#103 INTERPRETATIONS

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#103 - INTERPRETATIONS

#103 INTERPRETATIONS Cover : © Aishy, Red Lights, Vatican

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

ERIKA MARTINO

Founder and Managing Editor

BENEDETTA ALOISI Editorial Staff

LUCA MAZZA

Founder and Art Director

MELISSA MARCHESE Translator

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CONT ENTS SOMMARIO

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GIACOMO GIANNINI In the scheme of those who visually narrate the design world, Giacomo Giannini is an exceptional example of a photographer who moves beyond the simplicity of styling and still life shots... Giacomo Giannini, nel panorama di quanti si occupano di raccontare il design, è un fotografo speciale, al di là dello still life e dello styling, che ha introdotto nell’asettico mondo di...

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PAOLO PETTIGIANI Turin born art director and photographer Paolo Pettigiani, after having graduated from the Politecnico di Torino, co-founded No Panic, an agency focused on digital communications and brand identity.... Paolo Pettigiani, torinese, diplomato in design al Politecnico di Torino, fotografo e art director, è cofondatore della No Panic agency, focalizzata sulla comunicazione digitale e sulla strategia narrativa...

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GUIDO MOCAFICO Guido Mocafico revealed that the first time he captured a snake, he almost lost consciousness. He was always petrified of reptiles, and yet found them wonderfully fascinating. The dichotomy of repulsion... “La prima volta che ho fotografato un serpente da vicino - confessa Guido Mocafico - sono quasi svenuto. Ho sempre avuto il terrore di questi rettili, ma li trovo anche terribilmente affascinanti...

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RICCARDO BUCCI I’ve known Riccardo Bucci for many years, as he is a long-time friend of my eldest son. After having completed a degree in Architecture, photography took center stage as a true passion thanks to... Conosco da tanti anni Riccardo Bucci, grande e storico amico di mio figlio maggiore. Dopo la laurea in architettura, la fotografia è diventata la sua ragione di vita, grazie a Gabriele Basilico che...

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RAYMOND DEPARDON Milan’s Triennale di Milano, in agreement with the Fondation Cartier, is hosting “La Vita Moderna” from October 2021 to April 2022. The exhibition featuring the work of French photographer and filmaker... La Triennale di Milano, grazie all’accordo siglato con la Fondation Cartier, ospita dal 16 ottobre 2021 sino all’Aprile 2022 “La Vita Moderna”, l’esposizione del fotografo e cineasta francese...

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RED LIGHTS: VATICAN Nantes-born art director and photographer Aishy loves to transfigure his images using colored lights, bringing high drama to his interpretation of interiors. The Red Lights:Vatican is emblematic... Aishy, art director e fotografo, di base a Nantes, ama trasfigurare le sue immagini con l’utilizzo di luci colorate. Specializzato in interni, grazie ai giochi di luci colorate trasfigura e drammatizza le...

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ROBERT CAPA Abano Terme, Padova’s Villa Bassi Rathgeb is hosting the “Oltre la Guerra” retrospective dedicated to Robert Capa, and curated by Marco Minuz. Capa was renowned as a war reporter, and his... Dal 15 gennaio 2022 al 05 Giugno 2022, a Abano Terme (Padova), Villa Bassi Rathgeb ospita una retrospettiva di Robert Capa, titolata “Oltre la Guerra” e curata da Marco Minuz. Robert Capa...

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The 103rd issue of The Moodboarders is dedicated to photography, and those who consciously interpret the art with a professional yet highly personal approach,

capturing

an idea, a dream, or a desire

Il numero 103 di The Moodboarders è dedicato alla fotografia, e a chi consapevolmente interpreta l'arte con un approccio professionale ma altamente personale, cogliendo un'idea, un sogno o un desiderio © Triennale Milano - Ph. Gianluca Di Ioia

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

INTERPRETATIONS Milan’s La Triennale is paying homage to photographer Giovanni Gastel (Milan, 1955 - 2021), who recently and unexpectedly passed, with two exhibitions: Piero Lissoni’s curation of “The people I like”, running from December 1, 2021 to March 13, 2022, and “I gioielli della fantasia”, in collaboration with the Museo di fotografia contemporanea, running the same dates. Giovanni was not only a genius photographer known for his portraits and transgressive still life images, but as a refined poet. His thoughts and observations on his personal methodology, the fruit of extensive foreign travel, were captured in the “Giovanni Gastel” edition, created for the 2016 exhibition celebrating the photographer’s 40 year career, hosted within Milan’s Palazzo della Ragione, curated by Germano Celant. The publication reveals how he saw beyond the subject at hand, instead focusing on an idea, a dream, or a desire, and he revealed that it was his mind that took the photograph; a joyous, creative pursuit over five continents where his life and art nourished his mind. His professional life was dedicated to improvement, every step towards refinement, even in the slightest way. This last thought is the pulse of The Moodboarders 103, dedicated to photography, and those who consciously interpret the art with a professional yet highly personal approach.

La Triennale di Milano rende omaggio al fotografo Giovanni Gastel, (Milano 19552021) recentemente e improvvisamente scomparso, con due mostre “The people I like”(1dicembre 2021-13 marzo 2022), allestita da Piero Lissoni e “I gioielli delle fantasia” (1 dicembre-13 marzo 2022) in collaborazione con il Museo di fotografia contemporanea. Giovanni è stato un grande fotografo, noto per i suoi ritratti e per i suoi trasgressivi still life, e un raffinato poeta. Nel volume “Giovanni Gastel” (Silvana editoriale), pubblicato in occasione della mostra a Milano, a Palazzo della Ragione nel 2016, curata da Germano Celant, omaggio ai suoi quarant’anni di carriera, sono raccolti pensieri e osservazioni sulla sua metodologia di lavoro, coltivata con numerosi viaggi all’estero, che rivelano la sua capacità di vedere oltre il soggetto, di suggerire un’idea, un sogno, un desiderio. In un’intervista dichiarò “che era il cervello a scattare le foto”. A riguardo disse che “aveva portato la sua vita e la sua fotografia in giro per il mondo, in una gioiosa rincorsa creativa, e che aveva nutrito il suo mondo interiore muovendosi per cinque continenti”. La sua vita professionale è stata spesa nella ricerca del miglioramento: “Ho sempre avuto la sensazione – affermava - a ogni tappa del mio percorso, di migliorare anche lievemente.” Nella sua ultima intervista dichiarò a Giovanna Calvenzi, nota critica di fotografia: “Io interpreto, non rappresento.” Il suo ultimo messaggio è la chiave di lettura del n.103 di Moodboarders, dedicato alla fotografia, raccontata come modalità conoscitiva e interpretativa di alcuni fotografi, caratterizzati da approcci professionali molto personali.

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GG

GIACOMO GIANNINI In the scheme of those who visually narrate the design world, Giacomo Giannini is an exceptional example of a photographer who moves beyond the simplicity of styling and still life shots to inject a hyper-personal interpretation of a normally ascetic world. During a presentation of his work on September 23, 2021 within Milan’s Triennale, he spoke with designer and critic Patrizia Scarzella, explaining that he always desired to bring context to his photography, freeing them of the strict, static backgrounds that leave furnishing bathed in ar tificial lighting and abstract, static positions that only result in a sor t of design purgator y. I’ve worked with him on various repor tage during the Salone del Mobile, and for Interni magazine, and confirm his ability to apply an original, expressive narrative through “decontextualized contextualization”. I apologize for the play on words, but Giannini is unique because he has the courage to place design objects in unexpected places that or thodox photographers would have considered, while examining traditional layouts, sacrilege. Giacomo brought a human touch to the design world, pairing characters and situations that are not of the “status quo”, adding a play ful, vernacular air.

©GG - Edra, grazie per le corna

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Giacomo Giannini, nel panorama di quanti si occupano di raccontare il design, è un fotografo speciale, al di là dello still life e dello styling, che ha introdotto nell’asettico mondo di questa disciplina un’interpretazione molto personale. Presentando il suo lavoro a una conferenza alla Triennale di Milano, il 23 settembre 2021, in dialogo con Patrizia Scarzella, designer e critica, ha raccontato che ha sempre cercato di contestualizzare le sue foto, per liberarsi dalla dittatura delle fotografie sul limbo bianco, con illuminazione artificiale, che restituiscono dei prodotti d’arredo un’immagine statica e astratta. Conosco il suo metodo perché ho collaborato con lui in vari reportage del Fuori Salone di Milano, per la rivista Interni, e mi sento di affermare che la sua originale cifra espressiva è la sua capacità di “decontestualizzare contestualizzando”. Chiedo venia per il bisticcio di parole. Credo che la sua unicità consista proprio nel suo coraggio di inserire i prodotti di design in contesti impropri, lontani dalle ambientazioni studiate a tavolino dei fotografi ortodossi. Giacomo umanizza il design associandolo a situazioni e personaggi che non appartengono al suo tradizionale pubblico di riferimento, aggiungendo, talvolta, anche qualche tocco vernacolare e ludico.


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©GG - Alessi, AnnaG, NYC 12


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©GG - Smarrita Dragonfly 14


Giacomo Giannini is an exceptional example of a photographer who

moves beyond simplicity, injecting his hyper-personal interpretation of a normally ascetic world

Giacomo Giannini, nel panorama di quanti si occupano di raccontare il design, è un fotografo speciale, al di là dello still life e dello styling, che ha introdotto nell’asettico mondo di questa disciplina un’interpretazione molto personale

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©GG - Interni, Tribalismo Culto 16


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©GG - Edra, le sorelle 18


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Giannini has an ability to apply an original, expressive narrative through

decontextualized contextualization, words that describe

the courage to place objects in

unexpected places

Giannini ha la capacità di applicare una narrazione originale ed espressiva, attraverso la contestualizzazione decontestualizzata, parole che descrivono il coraggio di collocare oggetti in luoghi inaspettati

©GG - Alessi, Firebrid 20


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©Paolo Pettigiani 22


Paolo pettigiani Turin born ar t director and photographer Paolo Pettigiani, after having graduated from the Politecnico di Torino, co-founded No Panic, an agency focused on digital communications and brand identity. He states that he loves to transfer his diverse way of seeing the world around him, and is captivated by the Alpines, urban ares like New York’s Central Park, a city that in itself provides unending, vital inspiration. Pettigiani’s photography is illuminated in rose tones. He currently has his eye on France’s metropolitan and rural elements, including the Mont Saint Michel abbey, fields of lavender in Provence, and the terraces of Versailles.

Paolo Pettigiani, torinese, diplomato in design al Politecnico di Torino, fotografo e art director, è co- fondatore della No Panic agency, focalizzata sulla comunicazione digitale e sulla strategia narrativa dei brand. Dichiara che ama guardare il mondo dal suo punto di vista, con occhi diversi. È affascinato dalla natura alpina, ma anche dai parchi cittadini, come il Central Park di New York, la citta che è per lui una continua fonte di vitale ispirazione. Rende magiche le sue foto illuminandole di rosa. Attualmente si sta concentrando sulla Francia urbana e rurale, sia sui monumenti come l’abbazia di Mont Saint Michel, sia cui campi di lavanda provenzali, sia sui terrazzamenti attorno a Versailles.

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©Paolo Pettigiani 24


©Paolo Pettigiani

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©Paolo Pettigiani 26


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©Paolo Pettigiani 28


Turin born art

director and photographer

Paolo Pettigiani reveals that he loves to transfer his diverse

way of seeing the world around him, and is captivated by the Alpines, urban ares

L'art director e fotografo torinese Paolo Pettigiani dichiara che ama guardare il mondo dal suo punto di vista, con occhi diversi, ed è affascinato dalla natura alpina, come dai parchi cittadini

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©Paolo Pettigiani 30


©Paolo Pettigiani

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Pettigiani’s photography is

illuminated by rose tones; he currently has his eye on France’s metropolitan and rural elements

La fotografia di Pettigiani è illuminata dai toni del rosa; attualmente si sta concentrando sulla Francia urbana e rurale

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©Paolo Pettigiani

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Guido Mocafico Guido Mocafico revealed that the first time he captured a snake, he almost lost consciousness. He was always petrified of reptiles, and yet found them wonder fully fascinating. The dichotomy of repulsion and attraction led him to create the Serpens series, an exploration of primal emotions, both fear and desire, that govern humans. Mocafico, born in Switzerland in 1962, of Italian origin, is a photographer that specializes in still life images, and has worked with international publications including Numero, Vogue Paris, Big, and The Face. The Paris resident has made his own mark with Serpens, a series that celebrates the beauty, eleganze, and sinuosity of snakes. He calls on herpetologists, museums, and animal dealers when arranging the serpents on a black background within a transparent plastic container, and waits for them to entwine before capturing the shot. His photography places a lens on colors, scales, and all that makes these animals a true example of the natural world, whether it inspires fascination or disgust.

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“La prima volta che ho fotografato un serpente da vicino - confessa Guido Mocafico - sono quasi svenuto. Ho sempre avuto il terrore di questi rettili, ma li trovo anche terribilmente affascinanti. Sento una forma di repulsione-attrazione di fronte a questi esseri viventi. Il mio obiettivo nel realizzare la serie Serpens era esplorare la contraddizione di queste emozioni umane, la commistione tra paura e desiderio, che rivela qualcosa di primordiale nella nostra specie.” Di origine italiana, Mocafico nasce in Svizzera nel 1962. Specializzato nello still life, collabora con riviste internazionali, come Numero, Vogue Paris, Big, The Face. Vive a Parigi e si distingue per un’impronta molto originale. La serie “Serpens” ritrae la bellezza, la sinuosità e l’eleganza di varie specie di serpenti. Per comporre le sue nature morte di serpenti, si avvale della collaborazione di erpetologi, negozi di animali e musei. Per la fote i serpenti vengono sistemati da un esperto in una scatola di plastica trasparente, foderata di tela nera. Mocafico aspetta che i serpenti si intreccino per fissarli in uno scatto. Le sue foto, di forte impatto, evidenziano i colori e le squame, esaltando la bellezza di questi animali che simboleggiano il fascino della natura, basato anche sul contrasto tra attrazione e repulsione.


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©Guido Mocafico 36


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©Guido Mocafico 38


Guido Mocafico revealed that the first time he captured a snake, he almost lost consciousness; he was petrified of reptiles, and yet found them wonderfully

fascinating

Guido Mocafico ha rivelato che la prima volta che ha catturato un serpente, ha quasi perso conoscenza; era pietrificato dai rettili, eppure li trovava meravigliosamente affascinanti

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©Guido Mocafico 40


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©Guido Mocafico

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©Riccardo Bucci 44


RICCARDO

BUCCI

I’ve known Riccardo Bucci for many years, as he is a long-time friend of my eldest son. After having completed a degree in Architecture, photography took center stage as a true passion thanks to the sage teachings of Gabriele Basilico. An outstanding person and notewor thy photographer of international architecture, Basilico brought Bucci on many shoots that taught him not only the craft, but a par ticular sensitivity towards imager y. The “Terra Viva” exhibition, presented in the Milan based Via Lanzone IDE A4MI galler y this past autumn, was dedicated to the landscapes found in the Marche region, Bucci’s own. He drew inspiration from the area and his own imagination, giving each a vaguely nostalgic, almost water-colored hue resembling frescoes from villas past, all while capturing a precise vision of rural nature.

Conosco da tanti anni Riccardo Bucci, grande e storico amico di mio figlio maggiore. Dopo la laurea in architettura, la fotografia è diventata la sua ragione di vita, grazie a Gabriele Basilico che gli ha insegnato la passione e i segreti del mestiere. Fare i primi passi accanto a Gabriele, persona speciale dotata di grande umanità, noto fotografo, a livello internazionale, di architettura, che spesso lo portava con se negli shooting, è stata una scuola importante, non solo di mestiere, ma anche di sensibilità. Quella che si legge in “Terra viva”, la mostra presentata dalla galleria milanese di via Lanzone, IDEA4MI, nello scorso autunno, dedicata ai paesaggi marchigiani, la terra di origine della sua famiglia paterna dove, sin da bambino, passeggiava tra i filari dell’azienda vinicola. Della terra che ha nutrito la sua immaginazione, restituisce un’immagine pittorica, vagamente nostalgica, che rimanda agli acquerelli che un tempo decoravano le pareti delle abitazioni nobiliari, anche se la nitidezza delle foto offre un’interpretazione quasi didascalica della natura campestre.

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©Riccardo Bucci 46


©Riccardo Bucci 47


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©Riccardo Bucci 48


After having completed a degree in Architecture, photography took center stage as a true passion for Riccardo Bucci, who applies a vaguely nostalgic touch to his rural shots

Dopo la laurea in Architettura, la fotografia è diventata la ragione di vita di Riccardo Bucci, che applica un tocco vagamente nostalgico ai suoi scatti rurali

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#103 - INTERPRETATIONS ©Riccardo Bucci

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©Riccardo Bucci 52


Bucci’s Terra Viva exhibition, presented in the Milan based Via Lanzone IDEA4MI gallery this past autumn, was dedicated to the landscapes found in the

Marche region

La mostra “Terra Viva” di Bucci, presentata lo scorso autunno nella galleria IDEA4MI di via Lanzone a Milano, è stata dedicata ai paesaggi delle Marche

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© Raymond Depardon, Glasgow 1980

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RAYMOND DEPARDON Milan’s Triennale di Milano, in agreement with the Fondation Car tier, is hosting “La Vita Moderna” from October 2021 to April 2022. The exhibition featuring the work of French photographer and filmmaker Raymond Depardon unites 300 images and films, curated by the Fondation Car tier director Her vé Chandes and ar tist Jean Michel Alberola, joined by the set design of Théa Alberola. Depardon discreetly captures his subjects, blending places and people, and the emotions he sees from behind his lens. Italy has played a major role in his work. In his Piemonte series, he develops the ar t of proximity, highlighting the continuity between the Alpine landscapes and culture. He captures the light of the Mediterranean, African deser ts, the depth of cold nor thern illumination, and the urban solitude of New York as he wandered the city with his Leica around his neck. Depardon captured the French countr yside in his Rural series, spanning from 1990 2018. The exhibition also includes the 1980 san Clemente series, inspired by Franco Basaglia’s pioneering take on modern psychology; the images capture psychiatric hospitals in Trieste, Naples, Arezzo, and Venice, offering a dramatic black and white repor tage.

La Triennale di Milano, grazie all’accordo siglato con la Fondation Cartier, ospita dal 16 ottobre 2021 sino all’Aprile 2022 “La Vita Moderna”, l’esposizione del fotografo e cineasta francese Raymond Depardon, “La vita Moderna”, riunendo 300 fotografie e due film, con la supervisione di Hervé Chandes, direttore della Fondation Cartier e la curatela dell’artista Jean-Michel Alberola, che ha coinvolto per la scenografia Théa Alberola, designer e scenografa. Raimond Depardon va incontro ai suoi soggetti con discrezione, cercando di costruire un rapporto con i luoghi e le persone, basato sulle emozioni che cerca di catturare con la macchina fotografica. Nell’ambito del suo viaggio fotografico, l’Italia occupa un posto di riguardo. Nella serie Piemonte, ad esempio, sviluppa un’arte di prossimità, sottolineando la continuità geografica e culturale transalpina. Si confronta con le luci del mediterraneo, dei deserti africani, ma anche con le luci fredde del nord, Ritrae la solitudine urbana di New York traversando la città con la sua Leica al collo. Documenta la Francia contadina nella serie Rural (19902018). L’esposizione si conclude con la serie San Clemente (1980) per la quale, stimolato da Franco Basaglia, pioniere della psichiatria moderna, fotografa la vita negli ospedali psichiatrici di Trieste, Napoli, Arezzo e Venezia, realizzando in bianco e nero un reportage drammatico.

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© Triennale Milano - Gianluca Di Ioia 56


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© Raymond Depardon, Marcel Privat, Le Villaret, Le Pont-de-Montvert, Lozère, 1993 58


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Collegno, Turin, 1980 Série San Clemente © Raymond Depardon / Magnum photo 60


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© Raymond Depardon 62


Milan’s Triennale di Milano, in agreement

with the Fondation Cartier, is hosting La Vita Moderna, featuring the work of French photographer and filmmaker Raymond Depardon

La Triennale di Milano, in accordo con la Fondation Cartier, ospita “La Vita Moderna”, l’esposizione del fotografo e cineasta francese Raymond Depardon

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© Raymond Depardon, Glasgow 64


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© Raymond Depardon, Glasgow 1980 66


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Errance, 1999 © Raymond Depardon / Magnum photos

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The 300 images and films exhibit how Depardon discreetly captures his subjects, blending places and people, and the emotions he sees from

behind his lens

300 fotografie e film mostrano come Depardon cattura con discrezione i suoi soggetti, fondendo luoghi, persone ed emozioni che vede da dietro il suo obiettivo

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RED LIGHTS: VATICAN

Nantes-born ar t director and photographer Aishy loves to transfigure his images using colored lights, bringing high drama to his interpretation of interiors. The Red Lights:Vatican is emblematic of this approach, where warm tones touching the ceiling lie in contrast to the stark blue light of the columns and niches. The richly lit, highly detailed ceilings and domes take on a cinematic feel, and whether Aishy has studied the ar t or not, he is ver y aware of how to employ light to literally “color” the narrative. Years ago, noted photography director Giuseppe Rotunno revealed an inter view I conducted years ago that for him, crime scenes took place in dim or darkened scenes. In order to reduce aggression and bad behavior, perhaps all one needs is better lighting.

©Aishy 70

Aishy, art director e fotografo, di base a Nantes, ama trasfigurare le sue immagini con l’utilizzo di luci colorate. Specializzato in interni, grazie ai giochi di luci colorate trasfigura e drammatizza le interpretazioni. Emblematica la serie Red Lights Vaticans. dove la luce rossa calda delle cupole e dei soffitti contrasta con l’azzurro freddo delle colonne e lesene. Le immagini focalizzate sulle visioni dei soffitti e delle cupole virate in rosso acquistano un impatto filmico. Non so se Aishy abbia fatto propria la lezione dei direttori della fotografia cinematografica, consapevoli di quanto la luce contribuisca alla tonalità del racconto. Ricordo quanto mi raccontò il noto direttore della fotografia Giuseppe Rotunno nel corso di una mia intervista di molto tempo fa in merito al ruolo della luce: “Le scene dei delitti, in genere, sono al buio o in penombra, se si volesse rendere le periferie più sicure, evitare le aggressioni, le risse, basterebbe provvedere a una migliore illuminazione”.


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©Aishy 72


Nantes-born art director and photographer Aishy loves to transfigure his images using colored lights, bringing high drama to his interpretation of interiors

Aishy, art director e fotografo nato a Nantes, ama trasfigurare le sue immagini con l’uso di luci colorate, conferendo grande drammaticità alla sua interpretazione degli interni

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©Aishy

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©Aishy 76


The Red Lights: Vatican is emblematic of Aishy’s approach, where warm tones touching the detailed ceiling lie in

contrast to the stark blue light of the columns and niches

The Red Lights:Vatican è emblematico dell'approccio di Aishy, dove i rossi toni caldi che toccano il soffitto contrastano con la chiara luce blu delle colonne e lesene

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©Aishy 78


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©Robert Capa, Israel 80


Robert Capa Abano Terme, Padova’s Villa Bassi Rathgeb is hosting the “Oltre la Guerra” retrospective dedicated to Rober t Capa, and curated by Marco Minuz. Capa was renowned as a war repor ter, and his “Mor te di un miliziano” captured during the Spanish Civil War still drives the question as to whether it was posed or taken in the moment. The psychoanalyst Luigi Zola addresses this in his “Vedere il vero e il falso” (Einaudi, Torino, 2018), a look into photography, without any solid answer. The exhibition explores how Capa’s work didn’t only explore dramatic events; hundreds of photos document the lesser-known aspects of his craft. He documented the lives of Picasso, Hemingway, and Matisse, proving his ability to take por traits of big personalities and known figures. He also took fascinating shots of classic, Neo-realistic Italian films like “Riso Amaro”, featuring profound images of Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, and Anna Magnani. He found the emotional pulse of ever y subject and event that he captured, which he sums up with, “If your pictures aren't good enough, you aren't close enough.”

Dal 15 gennaio 2022 al 05 Giugno 2022, a Abano Terme (Padova), Villa Bassi Rathgeb ospita una retrospettiva di Robert Capa, titolata “Oltre la Guerra” e curata da Marco Minuz. Robert Capa è stato un grande reporter di guerra. Famosa la sua foto “Morte di un miliziano”, al tempo della guerra civile spagnola, sulla quale ancora si discute se scatto rubato o foto in posa. Affronta il dilemma lo psicanalista Luigi Zoja nel suo “Vedere il vero e il falso” (Einaudi, Torino, 2018) dedicato alla fotografia, senza fornire una risposta definitiva. Ma il lavoro di Robert Capa, che la mostra esplora, non si limita alla testimonianza di eventi drammatici, ma, attraverso circa un centinaio di fotografie, intende esplorare una parte del suo lavoro ancora poco conosciuta. Robert Capa ha documentato il mondo della cultura dell’epoca con ritratti di celebri personaggi, come Picasso, Hemingway e Matisse, mostrando la sua capacità di coglierne la personalità. Affascinante anche la sezione dedicata ai reportage di film d’epoca, appartenenti al filone del neorealismo italiano, come Riso Amaro, con ritratti intensi di Silvana Mangano, Gina Lollobrigida e Anna Magnani. In ogni occasione ha sempre cercato di andare al cuore degli eventi. Celebre la sua dichiarazione: “Se non hai fatto una buona fotografia, vuol dire che non ti sei avvicinato a sufficienza alla realtà.”

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©Robert Capa, Lover parting 82


Padova’s Villa Bassi Rathgeb is hosting the Oltre la Guerra retrospective dedicated to Robert Capa, celebrating photos that document the

lesser-known aspects of his craft

Villa Bassi Rathgeb, a Padova, ospita la retrospettiva “Oltre la Guerra” dedicata a Robert Capa, celebrando le foto che documentano gli aspetti meno noti del suo mestiere

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©Robert Capa, Omaha beach 84


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©Robert Capa, Collaborationist 86


Capa sums up his work by noting that if one’s pictures aren’t good enough, they

aren’t close enough; the photographer documented the lives of renowned

personalities

Capa riassume il suo lavoro osservando che se le fotografie di una persona non sono abbastanza buone, significa che non ti sei avvicinato abbastanza; il fotografo ha documentato la vita di personaggi famosi

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#103 - INTERPRETATIONS ©Robert Capa, French civilian

©Robert Capa, Picasso 88


©Robert Capa, Sicilian peasant

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tulip BY MARC SADLER

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