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#85 OUT OF THE BOX
#85 OUT OF THE BOX Cover: Katie Stout sculpture
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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.
The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.
www.themoodboarders.com
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#85 OUT OF THE BOX
CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI
DOMITILLA DARDI
MELODIE LEUNG
Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion
As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.
Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.
Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.
Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.
Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.
FRANCESCA TAGLIABUE
LI JUN
Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe
I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.
Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.
Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.
GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.
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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.
EDITORIAL STAFF
CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief
MELISSA MARCHESE Translator
ERIKA MARTINO
LUCA MAZZA
ELENA BERTOLINI
MASSIMO LUTTAZI
Founder and Managing Editor
Editorial Staff
Founder and Art Director
Web Content Editor
NOEMI PATRIARCA Graphic Designer
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CONT ENTS SOMMARIO
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PIERRE YOVANOVITCH After a successful career designing men’s collections for Pierre Cardin, Yovanovitch opened his own Parisian atelier in 2001. His clear passion for interior design set... Ha fondato il suo atelier a Parigi nel 2001 dopo una brillante carriera come designer di collezioni maschili per Pierre Cardin, che gli ha trasmesso la propria passione...
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FUN&GAMES New York’s R & Company gallery held the Fun&Games virtual collective exhibition from April 15 to 29, 2020 with the hopes of lightening the mood during the pandemic... La galleria R & Company di New York ha proposto la mostra collettiva virtuale Fun&Games dal 15 al 29 aprile 2020, pensata per alleggerire lo stato d’animo in tempo di pandemia...
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KATIE STOUT Brooklyn based Katie, class of 1989, describes her work as pop-naif; her candy-coloured resin or fibreglass pieces are on the edge of caricatures, with irregular shapes... Katie, classe 1989, studio a Brooklyn, descrive la sua arte come pop- naif. Considera i suoi oggetti quotidiani in resina o in fiberglass alla stregua di caricature, sia le...
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KARIN VAN DER MOLEN The artistic eye can find commonly fleeting inspiration in even the most banal daily objects, then applying it to pieces and installations. It’s no secret that a work of... Lo sguardo artistico è in grado di cogliere nei banali oggetti quotidiani spunti, che non normalmente sfuggono, per opere e installazioni. Non è azzardato affermare che...
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DRIPPING FURNITURE Dutch artist Reinier Bosch, a Groningen native born in 1980, transforms everyday objects into original pieces using a dripping paint technique associated with Pollock... Reinier Bosch, olandese, nato a Groningen nel 1980, trasforma gli oggetti quotidiani in originali opere artistiche, utilizzando la tecnica pittorica del dripping, elaborata nella...
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CREDENZAS After a period of exile caused by wall component systems and multifunction containers, credenzas are taking over the design scene. Many companies have reintroduced... Le credenze sono tornate alla ribalta dopo l’esilio decretato dall’introduzione dei sistemi a parete, contenitori multifunzione, dominanti sulla scena del nuovo design. Numerose le...
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FRIEDMAN BENDA, COMFORT New York’s Friedman Benda Gallery concluded their Comfort exhibition on February 15, 2020. The exhibition was curated by Barcellona native Omar Sosa, the cofounder... Si è conclusa il 15 Febbraio 2020 alla galleria Friedman Benda di New York la mostra Comfort, curata da Omar Sosa, nativo di Barcellona, basato a New York, direttore...
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#85 OUT OF THE BOX
Given that
good design nurtures our quality of life, this forced domesticity has made creating out of the box of
good taste far less tedious, from eclectic credenzas to provocative virtual exhibitions
Dato che il buon design serve a migliorare la qualità della vita, la nostra domesticità forzata può essere resa meno tediosa da creazioni fuori dai consueti schemi del buon gusto.
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EDITORIAL by Cristina Morozzi
O U T OF THE BOX The gallant Xavier De Maistre penned the “Voyage autour de ma chambre” after being placed on house arrest for 42 days, due to a public duel. Wandering around our own rooms, all we can do is enhance them, perhaps with new, even bizarre, furnishing. Given that good design nurtures our quality of life, this forced domesticity has made creating out of the box of “good taste” far less tedious. I’ve gathered projects and installations that break the “normal” to surprise and distract you. The selection includes an eclectic collection of credenzas designed by creatives who unfurled their imaginations when designing these once classic furnishings. We look at two provocative virtual exhibitions in New York’s Friedman Benda and R & Company, and other surprising work by divergent artists.
Poiché come Xavier De Maistre, valoroso soldato savoiardo condannato nel 1794 in seguito a un duello e agli arresti domiciliari per 42 giorni, diventato famoso per averlo raccontato nel suo libro “Voyage autour de ma chambre”, siamo costretti a fare il giro della nostra stanza, possiamo cercare di renderla più attraente inserendo qualche nuovo arredo, magari bizzarro. Dato che il buon design serve a migliorare la qualità della vita, penso che la nostra domesticità forzata possa essere resa meno tediosa da creazioni fuori dai consueti schemi del buon gusto. Vi propongo progetti e installazioni “out of the box” per stupirvi e svagarvi: una selezione eclettica di credenze, un arredo classico ritornato in auge, firmate da noti creativi che hanno dato sfogo alle loro fantasie; quindi le provocatorie mostre virtuali di due importanti gallerie di New York, Friedman Benda e R & Company e opere sorprendenti di designer fuori dal coro.
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PIERRE YOVANOVITCH After a successful career designing men’s collections for Pierre Cardin, Yovanovitch opened his own Parisian atelier in 2001. His clear passion for interior design set him apart as a fashion designer, as he contaminated haute couture with architectural and vintage style. He’s revealed expertise in utilising shapes and proportions, and transforming historic spaces, making them compatible with contemporary lifestyles. He’s an expert in 20th century design, and vintage American and Scandinavian furnishing. His work ranges from private residences to commercial real estate and hotels, including a noteworthy Central Park penthouse in New York, and a five star hotel in Paris. His furnishing is uplifting, designed with mastery taken straight from traditional French manufacturing.
Ha fondato il suo atelier a Parigi nel 2001 dopo una brillante carriera come designer di collezioni maschili per Pierre Cardin, che gli ha trasmesso la propria passione per il design e per l’interior. Come designer si è fatto rapidamente riconoscere per la sua abilità nel contaminare l’estetica dell’alta moda con gli elementi architettonici e con il design vintage, rivelando una rara maestria nell’organizzazione dei volumi e delle proporzioni e una personale abilità nel ristrutturare spazi storici per adattarli al life style contemporaneo. Esperto di design del XX secolo, è conoscitore e appassionato di vintage Americano e Scandinavo. I suoi interventi spaziano dalle residenze private, agli spazi commerciali, agli hotels. Tra le sue realizzazioni sono da segnalare una Penthouse al Central Park di New York e un Hotel cinque stelle a Parigi. I suoi pezzi di arredo rivelano un’idea felice di design, abbinata a una maestria esecutiva, ereditata dalla tradizione manifatturiera francese.
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After a successful career designing men’s collections for Pierre Cardin, Yovanovitch opened his own Parisian atelier in 2001, revealing expertise in
utilising shapes and proportions
Dopo una brillante carriera come designer di collezioni maschili per Pierre Cardin, Yovanovitch ha fondato il suo atelier a Parigi nel 2001, rivelando una rara maestria nell’organizzazione dei volumi e delle proporzioni
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Pierre is an expert in 20th century design, and vintage American and Scandinavian furnishing. His work ranges from
private residences to commercial real estate and hotels
Esperto di design del XX secolo, è conoscitore e appassionato di vintage Americano e Scandinavo. I suoi interventi spaziano dalle residenze private, agli spazi commerciali, agli hotels.
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FUN&GAMES New York’s R & Company gallery held the Fun&Games virtual collective exhibition from April 15 to 29, 2020 with the hopes of lightening the mood during the pandemic. Florentine Radical Design, designer Renate Müller, the Haas Brothers, Argentinian Rusti, and Studio 65 took centre stage. The gallery is known for the attention they pay to Radical Italian Design, and the exhibitions they have dedicated to the movement’s best. They digitally presented a series of images dedicated to the more impactful installations, works, and exhibitions, revealing how even the more transgressive ones renewed domestic design.
La galleria R & Company di New York ha proposto la mostra collettiva virtuale Fun&Games dal 15 al 29 aprile 2020, pensata per alleggerire lo stato d’animo in tempo di pandemia. Tra i protagonisti il design radicale fiorentino, la designer Renate Müller, gli Haas Brothers, l’argentino Rusti e lo Studio 65 di Torino. La galleria di New York, nota per la sua attenzione al design radicale italiano, ai cui protagonisti ha già dedicato varie importanti mostre, ha diffuso via web anche una serie d’immagini di sue recenti mostre di forte impatto, dedicate a Installazioni e opere, che rivelano come il design, nelle sue espressioni più trasgressive, sia stato capace di rinnovare il progetto domestico.
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New York’s R&Company gallery held the Fun&Games virtual collective exhibition from April 15 to 29, 2020 with the
hopes of lightening the mood during the pandemic
La galleria R&Company di New York ha proposto la mostra collettiva virtuale Fun&Games dal 15 al 29 aprile 2020, pensata per alleggerire lo stato d’animo in tempo di pandemia
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Brooklyn based Katie, class of 1989, describes her work as pop-naif; her candy-coloured resin or fibreglass pieces are on the edge of caricatures, with irregular shapes that almost appear to have been sculpted by inexpert, infant hands. She addresses traditional aesthetics of common objects, adding a mix of naive irony and slight folly, removing the some of the serious discipline associated with traditional design, and domestic melodrama. Her artistic career is on an upward slant, including important collaborations and recognition. Some of her work is part of the Los Angeles County Museum of Art’s permanent collection.
Katie, classe 1989, studio a Brooklyn, descrive la sua arte come pop- naif. Considera i suoi oggetti quotidiani in resina o in fiberglass alla stregua di caricature, sia per le sagome irregolari, quasi nascano da mani infantili inesperte, sia per i colori caramellosi. Il suo intento è di mettere in discussione l’estetica tradizionale degli oggetti d’uso quotidiano, introducendo nelle sue creazioni una miscela d’ironia, d’innocenza infantile, condita da una sottile vena di follia, contribuendo così a allontanare la serietà disciplinare, associata al tradizionale concetto di design e a alleggerire il melodramma domestico. La sua carriera artistica è un percorso in salita, costellato da importanti collaborazioni e riconoscimenti. Alcune sue opere appartengono alla collezione permanente del Los Angeles County Museum of Art.
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Brooklyn based Katie describes her work as pop naif; her candycolored resin or fibreglass pieces are on the edge of caricatures with a mix of naive irony
and slight folly
Katie, classe 1989, studio a Brooklyn, descrive la sua arte come pop- naif; considera i suoi oggetti quotidiani in resina o in fiberglass alla stregua di caricature
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Her artistic career is on an upward slant, including important collaborations and recognition, and some of her work is part of the Los
Angeles County Museum of Art’s permanent collection
La sua carriera artistica è un percorso in salita, costellato da importanti collaborazioni e riconoscimenti. Alcune sue opere appartengono alla collezione permanente del Los Angeles County Museum of Art.
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KARI N VAN DER MOLEN The artistic eye can find commonly fleeting inspiration in even the most banal daily objects, then applying it to pieces and installations. It’s no secret that a work of art begins with a glance, as art critic John Berger put it in his “Ways of Seeing”. This is certainly the case with Dutch artist Karin van der Molen, who uses multiple, ordinary wooden chairs in her site specific installations that dialogue with common inhabitations. The chairs are often pushing toward the ceiling or pouring out of windows like waterfalls, cascading down into a covering of thin wooden spools. The dramatic effect proves that beyond an original idea lies the importance of materials, and an artistic eye that captures something unexpected in the common.
Lo sguardo artistico è in grado di cogliere nei banali oggetti quotidiani spunti, che non normalmente sfuggono, per opere e installazioni. Non è azzardato affermare che l’opera artistica, come sostiene il critico d’arte John Berger nel suo saggio “Modi di vedere” (Bollati Boringhieri, Torino, 2004) cominci dal modo di guardare. E’ il caso dell’artista olandese Karin van der Molen che utilizza delle normali sedie in legno, simili tra di loro, per le sue installazioni, che dialogano con delle comuni abitazioni, inerpicandosi in precarie sovrapposizioni, verso le finestre. Gli assemblaggi s’innalzano verso i tetti o scendono dalle finestre, quasi fossero cascate d’acqua, per adagiarsi a terra su un tappeto di sottili tronchi. L’effetto è sempre scenografico e rivela quanto nelle opere, oltre l’idea originaria, sia rilevante il materiale e, prima ancora, lo sguardo dell’artista, capace di cogliere l’inaspettato nel consueto.
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Dutch artist Karin van der Molen uses multiple,
ordinary wooden chairs in her site-specific installations that dialogue with common inhabitations,
cascading from the windows
L’artista olandese Karin van der Molen che utilizza delle normali sedie in legno, simili tra di loro, per le sue installazioni, che dialogano con delle comuni abitazioni, inerpicandosi in precarie sovrapposizioni, verso le finestre.
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The dramatic effect proves that beyond an
original idea
lies the importance of materials, and an artistic eye that captures
something unexpected in the common
L’effetto è sempre scenografico e rivela quanto nelle opere, oltre l’idea originaria, sia rilevante il materiale e, prima ancora, lo sguardo dell’artista, capace di cogliere l’inaspettato nel consueto
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DRIPPING
FURNITURE Dutch artist Reinier Bosch, a Groningen native born in 1980, transforms everyday objects into original pieces using a dripping paint technique associated with Jackson Pollock in the 40’s. The technique allows for colours to be randomly dripped across the canvas; Bosch does the same with gilded bronze. Common furniture, like side tables, benches, and lamps, take on soft, fluid shapes with large droplets covering irregular silhouettes. The results are unique and surprising, proving once again how artistic possibilities can take endless directions. Reinier Bosch, olandese, nato a Groningen nel 1980, trasforma gli oggetti quotidiani in originali opere artistiche, utilizzando la tecnica pittorica del dripping, elaborata nella sua forma più tipica alla fine degli anni ‘40 da Jackson Pollock. Nell’action painting il dripping, consisteva nello sgocciolamento casuale dei colori sulla tela. Reinier Bosch, invece, crea i suoi pezzi facendo gocciolare il bronzo dorato. Le sagome tradizionali di oggetti d’uso comune, come un tavolino, una panchina, una lampada da tavolo…acquistano una forma morbida e liquida, con grandi gocce sui profili irregolari, che li rende unici e sorprendenti. Ancora una volta si conferma come le strade dei percorsi artistici siano varie e imprevedibili.
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Bosch uses common
furniture, like side tables, benches, and lamps; they take on surprisingly soft, fluid shapes with large droplets covering the irregular
silhouettes
Bosch usa oggetti d’uso comune, come un tavolino, una panchina, una lampada da tavolo‌che acquistano una forma morbida e liquida, con grandi gocce sui profili irregolari, diventando unici e sorprendenti
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CREDENZAS After a period of exile caused by wall component systems and multifunction containers, credenzas are taking over the design scene. Many companies have reintroduced contemporary versions to their catalogues. Some bizarre models, created by interior decorators and important designers, have popped up next to the typically modern, linear models. These premodern singular furnishings have inspired creatives to make one of a kind or limited edition pieces with handcrafted elements that make them fitting for art galleries. Studio Job, the Campana Brothers, Maarten Baas, Patricia Urquiola, Jaime Hayon and even artists like Marcello Jori are on the front lines of resuscitating the classic credenza, treating it like a blank page fit for their unique touches.
Le credenze sono tornate alla ribalta dopo l’esilio decretato dall’introduzione dei sistemi a parete, contenitori multifunzione, dominanti sulla scena del nuovo design. Numerose sono le aziende che le hanno reintrodotte, in versione contemporanea, nel loro catalogo. Accanto ai modelli lineari, di rigoroso buon design, ne esistono varie bizzarre, firmate da decoratori, ma anche da noti designer. Il ritorno al mobile singolo, dotato di una lunga storia premoderna, ha sollecitato i creativi a cimentarsi in pezzi unici, o in serie limitata, caratterizzati da lavorazioni artigianali virtuose, destinati al mercato delle gallerie di design artistico. Sono in prima linea Studio Job, i fratelli Campana, Maarten Baas e ma anche Patricia Urquiola, Jaime Hayon e anche artisti, come Marcello Jori, che resuscitano la classica credenza, quasi fosse il foglio bianco sul quale tracciare il proprio segno distintivo.
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SELE 62
ETTI 63
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STUDIO JOB
HUBERTLE-GALL
MAARTEN BAAS 65
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VAN-DER-STRAETENS
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Credenzas are taking over the design scene, and many companies have reintroduced contemporary versions to their catalogues. Creatives are handcrafting
bizarre versions fit for art galleries
Le credenze sono tornate alla ribalta, molte aziende le hanno reintrodotte, in versione contemporanea, nel loro catalogo. I creativi si cimentano nella creazione di pezzi unici, destinati alle gallerie d’arte
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JAIME HAYON
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NIKA ZUPANC 70
PATRICIA URQUIOLA 71
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ROBERT HOROMEC 72
PER LAURA MERONI 73
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FRIEDMAN
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N BENDA, COMFORT
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COM
MFORT New York’s Friedman Benda Gallery concluded their Comfort exhibition on February 15, 2020. The exhibition was curated by Barcellona native Omar Sosa, the cofounder and creative Director or Apartamento magazine. Sosa wanted to present the idea of comfort in relation to aesthetics, selecting functional pieces by noted designers and artists. The scope was to not only explore the furnishings’ physical relationships, but the psychological and emotional effects created by his unconventional pairings. The conviction was that our physical habitations aren’t only a refuge, but places that stimulate visionary attitudes and social or aesthetic reflections.
Si è conclusa il 15 Febbraio 2020 alla galleria Friedman Benda di New York la mostra Comfort, curata da Omar Sosa, nativo di Barcellona, basato a New York, direttore creativo e cofondatore della rivista “Apartamento”. L’intenzione di Sosa era di affrontare il tema del comfort in relazione all’estetica, selezionando pezzi funzionali, creati da noti designer/artisti, per indagare, non solo la relazione fisica con gli oggetti d’arredo, ma anche quella psichica, al fine di sollecitare reazioni emotive, mediante una scelta non convenzionale. All’origine la convinzione che gli interni non rappresentino solo il rifugio confortevole del nostro essere sulla terra, ma che stimolino una attitudine visionaria e che possano sollecitare riflessioni sociali e estetiche.
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New York’s Friedman Benda Gallery concluded their Comfort
exhibition, curated by Barcellona native Omar Sosa, the cofounder and Creative Director of Apartamento magazine, on February 15, 2020
Si è conclusa il 15 Febbraio 2020 alla galleria Friedman Benda di New York la mostra Comfort, curata da Omar Sosa, nativo di Barcellona, direttore creativo e cofondatore della rivista “Apartamento”.
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Sosa explored the idea of comfort in relation to aesthetics, looking at not only the
furnishings’ physical relationships, but the psychological and emotional effects created by his unconventional
pairings
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Sosa affronta il tema del comfort in relazione all’estetica, selezionando pezzi funzionali per indagare, non solo la relazione fisica con gli oggetti d’arredo, ma anche quella psichica, al fine di sollecitare reazioni emotive
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photo: Thomas Pagani
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