Viva Design - #65

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#65 - VIVA DESIGN

#65 - VIVA DESIGN Cover: Pasquale, piece from Roman Singularity collection by Adam Nathaniel Furman. In copertina: Pasquale, pezzo tratto dalla collezione Roman Singularity di Adam Nathaniel Furman.

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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#65 - VIVA DESIGN

CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

MELISSA MARCHESE Translator

ERIKA MARTINO

LUCA MAZZA

GIULIA PACI

MASSIMO LUTTAZI

Founder and Managing Editor

Editorial Staff

Founder and Art Director

Web Content Editor

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

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CONT ENTS SOMMARIO

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ATELIER MENDINI. LE ARCHITETTURE Milan’s Triennale featured an array of exhibitions during the 2018 Salone, including one featuring Alessandro and Francesco Mendini’s architectural... Tra le tante mostre proposte dalla Triennale di Milano durante la settimana del Salone 2018, nel raccolto spazio dell’Impluvium al primo piano ce n’è una...

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MONSTER CABARET In the presence of 1.500 participants, the Czech company Lasvit, based in Novy Bor, won the 2018 Milano Design Award. The Teatro Gerolamo in Piazza Beccaria... L’installazione “Monster Cabaret” di Lasvit, la nota azienda del vetro con sede a Novy Bor nella Repubblica Ceca, curata da Maxim Velcovsky al Teatro...

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FONDAZIONE PRADA The Salone’s biggest event was the inauguration of Fondazione Prada’s “Torre”; nine, 60 square meter floors of cement and glass, offering a bird’s eye... Il grande evento della settimana del design è stato l’inaugurazione della Torre, il nuovo edificio della Fondazione Prada in cemento e vetro, nove piani...

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CURIOUS BOY Munich-based artist and designer Markus Benesch showed an explosive collection of furnishing and wall paper for the Curious Boy brand during the... L’artista-designer Markus Benesch, basato a Monaco di Baviera, al Fuorisalone 2018 ha presentato Play, un’esplosiva collezione di arredi e carte da parati per il...

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INDIGO TALES

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HISTORICAL PROMISCUITIES

In 2018, Lombardy-based Promemoria celebrates 30 years of quality artisan manufacturing using only the finest natural materials. Romeo Sozzi founded... Promemoria, azienda lombarda d’alto artigianato, celebra nel 2018 trent’anni d’attività all’insegna di una produzione manuale d’alta qualità in materiali...

Vudafieri-Saverino Partners hosted an installation dedicated to young British artist Adam Nathaniel Furman’s ceramics, manufactured by Tuscany-based... Lo studio di architettura Vudafieri-Saverino Partners ha ospitato, con la curatela di Luca Molinari, le ceramiche del giovane artista inglese Adam nathanien Furman...

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PREMIATA DITTA MARRAS&CO Noted fashion designer Antonio Marras brought a 360° creative approach to his showroom on Milan’s Via Cola di Rienzo during this past Salone. Along with... Antonio Marras, il noto stilista creativo a 360°, per la Settimana del Mobile ha trasformato il suo showroom di via Cola di Rienzo a Milano in un punto d’incontro...

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This year’s Milan

Design

Week saw hoards of visitors. The

euphoria having faded, it is

hard to weigh-in on things; The lasting sense, clear and concrete, is that

healthy design, daring, surprising design, is here to stay

Durante la Settimana del Design in tanti sono arrivati a Milano. Passata l’euforia è difficile fare un bilancio; chiara e solida permane la sensazione di un design in buona salute, che ha ritrovato la voglia di osare e di stupire

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

VIVA DESIGN This year’s Milan Design Week saw an impressive 20% increase in visitors. Historical building, piazzas, courtyards, gardens, cloisters, architecture and design studios, cinema foyers (Anteo)….all hosting events and exhibitions. Long, orderly lines of visitors snaked along sidewalks, basking in the early summer sun that graced the Fuorisalone. The design circuit took over new spaces; ex-industrial construction and old villas (the Future Dome on Via Paisiello), and new neighborhoods, like Zone 5, dedicated to interactive sensitive design. They came from all over the world, hoards of them, to exhibit, and to observe. The city opened its arms. The euphoria having faded, it is hard to weigh-in on things. Even the most disparate images superimpose and get lost in a whirling carousel. The lasting sense, clear and concrete, is that healthy design, daring, surprising design, is here to stay.

Durante la Settimana del Design Milano ha accolto una quantità impressionante di persone, si stima almeno il 20% in più della scorsa edizione. Ha aperto i suoi palazzi storici, i suoi cortili, i suoi giardini, i suoi chiostri, gli studi di design e di architettura, i depositi, i foyer dei cinema (Anteo)… per ospitare mostre e eventi. Lunghe file ordinate di visitatori si snodavano sui marciapiedi, sotto un sole quasi estivo, che ha benedetto il Fuorisalone. Il circuito del design si è arricchito di nuovi spazi, ex industriali e ex villini storici (il futurista Future Dome in Via Paisiello), di nuove zone, la 5 con presentazioni dedicate al design sensibile. In tanti sono arrivati, da ogni parte del mondo, per mostrare e per vedere. E la città ha risposto a braccia aperte. Passata l’euforia è difficile fare un bilancio. Le immagini più disparate si sovrappongono e si perdono in una sorta di carosello vorticoso. Chiara e solida permane la sensazione di un design in buona salute, che ha ritrovato la voglia di osare e di stupire.

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LE ARCHITETTURE Milan’s Triennale featured an array of exhibitions during the 2018 Salone, including one featuring Alessandro and Francesco Mendini’s architectural models. The first floor Impluvium hosted the collection, curated by Aldo Colonetti, where the orderly lines of Abet-laminated constructed a sort of futuristic architectural wunderkammer. The Bra company have collaborated with atelier Mendini for almost 50 years, creating mainly laminate furnishing collections and large scale architecture. They wanted to pay homage to the Mendini brothers with this polychrome exhibition using the same laminate that helped shape the brothers’ often “painterly” poetic vision. For the first time, all 26 of the Atelier’s architectural works were on display, accompanied by sketches and designs. The minute plastic models, perched atop laminate bases decorated in vaguely optical patterns, appear in parallel lines that make up a sort of ideal cityscape, Italo Calvino-style. rich references to local tradition.

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Tra le tante mostre proposte dalla Triennale di Milano durante la settimana del Salone 2018, nel raccolto spazio dell’Impluvium al primo piano ce n’è una speciale, curata da Aldo Colonetti e dedicata ai modelli di architetture di Alessandro e Francesco Mendini, in collaborazione con Abet Laminati, che costituiscono nel loro lineare ordinamento una futuribile wunderkammer architettonica. L’azienda di Bra che collabora con l’Atelier Mendini da quasi cinquant’anni, dando vita a arredi, collezioni e grandi progetti di architettura nei quali il laminato ha un ruolo primario, ha voluto con questa policroma esposizione rendere omaggio ai fratelli Mendini che nel laminato hanno trovato il materiale ideale per dare forma alle loro poetiche visioni, caratterizzate da un uso pittorico del colore. La mostra raccoglie per la prima volta tutte le architetture dell’Atelier rappresentate da 26 plastici minuziosamente realizzati. Accompagnati da schizzi e da disegni, disposti in file parallele, su basamenti rivestiti in laminato con decoro vagamente optical, i modellini rappresentano lo skyline di una sorta di città ideale alla Italo Calvino.


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Atelier Mendini. Le Architetture, an homage to the Mendini brothers in Abet Laminate. Triennale, Incheon; South Korea. Atelier Mendini. Le Architetture, omaggio di Abet Laminati ai fratelli Mendini. Triennale di Incheon, Corea del Sud.

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Atelier Mendini. Le Architetture, an homage to the Mendini brothers in Abet Laminate. Piazza del Belvedere, Moleto, Alessandria, Italy. Atelier Mendini. Le Architetture, omaggio di Abet Laminati ai fratelli Mendini. Piazza del Belvedere, Moleto, Alessandria, Italia.

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For the first time, all the Atelier Mendini’s architectural works were on display. The Atelier Mendini. Le Architetture exhibition featured sketches and designs, joined by the models that made-up a sort of ideal city skyline La mostra Atelier Mendini. Le Architetture raccoglie per la prima volta tutte le architetture dell’Atelier. Accompagnati da schizzi e da disegni, i modellini realizzati in collaborazione con Abet Laminati rappresentano lo skyline di una sorta di città ideale

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Atelier Mendini. Le Architetture, an homage to the Mendini brothers in Abet Laminate. Polo Natatorio Bruno Bianchi, Trieste, Italy Atelier Mendini. Le Architetture, omaggio di Abet Laminati ai fratelli Mendini. Polo Natatorio Bruno Bianchi, Trieste, Italia.

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Atelier Mendini. Le Architetture, an homage to the Mendini brothers in Abet Laminate. Teatro dei Burattini, Giardino Triennale, Milan, Italy. Atelier Mendini. Le Architetture, omaggio di Abet Laminati ai fratelli Mendini. Teatro dei Burattini, Giardino Triennale, Milano, Italia.

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Atelier Mendini. Le Architetture, an homage to the Mendini brothers in Abet Laminate. Previous page: Panoramic tower, Bay National Garden, Suncheon, South Korea. This page: La Punta, Olympic Stadium, Seoul, South Korea. Atelier Mendini. Le Architetture, omaggio di Abet Laminati ai fratelli Mendini. Pagina accanto: Torre Panoramica, Bay National Garden, Suncheon, Corea del Sud. In questa pagina: La Punta, Stadio Olimpico, Seoul, Corea del Sud.

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#65 - VIVA DESIGN Lasvit, The Martian by René Roubícek, uranium glass collection. Lasvit, The Martian by René Roubícek, collezione realizzata in vetro all’uranio.

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MONSTER cabaret

In the presence of 1.500 participants, the Czech company Lasvit, based in Novy Bor, won the 2018 Milano Design Award. The Teatro Gerolamo in Piazza Beccaria, recently renovated after 30 years of disuse, and certainly restored to its previous architectural splendor, hosted Lasvit’s “Monster Cabaret”, curated by Maxim Velcovsky. It is thanks to Stephen Hamel, director of communications from 2007, when the company was founded by Leon Jakimic, that their glass creations have gained international fame. The small theatre welcomed 108 Neverending Glory lamps, and a burlesque performance. On the third floor, a collection of polychrome bohemian glass monsters, fruit of the imagination of international designers including Alessandro Mendini, Fernando and Humberto Campana, Nendo, Fabio Novembre, Daniel Libeskind, Marteen Baas, Moritz Valdemayer, Maurizio Galante…the provocative collection of monsters represented, as Leon Jakimic put it, “a real challenge for the artists”.

L’installazione “Monster Cabaret” di Lasvit, la nota azienda del vetro con sede a Novy Bor nella Repubblica Ceca, curata da Maxim Velcovsky al Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria - un piccolo gioiello architettonico denominato la Piccola Scala e di recente restaurato dopo 30 anni di chiusura - ha vinto tra le oltre 1500 presentazioni in città il premio Milano Design Award 2018. Si deve la scelta della inedita cornice a Stephan Hamel, responsabile comunicazione sin dagli esordi dell’azienda (fondata nel 2007 da Leon Jakimic), che in pochi anni è riuscito a farne il punto di riferimento internazionale della produzione artistica del vetro. Il piccolo teatro, con i suoi ordini di palchi, ha ospitato sul palcoscenico illuminato da una composizione di 108 lampadari Neverending Glory una fantasiosa performance di danzatori di burlesque e nella galleria del terzo piano una rassegna di “mostri” in vetro boemo policromo, partoriti dalla fantasia di noti protagonisti internazionali del design, tra i quali Alessandro Mendini, Fernando e Humberto Campana, Nendo, Fabio Novembre, Daniel Libeskind, Marteen Baas, Moritz Valdemayer, Maurizio Galante… Disponibile solo in edizione limitata, la provocatoria collezione di “mostri” ha rappresentato, come dichiara Leon Jakimic, “una vera sfida per gli artigiani che l’hanno realizzata”.

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Lasvit, BHSD by Maarten Baas. Glass. Titled BHSD-001, BHSD-002, BHSD-003, BHSD-004. The almost two-dimensional shapes are no larger than 20cm. Lasvit, BHSD by Maarten Baas. Realizzati in vetro, I loro nomi sono BHSD-001, BHSD-002, BHSD-003, BHSD-004. Dalla forma quasi bidimensionale, il più grande è meno di 20 cm.

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Lasvit, Something Underneath by Nendo. His glass creations take note of Japanese culture. Lasvit, Something Underneath by Nendo. Le sue creazioni in vetro affondano le loro radici nella cultura giapponese.

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Lasvit, Leftism by Maxim VelcovskĂ˝. Lenin shines in molten glass, with Teatro Gerolamo in the background.

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Lasvit, Leftism by Maxim VelcovskĂ˝. Realizzato in vetro fuso, Lenin brilla nel suo amato colore rosso. Fa da sfondo il Teatro Gerolamo.


Lasvit, Who’s Looking At You? By Maurizio Galante & Tal Lancman.The designers wanted to uncover our beloved “monster” that looks back when we are looking at ourselves. Lasvit, Who’s Looking At You? By Maurizio Galante & Tal Lancman. L’idea dei due designer è quella di svelare l’amato “mostro” che ci osserva dallo specchio ogni volta che ci guardiamo.

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This page: Lasvit, Mori Monster by Moritz Waldemeyer. Two monsters taken from Persian mythology; they endanger both the living and the deceased. Glass bodies and LED eyes. Next page: Lasvit, Morama by Martin Janecky. In questa pagina: Lasvit, Mori Monster by Moritz Waldemeyer. Due mostri nati dalla mitologia persiana che sono pericolosi tanto per i vivi quanto per i morti. Il corpo è in vetro, gli occhi sono costituiti da due LED. Nella pagina accanto: Lasvit, Morama by Martin Janecky.

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The third floor hosted a collection of

bohemian glass monsters, fruit

of the imagination of international designers including Alessandro Mendini, Fernando and Humberto Campana, Nendo, Fabio Novembre, Daniel Libeskind, Marteen Baas, Moritz Valdemayer, and Maurizio Galante

Nella galleria del terzo piano una rassegna di mostri in vetro boemo policromo, partoriti dalla fantasia di noti protagonisti internazionali del design tra cui Alessandro Mendini, i fratelli Campana, Nendo, Fabio Novembre, Daniel Libeskind, Marteen Baas, Moritz Valdemayer, Maurizio Galante

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HIGHLIGHTS PRODUCT

ROMBO Lasvit, Rombo by Alessandro Mendini. Alessandro created this beast based on his conviction that every respectable objects has a dash of monstrosity. Lasvit, Rombo by Alessandro Mendini. Alla base della creazione di questo mostro, c’è la convinzione di Alessandro che ogni oggetto rispettabile contenga un pizzico di mostruosità.

SHOP AT:

www.milan.lasvit.com 31


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FONDAZIONE

PRADA The Salone’s biggest event was the inauguration of Fondazione Prada’s “Torre”; nine, 60 square meter floors of cement and glass, offering a bird’s eye view of Milan, from the San Siro stadium to Porta Nuova’s skyscrapers. Rem Koolhaas designed the structure to be monumental, from the height of the spaces (the top floor exceeds 8 meters), to the rooms in varying shapes (rectangles and trapezoids, to name a few). The windows along the staircase create a splendid play of light, and the large, luxurious elevator’s walls are covered in pink onyx. Each of the glass-walled spaces is dedicated to an art installation, and the top floor boasts a bar and 82 seat restaurant.

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Il grande evento della settimana del design è stato l’inaugurazione della Torre, il nuovo edificio della Fondazione Prada in cemento e vetro, nove piani per sessanta metri di larghezza, con vista a 360 su tutta la pianura di Milano dallo stadio San Siro ai grattacieli di Porta Nuova. Progettata da Rem Koolhaas, ha un impianto monumentale, sia nelle altezze degli spazi, che raggiungono gli otto metri all’ultimo livello, sia nella pianta delle sale che variano dal trapezio al rettangolo. Speciale il gioco di luci proiettato dalle finestre sulle scale. Prezioso il grande ascensore con pareti rivestite in onice rosa. Le grandi sale vetrate che aggettano nel vuoto sono dedicate ciascuna a una installazione artistica.


Upside Down Mushrooms Room (2000) di Carsten Holler, on display in the Atlas space, spanning several floors of the Torre. Project design, Miuccia Prada and Germano Celant. Upside Down Mushrooms Room (2000) di Carsten Holler, una delle opere esposte nell’ambito di Atlas, progetto nato da Miuccia Prada e Germano Celant messo in scena nei diversi piani della Torre.

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Previous page: Fondazione Prada, Milan. The Torre completes the Fondazione Prada construction in Milan. Design, Rem Koolhaas with Chris Van Duijn and Federico Pompignoli, OMA studio. This page: Inside Fondazione Prada's Torre. Pagina accanto: Fondazione Prada, Milano. La Torre segna il completamento della sede di Milano della Fondazione Prada progettata da Rem Koolhaas con Chris Van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA. In questa pagina: un interno della Torre.

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Inside the Atlas project; two views. Photos: Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti. Courtesy Fondazione Prada. Nell’ambito del progetto Atlas, due vedute di interni. Photo Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti Courtesy Fondazione Prada.

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The exhibition includes a number of the foundations artwork. Above, a piece by Jeff Koons. L’esibizione include numerose opere d’arte dalla collezione della Fondazione. In alto, un’opera di Jeff Koons.

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The Salone’s biggest event was the inauguration of Fondazione Prada’s Torre. In short, the highest level of quality applied

to even the smallest detail has always defined Prada’s work; the Torre is a perfect example

Il grande evento della Settimana del Design è stato l’inaugurazione della Torre, il nuovo edificio della Fondazione Prada. In sintesi il massimo della qualità sin nei minimi dettagli, che da sempre distingue le realizzazioni promosse da Prada.

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The Torre’s sixth-floor restaurant; Fondazione Prada. Il ristorante Torre al sesto piano del nuovo edificio della Fondazione Prada.

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The restaurant’s furnishings arrived directly from Philip Johnson’s 1958 Four Seasons Hotel in New York. Gio Ponti’s 1949 ceramic “Cappa per Caminetto” shines above the bar’s fireplace, coupled with Lucio Fontana’s 1948-54 “La Testa di Medusa”. His 1947 ceramic “Pilastro” waits at the restaurant’s entrance. The restaurant walls are scattered with plates created by artists including John Baldessari, Thomas Demand, Mariko Mori, Tobias Rehberger, Francesco Vezzoli, and John Wesly, bringing an immediate domestic feel to the space. On the evening of the press preview, Florentine artist Gianfranco Pampaloni was proud to present his bread basket design. In short, the highest level of quality applied to even the smallest detail has always defined Prada’s work, and the Torre is a perfect example.

All’ultimo piano un grande bar e il ristorante che conta 82 coperti. Gli arredi del ristorante provengono dal Four Season di New York, progettato da Philip Johnson nel 1958. Sopra il caminetto del bar brilla una grande ceramica a lustro “Cappa per Caminetto” di Giò Ponti (1949) che fa il paio con “La Testa di Medusa” di Lucio Fontana (1948-54); infine la ceramica “Pilastro” di Fontana (1947) introduce alla sala ristorante. Le pareti del ristorante sono decorate con piatti d’artista creati da John Baldessari, Thomas Demand, Mariko Mori, Tobias Rehberger, Francesco Vezzoli, John Wesly… Disposti quasi casualmente, regalano una immediata sensazione domestica. La sera dell’anteprima stampa ad accogliere nel bar c’era l’artistico argentiere fiorentino Gianfranco Pampaloni, orgoglioso di avere realizzato i cestini del pane. In sintesi il massimo della qualità, sin nei minimi dettagli, che da sempre distingue le realizzazioni promosse da Prada.

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#65 - VIVA DESIGN The Torre’s sixth-floor restaurant; Fondazione Prada. A view of the dining room. Il ristorante Torre al sesto piano del nuovo edificio della Fondazione Prada. Vista della sala interna.

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An outside view of the Torre’s restaurant. Esterno del ristorante Torre.

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CURIOUS B OY Munich-based artist and designer Markus Benesch showed an explosive collection of furnishing and wall paper for the Curious Boy brand during the 2018 Fuorisalone. Piazza Sant’Ambrogio’s historical Oratorio della Passione offered hidden angles, perfect for hosting his futuristic take on optical illusion; 4meter high, 4mm thick metal sheets, printed with colorful trompe l’oeil. Bavarian artisans under Benesch’s supervision handcrafted untreated poplar furnishings with jelly-like, transparent resin inlay, choreographed with accessories within the installation. Markus has once again surprised us with his unbridled and original figurative exuberance.

L’artista-designer Markus Benesch, basato a Monaco di Baviera, al Fuorisalone 2018 ha presentato Play, un’esplosiva collezione di arredi e carte da parati per il marchio Curious Boy, presso l’antico Oratorio della Passione in Piazza Sant’Ambrogio. Il segreto spazio dell’Oratorio è diventato lo scenario di una rappresentazione futuribile di illusioni ottiche, offerte da sottili lastre di metallo - solo 4 mm di spessore e alte 4 metri - con figurazioni policrome trompe l’oeil. La coreografia ospitava una collezione di arredi e accessori in truciolato di pioppo al naturale, percorso da intarsi gelatinosi di resina trasparente, realizzati a mano da esperti artigiani bavaresi sotto la supervisione di Markus Benesch che, ancora una volta, riesce a sorprendere con il suo originale e sfrenato rigoglio figurativo.

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Markus Benesch created Play, the new furnishing and wallpaper collection for Curious Boy. Markus Benesch presenta Play, una nuova collezione di arredi e carte da parati per Curious Boy.

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Markus Benesch’s Play installation during the Fuorisalone 2018 featured handcrafted Bavarian furnishing and wall paper. The artist and designer, who oversaw the collection, has yet again surprised us

Protagonisti dell’installazione Play, presentata da Markus Benesch al Fuorisalone 2018, arredi e carte da parati realizzati a mano da esperti artigiani bavaresi sotto la supervisione dell’artista-designer che riesce ancora una volta a sorprendere

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Markus Benesch celebrates a pre-medieval, post-futuristic scenario with his Play collection. Markus Benesch con la collezione Play celebra il carattere giocoso del design in uno scenario surreale pre-medievale-post-futuristico.

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Milan’s Basilica di Sant’Ambrogio’s oratory serves as a backdrop for the pieces; pictured, two perspectives. Le creazioni sono ospitate nell’antico oratorio della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. In queste foto, due diverse prospettive.

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#65 - VIVA DESIGN Cora, by Romeo Sozzi. Minimalist wood bookshelf with polished bronze detailing. Cora, by Romeo Sozzi, libreria con un design essenziale e una struttura in legno. I dettagli e i supporti sono in bronzo liscio.

INDIGO

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TA L E S

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Iris, by Romeo Sozzi. Chair, beech wood and polished bronze detailing. Iris, by Romeo Sozzi, sedia con struttura di faggio e dettagli in bronzo liscio.

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In 2018, Lombardy-based Promemoria celebrates 30 years of quality artisan manufacturing using only the finest natural materials. Romeo Sozzi founded the company in 1988, and since then, has established showrooms in Milan, Paris, London, New York, Moscow, Hamburg and Munich. Sozzi comes from four generations of woodworkers. In 2015, he purchased Bottega Ghianda, known for their fine woodworking, appointing Michele De Lucchi as artistic director. In the past two years they have expanded their range to lighting as well. For the first time in the company’s history, they had a stand in the Salone 2018. Promemoria’s range includes cabinets, bookshelves, consoles, side tables, sofas, table lamps, designed by Romeo and Davide Sozzi. They also rereleased the Bomb chair, upholstered luxuriously, originally designed by Massimo Morozzi in 1991. The new pieces confirm Romeo Sozzi’s talent of designing timelessly and elegantly while paying close attention to details, evoking a taste of Italian bourgeois without falling into the revival trap.

Promemoria, azienda lombarda d’alto artigianato, celebra nel 2018 trent’anni d’attività all’insegna di una produzione manuale d’alta qualità in materiali naturali pregiati. Fondata nel 1988 da Romeo Sozzi proveniente da una famiglia da quattro generazioni legata all’ebanisteria, l’azienda è in continua espansione sui mercati internazionali, con showroom a Milano, Parigi, Londra, New York, Mosca, Amburgo e Monaco. Nel 2015 ha acquisito Bottega Ghianda, marchio di alta ebanisteria, affidandone la direzione artistica a Michele De Lucchi. Negli ultimi due anni ha ampliato il suo raggio d’azione, affrontando progetti nel settore dell’illuminazione. Presente per la prima volta nel 2018 anche con uno stand alla Fiera, Promemoria ha proposto una variegata collezione comprendente madie, librerie, consolle, tavoli bassi, divani, lampade da tavolo, firmate da Romeo e Davide Sozzi e la riedizione, con rivestimento in tessuti pregiati, della poltroncina Bomb disegnata da Massimo Morozzi nel 1991. Le nuove proposte confermano la vocazione di Romeo Sozzi per un disegno elegante, al disopra delle tendenze stagionali, esaltato dalla cura dei dettagli, capace di evocare il gusto alto borghese italiano, senza cadere nella tentazione di facili revival..

Edon, by Davide Sozzi. Side table, four dark polished bronze elements fitted together. Edon, by Davide Sozzi, tavolo basso costituito da quattro unità in bronzo scuro liscio incastrate tra loro.

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Laos, by Romeo Sozzi. Wood cabinet with recessed handle and wooden doors. Laos, by Romeo Sozzi, madia con struttura in legno e con apertura tramite maniglia incassata. Versione con ante in legno.

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Laos, by Romeo Sozzi. Wood cabinet with recessed handle and glass doors Laos, by Romeo Sozzi, madia con struttura in legno e con apertura tramite maniglia incassata. Versione con ante in vetro.

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This page: Bomb, by Massimo Morozzi. Iconic, modern chair with a soft structure and non-removable elastic velvet cover. Next page: Zip.ico by Romeo Sozzi. The lamp is in an aluminum shell, and is available in three colors: gold, silver and bronze. In questa pagina: Bomb, by Massimo Morozzi, poltrona da salotto iconica e moderna che unisce a forme morbide un rivestimento non sfoderabile in velluti elastici. Nella pagina accanto: Zip.ico by Romeo Sozzi. La lampada è racchiusa in un guscio di alluminio disponibile in tre varianti colore: gold, silver e bronze.

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Promemoria’s first-ever stand during the 2018 Salone also included the rereleased Bomb armchair, originally designed by Massimo Morozzi in 1991

Presente per la prima volta nel 2018 anche con uno stand alla Fiera, Promemoria ha proposto la riedizione della poltroncina Bomb disegnata da Massimo Morozzi nel 1991

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Historical Promiscuities – Works by Adam Nathaniel Furman, exhibits lively and creative shapes and semantics. Photo: Paolo Pandullo. Historical Promiscuities – Works by Adam Nathaniel Furman mette in mostra forme e linguaggi carichi di vita e creatività. Foto di Paolo Pandullo.

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HISTORICAL

PROMISCUITIES Vudafieri-Saverino Partners hosted an installation dedicated to young British artist Adam Nathaniel Furman’s ceramics, manufactured by Tuscany-based Bitossi. The colorful, highly decorative gigantic vases scattered throughout the space fit in seamlessly, bringing exuberant creativity that broke free from a traditional take on decor. There was a surprise waiting in the basement: tiny architectural reproductions, loosely inspired by Roman monuments, adorned in a palette of shiny pastels. Adam worked for weeks on the minute, almost novello Goethe sculptures, capturing the Caput Mondi’s skyline with careful detailing and delicious and unexpected candy-colored bursts.

Lo studio di architettura Vudafieri-Saverino Partners ha ospitato, con la curatela di Luca Molinari, le ceramiche del giovane artista inglese Adam Nathaniel Furman, realizzate dall’azienda toscana Bitossi. Disseminati casualmente, quasi appartenessero al luogo, i grandi vasi con vistose e lucenti decorazioni policrome regalavano una sensazione di esuberante creatività, libera dai classici schemi decorativi. Il percorso terminava nel seminterrato con una sorpresa: delle micro architetture classiche, liberamente ispirate ai monumenti romani, declinate in una tavolozza di luccicanti colori pastello. Ispirato dalle opere della capitale, quasi novello Goethe, Adam ha trascorso settimane disegnando con minuzia i monumenti per poi farne delle policrome architetture da tavolo, trasformandole in una golosa magia, grazie all’utilizzo delle impreviste coloriture rubate ai pasticcini di zucchero.

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Adam Furman, Historical Promiscuities, Salone del Mobile 2018. Pictured: Memory Palace. Adam Furman, Historical Promiscuities, Salone del Mobile 2018. Nella foto: Memory Palace.

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Atelier Vudafieri-Saverino Partners hosted Adam Nathaniel Furman’s personal exhibition, Historical Promiscuities. Gli interni dell’Atelier Vudafieri-Saverino Partners ospitano la personale di Adam Nathaniel Furman Historical Promiscuities.

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#65 - FIELD #64 VIVA DESIGN NOTES

The Roman Singularity collection depicts historical architecture in minute, pastel-colored forms.Photo: Paolo Pandullo. La collezione dal titolo Roman Singularity raffigura oggetti in miniatura ispirati dalle architettetture storiche e colorate con toni pastello. Foto di Paolo Pandullo.

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Adam Nathaniel Furman’s gigantic ceramic vases, scattered casually throughout the space, brought an

exuberant creativity that broke free from the traditional take on decor. The colorful, highly decorated pieces were manufactured by Tuscany’s Bitossi

Disseminati casualmente, i grandi vasi in ceramica di Adam Nathaniel Furman - realizzate dall’azienda toscana Bitossi - con vistose e lucenti decorazioni policrome regalavano una sensazione di esuberante creatività, libera dai classici schemi decorativi

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#65 - VIVA DESIGN

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This page, a portrait of Adam Nathaniel Furman. Photo: Paolo Pandullo. Previous page, Pasquale, part of the Roman Singularity collection. In questa pagina, ritratto di Adam Nathaniel Furman. Foto di Paolo Pandullo. Nella pagina accanto, Pasquale, dalla collezione Roman Singularity.

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Adam Nathaniel Furman, ceramic works manufactured by Tuscany-based Bitossi. Pictured, Kalliope, Kallisto, Kallistrate. Adam Nathaniel Furman, opere in ceramica realizzate dall’azienda toscana Bitossi. Nelle foto, Kalliope, Kallisto, Kallistrate.

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Frida Kahlo, My Nurse and I, 1937. Frida Kahlo, La mia nutrice e io, 1937.

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The making of a vase; collaboration between Antonio Marras and Kiasmo. Realizzazione di uno dei vasi nati dalla collaborazione tra Antonio Marras e l’azienda Kiasmo.

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PREMIATA DITTA

MARAS & CO 77


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Above, Antonio Marras and Vincenzo D’Alba paint vases within the Cola di Rienzo space during this past Fuorisalone. Below, an example of one of the finished spaces.

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In alto, Antonio Marras e Vincenzo D’Alba di Kiasmo mentre realizzano gli oggetti posti a decoro dello spazio di via Cola di Rienzo durante il Fuorisalone. Sotto, un esempio.

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Pictured, several pieces from Sabas’ collection, hand-painted by Marras himself. Nella foto, alcuni elementi della collezione di Saba, contraddistinti da interventi pittorici realizzati da Antonio Marras.

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This page, wallpaper by Antonio Marras and Wall&Decò. Previous page, Amacord series; handcrafted pillows, Marras and Kiasmo. In questa pagina, carta da parati nata dalla collaborazione tra Antonio Marras e Wall&Decò. Accanto, serie di cuscini Amarcord, realizzati a quattro mani con l’azienda Kiasmo.

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Bottom, Portrait plates, inspired by historic illustrations, designed by Marras and D’Alba (Kiasmo). Nella foto in basso, serie di piatti Portrait, composta da disegni carichi di uno storico plasticismo e disegnata da Marras e D’Alba (Kiasmo).

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Saba’s light hand and poetic color palette fit perfectly with Marras’ art; Antonio reinterpreted the New York furnishing collection. Above and left, several of the pieces. La leggerezze del gesto e la poesia del colore tipici di Saba trovano molti punti di incontro con l’arte di Marras che reinterpreta l’iconica collezione di divani e poltroncine New York. Sopra e a sinistra in alto due esempi.

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The Domus De Rana restaurant, designed by the Marras and Rana families. Pictured, a view of the interior. Ristorante Domus De Rana, progetto delle famiglie Marras e Rana. Nell’immagine, una veduta di interni.

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This page, Antonio and Patrizia Marras with Antonella Rana. Next page, the mise en place that graces each table in the Domus De Rana restaurant. Sopra, Antonio e Patrizia Marras con Antonella Rana. Nella pagina accanto, un dettaglio della mise en place di uno dei tavoli della Domus De Rana.

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