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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.
The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.
www.themoodboarders.com
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CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI
DOMITILLA DARDI
MELODIE LEUNG
Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion
As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.
Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.
Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.
Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.
Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.
FRANCESCA TAGLIABUE
LI JUN
Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe
I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.
Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.
Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.
GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.
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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.
EDITORIAL STAFF
CRISTINA MOROZZI
ERIKA MARTINO
LUCA MAZZA
ARIANNA BURECA
GIULIA PACI
CECILIA MERCURI
Editorial Staff
Editorial Staff
NOEMI PATRIARCA
MELISSA MARCHESE
Editor- in-Chief
Graphic Designer
Founder and Managing Editor
Founder and Art Director
Editorial Staff
Translator
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CONT ENTS SOMMARIO
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OBJETS NOMADES Louis Vuitton brought his Objets Nomades to Milan’s Palazzo Bocconi once again this year. Invited designers included Fernando and Humberto Campana... Anche quest’anno Louis Vuitton ha portato a Milano i suoi Objets Nomades nella cornice dello storico Palazzo Bocconi. Tra i designer invitati, Fernando e Humberto Campana, che per questa edizione ...
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ROUND SHAPES The need to look to design as a means to enhance our diners approach toward the Torre del Saracino restaurant is an urgency that comes to light... La necessità di guardare al design per migliorare l’approccio dei commensali al ristorante Torre del Saracino è un’impellenza nata poco...
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ICONIC HANDBAGS New York’s MAD museum is hosting the exhibition, “Crafting a New York Story”, running until August 2017, dedicated to Judith Leiber and her memorable... Il Mad, Museo di Arti e Design di New York, dedica sino all’ Agosto 2017 una mostra alla designer Judith Leiber, “Crafting a New York Story”, esponendo...
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SPAZIO CONVERSO Spazio Converso, the current home to CLS architetti studio, has become a foundation for contemporary art. Milan’s Franco Mazzucchelli began... Con la personale dell’artista milanese Franco Mazzucchelli, lo spazio Converso, oggi sede dello studio di architettura CLS architetti, è diventato una fondazione ...
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FORM IN MOTION The noted Italian auto designer, Walter de Silva, has created over 100 different models, and is the ex-director of Alfa Romeo and Volkswagen style centers... Walter de Silva, noto designer italiano attivo nella progettazione di automobili, firma di oltre un centinaio di auto, ex direttore del Centro stile Alfa Romeo...
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ILLUMINATED BY THE DIVINE During this past Milan Design Week (April 4-9, 2017), Antonio Marras’ space (Via Cola di Rienzo) was transformed into a theatre filled with magical... Durante la settimana del design (Milano, 4-9 Aprile 2017) lo spazio di Antonio Marras in via Cola di Rienzo è stato teatro di magiche presentazioni ...
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To distance ourselves from the indigestion following this past Salone del Mobile, this number will
discuss varying
things,
solidifying the conviction that varying art forms have
mutable borders, and that contamination between them is ever-increasing
Per prendere le distanze dall’indigestione di design della settimana del Salone del Mobile milanese, gli argomenti di questa puntata saranno vari, nella convinzione che tra le arti i confini siano sempre piÚ labili e le contaminazioni sempre piÚ frequenti.
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EDITORIAL by Cristina Morozzi
CONTAMINATION To distance ourselves from the “indigestion” following this past Salone del Mobile, this number will discuss varying things. Louis Vuitton presented Objets Nomades, the perfect setting where art, accessory design, fashion and interior design were able to mix together, solidifying the conviction that varying art forms have mutable borders, and that contamination between them is ever-increasing.
Per prendere le distanze dall’indigestione di design della settimana del Salone del Mobile milanese, gli argomenti di questa puntata saranno vari. La presentazione di Objets Nomades, promossa da Louis Vuitton, è il buon pretesto per mescolare arte, design degli accessori, moda e interior, nella convinzione che tra le arti i confini siano sempre più labili e le contaminazioni sempre più frequenti.
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Objects
NOMADES 10
Hammock, Atelier Oï. Amaca, Atelier Oï.
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Louis Vuitton brought his Objets Nomades to Milan’s Palazzo Bocconi once again this year. Invited designers included Fernando and Humberto Campana, who designed a shell-like sofa in soft leather, filled with round pillows, and a sparkling installation by Atelier Oï. Marcel Wanders created the genius, refined braided entrance. India Mahdavi designed an outside space fashioned into a relaxing room decorated in tropical motifs, hammocks hanging and low, luxurious tables lying under the shade of palm trees in a bed of sand. Tokujin Yoshioka designed a stool, a sort of pinwheel resembling the brand’s logo, available in wood and soft leather, or golden brass. Patricia Urquiola created a many-handled rocking chair that took inspiration from one of their handbags; the handles make for enhanced oscillation. Raw Edges continued their study of foldable items with an origami chair made from the same materials traditionally used to produce trunks. Anche quest’anno Louis Vuitton ha portato a Milano i suoi Objets Nomades nella cornice dello storico Palazzo Bocconi. Tra i designer invitati, Fernando e Humberto Campana, che per questa edizione hanno proposto un divano, costituito da un scocca avvolgente in pelle riempita di cuscini rotondi; Ateleir Oï con una scintillante installazione; Marcel Wanders con il raffinato virtuoso intreccio elaborato per l’ingresso. Ancora, India Mahdavi con uno spazio da esterni: una stanza intera destinata ad un relax di stampo tropicale, con amache sospese, preziosi tavolini bassi adagiati su un letto di sabbia, all’ombra di palme. Tokujin Yoshioka ha invece realizzato uno sgabello, sorta di girandola in legno e morbida pelle, o in ottone dorato, ispirato al logo del marchio. Mentre Patricia Urquiola ha disegnato una sedia a dondolo, ispirata a una borsa, con tanto di maniglie per una migliore oscillazione. Infine Raw Edges proseguono la loro ricerca sugli oggetti pieghevoli con una sedia origami, fabbricata con materiali con i quali, tradizionalmente, si costruiscono i bauli.
On this page: top, folded lounge chair; below, open lounge chair. Left: chair and hammock by Patricia Urquiola. In questa pagina: in alto, lounge chair, piegata; in basso, lounge chair, distesa. A sinistra, sedia e amaca di Patricia Urquiola.
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On this page: Bomboca, by Fernando and Humberto Campana. The seat can also be used as an ottoman (pictured above). Right: lifestyle swing, by Atelier Oï. In questa pagina: Bomboca, di Fernando e Humberto Campana. La seduta può essere usata anche come pouf (in alto). A destra, lifestyle swing, di Atelier Oï.
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Hammock, Atelier Oï. Amaca, Atelier Oï.
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Louis Vuitton brought his Objets Nomades to Milan’s Palazzo Bocconi once again this year. Invited designers included Fernando and Humberto Campana, Atelier Oï, Marcel Wanders, India Mahdavi, Tokujin Yoshioka, Patricia Urquiola and Raw Edges
Anche quest’anno Louis Vuitton ha portato a Milano i suoi Objets Nomades nella cornice dello storico Palazzo Bocconi. Tra i designer invitati, Fernando e Humberto Campana, Atelier Oï, Marcel Wanders, India Mahdavi, Tokujin Yoshioka, Patricia Urquiola e i Raw Edges .
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Beach Chair, by Maarten Baas, is a leather folding chair. Beach Chair, di Maarten Baas, è una sedia potatile fatta di vera pelle.
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Chair, Atelier Oï. Sedia di Atelier Oï.
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R O U N D
SHAPES The need to look to design as a means to enhance our diners approach toward the Torre del Saracino restaurant is an urgency that comes to light little by little. Our desire is to make the gastronomic “itinerary” complete, soliciting both aesthetic senses and fluid utility to create an exclusive lexis that identifies and narrates Torre del Saracino. I love round shapes; circles, arches, the soft curve of a plate lending a tinge of harmonious taste, welcoming the objects surrounding it. I love transparency, a measure of what is good and beautiful, in the kitchen as in life. In the restaurant, there are curved, ocular lenses serving as portholes between the dining room and the kitchen. They give diners a fantastic view into the kitchen, and the kitchen a view of those seated at the tables.
Le forme circolari. La necessità di guardare al de-
sign per migliorare l’approccio dei commensali al ristorante Torre del Saracino è un’impellenza nata poco alla volta. Si è manifestata come voglia di rendere più completo il percorso gastronomico, sollecitando il senso estetico e la facilità di utilizzo per diventare poi cifra di un linguaggio esclusivo che potesse identificare e raccontare la Torre del Saracino. Io amo le forme circolari, il tondo, l’arco, il morbido di un piatto ancora più pronto a sottolineare la sferzata di gusto nell’armonia degli oggetti che lo circondano e lo accolgono. Mi piacciono le trasparenze, che sono l’indicatore del buono e del bello in cucina come nella vita. Alla Torre del Saracino ci sono gli occhi circolari che con lenti curve creano bocche di osservazione tra sala e cucina. Restituiscono un’immagine fantastica della sala a chi lavora in cucina, e della cucina a chi è accomodato ai tavoli. by Gennaro Esposito
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The need to look to design as a means to enhance our diners approach toward the Torre del Saracino restaurant is an urgency that comes to light little by little. I love round shapes; circles, arches, the soft curve of a plate lending a tinge of harmonious taste, welcoming the objects surrounding it
La necessità di guardare al design per migliorare l’approccio dei commensali al ristorante Torre del Saracino è un’impellenza nata poco alla volta. Io amo le forme circolari, il tondo, l’arco, il morbido di un piatto pronto a sottolineare la sferzata di gusto nell’armonia degli oggetti che lo circondano.
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Ocular lenses give a glimpse into the kitchen. Lente circolare che permette di vedere la cucina.
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ICONIC
H A N D BAG S New York’s MAD museum is hosting the exhibition, “Crafting a New York Story”, running until August 2017, dedicated to Judith Leiber and her memorable clutches. Judith has been making bags for 65 years, starting from her apprenticeship in Budapest, and continuing through the creation of her own brand in New York. Her clutches, made of varying media including gilded metal, recount the choice material of the time. Driven by limitless imagination, she designed bags in the shape of animals and food, each realistic figure featuring a surreal touch. Her clutches are not only functional accessories, true signs of the times, but products of the blank page where Judith crafted her tales. Her wide-ranging repertoire was an endless source of inspiration in a time laden with a return to the figurative…and remains so today.
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Il Mad, Museo di Arti e Design di New York, dedica sino all’ Agosto 2017 una mostra alla designer Judith Leiber, “Crafting a New York Story”, esponendo una serie delle sue memorabili clutch. Judith ha realizzato borsette per 65 anni, dall’apprendimento a Budapest, sino alla creazione a New York di un proprio brand. Le sue clutch, realizzate nei più diversi materiali, metallo dorato compreso, sono un racconto della storia materiale del periodo, nutrito da una fantasia senza limiti, che contemplava anche borsette a forma di animali e di cibo, da una spiccata attitudine figurativa e da un tocco surrealista. Le sue clutch, oltre che funzionali accessori, fedeli nelle sagome alle tendenze epocali, equivalgono alla pagina bianca dove Judith raffigurava le proprie storie. Il suo variegato repertorio, in un periodo di ritorno al figurativo, si rivela un’inesauribile fonte d’ispirazione, tutt’ora attuale.
Cocktail Party Clutch, Judith Leiber; Crafting a New York Story. Photo, Gary Mamay, 1992. Clutch Cocktail Party, di Judith Leiber per la mostra Crafting a New York Story, foto di Gary Mamay, 1992.
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Judith Leiber: Crafting a New York Story’ exhibition. This page: Buddah; right: Penguin. Photo: Jenna Bascom. Judith Leiber: Crafting a New York Story’. In questa pagina, Buddah; a destra, pinguino. Foto di Jenna Bascom.
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MAD museum has dedicated the exhibition, Crafting a New York Story, to Judith Leiber’s clutches; not only functional accessories, true signs of the times, but products of the blank page where Judith, for 65 years, crafted her tales
Le clutch della designer Judith Leiber, cui il Mad dedica la mostra Crafting a New York Story, oltre che funzionali accessori, fedeli nelle sagome alle tendenze epocali, equivalgono alla pagina bianca dove Judith, per 65 anni, ha raffigurato le proprie storie
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Portrait of Judith Leiber. Top left, Rhinestone-encrusted minaudière modeled ‘Street Story Quilt’, 1987. Below, Rhinestone-encrusted minaudière modeled ‘The Purple Quilt’. Photo: Gary Mamay. Ritratto di Judith Leiber. A sinistra, due pochette tempestate di diamanti: in alto, “Street Story Quilt”, 1987; in basso, “The Purple Quilt”. Foto di Gary Mamay.
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Previous page - Top: Asparagus minaudière with rhinestones, 1996; bottom: Watermelon minaudière with rhinestones, 1991. Photos by Gary Mamay. This page, from the top: Grouse minaudière with rhinestones, 1980; Claudette Colbert minaudière with rhinestones, 1980; Inrõ-inspired minaudière with rhinestones, 1988. Pagina precedente - In alto: pochette Asparagus con diamanti , 1996; in basso: pochette Watermelon con diamanti, 1991. Foto di Gary Mamay. Questa pagina - Dall’alto: pochette Grouse con diamanti, 1980; pochette Claudette Colbert con diamanti, 1980; pochette Inrõinspired con diamanti, 1988. Foto di Gary Mamay.
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On this page and left: a view of ‘Crafting a New York Story’ for Judith Leiber, MAD, NY. In questa pagina e a sinistra: vista dell’installazione Crafting a New York Story di Judith Leiber press il MAD, NY.
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Judith Leiber’s
clutches, made of varying media including gilded metal, recount the choice material of the time, and were
limitless imagination;
driven by
she designed bags in the shape of animals and food
Le clutch di Judith Leiber, realizzate nei piĂš diversi materiali, metallo dorato compreso, sono un racconto della storia materiale del periodo, nutrito da una fantasia senza limiti, che contemplava anche borsette a forma di animali e di cibo.
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HIGHLIGHTS PRODUCT
WISDOM OWL MINAUDIERE Wisdom owl minaudiere from Judith Leiber’s New Collection. Clutch tempestata di diamanti Wisdom Owl dalla collezione Judith Leiber $ 4.995
SHOP AT:
www.judithleiber.com
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S PA Z I O CONVERSO Spazio Converso, the current home to CLS Architetti Studio, has become a foundation for contemporary art. Milan’s Franco Mazzucchelli began it all, with a personal exhibition curated by the space’s current Art Director, Alexander May, who chose the artist for the first installation. The church, altar and all, was completely covered in clear plastic as if trapped in a bubble, visible from a platform above the altar, which was destined to become multiple conference rooms. Upon entering, one was removed from reality, as if surrounded by a foggy cloud that turned the Basilica’s architecture almost evanescent. The inauguration of February 26th saw an informal dinner in the church’s basement, now the studio’s archives, hosting international guests including photographer Bruce Weber and Naomi Campbell in her infallible splendor. The fondazione Converso, from the beginning, has already proven to be one of Milan’s cult destinations.
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Con la personale dell’artista milanese Franco Mazzucchelli, lo Spazio Converso, oggi sede dello studio di architettura CLS Architetti, è diventato una fondazione dedicata all’arte contemporanea, con l’Art Direction di Alexander May che ha, personalmente, voluto iniziare il percorso con l’artista di Milano. La chiesa, altare compreso, è stata totalmente avvolta in teli di plastica trasparente, come dentro una bolla, visibile dalla piattaforma sopraelevata sopra l’altare, destinata a sala riunioni. Entrando la sensazione era straniante: all’improvviso pareva di essere avvolti entro una nube di nebbia, che rendeva evanescente la struttura architettonica della basilica. Il 26 febbraio, la serata di inaugurazione è stata seguita da una cena informale nel seminterrato della chiesa, dove ha sede l’archivio dello studio, con ospiti internazionali: dal fotografo Bruce Weber a Naomi Campbell in tutto il suo inossidabile splendore... la fondazione Converso, sin dal suo debutto, si rivela destinata a diventare uno dei luoghi “culto” di Milano.
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Spazio Converso, Franco Mazzucchelli. Riappropriation. View of the deconsecrated church. Spazio Converso, Franco Mazzucchelli, Riappropriazione. Vista della chiesa sconsacrata.
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Spazio Converso, Franco Mazzucchelli. Riappropriation. Two views of the deconsecrated church. Spazio Converso, Franco Mazzucchelli, Riappropriazione. Due punti della chiesa sconsacrata.
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Spazio Converso, the current home to CLS Architetti Studio, has become a foundation for contemporary art: the church, altar and all, was completely covered in clear plastic, as if trapped inside a bubble; the exhibition was created by Milan’s Franco
Mazzucchelli
Lo Spazio Converso è diventato una fondazione dedicata all’arte contemporanea: la chiesa, altare compreso, è stata totalmente avvolta in teli di plastica trasparente, come dentro una bolla, dall’artista milanese Franco Mazzucchelli
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FORM in
MOTIONS
The noted Italian auto designer, Walter de Silva, has created over 100 different models, and is the ex-director of Alfa Romeo and Volkswagen style centers. After having won a Compasso d’Oro and reached the point of retirement, he decided to spend his time designing footwear, following in the footsteps of his relatives, owners of the Scola, a shoe company providing only the best to Milan’s upper crust. De Silva’s collection, developed and produced by GGR, features elegant, refined feminine silhouettes and towering heels alla Manolo Blahnik. It is not at all surprising that an auto designer has moved on to shoes, seeing as both share ergonomic and aesthetic principles. In the end, if man’s mobility lies within a car cockpit, the same goes for the foot, and the shoe that fits should not only be pleasurable, but as welcoming as possible. Who better than an auto designer for the job?
Walter de Silva, noto designer italiano attivo nella progettazione di automobili, firma di oltre un centinaio di auto, ex direttore del Centro stile Alfa Romeo e del Centro stile Wolkswagen, Compasso d’Oro alla carriera, raggiunta l’età della pensione ha deciso di abbandonare le auto per dedicarsi al disegno della scarpe, ripartendo dall’origine della propria famiglia, che possedeva il calzaturificio Scola, fornitore della buona borghesia milanese. La collezione di de Silva, sviluppata e fabbricata dalla GGR, comprende una serie di modelli di calzature femminili, dalla silhouette affilata, per lo più con tacchi alti, di raffinata eleganza, quasi Walter abbia a modello l’arte di Manolo Blahnik. Non c’è da stupirsi, del resto, che un designer d’auto si dedichi al progetto di calzature, dato che i principi sono i medesimi: ergonomia, comfort, estetica. Infine, se per la mobilità dell’uomo l’auto è il suo abitacolo, la scarpa lo è per il piede e conviene sia, oltre che gradevole, il più accogliente possibile. Chi meglio di un designer di auto può riuscirci?
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This page: Emanuelle Blue; right, from top: black suede, black glitter, and black patent sandals. In questa pagina: scarpa Emanuelle Blue; a destra, dall’alto: sandalo di camoscio nero, luccicante nero e di vernice.
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De Silva’s collection features elegant, refined feminine silhouettes and towering heels. If man’s
mobility lies within a car cockpit, the same goes for the foot, and the shoe that fits should be as welcoming as possible
La collezione di de Silva comprende una serie di modelli di calzature femminili dalla silhouette affilata, per lo più con tacchi alti, di raffinata eleganza. Se per la mobilità dell’uomo l’auto è il suo abitacolo, la scarpa lo è per il piede e conviene che sia il più accogliente possibile.
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HIGHLIGHTS PRODUCT
BOW-EMBELLISHED SUEDE SANDALS Bow-Embellished Suede Sandals Sandalo in camoscio con fiocco sul retro.- $ 945
SHOP AT:
www.barneys.com
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ILLUMINATED by the
DIVINE During this past Milan Design Week (April 4-9, 2017), Antonio Marras’ space (Via Cola di Rienzo) was transformed into a theatre filled with magical presentations focusing on light. The first-time collaboration with Fernando and Humberto Campana saw a mix of mismatched poetics joined by strong artisan ethics. Antonio presented his dress-lamps once again, highlighting the bond between haute couture and design. The Campana brothers, instead, dedicated themselves entirely to embroidery, creating 35 lamps covered in hand-stitched portraits on traditional fabric. The Bandidos Illuminados series are portraits depicting some of the world’s most infamous outlaws, including several legendary Sardinian bandits. Light made its own magical spectacle in the restaurant, open during the Salone, again thanks to Antonio Marras, in collaboration with prodigious flower designer Tonino Serra; crystals bloomed as if they were plants, surrounded by calculated vintage touches, like the boiserie made of antique doors. Once again, Marras’ talent for decorating interiors has come “to light”.
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M’illumino d’immenso. Durante la settimana
del design (Milano, 4-9 Aprile 2017) lo spazio di Antonio Marras in via Cola di Rienzo è stato teatro di magiche presentazioni, incentrate sulla luce con, per la prima volta, la collaborazione di Fernando e Humberto Campana. Le due poetiche sono dissimili, ma accomunate dalla medesima attitudine artigianale. Antonio ha riproposto le sue lampade-abito, sottolineando il legame tra couture e design. I fratelli Campana hanno fatto propria l’arte del ricamo, immaginando 35 lampade costitute da volti ricamati manualmente su classici telai da ricamo: tra questi, la serie Bandidos Illuminados, riproducenti i volti dei fuorilegge più noti al mondo, compresi alcuni leggendari banditi sardi. La magia della luce aveva il suo spettacolare epilogo nel ristorante, funzionante durante la settimana del Salone, allestito da Antonio Marras con la collaborazione del suo staff e del prodigioso flower designer Tonino Serra: uno spazio, dove i cristalli fiorivano con lo stesso rigoglio delle piante, dotato di calibrati accenni vintage, come la boiserie realizzata con vecchie porte che, ancora una volta, testimonia lo speciale talento di Antonio Marras come interior designer.
Retrados Illuminados lamp, Campana Brothers and Antonio Marras, 2017. Lampada Retrados Illuminados, Fratelli Campana e Antonio Marras, 2017.
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Antonio Marras’ portrait into M’illumino d’Immenso exhibition space, 2017. Ritratto di Antonio Marras nello spazio M’illumino d’Immenso, 2017.
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Antonio Marras
presented his dress-lamps once again, highlighting the bond between haute couture and design. The Campana
brothers dedicated themselves entirely to embroidery, creating 35 lamps, including the Bandidos Illuminados series, handstitched portraits depicting some of the world’s most famous outlaws
Antonio Marras ha riproposto le sue lampade-abito, sottolineando il legame tra couture e design. I fratelli Campana hanno fatto propria l’arte del ricamo, immaginando 35 lampade, tra cui la serie Bandidos Illuminados riproducente volti di famosi fuorilegge ricamati manualmente.
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Top: Retrados Illuminados. Antonio Marras and Campana brothers 2017. Bottom: Orfanelle, Antonio Marras 2017. Right: Image from the Immagini della rassegna M’illumino d’immenso presso lo spazio Marras.
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Details from the M’illumino d’immenso collection, Spazio Marras. Dettagli della rassegna M’illumino d’immenso presso lo spazio Marras.
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