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n. 14
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carpfishing e non solo, raccontato dai pescatori
Il piÚ grande sbaglio nella vita è quello di aver sempre paura di sbagliare cit . EH
I pescatori che hanno reso possibile questa uscita...
Nicolò Coledan
Fast session Riccardo Delle Fratte
cosĂŹ simili cosĂŹ diverse 1 parte
Roberto Bussolari
le stagioni della primavera
Daniele Santilli
cambiamenti repentini
Le stagioni della primavera Di Roberto Bussolari
La primavera….una delle stagioni più intriganti e complicate, a volte, in talune situazioni, paragonata quasi all’inverno. Tre mesi di puro delirio, dove spesso le nostre certezze si frantumano. Da metà marzo fino a circa metà maggio le nostre acque subiscono le più importanti e bizzarre variazioni climatiche, idriche ed ambientali rispetto ad ogni periodo dell’anno. Non a caso i pesci seguono questi andamenti dopo il lungo periodo invernale rendendoci la pesca molto più ostile di quanto avessimo mai pensato. Le acque sono spesso abbastanza limpide grazie all’inattività dei pesci durante l’inverno che ha concesso ai sedimenti di depositarsi sul fondo, il sole penetra in profondità e riscalda i pesci, le prime piante acquatiche iniziano a crescere ed a nascondere rinnovate e succulenti fonti di cibo. Ma non è tutto così roseo come sembra. Le perturbazioni possono essere fredde e violente e in poche ore fanno scendere la temperatura dell’acqua in picchiata creando numerosi scompensi biologici alle carpe che lentamente avevano iniziato a riprendere le loro normali attività. Le perturbazioni e i venti da Nord sono i nostri peggiori nemici in primavera. Poi però, dopo i primi lunghi giorni di Marzo, dove le temperature tentennano a salire, spesso scaldandosi lentamente solo negli strati più superficiali, l’intera massa d’acqua inizia ad incamerare calore, i pesci lo avvertono e tutto l’ecosistema sembra trasformarsi in tempi brevissimi sino ad arrivare ad un momento critico, un momento dove davvero l’abilità del carpista è messa in gioco, dove l’unica cosa che conta è anticipare gli spostamenti dei pesci. Cercherò quindi di darvi la “mia” chiave di lettura per affrontare nel migliore
dei modi una delle stagioni più entusiasmanti dell’anno, dove non solo le carpe si risvegliano dal torpore invernale ma anche noi carpisti. Mi piace immaginare di suddividere la bella primavera, la stagione dei risvegli dove la vita rinasce dentro e fuori dall’acqua, in tre “sotto-stagioni” determinate esclusivamente dalla temperatura dell’acqua. Prima stagione da 9°C a 13/14°C Queste temperature nei paesi temperati come il nostro si riscontrano indubbiamente tra marzo ed aprile anche se in centro Italia la ripresa è più rapida. Spesso questo è dovuto ad un più lieve abbassamento delle temperature invernali dove a volte non scendono al di sotto i 9-10°C. Mentre al nord non è assolutamente raro vedere grandi laghi ghiacciati o cave con temperature che superano di poco i 3°C. In ogni caso a noi interessa la fascia termica tra i 9°C ed i 13-14°C. In questo periodo i pesci, essendo a sangue freddo, iniziano a percepire con decisione l’innalzamento delle temperature. Il loro organismo metabolizza molto meglio i cibi ingeriti, la natura offre nuovamente alimento ed i pesci lentamente iniziano ad approfittarne. Come approfittano del cibo naturale, le carpe approfittano anche delle nostre esche. Nascono i primi germogli di piante acquatiche, in alcuni laghi o cave i grandi erbai non si sono estinti completamente. Qui potremmo avere l’impressione che le carpe non vedano l’ora di andare a cercare cibo ma il più delle volte non è assolutamente così. I grandi e vecchi erbai che risalgono dal fondo sono quasi marcescenti ed a
volte ricoperti da uno strato lattiginoso di micro alghe che quasi li circonda e li soffoca, non offrono la condizione ideale per un buon sviluppo di vita finchè non si rigenera la nuova pianta con nuove foglie e ramificazioni che producono elevati tassi di ossigeno. I piccoli germogli sul fondo invece spesso creano zone interessanti paragonabili a qualsiasi altra area marginale. In questo periodo ho imparato che i grandi buchi sugli erbai non sono prolifici tanto quanto un buon sottoriva ricco di vegetazione arborea, radici sommerse o legnaie. Il marginal ad inizio primavera credo possa regalare emozioni uniche, forse più che in ogni altro momento dell’anno. Il sottoriva oltre che creare la situazione favorevole allo sviluppo del primo alimento naturale, avendo una profondità ridotta, incamera più velocemente il calore dei raggi del sole che possono raggiungere il fondale, scaldandolo e rendendolo gradevole anche nelle ore notturne. In questo periodo la temperatura superficiale infatti potrà essere anche di 12-13°C ma sul fondo è ancora più fredda. Questo però non significa che in fondali di 4-5mt non si possano catturare pesci che ancora abituati alle temperature fredde dell’inverno
scendono per tornare alle zone di stazionamento o in settori dove magari si trova del cibo. Sicuramente il pesce inizia a muoversi ogni giorno di più ma i grandi canneti o i settori con acqua molto bassa non regalano ancora catture interessanti in modo costante. I pesci di taglia si spostano ancora abbastanza in modo solitario per approfittare in modo opportunistico del poco alimento. Con il salire delle temperature verso i 13-14°c anche a strati più profondi e con l’allungarsi delle ore di luce, l’irradiamento solare cresce in modo esponenziale, ed inizia una fase estremamente interessante. Seconda stagione da 14°C a 18/20°C Le grosse e grasse femmine iniziano ad avvicinarsi alle aree riproduttive. Le uova nel loro ventre iniziano a maturare velocemente e il loro corpo ha bisogno di buone dosi di alimento. Gli esemplari di taglia inizieranno a farsi vedere con più frequenza, ad abbandonare i settori profondi durante la notte per alimentarsi con voracità in fondali sino dai 2 ai 3-3.5mt di profondità. Meravigliose sono le zone dove si stanno sviluppando i fiori di loto, “castagnole” o altri nuovi erbai. Spesso caratterizzate da fondale sabbioso ma ancora in una fase vegetativa tale da pescarvi in mezzo senza rischiare di perdere i pesci. L’intento delle carpe non è ancora di cercare cibo negli spot
riproduttivi ma se individuiamo aree di transito tra zone profonde e zone di acqua molto bassa avremo sicuramente molte possibilità di cattura. Di giorno se il cielo e cupo e nuvoloso potremo ancora catturare bei pesci anche in 10mt d’acqua, ma se vi sono belle giornate con sole e cielo terso durante il giorno non cattureremo nulla e dovremo attendere il calare della notte. Spesso i momenti migliori in questo periodo per catturare pesci a medie profondità sono da un’oretta dopo il calare del buio sino alla mezzanotte per poi riprendere l’attività un paio di ore prima dell’albeggio. Come il sole farà capolino i pesci ritorneranno in aree sicure e profonde o stazioneranno a mezz’acqua per approfittare dei raggi solari che penetrano in profondità. In condizioni nuvolose o di pioggia lieve e non intensa consiglio di spostare le canne e tentare in spot interessanti anche a 8-10mt di profondità perché se le carpe non approfitteranno del sole molto probabilmente scenderanno per cercare cibo anche di giorno. Questa fase transitoria dalle acque profonde a quelle medio basse durerà pochi giorni, forse una settimana o poco più, salvo che non vi siano perturbazioni che non consentono all’acqua di
raggiungere i 16°C. Come l’acqua raggiungerà questa temperatura avrete una breve fase dove i pesci saranno sempre più presenti nei canneti, da prima tantissimi maschi per poi arrivare anche qualche grossa femmina nei giorni a seguire. Gli spot a 3-4mt di profondità inizieranno a non dare più pesci neanche di notte e dovremo concentrare tutte le nostre forze a cercare i pesci nei canneti o in aree similari di riproduzione. Di giorno qualche pesce sarà possibile ancora catturarlo in medie profondità, magari sotto grandi alberi che creano ombra o in interessanti legnaie vicino a riva. Non esitiamo a pescare in questi spot anche se magari si trovano a 4-6mt di profondità. Sforziamoci al massimo, usiamo tutte le nostre energie per cercare pesci sia di giorno che di notte. Le canne entro le 9 del mattino dovranno già essere piazzate negli spot giornalieri, non ce ne pentiremo. Inizia la fase di pre-frega vera e propria quando l’acqua in superficie supera i 16,5°C sino i 18°C. Le carpe si alimentano ancora, sia di giorno che di notte ma sono tutte nei settori di frega. Se il sole è alto nel cielo le probabilità di cattura saranno ridotte a zero. Gli abbassamenti di pressione con piogge lievi o moderate, non fredde, saranno la nostra carta vincente. Spero sempre di pescare con condizioni di nuvolosità intensa e
prolungata in questi periodi in quanto mi ha sempre garantito maggior costanza di catture, spesso anche di giorno. Per le ore notturne non cambia in realtà un gran che, ma durante il giorno ho catturato tantissimi pesci anche interessanti. Cosa invece che non avviene in presenza di un caldo sole. Lievi perturbazioni non bloccano le carpe purchè l’acqua non perda temperatura per via di forti grandinate o venti da nord. In questa fase sarebbe irreparabilmente deleterio una perdita di un paio di gradi in poche ore. In questa fase dovremmo avere una buona regolarità di catture durante il tramonto inoltrato e qualche sporadica durante la notte anche se ho visto che varia molto da lago a lago. Se abbiamo vaste aree di acqua bassa e sabbia vicino i canneti le carpe li perlustreranno alimentandosi con decisione. Cerchiamo le “schiarite fresche” sul fondale, i pesci vi torneranno per cercare altro alimento. Se il fondo è omogeneo e non è smosso non facciamo i testardi ad insistere perché i pesci da li non passeranno per alimentarsi. Se per caso notiamo elevata attività in acqua molto bassa 50-80cm con scodate e salti, ma nonostante tutto non catturiamo nulla o è troppo
tardi o conviene allontanarsi anche di 20-40mt dai canneti per intercettare le grasse femmine ritardatarie che ancora non si sono gettate nella mischia. I maschi in questa fase sono già praticamente tutti in acqua bassa. Terza stagione da 20°C verso i 25°C A 20°C circa ci possiamo considerare in piena attività di frega, come detto in precedenza quasi sicuramente i pesci intenti a riprodursi non considereranno le nostre esche anche se caliamo in mezzo a decine di carpe. Dovremmo tentare nelle ore notturne di allontanarci da questi settori e sperare di catturare gli ultimi pesci in avvicinamento, spesso questa tecnica dà risultati ma capisco che la tentazione di pescare in mezzo ad una moltitudine di pesci è sempre forte. Nel tempo ho imparato a non sprecare più di una canna. Non tutte le carpe andranno in frega nello stesso istante. I maschi sono pronti alla fecondazione molto prima delle femmine e lo rimarranno anche quando queste avranno terminato. Per questo motivo se peschiamo in canneti troppo in anticipo rischiamo di catturare solo lunghi e piccoli maschi a ripetizione senza mai arrivare alla cattura di taglia. La fase giusta per catturare le grosse
femmine nei settori riproduttivi non è spiegabile a parole ma è individuabile nei giorni immediatamente prima della frega. Tendenzialmente se il meteo ci aiuta con acquazzoni allora questo periodo potrebbe durare anche un paio di settimane. Se invece il sole è a picco, le fasi di avvicinamento e quelle di “quasi” frega, potrebbero concentrarsi e concludersi in una settimana circa. In fase riproduttiva i pesci non si alimenteranno statene pur certi e non gli provocheremo assolutamente più stress di quanto possiamo procurargliene durante qualsiasi altro periodo dell’anno. Conclusa la fase riproduttiva più intensa le catture riprenderanno, i pesci inizieranno una lenta ripresa e ritorneranno a colonizzare moltissime aree di lago. Onestamente non ho mai pescato molto in questo periodo perché cercavo sempre di arrivare in anticipo piuttosto che in ritardo. In ogni caso cerchiamo in assoluto sia ora che in altri periodi dell’anno di evitare di fotografare subito i pesci catturati in pieno giorno perché gli provocheremmo uno stess troppo forte. Almeno 4-5 ore di sacca di mantenimento per farli riprendere dal combattimento sono d’obbligo. E’ come se noi facessimo un gran sforzo fisico e in pieno affanno ci tappassero la bocca! Anche se prendiamo pesci di giorno aspettiamo alcune ore a fare le foto. Ho fatto l’errore solo una volta diversi anni fa e dopo le foto ci ho messo più di mezz’ora a far riprendere una grossa regina, non lo farò mai più! Tendenzialmente
poi si arriva alla metà di maggio dove in realtà in moltissime acque la frega è già avvenuta ed inizia dopo il periodo di chiusura legislativa. Comunque anche dopo la frega possono essere interessanti le zone di allontanamento dai settori riproduttivi. I pesci costeggeranno i margini, le secche ed i gradini di fondale nelle parti superiori. A breve le temperature si alzeranno verso i 23-25°C, tornerà tutto nella normalità e nessuno ci braccherà più
come ladri solo perchÊ abbiamo pescato e rilasciato pesci che avevano voglia di mangiare prima di trombar‌.. In compenso nessuno braccherà mai chi vorrà far volare pesci che avevano voglia di nuotare!!!!!!!
COSI’ SIMILI... COSI’ DIVERSE 1 parte Di Riccardo Delle Fratte
Una delle cose che rendono bella la tecnica che pratichiamo è proprio la nostra preda: la carpa. La particolarità di questo imponente pesce sta proprio nellʼassumere una gamma di forme e livree praticamente infinita rendendo ogni cattura pressoché unica. Quindi mentre nelle altre specie gli individui sono quasi tutti identici, quando noi portiamo a guadino una carpa non abbiamo unʼidea precisa dellʼaspetto del pesce che abbiamo preso. In questo senso lʼalbum fotografico di un carpista diventa una sorta di collezione di forme e colori tra le quali alcune spiccano più di altre per rarità e bellezza. Fino a qui mi sono limitato a ricordare delle ovvietà che tutti conoscete ma vorrei andare oltre affinché comprendiate a fondo il senso di tutta questa varietà. Avvertenze e precauzioni per lʼuso La lettura di questo articolo potrebbe causare a quelli mentalmente più fragili noia,sonnolenza e nei casi più gravi anche lʼorchite. Se siete dei tipi poco curiosi e che vogliono solo sapere qualche trucchetto magico per catturare una over…saltate questo articolo a piedi pari prima che sia troppo tardi. Ovviamente poi non lamentatevi se sulle riviste si scrivono da 30 anni sempre le solite 4 cavolate.
Per gli altri che avranno pazienza e curiosità per seguirmi vi dico subito che dividerò questo articolo su due uscite della rivista e che la seconda sarà più attinente alla pesca vera a propria. Sono sadico ma anche io ho un limite. In particolare nel prossimo numero faremo alcuni ragionamenti sulle carpe a specchio, i quali scaturiscono da alcune esperienze avute in pesca. Per capire bene però…dovete sorbirvi questa prima parte.
Spettacolo della natura…o anche dellʼuomo? Mi fa sorridere quando di fronte ad una carpa dallʼaspetto bizzarro qualcuno commenta dicendo: “che spettacolo della natura!” Quelle che noi peschiamo oggi, è bene metterselo in testa, non sono affatto carpe “naturali” al 100%. In buona parte esse sono come sono…grazie a noi esseri umani.
Brevissima storia della carpa e delle sue varietà
La specie “Cyprinus carpio, Linneaus, 1758” esiste su questo pianeta da moltissimo tempo ( da quanto non me lo ricordo e non mi va di cercarlo. Non siate fiscali, che importanza ha?! ) ed è originaria dellʼAsia. Gli esemplari di questa specie però non sono mai stati come la maggior parte delle carpe che conosciamo oggi. Avevano un corpo molto idrodinamico ( simile a quelle carpe che oggi chiamiamo “torpedo” ) e non avendo una pancia pronunciata difficilmente raggiungevano i pesi ragguardevoli ai quali siamo abituati. A quanto pare questo tipo di costituzione fisica andava benissimo ai primi allevatori di questa specie: i cinesi. In Cina infatti lʼallevamento della carpa a scopo alimentare ha origini millenarie ed era tanto diffuso da essere praticato a tutti i livelli della società. In poche parole i cinesi avevano accanto alle loro case dei laghetti pieni di carpe esattamente come noi occidentali avevamo tutti un pollaio con le galline e ciò rendeva questi pesci uno dei pilastri dellʼantica società cinese. Ad un certo punto della storia però gli antichi romani ( i quali apprezzavano la carpa soprattutto a tavola ) decisero di introdurla nel cuore dellʼEuropa seminandola nelle acque interne e permettendole di diffondersi fino a diventare parte integrante dellʼecosistema.
La vera svolta però è avvenuta nel Medioevo, quando alcuni allevamenti di carpe europei hanno iniziato a selezionare alcuni particolari mutanti dai loro laghi e ad incrociarli tra loro per ottenere qualcosa di particolare. Qui però devo fare un paio di passi indietro altrimenti vi faccio troppa confusione. Stampatevi in testa alcuni concetti di base:
- Quando parlo di “mutanti” non intendo una roba tipo le tartarughe ninja. In ogni essere vivente sono presenti delle piccole mutazioni spontanee che li fanno differire leggermente dal patrimonio genetico dei loro genitori. Il continuo insorgere di mutazioni spontanee è normale ed è ciò che consente alle specie di modificarsi nel tempo e di adattarsi allʼambiente.
- Lʼuomo da sempre seleziona le mutazioni che gli interessano e pratica incroci mirati per rendere piante e animali più produttivi, robusti e performanti. Gli alberi da frutto, gli ortaggi, molti pesci e gli animali da allevamento che conosciamo oggi non assomigliano affatto a quelli di 1000 anni fa. Credevate forse che si potessero sfamare 7 miliardi di persone usando le pannocchie rinsecchite e i bovini smunti di una volta?!
- Gli strumenti del Medioevo per incrociare gli esseri viventi erano infinitamente più rozzi di quelli attuali. Non esisteva di certo lʼingegneria genetica e nemmeno le leggi sullʼereditarietà dei caratteri descritte con precisione da Mendel nel XIX° secolo. Nonostante questo però, si era già compreso che incrociando solo gli esemplari con le caratteristiche ritenute migliori, si poteva ottenere una prole di individui aventi in buona percentuale quelle caratteristiche. Torniamo però alle nostre carpe medievali. Abbiamo detto che gli allevatori iniziavano a fare incroci per dar vita a ceppi di carpe particolari ma…cosa volevano ottenere? Semplicemente, essendo la carpa usata come alimento, desideravano che i loro animali fossero portati a diventare più grossi e a produrre più carne. Ecco allora che hanno iniziato a mettere da parte e a selezionare gli individui più tondeggianti fino a produrre dei veri e propri animali da ingrasso la cui forma era ben diversa da quella dei loro antenati. Sempre nello stesso periodo apparivano alcune carpe che mostravano un difetto della livrea ma che sembravano anche poter diventare più pesanti e grosse rispetto alle comuni: le carpe a specchio con tutte le loro sottovarietà. In tempi più recenti sono addirittura state selezionate carpe coloratissime e bizzarre: le tanto amate koi. Ne parleremo.
Tante varietà, una sola specie La più classica definizione di specie recita pressapoco così: “Fanno parte della stessa specie tutti quegli individui dal cui accoppiamento nasce una prole a sua volta feconda.” Come tutti sapete le nostre carpe fanno tutte parte della specie Cyprinus carpio e ciò è dimostrato dal fatto che le comuni si accoppiano di norma tranquillamente con le carpe a specchio, con le linear, con le cuoio e persino con le koi, dando vita ad una prole di individui che a loro volta sono fecondi. Si tratta della stessa cosa che succede con i cani, le cui razze sono anche molto diverse tra loro ma comunque in grado di mischiarsi producendo degli incroci. Cosa serve affinché nasca una nuova specie? Il meccanismo attraverso il quale un gruppo di animali appartenenti ad unʼunica specie ( A ) si divide in due specie differenti dalla prima e separate tra loro ( B e C ), prevede in genere lʼisolamento. Normalmente insorge tra due gruppi di animali una barriera che tiene separate le due popolazioni, le quali nei millenni accumuleranno tante mutazioni da diventare diverse tra loro e non potersi più incrociare. Nel caso delle carpe questa opera di separazione e selezione lʼabbiamo fatta noi uomini negli allevamenti ma non fino al punto di creare altre specie vere e proprie. Le carpe infatti vivono in natura sempre in popolazioni miste e ciò non favorisce certo lʼisolamento delle diverse varietà. Altro ostacolo è la fecondazione esterna delle uova poichè queste possono incontrare in molti modi diversi il seme di una carpa di qualunque varietà presente nello specchio dʼacqua. Per farla breve: abbiamo reso le carpe diverse ma sono ancora tutte carpe. Per ora… Capolavori viventi o portatori di handicap? Sappiamo tutti che per noi avere carpe di forme e colori diversi è un bel vantaggio e ci rende la pesca più appassionante ma…sicuri sia davvero una cosa positiva? Prendiamo in esame le caratteristiche delle carpe moderne e valutiamone pro e contro:
- Peso: per un pesce come la carpa raggiungere i 15 o i 30 kg non fa molta differenza in positivo poichè in effetti è comunque protetta dai predatori. Persino lʼenorme siluro non ingoia mai carpe che arrivano a toccare i 10 kg ( la più grande carpa trovata in bocca a un siluro pesava 9 kg ). Forse lʼunico vantaggio è una maggiore capacità riproduttiva ma…non credo proprio che un animale come la carpa ne avesse stretto bisogno. Di contro una maggiore mole significa maggior cibo necessario al sostentamento e spesso questa condizione viene limitata dalla presenza di alimento naturale. Se invece in acqua cʼè un surplus di cibo ( le nostre esche ) ecco che un grande peso diventa sostenibile e non ha particolari controindicazioni. In questo senso i pesci si regolano sviluppando tutte le loro potenzialità sono in luoghi che lo consentono. Voglio che riflettiate però su come tutto questo sia sempre più artificiale e su come noi uomini stiamo modificando non solo le carpe ma anche tutto lʼhabitat in cui esse vivono.
- Forma: in genere non dovrebbe causare troppi problemi lʼavere forma tondeggiante anzichè slanciata salvo forse rendere più difficoltosi gli spostamenti in correnti molto forti. Però le carpe non sono salmoni e salvo rari casi vivono in acque lente e tranquille.
- Scaglie: qui arrivano le dolenti note. La carpa a specchio è fondamentalmente un animale dalla pelle difettosa poichè le mancano quelle scaglie dermiche che proteggono le regine in caso di traumi. Una carpa a specchio ha una pelle delicata, terribilmente sensibile a ustioni, escoriazioni, colpi e tagli. In questo caso lʼuomo ha reso ciò che la natura aveva creato perfetta ( la carpa comune ) in qualcosa di imperfetto e svantaggiato rispetto ai suoi simili. Ecco quindi che le carpe a specchio rischiano ferite e infezioni mortali molto di più rispetto alle regine sia in eventi naturali come la frega che a seguito di una errata manipolazione di un carpista. La carpa in questo senso più svantaggiata è ovviamente la cuoio.
- Colore: il colore di una carpa ha un peso solo nei primi anni della sua vita. Semplicemente una carpa troppo appariscente rischia di più di essere vista e attaccata dai predatori molto di più rispetto a una con colori discreti. In questo senso le carpe koi sono qualcosa che la natura non si sarebbe mai sognata di creare poichè sono totalmente fuori luogo per lʼambiente in cui vivono. Che senso ha far nascere un piccolo bersaglio mobile di colore bianco ( o rosso o arancione ecc…) in un mondo dominato dai colori verde e marrone? State tranquilli che se seminaste 100 piccole carpe in un lago tra cui alcune koi, queste sarebbero fatte fuori per prime dai predatori. Come vedete la natura tende sempre ad eliminare gli organismi difettosi affinchè non trasmettano i propri difetti alla prole. Lo so che le koi vi piacciono tanto ma per una volta mettete da parte i vostri desideri e riflettete su ciò che è giusto per lʼambiente. Laghi e fiumi hanno una loro identità ben precisa e non dovrebbero avere certo lʼaspetto di un colorato luna park.
- Altre peculiarità fisiche: mi riferisco soprattutto alle lunghissime pinne di alcune varietà dette “butterflies” e per fortuna molto poco diffuse. Vedo che molti le trovano incantevoli, io personalmente le trovo uno schifo. Intanto sono poco utili al nuoto e seconda cosa rischiano sempre di sfrangiarsi producendo infezioni. Poi scusate ma la carpa è un animale possente e quelle pinne non cʼentrano nulla. Lʼidea che mi danno è un poʼ come quella che avrei vedendo Schwarzenegger con il tutù rosa da ballerina classica. Bleah! Ovviamente poi, nonostante tutto, lʼultima parola spetta alla natura e in particolare al “campo di battaglia”. Sarà infatti lʼambiente in cui le nostre carpe vivono a decidere quali caratteristiche siano più adatte alla sopravvivenza e quali dovranno invece tendere a sparire poichè dannose. Mi raccomando ricordatevelo sempre: non arrogatevi il diritto di dire chi va bene e chi no secondo i vostri criteri arbitrari, la natura è indubbiamente più saggia di quanto possa mai dimostrarsi qualunque essere umano.
Ora voi vi chiederete: a che serve tutta sta pappardella sulle carpe? Intanto a darvi qualche curiosità su questi pesci e poi magari a farveli vedere sotto unʼottica un pochino diversa dal solito. Inoltre capire un pochino i meccanismi che li hanno portati ad essere come sono, mi aiuta a gettare le basi per la seconda parte dellʼarticolo nella quale vi farò partecipi di alcune considerazioni, come vi ho già detto soprattutto riguardo alle carpe a specchi. Stando sulle sponde infatti ho visto cose che mi hanno convinto di quanto esse siano peculiari e spesso diverse dalle regine. Ma non voglio anticiparvi nulla… vi do appuntamento al prossimo numero di questa bella rivista.
CAMBIAMENTI REPENTINI
Di Daniele Santilli Introduzione morale Eccoci di nuovo qua !!! mi verrebbe da dire ,sul mio amato Tevere ,per una nuova battuta di pesca ,mi verrebbe da dire finalmente anche… Ci eravamo lasciati con la promessa che sarei tornato sul fiume per cercare di prendere qualche Amur ,ma il tempo è nemico ormai ,quindi per cause di forza maggiore ho dirottato tutto per una pescata tipica, con la classica pasturata ,la classica montatura e con le classiche carpette di fiume. Si perché ormai se i pesci non superano i 15 kg non si fotografano nemmeno ,e dire che c’è gente ,come me e non solo ,che un pesce di quelle dimensioni se lo sogna la notte ,da sempre ,da una vita ,forse perché un pescatore come me ,che viene da molto lontano ,al solo pensiero di un esemplare così ,a quei tempi come oggi farebbe le capriole al solo pensiero di vederlo nel guadino ,ed invece oggi non fa più notizia. Questo è un fatto vero, che ho letto sul Forum CFF, dove mi sono rivisto nell’Autore del post mio coetaneo ,anzi quasi ,io sono un po’ più vecchietto :) … Ma la triste realtà è proprio quella che alcuni passaggi se non sono stati fatti ,nella vita di un pescatore ,poi non si faranno più ,quelle sensazioni provate quando la carpa ti stuccava il finale sulla bolognese ,oppure le mangiate a galla con montature all’inglese. Verrebbe da dire “è finita la pesca” ,e invece è solo che si va verso un evoluzione delle cose ,forse un po’ distorta ,ma le cose cambiano ,e gli esempi
ce li abbiamo in questi episodi, ce li abbiamo anche in situazioni come quella di Ostellato ,dove 35 coppie che gareggiavano per i provinciali di CF ,riescono a tirare fuori 9 carpe ,e allo stesso tempo ,anzi qualche mese prima ,al Carpitaly ,il primo cittadino sempre di Ostellato ,rimarcava la propria “felicità” per i risultati conseguiti per i progetti pro pesca di professione. Il mondo cambia ,ma in che modo cambia? Un vecchio proverbio recita :Ogni piccola testa ,ha il suo piccolo mondo … chissà se anche quelle 35 coppie hanno gioito come il primo cittadino … O se si sono resi conto della situazione , e se tra loro ci fosse stato qualcuno che si è battuto per non arrivare a quella situazione ,non lo sapremo mai . Comunque dai ,voglio fare l’egoista ,io tanto ho il Tevere ma che mi frega del canale dove non girano più nemmeno le zanzare ,fino a che il problema non arriverà qui giù io sto tranquillo ,anzi ,da solo ho pescato in media più di loro che erano 70 …
E’ triste vero? Eppure è così!! E questi sono i pensieri di molti, e c’è anche chi non è a conoscenza del problema che coinvolge tutti . Dunque ,dopo aver scritto le solite cose che non interessano a nessuno , abbiamo già tolto almeno il 50% dei lettori ,adesso ne toglieremo un altro 30% ,ovvero quelli che snobbano carpe sotto i 15 kg . OooooooHH, finalmente rimane il 20% di Pescatori Veri ,quelli che amano anche leggere ,per passione ,perché sanno interpretare quello che scrivo ,tanto coinvolgere le nuove leve è tempo perso ,loro hanno le Big . 1° GIORNO Visto il periodo un po’ strano ,come inverno non è stato il massimo ,perlomeno come lo intendo io ,come li ho vissuti io ,e qualcun altro come me ,si è passati velocemente verso la primavera che poi ha dirottato verso l’estate con temperature abbastanza alte ,mi sono dovuto sbrigare nel tentativo di pizzicarle prima che l’acqua arrivasse ai famosi 18° ,e così è stato. Ho avuto anche
fortunato ,da una parte perché ho dovuto sezionare la mia battuta di pesca ,sempre per il fatto che la Famiglia viene prima di tutto ,quindi appunto è stata divisa in due sessioni e belle nell’insieme devo dire ,e soddisfacenti ,se parliamo di pre frega ovviamente ,ma come sempre le varianti ,hanno dato il loro contributo . Comincio nel pasturare il posto come sempre ,i dubbi mi assalgono ,starò facendo bene ,è presto ,è tardi ? proviamoci tanto non ho niente da perdere ,l’unica pressione è quella di tirar fuori un articolo per il capo redattore che ti opprime … ti stressa fortemente … avvolte è proprio insopportabile … La prima sessione si svolge diciamo bene ,una sola cattura ,proprio quando le speranze erano terminate ,dovuto al fatto che la frega è imminente ,a chi ti affidi ? chi ti salva ? nessuno ,il fiume non perdona ,ed invece ,dopo un sussulto ,la canna posizionata sulla corrente parte in modo quasi perfetto ,nel senso che prima di suonare ,molto spesso capita di vedere la canna piegarsi leggermente ,e così fece ,pochi secondi ,ed il suono magnifico interrompe la calma. Quella canna è posizionata dentro la corrente ,aspetto solo il momento giusto ,l’orario in cui la diga chiude le paratie ,la spinta del fiume diminuisce gradualmente ,e così è successo,innescai una boiles doppia,per togliere i fastidi dei cavedani e delle breme ,su un finale corto per evitare grovigli ,e si presentò una bella carpa di fiume ,la felicità fu tanta ,lo ripeto ,siamo alle porte della frega e non potevo aspettarmi di meglio .
La classica foto ,uno sguardo veloce e via nel fiume … la giornata finisce con quel ricordo ,di quel pesce fantastico ,con i colori della natura e i salti concentrati negli spot scelti per gli amori … ed io li come un bambino ha guardare senza poter far nulla … ma con la soddisfazione di averne presa almeno una.
2° GIORNO Il secondo giorno inizia come il primo ,ovviamente ,lancio le mie lenze ,tutto tace ,i miei segnalatori sono li che mi guardano ,ed io guardo loro ,i pesci sembrano essersi spostati ,i balzi del giorno prima non ci sono ,mi siedo sulla mia inseparabile sdraia ,chiudo gli occhi e passa il tempo ,il cuculo
che canta ,il caldo ti avvolge ,il vento ti rinfresca ,ma niente ,non c’è verso di pizzicarne una ,ma si sa ,la pesca è questa ,bisogna aspettare ,avere pazienza. Ad un certo punto ,dopo l’ennesima pennica (riposino) ,mi sveglio un po’ infreddolito ,noto che il tempo sta cambiando ,il vento comincia a soffiare un po’ più forte ,il cielo comincia a chiudersi ,solo che dopo tanto tempo capisci anche in che modo potrebbe andare a finire la giornata ,quei famosi temporali estivi ,quei fulmini che ti lasciano pensare solo a richiudere tutto ed andare via velocemente ,ma si sa come sono fatti i Pescatori ,mai mollare ,richiudo velocemente la poca attrezzatura che ho portato ,più che altro la buffetteria ,e cose varie portandole in macchina ,e mi preparo per la pioggia ,che ormai sembra imminente ,materassino e guadino pronti ,canne in pesca ,sguardo veloce tutt’intorno per vedere se ho dimenticato qualcosa e all’improvviso il segnalatore comincia a suonare ,e vai ci siamo … la canna posizionata sotto la riva opposta suona . Arrivo sulla canna ferrando con decisione e molta forza ,facendo qualche passo indietro ,visto che pesco con il nilon e non con la treccia ,comincio il recupero e sento una frenata molto energica ,stupendo ,il filo sega lo strato d’acqua ,il vento ci sbatte sopra e provoca il classico sibilo ,alzo gli occhi e il cielo è sempre più nero ,il pensiero è quello di sbrigarmi ma allo stesso tempo però mi rendo conto che è passata tutta la mattina e metà pomeriggio senza un pesce ,e questo proprio non lo voglio perdere ,raccolgo un po’ di concentrazione ,perché sembra sempre tutto scontato ,ma non è così ,fai una cavolata e poi si perdono i pesci ,e si sa ,quelli che perdi sono sempre i più grandi … mentre sto combattendo il pesce ormai sotto riva sento dietro di me il rumore di una macchina ,il mio socio era passato a trovarmi ,fantastico dico ,era quello che ci voleva ,mi riprende subito dicendomi di essere un pazzo a stare sul fiume con quel tempo ,mi urla dal finestrino che su al paese stava facendo il finimondo ,mi urla di sbrigarmi e di smontare subito ,gli chiedo aiuto ,perché il simpaticone non scendeva dall’auto per paura dei fulmini. Dopo un po’ d’insistenza da parte mia ,si decide a scendere ,si getta sul guadino ed insieme tiriamo su questo benedetto pesce ,che è stupendo ,in forma e pieno di vita ,lo slamo velocemente ,e altrettanto
velocemente lui mi fa delle foto ,lo rimetto in acqua e in un batter d’occhi comincia lo sgrullone. Una bomba d’acqua ,di quelle che non ti lasciano scampo ,corro in macchina per mettermi al coperto ,ma non faccio in tempo a togliere le canne ,che inevitabilmente restano in pesca ,nemmeno il tempo di riflettere sul da farsi che il segnalatore comincia a suonare ,cosa faccio ? esco ? e i fulmini ? ma si ,chi se ne frega ? o la va o la spacca … ferro la canna ed il pesce è attaccato ,tengo la canna bassa ,perché mi sto letteralmente cagando sotto dalla paura ,cerco di contrastare le sfuriate del pesce e all’improvviso parte l’altro segnalatore ,un suono continuo e senza interruzione ,o cazzo !!! esclamo ,e adesso cosa faccio !!!??? preso un po’ dal panico cerco di riflettere ma non ci riesco ,la paura e troppa ,i fulmini cadono a rotta di collo ,preso in contro piede afferro anche l’altra canna ,perfetto adesso mi ritrovo con due canne in mano e due carpe attaccate … una situazione che tutti vorrebbero vivere …
Cerco di tirare ,una volta l’una e una volta l’altra ,ma non ci riesco ,una canna tra le gambe ,l’altra recuperata quasi sotto riva ,ma niente ,alla fine decido di buttarmi su quella che mi era più vicina ,abbandonando l’altra ,guadino il pesce sotto la pioggia e cerco di recuperare l’altra che inevitabilmente si era andata ad incagliare . Lascio la carpa nel guadino ,l’altra canna appoggiata sul pod ,mi guardo attorno e vedo solo fango ,completamente zuppo ,mi giro verso l’auto del socio che rideva all’interno ,ma credo che capì molto bene cosa gli rimandai indietro … con il mio di sguardo … avete capito dai non me lo fate scrivere . Cerco di raccogliere le forze ed anche un po’ di pazienza ,mi giro verso la canna da recuperare ormai incagliata da qualche parte ,e comincio a tirare ,ma niente ,poi ad un tratto si libera e come per magia c’è ancora il pesce attaccato ,viene spontanea una grossa risata ,anche perché aveva cessato di piovere ,finalmente ,ed ecco arrivare una regina che mi aveva lasciato con l’amaro in bocca per poi farmi ricredere. Guadino la piccola carpa con il guadino dove c’era già il pesce precedente ,prendo in mano la signorina ed il socio da dentro l’auto mi scatta una foto che dice tutto ,più di tante parole ,facendo appieno il quadro della situazione appena passata ,mi cambio velocemente la maglietta zuppa ,indosso il pile ,e faccio degli scatti anche all’altro pesce . Cosa dire di una giornata tanto movimentata quanto strana ,sinceramente non mi viene da dire niente ,forse che sono stato fortunato con tutti quei fulmini ,che quella bomba d’acqua oltre al
trambusto ha portato anche i pesci ,non lo so ovviamente ognuno di noi si fa delle idee su come potrebbero andare o siano andate le cose ,nelle nostre battute di pesca ,sono stato sempre appassionato delle varianti atmosferiche ed ambientali ,su come influenzino i pesci ,sulla loro attivazione ,ma mai ,un cambiamento cosÏ repentino mi aveva segnato la pescata in positivo ,i 20 minuti di pioggia piÚ gradevoli che io abbia mai passato. Vi saluto ‌ a presto ‌ (speriamo)
FAST SESSION Di Nicolo始 Coledan
Questa volta ho deciso di parlare di sessioni veloci perché avendo sempre meno tempo a disposizione per la pesca, e visto che la voglia è sempre tanta, molte volte pur di pescare ho dovuto “ripiegare” su questo tipo di sessioni e sinceramente ho scoperto un modo tutto nuovo di vivere la pesca! Ammetto che l’inizio è stato un po’ difficile, riuscire ad ottenere dei buoni risultati in così poco tempo mi sembrava un utopia ,ma gia dopo le prime pescate cominciai ad affinare la tecnica, e con dei piccoli accorgimenti i risultati non tardarono ad arrivare. Sicuramente queste uscite non sono particolarmente indicate per la cattura delle big, soprattutto perché per riuscire ad entrare in pesca velocemente molte volte si utilizzano strategie ed esche non molto selettive . Comunque per quanto mi riguarda io mi ritengo già soddisfatto ed appagato se in un paio d’ore prendo almeno un pesce, poi con un po’ di costanza e sicuramente un pizzico di fortuna la cattura di una grossa carpa non è assolutamente improbabile. (foto 9)
ATTREZZATURA Una delle cose fondamentali per lo svolgimento di queste sessioni secondo me è un attrezzatura sempre pronta e dedicata solo a questo tipo di pescate, in poche parole bisogna avere tutto il necessario sempre pronto. Così facendo possiamo pianificare la sessione anche all’ultimo momento senza avere il pensiero di dover cambiar fili montature ecc… Al pensiero di comprarsi un'altra attrezzatura solo per pescare poche ore molti di voi storceranno il naso, ma vi assicuro che non serve assolutamente materiale di alto livello, anche perché la maggior parte delle volte pescheremo in spot vicini a riva e senza l’ausilio di imbarcazioni o barchini vari. Altra cosa importante è ridurre l’attrezzatura al minimo, dobbiamo avere con noi solo il necessario: -canne -picchetti (pod solo se serve veramente) -materassino -uno zaino o una borsa dove riporre minuteria cibo e cose varie
foto 7
Io sinceramente ho eliminato lo zaino e utilizzo un materassino a “barchettaâ€? dove ripongo tutto compresi anche i picchetti con avvisatori, facendo cosĂŹ riesco anche a portarmi una sedia senza fare troppa fatica. (foto 7)
SPOT Per avere successo in poche ore di pesca, sicuramente non possiamo pescare su spot inesplorati o particolarmente difficili , bisogna avere piena conoscenza del posto che andremo ad affrontare o perlomeno essere quasi sicuri di dove potrebbe essere il pesce.
Io in questo tipo di pescate cerco sempre di posizionarmi nei pressi dei punti di stazionamento, dobbiamo praticamente cercare i pesci a casa loro, non abbiamo tempo per aspettare che arrivino in pastura! Grazie all’attrezzatura “light” riusciremmo a raggiungere anche gli spot più inaccessibili o distanti in breve tempo. Un consiglio che posso darvi è quello di rinunciare a qualche pescata e farvi qualche giro di perlustrazione nel luogo prescelto magari proprio nell’orario in cui svolgeremo le sessioni. Così facendo con l’aiuto del vostro senso dell’acqua ma soprattutto di un buon paio di occhiali polarizzati, riuscirete a vedere qualche pesce o qualche segnale che ha lasciato, tradendo la sua presenza nello spot. A parer mio questi sopralluoghi sono un aspetto di primaria importanza per le nostre fast session, vi ricordo che cercheremo di pescare “sopra il pesce”, quindi se troviamo dove staziona abbiamo praticamente fatto bingo! (foto 8 –foto10)
foto 1
foto 3
foto 2
foto 4
foto 8
PASTURAZIONE PREVENTIVA Un’altra cosa che potrebbe aiutarci in queste sessioni è la pasturazione preventiva a patto che essa riesca a condizionare anche l’orario di alimentazione dei pesci. Ammento che questo metodo non funziona dappertutto, ma se riusciamo a condizionare il pesce le nostre possibilità di successo aumenteranno a dismisura ed è soprattutto in questi casi che se abbiamo costanza e fortuna riusciremo a prima o poi a pungere anche i pesci più grossi e smaliziati! Per riuscire a raggiungere questi risultati ho notato che bisogna avere veramente molta costanza, pasturare ogni giorno o a giorni alterni è quasi un
obbligo. Non servono grandi quantità d’esca perché vi ripeto che la cosa più importante è la costanza! Variando in base alla stagione non butto mai più di 2-3 kg d’esca alla volta in questo tipo di pasturazioni! Lo spot più adatto a queste pasturazioni sicuramente non deve assolutamente essere distante da casa, senno il gioco non varrebbe la candela,molti mi diranno che non hanno acque pescabili vicino a casa, ma vi assicuro che per queste pescate toccata e fuga vanno bene anche piccole cave, piccoli canali o fiumiciattoli che a vederli non gli dareste due lire ma che alla fine sanno regalare anch’essi grandi soddisfazioni, provare per credere!
ESCHE Lasciamo stare le esche che utilizzeremo durante la pasturazione perché mi dilungherei troppo nei discorsi e sicuramente andrei fuori tema. Parliamo invece di esche da utilizzare durante le nostre sessioni lampo! La scelta dell’esca secondo me ha un importanza notevole in queste pescate, deve avere delle caratteristiche ben precise per essere utilizzata in questi momenti, lasciamo perdere valori proteici ,grassi, gel o non gel ready o self……la nostra esca deve essere: -attrattiva fin da subito -avere un buon gusto accettato subito dal pesce -ben visibile -non troppo grande Ecco queste sono le caratteristiche che cerco io in un esca per queste sessioni. Ho generalizzato con il termine “esca” perché non per forza deve essere una boile ad avere queste caratteristiche, molte volte ho ottenuto risultati sorprendenti anche con altri tipi di esche! Ad esempio ,soprattutto in posti vergini, il mais mi ha salvato da molti cappotti, oppure nella stagione invernale i bigattini mi hanno aiutato a vedere qualche partenza in più!
Una cosa che ho notato durante queste pescate è che il pesce molto spesso mangia anche per curiosità, e gli inneschi vistosi e soprattutto pop up hanno sempre avuto una marcia in più! Mai come in questi casi consiglio l’uso di un buon dip o di un bait soak, se non è già colorato aggiungiamo ad esso un pizzico di colorante in modo poi da creare una nube colorata e attrattiva attorno all’innesco.
Altra cosa importante è la pasturazione nei pressi dell’esca. Io uso praticamente solo sacchetti di pva o method sul piombo, il tempo è poco e il pesce deve andare il prima possibile nei pressi dell’amo!
foto 10
A mio avviso per quanto precisa possa essere una pasturazione senza method o pva, risulterebbe comunque un minimo dispersiva e potrebbe far ritardare anche se di poco la mangiata. I sacchetti in pva io li preparo già a casa e abitualmente al loro interno metto boiles spezzettate, pellet, stick mix e per finire bagno il tutto con un bait soack. Così facendo sono sicuro che i vari componenti che ho inserito all’interno del sacchetto mi permettano di avere una zona attrattiva attorno all’innesco per tutto il tempo in cui rimarrò in pesca. Il method lo utilizzo per pescare in caso di forte corrente ed anche al suo intenso sono presenti soliti componenti: boiles spezzettate, pellet e stick mix, il tutto impastato con acqua e bait soack. (foto 1-2-3-4)
Con questa panoramica generale su come affronto le “fast session” spero di esservi stato d’aiuto ma mi auguro soprattutto di avervi fatto venir voglia di andare a pescare anche per poche ore… Provate e non ve ne pentirete!!!
ci vediamo alla prossima uscita TRF