Naturalia - #90

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#90 NATURALIA Cover: Tiffany Bozic nature print

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

MELISSA MARCHESE Translator

ERIKA MARTINO

LUCA MAZZA

ELENA BERTOLINI

ALESSANDRO CARBONI

Founder and Managing Editor

Editorial Staff

Founder and Art Director

Web Content Editor

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

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CONT ENTS SOMMARIO

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FLOWER ARTIST Japanese floral artist Azuma Makoto was born in the Fukuoka district, and began his career in Tokyo’s Ota Market, one of the Japan’s largest ornamental plant and flower markets... Azuma Makoto, artista floreale giapponese, nato nella prefettura di Fukuoka, ha iniziato la sua carriera come commerciante all’Ota Market di Tokyo, uno dei più grandi mercati...

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ALLEGORICAL COLLAGES Seattle based Meggan Joy collects flowers in a community garden. As they bloomed, she took hundreds of photos of each, from seed to blossom, combining them into unusual collages... L’artista Meggan Joy, basata a Seattle, coltiva fiori in un giardino condiviso. Nell’epoca della piena fioritura scatta centinaia di foto di ogni singolo fiore, seguendone la crescita...

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AXIS MUNDI Designers Stefano Giovannoni and Guido Venturini formed the King Kong design partnership in the early 1980s, creating initial waves with their steel “Girotondo” tray for Alessi... I designer Stefano Giovannoni e Guido Venturini costituirono nei primi anni 80 il sodalizio di design King Kong, che si fece conoscere per le collaborazioni con Alessi: un’icona...

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KOO BOHNCHANG Korean artist Koo Bohnchang went for a degree in Business Administration before taking a sharp turn towards the art of photography. He studied in Hamburg, then taught within... L’artista coreano Koo Bohnchang, conseguito il diploma in Business Administration, ha cambiato radicalmente indirizzo, convertendosi all’arte fotografica. Ha studiato fotografia a Amburgo...

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TIFFANY BOZIC A self-taught artist, Tiffany meticulously paints animals in their natural habitats, orbetter, observes flora and fauna, then creating her own imaginative interpretation. The dark... Artista autodidatta, Tiffany dipinge, con meticolosa precisione, animali, ritratti nel loro ambiente naturale. Partendo dall’osservazione della natura, crea immagini che hanno...

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DEBORA MOORE As the eighties began, Deborah Moore took an interest in glassblowing. In 1990 she won a grant to attend Seattle’s Pilchuck Glass School, and after, worked alongside Italian... Debora ha iniziato a lavorare con il vetro agli inizi degli anni 80. Nel 1990 ha vinto una borsa di studio per soffiare il vetro alla Pilchuck Glass School, vicino a Seattle. Lì ha lavorato...

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ICELANDIC POPPIES Francesco Dolfo was born under a particular sign, that of an earthquake in Friuli. He is the son of a photographer, who passed on his passion. Dolfo studied engineering in Padova, fell in love... Francesco Dolfo, nato in Friuli durante il terremoto, è figlio di un fotografo che gli ha trasmesso la passione per quest’arte. Ha studiato ingegneria a Padova, appassionato di...

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Plants have gleefully taken back their territory, growing lushly where human life, refined to domesticity, once tread. A chromatic palette

of

wildflowers has burst through the concrete, and The Moodboarders 90th issue is dedicated to works that

rediscover this bold botanical world

Le piante si sono prese la rivincita, sono cresciute rigogliose e hanno allietato i tempi lunghi della domesticitĂ forzata e delle passeggiate solitarie. Anche tra le crepe dell’asfalto sono sbocciati fiori sconosciuti dai vividi colori e il numero 90 di The Moodboarders è dedicato alle opere artistiche di soggetto vegetale e floreale

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

NATURALIA Plants have gleefully taken back their territory, growing lushly where human life, refined to domesticity, once tread. A chromatic palette of unknown wildflowers has burst through the cracks in the concrete. Associate professor for Paris’ “École des hautes études en sciences sociales” Emanuele Coccia wrote in his “La vita delle piante”, (Il Mulino, Bologna, 2018) that plants do not need other beings to survive; they transform everything they touch into life, matter, sunlight, giving space to other beings, essentially, the world. “A plant can listen to music and feel pleasure. A tree is structured much like a Bach composition,” noted Plant Ethologist Stefano Mancuso during the November 2020 concert in the Officine Giovani, honoring Prato’s festival of Circular Economy. To stay in touch during the lockdown, I exchanged images of flowers with friends from Italy, South Korea, and Brazil, a rapid form of communication that avoids mincing words. The ever on-point Viennese publishing house Phaidon, known for their art books, released sumptuous florals in their “Exploring the world in bloom” this past October, presented in London’s Victoria + Albert museum. Alain Stella and Justine Picardie’s “Dior in Bloom” came out October 29, 2020, featuring Nick Knight’s sublime images of the very roses that have inspired Dior’s clothing and fragrances. Plants and flora have taken centre stage in our domestic and urban lives, and thanks to cleaner metropolitan air, cities have seen the rebirth of vegetation. The Moodboarders 90th issue is dedicated to works that rediscover this bold botanical world.

Le piante si sono prese la rivincita, sono cresciute rigogliose e hanno allietato i tempi lunghi della domesticità forzata e delle passeggiate solitarie. Anche tra le crepe dell’asfalto sono sbocciati fiori sconosciuti, dai vividi colori. Emanuele Coccia, professore associato all’ “École des hautes études en sciences sociales” di Parigi, nel suo libro “La vita delle piante”, (Il Mulino, Bologna, 2018) scrive “che le piante non hanno bisogno per sopravvivere della mediazione di altri esseri viventi… Trasformano in vita tutto ciò che toccano, facendo della materia, dell’aria, della luce solare, ciò che per il resto dei viventi diventa lo spazio da abitare, ovvero il mondo”. “Una pianta sa ascoltare un brano musicale e esprimere piacere. Si può descrivere la struttura di un albero come la forma di una composizione di Bach”, ha dichiarato Stefano Mancuso, scienziato che si occupa di etologia vegetale, in occasione del concerto alle Officine Giovani di Prato, nell’ambito del festival dell’Economia circolare, svoltosi dal 6 all’ 8 novembre 2020. Durante il lockdown ho scambiato per mail foto di fiori con amici italiani, coreani, brasiliani, indiani, un espediente per stare in contatto, senza scrivere parole inutili. Phaidon, la casa editrice viennese di libri d’arte, sempre in sintonia con le tendenze, ha pubblicato un suntuoso libro sui fiori “Exploring the world in bloom”, che è stato presentato al museo Victoria + Albert di Londra nel mese di ottobre 2020. Dal 29 Ottobre 2020 è in libreria “Dior in Bloom” di Alain Stella e Justine Picardie, con sublimi foto di rose del fotografo di moda Nick Knight, che celebra l’ispirazione floreale di Christin Dior nella moda e nei profumi. Fiori e piante sono diventati i grandi protagonisti dei nostri spazi domestici e urbani e, grazie alle condizioni più salubri dell’aria cittadina, anche la vegetazione metropolitana si è rinvigorita e moltiplicata. Ai fiori e alle piante è dedicato the Moodboarders n.90 che propone opere artistiche di soggetto vegetale e floreale.

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Flower ARTIST

Japanese floral artist Azuma Makoto was born in the Fukuoka district, and began his career in Tokyo’s Ota Market, one of the Japan’s largest ornamental plant and flower markets. He transfers his personal artistic inclinations, nurtured by a passion for music. Despite traditional Japanese compositions that draw on precision, like the Bonsai, Azuma works on the conviction that beauty is in every part of a plant’s lifecycle, and his compositions span from buds, to blooms, to the inevitable wilting of the flora he selects. In 2002, he opened his “Jardin des Fleurs” in Tokyo, from 2007 to 2009, directed the AMPG private gallery where he displayed his compositions, what he calls “botanical sculptures”. In 2009, he opened “Azuma Makoto Kenkyusho”, an experimental laboratory. Some of his most enticing creations are the “Frozen Flower” series, bouquets sealed in blocks of ice, and the numerous installations created for fashion designers, including the notable Belgian, Dries Van Noten.

Azuma Makoto, artista floreale giapponese, nato nella prefettura di Fukuoka, ha iniziato la sua carriera come commerciante all’Ota Market di Tokyo, uno dei più grandi mercati di piante e fiori ornamentali del Giappone. Nelle composizioni floreali trasferisce la sua sensibilità artistica, coltivata occupandosi di musica. A differenza delle tradizionali composizioni giapponesi artefatte, come gli scultorei bonsai, le creazioni di Azuma, convinto che vi sia bellezza in ogni momento della vita dei fiori, sono naturalistiche e rappresentano i fiori nel loro ciclo vitale, dallo sbocciare sino all’inevitabile appassimento. Nel 2002 diventa proprietario del negozio di fiori “Jardin des Fleurs” di Tokyo; dal 2007 al 2009 dirige una galleria privata AMPG dove espone i propri disegni floreali, che definisce “sculture botaniche” Nel 2009 apre un laboratorio sperimentale “Azuma Makoto Kenkyusho”. Tra le sue creazioni più originali i “Frozen Flower”, bouquet racchiusi in blocchi di ghiaccio. Ha realizzato numerose installazioni anche per stilisti di moda, tra i quali il belga Dries Van Noten.

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© Shiinoki Shunsuke 12


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Some of Azuma’s most enticing creations are the

Frozen Flower series, bouquets sealed in blocks of ice, and the numerous installations created for fashion designers, including the notable Belgian, Dries Van Noten

Tra le creazioni floreali più originali i bouquet racchiusi in blocchi di ghiaccio, i “Frozen Flower” e le numerose installazioni realizzate per stilisti di moda come il belga Dries Van Noten.

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© Shiinoki Shunsuke 16


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Japanese floral

artist Azuma Makoto

transfers his personal artistic inclinations, nurtured by a passion for music, to compositions that span from buds, to blooms, to the inevitable wilting of the flora he selects

L’artista floreale giapponese Azuma Makoto trasferisce la sua sensibilità artistica, coltivata occupandosi di musica, nelle sue composizioni floreali che spaziano dai boccioli, alle fioriture, all'inevitabile appassimento della flora che seleziona.

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allegorical

collages Seattle based Meggan Joy collects flowers in a community garden. As they bloomed, she took hundreds of photos of each, from seed to blossom, combining them into unusual collages, encapsulating female figures under a thin layer of metal weave. The colorful, complex compositions use myriad florals to depict figures posed or in movement, each seemingly part of a mysterious theatrical performance. Meggan uses rare manual expertise to collect and combine the buds and blooms into beings, captured in colourful, seductive images on dark backgrounds..

L’artista Meggan Joy, basata a Seattle, coltiva fiori in un giardino condiviso. Nell’epoca della piena fioritura scatta centinaia di foto di ogni singolo fiore, seguendone la crescita, combinandole poi in inusuali, artistici collage, riproducenti corpi femminili, imprigionati in una leggera rete metallica. Le complesse composizioni multicolori, di varie tipologie di fiori, rappresentano esili silhouette in movimento, oppure in posa. I suoi personaggi floreali sembrano appartenere a una misteriosa rappresentazione teatrale. Assemblando con rara perizia manuale i fiori che ha coltivato per creare dei corpi umani in movimento Meggan, mediante la fotografia, produce seducenti immagini che emergono con i loro vividi colori da fondi neri.

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Seattle based Meggan Joy collects flowers in a community garden, then combining them into unusual collages,

encapsulating female figures under a thin layer of metal weave

L’artista Meggan Joy, basata a Seattle, coltiva fiori in un giardino condiviso combinandoli poi in inusuali artistici collage riproducenti corpi femminili, imprigionati in una leggera rete metallica

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Meggan uses

rare manual expertise to collect

and combine buds and blooms into beings, captured in colourful, seductive images on dark backgrounds

Le complesse composizioni multicolori, di varie tipologie di fiori, rappresentano esili silhouette in movimento. Meggan, mediante la fotografia, produce seducenti immagini che emergono con i loro vividi colori da fondi neri

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AXIS MUNDI Designers Stefano Giovannoni and Guido Venturini formed the King Kong design partnership in the early 1980s, creating initial waves with their steel “Girotondo” tray for Alessi. As it often happens, their paths separated, and Venturini chose a more artistic route, leaving industrial design behind him. After a brief stint as a DJ, Venturini took up painting. Falling out of love with the playful colours of pop, he turned to dusky romance. His latest work is an oil and wax series on natural linen, figures on solid backgrounds that appear bathed in moonlight, spindly autumn trees with serpentine roots and branches made of brushstrokes that resemble embroidery. I designer Stefano Giovannoni e Guido Venturini costituirono nei primi anni 80 il sodalizio di design King Kong, che si fece conoscere per le collaborazioni con Alessi: un’icona indiscussa è il loro vassoio in acciaio “Girotondo”. Come spesso accade, le loro carriere si sono separate e Guido Venturini ha scelto una strada più artistica, abbandonando il mondo dell’industrial design. Dopo una parentesi come DJ, Guido si dedica alla pittura. Accantonato lo stile pop, ludico e colorato, si è convertito ad un crepuscolare romanticismo. Tra i suoi lavori più recenti sono da segnalare una serie di dipinti a olio e cera, su tela di lino naturale, raffiguranti, su fondi colorati, che paiono illuminati da una luce lunare, esili alberi autunnali, con radici tentacolari e chiome disegnate al tratto, in punta di pennello, simili a esili ricami.

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Falling out of love with the playful colours of pop, he turned to dusky romance, painting figures on solid backgrounds that appear bathed in moonlight, spindly autumn trees with serpentine

roots and branches

Accantonato lo stile pop, ludico e colorato, si è convertito ad un crepuscolare romanticismo. I suoi dipinti raffigurano, su fondi colorati, che paiono illuminati da una luce lunare, esili alberi autunnali, con radici tentacolari e chiome disegnate al tratto, in punta di pennello, simili a esili ricami

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Korean artist Koo Bohnchang went for a degree in Business Administration before taking a sharp turn towards the art of photography. He studied in Hamburg, then taught within Seoul’s Art Institute and London’s Saint Martin. He is famous for his still-life images of white ceramic vases, a Korean expression of purity, filled with florals. He exhibits his photography and physical ceramics in international galleries, and during the pandemic, billboards of his floral photography were placed throughout Seoul’s metro stations, a part of the the “Time-Traveller” project curated by journalist and design expert Yeo Mi Young. L’artista coreano Koo Bohnchang, conseguito il diploma in Business Administration, ha cambiato radicalmente indirizzo, convertendosi all’arte fotografica. Ha studiato fotografia a Amburgo in Germania; ha insegnato all’Istituto d’arte di Seoul ed è stato docente al Saint. Martin di Londra. E’ famoso per i suoi still life di fiori e per i suoi vasi in porcellana bianca, espressione della bellezza coreana nella sua originaria purezza. Espone, sia le sue fotografie, sia le sue ieratiche porcellane, in importanti gallerie e musei internazionali. Durante la pandemia gigantografie delle sue foto di fiori sono state installate nelle stazioni della metropolitana di Seoul, nell’ambito del progetto artistico “Time -Traveller”, curato dalla giornalista ed esperta di design Yeo, Mi Young.

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Bohnchang is famous for his still-life images of white ceramic vases, a Korean

expression of purity, filled with florals.

He exhibits his photography and physical ceramics in galleries around the world

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Bohnchang è famoso per i suoi still life di fiori e per i suoi vasi in porcellana bianca, espressione della bellezza coreana nella sua originaria purezza, che espone in importanti gallerie e musei internazionali.

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Tiffany Bozic A self-taught artist, Tiffany meticulously paints animals in their natural habitats, or better, observes flora and fauna, then creating her own imaginative interpretation. The dark backgrounds create a mysterious aura in most of her compositions, and her precise handwriting overrides the perceived normalcy of her florals and wildlife. Tiffany stays far from the romantic or bucolic landscapes, leaning towards hints of the macabre: dry leaves, or lizards crawling up the back of an animal laying on the ground. Her hyperreal, oddly shaded depictions are positively magical. Artista autodidatta, Tiffany dipinge, con meticolosa precisione, animali, ritratti nel loro ambiente naturale. Partendo dall’osservazione della natura, crea immagini che hanno molto poco di naturale. I fondi prevalentemente scuri contribuiscono a rendere misteriose molte delle sue composizioni. La precisione calligrafica delle sue opere contribuisce a rendere irreali le sue pitture di fiori e animali. Lontana da qualsiasi accento romantico, che ben si presterebbe per i suoi soggetti bucolici, Tiffany indulge piuttosto su qualche sfumatura macabra, come le foglie secche e le lucertole che si arrampicano sul corpo dell’animale steso a terra. La rappresentazione iperrealista diventa magica e misteriosa, grazie all’uso imprevedibile delle coloriture.

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Tiffany stays far from romantic, bucolic landscapes, leaning towards hints of the macabre: her hyperreal, oddly shaded depictions are mysterious and positively magical

Lontana da qualsiasi accento romantico, Tiffany indulge piuttosto su qualche sfumatura macabra: la rappresentazione iperrealista diventa magica e misteriosa, grazie all’uso imprevedibile delle coloriture

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DEBORA MOORE As the eighties began, Deborah Moore took an interest in glassblowing. In 1990 she won a grant to attend Seattle’s Pilchuck Glass School, and after, worked alongside Italian artists Italo Scanga, Paul Marioni, and joined the noteworthy group of American glassblowers led by Dale Chihuly. She was the first African American woman to hold an “artist in residence” place in Murano’s Abate Zanetti’s glass school. In 1987, she began to create flowers, notably, orchids. She’s travelled the world, studying varying species in their natural habitats, and her glass replications take more from her vivd imagination than scientific evidence. The pieces have been exhibited in international galleries, earning noteworthy recognition. Debora’s recent “Arboria” blown glass collection features delicate magnolias, succulent prunes, wisteria, and lavender blooms. Debora has chosen glass as her mainstay, a material that reflects light whether fully transparent or hazily matte.

Debora ha iniziato a lavorare con il vetro agli inizi degli anni 80. Nel 1990 ha vinto una borsa di studio per soffiare il vetro alla Pilchuck Glass School, vicino a Seattle. Lì ha lavorato assieme agli artisti italiani Italo Scanga e Paul Marioni e ha fatto parte del gruppo dei soffiatori del noto artista americano del vetro Dale Chihuly. E’ stata la prima donna afroamericana a guadagnarsi un “artist in residence” presso la scuola del vetro Abate Zanetti a Murano. Nel 1987 Debora ha iniziato a creare fiori di vetro, tra i più noti le orchidee. Ha girato il mondo per studiare e disegnare le varie specie di orchidee, osservate nel loro habitat naturale. Le sue riproduzioni in vetro di orchidee appartengono, più che alla cultura scientifica, alla sua fervida immaginazione. Ha esposto in vari importanti musei e guadagnato molto riconoscimenti. Nella sua recente collezione “Arboria” Debora ha soffiato delicate magnolie, prugne succose, glicini e fiori di lavanda. Ha scelto per esprimersi il vetro, perché è un materiale che trasmette e riflette la luce e che varia dall’opacità alla trasparenza.

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Deborah Moore won a grant to attend Seattle’s Pilchuck Glass School, was the first African American woman to hold an artist in residence place in Murano’s Abate Zanetti’s Glass school, and in 1987, began to create her own bouquet

Nel 1990 Deborah Moore ha vinto una borsa di studio per soffiare il vetro alla Pilchuck Glass School. E’ stata la prima donna afroamericana a guadagnarsi un “artist in residence” presso la scuola del vetro Abate Zanetti a Murano e nel 1987 ha iniziato a creare fiori di vetro

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Debora’s recent Arboria blown glass collection features delicate magnolias, succulent prunes, wisteria, and lavender

blooms

Nella sua recente collezione “Arboria” Debora ha soffiato delicate magnolie, prugne succose, glicini e fiori di lavanda

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ICELANDIC Poppies Francesco Dolfo was born under a particular sign, that of an earthquake in Friuli. He is the son of a photographer, who passed on his passion. Dolfo studied engineering in Padova, fell in love with sports, especially kayaking: he was a member of the Italian team for 14 years, winning numerous competitions. In 1998, he landed in Milan, where he signed up at the IED while taking on jobs for international publications spanning fashion and design, including Casa Brutus, Esquire, and Living. Parallel projects include floral images, as he firmly believes a photographic eye can transform ephemeral flora into something rare and precious. His Flow(ers) project sees limited edition shots of Icelandic poppies on a black background; their brilliant colours literally jump out against the dark. The A4 or A3 sized photographs can be purchased on the Saatchi Art website.

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Francesco Dolfo, nato in Friuli durante il terremoto, è figlio di un fotografo che gli ha trasmesso la passione per quest’arte. Ha studiato ingegneria a Padova, appassionato di sport, per 14 anni è stato membro della squadra italiana di kayak, vincendo numerose competizioni. Nel 1998 è approdato a Milano, dove si è iscritto allo IED e parallelamente ha iniziato a lavorare come fotografo, collaborando con varie riviste internazionali, tra le quali Casa Brutus, Esquire e Living, spaziando dalla moda al design. Tra i suoi progetti collaterali ci sono le foto di fiori, originate dalla ferma convinzione che il suo occhio fotografico possa trasformare l’immagine di un fiore in qualcosa di raro e prezioso. Il suo progetto Flow(ers), costituito da scatti in edizione limitata, è dedicato ai papaveri islandesi, ritratti su fondo scuro, quasi volesse farli emergere dall’oscurità per esaltarne la brillantezza del colore. Le immagini in dimensione A4 o A3 sono acquistabili nella sezione on line della nota galleria Saatchi Art.


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Francesco Dolfo

studied engineering in Padova before signing up at Milan's IED, all while taking on photography jobs for international publications spanning

fashion and design

Francesco Dolfo ha studiato ingegneria a Padova prima di arrivare a Milano, dove si è iscritto allo IED e dove ha iniziato a lavorare come fotografo, collaborando con varie riviste internazionali, spaziando dalla moda al design

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photo: Thomas Pagani

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