Ticino Welcome N° 50

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MAGAZINE DI PERSONE, EVENTI, AZIENDE, FATTI E NOTIZIE

Svizzera CHF 8,00 / Italia € 6,80

N° 050 GIUGNO / AGOSTO 2016

ELIA FRAPOLLI

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EDIZIONE PUBLIGOOD

TIMONIERE DI UN NUOVO TICINO

PRIMO PIANO

PAOLO BERNASCONI Basta raccontarci “favole”

CINEMA

MARIO TIMBAL Un festival lungo un anno

TAVOLA ROTONDA

INCHIESTA

ALP TRANSIT Come cambieranno le comunicazioni

ASSICURAZIONI Proteggere i beni di lusso



TICINO WELCOME - TITOLETTO

TICINO WELCOME - GIU / AGO 2014

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TICINO WELCOME / EDITORIALE

Il treno

EDITORE Publigood SA Riva Paradiso 2 CH-6900 Lugano-Paradiso T. +41 (0)91 985 11 88 www.publigood.ch info@ticinowelcome.ch www.ticinowelcome.ch RESPONSABILE EDITORIALE Eduardo Grottanelli de’Santi COORDINAMENTO EDITORIALE, PUBBLICITÀ E PUBBLICHE RELAZIONI Paola Chiericati, Publigood SA LAYOUT E GRAFICA Andrea Todaro IMPAGINAZIONE Giona Lepori FOTOGRAFIE Si ringraziano le aziende produttrici, amministrazioni, enti e istituzioni del Ticino. Foto di copertina: Michael Bonito

STAMPA FONTANA PRINT SA Via Maraini 23 CH - 6963 Pregassona SERVIZIO ABBONAMENTI T. +41 (0)91 985 11 88 www.ticinowelcome.ch PUBBLICITÀ SVIZZERA TEDESCA E FRANCESE ZÜRICHSEE WERBE AG Claudio Moffa claudio.moffa@zs-werbeag.ch Seestrasse 66, Postfach CH-8712 Stäfa COLLABORATORI Benjamin Albertalli, Andrea Bellomo, Edoardo Beretta, Lorenza Bernasconi, Silvia Bralia, Joel Camathias, Rudy Chiappini, Paola Chiericati, Franco Citterio, Alex D’Agosta, Alessandro De Bon, Ariella del Rocino, Michele Fazioli, Roberto Giannetti, Keri Gonzato, Veronica Lamon, Marta Lenzi-Repetto, Rocco Lettieri, Roberto Lipari, Manuela Lozza, Elisa Mantegazza, Brigitte Netzer, Giacomo Newlin, Valentino Odorico, Patrizia Peter Pedevilla, Ronnie Kessel, Paolo Repetto, Alberto Stival e Francesca Romana Treleani.

DEI DESIDERI DI MARIO MANTEGAZZA

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d è giunto finalmente il momento! Il Ticino e la Svizzera, mettono il turbo con l’apertura della Galleria di Base del San Gottardo, riducendo nettamente i tempi di percorrenza interni al Paese e anche quelli di collegamento con l’Italia e la Germania. Il Ticino diventa così periferia di Zurigo e di Milano grazie al nuovo asse ferroviario che collegherà le 2 grandi città in sole 2 ore e 30 minuti. Impressionante? Certo che si! Così come sbalordisce prendere nota del collegamento di soli 12 minuti fra Lugano e Bellinzona. È davvero il momento di sentirsi fieri e privilegiati nel poter contare su questa nuova e maestosa opera che porterà enormi cambiamenti e benefici e nuove opportunità a tutto il Paese, nonostante qui da noi qualcuno ancora non se ne renda ben conto, essendosi perso in un bicchiere di vino, alzato in un festoso brindisi alla cecità e al provincialismo.

Già, perché il treno dei desideri, nei sui pensieri, all’incontrario va. Proprio da quest’ultima considerazione nasce il mio augurio ad AlpTransit. Che questo nuovo collegamento serva ad aprire le menti e accrescere il benessere delle genti, che la maggiore vicinanza fra di esse, sia fonte di ancora maggiore unità e fratellanza per il popolo elvetico e per il suo buon vicinato. Che questa nuova via di comunicazione veloce lo sia per le genti e anche per le merci, così da diminuire nettamente e possibilmente azzerare il traffico su gomma in transito che mortifica il nostro Paese per necessità di altri. Auguri “treno dei desideri”, portaci lontano. Mario Mantegazza

DISTRIBUZIONE IN TICINO: Abbonamenti, Linee aeree Ethiad by Darwin Airline, Ticino Turismo, alberghi 4 e 5 stelle, studi medici e dentistici, studi d’avvocatura, studi d’ingegneria e d’architettura, banche e fiduciarie, aziende AITI (Associazione Industrie Ticinesi), aziende Ccia-Ti (Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino), Club Rotary Lugano, Club Lions Lugano, edicole del Ticino. IN ITALIA: Nelle fiere turistiche BIT (Milano), Full Contact (Rapallo), Workshop invernale (Torino/Milano), TTG (Rimini), Travel Trend (Milano), BTC (Firenze), Aeroporto di Malpensa, Hotel ed esercizi pubblici - Provincia di Como e Lombardia. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SOMMARIO / N° 50

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ELIA FRAPOLLI Timoniere di un nuovo turismo

PAOLO BERNASCONI Basta raccontarci “favole”

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MARIO TIMBAL Un festival lungo un anno

S.PELLEGRINO SAPORI TICINO Un Ticino sempre più gourmet

EDITORIALE 03 Il treno dei desideri di Mario Mantegazza PRIMO PIANO 06 14 18 22 26 28 32 CULTURA 34 39 40 44 48 52 56 58 62 66 70 74 78 GASTRONOMIA 82 86 90 96 98

Elia Frapolli: Timoniere di un nuovo turismo Valentina Vezzali: La mia vita per lo sport Michele Moser: Il mio amore per l’arte Raffaele Marciello: Un giovane pilota con un grande futuro Paolo Bernasconi: Basta raccontarci “favole” Aldo Rampazzi: Dobbiamo credere di più nelle nostre potenzialità Claudio Metzger: Il piacere di accrescere la conoscenza Mario Timbal: Un festival lungo un anno Patricia Boillat: La scatola nera del Festival Mimmo Rotella: Il mio grande amore per il cinema “Moderne Meister” i maestri della modernità Franco Ghiringhelli: L’uomo che dipinge i cavalli Cortesi Gallery: Protagonisti dell’arte del Dopoguerra De Primi Fine Art: Omaggio a un grande artista Imago Art Gallery: La galleria luganese ancora una volta protagonista Collezione Giancarlo e Danna Olgiati: Il mistero della croce ArtTrust: Il piacere di assaporare l’arte MiArt: Una conferma per gallerie e artisti Art Monte Carlo: Un “Salone” per apprezzare l’arte Etienne Reymond: Musica ad alto livello per tutti i gusti La politesse gourmande: Ieri e oggi, istruzioni per l’uso Metamorphosis: Una catering a regola d’arte & In vetta al -1 S.Pellegrino Sapori Ticino 2016: Un Ticino sempre più gourmet Porto Pojana-Ristorante Terminus: Tutto il sapore del mare in riva al lago Ristorante Deseo: Tradizioni iberiche nel piatto

SPECIALE 100 Mille opportunità di relax e divertimento ST. MORITZ 108 Grand Hotel Kronenhof: La Grande Dame dell’Hotellerie engadinese 111 Ristorante Kronenstübli: L’anatra della felicità 114 Ospitalità a 5 stelle 116 Auto di Lusso: Un piacere a tutto tondo 118 Brülhart & Partners SA: Troppe difficoltà per gli acquirenti stranieri 120 Sotheby’s International Realty: Una villa in Engadina TAVOLA ROTONDA 122 Alptransit: Cosa cambierà per il Ticino

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di Patrizia Peter Pedevilla di Keri Gonzato

di Alessandro De Bon

di Ruby Chiappini

di Paolo Repetto

di Paolo Repetto

di Marta Lenzi-Repetto

di Giacomo Newlin

di Paola Chiericati di Giacomo Newlin di Giacomo Newlin


SOMMARIO / N° 50

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TAVOLA ROTONDA Alptransit: Cosa cambierà per il Ticino

TURISMO

IMMOBILIARI

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MASERATI LEVANTE Spira un vento nuovo nel mondo del SUV

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TICINO FOR FINANCE La piazza ticinese in cifre tra passato e futuro

Itinerari: Quella sponda del lago Maggiore Hotel Villa Principe Leopoldo: Ogni hotel ha un’anima

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CARDIOCENTRO TICINO Il paziente al centro di ogni attenzione

di Maurizio Casarola di Giacomo Newlin

Kuoni Business Travel: Un forte marchio con un nuovo impulso “Jurassic Park” in Ticino Silver Air: Lugano vicina al mare

142 MG Fiduciaria Immobiliare Sagl: Bisogna favorire il mercato immobiliare domestico

SPECIALE 146 Beni di lusso: Come ti assicuro la ricchezza ASSICURAZIONI 152 Titanus: Il vero lusso è la salvaguardia della propria salute LUSSO 154 160 162 AUTO 164 166 168 FINANZA 170 172 177 178 180 182 184 AZIENDE 186 188 190 192 194 196 198 200 202

Bucherer: Segna tempo da sogno / Chopard Red Carpet Cartier: Classe ed eleganza senza tempo Moda estate 2016: Colori & contaminazioni Maserati Levante: Spira un vento nuovo nel mondo del SUV Jaguar F.Pace: Un SUV dalla vocazione sportiva Mercedes-Benz Classe E 220D: Una mini ammiraglia che ti sorprende

di Valentino Odorico

di Joel Camathias

Ticino For Finance: La piazza ticinese in cifre tra passato e futuro Trade Finance: Commodities, nuova frontiera per il Ticino Trade Finance: Lugano Commodity Trading Association BancaStato: Un 2015 pieno di soddisfazioni Axion Swiss Bank SA: Un ritorno alle vere origini del private banking Banca del Sempione: Vogliamo essere la Banca Privata ticinese Una gestione patrimoniale orientata ai mercati globali Ernst & Young: Come cambia la fiscalità PKF Certifica SA: Una realtà consolidata nel settore della revisione e della consulenza Miele: Macchine con l’eccellenza nel cuore Belotti OtticaUdito: Una calla per un’accoglienza indimenticabile Heshootshescoores.com: Un portale sempre più visitato Coaching: Instaurare un vero dialogo di Antonella Villa STRP: Quanto pesa la comunicazione AIL: Un’azienda al servizio dei cittadini Grünenfelder: Un appuntamento atteso e partecipato

MEDICINA 204 Cardiocentro Ticino: Il paziente al centro di ogni attenzione / La ricerca e la formazione sono di casa BENESSERE 212 Estée Lauder: Come ridare vitalità alla propria pelle YOUNG&BEAUTIFUL 218 Vicino al Mondo dei giovani LAGO DI COMO 220 Museo Morandini: Il regalo americano 222 Lomazzo: Contaminazioni e condivisioni / Le aziende si presentano

di Valentino Odorico di Manuela Lozza di Manuela Lozza

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Timoniere di un nuovo turismo PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI

DA QUATTRO ANNI DIRETTORE DI TICINO TURISMO ELIA FRAPOLLI NON SI È MAI LASCIATO SCORAGGIARE, MALGRADO ABBIA EREDITATO UN SETTORE IN CRISI. SORRIDENTE E PROPOSITIVO, FIN DA RAGAZZO ABITUATO ALLE GRANDI SFIDE – VOLEVA DIVENTARE PILOTA D’AEREO MILITARE – IL TRENTACINQUENNE DI GIUBIASCO NON CREDE IN UN’UNICA GRANDE RICETTA PER SALVARE IL FUTURO DEL TURISMO TICINESE, MEGLIO TANTI PICCOLI PASSI MOSSI NELLA DIREZIONE GIUSTA.

DI PATRIZIA PETER-PEDEVILLA TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI

“Quindi rendere il traffico più fluido è uno dei nostri obbiettivi primari. Non possiamo avere turismo se non abbiamo una mobilità sana per arrivare in Ticino”

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ono in ritardo. Avviso Elia Frapolli con un semplice sms, risponde subito, non ha fretta. Quando finalmente lo raggiungo resto colpita da una splendida tela situata alle sue spalle: Brissago vista dal lago. Scusami tantissimo, ma sono rimasta dieci minuti incolonnata… «Iniziamo bene (con tono ironico), comunque stiamo lavorando anche per diminuire il traffico» Elia Frapolli mi mostra una serie di immagini, quattro punti chiave, tra cui la mobilità nel Canton Ticino. «Come puoi vedere è un tema che ho affrontato recentemente, durante la presentazione della piattaforma Turismo 2030. Questo schema è molto chiaro: per avere turismo bisogna avere un’infrastruttura turistica, una cultura turistica, un territorio sano e una buona mobilità. Quindi rendere il traffico più fluido è uno dei nostri obbiettivi primari. Non possiamo avere turismo se non abbiamo una mobilità sana per arrivare in Ticino, penso alla

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Galleria del San Gottardo, perché oggi la maggior parte dei nostri turisti viene in auto, ma anche ad Alptransit, un’opportunità immensa, ma non ci porterà automaticamente più turisti, sta a noi attivarci. Parallelamente dobbiamo lavorare sul trasporto interno che dovrebbe essere fluido e attualmente, come hai appena sperimentato, non lo è. Il turista deve poter arrivare facilmente a destinazione e sapersi muovere senza troppi intoppi». Immagino tu abbia vissuto con particolare apprensione la votazione sul raddoppio del Gottardo… «Sì, assolutamente. Devo essere sincero (prende un sospiro) ad un certo punto ho avuto paura che non passasse. Immaginare di restare tagliati fuori per due anni a nord, il nostro principale mercato, sarebbe stato devastante. Se si pensa ad un albergo che sta investendo milioni per rimettersi sul mercato e si ritrova a dover rinunciare, per due anni, a un gran numero di clienti provenienti dalla Svizzera interna… molto probabilmente avrebbe rinunciato all’investimento e le conseguenze per il Cantone sarebbero state molto pesanti».


PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI

Cosa mi dici invece della legge cantonale anti-burqa? Pensi che il turismo ticinese subirà delle importanti perdite? «Sai una cosa? Non è tanto perdere il cliente velato il problema che dovrò affrontare, la mia difficoltà è spiegare al mercato estero, durante i congressi internazionali, la ragione per cui il Ticino abbia introdotto questa legge. Il messaggio che diamo sembra essere: “non vi vogliamo”. È difficile spiegare a Dubai che si tratta di una questione di sicurezza e integrazione. Loro ad esempio sono abituati a mettere il velo, ma quando arrivano in aeroporto lo alzano per ragioni di sicurezza. Per quanto riguarda l’integrazione… non penso che il turista debba essere integrato, ma accettato… questo sì». Ma se da una parte potremmo perdere una nicchia di clientela facoltosa, dall’altra la Svizzera può vantare una sicurezza invidiabile rispetto al resto del mondo… «Naturalmente il fattore sicurezza potrà giocare a nostro favore. Lo svizzero, ad esempio, se vuole restare in sicurezza verrà in Ticino. Devo anche dire che siamo molto apprezzati dai mercati arabi e asiatici. È molto importante avere diversi tipi di ospiti, puntare su più mercati, non possiamo permetterci di essere legati solo agli europei, quindi dover dipendere dal tasso franco-euro». Parliamo ora un po’ di te, so che ami il Ticino al quale sei particolarmente legato… «Assolutamente (convinto). Bisogna amare il Ticino per poterlo promuovere! Devo anche ammettere che quando sono via il Ticino mi manca sempre, anche durante i miei studi non potevo fare a meno di rientrare regolarmente». Hai frequentato il liceo di Bellinzona, ma poi l’Università l’hai fatta a Lugano… almeno questo quanto risulta dal tuo curricolo ufficiale «A dire il vero il mio percorso è un po’

“Devo anche dire che siamo molto apprezzati dai mercati arabi e asiatici. È molto importante avere diversi tipi di ospiti, puntare su più mercati, non possiamo permetterci di essere legati solo agli europei, quindi dover dipendere dal tasso franco-euro” più complesso. Dopo il liceo, visto che stavo seguendo i corsi preparatori per diventare pilota militare…». (Lo interrompo). Come pilota militare? (Ride). «Era il mio sogno, fin da piccolo volevo diventare pilota. Ho iniziato i corsi all’età di 15 anni, ho superato tutte le selezioni e a 17 anni ho fatto il mio primo volo. Al momento di entrare nell’esercito purtroppo sono stato scartato, ma almeno mi è rimasto il brevetto privato e la passione per il volo». Non dev’essere stato facile dopo tanti sacrifici ed esami… «Ci sono rimasto male, comunque ora posso dirlo: non sarebbe stata la mia strada». Scusa l’interruzione, eravamo al periodo universitario, mi stavi dicendo che prima di studiare all’Università della Svizzera italiana hai frequentato il primo anno di ingegneria a Zurigo… «Esatto e proprio a Zurigo ho scoperto la mia passione per l’economia, che poi mi ha portato a intraprendere gli studi in questo ambito all’USI. Ma è stato dopo un semestre di scambio svolto all’Università di Losanna che ho iniziato ad appassionarmi al settore turistico. Rientrato in Ticino ho dunque deciso di seguire il master in turismo internazionale. Una specializzazione che in Svizzera viene proposta solo dall’Università di Lugano. Eravamo in pochi a seguire questo corso, una ventina al massimo, ma in classe erano rappresentate almeno 10 nazionalità, dai cinesi ai boliviani, un mix culturale che mi è subito parso molto interessante visto che avevamo il capo chino sul settore turistico. Oltre a questa ricchezza TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI

“Mi chiedo se il ticinese abbia mai sentito veramente questo spirito della cultura dell’accoglienza, anche se sa essere molto ospitale, però in Ticino c’è questa ambivalenza: il turista lo voglio… ma certe volte non molto” culturale, ho avuto la fortuna di conoscere un professore straordinario, Peter Keller, è lui il motivo per cui oggi sono qui. Peter Keller mi ha fatto capire che il turismo è un importante elemento delle catena economica e che nel turismo si vende qualcosa di bellissimo: le più belle settimane di un anno di una persona, quelle che non si aspetta l’ora che arrivino (sorride)». In famiglia, penso allo zio Giovanni Frapolli, legato alle stazioni sciistiche ticinesi, non siete comunque estranei al turismo… «A dire la verità solo mio zio, con cui ho lavorato parecchio, è nel settore, invece mio papà insegna matematica al liceo. Comunque la figura di mio zio è stata importante nella mia carriera anche perché la mia tesi di master l’ho fatta sugli impianti di risalita in Ticino, concretamente analizzavo quali potessero essere i cambiamenti strutturali a livello cantonale per restare ai passi con i tempi. L’idea era quella di mettere in relazione tanti piccoli impianti, creando così un vero e proprio comprensorio. Al termine della tesi ho fatto uno stage, da mio zio, ad Airolo. Un periodo di prova che per un paio di anni si è trasformato in un lavoro. Mi sono così ritrovato a dirigere la stazione sciistica di Airolo ed è stata un’esperienza durissima, non lo nascondo». A questo punto, con una tua compagna di studi, fondi una società di consulenza turistica che ti porterà a gestire un piccolo albergo di montagna… «A dire la verità la decisione di gestire è arrivata dopo sei mesi di no (ride), nessuno voleva saperne della nostra consulenza. Così con la mia partner ho

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deciso di affittare per due anni un alberghetto a Bosco Gurin, con quindici camere. Quello che prima proponevamo su carta lo abbiamo messo in pratica: eravamo i primi ad avere una pagina facebook dell’albergo, gli unici della valle ad essere prenotabili online, e dopo un anno l’albergo si è risollevato e ha fatto una crescita del più 122%! Ricordo che il direttore di Val Maggia Turismo mi ha chiamato dicendo che non quadravano le cifre, era impossibile che avessimo più che raddoppiato le entrate. Invece era tutto vero. È stato lo stesso direttore di Val Maggia Turismo a darci il primo mandato e da quel momento il lavoro non ci è mancato». Mettersi al passo con i tempi è sicuramente essenziale, ma non credi che un problema fondamentale in Ticino siano gli stessi ticinesi? Se il turismo non va più molto bene non è anche un po’ colpa nostra? (Riflette). «Devo dire che raramente il ticinese ha contribuito al turismo. Pensiamo all’apertura della Gotthard Bahn nel 1882, finalmente diventiamo raggiungibili, ma la maggior parte dei primi alberghi erano gestiti da gente che veniva da oltre San Gottardo. Anche durante il secondo boom negli anni ‘70 e ‘80 pochi albergatori erano ticinesi. Mi chiedo se il ticinese abbia mai sentito veramente questo spirito della cultura dell’accoglienza, anche se sa essere molto ospitale, però in Ticino c’è questa ambivalenza: il turista lo voglio… ma certe volte non molto». È dunque giusto fare un appello anche a chi vive sul territorio se vogliamo dare una marcia in più al turismo e all’economia? «Sì, lo dico sempre: pensiamo a quello che ci piace quando andiamo in vacanza, dobbiamo saper offrire lo stesso. Questo volere e non volere i turisti deriva dal fatto che il turismo non è realmente percepito nella sua rilevanza socio-economica. Mi spiego: parliamo spesso dell’Austria come luogo dell’accoglienza per eccel-


PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI

lenza, ma se andiamo in questa nazione ci rendiamo facilmente conto che il turismo è tutto! Non c’è famiglia dove almeno un membro della famiglia non lavori nel turismo e lo fa con orgoglio. Per il Ticino lavorare nel turismo è ancora un tabù, la gente preferisce lavorare nel settore bancario o fare altro, ma le cose stanno cambiando, vedo sempre più giovani interessati ad aprire un piccolo albergo e lavorare nel turismo, perché il turismo è vero: accolgo persone vere, sono a contatto con loro, posso regalare emozioni, ma allo stesso tempo emozionarmi».

Concretamente cosa significa fare lo switch? Dobbiamo pur dire che tutti i cambiamenti costano e non tutti forse hanno il coraggio di affrontare nuovi investimenti… «Certo, ma oggi è impensabile, con i prezzi che abbiamo, proporre alberghi vecchi che non vedono un rinnovo da

più di vent’anni. Rinnovare è un fattore, ci sono sussidi e prestiti agevolati, ma è altrettanto importante effettuare un cambiamento a livello di competenze e management. In passato si doveva essere un bravissimo oste e accogliere i clienti nel migliore dei modi, oggi devi essere sia un ottimo oste sia venderti su Internet,

Si sente che sei appassionato del tuo lavoro, ma non si spiega come da consulente turistico tu sia arrivato a diventare direttore di Ticino Turismo… «Dopo il primo mandato della Valle Maggia i mandati sono arrivati numerosi. Quando si è aperto il concorso di Ticino Turismo mi sono detto: “Io ci provo”. Dopo una dura selezione è risultato che ero la persona giusta». A 30 anni diventi così il secondo direttore più giovane, per un pelo… Marco Solari ne aveva 28 quando ha preso il timone. Non si può dire però che eri raccomandato… «No, tanto più che con il cognome che porto… in quel momento non piacevo a tutti. In più la mia età, la mia visione futuristica e rivoluzionaria… anche in questo caso è stata tosta, ma ho tenuto duro e oggi ne sono veramente felice». La tua elezione è stata una netta rottura con il passato, dobbiamo anche dire che sei arrivato in un momento duro per il turismo ticinese, in un’avanzata fase di declino… «Ho tanta energia e ho voglia di giocare la partita fino in fondo, rischiando. Sai che quando Solari ha iniziato si diceva che i turisti erano troppi? Da non crederci. Eppure le cose stanno cambiando, ci troviamo in un momento di svolta, la metà dell’offerta turistica ha fatto questo switch, ma ci vorrà ancora tempo per l’altra metà».

“Ho tanta energia e ho voglia di giocare la partita fino in fondo, rischiando. Sai che quando Solari ha iniziato si diceva che i turisti erano troppi? Da non crederci” TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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PRIMO PIANO / ELIA FRAPOLLI © foto Tipress

Il lavoro da fare immagino sia ancora molto e i risultati li si vedranno a mediolungo termine. Ti vedi direttore a vita oppure pensi che ad un certo punto dovrai lasciare la poltrona? «Non ho mai pensato che questo è il posto in cui arriverò alla pensione anche perché se la dovessi vedere così… ho sbagliato tutto! Significherebbe cercare di avere meno problemi possibili e sopravvivere. Voglio restare in questo ufficio fino a quando ci saranno cose importanti da affrontare, finché crederò in quello che sto facendo, non ho una data di scadenza, forse perché ho ancora tante e grandi sfide, penso all’apertura di Alptransit, ma non solo. Comunque nel momento in cui si spegnerà il fuoco… potrei decidere di andarmene».

“C’è anche il problema dei mercati: in passato si lavorava principalmente con svizzeri, tedeschi e qualche italiano, oggi si deve lavorare con cinesi, russi e arabi, culture molto diverse dalla nostra, con esigenze totalmente diverse” essere prenotabile su tutti i portali del mondo, avere un contratto con i tour operator, perché il gruppo di cinesi prenota in agenzia e non ti scriverà mai una e-mail. Recentemente con la nuova figura dell’Hospitality Manager, incaricata proprio di aiutare gli albergatori in questo cambiamento, ho visitato degli alberghi splendidi ma che ad esempio non sono prenotabili online… in poche parole invisibili al mondo. C’è anche il problema dei mercati: in passato si lavorava principalmente con svizzeri, tedeschi e qualche italiano, oggi si deve lavorare con cinesi, russi e arabi, culture molto diverse dalla nostra, con esigenze totalmente diverse».

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Appari sempre sorridente e gentile, anche durante tutta l’intervista non ha mai dato segnale di stanchezza, non hai mai guardato l’orologio o il cellulare. Sei veramente così o è una maschera che indossi per essere un buon venditore di turismo e di te stesso? (Ride). «Non penso si possa mettere completamente una maschera, l’io della vita privata e l’io che vedi qui sono molto simili, ma naturalmente alcuni aspetti restano nel privato e ci tengo a proteggerli. Se mettessi una maschera non penso che riuscirei a resistere molto». Dove andrà Elia Frapolli quest’estate in vacanza? «L’anno scorso sono stato in Ticino, in Val di Blenio, perché il mio primogenito aveva pochi mesi. Quest’anno, con mia moglie, abbiamo deciso di portarlo al mare. Non so ancora dove, ma ci sposteremo in auto. È importante sapersi ritagliare dei momenti esclusivi con la famiglia e soprattutto con i figli. Sono la mia energia, la mia carica». Decidiamo di terminare con le vacanze. Prima di uscire guardo ancora di sfuggita il quadro dietro la scrivania: lago, sole, palme, montagne e neve. Ancora una volta, e sono sicura che ce lo ripetiamo tutti, devo ammettere la fortuna che ho, che abbiamo, di vivere in Ticino.


SEZIONE / TITOLETTO

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PRIMO PIANO / VALENTINA VEZZALI

La mia vita

per lo sport

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LA CAMPIONESSA OLIMPICA DI FIORETTO VALENTINA VEZZALICHE È STATA OSPITE SPECIALE NEI TRE GIORNI DI DONNA & SPORT 2016, TENUTASI A LUGANO. LA SUA PRESENZA È STATA L’OCCASIONE PER UNA CONSERVAZIONE A TUTTO CAMPO SULLA SUA VITA DI SPORTIVA. DI KERI GONZATO

“La competizione fa bene, aiuta ad affrontare le difficoltà della vita, ma anche la pura attività fisica mi ha sempre dato una sensazione di benessere e un equilibrio interiore”

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uale ruolo ha avuto lo sport nella tua vita, non solo agonistica ma anche quotidiana? «Lo sport mi ha sempre dato carica, fin da quando ero bambina… La competizione fa bene, aiuta ad affrontare le difficoltà della vita, ma anche la pura attività fisica mi ha sempre dato una sensazione di benessere e un equilibrio interiore. Adesso per me comincia la sfida più difficile, perché a 42 anni mi trovo ad abbandonare l›agonismo e per quanto sia naturale, uno non è mai completamente preparato psicologicamente!».

In che modo ha influito sulla tua crescita personale come donna nel mondo? «A livello agonistico, essere donna per me è sempre stato importante ma non fondamentale: alla fine ci son poche differenze, lo sport aiuta a crescere a prescindere dal sesso. Mi ha invece aiutato molto durante la maternità, su molti aspetti: l’essere in pedana presto era diventato un obiettivo anche per far vedere ai miei figli cosa faceva la mamma».

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PRIMO PIANO / VALENTINA VEZZALI

Lo sport nella vita di una donna… «Trovo sia non solo importante come strumento di benessere e di crescita, ma anche a livello di integrazione, soprattutto in paesi ancora in via di sviluppo dove essere sportiva ti può dare la libertà. E, per quello che riguarda alcuni sport, aiuta anche a sviluppare e migliorare l’interazione con gli altri». Come vivi lo sport oggi? Quali sono le abitudini sane che ti senti di consigliare? «Credo che, soprattutto con il passare del tempo, l’alimentazione ricopra un ruolo centrale, pari almeno alle ore in cui ci si allena o in cui ci si prepara fisicamente allo sforzo. Questo non significa vivere una vita monastica, ma stare attenti, quello sì! Il mondo dello sport, ora che vado verso il ritiro, lo vedo come una opportunità: spero di poter mettere a disposizione di tutti la mia esperienza per aiutare tante Vezzali a emergere».

“Credo che, soprattutto con il passare del tempo, l’alimentazione ricopra un ruolo centrale, pari almeno alle ore in cui ci si allena o in cui ci si prepara fisicamente allo sforzo. Questo non significa vivere una vita monastica, ma stare attenti, quello sì!”

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

Cosa ti fa battere il cuore quando pensi o ti accingi a fare un’attività sportiva? «Il senso della sfida, l’adrenalina di quando sali in pedana e sei nervosa perché sai che il tuo umore cambierà a seconda che tu vinca o perda; amo arrivare alla fine degli assalti esaurita, dopo aver dato tutta me stessa per il raggiungimento dell’obiettivo. Degli altri sport guardo e seguo un po’ di tutto, dal tennis al calcio avendo un compagno che è stato professionista». Perché hai deciso di partecipare ad una manifestazione come Donna & Sport? Che messaggio ti senti di portare? «Credo che manifestazioni del genere aiutino le ragazze a capire che si può diventare atlete di primo livello senza rinunciare a diventare madri e ad avere una vita normale. E questo vale ovviamente anche per chi lo fa a livello amatoriale: troppe ragazze smettono di fare sport con la gravidanza, e il loro benessere pisco-fisico può risentirne. E’ un peccato abbandonare lo sport, a qualsiasi età e a qualsiasi livello: io lascio l’agonismo, ma continuerò a mantenermi in forma».


PRIMO PIANO / VALENTINA VEZZALI

WONDER WOMEN IN MOVIMENTO

Oggi più che mai, lo sport è considerato una parte fondamentale di una vita sana ed equilibrata. Declinato al femminile, per molte donne rappresenta un momento imperdibile dove rigenerarsi e prendersi cura di se. Per le “wonder women” di oggi, sempre più prese su vari fronti, le attività sportive rappresentano una pausa dagli impegni e una valvola di sfogo… A fine maggio 2016, dal 27 al 29, nasce un nuovo evento benefico interamente dedicato alla tematica. Donna & Sport 2016, ospitato dal Parco Maraini di Lugano in collaborazione con la Divisione Sport della Città di Lugano, ha offerto l’occasione di confrontarsi, elaborare riflessioni e trovare nuove ispirazioni. «Essere donna, mamma, moglie, impegnata professionalmente e avere la volontà e la capacità di cimentarsi nell’attività sportiva, significa avere una gestione altamente manageriale della propria agenda unita ad una fortissima motivazione» ha sottolineato Alessandro Colombi, Direttore Operativo del gruppo Corriere del Ticino e Media Ti, media partner dell’evento. Con una serie di ospiti stimolanti ed un ricco calendario di conferenze l’evento ha invitato a sondare il mondo dell’attività sportiva femminile, «non solo agonistica, ma anche e

soprattutto legata alla quotidianità di ogni donna nel suo essere moglie, mamma e professionista». Tramite conferenze, incontri con atlete professioniste e tavole rotonde con preparatori atletici e medici sportivi, così come con i rappresentanti di varie società sportive del cantone, sono state affrontate tematiche importanti legate alle donne che praticano attività sportive. Ci si è mossi tra temi come l’aspetto fisico e quello psicologico-motivazionale, l’importanza dell’alimentazione, lo sport in gravidanza, sport femminile e disabilità. Per affrontare l’im-

portanza delle attività motorie a livello della salute fisica ci sono state le conferenze coordinate dalla Divisione di Medicina dello Sport dell’Ente Ospedaliero Cantonale, a cui si è unita l’Università L.U.de.S. Inoltre, per non fermarsi alle parole e passare all’azione, questi tre giorni sono stati anche l’occasione per uscire dalla propria comfort zone e provare il brivido di nuove attività. Il Parco Maraini è stato trasformato per ospitare vere e proprie arene sportive dove i giovani hanno potuto sperimentare diversi sport, dall’hockey allo scherma fino al tennis. In concomitanza, la Palestra Free Time ha proposto varie tipologie di lezioni di fitness per gli adulti. L’evento ha dato anche l’opportunità di conoscere il mondo dello sport agonistico incontrando atlete importanti sia a livello locale che internazionale, da Valentina Vezzali a Irene Pusterla, dal Ladies Team dell’Hockey Lugano con Evelina Raselli a Mary Torre.

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SEZIONE / TITOLETTO

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ome si diventa appassionati d’arte? «Nel mio caso devo dire che è stato il caso a dettare tempi e modi di un interesse che nel corso degli anni è andato continuamente crescendo. Tutto nasce dal rapporto con un amico senegalese con il quale ho condiviso tanti viaggi in Africa. È lui che mi ha accompagnato nei più sperduti viaggi e mi ha introdotto alla conoscenza di manufatti artistici spesso sconosciuti in Occidente. In questo modo ho cominciato a raccogliere e collezionare maschere e altri oggetti di quella che potrebbe essere definita arte etnica». Oggi la sua collezione vanta svariate centinaia di pezzi… «Con il prezioso contributo di esperti che lavorano all’interno di importanti istituzioni museali ho avuto modo di rendere più sistematica e specializzata la collezione e inoltre sono stato indirizzato in un lavoro di datazione, schedatura e fotografia di ogni singolo pezzo. Un impegno lungo e faticoso ma importantissimo per marcare il valore anche scientifico di questa collezione che attende ora di trovare una sua definitiva collocazione».

Il mio amore per l’arte ARCHITETTO DI PROFESSIONE, TITOLARE DI UNO DEI PIÙ PRESTIGIOSI STUDI DI LUGANO, ATELIER AMC, CHE NASCE NEL MARZO 2007 E HA REALIZZATO IMPORTANTI PROGETTI, LAVORANDO SU SCALE DIVERSE ED AFFRONTANDO DIVERSE TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE, MICHELE MOSER COLTIVA DA SEMPRE UNA GRANDE PASSIONE, QUELLA PER L’ARTE, SOPRATTUTTO ETNICAE ANTICA.

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Dove vorrebbe che la collezione fosse esposta? «Sono in corso colloqui con istituzioni museali e privati, in Svizzera e in altri Paesi del mondo, interessati a rilevare in blocco o in parte la collezione. E poi c’è un sogno nel cassetto. E cioè che siano le istituzioni competenti della Nigeria ad acquisire tutti gli oggetti per farne il nucleo portante di un museo etnografico nazionale. Sarebbe la soluzione più idonea e per me più coerente con il mio desiderio di restituire all’Africa ciò che in definitiva appartiene alla loro storia e cultura. Inoltre, è mia ferma intenzione destinare parte del ricavato delle vendita di questi oggetti alla realizzazione di alcuni progetti umanitari che in questo momento sto seguendo in Senegal e che mi stanno particolarmente e cuore».


PRIMO PIANO / MICHELE MOSER

Claudio Metzger mi hanno portato in più occasioni ad occuparmi di opere d’arte, soprattutto antica, che richiedevano un intervento finalizzato alla loro scoperta, attribuzione, valorizzazione e collocazione sul mercato internazionale dell’arte. Mi sono cosi avvicinato ai grandi maestri del passato, da Raffaelo a Rubens a Luini, ho avuto modo di studiare e fare ricerche, appassionandomi alla loro vita e alle loro opere, provando la grande emozione che può provenire dalla contemplazione di simili capolavori. Questa è stata la molla che mi ha fatto scattare il desiderio di avviare una personale collezione di opere d’arte».

Nello specifico, di che cosa si tratta? «L’Association Sénégalité, le cui attività mi sono impegnato a sostenere, costituisce innanzitutto un sogno, quello di un’Africa capace di far fronte autonomamente ai propri fabbisogni alimentari. Al giorno d’oggi infatti numerosi Paesi africani, tra cui appunto il Sénégal, non hanno ancora raggiunto l’autosufficienza per quanto riguarda il nutrimento dei propria abitanti. Per realizzare questo progetto vengono principalmente seguiti due indirizzi: favorire la diffusioni di me-

todi e tecniche rivolte a migliorare la produttività agricola; favorire la creazione di giovani imprese nel settore agricolo. Dal 2013 L’Association Sénégalité concentra i propri sforzi nella realizzazione del Lycée Agricole de Bignona nel sud del Sénégal (www.senegalite.ch)». Arte etnica ma non solo. Il suo interesse si rivolge anche ad altri ambiti artistici… «Alcune esperienze professionali e la mia profonda amicizia con il critico d’arte

Arte e architettura sono per loro natura discipline contigue… «Infatti. Insieme ai miei collaboratori cerchiamo di portare avanti un approccio all'architettura multidisciplinare e integrato, che si snoda tra ricerca architettonica e controllo del dettaglio, tra qualità degli spazi e cura della fase esecutiva, tra proporzione e sostenibilità. Ogni fase del percorso che porta dai primi schizzi progettuali al cantiere fornisce spunti per una ricerca che non si ferma ai disegni, ma cura anche la materialità delle architetture, concepite come spazi da vivere, da osservare da vicino, da toccare».

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PRIMO PIANO / MICHELE MOSER

Possiamo fare un esempio dell’applicazione di questa filosofia? «Mi piace parlare della recente realizzazione di due ville a Corognola, una delle quali è diventata lo spazio dove abito insieme alla mia famiglia. Nel progetto vi sono tre elementi che meritano di essere sottolineati. Il primo riguarda la conformazione dei tetti, che non sono semplice coperture piane ricoperte di verde, ma si adeguano e integrano l’andamento naturale del terreno. La seconda particolarità riguarda la finitura del materiale, dove il cemento armato non è stato trattato con i convenzionali casseri di metallo ma sono stati invece utilizzati speciali casseri ricavati da tavole di legno grezzo, così da ottenere un rilievo superficiale che evoca il legno e le costruzioni rurali. Infine, il terzo elemento, capace di coniugare il vecchio con il nuovo, riguarda la distribuzione dei volumi, ricercando e ottenendo un equilibrio che esalta la composizione architettonica. Questa impostazione progettuale si riflette evidentemente nella distribuzione degli ingenti spazi interni, parte dei quali interrati 02 sotto la montagna. Aspetto non secondario, infine, la presenza di grandi vetrate a cannocchiale che dilatano gli spazi interni proiettandoli verso il paesaggio circostante e al tempo stesso inondano di luce la casa, consentendo anche una buona illuminazione delle opere d’arte che vi sono conservate».

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“Insieme ai miei collaboratori cerchiamo di portare avanti un approccio all'architettura multidisciplinare e integrato, che si snoda tra ricerca architettonica e controllo del dettaglio, tra qualità degli spazi e cura della fase esecutiva, tra proporzione e sostenibilità” 01 Il Team AMC Da sinistra: Marco Ceres, Michele Moser, Elena Orsini, Erica Zugnoni

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SEZIONE / TITOLETTO ARCHITETTURA / HEINER RODEL

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Un giovane pilota con un grande futuro PER RAFFAELE MARCIELLO, CLASSE 1994, NATO A ZURIGO DA GENITORI NAPOLETANI, IL FUTURO HA IN SERBO TRAGUARDI IMPORTANTI. CAMPIONE EUROPEO NEL 2013 DELLA FORMULA 3, DA DUE ANNI CAVALCA CON RISULTATI DI TUTTO RISPETTO IL CAMPIONATO DI GP2, ANTICAMERA DELLA FORMULA 1.

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i può dire che lei sia cresciuto con il volante in mano… «In effetti ho cominciato a correre con i kart che ancora non andavo a scuola. Sono stato avviato alla guida sportiva da mio padre che poi mi ha sostenuto nel corso degli anni e mi ha sempre accompagnato nel corso della mia carriera. Devo dire che un grande merito va alla mia famiglia che ha assecondato questa mia passione e che ha condiviso le scelte fatte, anche se queste mi hanno portato molto spesso a trascorrere lunghi periodi fuori di casa». Lei è stato uno dei piloti di punta del programma Ferrari Driver Academy… «Si è trattato di una esperienza importan-


PRIMO PIANO / RAFFAELE MARCIELLO

“Accedere alla Formula 1 è un discorso complesso che oltre al valore del pilota implica non trascurabili questioni di carattere economico. Credo che l’opportunità migliore sia quella di girare nei rookie test, dove c’è l’opportunità di percorrere molti chilometri” opportunità che avevo, quella Russian Time era la migliore, e sono contento di averla colta. Dobbiamo considerare che sono andati vicini alla conquista del titolo due volte, e hanno davvero voglia di raggiungere il massimo obiettivo, come d’altronde ne ho voglia io».

01 Didascalia foto 02 Raffaele Marciello ecc ecc

Qualche rimpianto per non essere approdato in Formula 1? «Accedere alla Formula 1 è un discorso complesso che oltre al valore del pilota implica non trascurabili questioni di carattere economico. Credo che l’opportunità migliore sia quella di girare nei rookie test, dove c’è l’opportunità di percorrere molti chilometri. Ma nelle prove libere dei weekend di gara si gira davvero poco, non credo che mi mancherà questa opportunità. Credo di aver sfruttato bene le opportunità che ho avuto, ho dimostrato che quando salgo su una Formula 1 non ho difficoltà nell’andar forte». 02

tissima che ha concorso in modo decisivo alla mia formazione di pilota, anche se poi si è conclusa in seguito ad alcune incomprensioni insorte nei confronti dello staff dirigenziale e a causa di una revisione dei programmi del FDA. Sono certo che tutto dipenderà dai risultati che otterrò nel corso di questa stagione. Se andrò forte e disputerò un campionato di vertice, tutto sarà dimenticato».

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Come è maturata la scelta del team Russian Time? «È una squadra molto forte. Ho seguito il crescendo di performance che li ha portati a chiudere il 2015 nelle primissime posizioni, ed anche nelle stagioni precedenti hanno raccolto ottimi risultati. Tra le varie TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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PRIMO PIANO / RAFFAELE MARCIELLO

con concorrenti sempre più competitivi e dall’altro con uno scenario economico che ha imposto rigore ed austerità ai potenziali investitori. La maggiore difficoltà a reperire risorse adeguate ha comportato gravi conseguenze per i team, alcuni dei quali usciti dal campionato, mentre altri sono stati costretti ad orientare la strategia di selezione piloti sulla base dei finanziamenti garantiti, spesso a scapito delle potenzialità velocistiche, pur di recuperare il budget necessario a continuare l’attività agonistica».

“La maggiore difficoltà a reperire risorse adeguate ha comportato gravi conseguenze per i team, alcuni dei quali usciti dal campionato, mentre altri sono stati costretti ad orientare la strategia di selezione piloti sulla base dei finanziamenti garantiti” Quali qualità si richiedono oggi a un giovane pilota? «Avere una solida esperienza ed adeguate competenze tecniche non è più sufficiente per primeggiare, soprattutto in contesti quali quello odierno, in cui si è costretti a confrontarsi da un lato

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Quali sono gli obiettivi per quest’anno e poi per il futuro? «Il mio primo obiettivo è quello di vincere in GP2, anche se il lotto dei piloti che vi partecipano è molto agguerrito, e provare poi ad aprire le porte del paddock di Formula 1. Se penso invece al futuro, parlando di ruote coperte, DTM e LMP1 sono due categorie molto interessanti. Parliamo di vetture veloci ed impegnative. Ma guardo anche l’Indycar, che resta una validissima alternativa e sarebbe un’esperienza molto interessante per accrescere la mia maturità di pilota professionista».


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PRIMO PIANO / PAOLO BERNASCONI

Basta raccontarci “FAVOLE” AVVOCATO TRA I PIÙ CONOSCIUTI IN TICINO, HA OTTENUTO NEL 2013 LA LAUREA HONORIS CAUSA DELL'UNIVERSITÀ DI ZURIGO CONFERITA PER LA PLURIENNALE LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ECONOMICA, IN PARTICOLARE CONTRO IL RICICLAGGIO, ED ANCHE PER IL CONTRIBUTO SCIENTIFICO ALLO SVILUPPO DEL DIRITTO PENALE ECONOMICO.

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l vostro è uno dei più affermati studi del Cantone con competenze che spaziano sui diversi ambiti del diritto nazionale ed internazionale. Possiamo ripercorrere brevemente le principali tappe che l’hanno portato ad occupare questa posizione di prestigio? «”Lasciate il nostro bel Ticino, nei vostri anni migliori, per praticare le lingue e per capire la mentalità di chi le parla, in Paesi vicini e lontani. Per imparare a mediare, invece che a scontrarsi. Per importare a casa nostra il vento della curiosità e della creatività, che sbarazzi la nuvolaglia del bullismo politico, del carrierismo e dell’opportunismo”. Questa la mia raccomandazione, alle studentesse e agli studenti nelle Università e

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nella pratica legale, affinché la professione, per decenni, sia fonte di soddisfazione personale, prima che economica, e di positivo impatto sociale». Mai come negli ultimi mesi la Svizzera si è trovata, in materia di fiscalità internazionale, al centro di complessi rapporti e di negoziazioni con gli Stati Uniti e molti Paesi europei. Quale giudica che potrà essere l’evoluzione dei prossimi mesi? «Molte banche, assicurazioni e fiduciarie svizzere, da vent'anni, con il loro comportamento, stavano segando le gambe dei tavoli, negli USA, all' OCSE e all'UE, ai quali stavano lavorando i nostri diplomatici svizzeri.

I bonus per i manager si sono gonfiati, e così i problemi lasciati in eredità alle banche e a chi ci lavora: la gestione di questa spinosa eredità farà ancora tante vittime, molte colpevoli, molte anche innocenti, non solo per mesi, ma per anni». Un caso particolare è rappresentato dall’Italia. Come valuta essere lo stato attale dei rapporti tra i due Paesi, alla luce anche della Voluntary Disclosure? «Circa 130.000 autodenunce di contribuenti italiani, di cui circa il 75% per depositi in banche svizzere. Un sistema parassitario. Per decenni, in Ticino, era tradimento parlarne, e i media tacevano. Ora G20, OCSE, Global Forum (mediante le Peer Review),


PRIMO PIANO / PAOLO BERNASCONI

UE ci controllano a vista. Per evitare altri trucchi nell'applicazione degli accordi sullo scambio automatico. Se fallirà, ancora una volta, l'autodisciplina, sorgeranno altri regolamenti statali».

(malgrado che gli evasori fiscali svizzeri continuino a sostenerlo). Ci credo anch'io. Anche perché, fuori dalle nostre porte, molte altre piazze bancarie vanno male. Ma la concorrenza rimane accesa, non solo a Londra e Lussemburgo, e negli USA, ma anche negli Stati, pochi, della crescita imprenditoriale. Fintec? Digitalizzazione? "Fit and proper", tuonava anni orsono in un convegno a Ginevra il direttore della SEC. Ripetiamo, sillabando. Non soltanto "fit" ma anche "proper". Qual è il più lontano, di questi due traguardi?».

A suo giudizio la Svizzera e il suo sistema finanziario sono adeguatamente attrezzati ad affrontare la fine del segreto bancario e quali soluzioni ritiene che andrebbero adottate? «Circa quarant'anni orsono Fritz Leutwyler, allora Presidente della Banca Nazionale Svizzera, nella recensione ad un mio libro, sosteneva che il sistema bancario svizzero era forte anche senza segreto bancario

Johann Wilhelm Weinmann, «Paeonia major flore rubro simplex, Gichtrosen. Paeonia flore pleno rubro major, Pimoine, Pfingstrosen» (particolare), circa 1737 © LIECHTENSTEIN. The Princely Collections, Vaduz–Vienna

Lei è da sempre impegnato, con scritti e interventi, sulle principali vicende del Cantone. Come giudica l’attuale congiuntura economica e finanziaria e quali interventi si sente di auspicare da parte della classe politica? «I pifferai politici incantano con la musichetta "padroni in casa nostra": nascondono che i problemi economici svizzeri dipendono dal PIL della Cina, dall'insicurezza geopolitica, dall'invecchiamento della popolazione (come mantenere le promesse del sistema pensionistico?) ecc. La loro soluzione: guerra compulsiva agli stranieri. Risultato: la Svizzera è appena precipitata al rango 27 nell'elenco dei paesi più favorevoli per impiantarvi imprese. Infatti, gli imprenditori temono i rabbiosi

interventi populistici sulla assunzione di manodopera. Kielholz, in una magistrale intervista appena pubblicata sulla NZZ (un tempo rispettata anche in Ticino) sottolinea l'apporto indispensabile degli stranieri per le imprese in Svizzera. Persino Ermotti, CEO di UBS, al Dies Academicus dell’USI (uno degli ultimi momenti ticinesi non inquinati dal soffocante conformista populista) obietta che, malgrado la votazione del 9 febbraio, rimangono indispensabili gli Accordi bilaterali con l'UE».

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SEZIONE / TITOLETTO

Dobbiamo credere di più nelle nostre potenzialità

ALLA GUIDA DA CIRCA UN ANNO E MEZZO DELLA NEONATA ATT, ALDO RAMPAZZI TRASMETTE A TUTTA LA STRUTTURA UNA BUONA DOSE DI ENTUSIASMO E PASSIONE, RACCONTANDOCI LA SUA VISIONE DEL FUTURO DEL TURISMO TICINESE E I PROGETTI SU CUI INTENDE IMPEGNARSI.

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È

possibile tracciare un primo bilancio dell’attività svolta sotto la sua Presidenza per quanto riguarda la promozione turistica del Ticino? «Dopo un anno e mezzo alla guida della neonata ATT, sento di poter tracciare un bilancio senz’altro positivo. Il 2015, in particolare, è stato un anno molto significativo per l’entrata in vigore della nuova Legge sul turismo. La nuova normativa ha introdotto un importante cambiamento che ha portato l’Agenzia turistica ticinese e le quattro Organizzazioni turistiche regionali a lavorare in maniera più coesa. Il primo “cantiere” che ci ha visti operare in sinergia è stata la nuova strategia marketing. Il risultato è stato un dossier in sintonia con le esigenze sia dell’intero Ticino sia delle sue quattro destinazioni turistiche. Tra gli aspetti positivi di quest’ultimo anno e mezzo cito anche l’apertura di nuove attrattive turistiche che stanno riscuotendo molto successo, come il centro culturale LAC o il ponte tibetano tra Sementina e Monte Carasso. Di recente innumerevoli

sono state anche le strutture alberghiere, di grandi o piccole dimensioni, a rinnovarsi. Sono soddisfatto anche perché da circa un anno disponiamo finalmente di uno strumento, lo studio sull’impatto economico del turismo in Ticino, che ci ha permesso di conoscere meglio il fenomeno a livello cantonale. Nonostante gli ultimi anni non siano stati facili, il turismo rimane ancora un pilastro per il nostro Cantone!». Quali sono i principali progetti attualmente in cantiere e quali eventuali difficoltà sussistono per la loro rapida attuazione? «I principali progetti ai quali stiamo lavorando sono tutti riassunti nella piattaforma www.turismo2030.ticino.ch che nelle scorse settimane abbiamo presentato ai media. Grazie a questo strumento il settore turistico in Ticino viene presentato nella sua complessità e in tutte le sue sfaccettature. La piattaforma non si limita però a fotografare luci ed ombre del settore, ma espone e descrive una serie di soluzioni concrete. Alcune di queste sono


PRIMO PIANO / ALDO RAMPAZZI

già state messe in atto come l’introduzione dell’Hospitality manager, figura di riferimento nei rapporti con gli alberghi, o il progetto “hikeTicino”, nato con l’obiettivo di valorizzare gli itinerari escursionistici del Cantone. Altre invece, come l’eventualità di offrire il trasporto pubblico gratuito ai turisti pernottanti o lo stimolo dell’accoglienza attraverso iniziative puntuali rivolte alle scuole e alla popolazione, sono in fase di definizione. Per quanto riguarda le tempistiche di attuazione, è ancora prematuro esprimersi». Molto si è detto e scritto riguardo alla necessità di una più precisa definizione del “prodotto” Ticino al fine di meglio collocarlo sui mercati internazionali. Qual è il suo parere in proposito? «Un prodotto poco appetibile, anche se pubblicizzato con la migliore campagna marketing, non ha alcuna possibilità di avere successo. La realtà̀ turistica in Ticino è molto eterogenea. Da un lato c’è chi sta lavorando molto bene e continua a rinnovarsi. Ci sono imprenditori che stanno investendo e hanno il coraggio di aprire nuove strutture, ma ve ne sono altri che “vivono ancora sugli allori” rifacendosi ad un modello di business degli anni ’90 ormai non più adatto al mercato turistico odierno. Sono strutture che non hanno saputo o potuto adattarsi e ora si trovano in difficoltà. Proprio per dar loro una mano dal mese di gennaio di quest’anno abbiamo introdotto la figura dell’Hospitality manager. In generale, per cogliere l’importante sfida del rinnovo infrastrutturale ognuno dovrà fare la sua parte: gli imprenditori, la politica e le organizzazioni turistiche. Non è più possibile aspettare che la situazione si sistemi da sola». Una delle critiche che in passato sono state rivolte agli enti turistici locali è stata quella di un eccessivo particolarismo a scapito di una visione strategica complessiva. A che punto siamo sulla strada di una maggiore integrazione e un migliore coordinamento delle iniziative? «Direi che siamo sulla buona strada. Come

detto poc’anzi dopo l’entrata in vigore della nuova legge sul turismo la collaborazione con le varie Organizzazioni turistiche regionali (OTR) si è fatta attiva e dinamica. Oggi anche le OTR – che sono nostre azioniste - sono chiamate ad occuparsi del marketing e dispongono di specifici crediti. La nostra strategia è di promuovere il marchio giusto al posto giusto, anche in un’ottica di complementarietà, e dunque non di concorrenzialità, tra le destinazioni. ATT sta focalizzando le sue energie sulla Svizzera, dove il marchio Ticino è molto conosciuto, mentre le OTR si occupano prevalentemente delle attività sui mercati esteri di loro interesse. È noto, ad esempio, che in Italia e nei mercati più lontani (Russia, Cina, UAE, ecc) il marchio “Lugano” fa più presa che “Ticino”, in Germania anche per ragioni storiche (Opel Ascona) “Ascona-Locarno” sono località molto note, mentre il marchio UNESCO legato al Bellinzonese e al Mendrisiotto attira un pubblico internazionale. Lavoriamo su mercati diversi ma siamo tuttavia consapevoli che ogni regione deve lavorare in sinergia con le altre. Oggi il turista si muove molto di più di quanto non facesse un tempo e non significa che, se decide di pernottare a Locarno, non sia disposto a visitare i castelli di Bellinzona o il Monte San Giorgio».

“ La nostra strategia è di promuovere il marchio giusto al posto giusto, anche in un’ottica di complementarietà, e dunque non di concorrenzialità, tra le destinazioni ”

Nella sua visione di architetto e pianificatore quali vocazioni dovrebbero essere perseguite dalle diverse regioni e città per favorire un più equilibrato sviluppo territoriale del Cantone? «Si tratta di un tema chiave. Oltre ad essere una risorsa per la comunità locale, il territorio svolge un ruolo decisivo in ambito turistico. Sono convinto che in futuro si dovrà procedere verso un sempre maggior coordinamento delle iniziative, per garantire uno sviluppo armonioso ed equilibrato. Ciò pur mantenendo le specificità di ogni regione: il Locarnese ha una vocazione più residenziale, il Luganese sta puntando molto sul settore business, mentre il Mendrisiotto e il Bellinzonese-Alto Ticino possono vantare una straordinaria ampiTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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PRIMO PIANO / ALDO RAMPAZZI

ezza e ricchezza da un punto di vista paesaggistico. Le caratteristiche di ogni regione dovrebbero confluire in un programma urbano volto allo sviluppo territoriale del Cantone. Alcune di queste tematiche vengono toccate nella piattaforma “Turismo 2030” sotto il capitolo “Territorio”. Purtroppo la crescita demografica e lo sviluppo degli ultimi decenni hanno profondamente segnato il nostro paesaggio. Saper valorizzare gli spazi alpini ed alcune aree umide è una sfida decisiva a cui siamo chiamati. A questo proposito l’ATT sta portando avanti da due anni il progetto “hikeTicino”. Oggi oltre 150 escursioni turistiche oggi sono fruibili attraverso un vero e proprio ecosistema di mezzi di comunicazione tradizionali e di nuove tecnologie. Non dimentichiamo poi gli importanti “cantieri” dei parchi nazionali Parc Adula e Parco del Locarnese che si trovano oggi nella fase conclusiva verso la concreta realizzazione».

Lei si è sempre dedicato, accanto al lavoro professionale, all’impegno politico, occupando vari ruoli pubblici di responsabilità. Come è stato possibile conciliare i diversi ambiti di attività? «Questa domanda mi è già stata posta più volte. Quando si ricoprono diversi ruoli la settimana lavorativa non dura cinque giorni ma…sette! Lavorare tanto non mi è mai pesato perché ho sempre provato piacere in ogni attività che ho svolto, sia con il mio mestiere di architetto sia nella politica. Oltre a ciò, ho la fortuna di avere una famiglia che è sempre stata molto comprensiva. Prima di assumere un nuovo ruolo ho sempre chiesto il parere a mia moglie e ai miei due figli, che mi hanno sempre appoggiato. Devo ammettere di essere stato aiutato anche da fattori logistici: casa mia dista ad appena 250 metri dal Municipio di Ascona e a 250 dal mio ufficio».

“Al turismo ticinese manca semplicemente un po’ più di coraggio e di fiducia in sé stesso. Dobbiamo iniziare a credere davvero nelle nostre potenzialità che, a livello turistico, sono davvero enormi” 30

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Nei momenti in cui riesce ad essere libero da compiti istituzionali, come trascorre il suo tempo libero e quali sono i suoi interessi extraprofessionali? «Sono sempre stato molto appassionato di viaggi. Anche se quando ricoprivo la carica di sindaco non prendevo mai più di due settimane di vacanza, ho sempre cercato di sfruttare quei periodi per andare a scoprire altre parti del mondo. “La vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte", ha detto il filosofo Omar Khayyam. Per me è sempre stato così: ho sempre apprezzato la possibilità, per periodi limitati, di evadere dal quotidiano e di conoscere altre realtà. Durante i viaggi che ho fatto, soprattutto in Asia, ho incontrato persone e visto luoghi il cui ricordo, se socchiudo gli occhi, mi commuove ancora. Ma sono sempre stato contento di rientrare in Ticino. Soprattutto negli ultimi anni, nel tempo libero, mi è capitato di girare molto nel nostro Cantone per scoprire le piccole e grandi perle che abbiamo sul territorio, ad iniziare dal mio Comune. Quando passeggio ad Ascona con mia moglie, guardiamo il lago e la gente che passa e ogni volta sentiamo un senso di gratitudine per il privilegio di vivere in un luogo magnifico». Per concludere, cosa manca al turismo ticinese e cosa invece c’è di unico su cui puntare per garantire uno sviluppo futuro? «Al turismo ticinese manca semplicemente un po’ più di coraggio e di fiducia in sé stesso. Dobbiamo iniziare a credere davvero nelle nostre potenzialità che, a livello turistico, sono davvero enormi. Il nostro è l’unico Cantone mediterraneo della Svizzera e siamo la prima meta turistica nazionale. Possiamo vantare un territorio che, per usare le parole dello scrittore premio Nobel Hermann Hesse, “è meravigliosamente ricco e bello. Qui c’è di tutto, dai paesaggi alpini a quelli mediterranei”. In Ticino convivono armoniosamente palme e ghiacciai, laghi e montagne, chiese antichissime e architetture moderne, valli silenziose e città dinamiche. Cosa vogliamo di più?».


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PRIMO PIANO / CLAUDIO METZGER

Il piacere di accrescere LA CONOSCENZA LA GRANDE PASSIONE DI CLAUDIO METZGER PER L’ARTE, IN TUTTE LE SUE FORME E MANIFESTAZIONI, LO HA PORTATO A SVILUPPARE UNA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI “FAR PARLARE” LE OPERE, CHE ATTRAVERSO ACCURATE RICERCHE D’ARCHIVIO E ANALISI SCIENTIFICHE RACCONTANO STORIE SPESSO ANCORA SCONOSCIUTE E OFFRONO NUOVE PROSPETTIVE PER L’INTERPRETAZIONE DI ARTISTI MAGGIORI E MINORI DEI SECOLI SCORSI.

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l suo è sicuramente un lavoro molto particolare e delicato. Ci può raccontare in cosa consiste? «Da più di vent’anni il mio ruolo è quello di coordinare le relazioni tra pubblico e privato, con l’obiettivo di fare emergere opere d’arte che attraverso la raccolta di dati e di informazioni possono essere studiate e confrontate. In questo modo si accrescono le conoscenze riguardo ad un determinato artista, la sua vita e le sue opere, e si può arrivare ad attribuzioni più certe e condivise tra gli studiosi. In altre parole, attraverso banche dati sempre più ricche e aggiornate è possibile fornire ai ricercatori elementi sempre più precisi riguardo agli argomenti oggetto dei loro studi e questo comporta un continuo arricchimento del sapere». Questo suo lavoro archivistico e di confronto si svolge su scala internazionale… «Certamente. Ho portato a termine ricerche in Cina o per conto di importanti musei americani o in occasione di mostre di quadri che si sono tenute in tutto il mondo. Teniamo conto del fatto che le nostre ricerche, o le analisi scientifiche compiute su un determinato quadro, vengono poi scambiate con altri archivi e questo favorisce la pos-


PRIMO PIANO / CLAUDIO METZGER

sibilità di conoscere in modo sempre più compiuto il lavoro degli artisti del passato». Quali settori della storia dell’arte non sono stati ancora adeguatamente indagati? «Direi moltissimi, sia a livello locale che riguardo ai più famosi artisti conosciuti a livello internazionale, si pensi a Rubens o Raffaello. Più informazioni si hanno su un autore più lo si comprende e più lo si capisce più si riesce ad apprezzarlo. Questo lavoro consente inoltre a collezionisti privati disposti a prestare le loro opere per mostre ed esposizioni di stabilire importanti rapporti con musei in tutto il mondo e naturalmente anche con il mondo accademico e la comunità degli studiosi». In quali altri ambiti si dispiega la vostra attività culturale. «Aion è una società che offre una vasta gamma di servizi di consulenza a privati ed istituzioni pubbliche riguardo il mondo dell’arte e del collezionismo, avvalendosi anche di una qualificata rete di consulenti esterni distribuiti in Europa e nel mondo. Inoltre, la nostra sede di Ascona intende sviluppare un’attività di promozione artistica attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi».

fedeli ad attardarsi in chiesa per un momento in più di riflessione e preghiera, ridando all’espressione artistica sacra il suo valore ed intento originario, quello di avvicinare lo spettatore a Dio, grazie ad un discorso ad immagini, comprensibile e di grande e effetto, bellezza ed emozione».

01 Dettaglio estratto da: P.P.Rubens, attribuito Bacco su un barile olio su carta incollata su tela, 36,5x31,5 cm Modello, 1636-1638 collezione privata 02 Dettaglio estratto da: Pietr Wouwerman A Cavalry Engagement olio su tela, 36,5 x 46 cm firmato con monogramma P.W, ca. 1658 collezione privata 02

Possiamo concludere citando l’ultima opere culturale che avete portato a termine a Lugano? «Si tratta dell’esposizione presso la Chiesa di San Carlo Borromeo in Via Nassa a Lugano della Madonna delle Rose con Bambino, San Bruno e San Michele opera di Aurelio (Milano 1530-1593) e Giovan Pietro Luini (Milano 1519-1584). Il dipinto proveniente da collezione privata, vuol essere nell’intento dei prestatori e della Confraternita uno stimolo ai visitatori ed ai TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / MARIO TIMBAL

Un Festival lungo un anno DI ALESSANDRO DE BON

TRECENTOSESSANTACINQUE GIORNI DI FESTIVAL. QUEST’ANNO, A VOLER ESSERE PIGNOLI, TRECENTOSESSANTASEI. PERCHÉ OK, IL FESTIVAL DEL FILM LOCARNO DURA UNA DOZZINA DI GIORNI, AD ESEMPIO DAL 3 AL 13 AGOSTO DELLA PROSSIMA ESTATE, MA PER METTERE INSIEME OLTRE 300 FILM IN MENO DI DUE SETTIMANE, SPARPAGLIATI NELLE UNDICI SALE PARDATE, DI CUI UNA SOTTO LE STELLE, CI VUOLE MOLTO, MOLTO PIÙ TEMPO. PIÙ O MENO UN ANNO. UN ANNO DI PENSIERI, PROGETTI, IDEE, SOLUZIONI, CONTRATTI, CONTI, ANALISI E DECISIONI. AL TIMONE DEL MERAVIGLIOSO MACCHINARIO DUE DIRETTORI: CARLO CHATRIAN, DIRETTORE ARTISTICO, E MARIO TIMBAL, DIRETTORE OPERATIVO, ENTRAMBI ALLA LORO QUARTA EDIZIONE. E A RACCONTARE INGRANAGGI, EQUILIBRI E GENESI DI UN’EDIZIONE, AD ESEMPIO LA PROSSIMA, È IL SECONDO, MARIO TIMBAL CHE RACCONTA L’EDIZIONE SESSANTOTTO, PRESENTA LA SESSANTANOVE E PENSA ALLA SETTANTA.

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ell’edizione che sta per arrivare la prima notizia è una novità: laRotonda - il villaggio del Festival. Una novità bella grande e impegnativa. La realtà della rotonda è un qualcosa che si è sviluppato negli ultimi quindici anni, indipendentemente dal Festival, tanto da avere un suo pubblico, pur essendo un elemento caratterizzante del Festival stesso. Quest’anno ci è stato chiesto se fossimo in grado di prenderne in mano l’organizzazione e abbiamo risposto “sì”, raccogliendo quella che in tre mesi appena di tempo non può che essere considerata una sfida».

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Perché accoglierla? «Perché attraverso la rotonda possiamo toccare, intercettare, raggiungere un pubblico nuovo, più giovane, dunque un pubblico in prospettiva. Possiamo sviluppare nuove attività specifiche per quel target e questo per me, per noi, è un obiettivo molto interessante. Ovviamente intendiamo intervenire con una gestione omogenea a tutto l’evento, mantenendo però quelle che sono le caratteristiche della rotonda: un posto dove cenare, un luogo di aggregazione e discussione; il punto di incontro tra festivalieri, pubblico internazionale e realtà locali. Insomma, il villaggio del Festival. Un villaggio aperto e partecipativo, in cui coinvolgere la maggior parte degli attori regionali». Un villaggio tutto da disegnare. «Lo stiamo facendo, da un mese. Sarà un anno zero, tre mesi per organizzarla non sono tanti, non è così evidente cambiare un concetto. Motivo per cui partiremo dalla formula che ne ha determinato il successo: food&beverage con animazione e ovviamente alcune novità. Il primo anno servirà anche a noi per vedere come funziona». Il popolo del Festival deve aspettarsi altre novità? «Una novità davvero importante è aver salvato l’Ex Rex. Un cinema storico che abbiamo salvato da un futuro da complesso residenziale. Grazie al Leopard Club e ai proprietari dell’immobile il Festival è riuscito a firmare un contratto per i prossimi 15 anni, con un’opzione per altri 15. La proprietà ristrutturerà la sala, portandola agli standard di ultima generazione, dopodiché sarà una sala operativa tutto l’anno, con una programmazione non commerciale. Considerate anche le future sale della nuova Casa del Cinema il Festival marcia verso una nuova forza strutturale, decisamente maggiore a quella attuale sia per posti che per comfort».


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CULTURA / MARIO TIMBAL

Il tutto restando “famiglia”, che è uno dei punti di forza del Festival. Internazionale, ma a dimensione di spettatore. «L’aspetto “familiare” è centrale. Indubbiamente è favorito dall’avere una sala da 8 mila posti, Piazza Grande. Favorisce il libero accesso ad ogni proiezione: chi prima arriva trova posto. Certo, questo può significare code che a volte comunque non garantiscono un posto, in Piazza come nelle altre sale, ma è un disturbo indispensabile - e a mio avviso sopportabile - di un Festival tanto per professionisti quanto per il pubblico. Pensate alle masterclass: passi al Forum, ti fermi, fai una domanda a personaggi del calibro di Cimino e riparti. È il simbolo dello spirito del Festival, uno spirito a cui teniamo moltissimo. Certo, richiede un grosso sforzo organizzativo e a livello operativo, ma non ci rinunceremmo mai».

Tutto il Festival in cifre

* secondo il tasso di conversione x2.4 calcolato dall’ultimo studio USI

Facile dire Festival. Ma se volessimo raccontarlo in numeri? Alcuni sono noti, altri meno, alcuni fanno sorridere (ad esempio quanto beve il popolo festivaliero), altri rendono bene l’idea della mole di lavoro necessaria per quel primo numero: 11, i giorni di Festival.

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69 - le edizioni 14.280 - i posti a sedere in sala 8.000 - quelli in Piazza Grande 10 - gli schermi 326 - i film presentati nell’edizione 68. 165.000 - i biglietti staccati (2015) 3.233 - gli accrediti (2015) 937 - i giornalisti accreditati (2015) 8.000 - i cataloghi stampati 13.3 milioni di franchi - il budget (2015) 4.500 - le notti in albergo riservate 31,92* milioni di franchi - l’indotto 35 - i premi consegnati (2015) 25 - i Pardi d’oro realizzati (2015) 28.728 - le bottigliette d’acqua 0.5l pardate (2015) 58 - le auto del Festival (2015) TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

Ecco, l’organizzazione. Quando si inizia a pensare al “prossimo” Festival? «Prima ancora che inizi quello dell’anno in corso. Il ciclo produttivo di un’edizione è di un anno e mezzo circa. Oggi stiamo già pensando a quella del 2017. Ovviamente quando agosto si avvicina l’edizione successiva viene messa in stand-bye, ma i primi passi sono già stati mossi. Per quanto riguarda la parte operativa invece organizzare un Festival come il nostro, in una città così piccola, comporta un mese e mezzo di montaggi per arrivare ai 10 luoghi di proiezione, più la piazza». Un macchinario che richiede manodopera. Quanta? «I collaboratori fissi che lavorano tutto l’anno per il Festival sono 18. Parlo sia della parte operativa che di quella artistica. Da gennaio poi la forza lavoro sale progressivamente, arrivando a 60 persone a luglio. Nei dieci giorni di Festival, infine, siamo in 650. Quest’anno però, proprio per la gestione de laRotonda, aumenteranno. È una macchina che ha 70 anni, i meccanismi sono rodati, ha alcuni

collaboratori chiave, è molto complessa ma al contempo molto dinamica, fluida. Ci sono molti strati: il pubblico, i professionisti, i media… Il tutto è possibile solo grazie a un ottimo lavoro di squadra che fa sì di trovarsi pronti a inizio agosto. Poi iniziano i 10 giorni, da governare con il massimo dinamismo possibile. Mi piace pensare e riflettere sul fatto che abbiamo un’attitudine da start-up perenne, ciclica; ogni anno ci dobbiamo presentare al pubblico. Che guarderà, osserverà, criticherà… Un pubblico vivace, e ci piace così». A proposito della “parte artistica”. Come racconterebbe la collaborazione con il direttore artistico, Carlo Chatrian? «Quotidiana. In alcuni ambiti siamo chiaramente completamente indipendenti, come le strutture per quanto mi riguarda e il film in programma per quanto riguarda Chatrian, ma la collaborazione è costante, giornaliera. Ognuno guida una macchina che dipende da quella dell’altro. Sono le due anime del Festival; dall’esterno può sembrare complesso, ma in realtà è una fortuna, nonché un modello consolidato. Certo, richiede una grande massa critica, ma è senza dubbio meglio rispetto al direttore artistico che deve occuparsi di aspetti pratici. No, lui deve pensare quasi esclusivamente ai contenuti artistici. E vi assicuro che anche per me sapere che artisticamente è tutto in mano sua è una liberazione; mi permette di concentrarmi all’organizzazione. Con a monte, chiaro, la prerogativa di un lavoro in simbiosi». Qual è l’aspetto più divertente del suo lavoro? «Il suo essere ciclico. Ogni anno è diverso, la monotonia non esiste e credo sia anche il suo aspetto più interessante. Ci sono sempre nuovi progetti, traguardi, obiettivi». I 10 giorni di Festival, a fronte degli altri 355, cosa sono? «Sono il compimento del lavoro svolto in


CULTURA / MARIO TIMBAL

quei 355. Sono giorni intensissimi, duri, in cui personalmente attacco alle 7 e stacco a notte fonda, senza riuscire a vedere un solo film. Allo stesso tempo però sono il momento in cui tutto ciò per cui hai lavorato diventa realtà». L’aspetto più difficile? «Gli imprevisti, che sono parte costituente del Festival. E non parlo solamente del meteo, che fa parte del gioco e ci si prepara. Parlo di quella singola questione che per quanto marginale possa essere se gestita male può prendere grande importanza. Non dimentichiamo che sono dieci giorni con un migliaio di giornalisti presenti. Per ogni problema o imprevisto bisogna avere una reazione immediata, altrimenti proprio quella questione marginale può determinare l’andamento dell’intero Festival». Dici “problema” e l’immaginario collettivo corre alla star capricciosa, difficile da gestire. «Quella è tutta questione di professionalità. La gestione degli ospiti è in mano a un ufficio preposto composto da professionisti che hanno una grande conoscenza dell’ambiente e una spiccata attenzione per il dettaglio. Questo è imprescindibile, soprattutto per la nostra filosofia riguardo agli ospiti (il Festival del Film Locarno non prevede cachet, ndr) che richiede a maggior ragione la perfezione nell’accoglienza. La cura dei soggiorni è maniacale. Un regista o un attore viene a Locarno per piacere e perché crede che faccia bene alla sua carriera o al lancio del suo film. Noi dobbiamo garantirgli le migliori condizioni possibili affinché sia ben disposto nei confronti del pubblico. Detto questo ognuno ha le sue caratteristiche e alla fin fine personaggi che magari sono preceduti da una certa fama, diciamo di “star difficile”, alla fine si rivelano ospiti molto generosi. Penso ad esempio a Michael Cimino, l’anno scorso. Lui che rimane a vedere Il cacciatore in Piazza, a notte fonda, sotto un’acquazzone, è una delle immagini più belle della passata edizione. A volte va così,

“Penso ad esempio a Michael Cimino, l’anno scorso. Lui che rimane a vedere Il cacciatore in Piazza, a notte fonda, sotto un’acquazzone, è una delle immagini più belle della passata edizione” pianifichi le visite degli ospiti con partenza immediata dopo la presentazione del film e invece chiedono di restare a guardarlo. Ricordo ad esempio Harrison Ford, Daniel Craig e Jon Favreau che sarebbero dovuti partire e invece rimasero a vedere Cowboy & Aliens (2011, ndr). Sono bellissimi riconoscimenti indiretti, nonché parte di quello spirito di Locarno tipico del pubblico e a volte condiviso dalla star». Il momento più bello del 2015, oltre alle perle di Cimino? «Per me lo è sempre l’apertura. Vuoi perché negli ultimi anni è sempre stato bel tempo (sorride, ndr), vuoi perché è il primo contatto vero che abbiamo con il pubblico, con la piazza. Vederla piena, gremita, vedere la gente che ha voglia che il Festival cominci è davvero bello, nonché la carica indispensabile per gli undici giorni che in quel momento iniziano».

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CULTURA / MARIO TIMBAL

Che cos’è il Pardo Abbiamo capito che durante il Festival non riesce a vedere nemmeno un film, ma a Mario Timbal piace il cinema? «Sì, molto. Ho studiato storia e critica del cinema, quindi è una passione vera. Solitamente recupero tutto prima e dopo il Festival. Un film nel passato recente però l’ho visto: Drive, di Nicolas Winding Refn, nel 2011. Era la proiezione notturna, iniziata alle 23.30. Quella sono riuscito a vederla». Quanto il Festival di Locarno è il Festival della regione, del Ticino e non solo della città sul lago Maggiore? «Il Festival è indubbiamente molto legato alla città e al territorio, ma è al contempo internazionale. Dunque la sua importanza per il Ticino, a livello turistico, economico e politico è innegabile. È la finestra della Svizzera sul cinema internazionale. La notizia che la Piazza Grande sarà stampata sulla nuova banconota da 20 franchi credo testimoni la bontà e l’importanza di un lavoro non solo locale. Penso sia anzi un importante riconoscimento del lavoro culturale fatto in questi anni per il Paese. Ci hanno scelto in tutta indipendenza come simbolo della creatività, trovo sia bellissimo. E sarà un’altra delle novità 2017». Cosa vede nel futuro del Festival? «Un Festival che nonostante abbia 70 anni continui a crescere, scoprire e svilupparsi». E nel futuro di Mario Timbal? «Proprio quel Festival. Cos’altro potrei rispondere?».

Why Pardo? Difficile che uno spettatore o un turista non se lo chieda. Perché diavolo ai piedi delle Alpi svizzere, in riva a un lago, in una città con un borgo meraviglioso abita un pardo? La risposta è nel gonfalone della città, nello stemma araldico: fondo blu e un pardo. O un leone? Altro dubbio. Già, perché sulle origini del pardo, colui che per undici giorni ricopre Locarno di giallo e nero e ruggisce ad ogni benedetta proiezione, le notizie non sono certe. Di sicuro è stato preso per l’appunto dall’emblema della città, ma a guardarlo bene, quell’emblema, la bestia su due zampe sembrerebbe più un leone. Che però - viene da pensare - era già simbolo e premio dell’altro Festival del cinema, quello di Venezia. E allora forse, a ben vedere, quello è proprio un pardo. Poi, ad aggiungere bestie e dubbi, ci si è messo pure Michael Cimino che l’anno scorso, ritirandolo sul

“Il Festival è indubbiamente molto legato alla città e al territorio, ma è al contempo internazionale. Dunque la sua importanza per il Ticino, a livello turistico, economico e politico è innegabile. È la finestra della Svizzera sul cinema internazionale”

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palco di Piazza Grande sentenziò sorridente: “questo non è un pardo, questo è un pollo!”. Fauna dorata a parte il premio non è sempre stato il Pardo d’oro. In origine (anno domini 1946) fu semplicemente Miglior Film, a René Clair per Dieci piccoli indiani. Poi fu la volta della Vela d’oro (andata tra gli altri a Michelangelo Antonioni e Miloš Forman), facilmente ispirata dal vicino lago Maggiore. Quindi, nel 1968, ecco il Pardo d’oro, disegnato da Remo Rossi. A dare il LA all’esplosione pardesca fu l’agenzia GGK che negli anni ’80, partendo dal premio disegnato da Rossi, declinò il pardo su manifesti e quant’altro. Poi, nel 2006, il rebranding curato dallo studio Jannuzzi Smith che portò alla creazione del corporate attuale. Tornando al premio vero e proprio, le cui copie vengono realizzate da una fonderia ticinese, il primo della storia fu consegnato a Maurizio Ponzi per I visionari, il secondo allo svizzero Alain Tanner, per Charles mort ou vif. Da allora il paese più premiato è stata l’Italia (8 Pardi) mentre la Svizzera è a quota 4. Oltre a Tanner sono riusciti a conquistare l’ambito premio anche Francis Reusser (1976), Fredi Murer (1985) e Andrea Staka (2006). L’anno scorso il Pardo d’oro è stato assegnato al sudcoreano Hong Sang-Soo per Right Now, Wrong Then.


CULTURA / PATRICIA BOILLAT

La scatola nera del Festival

I

n principio era una piscina. Anzi due. Icona indiscussa di Piazza Grande la cabina di proiezione è insieme alle macchie di leopardo il simbolo del Festival del Film Locarno. Immobile per quindici giorni, nel bel mezzo del via a vai giornaliero e degli ottomila spettatori serali, lei è là, scatola nera, hamburger box, insetto, mecca della cinefilia, occhio meccanico, navicella spaziale. Sulla sua storia Patricia Boillat, Head of Image and Sound del Festival, ha firmato insieme a Elena Gugliuzza un documentario, Blackbox3 - The Film (2007). E se vi state chiedendo il perché di quel “3” la risposta è semplice.

«Quella di oggi è la terza cabina di proiezione creata a partire dal progetto originale dell’architetto Livio Vacchini - racconta Patricia Boillat, che del monolite nero conosce ogni angolo e bullone – La prima nacque con il progetto stesso nel 1971 e restò in servizio fino al 1990. Erano due piscine di poliestere avvitate l’una all’altra. È proprio il fatto che fossero piscine ad averle dato questo design bizzarro, surreale. Era ben più piccola di quella di oggi e faceva parte del concetto originale di voler traslocare il Grand Hotel in piazza, per il Festival. Uno schermo grande la metà di quello attuale, un ingresso con la biglietteria, un palcoscenico e la mitica cabina. Essenziale». Nel 1990 cosa è successo? «La prima cabina è stata pensionata ed è nata la seconda generazione, disegnata con Roland Ulmi. La prima, l’originale, è “atterrata” al Robinson Park di Locarno. Poi, dopo altri 16 anni, ecco la terza edizione, quella attuale, disegnata con Alessandro Bonalumi e in servizio dal 2007». Cambiamenti imposti dalla tecnologia? «Certo, oggi ci vuole molto più spazio. È rimasto il concetto, l’idea, lo spirito e il poliestere, ma non le dimensioni. Soprattutto per quanto riguarda l’impianto audio l’ingombro è cresciuto esponenzial-

mente. Dai megafoni da stazione iniziali, siamo passati al Dolby 5.1 per arrivare all’attuale complesso e sofisticato progetto del suono. Oggi, a inizio proiezione, in cabina oltre ai macchinari ci entrano sette persone. Pesa 4 tonnellate vuota e non viene più montata direttamente in piazza come invece accadeva per le due piscine della prima versione». Per ottenere la magia di Piazza Grande oltre a una scatola nera serve un palazzo bianco. Lo schermo. «Esatto, ma che sia il più grande d’Europa, come si dice, fa parte di un malinteso. Anche perché non sono le dimensioni a farne un’eccellenza. È uno

schermo di 26 metri per 14, la cui struttura è ancorata al terreno fino a 9 metri di profondità e ci vogliono due settimane per installare tutti i dispositivi. L’ingrandimento dello schermo nel 1994 fa parte del mio progetto. Lo scopo di tutto, cabina, schermo e audio, è che si possa vivere in una piazza, in Piazza Grande, la stessa esperienza che si vive in una screening room. La grandezza dev’essere proporzionale all’eccellenza qualitativa. Gli aspetti da considerare sono moltissimi. Il pubblico deve poter vivere un’esperienza unica, emozionale, e con il pubblico anche gli addetti ai lavori. Il nostro obiettivo è che il regista, il produttore, le major che vengono a vedere il loro film proiettato in Piazza Grande assistano a un evento cinematografico eccezionale. Oggi è così, ed è la firma del Festival». Se dovesse eleggere il suo film ideale in Piazza Grande? «Home of the brave, di Laurie Anderson (1986, ndr), fu mitico. E poi Il bacio di Tosca, di Daniel Schmid (1984, ndr) e Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (1987, ndr). O un film come Lagaan di Ashutosh Gowariker (2001, ndr) dove oltre alla bellezza formale del film, tutta la Piazza era in osmosi con le vicissitudini dei protagonisti».

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CULTURA / MIMMO ROTELLA

Il mio

grande amore per il cinema

CON L’ESPOSIZIONE “ROTELLA E IL CINEMA”, A CURA DI RUDY CHIAPPINI E ANTONELLA SOLDAINI, E ALLESTITA ALLA PINACOTECA COMUNALE CASA RUSCA FINO AL 14 AGOSTO, LOCARNO CELEBRA L’OPERA DI UNA DELLE PERSONALITÀ PIÙ RAPPRESENTATIVE E INFLUENTI DELL’ARTE ITALIANA DEL SECOLO SCORSO.

01 a lato A qualcuno piace caldo Mimmo Rotella 01 Pinacoteca Comunale Casa Rusca Locarno

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N

el suo percorso artistico Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006) si è sempre dimostrato un grande sperimentatore. La sua capacità di aprire uno spazio nuovo e di rivoluzionare i linguaggi artistici del dopoguerra lo ha fatto apprezzare nel mondo e, in particolare, nelle grandi capitali dell’arte che sono state il teatro della sua indagine (Roma, Milano, Parigi e New York). Oltre che alle principali mostre dei Nouveaux Réalistes e a più di cento esposizioni personali in Italia e all’estero, l’artista ha partecipato a importanti rassegne internazionali fra cui “Italian Metamorphosis”

al Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1994), “Hall of Mirrors” al Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1996), mostra dedicata al centenario del cinema dove sono state affiancate le Marylin di Rotella e di Warhol, “Face à l’Histoire” al Centre Pompidou di Parigi (1996), sino ad arrivare alla partecipazione come maestro storico alla 49esima Biennale di Venezia (2001). Il tema centrale su cui si focalizza la mostra locarnese riguarda il rapporto che l’artista ha avuto con il mondo del cinema. A questo fine, per meglio evidenziare la stretta connessione esistente tra i suoi lavori e la realtà cinematografica, sono stati selezionati alcuni film, i cui manifesti sono stati per Rotella fonte di ispirazione. Il percorso espositivo – in cui sono presenti una sessantina di opere – analizza il periodo a ridosso degli anni Sessanta fino al termine della sua carriera artistica avvenuta con la sua scomparsa nel 2006 all’età di 87 anni. Rotella anticonformista lo era davvero tanto da essere l’ispiratore dell’esilarante personaggio di “Un americano a Roma” di Nando Mericoni interpretato da Alberto Sordi nel 1952: il mito dell’America è di fatto all’origine di molti dei suoi comportamenti esibizionistici e istrionici. Conclusasi l’esperienza americana, Rotella attraversa una profonda crisi creativa. Convinto che non ci sia più nulla di nuovo da fare nell’arte, interrompe la produzione pittorica e si rivolge quasi esclusivamente a quella poetica e musicale. Come preannunciato nel suo Manifesto dell’Epistaltismo (1949), compone e declama poemi “fonetici” tramite il linguaggio epistaltico


CULTURA / MIMMO ROTELLA

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CULTURA / MIMMO ROTELLA 02

02 Il mostro immortale 03 Via col vento 04 La maja desnuda 05 King-Kong 06 Christopher Superman 07 La dolcevita di Marcello

CHI È MIMMO ROTELLA

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descritto come “il mezzo espressivo costituito da parole e da suoni senza alcun nesso logico o significato apparente, ma aventi in se stessi un contenuto emozionale. Con grande intuizione e preveggenza, Rotella si appropria del manifesto e dei suoi frammenti. Nascono i primi décollages e i retro d’affiches costituiti da vari strati di manifesti incollati su una superficie di cartone o di tela, siano essi il recto o il verso, rielaborati nello studio tramite un raschietto appuntito (che richiama lo strumento del pennello ma che è più industriale e impersonale), con cui traccia dei ritagli sui lembi di carta. La straordinaria trasformazione degli anni Sessanta è percepita chiaramente da Rotella che ricorre ad un simbolo del contesto urbano e lo immette nel circuito dell’arte. I suoi décollages sono contrassegnati da una ricchezza segnica e visiva dove lo strappo

emerge in tutta la sua carica trasgressiva e provocatoria. Sempre più attivo tra l’Europa e gli Stati Uniti, Rotella lavora a stretto contatto con gli artisti a lui contemporanei, esperienza che culmina nella partecipazione a due esposizioni collettive “The Art of Assemblage” (1961) e “New Realists” (1962) tenutesi a New York. Nel 1962, gli spunti iconografici e linguistici del cinema e del manifesto cinematografico sono presentati in occasione della sua prima personale parigina “Cinecittà” alla Galleria J. Rotella irrompe nell’universo delle celebrità del grande schermo (La dolce vita, 1963) e si appropria dei volti dei grandi miti di Hollywood (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Rita Hayworth, Clark Gable, John Wayne, Cary Grant, Elvis Presley, Liza Minnelli, Anita Ekberg, Sophia Loren, Marcello Mastroianni), dell’aspetto grafico delle scritte

Nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918. Studia arte a Napoli e successivamente si trasferisce a Roma. Qui conduce ricerche ed esperimenti in varie direzioni: fotografie, foto-montaggi, decollages, assemblages di oggetti eterogenei, poesia fonetica, musiche primitive. Nel 1951-52 è negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio della Fullbright Foundation di Kansas City ricevuta dapprima

come studente e poi come artista. Nel 1954 Emilio Villa lo invita ad esporre in una mostra collettiva i suoi manifesti lacerati. Le opere di Rotella si impongono subito all’attenzione della critica e del collezionismo d’avanguardia ed a questa prima mostra ne seguirono molte altre. Nel 1961 partecipa su invito del critico francese Pierre Reastany al gruppo Noveaux Rèealistes (Arman, Cesar,


CULTURA / MIMMO ROTELLA 05

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e dei titoli, ma anche delle immagini da circo, della cartellonistica pubblicitaria sui beni di largo consumo, come delle tragedie politiche. In occasione della XXXII Biennale di Venezia del 1964, a Rotella viene assegnata una sala dove trovano posto i grandi décollages realizzati negli anni precedenti tra cui Marilyn (1963), l’opera che ottiene più successo. Nell’ultimo periodo della sua attività, dopo la serie delle nuove icone, Rotella torna al décollage declinandolo con rinnovata energia. Sono di questo periodo i lavori in cui utilizza i poster di colossal come “Lassù qualcuno mi ama” (2000), “Via col vento” (2004) o “Fort Apache” (2004). Tra tutti gli attori che in questi anni ripopolano l’universo rotelliano è però sempre Marilyn che incarna ai suoi occhi la potenza seduttiva dell’universo femminile, per lui icona cinematografica senza tempo.

Nel 2000, per volontà dell’artista, è stata costituita la Fondazione Mimmo Rotella a cui ha fatto seguito l’inaugurazione nel 2005 della Casa della Memoria a Catanzaro: la casa natale raccoglie un corpus di opere importanti del Maestro e si pone come punto di riferimento per lo studio, la divulgazione e la promozione dell’arte contemporanea. Nel 2012 è stato costituito per volontà delle eredi, il Mimmo Rotella Institute, il cui fine è promuovere, a livello nazionale e internazionale, la conoscenza e la tutela della figura e dell’arte di Mimmo Rotella.

Sede Pinacoteca Comunale Casa Rusca Piazza Sant’Antonio CH - 6600 Locarno Tel: +41 (0)91 756 31 85

La mostra, in collaborazione con la 69esima edizione del Festival del film di Locarno, resterà aperta fino al 14 agosto 2016 ed è organizzata con il Mimmo Rotella Institute e la Fondazione Mimmo Rotella.

Deschamps, Dufrène, Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Niki de Saint-Phalle, Spoerri, Tinguely, Villeglè). Nel 1963 realizza le prime opere di arte meccanica (Mec Art) stampando immagini fotografiche su tela emulsionata. Alla fine degli anni ‘60 realizza gli artypoplastiques, prove di stampa, colori, percezioni, riportate su rigidi supporti di plastica. La sua “vitale agitazione” lo porta nel 1990 ad una

riappropriazione della pittura dipingendo su decollages i ritratti dei Maestri dell’arte del ‘900. Nel 1992 riceve da parte del Ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres. Mimmo Rotella fu artista eversivo, inventore inesauribile, autore di poemi e di composizioni musicali, suonatore di strumenti a percussione, cantante, attore e viaggiatore instancabile.

Date Dal 13 marzo al 14 agosto 2016 Orari Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 Lunedì chiuso Prenotazioni Pinacoteca Comunale Casa Rusca Tel. +41 (0)91 756 31 85 Catalogo “Rotella e il Cinema” CHF 35.-

Interprete sottile di un mondo in rapido cambiamento, ha documentato i costumi e gli avvenimenti della sua epoca, divenendo lui stesso un personaggio di quella “società di massa” caratterizzata dalla nuova cultura dell’effimero che trova nella comunicazione mediatica la sua ragione d’essere. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / KUNSTMUSEUM DI BERNA

“MODERNE MEISTER” i maestri della modernità

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IL KUNSTMUSEUM DI BERNA DEDICA (FINO AL 21 AGOSTO), UNA GRANDE MOSTRA ALLA COSIDDETTA “ARTE DEGENERATA” OVVERO A QUELLE OPERE CHE SECONDO IL REGIME NAZISTA MERITAVANO DI ESSERE MESSE ALL’INDICE, ESCLUSE DAI MUSEI, SE NON ADDIRITTURA BRUCIATE.

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

QUESTO POICHÉ INVECE DI EVIDENZIARE VALORI COME L’ESALTAZIONE DELLA RAZZA E DELLA POTENZA MILITARE, PROPONEVANO LA RAPPRESENTAZIONE DI UN’ETÀ DELL’INNOCENZA IN RIFIUTO DELLA SOCIETÀ MODERNA.


CULTURA / KUNSTMUSEUM DI BERNA

DI RUDY CHIAPPINI

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esposizione affronta uno dei temi caldi del dibattito artistico degli ultimi cinquant’anni e riguarda una delle pagine più scure della storia recente ovvero quello del rapporto tra arte e potere nella Germania della fine degli anni Trenta. Il regime nazista considerava l’espressionismo e l’impressionismo stili incompatibili con la purezza della razza ariana. Prostituzione, omosessualità, pornografia erano raffigurazioni bandite, esattamente come tutto ciò che poteva «danneggiare il sentimento del popolo tedesco», secondo Goebbels, il ministro della Propaganda. Fin dalla metà degli anni Trenta, il governo si adoperò per selezionare nelle collezioni dei musei tedeschi quadri, statue e altre opere d’arte inaccettabili secondo i canoni artistici del Terzo Reich. Nel 1937 vennero confiscate ed esposte in una mostra inaugurata a Monaco da Hitler oltre 600 opere di 112 artisti considerati decadenti che trattava di dipinti e sculture appartenenti all’espressionismo, al dadaismo, al cubismo, al surrealismo, all’impressionismo. Tra gli autori considerati degenerati figuravano: George Grosz, Otto Dix, Oskar Kokoschka, Pablo Picasso, Paul Cézanne, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh, Paul Klee, Marc Chagall, Vassily Kandisky, Edvard Munch. Negli anni seguenti i nazisti sequestrarono migliaia di opere d’arte, per la maggior parte appartenenti a cittadini ebrei. Successivamente, il regime tradì i suoi principi e bisognoso di moneta sonante per finanziare il riarmo del Paese, permise ad alcuni mercanti di acquistare con valuta

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straniera numerosi dipinti. Alla famosa asta organizzata dalla Galleria Fischer a Lucerna nel 1939 parteciparono circa 300 invitati, tra cui il commerciante francese Pierre Matisse e il collezionista svizzero Emil Bührle ma anche numerosi rappresentanti di musei americani ed europei. Il Kunstmuseum nella mostra “Moderne Meister”, ovvero i maestri della modernità, affronta ora questa delicata tematica attingendo alle opere della propria collezione e presentando una settantina di dipinti che spaziano da Picasso a August Macke, da Paul Klee a Franz Marc, passando per Johannes Itten ed Ernst Ludwig Kirchner, classificati a suo tempo come “arte degenerata”. L’esposizione, aperta fino al 21 agosto, propone i lavori nell’ordine cronologico di acquisizione, senza distinzioni tematiche o di corrente ma evidenziandone la provenienza. Infatti se alcune di queste opere sono state acquistate direttamente dal museo, la maggior parte sono frutto di donazioni o depositi a lungo termine da parte di privati o di fondazioni.

01 August Macke Gartenrestaurant 1912 Olio su tela 81 x 105 cm Hermann und Margrit Rupf-Stiftung Kunstmuseum Bern 02 Ernst Ludwig Kirchner Alpsonntag Szene am Brunnen 1923–1925 Olio su tela 168 x 400 cm Kunstmuseum Bern

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CULTURA / KUNSTMUSEUM DI BERNA 03 Lovis Corinth Selbstbildnis 1923 Olio su cartone 70 x 85 cm Kunstmuseum Bern, Staat Bern

04 Johannes Itten Sumpfpflanzen nach einem Gewitter 1916 Acquarello 24,8 x 31,0 cm Kunstmuseum Bern Schenkung Nell Walden © 2016, ProLitteris, Zürich

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Pur essendo un argomento di grande attualità, l’indagine sull’origine e sulla provenienza delle opere appartenenti alla propria collezione, promossa dall’istituzione bernese, non è certo casuale. Alcuni anni orsono, infatti, tra lo stupore generale, a Monaco nel vecchio appartamento di Corneluis Gurlitt, figlio di un 04

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

mercante d’arte strettamente legato al Terzo Reich, è stato scoperto un patrimonio per oltre mezzo secolo nascosto di 1.400 opere d’arte per un valore stimato in centinaia di milioni di franchi. Il cosiddetto “tesoro di Hitler”. Sono stati così riportati alla luce capolavori che si riteneva fossero andati perduti o distrutti durante i bombardamenti di grandissimi artisti come Pablo Picasso, Auguste Renoir, Henri Matisse, Marc Chagall, Otto Dix, Henri Toulouse-Lautrec. Alla sua morte, avvenuta nel 2014, il controverso collezionista tedesco ha deciso, tra lo stupore generale, di lasciare tutte le opere acquisite dal padre proprio al Kunstmuseumdi Berna attribuendo all’istituto della capitale una notevole responsabilità unitamente ad una serie di difficili questioni di natura etica e giuridica per liberare questa eredità dall’ingombrante coltre di polvere che fa pensare ad opere d’arte depredate. In questa prospettiva l’attuale mostra, al di là del valore dei dipinti esposti, dà avvio al complesso dibattito legato alla riflessione sui presunti canoni estetici dell’arte degenerata ma soprattutto sulle delicate problematiche connesse alla politica culturale della Svizzera di fronte alla minaccia tedesca e alle non ancora del tutto chiarite modalità di acquisizione nel nostro Paese di opere confiscate a musei e privati nella Germania nazista.


SEZIONE / TITOLETTO

Cortesi Gallery

Heinz Mack. The Visible Reminder of Invisible Light

Curated by Mario Codognato 11 May — 22 July 2016 Lugano

The Concrete Utopia. Ivan Picelj and New Tendencies 1961 — 1973

Curated by Ilaria Bignotti 26 May — 22 July 2016 London Under the patronage of Zagreb Museum of Contemporary Art

Via Frasca 5 6900 Lugano, Switzerland +41 91 92 14 000

41 & 43 Maddox St. W1S 2PD London, United Kingdom +44 20 74 93 6009

info@cortesigallery.com www.cortesigallery.com

Ivan Picelj, CTS-I (detail), 1966, black, red and blue painted metal on white painted wooden panel, 90×90×7.5cm. Photo: Damir Fabijanić. Courtesy: Anja Picelj-Kosak. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / FRANCO GHIRINGHELLI

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L’uomo che dipinge i cavalli

ARTISTA TRA I PIÙ CONOSCIUTI E APPREZZATI DELLA NUOVA GENERAZIONE, VIVE E LAVORA A BELLINZONA. PROTAGONISTI NELLE SUE OPERE SONO FOCOSI E INDOMITI CAVALLI, MOLTI DEI QUALI ACCOSTATI ALLA FIGURA UMANA.

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uali sono stati i suoi esordi nel campo della pittura? «Devo dire che fin da ragazzo sono stato attratto da tutto ciò che riguardava la natura e i suoi abitanti, cioè in primo luogo gli animali. Vivevo in una casa ai margini di un bosco e questo mi ha consentito di trascorrere lunghe ore osservando ciò che accadeva intorno a me, le trasformazio-

ni, le piante che crescevano e mutavano i propri colori e gli animali che si muovevano nel bosco e tra gli alberi. Così ben presto ho cominciato a cercare di riprodurli, fissando sulla tela le emozioni che essi mi suscitavano. Ma all’inizio era soltanto un hobby, un’attività amatoriale che poi nei primi anni ’90 si è trasformata in una professione vera e propria, assorbendo la mia energia e passione».


CULTURA / FRANCO GHIRINGHELLI

Possiamo ripercorrere brevemente, attraverso le sue esposizioni, quali sono state le principali tappe della sua carriera? «La prima mostra che ho fatto si intitolava “Cavalli e castelli”, in occasione del 700° anniversario dell’istituzione della Confederazione Elvetica, ed era ispirata ai castelli medievali di Bellinzona, oggi riconosciuti patrimonio dell’Unesco, e alla famosa tenda opera di Mario Botta che era teatro dei festeggiamenti. Nel 1993 ho esposto al Casinò Municipale di Sanremo il ciclo mitologico “Tra uomo e cavalli”, nel 1994 ero a Montecarlo, mentre nel 1995 ho tenuto una mostra a Venezia, al Centro d’Arte San Vidal, dal titolo “Cavalli ribelli”. Poi negli anni successivi mi sono dedicato alla realizzazione di grandi tele (3 metri per 2), raffiguranti interi gruppi di cavalli in movimento, che sono stati esposti nel 1998 in una mostra al Centro Svizzero di Milano, dedicata appunto ai “Cavalli nel vento”. Un’altra esposizione cui mi sento particolarmente legato è quella dedicata ai “Nuovi Gladiatori” esposta alla Chiesa Nazionale Argentina di Roma nel 2003 dove accanto ai cavalli ho voluto raffigurare la figura umana, in tutta la sua drammatica plasticità. L’elenco delle esposizioni personali o collettive cui ho partecipato sarebbe ancora lungo, in Svizzera e all’estero. Tra le altre, mi piace ricordare i “Cavalli fiabeschi” nel gennaio 2007 a Lugano, per conto della Banca Wegelin & Co; e, naturalmente, la recentissima (aperta sino a giugno 2016) “Spirito libero” presso la BPS (Suisse) di Bellinzona». Perché questo suo interesse nei confronti del cavallo e della rappresentazione? «Il cavallo è sicuramente l’animale che dal punto di vista simbolico si è maggiormente radicato nelle tradizioni e nella memoria d’ogni popolo della terra. Riveste simbolismi molteplici e spesso contrastanti, a seconda dei miti, delle leggende e persino dei significati magici che ha rivestito presso le varie popolazioni. Alcune scuole psicanalitiche hanno individuato nell’animale il significato della psiche che

trascende l’umanità, altre ancora l’hanno collegato ad una manifestazione dell’impetuosità dei desideri e delle passioni racchiuse nell’inconscio. Il cavallo è connesso sia al fuoco, come spesso è indicato in gran parte della mitologia nordica ed europea continentale, che all’acqua, come nella mitologia classica greca. Nel primo significato, l’animale si eleva in alto verso la dimora degli dei, nel secondo significato, invece, il cavallo diviene animale ctonio, tenebroso e lunare, è considerato figlio della notte e del mistero, significante di morte e di vita insieme».

01 La Rinascita 02 Franco Ghiringhelli nel suo atelier di Bellinzona

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Ma nei suoi quadri le figura del cavallo, o dei cavalli, è stata spesso associata a quella umana… «La simbiosi tra l’uomo e il cavallo si concretizzò già in epoca greco-classica, nel mito dei Centauri, esseri con la testa, busto e braccia umane ed il resto del corpo completamente equino. Secondo la tradizione mitologica, i Centauri sarebbero appartenuti a due categorie eticamente ben distinte. Una avrebbe rappresentato la forza bruta e irrazionale, l’altra invece avrebbe rappresentato la forza benefica. Il cavallo ebbe parte integrante nei riti dionisiaci greci e mediorientali, principalmente nelle liturgie che ebbero TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / FRANCO GHIRINGHELLI

CHI È FRANCO GHIRINGHELLI 03

attinenza con il concetto di possessione e di iniziazione. Troviamo il cavallo-alato Pegaso, che regge i fulmini di Zeus. Il cavallo diviene l’attributo principale del dio Apollo, nella sua qualità d’auriga della biga solare. Nell’iconografia classica dell’antica Grecia il carro del sole è tirato da quattro destrieri bianchi. Anche nella Bibbia sono contenuti riferimenti al carro, così come il profeta Elia è rapito in cielo su di un carro di fuoco portato in volo da quattro destrieri dal colore dorato. Perciò già nella mitologia vi è l’identificazione dell’animale con l’uomo, presente nelle tradizioni di molte popolazioni e che io ho voluto interpretare secondo la mia ispirazione d’artista e in base alle convinzioni spirituali che sono andato maturando nel corso degli anni».

03 Emotion 04 Evasione

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Franco Ghiringhelli è nato nel 1962 a Bellinzona. Il suo percorso artistico è una continua evoluzione nello studio della figura del cavallo. Da sempre attratto dal fascino di questo nobile animale, Franco Ghiringhelli ha saputo emergere sulla scena artistica internazionale grazie all’impeto e alla forza dei suoi dipinti, specchio della sua natura interiore, frutto di un animo sensibile e inquieto. Recentemente la sua ricerca si è orientata maggiormente verso la sfera spirituale, in particolare attraverso la realizzazione di un ciclo pittorico ispirato all’Apocalisse. Dal 1991 – anno del suo esordio – fino ad oggi, è stato un susseguirsi di crescenti successi, che lo hanno portato a conseguire importanti riconoscimenti in città d’arte quali Montecarlo, Venezia, Roma e Milano. Ricordiamo nello specifico le esposizioni presso la banca SG Private Banking di Lugano nel 2008 e presso il Convento delle Agostiniane di Monte Carasso nel 2013. Nel 2016 Franco Ghiringhelli ha tenuto una mostra presso la Banca Popolare di Sondrio di Bellinzona.

Che cosa prevede nel suo futuro artistico? «Un continuo lavoro di ricerca dettato da fonti di ispirazione sempre nuove ma soprattutto determinato da un processo di elaborazione spirituale che mi vede fortemente impegnato e attento alle trasformazioni in atto dentro di me, così come nell’universo che mi circonda. Quella dell’artista è una condizione privilegiata e io credo che esso abbia in un certo senso un dovere etico e morale di restituire agli altri i doni che ha ricevuto che sono il talento e la propria capacità di trasmettere attraverso le forme e i colori sentimenti ed emozioni. Produrre qualcosa di bello è un impegno che sento vivo in me ogni giorno, proprio perché l’arte può soddisfare quel bisogno intimo e irrinunciabile di bellezza e armonia di cui gli uomini non possono fare a meno soprattutto in periodi difficili come quello che stiamo vivendo».

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SEZIONE / TITOLETTO Ne La ragazza con l’orecchino di perla, Vermeer ricorse alla sequenza di Fibonacci per creare un’opera di armonia e proporzioni perfette nonché di assoluta bellezza.

Tanto più siamo in grado di capire il quadro generale, quanto maggiore è la nostra capacità di apprezzarlo. Grazie ad avanzati strumenti di analisi dei dati, i nostri revisori riescono a guardare oltre ciò che è evidente, studiando a fondo schemi e tendenze per fornire un servizio di revisione di alta qualità. ey.com/theartofaudit #BetterQuestions

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Arte è... cogliere la bellezza nei tratti nascosti.


SEZIONE / TITOLETTO

Protagonisti dell’arte nel Dopoguerra 52 01

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CULTURA / CORTESI GALLERY

01 Ivan Picelj Candra 1965, 100 × 100 × 6.5 cm Metallo verniciato su pannello di legno Foto Damir Fabijanić, courtesy Museum of Contemporary Art, Zagreb e Anja Picelj-Kosak 02 Stefano Cortesi 03 Installation view “Heinz Mack. The Visible Reminder of Invisible Light” Cortesi Gallery, Lugano

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a galleria luganese di Stefano Cortesi presenta dall’11 maggio al 22 luglio “Heinz Mack. The visible reminder of Invisible Light”, mostra monografica dedicata al noto artista tedesco. E a Londra propone “The Concrete Utopia. Ivan Picelj and New Tendencies 1961-1973”, esposizione incentrata sulla produzione dell’artista croato degli anni ’60 e ’70”, che dal 14 settembre sarà poi a Lugano. Heinz Mack (Lollar, Germania, 1931) è tra i protagonisti di quella stagione di grande sperimentazione e ricerca sui significati e le dinamiche della produzione artistica, sullo sconfinamento verso l'ambiente esterno e circostante, sull’abbattimento della barriera tra arte e vita e tra arte e natura che ha caratterizzato il Secondo Dopoguerra. Mack fu fondatore con Otto Piene, suo compagno di studi alla Kunstakademie di Düsseldorf, del movimento ZERO, tra i più importanti e innovativi del ventesimo secolo. Il movimento prendeva le distanze dal linguaggio gestuale dell'espressionismo astratto europeo e americano che dominava la scena artistica degli anni Cinquanta, rivendicando una purezza formale in antitesi alle devastazioni e alla tragedia della Guerra Mondiale da poco conclusasi. Gli artisti che aderirono al movimento preferirono indirizzarsi verso la monocromia

piuttosto che verso una pittura espressiva o fortemente materica, prediligendo un’estetica minimalista e una attenzione per la forza di trasformazione della luce. Utilizzando materiali e tecniche inconsueti, legati piuttosto alla produzione industriale che a quella artistica - quali metallo, vetro, plastica, vapore acqueo, fuoco, energia elettrica - le loro opere sono vere e proprie entità che interagiscono con lo spazio che le ospita. Nel lavoro di Mack in particolare, il rapporto tra luce e spazio e interazione coi materiali diventa cruciale. Significativi in questo contesto sono i suoi interventi e le sue installazioni nel deserto

del Sahara e nelle terre ghiacciate dell’Artico, territori vergini, non contaminati dall’uomo e dalla civiltà. La mostra di Lugano raccoglie alcune tra le opere più significative di Mack, dagli esordi alla fine degli anni Cinquanta, e illustra gli sviluppi della sua poetica e della sua ricerca nel decennio successivo. La modulazione delle strutture metalliche dei suoi quadri è in questi anni in continuo cambiamento: la loro natura visiva, nonché la loro presenza nell'ambiente attraverso la rifrazione della luce e il movimento dello spettatore intorno ad esse, le rendono compartecipi dei cambiamenti, della ca-

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CULTURA / CORTESI GALLERY

04 04 Installation view, “Heinz Mack. The Visible Reminder of Invisible Light” Cortesi Gallery, Lugano 05 Heinz Mack Erzengel Michael und Gabriel 1972, 181.4 × 141.6 × 20.8 cm base: 50 x 141 x 22 cm Alluminio, vetro acrilico, acciaio inossidabile 06 Ivan Picelj Wertho 1972, 80 × 80 × 9.5 cm Alluminio su pannello di legno Foto Damir Fabijanić, courtesy Museum of Contemporary Art, Zagreb.

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sualità, del caos della vita. L’opera diventa così un territorio aperto che permette e sollecita interpretazioni da parte dello spettatore e dalla sua soggettività. Di grande interesse la mostra londinese dell’artista croato Ivan Picelj (19242011), membro fondatore del movimento Nove Tendencije, i cui lavori rappresentano un’opportunità di rivisitare l’affascinante storia di questo periodo di cambiamenti e ricerche internazionali, destinate a trasformare la percezione dell’opera in relazione allo spazio e allo spettatore. A cura di Ilaria Bignotti, la mostra comprende oltre quaranta lavori realizzati da Picelj tra gli anni ‘60 e ’70, grazie ai quali il pubblico potrà ripercorrere le tappe principali dell’intensa ricerca di un protagonista dell’arte programmata. Le opere di Ivan Picelj, straordinario inventore di

forme assolute, di cristallina purezza e di smagliante intensità, sono forme fatte per ridisegnare l’esistente, nate dal rigore dell’ideazione, dalla pervicace ricerca della relazione perfetta tra la percezione e la conoscenza, costruite con la paziente attesa della ripetizione e la brillante scoperta della variazione. Forme e opere come utopie concrete, per un migliore modo di vedere, sentire e vivere nella vita di ogni giorno. La mostra si profila come uno strumento fondamentale per interrogare, dalla prospettiva del presente, la storia dell’arte del Secondo Dopoguerra, riconoscendo a Ivan Picelj il ruolo centrale di artista internazionale, totale e coerente, fautore di una ricerca capace di estendersi dalla pittura all’architettura, dal design alla grafica di manifesti, cataloghi, riviste.


CULTURA / CORTESI GALLERY

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CORTESI GALLERY, LUGANO Via Frasca, 5 - 6900 Lugano, Svizzera Orari galleria: lunedì – venerdì: 10:00-18:00 CORTESI GALLERY, LONDON 41 & 43 Maddox Street – London, W1S 2PD, Regno Unito Orari galleria: lunedì - venerdì: 10:00-18:00 Sabato: 12:00- 18:00 06

www.cortesigallery.com info@cortesigallery.com TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / DE PRIMI FINE ART

Omaggio a un grande artista

DI PAOLO REPETTO TRA I SUOI PROSSIMI IMPEGNI, LA DE PRIMI FINE ART È LIETA DI ANNUNCIARE LA NUOVA VALORIZZAZIONE DEL GRANDE ARTISTA ITALIANO BRUNO MUNARI.

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er troppi anni quasi dimenticato da un mercato sempre più fondato sullo status symbol e operazioni di marketing più finanziarie che non culturali – non a caso oggi gli artisti di maggior successo sono quelli il cui profilo iconografico è facilmente riconoscibile, semplice e seriale – Munari, al contrario, ha sempre giocato con la metamorfosi, la sperimentazione, il mutamento: l’essere in una forma che continuamente si trasforma.

Appena ragazzo, nel 1927 a Milano, era entrato in contatto con l’ultima onda futurista, di cui ammirava la dinamicità, la furia di rinnovamento, l’allegra e veloce anima elettrica. Per loro, un quadro, una scultura, non potevano più essere forme statiche; così Munari con le sue Macchine inutili (a partire dal 1930) fu tra i primi a rendere la scultura mobile e aerea: come il contemporaneo Calder, a concepire libere forme smaterializzate che danzano al canto dell’aria. Oltre il dipinto, oltre la scultura, l’arte poteva essere molto di più. Perchè limitarsi ad un unico spazio ed un unico tempo? Perchè circoscrivere l’ispirazione, la creazione nel duro involucro di una forma statica? Con l’installazione ConcavoConvesso del 1946, Munari concepì e realizzò la prima opera ambientale: una scultura astratta di rete di metallo, avvolta da un fascio di luce – come una trasparente, metafisica astronave – si muove libera nell’aria. Poi, con le luci e le proiezioni polarizzate, a partire dal 1950, inaugurò il genere delle video installazioni, dove le forme ed i colori mutano e si trasformano nelle cangianti dimensioni del tempo e dello spazio.


CULTURA / DE PRIMI FINE ART

Ideale, raffinato allievo di Marcel Duchamp, Munari sapeva che l’arte si nasconde dovunque, che la nostra arte è ben poca cosa di fronte ai prodigi della natura. Nessuna scultura può competere con la grazia e la perfezione di un albero; nessun dipinto può misurarsi con le mirabili tarsie del cielo colorato; nessun nostro manufatto può possedere il fascino dei naturali, spontanei prodotti della terra. Così la perfezione e la grazia dei suoi Oggetti ritrovati del 1951. Così, ne “Il mare come artigiano” nel 1953, il recupero di svariati oggetti lavorati dal mare. L’incessante, morbida mano dell’acqua modella le pietre, modella gusci e conchiglie. Poi, nel 1958, ispirandosi direttamente a Duchamp, Munari presentò le Sculture da viaggio: geometriche e libere forme pieghevoli, molto lontane dalla retorica monumentali; minime e allegre forme di cartone, adatte per essere richiuse in una valigia: adatte per essere riaperte in una anonima camera d’hotel, alfine di illuminarla con qualcosa di bello, conosciuto, domestico. Poi la vasta serie dei libri, i libri per i bambini: questi angeli in mezzo a noi. Libri illeggibili dove le parole scompaiono lasciando spazio ai colori, alle linee, ai fori, agli strappi, alle veline, ai fili.

Con leggerezza, con gioco, con passione, con grazia, Munari ha sempre coltivato i doni dell’infanzia – nel 1977 fu lui a creare il primo laboratorio per bambini in un museo, nella Pinacoteca di Brera a Milano. Come il dio Hermes, egli sapeva che tutto è doppio, tutto è paradossale, e infinite sono le possibilità creative nel mondo. Per questo in Munari la natura è arte e l’arte è natura: per questo la macchina è inutile e l’inutile è funzionale; la regola è il caso, il concavo è convesso, il libro è illeggibile, il calcolo è la fantasia. Per questo, come il dio Hermes, per puro gioco, per semplice spirito di meraviglia - poichè l’arte è un mezzo e non il fine - Munari ha scomposto e ricomposto l’immenso arcobaleno delle forme del mondo. 01 Ritratto di Bruno Munari foto di Ada Ardessi, 1972

I PROSSIMI APPUNTAMENTI: Aymone Poletti & Barry Iverson Dal 24 Giugno a Settembre Vernissage: 23 Giugno, ore 18.00

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02 Forchette parlanti - sofisticata lega metallica, 1958 5 x 9 x 3 cm 03 Fotografia a luce polarizzata 1953 - 60, 30,7 x 30 cm

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Aymone Poletti, La danse (1930), 2015, immagine originale del 1930, sale, 3 inchiostri giapponesi, 8,5x 6 cm m a r c h i o u f f i c i a l e D E P R I M I F I N E A R T v e r s i o n e c o n P A Y- O F F

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SEZIONE / TITOLETTO

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CULTURA / IMAGO ART GALLERY

La galleria d’arte luganese ancora una volta protagonista MENTRE SI È APPENA CHIUSA L’ESPOSIZIONE DEDICATA A RINALDO BIGI (A PIETRASANTA FINO AL 29 MAGGIO) ALLA FONDAZIONE VERSILIANA DI MARINA DI PIETRASANTA (FINO A SETTEMBRE) SI APRE QUELLA DI MATTEO PUGLIESE. A LUGANO SONO ESPOSTE (FINO AL QUINDICI DI SETTEMBRE) OPERE DI AGOSTINO BONALUMI. E GIÀ SI ANNUNCIA UNA GRANDE MOSTRA, SEMPRE A PIETRASANTA, DEDICATA A SALVADOR DALÍ.

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ietrasanta ha accolto l’incanto, la poesia e l’ironia di Rinaldo Bigi. Le opere del maestro della pittura e scultura contemporanea sono state protagoniste per tre mesi, dal 19 marzo al 29 maggio nel centro storico tra Piazza Duomo, la Chiesa ed il Chiostro di S. Agostino di Pietrasanta (Lucca). Le opere esposte nella mostra dal titolo “L’incanto e il peso dei giorni” sono magnifiche testimonianze della padronanza nell’utilizzo delle tecniche più diverse, e hanno trascinato il visitatore fin dentro le profondità del mondo onirico ed ironico che da sempre il maestro Rinaldo Bigi racconta attraverso i personaggi, gli oggetti, le storie e gli ambienti fantastici. Le tecniche utilizzate sono le più diverse: dai pastelli su tela di grande formato ai disegni su carta, dalle sculture indoor in marmo, bronzo e gres fino alle opere monumentali che troveranno, nel cuore di Piazza Duomo, il più degno e prestigioso dei luoghi espositivi. “Spiriti Ostinati” è

il titolo della mostra di opere Di Matteo Pugliese, sculture di pura energia. Da secoli il corpo umano è fonte di ispirazione per la scultura e la pittura. Gli artisti, da sempre, si sono appassionati a cercarne la rappresentare più realistica, restituendone le muscolature, le tensioni e i movimenti, ma anche gli stati d’animo che il corpo esprime, le debolezze, le energie, le paure. Bronzo, terracotta, marmo, vetro, bronzo galvanizzato od in bagno d’argento, uniti in un unico dialogo; questi i materiali che le mani di Matteo Pugliese, regista incontrastato di un equilibrio dinamico in un continuum temporale dove passato, presente e futuro vivono insieme, modellano

01 Matteo Pugliese Pan 2013 Bronzo, cm 96x32x27 Edition 7+3 02 Matteo Pugliese Custode Samurai VIII 2015, Marmo di Carrara, cm 45x38x29 Edition 6+1

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CULTURA / IMAGO ART GALLERY

e plasmano in sculture di una cosi grande suggestione e fascino. Matteo Pugliese sa perfettamente come rappresentare tutto ciò e questa mostra propone una raccolta dei suoi lavori, come sculture anche inedite della serie Extra Moenia e di quella dedicata ai Custodi. La prima è una raccolta di Opere in bronzo rappresentanti figure eroiche di corpi raffigurati nell’attimo di tensione, depositari di quelle forze titaniche che forgiarono il mondo, sospesi nell'atto di lottare contro il “muro della genesi” nel tentativo di fuoriuscire allo scoperto, di superare quel diaframma che e' appiglio e matrice della loro stessa natura e scoprire il loro destino, trasudando coraggio, vigore e voglia di conoscere. Nei Custodi, sono presenti i temi della forza, della potenza e della corporeità, ma in un modo del tutto differente dalla prima: per questa sua serie in bronzo e terracotta, l'artista si è ispirato agli idoli di pietra venerati dai balinesi animisti e cambiando un po' le proporzioni tradizionali, ha presentato sculture con piedi molto grandi, corpi adornati da vesti ed armature dai dettagli quasi maniacali, volti e sguardi determinati e concentrati, e spesso con gli occhi semichiusi, pronti per la lotta. 03 04 03 Matteo Pugliese Good Morning Son 2016, bronzo, cm 120x120x32 Edition 7+3 04 Matteo Pugliese Custode Persiano 2015, bronze, cm 46x26x24

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CULTURA / COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI

CON LA MOSTRA REALIZZATA CON IL PATROCINIO DEL VICARIATO DI ROMA IN OCCASIONE DEL GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA E DELLA CONOSCENZA, LA COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI HA PRESENTATO PRESSO LO SPAZIO -1 UN ALLESTIMENTO TEMATICO DEDICATO ALLA CROCE, SIMBOLO UNIVERSALE DELLA SOFFERENZA.

Il mistero

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DELLA CROCE

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a mostra, curata da Danna Olgiati, ha presentato una selezione di opere, provenienti dalla Collezione Olgiati, da prestiti museali e da altre collezioni private, che spaziano dal Seicento ai giorni nostri, attraverso le quali indagare la complessità e il mistero del simbolo della Croce nell’arte. Documentata fin dall’antichità più remota la Croce è, tra le

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figure geometriche, il terzo simbolo fondamentale (dopo il cerchio e il quadrato). Nel Cristianesimo ha successivamente assunto diverse raffigurazioni e significati: il Crocefisso, il Cristo, il Verbo, la Seconda Persona della Trinità. Tramite un approccio dichiaratamente laico e, al contempo, rispettoso della dimensione del Sacro, l’esposizione ha proposto opere di artisti che, in diverse


CULTURA / COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI

epoche, con diverse attitudini filosofico e religiose e differenti linguaggi, hanno affrontato il tema della sofferenza umana. Le opere selezionate per la mostra – dipinti, fotografie, bassorilievi e sculture – attraversavano tutto il ‘900 fino ai giorni nostri, con due presenze radicate in un passato influenzato differentemente dalla dottrina cattolica, quello del primo seicento bolognese e quello ticinese di un secolo più tardi. Il pregevole dipinto del pittore ticinese Giovanni Orelli Gesù dormiente sulla Croce (1742 ca.) introduceva ad un’iconografia molto peculiare, un Bambin Gesù addormentato come deposto delicatamente sulla Croce, un evidente memento mori dove la drammaticità dell’evento è resa ancor più delicata dal candido incarnato. Tale sofferta immagine faceva da contraltare al San Sebastiano alla colonna del pittore bolognese Ludovico Carracci databile ai primissimi anni del ‘600. Un dipinto che mostra il martire nella sua iconografia classica, prevalentemente concentrata, sul supplizio delle frecce cui il martire venne sottoposto. Procedendo nel percorso espositivo, un prezioso ambiente vedeva al suo interno dialogare quattro importanti opere di due maestri del ’900, Medardo Rosso e Lucio Fontana. Del primo era presente in mostra il Bambino ebreo (1915), strug-

gente e sconsolata testa di bimbo che più di un ritratto ci appare come uno stato d’animo. Una raffigurazione, quella di Medardo Rosso, che incorpora e materializza un sentimento e una visione poetica dell’arte. Di Lucio Fontana, forse l’artista più originale e complesso del XX secolo, venivano presentate quattro opere, i bassorilievi in terracotta L’ascensione (195055), Deposizione (1956) e il Cristo (1959) e la scultura in ceramica Testa di fanciullo, di circa dieci anni precedente e datata 1948, nella quale il senso del sacro viene alluso in un ritratto di bimbo, estraneo ad ogni tematica religiosa, ma non per questo meno commovente. A parete e in dialogo con le sculture di Fontana e Rosso una Crocefissione di Alberto Burri, combustione plastica di piccolo formato che restituisce nella sua bidimensionale trasparenza lacerata e soggetta a combustione, tutta la drammaticità dell’atto della Crocefissione. Un piccolo oggetto poneva invece di fronte ad un artista, Yves Klein, la cui religiosità, nella sua breve e intensa carriera, ha segnato l’intera opera: lo straordinario Ex voto a Santa Rita da Cascia (1961), frutto dei pellegrinaggi dell’artista francese al santuario della santa dei casi impossibili. La mostra continuava al di là di ogni distinzione cronologica con i due bronzi di Marino Marini il Giocoliere (1946) e

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01 Alberto Burri Combustione plastica 64CP3 (Crocifissione) 1964 plastica, acrovinilico, combustione su cellotex 50 x 35 cm Collezione privata, Firenze 02 Yves Klein Ex voto dedicato a Santa Rita da Cascia 1961 Pigmento puro, foglia d'oro, lingotti d'oro e manostritto in teca di plexiglas 14 x 21 x 3,2 cm Monastero di Santa Rita, Cascia © Yves Klein, ADAGP, Paris / SIAE Milano, 2016 03 Paloma Varga Weisz Lying Man (Uomo disteso) 2014 legno di tiglio combusto, coperta di lana 193 x 63 x 22 cm Sadie Coles HQ, London Photo: Stefan Hostettler

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CULTURA / COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI 04 04 Roberto Ciaccio Grande croce di ferro blu e rosa 2010 ferro ed inchiostri calcografici 187 x 131 cm Collezione privata, Lugano

Spazio -1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano +41 (0) 58 866 42 30 (lu - ve) +41 (0)91 921 46 32 (ve – do) info.menouno@lugano.ch www.collezioneolgiati.ch www.masilugano.ch

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il Prigioniero (1943 nelle quali l’artista ha inteso esprimere il ridicolo dell’esaltazione di un uomo che vuol comandare. E, ancora, Lying Man (Uomo sdraiato, 2014) della scultrice tedesca Paloma Varga Weisz. pur realizzato a cinque secoli di distanza, dialogava idealmente con il martirio di San Sebastiano del Carracci, nudo e trafitto da frecce. Il percorso si chiudeva con tre artisti del presente: Adrian Paci, Jannis Kounellis e Roberto Ciaccio. Dell’artista albanese Adrian Paci era presente la recente serie fotografica Via Crucis (2011). Jannis Kounellis e

Roberto Ciaccio hanno invece elaborato il simbolo della Croce secondo personalissimi codici astratti. Lo Spazio -1 è adiacente al centro culturale LAC e ospita oltre 200 capolavori che spaziano dagli anni Cinquanta del Novecento al presente. La collezione d’arte contemporanea Giancarlo e Danna Olgiati, concessa in deposito alla Città di Lugano nel 2012, viene proposta al pubblico in allestimenti sempre diversi unitamente a mostre temporanee dedicate all’approfondimento dell’opera di artisti inclusi nella raccolta.


Fotografia: © Nenad Saljic

In un clima di incertezza la solidità rassicura. In questo tempo di incertezza geopolitica, economica e dei mercati, bisogna avere le idee chiare, dotarsi di modelli aziendali sostenibili, guardare all’essenziale e, soprattutto, contare su una base solida su cui appoggiarsi. Con un approccio serio e concreto, PKB costruisce rapporti personali con i clienti senza mai perdere di vista i valori che la contraddistinguono per tradizione.

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CULTURA / ARTRUST

Il piacere di assaporare l’arte

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PATRIZIA CATTANEO MORESI È L’INSTANCABILE DIRETTRICE DI ARTRUST, NON SOLO UNA GALLERIA CHE PROPONE ATTRAVERSO MOSTRE LE OPERE DI ARTISTI MODERNI E CONTEMPORANEI, MA UN VERO E PROPRIO PROGETTO CULTURALE CHE SI È DATO TRE PAROLE D’ORDINE: CONDIVISIONE, EDUCAZIONE, COMMERCIO.

ome nasce questa sua passione per l’arte? «La mia formazione è quella di storica dell’arte, nel corso degli studi ho lavorato in una casa d’aste, e posso dire di aver vissuto fin da bambina in un ambiente dove si respirava interesse e passione per l’arte, in tutte le sue forme e manifestazioni. Sono cresciuta circondata dalla bellezza, che in fondo è una caratteristica anche del mondo del vino: mio nonno paterno lo produceva, quello materno era un grande chef. Mio padre ha fondato un’azienda specializzata nel commercio di vini rari. In questo contesto, è stata istituita Artrust, una società d’arte ticinese, che possiede una vasta collezione: oltre duemila opere realizzate da grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea».

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CULTURA / ARTRUST

Non c’è il rischio di essere un po’ penalizzati dall’essere a Melano, in una posizione cioè marginale rispetto a Lugano? «Al contrario, chi viene a visitare le nostre mostre lo fa sulla base di un’autentica motivazione e non solo perché si trova a passare davanti a delle vetrine. Organizziamo due mostre all’anno e il riscontro di pubblico è stato finora positivo. La società è nata ufficialmente nell’ottobre 2013 con la mostra dedicata al pittore e incisore francese Gen Paul, mentre la collezione di famiglia ha una storia di più lunga data, essendo iniziata oltre quindici anni fa». Possiamo soffermarci un momento sull’importanza di questa collezione? «La collezione Artrust all’inizio è nata con l’obiettivo di selezionare opere che mettessero in contatto il mondo dell’arte con

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quello del vino. Oltre a dipinti, sculture, arazzi e oggetti vari, la collezione comprende infatti numerose etichette di vini prestigiosi come Mouton Rothschild dal 1855 al 2013 o litografie dello Château Mouton Rothschild dal 1945 al 2013. Nel corso del tempo la collezione è cresciuta in maniera esponenziale e si è diversificata, andando soprattutto in direzione degli artisti moderni svizzeri e internazionali, tra cui spiccano gli esponenti del gruppo espressionista Rot Blau, uno dei più famosi movimenti artistici elvetici, e i più affermati artisti ticinesi. Ma la collezione comprende anche grandi maestri del calibro di Picasso, Giacometti, Mirò, Le Corbusier, Segantini, Pissaro, Modigliani, Matisse, Fontana, Tinguely e Werefkin».

La vostra si può dire essere una galleria un po’ speciale dal momento in cui le vostre attività spaziano in campi diversi… «In effetti, il nostro gruppo, la cui età media non supera i 30 anni, si occupa di divulgazione, attraverso mostre aperte gratuitamente al pubblico; di condivisione, attraverso prestiti ai musei e collaborazioni scientifiche; di commercio, con la vendita diretta delle opere d’arte. Abbiamo un principio ispiratore: sosteniamo che l’arte vada condivisa e non nascosta, come succede spesso con tante collezioni belle ma precluse ai più. Inoltre, per noi l’aspetto della divulgazione è fondamentale e la portiamo avanti con la pubblicazione di cataloghi e libri divulgativi: se non permetTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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CULTURA / ARTRUST

tessimo al pubblico e agli appassionati di conoscere in maniera completa gli artisti che proponiamo verremmo meno ad uno dei nostri obbiettivi fondamentali. Il commercio è lo strumento che ci permette di finanziare le nostre iniziative culturali». Uno spazio particolare lo dedicate anche al lavoro con i bambini… «Sono profondamente convinta che l’educazione all’arte e il gusto per il bello siano

“Sono profondamente convinta che l’educazione all’arte e il gusto per il bello siano il frutto di un processo educativo che può cominciare anche in tenera età. Per questo organizziamo laboratori didattici per i bambini e per la scuola dell’infanzia e primaria, visite guidate ed eventi per le associazioni del territorio”

01 La mostra dedicata a Mario Comensoli nella primavera 2014

02 La mostra dedicata al duo Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely lo scorso autunno

03 Patrizia Cattaneo Moresi Direttrice di Artrust SA

04 La mostra dedicata all’artista Carl Walter Liner nell’autunno 2014

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il frutto di un processo educativo che può cominciare anche in tenera età. Per questo organizziamo laboratori didattici per i bambini e per la scuola dell’infanzia e primaria, visite guidate ed eventi per le associazioni del territorio. Cerchiamo anche di fare rete tra enti del turismo, operatori culturali e musei in direzione di progetti comuni di promozione del territorio. Proporre modalità di approccio all’opera d’arte non convenzionali, in grado di veicolare il messaggio a pubblici diversi è uno dei nostri obiettivi più sentiti». Quale sarà la vostra prossima mostra? «In autunno presenteremo una selezione di opere di Marianne von Werefkin, nata a Tula nel 1860, figlia di un generale della Russia zarista che con il pittore Alexej von Jawlensky visse a Monaco di Baviera e aderì nel 1911 al gruppo dei Blaue Reiter, fondato da Kandinsky, Marc e Münter. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale si trasferì ad Ascona, presso il Monte Verità. Abbandonata dal compagno, alla cui valorizzazione aveva dedicato una vita, si ritrova in miseria ma senza perdersi d’animo ricomincia a dipingere e fino alla fine lotta per l’affermazione delle sue idee, in campo artistico ma anche per l’emancipazione della donna. Un personaggio dunque straor-

dinario, che ha attraversato da protagonista un periodo fondamentale dell’arte europea, e che merita di essere meglio conosciuta come donna e come artista dotata di uno stile personalissimo». La vostra azienda di famiglia si chiama Arvi, sintesi di arte e vino, e oggi si parla sempre più spesso del rapporto che lega il mondo del vino a quello dell’arte… «Credo sia giusto così, soprattutto se si considera il ruolo fondamentale del vino nella vita dell’uomo e il suo essere da migliaia di anni fonte inesauribile di ispirazione per artisti e artigiani. La sua cultura, il suo consumo e più generalmente l’universo che ruota intorno al vino sono stati riprodotti dall’antica Grecia sino ai giorni nostri su diversi supporti: dalla ceramica alla tela. Una curiosità riguarda invece il rapporto tra vino e antiquariato: Artrust possiede infatti una delle maggiori collezioni al mondo di tastevin, oggetti in argento che si usavano in passato per degustare il vino nelle cantine. Questa collezione, tuttora in fase di ampliamento, conta oltre 4mila pezzi e una selezione di oggetti è stata di recente esposta anche al Museo del Cavatappi di Barolo, in provincia di Cuneo».


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CULTURA / MIART 2016

Una conferma per gallerie e artisti DI PAOLO REPETTO

NEI PADIGLIONI DI FIERAMILANOCITY, DAL 7 AL 10 APRILE SCORSO, SI È SVOLTA LA NUOVA, BRILLANTE EDIZIONE DI MIART 2016. 154 GALLERIE, PROVENIENTI DA 16 PAESI, HANNO TESTIMONIATO DELLA SUA SEMPRE PIÙ MARCATA INTERNAZIONALITÀ.

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ome ha scritto l’assessore alla cultura Filippo del Corno: «Milano si conferma uno dei più importanti hub internazionali per la valorizzazione del pensiero creativo e città ideale per la produzione d’arte contemporanea, che proprio qui trova il terreno fertile per germogliare in futuri successi e in nuovi sviluppi per diventare di nuovo avanguardia. La città accompagna Miart, un momento così significativo per il mondo della creatività contemporanea, con un programma di eventi che allarga lo sguardo sulle principali iniziative culturali milanesi, accendendo i riflettori sulle mostre attualmente in corso (Il Simbolismo e Umberto Boccioni a Palazzo Reale; Joan Mirò al Museo Mudec) con aperture straordinarie ed eventi serali». Così, «da quattro anni Miart ha intrapreso un percorso preciso puntando sulla qualità estrema. Le idee fondanti della nuova identità tracciata nei primi tre anni sono divenute realtà: dialogo tra artisti di generazioni diverse, internazionalità e internazionalizzazione dell’arte italiana, sia moderna che contemporanea». «Con questa edizione 2016, il posizionamento di Miart come manifestazione di primo livello tra gli eventi culturali del Paese e d’Europa arriva a piena maturazione e ci consente di metterci di nuovo in movimento presentando la nuova sezione Decades (che con le sue 9 galle-

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rie propone un percorso eslusivamente dedicato al Novecento, secondo una scansione per decenni) e rinnovando la sezione Objects, 14 gallerie attive nella promozione di oggetti di design contemporaneo concepiti in edizioni limitata come opere d’arte multipli» (Vincenzo de Bellis). Dunque, la principale novità di questa nuova edizione di Miart è stata rappresentata dalla nuova sezione Decades, che ha proposto un percorso lungo il Novecento, principalmente le avanguardie e le grandi figure storiche, che hanno dialogato con il mondo contemporaneo. 01


CULTURA / MIART 2016 02

In questo modo si sono affiancate le altre quattro sezioni della fiera: Established, 98 espositori suddivisi nelle sottosezioni Master, per le gallerie che hanno proposto artisti storicizzati e Contemporary, dedicata alle gallerie specializzate nel contemporaneo. Objects, della quale abbiamo già detto, ed infine Emergent, dedicata a 16 gallerie internazionali incentrate sulla ricerca dei giovanissimi. Tra gli artisti storici del Novecento, alcune gallerie hanno riproposto la grande figura di Bruno Munari (Milano 19071998). Per troppi anni quasi dimenticato da un mercato sempre piu’ fondato sullo status symbol e operazioni di marketing piu’ finanziarie che non culturali – non a caso oggi gli artisti di maggior successo sono quelli il cui profilo iconografico è facilmente riconoscibile, semplice e seriale – Munari, al contrario, ha sempre giocato con la metamorfosi, la sperimentazione, il mutamento: l’essere in una forma che continuamente si trasforma. Appena ragazzo, nel 1927 a Milano, era entrato in contatto con l’ultima onda futurista, di cui ammirava la dinamicità, la furia di rinnovamento, l’allegra e veloce anima elettrica. Per loro, un quadro, una scultura, non potevano piu’ essere

forme statiche; così Munari, con le sue Macchine inutili (a partire dal 1930), fu tra i primi a rendere la scultura mobile e aerea: come il contemporaneo Calder, a concepire libere forme smaterializzate che danzano al canto dell’aria. Oltre il dipinto, oltre la scultura, l’arte poteva essere molto di più. Perché limitarsi ad un unico spazio ed un unico tempo? Perché circoscrivere l’ispirazione, la creazione nel duro involucro di una forma statica? Con l’installazione Concavo-Convesso del 1946, Munari concepì e realizzò la prima opera ambientale: una scultura astratta di rete di

01 Volto in bronzo di Igor Mitoraj 02 Opere di Paolo Scheggi 03 Teste di cervo di Dannis Oppenheim 03

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CULTURA / MIART 2016

“Anche per questo, in lui, la natura è arte e l’arte è natura: e la macchina è inutile e l’inutile è funzionale; e la regola è il caso, la perfezione è l’imperfezione, il concavo è convesso, il libro è illeggibile, la fotocopia è creativa, il calcolo è fantasia”

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metallo – come una trasparente, metafisica astronave – appesa al soffitto, si muove nell’aria; un piccolo proiettore a luce puntiforme da un lato la avvolge in un fascio di luce, dando un effetto di movimento e di moiré continuamente mutevole. Poi, con le luci e le proiezioni polarizzate, a partire dal 1950, inaugurò il genere delle video installazioni, dove le forme ed i colori mutano e si trasformano, mediante la rotazione dei filtri polarizzanti, nelle diverse dimensioni del tempo e dello spazio. Così. per Munari

era più importante l’idea pura, l’archetipo platonico, che non l’effettiva realizzazione; ad eccezione della produzione di un oggetto di design: il portacenere, la lampada, l’abitacolo, la scimmietta, concepiti a basso prezzo per un vasto pubblico. Contro l’eccessiva mercificazione, l’arte doveva essere di tutti e per tutti. Anche per questo, in lui, la natura è arte e l’arte è natura: e la macchina è inutile e l’inutile è funzionale; e la regola è il caso, la perfezione è l’imperfezione, il concavo è convesso, il libro è illeggibile, la fotocopia è creativa, il calcolo è fantasia. Per questo, come il dio Hermes, per puro gioco, per semplice spirito di meraviglia di fronte al miracolo della vita – poiché l’arte è un mezzo e non il fine – Munari ha scomposto e ricomposto l’immenso arcobaleno delle forme del mondo.


SEZIONE / TITOLETTO

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CULTURA / ART MONTE CARLO

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Un “Salone” per apprezzare l’arte

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ARTGENÈVE, LA FIERA D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, TENUTA PER QUATTRO ANNI DA PALEXPO SA, SOTTO LA DIREZIONE DI THOMAS HUG, HA AFFERMA LA SUA MATURITÀ ARTISTICA RICONOSCIUTA DAI VISITATORI E PROFESSIONISTI DELL'ARTE E, AL FINE DI FORNIRE VISIBILITÀ A QUESTO EVENTO INTERNAZIONALE, HA DECISO DI ORGANIZZARE UNA SECONDA FIERA D'ARTE A MONTE CARLO CHE SI È TENUTA AL GRIMALDI FORUM MONACO DAL 30 APRILE AL 2 MAGGIO 2016.

L’

interesse mostrato da galleristi e collezionisti che hanno maturato l’esperienza ginevrina, hanno indotto gli organizzatori a duplicare l’evento, uno che inaugura il calendario annuale delle fiere europee d'arte contemporanea in pieno inverno a Ginevra, e l’altro all’inizio della bella stagione a Monaco, unendo idealmente due grandi poli ricchi d’arte e luoghi di residenza di molti appassionati

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e collezionisti d'arte. Artgenève è infatti caratterizzata da una attenta selezione di gallerie internazionali ospitate in un qualificato contesto espositivo, arricchito da eventi e manifestazioni in tutta la città di ottimo livello qualitativo. Artgenève ospita ogni anno circa 70 gallerie e il programma comprende nel contempo venti mostre, offrendo al pubblico la scoperta di collezioni private e istituzionali, musei e centri d'arte, oltre ad artisti e curatori

invitati a tenere incontri e dibattiti con il pubblico. Questo approccio non esclusivamente speculativo al mondo dell’arte è stato riproposto anche a Monaco dove sono state ospitate una cinquantina di gallerie internazionali e dove la città ha presentato un'altra decina di mostre presso gallerie private. A questo proposito, presentando l’evento, Thomas Hug ha dichiarato: «Ci auguriamo che questi due Saloni si arricchiscano reciprocamente e contribuiscano a mostrare a livello internazionale un’idea di esposizione d'arte che si differenzia per formato e dimensioni delle grandi fiere d'arte, che hanno progressivamente perduto il loro concetto originale a tutto vantaggio di un gigantismo soprattutto commerciale». Situato direttamente sulla spiaggia di


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CULTURA / ART MONTE CARLO 02

Montecarlo, il Grimaldi Forum Monaco, che ha ospitato la fiera dell’arte è una location multifunzionale con una superficie utilizzabile di 35.000 mq.; la struttura si presenta come la sede perfetta per accogliere qualsiasi tipo di manifestazione, dalla convention alla riunione aziendale, da un congresso internazionale a un evento culturale, dal lancio di un prodotto a esposizioni merceologiche o artistiche. Fiore all’occhiello del Grimaldi Forum Monaco, che è dotato delle più avanzate attrezzature tecnologiche, è la Salle des Princes, un auditorium capace di ospitare fino a 1.850 persone, affiancato da altre due sale di dimensioni più contenute, la Salle Prince Pierre con 800 posti e la Camille Blanc con altri 400 posti e da 22 salette. Un ulteriore punto di forza di questo complesso è rappresentato dalla versatilità dei suoi ambienti che, prima di ogni evento, possono essere ridisegnati a seconda delle diverse esigenze. Migliaia di visitatori nel corso di tre giorni d’esposizione hanno avuto modo di ammirare importanti opere di maestri 03

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moderni e contemporanei, fotografie e video installazioni. Qualificata la presenza di collezionisti provenienti da tutto il mondo e che proprio in questo periodo affollano in Principato monegasco in occasione di eventi di grande attrattive, primo fra tutti il Gran Premio di Monaco di automobilismo.

01 Grimaldi Forum Montecarlo 02 Art Monte Carlo Stand Cortesi Gallery 03 Art Monte Carlo Stand Galleria Tornabuoni


SEZIONE / TITOLETTO

Linea Idratante Valmont: comfort per tutto il giorno. Idratazione senza precedenti: Valmont combina l’efficacia dei suoi trattamenti all’esperienza cosmetica intensa per i sensi, in una nuova linea che comprende cinque prodotti che sono caratterizzati da potenti principi attivi dai risultati provati. Un esclusivo complesso fissatore dell’idratazione insieme al cocktail d’ingredienti brevettato dal marchio, assicurando una profonda idratazione per tutto il giorno. Sieri e precursori d’idratazione agiscono in sintonia con texture raffinate e deliziose arricchendo la linea idratante Valmont per offrire un’esperienza sensoriale mozzafiato. Le linee d’espressione provocate dalla disidratazione sono rimpolpate, la pelle secca si allevia e l’incarnato rivela la sua naturale luminosità.

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CULTURA / ETIENNE REYMOND

Musica ad alto livello per tutti i gusti

LUGANOMUSICA È SENZA DUBBIO UNA DELLE COLONNE PORTANTI DELLA PROGRAMMAZIONE DEL LAC, IL NUOVO CENTRO CULTURALE DI LUGANO: ANCHE PER IL 2016-17 PROPONE INFATTI UNA STAGIONE MUSICALE DI ALTISSIMA QUALITÀ, OSPITANDO OSPITI INTERNAZIONALI E VERE E PROPRIE STAR DEL MONDO DELLA MUSICA SINFONICA E DA CAMERA, COME RACCONTA IL DIRETTORE ARTISTICO ETIENNE REYMOND.

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01 Cuarteto Casals 02 Antonio Pappano 03 Etienne Reymond Direttore artistico di LuganoMusica

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ossiamo anticipare quali saranno alcuni punti di forza del cartellone musicale 2016-2017? «LuganoMusica si conferma essere una lunga stagione musicale estesa da settembre a luglio con una serie di appuntamenti distribuiti durante tutto il corso dell’anno. Vorrei che questa programmazione fosse in grado di attirare, oltre ad un pubblico locale ormai consolidato, anche un pubblico proveniente dalla Lombardia (Como, Milano, Varese), che facilmente potrà seguire le nostre proposte musicali. Coglieremo occasioni quali un’inaugurazione d’arte o uno spettacolo teatrale importante per attirare quel pubblico turistico, ma anche culturale».

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CULTURA / ETIENNE REYMOND

04 Charles Dutoit 05 Renaud Capucon

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Da un punto di vista dei contenuti artistici quali novità dobbiamo aspettarci dalla sua programmazione musicale? «LuganoMusica vanta una sua ben definita tradizione che sarà mantenuta anche nella prossima stagione 2016-17, come ad esempio la presenza di grandi orchestre sinfoniche del centro Europa e della Russia, tra cui spiccano l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la Royal

Philharmonic Orchestra, l’Orchestra Mozart, ultima creatura di Claudio Abbado, o la BBC Philharmonic Orchestra, o ancora l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, senza naturalmente dimenticare la nostra Orchestra della Svizzera Italiana. E alla guida, direttori del calibro di Charles Dutoit, Yury Temirkanov, Tom Koopman, Bernard Haitink, Markus Poschner o Sir Antonio Pappano e altri nomi di grande prestigio».

Per l’inaugurazione cosa avete programmato? «Apriremo il 22 settembre con un grande concerto diretto da Charles Dutoit che eseguirà tra l’altro “Le Sacre du printemps,” nel quadro di un ciclo Strawinskij distribuito su tre anni».

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CULTURA / ETIENNE REYMOND 06 World Doctor Orchestra 07 Julia Fischer

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Di grande prestigio anche l’elenco degli artisti che si esibiranno come solisti nel corso di appositi recitals… «Basterà citare il nome del protagonista del primo recital di apertura che sarà Maurizio Pollini, cui seguiranno tra gli altri Pierre-Laurent Aimard, la già citata Julia Fischer, Jan Lisiecki, Renaud Capuçon e il Giardino Armonico con Giovanni Antonini».

Un ruolo da protagonista spetta alla figura dell’Artist in Residence. Chi sarà l’ospite di quest’anno? «Ho deciso di istituire questa figura per poter portare a Lugano artisti di grande valore con cui il pubblico può instaurare un rapporto più stretto, approfondendone la conoscenza attraverso più di un solo concerto. Il nostro Artist in Residence per questa stagione è Julia Fischer, violinista e pianista tedesca, distintasi per la grande forza tecnico-interpretativa, che ha riscosso grande favore di pubblico e critica. Il suo repertorio è vasto e variegato, nonostante prediliga in particolare le opere classiche e ottocentesche».

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Una nota curiosa è data dalla World Doctors Orchestra. Di che cosa si tratta? «È un’orchestra formata da soli medici professionisti che per diletto e passione suonano ciascuno uno strumento. Un complesso di ottimo livello qualitativo che da noi si esibirà per la prima volta in Svizzera». Altri elementi di novità? «Posso dire che uno dei miei obiettivi era quello di portare l’opera lirica al LAC: per ora ha costi enormi che non possiamo affrontare, ma è possibile offrire al pubblico almeno l’esecuzione di un’opera in forma di concerto. Quest’anno andrà in scena la Bohème di Puccini con coro e orchestra del Teatro Regio di Torino con direttore Gianandrea Noseda. Il concerto verrà eseguito a Lugano in seguito ad una serie di rappresentazioni al Teatro Regio di Torino.


SEZIONE / TITOLETTO

LuganoMusica Calendario 2016/2017

L’eccellenza della musica classica a Lugano. Settembre 2016

Dicembre 2016

Gio 22.09.16 Royal Philharmonic Orchestra Charles Dutoit, direttore Bertrand Chamayou, pianoforte

Ve 02.12.16 La Sonata, op. 1di Alban Berg

Ve 23.09.16 EAR

Ottobre 2016 Me 05.10.16 Maurizio Pollini, pianoforte Ve 14.10.16 Hermann Scherchen Documenti e testimonianze Do 16.10.16 Un quadro Una musica Alberto Nessi Ma 18.10.16 Pierre-Laurent Aimard, pianoforte Ve 21.10.16 EAR Sa 22.10.16 Giornata Henri Dutilleux Ma 25.10.16 Coro e orchestra del Teatro Regio di Torino Gianandrea Noseda, direttore Segue Late Night Modern

Novembre 2016 Do 13.11.16 Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo Jurij Temirkanov, direttore Boris Berezovskij, pianoforte Segue Late Night Modern Me 16.11.16 Mauro Peter, tenore Helmut Deutsch, pianoforte Ve 18.11.16 Sylvano Bussotti par lui-même Do 20.11.16 Caroline Goulding, violino Danae Dörken, pianoforte Ve 25.11.16 EAR

Do 04.12.16 Un quadro Una musica Marco Solari Lu 05.12.16 Arkadij Volodos’, pianoforte Do 18.12.16 The Amsterdam Baroque Orchestra and Choir Ton Koopman, direttore Segue Late Night Modern

Gennaio 2017 Do 08.01.17 Orchestra Mozart Bernard Haitink, direttore Isabelle Faust, violino Ve 13.01.17 Luigi Dallapiccola Ritratto postumo Do 15.01.17 Un quadro Una musica Angela Lyn Me 18.01.17 Orchestra della Svizzera italiana Nicholas Collon, direttore Maximilian Hornung, violoncello Ve 20.01.17 EAR Sa 28.01.17 Jan Lisiecki, pianoforte

Febbraio 2017 Ve 03.02.17 Julia Fischer*, violino Milana Chernyavska, pianoforte Ve 10.02.17 Il teatro musicale di Mauricio Kagel Do 12.02.17 Un quadro Una musica Zeno Gabaglio Gio 16.02.17 Orchestra della Svizzera italiana Markus Poschner, direttore Alexandre Tharaud, pianoforte Segue Late Night Modern Informazioni LuganoMusica T +41 (0)58 866 42 85 www.luganomusica.ch

Me 22.02.17 Cristian Budu, pianoforte

Sa 22.04.17 Cuarteto Casals

Ve 24.02.17 EAR

Do 23.04.17 Jerusalem Quartet

Sa 25.02.17 Giornata György Kurtág

Maggio 2017

Marzo 2017

Me 03.05.17 Louis Schwizgebel, pianoforte

Ma 07.03.17 Narek Hakhnazaryan, violoncello Pavel Kolesnikov, pianoforte Ma 14.03.17 Budapest Festival Orchestra Iván Fischer, direttore Gerhild Romberger, mezzosoprano Robert Dean Smith, tenore Segue Late Night Modern Me 22.03.17 Mattia Zappa, violoncello Massimiliano Mainolfi, pianoforte Ve 24.03.17 EAR Ma 28.03.17 BBC Philharmonic Orchestra Juanjo Mena, direttore Julia Fischer*, violino Segue Late Night Modern Me 29.03.17 Julia Fischer*, violino e pianoforte Daniel Müller-Schott, violoncello

Aprile 2017 Sa 08.04.17 Giornata Torquato Tasso Ensemble Claudiana Luca Pianca, direzione e liuto Ve 14.04.17 Bellinzona Concerto Spirituale del Venerdì Santo OSi Solisti e Coro della Radiotelevisione svizzera Antonello Manacorda, direttore Me 19.04.17 Il Giardino Armonico Giovanni Antonini, direzione e flauti

Do 07.05.17 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Sir Antonio Pappano, direttore Beatrice Rana, pianoforte Segue Late Night Modern Ve 12.05.17 Chiesa degli Angioli Ascoltare due volte Giulio Mercati, organo Lu 15.05.2017 Renaud Capuçon, violino Nicholas Angelich, pianoforte Do 21.05.17 Orchestra Superar di Lugano Marco Castellini, Andy Icochea, Pino Raduazzo, Carlo Taffuri, direttori

Giugno 2017 Ve 09.06.17 World Doctors Orchestra Coro Clairière del Conservatorio della Svizzera italiana Stefan Willich, direttore Brunella Clerici, maestra del coro * Artist in residence 2016-2017 Orchestre Récital Musica da Camera LAC edu Video Sala Teatro Teatrostudio Sala 4

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GASTRONOMIA / GALATEO

La politesse gourmande ieri e oggi, istruzioni per l’uso

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DI MARTA LENZI-REPETTO

I COSTUMI E L’ETICHETTA SI SONO EVOLUTI E SE ALCUNE REGOLE ORMAI POTREBBERO CONSIDERARSI SORPASSATE, LO SCOPO DEL GALATEO È SEMPRE LO STESSO: IL RISPETTO DEL PROSSIMO PER UNA CONVIVENZA GRADEVOLE TRA INDIVIDUI. ANCHE NELL’ARTE CONVIVIALE.

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entre sono alla scrivania a lavorare, suonano alla porta: mi consegnano un invito per una cena che si svolgerà 3 giorni dopo. Ho tempo 24 ore per rispondere, e anche se il mio silenzio indicherebbe la mia partecipazione, mi appresto a confermare. Tuttavia devo fare molta attenzione ai miei impegni di quel giorno perché se alla fine non mi presentassi, dovrei trovare motivazioni più che valide per giustificare la mia assenza: vengono accettati infatti solo un certificato di morte, di malattia grave o d’arresto. In ogni caso ci sarebbe da pagare una multa di 500 franchi, da me o dai miei eredi! E, anche se sopravvissuta, non sarei più invitata per i 3 anni successivi. Sarebbe quindi comunque la morte civile! Nella migliore delle ipotesi, se poi arrivassi in ritardo anche con una seria giustificazione, troverei l’accesso alla sala da pranzo sbarrato e dovrei accontentarmi di un buffet freddo appositamente allestito in salotto. E non solo: entro le successive ulteriori 24 ore dovrei implorare perdono e chiedere indulgenza!


GASTRONOMIA / GALATEO

Non sto esagerando, mi sono solo calata nel ruolo di una signora borghese di inizio Ottocento alle prese con il galateo vigente! È il periodo in cui l’arte gastronomica passa dalle cucine delle grandi corti ai ristoranti e ai salotti, divenuti i nuovi punti di ritrovo dell’Europa nel XIX secolo. Nasce la nuova classe sociale, la borghesia, e si sviluppa un nuovo ambiente: la sala da pranzo. La servitù si riduce, il ruolo della donna si trasforma e le dame, e non solo, sono istruite anche da una serie di manuali per affrontare al meglio i nuovi compiti richiesti. È il periodo in cui accanto agli epicurei della tavola, i gourmands, compaiono altre figure di teorici e filosofi della gastronomia, i gourmets, figura tanto in voga in questi ultimi anni. Il termine, con il significato di garzone, venne anche incrociato con quello di gourmand, cioè goloso, ma inteso in senso dispregiativo come sinonimo di ingordo. L’espressione fu poi nobilitata da Grimod de la Reynière, con riferimento ad una persona dal palato fine, originariamente colui che era addetto alla degustazione di vini, successivamente il vero buongustaio. Gastronomo francese e autore della prima guida gastronomica della storia, l’Almanach des Gourmands, pubblicata a Parigi tra il 1803 ed il 1812, Grimod segnò ufficialmente l’inizio del giornalismo gastronomico. Riteneva inoltre che gli sconvolgimenti sociali avevano denaturato la grande arte del savoir vivre e il solo ricordo del periodo rivoluzionario era sufficiente per restringere l’esofago di un gourmand! Suo scopo era quindi faire bonne chère per sé e per gli altri. Come conseguenza nacque la sua seconda opera, il Manuel des Amphitryons, un testo fondamentale della civiltà del convivio e della gastronomia occidentale, per la necessaria rinascita dei piaceri della tavola, con ricette e soprattutto con le regole del galateo a tavola per la nuova società. Non era sufficiente essere ricchi, bisognava avere principalmente gusto, generosità, amore per l’ordine, educazione e molta discrezione. Esistevano doveri reciproci tra anfitrione e invitati per ottenere una giusta armonia sociale. L’Anfitrione dove-

va sapere tutto del menu, dei vini e degli ospiti: per rompere l’imbarazzo di chi non si conosceva, preparava in salotto giornali e giochi di società in attesa di iniziare la cena, considerato il pasto più importante della giornata, perché il momento dell’aperitivo non esisteva ancora. I segnaposti a tavola erano importanti, come anche la distribuzione dei bicchieri e dei vini, sino a pochi anni prima poggiati su un mobile a parte. Dopo una benedizione in silenzio, si poggiava il tovagliolo sulle ginocchia, annodato nei decenni precedenti prima attorno alla gola, poi passato sulla spalla, infine sull’avambraccio, sino ad arrivare sulla coscia. E la magia poteva avere inizio. La conversazione a tavola era considerato il momento più delicato: l’anfitrione doveva evitarne i pericoli sino al dessert, quando i valletti si sarebbero ritirati e in salotto, tra caffè e liquori, le chiacchere mondane avrebbero preso il sopravvento, giocando e anche cantando. Nei giorni seguenti l’incontro conviviale, non bisognava dimenticarsi dei ringraziamenti e Grimod ha indicato diverse tipologie di visite per onorare, se non addirittura venerare, i padroni di casa: dopo massimo 10 giorni dalla cena, ci si prodigava nelle Visites de digestion, seguendo le indicazioni su giorno e ora date dall’anfitrione. Dopo i successivi 15 giorni avvenivano le più importanti Visites d’appetits, considerate visite intelligenti per cercare di “guadagnarsi” un nuovo invito. Assolutamente vietata la visita nell’orario dei pasti,

perché poteva sembrare che si volessero scoprire i segreti culinari della casa! E oggi, come dobbiamo comportarci? L’ho chiesto ad una esperta di cucina e di etichetta, Claudia Bolliger, attuale Presidente dell’Association des Gourmettes del Ticino, fondata nel 1994. Scopo dell’Association, che dal 1980 a livello nazionale, insieme ad altre sezioni regionali, fa parte della Federazione delle Confraternite Bacchiche e Gastronomiche Svizzere, è quello di riunire signore che considerano la cucina come un’arte, un piacere, un biglietto da visita.

01 Grimod de la Reynière, Manuel des Amphitryons, contenant un Traité de la Dissection des viandes à table, la nomenclature des menus les plus nouveaux pour chaque saison, et des éléments de Politesse gourmande, Paris, 1808. Riedizione a cura dell'editore Tallone, Alpignano. 2015. 02 Le Signore Gourmettes del Ticino durante un loro incontro conviviale, da sin. : Vanna Bossi Fedrigotti, Corinna Giambonini, Kuniko Urbani, Catherine Gasser, Rose Menasche, Francesca Bonifaccio, Gibus Scatizza, Claudia Bolliger, Mary Mastroddi, Fulvia Sommaruga, Osvalda Varini, Linda Taddei, Christina Laubi, Franca Maccarrone, Donatella Martignoni. Seduta: Sussy Errera 02

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GASTRONOMIA / GALATEO

“Oggi nessuno è più così rigido è vero rimangono delle regole universali, ma alla base di tutto sono soprattutto necessarie qualità come la convivialità, la creatività e naturalmente l’amicizia.” «Oggi nessuno è più così rigido – sorride Claudia mentre ne discutiamo – è vero rimangono delle regole universali, ma alla base di tutto sono soprattutto necessarie qualità come la convivialità, la creatività e naturalmente l’amicizia. Una brava padrona di casa deve sempre saper intervenire in caso si presentino inconvenienti, sia in cucina che con gli ospiti. Prestiamo molta attenzione alla disposizione dei posti, abbinando tra loro persone che possano risultare compatibili. I gesti e le parole vanno usati con parsimonia, a seconda dei convitati, ma soprattutto bisogna riuscire a organizzare un momento unico da ricordare!». Nei galatei borghesi per istruire le donne, si trovavano indicazioni anche per andare a balli, teatro, nozze, e i cambi di toelette durante il giorno: per l’interno, per la passeggiata, per il pranzo della sera, per l’ora del the, alle colazioni fredde. Voi Gourmettes come vi organizzate? “Siamo molto flessibili, ma attente a tutto ciò che organizziamo e a tutto ciò a cui partecipiamo, e ci adeguiamo ai vari momenti: oltre alle nostre cene, dove cerchiamo sempre di avere ospiti competenti legati al tema scelto, partecipiamo a corsi, convegni, visitiamo mostre, organizziamo viaggi enoga-

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stronomici.Tutto all’insegna del sorriso!” Grimod scriveva che il menu non è cosa banale, è il risultato del fondamentale rapporto tra cuoco e anfitrione, in base alla disponibilità della dispensa, del mercato e della propria creatività, è come comporre una poesia. Comunicarlo prima dell’incontro forse servirebbe per preparare lo stomaco, ma preferiva che rimanesse segreto sino all’ultimo per sorprendere gli ospiti. Cosa ne pensano le Gourmettes? “Deve essere una sorpresa! Ci piace cercare sempre qualcosa di originale da proporre e ci divertiamo a studiare nuove ricette. Ogni incontro gastronomico comporta un lavoro di équipe da parte del gruppo di socie incaricato di cucinare e, oltre alla composizione del menu, spesse volte sviluppato su un tema e comunque sempre in accordo con l’offerta di stagione, vengono allestite e decorate le tavole in armonia con i cibi prescelti. La decorazione della tavola è molto importante. Fortunatamente tra di noi ci sono delle bravissime artiste che realizzano dei veri capolavori!” Particolare attenzione veniva inoltre riservata all’abbinamento dei vini. Appena fini-

to il potage, piatto principale senza il quale il menu non avrebbe avuto senso, arrivava il coup d’après, l’unico momento in cui si poteva bere vino senz’acqua. Dopo la carne, il coup de milieu, poi liquori, rum o cognac, e assenzio per aiutare digestione, tra un servizio e l’altro, per poi ricominciare. Era considerato maleducato lasciare vino nel bicchiere! “Anche noi diamo molta importanza ai vini – sottolinea Claudia – l’armonia enogatronomica è fondamentale! Ma ancora più importante è che il risultato del nostro lavoro porti gioia e divertimento a tutti, che faccia bonne chère come giustamente diceva Grimod!” È proprio un peccato, per non dire una grave mancanza, che il genere femminile del vocabolo gourmet non esista. Il dizionario francese esclude la donna buongustaia, ma la realtà è ben diversa fortunatamente! Insieme a Claudia e ad altre competenti Gourmettes abbiamo avuto un’invitante occasione per assaporare gli usi e costumi gastronomici di inizio Ottocento: la presentazione di un’edizione d’arte del Manuel des Amphitryons, edito a cura dell’editore italiano Tallone di Alpignano, durante una piacevole serata organizzata alla Fattoria Moncucchetto in collaborazione con la Libreria Choisi One at a time di Lugano. Tra simpatici suggerimenti e sapori raffinati, leggendo le pagine del Manuel, con ironica modestia, tutti ora potremmo cercare di invitare gli amici a un convivio particolare. Come suggeriva Grimod, ricordiamoci sempre che “il più grande oltraggio che si possa fare a un buongustaio, è interromperlo nell’esercizio delle sue mascelle”! Bonne chance!


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La nuova Classe E Berlina. Sa prevedere il futuro. E cambiarlo. Grazie ai suoi intelligenti sistemi di assistenza, la nuova Classe E Berlina vede i pericoli prima di voi. Se di fronte a voi dovesse ad esempio comparire improvvisamente un ostacolo, l’assistenza allo sterzo nelle manovre di scarto vi aiuta a evitare una collisione e a raggiungere la vostra meta in tutta sicurezza. Lasciatevi convincere dalla guida del futuro con una prova su strada.

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SEZIONE / TITOLETTO

Un catering a regola d’arte METAMORPHOSIS OFFRE UN VENTAGLIO DI OPPORTUNITÀ A LIVELLO DI EVENTI IN GRADO DI SPAZIARE TRA I ”GRANDI CLASSICI” NELLA PROPRIA LOCATION E LE PICCOLE GRANDI SFIDE DEI CATERING ESTERNI.

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gni catering si presenta come una sfida stimolante ed interessante perché mette la squadra davanti a limiti ed impedimenti più o meno importanti, quali spazi ristretti, mancanza della giusta attrezzatura di cucina, difficoltà logistiche di carico/scarico, condizioni metereologiche quasi sempre avverse… e chi più ne ha più ne metta! Nonostante questa premessa che potrebbe scoraggiare anche i più impavidi, per il team Metamorphosis questa situazione si presenta invece come una sfida per dimostrare al cliente, ma soprattutto per dimostrare a se stessi, quanto effettivamente sono validi e professionali. Durante il corso degli anni sono state


GASTRONOMIA / METAMORPHOSIS

affinate tutte le varie parti che compongo il complesso puzzle del catering in esterna. Questo grazie alla pluriennale esperienza radicata negli anni e nelle centinaia di catering fatti, a partire dai più piccoli per sole due persone fino ad arrivare a quelli in cui sono state servite più di 1.500 persone ospiti. Il vero punto di forza di Metamorphosis è la sua capacità di risolvere problemi a 360 gradi. Partendo dalla gestione del budget, alla proposta gastronomica, la ricerca di artisti, l’allestimento scenografico di arredo fino ad arrivare alla conclusione dell’evento, il tutto viene gestito in maniera razionale e logica dando al cliente un solo contatto interno e togliendogli quindi ogni fastidio legato alla realizzazione di un evento. Uno degli ultimi eventi realizzato da Metamorphosis è stato il catering svolto in Galleria Cortesi a Lugano. Grazie infatti al rapporto con i proprietari che va oltre la semplice collaborazione lavorativa, il team ha potuto mettere in atto tutte le tecniche e l’esperienza cumulata nel tempo per rendere l’evento indimenticabile. Le difficoltà per la creazione di questa serata non sono state però poche. Una delle prime a giocare un ruolo decisivo è stata senza dubbio la condizione metereologica che sembra sempre divertirsi nel vedere il team cambiare piani, allestimenti e materiale per adattarsi alle sue più pazze condizioni. Le previsioni per la serata in Galleria Cortesi sono infatti cambiate abbastanza volte per far noleggiare prima un gazebo aperto, per passare poi ad uno coperto e più protetto, fino a far prendere la decisione di

realizzare il catering nella cucina della Galleria, dove si è aperta un’altra sfida. Come da aspettative la cucina della Galleria non era attrezzata per una cena di 4 portate gourmet, quindi il team ha noleggiato forni, piastre ad induzione e cold box che hanno trasformato lo spazio in una cucina da far invidia a quella dei ristoranti stellati! Per coronare le difficoltà della serata, i tavoli molto vicini tra di loro per dare giustamente aria e sicurezza alle opere d’arte, hanno trasformato il servizio in un vero e proprio spettacolo circense tra equilibrismo e contorsionismo. Ma è bene quel che finisce bene, la cena si è rivelata un vero e proprio successo, tra risate e complimenti degli ospiti della Galleria il team ha concluso ancora una volta un evento con il sorriso sulle labbra!

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IL PARERE DELLO CHEF LUCA BELLANCA Ogni catering è una sfida vera e propria, un incentivo che ci spinge a migliorarci volta dopo volta e farci capire fino dove possiamo arrivare. Il nostro obiettivo è di dare la stessa identica qualità altissima che

diamo al ristorante, perché vogliamo far sentire il cliente coccolato in ogni occasione e location. La gioia più grande? Essere richiamati dallo stesso cliente più volte perché ci fa capire di aver fatto bene!”

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GASTRONOMIA / METAMORPHOSIS

In vetta al -1

Metamorphosis a Lugano

Gaucho Grill a Londra

Rebuchon a Parigi

Bam Bou a Lucerna Santceloni a Madrid

OSSIANO E BISTROT BAGATELLE A DUBAI, BAM BOU A LUCERNA, DA CRACCO A MILANO, BUDDHA BAR RESTAURANT A PRAGA, REBUCHON A PARIGI, SANTCELONI A MADRID, GAUCHO GRILL A LONDRA, IL FAMOSO RISTORANTE DELLA TRUMP TOWER, UNITI DA UN FORTE ELEMENTO CARATTERIZZANTE: TUTTI QUESTI E MOLTI ALTRI FAMOSI RISTORANTI DI PRIMO LIVELLO MONDIALE, SI TROVANO A UN PIANO INTERRATO.

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erto è che i piani interrati offrono un’ambientazione che non ha pari, consentendo di vivere appieno le emozioni del luogo e dei suoi menu, lontani da distrazioni e sguardi indiscreti.Il ristorante Metamorphosis di Paradiso è la risposta locale a questa nuova tendenza, trovandosi al primo piano interrato di una location prestigiosa caratterizzata da soffitti alti ben 12 metri e un’enorme vetrata che apre lo sguardo verso le palme, le montagne e il cielo. Un angolo di Paradiso! Un ambiente raccolto, intimo, curato nel

minimo dettaglio, luci soffuse, candele, piante di bamboo, opere d’arte ai muri e tanti piccoli dettagli che fanno la differenza. Servizio impeccabile, discreto e mai invadente coronano insieme ad una cucina da sogno che crea piatti unici, l’ambiente perfetto per qualsiasi occasione. Metamorphosis è in grado di offrire una location che si adatta alla perfezione a qualsiasi richiesta del cliente, da una semplice cena a lume di candela per due persone ad una riunione di vecchi amici o colleghi di lavoro. Oltre a ciò, al piano inferiore, ben 75 posti auto coperti.


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GASTRONOMIA / S.PELLEGRINO SAPORI TICINO 2016

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Un Ticino sempre più gourmet I PRIMI 10 ANNI DI S.PELLEGRINO SAPORI TICINO SI CHIUDONO CON UN’EDIZIONE INDIMENTICABILE: 60 STELLE MICHELIN, TUTTO ESAURITO ALLE CENE, UN FESTIVAL ENOGASTRONOMICO CHE SI CONFERMA UN APPUNTAMENTO DI LIVELLO INTERNAZIONALE. E ORA? SI GUARDA AL FUTURO, PER UN TICINO SEMPRE PIÙ GOURMET.

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empo di bilanci per il festival enogastronomico che, da 10 anni, tra maggio e giugno trasforma il Canton Ticino nella capitale svizzera dell’alta cucina. A giudicare dai numeri, l’edizione appena conclusasi di S.Pellegrino Sapori Ticino si conferma un grande successo di pubblico e un importante strumento di promozione turistica del nostro territorio. 60 stelle Michelin, 24 appuntamenti, 3.000 commensali entusiasti: la manifestazione cresce e, per il futuro, bollono già in pentola nuove ricette di successo. Orgoglioso dei risultati raggiunti, Dany Stauffacher ci ha raccontato la decima

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edizione del festival da lui creato: “Questa è stata la prima volta nel mondo che un tale numero di grandi Chef internazionali hanno cucinato durante un festival enogastronomico. Se consideriamo che il tutto avviene in Canton Ticino, e non in metropoli come New York o Londra, tutto assume un “gusto” diverso. Sono profondamente convinto che il settore turistico svizzero debba puntare sulla qualità e sull’innovazione, soprattutto dopo l’abbandono della soglia minima di cambio franco-euro. Questa è la sola via praticabile e vincente. Considerato il livello dei prezzi elvetici non possiamo puntare sul turismo

di massa, ma cercare di attrarre il visitatore individuale di qualità». E l’eccellenza è stata davvero l’assoluta protagonista di un evento unico, mai realizzato prima, che ha riunito in un’unica kermesse alcuni tra i più rinomati rappresentanti dell’alta ristorazione mondiale. Ad aprile il festival è iniziato con tre appuntamenti oltre Gottardo: a Vitznau presso il Park Hotel Vitznau, poi a Losanna al BeauRivage Palace e quindi a Basilea al Grand Hotel Les Trois Rois, dove gli Chef ticinesi sono stati ospiti di grandi alberghi del gruppo Swiss Deluxe Hotels, storico brand che riunisce i migliori alberghi cinque stelle


GASTRONOMIA / S.PELLEGRINO SAPORI TICINO 2016

01 Sgombro reale, ravanello, mandorla Piatto dello Chef Rolf Fliegauf 02 La splendida sala da pranzo del Beau-Rivage Palace di Losanna, sede della seconda trasferta di S.Pellegrino Sapori Ticino 03 da sinistra: Guido Comis, Margherita Stabiumi, Maurizio Donzelli, Stefano Cortesi 04 da sinistra: David Perez, Othmar Schlegel, Andrea Bertarini, Domenico Ruberto, Frank Oerthle, Egidio Iadonisi, Pablo Löhle dietro al simbolo del Grand Hotel Les Trois Rois di Basilea

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lusso della Svizzera. «Queste cene di gala – prosegue Dany Stauffacher – hanno aperto, come di consueto, la manifestazione con l’intento di promuovere l’enogastronomia di qualità ticinese, grazie alla partecipazione di molti dei migliori Chef presenti sul territorio come Lorenzo Albrici, Andrea Bertarini, Rolf Fliegauf, Salvatore Frequente, Egidio Iadonisi, Frank Oerthle, Eros Picco, Dario Ranza, Domenico Ruberto, Othmar Schlegel, Andreas Schwab, Ambrogio Stefanetti, con la collaborazione dei padroni di casa Pablo Löhle, Christian Nickel e Didier Schneiter. Dopo le prime serate di gala, S.Pellegrino Sapori Ticino ha fatto rotta verso casa, dove sono iniziate le cene, tutte sold out, che hanno visto come ospiti alcuni tra i più importanti Chef italiani e internazionali del momento». «Un aspetto importante di S.Pellegrino Sapori Ticino 2016 – racconta ancora Dany Stauffacher – è stato rappresentato dagli eventi speciali che hanno arricchito la manifestazione aprendosi al territorio e incontrando nuovi target di persone. Così, per esempio, una nuova iniziativa era dedicata a S.Pellegrino Young Chef, il progetto di talent scouting mondiale rivolto ai giovani Chef under 30. Al Seven The Restaurant di Lugano, Luca Orini ha ospitato il giovane irlandese Mark Moriarty, vincitore dell’e-

dizione 2015, insieme a Martin Elschnerr (vincitore svizzero), Paolo Griffa (vincitore italiano) e Francesco Sangalli (miglior dessert della finale svizzera). Un’intera serata ha visto come protagonista il grande chef Norbert Niederkofler (Rosa Alpina Hotel&Spa di San Cassiano in Badia) con un incontro all’insegna del suo credo: l’etica applicata al cibo. Anche quest’anno un grande successo ha contraddistinto il Déjeuner au Château presso la Tenuta Castello di Morcote: un pranzo solo a base di pesce preparato da alcuni Chef dell’asso03

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04 Dany Stauffacher 05 Da sinistra Giuseppe Rossi, direttore dell’Hotel Splendide Royal, Urs Langenegger, direttore Park Hotel Vitznau, Dany Stauffacher, ideatore di S.Pellegrino Sapori Ticino, Yan Brucker e Siro Barino (presidente e Managing Director di Swiss Deluxe Hotels) 05

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ciazione “Le Soste” come Philippe Léveillé (Miramonti l'altro, Concesio), Emanuele Scarello (Agli Amici dal 1887, Udine), Alfio Ghezzi (Locanda Marcon, Trento) ed Errico Recanati (Andreina, Loreto). Complessivamente, 6 stelle Michelin unite nella suggestiva cornice di questo storico castello medievale. Tre serate lounge sono poi state dedicate ai giovani Chef ticinesi con lo scopo di avvicinare le nuove generazioni al mondo gourmet con un costo contenuto in

location alla moda come Al Lido di Lugano, il Blu Restaurant & Lounge di Locarno e il Seven Lugano - The Lounge. E, ancora, TI Ho Raccolto: una camminata dedicata al cibo e alla conoscenza dei prodotti del nostro territorio, in collaborazione con TIOR e i contadini del Piano di Magadino. Lo scopo era quello di unire le eccellenze del territorio con l’estro di Chef, anche stellati, sotto la guida di Lorenzo Albrici. Senza naturalmente dimenticare le serate delle donne con le due Chef Luisa Valazza e Anna Matscher (vedi box)». «Da ultimo – conclude Stauffacher – è bene ricordare la base portante di questa manifestazione: da dieci anni la costante che ci ha sempre animato è quella dell’amore per il nostro territorio. Anno dopo anno, il Ticino ha saputo imporsi come crocevia dell’enogastronomia di qualità, ritagliandosi un posto importante nel panorama degli eventi internazionali di alta cucina. Ne è importante testimonianza la copertura mediatica che questo evento riceve costantemente attraverso carta stampata, televisioni, radio, web e social media. Questo prova che oggi comunicare con il cibo e il vino di qualità è un fattore vincente. Un ruolo di primo piano spetta in ogni caso alla nostra rivista, completamente rinnovata nei contenuti e nella veste grafica, che per l’edizione del 10°Anniversario di S.Pellegrino Sapori Ticino ha contato 180 pagine, è stata redatta in 4 lingue e ha avuto una tiratura di 20.000 copie».


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I PROTAGONISTI DELLE SERATE La serata di apertura è stata dedicata agli Chef del gruppo Swiss Deluxe Hotels, presso l’Hotel Splendide Royal di Lugano, dove Domenico Ruberto ha ospitato i colleghi Nenad Mlinarevic (Restaurant Focus – Park Hotel Vitznau), Heiko Nieder (The Restaurant – The Dolder Grand, Zürich) e Thomas Neeser (Grand Hôtel Du Lac, Vevey) per una serata a 5 stelle Michelin. Thomas Bühner 01 del ristorante La Vie di Osnabrück (Germania) è stato ospite di Luca Orini presso il Seven Lugano - The Restaurant. Nel 1996 Bühner ha ottenuto la prima stella e, anche dopo 20 anni, la sua ascesa verso le vette dell’alta gastronomia internazionale è inarrestabile. Nel 2012 le stelle si sono triplicate grazie ad una cucina di avanguardia che lui chiama tridimensionale: al gusto e all’aroma della materia prima ha aggiunto una tecnica che predilige le cotture a bassa temperatura e una sapiente composizione orchestrale dei suoi menu. Presso l’Hotel Eden Roc di Ascona lo chef Salvatore Frequente ha

accolto Massimo Bottura 02 dell’Osteria Francescana di Modena, numero due al mondo secondo la classifica World’s 50 Best Restaurants di S.Pellegrino: uno dei massimi esponenti della cultura gastronomica contemporanea, grazie alla consapevolezza che il cibo non è solo tradizione ma anche rito e celebrazione della vita. Eleganza e sperimentazione sono i cardini del suo lavoro in cucina, da sempre accompagnati dal rispetto per la materia prima e da una conoscenza approfondita della tradizione. Dall’Enoteca Pinchiorri di Firenze, è arrivata Annie Féolde 03 che, insieme all’Executive Chef Riccardo Monco e allo Chef di Cucina Alessandro Della Tommasina, è stata ospite di Dario Ranza presso il suggestivo scenario di Villa Principe Leopoldo, a Lugano. Da quando con il marito Giorgio Pinchiorri diede inizio all’avventura della celebre enoteca fiorentina, Annie non ha mai smesso di innovare la tradizione culinaria italiana e toscana, con guizzi contemporanei che raccontano la sua proverbiale curiosità e voglia continua di stupire. Nel

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AL METAMORPHOSIS TRIONFANO LE DONNE Evento nell’evento, presso il Ristorante Metamorphosis di Lugano, due serate sono state interamente dedicate alle donne, rispettivamente con le Chef Luisa Valazza (Ristorante Al Sorriso, Soriso) e Anna Matscher (Zum Löwen, Tesimo) che hanno deliziato il palato di un pubblico interamente al femminile. Le serate si sono svolte all’insegna di una calda accoglienza con la presenza di numerose signore impegnate con successo nella vita politica, dello spettacolo, delle professioni in Ticino e non solo. Luisa Valazza è oggi una delle più celebri interpreti, dell’arte culinaria mondiale. La sua cucina rispecchia esattamente ciò che è: una donna schietta e sincera che ama le tradizioni gastronomiche del territorio e ripropone con creatività piatti preparati con il cuore, dove tecnica e ricerca sono uniti a una profonda dedizione. Cura e rispetto per la scelta delle materie prime sono alla base della sua filosofia, valorizzandone le peculiarità e proponen-

do nelle sue ricette affascinanti sensazioni multisensoriali. Laureata in lettere e pittrice per passione, anche le sue creazioni in cucina sono il frutto di una scelta cromatica che sta a simboleggiare un impatto visivo sinonimo di freschezza ed eccellenza degli ingredienti. Anna Matscher, una stella Michelin in Alto Adige si è consacrata anima

e corpo all’arte gastronomica e, assieme al marito Alois, dirige dal 1987 il ristorante Zum Löwen di Tesimo, non lontano da Merano. La sua filosofia in cucina s’ispira a una cucina senza fronzoli, semplice ma raffinata, che esalta la sua passione per i prodotti locali, spesso raccolti nel suo orto, un hobby che coltiva con amore.

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’93 la Féolde è stata la prima donna in Italia a conquistare tre stelle Michelin, nel 1993. Presso l’Hotel Splendide Royal di Lugano, lo chef Domenico Ruberto ha ospitato Pascal Barbot 04 (L'Astrance, Parigi). Minimalista e romantico, Barbot trova conferma delle sue radici attraverso una interpretazione personale e sognante della cucina, con uno sguardo che regala ai suoi piatti leggerezza ed equilibrio. Grande viaggiatore, si nutre delle esperienze del mondo per ripensare le sue ricette. Il Conca Bella – Enoteca Ristorante Hotel Vacallo, ha ospitato un altro mito della cucina italiana: Niko Romito 05, che dal Ristorante Reale di Castel di Sangro, ha incontrato il talentuoso e stellato Andrea Bertarini. Anticonformista ed eclettico, Romito fugge le categorizzazioni per esprimere al meglio la sua vivacità intellettuale in cucina, dove il protagonista assoluto rimane sempre l’ingrediente. Il Castello del Sole di Ascona ha visto l’arrivo da Basilea di Peter Knogl 06 (Restaurant Cheval Blanc), ospite di Othmar Schlegel. Knogl è dal 2007 Chef de Cuisine del ristorante del Grand Hotel Les Trois Rois presso la città svizzera affacciata sul fiume Reno, al confine con Francia e Germania. Originario della Bassa Baviera, Knogl ha la capacità di trasformare materie prime spesso inedite e inusuali in composizioni delicate e armoniose, dalla forte personalità. I fratelli Enrico e Roberto Cerea 07, sono stati ospiti di Eros Picco al The View di Lugano, direttamente dal Ristorante Da Vittorio (Brusaporto, BG). Insieme al fratello Roberto, Enrico ha saputo aggiornare e rivitalizzare la tradizione lombarda senza mai perdere di vista la stagionalità. Ogni ingrediente, che si tratti di carne, pesce, verdure o erbe, nelle loro mani viene declinato con uno stile originale e sensibile, con occhio attento alla cucina del benessere. Dalla Germania è arrivato anche Christian Bau 08 (Victor's Fine Dining), ospite di Nicola Costantini presso il Ristorante Ciani di Lugano. Proveniente dalla fucina di talenti di Harald Wohlfahrt, a 34 anni è stato eletto il più giovane cuoco della Germania con tre

stelle Michelin. Oggi la sua arte culinaria è sinonimo in tutto il pianeta di una cucina leggera e aperta al mondo con una firma assolutamente personale che gioca in modo cosmopolita con raffinate influenze giapponesi. Jonnie Boer 09 (De Librije, Zwolle, Paesi Bassi), è stato ospite di Egidio Iadonisi presso lo Swiss Diamond Hotel di Vico Morcote. La cucina di Boer è sinonimo di qualità, semplicità, gusto e sense of humor: la sua ispirazione più forte è ancora oggi la natura in tutte le sue forme. Nel 1999, Boer fu il più giovane chef olandese a meritare la seconda stella Michelin. Eric Pras 10 (Maison Lameloise, Chagny, Francia) è stato accolto da Frank Oerthle presso il Ristorante Galleria Artè al Lago del Grand Hotel Villa Castagnola di Lugano. Pras rappresenta il vero spirito della ristorazione a tre stelle, unendo l’approccio semplice al tocco fantasioso. Il risultato è una cucina evolutiva, delicata e sensibile, che rispetta il prodotto con la tecnica e la tradizione con l’intelligenza creativa. Con lui gli ingredienti diventano distinti e allo stesso tempo complementari. La festa finale della manifestazione si tenuta al Grand Hotel Eden di Lugano e ha avuto come protagonisti 4 storici nomi che hanno fatto, e continuano a fare, la storia della ristorazione svizzera come Pierrot Ayer (Les Pérolles, Friborgo), fresco presidente delle Grandes Tables de Suisse, Stéphane Décotterd (Le Pont de Brent, Brent), Alain Bächler (Des Trois Tours, Friborgo) e Pierrick Suter (Hotel de la Gare, Lucens).

SAPORI TICINO Via Beltramina 15b 6900 Lugano www.saporiticino.ch Tel. 091 976 06 00 Fax 091 976 06 02


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GASTRONOMIA / PORTO POJANA – RISTORANTE TERMINUS

Tutto il sapore del mare in riva al lago A CHI POSTEGGIA LA MACCHINA NELL'AMPIO PARCHEGGIO O PER CHI ATTRACCA AI PICCOLI MOLI, IL PORTO POJANA - RISTORANTE TERMINUS APPARE IN TUTTA LA SUA RITROVATA FIEREZZA. RIAPERTO DOPO UN ANNO DI LAVORI, IL PICCOLO BORGO DEL GUSTO È INCASTONATO TRA TERRA E LAGO A RIVA SAN VITALE, NELLA FRAZIONE DI POJANA, E SI PRESENTA MODERNO, ELEGANTE, ACCOGLIENTE: UN SICURO RIFUGIO DEL MODERNO VIANDANTE A CACCIA DI EMOZIONI GASTRONOMICHE.

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retto alla fine dell'800 come punto di ristoro per le diligenze che transitavano tra San Gallo e Varese (da cui il nome Terminus), la struttura si è progressivamente ingrandita trasformandosi, intorno agli anni '80, in un fabbricato dotato di ristorante e alloggi. Sulla base di alcuni caratteri particolari, una facciata rosa, un'altra in legno a spina di pesce, il prevalente colore grigio tipico dei Terminus, è stato sviluppato un progetto che ha

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saputo rispettare l'esistente, cercando al contempo di ricreare un'armonia tra i diversi corpi di quello che può essere definito un piccolo borgo. La proprietà ha voluto al proprio fianco uno chef di provata esperienza che potesse fungere da consulente in ogni fase e dettaglio della progettazione. Un professionista come Andrea Levratto che ha ereditato la passione per la cucina dai genitori e che, dopo la Scuola Alberghiera di Finale Ligure, ha lavorato in locali di grido come il


Palace St. Moritz, il ristorante Da Candida a Campione d'Italia, il Cipriani a Londra, il Billionaire a Porto Cervo e il Metamorphosis a Lugano. Appena varcato l'ingresso si rimane subito piacevolmente impressionati da una vetrina inserita in un bel mobile moderno, dove il pescato invita al convivio, anche perché, girato appena lo sguardo, si possono vedere i cuochi al lavoro nella cucina a vista. E dietro alla bella esposizione di pesce, ecco la prima sala da pranzo, contigua al bar di servizio con soffitto di mattoni a volte, così come l'incantevole cantina a ridosso montagna, che può ospitare degustazioni grazie a un arredamento studiato nei minimi particolari. Lo stile moderno che si riallaccia, rivisitandola, alla tradizione delle pescherie, gioca sempre sul cromatismo di migliaia di piastrelle del tutto particolari che ricoprono le pareti, e che

mutano man mano che si sale al secondo piano. La sala con caminetto a vista, tavoli rotondi finemente apparecchiati, grande tavolo ovale con divanetto per 10 persone. Le ampie vetrate che aprono lo sguardo sul lago, accompagnano il cliente

a gustare in assoluto relax i piatti migliori anche nella successiva saletta con tavoli rotondi e divani in stoffa. Un'atmosfera ovattata che si ritrova anche nella sala fumatori, con caminetto e divani in pelle dove abbinare un buon sigaro a un distillato. Lungo il loggiato anche una sala riunioni attrezzata, così da permettere alle aziende di poter organizzare i propri ritiri al Porto Pojana; una terrazza verso Brusino ha suggerito lo spunto per la creazione di una serra, che sfrutta le grandi vetrate verso lago e il tetto trasparente verso monte per offrire un impareggiabile contatto con la duplice natura del posto, lacustre e boschiva. A piano terra, al secondo e terzo piano sono previste alcune camere duplex e appartamenti, per fare del Porto Pojana un'oasi dei gusti mediterranei. «La filosofia gastronomica è improntata sulla costante ricerca della materia prima migliore - spiega Andrea Levratto - e su tecniche culinarie che permettono di valorizzare i prodotti all'insegna della semplicità. Quando si può lavorare con prodotti di grande qualità che seguono l'alternarsi delle stagioni, è difficile rovinarli. In linea di massima l'offerta sarà incentrata sul pesce di mare, ma sarà possibile gustare anche alcune ricette a base di pesce di lago e di carne. La carta dei vini sarà altrettanto curata e proporrà etichette internazionali e ticinesi». 01 Lo Chef Andrea Levratto

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GASTRONOMIA / RISTORANTE DESEO

Tradizioni iberiche nel piatto

DI GIACOMO NEWLIN

A LUGANO SONO PRESENTI ALCUNI LOCALI ETNICI, MA UNO CHE RAGGRUPPASSE LE TRADIZIONI GASTRONOMICHE IBERICHE EUROPEE E D’OLTREMARE FINORA MANCAVA.

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a pochi mesi, nella centrale via Canonica a Lugano, ha aperto le porte il ristorante “Deseo” che ha un significato evocativo: desiderio. Il desiderio di consumare un pasto speciale, non il solito, qualcosa cioè di sfizioso, di diverso rispetto alla quotidianità. In effetti l'idea del titolare Ricardo Pinto, che prende ispirazione da alcuni piatti che scopre durante i suoi viaggi, ed è proprio quella di presentare all’avventore di mezzogiorno e della sera, proposte di una cucina che possiamo definire “fusion”, poichè rispecchia le esperienze fatte dallo chef un po’ in tutto il mondo: in Africa, in Asia e nelle Americhe, sempre però con la costante di una matrice spagnola o meglio iberica e per estensione, mediterranea. Lo chef, Ricardo Oliver Lopez, maiorchino con un ricco bagaglio di frequentazioni professionali, non da ultimo come cuo-

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co personale sullo yacht del principe del Kuweit, coadiuvato da Giuseppe Donato, sous chef e specialista nei dolci, propone una cucina ricca di sapori e colori che mettono gioia, in un ambiente poi, simpatico e giovanile dove i dettagli d’arredamento fanno la differenza e appagano gli occhi del cliente attento. Non si dice che l’occhio vuole la sua parte? In sala i giovani Cristian Pecoraro e Matteo Salvi non hanno difficoltà a mettere a proprio agio chi entra passando dal bar per assaggiare magari un aperitivo personalizzato. Bar dove al mattino un’attrazione è rappresentata dal sorriso inebriante di


GASTRONOMIA SEZIONE / RISTORANTE / TITOLETTO DESEO

RISTORANTE DESEO Via Canonica 5 6900 Lugano Tel. +41 (0) 91 – 923.37.66 info@deseo.restaurant www.deseo.restaurant

gastro

dettaglio

Edina Santos che serve cappuccini e brioches. Ma vogliamo fare qualche esempio di piatti che vanno per la maggiore? Ecco allora che sulla carta leggiamo le proposte, alcune delle quali abbiamo testato con piena soddisfazione. Si può iniziare con una Tortilla spagnola o un crudo di Patanegra tagliato al coltello; i classici del locale sono le tartare, di salmone, tonno o manzo, mentre su riservazione non poteva mancare la Paella, un piatto che fa parte della tradizionale cucina valenciana, ma che in questo caso definiamo genericamente spagnola, anche perché lo chef la presenta in un modo del tutto personalizzato e direi decisamente gustoso, nelle versioni: di verdure, mista o di pesce e crostacei. Buona la scelta di pesce mentre tra le carni sono da citare il Tomahawk, una costata con osso per grandi appetiti o semplicemente per due persone; poi il maialino al forno, il pollo al sesamo o la Tajine d’agnello. Per terminare, i dolci nella loro semplicità ma non banalità, sono deliziosi. La scelta dei vini spazia, ovviamente dalla Spagna, poi dal Sudamerica, mentre non mancano alcune buone etichette ticinesi per accompagnare vivande che hanno sempre un tocco innovativo pur nella scia di una tradizione ispanica e più in generale mediterranea, consolidata. Il locale segue questi giorni e orari di apertura: Lunedi 07:00 -14:30; da Martedi a Venerdì 07:00 - 24:00; Sabato 18:00 - 24:00. 01 Da sinistra a destra: Ricardo Pinto, Yara Rossi, Christian Pecoraro

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SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

Mille opportunità di relax & divertimento

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SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

ST.MORITZ HA BISOGNO DI BEN POCHE PRESENTAZIONI, DA OLTRE CENT’ANNI È SULLA CRESTA DELL’ONDA E UNO DEI LUOGHI DEPUTATI DEL JET SET INTERNAZIONALE. LA RAGIONE STA IN UN COCKTAIL DI BUONI MOTIVI CHE VANNO DALLA COLLOCAZIONE GEOGRAFICA ALLA PRESENZA DI UNA STRUTTURA RICETTIVA DI PRIMORDINE, DALLA BELLEZZA PAESAGGISTICA ALL’INNEVAMENTO QUASI SEMPRE ASSICURATO, DALLA VARIETÀ E QUALITÀ DELLE PASSEGGIATE ED ESCURSIONI ESTIVE.

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SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

GRANDIOSO SCENARIO NATURALE

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a parte meridionale delle Alpi Orientali, in cui si trova l’Alta Engadina, rappresenta una testimonianza grandiosa dei movimenti della crosta terrestre, quando milioni di anni fa questi rilievi ebbero origine dallo scontro delle placche continentali. Sulle vette più famose è stata e viene tuttora scritta la storia dell’alpinismo, primo tra tutti il Pizzo Bernina (4049 m). La sua particolare morfologia, costituita da esili creste, picchi imponenti e laghi alpini dal blu cangiante, suscita sempre grande meraviglia. Il massiccio montuoso che circonda la valle dell’Engadina non è avaro di luoghi spettacolari: ghiacciai perenni, viste mozzafiato dalla “balconata delle Alpi” con

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vette oltre i 3-4 metri e numerosi laghi che illuminano d’argento la valle. L’area del Bernina compresa tra Morteratsch e Cavaglia attira ogni anno migliaia di visitatori per le sue incredibili bellezze naturali. La vista mozzafiato dalla Diavolezza sul massiccio del Bernina, il sentiero tematico che conduce al ghiacciaio del Morteratsch e le affascinanti marmitte dei giganti a Cavaglia hanno come comune denominatore i ghiacciai perenni. In questo contesto si inserisce anche l’Ecosentiero di Repower, che dall’Ospizio Bernina conduce a Cavaglia attraverso l’incantevole paesaggio di Bernina Glaciers. Le aree di maggior interesse sono ben collegate fra loro grazie alla

linea ferroviaria del Bernina, patrimonio mondiale dell’Unesco, e risultano quindi facilmente raggiungibili. Con il Glacier Express è possibile concedersi una spettacolare traversata delle Alpi svizzere da St. Moritz a Zermatt, magari gustando, durante il viaggio, un pranzo preparato al momento e servito al posto, mentre le montagne sfilano davanti alle vetrate panoramiche. Per un viaggio al chiaro di luna, è disponibile il Bernina/Alp Grüm una carrozza panoramica della Ferrovia retica conduce da St. Moritz all’ Alp Grüm. A destinazione, dopo l’aperitivo, di rigore la fondue di formaggio. Il ritorno regala poi l’emozione del grandioso universo alpino rischiarato dalla luna.


SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

TREKKING & MOUNTAN BIKE

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altopiano dell’Engadina, con 580 chilometri di rete escursionistica, è un vero paradiso per il trekking. I contrasti che plasmano questa regione qui si mostrano ancora più affascinanti. I dolci cocuzzoli dei monti, con rigogliosi prati alpestri, si allungano accanto a ghiacciai, cime innevate e laghi scintillanti. È così possibile vivere la natura con un’escursione su una delle numerose vie panoramiche, durante un’interessante camminata a tema, con una passeggiata lungo i laghi scintillanti o in un trekking di più giorni. L’ampia rete escur-

sionistica comprende anche tragitti accessibili alle carrozzine, particolarmente adatti alle famiglie. Il Maloja, in particolare, offre eccellenti opportunità alle famiglie, con attività speciali per i bambini e divertimento per tutti - all’insegna del relax per i genitori. L’avventura inizia proprio dietro l’angolo: innumerevoli parchi giochi, zone picnic attrezzate vicino ai laghi balneabili e altro ancora. I paesaggi sono selvaggi e romantici: anche in sella al cavallo o il mulo, sulle piste per l’in-line o dondolandosi sui rami di pino del “Percorso Avventura”. A chi invece preferisce avventurarsi in un

più lungo tour di montagna, i comprensori di Corviglia/Piz Nair, Corvatsch/Furtschellas, Diavolezza e Muottas Muragl/Alp Languard, tutti raggiunti dagli impianti di risalita, dischiudono affascinanti escursioni in quota con vista spettacolare. I sentieri sono tutti ben segnalati e marcati secondo le indicazioni della BAW Bündner Wanderwege (itinerari escursionistici grigionesi). I sentieri mountain bike in Engadina garantiscono 400 km di puro divertimento. Chi va cercando la salita più bella, la discesa più spettacolare o il panorama più favoloso approfitterà dei consigli degli esperti: in Engadina si propongono escursioni organizzate con accompagnamento, a tutti i livelli. Gli specialisti sono a disposizione: nei Mountain bike-Hotels si offre servizio extra. Con gli impianti di risalita anche i biker più ambiziosi raggiungono traguardi grandi e dimensioni nuove. E per chi non vuole fare fatica la E-bike porta in cima davvero tutti, sia in gite guidate di gruppo che individuali. Una batteria fornisce energia aggiuntiva, e pedalare diventa un gioco da ragazzi. I grandi dislivelli sono affrontabili anche dai mountain biker meno allenati – e le esperienze naturali diventano grandi. Chi ha voglia, si metterà in viaggio da solo. Chi preferisce la compagnia, si aggregherà a una gita tematica guidata. Le E-Bikes saranno ritirate al punto di arrivo.

IDEE NUOVE E ORIGINALI

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ndare a piedi nudi su prati e acqua, un viaggio alla scoperta dei sensi nel bosco Stazerwald o una passeggiata rigenerante con tutta la famiglia. Questo e altro ancora offrono i nuovi trail da percorrere a piedi nudi a Celerina. I sentieri da percorrere a piedi nudi sono pensati per gli escursionisti che desiderano scoprire la natura senza scarpe. E le ragioni per farlo sono molte: camminare a piedi

nudi irrora di sangue i piedi e ha effetti positivi sul benessere fisico. Il sistema cardiocircolatorio si rinnova, si rafforza la vitalità e si attivano le difese immunitarie. Se in più, come accade in Engadina, il paesaggio è di quelli che fa battere il cuore, l’esperienza della natura è ispirante e perfetta. I nuovi trail da percorrere a piedi nudi attraversano infatti la magnifica natura attorno a Celerina con l’attrazione principale del bel bosco Stazerwald.

Un’esperienza che risveglia tutti i sensi. I trail da percorrere a piedi nudi sono adatti per adulti e per famiglie con bambini. Il fondo si alterna tra acqua, prati e sentieri nel bosco. Chi è alla ricerca di ispirazione può percorrerli da solo; le coppiette vi troveranno tempo e piacere a due, mentre i gruppi promuovono il loro spirito di gruppo. In qualsiasi modo si percorrano i sentieri a piedi nudi, le impressioni sensoriali fanno semplicemente bene.

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SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

GOLF A 360 GRADI

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l merito è degli inglesi, che alla fine del 1800 hanno dato il via alla tradizione: un fazzoletto di terra a 1860 m divenne un fairway. Oggi l’Engadine Golf Club, coi suoi oltre 1200 membri, è uno dei più grandi della Svizzera, quelli dell’Engadina sono i campi da golf più speciali del mondo. Già oltre 100 anni fa i golfisti avevano scoperto il parco del Kulm: un paesaggio golfistico ben al di sopra della quotidianità. Oggi l’impianto è fra i più alti d’Europa, caratterizzato da un ritmico alternarsi di paesaggio autentico e architettura hightech. Grazie alle sue brevi distanze su un percorso collinare, esso è una sfida per tutti i golfisti.

La Kulm-Golfakademie offre il giusto sostegno a ogni handicap. Il Driving Range con 16 postazioni e i Pitching e Putting Greens possono essere utilizzati, non sono necessarie cognizioni di golf. Al Semedan Golf giocare significa battere record, in ogni senso. Il campo, costruito nel 1893, non solo è il più antico della Svizzera ma anche uno dei primi del continente europeo, e con la sua altitudine di 1800 m anche uno dei più alti. Inoltre, è circondato dalle cime più alte delle Alpi orientali, dotato di un’infrastruttura modernissima, compreso il driving range coperto e una zona per shortgame, per garantire di allenarsi al meglio. Il campo a 18 buche di Zuoz-Madulain, inaugurato da pochi anni, offre possibilità di gioco interessanti e varie, per tutti i livelli, con un magnifico scenario, il placido corso dell’Inn e le cime delle Alpi altoengadinesi.

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TANTI SPORT ALL’ARIA APERTA

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n sella a un cavallo, percorrere i sentieri delle carovane da soma e attraversare valli laterali pittoresche, respirando il profumo intenso dei larici o quello dei prati alpini fioriti. St. Moritz propone una vasta offerta di sentieri da scoprire in sella al cavallo oltre a scuderie competenti, sia per gli appassionati che per chi deve mettere il proprio cavallo a pensione: sia gli ospiti che gli amanti degli sport equestri saranno sempre soddisfatti dell’offerta della regione. In Engadina il tempo è quasi sempre

ideale per farsi un bagno. I laghetti di montagna d’estate si riscaldano, sino a raggiungere una piacevole temperatura di 20°. Particolarmente idilliaco il «Lej Nair», 200 m sotto l’Hahnensee, raggiungibile solo a piedi. Non lontano si trova il «Lej Marsch», che grazie alla sua posizione riparata dal vento e la vicinanza al parcheggio del trampolino è uno dei laghi balneabili più popolari. Un’altro lago assai amato è quello di Staz, fra St. Moritz e Pontresina. Per raggiungere le fresche acque del lago di Cavloccio ci vuole un’ora dal Maloja, mentre i


SPECIALE ST. MORITZ / RELAX & FUN

regna la calma assoluta. 1800 metri di altitudine, vento forza 3 – 6 sono le condizioni ideali per svolgere quelle regate che sono il culmine della stagione, valide per i campionati svizzeri, europei e in parte anche del mondo. Non mancano in tutta la regione bellissimi stabilimenti termali, a partire dalle le terme di Samedan, dove si celebra un vero rituale balneare in acqua minerale ricca di zolfo, proprio alla fonte; oppure bagno alpino, idromassaggio, vasca calda, bagni di vapore alle erbe o caldi e la vasca sul tetto con vista sulle montagne o la bellissima piscina, sauna e idromassaggi all’Hotel Kronenhof. Più per famiglia la Bellavita Piscina e Spa di Pontresina, divertimento in piscina per grandi e piccini: lo scivolo a tubo Blackhole, lungo 75 m, il parco con giochi d’acqua, la ricca offerta di saune, bagno turco, massaggi, oltre alla piscina esterna riscaldata. laghetti del golf sono proprio sulle rive dell’Inn. Grazie agli angoli attrezzati per i picnic, i grill e un parco giochi essi sono particolarmente amati dalle famiglie. E poi kite, surf, vela. Il leggendario vento del Maloja rende tutto possibile: l’idilliaco lago di Silvaplana, a 1800 m, è ormai un culto nella scena degli amanti del vento e del kitesurf, da quando il pioniere del kitesurf Stefan Popprath ha stabilito qui la sua base tecnica. Tutti possano partecipare alla maratona surf «Engadin Wind», dove è possibile incontrare anche i più bravi professionisti di questo sport. Senza dimenticare le uscite in barca a vela, anche quando altrove TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SPECIALE ST. MORITZ / CALENDARIO

Un fitto calendario di appuntamenti Festival da Jazz St. Moritz 07.07.2016 - 07.08.2016

SE L’INVERNO COSTITUISCE LA STAGIONE TURISTICA PRINCIPALE, ANCHE IL ESTATE MANIFESTAZIONI CULTURALI E SPORTIVE DI PRIM’ORDINE COSTELLANO DI ATTRAZIONI IL CALENDARIO DEGLI EVENTI DELLA REGIONE ENGADINA ST. MORITZ.

Ogni anni la perla dei festival jazz europei trasforma il mitico Dracula Club in un Blue Note alpino. Stelle nascenti e affermate si danno appuntamento in una cornice familiare. Il Festival propone un interessante repertorio di musica jazz funk, jazz-soul, swing, bossa nova, singer songwriter, mainstream, bebop, postbop fino ai ritmi del blues e gospel. Sul grande palco saliranno i migliori talenti internazionali. Per ogni concerto il numero di ospiti è limitato a 150 persone e questo permette di ascoltare stupende note musicali nelle immediate vicinanze dei talentuosi protagonisti.

23° British Classic Car Meeting 08.07.2016 - 10.07.2016

Un evento di spicco per i fan delle auto d’epoca inglesi. Un raduno di vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo in un contesto di eleganza e classe, con numerosi eventi collaterali.

Maserati sponsorizza il gioco del polo sul ghiaccio Tra gennaio e febbraio St. Moritz diventa la capitale mondiale degli sport sul ghiaccio e sulla neve. Tra i numerosi eventi spicca, per la qualità dei partecipanti e il gradimento degli spettatori, Snow Polo World Cup, l’affascinante gioco con la palla su cavalli e uno dei tornei più importanti sulle acque ghiacciate del Lago di St. Moritz. Un evento di grande richiamo con uno sponsor d’eccezione: Maserati. L´accesso a tutte le partite di polo è gratuito. Quattro High Goal Team formati da giocatori di massimo livello con handicap compresi tra +15 e +18 si contendono la palla arancione sul lago ghiacciato e cercano, tra giocate spettacolari e repentini scambi di palla. Le squadre si incontrano secondo il principio del «round robin», che assi-

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cura un torneo emozionante con azione e adrenalina pure, in cui giocatori e cavalli devono dare il meglio di sé. Il momento clou della Polo World Cup on Snow sono le finali della domenica. Ma non è solo il luogo di svolgimento del torneo ad essere eccezionale: migliaia di spettatori giungono ogni anno a St. Moritz da tutto il mondo per gustare, oltre all’adrenalina dei match di polo, anche l’ottimo programma di contorno. Oltre a godersi l’offerta culinaria di prima classe e l’incredibile atmosfera, i visitatori possono anche provare il simulatore di polo, dove i più coraggiosi hanno la possibilità di testare la loro abilità in questa elegante disciplina sportiva. Un evento sportivo di livello mondiale, assolutamente da non perdere.


SPECIALE ST. MORITZ / CALENDARIO

5° Passione Engadina 19.08.2016 - 21.08.2016

Raduno riservato esclusivamente alle auto d’epoca di produzione italiana sino al 1984. Il 2016 è l´anno del rilancio di quello che è un marchio storico dell´automobilismo mondiale, quell´Alfa Romeo capace di segnare indelebilmente la storia delle corse e del design. La quinta edizione di Passione Engadina non poteva non essere strettamente legata al marchio milanese.

St. Moritz Art Masters 19.08.2016 - 28.08.2016

Per 10 giorni St.Moritz e l´Engadina vivranno di nuovo nel segno dell’arte e della cultura. Il cosiddetto “Walk of Art” collega tra loro i diversi luoghi di esposizioni dell´Engadina, dal Maloja a S-Chanf, e invita a perlustrare le installazioni degli artisti regionali, nazionali e internazionali. Artisti e fotografi non disdegnano di trovarsi in loco, per far conoscere più di vicino le loro opere esposte al pubblico interessato magari durante una conversazione tra artisti, in un vernissage o nel corso di numerose altre manifestazioni. Accanto alle visite individuali presso le varie mostre, sono previsti tour guidati giornalieri a St.Moritz e a Zuoz.

Longines CSI***** St. Moritz 25.08.2016 - 28.08.2016

Appuntamento con i migliori cavallerizzi e amazzoni del mondo che partecipano ad un concorso di salto internazionale (CSI) della maggiore categoria.

Grande successo per White Turf St. Moritz 2016 Purosangue di razza da tutta Europa e fantini internazionali hanno entusiasmato come ogni anno ospiti da tutto il mondo durante le gare White Turf di St. Moritz. Per tre domeniche consecutive di febbraio, oltre 35.000 spettatori sono accorsi sulla superficie ghiacciata del lago di St. Moritz per seguire momenti di intenso intrattenimento davanti allo splendido scenario delle montagna dell’Engadina. Particolare entusiasmo hanno suscitato le spettacolari gare di skikjöring, avventurose corse al galoppo di sciatori (infatti la parola skikjöring in norvegese significa guida con gli sci) che si fanno trainare da purosangue su una tratta lunga circa 2.700 metri. E chi vince, riceve il titolo di “re dell’Engadina”. Il premio “Gübelin. Grand Prix di St. Moritz” è il più elevato in denaro per campionati ippici europei su neve anche

grazie alla presenza di due sponsor d’eccezione - Credit Suisse e BMW (Schweiz) AG - che da diversi anni hanno creduto in questo evento e ne fanno parte integrante organizzativa. Inoltre, altre modalità di competizione con più tradizionali gare al galoppo e al trotto, ovviamente sempre su fondo innevato. La tradizionale corsa di cavalli White Turf si tiene tutti gli anni dal 1928 sul lago ghiacciato di St. Moritz - quando fece apparizione alle Olimpiadi - ed è oramai un appuntamento imperdibile, occasione per conoscere questa meta turistica incastonata nelle Alpi. Per l’occasione è stata allestita un’enorme tendopoli, di oltre 130.000 metri quadrati sulla superficie ghiacciata del lago, con stand e punti di ristoro oltre che per la presentazione dei più prestigiosi marchi del lusso. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SPECIALE ST. MORITZ / GRAND HOTEL KRONENHOF

La Grande Dame

dell’hotellerie engadinese CLASSIFICATO MONUMENTO STORICO, È SITUATO NEL CENTRO DI PONTRESINA IN UNA ZONA SOLEGGIATA A 1800 M SLM E DISTA SOLO 6 CHILOMETRI DA ST. MORITZ. IL SUO FASCINO E LO SPIRITO DEL PASSATO SI AMALGAMANO PERFETTAMENTE CON IL COMFORT E LE COMODITÀ DEL XXI SECOLO. DOPO LA SUA SPETTACOLARE RIAPERTURA NEL 2007, IL 5 STELLE SUPERIOR È CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI ALBERGHI DI LUSSO CON SPA DELLA SVIZZERA. INCONTRIAMO MARC EICHENBERGER, DAL MESE DI APRILE DEL 2013 NUOVO DIRETTORE. DI PAOLA CHIERICATI

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osa contraddistingue un buon albergatore e ci descrive il suo percorso professionale? «Un buon albergatore deve innanzitutto conoscere i diversi settori di un hotel, non deve essere uno specialista ma avere una supervisione d’insieme; è importante essere diplomato presso la Scuola alberghiera e avere un buon rapporto con i clienti e con il personale. Ho conseguito alla Scuola Superiore alberghiera svizzera di Lucerna il diploma di albergatore e ristoratore. Nel corso della mia formazione ho lavorato presso famosi alberghi svizzeri come il Baur au Lac di Zurigo, Arabella Sheraton Atlantis Hotel e Hotel Krone di Lenzburg, sviluppando diverse competenze. In seguito ho proseguito la carriera professionale al Grand Resort Bad Ragaz, dove dal 2002 al 2003 ho ricoperto il ruolo di front office coordinator, mentre all'Hotel Hassler Roma, dal 2007 al 2009 sono

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stato executive manager. Grazie alla mia esperienza sono diventato assistente di direzione al Suvretta House di St. Moritz dal 2003 al 2007. Poi ho frequentato la Cornell University nell’ Ithaca (USA). Prima di accettare la nuova sfida al Grand Hotel Kronenhof, sono stato vicedirettore per tre anni e mezzo presso il Resort a 5 stelle Parco Weggis, sul lago dei Quattro Cantoni». Ci racconta di quando è stato nominato direttore e che cosa ha significato per lei questo impegno. «Ho conosciuto questo hotel come cliente nel 2009 e me ne sono innamorato. Quando poi ho saputo che i signori Jenny e Heinz E. Hunkeler avrebbero lasciato la direzione per prendere quella del Kulm Hotel ho pensato che sarebbe stata l’occasione per coronare il mio sogno. È stata una grande sfida e lo è tuttora, ma la struttura e la squadra mi hanno facilitato il compito».


SEZIONE / TITOLETTO

Come vede oggi Pontresina e l’Engadina e che cosa è cambiato rispetto a quando ha intrapreso questa professione? «Oggi si vince soltanto facendo squadra: abbiamo un ottimo rapporto con gli altri albergatori, inoltre con l’Associazione albergatori teniamo diverse riunioni, ci sono temi sui quali non siamo d’accordo ma abbiamo la capacità di decidere insieme e di portare avanti i nostri progetti. L’anno passato, ad esempio, abbiamo ospitato un grande evento per 800 clienti della Svizzera interna, se fossimo stati soli sicuramente il risultato sarebbe stato molto diverso e non avemmo avuto la capacità di gestirlo nel migliore dei modi. Con l’Ente Turistico di Pontresina siamo in grado di rendere interessante la nostra destinazione in funzione di tutti gli alberghi presenti anche di 4, 3 e 2 stelle. Abbiamo St. Moritz come grande destinazione vicina, un brand molto conosciuto anche in località internazionali fuori dall’Europa e poi l’Engadina che include 11 destinazioni tra cui Maloja, Sils, Silvaplana,

Pontresina, ecc. e che presenta altre caratteristiche. Noi riusciamo a convincere i clienti per la destinazione St.Moritz oppure per l’Engadina, siamo forti soltanto agendo insieme, con un budget di comunicazione più importante e con il supporto di Engadina Turismo e Svizzera Turismo». Il turismo straniero è cambiato negli anni? Che cosa ci può dire su questo flusso di visitatori? Che cosa chiedono e cosa cercano questi ospiti? «Ci sono aspettative diverse a dipendenza della provenienza del cliente. Il cliente individuale che viaggia da solo ed è molto sportivo ha delle esigenze diverse da una famiglia con figli e da un cliente congressuale. La prenotazione oggi avviene spesso all’ultimo minuto a dipendenza della meteo e della neve, quindi bisogna essere molto flessibili. Il 50% dei nostri clienti hanno origini svizzere e la maggior parte sono clienti regolari per la stagione estiva o invernale, abbiamo anche clienti che ci raggiungono nelle due stagioni e altri ancora che preferi-

scono i weekend lunghi. Oltre alla clientela svizzera abbiamo quella tedesca, gli inglesi, gli italiani dal Nord Italia per un weekend o per Ferragosto. Il resto della clientela arriva da tutta Europa e anche dalla Russia. In estate arrivano anche gli americani che fanno il giro della Svizzera o dell’Europa e gli asiatici». Come vi rivolgete al pubblico più giovane? «Con la nostra offerta delle attività per i più piccoli che va dal Krönchen-Club, asilo nido dell'albergo, dove la nostra assistente per l'infanzia si prende cura dei bambini a partire da 3 anni con attività manuali e creative, giochi e altre attività. Le attività del programma settimanale sono varie e divertenti. Nel nostro ristorante “Rondelle” i bambini possono cenare tra di loro naturalmente sorvegliati e assistiti dalla nostra assistente per l'infanzia. A loro volta, i genitori possono cenare tranquillamente nel ristorante dell'albergo o altrove. Il nostro acquapark con scivolo e giochi acquatici TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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diverte tutti i bambini. L'uso della sauna e della piscina Jacuzzi è riservato ai giovani a partire da 14 anni. Per i teenagers proponiamo sport all’aperto come mountain bike, climbing, vela, windsurf, il trekking o semplicemente rilassanti passeggiate che possono essere praticate da tutte le generazioni». Il Kronenhof Hotel Pontresina fa parte degli alberghi storici dell’Engadina. Ci può raccontare il suo sviluppo negli anni e un paio di aneddoti di rilievo che riguardano la vita di questo rinominato hotel e cosa lo rende così unico? «Il Grand Hotel Kronenhof ha oltre 150 anni di storia. Nel 1848 Andreas Gredig, originario della Prettigovia, acquistò la locanda "Gasthaus zum Rössli" a Pontresina. Nei successivi cinquant'anni, l'albergo viene costantemente ampliato e modificato e nel 1898 rinominato "Kronenhof & Bellavista”. La cantina per il commercio di vini dalla Valtellina, allestita all'interno del complesso alberghiero divenne la seconda attività e si rivelò una fonte di reddito sicura, soprattutto negli anni di crisi tra la prima e la seconda Guerra Mondiale. Il Grand Hotel Kronenhof riesce così a superare quegli anni difficili, quando gli ospiti che si recavano in Alta Engadina erano assai rari e si beneficiava solo dei periodi positivi in occasione ad esempio dei Giochi olimpici invernali a St. Moritz nel 1928 e nel 1948. Dopo 140 anni di tradizione familiare, nel 1989 la famiglia Gredig vende il Grand Hotel a investitori privati svizzeri. Nel 2004 la Società Anonima Grand-Hotel Engadinerkulm St. Moritz, proprietaria del Famoso Kulm Hotel St. Moritz, rileva il Grand Hotel Kronenhof. Per ridare all’albergo lo splendore e l'esclusività del passato, negli anni successivi vengono intrapresi importanti investimenti. Oltre alla ristrutturazione di tutte le camere e dei corridoi, nel 2007 vengono realizzate 28 nuove camere, un garage sotterraneo e una zona termale e benessere. Attualmente il Grand Hotel Kronenhof è uno dei grandi alberghi del XIX secolo meglio conservati di tutto l'arco alpino e uno

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dei più belli alberghi di lusso & Spa della Svizzera. Le 112 camere e suite, molte delle quali arredate nello stile delle case patrizie engadinesi, emanano un’atmosfera familiare ed esclusiva pur offrendo le comodità tecnologiche di ultima generazione. La vista sulla Val Roseg, l'omonimo ghiacciaio, le vette del Bernina e i Boschi di larici e cembri è unica e indimenticabile. Anche dal punto di vista culinario, l'offerta si combina all'ambiente straordinario che circonda il Grand Hotel Kronenhof. Gli ospiti cenano in uno dei più bei Grand Restaurant in stile neo-barocco di tutto l'arco alpino. Il superlativo vale ovviamente anche per la Spa Kronenhof che offre ai suoi ospiti momenti di relax e benessere su una superficie di oltre 2000 m2 con vista panoramica». Può consigliare luoghi o eventi assolutamente da non perdere per chi decide di passare la propria vacanza in Engadina? «Il paesaggio e la natura qui la fanno da padrone, in inverno molti vengono per lo sport e per gli eventi, ma in estate i clienti vogliono scoprire la natura e il paesaggio. Le proposte di escursioni sono molteplici: si possono osservare animali selvatici nel Parco Nazionale, andare con il Bernina Express fino a Tirano in carrozza panoramica, organizzare un’escursione alle Terme di Scuol e bagno nella vasca termale romano-

irlandese o una gita in carrozza. Nella Val Roseg o Nella Val Fex o ancora una gita nella Val Bregaglia, gite in barca sul lago di Sils, un’escursione nella Val Monastero e visita del Convento, patrimonio culturale dell'Umanità UNESCO. Inoltre tour in elicottero, una gita nella zona franca di Livigno, escursioni geologiche, mineralogiche e botaniche. I clienti del Kronenhof possono scoprire la straordinaria ricchezza di specie faunistiche e floreali dell'Engadina, accompagnati dalle migliori guide alpine della Scuola di alpinismo di Pontresina, e vivere così un'esperienza unica nella natura. L’Engadina offre una varietà di sentieri per il trekking o rilassanti passeggiate. Con partenza da St. Moritz o dalle vicine località, numerose e comode funivie (incluse quelle del Piz Nair, del Corvatsch e del Diavolezza) vi porteranno fino ai 3.000 metri sulle famose vette panoramiche come il Corviglia, Signal e Muottas Muragl. Qualsiasi cosa desideriate, qui troverete la vostra strada verso la felicità». 01 Marc Eichenberger Direttore del Grand Hotel Kronenhof


SPECIALE ST. MORITZ / RISTORANTE KRONENSTÜBLI

L’anatra della felicità DA ROUEN LA MITICA “CANARD À LA PRESSE”

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DI GIACOMO NEWLIN

na delle più belle cattedrali gotiche in Europa è senza dubbio quella di Rouen, capoluogo della regione francese di Normandia, che ispirò le famose tele di Claude Monet, padre dell’Impressionismo e al cui interno è conservato il cuore di Riccardo I re d’Inghilterra e Duca di Normandia conosciuto col nome di Riccardo Cuor di Leone. Nel centro storico di Rouen, dal fascino medievale, si percepisce un certo clima gotico che rimanda ai tempi dell’Inquisizione, tant’è che in questa splendida città fu messa al rogo la cosiddetta Pulzella d’Orléans, ovvero l’eroina francese Giovanna d’Arco. Ma ecco che dopo un bagno d’arte, di cultura e di emozioni è salito l’appetito e a Rouen, come in tutta la Normandia le delizie del palato sono parecchie, specie per gli

onnivori, in quanto questa bella regione è conosciuta in particolare per l’abbondanza delle carni. Chi non conosce l’agnello pré salé dal caratteristico gusto sapido dovuto ai prati salati intorno al Mont Saint Michel, oppure la trippa alla Caen, realizzata a partire dai quattro stomaci del bovino, o ancora, ed ecco che veniamo al dunque, le famose anatre di Rouen, in particolare quelle di razza chiara, per intenderci, apprezzate per la loro carne di ottima qualità, che viene utilizzata per la preparazione di un piatto sontuoso della tradizione francese, che richiede tempo e abilità: “Le canard à la presse”. Mi soffermo su questo piatto che ho avuto l’occasione di degustare nell’unico locale in Svizzera che lo propone, il ristorante gourmet Kronenstübli del Grand Hotel Kronenhof di Pontresina,

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dove opera l’eccellente executive chef Fabrizio Piantanida originario di Druogno nelle Centovalli nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Fabrizio utilizza anatre femmina, che sono più tenere, che provengono ovviamente da Rouen e che solitamente non hanno più di sei mesi. Dopo la marinatura sottovuoto che dura una settimana, l’anatra viene cotta al forno a 210 gradi esterni e 39 gradi al cuore, dopodichè il risultato viene portato davanti al cliente che assiste estasiato alla porzionatura, mentre i resti e le ossa vengono inseriti nella “presse” e spremuti per estrarne tutto “l’umore” che fuoriesce dal beccuccio della “presse”. Immantinente, sempre davanti al cliente, “l’umore” viene scaldato alla lampada, quindi irrorato sulla carne ancora rosa e tenera. Difficile deTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SPECIALE ST. MORITZ / RISTORANTE KRONENSTÜBLI

“Difficile descriverne il sapore, posso solo dire che per un buon quarto d’ora c’è un reverenziale silenzio tra i commensali, che alla fine esultano innaffiando il tutto con il vino della casa”

01 Lo Chef Fabrizio Piantanida

scriverne il sapore, posso solo dire che per un buon quarto d’ora c’è un reverenziale silenzio tra i commensali, che alla fine esultano innaffiando il tutto con il vino della casa prodotto da Mamete Prevostini, presidente del Consorzio dei vini di Valtellina, in questo caso è uno sforzato chiamato “Strata”, che per la sua notevole struttura regge molto bene il confronto con questo piatto magistrale, come ci illustra il bravo maître Adriana Novotna. C’è da dire che a coronare il successo di un’esperienza gastronomica al Kronenstübli contribuisce non poco anche l’atmosfera che si respira in una tra le più belle sale in stile

engadinese, avvolti dalle antiche boiserie di pino cembro. Chi fa una vacanza al Grand Hotel Kronenhof di Pontresina ha la scelta tra alcune delle postazioni culinarie tra cui il Grand Restaurant, affrescato e dall’aria d’antan, con un servizio eccellente garantito dalla brigata guidata dal maître Sergio Ciccarone, maître dell’anno 2015-2016 secondo la rivista Bilanz e con la cucina, sempre sotto la supervisione dello chef Fabrizio Piantanida, ma una visita al Kronenstübli è d’obbligo, sia per il mitico “canard à la presse” sia per le altre stupende proposte alla carta. In conclusione è doveroso ricordare la storia del “canard à la presse”, che ebbe origine nel 16.mo secolo in quello che è il più antico ristorante di Parigi il cui nome i buongustai certamente conoscono: “La Tour d’Argent”. In questo tempio della tradizionale gastronomia francese si preparano decine e decine di “canard à la presse”, senza dubbio cucinate a regola d’arte, anche se la quantità delle anatre servite fa pensare ad una catena di montaggio, pur sempre però con la spettacolare vista sulla Cattedrale di Notre-Dame o sulla Tour Eiffel. RISTORANTE KRONENSTÜBLI Grand Hotel Kronenhof Via Maistra 130 7504 Pontresina Switzerland Tel. +41 81 830 30 30 www.kronenhof.com

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SEZIONE / TITOLETTO

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SPECIALE ST. MORITZ / OSPITALITÀ A 5 STELLE

Ospitalità a 5 stelle

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Carlton Hotel

Kempinski Grand Hotel des Bains

Con il rinnovo totale del 2007, che ha conservato integralmente l’aspetto esterno del’hotel, si è voluto rendere visibili i valori storici, interpretandoli in senso contemporaneo e applicandoli modernamente. L’attenta ristrutturazione riunisce in maniera ammirevole e insieme inimitabile il nuovo con il preesistente. Le 60 junior suite e suite di questo albergo a cinque stelle, arredate ognuna singolarmente, sono rivolte a sud, hanno vista sul lago di St. Moritz e dispongono di balcone o terrazza. Lo chef Gero Porstein, affiancato dal suo team, propone una cucina senza fronzoli, fondata su una cultura del cibo equilibrata e salutare ma ricca di sapore. Lo storico Ristorante “Romanoff“, con il suo ambiente brillante, invita a godersi i piaceri del palato in una cornice classica.

Un albergo che ha un qualcosa di fiabesco, con le sue due torri che si ergono maestose sulla facciata dove si trova l’ampia entrata. Il Kempinski, oltre all’acqua termale, ha molte altre attrattive che lo rendono affascinante per una clientela esigente: lo sfarzo delle sale, delle camere e delle suites, i quattro ristoranti con la loro cucina di alto livello, ognuna con le sue specificità e non da ultimo la SPA per quella clientela, sempre in aumento, che del benessere psico-fisico ha fatto la propria filosofia di vita. Una perfetta ospitalità è garantita da un personale affidabile, professionale e nello stesso tempo gentile e discreto, dalle 184 camere e suites e dalle 27 residenze di lusso dove il design si sposa con materiali pregiati e naturali, il tutto nella più squisita tradizione dei “palace” svizzeri.


SPECIALE ST. MORITZ / OSPITALITÀ A 5 STELLE

Kulm Hotel St Moritz

Suvretta House

Badrutt’s Palace Hotel

Questo straordinario hotel a 5 stelle gode di una vista mozzafiato sul vicino lago. Gli ospiti possono vivere un soggiorno esclusivo grazie all’atmosfera elegante che l’hotel ha saputo creare in oltre 150 anni di esperienza nel servizio alberghiero di prima classe. La storia del turismo invernale e degli hotel di lusso a Sankt Moritz si può far risalire infatti all’apertura del Kulm Hotel nel 1856. Il suo Grand Restaurant vanta un record straordinario: nel 1878 è stato il primo locale con illuminazione elettrica della Svizzera. Le strutture dell’hotel comprendono un campo da golf a nove buche, tre campi da tennis all’aperto e il Kulm Spa St. Moritz a disposizione degli ospiti. prestigioso carattere esclusivo.

Famoso Grand Hotel dal 1912, appartenente alla famiglia fondatrice. Situato in un parco paesaggistico, con una splendida veduta. Camere e suite interamente rinnovate. 2 ristoranti e 2 bar, più 3 ristoranti di montagna. Wellness, piscina coperta più grande della città, pista di pattinaggio, tennis, putting e pitching green di golf. Navetta dell’hotel in servizio per il centro di St.Moritz. Le eleganti camere sono arredate con mobili e letti raffinati, decorate con preziosi. Il modernissimo centro benessere vanta una piscina di 25 metri coperta, una vasca idromassaggio all’aperto e il servizio massaggi. A disposizione anche un attrezzato centro fitness e una sauna. Il Grand Restaurant serve specialità gastronomiche, mentre il Suvretta Stube propone autentici piatti svizzeri.

Questo hotel, inaugurato nel 1896, è sempre stato di proprietà della Famiglia Badrutt e vanta una fama leggendaria nel mondo. 157 camere incluso 37 suite con veduta sulle Alpi. Beauty Spa totalmente rinnovata, esclusiva shopping gallery, club per bambini e formule di divertimento per gli adolescenti. Discrezione del servizio, eleganza di tradizione e atmosfera piacevole, il tutto abbinato a un lusso curato fin nei minimi dettagli: il Badrutt’s Palace accoglie fin dalla sua inaugurazione una clientela qualificata con personaggi del mondo della politica, della cultura e dei media. Servizio ai piani in tutte le camere. Varietà gastronomica nei 7 ristoranti. Il locale più cool di St.Moritz è il «King’s Club», di proprietà dell’hotel, che dispone di 200 posti e ospita famosi DJ’s.

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SEZIONE / TITOLETTO

SPECIALE ST. MORITZ / AUTO DI LUSSO

UN PIACERE A TUTTO TONDO IL SOGNO DI GUIDARE UN’AUTO DAVVERO SPECIALE DI GIACOMO NEWLIN

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ra il dicembre del 1914 quando i tre fratelli Maserati: Alfieri, Ettore ed Ernesto avviarono a Bologna la Società anonima Officine Alfieri Maserati. Un secolo di successi per la Casa del Tridente, ma anche di difficoltà, hanno forgiato il carattere e la personalità dell’azienda, presente ormai in oltre 40 Paesi nel mondo. Maserati non è conosciuta solo per l’esclusività, la qualità, l’eleganza e le prestazioni delle sue auto, ma anche a livello sportivo per i prestigiosi traguardi nelle corse, basti solo ricordare quando nel 1939 e 1940 vinse due volte consecutive la 500 miglia

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di Indianapolis, prima azienda italiana! Era il tempo del Movimento Futurista di Marinetti che esaltava la velocità, affermando addirittura che la macchina da corsa è più bella della Nike di Samotracia. Ora, se il Futurismo a quel tempo provò l’esistenza e la dinamicità di una certa classe intellettuale italiana, oggi esso è superato e comunque volendo scrivere dell’auto Maserati lo faccio senza remore in contrapposizione al motto di Marinetti “Uccidiamo il chiaro di luna”, perché provare l’ebbrezza di guidare la “Quattroporte” ha suscitato in me un’emozione che potrei definire poetica. Provare un’auto prestigiosa,


SPECIALE ST. MORITZ / AUTO DI LUSSO

dalle forme suadenti, potente e dall’abitacolo che è come un comodo salotto di lusso con vista, per di più fornito di “gadgets” che fanno eccitare come un bambino davanti ai doni di compleanno, è una sensazione che vale la pena provare per sentirsi padroni della situazione, padroni del mondo. Una condizione che accresce la piacevolezza della guida di una Maserati, che molti articolano al maschile mentre trovo virile pensarla “femmina” per carpirne i segreti, gli umori, le prestazioni e arrivare così al piacere condiviso, all’unisono, è la condizione di chi come me parte scevro di conoscenze tecniche, per riuscire a gustare la prova in modo istintivo, privo di condizionamenti mentali. La curiosità tecnica nasce comunque subito dopo la prova, meravigliato come sono, di tutto ciò che questa “femmina” mi ha saputo offrire, mi ha superlativamente fatto vivere. Ovviamente poi subentra immantinente il desiderio di provare, oltre alla “Quattroporte” anche le altre sorelle della famiglia Maserati, ma ogni cosa a suo tempo… per il momento mi rassicura sapere di aver fatto un’esperienza seduto su un’auto con le seguenti ca-

ratteristiche tecniche che mi hanno trasmesso sicurezza e tranquillità: motore 6 cilindri a V 60°; cilindrata 2979; potenza 410 CV; trazione integrale; rilevamento angolo cieco; interni in morbida pelle; comando vocale Bluetooth; videocamera posteriore parcheggio; sistema easy entry/exit; sedili anteriori riscaldabili e chi più ne ha più ne metta, compreso il piacere uomo/donna garantito! TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SPECIALE ST. MORITZ / BRÜLHART & PARTNERS SA

Troppe difficoltà per gli acquirenti stranieri 01

UN NUOVO SERVIZIO DI CONSULENZA È STATO ISTITUITO DA PARTE DELLA BRÜLHART & PARTNERS SA PER IL SOSTEGNO DEI CLIENTI NELL’AMBITO DEGLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI. NELLA PAGINA INTERNET SOTTO IL REAPARTO “CONSULTING” SI TROVA IL NUOVO SERVIZIO “REAL ESTATE INVESTMENTS” (REI).

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clienti possono ricevere informazioni interessanti inerenti singoli dossier immobiliari con proposte d’investimento con prezzi di vendita, calcolo dei rendimenti, proposte di finanziamento, ottimizzazione energetica e riduzione dei costi d’esercizio, proposte per la definizione delle piante per l’ottimizzazione delle superfici e render in 3D per presentare le finiture interne di qualità.

Qual è la vostra valutazione circa l’andamento del mercato immobiliare a St. Moritz e in Engadina e quali previsioni fate a breve-medio termine? «Dopo che i prezzi per gli affitti e i prezzi degli immobili sono aumentati costantemente negli ultimi anni, adesso si è raggiunto il picco. Ci sono due fattori che in sostanza influenzano il mercato locale: l’introduzione di una legge più severa sulla concessione di mutui che sta ora mostrando i suoi effetti. Una continua incertezza giuridica in relazione alla legge sulle residenze secondarie (Lex Weber) causa una grande insicurezza. Potenziali clienti indietreggiano spaventati davanti a un acquisto e i proprietari stranieri vogliono vendere le loro proprietà subito oppure affatto. Questo si riscontra soprattutto nelle regioni di montagna. I grossi comuni come St. Moritz lottano contro la quota di stranieri, perché questa limita notevolmente la vendita a interessati stranieri. Così le case secondarie costruite e legalizzate alla vecchia lega prima dell’iniziativa sulle residenze secondarie rimangono vuote. Da questo deriva da una parte un aumento delle

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offerte e dall’altra un declino della domanda. Come terzo fattore consideriamo l’influenza dello sviluppo economico, soprattutto nella zona euro. La cattiva influenza e il franco forte fanno perdere i potenziali investitori. Nel medio termine i prezzi dovranno abbassarsi, poiché gli attuali prezzi di mercato sono chiaramente troppo alti per gli investitori svizzeri e locali». Quali sono gli oggetti immobiliari prevalentemente richiesti e come giudicate l’attuale livello dei prezzi? «La richiesta, secondo tipo di oggetto, si orienta maggiormente a ville, ville di lusso, appartamenti di vacanza in PPP oppure case di vacante di medio e standard superiore. La richiesta per ville di lusso è ancora presente. Visto il prezzo politico l’insicurezza tra i clienti è aumentata. Più frequentemente il compratore desidera conoscere il prezzo e desidera sapere se questo rispecchia ancora il mercato. Dall’altra parte, i venditori sentono troppa insicurezza. Una grossa parte di proprietari non vuole vendere sotto il prezzo a cui ha acquistato

un tempo. Questo non è più possibile nella situazione economica odierna. All’acquisto di una villa di lusso, sono stati regalati m2 extraordinari fino ad avere prezzi di 60.000.-, questo oggi non è più possibile. Per la paura di un nuovo calo dei prezzi si riconosce un incremento delle offerte sul mercato immobiliare. A nostro parere, si dovrà prima o dopo arrivare a una regolamentazione nella politica dei prezzi regionali, così da adattare un poco il mercato immobiliare svizzero».


SPECIALE ST. MORITZ / BRÜLHART & PARTNERS SA 02

Qual è la tipologia di clientela che si rivolge a voi e quali sono le richieste più frequenti? «La nostra clientela si basa principalmente sul settore bancario e privato. Le richieste più frequenti riguardano appartamenti in PPP, ville oppure hotel. Lo scopo del mandato è in prevalenza per acquisto o vendita di proprietà. Ogni tanto anche questioni di eredità». È possibile tracciare un bilancio dell’impatto avuto dalla Voluntary Discosure sulla clientela italiana? «Probabilmente tra il 2017 e 2018 gli oggetti sul mercato locale aumenteranno. Con il franco forte si ha riscontrato un sensibile aumento di investitori italiani. La paura di una nuova inflazione del franco svizzero è troppo alta. Inoltre il regolamento sulle residenze secondarie rende difficile l’acquisto specialmente per gli stranieri. Senza contingenti per le residenze secondarie l’acquisto è diventato molto difficile per gli investitori stranieri». 03

BRÜLHART & PARTNERS SA Sede principale Via la Piana 12 CH-6988 Ponte Tresa Tel. +41 91 606 63 60-61 www.bruelhart-partners.ch Succursali Via Vanoni 2 6900 Lugano 091 922 52 02 Via Maistra 7 7500 St. Moritz 081 832 16 61

01 Michael Büchi 02 - 03 Uffici Brülhart St. Moritz

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SPECIALE ST. MORITZ / SOTHEBY'S INTERNATIONAL REALTY

Silvia Sbrizzai / Office manager

Gianluca Righetti / General manager

UNA VILLA IN ENGADINA

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na fama immutata negli anni, sia per bellezza naturalistica sia per il prestigio mondiale legato anche alla notorietà dei frequentatori, fa di St. Moritz una delle località turistiche più interessanti anche da un punto di vista immobiliare. St. Moritz Sotheby’s International Realty, azienda diretta da Gianluca Righetti, serve il mercato residenziale nel Canton Grigioni, in particolare nella regione dell’Engadina. “La qualità dei nostri servizi si basa su tre fattori principali: conoscenza dettagliata del mercato, una procedura consolidata, precisa e dinamica e un team competente, responsabile e motivato. Office manager della sede è Silvia Sbrizzai”. Il network Sotheby’s International Realty

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conta attualmente oltre 16.400 agenti immobiliari e circa 730 agenzie dislocate in 56 Paesi e territori in tutto il mondo. “I nostri clienti possono beneficiare di una stretta relazione con la casa d’aste Sotheby’s e dei programmi di marketing globali Sotheby’s International Realty”. St. Moritz Sotheby’s international Realty prosegue con l’espansione del brand in tutta la Svizzera e con l’impegno a fornire esclusivi servizi immobiliari nei principali paesi di tutto il mondo. “Siamo molto lieti che la nostra clientela globale avrà ora accesso ad esclusive proprietà immobiliari in questa splendida parte del mondo. Crediamo che rappresenti una grande opportunità e che ci darà un forte posizionamento sul mercato”, conclude Gianluca Righetti.


St. M

Vision. Momentum. Passion.

omentum. Passion. omentum. Passion. omentum. Passion.

St.Moritz MoritzSotherby’s Sotherby’sInternational InternationalRealty Realty St. ViaMaistra Maistra 7500St. St.Realty Moritz Via 77••7500 Moritz St. Moritz Sotherby’s International +4181 81836 836Maistra 2551 51••info@stmoritzsir.ch +41 25 Via 7info@stmoritzsir.ch • 7500 St. Moritz www. +41 81 836 25 51 • info@stmoritzsir.ch TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SEZIONE / TITOLETTO

TAVOLA ROTONDA / COMUNICAZIONI

ALPTRANSIT COSA CAMBIERÀ PER IL TICINO

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ome cambieranno il cantone e le regioni limitrofe dopo l'inaugurazione della galleria di base del Gottardo e delle opere di completamento? Domanda assolutamente legittima se si considera che occorreranno un'ora e 40 minuti circa tra Lugano e Zurigo, 2 ore e 40 tra Milano e Zurigo; inoltre, si impiegheranno solo una decina di minuti per recarsi in treno da Bellinzona a Lugano, e una ventina per raggiungere Locarno da Lugano. Numeri, questi, che spingono già oggi a pensare al futuro, ovvero al periodo che seguirà l'entrata in funzione delle gallerie di base del San Gottardo (2017) e del Monte Ceneri (2019). Ciò significa un effetto di rete importantissimo in un Ticino diventato zona transfrontaliera a tutti gli effetti, unendo Varese e Como attraverso il Mendrisiotto. Inoltre, potendo contare su collegamenti ogni quarto d'ora nel triangolo ticinese, è davvero lecito parlare di rivoluzione sul piano dei trasporti e delle comunicazioni. Tuttavia, in prospettiva futura – ovvero dopo il 2020 – rimane il problema di una tratta molto critica, quella tra Lugano e Mendrisio. L'auto-

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strada sta infatti esaurendo la sua capacità, e pure dal punto di vista ferroviario vi è il rischio di un collo di bottiglia. È quindi essenziale che la Confederazione preveda nel suo programma d'investimenti la continuazione dell'alta velocità a sud di Lugano. Per non essere un semplice corridoio di attraversamento, tutto dipenderà dalla capacità imprenditoriale di comprendere e anticipare gli effetti risultanti dai nuovi collegamenti ferroviari. A titolo di esempio, in Vallese le autorità si sono mosse con vari anni d'anticipo rispetto all'entrata in funzione della galleria di base del Lötschberg per studiare gli scenari possibili. Nel settore immobiliare ticinese non sembra però esservi, almeno per il momento, un particolare fermento in vista di Alptransit. In ogni caso, in Ticino – anche se non vi è ancora una strategia sistematica in vista di Alptransit – si stanno comunque delineando progetti interessanti in prossimità delle stazioni, in particolare a Locarno-Muralto e a Lugano, dove si immagina persino di insediare la sede della Scuola Universitaria professionale della Svizzera italiana. Anche Chiasso e Mendrisio potrebbero cogliere opportunità note-


TAVOLA ROTONDA / COMUNICAZIONI

voli: risanare un'agglomerazione di frontiera nel primo caso, pianificare un nuovo quartiere tra la stazione e l'autostrada nel secondo caso. Anche per il settore turistico ticinese i prossimi anni saranno cruciali. La nuova galleria di base del San Gottardo costituisce infatti una svolta importante per il Ticino, così come lo fu l’apertura del primo traforo e, successivamente, l’inaugurazione della galleria autostradale. Grazie a queste opere il ticinese ha dovuto riscoprirsi ospitale e non è stato un processo facile, vista la storia caratterizzata da stenti ed emigrazione. Dopo l'apertura della nuova linea, la Svizzera tedesca sarà ancora più vicina all'Italia. In che modo trattenere i turisti in Ticino senza correre il rischio di farne soltanto un luogo di passaggio? Grazie all’alta qualità dell’offerta, alla sicurezza, al clima mediterraneo e naturalmente alla cordiale ospitalità, il Ticino potrà diventare una destinazione attrattiva, guadagnandone ulteriormente in interesse. Si dovrà puntare su questi punti e sui grandi attrattori quali per esempio l’Acquaparco [in costruzione], il futuro Museo d’architettura [previsto], i parchi nazionali e su prodotti di nicchia sempre più vicini alla domanda del mercato. Attualmente i pendolari che si spostano ogni giorno dal Ticino alla Svizzera tedesca sono molto rari. Appare in ogni caso piuttosto inverosimile ipotizzare un fenomeno diffuso di pendolarismo quotidiano tra il Ticino e Zurigo dopo l'apertura della galleria di base del Gottardo. Per contro, vi potranno essere opportunità legate alle offerte congressuali che implicano uno o due pernottamenti in Ticino. Queste peculiarità dovranno essere poi dovutamente promosse anche nella vicina Italia.

HANNO PARTECIPATO ALL’INCONTRO:

MARIO TAMBORINI

ANDREA BELLOMO

ELIA FRAPOLLI

NORMAN GOBBI

Segretario Società Commercianti e Associazione Commercianti di via Nassa

Vicedirettore e Resp. Commerciale gruppo immobiliare Trends Holding SA

Direttore generale Ticino Turismo

Consigliere di Stato e Dir. del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino

LORENZO PIANEZZI

ROBERTA TREVISAN

FABRIZIO CIESLAKIEWICZ

EDUARDO

Direttore Hotelleriesuisse Ticino

Portavoce FFS SA

Responsabile Area Retail e Aziendale di BancaStato

Moderatore e Resp. editoriale Ticino Welcome

GROTTANELLI DE’SANTI

L’incontro si è tenuto giovedì 21 aprile presso il Teatro per Eventi Metamorphosis al Palazzo Mantegazza

“AlpTransit può rappresentare un importante stimolo ma è evidente che da sola non risolve i problemi che abbiamo di fronte...”

Quali sono le attese che il vostro specifico settore ripone nell’apertura di AlpTransit? MARIO TAMBORINI: «Dall’apertura di AlpTransit ci attendiamo un 40% in più del turismo pendolare giornaliero. La situazione in cui versano attualmente i commercianti di Lugano e

del Ticino non è certo florida e dunque guardiamo con grande interesse a tutto ciò che può costituire un incentivo all’incremento delle attività commerciali. AlpTransit può rappresentare un importante stimolo ma è evidente che da sola non risolve i problemi che abbiamo di fronte e che possono essere superati solo facendo leva su tutte le nostre risorse». TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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TAVOLA ROTONDA / COMUNICAZIONI

ANDREA BELLOMO: «Il nostro settore risulta essere fortemente legato a tutto quanto accade nel campo delle comunicazioni e dei trasporti, del turismo e del commercio. Un effetto diretto è rappresentato dal fatto che le aree adiacenti alle stazioni hanno visto accrescere il loro valore immobiliare. Ma una conseguenza a medio termine sarà determinata dalla possibilità di connettere Lugano con le aree economicamente più ricche della Svizzera interna. Oggi il settore immobiliare attraversa una fase di rallentamento e di incertezza e dunque possiamo guardare ad AlpTransit con moderato ottimismo». ELIA FRAPOLLI: «AlpTransit va considerata come una grande opportunità ma da sola non può certo risolvere i problemi del turismo. Direi piuttosto che può agire come acceleratore per il rinnovamento delle strutture e della mentalità che spesso governano il settore turistico. Oggi più che mai è necessario staccarsi da un modo di fare turismo che andava bene negli anni ’80, quando i flussi turistici arrivavano comunque in Ticino, ma che oggi non è più attuale. Oggi invece si è confrontati con realtà turistiche concorrenti sempre più aggressive, dobbiamo rinnovarci per far fronte alle richieste di un ospite che negli anni è diventato sempre più esigente». NORMAN GOBBI: «AlpTransit avvicinerà in modo significativo il Ticino alla Svizzera interna. Con il completamento poi della Galleria di base del Ceneri si arriverà alla vera e propria creazione della Città Ticino in grado di unificare tutte le funzioni urbane del Cantone. Di fronte a questi grandi cambiamenti si può dunque parlare dell’affermarsi di una diversa concezione della territorialità. In questo quadro, le periferie avranno bisogno di un più accentuato sostegno da parte della pianificazione

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territoriale, tenendo conto del fatto che invece il Ticino centrale e meridionale beneficeranno di una forza attrattiva nei confronti di industrie e altre attività economiche. Il pericolo da evitare è in ogni caso quello che il Ticino diventi una sorta di “dormitorio” di lusso per una popolazione che poi trova altrove migliori opportunità di lavoro». LORENZO PIANEZZI: «Il Ticino ha vissuto fino ad un’epoca recente di un turismo abbastanza florido che non aveva bisogno di particolari interventi di sostegno. Ora quei bei tempi passati sono definitivamente tramontati e non siamo più il primo Sud per i clienti provenienti dal nord Europa, dovendo scontare la concorrenza di Paesi come la Spagna o la Grecia. Dunque si tratta di difendere con ogni mezzo quelli che sono i nostri mercati di riferimento, a cominciare da quella Svizzera interna da cui provengono la maggior parte dei nostri ospiti. In questa prospettiva AlpTransit può rappresentare una straordinaria opportunità, non solo in quanto collegamento diretto tra Zurigo e Lugano, ma anche perché Zurigo può convogliare un flusso importante di turisti provenienti da Paesi lontani ed emergenti come Cina, India, Brasile ecc». ROBERTA TREVISAN: «AlpTransit costituisce il primo tassello del grande corridoio alpino destinato a ridisegnare il sistema delle comunicazioni nell’Europa centrale. Ci attendiamo un aumento delle persone trasportate anche se riteniamo che la crescita sarà abbastanza graduale. In ogni caso, ci siamo preparati per tempo avviando un importante programma di riqualificazioni delle stazioni, prima tra tutte quella di Lugano, al fine di meglio accogliere il maggior flusso di passeggeri. Inoltre, vorrei ricordare il fatto che AlpTransit è stato concepito per favorire il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia e in questo ambiti ci si attendono a breve importanti risultati».

FABRIZIO CIESLAKIEWICZ: «AlpTransit può generare fenomeni diversi e dunque sta a noi sfruttare al meglio le opportunità che offre. Da un lato c’è il rischio che la maggiore vicinanza, in termini di tempi di percorrenza, tra Zurigo e Lugano, induca le direzioni di alcune grandi aziende e banche a concentrare a Zurigo i propri quadri dirigenziali. Dall’altro è possibile che quote di popolazione della Svizzera interna scelgano di venire a vivere a Lugano approfittando del clima più favorevole, della bellezza del paesaggio e in generale della qualità della vita in Ticino. Da quest’ultimo punto di vista può essere citato come emblematico il caso di Giubiasco che negli ultimi tempi ha visto crescere in modo significativo il numero dei suoi abitanti». Molto si è scritto e detto a proposito dei vantaggi derivanti dall’apertura di AlpTransit. Ma si può dire che il Ticino abbia fatto tutto il possibile per cogliere questa opportunità, oppure a vostro giudizio permangono, al di là delle parole, delle zone d’ombra? MARIO TAMBORINI: «Sono rimasto impressionato da quanto è stato fatto dalle FFS in merito all’ammodernamento delle stazioni. Non altrettanto si può dire in altri settori, come a proposito delle funicolari, ferme ormai da due anni. Per quanto riguarda poi il mio settore devo poi dire che purtroppo i commerciarti tendono molto spesso a seguire gli eventi piuttosto che anticiparli. Manca ancora quel salto di qualità di cui in questo momento ci sarebbe molto bisogno. Basterebbe l’esempio macroscopico della questione degli orari dei negozi, su cui tanto si è discusso ma poco è stato ancora fatto. Ticino Turismo non può essere il medico a cui ci si rivolge per curare i tanti mali del nostro settore».


TAVOLA ROTONDA / COMUNICAZIONI

ANDREA BELLOMO: «Concordo sul fatto che ci sia ancora molto da fare per cogliere tutte le opportunità che l’apertura della nuova galleria può offrire. Il problema non è tanto di questo o quel settore che si presenta ancora impreparato all’appuntamento, ma dell’intero sistema Ticino che dovrebbe mettere a fuoco meglio ciò che ha da offrire non solo ai turisti provenienti dalla Svizzera interna, ma da tutto il mondo. Le premesse ci sono tutte, dal clima al paesaggio, dalle risorse artistiche alla sicurezza, dal LAC ai Castelli di Bellinzona. Ciò che ci manca ancora è la capacità di “fare sistema” e poi, occorre guardare di più al di fuori dei nostri confini e prendere esempio da altre realtà turisticamente più evolute». A proposito della necessità generale di rivedere il proprio posizionamento va forse citato anche il settore immobiliare che nel corso degli ultimi

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anni si è affidato molto all’apporto derivante da residenti stranieri, trascurando il una certa misura il mercato domestico… ANDREA BELLOMO: «Sicuramente negli ultimi tempi ci sono stati eventi che inducono ad un ripensamento delle strategie di mercato. Basti pensare alle conseguenze della decisione della nostra Banca Nazionale di abbandonare la soglia minima del cambio del franco nei confronti dell’euro, alle leggi che limitano l’acquisto di proprietà di vacanza, ai problemi del rublo, agli effetti della Voluntary Disclosure e lo scambio automatico di informazioni sulla clientela italiana…». FABRIZIO CIESLAKIEWICZ «È indubbio il fatto che per molto tempo sono stati gli italiani a sostenere il buon andamento del mercato immobiliare. Ora, anche in

conseguenza dell’apertura di AlpTransit, occorre procedere ad una revisione dell’assetto complessivo del territorio ticinese e a un aggiornamento dei Piani Regolatori. Un fatto di cui occorre tenere conto è che la Citta Ticino tende ad espandersi verso le valli, dove infatti i prezzi dei terreni e degli immobili hanno cominciato a crescere». ROBERTA TREVISAN: «Penso anch’io che si possa fare di più per rendere il Ticino più attrattivo, a condizione che tutti compiano lo sforzo di adeguamento necessario. Mi vengono in mente due esempi: il livello elevato dei prezzi dei negozi, finora troppo spesso finalizzati ai soli stranieri, e poi lo sviluppo dei trasporti. La ferrovia può essere la spina dorsale delle comunicazioni in Ticino, ma poi occorre un potenziamento del trasporto pubblico locale. Solo così sarà possibile procedere infatti ad un nuovo disegno della mobilità in Ticino,

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ELIA FRAPOLLI: «Molti degli interventi che si sono succeduti a questo tavolo ruotano intorno ad una questione fondamentale: siamo pronti a competere in un mercato che negli ultimi anni si è profondamente trasformato? La mia visione è senz’altro positiva perché in ogni categoria ci sono delle strutture che sono state capaci di rinnovarsi e offrono servizi di elevato livello qualitativo. Altre invece stentano ancora ad affrontare in modo adeguato il cambiamento e rischiano di restare definitivamente tagliate fuori rispetto ai nuo-

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LORENZO PIANEZZI: «Sono molti i settori in cui non siamo ancora pronti ad accogliere i maggiori flussi turistici che tutti ci auguriamo possano essere incentivati dall’apertura di

vi modi di fare turismo e alle esigenze dei nuovi mercati. Io credo che dovremo tutti trovare il modo di premiare e incentivare chi si impegna per affrontare al meglio le trasformazioni in atto, chi è capace di cogliere le grandi sfide che derivano ad esempio dalle nuove tecnologie o dai trasporti, qual è appunto anche AlpTransit, perché è proprio grazie a chi avrà coraggio che il Ticino potrà crescere e restare un Cantone competitivo».

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NORMAN GOBBI: «È necessario tenere sempre presente il fatto che il 15% circa del territorio ticinese accoglie la quasi totalità degli insediamenti e delle attività economiche. Su questo esiguo spazio gravita una popolazione di oltre 350.000 ticinesi, cui vanno aggiunte le decine di migliaia di frontalieri che ogni giorno raggiungono il nostro Cantone. È dunque evidente un problema di sovraffollamento e la necessità di pensare a uno sviluppo futuro del Ticino verso le valli, ma anche aumentando l’altezza degli edifici. Un’altra questione su cui vorrei soffermarmi riguarda la gestione dell’accoglienza. Credo che in ogni campo, dall’alberghiero alla ristorazione, ai negozi, sia necessario procedere al più presto sulla strada delle liberalizzazioni per ovviare a quella mancanza di flessibilità e di capacità di adattamento che ci viene spesso rimproverata».

AlpTransit. Degli orari di apertura dei negozi già si è detto e spero che presto si possa giungere ad una maggiore liberalizzazione. Un’altra questione aperta resta quella della complementarietà tra ferrovia ed auto. Le stazioni rammodernate vanno bene per chi intende fermarsi a visitare i centri urbani del Ticino ma per chi vuole muoversi verso le valli resta una carenza di mezzi di trasporto cui bisognerebbe far fronte con un sistema di parcheggi e mobility car gratuite. Da ultimo vorrei dire che il nostro patrimonio alberghiero deve essere adeguatamente rammodernato anche se ciò dovesse comportare l’espulsione dal mercato delle strutture obsolete o la loro trasformazione in appartamenti».

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evitando quei fenomeni di congestione del traffico stradale a cui assistiamo tutti i giorni».


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Quella sponda del lago Maggiore DI MAURIZIO CASAROLA UN GIOIELLO REGALATOCI DA MADRE NATURA CHE SI SVILUPPA DA NORD A SUD FRA IL CANTON TICINO E LE REGIONI ITALIANE DEL PIEMONTE E DELLA LOMBARDIA. QUESTO È IL LAGO MAGGIORE; FAMOSO E CONOSCIUTO IN TUTTO IL MONDO PER LE SUE BELLEZZE NATURALI, LE AMENE LOCALITÀ ADAGIATE SULLE SUE RIVE, I TESORI STORICI E ARTISTICI DISSEMINATI UN PO’ OVUNQUE.

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rnest Hemingway decise di scegliere proprio una sponda di questo lago, per raccontare la storia d’amore di un soldato e di una crocerossina durante la Grande Guerra in “Addio alle armi”, il celeberrimo romanzo pubblicato nel 1929. Ad un certo punto del racconto, i due amanti fuggono dall’Italia e dalla guerra per rifugiarsi in Svizzera. L’avventuroso viaggio attraverso il lago a bordo di un natante ben poco solido, comincia da Stresa durante una notte tempestosa. Il fortunoso approdo avviene in quel di Brissago, dove vengono accolti dai loca-


TURISMO / ITINERARI

li e aiutati a trascorrere finalmente un periodo spensierato in luoghi bellissimi. Il grande scrittore americano, riuscì in questo modo a trasmettere ai suoi lettori la passione che aveva per le terre del Verbano in territorio elvetico. Un angolo di paradiso, nascosto alle brutture della guerra. Oggi, fortunatamente gli echi del primo grande conflitto mondiale sono molto flebili e proprio per questo, può essere interessante cercare di capire cosa spinse Ernest Hemingway ad ambientare una parte fondamentale del suo immortale romanzo nel Locarnese. Locarno L’itinerario proposto si prefigge di raccontare di luoghi certamente conosciuti, andando però a cercare di far conoscere peculiarità e attrattive non così scontate e banali. La prima parte della passeggiata parte dal centro storico di Locarno. Piazza Grande ospita ogni anno il Festival del film e lo farà anche quest’anno; dal 3 al 13 di agosto. Durante quei giorni di piena estate, il cuore pulsante della città batte ancor più forte e riuscire ad essere fra gli spettatori di una qualsiasi proiezione cinematografica in concorso, è cosa unica. Negli altri periodi dell’anno, la piazza e i suoi dintorni offrono comunque una esperienza da non perdere. Si potrebbe cominciare il percorso dallo storico Gran Caffè Verbano, nel lato orientale di Piazza Grande. Il bar, durante i vari eventi che si susseguono nella piazza nel corso dell’anno, è meta di personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura, quindi potrebbe essere possibile riuscire a bere un caffè stando gomito a gomito con un artista prediletto. Godete delle bellezze architettoniche di Piazza Grande, una delle più belle del Ticino, poi incamminatevi su per la viuzza in salita nel lato occidentale fino ad arrivare nei pressi dello storico palazzo Morettini, oggi sede della Biblioteca Cantonale. Proseguite a sinistra per piazza Sant’Antonio Abate dedicando almeno qualche minuto di visita alla bella collegiata, in seguito incamminatevi giù per le strette e caratteristiche viuzze che riportano nella zona più antica di Locar-

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no. Dopo aver girovagato senza una meta precisa, lustrandovi gli occhi fra le belle vetrine dei tanti negozi del centro storico, dirigetevi in via Cittadella che porta dritto al convento di San Francesco. Anche in questo caso, sarebbe un peccato dispensarsi dalla visita alla chiesa ed all’attiguo ex convento, oggi sede della scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Percorrendo il chiostro, si sbuca in un giardino dal quale si vede la parte moderna della città e il vicino e maestoso Castello Visconteo. Scendete le scale, girate attorno alla torre e risalite l’antico selciato che porta all’ingresso del Castello e dedicate almeno un’ora alla visita. Fra le tante esposizioni presenti, molto interessante quella dedicata al Patto di Locarno: la conferenza di pace che si svolse tra il 5 e il 16 ottobre 1925 presso il palazzo del pretorio, che si trova oggi – proprio in seguito ai trattati – in Via della Pace. A questo punto, essendovi fatti un’idea di

01 Isola di Brissago

02 Castello Visconteo Locarno

03 Lungolago di Ascona

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TURISMO / ITINERARI

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quante qualità abbia la parte più antica della città posta al limite settentrionale del Lago Maggiore e prima di spostarvi in direzione di Ascona, potrete percorrere la piacevole passeggiata che da Muralto costeggia il lago fino all’ottimo Lido di Locarno, con piscine e scivoli, per poi concludere in bellezza, letteralmente, con una visita al famoso Parco delle Camelie che preserva oltre 900 diverse varietà di questo magnifico fiore. Ascona Il trasferimento da Ascona a Locarno, potrebbe essere l’ideale per chi avesse voglia di farsi una piacevole passeggiata.

Nelle immediate vicinanze di piazza Castello una sopraelevata porta alla pedonale/ciclabile valicante il fiume Maggia che scorre proprio fra i confini delle due località. Una volta entrati nel territorio comunale di Ascona, basterà prendere Viale Monte Verità e in seguito Via Borgo per ritrovarsi direttamente nel piccolo ma affascinante centro storico della città adagiata sul Verbano. Prima ancora di arrivare in vista del superbo lungolago, non tralasciate di visitare l’antico Collegio Papio, oggi sede di un istituto scolastico esclusivo. Osservare il chiostro con gli studenti che ripassano la lezione passeggiando fra gli archi, tra-

smette emozioni. Attraversate il giardino dell’istituto fino a sbucare nelle piccole e caratteristiche viuzze con i muri di sasso che portano alla chiesa parrocchiale dei S.S. Pietro e Paolo. Il suo alto campanile, sovrasta ieratico la cittadina e la sua punta è visibile anche da grande distanza. Finalmente, dopo il buon cammino e le energie profuse, ecco manifestarsi in tutta la sua bellezza il lungolago. Potrebbe essere una buona idea quella di crogiolarvi al sole su di una panchina, oppure sedervi in uno dei tanti e ottimi caffè godendovi l’eccezionale panorama, ma non accontentatevi. Le Isole di Brissago, che potrete vedere distintamente in mezzo al lago andando sul pontile della biglietteria della Navigazione del Lago Maggiore, vi aspettano. Prima di imbarcarvi sul battello, prendete un appunto: dal 23 di giugno al 2 di luglio, Ascona entra in un clima di festa. La città è invasa dai musicisti di JazzAscona, si balla, si canta, si fa musica e si vive la vita come non mai. Isole di Brissago Ci vogliono circa 15 minuti di navigazione per raggiungere dal lungolago di Ascona le isole, ed è cosa raccomandabile vedere la città che mano a mano distende la sua silhouette, mentre a bordo del battello vi avvicinate al pontile di sbarco. La storia delle Isole di Brissago è molto antica. Si pensa che fossero state abitate fin dai tempi dei

UN VINO ECCELLENTE Gli si illuminano gli occhi quando si parla del suo Diamante e ne ha ben ragione d’esser fiero di quello che ha creato. Nella fattispecie, il Diamante è un Rosso del Ticino Doc fatto con 30% di uve Merlot 30% Cabernet Franc 20% Cabernet Sauvignon 10% Syrah e 10% Petit Verdot, mentre il signore a cui splende il sorriso mentre prende in mano la bottiglia, si chiama Angelo Delea. Questo grande rosso, prodotto dalla cantina Delea è il principale vanto di Angelo che raccolse la sfida oltre

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trent’anni fa, mettendosi a produrre vino di qualità nel cuore di Losone. Nella metà degli anni ’80 Angelo Delea avrebbe potuto tranquillamente continuare nella sua attività di ristoratore, nessuno gli avrebbe detto alcunché, ma il temperamento innovativo e la smodata passione per il mondo del vino lo travolse a tal punto da fargli cambiare radicalmente vita. Si inventò vignaiolo nel giro di poco tempo e altrettanto in fretta, cominciò a far conoscere il suo Nettare di Bacco agli estimatori di


IL MONDO INTERO IN POCHI CHILOMETRI romani, anche se non si può dar certezza a questa supposizione. Di sicuro e in tempi più recenti, l’Isola Grande venne concessa dal vescovo di Como ai frati dell’ordine degli Umiliati. Sul finire del XIX secolo l’isola venne acquistata dalla baronessa Antonietta moglie del ricco irlandese Richard Flemiyng Saint Leger, che costruirono una villa trasformando in parco tutti i terreni incolti. Dopo un periodo di prosperità, la baronessa caduta in povertà dovette cedere l’isola al ricco commerciante amburghese Max Emdem, che fece abbattere la vecchia villa e costruire quella attuale. Merito del magnate germanico anche l’edificazione della darsena, del bagno romano e la risistemazione delle aiuole. Le Isole di Brissago divennero il paradiso di Max Endem, fino alla sua morte nel 1940. Nove anni dopo vennero acquistate dallo Stato del Canton Ticino e l’Isola Grande diventò parco botanico, mentre l’Isolino più piccolo fu trasformata in riserva protetta inaccessibile al pubblico. Per compiere il periplo dell’Isola Grande sono sufficienti un paio d’ore di tranquillo cammino, osservando la moltitudine di alberi, piante e fiori di tutto il mondo. Un paio d’ore passate nella pace con gli altri e con se stessi.

04 Parco delle Camelie

tutta la Svizzera. Oggi la cantina di Losone rappresenta l’eccellenza della produzione vinicola del Locarnese ed è un piacere andare a visitare e nel contempo capire, la passione infusa da quest’uomo nel produrre vini di qualità sempre più eccelsa. L’impegno di Angelo, splendidamente coadiuvato nella conduzione aziendale dai figli David e Cesare, non si ferma solamente alla produzione di grandi Merlot, ottimi spumanti brut e accattivanti bianchi ottenuti da uve Chardonnay, Sauvignon

SEZIONE / TITOLETTO

Non è difficile capire quale sia la passione di Fabio Bonetti, Direttore Delegato dell’Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli; semplicemente è innamorato del fantastico territorio in cui lavora. Il turista che viene in visita nelle città di Ascona e Locarno, si troverà immerso in un mondo dove le bellezze naturali mediterranee si incontreranno con quelle alpine. La varietà del paesaggio racconta i molti aspetti della regione: in pochi chilometri si passa infatti dalle palme delle località in riva al lago o delle Isole di Brissago, che custodiscono l’unico parco botanico in Svizzera su di un’isola, all’ambiente alpino delle valli, ricche di fiumi, foreste e vette spettacolari. La loro bellezza aspra e selvaggia trasporta il viaggiatore in atmosfere romantiche di piccoli villaggi che sembrano essersi fermati nel tempo. Con una media di 2300 ore di sole all’anno, si può ritrovare il contesto ideale per praticare una vasta gamma di attività. Gli appassionati dell’outdoor possono dedicarsi

all’escursionismo percorrendo gli oltre 1300 chilometri di sentieri della nostra regione. Il cicloturismo, la mountain bike, gli sport acquatici, il canyoning, il bungee jumping, il golf, i giri in motocicletta sono altre piacevoli attività da praticarsi. Grande importanza hanno anche gli eventi, sia quelli maggiori di richiamo internazionale sia le numerose manifestazioni dal sapore più locale, che generano curiosità e attirano turisti e residenti. L’Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli ne sostiene oltre 500 su tutto il territorio, con il Festival del film Locarno vero e proprio fiore all’occhiello. Un’attenzione particolare viene sempre data nei confronti delle famiglie e dei piccoli visitatori e offre numerose possibilità di svago. Una vera chicca da non lasciarsi sfuggire è poi il Sacro Monte della Madonna del Sasso di Orselina candidato, assieme al Sacro Monte dell’Addolorata di Brissago, ad entrare nella lista del patrimonio dell'umanità UNESCO, dal quale si può godere inoltre di una vista superlativa su tutta la regione. Ma per chi volesse continuare l’ascesa, c’è la funivia progettata da Mario Botta che porta fino a Cardada-Cimetta, dove ci si lascia stupire dal panorama che si presenta davanti agli occhi. Stesso spettacolo, ma dalla prospettiva opposta, si può apprezzare dal Monte Gambarogno. Molti sguardi per una regione dalle mille sfaccettature.

e Merlot vinificati in bianco. Andare da Delea significa anche conoscere il mondo dei distillati e dell’aceto balsamico. Le grappe: Bianca, Bionda e Bruna, fini ed intense d’aromi e profumi sono prodotte da vinaccia ticinese. L’aceto balsamico viene fatto dal mosto cotto di uva e invecchiato in batterie di piccole botticelle di differenti tipologie di legno. Spazio anche alla cultura, perché la vulcanica mente di Angelo elabora sempre delle novità. Nel bel mezzo della barricaia, sfruttando alcu-

ni spazi liberi alcuni anni fa è stato allestito un interessante e ricercato Museo del Vino ricco di pezzi rari. Ogni anno il museo accoglie tanti cultori, appassionati e anche neofiti anelanti di saperne di più su questo fantastico mondo. Potete star tranquilli qualora voleste visitare la cantina, quasi sempre troverete un elegante, simpatico e gioviale signore, che sarà ben felice di portarvi nelle stanze del suo magico regno. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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01 Barbara Gibellini Direttrice dell’Hotel Villa Principe Leopoldo 02 Hotel Villa Principe Leopoldo Veduta esterna

Ogni hotel L ha un’anima 02

LA DIRETTRICE DELL’HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO A LUGANO RACCONTA LA SUA ESPERIENZA PROFESSIONALE E PRESENTA UNA STRUTTURA CHE COSTITUISCE UN VANTO INDISCUSSO DELL’HOTELLERIE TICINESE. DI GIACOMO NEWLIN

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avorare in albergo ha diversi aspetti affascinanti, a lei cosa ha attirato di più nella scelta della professione alberghiera… «È curioso raccontare che da ingegnere meccanico io ho avuto la possibilità di sviluppare la mia professionalità grazie alla scuola delle grandi società di consulenza e dopo anni di carriera nel settore della moda, grande passione che coltivavo fin da piccola, sono stata adottata dal settore alberghiero. Uno di quegli esperimenti di cross fertilizzazione tra settori diversi seppure simili. In questo caso direi ben riuscito. E in questo percorso ho però capito che questo è il mio mestiere: quello che so fare e che mi piace fare. Una risposta che ho maturato negli anni grazie a tante esperienze».


TURISMO / HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO

Villa si intreccia con la vita delle persone sue ospiti, come tappa del loro viaggio, punto di ritorno, rifugio estivo, o set per celebrare ogni momento privato e famigliare. Il nostro rapporto quindi con i nostri clienti è di affezionata stima. Vi è un legame vero, partecipato. Mantenendoci sempre impeccabili nel sapere qual è il nostro ruolo, il calore con cui accogliamo i nostri ospiti nasce spontaneo. A me in particolare piace interpretare il mio ruolo di padrone di casa, mettendomi in prima fila ad aprire la porta e accogliere i clienti».

C’è da dire che l’albergo oggi è cambiato rispetto al passato, e sono cambiate anche le aspettative dei clienti. Per fare una battuta che comunque rispecchia una certa realtà odierna, la prima cosa che chiedono molti ospiti è la password per il wi-fi… «Ciò che di più affascinante offre un Hotel è il contatto e il confronto con le persone. È una finestra aperta sul mondo. È un mondo in rapido cambiamento. Le ragioni diverse che hanno reso accessibile in modo trasversale il viaggio, una volta privilegio di un’élite, ci impongono di accelerare i tempi del nostro cambiamento e di dinamicizzare la nostra offerta. Più evidente in segmenti di hotellerie diversi dal 5 stelle, ma comunque un fenomeno che riguarda tutti. Un viaggiatore meno prevedibile, che prenota con meno anti-

cipo, con estrazione molto diversificata e portatore di esperienze internazionali. Non ci sono più categorie o segmenti, ma individui. E ognuno desidera ritrovare in hotel il comfort che si concede a casa e qualcosa di più». Negli anni della sua esperienza alberghiera ed ora alla guida di un albergo a 5 stelle quale la Villa Principe Leopoldo a Lugano, quali sono i cambiamenti che ha potuto constatare nel rapporto tra l’albergo e l’ospite… «È molto difficile risponderle. Vivendo l’esperienza a Villa Principe Leopoldo posso dire che non è semplicemente un Hotel, è molto diverso da tutti gli altri Hotel che ho avuto la fortuna di dirigere. È una casa con clientela molto selezionata e affezionatissima. E la storia della

In quanto direttrice di un grande albergo, cosa chiede ai suoi collaboratori, quali sono le caratteristiche imprescindibili che un dipendente d’albergo, che ha contatti con gli ospiti, deve avere… «La mia squadra è la mia forza, è il segreto di un successo. L’accoglienza è un gesto semplice, un rituale fatto di tanti piccoli dettagli, ognuno insignificante ma nell’insieme tutti indispensabili per rendere un soggiorno “perfetto” ed emozionante e dietro ogni dettaglio, c’è una persona. È fondamentale pertanto che ciascuno comprenda il proprio ruolo, partecipi con entusiasmo al progetto dell’Hotel, dia ogni giorno il massimo, sentendo di appartenere ad una squadra. La passione è la prima cosa che guardo. Io lo chiamo lo sguardo della tigre. Mi piace avere gente sveglia, dinamica, aperta, curiosa, ambiziosa. Far crescere talenti è una delle missioni che mi appassiona di più». Quali sono gli “atout” che un grande albergo, in questo caso la Villa Principe Leopoldo, deve avere per essere considerato unico. D’altronde non si può dire che un hotel di lusso vale l’altro in tutto il mondo… «Ogni hotel ha una sua anima e il ruolo del direttore è scoprirla, comprenderla ed esaltarla. La villa è una dimora storica, immersa nel verde. Un’oasi di pace, in perfetta privacy. Villa Principe Leopoldo ha una posizione incantevole: è poggiata TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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TURISMO / HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO

mo circondati. Ama concedersi lunghe ore all’aperto, in compagnia di un buon libro, un cocktail o buoni amici. I nostri clienti sono amanti dell’arte del buon vivere. Amano mangiare e bere bene, viaggiare su auto di lusso, scoprire il territorio e godere della sua bellezza. Si lasciano incuriosire da quello che gli proponiamo, purché il marchio sia quello della qualità assoluta e del piacere. Per noi il benessere è un tema fondamentale e di progettualità strategica. Non ci piace avere la SPA solo perché gli hotel oggi devono averla. Finora abbiamo lavorato con rituali personalizzati, trattamenti all’aria aperta, prodotti di altissima qualità. Ma abbiamo inserito di recente servizi esclusivi, grazie a professionisti all’avanguardia nel campo dell’Antiaging. E per il futuro di Gruppo ci saranno molte novità ispirate alla Filosofia dello “starebene” e “vivere-bene”».

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in cima alla Collina d’Oro regalando scorci mozzafiato in ogni momento del giorno. Ed ha lo charme della sua architettura storica: nata negli anni 30 per volontà del Principe Hohenzollern, stiamo lavorando per riportarla alla sua originaria essenzialità. Il primo punto di partenza è stato il logo e la brand identity. Posso confidare in anteprima che a breve lo presenteremo declinato in tutto il materiale di comunicazione e le stationery dedicate ai clienti».

03 Da sinistra: Gabriele Speziali, Dario Ranza e Claudio Recchia 04 Hall dell'Hotel Villa Principe Leopoldo

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Quali sono i servizi maggiormente richiesti dai vostri ospiti. Se un tempo il grande albergo doveva avere un campo da tennis, oggi più importante è avere ad esempio una SPA, un centro benessere… «Il nostro cliente viene per godersi il ritmo del tempo e la natura immensa da cui sia-

Il Ticino alberghiero attualmente sta soffrendo per diversi motivi, specie a causa di una situazione congiunturale negativa. Quali sono le preoccupazioni relative all’albergo che dirige e quali le prospettive future e le azioni, che in questa situazione pensate di mettere in atto… «Il turismo è un business sistemico, e necessita di servizi a supporto. Per un territorio deve essere una vocazione e accogliere ospiti stranieri richiede un’apertura di fondo ed una cultura orientata al servizio. Noi finora avevamo viaggiato per promuovere la Villa e da tempo abbiamo iniziato a dedicare le nostre iniziative commerciali a raccontare il Ticino. È un lavoro propedeutico e fondamentale che richiede tempo. Siamo convinti che sia la strada giusta. È un processo che moltiplica i risultati se gli sforzi sono condivisi e sviluppati in squadra. L’azienda si è data un’organizzazione a matrice: Ticino Hotel Group è a supporto dei 5 Hotel con una sede centrale che racchiude i silos di competenza tecnica: dagli acquisti, all’engineering, dal marketing al revenue e ci stiamo muovendo in vicinanza agli enti del territorio perché crediamo in questo progetto».


TURISMO / HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO

Coccolati non solo con i piatti

È FACILE E NELLO STESSO TEMPO DIFFICILE SCRIVERE DEL RISTORANTE DELL’HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO A LUGANO. È FACILE PERCHÉ È UN LOCALE DOVE SI MANGIA MOLTO BENE, DOVE IL SERVIZIO È IMPECCABILE E DOVE SI PUÒ GODERE DI UNA VISTA IMPRENDIBILE DA UNA “LOCATION” PRIVILEGIATA CHE SOVRASTA LA BAIA LUGANESE. È DIFFICILE PERCHÉ SU QUESTO RISTORANTE MOLTISSIMO SI È GIÀ SCRITTO E CON CONSIDERAZIONI ENTUSIASMANTI, PER CUI ORMAI NON SI HANNO QUASI PIÙ AGGETTIVI ELOGIATIVI.

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on è un’esagerazione dire che il ristorante VPL può essere annoverato tra i primi cinque migliori ristoranti del Ticino, un Cantone che conta oltre 2000 locali! L’esercizio di scriverne nuovamente è comunque stimolante, poiché si evocano personaggi che hanno reso grande negli anni questo prestigioso ritrovo che prosegue sulla strada del successo. La nuova direttrice dell’Hotel, Barbara Gibellini può dormire su due guanciali, sapendo di poter contare, ovviamente su tutto il personale qualificato che opera nell’albergo, ma soprattutto può contare sui quattro pilastri su cui poggia la ristorazione, che rappresenta nell’economia globale della Villa, la voce più importante, grazie non solo agli ospiti delle camere, ma in modo particolare ai clienti esterni ormai fidelizzati, che per un pranzo d’affari o una cena al lume di candela o per festeggiare tra parenti e amici una ricorrenza, scelgono questo posto unico. Ebbene i quattro pilastri sono: Dario Ranza, da 26 anni alla Villa, cuoco rinomato a livello non solo svizzero ma anche internazionale e pluripremiato, responsabile della brigata di cucina che conta 24 collaboratori; Claudio Recchia, da ben 26 anni alla Villa, primo maître d’hotel, dal tratto signorile, attento ai piccoli dettagli che fanno la differenza, come salutare il cliente per nome, conoscerne le preferenze gastronomiche o il tipo di vino preferito; Gabriele Speziale, 25 anni alla Villa, infaticabile sommelier e responsabile della cantina, che esprime con la sua bonomia, tutta la passione per il suo ruolo; Mario Lanfranconi, 24 anni di fedeltà, barman

professionista il cui stile è la discrezione e la grande capacità d’ascolto, quest’ultima è una prerogativa indispensabile per un bravo barman che raccoglie le confidenze di chi passa al bar per un aperitivo, un cocktail o un after dinner, bar dove si può anche mangiare con una buona scelta di pietanze, oltre ai più svariati toast o al rinomato club sandwich. Una peculiarità del ristorante e direi una rarità, è l’offerta di piatti alla lampada, con tutta la scenografia che ne consegue e la bravura di chi la esercita, ovvero Claudio e Gabriele, le due colonne, ma anche la brava maître Wilma Broggi diventata ormai specialista della cucina alla lampada e allora tanto per fare alcuni esempi si possono citare i tagliolini all’astice, il filetto alla Voronoff, i rognoni al cognac e le “sempre verdi” crêpes Suzette. La cucina della VPL con alla testa l’executive chef Dario Ranza, propone una linea che possiamo definire classica nel pieno

rispetto della più autentica tradizione, con delle influenze comunque mediterranee che la rendono maggiormente consona alle attuali abitudini alimentari di una clientela esigente e diversificata nelle preferenze come possono essere i vegetariani, mentre una particolare attenzione è riservata a coloro, e purtroppo sono in aumento, che presentano allergie o intolleranze. Una garanzia della cucina di Dario è che le sue pietanze si ricordano nel tempo, in primis comunque, si ricordano i suoi mirabili risotti dalla cottura perfetta, quello giallo ovviamente e quelli declinati con i vari prodotti secondo stagione. Il buongustaio così, si crogiola dolcemente in un infinito di sapori e piacevolezze che non vorrà e non potrà dimenticare.

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01 Piccione arrosto in due modi allo scalogno e fiori di montagna

TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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TURISMO / KUONI BUSINESS TRAVEL

CON L’ACQUISIZIONE DA PARTE DEL GRUPPO TEDESCO REWE, KUONI HA INTRODOTTO UN NUOVO SISTEMA DI ONORARIO. INVECE DI PAGARE PER SINGOLI SERVIZI, I CLIENTI SCELGONO DA UN MODERNO “MENU À LA CARTE” IL PACCHETTO DI SERVIZI CHE MEGLIO SI ADDICE ALLE LORO ESIGENZE. GIOVANNI KOHLER, RESPONSABILE REGIONALE PER KUONI VIAGGI D’AFFARI, ILLUSTRA IL FUTURO DEI VIAGGI D’AFFARI E PERCHÉ PER LE AZIENDE VALE LA PENA RIVOLGERSI A UN PROFESSIONISTA PIUTTOSTO CHE PRENOTARE IN INTERNET.

Un forte marchio con un nuovo impulso uali sono oggi le priorità per un viaggiatore d’affari? «Il servizio 24 ore su 24 e la flessibilità. Un’assistente deve poter chiamare a breve termine e cambiare per il giorno stesso il volo da Singapore a Pechino».

Come funziona il Visa Tool? «Il nostro cliente riceve un codice e ha così accesso a una banca dati. Li può inserire la data di partenza e la destinazione e otterrà tutte le informazioni necessarie su eventuali formalità di entrata, visto, ecc. Potrà scaricare online tutti i formulari necessari. In passato la raccolta di tutte queste informazioni era noiosa e richiedeva molto più tempo, oggi basta un “click” per avviare una complessa richiesta di visto».

Il viaggiatore non prenota personalmente il proprio viaggio? «In parte si, ma spesso altri impegni non glielo permettono e anche le assistenti sono sovente sotto pressione, perciò si affidano al nostro servizio con la garanzia che

Questo comporta costi aggiuntivi? «Dipende da quale pacchetto di servizi il cliente sceglie, ciò che è buono non deve essere necessariamente caro. Noi differenziamo i pacchetti in Easy, Smart e Premium».

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tutto funzioni senza intoppi e rapidamente. I nostri strumenti, quali per esempio il VISA TOOL o l’Online booking System, semplificano considerevolmente l’organizzazione del viaggio».


TURISMO / KUONI BUSINESS TRAVEL

Quindi Kuoni dice addio alle classiche spese di emissione? «Si, posso addirittura immaginare che in futuro, prenotazioni effettuate con il nostro sistema Online saranno esenti da costi. In effetti siamo in concorrenza con portali Online e pagine web delle compagnie aeree». Quant`è consistente la pressione sui prezzi? «È grande. Per questo motivo la trasparenza per noi è importante. Da noi il cliente può confrontare i prezzi delle diverse compagnie e scegliere la soluzione che meglio si addice alle sue esigenze». La qualità soffre a scapito del prezzo? «In nessun modo. Il nostro lavoro si regge sulla qualità della consulenza. I nostri collaboratori sono altamente qualificati e hanno anni di esperienza nel settore. Siamo convinti che il nostro buon servizio fidelizzi il cliente e che la sua soddisfazione venga condivisa con altri potenziali utenti». Quali vantaggi offrite ai clienti abituali? «Si conoscono esattamene i gusti personali e si sa dove bisogna prestare la massima

cura. Basandoci sull’esperienza siamo in grado di allestire il pacchetto ottimale. Ed è qui che il contatto personale risulta molto importante, solo in questo modo possiamo garantire soluzioni su misura». Nel settore delle vacanze molte persone prenotano online, e nel settore dei viaggi d’affari? «Ovviamente anche nel nostro settore la domanda è aumentata. Tuttavia, non appena qualcosa non va per il verso giusto, il passeggero chiama chiedendoci assistenza. L’esperienza ci ha però dimostrato che senza contatto personale e una consulenza individuale tutto questo non funziona». Quanto il clima politico internazionale e la richiesta di sicurezza influenzano il settore del turismo d’affari? «Ripercussioni ci sono state senza dubbio, ma meno evidenti rispetto al turismo individuale. Se il cliente deve compiere un viaggio per lavoro lo effettua comunque, anche se magari richiede una maggiore attenzione nella scelta degli alberghi e soprattutto delle compagnie aeree. L’argomento sicurezza per viaggi d’affari è di sempre maggiore rilevanza nelle grandi aziende ma anche nelle PMI. Se fino a due

anni orsono, solo un quinto delle aziende lo ritenevano importante, ora la percentuale supera il 50%. Kuoni offre ai propri clienti il “Security & Risk Manager” uno strumento che permette di localizzare in ogni momento i propri viaggiatori, notificando automaticamente partenze, arrivi, transiti, ecc». Kuoni Business Travel è stata venduta l’anno scorso con il resto delle attività di Kuoni viaggi al gruppo germanico REWE, come hanno reagito i vostri clienti? «Tutto sommato in modo molto positivo. Una nuova proprietà non cambia nulla alle eccellenti relazioni che intratteniamo con i nostri clienti». Come è organizzata la presenza territoriale di Kuoni Business Travel in Svizzera? «Siamo presenti nelle tre regioni linguistiche con dei Business Travel Center a Ginevra e a Zurigo, nella Svizzera Italiana a Lugano, in Via Ronchetto 5». TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SEZIONE / TITOLETTO ARCHITETTURA / HEINER RODEL

“Jurassic Park” in Ticino

LA PIÙ SPETTACOLARE ESPOSIZIONE ITINERANTE D'EUROPA, APPRODA NEL TICINO. ORGANIZZATA DALLA WONDERWORLD ENTERTAINEMENT CON LA COMPARTECIPAZIONE DEL COMUNE DI CADEMPINO, LA MOSTRA SARÀ APERTA FINO AL 25 SETTEMBRE NELLA VALLE DEL GAGGIO.

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Oltre 50 modelli di dinosauri a grandezza naturale stupiranno ed entusiasmeranno i visitatori. Le ricostruzioni sono sorprendentemente realistiche e curate nei dettagli grazie alla collaborazione con i paleontologi sulla base delle più recenti scoperte scientifiche. Dal Tyrannosaurus Rex, alto 8 metri, al Triceratopus del peso di 2 tonnellate, presentato insieme ai suoi piccoli o al Diplodocus lungo 30 metri, nessuna delle specie più “celebri” è stata dimenticata e tutti gli esemplari si possono osservare così da vicino, da poterli addirittura “toccare”. Accanto all'esposizione prin-


TURISMO / THE WORLD OF DINOSAURS

cipale è possibile visitarne una collaterale, “ I successori dei dinosauri”, con le riproduzioni di animali resi popolari dal film “Ice Age”, come il mammut e la tigre dai denti a sciabola, ma anche altri esemplari dell'era glaciale a noi meno conosciuti. 230 milioni di anni fa inizia l’unica storia di successo di una specie nella storia dell'evoluzione: i dinosauri conquistano il mondo e dominano, con diverse sorprendenti specie, il sistema ecologico fino a che, circa 65 milioni di anni fa, spariscono improvvisamente dal nostro sistema terrestre. Queste creature estinte hanno messo le ali alla fantasia di grandi e piccoli, già a partire dalla scoperta dei loro fossili. L'obiettivo di questa esposizione è presentare i giganti della preistoria nel modo più simile possibile alla realtà. Con informazioni di base, la mostra intende avere anche un'importante valenza didattico-educativa. Suggestiva e

scientifica ma spiegata in maniera semplice, rappresenta un interessante approfondimento sulle condizioni di vita. Giorni di apertura: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00.

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SEZIONE / TITOLETTO

Lugano vicina al mare

PRESENTATO L’AEREO TIPO DORNIER 228 NG DA PARTE DELLA SOCIETA RUAG SVIZZERA, SULLA PISTA DI MARINA DI CAMPO ALL’ISOLA D’ELBA. SILVER AIR HA FATTO GLI ONORI DI CASA A QUESTO AEROMOBILE DA 19 POSTI CON PRESTAZIONI STOL (SHORT TAKE OFF AND LANDING), MOLTO ADATTO A PISTE CORTE COME QUELLE DI LUGANO E DELL’ELBA.

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ilver Air, la compagnia aerea che opera in Continuità Territoriale all’isola d’Elba dall’ottobre del 2014, utilizza un aeromobile tipo LET410 UVPE (della stessa categoria del Dornier 228) e ha accettato di ospitare all’Elba la Ruag per questo evento insolito. Gli ospiti provenienti da Malpensa hanno avuto modo di partecipare a voli dimostrativi sull’Isola, e anche grazie al favore delle giornate di pieno sole, hanno potuto godere di panorami incantevoli e sbalorditivi. È stata inoltre offerta ai giornalisti da parte di VisitElba la possibilità di partecipare a 2 tour sull’Isola che includevano degustazioni e la possibilità di godersi la bellezza di alcune tra le più rinomate spiagge dell’Isola. L’ospitalità alberghiera è stata offerta dall’Hotel Hermitage, dall’Hotel Biodola e dal Baia Bianca Suites nello stupendo golfo della Biodola. Special Events di Lugano, diretta da Sabine Rettich ha coronato l’evento presentando per la pri-

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

ma volta un concerto violinistico in alta quota della emergente talentuosa ticinese, Maristella Patuzzi. Silver Air si appresta ora ad affrontare il consueto programma di voli estivo che già da ora impegna il LET410 da 16 posti sulle rotte della Continuità Territoriale dall’Elba a Pisa (5 voli settimanali), a Firenze (attualmente 1 volo settimanale e da giugno 2 voli settimanali), a Milano Linate (attualmente 1 volo settimanale e da giugno 2 voli settimanali). Per il terzo anno viene confermato il volo Lugano-Elba-Lugano, il cui successo è cresciuto di anno in anno. In soli 1h30’ si raggiunge da Lugano la perla dell’Arcipelago Toscano. I voli inizieranno il 9 giugno e termineranno il 9 ottobre. Viene offerta la possibilità ai passeggeri Ticinesi di beneficiare di una tariffa agevolata per chi prenota oltre al volo anche un soggiorno in un hotel convenzionato con la compagnia aerea. Sono 2 i voli settimanali da Lugano: il giovedì e la domenica.


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IMMOBILIARI / MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE SAGL

Bisogna favorire il mercato immobiliare domestico

Un ruolo decisivo è svolto in ogni caso dalle banche… «Infatti. Negli ultimi dodici anni circa la quota di proprietari di abitazioni è cresciuta proprio grazie ad una concessione agevolata di mutui. Ora che i criteri di erogazione si sono fatti più restrittivi, anche la quota dei potenziali acquirenti tende naturalmente a restringersi. Per questo è necessario avviare una politica di prezzi più bassi che possa essere d’incentivazione all’acquisto di case». Dunque il problema principale resta quello di una riduzione del prezzo corrente degli immobili… «Ne sono abbastanza convinto. Negli ultimi anni si erano raggiunti livelli di prezzo francamente eccessivi rispetto all’effettivo valore degli oggetti proposti. Credo che adesso sia giunto il momento di una revisione verso il basso dei prezzi a metro quadrato. Un adeguamento graduale e programmato avrebbe il vantaggio di mantenere la dinamicità del mercato ed evitare nel tempo il rischio di brusche cadute dei prezzi, con tutte le conseguenze che è facile immaginare».

GIOVANNI MASTRODDI HA FESTEGGIATO I 20 ANNI DI ATTIVITÀ DI MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE CON UNA GARA DI GOLF E UNA SERATA-EVENTO CONFERMANDOSI SOCIETÀ DI RIFERIMENTO IN TICINO NELL’ASSISTERE I CLIENTI IN TUTTE LE FASI DI COMPRAVENDITA DI UN IMMOBILE.

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FIDUCIARIA IMMOBILIARE

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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bitazioni di proprietà o in affitto: come si distribuisce il mercato della casa in Ticino? «Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un rilevante spostamento di popolazione dall’affitto alla casa in proprietà, fino a raggiungere la percentuale del 40% circa. Ma ora, per superate quella soglia credo che sia necessaria una correzione abbastanza radicale del mercato domestico, con una maggiore offerta di soluzioni abitative accessibile ad una fascia più ampia di acquirenti».

Tutto questo significa anche una più attenta selezione degli oggetti… «Esattamente. Questo è quanto MG Immobiliare sta facendo da qualche tempo a questa parte. Proporre soluzioni abitative valide ad un prezzo che evita gli eccessi del mercato ma che corrisponde all’effettivo valore dell’immobile, garantendo la conservazione dell'investimento nel tempo. In altre parole si tratta di un riposizionamento degli oggetti in base alla reale fascia di appartenenza, contribuendo a rendere il mercato più trasparente e al tempo invogliando l’acquirente a compiere la scelta più idonea alle proprie esigenze».


IMMOBILIARI / MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE SAGL

Anche la valorizzazione degli oggetti proposti in vendita ha una notevole importanza… «Non a caso utilizziamo l’espressione “home staging” per indicare il preparare la casa da mettere in vendita come se fosse un palcoscenico. Occorre dunque creare un ambiente in vista di una vendita o di una locazione in modo tale da renderlo appetibile al maggior numero di persone per poter essere collocato nel minor tempo possibile e alle migliori condizioni. Chi si accinge ad acquistare un immobile desidera sicuramente visitare qualcosa di ordinato, armonioso, caldo, pulito e ben illuminato… E questo è particolarmente vero se si tratta di edifici di non recente costruzione. Per quanto riguarda invece nuove costruzioni cerchiamo di proporre oggetti immobiliari che siano già dotati, eventualmente con un nostro intervento diretto, di un sistema domotico che consenta di gestire in modo intelligente la casa attraverso l'automazione fra tutte le principali funzioni (climatiz-

zazione, illuminazione, movimentazione tapparelle/tende, ecc.), senza naturalmente dimenticare i sistemi di sicurezza». Quest’anno festeggiate vent’anni di attività… «Siamo soprattutto orgogliosi per il modo in cui tagliamo questo traguardo. Con la consapevolezza cioè di avere lavorato sempre in modo estremamente professionale, con la volontà di comprendere appieno, e soprattutto di conciliare nel miglior modo possibile, le esigenze di chi vende e di chi compra. La nostra non può essere ridotta ad una attività commerciale perché quello della casa è probabilmente l’acquisto più importante che una famiglia compie nel corso della sua vita. Dobbiamo dunque comprendere tutte le aspettative psicologiche, emozionali, di speranza e di ansia che tale acquisto comporta, e tutte le implicazioni economiche, finanziarie e fiscali di cui occorre tenere conto. "Per festeggiare i nostri primi 20 abbiamo promosso diverse

iniziative fra cui la sponsorizzazione di una gara di golf svoltasi lo scorso 22 maggio al Golf Club di Lugano e che ha ottenuto un grande successo di presenze con 150 partecipanti. Durante la premiazione abbiamo ospitato i 18 suonatori di corni svizzeri diretti da Marco Fässler, che ci hanno allietati con l'anteprima del repertorio previsto per l'inaugurazione dell'Alptransit. E nel campo della comunicazione abbiamo ammodernato il nostro sito per renderlo ancora più attuale ed immediato per chi intende acquistare o affittare un'abitazione in Ticino».

MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE SAGL di GIOVANNI MASTRODDI Via Pessina 9 6900 Lugano Tel. 091 921 42 58 Fax. 091 921 42 02 E-mail: info@mgimmobiliare.ch www.mgimmobiliare.ch

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SEZIONE / TITOLETTO

Residenza Felicità

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Due Ville a Montagnola La Residenza Felicità è progettata nel Comune di Collina D’Oro, sezione Montagnola. Questa zona è caratterizzata dalla presenza di numerose ville, palazzine e case di vacanza, e gode di una bellissima vista lago sul golfo di Agno ed un panorama aperto sulle montagne circostanti. La privilegiata posizione e la vicinanza con la città garantiscono un facile accesso a tutti i servizi: aeroporto di Agno, mezzi pubblici, scuole, farmacie, banche e centri commerciali. Le ville sono orientate a sud-ovest e godono di un ampio affaccio con una splendida vista sul golfo di Agno. Ogni elemento è stato concepito per creare un’oasi di riservatezza e di comfort.Il progetto si compone di due ville gemelle situate su due livelli diversi, progettate per donare riservatezza assoluta ad ogni villa. I due immobili sono caratterizzati da un ampio affaccio lato Sud-Ovest, tale da garantire un'esposizione ottimale. Al primo livello troviamo la zona giorno e la camera ospiti, al livello -1 la zona notte con la camera padronale e altre tre camere da letto, al -2 l'area fitness, la piscina, la SPA privata ed una cantina per i vini. Sotto il livello piscina sono situati i locali tecnici per gli impianti. L’accesso principale avviene dal lato nord, via Nagra, tramite una rampa carrabile che conduce all’autorimessa, situata al piano terra. L’ingresso alla villa più in alto avviene dal piano terra, mentre la seconda villa si può raggiungere tramite un percorso esterno gradonato o grazie un comodo lift esterno. La residenza è inoltre dotata di tre lift, due interni rispettivamente ad ogni blocco ed uno esterno. Entrambe le ville sono dotate di piscina interna e giardino privati. Il rivestimento di travertino in facciata conferisce una particolare eleganza alla residenza.

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SEZIONE / TITOLETTO

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SPECIALE ASSICURAZIONI / BENI DI LUSSO

COME TI ASSICURO LA RICCHEZZA QUANDO SI PARLA DI ASSICURAZIONI SI PENSA SUBITO ALLA RC AUTO OPPURE ALLE ASSICURAZIONI SU VITA O CASA. IN REALTÀ ESISTE UN ALTRO SETTORE, QUELLO DEI BENI DI LUSSO, ALTRETTANTO RILEVANTE E BISOGNOSO DI PROTEZIONE, SOPRATTUTTO IN UN PERIODO DI CRISI COME QUESTO IN CUI I BENI SI SVALUTANO, MENTRE LE OPERE D’ARTE E GLI OGGETTI PREZIOSI MANTENGONO PER LO PIÙ INALTERATO IL LORO VALORE.

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econdo molte stime, la domanda mondiale di beni di lusso continuerà a crescere nel lungo periodo: fattori importanti restano la crescita del ceto medio e il conseguente aumento dei redditi tra fasce più ampie della popolazione, soprattutto nei mercati emergenti. Inoltre, i titoli dei produttori di beni di valore appartenenti al segmento dei marchi premium, come ad esempio gioielli e orologi, moda, cosmetici e automobili, restano sempre interessanti Nell'investire nelle azioni dei beni di lusso, l’attenzione si focalizza infatti soprattutto sulle aziende di lusso che hanno in portafoglio marchi forti e possiedono punti vendita di proprietà in tutto il mondo. Tra i beni di lusso assicurabili un posto preminente spetta naturalmente alle abitazioni. Un sito immobiliare americano ha provato a fare qualche conto, scoprendo che vivere in residenze costosissime o dalla inestimabile valenza storica sarebbe anche bellissimo, ma davvero costoso. La casa che sarebbe più costoso assicurare è la Reggia di Versailles, i cui costi assicurativi si aggirano attorno a 9,4 miliardi di dollari. Segue, in classifica, la Città Proibita, il pa-

lazzo imperiale che si trova a Pechino. Assicurarla costerebbe “solo” 3,5 miliardi di dollari. Terzo posto sul podio per la Dimora Biltmore, ad Asheville, tenuta ottocentesca simbolo della famiglia Vanderbilt – una delle dinastie USA più importanti ed influenti al mondo e settima famiglia più ricca di tutta la storia – il cui costo per l’assicurazione si aggira attorno a 1,2 miliardi di dollari. Gioielli di famiglia, orologi, pellicce e altri oggetti di valore personali hanno, oltre a un valore affettivo, spesso anche un grande valore economico e dunque proliferano le polizze per la protezione di oggetti di valore in caso di smarrimento, danneggiamento o altro tipo di perdita. Naturalmente, una delle preoccupazioni più diffuse sono i furti in casa: le compagnie assicurative hanno cercato di rispondere alla richiesta di prodotti a tutela dei beni, pensando a delle formule di assicurazione casa che, tra le garanzie, prevedano anche delle coperture in caso di furto. Ancora più specifici i prodotti pensati precisamente per gli oggetti di valore e per i gioielli in particolare. Se ci si sofferma su quest’ultimo tipo di copertu-

HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:

1291 GRAZIANO GASTRONI (G.G.) Direttore di Camathias Assicurazioni & Co. SA

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MARCO MILITANO (M.M.) Consulente di Generali Assicurazioni Agenzia di Lugano

FRANCESCO SOLDATI (F.S.) Titolare 1291 Insurance Brokers SA

PIERMICHELE BERNARDO (P.B.) Managing Partner IBC Insurance Broking and Consulting


SPECIALE ASSICURAZIONI / BENI DI LUSSO

ra, è facile capire che i destinatari siano anche i gioiellieri e coloro che fondano la loro attività sulla compravendita di oggetti di valore. Infine, oltre ad auto di lusso, navi e aerei, non possono essere dimenticate le assicurazioni dedicate alle opere d’arte. Chiunque si trovi ad operare nel settore dei beni artistici, come musei, restauratori, organizzatori di mostre, case d’asta, gallerie, trasportatori, imballatori, collezionisti o anche semplicemente appassionati d’arte potrebbe trovare necessario stipulare una polizza assicurativa per la la tutela delle proprie

1.

Che importanza rivestono i beni di lusso nel complesso delle attività assicurative della vostra compagnia?

G.G: «Come tutte le coperture che offriamo, i beni di lusso hanno sicuramente un ruolo importante. Il nostro scopo è di garantire ed offrire al nostro cliente la consulenza più qualitativa possibile. Infatti molti durante i primi colloqui di consulenza “scoprono” a volte di essere proprietari di oggetti la cui copertura base non è sufficiente, ma necessita un

opere ed oggetti d’arte. Le necessità legate alla stipula di una polizza assicurativa relativa ad un bene di lusso possono essere in conclusione molto varie e per questo motivo le possibilità che vengono presentate sul mercato sono molto diversificate. In ogni caso, è importante valutare con attenzione le varie assicurazioni e scegliere l’offerta più appropriata alle specificità degli oggetti da assicurare, ma anche differenziare con cautela la scelta in base al settore di appartenenza e competenza, attraverso una gamma di assicurazioni completa e ben definita.

ampliamento di polizza dedicata, appunto, al bene di lusso. Questo è anche il nostro ruolo nel fare un’analisi approfondita delle reali esigenze assicurative per evitare al cliente sovra o sotto assicurazioni». M.M: «I beni di lusso vengono generalmente integrati nella polizza arredamento domestico, oppure vengono assicurati solo per quei clienti che già hanno stipulato con noi altre polizze. I beni di lusso da soli non vengono infatti assicurati dalla nostra compagnia. I clienti devono in ogni caso fornire, soprattutto

se si tratta di opere d’arte, tutta la documentazione che attesti l’autenticità e l’effettivo valore dei beni per i quali si richiede la copertura assicurativa». F.S: «I beni di lusso, intesi come gioielli, pietre preziose, orologi, arredi, collezioni di oggetti antichi ecc, non sono importanti tanto per il valore assoluto delle polizze quanto piuttosto per la qualità del servizio reso alla clientela e di conseguenza per il rapporto di fidelizzazione e di fiducia che si stabilisce con essa. Solitamente si tratta di polizze

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SPECIALE ASSICURAZIONI / BENI DI LUSSO

assicurative cosiddette all risk, cioè comprendenti ogni genere di copertura, dal furto, allo smarrimento, dall’incendio al danneggiamento, indipendentemente dal luogo in cui sono depositati ecc. Tutti questi beni sono naturalmente oggetto di una attenta valutazione del loro valore da parte della compagnia. Le misure di sicurezza adottate incidono poi sul costo delle coperture assicurative». P.M: «Anche se dal punto di vista commerciale specifico non si parla di cifre importanti nel contesto della nostra attività, poter offrire delle coperture assicurative “taylor made” per i beni di lusso permette di garantire un servizio di alta qualità e di guadagnarsi la fiducia del cliente che è di regola anche cliente per le attività commerciali ».

2.

Quali sono le principali richieste che vengono avanzate dalla clientela e quali specifiche polizze proponete per far fronte alle diverse esigenze? G.G: «Abbiamo un’ampia diversità di clientela e ognuno è seguito secondo le sue esigenze individuali. Abbiamo comunque una clientela abbastanza omogenea tra persone fisiche e persone giuridiche. Il grande vantaggio della nostra attività di Brokeraggio assicurativo consiste anche nel beneficiare, qualora il caso lo necessitasse, dell’aiuto di consulenti interni delle nostre compagnie partner per quanto riguarda gli aspetti più tecnici e specifici della copertura. Questo ovviamente va a vantaggio del cliente che si affida alle nostre competenze, quale unico interlocutore». M.M: «Le richieste variano molto da cliente a cliente. Le situazioni sono le più diversificate ed è nostro compito riuscire a comprendere le diver-

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se esigenze. Talvolta è capitato che si siano rivolti a noi clienti che non erano consapevoli, non disponendo delle relative perizie, del valore dei quadri in loro possesso. Oppure, nel caso contrario, che richiedessero coperture assicurative per quadri che, dopo un’attenta perizia, si sono rivelati essere dipinti di scarso valore». F.S: «Le richieste sono molteplici, almeno tante quante sono le diverse tipologie di oggetti e di collezioni per le quali si richiede una copertura assicurativa. Rientrano tra le possibili richieste anche le coperture sanitarie per i figli mandati a studiare in giro per il mondo. Oppure nella categoria beni di lusso può rientrare l’assicurazione dei viaggi. E ancora ville e abitazioni in zone di particolare pregio e del valore di svariati milioni di franchi, con all’interno arredi particolari e dotate di ogni possibile dispositivo domotico».

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P.M: «Le richieste sono fondamentalmente due: essere coperti completamente e spendere il meno possibile. Importante per ottenere condizioni particolarmente competitive sono le misure di sicurezza dei siti di custodia come pure quelle relative al trasporto. Inoltre, per quanto attiene specificatamente alla seconda parte della domanda - considerato che tra i beni di lusso vanno compresi veicoli, barche, elicotteri, aerei e tutto il vasto settore delle opere d’arte, vuoi che si tratti di collezioni private custodite in casa che di gallerie, musei, istituzioni o fondazioni, senza dimenticare i beni intestati direttamente a società che sono depositate in Punti Franchi – proponiamo soluzioni taylor made sia con compagnie svizzere che con i Lloyd’s di Londra. In Ticino sono davvero numerose le collezioni importanti, anche grazie alla presenza di persone facoltose provenienti dall’estero. Comunque, anche le persone meno facoltose dovrebbero considerare che le polizze

standard prevedono dei limiti di indennizzo e che quindi le somme garantite potrebbero essere non sufficienti ad indennizzare le perdite dell’insieme degli oggetti di valore di proprietà ».

3.

Con quale strategie di marketing approcciate la clientela benestante e attraverso quale formazione preparate la vostra rete commerciale a soddisfarne le esigenze di questo tipo di clienti? G.G: «Oltre ad una mirata comunicazione attraverso i canali che noi riteniamo più opportuni e costruita attraverso la presenza sul nostro territorio tramite riviste indirizzate ad un determinato target di clientela, piuttosto che su una presenza in rete con un sito internet aggiornato, quello che più ci sta a cuore - quello che secondo noi più conta - è la piena soddisfazione del nostro cliente, che in maniera del tutto spontanea possa anche far conoscere i nostri servizi. Inoltre il nostro gruppo ha la possibilità di attingere anche delle relazioni costruite tramite le altre attività proposte, come la gestione patrimoniale e i servizi immobiliari». M.M: «Solitamente il primo approccio avviene attraverso la richiesta di un’assicurazione per un’auto di lusso. La reciproca conoscenza genera poi un rapporto di crescente fiducia e la richiesta di un ampliamento delle polizze assicurative. Questo è particolarmente vero per la clientela proveniente dall’estero che sceglie di portare il proprio domicilio in Ticino, come russi, arabi e italiani, e dunque necessità di assicurazioni di vario genere per sé e per la propria famiglia». F.S: «La chiave della relazione è stabilita dalla qualità del rapporto che si stabilisce con il cliente, che è

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SPECIALE ASSICURAZIONI / BENI DI LUSSO

quasi sempre di carattere personale. Quanto si tratta di beni di lusso si entra in un certo senso nella vita privata del cliente e dunque è necessario che si stabilisca quel grado di conoscenza che è alla base di un rapporto di fiducia. Dunque non è tanto importante disporre di una capillare rete commerciale quanto piuttosto di una rete di relazioni con persone benestanti che si costruisce nel tempo con anni e anni di positive collaborazioni. Molto importante è altresì disporre di uno stretto legame professionale con fiduciarie e studi legali». P.M: «Il rapporto con i potenziali clienti avviene nella maggior parte dei casi grazie al passa parola che costituisce la migliore garanzia di efficienza e professionalità. Teniamo poi presente che la clientela predilige da una parte un rapporto privilegiato con il suo consulente, ma desidera anche che alle spalle vi sia una struttura adeguata in modo da garantire un servizio ineccepibile anche in assenza del consulente dedicato del cliente. Anche le compagnie d’assicurazioni hanno iniziato a selezionare ed a non collaborare con quei broker che non danno le necessarie garanzie di professionalità».

4.

Recenti scandali internazionali hanno portato alla ribalta polizze assicurative, proposte anche da primari istituti bancari, in grado di favorire l’esportazione all’estero di capitali non dichiarati. Quali misure, a suo giudizio, andrebbero adottate per garantire al meglio l’assoluta trasparenza del settore assicurativo? G.G: «Non abbiamo esperienze di casi simili, tuttavia condividiamo la trasparenza fiscale che ormai i vari Stati stanno adottando. Inoltre le Compagnie si sono da tempo allineate agli standard di trasparenza FINMA e

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sono obbligate a indicare l’avente diritto economico della polizza». M.M.: «La normativa vigente è in genere molto restrittiva. Ogni compagnia applica un proprio codice di comportamento ma in ogni caso per una compagnia svizzera è impossibile stipulare polizze all’estero ed è possibile soltanto assicurare frontalieri o clienti domiciliati in Svizzera». F.S: «Il sistema assicurativo svizzero offre sufficienti garanzie di autoregolamentazione a tutela dell’assicurato. Il genere di polizze a cui la domanda fa riferimento sono per lo più stipulate da consociate situate in altri Paesi dove vige una legislazione più permissiva, come Lussemburgo o Liechtenstein».

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P.M: «Penso si stia riferendo alle polizze che possono essere definite “contenitore” ed il cui valore è il valore di una posizione bancaria (liquidità, azioni ecc). Come altre realtà, in passato, vi erano magari anche beni non dichiarati, ma stiamo appunto parlando del passato. Tra i vantaggi di questo genere di prodotti spiccano i sistemi di tassazione, successione, riservatezza ed in certi limiti la non essere confiscabili. Si tratta in genere di strumenti usati soprattutto allo scopo di proteggere il proprio patrimonio».

5.

Per finire, una nota curiosa e “leggera”. Qual è l’oggetto di lusso più prezioso o divertente che nel corso della sua vita professionale le è capitato di assicurare? G.G: «Manteniamo massimo riserbo e discrezione nella nostra impostazione dell’operatività, quindi

preferiamo non sbilanciarci e “svelare” il bene di lusso assicurato più particolare. Possiamo sicuramente dire, che, a volte, anche noi addetti ai lavori ci meravigliamo e ci stupiamo “simpaticamente” di quello che può essere un valore e quindi anche il prezzo del bene in questione. A volte non s’immagina che un oggetto possa valere una cifra così importante». M.M.: «Un episodio sicuramente curioso riguarda una benestante cliente svizzera che circa 30 anni fa denunciò la perdita di un prezioso anello assicurato per 90.000 franchi, esibì la perizia e tutta la documentazione necessaria e fu regolarmente rimborsata. Trascorsi due anni la signora mi telefonò per dirmi che nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione l’idraulico aveva rinvenuto e restituito l’anello trovato incastrato nelle tubature del lavandino del bagno». F.S: «Sicuramente molto particolari sono le polizze stabilite sulla vita di un atleta o di un pilota giovane, il cui valore viene calcolato in funzione dei successi che potrà raggiungere in futuro, tenendo conto dei risultati già oggi ottenuti».

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P.M: «Anche questo ambito la riservatezza è d’obbligo. Tra le polizze più particolari si possono comunque citare quelle che assicurano la voce di un cantante o i premi partita destinati ai giocatori di una squadra in base alle probabilità di successo, come pure quelle legate ad estorsioni e rapimenti. Non da ultimo, ma più in generale, tutte le forme di assicurazione legate alla possibilità di mantenere nel tempo il livello delle proprie prestazioni, sia che si tratti di attività sportive, artistiche, imprenditoriali o intellettuali».


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SPECIALE ASSICURAZIONI / TITANUS

Il vero lusso è la salvaguardia della propria salute

polizza è importante anche per la protezione del patrimonio e la pianificazione, per esempio serve a coprire i costi fiscali delle successioni per beni ubicati in Paesi con imposizione molto alta (USA/ UK/FR/CAN). Se una persona di nazionalità italiana detiene un immobile negli Stati Uniti il valore è soggetto a imposta di successione (40%) e quale migliore soluzione se non una polizza vita per coprire questo eventuale costo fiscale? Sempre meglio che imporre agli eredi di dover intaccare i risparmi o vendere l’immobile in emergenza per far fronte al debito del fisco locale. I prodotti sono di tutti i tipi, mutuati anche dall’esperienza di altri paesi come USA e UK (dove tutti possiedono questa copertura) e al rischio base si possono poi aggiungere delle estensioni come ad esempio la garanzia per invalidità totale permanente a seguito di infortunio o malattia».

TITANUS WEALTH PLANNING SAGL È ADVISOR DI RIFERIMENTO CANTONALE PER RISCHI IN EUROPA, AMERICA LATINA E MEDIO ORIENTE NEL SETTORE DELLE COPERTURE ASSICURATIVE INDIVIDUALI, COME SPIEGA ANDREA BAZZANI, DIRETTORE COMMERCIALE DELLA SOCIETÀ DI LUGANO.

P

erché la salute ha assunto tanta importanza nella ricerca di coperture assicurative? «Sempre più persone benestanti si trovano a trascorrere lunghi periodi in città e Paesi lontani dal loro luogo d’origine, per ragioni di lavoro o semplicemente perché hanno deciso di spostare la loro residenza. E lo fanno senza rinunciare alla garanzia di poter avere, in ogni contesto, la migliore assistenza medica, sia che si tratti di un ricovero, di un intervento o di una visita specialistica. Per questo sono sempre più richieste polizze che abbiano valore in tutti i Paesi del mondo e che coprano in modo adeguato rispetto ai rischi inerenti la propria salute».

01 Andrea Bazzani Direttore commerciale Titanus Wealth Planning

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Quali sono i vostri referenti principali? «High Net Worth Individual (HNWI) e i loro consulenti, family offices, fiscalisti, legali e banche private; a loro offriamo la nostra esperienza in un contesto qualificato, indipendente e multidisciplinare supportati da una solida esperienza fiscale e legale internazionale. La nostra sede è nel cuore della Svizzera, ma vantiamo una forte connessione con i più grandi centri finanziari europei: una situazione privilegiata che ci ha permesso di sviluppare un track record rilevante nel settore della pianificazione patrimoniale. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alle esclusive partnership strette con le più importanti istituzioni assicurative a livello europeo e mondiale». Quali altri servizi offre la vostra società? «Un prodotto in cui crediamo particolarmente è la polizza vita, key-man, considerata la polizza vita “pura”, che copre il rischio biometrico: la compagnia si assume l’eventualità di pagare una certa somma ai beneficiari al verificarsi della morte dell’assicurato in un determinato periodo di tempo. La

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Titanus risulta essere un consulente regolamentato. Cosa significa? «Vuol dire poter operare in Europa e vendere polizze senza alcun ostacolo e nel pieno rispetto delle normative imposte. Siamo inoltre in attesa di ricevere l'autorizzazione da FINMA per operare su alcuni innovativi prodotti per la clientela svizzera. Titanus pianifica e confronta, innanzitutto. È compito del broker proporre le soluzioni migliori alla clientela sia dal punto di vista della panificazione che della fiscalità. Per ogni situazione, insomma, si crea un progetto specifico e solo allora è possibile indicare, dopo un confronto approfondito, i prodotti migliori per ogni singolo caso».


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SEZIONE / TITOLETTO

C Franz Reichholf

Segna tempo da sogno BASELWORLD È IL PIÙ IMPORTANTE SALONE DI TENDENZA DELL'INDUSTRIA MONDIALE DELL'OROLOGERIA E DELLA GIOIELLERIA, L'UNICO IN GRADO DI RAGGRUPPARE TUTTI I MAGGIORI PLAYER DEL SETTORE, DAGLI OROLOGIAI AI GIOIELLIERI, DAI COMMERCIANTI DI DIAMANTI, PERLE E PIETRE PREZIOSE AI FORNITORI DI MACCHINARI. TUTTE LE PRINCIPALI NOVITÀ PRESENTATE DA BUCHERER PER L’EDIZIONE 2016.

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ome microcosmo dell'industria degli orologi e dei gioielli, Baselworld è lo snodo fondamentale del settore, dove tutti i player coinvolti esibiscono le loro creazioni e innovazioni. Il salone attira tutti, dai designer agli acquirenti fino alla stampa mondiale e ai consumatori, che desiderano tastare il polso di questo mondo affascinante, trarre ispirazione e condividere quest'esperienza straordinaria. Le marche e i modelli qui segnalati si distinguono per qualità, stile ed eleganza.

ROLEX DATEJUST 41 (01) Rolex ha presentato la nuova generazione del suo modello classico Oyster Perpetual Datejust, reso più moderno nel design, con cassa di 41 mm e dotato di un movimento, il calibro 3235 di Rolex, all’avanguardia della tecnica in orologeria. Il nuovo Datejust 41 è disponibile in versione Rolesor giallo o Rolesor Everose – abbinamento dell’acciaio 904L e dell’oro giallo o Everose 18 ct. – con un’ampia selezione di quadranti. L’orologio vanta la certificazione di Cronometro Superlativo ridefinita da Rolex nel 2015 per garantire prestazioni al polso fuori dal comune.


LUSSO / BUCHERER

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ROLEX AIR KING (02) Il nuovo modello Air-King è un orologio che mantiene intatto il retaggio aeronautico del Rolex Oyster originale del Rolex Oyster originale. Sul quadrante nero del nuovo Air-King, con cassa in acciaio 904L di 40 mm, risaltano i grandi numeri di riferimento 3, 6 e 9 per le ore e la scala dei minuti in primo piano per la lettura dei tempi di navigazione. Sullo sfondo si staglia, inoltre, il nome Air-King scritto nei caratteri appositamente disegnati negli anni '50 per questo modello. ROLEX PEARLMASTER 39 (03) Nuova versione dell’Oyster Perpetual Pearlmaster 39, l’orologio gioiello per eccellenza del Marchio, con cassa di 39 mm in oro Everose 18 ct. Attraverso questo esemplare impreziosito dai diamanti più rari, Rolex testimonia ancora una volta la sua immensa perizia in gioielleria. Nel Pearlmaster 39, l’arte orologiera di Rolex incontra il più raffinato lavoro di incastonatura. Questo prezioso modello, inoltre, è animato da un movimento di nuova generazione, il calibro 3235, che trae vantaggio dai suoi quattordici brevetti e prevede lo scappamento Chronergy sviluppato da Rolex.

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ROLEX LADY-DATEJUST 28 (04) Nuova generazione del modello femminile Oyster Perpetual Lady‑Datejust nelle versioni Rolesor giallo e Rolesor Everose, ossia l’unione dell’acciaio 904L e dell’oro giallo o Everose 18 ct. Questi nuovi modelli esibiscono una cassa ridisegnata e ampliata a 28 mm e contengono un movimento meccanico, il calibro 2236, con spirale Syloxi in silicio brevettata da Rolex. Il nuovo Lady‑Datejust 28 vanta la certificazione di Cronometro Superlativo ridefinita da Rolex nel 2015 per garantire prestazioni al polso fuori dal comune. CARL F. BUCHERER MANERO FLYBACK (05) Presentato un cronometro molto particolare. Il suo disegno nasconde un movimento molto sofisticato. Manero è sinonimo d’eleganza senza tempo e i suoi cronografi incarnano la sportività unita ad un design classico. Il nuovo modello è disponibile con una cassa in oro rosa o in acciaio inossidabile.

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anni il Laureato non è mai uscito dal listino, ma ha continuato ad ammodernarsi, senza mai perdere la propria identità, proponendosi in diverse versioni, come ad esempio abbinando l’acciaio con l’oro, e arricchendosi di diverse complicazioni. Quest’anno, Girard Perregaux, rilancia questo iconico modello con un edizione limitata in acciaio di soli 225 esemplari, con una cassa da 41 mm. di diametro per 10,10 di spessore, con 2 varianti di quadrante: il blu navy o il grigio argento, con il tipico motivo a “clou de Paris”, visibile attraverso il vetro zaffiro antiriflesso. Le sfere riprendono il modello originale del ’75, con l’aggiunta di sostanza luminescente.

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GIRARD PERREGAUX LAUREATO (06) Lanciato per la prima volta sul mercato nel 1975, il Laureato di Girard Perregaux è diventato subito un icona. Negli TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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LUSSO / BUCHERER

LONGINES DOLCE VITA (07) Questa collezione, degna erede di una tradizione dove l’eleganza regna sovrana, ha immediatamente riscontrato un grande successo in tutto il mondo. Ispirandosi alla dolce vita italiana, è apprezzata dalle donne che sanno come sublimare i semplici piaceri della vita. È una collezione che ricorre alle linee geometriche e alla delicatezza delle curve che, insieme, esaltano l’eleganza contemporanea e la femminilità di questi modelli. RADO TRUE OPEN HEART (08) La gamma di Rado True vive una nuova creatività con nuovi esemplari, ispirati alla leggerezza. Il True Open Heart, in edizione limitata di 500 pezzi numerati singolarmente, viene realizzato in ceramica hi-tech sia in color nero opaco che bianco lucido e possiede linee pulite ed eleganti della gamma Rado True. TAG HEUER AQUARACER LADY 300M (09) Nella storia dell'orologeria, il brevetto della prima cassa impermeabile è stato depositato nel 1892 da Edouard Heuer.

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Un successo immediato. Da allora, i modelli Aquaracer (collezione creata da TAG Heuer nel 2003) sono in continua evoluzione, per diventare orologi sportivi, amati sia dagli uomini che dalle donne. Nel 2016, TAG Heuer ha presentato per la prima volta una collezione di orologi interamente in ceramica, con alcune nuove versioni del famoso Aquaracer Lady destinate a soddisfare le aspettative delle sue clienti.

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SEZIONE / TITOLETTO

Ticino. Terra di tradizioni e di eventi. events.ticino.ch I nostri suggerimenti per un’estate speciale.

Giugno 2016 03 – 05.06.2016 X-Cat Lugano Grand Prix Campionato di motonautica Bowerboat championship Lugano 04 – 05.06.2016 Inaugurazione della Galleria di Base del San Gottardo Opening of the Gotthard Base Tunnel Biasca e Pollegio 07 – 30.06.2016 Progetto Martha Argerich Martha Argerich project Lugano 10 – 12.06.2016 Festa Federale delle Corali in costume Federal Choir Festival in Costume Lugano 15.06.2016 Arrivo tappa Tour de Suisse Stage arrival Tour de Suisse Carì 23 – 25.06.2016 Bellinzona Blues Session Summer Sessions Open air Bellinzona

23.06 – 02.07.2016 JazzAscona Ascona

15 – 17.07.2016 Hublot Polo Cup Ascona

03 – 13.08.2016 69° Festival del film Locarno Locarno

23.06 – 23.07.2016 LongLake Festival Lugano

21 – 24.07.2016 CSI Ascona Concorso ippico internazionale International horse jumping competition Ascona

06.08.2016 Verzasca Country Festival Sonogno

28.06 – 09.07.2016 Montebello Festival Musica classica Classical music Bellinzona

Luglio 2016 01 – 09.07.2016 Estival Jazz Mendrisio - Lugano

02.07 – 11.09.2016 Ceresio Estate Concerti di musica classica Classical music concerts Lugano 07 – 17.07.2016 Moon & Stars Locarno 08.07 – 04.08.2016 Vallemaggia Magic Blues Vallemaggia

22 – 23.07.2016 Cliff Diving European Championship 2016 Ponte Brolla 22 – 24.07.2016 Luci e Ombre Summer night’s dream – fireworks Locarno - Muralto 29 – 31.07.2016 Castle on Air Concerti Concerts Bellinzona

Agosto 2016

10.08 – 10.09.2016 Titanic Musical sul lago Musical at Lake Lugano Melide 20 – 28.08.2016 Mountain Gravity Concorso internazionale di paracadutismo International skydiving event Ambrì 25 – 27.08.2016 Blues to Bop Lugano 26 – 28.08.2016 Rombo Days Raduno di moto Motorcycle rally Locarno

01.08.2016 Festeggiamenti 1° agosto Celebrations for the National Holiday Ticino

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LUSSO / BUCHERER

Chopard Red Carpet IN ONORE DEL FESTIVAL DI CANNES 2016 E DELLA PRESTIGIOSA CASA CHOPARD, CREATRICE DELLA PALMA D’ORO, LA GIOIELLERIA BUCHERER DI LUGANO HA INVITATO 130 CLIENTI ED AMICI ALLA SERATA CHOPARD “RED CARPET” IN VIA NASSA 56.

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l tappetto rosso ha accolto gli ospiti nel magico mondo di casa Chopard, costellato da splendidi gioielli ed importanti orologi. Le modelle hanno indossato dei collier strabilianti, pezzi unici creati appositamente per la passerella di Cannes, ed uno splendido collier di 608 diamanti è

stato il tema del concorso durante la serata. L’affiatata brigata della Villa Principe Leopoldo capitanata da Claudio Recchia ha deliziato gli ospiti con un prelibato standing dinner annaffiato da spumeggiante champagne e la piacevole ed allegra atmosfera ha reso la serata davvero indimenticabile.


SEZIONE / TITOLETTO

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SEZIONE // TITOLETTO FASHION CARTIER

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Classe ed eleganza senza tempo

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UNENDO OROLOGERIA ALL'AVANGUARDIA ED ELEGANZA DELLO STILE, LA MAISON CARTIER FIRMA LINEE MASCHILI E FEMMINILI IN CUI CONVERGONO TEMPERAMENTO FORTE, ESTETICA E PRECISIONE. CARTIER DA SEMPRE SI DISTINGUE PER L'APPROCCIO CREATIVO MA ANCHE PER L'INTRODUZIONE DI DIVERSE INNOVAZIONI DI CARATTERE TECNICO.

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LUSSO / CARTIER

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a Maison Cartier firma una linea maschile formata da varie collezioni: Tank nasce nel 1917, e i suoi modelli sono le vere icone dell’orologeria Cartier. Altri modelli classici sono quelli della collezione Santos de Cartier, che con il quadrante dagli angoli arrotondati sono oggetto di numerose rivisitazioni. Clé de Cartier è caratterizzato da una sensuale curva ergonomica che si adatta perfettamente al polso. Drive. Dal carattere deciso, l'estetica dell'orologio Drive cambia a seconda delle versioni. La cassa, in oro rosa o acciaio, è dotata di un quadrante guilloché nero, grigio o bianco con numeri romani e lancette a forma di gladio. Attraverso il fondello trasparente è possibile ammirare il movimento di Manifattura 1904 MC proposto in due versioni: ore, minuti e piccoli secondi per il 1904-PS MC; secondo fuso orario, indicatore giorno e notte, grande datario e piccoli secondi per il 1904-FU MC. L’orologio Drive de Cartier è inoltre disponibile nella versione Alta Orologeria, certificata “Poinçon de Genève” e dotata di tourbillon volante 9452 MC.

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Ballon Bleu. Orologio di lusso declinato in molte versioni, per offrire sempre il prodotto giusto all’esigente clientela, che può scegliere il modello tarato meglio rispetto ai gusti personali. Per la cassa si può scegliere fra diversi materiali, più o meno accostati tra loro: acciaio, oro e acciaio, oro bianco, giallo e rosa. Il bracciale è previsto in metallo, pelle o tessuto. Varie le opzioni in base al movimento: cronografo, meccanico automatico, meccanico manuale, quarzo e con complicazioni, in una ricca sequenza declinata in diversi modi. Come se non bastasse questo grande ventaglio, si può scegliere anche fra creazioni con diamanti e senza diamanti. Il risultato estetico e qualitativo è sempre adeguato al rango di una Collezione che rapisce sin dal primo sguardo. A influenzare la traiettoria dei numeri romani è la corona di carica ornata di uno zaffiro cabochon, protetto da un particolare “anello” di metallo prezioso. Santos. La storia degli orologi Cartier è legata all'amicizia tra Louis Cartier e l'aviatore brasiliano Alberto SantosDumont. Cartier creò per lui l'orologio da polso Santos nel 1904. Da allora gli orologi Cartier della collezione Santos uniscono movimenti di alta precisione a

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casse e bracciali esteticamente perfetti. Con Cartier la tecnologia moderna incontra una tradizione più che centenaria. Gli orologi da donna Cartier presentano modelli classici come le collezioni storiche Tank e Santos. I modelli della Ballon Bleu de Cartier, come per quelli da uomo, affascinano grazie alle loro curve convesse e al prezioso zaffiro, mentre Ballon Blanc de Cartier vede orologi gioiello molto femminili con quadrante di madreperla e diamanti. Hypnose. L'orologio da donna Hypnose proietta il tempo Cartier in una spirale senza fine. Un orologio gioiello dal potere ipnotico, attraente per la forma e il gioco illusorio delle linee. Con un tratto elegante e rigoroso Cartier dà vita all'orologio Hypnose, nuovo grande classico dell'orologeria.

01 Drive 02 Hypnose 03 Clé de Cartier 04 Ballon Bleu 05 Santos 06 Ballon Blanc

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SEZIONE / TITOLETTO

VOGLIA DI RELAX, SOLE, CALORE, LEGGEREZZA: CON FIORI ROMANTICI CHE DISEGNANO IL CORPO, TESSUTI DAL TAGLIO MORBIDO, LA MODA RACCONTA UNA DONNA SPENSIERATA E ALLEGRA.

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LUSSO / MODA ESTATE 2016

Colori & contaminazioni DI VALENTINO ODORICO

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ia che l’estate venga trascorsa in città o in ufficio, sia al mare o al lago, le idee sono studiate per essere adattabili ad ogni luogo e attimo della giornata. La poesia di una femminilità naturale che, con piccoli dettagli e ricami, trasformano ogni look in un mezzo che trasporta tutto il dinamismo della bella stagione. Sfatato

anche il mito che un uomo, per risultare elegante, debba necessariamente indossare abiti ingessati. Ormai da diversi anni le passerelle ci hanno mostrato come, con nuovi tessuti e forme studiate nei minimi dettagli, si riesca ad essere credibili pur osando con capi più immediati e comodi. Nuovi codici e nuovi abbinamenti di colore portano con se l’immagine di un

uomo contemporaneo e in movimento. Sempre presente la contaminazione che arriva dai tagli orientali, dai colori dei paesi tropicali o da forme classiche rivisitate con texture inusuali. Viaggiare con il corpo ma anche con la mente, e gli abiti diventano quasi la mappa che disegna questo piacevole movimento. Anche gli accessori si adeguano a questa visione: che si tratti di scarpe, di borse o di piccoli gioielli, tutti devono diventare ottimi compagni di viaggio. La donna che desidera una calzatura bassa oggi la ricerca in chiave glamour; un tacco alto deve essere anche confortevole. E poi ci sono gli uomini sempre più consapevoli che un look adeguato è un ottimo alleato sia nel settore lavorativo, sia in quello privato. 01 Mario Dice 02 Armani Women 03 Zeng Fen Fei 04 Bertoni

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SEZIONE AUTO / MASERATI / TITOLETTO LEVANTE

Spira un vento nuovo

NEL MONDO DEL SUV ARRIVA IL PRIMO SUV DELLA GAMMA MASERATI, IN GRADO DI CONIUGARE SPORTIVITÀ E VERSATILITÀ GRAZIE ANCHE ALL’INNOVATIVO SISTEMA A TRAZIONE INTEGRALE Q4 DISPONIBILE SU TUTTE LE MOTORIZZAZIONI. DESIGN RICERCATO ED ELEGANZA AI VERTICI DELLA CATEGORIA, COME CI RACCONTA RONNIE KESSEL. IL NUOVO MODELLO COMPLETA E ARRICCHISCE L’OFFERTA DEI PRODOTTI DELLA CASA (QUATTROPORTE, GHIBLI, GRANTURISMO E GRANCABRIO), MA LEVANTE, OLTRE A ESSERE IL PRIMO FUORISTRADA DEL MARCHIO, PROMETTE PRESTAZIONI E PERFORMANCE DAVVERO UNICHE.

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on quali obiettivi la Maserati Levante si presenta sul mercato? «Levante ha il compito di contrastare le varie BMW X6, Mercedes GLE Coupé e Porsche Cayenne, in virtù di un aspetto che unisce sportività ad eleganza, l’abitacolo curato e la trazione integrale.

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Sotto il cofano ci sono i sei cilindri a benzina o a gasolio, derivati da quelli delle berline Maserati, con cui la Levante condivide il pianale. Tra i contenuti standard le sospensioni elettroniche a smorzamento controllato tramite molle ad aria regolabili e inoltre un sistema a trazione integrale intelligente (Q4) e cambio automatico a 8 velocità».

Un aspetto interessante è dato dall’altezza variabile della vettura… «In configurazione standard è di 21 centimetri, ma può scendere fino a 17,5 in due step. Il primo abbassamento, di 2,5 centimetri, può essere comandato manualmente, mentre oltre i 170 km/h l’auto scende automaticamente di altri 10 millimetri per migliorare ulteriormente l’aerodinamica e


AUTO / MASERATI LEVANTE

la stabilità. Inoltre, dopo aver parcheggiato e spento il motore, la carrozzeria si abbassa di altri 10 mm per facilitare la salita e discesa dall’abitacolo. Invece, in condizioni di marcia in fuori strada sotto gli 80 km/h, la Levante si alza di 2,5 centimetri rispetto alla configurazione standard, raggiungendo i 23,5 cm. E, viaggiando sotto i 40 km/h, si può alzare di altri 15 millimetri arrivando a 250». La trazione privilegia le ruote posteriori? «Nella Levante, in base all’aderenza, la spinta può passare dal 100% su quelle posteriori all’equa ripartizione tra i due assi, grazie a un sistema di frizioni in bagno d’olio controllate elettronicamente. Inoltre, sul retrotreno c’è un differenziale meccanico, ovviamente autobloccante visto che l’auto è una vera sportiva». Quali saranno le motorizzazioni inizialmente disponibili? «La gamma motori della Maserati Levante sarà composta inizialmente da unità a sei cilindri, da 3.0 litri, disponibili con alimentazione benzina o diesel: nel primo caso i valori di potenza si attestano a 350 CV e 430 CV, nel secondo a 275 CV. L’accelerazione 0-100 km/h sarà compresa fra 6,9 e 5,2 secondi. La Levante sarà una vettura molto coinvolgente e piacevole da guidare, in ragione di alcune soluzioni tecniche molto raffinate: la distribuzione dei pesi è equivalente sui due

assi (50:50), le molle ad aria sono regolabili su cinque modalità e le sospensioni hanno una geometria molto raffinata, del tipo a quadrilatero alto all’anteriore e multilink dietro». Molto sofisticati anche i sistemi di assistenza alla guida… «Nella Levante non mancano il cruise control adattativo con funzione Stop&Go, il Lane Departure Warning contro le uscite accidentali di corsia, i sensori per l’angolo cieco dei retrovisori, la frenata di emergenza e le telecamere a 360 gradi, utili nei parcheggi ma anche nel fuoristrada. L’abitacolo si avvale dell’impianto multimediale Maserati Touch Control, gestibile attraverso uno schermo da 8,4 pollici».

Non ultimo, un design molto elegante e raffinato… «La Levante si inserisce nella fascia di mercato riservata ai SUV di lusso, potenti, capaci allo stesso tempo di offrire un comfort di marcia non inferiore ad una classica ammiraglia. Misura 500 cm in lunghezza, ha un passo di 300 cm e si rivela molto abbondante pure in larghezza (197 cm) ed altezza (168 cm). Gli stilisti hanno disegnato una linea filante e aerodinamica, dalle proporzioni subito riconoscibili, regalando all’auto un portamento invidiabile, come da prassi per una Maserati. La sezione posteriore trae giovamento dal lunotto inclinato ed appare più slanciata. Tipica delle Maserati è la tripla feritoia dietro le ruote anteriori, mentre le nervature sulle fiancate rappresentano un omaggio ai passaruota delle automobili degli d’oro della casa del Tridente».

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AUTO / JAGUAR F-PACE

Un SUV dalla vocazione sportiva DOPO UNA GRANDE ATTESA, ECCO SVELATA LA F-PACE, PRIMA CROSSOVER DI CASA JAGUAR CHE PUNTA A UNIRE PIACERE DI GUIDA, CLASSE E VERSATILITÀ. LA BASE TECNICA È QUELLA DELLA XE BERLINA, CON CUI CONDIVIDE IN PIANALE IN ALLUMINIO, OPPORTUNAMENTE MODIFICATO. LA COSTRUZIONE AVVIENE A SOLIHULL, NELLO STESSO STABILIMENTO DELLA XE. CE NE PARLA GABRIELE GARDEL, TITOLARE DEL PROPRIO GARAGE DI PAMBIO-NORANCO.

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a vettura si presenta molto bella nel suo design, sia esterno che interno. La carrozzeria svela personalità e uno stile elegante e al tempo stesso potente, mentre l’abitacolo costituisce un ambiente raffinato, pregiato e tecnologico. Jaguar F-Pace è dunque espressione di classe ed eleganza, ma non rinuncia a una notevole dose di sportività: la prima SUV costruita dalla Jaguar non tradisce l’immagine sportiva del marchio. Nelle versioni a due ruote motrici la trazione è posteriore, ma anche nelle AWD la maggior parte della forza propulsiva del motore viene fornita alle ruote dietro, così da non far rimpiangere quel feeeling di guida sportivo che solitamente ci si aspetta da una Jaguar. All’occorrenza, comunque, parte della coppia motrice viene deviata automaticamente verso l’avantreno, quando le condizioni del fondo sono meno che perfette. L’elettronica governa anche la taratura delle sospensioni, adattandola anche al tipo di fondo stradale che si sta percorrendo.

Molto completa risulta la gamma delle motorizzazioni… «La gamma al momento del lancio prevede ben sei allestimenti (uno dei quali, chiamato First Edition, specifico per il debutto): Pure, Prestige, Portfolio, R-Sport, S e, appunto, First Edition. Alla base dei motori disponibili, l’appena citato 2.0 a gasolio da 180 CV con

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trazione posteriore o integrale, il 3.0 diesel con cambio automatico e trazione integrale, il 3.0 a benzina con potenza di 340 o 380 CV, trazione integrale e cambio automatico. In quest’ultimo caso viene promesso uno 0-60 miglia (96 km/h) in 5”1, oltre a una velocità massima di 155 miglia orarie – quasi 250 km/h».


AUTO / JAGUAR F-PACE

sia, riconoscimento dei segnali stradali, cruise control adattivo e frenata automatica d’emergenza in grado di effettuare il riconoscimento specifico dei pedoni. Le informazioni più importanti possono essere proiettate sul parabrezza attraverso l’head- up display, basata su tecnologia laser».

Quali sono le principali soluzioni adottate per facilitare la guida? «L’elettronica regna sovrana nella FPace. Tra le varie soluzioni figurano il Torque Vectoring per il trasferimento della coppia da una ruota all’altra su base dinamica, e la servoassistenza elettrica per lo sterzo. Si ritrova inoltre il sistema Configurabile Dynamics già in uso sulla F-Type, che permette impostazioni personalizzate per l’acceleratore, la trasmissione automatica, lo sterzo e (opzionale) l’Adaptive Dynamics System, che controlla i movimenti della scocca 100 volte al secondo (500 al secondo per le ruote), fornendo lo smorzamento ottimale agli ammortizzatori; alla F-Type si rifà lo schema di trazione integrale. La Jaguar F-Pace è, di base, una trazione posteriore che può trasferire alla bisogna coppia alle ruote anteriori; non manca il sistema Adaptive Surface Response (ASR), di provenienza Land Rover, che ottimizza la guida e il controllo della stabilità in base al fondo rilevato – ora provvisto anche di una specifica modalità per neve alta e sterrato. Presenti sulla F-Pace anche i sistemi All Surface Progress Control e Low Friction Launch delle altre Jaguar».

diale fa capo a uno schermo che supporta comandi tattili, con diagonale di 10,2” e processore quad-core, che può essere collegato a Internet. La strumentazione della Jaguar F-Pace è di tipo optoelettronico, con uno schermo di 12,3” in grado di variare le informazioni fornite a seconda della funzione selezionata. Inoltre, per facilitare la guida assistita, una videocamera stereoscopica interagisce con i sistemi di mantenimento della cor-

Comodità e spazio accentuano il piacere di viaggiare su una F-Pace? «Per quanto riguarda il bagagliaio, la capacità di carico dichiarata è di 650 litri, incrementabile abbattendo il divano posteriore; in abitacolo, il sistema multimeTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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LUSSO / MERCEDES-BENZ CLASSE E 220 D

Una mini-ammiraglia che ti sorprende ALLA GUIDA DELLA MERCEDES-BENZ E 220 BERLINA, NUOVA ARRIVATA DEL MARCHIO TEDESCO: TANTE LE EMOZIONI A BORDO. DI JOËL CAMATHIAS

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on mi stancherò mai di dirlo ma Mercedes-Benz con ogni suo nuovo modello sorprende e riconferma le sue grandi qualità tecniche e di design. Trovo infatti che la casa tedesca, rispetto ad altri marchi, quando presenta una nuova vettura si rinnova sempre, quindi va sicuramente dato merito a tutto il reparto sviluppo e ricerca. In questa edizione vi presento la nuovissima Mercedes-Benz E Berlina, che grazie all’amico e Direttore di Mercedes-Benz

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Automobili SA (succursale di Lugano-Pazzallo) Andrea Gianotti, ho avuto modo di guidare e provare per voi. La potrei definire una “mini ammiraglia”, infatti al suo interno si percepisce uno spazio ed un’eleganza tipica di una gamma superiore, pur mantenendo delle misure esterne di carrozzeria e di passo molto più comode e pratiche dei modelli taglia XL. Tutto ciò trasmette una certa sicurezza che si conferma anche alla guida e tante sono inoltre le innovazioni. Una che mi ha suscitato interesse è sicuramente


la funzione “DRIVE PILOT”: assiste il guidatore e gestisce al meglio la distanza tra le vetture che precedono durante un viaggio autostradale con inserito il “cruise control”, che permette che vengano rispettate le distanze minime, consigliate per la sicurezza. Davvero tante sono le doti di questa nuova Mercedes-Benz Classe E Berlina, e come detto oltre ad un comfort al suo interno, anche la tenuta di strada, la frenata ed il suo handling sono caratteristiche fondamentali oggi giorno per la scelta di un veicolo. Trovo che anche il suo design sia innovativo ed accattivante: linee morbide ed armoniose ma allo stesso tempo sportive e dinamiche. Credetemi: sono tante le innovazioni introdotte su questo veicolo, non solo per la sicurezza, ma anche per quanto riguarda la gestione del motore. Un esempio? Il cambio automatico “9G-TRONIC” con

ben 9 marce che permette, oltre all’ottimizzazione dei consumi, di avere sempre la massima agilità e prontezza, con innesti impercettibili. Come da tradizione ormai, riprendo uno slogan presente sulla presentazione ufficiale di Mercedes-Benz Classe E Berlina che meglio rappresenta lo spirito di questa vettura: “A passi da gigante verso il futuro”.

QUALCHE DATO TECNICO DELLA MERCEDES-BENZ CLASSE E 220 D:

Motore Cilindrata cc. Alimentazione Potenza max. Coppia max.

4 cilindri 1950 Diesel 194 cv ( 143 kW) a 3800 giri 400 Nm a 1600-2800 giri

Velocità max. Accelerazione Capacità serbatoio Peso totale Trazione

240 km/h (limitata elettronicamente) 0-100 km/h: 7,3 sec. 50 litri 2320 kg Posteriore

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FINANZA / TICINO FOR FINANCE

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La piazza ticinese in cifre tra passato e futuro

“VEDERCI PIÙ CHIARO”, ATTRAVERSO UN’ANALISI MACROECONOMICA DEL SETTORE FINANZIARIO CANTONALE: DA QUESTA ESIGENZA NASCE “SFIDE E OPPORTUNITÀ DELLA PIAZZA FINANZIARIA TICINESE”, LO STUDIO DI RECENTE PUBBLICAZIONE, CHE IL DIPARTIMENTO FINANZE E ECONOMIA (DFE) HA COMMISSIONATO, CON L’ACCOMPAGNAMENTO DI TICINO FOR FINANCE, AL NOTO ISTITUTO DI RICERCA BAKBASEL.

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ulla scorta di cifre e fatti concreti, per la prima volta aggregati per l’intero settore, lo studio ha permesso di mettere meglio a fuoco la situazione. Ne esce un quadro non roseo ma non privo di potenzialità. Annoverato tra i pilastri fon-

02 Quota sul valore aggiunto lordo e numero degli addetti in equivalenti a tempo pieno sull’economia totale in % Fonte: BAKBASEL 02 TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

Se il comparto bancario è tradizionalmente il cuore del nostro settore finanziario, tanto che il Ticino è considerata la terza piazza bancaria elvetica per importanza, da tempo si stanno sviluppando nuovi e promettenti ambiti, fondamentali per completare e riorientare l’offerta della piazza finanziaria. Tra questi spicca il commercio di materie prime (inserito nel “Commercio all’ingrosso” nel grafico), che da alcuni

Importanza del settore finanziario in Ticino, 2014

01 Da sinistra: Stefano Rizzi , Marc Bros de Puechredon e Franco Citterio

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damentali dell’economia del Cantone, con i suoi quasi 11'000 addetti a tempo pieno, il settore finanziario (banche, assicurazioni e servizi ausiliari alle attività finanziarie) fa registrare il 6% dell’occupazione totale. Solo il settore dei “servizi alle imprese” e il settore pubblico coprono una fetta maggiore della torta (vedi grafico). Ma lo stesso settore genera addirittura il 9% del valore aggiunto a livello cantonale, vale a dire circa 2.5 miliardi di franchi. Come sottolinea lo studio, è proprio il fatto che il settore finanziario incida più sulla creazione di valore aggiunto (9%) che sull’occupazione (6%) che lo contraddistingue. Infatti, ciò è possibile grazie al suo alto tasso di produttività del lavoro, il quale si rispecchia, per esempio, anche nelle remunerazioni: ben il 10% delle somme erogate in Ticino sotto forma di salari proviene dal settore finanziario, frutto di posti di lavoro altamente qualificati.


FINANZA / TICINO FOR FINANCE

Occupazione nel settore finanziario ticinese, 1994-2014

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anni registra una notevole crescita sulla scena ticinese. Si stima che sulle rive del Ceresio si commercino oggi più del 10% delle materie prime contrattate in Svizzera, in particolare grazie alle 70 - 80 aziende che si occupano specificatamente di “trading”, con circa 1'000 addetti al proprio attivo. Un’altra eccellenza nascosta è rappresentata dal business process outsourcing, per cui già oggi circa il 10% delle banche svizzere intrattiene rapporti con il Ticino, che conta oltre 1'000 addetti. Alla luce delle cifre dunque, il settore finanziario ticinese “mantiene il proprio ruolo” tra le forze trainanti dell’economia cantonale, nonostante le crisi finanziarie, una concorrenza più intensa e il graduale addio al segreto bancario. A corroborare tale affermazione lo studio BAK analizza l’evoluzione dell’occupazione nel settore dal 1994 al 2014: a dispetto della percezione diffusa, in 20 anni il numero di addetti è rimasto pressoché costante (-2% nel periodo), anche se la trasformazione si è manifestata significativamente nella distribuzione degli addetti nel settore, con la perdita graduale di peso del settore bancario a favore dei servizi ausiliari, fenomeno spiegabile attraverso le progressive esternalizzazioni e la diversificazione in atto (vedi grafico).

futuro viene letto attraverso i cosiddetti “mega trend” globali, capaci di avere effetti profondi anche su una piazza “di nicchia” come la nostra. Tra questi l’argomento “più caldo” è senza dubbio il FinTech -in cui risiedono oggi le frontiere tecnologiche in ambito finanziario- per il quale, pur individuando alcune potenzialità sul territorio, lo studio invita il nostro Cantone a colmare il gap esistente con il resto della Svizzera e le piazze finanziarie internazionali. Tra le pagine non mancano anche elementi per essere ottimisti, a partire dall’interessante dato di crescita del numero di high net worth e ultra high net

worth individual -per dire persone con disponibilità liquide di almeno 5 milioni- residenti nel nostro Cantone, aumentato mediamente del 10% all’anno dal 2003 al 2012, ben oltre quanto registrato a livello federale. Un segno che il Canton Ticino, se rapportato al resto del mondo, rimane una meta attraente per le persone abbienti e detiene dei punti di forza talvolta sottovalutati. La speranza è che la notevole mole di informazioni emerse dal rapporto possa alimentare la riflessione strategica da parte di politica, istituzioni e operatori, necessaria affinché la piazza finanziaria possa affrontare e non subire il cambiamento. Un primo passo concreto in tal senso è stata la costituzione da parte di Ticino for Finance, l’associazione per la promozione della piazza finanziaria, di un advisory board di esperti, con il compito di proporre misure concrete di intervento per migliorare la competitività di un settore che rimane strategico per lo sviluppo del nostro Cantone.

03 Da sinistra: Marc Bros de Puechredon, Stefano Rizzi e Franco Citterio 04 Posti di lavoro in equivalenti a tempo pieno, in migliaia Fonte: BAKBASEL

Se le cifre tracciano un quadro esaustivo del passato e del presente della piazza, il 04 TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / TRADE FINANCE

COMMODITIES, NUOVA FRONTIERA PER IL TICINO

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rade Finance viene in genere considerato come l’insieme delle operazioni, di tipo finanziario ed assicurativo, che servono a risolvere alle aziende i problemi di eliminazione del rischio di credito e finanziamento delle esportazioni, quando i sottostanti contratti commerciali prevedono tempi di fornitura delle merci/ servizi e regolamento del relativo prezzo nel breve termine. Il concetto di breve termine è piuttosto fluttuante, ma in genere viene considerato come tale un periodo inferiore ai 2 anni. Viceversa, le operazioni di copertura del rischio e di finanziamento oltre il breve termine vengono definite come Export Finance. Solo le aziende che riescono ad ottenere regolamenti delle proprie vendite tramite crediti documentari confermati riescono a risolvere i problemi della copertura del rischio di credito e del finanziamento della fornitura, trasferendo alla propria banca confermante il problema del rischio sul debitore. Le aziende che invece non riescono ad ottenere tali strumenti di regolamento, ma devono accontentarsi di altri non immuni dal rischio (semplici bonifici, assegni, titoli di credito, rimesse documentate, crediti documentari non confermati) devono tentare in primis di ottenere una copertura assicurativa, ed in seguito di ricorrere a forme tradizionali di finanziamento (finanziamenti su esportazioni assistite da po-

lizze assicurative). Il mercato offre una serie abbastanza vasta di coperture per le esportazioni con regolamento nel breve termine. In particolare, il supporto offerto dal sistema bancario riguarda le seguenti operazioni: credito documentario, lo strumento principe utilizzato nell’ambito di compra-vendite internazionali di merci o servizi. Si tratta di un impegno irrevocabile assunto da una banca di versare al venditore di merci o servizi un determinato importo a fronte della presentazione di documenti comprovanti l’avvenuta spedizione della merce o l’avvenuta prestazione di un servizio. Garanzia bancaria, impegno irrevocabile assunto da una banca di pagare una somma di denaro, qualora un terzo non assolva ad una determinata prestazione contrattuale. Incasso documentario, cioè la riscossione tramite banca, contro consegna di determinati documenti rappresentativi di merce, di un importo dovuto dal compratore al venditore. Finanziamento merci, che avviene nell’ambito di un limite di credito quadro transazionale, il cui utilizzo è subordinato all’approvazione della Banca delle singole operazioni di compra-vendita sottoposte. Strutturazione di operazioni non standard, come per un esempio il back to back o controcredito, ovvero l’apertura di una lettera di credito import sulla base di una lettera di credito export ricevuta, che permette al cliente di finanziare l’acquisto di merce.

HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA

ROBERTO GAGLIARDI (R.G.) Responsabile Trade Finance in Ticino di Credit Suisse

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DAVIDE BIGNASCA (D.B.) Membro dei quadri e Responsabile del servizio Commodity Trade Finance di BancaStato

THOMAS BOSSHARD (T.B.) Responsabile Commodity Trade Finance Ticino di UBS

LUIGI IANNACE (L.I.) Direttore Finanziario e Amministrativo della Coeclerici Commodities SA

RICCARDO TALENTI (R.T.) Chartering & Operation Manager Flame SA


FINANZA / TRADE FINANCE

LE OPINIONI DELLE BANCHE Che importanza rivestono le operazioni di Trade Finance nel panorama delle attività svolte dal vostro istituto? R.G: «Le operazioni di Trade Finance completano la nostra offerta commerciale e rivestono per molti nostri clienti e per la nostra banca un’importanza fondamentale. Il nostro istituto offre ai clienti attivi nei servizi e nell’importazione ed esportazione delle merci una consulenza specializzata e mirata, le opportune coperture dei rischi, finanziamenti, come pure una vasta rete di banche corrispondenti». D.B: «Il servizio di Commodity Trade Finance (CTF) è stato inaugurato quattro anni fa e da allora è cresciuto di importanza nonostante BancaStato sia prevalentemente attiva nel settore immobiliare. Il CTF è una realtà importante non solo per l’economica elvetica ma anche per quella ticinese: si concentra nelle piazze di Lugano, Ginevra e ZurigoZugo. Gli attori presenti sul nostro territorio hanno bisogno di finanziamenti; pur operando anche con altri istituti sugli altri due poli in Svizzera, i trader “ticinesi” privilegiano appoggiare parte della loro attività sulla nostra piazza. BancaStato ha deciso creare il servizio di CTF anche perché ha il mandato di favorire lo sviluppo economico del Cantone. Servendo i trader, sosteniamo il territorio e aiutiamo a preservare un forte centro di competenza. Per capire l’importanza del CTF per la nostra economia, basti pensare che genera il 4% del PIL nazionale dando lavoro a grosso modo 20 mila persone. In Svizzera è trattato più del 20% delle materie prime mondiali. Nella piazza ticinese viene negoziata una quota significativa dei prodotti siderurgici e vi sono oltre 70 società attive nel trading di acciaio, carbone, metalli non ferrosi, ed altre materie prime, per un fatturato totale di circa CHF 40 miliardi».

T.B: «The Commodity Trade Finance Business is one of the strong elements of the Swiss economy representing 2-3% of GDP and an estimated 15.000 jobs directly involved in the industry. UBS itself has in excess of 100 people supporting this business from front to back. Within our institution the business is followed from 2 locations, being Geneva and Lugano. Out of these two locations we follow/finance a wide range of commodities, being metals (ferrous and non-ferrous), energy and agricultural goods. The related credit function is executed out of our Zurich office. As part of the overall UBS CIC (corporate and institutional clients) set-up, it is important for UBS to provide this service to the trading companies and we follow the full range of players from the largest names in the industry to the smaller niche players». Quali sono i principali rischi che le aziende incontrano nelle loro attività di commercio all’estero e tra questi sono compresi anche i rischi derivanti dalla situazione politica in molti Paesi del mondo? R.G: «I rischi possono essere suddivisi in due categorie principali: rischi derivanti dalla controparte e rischi legati al paese con cui si opera. Tra i principali rischi di controparte troviamo il rischio del credito, ossia la volontà o capacità del compratore di pagare; il rischio di esecuzione se il venditore non fornisce le merci; il rischio di produzione se il compratore annulla l’ordine di acquisto, come pure tutti rischi legati all’operatività, per esempio ritardi nella fornitura, documenti non conformi, perdita della merce, ecc. Per quanto riguarda i Paesi, i rischi sono politici (guerre, rivoluzioni, boicotti, ecc.), di cambio, di trasferimento, cioè l’incapacità di uno Stato a far fronte ai pagamenti nella valuta stabilita. A dipendenza del settore in cui l’azienda è attiva, analizziamo insieme ad essa questi rischi e proponiamo la giusta copertura».

D.B: «Nel CTF vi sono vari rischi specifici. Si può incappare nel rischio operativo (di frode o documentazione), per mitigare il quale occorre scegliere e conoscere molto bene gli attori coinvolti e controllare meticolosamente la documentazione; vi è il rischio di reputazione o di compliance, che obbliga a evitare determinati prodotti; possiamo poi citare il rischio di controparte, che coinvolge tutti gli attori che prendono parte alla transazione. Oppure vi è ancora il rischio Paese: per scongiurarlo la Banca stila un vero e proprio rating per ogni Stato, e applica dei limiti di esposizione. Assolutamente da citare è anche il rischio di mercato, che include non solo il rischio di qualità della merce, ma anche della fluttuazione del suo valore. Da inizio anno, stiamo assistendo ad un leggero aumento dei prezzi che potrebbe essere artificiale e che potrà confermarsi o meno solo nei prossimi mesi». T.B: «Geo political risk is a highly important element and must be considered as a central element for any transaction and respective financing. This risk area can only be mitigated by the long term experience of the traders and of the specialized CTF unit of the bank itself. The traders and the banks have to be ready to adapt to a changing world and its respective rules. Structurally, commodities are produced mainly in emerging countries and consumed in developed ones. The respective logistics involved may therefore touch more difficult areas. The value of the financed goods is often very high compared to local living standards, therefore the risk of theft but even more importantly of fraud is by far the highest one to manage. The banks and traders do their utmost to control the existence and value of the underlying goods. Theoretically, physical traders do not take positions either long or short. With their skill, on the contrary, resting in their ability to mitigate various risks including price, logistics, counterparty etc. HoweTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / TRADE FINANCE

ver, this is in "theory", as Warren Buffet says, "it is when the tide retreats that you realize who is swimming naked". This can also be applied to the world of commodities; when volatility is as high as it is today, some trading companies may find the wrong decision was made which results in mistakes/losses in their positions. It is our duty to monitor and assist our customers in this task, this activity is executed by our specialized team of Transactional Collateral Management, who follow all the individual transactions financed by the bank. So far our experience in monitoring the portfolio in this way is positive as it allows us to follow more closely the individual risk elements such as price changes, counterparty risk ecc». Quali principali richieste ricevete da parte delle aziende e quali garanzie richiedete per finanziare operazioni di Trade Finance? R.G: «Le richieste dipendono sia dalle necessità dei nostri clienti, sia dalle esigenze delle loro controparti estere. Numerose sono le richieste di consulenza e di emissione di lettere di credito e di garanzie, di conferme, di gestione delle lettere di credito, delle procedure e di documentazione da presentare per il pagamento. Inoltre, emettiamo testi particolari per garanzie o li facciamo emettere da nostre banche corrispondenti all’estero sotto la loro legislazione. Da notare che alcuni Stati, per avere un controllo sulle importazioni, obbligano gli acquirenti ad utilizzare lettere di credito o incassi documentari. Per operazioni riguardanti in particolare macchinari o impianti valutiamo le operazioni insieme ai nostri clienti anche prima della firma del contratto di compravendita. Le garanzie richieste possono essere sotto forma di coperture correnti, fondi o titoli, o garanzie da altre banche. In base alla valutazione dei bilanci concediamo anche crediti in bianco o parzialmente coperti. Rispondiamo alle necessità particolari di intermediari, valutando operazioni di trasferimento o controcredito coperte dalla lettera di credito rice-

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vuta a loro favore. Infine, per le società attive nel trading di materie prime, valutiamo anche finanziamenti coperti dalle merci». D.B: «BancaStato normalmente punta sulle operazioni transazionali, finanziando i trader che certificano già la successiva rivendita della merce. In caso di vendita contro fattura chiediamo una partecipazione al rischio e la stipulazione di un’assicurazione che possa tutelare la Banca in caso di mancato incasso della vendita finale». T.B: «When we finance a transaction, the underlying goods are pledged in favor of the bank, however, such pledge is not always legally perfected. In addition we might ask for a cash margin to mitigate the price risk (if the transaction is not back to back) or where possible financial instruments are used by the client to hedge the value of the goods. On the sales side clients sell either against letters of credit or accept payment on open term from its client. Open term payments are often covered by credit insurance, which is assigned to the bank. In the event that a transaction cannot be transactionally secured the bank might require full cash cover». Con quale particolare struttura interna vi siete organizzati per far fronte alle richieste delle aziende in materia di Trade Finance? R.G: In Svizzera abbiamo tre centri regionali ubicati a Lugano, Zurigo e Ginevra, dove i nostri collaboratori appositamente formati sono in grado di rispondere a tutte le domande e soddisfare tutte le esigenze dei nostri clienti nell’ambito del Trade Finance. La presenza di Credit Suisse in oltre 50 paesi a livello mondiale facilita molte operazioni, come pure la collaborazione con una fitta rete di banche corrispondenti».

D.B: «L’attività all’interno di BancaStato è gestita da un team di specialisti di grande esperienza, divisi tra coloro a contatto con la clientela e coloro attivi nel back-office che analizzano il rischio e gestiscono le transazioni». T.B: «The assessment of our risks is done at two levels, being the company itself and the transaction being presented. On the trader itself we assess its management and staff, its risk absorption capacity being mainly linked to its level of equity, its own internal risk policy and ability to evaluate the challenges inherent in all transactions presented and its ability to correctly follow all transactions. The bank itself also assesses every single transaction on its own merits before funding it. Once financed every transaction is followed by the collateral management team, assessing in real time the existence and value of collateral as well as the security of the source of repayment, being the final buyer and the related payment tool (LC, open term, credit insurance). Therefore the portfolio is always the result of a balanced dialogue between: commercial team, collateral management team and risk department. The involvement of our Trade Finance department which supports our activity has to be mentioned in relation to the handling of the documentary credits. The skills of Trade Finance within UBS his highly regarded by our clients». Le aziende svizzere hanno da tempo avviato un processo di internazionalizzazione che le ha portate a competere sui mercati di tutto il mondo. Quali i principali rischi e le difficoltà che hanno dovuto affrontare? R.G: «Nel mercato internazionale esistono molte opportunità ma si devono anche poter valutare l’affidabilità e serietà delle controparti, assicurarsi che le merci fornite vengano anche pagate e che le merci acquistate esistano e siano


FINANZA SEZIONE / TRADE / TITOLETTO FINANCE

della qualità concordata. Inoltre, è indispensabile che la documentazione necessaria nei paesi di importazione sia completa e rispetti tutte le potenziali restrizioni a livello di compliance, sanzioni di certi paesi o merci. Infine, la situazione finanziaria e politica di un paese può mutare molto rapidamente e occorre essere pronti ad affrontare le conseguenze. L’importazione e l’esportazione offrono quindi alle aziende svizzere un potenziale di crescita notevole e nel contempo richiedono un’attenzione e un impegno costante nel valutare e coprire i rischi». D.B: «Sicuramente un rischio molto attuale è quello relativo ai pagamenti, in quanto a differenza di qualche anno fa, ora anche alcuni partner di rilievo possono avere problemi di liquidità. Occorre prestare sempre più attenzione a valutare la capacità finanziaria della controparte. Vi sono poi anche le difficoltà legate all’apertura del mercato a nuovi Paesi, come l’Iran, che presuppongono know-how specifici». T.B: «Switzerland has for a long time proven an attractive location for international trading companies, operating on a worldwide market. To achieve this, these companies may have needed to attract also employees from outside Switzerland who can bring the necessary skills and expertise to complete those of the local management and staff. Besides competition from Dubai and Singapore, Switzerland still offers the best environment for international trading companies since it has a unique blend of skills including inspection companies banks, lawyers on top of the tax framework. Also the Swiss location between the time zones of Asia and the USA is an added attractive factor. Switzerland is also at the forefront in respect to Compliance and Sanctions policy. While certain jurisdictions are less demanding and probably gather some immediate yield, this will prove an advantage in the long run for UBS and Switzerland». L’OPINIONE DELLE AZIENDE In che settore si svolgono le vostre attività di Trading? L.I: «Nata nel 1895, Coeclerici è oggi un player globale attivo nel settore Commodities. Grazie a numerosi e attenti investimenti, Coeclerici è oggi in grado di coprire tutta la filiera e servire i propri clienti con un servizio altamente efficiente e competitivo. Dal 2008, Coeclerici è attivo nell’estrazione di carbone grazie all’attività estrattiva presso la sua miniera nella regione del Kemerovo, in Russia. Più recentemente, il Gruppo, tramite la Joint Venture dACC, è rientrata nel settore shipping con la sua flotta di ecofuel Supramax. Oggi Coeclerici opera a livello globale con le principali società attive nelle industrie dell’energia, acciaio e cemento». TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / TRADE FINANCE

R.T: «Ci occupiamo prevalentemente di carbone-vapore, cioè di quel carbone che viene per lo più bruciato per produrre energia elettrica e nei cementifici. Acquistiamo carbone dalle miniere di tutto il mondo (Sudafrica, Australia, Russia, Indonesia ecc) e lo rivendiamo ai principali gruppi energetici indiani, coreani, cinesi, ma anche in Turchia, in Italia e in altri Paesi d’Europa. A questa attività di trading si aggiungono un aspetto finanziario a sostegno di queste operazioni di compravendita e un noleggio di navi per il trasporto della merce. Le località di acquisto del carbone sono infatti molto spesso lontane da quelle di acquisto ed è nostro compito garantire tutte le fasi del trasporto fino all’arrivo alla destinazione finale. Il carbone resta una delle principali fonti di approvvigionamento energetico a livello mondiale e oggi le nuove tecnologie consentono di ridurre drasticamente l’inquinamento». Quali sono i principali problemi e i rischi che deve affrontare un’azienda che opera nel Trading? L.I: «Si tratta di rischi di vario genero: a) Rischi di prezzo e volatilità del mercato. Il settore delle commodity è storicamente caratterizzato da forti fluttuazioni di prezzo e rapidità nei cambiamenti delle dinamiche di mercato; b) Rischio di credito e di performance. Ogni transazione conclusa è soggetta al rischio che la sua controparte non onori gli impegni come definito nei termini del contratto (e.g. default nei pagamenti); c) Rischio Paese. Il mercato delle commodity ha un orizzonte globale, pertanto le transazioni avvengono tra società con differenti sistemi economici, legali e politici (e.g. tassazioni e dazi, limitazioni all’import/export). Il rischio di prezzo è mitigato dall’utilizzo di strumenti finanziari derivati, in grado di bilanciare l’impatto delle oscillazioni di mercato nel caso di contrattazioni a prezzo fisso o variabile. In un mercato globale, il rischio di prezzo deve anche comprendere il rischio di fluttuazione di tassi di

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

cambio, anche questo gestito tramite funzionali strumenti finanziari. Coeclerici è attiva nel trading di strumenti derivati come strumenti di risk management. Il rischio di credito e di performance è gestito tramite stipulazioni con le controparti di forme di pagamento garantite o attraverso la copertura assicurativa delle operazioni non garantite. Coeclerici è attenta nelle selezioni delle sue controparti e ha relazioni forti e storiche con partner finanziariamente solidi. Il rischio paese viene limitato attraverso una solida conoscenza del mercato e la possibilità di anticipare le trasformazioni politiche e macroeconomiche dei paesi di attività. Coeclerici ha una rete globale di uffici e di agenti locali che fornisce periodicamente informazioni relative ai rischi e opportunità dei singoli mercati». R.T: «In un mondo globalizzato come il nostro dove eventi economici e politici si intrecciano e condizionano incessantemente è sempre più difficile individuare nicchie di mercato che possono essere definite relativamente sicure. Di conseguenza siamo obbligati a fare quotidianamente i conti con situazioni di instabilità politica che si sommano a tutti i rischi economici e finanziari che fanno abitualmente parte del nostro genere di attività, soprattutto per quanto concerne il rischio del credito». Qual è il supporto assicurato dal settore bancario e quali sono gli strumenti finanziari cui fate abitualmente ricorso? L.I: «Oltre alla normale operatività sui conti correnti (pagamenti, incassi, ecc) i servizi bancari cui facciamo abitualmente ricorso sono: finanziamenti al working capital (all’acquisto sotto forma di prepagamento e alla vendita sotto forma di sconto / anticipazione fattura); finanziamenti di medio/lungo termine finalizzati ad operazioni straordinarie o non ricorrenti (es. acquisizioni, acquisto immobilizzazioni, anche per conto di controllate); utilizzo di crediti di firma quali fidejussioni e

garanzie, emissione, incasso e conferma lettere di credito; fidi per strumenti di copertura/derivati, su valute, commodities o noli. In linea di massima viene data importanza ad una relazione di partnership finanziaria stabile e continuativa con gli operatori bancari, dei quali si apprezza anche una conoscenza del mercato di riferimento che consenta di trovare strumenti di finanziamento e di supporto all’operatività adeguati alle esigenze di una società di trading, al di là quindi della mera messa a disposizione di mezzi finanziari». R.T: «Il sistema bancario svizzero vanta nel settore delle commodities delle specifiche competenze maturate in anni di attività in supporto alle imprese operanti nel nostro settore e questo è molto importante perché ci consente di avere interlocutori che ben conoscono le problematiche e sanno individuare le soluzioni più opportune». Che cosa manca ancora al Ticino per diventare un territorio dove le attività di Trading possano rappresentare un’importante risorsa economica? L.I: «Al pari degli altri Cantoni noti per la presenza di Trading House (Zurigo, Ginevra), il Ticino ha bisogno di un aeroporto internazionale o di un accesso facilitato ad altri grandi HUB per facilitare gli spostamenti internazionali ed attrarre l’istituzione di società operanti nel settore globale, con personale altamente qualificato e multiculturale». R.T: «Il Ticino vanta già un numero significativo di imprese che operano in questo settore ma sarebbe opportuno favorire maggiormente le aziende che intendono insediarsi nel nostro territorio. In questa prospettiva un contributo importante può venire dalla riforma del regime fiscale per le imprese, tenendo conto che nel nostro settore i margini sono generalmente molto bassi a confronto di una tassazione mediamente elevata».


FINANZA / TRADE FINANCE

Lugano Commodity Trading Association

Q

uali sono le principali finalità perseguite dalla vostra associazione? «La Lugano Commodity Trading Association (LCTA) è un’associazione senza scopo di lucro nata nel 2010. La LCTA raccoglie numerosi operatori che ruotano attorno alla sfera del Commodity Trading, delle spedizioni, delle assicurazioni e del finanziamento di questo settore. Ad oggi l’associazione conta all’incirca una cinquantina di aderenti situati principalmente a Lugano, ma anche in altre località del Cantone. Gli obiettivi della nostra associazione sono molteplici, ma principalmente ci preme il rafforzamento del settore in Ticino. Negli ultimi anni, grazie ad un accurato lavoro di promozione sia in loco sia all’estero, abbiamo potuto constatare un incremento di realtà attive nel commercio di materie prime e di società di servizio a loro collegate che hanno sicuramente ridato vigore all’economia della Città. Inoltre, la LCTA promuove una formazione mirata per le aziende del settore. Dal 2014 abbiamo anche instaurato, in collaborazione con l’associazione gemella di Zugo, un Certificate of Advanced Studies (CAS) denominato “Commodity Professional” che ha riscosso un ottimo succes-

so con studenti provenienti da tutto il mondo. Non da ultimo, la LCTA promuove attività di lobbying e collabora con le autorità per migliorare le condizioni quadro della piazza ticinese a favore delle aziende operanti nel settore del Commodity Trading».

01

Possiamo fornire alcune cifre utili a comprendere la dimensione economica del vostro settore in Svizzera e in Ticino? «Assieme a Londra e Singapore anche la Svizzera gioca un ruolo fondamentale nella negoziazione di materie prime a livello mondiale. Il settore genera all’incirca il 4% del PIL nazionale e tra Ginevra, Zugo e Lugano sono presenti oltre 600 aziende, con circa 15mila posti di lavoro diretti e indiretti. Per quanto concerne la piazza ticinese, il settore conta all’incirca una novantina di aziende che contribuiscono in maniera importante alle entrate fiscali nonché al PIL del Cantone Ticino. In questo settore sono occupate circa 1'600 persone altamente qualificate che ruotano attorno a competenze ben specifiche: spedizioni, trasporti, finanziamento delle operazioni, assicurazioni dei rischi, problematiche giuridiche, conoscenze di lingue straniere e così via».

Quali interventi sarebbero auspicabili per rendere il Ticino un territorio fortemente specializzato nel vostro settore con conseguente crescita dell’economia cantonale? «È innanzitutto fondamentale mantenere le condizioni quadro esistenti per le aziende che – mi preme ricordare - creano ricchezza, posti di lavoro e opportunità formative. Evitare un peggioramento è già un successo, mentre naturalmente ogni misura di miglioramento è più che benvenuta. Il contesto competitivo internazionale mostra la Svizzera ai primi posti delle business location più ambite, ma naturalmente altre piazze di trading risultano essere anche più attrattive: basti pensare alla fiscalità ridottissima a Dubai o a Singapore. Tra i temi più attuali, la regolamentazione del settore del commercio di materie prime è certamente all’ordine del giorno dell’agenda politica nazionale, delle istituzioni internazionali ma anche delle organizzazioni non governative e delle stesse associazioni che rappresentano i commodity traders. Importante in questo contesto che le misure adottate siano su base volontaria, concertate con i rappresentanti del settore e a livello multilaterale (non esclusivamente a livello nazionale). L’altro tema attualissimo riguarda la fiscalità. Con la cosiddetta “riforma 3 delle imprese” è assolutamente prioritario evitare che la concorrenza fiscale, soprattutto a livello intercantonale, danneggi il tessuto economico ticinese. Infatti, con l’abolizione dei privilegi fiscali e il conseguente passaggio ad un’aliquota fiscale ordinaria, il Ticino dovrà riuscire ad offrire un’aliquota competitiva per mantenere le aziende e le competenze nel nostro Cantone».

01 Marco Passalia General Secretary di Lugano Commodity Trading Association (LCTA)

TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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SEZIONE // TITOLETTO FINANZA BANCASTATO

Un 2015 pieno di soddisfazioni

LO SCORSO ANNO BANCASTATO HA CONSEGUITO OTTIMI RISULTATI. L’UTILE LORDO SEGNA UN NETTO AUMENTO DEL 56,9% A CHF 82,5 MILIONI. IL BUON RISULTATO OPERATIVO PERMETTE ALL’ISTITUTO DI RAFFORZARE IL LIVELLO DEI FONDI PROPRI CON UN’ATTRIBUZIONE ALLE RISERVE PER RISCHI BANCARI GENERALI DI BEN CHF 22 MILIONI E DI ASSEGNARE UN CONTRIBUTO DI CHF 6 MILIONI ALLA FONDAZIONE DEL CENTENARIO BANCASTATO – VOLTA A PROMUOVERE PROGETTI DI SVILUPPO ECONOMICO IN AMBITO CANTONALE. NONOSTANTE QUESTI INTERVENTI, L’UTILE NETTO CRESCE DEL 12,4% A CHF 43,8 MILIONI E LA DISTRIBUZIONE AL CANTONE AUMENTA DEL 13,3% A CHF 33,2 MILIONI.

I

l risultato da operazioni su interessi – principale voce dei ricavi di BancaStato – evidenzia una progressione significativa (+CHF 9,2 milioni pari al +7,6%) grazie alla crescita dei volumi commerciali, al mantenimento dei margini e a una gestione accurata della struttura del bilancio. Il risultato da operazioni in commissione e da prestazioni di servizio segna una crescita positiva di CHF 0,8 milioni (+2,6%). Essa è principalmente riconducibile ai proventi connessi alle altre prestazioni di servizio (incluse le commissioni percepite per la messa a disposizione della documentazio-

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

ne per l’adesione alla Voluntary Disclosure della clientela residente in Italia) e alla crescita delle commissioni creditizie. Il risultato da attività di negoziazione segna un ulteriore nuovo record attestandosi per la prima volta al di sopra di CHF 15,5 milioni (+CHF 1,8 milioni pari al +13,5%), dovuta in primo luogo agli accresciuti volumi operativi sulle divise conseguenti alle più estese volatilità sul mercato dei cambi. Complessivamente i ricavi netti segnano una progressione di CHF 11,1 milioni (+6,5%) a CHF 182,7 milioni. L’importante arretramento dei costi d’esercizio è da ricondurre innanzitutto al fatto che nel 2014 è stato spesato integralmente il piano di prepensionamento che si concluderà a fine 2017, ammontante a CHF 19,8 milioni. Al netto di questa variazione si rileva comunque un arretramento dei costi del personale di CHF 1 milione a fronte di una crescita degli altri costi d’esercizio di CHF 2 milioni. In questo contesto segnaliamo che il 2015 è stato l’anno del “Centenario di BancaStato” e la voce altri costi d’esercizio contiene i


FINANZA / BANCASTATO

costi relativi al fitto calendario di festeggiamenti che si sono svolti sul territorio cantonale durante tutto l’arco dell’anno. L’utile lordo segna pertanto un’importante crescita di quasi CHF 30 milioni (pari al 56,9%). Gli ammortamenti su immobilizzazioni materiali e valori immateriali sono in marginale crescita da CHF 19,6 a CHF 20,8 milioni, in primo luogo quale conseguenza dell’adozione della nuova piattaforma informatica Avaloq/B-Source Master ad inizio aprile 2014 ed in fase di ammortamento su 24 mesi. Ne consegue un ottimo risultato d’esercizio di CHF 63,5 milioni, in netta crescita del 96,2% rispetto all’anno precedente (+CHF 31,1 milioni). La voce ricavi straordinari – in aumento da CHF 0,7 milioni del 2014 a CHF 8,5 milioni – include il ricavato di CHF 6,8 milioni dell’alienazione della propria partecipazione al capitale di Swisscanto Holding AG (ceduta alla Banca Cantonale di Zurigo) e l’utile risultante dalla cessione di un proprio immobile pari a circa CHF 1,8 milioni. Gli ottimi risultati ordinari e straordinari

hanno consentito alla Banca di assegnare un contributo di CHF 6 milioni alla Fondazione del Centenario BancaStato – volta a promuovere progetti di sviluppo economico in ambito cantonale – e di attribuire alla riserva per rischi bancari generali un importo di CHF 22 milioni con lo scopo di rafforzare il livello dei fondi propri e di conseguenza la solidità dell’Istituto. Nonostante queste importanti attribuzioni, l’utile netto aumenta del 12,4% attestandosi a CHF 43,8 milioni. Di tale crescita ne giova il versamento alla Proprietà, che passa dai CHF 29,3 milioni del 2014 ai CHF 33,2 nel 2015 (+13,3%). Va ricordato che a tale versamento vanno aggiunti anche gli interessi maturati durante il 2015 dal prestito postergato di CHF 60 milioni concesso dal Cantone a BancaStato: parliamo di ulteriori CHF 1,8 milioni versati nelle casse statali. Complessivamente, dunque, BancaStato versa al Cantone CHF 35 milioni. Pur estendendosi a tutti i servizi di una banca universale, anche durante il 2015 l’attività di BancaStato resta principal-

mente basata sulla concessione di crediti ipotecari, che si attestano oltre i CHF 7,7 miliardi risultando in crescita del 5,8% con un incremento di CHF 424 milioni. Poiché il livello dei tassi di interesse permane sui minimi storici, il portafoglio creditizio si conferma quasi integralmente strutturato su mutui ipotecari a tasso fisso.Il totale di bilancio della Banca passa da quasi CHF 10,9 miliardi a fine 2014 ad oltre CHF 11,4 miliardi al 31.12.2015, segnando una crescita del 5,1%. Evoluzione dei patrimoni in gestione Il volume dei patrimoni in gestione presso BancaStato (Assets under Management) diminuisce di CHF 150milioni (- 1,6%), attestandosi ad oltre CHF 9,4 miliardi. L’afflusso netto di denaro fresco (Net New Money) di CHF 135 milioni ottenuto nonostante i deflussi legati alla Voluntary Disclosure non ha permesso di compensare integralmente la diminuzione dei valori dei patrimoni della clientela causata dall’evoluzione dei prezzi sui mercati borsistici e dei cambi, in primo luogo riconducibile all’abbandono del sostegno del cambio EUR/CHF da parte della BNS. La redditività di BancaStato in termini di Return on Equity (ROE) aumenta dal 7,4% al 7,9%. Il Return on Risk Adjusted Capital (RORAC) – che misura la redditività dei fondi propri medi aggiustati al rischio – segna un incremento dal 12,4% al 13,8%. L’evoluzione positiva dell’indicatore di efficienza – determinato dal rapporto fra costi di esercizio e ricavi netti (Cost/Income) – già evidenziata negli anni 2010-2014 con una discesa progressiva dal 67,4% del 2010 al 59,1% del 2014, migliora nettamente e si fissa al 54,8%. La solidità della Banca (Capital Adequacy), determinata in base al rapporto tra i fondi propri necessari e i fondi propri disponibili, calcolati secondo i canoni di Basilea segna un aumento rispetto al già confortevole livello di fine 2014 (ovvero il 190,9%) attestandosi a 211,9%. Tutti gli indicatori di solidità previsti dalla Banca dei Regolamenti Internazionali segnano nell’anno in analisi un’evoluzione particolarmente positiva. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / AXION SWISS BANK SA

Un ritorno alle vere origini del private banking

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UN RITORNO ALLE VERE ORIGINI DEL PRIVATE BANKING: SI POTREBBE RIASSUMERE COSÌ LA FILOSOFIA E L’OPERATO DI AXION SWISS BANK SA (AXION), ISTITUTO CONTROLLATO DA BANCASTATO IN CUI NEGLI SCORSI MESI SONO CONFLUITI PARTE DEGLI ATTIVI E DEL PERSONALE DI SOCIÉTÉ GÉNÉRALE PRIVATE BANKING (LUGANO-SVIZZERA) SA. L’OPERAZIONE HA DATO ULTERIORE IMPULSO A UNA VERA E PROPRIA BOUTIQUE DI GESTIONE DEI PATRIMONI CHE SI DISTINGUE GRAZIE ALLA GRANDE VELOCITÀ DECISIONALE E ALLA SPICCATA VICINANZA AL CLIENTE. MA COME SI RELAZIONA UNA BANCA ATTIVA IN QUESTO SETTORE CON UNA BANCA CANTONALE? ABBIAMO POSTO QUESTA E ALTRE DOMANDE AL NUOVO PRESIDENTE DELLA DIREZIONE GENERALE, L’AVVOCATO MARCO TINI.

D 01 Marco Tini Presidente Direzione generale Axion Swiss Bank SA Foto: Sylvana Raschke Dalla Chiesa

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

irettore, come è cambiato l’istituto negli scorsi mesi? «L’Istituto ha praticamente raddoppiato il numero di dipendenti e ha sicuramente tratto nuova linfa dalla fusione di due filosofie professionali complementari. Attualmente siamo una sessantina di persone, di cui metà proveniente dalla società che faceva capo a Société Générale: l’incontro ha generato un grande dinamismo e le attese che si erano create durante le negoziazioni si sono poi sprigionate in una grande motivazione ed energia».

L’operazione è stata descritta come in linea con la strategia tesa a dare ad Axion la massa critica necessaria a operare con la giusta redditività. Si può già tracciare un primissimo bilancio dall’inizio dell’anno? «I primi risultati sono assolutamente soddisfacenti. Certo, i necessari progetti di integrazione che abbiamo inaugurato congiuntamente con BancaStato incidono sui costi, ma i ricavi, sin dal primo mese di attività, sono in linea con quanto atteso e la redditività dell’istituto è aumentata; redditività che già caratterizzava gli attivi acquisiti da Société Générale Private Banking (Lugano-Svizzera) SA, e che non è dunque andata persa. A prescindere dai risultati finanziari occorre però anche dire che sono molto contento del clima in cui si lavora e si prendono decisioni. Con gli altri membri della direzione generale ci intendiamo a meraviglia: regna la collegialità e l’armonia e credo che questo sia un bene molto prezioso».


FINANZA / AXION SWISS BANK SA

Axion offre servizi di private banking, proprio come tanti altri istituti della piazza. Perché sceglierla? «Perché ritengo che oltre alla grande qualità di prodotti e servizi offra tre importanti criteri di scelta. Innanzitutto è caratterizzata da un fattore umano che fa veramente la differenza. Mi spiego meglio. La maggior parte degli istituti fa ormai capo a sedi centrali che non sono in Ticino: di conseguenza non sono chiamati a decidere autonomamente sulle attività quotidiane della banca. In Axion le decisioni sono prese dalla “a alla z” direttamente in sede e questo, con una struttura gerarchica molto snella, consente di ottenere una formidabile velocità decisionale. Ciò piace molto al cliente, così come gli piace il fatto di essere conosciuto da tutto il management della banca: da noi non si sente di sicuro un numero! In un certo senso siamo tornati a fare un tipo di attività bancaria che alle nostre latitudini era un po’ scomparso. Tutto ciò è molto valorizzante anche per chi lavora, in quanto può utilizzare appieno le proprie competenze e applicarle ogni giorno. Il secondo criterio ha invece a che fare con la casa madre. Appartenere al gruppo BancaStato significa dare maggiore peso specifico a un concetto

di etica aziendale, a una visione e interpretazione degli affari che si realizzano in crescite mature, articolate nel medio e lungo termine, senza necessità di “massimizzare i profitti” nell’immediato. Non fraintendiamo, i vari indici di efficienza e redditività sono molto importanti anche per noi, ma far parte di BancaStato si traduce in una responsabilità di impresa molto profonda che migliora la qualità dell’azienda stessa. Inoltre, un azionista così forte, solido, “istituzionalmente elvetico” è particolarmente apprezzato dai nostri clienti di riferimento, che arrivano da Italia e Stati dell’est-europa: Paesi che invidiano la stabilità politica ed economica della Svizzera». E il terzo grande vantaggio? «È chiaro che intrattenere rapporti di affari con clienti dei nostri Paesi di riferimento significa dover possedere grandi competenze linguistiche e di mercato. Ma non solo: in Axion gestiamo averi fiscalizzati e dobbiamo dunque saper fornire una valida consulenza anche per la fiscalità del Paese di domicilio del cliente. Sono competenze che quasi tutti gli altri istituti hanno centralizzato oltre Gottardo e che quindi in Ticino determinano un vantaggio per Axion».

Ma non sussiste “cannibalismo” con le attività private banking di BancaStato? «Con l’Italia potrebbe esserci una minima sovrapposizione, ma Axion opera in mercati diversi da quelli di BancaStato. Parlerei piuttosto di sinergie: grazie ad Axion, a un cliente russo interessato al Ticino il gruppo BancaStato può offrire non solo la gestione patrimoniale e la pianificazione fiscale, ma anche i servizi ipotecari o aziendali. La tridimensionalità è un grande valore aggiunto». La casa madre ha una filosofia, un mandato pubblico e un approccio agli affari ben definiti. Come trovano spazio questi fattori nella vostra attività? «BancaStato ci fornisce un grande senso di struttura e appartenenza. Io e i miei colleghi abbiamo ritrovato l’orgoglio di avere un azionista che sostanzialmente è la collettività ticinese. Lavoriamo con una grande responsabilità e fierezza ed è una fortuna incredibile in quanto oggigiorno la piena identificazione e lealtà nel proprio datore di lavoro è merce piuttosto rara». Cosa ha significato la Voluntary disclosure nel vostro settore? E quali sono le future sfide? «L’80% della clientela italiana è rimasto fedele alla Svizzera. Il passaggio generalizzato a una gestione del capitale dichiarato è in realtà un vantaggio per la piazza ticinese, in quanto ha il pregio di mettere al centro dell’offerta le competenze e non più prettamente i vantaggi fiscali. In tal senso il Gruppo BancaStato non ha certo dormito sugli allori». Quali sono le sfide all’orizzonte? «Il futuro sarà giocato dall’informatica. Gli applicativi digitali delle banche saranno sempre più importanti: fermo restando che la vicinanza, la consulenza e le competenze – insomma, il “vero” private banking – faranno sempre la vera differenza».

TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE

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Vogliamo essere la Banca Privata ticinese BANCA DEL SEMPIONE SA HA PRESENTATO I RISULTATI 2015 ESPRIMENDO SODDISFAZIONE PER QUANTO RAGGIUNTO. L’ESERCIZIO 2015 CHIUDE CON UN UTILE NETTO CONSOLIDATO DI CHF 7 MILIONI, RISULTATO IN LINEA CON QUELLO DEL PERIODO PRECEDENTE.

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

I

l positivo risultato è stato reso possibile da una buona tenuta dei ricavi, anche se influenzati dalla decisione della BNS di abbandonare la politica di sostegno nel rapporto di cambio tra euro e franco che ha diminuito tutti gli introiti provenienti dalle masse espresse in monete diverse da quella nazionale. Un’attenzione particolare è stata data ai costi d’esercizio, ciò che ne ha permesso il contenimento, pur in presenza di una politica sul personale attenta al ruolo “sociale” della Banca e alla necessità di investire costantemente nell’innovazione e nella qualità dei servizi a beneficio della clientela. Gli averi amministrati hanno subito una flessione derivante esclusivamente dalla valorizzazione in CHF delle masse in euro e dollari USA, ad un cambio “penalizzato” dalla decisione della BNS. A dimostrazione del buon andamento dell’attività com-


FINANZA / BANCA DEL SEMPIONE

merciale il dato del cosiddetto Net New Money è positivo per circa CHF 34 milioni, grazie anche ad un eccellente lavoro di mantenimento all’interno del Gruppo di quei capitali che sono stati oggetto di regolarizzazione. Tra gli elementi evidenziati dal Direttore Generale Stefano Rogna è stata sottolineata la volontà della Banca del Sempione di posizionarsi sempre più chiaramente come Banca Privata ticinese, mirando soprattutto a fornire servizi evoluti a favore degli imprenditori. Aspetto non secondario anche un accentuato interesse nei confronti del proprio territorio di riferimento, confermato tra l’altro dall’attenzione riposta nel lavoro delle filiali di Locarno e di Bellinzona che sono state recentemente potenziale. La

Un importante riconoscimento per la SICAV di Banca del Sempione

banca prosegue nella sua azione di penetrazione nei confronti dei mercati emergenti come quelli dell’America Latina e al tempo stesso continua a guardare eventuali opportunità su piazza per acquisizioni, mentre in ogni caso non trascura una politica di ricerca di elevate competenze da inserire nell’organico della Banca.

02

La relazione d’esercizio, che è disponibile presso gli sportelli di Lugano, Bellinzona, Chiasso e Locarno e, in formato elettronico sul sito www. bancasempione.ch, racconta quest’anno di capanne alpine che caratterizzano il Ticino e tutta la Svizzera. Un omaggio alle persone che con tanto lavoro e dedizione ne hanno permesso la realizzazione, un esempio di impegno anche per gli opera-

tori del settore bancario in un momento di svolta e di nuove opportunità.

01 Interni sede Banca del Sempione Lugano 02 Esterno sede Banca del Sempione Lugano 02 Stefano Rogna Direttore generale Banca del Sempione

to importante che premia la nostra strategia

una filosofia total return. L’obiettivo non

che ha l’obiettivo di conseguire nel tempo

è ottenere una performance leggermente

un accrescimento del valore degli attivi,

superiore a quella del mercato bensì, qua-

tollerando una certa volatilità» ha commen-

lunque sia il suo andamento, consegnare

tato Pietro Scibona, responsabile dell’Area

all’investitore una crescita di valore nel tem-

Finanza di Banca del Sempione SA. Un

po indipendentemente dalle condizioni di

risultato che testimonia l’ottimo lavoro di

mercato. Il Premio Alto Rendimento giunto

selezione titoli da parte del gestore, Giu-

alla sua 18°edizione, è un riconoscimento

liano Flematti, che è riuscito a individuare

attribuito dal Sole 24 Ore in base a rigorosi

tematiche vincenti in presenza di una classe

criteri di analisi che prendono in considera-

di investimento oggi non scontata come

zione i rating attribuiti ai singoli fondi dalla

quella obbligazionaria e rimanendo coeren-

società CFS Rating e che premiano il fondo

Il comparto Bonds Value di Base In-

te con un approccio Value High Conviction,

con il miglior rating per ciascuna categoria.

vestments Sicav si è aggiudicato il Premio

da sempre slegato ai benchmark. Il compar-

BASE Investments SICAV è una società

Alto Rendimento 2015 del Sole 24 Ore

to Bonds Value, che ha chiuso il 2015 con

di investimento lussemburghese a capitale

classificandosi come miglior comparto ob-

una performance dell’11,5%, è un fondo

variabile multicomparto e multimanager

bligazionario nella categoria Euro-diversifi-

obbligazionario globale che ha lo scopo

con portafogli azionari, obbligazionari e

cati. Il premio è stato assegnato alle Società

di permettere una crescita del capitale nel

monetari ideati per diversi profili di rischio

di Gestione e ai Fondi Comuni d’investi-

tempo attraverso una strategia basata su

e per un periodo di investimento ideale a

mento che si sono distinti per i risultati

quattro pilastri: approccio Value High Con-

2-3 anni. I gestori vengono selezionati sulla

conseguiti nell’ultimo triennio, nonché per

viction, massima flessibilità sulla duration,

base delle loro capacità professionali e or-

l’impegno e la professionalità nel prendersi

diversificazione valutaria, attività di trading

ganizzative, al fine di ottenere l’applicazione

cura degli investimenti, ispirandosi al valore

su orizzonti temporali brevi. Nel portafoglio

delle più moderne tecniche di gestione, se-

fondamentale della tutela del risparmiatore.

vengono inserite diverse categorie di obbli-

guendo un approccio che permette di ridur-

Per l’assegnazione del Premio sono stati

gazioni che spaziano dai bond governativi

re il rischio complessivo dell’investimento

considerati i rendimenti a tre anni al 31 di-

alle emissioni Corporate fino a quelle dei

nell’ottica di raggiungere i migliori risultati

cembre2015. «Si tratta di un riconoscimen-

Paesi Emergenti, adottando in questo modo

per gli investitori. TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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FINANZA / BANQUE MORVAL

C

Una gestione patrimoniale orientata ai mercati globali MASSIMO ZANON, PRESIDENTE DELLA DIREZIONE GENERALE DI BANQUE MORVAL SI SOFFERMA SULL’ATTUALE CONGIUNTURA ECONOMICO-FINANZIARIA MONDIALE E SUI PRINCIPALI ASPETTI DELLA POLITICA DI INVESTIMENTI DELLA BANCA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL MERCATO SVIZZERO E A QUELLO ITALIANO.

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TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

ome valuta l’attuale congiuntura finanziaria internazionale e quale prevede possano essere le prospettive dei mercati a breve-medio termine? «Le prospettive globali restano esposte a molti rischi. All’inizio dell’anno sono emerse nuove tensioni sul mercato finanziario in Cina, accompagnate da timori sull’andamento dell’economia di quel Paese. Nell’area dell’euro la crescita prosegue, ma resta fragile. Il programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema si sta dimostrando efficace nel sostenere le attività economiche, ma sono insorti nuovi rischi al ribasso per l’inflazione e la crescita. L’inflazione rimane bassa anche a seguito del nuovo calo delle quotazioni dei beni energetici e del persistere di ampi margini di sottoutilizzo delle capacità produttive di molti Paesi. La crescita può rafforzarsi nel prossimo biennio, ma resta determinante il contributo delle misure espansive che governi e Banche Centrali sapranno continuare ad assumere anche nei prossimi mesi». Quali settori ritiene che possano offrire le migliore opportunità di investimento? «In un contesto come quello attuale crescono le difficoltà di individuare adeguate forme di investimento in grado di assicurare una remunerazione nella gestione dei patrimoni. Le borse mondiali hanno aperto il 2016 con forti ribassi, mentre il mercato delle obbligazioni è in un periodo più tranquillo, anche se il segmento delle obbligazioni high yield subisce qualche colpo soprattutto per i titoli dei Paesi emergenti o legati al petrolio. Bisogna però tener conto del fatto che i titoli azionari di questo settore sono ai loro minimi storici e le migliori performances possono venire, pur con tutti i rischi che comporta, soprattutto dal mercato azionario. L’attenzione si concentra sui settori difensivi in funzione anticiclica, con un particolare riguardo per le aziende con un business stabile e che negli ultimi esercizi hanno pagato dividendi interessanti. In prospettiva il mercato più dinamico resta comunque quello delle materie prime».


FINANZA / BANQUE MORVAL

Quale giudica essere l’attuale stato del sistema finanziario ticinese e quali accorgimenti andrebbero presi per migliorarlo? «La piazza finanziaria ticinese si è focalizzata per anni sull’Italia che necessitava di un sistema bancario stabile in un contesto politico ed economico che garantisse quella sicurezza che la Svizzera poteva offrire. Oggi, il diverso contesto internazionale e i diversi accordi bilaterali hanno creato condizioni nuove, entro le quali devono muoversi le banche ticinesi e svizzere in generale. Tuttavia, resto ottimista: il nuovo quadro entro cui operare comporterà necessariamente una riorganizzazione in termini di risorse umane e di competenze. Sono convinto che l’esperienza maturata negli anni e la qualità complessiva dei servizi offerti possa garantire al sistema la possibilità di continuare a competere con successo sui mercati internazionali». In particolare, per quanto riguarda il Private Banking, quali sono le strategie di investimento di Banca Morval? «Per definire un’adeguata politica di gestione degli averi, devono essere prese in considerazione le circostanze di ogni singolo cliente. Oltre alla ricerca del massimo risultato, la gestione patrimoniale è, prima di tutto, la ricerca della protezione del patrimonio amministrato. Un valore aggiunto è dato certamente dalla capacità del nostro istituto di operare sul mercato domestico e internazionale».

Quali sono le attese nei confronti della clientela italiana dopo i provvedimenti di emersione di capitali non dichiarati adottati negli scorsi mesi?

«Siamo presenti in Italia dai primi anni novanta e dal 1998 operiamo con una filiale che porta il nostro nome, Morval SIM SpA. La strategia è semplice e consiste nell’offrire alla clientela italiana lo stesso servizio di gestione del risparmio efficiente, accurato, personalizzato e confidenziale che offriamo in Svizzera. Per quanto attiene al programma di Voluntary Disclosure posso dire che, la maggioranza della nostra clientela ha deciso di mantenere il suo portafoglio con il nostro istituto a conferma di un rapporto di fiducia consolidatosi nel corso di tanti anni di attività al servizio della clientela».

“Il programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema si sta dimostrando efficace nel sostenere le attività economiche, ma sono insorti nuovi rischi al ribasso per l’inflazione e la crescita”

Accanto alla imprescindibile Banque Morval è una banca privata svizzera che svolge principalmente attività di gestione patrimoniale. La Banca è di proprietà della famiglia Zanon di Valgiurata che è coinvolta sin dalle origini, nell’attività bancaria dell’istituto. Una Banca indipendente, altamente capitalizzata e regolata dalla FINMA (Autorità Federale di Vigilanza sui Mercati Finanziari). TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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AZIENDE / EY 01

LA SEDE DI LUGANO DI ERNST&YOUNG HA ORGANIZZATO IL SEMINARIO TAX UPDATE, UN INTERESSANTE INCONTRO NEL CORSO DEL QUALE SONO STATE ILLUSTRATE LE PRINCIPALI NOVITÀ RIGUARDANTI IL FISCO IN SVIZZERA E IN ITALIA.

Come cambia la fiscalità 02

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Un attento pubblico prevalentemente costituito da dottori commercialisti e fiscalisti ha avuto modo di apprendere quali sono le misure di recente approvate o in via di approvazione, e che entreranno in vigore nei prossimi mesi, riguardanti la fiscalità svizzera e quella italiana. Dopo il saluto di Stefano Caccia, responsabile della sede di Lugano di Ernst & Young, ad aprire l’incontro è stato Alberto Lissi, di Tax Partner AG, che si è soffermato su temi di grande attualità per la Svizzera, come la riforma delle imprese III con l’abolizione dei regimi fiscali privilegiati (società holding, miste e ausiliarie, principali e Swiss Finance Branch) e conseguente revisione per i Cantoni del gettito da imposte sull’utile generato da società privilegiate. La riforma delle imprese, la cui entrata a regime si prevede sarà per

il 2019, non mancherà infatti di avere importanti ripercussioni sull’entità del gettito fiscale sia a livello federale che cantonale e comunale, con l’adozione di forme diverse di limitazione delle misure di sgravio fiscale. Un altro tema di grande interesse affrontato riguardava la cosiddetta BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) con riferimento ai rapporti finali pubblicati dall’OCSE e alla posizione della Svizzera tesa all’implementazione degli standard minimi e al coordinamento con la riforma delle imprese III. Infine, terzo grande tema affrontato è stato quello dei finanziamenti infragruppo a breve termine (Cash Pooling), delle multe e deducibilità fiscali e, per quanto riguarda i rapporti tra Svizzera e Italia, lo scambio di informazioni su richieste presentate dall’entrata in vigore del protocollo (23 febbraio 2015) e la roadmap stipulata tra le parti che prevede tra l’altro la revisione della tassazione sui frontalieri e lo stralcio della Svizzera dalle black-lists italiane. All’avv. Elisa Antonini è toccato il compito di proporre alcune riflessioni relative all’aggiornamento in materia di IVA svizzera, partendo da uno stato del processo legislativo riguardante la revisione parziale della legge sull’IVA, che dovrebbe presumibilmente concludersi con l’entrata in vigore prevista per il 1 gennaio 2018. Punti qualificanti di questa revisione legislativa sono emersi essere innanzitutto la definizione del concetto di persone stret-


AZIENDE / EY 01 Dott. Alberto Lissi Partner, Tax Partner SA 02 Marco Magenta Partner, EY Milano 03 Avv. Elisa Antonini Lic. Iur., MAS in Tax Law 04 Claudia Pandiscia-Rüegg, Vicedirettrice, EY Lugano Stefano Caccia, Partner, EY Lugano

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tamente vincolate, rilevante per la determinazione della base di calcolo. Quindi la questione dell’assoggettamento (cifra d’affari determinante) e della procedura, con conseguente prescrizione del diritto di tassazione per il quale è stato proposto un aumento da 10 a 15 anni. La relatrice si è quindi soffermata sui problemi inerenti l’assoggettamento di organizzazioni senza scopo di lucro e le prestazioni volte a promuovere l’immagine. In particolare, l’attenzione è stata rivolta ai pacchetti sponsoring, al riconoscimento delle persone strettamente vincolate e alla rielaborazione e quantificazione della cifra d’affari determinante ai fini dell’IVA. L’ultima parte dell’incontro è stata affidata a Marco Magenta che ha presentato una panoramica delle principali novità, in essere o in divenire, riguardanti la fiscalità in Italia. I temi proposti sono stati

numerosi e diversificati, a partire dalla riduzione dell’aliquota IRES e Addizionale prevista dalla Legge di Stabilità 2016. La prima scende dal 27,5% al 24%, la seconda ammonta al 3,5% per gli enti creditizi e finanziari. Novità riguardano anche il cosiddetto Patent Box, cioè il regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi derivanti dall’utilizzo (diretto o indiretto) di beni immateriali. La Legge di Stabilità 2016 prevede anche un aggiornamento per quanto riguarda i super-ammortamenti, con la possibilità di una maggiorazione fiscale del costo d’acquisto dei beni ai fini della deducibilità dell’ammortamento o dei canoni di leasing. Altre questioni affrontate riguardavano la rivalutazione dei beni d’impresa, gli interessi passivi e l’abrogazione del cosiddetto “consolidato virtuale”; inoltre, l’introduzione del “consolidato orizzontale”. In conclusione Marco Magenta si è soffermato sui costi Black list, sulla disciplina delle Controlled Foreign Companies (CFC) e sul credito d’imposta estero, fornendo da ultimo alcune cifre a proposito della Voluntary Disclosure ed esprimendo alcuni dubbi sugli effettivi vantaggi relativi al gettito derivante dagli italiani che hanno deciso di aderire a questa operazione di emersione e denuncia di capitali detenuti all’estero.

ERNST & YOUNG SA Corso Elvezia 33 6900 Lugano www.ey.com/ch 04 TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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AZIENDE / PKF CERTIFICA SA

ESTERNALIZZARE PER ESSERE PIÙ COMPETITIVI E SEMPRE EFFICIENTI SUL PIANO NORMATIVO. MA ANCHE PER RISPARMIARE, COME CI SPIEGANO GIANLUCA AMBROGINI E CLAUDIO MASSA.

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PKF Certifica SA, una realtà consolidata nel settore della revisione e della consulenza

ertifica SA è stata costituita nel 2001 e dal 2005 è membro del network PKF. La società nasce dall’esigenza da una parte di proporre al mercato ticinese una realtà specializzata nella revisione e nella consulenza aziendale e, dall’altra, dalla volontà di offrire soluzioni adeguate alla realtà locale, grazie all’esperienza maturata negli anni dai propri fondatori anche all’interno delle cosiddette Big Four. 01 Rico Kasper, Gianluca Ambrogini (Direttore) e Manuel Fuoco 02 Claudio Massa, Presidente e Amministratore Delegato di PKF Certifica SA 03 Alcuni componenti del team PKF Certifica SA

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Quali sono le caratteristiche peculiari della vostra società, che ne hanno fatto una delle maggiori sul mercato ticinese? «Membro del network PKF – spiega Gianluca Ambrogini – Certifica SA ha acquisito una rilevanza internazionale, potendo offrire ai propri clienti l’accesso a oltre 125 paesi su scala mondiale, ed è diventata altresì un nuovo riferimento per le aziende estere che decidono di sviluppare la propria attività nella Svizzera Italiana. PKF oggi è la società ticinese con il maggior numero di mandati (circa 300) e vanta standard qualitativi di elevato livello, al pari delle grandi imprese di revisione internazionali. Grazie infatti all’ottenimento dell’abilitazione definitiva ad esercitare la funzione d’impresa di revisione sotto

sorveglianza statale, nel febbraio 2014, da parte dell’Autorità federale di Sorveglianza dei Revisori (ASR) di Berna, possiamo a tutti gli effetti considerarci al pari delle Big Four, sia per il livello dei servizi che possiamo fornire (con tale abilitazione possiamo svolgere revisioni di società di interesse pubblico quali le società quotate in borsa), sia per il livello di qualità adottato dal network internazionale PKF, che risponde agli standard internazionali più elevati. Abbiamo poi un personale altamente qualificato, tant’è che un dipendente su tre dispone dell’abilitazione di perito revisore abilitato dall’ASR. Oggi PKF Certifica SA sta perseguendo la propria strategia di sviluppo a livello svizzero ed ha recentemente aperto una propria sede a Lucerna».


AZIENDE / PKF CERTIFICA SA 02

Di quali servizi disponete? «Il core business di PKF Certifica SA – interviene Claudio Massa – sono le revisioni del conto annuale e le revisioni regolamentate in ambito finanziario, per gli intermediari finanziari assoggettati alla FINMA, quali le revisioni prudenziali e quelle in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro. Siamo inoltre specializzati nell’offerta di servizi di revisione interna, risk management e compliance, sia attraverso un outsourcing completo della funzione, sia fornendo supporto per una esternalizzazione parziale del servizio. Nel contesto della governance d’impresa, in particolare attraverso il servizio di compliance, PKF assiste i propri clienti nel progettare, realizzare e mantenere a regime i processi in conformità alle normative nazionali ed estere. Ci rivolgiamo soprattutto a intermediari finanziari come banche, commercianti di valori mobiliari e gestori patrimoniali di investimenti collettivi di capitale vigilati dalla FINMA, dove la figura compliance è richiesta dalla normativa nazionale. Disponiamo al nostro interno di specialisti in ambito giuridico, con particolare riferimento al tema della lotta al riciclaggio di denaro. Inoltre, la nostra quasi ventennale esperienza nel settore ci garantisce la giusta sensibilità per comprendere esattamente le dinamiche che devono essere interpretate dalla funzione compliance, sia sotto il profilo normativo che sotto l’aspetto dei controlli, il che ci consente di offrire un servizio di altissimo livello, a costi peraltro contenuti. E comprenderlo è facile se si tiene presente che PKF fa parte delle soltanto 25 società 03

affiancate da specialisti. La nostra offerta di servizi segue quindi le attuali tendenze del mercato, in cui per gli istituti finanziari è sempre più difficile reclutare persone con i giusti requisiti. In questo modo l’azienda, oltre a rispettare completamente le norme, può beneficiare di una significativa riduzione dei costi fissi».

che in Svizzera dispongono dell’abilitazione ad esercitare la funzione d’impresa di revisione sotto sorveglianza statale e delle 10 autorizzate dalla FINMA alle revisioni in materia di vigilanza sui mercati finanziari». Perché vale la pena affidare la compliance in outsourcing? «Gli operatori finanziari – prosegue Gianluca Ambrogini – devono ogni giorno vincere la sfida di aumentare la propria competitività sul mercato, preservando la conformità a leggi in continuo sviluppo. Gli organismi di vigilanza richiedono infatti requisiti sempre più stringenti per autorizzare l’offerta di servizi finanziari al pubblico. Le continue riforme in atto e la complessità nella regolamentazione rappresentano sfide che le società saranno in grado di superare solo se

A proposito di costi, questa specifica competenza si tradurrà, per il cliente, in un conto particolarmente salato? «In questo contesto – conclude Claudio Massa – sarebbe facile esprimere un semplice no senza fornire le motivazioni, solo per apparire più attraenti sul mercato. La realtà è che scegliendo PKF Certifica SA, il cliente può beneficiare realmente di un’elevata professionalità ad un costo sicuramente più contenuto rispetto alla concorrenza. La spiegazione è molto semplice: siamo una struttura snella, organizzata in modo efficiente e che quindi non presenta elevati costi di gestione, come le grandi società di revisione a livello internazionale. Offriamo servizi per i quali disponiamo delle reali competenze e dunque non dobbiamo appoggiarci a professionisti esterni al nostro organico. Abbiamo un basso turn over del personale e i nostri dipendenti sono in grado di svolgere i propri compiti con la massima efficienza grazie a un‘approfondita conoscenza del settore e alle numerose esperienze maturate. L’insieme di questi elementi ci consente dunque di essere competitivi nell’offerta dei nostri servizi, che possono così essere proposti a tariffe più consone alla realtà locale della Svizzera italiana».

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AZIENDE/ MIELE

UN 2015 CONCLUSO POSITIVAMENTE NONOSTANTE L’ABBATTIMENTO DELLA SOGLIA MINIMA DI CAMBIO CON L’EURO. UNA PRESENZA IMPORTANTE (E RIPAGATA DAI VISITATORI) ALLA PIÙ IMPORTANTE FIERA DI SETTORE. NOVITÀ DI PRODOTTI ISPIRATI DAI GRANDI CHEF MA PENSATI PER LA CUCINA DOMESTICA. JOHANN ZOLLER, RESPONSABILE COMMERCIALE DELL’AREA TICINO DI MIELE AG, CI SVELA IN ANTEPRIMA LE PIÙ IMPORTANTI NOVITÀ.

Macchine con l’eccellenza nel cuore

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artiamo dall’anno passato, il 2015, che per tanti del vostro settore si è chiuso con il segno meno. «Per noi no. Il bilancio è positivo e siamo riusciti con grande impegno a rispettare le previsioni stilate nel 2014. L’anno si è concluso comunque positivamente: abbiamo aumentato la produzione e tenuto fede alla nostra linea, cioè di non rinunciare mai alla qualità e continuare a proporre apparecchi che vengono testati per una durata di almeno vent’anni. Questo ci ha ripagato».

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Parte di questo successo, è dato dalle vostre forniture rispetto ai contract… «Certo, queste nuove grandi costruzioni costituiscono una parte importante del nostro fatturato e non possiamo perderle. Così come non dobbiamo rinunciare a quei grossi condomini già esistenti che vengono rimodernati appartamento per appartamento». Recentemente avete presentato le vostre ultime novità… «In gennaio siamo stati a Swissbau, la fiera biennale di Basilea, con uno stand magnifico, di 900 m², con 70 persone a lavorarci. Swissbau ha ricevuto la visita di 120.000 interessati in 5 giorni. Non c’è niente da fare: se tu punti sulla qualità, la gente rimane affascinata. Noi insistiamo sulla durata dei nostri prodotti e sulla possibilità di avere ricambi anche 20 anni dopo. Con sempre grande attenzione al design. La cucina deve essere bella, avere un aspetto contemporaneo, allora il cliente ne resterà affascinato e si interesserà


AZIENDE / MIELE

Quali altre novità avete proposto? «La nostra più recente è il sistema TempControl, in commercio da marzo, che tiene costante la temperatura del fondo della pentola su vetroceramica. Così il cibo non annerisce, non attacca, anche se ti allontani. È perfetto per l’uovo, le crepes, le carni e per sciogliere la cioccolata o il caramello. Altra importantissima novità legata alla cucina e il Cassetto Sous-vide, che si integra in colonna al forno a vapore. Conservare, arricchire di sapore, preparare per la cottura, con la possibilità di utilizzare diversi contenitori (compresi barattoli e bottiglie) e scegliere quanta aria togliere e che saldatura applicare, in base alla consistenza del prodotto e alla resistenza del sacchetto. Così il cibo dura 20 giorni in frigo e molto a lungo in freezer. Una volta scongelato va nel forno a vapore, senza dover cambiare il sacchetto».

agli elettrodomestici. E questa ricerca di bellezza deve assecondare le sempre più pressanti regole riguardo a sicurezza e risparmio energetico. Abbiamo appena immesso sul mercato un frigorifero da 343 litri a posa libera, in cui il sempre maggior bisogno di coibentazione non fa ridurre lo spazio interno. Avrà una porta in cui il vetro di copertura, elegantissimo, bianco o nero, sarà identico a quello del forno, con in più la possibilità di posare una lavagna in ardesia, per dare un tocco originale e fantasioso, oltre che pratico, alla cucina».

Con tutte queste cose a cui pensare, avrà bisogno di qualche pausa di relax… «La montagna! Recentemente mi sono posto l’obbiettivo di scalare alcuni 4000 m in due giorni. Ho fatto la Jungfrau e il Mönch, dopo una preparazione specifica in palestra per il sistema cardiocircolatorio, perché dai 3800 la carenza di ossigeno si sente. Ma all’arrivo sei abbondantemente ripagato: il Mönch è il più bello perché c’è uno stupendo crinale. E poi il silenzio, il rumore dei passi sulla neve, del vento e soprattutto del proprio respiro. Andiamo in giro per il mondo, ma qui da noi…».

Ma un’altra importante novità Miele, riguarda tutta la casa… «È Miele@home, il nostro nuovissimo sistema di domotica, per gestire tutti gli elettrodomestici da un pannello di casa e da fuori con lo smartphone, attraverso un’applicazione. La tecnologia di connessione è il Wi-Fi e la difficoltà di realizzarlo sin ora è stata legata a problemi di sicurezza: che cosa permettere di regolare a distanza? Al momento con Miele@home possiamo spegnere il forno e la lavatrice, abbassare le temperature e le centrifughe, ma anche semplicemente avere delle informazioni sul tempo che manca alla fine del lavaggio e regolare in automatico tutti gli orologi di casa». Quali altre novità ci sono nell’aria? «Noi siamo sempre ispirati dagli esperti di settore, dagli chef per esempio, che ci consigliano. Ma il nostro stimolo verrà sempre dal cliente; il giudizio più importante, quello che detterà il nostro lavoro di ricerca per gli anni futuri, è quello di chi ha acquistato i nostri prodotti. La mia sensazione è che la nuova frontiera sia l’abbattitore di temperatura nelle cucine domestiche».

Cresta finale che porta verso la vetta del Mönch (4105 m s.l.m.). Si trova tra l’Eiger e la Jungfrau nelle alpi Bernesi, facendo da confine tra il canton Berna e il canton Vallese

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AZIENDE / BELOTTI OTTICAUDITO

Una calla per un’accoglienza indimenticabile LA QUALITÀ DEL SERVIZIO OFFERTO, INSIEME ALL’ECCELLENZA DEI PRODOTTI IN VENDITA, È UN VALORE IRRINUNCIABILE PER IL GRUPPO BELOTTI CHE IN TICINO COSTITUISCE UN PUNTO DI RIFERIMENTO ASSOLUTO PER TUTTO IL SETTORE DELL'OTTICA. ED ORA QUESTA FILOSOFIA VINCENTE VIENE ESPORTATA ANCHE IN ITALIA CON L’APERTURA DI DUE CENTRI SPECIALIZZATI, COME CI RACCONTA SILVANO BELOTTI, INSTANCABILE E VISIONARIO IMPRENDITORE CHE, INSIEME ALLA MOGLIE NADIA, HA VOLUTO, IDEATO E PROGRAMMATO OGNI TAPPA DELLA CRESCITA DELLA SUA AZIENDA.

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l mondo degli occhiali rappresenta un elemento entrato profondamente a far parte della nostra vita quotidiana… «Infatti non esiste probabilmente altro accessorio che esprima in modo così marcato la personalità di chi lo indossa. Si può arrivare a dire che ogni volto merita un occhiale che si adatti perfettamente alla sua struttura, alla luce degli occhi, alla manifestazione del carattere della persona. Per questo la scelta di una montatura e di una lente non può essere ridotta ad un banale atto di acquisto ma richiede grande ponderazione, una vasta scelta di opzioni, un consiglio qualificato e competente. Dobbiamo essere capaci di creare quell’armonia che nasce soltanto da un senso del bello, per realizzare un equilibrio, per esaltare un tratto che valorizzi appieno lo sguardo e il volto».

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Ne è un esempio la rivoluzione che negli ultimi anni abbiamo vissuto nel campo degli occhiali da sole… «Appunto. È proprio nella proposta di occhiali da sole che gli stilisti e i grandi marchi cercano di dare il meglio della loro creatività, in fatto di scelta dei materiali, di forme e di colori, ispirandosi ad una riproposizione di forme classiche che vengono dal passato o proiettandosi nella più assoluta modernità sempre cercando di creare qualcosa di unico che emozioni, colpisca, lasci un segno in chi indossa e in chi, dall’esterno, osserva un paio di occhiali. Oggi la tendenza sembra premiare le astine sottili e le lenti polarizzate, mentre il logo del marchio tende a scomparire o è ridotto ad un piccolo segno che lo rende universalmente riconoscibile».

Possiamo citare l’esempio di qualche modello che potremmo definire iconico? «Ci sono modelli davvero bellissimi il cui valore corrisponde in gran parte alla qualità dell’oggetto proposto. Una citazione particolare merita senz'altro l'ultima collezione di occhiali presentata da Dior, in modo particolare il modello Split. Una reinterpretazione grafica che ha saputo dare una scossa ad un modello diventato ormai un mito. Sulla classica montatura pilot è stato aggiunto infatti un inserto a fascia in metallo che crea una riga orizzontale unica e caratterizzante. Questa collezione è concessa in distribuzione nel mondo a pochi ottici qualificati e in Ticino è rappresentata in esclusiva da BELOTTI».


AZIENDE / BELOTTI OTTICAUDITO

a Mondovì, in provincia di Cuneo. Un’altra apertura è prevista in una località molto prossima al confine con la Svizzera. La scelta di questi centri nasce dal fatto che si trovano in zone socialmente dinamiche, con una popolazione amante del bello, del nuovo, di prodotti e di servizi di elevata qualità quali quelli che noi andiamo ad offrire».

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E rimanendo invece nel campo del classico? «Gli occhiali Oliver Peoples, con un sapore dal gusto inconfondibilmente retrò. Occhiali realizzati artigianalmente impiegando materiali della migliore qualità e applicando colorazioni e design esclusivi del marchio. Le montature sono prodotte e distribuite in quantità limitate e non riportano deliberatamente alcun logo per incontrare i gusti dei consumatori più esigenti. Ma mi piace citare anche il marchio Super, anch’esso da noi rappresentato in esclusiva, che propone una gamma completa di occhiali da sole con un’alta qualità di fabbricazione. Sono occhiali con i più alti standard possibili, fatti a mano in Italia dai migliori produttori e con i migliori materiali quali ad esempio le lenti certificate ZEISS, che garantiscono un livello estremamente elevato di protezione per gli occhi in tutte le condizioni ambientali». A proposito di novità, questa volta nell’ambito dell’organizzazione aziendale, che cosa merita una particolare segnalazione? «Direi senz’altro l’inaugurazione in Italia di due Centri con la nostra insegna BELOTTI. Un passo a lungo ponderato e preparato perché non si è trattato di una semplice apertura ma dello sforzo per portare anche nel vicino contesto italiano la nostra filosofia aziendale finalizzata ad una totale soddisfazione del cliente riguardo ad alcuni dei suoi bisogni primari quali sono appunto la vista e l’udito. Questo significa concretamente stabilire nei suoi confronti un rapporto di rispetto ed empatia, avendo desiderio di ascoltarlo e di comprenderne appieno le richieste e le attese. Entrare in un

qualsiasi Centro BELOTTI, in Svizzera come in Italia, deve essere un’esperienza da ricordare per l’altissima qualità dei prodotti offerti, per la competenza del servizio, per l’accoglienza e la disponibilità di tutto il personale e più in generale per quel clima di armonia e di bellezza che vorrei si respirasse in ogni nostro punto di consulenza». Una scommessa affascinante ma non facile da realizzare… «Sono ben consapevole del fatto che in Italia opereremo in un ambiente caratterizzato da logiche commerciali diverse da quelle a cui siamo abituati. Eppure sono convinto che i nostri valori abbiano una validità indipendentemente dal contesto in cui vengono applicati e che dunque la nostra professionalità possa essere riconosciuta e apprezzata anche da un cliente attento e informato come quello italiano». Dove sono ubicati questi nuovi punti vendita? «A Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, e

Insomma, il cliente Belotti deve essere in ogni modo assecondato nei suoi desideri, direi quasi coccolato… «Anche questo concetto fa parte della nostra volontà di mettere a proprio agio il cliente e guidarlo nella scelta migliore per la soluzione dei suoi problemi. Di ogni cliente abbiamo in memoria la storia visiva o uditiva e gli strumenti che negli anni abbiamo realizzato per lui. Inoltre, ciascuno di essi è oggetto di particolari azioni promozionali attraverso una Privilege Card personalizzata che dà diritto ad acquisire vantaggi economici, esami a condizioni favorevoli, prove gratuite ottica e udito e molto altro ancora. E l’accoglienza deve essere sempre ai massimi livelli, come ben simboleggia il fiore della calla, scelto con grande attenzione e cura perché emblema dell’eleganza e della versatilità, sempre presente in tutti i nostri Centri». 01 Esterno negozio BELOTTI a Rubiera 02 Interno negozio BELOTTI a Cassarate 03 Silvano Belotti con la moglie Nadia

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AZIENDE / HESHOOTSHESCOORES.COM

Un portale sempre più visitato

ANDREA BRANCA E ALESSANDRO ZACCHETTI PRESENTANO LE NOVITÀ DI UN PROGETTO IMPRENDITORIALE CHE NATO QUASI PER GIOCO TRA UN GRUPPO DI AMICI È DIVENTATO OGGI UN IMPORTANTE PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL MONDO DELL’HOCKEY TICINESE E NON SOLO.

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uali sono le principali novità maturate nel corso dell’ultima stagione sportiva? «L’aspetto più importante penso che sia la nostra crescita a livello organizzativo: l’arrivo di nuovi budget ci ha consentito di stabilizzare e remunerare tutti i collaboratori che fino a quel momento avevano dedicato il loro tempo solo per amicizia e passione».

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Quante persone conta attualmente il vostro staff? «Ad oggi siamo in 8, di cui 4 persone con base a Lugano e 4 ad Ambrí. E dal punto di vista giornalistico? «Quest’anno per la prima volta siamo riusciti a coprire tutte le partite in trasferta delle due squadre ticinesi, In particolare poi, il fatto che il Lugano sia meritatamente arrivato fino alla finale ci


ha costretto ad organizzare una copertura ancora più prolungata con articoli, riprese, interviste fino all’ultimo giorno della competizione. Un altro segno di apprezzamento ci è venuto dall’essere riconosciuti come giornalisti accreditati a Davos, in occasione della coppa Spengler». E per quanto riguarda la televisione? «Anche questo è un aspetto da non trascurare. In più occasioni siamo stati invitati a partecipare a varie trasmissioni sportive e questo è un fatto che accresce la nostra visibilità ma soprattutto testimonia l’apprezzamento per la qualità del lavoro sin qui svolto». Dunque si può dire che, in soli 5 anni, l’obiettivo di diventare il miglior portale svizzero dedicato all’hockey è stato raggiunto… «Diciamo che alcuni indicatori sembrano confermarlo. Il numero delle visite, per esempio, è cresciuto di mese in mese. Il fatto di avere più contenuti e di qualità sempre maggiore ci ha sicuramente premiati anche in termini di audience. Il picco si è avuto naturalmente durante tutte le fasi dei play off». La partecipazione del Lugano alla finale è stata quindi un successo mediatco… «Certamente. Io credo che abbia risve-

gliato una passione e un interesse da parte dei tifosi che invece negli ultimi anni si erano andati un po’ affievolendo. Tutto questo rappresenta in ogni caso un’ottima premessa nei confronti della prossima stagione per la quale c’è già oggi una grande aspettativa».

le maglie dei giocatori. Di conseguenza, un portale dedicato, visitato da un pubblico mirato di appassionati e tifosi, può rappresentare una vetrina interessante per chi gravita intorno a questo sport».

Quali sono le aziende che hanno deciso di sostenere la vostra impresa? «In generale si tratta di aziende che sono già vicine al mondo dell’hockey. Questo sport attira come è noto in Svizzera un grande interesse e sono molte le aziende che aspirano a vedere il proprio logo sulTICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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AZIENDE / COACHING

Instaurare un vero dialogo

COME IL COACHING PROFESSIONALE SUPPORTA I MANAGER NEI PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE. DI ANTONELLA VILLA

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na frase difficile da apprezzare quella di Einstein, soprattutto di questi tempi di grande incertezza e, aggiungo di trasformazione: il mondo che abbiamo conosciuto, con il quale siamo cresciuti e dal quale abbiamo ricavato le nostre certezze sembra mostrare ogni giorno i propri limiti. Ma sono proprio i periodi di crisi che possono contemplare la trasformazione, ovvero la crescita e il cambiamento desiderato, la possibilità di trovare soluzioni e vie d’uscita fuori dalla “zona di comfort”. Superare un crisi significa anzitutto smetterla di parlare dei problemi e di cosa ipoteticamente li hanno generati e concentrarsi invece sulle soluzioni, su ciò che ogni giorno viene messo in campo per “risolvere” e sull’esito di questa messa in campo, sulle aperture, sulle impossibilità e sulle rigidità personali. Direte, ma a quale scopo? Non dipende da noi se il governo, la nazione. i collaboratori… non fanno la loro parte. Noi impieghiamo al meglio ciò che abbiamo fatto anche in passato, ciò che ha sempre funzionato e dato risultati. Ma non possiamo fare tutto! Non arrabbiatevi ma ecco queste sono le premesse del fallimento... ovvero se ci che metto in campo come soluzione non elimina la criticità o ne risolve solo una parte, forse dovrei smetterla di chiamarla “soluzione”. Durante le mie sessioni di coaching nelle aziende incontro manager il cui ruolo diventa ogni giorno più complesso: si domandano come trovare soluzioni , incalzati dalla volontà aziendale e pressati dalla

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necessità di mantenere alto il risultato d’esercizio, come fare a convincere le persone a dare di più a fronte di minori contropartite economiche, come potenziarle, come coinvolgerle, come renderle partecipi e responsabili di un comune destino d’impresa, soprattutto quando questo implica un cambiamento del perimetro fino ad oggi conosciuto? Spesso mi anticipano questa risposta “io non sono né faccio lo psicologo” e così sottolineano come la difficoltà di raggiungere determinati risultati non dipende né dalle strategie proposte né tantomeno da loro stessi, ma dalle persone, dalla congiuntura economica, insomma da altro e altri fuori dalla loro raggio d’azione. E poi i collaboratori... dunque i manager hanno anzitutto la necessità di reindirizzare le esitazioni e le paure dei loro uomini, collaboratori che ogni giorno si interrogano rispetto all’incertezza del loro futuro, a come possono trovare nuovi equilibri fra vita privata e vita professionale; alcuni inoltre si sentono “obsoleti” ma - proprio per questo - si ostinano a “fare le cose come le abbiamo sempre fatto” per esorcizzare la minaccia e increduli, domandano continuamente che cosa verrà mai ancora richiesto loro, a fronte di quali garanzie e con quali sistemi di riconoscimento, smarriti, delusi, arrabbiati. Eccoci dunque di fronte a muri, e come recita un antico adagio, “Due monologhi non fanno un dialogo”. E se fosse proprio il dialogo ad offrire una possibilità d’aiuto? E poi, “io con i miei ci parlo tutti i giorni!” Proviamo a guardare da vicino un dialogo

speciale, l’elemento centrale e distintivo del processo di coaching, ovvero un intervento professionale di ascolto, di sintesi e di trasformazione. Il dialogo di coaching è un processo specifico, con modalità, regole e tempi, non una chiacchierata e così può essere una strategia di soluzione percorribile. Vediamo come. Il coaching quando messo a disposizione dei manager offre loro la possibilità di esplorare la trasformazione umana che è al centro di qualsiasi processo di cambiamento: prima di tutto quella personale e poi accompagnare in qualità di “capo” quella dei propri collaboratori. Centrale è il dialogo sulla trasformazione, interpretandola quale capacità di esplorare il cambiamento, di rompere gli schemi, di osservare la realtà da punti di vista completamente nuovi e di trovare dentro di sé risorse che non si supponeva di avere. Il viaggio in sé che ogni manager compie attraverso un percorso di coaching è una sorta di mappa per facilitare i propri collaboratori nel loro viaggio di scoperta. Imprenditori e manager che hanno prevalentemente una preparazione tecnica intuiscono l’importanza della dimensione umana. Esplorare queste dinamiche per accompagnare processi di evoluzione è una capacità oggi non demandabile ad altri enti, nemmeno alle risorse umane. È responsabilità del capo diretto. o dell’imprenditore essere il facilitatore della trasformazione dei propri collaboratori:è l’unica capacità distintiva indispensabile ad oggi non ancora impiegata. O meglio, nei contesti dove questa capacità è diventata distintiva e diffusa in azienda, i risultati economici sono eccellenti. Diventare sempre più consapevoli di sé consente di operare scelte ecologiche per decidere che cosa vedere con sguardo nuovo e su che cosa concentrarsi per generare i risultati desiderati e profitti per le aziende. Saper fare questo dentro di sé, ovvero saper vivere la propria trasformazione personale, consente di essere un allenatore e un manager eccellente. Rimandare è dei pigri, per dirla con Einstein “violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni”.


AZIENDE / COACHING

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AZIENDE / STRP

Leadership & comunicazione: un binomio per il successo

a. Informare del progetto b. Aggiornare sul raggiungimento dei risultati c. Distinguersi d. Ottenere il sostegno delle figure chiave e. Accrescere l’impatto all’interno e all’esterno dell’organizzazione In poche parole, un programma di comunicazione strutturato aiuta a sostenere l’affermazione della leadership sia all’interno sia all’esterno della realtà in cui si collabora. Un modello semplificato per la realizzazione del programma di comunicazione si compone di 9 fasi. Da sottolineare che si tratta comunque di un processo dinamico, da adeguare nel tempo e a sulla base dei feed-back ricevuti dai pubblici obiettivo.

ENERGIA, CARICA POSITIVA, PROGETTUALITÀ: SONO ALCUNI DEGLI STATI D’ANIMO CHE ACCOMPAGNANO L’ASCESA A UN NUOVO RUOLO DIRETTIVO.

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en presto, dopo una prima fase di “assestamento”, si avverte quanto altri fattori, in alcuni casi sottovalutati fino a quel momento, giochino un ruolo altrettanto importante nell’affermarsi in una carica direttiva. È il caso della comunicazione. Secondo un recente articolo di Ajit Kambil (Executive transitions: Elevate your leadership communication strategies, Deloitte University Press, December 10, 2015), più si sale nella scala gerarchica, maggiore è il bisogno da parte degli stakeholder di sapere “cosa farai e come lo farai”. In altri termini, quale sarà il programma e come verrà implementato: missione, strategia, obiettivi. Se a ciò aggiungiamo l’importanza della prima impressione, facilmente possiamo comprendere quanto valga la pena

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mettere a punto un programma di comunicazione strutturato. Questo passaggio richiede il supporto delle preposte figure professionali. Laddove queste figure non fossero già presenti in azienda, si potranno creare posizioni ex novo oppure ci si potrà avvalere di consulenti esterni. Di frequente, in posizioni decisionali, vengono sottovalutati i benefici derivanti dalla realizzazione di un programma di comunicazione strutturato, come pure l’investimento di risorse richiesto a questo scopo. Inoltre, la comunicazione interna spesso è assente nelle imprese e, laddove presente, non viene impiegata in maniera sistematica. Elaborare e realizzare in maniera professionale un programma di comunicazione permetterà di raggiungere importanti obiettivi presso i pubblici di riferimento:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

Allineare la comunicazione alle priorità definite Definire i pubblici obiettivo Definire priorità e criticità di comunicazione dei vari messaggi Definire obiettivi specifici per ciascuna priorità rispetto ai diversi pubblici Strutturare e formattare la comunicazione Definire i portavoce Selezionare criticamente i canali della comunicazione e il loro mix Pianificare la frequenza della comunicazione Raccogliere feedback e misurare i risultati

Rispetto a quanto sopra, è evidente quanto possa essere strategico l’apporto di figure professionali esperte ed adeguatamente preparate in ambito comunicazione. La Società Ticinese di Relazioni Pubbliche riunisce tutti i professionisti delle PR in Ticino, valorizzando la figura degli specialisti di comunicazione sul mercato.


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AZIENDE / AIL

CON OLTRE 290 MILIONI DI FRANCHI DI CIFRA D’AFFARI, 355 DIPENDENTI E PIÙ DI 110’000 CLIENTI SERVITI, LE AZIENDE INDUSTRIALI DI LUGANO SA, DA TUTTI AFFETTUOSAMENTE CONOSCIUTE UNICAMENTE COME AIL, SI SONO CONFERMATE ANCHE NEL 2015 UN ATTORE DI PRIMARIA IMPORTANZA NEL PANORAMA AZIENDALE TICINESE. NE ABBIAMO PARLATO CON IL LORO CEO ANDREA PRATI E LA RESPONSABILE DEL SETTORE COMUNICAZIONE ALESSIA DEMARTINI.

Andrea Prati CEO AIL

Alessia Demartini Responsabile settore comunicazione

Un’azienda al servizio dei cittadini

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ig. Prati, quali sono i punti qualificanti del Bilancio 2015 della vostra società? «Metterei innanzitutto l’accento sulla solidità del risultato ottenuto, che conferma il trend di risultati molto soddisfacenti ottenuti negli anni passati. Disponiamo inoltre di una interessante capacità finanziaria che ci permette di realizzare quegli investimenti necessari a mantenere la nostra competitività nei mercati liberalizzati, sviluppando quei prodotti e servizi che ci aiutano a mitigare la costante erosione dei margini nel nostro business tradizionale della distribuzione di energia».

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Possiamo delineare gli elementi principali della vostra strategia futura, sotto il profilo finanziario e progettuale? «La nostra visione per il futuro è quella di rimanere l’azienda multiservizio di pubblica utilità leader in Ticino, capace di generare durevolmente valore per i clienti, il territorio, i collaboratori e gli azionisti. La nostra parola d’ordine, che è poi anche uno dei nostri valori aziendali fondamentali, è sostenibilità, declinata nelle tre componenti economica, ambientale e sociale. Tutto quello che realizziamo deve quindi giustificarsi sotto l’aspetto finanziario e nelle sue ricadute ambientali e a livello sociale. Vogliamo continuare a crescere sviluppando nuove soluzioni complementari alla distribuzione di energia e nell’ambito dell’efficienza energetica, sfruttando il potenziale determinato da tutti i vettori energetici presenti in azienda (elettricità, gas e acqua); ottimizzare la redditività nei mercati nei quali già operiamo, trasferendo al nostro cliente i benefici dal guadagno di produttività ed efficienza; accrescere co-


AZIENDE / AIL

rispetto, impegno, tutti valori che condividiamo e che vogliamo legare all’immagine della nostra azienda. Ci orientiamo anche allo sport popolare, accessibile a tutta la cittadinanza e dal carattere aggregativo, sostenendo i bellissimi eventi che vengono proposti nella nostra regione. Manifestazioni capaci di correlare sport, cultura, tradizioni e intrattenimento e che ci offrono un’ottima piattaforma per entrare in contatto con i nostri clienti e far loro conoscere ancora meglio i prodotti e i servizi che offriamo».

stantemente il livello qualitativo del nostro servizio; sviluppare sinergie e collaborazioni mirate lungo l’intera filiera elettrica, con soggetti del settore tecnologico e con i Comuni, per realizzare progetti orientati a valorizzare le fonti energetiche locali». Anche nei prossimi anni proseguirà quindi il vostro impegno riguardo alle energie rinnovabili. Sulla base di quali progetti? «Già da alcuni anni - descrive Andrea Prati - siamo estremamente attivi nel campo delle rinnovabili e abbiamo costituito un settore impegnato nello studio e nella realizzazione di progetti che ottimizzano lo sfruttamento delle energie presenti sul territorio. In questo ambito non parliamo però unicamente di produzione di energia rinnovabile bensì di una pianificazione energetica più consapevole ed efficiente, applicando nuove tecnologie, come la cogenerazione, che permettono di ottimizzare i consumi. Infatti da un unico combustibile è possibile generare contemporaneamente energia elettrica e calore. I progetti

realizzati sono diversi e tra questi un posto di rilievo è sicuramente occupato dal fotovoltaico e dunque dalla produzione di elettricità a partire dal sole. Grazie ai nostri impianti solari produciamo un quantitativo annuo di energia in grado di soddisfare le esigenze di oltre 900 economie domestiche di medie dimensioni. L’intento è di procedere sulla strada tracciata». AIL SA si caratterizza da sempre per la sua vicinanza al territorio ticinese e alla sua popolazione. Quali progetti di sponsorizzazione avete deciso di mettere in atto per il 2016-17 soprattutto per quanto riguarda il mondo giovanile? «Per vocazione – aggiunge Alessia Demartini – siamo sempre stati e saremo ancora molto vicini a tutti i movimenti giovanili presenti sul nostro territorio. Un importante contributo lo continueremo a dare in collaborazione con il Dicastero Sport della Città di Lugano. Crediamo molto nella formazione sportiva dei nostri giovani: lo sport è sinonimo di salute, energia,

Non meno trascurabile è il vostro impegno nei confronti della cultura. In particolare, quali sono i contenuti e le ragioni della vostra nuova sponsorizzazione nei confronti del LAC? «Siamo vicini – conclude Alessia Demartini – a tutte quelle iniziative che valorizzano e che fanno crescere il nostro territorio. Non potevamo quindi lasciarci scivolare via l’opportunità rappresentata dall’inaugurazione del LAC. Con l’inizio della prossima stagione autunnale intensificheremo la nostra collaborazione nel settore del teatro. Viviamo questa novità come un’opportunità per concretizzare dei momenti d’incontro con i nostri clienti e partner commerciali, per fortificare i reciproci rapporti di fiducia. Siamo certi che la realizzazione del LAC dia a Lugano delle grandi prospettive di sviluppo, grazie al suo forte potere di attrazione che si spinge ben oltre i confini comunali e cantonali».

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AZIENDE / GRÜNENFELDER

Un appuntamento atteso e partecipato ANCHE QUEST’ANNO SI È TENUTO AD APRILE IL TRADIZIONALE OPEN DAY DURANTE IL QUALE MARCO E DANIELE GRÜNENFELDER HANNO ACCOLTO NEGLI AMPI SPAZI DELL’AZIENDA A QUARTINO CENTINAIA E CENTINAIA DI PERSONE INTERESSATE A CONOSCERE LE NOVITÀ PROPOSTE DALLE AZIENDE FORNITRICI.

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a formula dell’evento è molto semplice: Grünenfelder mette a disposizione un grande spazio (circa 1500 metri quadri coperti e 500 all’aperto) dove ogni azienda può presentare i propri prodotti di punta o quelli che intende lanciare sul mercato. I clienti hanno così modo di conoscere nuovi prodotti, informarsi ed eventualmente fare le loro ordinazioni attraverso l’organizzazione. La giornata scorre via attraverso degustazioni, assaggi, musica, momenti di intrattenimento. Insomma una bella occasione d’incontro dove clienti e fornitori si ritrovano in un clima di festosa convivialità. L’importanza che questa manifestazione è andata assumendo in sole 5 edizioni è confermata da alcune cifre: circa 60 fornitori presenti, un migliaio di operatori del settore, 500 visitatori che si sono succe-

duti nell’arco della giornata. L’Open Day Grünenfelder rappresenta a tutti gli effetti l’unica piattaforma a livello cantonale capace di fare incontrare tutti gli operatori professionali, tendo conto che in Ticino manca ancora una fiera/evento specializzata dedicata al settore. Un’opportunità straordinaria per presentare prodotti industriali, locali, e internazionali, anticipando le novità che saranno poi lanciate sul mercato. I prodotti distribuiti da Grunenfelder raggiungono più di 3000 clienti, 3400 in tutta la Svizzera e un centinaio nei paesi europei limitrofi. La clientela si compone principalmente di operatori nel settore della ristorazione quali alberghi, ristoranti, bar, e collettività. Viene inoltre rifornito anche il settore retail che comprende negozi, chioschi, supermercati e stazioni di servizio. Infine, Grunenfeder è importatore


AZIENDE / GRÜNENFELDER

diretto in Svizzera di alcuni prodotti di cui sono rifornite grandi catene commerciali. Attualmente l’assortimento comprende più di 8500 referenze, suddivise nelle varie categorie secco, dolciumi, surgelato, fresco e non food. In altre parole, una scelta pressoché unica di generi alimentari sia per la ristorazione che per il mercato al dettaglio, nonché di articoli per l'igiene e la cucina. Particolarmente positivo è il giudizio sull’evento espresso da Salvatore Muscariello (www.cupiello.com): «Questa giornata ci ha consentito di presentare sul marcato ticinese le nostre nuove linee di prodotti surgelati totalmente naturali, cornetti con lievito madre e vegani, privi di lattosio, che incontrano pienamente le nuove tendenze dietetiche e i nuovi consumi alimentari imposti dl mercato. Per noi quello ticinese è un mercato in espansione cui guardiamo con grande interesse, anche nella prospettiva di un’ulteriore penetrazione in Svizzera». Guido Dolcetti, Istituto Miralago di Brissago aggiunge: «Partecipo a questo evento

già da alcuni anni ed è molto interessante poter incontrare tante aziende fornitrici che presentano i loro prodotti e le ultime novità del mercato. In Ticino manca una fiera espressamente dedicata agli operatori del settore, e questo incontro, che si svolge in un clima di simpatica convivialità, ben interpreta un bisogno diffuso di confrontarci sulle problematiche che riguardano

l’approvvigionamento di prodotti destinati a comunità e ristorazione». Molto favorevole anche il giudizio di Fabrizio Cavagna (HUG), che si congratula con i promotori per l’ottima gestione dell’evento: «Il mio ringraziamento va a tutto il personale, magazzinieri, addetti alla surgelazione ecc, che durante tutta la giornata hanno dato una straordinaria assistenza a tutte le aziende presenti che hanno avuto modo di fare bella mostra dei propri prodotti. In particolare, noi come HUG abbiamo avuto modo di presentare, le nostre ben note tartellette congelate, fondi per dolci e aperitivi, e tra i secchi salatini e dolci. È stato un successo che ci induce a ripetere l’esperienza anche all’Open Day del prossimo anno». 01 Marco Grünenfelder

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MEDICINA / CARDIOCENTRO TICINO

IL PAZIENTE AL CENTRO DI OGNI ATTENZIONE

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IL SERVIZIO DI ANESTESIA DEL CARDIOCENTRO SI FA CARICO DEL PAZIENTE FIN DAL SUO INGRESSO NELLA STRUTTURA E LO ACCOMPAGNA IN TUTTE LE FASI DEL DECORSO PRIMA, DURANTE E DOPO L’INTERVENTO OPERATORIO. CE NE PARLANO I DR. MED. TIZIANO CASSINA E GABRIELE CASSO.

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uali sono i punti principali della visione che anima il vostro servizio? «Mi piace parlare – esordisce Tiziano Cassina – di una moderna concezione del servizio di anestesia che pone il benessere fisico ed emotivo del paziente al centro dell’attenzione, riducendo al minimo l’invasività dell’intervento. Per essere sottoposto ad una operazione, il paziente deve essere infatti

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sottoposto necessariamente ad un’anestesia che serve a bloccare il dolore e a proteggere l’organismo dall’aggressione chirurgica. Ma la sicurezza dell’anestesia moderna deriva dai progressi farmacologici e tecnologici compiuti negli ultimi decenni e dalla particolare preparazione dell’anestesista. Proprio per questo è fondamentale l’approccio nei confronti del paziente che deve essere considerato e preso in carico nella sua globalità».

Un importante aiuto al lavoro dell’anestesista proviene dalla tecnologia… «Oggi disponiamo di strumenti che ci consentono di monitorare il paziente in ogni fase dell’intervento, avendo in ogni momento una perfetta visione di tutti i parametri vitali, della respirazione, delle funzionalità cardiaca e circolatoria, e perfino della profondità del “sonno”. Tutto questo ci consente di intervenire tempe-


MEDICINA / CARDIOCENTRO TICINO

stivamente nel caso di eventuale complicanze, riducendo poi al minimo i tempi di risveglio del paziente. L’ottimizzazione per esempio della ventilazione meccanica durante anestesia negli interventi maggiori ha un ruolo importante nel ridurre il rischio di complicanze polmonari nel periodo postoperatorio». Si può dunque parlare di una presa in carico globale del paziente… «Un strategia di approccio globale e una visione orizzontale delle diverse problematiche – interviene Gabriele Casso – consentono interventi che possono avere un beneficio nel post operatorio, iniziando già nella fase preoperatoria. Oggi possiamo intervenire con metodiche sempre meno invasive su pazienti anche anziani e malati, riducendo al minimo le conseguenze dell’anestesia. Il punto fondamentale è che il paziente sia posto al centro e intorno si muovano i diversi specialisti che agendo in modo integrato e complementare possono concorrere ad individuare la soluzione più idonea a risolvere ogni genere di problema». Approccio globale significa anche un’attenzione particolare alle problematiche psicologiche espresse dal paziente… «Assolutamente sì. La maggior parte dei pazienti, infatti, manifesta preoccupazioni quando non addirittura paura nei confronti dell’anestesia generale, per diversi motivi: paura di perdere il controllo e doversi affidare totalmente ad altri, paura di non addormentarsi o di non risvegliarsi, paura della morte. Queste ansie possono essere tutte risolte con un’adeguata informazione e con un confronto con i medici anestesisti che possono spiegare ogni fase dell’intervento, rassicurando in modo totale circa ogni fase prima, durante e dopo l’operazione. Per questo il dialogo è importantissimo, per stabilire quel rapporto di fiducia che è componente indispensabile per il successo di ogni intervento terapeutico».

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01 Da sinistra: Dr. med. Tiziano Cassina e Dr. med. Gabriele Casso

02 Cardiocentro Lugano Veduta esterna

03 Cardiocentro Lugano Veduta della hall interna

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MEDICINA / CARDIOCENTRO TICINO

CARDIOCENTRO, LA RICERCA E LA FORMAZIONE SONO DI CASA UN SIMULATORE TRIDIMENSIONALE PER L’INSEGNAMENTO DELLA BRONCOFIBROSCOPIA È IL RISULTATO DI UN PROGETTO PER LO SVILUPPO DI UN SISTEMA DI REALTÀ VIRTUALE FINALIZZATO ALLA FORMAZIONE DEGLI SPECIALISTI AZZERANDO I RISCHI PER IL PAZIENTE.

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a broncofibroscopia è una tecnica diagnostica e terapeutica invasiva regolarmente praticata da specialisti di diverse discipline mediche pressoché in ogni paese del mondo. Una procedura molto frequente – si pensi che solo negli Stati Uniti ogni anno vengono eseguiti circa 500 mila esami di questo tipo – e tutt’altro che semplice, in quanto richiede una curva di apprendimento lungo e una formazione regolare. Poiché i rischi per i pazienti sono significativi, sempre più spesso il necessario apprendistato dei futuri professionisti avviene utilizzando simulatori di realtà virtuale. Questo tipo di training permette al medico in formazione di lavorare in un contesto molto prossimo a quello reale, ma in totale assenza di rischio: una condizione ottimale, complicata tuttavia dal fatto che i pochi simulatori disponibili sul mercato sono molto costosi, ed è questa una delle ragioni principali per cui questo tipo di insegnamento rimane ancora oggi un’opzione limitata ai più grandi centri di formazione ed è complessivamente poco diffusa in Svizzera. Consapevoli di questo limite, nell’ambito di un progetto di ricerca del servizio di Cardioanestesia e Cure intensive del Cardiocentro, il Dr. Casso e il Dr. Cassina hanno ideato e sviluppato un simulatore tridimensionale, allo stesso tempo efficace ed economico, adatto alla formazione

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post-laurea dei candidati medici specialisti in pneumologia, otorinolaringoiatria, anestesia e terapia intensiva. Il simulatore, di cui esiste già un prototipo funzionante, è costituito da un broncofibroscopio virtuale in grado di navigare all’interno di un modello tridimensionale e ad alta fedeltà che replica le vie respiratorie, il tutto visualizzato su un iPad. Il sistema fornisce una simulazione di fibroscopia e un’interfaccia robotica, con sensori di micro-movimento collegati in modalità wireless a uno schermo, un tablet iPad per sfruttare il doppio vantaggio di una piattaforma elettronica ampiamente diffusa e di un’ottima definizione dell’immagine. Lo sviluppo del progetto, denominato CASS (Computer Airway Simulation System) ha avuto inizio nel 2013 ed è attualmente nella fase di test dei prototipi avanzati. I primi risultati sono stati presentati in occasione della conferenza nazionale della Società di Anestesia e Rianimazione, lo

scorso mese di novembre, riscuotendo un generale interesse. Il progetto sarà gradualmente affinato con contributo di diversi specialisti (anestesisti, pneumologi, ecc.), mentre una collaborazione per lo sviluppo e il collaudo su larga scala del simulatore è stata assicurata dalle unità di anestesia degli ospedali universitari di Losanna (CHUV) e Ginevra (HUG). Contatti incoraggianti sono stati effettuati anche con il laboratorio di elaborazione del segnale della facoltà di ingegneria elettronica del Politecnico federale di Losanna, che potrebbe essere coinvolta nello sviluppo dei modelli 3D di anatomia patologica delle vie aeree a partire da referti reali di esami TAC, modelli che potranno essere in integrati nel simulatore.


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MEDICINA / NIPT

QUESTA LA DOMANDA CHE ASSILLA OGNI COPPIA SUBITO DOPO AVER SAPUTO DI AVER INIZIATO UNA GRAVIDANZA. DA ORAMAI ALCUNI ANNI CIRCOLA UNA NUOVA INDAGINE NON INVASIVA A DISPOSIZIONE DELLE FUTURE MAMME ED OGGI ENTRA DI DIRITTO NELLA NORMALE PRATICA CLINICA: IL TEST GENETICO PRENATALE NON INVASIVO (NIPT, DA NON INVASIVE PRENATAL TESTING).

Nostro figlio sarà sano?

DI SILVANO COLETTI

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a Luglio 2015 in Svizzera l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie assume le spese di questo test per l’identificazione delle trisomie 21 (Sindrome di Down), 18 (Sindrome di Edwards) o 13 (Sindrome di Patau) a partire dalla 12esima settimana di gravidanza, in caso di rischio elevato e secondo indicazioni di un medico. Secondo la pratica clinica, un esito positivo del test impone comunque sempre un’indagine invasiva

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classica, amniocentesi o villocentesi. Il Nipt, con un semplice prelievo di sangue materno, anche a partire dalla decima settimana di gravidanza, è in grado di prevedere le anomalie cromosomiche del feto ed il sesso con un altissima affidabilità. Si tratta di una grande rivoluzione se si pensa che le indagini invasive, amniocentesi e villocentesi, portano con se circa l’1% di rischio abortivo: una quantità inaccettabile se si pensa che colpisce anche feti sani. Basterebbe questa singola considerazione a rispondere alle molte critiche etiche sollevate negli anni passati ai contrari di questo nuovo strumento a disposizione della pratica clinica. Ma come funziona il test? Si cerca di individuare nel sangue materno cellule fetali tramite le quali decifrare il patrimonio genetico del nascituro. Il processo di analisi è complesso e necessita di esperti biologi e bioinformatici. Si analizzano piccolissime quantità di DNA caratteristiche di determinati cromosomi. Tramite un’analisi quantitativa si individuano le principali trisomie. Si individua anche il sesso del feto. L’analisi dei cromosomi sessuali permette la valutazione di alterazioni che danno origine ad alcune sindromi più rare (Klinefelter, Jacob, Turner, Triplo). Alcune di queste sindromi non comportano problemi di salute ma potrebbe essere utile la loro conoscenza da parte dei genitori per spiegare patologie eventualmente sopraggiunte già nei primi anni di vita. Come ogni test anche il Nipt ha dei li-


MEDICINA / NIPT

miti. Non è un esame diagnostico ma di screening e quindi sarebbe fuorviante pensarlo come un sostituto, allo stato attuale della tecnologia in uso, di indagini quali l’amniocentesi e la villocentesi. Ma certamente rappresenta una rivoluzione proprio per la sua non invasività, l’alta affidabilità soprattutto nell’individuazione delle principali trisomie e per la velocità di esecuzione: si può ottenere il risultato in meno di una settimana. Bisogna saperlo usare correttamente oltre che affidarsi al miglior prodotto in commercio che garantisca una seria validazione clinica. Non è un test “fai da te”. Generalmente è proposto dal proprio ginecologo di fiducia o dalla strutture sanitarie dove si è assistiti durante la gravidanza. I medici e

i genetisti spiegano con chiarezza ai futuri genitori ciò che si sta facendo nonché assistono gli stessi nell’interpretazione del risultato. Ad oggi si possono contare almeno 6 grandi aziende produttrici di Nipt sul mercato mondiale: Sequenom (MaterniT21), Ariosa Diagnostics (Harmony), BGI (Nifty), Natera (Panorama), Premaitha ed Illumina (Verifi). Ciascuno di questi operatori con i rispettivi prodotti in commercio dichiara dati clinici, tecnologia utilizzata per l’analisi del DNA e tipologia di informazioni fornite alla donna. Sequenom, con sede a San Diego in California, è stata la prima azienda a offrire il suo test non invasivo brevettato (MaterniT21) nell’Ottobre del 2011 e da allora è il leader di mercato mondia-

le con una quota superiore al 35%. La grande differenza tra un fornitore e l’altro è certamente negli studi clinici su una popolazione più o meno ampia di donne in gravidanza e sulla metodica di analisi del DNA. La battaglia tra i grandi player è cominciata da tempo e molte aziende farmaceutiche, tra cui la svizzera Roche che ha acquisito Ariosa Diagnostics, vogliono accaparrarsi i diritti su un mercato in esplosione. Ricerca&Sviluppo continuano a fare passi da gigante e a breve ci saranno evoluzioni di questi test in grado di garantire una sempre maggiore affidabilità. Lo scorso autunno, Sequenom ha lanciato il nuovo MaterniT-Genome in grado di analizzare tutti i 23 cromosomi del genoma del nascituro.

Le parole da conoscere Cromosoma

Amniocentesi

Villocentesi

Trisomia

Struttura cellulare che contiene il materiale genetico. I geni sono fisicamente localizzati nei cromosomi.

Esame diagnostico invasivo tramite prelievo transaddominale di liquido amniotico dalla cavità uterina.

Esame diagnostico invasivo tramite prelievo di frammenti di tessuto coriale, componente della placenta.

Anomalia genomica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più.

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MEDICINA / AUTISMO

Cogliere i segnali che i bambini autistici ci lanciano

CAMPANELLI VERDI E ROSSI. SCREENING PRECOCE NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO PER BAMBINI DA 0 A 3 ANNI È IL TITOLO DEL VOLUME REALIZZATO DALLA FONDAZIONE ARES (AUTISMO RISORSE E SVILUPPO) DI GIUBIASCO, GRAZIE AL SOSTEGNO DEI ROTARY CLUB, COME SPIEGA IL PROF. GIAN PAOLO RAMELLI, PRIMARIO E CAPO DIPARTIMENTO PEDIATRIA PRESSO L’OSPEDALE REGIONALE DI BELLINZONA E VALLI.

01 Prof. Gian Paolo Ramelli Primario e Capo Dipartimento Pediatria presso l’Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli 02 Ivano D'Andrea

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La Fondazione ARES è nata nel 1995 come conseguenza dell’attività intrapresa, dal 1989, dall’associazione di genitori ASIPA (Associazione Svizzero Italiana per i Problemi dell’Autismo), ora ASI (Autismo Svizzera Italiana). Questa Fondazione è riconosciuta come ente di pubblica utilità, a scopo non lucrativo, dalle istanze politiche della regione e per questo sussidiata sia dal Cantone sia dalla Confederazione per le sue attività. ARES si occupa di studiare ed attuare misure d’intervento, dalla prima infanzia all’età adulta, per la corretta presa a carico di persone con autismo,

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con altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo o con disturbi del comportamento correlati a difficoltà nell’ambito della comunicazione e dell’interazione sociale. Il Centro Diagnosi e Intervento Psico Educativo (D.I.P.E.) della Fondazione ARES raggruppa tutte quelle attività maggiormente legate alla presa a carico della persona con disturbi autistici. Tramite il proprio Centro Documentazione, promuove invece la pubblicazione di materiali di genere diversificato. Non solo indirizzato ad una sola categoria di utenti, quindi, ma che possa interessare e coinvolgere famigliari, professionisti, studenti, fratelli e sorelle, allo scopo di contribuire alla costruzione di una cultura dell'autismo sempre aggiornata. In questo contesto si inserisce la recente pubblicazione del volume di Gionata Bernasconi, Chiara Lombardoni e Nicola Rudelli dal titolo Campanelli verdi e rossi. Screening precoce nei disturbi dello spettro autistico per bambini da 0 a 3 anni, Edizioni Fondazione ARES e Editore Casagrande-Fidia-Sapiens (collana Strumenti di lavoro) con lo scopo di fornire un valido ausilio a tutti coloro che si occupano della cura dei bambini nei primi anni di vita. Persone le quali, attraverso la loro osservazione, sono riferimenti cardine nell’individuazione di comportamenti atipici nello sviluppo del bambino. Grazie all’impegno del Rotay Club Bellinzona, di diversi Rotary Club Insubrici e della Fondazione Rotary International è stato così possibile finanziare con un importante contributo la realizzazione di questo strumento per facilitare lo screening precoce nei DSA e poter giungere a diagnosi e interventi più precoci, laddove necessario. «La diagnosi precoce – spiega il prof. Gian Paolo Ramelli – è riconosciuta internazionalmente quale elemento fondamentale per garantire alle persone con Disturbo dello Spettro Autistico (DSA)


MEDICINA / AUTISMO

il migliore sviluppo possibile, favorire la loro inclusione sociale e la loro partecipazione nella comunità, come pure aiutare le loro famiglie a costruire una vita di qualità. L’autismo è un disturbo dello sviluppo, la cui origine neurobiologica è ormai riconosciuta ed i cui criteri diagnostici sono chiaramente definiti. Questi criteri sono oggetto di un consenso internazionale, e l’autismo è definito a partire dall’associazione di anomalie qualitative negli ambiti dell’interazione sociale, da disturbi della comunicazione e da caratteristiche di comportamento rigido e stereotipato». L’identificazione precoce dell’autismo – prosegue il prof. Gian Paolo Ramelli – rappresenta una sfida importante poiché apre delle possibilità di presa a carico ad un’età dove alcuni processi di sviluppo

possono ancora venire modificati. Le ricerche che valutano gli effetti di un intervento precoce mostrano che i bambini beneficiari di tali interventi presentano dei progressi significativi sul piano cognitivo, emotivo e sociale. Si riscontra, presso i bambini, un’accelerazione del ritmo di sviluppo con una crescita del quoziente d’intelligenza (QI), dei progressi nel linguaggio, un miglioramento dei comportamenti e una diminuzione dei sintomi del disturbo autistico. Questi progressi sopravvengono nei primi anni grazie a un intervento precoce e intensivo, la maggioranza dei bambini presi a carico accede ad un linguaggio funzionale alla fine del periodo d’intervento (in generale attorno ai 5 anni). I benefici del trattamento rimangono costanti in seguito. Nonostante vi sia negli ultimi

anni una sensibilizzazione maggiore sia dei pediatri che della popolazione, capita ancora oggi che la diagnosi d’autismo venga effettuata relativamente tardi. Oggi si sa che professionisti esperti potrebbero riconoscere i sintomi dell’autismo molto più precocemente, tra i 12 e i 13 mesi». Il manuale è stampato in 2.000 copie e sarà distribuito durante il 2016 a tutti i pediatri, per l’informazione alle famiglie, e a tutti i professionisti e ai volontari che si occupano di prima infanzia. Per garantire la possibilità di un approfondimento e il corretto utilizzo dello strumento di lavoro, i Rotary Club ticinesi e la Fondazione ARES, in collaborazione con il DSS, hanno organizzato tra maggio e settembre quattro serate di formazione, durante le quali il volume verrà offerto gratuitamente ai partecipanti.

Foundation (la fondazione del Rotary con sede a Evanston USA) che sovvenziona questi progetti con importanti aiuti. Nel caso del Progetto Autismo il RC Bellinzona è stato il club promotore del sostegno e l’importo dell’aiuto è stato di CHF 50'000.- per la stampa, la divulgazione e la formazione dei professionisti dell’infanzia sul Manuale.

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LA ROTARY FOUNDATION I rotary Club del Canton Ticino e delle provincie di Como e Varese si riuniscono regolarmente nel Gruppo di Lavoro Insubrico (GLI) tramite il quale negli ultimi anni sono riusciti a finanziare dei progetti umanitari sul territorio insubrico per oltre CHF 400'000.-. Il GLI è composto da 16 Rotary Club (5 ticinesi e 11 italiani) e può sempre contare sull’aiuto della Rotary

INVITO ALLA SERATA INFORMATIVA – FORMATIVA: “Campanelli Verdi e Rossi”, Screening precoce nei Disturbi dello Spettro Autistico per bambini da 0 a 3 anni. GIUBIASCO Mercoledì 18 Maggio 2016 ore 20.00 Formas – Via Ferriere 11 LUGANO-MANNO Mercoledì 18 Maggio 2016 ore 20.00 SUPSI – Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) – Aula Magna LOCARNO Mercoledì 21 Settembre 2016 ore 20.00 SUPSI – Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) – Aula Magna

MENDRISIO-STABIO Mercoledì 28 Settembre 2016 ore 20.00 OSC CPE Centro Psico-Educativo La partecipazione è gratuita. Per informazioni e prenotazione centrodoc@fondazioneares.com Fondazione ARES Via Zorzi 2a – 6512 Giubiasco Tel. +41 91 850 15 80 www.fondazioneares.com TICINO WELCOME / GIU - AGO 2016

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COME RIDARE VITALITA’ ALLA PROPRIA PELLE ESTÉE LAUDER CREDE CHE I DANNI CELLULARI SIANO LA CAUSA PRIMARIA DELL’INVECCHIAMENTO PRECOCE DELLA PELLE. OGNI NOTTE, ADVANCED NIGHT REPAIR COMBATTE GLI EFFETTI VISIBILI DEI DANNI CAUSATI DALL’AMBIENTE DURANTE IL GIORNO E DALLA MANCANZA DI SONNO. NEL TEMPO, MINIMIZZA L’ASPETTO DI OGNI SEGNO D’INVECCHIAMENTO ED È INDISPENSABILE IN OGNI RITUALE DI BELLEZZA PER LA NOTTE. SCOPRITE ORA LA GAMMA DI PRODOTTI.

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ettendo a frutto decenni d’ispirazione e competenza nei campi della ricerca sul DNA della pelle e la cronobiologia, Estée Lauder rivoluziona ancora una volta il concetto di dermo-riparazione notturna con Advanced Night Repair. Nata dell’avveniristica ricerca sul catabolismo cellulare endocutaneo, questa potente formula supporta per la prima volta il processo naturale di purificazione notturna, essenziale per una pelle dall’aspetto visibilmente più giovane. La rivoluzionaria Tecnologia ChronoluxCB™ coniuga la straordinaria efficacia del catabolismo e della


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SOLIDARIETÀ / NEWS FLASH

Un amico con cui parlare I disturbi psichici, la gestione del quotidiano e le difficoltà relazionali (di coppia, tra amici e familiari) sono le principali ragioni che spingono migliaia di persone a rivolgersi al 143. È quanto emerge dal “Rapporto d’attività” 2015 di Telefono Amico Ticino e Grigioni italiano presentato dall’associazione giunta ormai al 45° anno di attività. Si conferma così un trend che si è delineato nel corso del tempo e che, lo scorso anno, ha mostrato una certa stabilizzazione. Le cifre che emergono restano comunque importanti. In complesso le chiamate sono state

13.785, il 74% si sono trasformate in colloqui d’aiuto. Le maggiori richieste si sono manifestate in campo femminile: 6.000 i colloqui con donne, mentre 4.168 sono stati quelli con uomini. 2.269 le persone che si sono rivolte per la prima volta al 143. Questi numeri sono una spia del ventaglio di disagi e inquietudini che percorrono trasversalmente segmenti della nostra società, zone d’ombra invisibili mute e dolenti. Da un lato infatti la società offre una comunicazione sempre più ricca e dinamica ma dall’altro espone al rischio di nuove forme di isolamento e di estraniazione sociale. I numeri dimostrano ancora una volta come Telefono Amico risponda a bisogni reali e come, nel corso degli anni, si sia sempre più caratterizzato come un autentico servizio sociale di volontariato. Inoltre dal gennaio scorso è stata aperta una linea chat con accesso diretto dal sito internet del 143, una novità comunicativa di successo

soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 19 e i 40 anni. Le relazioni in generale sono il tema più ricorrente in questa particolare modalità comunicativa in via di potenziamento. Infine Telefono Amico gestisce direttamente anche il numero verde gratuito (0800 000 330) a disposizione di chi ha problemi con il gioco d’azzardo. Più stretta è dunque la collaborazione con il Gat – P, Gruppo Azzardo Ticino-Prevenzione, riferimento specialistico per chi intende affrontare con serietà le ludopatie.

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GASTRONOMIA / NEWS FLASH

Merlot a 5 stelle all’Hotel Splendide Royal Nel 1981 all’Hôtel Splendide Royal di Lugano si festeggiarono i 50 anni della vitivinicoltura ticinese con una pubblica degustazione organolettica tra Merlot del Ticino. Organizzata dalla rivista “Gastronomie&Tourisme” in collaborazione con il Dipartimento dell’Economia Pubblica (sezione agricoltura) la degustazione coinvolse con successo GEH_ins_215x138_TW_0616.pdf

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06.05.2016

sia il pubblico che i professionisti della ristorazione nel selezionare i migliori tra i migliori Merlot del Ticino di allora con il marchio di qualità VITI. Quell’evento diede l’avvio ad un vero e proprio rinascimento del vino ticinese che, negli anni a seguire, ha portato alla produzione di vini straordinari nonché ai successi internazionali che conosciamo oggi. Oggi, 35 anni dopo quella memorabile degustazione, il direttore dello Splendide Giuseppe Rossi, ha voluto ricordare quel significativo evento dedicando una storica sala del suo albergo all’arte del vino. È così nato “Il forziere del vino”. Si tratta di un elegante ambiente ricavato dall’antica “Sala dei cocchieri” dove, intorno ad una conviviale tavolata, fanno bella mostra in particolari bacheche frigorifere ben 500 etichette selezionate tra i vini più pregiati della Svizzera e del mondo. In questo contesto il Ticino

vinicolo è protagonista attraverso i suoi più prestigiosi produttori selezionati nelle regioni più rappresentative del Sopraceneri e Sottoceneri. Sono ben 12 gli ambasciatori del Merlot ai quali lo Splendide ha dedicato, un bellissimo filmato, una voluminosa “carta dei vini” ed uno spazio particolare dove vengono ritratti a fianco ai loro vini (120 in tutto) descrivendone la passione e la filosofia imprenditoriale.

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Young & Beautiful “Vicini al mondo dei giovani” DI VALENTINO ODORICO Questa nuova sezione di Ticino Welcome, è pensata e indirizzata ad un pubblico giovane, dinamico, in movimento ed attento alla realtà in cui vive. Young & Beautiful si rivolge non solo ai giovani nel senso anagrafico del termine, ma anche a quelle persone attente alle tendenze sia in fatto di stile, sia per quanto riguarda i luoghi da frequentare: un pubblico internazionale, che cerca nel quotidiano proposte che crede di poter trovare solo in una grande realtà metropolitana. Racconteremo temi quali la moda, il lifestyle, i locali, le realtà, gli spazi e le location che propongono prodotti, servizi e idee che si rivolgono a persone dinamiche, che amano viaggiare, che si lasciano stupire dalle contaminazioni esterne. Una narrazione fresca, immediata, nella tipica visione giovanile, dal taglio internazionale, dove le tendenze sono le grandi protagoniste; un progetto unico nel suo genere, che vuole diventare il punto di riferimento per conoscere, scoprire e sperimentare nuove realtà presenti nel nostro territorio.

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Arriva il brand specializzato in corsetti

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iemerge un pezzo del guardaroba femminile troppo spesso dimenticato e abbandonato, capace invece come pochi di sottolineare la sensualità femminile. Wonderfull (www.wonderfullonline.com) presenta la sua collezione in uno stile unico ed elegante: dalla tradizione sartoriale del Made in Italy, combinata ad un utilizzo dei tessuti creativo e moderno, prende vita la linea di corsetti, abiti e gonne. Lo stile italiano che contraddistingue l'e-

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leganza, ma al tempo stesso la versatilità nella combinazione di differenti look, è la base da cui parte la creazione di ogni prodotto, in cui confort e qualità sono un valore aggiunto al "meraviglioso" impatto estetico. Ogni modello è strutturato con sapienti tagli, così da rendere la figura che lo indossa sinuosa e perfetta. Wonderfull parla di corpetti femminili interamente fatti a mano e Made in Italy, di qualità massima, dalle linee ricercate e sensuali. Corpetti dallo stile elegante

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disegnato nello spirito più moderno, ma la collezione si compone anche di Corpetti "storici" e classici rivisitati in chiave contemporanea e di tendenza. Quando alla base di un progetto c'è la passione, il risultato non può che essere "meraviglioso". Eleganza, confort, qualità e creatività: questi sono gli ingredienti della moda Wonderfull; il brand si è presentato al pubblico con un’immagine sofisticata e glamour che fin da subito ha catturato l’attenzione dei buyer internazionali.


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Vivere una “Shopping Experience”

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mane e che spaziano dall’abbigliamento agli accessori, dai bijoux alle calzature, fino alla profumeria artistica, cosmetica naturale, prodotti di home design e cucina... tutto di ricerca e di tendenza, per una pluralità di suggestioni. Il Concept Store ha l’obiettivo di diventare un “hub della creatività”, un contenitore del lifestyle contemporaneo, che accoglierà mensilmente eventi, incontri e corsi che affronteranno il mondo della moda, del design, dell’arte e del food. Una moda contemporanea di ricerca ma democratica: proposte accessibili a tutte, per un luogo unico nel suo genere!

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SEZIONE / TITOLETTO

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Il regalo americano DI MANUELA LOZZA

NEL 2017 VARESE AVRÀ UN NUOVO MUSEO, REALIZZATO GRAZIE A UNA DONAZIONE PRIVATA, CHE OSPITERÀ UNA PERMANENTE DEL DESIGNER ITALIANO OLTRE A GRANDI MOSTRE INTERNAZIONALI.

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etti un artista italiano di fama internazionale. Metti due suoi collezionisti americani con molte opere e 3 milioni di euro che avanzano. Metti un Comune che vuole valorizzare il territorio. E per non far mancare niente, mettici anche un prestigioso architetto che quel territorio l’ha scelto come luogo di lavoro. Il risultato è un museo nuovo di zecca, pronto già nel 2017 e destinato a diventare un punto di riferimento per la cultura italiana e mitteleuropea. Ma partiamo dall’inizio. Lui, l’artista protagonista, è Marcello Morandini, maestro avanguardistico e visionario, eppure concreto, materico, come pochi sono stati nell’arte del secondo ‘900. Decorativo ed evocativo insieme. Nella Milano degli anni ‘60 si forma non solo come artista, ma anche, soprattutto, come designer, e presto il bianco e nero si impossessa di lui, ne fa strumento per diventare Opera, per imporsi allo sguardo del mondo. E Morandini si lascia “usare”, inizia a indagare la linea, prima che la materia, la rende tridimensionale, si lascia trascinare dalle infinite possibilità offerte dalla geometria, dagli altrettanto infiniti mondi da esplorare semplicemente facendo virare una linea nera su un foglio bianco. Mette alla prova parallele, ellissi, parabole, angoli concavi e convessi: «Il mondo della geometria è tutto, dalla geometria si può ottenere tutto» ripete anche oggi, a distanza di decenni. «Mi è sempre interessata l’espressione semplice delle cose, la sincerità. Io amo molto il rispetto, in ogni cosa, nell’arte e fra le persone. Il rispetto espressivo, per iniziare. Ho sempre avuto, nella mia progressione, un desiderio di scoprire nuove realtà nelle cose che normalmente conosciamo, che pensiamo non abbiano più nessuno stimolo nuovo da darci». Il riconoscimento è arrivato presto, già nel ‘65, e la Germania soprattutto, già dalla fine degli anni ’60, l’ha accolto e apprezzato. Così, di rimando, la sua stessa poetica, la sua sensibilità culturale, è stata influenzata dai movimenti tedeschi, svizzeri, austriaci. «A tutt’oggi, in Italia


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01 Il designer italiano Marcello Morandini 02 Allestimento esposizione Neues Museum Nürnberg 2009 03 Scultura 572A 2011 Collezione Farnesina

– spiega Morandini – sono pochi i colleghi che compiono un percorso simile al mio di analisi, di studio della geometria e della percezione che ne scaturisce». E infatti è da subito a livello internazionale che viene amato. In Europa prima, poi in Sud America e negli Usa. E proprio statunitensi (anche se trapiantati in Svizzera) sono i due collezionisti, marito e moglie, che trent’anni fa hanno cominciano acquistando i suoi cristalli, le sue ceramiche disegnate per la Rosenthal, e che oggi gli dicono «Marcello, ti diamo 3 milioni di euro per fare il tuo museo». E non contenti, ci mettono anche tutte le opere di Morandini comprate negli anni, «noi siamo stati tanto felici di averle e vorremmo che molti potessero essere felici nell’ammirarle». Colpa del rapporto umano, prima di tutto: «Grazie al mio lavoro ho conosciuto tante persone meravigliose, io ho tante famiglie nel mondo», perché Morandini è l’artista come non te lo aspetti: affatto borioso, ordinato, pacato, amante della famiglia e della casa, affettuoso nei modi; non stupisce che i suoi collezionisti vogliano santificarlo in vita. E intanto, forse involontariamente, fanno un regalo alla città: «Hanno scelto Varese perché io potessi seguire da vicino il progetto e questo mi ha spinto a dire sì, sono molto legato al territorio». Sul terreno, centralissimo e ora di proprietà del Comune, sorgerà un edificio a tre piani, progettato dall’artista stesso insieme all’ar-

chitetto Riccardo Blumer. «Non vogliamo caratterizzarlo eccessivamente, perché non stanchi vedendolo tutti i giorno per anni, ma ovviamente già dall’esterno si capirà la matrice». La famiglia Morandini ne manterrà la gestione per 60 anni, poi il museo diventerà comunale. Al piano terra, si ospiteranno le esposizioni internazionali, con l’obbiettivo di farne un polo davvero partecipe del fervore artistico mondiale, ma ci sarà spazio anche per le realtà del territorio, perché Varese abbia un luogo privato e indipendente dove mettere in mostra le eccellenze. Al primo

piano invece verrà allestita l’esposizione permanente dell’artista, con le opere di sua proprietà, mentre al secondo troveranno posto i pezzi donati dai coniugi americani e, in un’ala privata, lo studio di Morandini, che si trasferirà qui a progettare: «nuovi spazi mi daranno motivazioni nuove per continuare nel mio percorso di ricerca. Ricerca della quale, da tutta la vita, ho fatto la mia professione. E sono molto grato di aver potuto così essere vicino agli altri, alla loro realtà, in maniera molto felice. Sono fortunato: la mia è una professione positiva!».

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Contaminazioni e condivisioni DI MANUELA LOZZA

COSÌ IL PARCO SCIENTIFICO TECNOLOGICO DI LOMAZZO PREPARA IL FUTURO E SPRONA L’INNOVAZIONE.

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«S

e io ho una mela e tua hai una mela e ce le scambiamo, stasera abbiamo sempre una mela a testa. Se io ho un’idea e tu hai un’idea e ce le comunichiamo, stasera ognuno di noi ha due idee». Così, semplicemente e pragmaticamente, sintetizza Andrea Vaccarella, CEO di Fluxedo, uno dei tanti imprenditori che hanno deciso di dare spazio alla propria attività all’interno del Parco Scientifico Tecnologico di Lomazzo. 14 mila metri quadrati (più altri 7 mila da sistemare nei prossimi anni) nel cuore della fervida Brianza, a un passo da Milano, dall’aeroporto di Malpensa e dal confine svizzero, ricavati riqualificando l’area dell’ex cotonificio Somaini. Ma come funziona? Semplice: aperto nel 2010, il Parco ospita 101

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aziende, di cui una trentina di start up, con 500 persone impiegate, provenienti da tutto il mondo e che hanno compreso la fondamentale regola della condivisione degli spazi e delle idee, che ormai sembra il futuro dell’imprenditoria, soprattutto nel settore informatico e tecnologico: «All’interno del Parco, le aziende, le persone, producono e inventano utilizzando anche spazi e servizi condivisi. Ciò le porta spesso a confrontarsi fra loro e questo scambio permette di arricchirsi, di rigenerarsi». Spiega la presidente, Annarita Polacchini, alla guida della struttura di Lomazzo da gennaio e già coordinatrice del Tavolo Competitività della Camera di Commercio di Como. «Non solo – prosegue – il vantaggio è anche di tipo economico, soprattutto nell’espressione del tempo, elemento

ormai fondamentale per essere all’avanguardia: se ho un’idea, ma non riesco a realizzarla nell’immediato, rischio di perderla. Quando il prodotto sarà sul mercato, non sarà innovativo, sarà già superato. Allora per due o più aziende che lavorano nello stesso settore, può essere fondamentale compiere una parte di cammino insieme, abbattendo i costi e accelerando di molto i tempi di progettazione, per poi, da un certo momento, intraprendere un cammino individuale verso uno specifico prodotto». Non concorrenza quindi, ma, al contrario, continuo scambio, fervore intellettuale, innovazione e velocità di esecuzione. Dall’intuizione al mercato, nel minor tempo possibile. «Perché l’importante – continua la presidente - è porsi continuamente nuove domande» e questo è molto


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01 Parco Scientifico Tecnologico di Lomazzo Veduta esterna

02 Vetrata di ingresso Sala espositiva

03 Sale riunioni

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più raro se si vive sempre solo il proprio orticello. Invece, crescendo vicino ad altre aziende, con un background diverso dal nostro, con un team magari internazionale, gli spunti si moltiplicano e la linfa non si esaurisce mai. E sicuramente di questo è responsabile anche la massiccia presenza di under 35, che «recepiscono in modo più immediato l’importanza della condivisione, hanno buone idee e la forza vitale per esprimerle e portarle a compimento». E hanno le competenze, visto che l’82% dei giovani che lavorano al Parco sono laureati: «Molti di noi – spiega Andrea Vaccarella, che di anni ne ha 30 - arrivano con un bagaglio puramente accademico, soprattutto dal punto di vista logistico/ amministrativo, allora ecco che il Parco ti viene incontro con corsi di formazione, consigli mirati e ti aiuta a colmare le lacune, a intraprendere nel modo migliore i primi passi nella nuova avventura imprenditoriale». Un supporto tecnico e logistico in pratica, un incubatore d’impresa che permette, ancora una volta, a idee innovative di trasformarsi presto in prodotto, superando velocemente il gap di competenze università/lavoro. «Si tratta di un insieme di assistenza tecnica specializzata e di soluzioni logistiche, grazie alle quali una buona idea d’impresa può effettivamente diventare un’impresa», specifica la presidente. E il senso di contaminazione si espande ben oltre i confini del parco, perché se è vero che sono un centinaio le aziende che hanno sede all’interno, ce ne sono al-

tre 700 che fanno rete con esse e ampliano la condivisione. Senza contare università, istituti di ricerca, enti finanziari… Un indotto creativo che sicuramente pesa favorevolmente sull’economia della provincia di Como. È infatti la Camera di Commercio il socio maggioritario ed anche l’ente che per primo, nel 2010, ha dato input a questa avventura. E ci ha visto lungo, perché nel frattempo Milano aveva vinto l’appalto per l’Expo 2015 e si poteva intuire che, una volta smantellati i padiglioni della fiera, parte di quello spazio avrebbe avuto una vocazione specifica, quella di uno human technopole. Ora il Parco di Lomazzo si troverà a poche decine di chilometri da questa grande risorsa intellettuale e im03

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04 Auditorium Como Next

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prenditoriale. Non c’è dubbio che nuova linfa verrà messa in campo e che la rete di condivisione e contaminazione diventerà sempre più grande e a maglie più fitte. «I tempi non sono brevi – specifica Polacchini - ma non c’è dubbio che ciò che sorgerà dallo smantellamento di Expo 2015, sarà un vantaggio per il Parco e le sue imprese». A questo proposito, è interessante la posizione di Giulio Cesareo, CEO di Directa Plus, uno dei massimi produttori di articoli a base di grafene, azienda nata in spazi tradizionali e che dal 2010 ha via via spostato uffici e laboratori all’interno del Parco: «Al momento, a livello internazionale, il modello di condivisione potrebbe essere quello tedesco del Fraunhofer Institute e del Max Planck, che funzionano benissimo nel creare opportunità di sviluppo per le imprese, ma credo che anche in Italia si stia lavorando nella direzione giusta, proprio grazie al progetto di uno human technopole nelle aree di Expo 2015».

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ue realtà a confronto, ci aiutano a capire quali potenzialità facciano della struttura di Lomazzo un luogo ideale per far fiorire il proprio business. Da una parte la Directa Plus, uno dei più grandi produttori e fornitori di articoli a base di grafene (materiale scoperto soltanto nel 2004 e secondo gli analisti destinato a portare un cambiamento rivoluzionario pari a quello che determinò il passaggio dall’età del bronzo a quella del ferro), guidata da personaggi internazionali, fortemente radicati nel mondo dell’imprenditoria. Dall’altra Fluxedo, un azienda tutta italiana, fondata da un gruppo di giovani visionari, che realizza applicazioni per il business assolutamente avanguardistiche, come SocialOmeters, un software in grado di catturare tutti i dati provenienti da diversi social. Come mai entrambe hanno deciso di lavorare al Parco? «Per rispondere, è necessario fare un passo indietro». Precisa Giulio

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Cesareo, CEO e co-fondatore di Directa Plus. «Prima ho dovuto convincere i miei i soci americani che, per il bene dell’azienda, avremmo dovuto farla crescere in Italia e non negli Stati Uniti. Ero e sono convinto, infatti, che qui ci siano alcune condizioni positive per lo sviluppo di un’azienda come la nostra: giovani preparati e brillanti e un contesto denso di imprese, per lo più piccole e medie, che potrebbero beneficiare di tecnologie come la nostra. Fatto questo importante passo, si è deciso di insediarci qui perché ComoNExT è un contesto molto interessante, sia per la sua collocazione geografica, sia per la presenza di molte nuove imprese. Per noi ComoNExT è stata la risposta giusta nel momento in cui abbiamo iniziato ad essere più strutturati, con un team in crescita e la necessità di spazio per sviluppare le aree di ricerca e produzione. Oggi siamo uno dei più grandi fabbricanti di grafene al mondo, con un impianto in grado di produrre 30

tonnellate di materiale l’anno (moltissimo, se si pensa che ne bastano pochi grammi per la maggior parte delle applicazioni), e siamo riusciti a farlo nascere proprio qui». «Anche per noi – interviene Andrea Vaccarella, CEO di Fluxedo – è stata molto importante la posizione strategica, abbiamo sfruttato l’occasione di un bando della Camera di Commercio di Como per metterci in buona posizione e in ottimo contesto. Ma arrivando direttamente dal mondo accademico, per noi è contato molto anche l’accesso alle consulenze fornite dallo staff di ComoNExT e anche, visto che ci affacciavamo per la prima volta nel mondo dell’imprenditoria, la possibilità, ogni volta che ci è servito un contributo esterno, di accedere ad una lista di professionisti e aziende che o lavoravano direttamente nel Parco o comunque ci venivano presentati e “garantiti” dalla struttura». «Infatti!» Conferma Cesareo. «Anche per chi è maggiormente strutturato, il tema della condivisione è rilevante, per il prossimo futuro e fin da subito: ma si tratta di intendere la condivisione in modo ancora più ampio. Condivisione di spazi, ma anche di conoscenze, di contatti, di opportunità. Serve un cambio di prospettiva in cui non ci si concepisca più come entità isolate ma come hub di un network sempre più ampio. E in questo senso conta meno dove fisicamente si è, e molto più l’atteggiamento di apertura, che permette di crescere meglio e prima in un mercato così complesso». Cambio di prospettiva che in Italia si è realizzato dal punto di vista della mentalità, ma ha bisogno di un’ulteriore spinta per essere messo in pratica su larga scala. «Per esempio – conclude Vaccarella – siamo assolutamente all’avanguardia per quanto riguarda l’ideazione nel mondo dei software, ma non riusciamo a creare delle reti che ci permettano di compete, davvero, con i colossi USA». 01 Il team Fluxedo, da sinistra: Pierfilippo Bianchi, Andrea Vaccarella, Emanuele Della Valle, Davide Ripamonti, Marco Brambilla, Marco Balduini, Stefano Butti, Andrea Pozzetti , Massimiliano Bancora, Lorenzo Onofrio, Christian Marazzi


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