella che raffigura Ramesse II trovata abbattuta e mutila, in origine alta più di 13 m. La si può osservare sdraiata all'interno di un edificio chiuso con ballatoio che permette di girarle attorno. Il faraone ha un'espressione serena, la barba stilizzata diritta e quindi è rappresentato da vivo. Un altro colosso gemello di Ramesse II, proveniente pure da Menfi e trovato vicino al primo, è stato spostato nella piazza Ramesse davanti Menfi alla stazione ferroviaria del Cairo. Colosso di Ramesse II. Un'altra statua colossale rimasta nell'area è la Sfinge di alabastro, che stava all'ingresso del tempio di Ptah, lunga 8 m, alta 4 e pesante circa 80 tonnellate che si suppone databile alla XVIII dinastia.
Menfi - Sarcofago della XIX dinastia. Vicino è anche un sarcofago della XIX dinastia con le divinità dell'oltretomba. A ovest di Menfi, sulla riva sinistra del Nilo si trova Sakkara, la grande necropoli della capitale, dove sono state trovate tombe di tutte le dinastie fino ai Tolomei.
Ingresso al complesso di Zoser.
I resti più importanti, però sono quelli del Faraone Zoser della III dinastia (circa 2650 a.C.). 16