Exhibitions and Anniversaries - #79

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES Cover: Charlotte Perriand.

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

MELISSA MARCHESE Translator

ERIKA MARTINO

LUCA MAZZA

ELENA BERTOLINI

MASSIMO LUTTAZI

Founder and Managing Editor

Editorial Staff

Founder and Art Director

Web Content Editor

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

CONT ENTS SOMMARIO

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NATURA IN POSA Treviso’s Museo Santa Caterina is hosting the “Natura in posa” exhibition from November 30, 2019, to May, 2020, featuring masterpieces from Vienna’s... Il museo Santa Caterina di Treviso dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020 ospiterà la mostra “Natura in posa”, capolavori del Kunsthistorisches Museum di Vienna in...

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BRICK ACCOLADES The BRIC exhibition, curated by Sarah Cosulich, is currently on at Mutina For Art. MUT was designed by Angelo Mangiarotti in the seventies for the Modena-based ceramics... Nello spazio espositivo MUT, progettato da Angelo Mangiarotti negli anni settanta, di Mutina, azienda di Fiorano Modenese, specializzata in ceramica da rivestimento...

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CHARLOTTE PERRIAND To synthesise Charlotte Perriand’s personage and body of work is nearly impossible. Her daughter Pernette and husband Jacques Barsac have fought a legal battle to prove… Sintetizzare la personalità e il corpus di opere di Charlotte Perriand è impresa quasi impossibile. La figlia Pernette che, assieme al marito Jacques Barsac, si è battuta...

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FONDAZIONE BISAZZA An illustrated volume, 232 pages with script by Jan Phillips, published by Rizzoli, recounts the 50 year history of glass mosaics. Vincenza’s Fondazione Bisazza is... Il volume illustrato, ben 232 pagine, con testi di Jan Phillips, pubblicato da Rizzoli in occasione del cinquantenario dell’azienda vicentina di mosaico in vetro, racconta...

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MONDO MENDINI The “Mondo Mendini” exhibition, running from October 11, 2019 to May, 2020, saw the commissioning of the late artist to celebrate the 25th anniversary of the... La mostra “Mondo Mendini” (11ottobre 2019 - 5 maggio 2020) commissionata a Alessandro Mendini, quando era ancora in vita per festeggiare i 25 anni del Groninger...

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WES ANDERSON'S WUNDERKAMMER Fondazione Prada is hosting “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” from September 20, 2019, to January 13, 2020, curated by American film director Wes… Alla Fondazione Prada dal 20 settembre 2019 sino al 13 gennaio 2020 Wes Anderson, il regista americano dei Tenenbaum e del Grand Budapest Hotel e la sua compagna...

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ALPI The Milan-based gallery Luisa delle Piane presented Alessandro Mendini’s “I tre primitivi” in Venice (September 5 - 8, 2019) as part of the design collections... Dal 5 all’8 settembre 2019 a Venezia la galleria milanese Luisa delle Piane ha presentato, all’interno del progetto espositivo Nomad, la mostra itinerante del design...

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Temporary exhibitions clearly represent fleeting trends; we are covering particular events that commemorate maestros, recognise heritage, and take a fresh look at kitsch and the art of photography outside

classical context

Le mostre temporanee rappresentano un segnale molto preciso di tendenza; consacrano l’importanza dei maestri, rivelano il valore dell’heritage, suggeriscono una rivalutazione del kitsch e invitano a fotografare gli oggetti al di fuori del loro contesto classico.

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES It’s a celebration all around. Twenty years after the passing of Charlotte Perriand, the Fondation Louis Vuitton has dedicated an ample retrospective to her work (October 2, 2019, to February 24, 2020), the Parisian Laffanour gallery hosted the “Living with Charlotte Perriand” (from September 26 to November 2), and Virginie Mouzat wrote a new biography, “Et devant moi la liberté” (Flammarion, Paris). Bisazza is celebrating their 50 year anniversary with an illustrated edition depicting the Fondazione (Rizzoli International). Holland’s Groninger museum honours their 25th anniversary, and designer Alessandro Mendini, with “Mondo Mendini”, an exhibition curated by the late artist, running from October 12, 2019, to May 5, 2019. Prada is hosting the “ Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” exhibition, curated by American film director Wes Anderson and his partner, Lebanese writer and illustrator Juman Malouf. Alpi is recognising Alessandro Mendini with a special installation of products he created for the company, and Treviso’s Museo di Santa Caterina the “ Natura in posa” exhibition featuring masterpieces from Vienna’s Kunsthistorisches Museum paired with contemporary photography. Trending exhibitions are fleeting: the celebration of Charlotte Perriand and Mondo Mednini consecrate maestros, true teachers, the Fondazione Bisazza’s edition illustrates how essential heritage can be, and Prada’s is a fresh look at kitsch. Alpi and “Natura in posa” invite the public to photograph objects outside of the typical white backdrop of a classic still life.

Grandi celebrazioni per Charlotte Perriand in occasione dei 20 anni dalla sua morte: un’ ampia retrospettiva alla Fondation Louis Vuitton (2 ottobre-24 febbraio 2020); una mostra “Living with Charlotte Perriand” alla galleria parigina Laffanour dal 26 settembre al 2 novembre 2019; una nuova biografia di Virginie Mouzat “Et devant moi la liberté” (Flammarion, Paris). Per festeggiare i suoi 50 anni Bisazza pubblica un volume illustrato (Rizzoli International) dedicato alla sua Fondazione. Il Museo Groninger in Olanda, in occasione del suo venticinquesimo anniversario e in onore del suo progettista Alessandro Mendini, dal 12 ottobre al 5 maggio presenta Mondo Mendini la mostra cui stava lavorando Alessandro Mendini. La fondazione Prada propone dal 20 settembre 2019 al 13 gennaio 2020 l ‘esposizione “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” curata dal regista americano Wes Anderson e dalla sua compagna, la scrittrice, disegnatrice anglo libanese Juman Malouf. Alpi omaggia Alessandro Mendini con un’ installazione speciale dei prodotti da lui creati per l’azienda; infine il Museo di Santa Caterina di Treviso dal 30 novembre al 31 maggio ospita l’esposizione “Natura in posa”, capolavori del Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea. Le mostre temporanee rappresentano un segnale molto preciso di tendenza. La celebrazione di Charlotte Perriand e Mondo Mendini consacrano l’importanza dei maestri; il volume dedicato alla Fondazione Bisazza rivela l’importanza dell’ heritage; l’esposizione alla Fondazione Prada suggerisce una rivalutazione del kitsch. Infine “Natura in posa” e Alpi invitano a fotografare gli oggetti nell’ambito di un contesto e non più con il metodo dello still life, sul limbo bianco.

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NATURA IN POSA

Hans Op de Beeck

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Treviso’s Museo Santa Caterina is hosting the “Natura in posa” exhibition from November 30, 2019, to May, 2020, featuring masterpieces from Vienna’s Kunsthistorisches Museum, paired with contemporary photography. Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber, and Sabine Penot, all part of the Kunsthistorisches’ staff, curated the antique pieces, respectively, Italian, flemish, and Dutch paintings, and Denis Curti, artistic director for Venice’s Tre Oci, the photography. “Natura in posa” narrates the evolution of the still life, beginning with antiquity, making its way to Venice’s Bassano pieces, and reaching the top with Dutch examples from the 1600s. The Kunsthistorisches Museum has provided 50 works of art that include floral arrangements, lushly set tablescapes, refined market scenes, iconic symbols, musical instruments, vases, books, and butterflies, all illustrating the evolution of “natura morta”. The photography demonstrates how the same “natura morta” has its own independent path, separate from figuratism; each shot freezes a composition, and a moment abstractly, timelessly.

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Il museo Santa Caterina di Treviso dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020 ospiterà la mostra “Natura in posa”, capolavori del Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea. Curata per la sezione antica da Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber e Sabine Penot, responsabili del Kunsthistorisches Museum di Vienna, rispettivamente per la pittura italiana, fiamminga e olandese e da Denis Curti, direttore artistico della casa dei Tre Oci a Venezia, per la sezione fotografica, “Natura in posa” si propone di raccontare l’evoluzione dello still life che ha le sue origini sin dall’antichità, ma che assurge a rappresentazione autonoma nel veneto con i Bassano per poi raggiungere il suo massimo splendore nel 1600 nei Paesi Bassi. 50 Capolavori pittorici del Kunsthistorisches Museum di Vienna, comprendenti composizioni floreali, sontuose tavole imbandite, raffinate scene di mercati, simboli iconici, come gli strumenti musicali, i vasi, i libri, le farfalle… illustrano la storia e l’evoluzione della natura morta. Le opere fotografiche esposte rivelano come la natura morta abbia un suo percorso autonomo nell’ambito del figurativismo e come gli scatti congelino le composizioni, astraendole dalla loro caducità, per consegnarle a una vita, astratta, senza tempo.


Nino Migliori

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Johannes Leemans; Still Life with Hunting Weapons and Devices. Pittore della cerchia di Johannes Leemans, Natura morta con attrezzi da caccia.

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Evaristo Baschenis; Still Life with Musical Instruments. Evaristo Baschenis, Natura morta con strumenti musicali.

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This page: Francesco da Ponte, known as Francesco Bassano; Market Scene. In questa pagina: Francesco da Ponte, detto Francesco Bassano. Scena di mercato. Next page: A close-up of the painting. Nella pagina accanto: dettaglio dell’opera. 16


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Philipp Ferdinand de Hamilton; Leopard and Vulture. Philipp Ferdinand de Hamilton, Leopardo e avvoltoio.

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Masterpieces from

Vienna’s Kunsthistorisches Museum are paired with contemporary photography for the Museo Santa Caterina’s Natura in Posa exhibition, narrating the evolution of

still life images

I capolavori del Kunsthistorisches Museum di Vienna dialogano con la fotografia contemporanea alla mostra ospitata dal Museo Santa Caterina “Natura in Posa” che illustra la storia e l’evoluzione della natura morta.

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David LaChapelle 21


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Frederik I. van Valckenborch’s workshop; Flower Market during Spring. Bottega di Frederik I. van Valckenborch, Mercato dei fiori (primavera)

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Jan Brueghel the Old; Bouquet in a Blue Vase. Jan Brueghel il Vecchio, Mazzo di fiori in un vaso blu.

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The Kunsthistorsiches Museum provided

50 works of art, including floral

arrangements, lushly set tablescapes, iconic symbols, musical instruments, vases, books, and butterflies, all illustrating the evolution of

natura morta

I 50 Capolavori pittorici del Kunsthistorisches Museum , tra cui composizioni floreali, paesaggi lussureggianti, simboli iconici, strumenti musicali, vasi, libri e farfalle‌illustrano la storia e l’evoluzione della natura morta.

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Attributed to Jan van den Hecke; Still Life with Fruit. Attribuito a Jan van den Hecke, Natura morta con frutta. 26


Attributed to Jan van den Hecke. Attribuito a Jan van den Hecke. 27


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Lodewijk Toeput, known as Pozzoserrato; VanitĂ della ricchezza or L'avaro malinconico. Lodewijk Toeput detto Pozzoserrato, VanitĂ della ricchezza o L'avaro malinconico.

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BRICK

ACCO L A D E S The BRIC exhibition, curated by Sarah Cosulich, is currently on at Mutina For Art. MUT was designed by Angelo Mangiarotti in the seventies for the Modena-based ceramics company. French designer and artist, and historic member of the Memphis group, Nathalie Du Pasquier, used brickwork, something that has been long part of her painting, to create a series of decorative sequences. Nathalie stated that, “BRIC”, unlike the solitary act of painting, was a collaboration with Mutina’s team. Others brought my idea to life, resulting in surfaces decorated in colourful horizontal and zig-zag stripes, mixed into regular brickwork, that together, make a sort of quilt. Bricks have been a part of my work as a designer from the beginning, since 1981. I discovered Victorian architecture in Manchester and Leeds, and was struck by the variety and how the industrial revolution was translated into a style. The brick is an essential element, part of humanity from the beginning. It is humble, repetitive, thrifty, tied to the earth and the history of ceramics.” Bricks define and decorate surfaces without overlapping, playing with alternating chromatics and compositional design. Nello spazio espositivo MUT, progettato da Angelo Mangiarotti negli anni settanta, di Mutina, azienda di Fiorano Modenese, specializzata in ceramica da rivestimento, la mostra BRIC, curata da Sarah Cosulich, ha avuto come protagonista Nathalie Du Pasquier, designer e artista francese, storico membro del gruppo Memphis. Nathalie ha operato con incastri e sovrapposizioni di moduli, simili a un laterizio, da tempo protagonista delle sue pitture, per creare delle sequenze decorative simili a bassorilievi. “BRIC”, ha dichiarato Nathalie, “a differenza della pittura, lavoro solitario, è frutto della collaborazione con la squadra di Mutina. Io ho avuto un’idea e altri l’hanno realizzata. Il risultato sono delle superfici materiche, decorate da righe policrome, orizzontali e a zig zag, intervallate dalle regolari forature dei laterizi, che disegnano sulle superfici una sorta di ricamo. “Il mattone appartiene sin dagli inizi, nel 1981, al mio lavoro di designer” racconta Nathalie. “L’ho scoperto a Manchester e Leeds, nell’architettura vittoriana. Rimasi subito colpita dalla sua varietà d’uso e da come disegnava lo stile della rivoluzione industriale. Il mattone è un elemento fondamentale, che appartiene alla storia dell’uomo sin dalle sue origini. E’ umile, economico, ritmico, legato alla terra e alla tradizione ceramica”. I mattoni ritmano e decorano le superfici dell’installazione, evitando di ricorrere a sovrapposizioni di elementi decorativi, giocando, sia con le alternanze cromatiche, sia con il disegno della composizione.

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#78 SIGNS OF THE TIMES

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The Bric exhibition, curated by Sarah Cosulich, is currently on at Mutina For Art; artist Nathalie Du Pasquier used brickwork, something that has been long part of her painting, to create a

series of decorative sequences where the bricks play with alternating chromatics and compositional

design

L’esposizione BRIC, a cura di Sarah Cosulich, è attualmente in mostra presso Mutina For Art; l'artista Nathalie Du Pasquier ha utilizzato la muratura per creare una serie di sequenze in cui i mattoni ritmano e decorano le superfici dell’installazione.

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CHARLOTTE

PERRIAND

To synthesise Charlotte Perriand’s personage and body of work is nearly impossible. Her daughter Pernette and husband Jacques Barsac has fought a legal battle to prove that her mother’s work, erroneously attributed to French designer and furnishing manufacturer Jean Prouvé; the moving story was published in French Elle, September 2019. An intrepid warrior, she was proud of her beautiful features and robust body, a body that took her mountain climbing in the Alps and all across the world. She began here career with Le Corbusier as a furniture designer, tirelessly working in Japan, Mexico, and Tunisia, spreading modern style. I was lucky enough to meet her in 1998, six months before her death, at a meeting organised by then Intramuros director Chantal Hamaide, during the “Salon du meuble “ (Porte de Versailles); the event was an encounter between Charlotte and emerging designers, including the marked personalities of Matali Crasset e Hella Jongerius. I have the conference transcription to this day. Charlotte was clad in a pink jogging suit, New Balance sneakers, her hair wound up in pink chiffon scarf, and she dominated the room, asserting her revolutionary approach, and reprimanding the young artists for not fighting hard enough. She walked them through certain parts of her career, noting how after she won an award during a furnishing exhibition, she decided (against many who tries to dissuade her) to go to Le Corbusier despite his misogynistic reputation. He was barbaric, telling her that that don’t make doilies there; just after the interview he asked to her to return early the next morning. After a strategic pause, she smirked and said, “I know you hired me because I am pretty, not because I am talented”. This sentence was ahead of the times, the sum of equality in a professional, male dominated environment without sacrificing femininity. A perfect way to sum up Perriand’s anti-conventional personality.

Sintetizzare la personalità e il corpus di opere di Charlotte Perriand è impresa quasi impossibile. La figlia Pernette che, assieme al marito Jacques Barsac, si è battuta legalmente, affinché la produzione di design di sua madre, erroneamente attribuita a Jean Prouvé, noto designer francese e anche fabbricante di arredi nel suo laboratorio alla periferia di Parigi, da cui l’equivoco, ne traccia un commosso ricordo sul settimanale francese Elle (settembre 2019). Donna intrepida e battagliera, orgogliosa del suo bell’aspetto e del fisico robusto, che le consentiva scalate sulle alpi e lunghi viaggi, Charlotte ha iniziato la sua carriera nello studio di Le Corbusier, disegnando arredi. Infaticabile ha lavorato in Giappone, in Messico, in Tunisia, promuovendo con tenacia uno stile moderno. Ho avuto la fortuna di conoscerla a Parigi nel gennaio del 1998, sei mesi circa prima della sua scomparsa, a un incontro organizzato da Chantal Hamaide, allora direttrice di Intramuros, in occasione del “Salon du Meuble” (Porte de Versailles) tra Charlotte e designer donne della nuova generazione, tra le quali Matali Crasset e Hella Jongerius, dotate ambedue di incisiva personalità (conservo la trascrizione della conferenza). Charlotte, abbigliata con felpa e pantaloni da jogging rosa, con calzature New Balance e la crocchia alla sommità delle testa legata da una foulard di chiffon rosa, dominò, proponendosi come rivoluzionaria e accusando le giovani di non essere abbastanza combattive. Tracciò per sommi capi la sua storia, soffermandosi sugli esordi, quando vincitrice di un premio a una esposizione d’arredamento, decise di presentarsi allo studio di Le Corbusier, sebbene molti la sconsigliassero, data la nota misoginia del padre dell’Unità di abitazione”. Le Corbusier fu burbero e l’avvisò che nel suo studio “non si ricamavano centrini”, ma alla fine del colloquio le disse di presentarsi il giorno dopo, di prima mattina. Dopo una strategica pausa, sorridendo concluse: “io lo so perché mi prese, non perché ero brava, ma perché ero bella”. Questa frase, che sintetizza, in anticipo sui tempi, la convinzione della possibilità di parità di ruolo professionale in un contesto prevalentemente maschile, senza abdicare alla femminilità, si rivela un aneddoto utile a completare la personalità anti convenzionale della Perriand.

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Charlotte Perriand, Grand bureau, Laffanour Galerie Downtown

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Charlotte Perriand, Bahut Bloc, Laffanour Galerie Downtown

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An intrepid warrior, a robust body that took her all around the world, and an artistic and political approach to

women in design

that was ahead of her time: Charlotte Perriand’s personage and body of work are almost impossible

to synthesise

Intrepida e battagliera, orgogliosa del suo aspetto e del fisico robusto che le ha permesso di girare il mondo, con una personalità artistica e un approccio politico in anticipo sui tempi rispetto al ruolo delle donne: la figura di Charlotte Perriand, così come il suo corpus di opere, è quasi impossibile da sintetizzare.

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Charlotte Perriand sur la Chaise Longue

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

She decided to go

against Le Corbusier’s misogynistic reputation and apply

for a job; when he hired her, she knew she was hired for her beauty, and not her talent. She worked for

professional equality without sacrificing her femininity

Decise di andare contro la reputazione misogina di Le Corbusier e fare domanda per un lavoro; quando fu assunta, sapeva di dover attribuire quel successo alla sua bellezza. Nella sua vita ha promosso l’uguaglianza di ruolo professionale delle donne ma senza abdicare alla femminilità.

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FONDAZIONE

BISAZZA An illustrated volume, 232 pages with script by Jan Phillips, published by Rizzoli, recounts the 50 year history of glass mosaics. Vincenza’s Fondazione Bisazza is, as stated by Rossella Bisazza, a fascinating, spectacular place, larger than life thanks to the objects displayed within slightly surreal surroundings. The 7.500 sq. m. fondazione was built as a place to house the family’s muchloved art, and is divided into four sections dedicated to architecture, sculpture, design, and photography. Design is a cornerstone, with numerous monographic rooms dedicated to those who have collaborated with the company, all given carte blanche to create tiled masterpieces. The esoteric Flemish duo Studio Job hung and placed large, everyday objects covered in silver tiles on pedestals, Valencia’s Jaime Hayon dominated his space with a sort of gigantic Pinocchio, and Marcel Wanders filled his with poufs decorated in memento mori style florals, all lit by golden spotlights. Emilio Pucci’s room features one of his historic patterns, and Alessandro Mendini created a gigantic Borsalino hat, a hand, and a briefcase, covered with gold tiles, titled “Mobili per uomo”, accompanied by a miniature Medieval horse decorated in silver and cobalt. The painter Sandro Chia illustrated swimmers leaping into the water. Visitors wander through wonders, from the floral tile-scapes in the entryway, to the English garden where hyper-realistic bushes and trees shine in green mosaics.

Fondazione Bisazza entrance, ph. Matteo Imbriani

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Il volume illustrato, ben 232 pagine, con testi di Jan Phillips, pubblicato da Rizzoli in occasione del cinquantenario dell’azienda vicentina di mosaico in vetro, racconta e presenta le creazioni della Fondazione Bisazza, un luogo di fascinazione prodotta, come sostiene Rossella Bisazza, vicepresidente della Fondazione, “dall’aspetto spettacolare e sovradimensionato delle opere esposte e dall’atmosfera vagamente irreale che le circonda”. La Fondazione, ben 7500 mq, articolati in quattro sezioni, architettura, scultura, design e fotografia, è stata costruita per custodire le opere che rappresentano la passione della famiglia per l’arte. Il design fa la parte del leone con le stanze monografiche dedicate ai progettisti che hanno collaborato con l’azienda, ai quali è stata data carta bianca per creare capolavori rivestiti di tessere lucenti. La stanza di Studio Job, il surreale duo fiammingo, ospita, appesi alle pareti e poggiati su piedistalli una serie di oggetti quotidiani giganti, rivestiti di tessere argentate; quella dedicata al designer valenziano Jaime Hayon è dominata da una sorta di gigantesco pinocchio; Marcel Wanders ha disseminato il suo spazio di grandi pouf rivestiti con una decoro musivo floreale, illuminato da bagliori dorati; la sala Pucci è percorsa da un mosaico riproducente una storica fantasia di Emilio Pucci; Alessandro Mendini ha creato delle gigantesche sculture, un cappello borsalino, una mano, una borsa da lavoro…., rivestite di tessere d’oro, denominate “Mobili per uomo” e un piccolo cavaliere medioevale con decorazione in argento e blu cobalto; il pittore Sandro Chia ha disegnato una parete con bagnanti che si tuffano. La visita è un percorso di meraviglie, che iniziano, prima di varcare l’ingresso, rivestito di mosaico floreale, dal giardino, dove sul prato all’inglese alberelli e siepi di bosso iper-realistiche sono realizzate con varie tonalità di tessere musive verdi.


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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Marcel Wanders, Bisazza Motel, 2004, ph. Alberto Ferrero.

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Jaime Hayon, Pixel Ballet, 2007, ph. Alberto Ferrero.

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

The Fondazione Bisazza was built as a place to house

the family’s muchloved art collections, divided into four sections: architecture, sculpture, design, and photography. The numerous monographic rooms were decorated by those who have collaborated with the company

La Fondazione Bisazza, luogo nato allo scopo di custodire le tanto amate collezioni della famiglia, è divisa in quattro sezioni: architettura, scultura, design e fotografia. Le stanze monografiche sono decorate dai numerosi progettisti che hanno collaborato con l’azienda.

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Fondazione Bisazza, Silverware, design Studio Job, ph. Lorenzo Ceretta

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES Fondazione Bisazza, Mobili per Uomo, design Alessandro Mendini, ph. Ottavio Tomasini

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#78 SIGNS OF THE TIMES

Sandro Chia, Bagnanti intelligenti detail, 2002, ph. Ottavio Tomasini

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Gigantic, everyday objects, iconic patterns, an immense, minimal Pinocchio, memento mori style florals, and illustrated swimmers, all translated into Bisazza’s tiled mosaics.

50 years of art and design depicted in

Rizzoli’s immense, illustrated volume of the Fondazione

Giganteschi oggetti quotidiani, motivi iconici, un immenso e minimale Pinocchio, fiori in stile memento mori e bagnanti illustrati, tutti tradotti nei mosaici in vetro di Bisazza. 50 anni di arte e design rappresentati nell'immenso volume dedicato alla Fondazione e pubblicato da Rizzoli.

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Fondazione Bisazza, Sala Pucci, ph. Matteo Imbriani

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#78 EXHIBITIONS #79 SIGNS OF THE AND TIMES ANNIVERSARIES

Alessandro Mendini, ph. Carlo Lavatori

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mondo MENDINI The “Mondo Mendini” exhibition, running from October 11, 2019 to May, 2020, saw the commissioning of the late artist to celebrate the 25th anniversary of the Groninger Museum. Alessandro designed the museum with his brother Francesco; Alessandro notes, referring to the name, that the exhibition isn’t so much about his personality and culture, but a reflection of the culture and masters he met along the way, starting with those of the Italian Renaissance and moving toward those “much younger than myself”. The posthumous exhibition bears witness to Mendini’s generosity throughout his career as a designer and philosopher; he listened and helped so many and was ahead of his time, when the Salone Satellite didn’t yet exist and design publications never wrote of budding talent. He founded his own design magazine, Modo, in 1977, and was the director in until 1979, when he was called on to direct Domus. He was the first to set aside space for emerging artists and their projects. The “Mondo Mendini” is a collective, and he specifically planned that each piece was to be placed on narrow pedestals in front of pink walls, as pink was his favourite colour. The varied anthology has an additional political message: he welcomed and gathered onlookers into his own work, recognising them instead of making them anonymous.

La mostra “Mondo Mendini” (11ottobre 2019 - 5 maggio 2020) commissionata a Alessandro Mendini, quando era ancora in vita per festeggiare i 25 anni del Groninger Museum, progettato da Alessandro con il fratello Francesco, come ha spiegato Mendini alludendo al titolo, “non sarà impostata su quanto la mia personalità ha dato alla cultura del progetto, ma al contrario su quanto io ho assorbito dalla realtà culturale e dai maestri che ho trovato nel percorso del mio lavoro, a cominciare dal rinascimento italiano per arrivare ai maestri molto più giovani di me”.Questa esposizione postuma testimonia la grande generosità di Mendini che nel corso della sua carriera di progettista e teorico ha ascoltato e aiutato quanti a lui si rivolgevano, dando spazio ai giovani, in anticipo sui tempi, quando il Salone Satellite era ancora da venire e quando le riviste di design non se ne occupavano. Modo, la rivista di design da lui fondata nel 1977 e da lui diretta sino al 79, anno in cui fu chiamato alla direzione di Domus, fu la prima a dedicare spazio ai progetti dei debuttanti. La mostra di Mendini su di lui è una collettiva. Su sua precisa indicazione le opere sono esposte su pedane sottilissime, mentre i muri sono dipinti di rosa, il suo colore preferito. Questa variegata antologia è anche un preciso messaggio politico: accogliere gli altri nella propria opera, senza annullarli, anzi lasciandoli ben riconoscibili

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Groninger Museum, ph. Jan Buwalda 62


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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Alessi, AM23 large, Alessandro Mendini

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The Mondo Mendini

exhibition

commissioned the late artist to commemorate the Groning

Museum’s 25th anniversary,

while bearing witness to Mendini’s generous career as a designer and philosopher. The posthumous anthology welcomes all,

recognising the onlooker instead of

making them anonymous

La mostra Mondo Mendini commissionata all’artista quando era ancora in vita per festeggiare i 25 anni del Groninger Museum, testimonia la grande generosità di Mendini come designer e teorico. Questa variegata antologia vuole accogliere gli altri senza annullarli, anzi lasciandoli ben riconoscibili.

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#79 EXHIBITIONS AND ANNIVERSARIES

Above: a rendering of the Mondo Mendini exhibition. Below: Alessandro Mendini; Poltrona di Proust, 2002, hand-painted fiberglass, 300x300x300 cm, Collezione Fondation cartier pour l’art contemperain Parigi. In alto: Render esposizione “Mondo Mendini”; in basso: Alessandro Mendini, Poltrona di Proust, 2002, Fiberglass dipinto a mano, 300x300x300 cm, Collezione Fondation cartier pour l’art contemporain Parigi. 66


Alessandro Mendini, Abissina, 2017, Ceramic vase/ vaso in Cermica. Ph: Alessio Sarri. 67


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Kim Macconnel, Voodoo Couch, 1963; Fabric, wood, and leather, spray painted. Groninger Museum collection. Kim Macconnel, Voodoo Couch, 1963, Sofa tessuto legno cuoio dipinto a spray, Collezione Groninger Museum.

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Alessandro Mendini, Schermo, Porro SpA

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Alessandro Mendini, Petite Cathédrale, 1996-2002. Inside view: Visage Archaïque (2002), gold mosaic sculpture, Bisazza; Petites Idoles (2002) three gold pendants, Cartier Collezione Fondation Cartier pour l’art contemporain Paris. Alessandro Mendini, Petite Cathédrale, 1996-2002. Vista dell’interno: Visage Archaïque (2002) scultura in mosaico oro di Bisazza con i tre pendenti Petites Idoles (2002) in oro di Cartier Collezione Fondation Cartier pour l’art contemporain Paris

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N U W

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R E M M A K R E D N WES ANDERSON’S

The Fondazione Prada is hosting “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” from September 20, 2019, to January 13, 2020, curated by American film director Wes Anderson (The Royal Tenenbaums) and partner, Lebanese illustrator and designer Juman Malouf. An itinerary of 538 masterpieces and artefacts were chosen from Vienna’s Kunsthistorische collection over a period of two years. The exhibition is a massive, bizarre wunderkammer, with portraits of well dressed, furry-faced children, classic pieces, and miniature statues in tiny baskets. There are paintings, sculptures, embroidery, chisels, valuable treasure chests, gnomes, every species of animal, and objects both sacred and profane. The exhibit is a walk through wonder after wonder, spanning from the Classic period to today, each a fine example of artistic and artisan expertise. Visiting the installation is an immersion within the Fondazione, filled with illuminated windows, podiums, curtains, and panels, each drawing the eye towards a new discovery. If forced to give it label, we could say it’s a spectacular collection of kitsch, nothing “disgusting”, as Mario Perniola put it in his 1998 work (Disgusti, Costa&Nolan, Genova,1998), but unexpected joy, reflecting the ideas of Abraham Moles’ ““Il Kitsch, l’arte delle felicità”, with an introduction by Alessandro Mendini (Officina Edizioni, Roma, 1979).

Alla Fondazione Prada dal 20 settembre 2019 sino al 13 gennaio 2020 Wes Anderson, il regista americano dei Tenenbaum e del Grand Budapest Hotel e la sua compagna, la scrittrice - disegnatrice libanese Juman Malouf, propongono “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, un percorso di 538 capolavori e reperti, provenienti dalla collezione del Kunsthistorische di Vienna, scelti nel corso di due anni. L’esposizione è una grande wunderkammer di bizzari, dai ritratti dei bambini dal volto peloso, abbigliati con abiti preziosi, ai reperti classici, dalle statuine di porcellana ai cesti di paglia in miniatura. Ci sono quadri, sculture, ricami, ceselli, scrigni preziosi, nani e animali d’ogni specie, oggetti peregrini e d’uso. E’ un percorso di meraviglia in meraviglia che accoglie le più svariate tipologie, dal classicismo per arrivare ai nostri giorni, rivelando straordinarie perizie artistiche e artigiane. La visita è un’ immersione in una sorta di grande wunderkammer, che si articola nello spazio della Fondazione, ritmata da vetrine, da podi, da tendaggi e pannelli, fiocamente illuminata per sollecitare la concentrazione dello sguardo, invitando alla scoperta. A volerla etichettare si tratta di una spettacolare rassegna sul kitsch, che offre, non “disgusti”, come scrive Mario Perniola nel suo saggio (Disgusti, Costa & Nolan, Genova,1998) ma una insperata felicità, memore forse del famoso saggio di Abraham Moles, “Il Kitsch, l’arte delle felicità” con introduzione di Alessandro Mendini (Officina Edizioni, Roma, 1979).

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The Fondazione Prada is hosting Il sarcofago

di Spitzmaus e altri tesori, a sort

of wunderkammer curated by American film director Wes Anderson and partner, Lebanese illustrator and designer Juman Malouf; a spectacular collection of kitsch and unexpected joy

La Fondazione Prada ospita “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, una sorta di wunderkammer a cura del regista americano Wes Anderson e la compagna, scrittrice - disegnatrice libanese Juman Malouf; una spettacolare rassegna sul kitsch che offre un’insperata felicità.

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Salvatore notes that

beauty has no limits, just as

the materials available to a shoe maker to decorate his creations. The exhibition, divided into ten sections, features clothing, accessories, industrial, artisanal, and artistic objects

Salvatore scrive “Non vi è limite alla bellezza; così come è infinita la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli”. La mostra, suddivisa in dieci sezioni, propone abbigliamento, accessori, manufatti industriali, artigianali e opere artistiche

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ALPI

The Milan-based gallery Luisa delle Piane presented Alessandro Mendini’s “I tre primitivi” in Venice (September 5 - 8, 2019) as part of the design collections project “Nomad”. Mendini’s 2018 trio of wooden objects for Alpi, a company hailing from Faenza, borrows from ancient archetypes. Mendini wrote, “I designed two versions of the wooden products, one Solar and the other Lunar. This was Vittorio Alpi’s suggestion, drawn from his observations of Italo Calvino’s work, in which the moon’s spectrum and the sun’s auroras are often referenced. This is a brand new, wooden definition of my artistic vocabulary, created just for him. The ancient lunar spectrum existed before the sun came to be…this time, I designed three primitive shapes to depict the two, used to express the immensity of archaic concepts”. This immensity was captured by the original, immediate images of Federico Cedrone, shot within the Monte Tondo caves in the Borgo Rivola, Emilia Romagna (Italy).

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Dal 5 all’8 settembre 2019 a Venezia la galleria milanese Luisa delle Piane ha presentato, all’interno del progetto espositivo Nomad, la mostra itinerante del design da collezione, “I tre primitivi” di Alessandro Mendini per Alpi, azienda faentina di tranciati in legno precomposto, sono delle forme archetipe, realizzate utilizzando i legni Alpi pointillisme disegnati da Mendini nel 2018. A proposito di questi legni Mendini scrive: “Io ho disegnato per i legni ALPI due versioni del prodotto, una “Solare” e una “Lunare”. La formula di questa idea mi è stata suggerita da Vittorio Alpi, che attraverso dei suoi percorsi letterari legati a Italo Calvino, mi ha suggestionato, provocato e portato a immaginare uno spettro lunare oltre che le aurore solari. A vedere cioè nei legni che ho disegnato per lui una lettura inedita del mio vocabolario. Lo spettro lunare, quello più antico, che esisteva prima del formarsi del sole…E questa volta come supporto ai due decori ho disegnato tre forme basiche e primitive. Mi sono servite a esprimere una monumentalità arcaica”. La monumentalità arcaica è stata sottolineata da un originale e efficace servizio fotografico di Federico Cedrone, ambientato nella cava di Monte Tondo a Borgo Rivola in Emilia Romagna.


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Maestro Alessandro Mendini invented a unique definition of his artistic vocabulary for Faenza-based wood company Alpi. The artist used archetypes and three primitive shapes to depict the ancient lunar spectrum; photographer

Federico Cedrone captured them within the Monte Tondo caves

Il maestro Alessandro Mendini ha disegnato una lettura inedita del suo vocabolario artistico per l'azienda di legno Alpi di Faenza. L'artista ha realizzato tre forme basiche e primitive per rappresentare l'antico spettro lunare; il fotografo Federico Cedrone le ha immortalate nella cava di Monte Tondo a Borgo Rivola.

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photo: Thomas Pagani

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