Ticino Welcome N° 60

Page 1

N° 060 DICEMBRE 2018 / FEBBRAIO 2019

MAGAZINE DI PERSONE, EVENTI, AZIENDE, FATTI E NOTIZIE

TITO TETTAMANTI

EDIZIONE TICINO WELCOME SAGL

Svizzera CHF 8,00 / Italia € 6,80

ESSENZA EPISTOLARE

SOLIDARIETÀ

IMMOBILIARI

TAVOLA ROTONDA

CULTURA

ASSOCIAZIONE ELISA 20 anni di vita

VALUTAZIONI Quanto vale una casa

LUGANO Capitale del lusso?

LUGANOMUSICA I folli anni ‘20




NON DOVRETE PIÙ SCEGLIERE TRA UN SUV E UNA MASERATI

Nuova Maserati Levante. La gamma a partire da CHF 80’600.Solo CHF 549.-/mese* con il nuovo tasso leasing (1.9%).

Via Pian Scairolo, 26 – 6915 Pambio Noranco +41 (0)91 980 41 91 | info@kessel.ch | www.kessel.ch Modello illustrato: Maserati Levante Diesel GranSport: (CHF 91’300.–) in vernice metallizzata Verde Ossido (CHF 1’501.–), Pacchetto Driver Assistance Plus (CHF 3’700.–). Prezzo totale CHF 96’501.– IVA incl. * Esempio di calcolo non vincolante di FCA Capital Suisse SA, Schlieren: Maserati Levante 3,0 l Diesel, 275 cv, consumi: 7,2 l/100 km, equivalente benzina: 8,2 l/100 km, emissioni di CO2: 189 g/km**, emissioni di CO2 derivanti dalla messa a disposizione di carburanti e/o elettricità: 32 g/km, categoria d’efficienza energetica G, prezzo d’acquisto in contanti CHF 80’600.–, prezzo raccomandato. Rata di leasing mensile CHF 549.–, 19,94% pagamento straordinario CHF 16’072.–, durata 36 mesi, chilometraggio max 10’000 km/anno, interesse annuo effettivo 1,9% con assicurazione casco totale obbligatoria e assicurazione sulle rate “Comfort” opzionale non incluse nel calcolo. Tutti gli importi IVA inclusa. La concessione del leasing è vietata se causa un eccessivo indebitamento del consumatore. Riservate modifiche del prezzo, salvo errori, omissioni e approvazione di FCA Capital Suisse SA. **Media delle emissioni di CO2 di tutte le nuove vetture vendute in Svizzera: 133 g/km. Valido fino a revoca.


TICINO WELCOME / EDITORIALE

METEOANTIPATIA DI MARIO MANTEGAZZA EDITORE Ticino Welcome Sagl Via C. Cattori 3 CH-6900 Lugano-Paradiso T. +41 (0)91 985 11 88 info@ticinowelcome.ch www.ticinowelcome.ch RESPONSABILE EDITORIALE Eduardo Grottanelli de’Santi RESPONSABILE COORDINAMENTO EDITORIALE, PUBBLICITÀ E PR Paola Chiericati LAYOUT E GRAFICA Kyrhian Balmelli IMPAGINAZIONE Matteo Taddei FOTOGRAFIE Si ringraziano le aziende produttrici, amministrazioni, enti e istituzioni del Ticino.

STAMPA FONTANA PRINT SA SERVIZIO ABBONAMENTI (4 NUMERI) CHF 32.- (spese postali escluse) T. +41 (0)91 985 11 88 info@ticinowelcome.ch PUBBLICITÀ SVIZZERA TEDESCA E FRANCESE FACHMEDIEN ZÜRICHSEE WERBE AG Laubisrütistrasse 44 CH-8712 Stäfa claudio.moffa@fachmedien.ch T. +41 (0)44 928 56 31 COLLABORATORI Benjamin Albertalli, Edoardo Beretta, Fausto Tenzi, Joel Camathias, Rudy Chiappini, Paola Chiericati, Rocco Lettieri, Alessandro De Bon, Franco Citterio, Elisa Bortoluzzi Dubach, Sara Biondi, Carlo Del Bo, Lorenza Bernasconi, Silvano Coletti, Ariella del Rocino, Giacomo Newlin, Maurizio Casarola, Fabiana Testori, Roberto Giannetti, Guglielmo Arrigoni, Keri Gonzato, Paolo Repetto, Manuela Lozza, Elisa Mantegazza, Valentino Odorico, Patrizia Peter Pedevilla, Ronnie Kessel e Marta Lenzi-Repetto. DISTRIBUZIONE IN TICINO: Abbonamenti, Ticino Turismo, alberghi 4 e 5 stelle, studi medici e dentistici, studi d’avvocatura, studi d’ingegneria e d’architettura, banche e fiduciarie, aziende AITI (Associazione Industrie Ticinesi), aziende Ccia-Ti (Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino), Club Rotary Ticino, Club Lions Ticino, edicole del Ticino. IN ITALIA: Nelle fiere turistiche BIT (Milano), Full Contact (Rapallo), Workshop invernale (Torino/ Milano), TTG (Rimini), Travel Trend (Milano), BTC (Firenze), Aeroporto di Malpensa, Hotel ed esercizi pubblici - Provincia di Como e Lombardia.

Q

uando eravamo ragazzi, ti accorgevi che tempo facesse quando ti affacciavi alla finestra o quando uscivi per andare a scuola. La Meteo alla televisione, alla sera, dava le previsioni del tempo per i prossimi 2 giorni e, spesso, non ci azzeccava. Oggi ci preoccupiamo già di primo mattino di scoprire che tempo farà fra 10 giorni e quando vediamo apparire le “nuvolette” sul telefonino, ci sentiamo subito inzuppati con parecchi giorni di anticipo. Quando poi si parla di stagioni, i discorsi sono ancora più estremi. Ai miei tempi le nostre madri a Pasqua ci mettevano i calzoni fino alle ginocchia, le scarpe durissime di vernice coi 2 buchetti davanti e le magliette a maniche corte. Poco importava che tempo facesse e se sulle montagne le cime fossero ancora imbiancate. Oggi appena fa caldo o appena inizia a far freddo, tutti si allarmano e gridano ai 4 venti “Per me è in corso un cambiamento climatico!”. Ma va! Che scoperta! Ma davvero il clima sta cambiando? Che sorpresa straordinaria…!! Ma ragazzi, il cambiamento climatico è in corso dall’epoca del Big Bang! Vi ricordate? Prima c’era il fuoco, poi solo l’acqua, poi l’era glaciale, poi il disgelo. Ma davvero c’è ancora chi pensa che il ghiaccio abbia iniziato a sciogliersi l’altro giorno?

“Non ci sono più le stagioni, se continua così, presto ci saranno solo cataclismi, farà talmente caldo, che moriremo tutti di sete, l’uomo ha distrutto il pianeta”. Mamma mia, che catastrofismo. A parte che mi ricordo di avere già vissuto in passato tutte queste situazioni, qualcuno ha mai pensato che il cambiamento climatico sia la cosa più naturale del mondo e che finché esisterà il mondo, continueremo a vivere variazioni climatiche indipendentemente dal nostro volere e agire? Siamo davvero convinti di essere più forti della natura? I continenti sono alla deriva, i canali si allargano e i flussi oceanici perciò cambiano e di conseguenza variano le temperature delle correnti, mutano così anche le piogge e i venti e la temperatura dell’aria. Su gente, un po’ più di realismo non può che farci bene e forse anche un po’ più di umiltà nel riconoscere che siamo ben poca cosa di fronte a tutto ciò che ci circonda ed è vero che dobbiamo avere più rispetto del mondo che ci ospita, ma è altresì vero che la forza di tutto ciò che compone il globo terracqueo è ben più dominante della nostra capacità di influenzarla. Tra l’altro oggi piove, ma io trovo che sia comunque una splendida giornata.

Mario Mantegazza TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

3


SOMMARIO / N° 60

06

TITO TETTAMANTI Essenza epistolare

4

12

MARCO ROMANO Dare fiducia alle nuove generazioni

24

USI ARCHITETTURA The “Thorn in the side”

42

OSI Capodanno in musica

Di Mario Mantegazza EDITORIALE 03 Meteoantipatia Di Patrizia Peter Pedevilla PRIMO PIANO 06 Tito Tettamanti: Essenza epistolare 12 Marco Romano: Dare fiducia alle nuove generazioni 16 Morena Ferrari Gamba: Risvegliare la passione politica 20 Eleonora Postizzi Pelli: Da food blogger a lifestyler Di Manuela Lozza 22 Elezioni Cantonali 2019: Più donne, più democrazia By Dimitri Loringett 24 USI Architettura: The “Thorn in the side” 28 Pietro Veragouth: Inventare il futuro Di Silvano Coletti 32 Space Economy: Prepariamoci ai viaggi spaziali LAC 36 LuganoInScena: Orizzonti e prospettive della danza 38 LuganoMusica: I folli anni `20 42 OSI: Capodanno in musica 44 Prismatica: Un caldeidoscopio di luce Di Rudy Chiappini CULTURA 46 Oskar Kokoschka: testimone dell’angoscia umana 48 Imago Art Gallery: Salvo, maestro del colore Di Paolo Repetto 50 De Primi Fine Art: I colori del rito di Takesada Matsutani 52 The Gallery: Ritorno alle origini 54 Museo Civico Villa dei Cedri: Fernando Bordoni 56 Pinacoteca Comunale Casa Rusca: Sandro Chia, spirito libero 58 Roberto Rizzato: Tutto il mondo in un pixel 60 Fausto Tenzi: Incontro con grandi artisti 64 Gottardo: Una ferrovia proiettata verso il futuro FINANZA 66 Ticino For Finance: Definire meglio il quadro normativo 68 UBS: Parliamo la stessa lingua degli imprenditori / Dove porterà il protezionismo di Trump? 72 LGT: Un mercato ancora da regolamentare 76 Credit Suisse: La mia banca al servizio personale e digitale 78 Gruppo BancaStato: Sei mesi da incorniciare 80 BNP Paribas (Suisse): Da sempre vicini al mondo dell’arte di Edoardo Beretta 82 Scienze economiche: Grammatica dell’economia: i “falsi amici” Di Marta Lenzi-Repetto GASTRONOMIA 84 Gioacchino Rossini e Angelo Conti Rossini: Musica Maestro! Di Sara Biondi 88 Ristorante Metamorphosis: Che dolcezza! Che delizia! Di Giacomo Newlin 90 Ristorante “I Tigli in Theoria”: Una cena nella dimora del vescovo Di Maurizio Casarola 92 Swiss Wine Tasting: Vini ticinesi in mostra a Zurigo TURISMO 94 Ticino Turismo: Abbiamo modificato il nostro DNA 98 Lugano Region: Nuovo brand e non solo 100 OTR Mendrisio e Basso Ceresio: Mendrisio da vedere a mangiare 104 Planhotel Hospitality Group: Cenando con le stelle SPECIALE ST.MORITZ 106 Eventi: In arrivo un inverno spettacolare Di Paola Chiericati 110 St. Moritz Gourmet Festival: Un’edizione ricca di sorprese Di Giacomo Newlin 112 Jörg Sackmann: Oriente e occidente nei piatti di un grande chef 114 Sotheby’s International Realty: In crescita il mercato immobiliare dell’Engadina Di Paola Chiericati 116 Hard Rock Hotel Davos: Arriva un mito tra le alpi svizzere TAVOLA ROTONDA 120 Lugano, città del lusso e del benessere?


SOMMARIO / N° 60

66

TICINO FOR FINANCE Definire meglio il quadro normativo

68

UBS Dove porterà il protezionismo di Trump?

134

LUXAVIATION Destinazione Lugano

204

GEHRI RIVESTIMENTI Come cambia il modo di rivestire la casa

EVENTI 124 Associazione Elisa: 20 anni con amore LUSSO 130 Damiani: Preziosi animali invadono Venezia / Un impegno per uno sviluppo sostenibile 134 Luxaviation: Destinazione Lugano 136 Brülhart & Partners: Un successo che si rinnova ogni anno 138 Boutique Farfalla: Sfilata my private life Di Arianna Livio CHARME 140 Il fascino è una promessa di emozioni Di Joël Camathias AUTO 144 Mercedes-Benz AMG GT: Un missile con una guida fuori dal comune 146 Kessel Auto: Inverno senza problemi Di Benjiamin Albertalli 150 Winteler: Quando la supersportiva diventa anche pratica ARCHITETTURA 152 Mercato Immobiliare: Il ruolo fondamentale delle valutazioni immobiliari 156 SSIC: Ridare identità, valori e passione alle professioni Di Matteo Tresoldi 158 Luca Coffari: Contenuto e contenitore 162 Swiss Architectural Arward: Architetti di domani 163 Archtailor: Architettura in vetrina 164 Wetag Consulting: Abitare il lusso nel mondo 166 Contract G Swiss: Interni perfetti creati su misura 168 Artisa Group: Come si rinnova l’edilizia 172 MG Immobiliare: Sempre avanti con professionalità 174 Renzetti & Partners: Made to measure 176 Dimensione Immobiliare: Soluzioni abitative per tutte le esigenze 178 New Trends: Gli immobili del futuro, tra marketing, tecnologia e sostenibilità 180 De Kant Group / Immobiliare Ceresio: Progetti immobiliari di qualità 182 Arredamenti Bernasconi: Camere da letto semplici e armoniose DOSSIER FONDAZIONI 184 Elisa Bortoluzzi Dubach: Fondazioni italiane, nuovi scenari, nuove prospettive 186 Giovanna Forlanelli Rovati: Etruschi a Milano 188 Beate Eckhardt: Ticino, un esempio da seguire 190 Hubert Looser: How a collection is born 192 Philippe Bischof: Dalla parte degli artisti AZIENDE 194 Dipartimento del Territorio: La metropolitana ticinese sarà anche su gomma 196 AIF Ticino: I valori che guidano le imprese familiari ticinesi 198 Veragouth: 80 anni di lavori in legno 200 ARU: L’importanza di un progetto condiviso 202 Vemar: Design accattivante e maggiore sicurezza per i motobiker 204 Gehri Rivestimenti: Come cambia il modo di rivestire la casa 206 BDO: La digitalizzazione è un fatto compiuto 208 STRP: La forza nascosta della gentilezza Di Gabriele Botti SPORT 210 Vela: Sulle ali del vento BENESSERE 214 IRB: Una scoperta rivoluzionaria Di Manuela Lozza 216 Chirurgia endoscopica: Nuove frontiere per la ricostruzione plastica Di Manuela Lozza 218 MBR: Il meglio per la pelle Di Keri Gonzato 220 Bigolin e Luraschi: La consapevolezza salverà il mondo 223 Novità dal mondo Clinique

5



PRIMO PIANO / TITO TETTAMANTI

ESSENZA EPISTOLARE AVVOCATO, POLITICO E IMPRENDITORE TICINESE IL NOME DI TITO TETTAMANTI È CONOSCIUTO A LIVELLO MONDIALE SIA PER LE SUE INNUMEREVOLI ATTIVITÀ LAVORATIVE CHE PER LE SUE OPINIONI, A VOLTE ANCHE SCOMODE. PERSONAGGIO VERSATILE, TITO TETTAMANTI - CHE HA APPENA COMPIUTO OTTANTOTTO ANNI - È A CAPO DI UN IMPERO CHE SI È COSTRUITO LAVORANDO UNA VITA INTERA E SACRIFICANDO, SOTTO CERTI ASPETTI, FAMIGLIA E AMICI. BISNONNO, SEMPRE AL LAVORO, CONTINUA AD AVERE GRANDI PROGETTI E POCO TEMPO A DISPOSIZIONE. DI PATRIZIA PETER PEDEVILLA

T

rovare un momento nell’agenda di Tito Tettamanti è impossibile. Non è la prima volta che cerco di intervistarlo quindi accetto (anche se a malincuore) di scrivergli una lettera. Lo voglio immaginare seduto alla sua scrivania, ordinata e senza computer, prendersi un po’ di tempo per raccontare la sua intensa vita.

L

ei è nato nella Lugano degli anni 30, tra le due grandi guerre, dove si respirava - immagino un’atmosfera particolare. Come se la ricorda? «Una tranquilla città di provincia dove tutti si conoscevano ed avevano un soprannome. Il direttore di un giornale, ad esempio, era “ul Giuvanin pena d’or”».

cura con attenzione del marito, del figlio e della casa».

Suo padre era un bancario, quando ancora la maggior parte delle persone teneva i pochi soldi sotto il materasso e lavoravano la terra. Cosa ricorda di lui, del suo lavoro? «La serietà e la centralità dell’impegno lavorativo. Il senso del dovere».

Ha scelto di studiare giurisprudenza per un suo senso di giustizia o per qualche altra ragione? «Non scommetterei che tutti coloro che hanno studiato e studiano legge lo facciano per senso di giustizia. Io sicuramente no. Erano studi per far carriera nella vita».

E la figura di sua madre? Che importanza ha avuto nella sua crescita e nella sua vita. «Figura tipica della piccola borghesia responsabile, impegnata a prendere

Lei che tipo di bambino era? «Un figlio unico viziato». Il nome Tito, non molto comune, sa per quale ragione è stato scelto? «A dire la verità non lo so… avrei dovuto chiederlo ai miei genitori. Forse perché corto e con due “t” ».

Andava bene a scuola? «Non ero il primo della classe, ma me la sono sempre cavata abbastanza bene».

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

7


PRIMO PIANO / TITO TETTAMANTI

Diciamo che ha avuto un percorso di studi molto rapido, questo atteggiamento faceva già parte del suo carattere? È sempre stato molto determinato? «Niente a che vedere con il carattere, ma con la mancanza di soldi, la necessità aguzza l’impegno». E la politica come è arrivata nella sua vita? Come mai il partito più conservatore? «Riccardo Rossi, noto uomo politico, dopo una sconfitta dei conservatori a Lugano (1948) raccomandò a suo figlio Giancarlo, mio grande amico e già compagno di scuola al Ginnasio, di costituire una sezione di giovani del Partito a Lugano e di far fare il Presidente a me. Ho sempre fatto fatica a rifiutare cariche offertemi». Ha iniziato come Gran Consigliere poi è stato eletto in Consiglio di Stato, brillantemente. In quel momento che emozioni aveva? Sognava la carriera politica? Il consiglio federale? «Francamente non ricordo particolari sogni o emozioni. Era una delle tappe della mia vita che ricordo con piacere e nella quale ero impegnato con l’entusiasmo del ventenne». Poi una vicenda fiscale legata a dei terreni l’hanno spinta a lasciare la carica… oggi affronterebbe lo scandalo allo stesso modo? Si è mai chiesto: se avessi continuato con la politica ora dove sarei? Pensa sia stato il suo partito ad averle girato le spalle? «Penso di sì, è stato opportuno dimissionare e se avessi continuato nella politica oggi sarei da molti anni un pensionato. In politica bisogna sempre guardarsi alle spalle».

Cosa pensa della politica di oggi? Stiamo andando nella giusta direzione? I partitoni stanno presentando le loro liste per i prossimi consiglieri di Stato… qual’è la prima impressione? «Sono fuori dai giochi da più di mezzo secolo e conosco poco o niente i candidati. La sensazione di scadimento della politica e di abbandono dei principi e valori a favore del clientelismo non può venir negata. Le conseguenze le vediamo in tutti i Paesi d’Europa». Lei comunque continua a fare interventi e a manifestare le sue opinioni. A volte è un personaggio scomodo, lo fa per provocare? «L’età, l’indipendenza, mi rendono facile - anche basandomi sulle mie esperienze - prendere posizioni, che essendo profilate non possono piacere a tutti, ma se vengono lette e fanno discutere è un buon segno. Non mi è mai andato di fare il piacione». Comunque ha sempre avuto uno spirito imprenditoriale… il suo studio legale e notarile Tettamanti e la fiduciaria Fidinam hanno avuto un grande successo. Ma come è riuscito a crearsi tutti i contatti? «Non restando a Lugano e girando il mondo, cercando di capirlo anche incontrando gente di diverse culture». Un periodo della sua vita, erano gli anni ‘80, lo ha passato a New York, ha trasferito li tutta la sua attività. Aveva bisogno di cambiare aria? Come è stata questa importante esperienza newyorkese, Wall Street. In quegli anni New York era il centro del mondo, soprattutto per molti artisti, anche ticinesi, lei era un tipo mondano?

Le «Non ero residente solo a New York, facevo il pendolare e seguivo sempre le mie attività europee da Lugano. Certo, era una vita impegnativa che non lasciava sicuramente tempo per le mondanità. Ho incontrato anche grandi uomini, ma non ci trovavamo certo nei night o nelle feste». Poi come mai è tornato? «Non sono mai completamente partito. Ad un certo punto gli affari di New York erano ormai maturi ed ho pensato di utilizzare le mie esperienze anche per nuove sfide in Svizzera, vedi Sulzer, Saurer, ecc». Lei oggi è uno degli uomini più ricchi della Svizzera, con un patrimonio stimano di quasi 900 milioni di franchi, chissà quante volte le è stato chiesto… come è riuscito a crearsi una tale ricchezza, pensa che quanto successo in politica le abbia dato una voglia di riscatto? «Le sostanze sono difficili da stimare. Inoltre l’importo è inesatto, perché da anni ho devoluto parte della mia fortuna ad un Charity Trust. Se dimentichiamo le eredità (e non è il mio caso) alla base di ogni patrimonio piccolo o grande vi è sempre la capacità e la voglia di lavorare molto, il fatto di non badare a sacrifici e sapere risparmiare anche ai piccoli livelli». C’è molta gelosia legata alla ricchezza? Ho sempre l’impressione che per le persone molto ricche sia difficile avere amicizie sincere, è così? «I ricchi sono antipatici, ma utili». Cosa significa potersi permettere tutto? Non si rischia poi l’insoddisfazione?

Ho sempre l’impressione che per le persone molto ricche sia difficile avere amicizie sincere, è così? «I ricchi sono antipatici, ma utili». 8

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


D IS PO N I B I L E DA:

C R AVAT TA N E R A O P RO F O N D O B LU Il Seamaster Diver 300M vi porterà dalle profondità del mare fino in cima al mondo, sempre al centro dell’attenzione.


PRIMO PIANO / TITO TETTAMANTI

«Mi piace non avere tempo libero. Infatti ho sempre una quantità di libri che non sono ancora riuscito a leggere». «Nessuno si può permettere tutto. L’insoddisfazione semmai non è per non avere qualcosa di superfluo, atteggiamento sciocco, ma per quanto non si riesce a fare, forse anche perché il tempo vola». Lei comunque continua a lavorare moltissimo, ha un’agenda fitta, immagino non riesca a stare senza lavoro, riesce comunque a ritagliarsi del tempo libero? Cosa le piace fare in questi momenti? «Mi piace non avere tempo libero. Infatti ho sempre una quantità di libri che non sono ancora riuscito a leggere». Famiglia, è stato un elemento importante nella sua vita? «È un elemento di equilibrio, ma certo non posso venir citato quale modello di uomo di famiglia». Figli, mi sembra abbia solo due figlie, è corretto? Che rapporto ha con loro? Seguono il suo iter professionale. Ha nipotini? Riesce a goderseli? «Ho tre figlie, con le quali ho ottimi rapporti e la cui massima aspirazione, da me rispettata, è stata quella di non dover lavorare con me. Sono bisnonno». Lei ha quasi 90 anni, penso ad un’altra persona di successo Geo Mantegazza che ha compiuto 90 anni, come fa a essere sempre così in forma e soprattutto attivo, quando potrebbe benissimo rifugiarsi su di un’isola felice… «Geo, che incontro più volte, è in forma perché mi parla ancora di progetti che vorrebbe realizzare, vale a dire, sogna, crea e pensa di realizzare. Questa è la sua isola felice. Lo stesso, anche se in altri campi, vale per me. In più la fortuna (dea bendata) ci ha tenuto in buona salute. La componente più importante».

10

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Cosa dovrebbe fare il Ticino per riuscire ad uscire da questa zona grigia di crisi e insoddisfazione, penso alla politica, ai commercianti, al turismo… sembra spesso che qui la parola d’ordine sia negare piuttosto che essere propositivi e credere in nuovi progetti. Cosa ne pensa? «La depressione - spesso ingiustificata - non è solo ticinese e più ancora che economiche le sue radici si trovano nel senso di mancanza di identità e partecipazione, il senso di esclusione delle classi medie e popolari. Ovviamente l’atteggiamento di critica passiva è anche dovuto alla convinzione che tutto parta e debba essere fatto dallo Stato, gli innumerevoli ostacoli burocratici sono un freno per chi voglia agire. Non vi sono ricette, bisogna ridare spazio a chi crea, anche facendo errori». Lei scrive molto, ha già pensato di scrivere una sua biografia? «Riserviamo le biografie ai grandi la cui vita merita di essere conosciuta». Cosa dice ai Millenium, alla nuova generazione, che molto spesso predilige il contatto virtuale al contatto umano? «È una cosa che mi sciocca, però vado per gli 89 anni e non ho neppure il telefonino, quindi vivo ancora bene nello scorso secolo e forse anche per questo ho difficoltà a capire». La nuova tecnologia le fa paura? Pensa stiamo esagerando? Sempre attaccati ai tablet e alle mail, camminiamo senza guardare la strada, guidiamo digitando sms… cosa ne pensa? «Quello è il nuovo mondo nel quale si vive, dopo le prime comprensibili

ubriacature si capirà che le macchine sono utili se chi le usa non ha solo abilità tecniche manuali, ma anche la cultura necessaria per l’utilizzo intelligente. Sono un ottimista, se le generazioni future sapranno in virtù di intelligenza e impegno culturale utilizzarle nel giusto modo. Intelligenza Artificiale, Block Chain, realtà virtuale, Big Data, si potrà avere un mondo migliore, anche se gli esseri umani manterranno i loro molti difetti». Dovete sapere che ho cercato di rubare qualche curiosità in più all’avvocato… ma la sua risposta è stata perentoria: inutile annacquare il testo con l’aggiunta di banalità o pettegolezzi. Lo stile è anche l’uomo.


Salviamo i vostri dati in Svizzera. La nostra competenza. Nei nostri centri di calcolo di massima sicurezza in Svizzera (certificazione Tier 4), i dati della vostra azienda sono protetti da accessi di terzi e da perdite di dati. swisscom.ch/IT

PMI


PRIMO PIANO / MARCO ROMANO

DARE FIDUCIA ALLE NUOVE GENERAZIONI È UNO DEGLI UOMINI POLITICI PIÙ CONOSCIUTI E ATTIVI NELL’AMBITO DEL CANTONE. IN QUESTA INTERVISTA LA SUA STORIA, LA VISIONE, I PROGETTI DA REALIZZARE PER IL TICINO.

Q

uali sono state le principali tappe che l’hanno avvicinato alla politica e al PPD e quali sono le motivazioni ideali di questa vocazione? «Penso sia un mix di elementi già presenti nella mia fortunata gioventù a Mendrisio. I nonni proprietari di una locale osteria, luogo di riunioni politiche, di feste, di infinite discussioni giocando a bocce e a carte. Da bambino ho trascorso molte ore lungo il viale delle bocce e da subito mi sono sentito coinvolto nella comunità. Mio papà, che un brutto male ci ha portato via troppo presto, lavorava per l’Ufficio tecnico comunale e in casa spesso, anche con la mamma docente, discutevamo di tematiche d’interesse locale. Successivamente per tutta l’infanzia e adolescenza sono stato attivo in varie

12

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

associazioni del Borgo, vivendo le locali tradizioni e manifestazioni che letteralmente scandivano il ritmo dell’anno, generando aggregazione sociale. Inconsciamente ho arato un terreno fertile che mi ha portato non appena maggiorenne a mettermi a disposizione per il Consiglio comunale e da lì è partito tanto. Dico tanto, non tutto. Successivamente infatti sono arrivati gli studi in scienze politiche e sociali a Berna. Poi arrivarono anni di sorprese. Giovanissimo sono divenuto collaboratore personale dell’allora Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini. Un’esperienza eccezionale nella Direzione del Dipartimento delle istituzioni. Un primo vero lavoro molto intenso e arricchente. Quindi nel 2007 l’allora neo Presidente del PPD ticinese Giovanni Jelmini mi diede enorme fiducia chiedendomi di assumere la direzione del Segretariato del Partito cantonale e la direzione del settimanale Popolo e Libertà. Sei anni di gestione di una struttura complessa, lavorando intensamente dietro le quinte della politica cantonale e nazionale. Poi nel 2011 è arrivata inaspettatamente l’occasione di lanciarmi al fronte. La candidatura al Consiglio Nazionale, l’elezione “tribolata” con il sorteggio e nel 2015 la conferma per un secondo mandato con un risultato personale che ancora oggi mi dà energia. Mi sento parte di una comunità, i meccanismi istituzionali mi stimolano e ho piacere nel, come dicono i tedeschi, “gestalten”, nel dare forma a progetti e soluzioni. Amo la Svizzera!».

Lei è molto legato, per gli studi e le molteplici attività politiche, sociali e culturali svolte, a Mendrisio. Quale ritiene possa essere il ruolo di questa città nell’assetto territoriale del Cantone? «Premessa: non dimentichiamo mai che il Ticino ha “soli” 350.000 abitanti. Una micro-realtà nel contesto globale. Siamo tuttavia in una posizione geografica strategica che ha vissuto uno sviluppo incredibile negli ultimi 60 anni e ha potenzialità per evolvere ulteriormente. In questo contesto mi piace pensare a una Mendrisio capace di consolidare una propria identità, parte integrante di un Ticino composto da vari agglomerati complementari tra loro. In questo contesto Mendrisio ha numerose carte da giocare. Una cittadina diffusa con vocazione residenziale, un forte senso di comunità e tradizioni secolari (nel 2019 le Processioni storiche diverranno Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO). Un polo formativo nell’arte e nella scienza del costruire con l’Accademia di architettura e la SUPSI. Secondo motore economico del Cantone grazie a una zona industriale con aziende inserite in catene di valore internazionale. E infine, come mi fanno notare spesso i colleghi d’oltralpe, è sufficiente uscire dall’autostrada e salire in direzione Monte Generoso o Monte San Giorgio per sfatare i cliché e scoprire un Mendrisiotto territorio ricco di natura, storia e prodotti locali. Non per nulla Mendrisio è il Comune con la superficie vitivinicola più estesa del Ticino».


Modello raffigurato: Mercedes-AMG GT S Coupé a quattro porte, 11,3 l/100 km , 257 g CO2/km (media di tutte le vetture nuove proposte: 133g CO2/km) eimissioni di CO2, derivanti dalla messa a disposizione del carburante e/o dell‘energia elettrica: 60g/km, categoria di efficienza. energetica: C.

Mercedes-AMG GT Coupé a 4 porte. Life is a race. Quattro porte. Un traguardo. Zero compromessi. La simbiosi perfetta di potenza ed eleganza. Più spazio alle tue possibilità. Anche una sportiva può essere confortevole. Prenotabile da subito presso le nostre sedi di Lugano-Pazzallo e Mendrisio e nei nostri saloni da dicembre.

LUGANO · Via Pian Scairolo 31 · 6915 Pambio-Noranco · T 091 986 45 45 · www.merbagretail.ch/lugano MENDRISIO · Via Borromini 5 · 6850 Mendrisio · T 091 640 60 30 · www.merbagretail.ch/mendrisio


PRIMO PIANO / MARCO ROMANO

Lei vanta una grande esperienza politica, a livello locale, cantonale e federale. Perché a suo giudizio è sempre più difficile, anche in Svizzera e in Ticino, ottenere e poi mantenere il consenso da parte di una popolazione che sembra essere disamorata nei confronti della politica? «In taluni momenti è disarmante e frustrante. Provo continuamente a chiedermi cosa andrebbe fatto diversamente; sono convinto che ognuno possa modificare qualcosa. La tendenza è preoccupante. Nel complesso, senza volere cercare colpe altrui, credo sia un trend internazionale da cui difficilmente possiamo scappare. L’odierna mediatizzazione ha varcato ogni confine. I social media aiutano certamente. Si vuole il bianco e il nero; il compromesso non è accattivante. Si vuole lo slogan semplice; l’argomentazione è relativa. Si vuole lo scontro; il dialogo costruttivo è noioso. Il dibattito deve essere gazzarra, altrimenti è noioso. Le conoscenze di civica sono spesso lacunose. Di conseguenza si fatica a vedere l’eccezionalità del sistema svizzero e tutti gli Stati paiono uguali. Un Parlamentare federale svizzero non è professionista. Non abbiamo maggioranze e minoranze predefinite. Siamo “maledettamente” costretti a cercare compromessi, con moderazione e sempre coinvolgendo le minoranze. Il nostro sistema di milizia - arricchito dal federalismo che valorizza e responsabilizza i poteri locali, e rafforzato dalla democrazia semidiretta che evita derive elitarie – genera un sistema straordinario. In una realtà simile la polarizzazione, la spettacolarizzazione e l’esasperazione generano dinamiche fuorvianti. In Svizzera la responsabilità del consenso e della stabilità sono nelle mani di tutti».

14

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Il Ticino sembra spesso sul punto di realizzare ambiziosi progetti, ma poi manca qualcosa rispetto ai risultati sperati. Che cosa si sente di rimproverare ai suoi concittadini rispetto alla loro capacità o volontà di portare a termine grandi progetti? «Nel sistema svizzero nessuno è esente da responsabilità. È vero, cresce la litigiosità e spesso il livello di tolleranza si riduce. Tutti vogliamo infrastrutture pubbliche performanti, ma non devono generarci fastidi. Sottolineo comunque che nel complesso il Ticino, con la Confederazione, negli ultimi decenni ha realizzato grandi progetti. Hanno dato molto sia i privati sia l’ente pubblico. Cito Alptransit, progetti culturali quali il LAC e il Palacinema, i poli formativi USI e SUPSI e numerose iniziative private che generano indotto nei vari settori e fanno del minuscolo Ticino un luogo noto nel mondo. Non mi permetto quindi di rimproverare niente e nessuno. Spero solo che si dia fiducia alle nuove generazioni in un’ottica di apertura e coraggio pari a quella vissuta negli ultimi ’60-’90 del secolo scorso. Di fronte a noi vi sono sfide e opportunità enormi, il tutto viaggia sempre più velocemente e il Ticino deve tenere il passo per seguire i trend in corso». Quale è la sua visione per lo sviluppo del Ticino dei prossimi anni? «Mi piace pensare a un Cantone che cura e vive la propria identità che lo rende unico nell’eterogenea Svizzera. Nel contempo bisogna cogliere le opportunità dei mega trend in corso. Serve conoscenza della nostra storia, rispetto per quanto realizzato e dinamismo per credere in nuovi progetti. Dobbiamo colmare importanti lacune nel trasporto pubblico e gestire meglio la mobilità interna per essere “città” policentrica. Le soluzioni sono possibili, la digitalizzazione va presa come opportunità. Il tessuto economico e industriale è variegato, ben interconnesso e capace di innovare. L’imprenditoria,

l’artigianato e i servizi generano plusvalore; va premiato chi è dinamico. Sul fronte della qualità di vita penso occorra accelerare prendendo spunti da realtà circostanti. Il rapporto cittadinoterritorio deve tornare a essere valorizzato. Nella frenesia moderna c’è voglia di equilibrio e il Ticino ha tutti gli elementi per generarlo. Occorre volerlo e adattare le condizioni quadro, ad ogni livello sia nel privato sia nell’ente pubblico. Penso – citando solo alcune piste – al telelavoro, alla valorizzazione degli spazi verdi cittadini, al rilancio del valore dell’associazionismo e del volontariato. Non è tutto responsabilità e compito dello Stato». Lei è una persona molto attiva, grande appassionato di sport. Come riesce a conciliare tutte le sue attività e ritagliarsi anche uno spazio per il tempo libero? «Il movimento, senza velleità competitive, la natura, i momenti con la famiglia e con gli amici rappresentano il giusto bilanciamento ai ritmi intensi che contraddistinguono le mie giornate. Non è sempre facile, ma un’ora di jogging, una salita alla Capanna Tencia o una giornata sulle piste di sci, mi permettono di liberare la mente e generare positività. Inizio la mattina sempre molto presto. Spesso rientro a casa solo a tarda sera. Il motore è la passione, ma alla famiglia sono chiesti sacrifici. Non sono solo. I politici di milizia in Svizzera sono migliaia, dai comuni alla Confederazione, non dimentichiamolo mai. Non vi sono giornate uguali e il mix di attività politiche e professionali rende ogni giorno una nuova lezione di vita. Sono grato al mio datore di lavoro che comprende il nostro sistema politico e mi concede la necessaria agilità. Cerco di inserirvi regolarmente momenti di movimento e mi ritaglio ogni istante possibile da vivere con mia moglie e la nostra piccola. E poi la sera ci vuole un buon bicchiere di vino con gli amici più cari».


Non ci sono misteri in un Girard-Perregaux,

semplicemente due secoli di savoir-faire e un’infinita passione per la perfezione LAUREATO CRONOGRAFO, CASSA IN ACCIAIO 904L, 42MM

L’OROLOGIO PREFERITO DELL’HOCKEY CLUB LUGANO


PRIMO PIANO / MORENA FERRARI GAMBA

SOCIA DI RIFERIMENTO LWP LEDERMANN, WIETING & PARTNERS, MORENA FERRARI GAMBA È ANCHE DA SEMPRE PARTECIPE DELLE VICENDE DELLA SOCIETÀ TICINESE, CON UN OCCHIO DI RIGUARDO PER I GIOVANI, LE DONNE E IL MONDO DEL LAVORO, E UNA PASSIONE PER LA POLITICA CHE VORREBBE TORNASSE DAVVERO AD ESSERE CONSIDERATA COME L’“ARTE DEL GOVERNARE”.

RISVEGLIARE LA PASSIONE POLITICA

Q

uali sono state le tappe che l’hanno portata ai vertici di una delle società luganesi più importanti e affermate nel campo della ricerca e selezione delle risorse umane? «La mia vita e la mia carriera professionale sono state caratterizzate da importanti cambiamenti che mi hanno fatto crescere e segnata in modo positivo. Dopo gli studi mi sono occupata dell’azienda di famiglia, un’importante impresa nel settore immobiliare e della costruzione. In seguito l’esperienza che mi ha formata di più è stata in Fidinam, primaria società svizzera di consulenza in ambito fiscale e commerciale; nel 2003 sono entrata in LWP, società nata nel 1977 per iniziativa di Urs Ledermann e sviluppatasi come network svizzero con sedi nelle principali città della Confederazione. Nel 1994 Urs Ledermann con il Dott. Giorgio Wieting – stimato ed affermato professionista nell’ambito della consulenza aziendale – fondano la sede di Lugano. Nel corso degli anni LWP si

16

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

afferma come una delle principali società di riferimento per le aziende locali e nel 2005 ho rilevato e condiviso con i miei colleghi, Alberto Largader e Franco Pizzi, l’azienda e la conduzione: una sfida molto stimolante sia sul piano professionale sia umano». La vostra società offre servizi di consulenza a 360 gradi. In particolare, quali sono gli ambiti di cui vi occupate? «Il core business della nostra attività è rappresentato dalla ricerca e selezione del personale a tutti i livelli (con oltre 1000 interviste di candidati ogni anno e un database che conta ormai diverse migliaia di nomi). Altri servizi che sono quelli di “outplacement”, cioè il ricollocamento di dipendenti su mandato dei datori di lavoro, di assessment attraverso test psicoattitudinali, esercizi di management, giochi di ruolo per valutare competenze e potenzialità di un candidato nella fase di selezione; di “relocation”, assicurando un’assistenza globale a quelle aziende che trasferiscono il loro personale dall’estero in

Ticino, di “tutoring”, ossia l’analisi del profilo del candidato con eventuale proposta di riqualificazione. Grazie alla lunga esperienza, conoscenza delle aziende e del territorio, LWP vanta oggi una riconosciuta competenza e capacità di intervento in settori come quello bancario, finanziario, industriale, commerciale, fiduciario legale, assicurativo ed informatico». Dal suo osservatorio privilegiato come si presenta oggi il mercato del lavoro in Ticino? «Il mondo del lavoro è sicuramente il tema più caldo di questi tempi e il Ticino non rappresenta più un’isola felice. Si parla molto del di dumping salariale, di frontalieri, di disoccupazione giovanile, femminile, di conciliazione lavoro e famiglia, e altro ancora. Ma anche un altro grande tema si impone in questo panorama, ed è quello dei sempre più numerosi cinquantenni senza lavoro. Queste persone hanno degli impegni nella vita: una famiglia da mantenere, un’ipoteca da pagare, dei figli agli studi, una vita sociale a


Foto: Reto Albertalli, ©AIL SA

naturalmente.

Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA • CP 5131, 6901 Lugano • Centro operativo: Via Industria 2, 6933 Muzzano • Tel. +41 (0)58 470 70 70 • www.ail.ch • info@ail.ch


PRIMO PIANO / MORENA FERRARI GAMBA

cui si dovrà per forza rinunciare. È un tema centrale da non sottovalutare perché costerà moltissimo alla società la loro esclusione dal mercato del lavoro, sia in termini sociali ma anche di un sapere che va perduto per sempre! Inoltre, se un tempo il mondo bancario, finanziario, fiduciario faceva da traino per la nostra economia, oggi non lo è più. È scomparso un mondo nei servizi legati alla clientela estera, in particolare a quella italiana. Banche e fiduciarie hanno dovuto completamente cambiare il loro approccio e quindi i propri servizi. In compenso l’industria in questo momento sta lavorando parecchio e questo è sempre un buon segno per tutta l’economia». In particolare, quali sono i problemi lavorativi che più condizionano giovani e donne e giudica il sistema delle tutele sufficiente a garantire il lavoro femminile in Ticino? «Per quanto riguarda i giovani devo dire che in generale quelli in possesso di una laurea trovano lavoro, magari con qualche difficoltà superiore rispetto al passato e non sempre in Ticino, mentre i diplomati subiscono una maggiore pressione, anche per la concorrenza di lavoratori provenienti soprattutto dall’Italia. Il paradosso è poi costituito da alcuni settori, come per esempio in alcuni settori amministrativi ed industriali dove vi è un’offerta di posti di lavoro ma una carenza di personale specializzato. Il discorso riguardante le donne è molto complesso perché in Ticino negli ultimi anni si sono fatti grandi passi in favore di un loro inserimento, a tutti i livelli, all’interno del mondo del lavoro, ma la crisi generale di alcuni settori ha poi nuovamente influito su una loro marginalizzazione. Le donne soffrono forse di minori discriminazioni a livello di alti ruoli dirigenziali, mentre invece tra i quadri intermedi e le mansioni impiegatizie scontano ancora, se non vere e proprie discriminazioni, sicuramente il peso di radicati pregiudizi. Per favo-

18

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

rire il lavoro femminile sarebbe opportuno migliorare la rete dei servizi di supporto e agire sulle aziende utilizzando magari la leva fiscale. Qualcosa in tal senso lo si sta già facendo». Accanto all’attività professionale lei è sempre stata impegnata anche dal punto di vista politico, oggi Consigliere Comunale a Lugano. Quali sono state le sue più impegnative esperienze e quali obbiettivi si è data per il futuro? «Provengo da una famiglia che si può dire abbia la politica nel sangue e ho avuto un’educazione fortemente permeata dell’importanza del Sapere e di valori etici. Crescendo, ho cominciato poi fin da giovane ad occuparmi anche di politica, militando con costanza e tenacia nell’ambito del Partito Liberale Radicale ticinese, a contatto con un mondo, qual è quello della politica, che risulta ancora essere abbastanza chiuso e restio ad aprirsi ad una più consistente e qualificata presenza femminile. Ho ricevuto anche molte delusioni e quindi per un certo periodo ho scelto di occuparmi più di coloro che ne hanno davvero bisogno, attraverso il lavoro di una Fondazione che dedica i suoi sforzi per aiutare i bambini in India, mio paese di origine. Sono inoltre membro della Fondazione Diritti Umani, che promuove fra l’altro il Film Festival Diritti Umani Lugano. Oggi più che mai c’è un grande bisogno di riaffermare che i Diritti umani sono universali, per tutti e non per pochi. Tutte queste attività mi hanno dato anche tante soddisfazioni. Sono molto contenta dei risulti raggiunti e ancor più degli obiettivi che mi sono data per il mio futuro, che sono ancora tanti e difficili da riassumere in poche parole». Di recente però la sua vocazione politica si alimentata di nuova linfa con la presidenza del Circolo liberale Carlo Battaglini… «Si tratta di un Circolo culturale prestigioso, creatosi nel 1964, che vuole

promuovere la cultura politica nei suoi valori più alti. Ho avuto il privilegio di assumerne la presidenza e mi sforzo affinché questo Circolo sia un luogo di incontri, di riflessione, di elaborazione, di confronto. Vogliamo far crescere anche nei giovani che si avvicinano alla politica un pensiero critico e riflessivo, far ripartire il dibattito delle idee, nella città e nel Cantone, affrontando temi concreti come la riqualificazione urbana, ambientale e sociale; la promozione della partecipazione e della trasparenza nelle istituzioni e nelle forze politiche e sociali. Con molta ambizione vorremmo che le iniziative fossero di alto livello e di grande qualità, con relatori di spicco che affrontino temi concreti e di attualità, non tanto sotto l’aspetto tecnico ma piuttosto nel proporre spunti di riflessione su presente, passato e futuro. Dobbiamo imparare ad interrogarci su quale tipo di società vogliamo. Uscire dalla “caverna” di Platone e non farci imbrigliare dai “burattinai”, ma avere un pensiero critico su ciò che ci accade intorno. Per questo deve essere un Circolo culturale non elitario ma per tutti. Del resto, il patrimonio ideale e culturale è il contenuto stesso della politica, perché non bisogna solo essere «concreti», ma anche essere «visionari e progettuali». La politica è un’arte: è l’arte di governo. Non è tecnica, razionalismo, perché deve essere in grado di vedere tutto il contorno, che è culturale: idee, speranze, paure, tradizioni, storia». Infine, come è possibile conciliare tutte queste attività? «Per me la famiglia e i figli vengono prima di tutto. Ho però potuto fare, ma l’ho anche voluto, un percorso che mi permettesse di conciliare tutti gli impegni. Per far coesistere nell’arco di una giornata tanti impegni diversi, occorre un discreto spirito organizzativo, ma anche tanta pazienza, spirito di adattamento e anche un pizzico di fortuna».


La Banca per le vostre ipoteche.

Direzione Generale e Agenzia di CittĂ Via Giacomo Luvini 2a, 6900 Lugano Tel. 058 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, 6900 Lugano Tel. 058 855 31 00 Succursali ed Agenzie in Ticino Chiasso, Lugano-Cassarate, Locarno, Bellinzona, Biasca

Vi serve un finanziamento o un’assistenza esperta per acquistare la vostra casa o un immobile commerciale o per effettuare un investimento immobiliare? Parliamone. Call Center 00800 800 767 76 contact@bps-suisse.ch www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te


PRIMO PIANO / ELEONORA POSTIZZI PELLI

IN SEI ANNI UN BLOG DI CUCINA TRA I PIÙ SEGUITI IN SVIZZERA, DA MILIONI DI CLICK, IL MATRIMONIO CON LA STAR TV MATTEO PELLI, DUE LIBRI, DUE FIGLI. LA REGINA DI ASINOCHILEGGEANCORA.COM HA AVUTO FORTUNA, MA ANCOR PIÙ HA MESSO IMPEGNO, DETERMINAZIONE E PROFESSIONALITÀ, IL TUTTO CONDITO DA UNA CARATTERISTICA INVIDIABILE: ELEONORA POSTIZZI È UN’INGUARIBILE OTTIMISTA.

DA FOOD BLOGGER A LIFESTYLER DI MANUELA LOZZA

20

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Q

uali sono le ragioni alla base della sua scelta di diventare una food-blogger? «La decisione di avere la cucina come argomento principale è venuta sicuramente dalle mie passioni e dall’amore che mia madre mi ha trasmesso. La casa della mia infanzia è un posto accogliente, fatto di persone accoglienti, con una mamma che se passavi per sbaglio a fare un saluto dopo le 5 di pomeriggio, non era possibile che non ti invitasse a cena. Un luogo dove era bello e ovvio poter sempre aggiungere un posto a tavola. Questa passione per il cibo e la convivialità li ho ereditati anch’io. A casa mia e di Matteo c’è sempre qualcuno a cena. La spinta a fare di questo stile di vita un blog è arrivata perché a 26 anni mi sono sentita inappagata del mio lavoro nel marketing aziendale e così ho deciso di mollare tutto e investire tempo e risorse in una formazione che mi permettesse di avere gli strumenti adeguati per realizzare il mio progetto, perché, dal punto di vista professionale, quella di aprire un blog non è stata assolutamente una

scelta fatta alla leggera. Se è vero che chiunque sappia navigare in internet può tecnicamente aprire una pagina, al contrario di quanto pensano molti, gestire un blog con professionalità richiede una preparazione, un approfondimento dei contenuto che si vogliono trattare e del blog come particolarissimo strumento di comunicazione, diverso da tutti gli altri e di conseguenza con delle sue dinamiche e specificità. Così, mi sono data un di anno tempo, o la va o la spacca, dicevo. In 12 mesi avrò il tempo di capire se davvero posso fare di questa cosa un mestiere oppure no. Sono partita per la Francia e lì ho seguito un corso di cucina che ancora oggi mi è utilissimo». Cucina e viaggi. Come è stato possibile conciliare queste due grandi passioni e come si è poi evoluto negli anni il blog, comprendendo anche nuovi argomenti? «Quando asinochileggeancora.com era appena nato, Matteo e io (che all’epoca eravamo fidanzati) siamo partiti per un viaggio di 100 giorno in Asia. Abbiamo capito subito – lui mi ha


PRIMO PIANO / ELEONORA POSTIZZI PELLI

sempre dato un grande sostegno – che tante cose che stavo imparando durante quel tour potevano diventare materiale interessantissimo per il blog e così ho cominciato a parlare anche di viaggi. Poi nel corso degli anni, mano a mano che la pagina acquisiva lettori, la mia vita è cambiata, sono diventata mamma e ho deciso di parlare anche di questo. Visto che per sua natura un blog è un posto dove chi scrive vuole condividere qualcosa di sé, a me ovviamente veniva istintivo parlare di una parte tanto importante della mia vita. Così, in modo estremamente naturale, pur mantenendo la cucina come argomento principale, i contenuti si sono arricchiti e asinochileggeancora.com è diventato un blog lifestyle». In questa situazione la vostra coppia vive costantemente sotto i riflettori dei media. Come ci si sente in questa situazione, non avverte talvolta il bisogno di una maggior privacy? «Bisogna premettere che quando ho iniziato a uscire con Matteo, lui era già molto conosciuto nel Cantone, perché la tv è una cassa di risonanza potentissima e soprattutto veicola direttamente l’immagine, rende immediatamente riconoscibili. Oggi ci fa sorridere che capiti sempre più spesso, soprattutto in situazioni molto quotidiane, che sia io a essere riconosciuta (E ci credo! il blog fa migliaia di visitatori al dì. ndr) e questo mi riempie di gioia. Però, resta vero che ognuno

sceglie di condividere soltanto ciò che vuole, l’esposizione non è totale. Inizialmente addirittura avevo fondato il blog con uno pseudonimo, Elvira Coot (Nonna Papera), l’idea era quella pura e semplice di condividere ricette (che tra l’altro ancora oggi io stessa consulto, perché non mi ricordo mai quale versione mi era uscita meglio, se quella con 150 o 200g di zucchero…). Ma poi, nel tempo, il mio rapporto con i lettori è cambiato, si è fatto più personale e la mia vita stessa è diventata più ricca, più complessa, così ho sentito il bisogno di essere semplicemente e apertamente Eleonora». Ogni tanto però le capita di mostrare il fianco, trattando magari argomenti che potrebbero suscitare critiche, temi di per sé sensibili, come l’allattamento… «Sì, quando mi trovo ad affrontare un argomento del genere, di solito ci penso su molto, non perché non sia pronta alle critiche, ma perché voglio che sia chiaro che il mio intento non è mai quello di offendere qualcuno. Al contrario desidero far capire due cose di me. La prima è che la base del mio approccio alla vita (e quindi in questo caso alla maternità) è che tutto va bene purché tu sia felice, purché tu lo faccia con amore. Non c’è un modo giusto di essere madri, un momento perfetto e indiscutibile per svezzare un figlio, un unico modo apprezzabile di preparare una pappina. In secondo luogo mi piace che i miei lettori sap-

piano che sono una persona con una vita normale, molto fortunata ma normale. Fortunata perché posso fare il lavoro che mi piace e passare tanto tempo con i miei bambini, ma non sono di certo allegra 24 ore al giorno: sono una mamma e come tutte ho i miei dubbi e le mie paure quando devo prendere una decisione per i miei bimbi, ho la giornata no in cui i capricci sono una colonna sonora costante o la sera in cui sono stanca, isterica, arrabbiata. Proprio come tutte le mamme e i papà che mi leggono». Quali sono i suoi progetti per il futuro? Continueremo a cucinare insieme a lei e a seguire la quotidianità della sua bella famiglia? «Sicuramente asinochileggeancora.com continuerà ad esserci e a parlare di cucina, non ho in mente di stravolgerlo del tutto e occuparmi di altro, assolutamente. Penso al mio blog come a un funghetto, sotto il quale nascono e crescono tante cose diverse, che partono da lì e poi magari hanno una vita propria. Ci sono i corsi, per esempio. La nuova app per smartphone e tablet. Ora sto scrivendo un nuovo libro e i progetti sono davvero moltissimi. Perché ciò di cui in fondo mi sento davvero grata è di aver avuto la possibilità e la forza per perseguire un sogno. Sono una formichina, quando mi metto in mente una cosa, passo dopo passo, mattone dopo mattone, uso tutte le mie forze per realizzarla. Sicuramente la grande fortuna che ho avuto, e che invece per esempio è mancata alla generazione prima della nostra, è l’accesso diretto al mondo digitale. Un mondo per certi versi spaventoso, in cui c’è di tutto e ci si può perdere. Però, se usato nel modo giusto e consapevole, è una fonte di conoscenze e opportunità quasi infinita e ognuno di noi può cavalcarla per trasmettere messaggi positivi. Io sono molto ottimista per carattere e in particolare sono davvero convinta che il web si dimostrerà una grande rivoluzione positiva». TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

21


PRIMO PIANO / ELEZIONI CANTONALI 2019

PIÙ DONNE, PIÙ DEMOCRAZIA

È ORA CHE LA POLITICA RIPARTA DALLE DONNE, CHE HANNO TALENTO, COMPETENZE, IDEE E VOGLIA DI FARE. LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO ANCHE DEL LORO CONTRIBUTO. NON È SOLO UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA. CI SONO MOLTI ALTRI BUONI MOTIVI.

I

n vista delle elezioni cantonali di aprile 2019, FAFTPlus, la Federazione delle associazioni femminili Ticino, lancia una campagna per più donne in politica. In Svizzera, quasi il 52% della popolazione è rappresentato da donne, ma la percentuale delle elette nei Parlamenti e Governi cantonali è tra il 24-26%, mentre in Consiglio nazionale è del 32% e solo del 15% nel Consiglio degli Stati (dati 2015). In Ticino, l’elettorato femminile si attesta attorno al 54%, ma oggi in Consiglio di Stato le donne rappresentano lo 0% e in Gran Consiglio solamente il 25.5%. «Io sono a favore della parità tra uomo e donna, MA…». Sono i MA a rendere il terreno ancora paludoso, dopo quasi un secolo di lotte per la parità di fatto. Siamo tutti d’accordo che discriminare sia sbagliato, oltre che illegale, MA le donne sono pagate fino al 30% in meno e rischiano il posto di lavoro al rientro della maternità. Ci sono miriadi di studi sulla superiorità dei gruppi misti o sul vantaggio economico e finanziario di cui godono le aziende con buona rappresentanza di genere nel management, MA le percentuali di donne ai vertici restano irrisorie. Tutti concordiamo sul fatto che lo spreco di talenti e risorse femminili indotto dalle insufficienti misure di conciliazione sia dannoso per l’economia e la società, MA ancora aspettiamo il congedo paternità che tutti i paesi europei hanno già introdotto da un pezzo. Sono solo alcuni esempi per spiegare perché ci impegniamo in FAFTPlus: bisogna lavorare ancora molto per correggere questa sorta di strabismo,

22

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

questa dissonanza cognitiva tra le dichiarazioni d’intenti e i comportamenti concreti. Ci metteremo altri 60 anni? Crediamo di no. Prima di tutto, perché FAFTPlus ha ben chiaro che donne e uomini insieme possono fare la differenza, evitando di cadere nella trappola della guerra tra i sessi e puntando a vincere, piuttosto, lo scontro fra culture. E poi, per il ruolo privilegiato che FAFTPlus ha saputo guadagnarsi nel dialogo con le istituzioni, approfittando di ogni spazio e stimolando l’apertura di nuovi terreni di confronto, con fiducia, onestà intellettuale e determinazione. In base all’art. 3 dello suo statuto, FAFTPlus è indipendente dai partiti politici ma questo non vuol però dire che la politica non ci interessi. FAFTPlus è infatti attenta a quelle questioni che toccano il suo mandato e le stanno a cuore e una di queste è sicu-

ramente la presenza delle donne in politica che, in un anno elettorale come il 2019, è sicuramente un tema sensibile. Nel 2015, le elezioni cantonali ticinesi ci hanno regalato un Consiglio di Stato tutto maschile e non è bastato a rincuorarci il fatto che in Gran consiglio si sia raggiunta la quota più elevata femminile (27%) dal 1971, da quando le donne godono del diritto di voto, con 23 gran consigliere. Un segno questo che la tendenza si sta invertendo? Lo speriamo davvero e vogliamo sostenere questo cambiamento di rotta con la campagna #iovotodonna per offrire alle candidate, di ogni colore e schieramento partitico, una maggiore visibilità durante la campagna elettorale, sia nei dibattiti politici, sia negli spazi di opinione e nelle interviste sui media. Non è solo una questione di pari opportunità e giustizia, ma anche di equa rappresentanza della realtà, dove


PRIMO PIANO / ELEZIONI CANTONALI 2019

le donne ci sono e contano, e dunque dovrebbero esserci e contare anche nello spazio pubblico. #iovotodonna vuole accorciare le distanze tra le cittadine e la politica attiva, ma anche far riflettere i partiti e l’elettorato sui benefici per le istituzioni democratiche di promuovere talenti femminili, sia per rinnovare il personale politico, sia per arricchire il confronto sui temi di interesse collettivo. Divisa in due momenti e con messaggi differenti, #iovotodonna ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne, i partiti e l’opinione pubblica sui benefici di una maggiore presenza femminile in politica. Elemento centrale della prima parte della campagna è l’esortazione “Proponiti per le prossime elezioni cantonali 2019” seguita dalla spiegazione “È ora che la politica riparta dalle donne, che hanno talento, competenze, idee e voglia di fare. Donne

tanto normali da essere straordinarie e di cui il Ticino ha più che mai bisogno”. La seconda parte della campagna, che partirà a fine inverno, avrà invece come obiettivo quello di convincere l’elettorato a votare una candidata donna e sarà incentrata sul dare visibilità alle candidate di qualsiasi partito, schieramento e movimento. A sostegno della campagna è stato creato un sito internet dedicato: www.iovotodonna.ch e una community su Facebook: www.facebook.com/iovotodonna e l’hashtag #iovotodonna La Federazione delle Associazioni Femminili Ticino FAFTPlus è nata nel 1957 con il nome di Federazione Ticinese delle Società Femminili. È stata fondata con lo scopo di raggruppare associazioni femminili e donne attive in ambito politico, sociale e culturale, per rivendicare il diritto di voto e di eleggibilità.

Nel 2015 FAFT è diventata FAFTPlus per accogliere enti, associazioni e socie/i singoli, uomini e donne, che condividono i suoi scopi e i suoi obiettivi. Alla fine dello scorso anno, tre uomini sono entrati in comitato perché FAFTPlus è convinta che la questione della parità e della conciliabilità non è più una questione solo femminile. Nel 1997 ha fondato il Consultorio giuridico “Donna e lavoro”che offre consulenza e assistenza legale su problematiche riguardanti il lavoro. Considerati i cambiamenti di priorità decisi a livello federale, il Consultorio a inizio 2019 si trasformerà in un centro di competenze per concretizzare la conciliabilità famiglia-lavoro.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

23


PRIMO PIANO / USI ACCADEMIA DI ARCHITETTURA

THE ‘THORN IN THE SIDE’ BY DIMITRI LORINGETT THE USI TEATRO DELL’ARCHITETTURA MENDRISIO WAS INAUGURATED IN OCTOBER 2018 WITH AN EXCLUSIVE EXHIBIT ON THE ARCHITECT LOUIS KAHN. THE MULTI-PORPOSE BUILDING, DESIGNED BY MARIO BOTTA, REPRESENTS AN IMPORTANT MILESTONE FOR THE USI ACCADEMIA DI ARCHITETTURA. RICCARDO BLUMER, DIRECTOR OF THE ACCADEMIA, TELLS US MORE ABOUT THE NEW VENUE AND ABOUT HIMSELF AND HIS PROJECTS.

01 Riccardo Blumer

24

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

B

otta says that “the new building is like a ‘thorn in the side’ of the Accademia, or like a beating drum keeping us awake and aware of our surroundings”. Could you explain this concept and its intrinsic meaning? «To answer the question, one must first consider that public schools, contrary to what we would normally be inclined to believe, are ‘closed’ institutions, open to students and teachers for the main purpose of learning and teaching, but not necessarily to the public. Teachers and professors should be the point of contact students have with the world, but this relationship is essentially held in a private context. So in what ways does a school or a university open to the world, and to the public? Generally, through conferences or by publishing scientific articles, two activities which are perhaps the most obvious, or by engaging with the business or industrial world, which is what we already do at the Accademia. Nevertheless, even though a university is a public institution, it is essentially a place of study, and therefore it could be considered as a “private” environment. So how and where can this public entity measure itself with the world, directly? (Indirectly it does, through its students and their post-graduation professional lives.) The idea behind Teatro dell’architettura is to address this issue through an open dialogue between the university and the public. I believe that measuring oneself with the public is one of the most interesting exercises one can do at school. In my yearly mise-en-scène, I always

01

bring my first-year students, which are around 140, in front of a live audience – that is the moment when one understands what this exercise means. As human beings, we exist by reflection, and the biggest and most important reflection is the public, and in life there is always a moment when one will have to measure his/herself with a real audience. This ‘real comparison’ is what keeps one awake – and aware – but not in a closed area, because the public is not like a closed circle. When architect Mario Botta says the Teatro is like a thorn in the side, he means of the Accademia, which constantly needs to measure itself with a nonspecialist audience-the public». How do you see the role of the architect of today, its independence, referring to issues in the private and in the public sector?


PRIMO PIANO / USI ACCADEMIA DI ARCHITETTURA

«The architect is increasingly responsible for the work he or she is commissioned to do, in the sense that the client does not have the right to buy your soul. The architect must learn to be respected and must learn to be indispensable, to the extent that he or she is able to create architectural, and therefore cultural, visions that the client does not possess. A good architect should be able to teach and learn at the same time, and the real problem arises when the client is unwilling to adhere to this learning process. In this case, a good architect will reject the project. When the architect fails to see the possibility of creating the Project (with a capital P), when he or she does not see something that gives meaning to being an architect of this society, then the architect will drop it. Like Mario Botta, I myself have often refused many projects, because I felt that they did not lead me to an area of knowledge. Each project brings new knowledge, through a comparative process, which we as architects imagine as an ascending line, of attribution of experience, of knowledge. In general, any job should entail knowledge, even that of the post office clerk. The work of the architect, in particular, can be complex because of its ‘public’ nature, in the sense that every time you perform an architecture, society recognizes or denies itself in that architecture, even if it is commissioned by a private individual. Generally speaking, I do not see much difference between a project commissioned by a public entity or a private individual. Perhaps in the private sector things seem ‘easier’ because there is no need to measure with other parties, or the public. Nevertheless, this is not entirely true, because when you see a building, you usually attribute it to the architect who designed it, especially when you dislike it. Here we have the typical paradox: a building designed by Snozzi, Botta, etc. does not belong to the architect, it is not a

“I believe that measuring oneself with the public is one of the most interesting exercises one can do at school.” ‘Botta building’ – it is a building of, say, Mr. Bianchi or the City of Lugano – but in general we tend to associate the construction with its designer, not its true owner who is ultimately responsible for it. In this sense, therefore, public and private projects are no different. The architect realizes this, and should have the capability and the responsibility to engage in the project at this level, giving therefore meaning to his own existence as an architect». Your career path began with a degree in architecture at the Politecnico Milano. When did you understand and embrace the ‘humanistic’ approach to the discipline, which is the defining element of the Accademia? «The Polytechnic University of Milan is not really a ‘technical’ university; it is extremely infused with humanities, to the extent that it almost completely lacked that sense of measure with the expressive technique of design. There was no combination between humanistic and technical training. Consequently, the Politecnico Milano has churned out generations of architects with refined minds but rough hands – and I was at risk of becoming the same. In the 1980s, when I was enrolled, I was clearly skewed towards the intellectual part, rather than a technical one, which had its advantages but also its limits. This meant having great ideas, great project abstraction, but very little exercise in design. My generation and those before me have suffered for this. I was lucky enough to have eventually joined the Botta studio, where I met with people with more polytechnic education, in the Swiss sense. They completed my training, TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

25


PRIMO PIANO / USI ACCADEMIA DI ARCHITETTURA

essentially, also through comparison and discussion. The Accademia represents a beautiful balance between these two worlds. When we say ‘humanistic’, it is true that... it is not true. The Accademia di Architettura is indeed humanistic, but at the same time, it provides students with great technical exercise. In general, we are no different from the ETH in Zurich, for what I understand. Nevertheless, technology is important for architecture, but it is a means to an end, therefore not exclusive. For what I have seen at the ETH, in fact, sometimes technology is something you can develop even without an architectural purpose. In Zurich, I see how they enjoy making machines that make buildings without really knowing their purpose. They like to calculate all the ballistics to make bricks fall in the right place. Instead, I am more interested in what you do with those falling bricks». The prestigious MoMA in New York has two of your design chairs on permanent exhibition. Do you consider yourself more a designer or an architect – or both? «I would like to have been a good architect; instead, I became a good designer… Over the years, I have understood the reasons behind this. When I am in ‘designer mode’, I am in direct control of the construction phase. Designing relieves me of all that abstraction of calculation and time management of the various work phases that architecture requires, because it is something direct, it is physical. Building my own

chair, for example, is something I enjoy, something I really want to do. I like to measure the relationship between the weight and the resistance of the chair object, without reverting to the results of a theoretical study». You are known for your daring projects with your students, like the Via Crucis at the Funicolare degli Angioli in Lugano, in 2016. Tell us a little more about your latest student workshop “Inflatable cemetery”. «I have changed the name of my new student-project because, indeed, the word ‘cemetery’ sounded a little intimidating. Now the project is called ‘Inflatable nomads”. If you combine ‘nomad’ with ‘inflatable’, you create a contradiction of sense. Nomad refers to something you can move, as opposed to a monument that by nature is eternal, fixed and precisely located – just like the pyramids in Egypt. Making a monument that can be carried around is already a strange concept, even more so if it is inflated and deflated, which means that it is made of a very light material. This is a method that I often adopt at school, I like working within a paradox. To understand what a monument is, to build one, you need to work on characteristics that do not belong to it. Inflatable and mobile, for instance. This takes you into a very interesting place where nothing is taken for granted. It requires understanding the experiential way, by doing the exercise, which is something I have done many times. Like, for example, making a houseboat

on the surface of the water, but where you actually live in the water. This is a provocative concept, in an exasperated way. In my opinion, our school of architecture is beautiful precisely for these things. Another example: when a scientist says that time does not exist – it was initially an intuition – but then someone figured out a way to measure it. It is the constant dialogue with culture, with civilization, which has an idea of time that is constant, and then suddenly there is someone who says that it is expandable. I like working this way, and the fact that we live in a society in which contemporary art often adopts this method. A lot of contemporary art should be seen in this perspective, as an exercise».

Università della Svizzera italiana

26


LA SICUREZZA IN OGNI FORMA.

Sistemi di allarme, di rilevazione e spegnimento incendio, di video-sorveglianza, di controllo accessi e gestione dei tempi di lavoro.

Servizi di sicurezza, interventistica su allarme, ronde di vigilanza, piantonamenti di sicurezza.

Centrale operativa 24/24h per la ricezione e gestione di allarmi fissi e mobili con protezione e localizzazione satellitare, servizi di call center.

Cyber Security, Intelligence, Security & Risk Management.

Gruppo Sicurezza SA Tel. +41 (0)91 935 90 50 info@grupposicurezza.ch

Sentirsi sicuri

www.grupposicurezza.ch


PRIMO PIANO / PIETRO VERAGOUTH

PIETRO VERAGOUTH PREFERISCE DEFINIRSI UN “INNOVATORE”. MA C’È CHI LO CONSIDERA UN VERO E PROPRIO INVENTORE, VISTO CHE HA GIÀ DEPOSITATO 12 BREVETTI E ALTRI SONO IN VIA DI REGISTRAZIONE. INCONTRARLO SIGNIFICA FARE UN SALTO IN UN FUTURO PROSSIMO VENTURO.

INVENTARE IL FUTURO

Q Prototipo di visore per la realtà aumentata realizzato nel 2010

Concorso RobotStreet Challange 2018 Primo premio

28

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

uali sono stati i passi che l’hanno portata a scoprire questa sua vocazione per tutto ciò che può innovare il nostro modo di vivere e di lavorare? «Inventare è sempre stato il mio pallino fin da quando avevo tre anni. Non c’era apparecchio che mi passasse sotto mano senza che io cercassi di smontarlo. Ero troppo curioso di capire cosa c’era dentro. Quando andavo a trovare il nonno, che aveva una stanza-laboratorio piena di tenaglie, bulloni, motori e la mitica “pinza inglese”, andavo in visibilio e ci potevo trascorrere delle giornate intere. Poi è arrivata la scuola e… non che non fossi bravo, ero veramente un disastro! Mi ricordo che in certi momenti mi dicevo “se non suona il campanello entro cinque minuti impazzisco”. Era una sensazione che mi procurava quasi un dolore fisico. È lì che ho imparato a fare training autogeno: ero in classe fisicamente ma con la testa riuscivo ad essere da tutt’altra parte. Altro che sindrome da deficit d’attenzione! Va da sé che le mie performance scolastiche incisero in modo determinante sulla mia autostima e così trascorsi un periodo piuttosto fosco della vita.

01

A 23 anni, finalmente, decisi che era arrivato il momento di fregarmene di quello che pensava la gente e di cominciare a essere e fare quello che volevo. Avevo fatto la tesi sui mercati emergenti costituiti dai paesi dell’Ex Unione Sovietica e in radio sentii che una delegazione diplomatica svizzera sarebbe partita qualche giorno dopo alla volta del Kazakhstan. Contattai il responsabile e mi aggregai al gruppo. Loro tornarono una settimana dopo, io invece ci rimasi per quasi tre anni. Nel 1994, sempre in Kazakhstan, scoprii l’esistenza di Internet, una tecnologia di cui mi innamorai all’istante e non potei fare a meno di buttarmici a capofitto. In collaborazione con la Facoltà di Matematica di Almaty, diedi vita al primo nodo informatico della Repubblica. Qualche tempo dopo, grazie a un cliente che credeva nel progetto e decise di finanziarmi, aprii la prima agenzia di marketing on-line in Italia, a Brescia, dove ho vissuto per 10 anni. Se all’inizio il webmarketing era qualcosa da inventare giorno per giorno perché non esistevano modelli a cui fare riferimento (e questo era ciò che mi stimolava), le cose, con il tempo, sono cambiate e anche il mio grado d’interesse verso questa disciplina è andato sce-


PRIMO PIANO / PIETRO VERAGOUTH 02

mando. Avevo bisogno di nuovi stimoli e li trovai quando decisi di cedere la società e tornare in Ticino per dedicarmi alla mia passione più grande: inventare ciò che ancora non esiste». Ci parli delle sue invenzioni? «Ho ideato tecnologie come il proiettore olografico, il bodyscanner personale, una piattaforma per l’assistenza remota, un visore per la realtà aumentata, oltre ad alcune altre tecnologie che però sono parti dei sistemi precedenti. Sono tutte idee che hanno una cosa in comune: quando illustravo i concetti agli esperti di settore per valutarne la fattibilità, la risposta era sempre la stessa: “no, non si può fare, è impossibile”, poi però li ho realizzati e sono tutti perfettamente funzionanti. Il piacere che mi dà trovare una soluzione a un problema che nessuno è mai riuscito a risolvere o, ancora di più, trovare la soluzione a un problema che nessuno sapeva nemmeno di avere (di fatto, stimolare un bisogno nuovo), non riesce a procurarmelo nessun’altra attività. Ora sto lavorando a un sistema di autocertificazione basato sulla blockchain, ma non posso ancora dire di più». Sul suo blog si legge anche che le piace scrive e comporre musica «Sì, quando me lo chiedono faccio sempre un po’ fatica a spiegare di cosa mi occupo e, se non ho il tempo di illustrare le cose a fondo, il rischio è quello di essere considerato un po’ fuori di testa; è per questo che ho creato un piccolo blog di approfondimento (n.d.r. www.pietroveragouth. blogspot.com). Mi succede spessissimo di trovarmi di fronte interlocutori che mi guardano con faccia stranita ma che poi, a distanza anche di molto tempo, si rifanno vivi perché hanno finalmente colto le implicazioni e le potenzialità di un’idea. Creare, inventare mi piace a tutti i livelli. Per esempio ho scritto un romanzo intitolato “Esistenza Sintetica” con un approccio “open source”

per esplorare nuove modalità di scrittura e di fruizione del racconto. Sono curioso di vedere come evolverà. All’alba dei quarant’anni mi sono messo in testa di imparare a suonare la tastiera e, malgrado i risultati piuttosto scarsi, ho composto una canzone (ironica) che ho dedicato a mia figlia Viola. Sulla scia del travolgente successo riscosso in famiglia (scherzo) ne ho composte e cantate un’altra decina. Comporre è un’esperienza ben più coinvolgente del “semplice” suonare, una cosa che suggerisco vivamente a chiunque. Poi ho smontato un tasto che scricchiolava e la tastiera si è spenta per sempre. Cerco di trasferire questa mia passione a Viola e vedo che apprezza molto tutte le attività particolarmente creative. A differenza mia, lei ha anche il grosso pregio di essere precisa e organizzata, virtù che sicuramente ha preso dalla mamma». Qual è il progetto che le dà maggiori soddisfazioni? «Da quasi quattro anni mi sto occupando dello Swiss Institute for Disruptive Innovation (SIDI), un’organizzazione no profit che si occupa di individuare e studiare le innovazioni che hanno il potenziale per avere un impatto dirompente sul mercato e sulla società. Supportato da Tesla e da alcune tra le più rappresentative realtà ticinesi, il SIDI individua e analizza precocemente le innovazioni in grado di rivoluzionare o distruggere un mercato consolidato oppure di crearne uno completamente nuovo generando, insieme alle minacce, grandi opportunità e stimolando un processo di ulteriore progresso tecnologico e sociale in tutti i settori adiacenti. Dopo anni di confronti con esperti, ricercatori e amici, mi sono lanciato con convinzione in questo progetto a seguito di un incontro fortuito e per me illuminante. Ho infatti conosciuto il Prof. Andrea Basso, attuale presidente del SIDI, noto a livello internazionale per il suo lavoro

03

01 Casetta in legno costruita con pezzi di scarto 02 Volume sul marketing non convenzionale scritto nel 2007 03 Romanzo di fantascienza pubblicato nel 2017

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

29


PRIMO PIANO / PIETRO VERAGOUTH

nel campo della computer vision e dell’intelligenza artificiale e che ha lavorato spalla a spalla con persone del calibro di Steve Jobs e Negroponte. Formalmente il SIDI ha aperto i battenti nel 2016, ma un ulteriore e determinante impulso per il suo sviluppo lo abbiamo avuto quando Tesla, dopo aver visto quello a cui stavamo lavorando, ha scelto di supportarci e di diventare main partner dell’istituto». Ci può fare qualche esempio di innovazione dirompente? «L’esempio più classico e che oggi sembra banale è la ruota. Prima della sua invenzione ci si spostava a piedi o a dorso di un animale e non era pensabile spostare qualcosa che pesasse più di qualche chilo. Con l’avvento della ruota e quindi dei trasporti si sono innescati tutti i commerci, si sono costruite città e il mondo è cambiato per sempre, diventando, nella scala

temporale dell’umanità, tutto d’un tratto molto più piccolo. Altri esempi sono il motore a vapore, la lampadina, il transistor, la penicillina, il circuito integrato, il frigorifero, la televisione, Internet e lo smartphone». Quali saranno le innovazioni dirompenti nel futuro? «All’interno del Sidi abbiamo istituito piccoli gruppi di lavoro volti ad analizzare specifiche aree. Al momento ci stiamo ad esempio occupando del computer quantistico, del trasporto autonomo, del genomeediting, della medicina rigenerativa, del trasporto 3D, della blockchain, della carne sintetica, della colonizzazione dello spazio, dei link neurali. Un gruppo più ampio si occupa invece di individuare le tecnologie ancora in stato embrionale e di monitorarne lo sviluppo. Quando individuiamo un’innovazio-

ne ad alto potenziale ma di cui non è possibile trovare referenti sul territorio, creiamo una verticale, ovvero un centro di competenze in grado di dare informazioni, fornire risposte, offrire supporto a tutti coloro che ne manifestano l’interesse». Quali centri di competenze avete creato? «Da circa tre anni, quindi molto prima che se ne cominciasse a parlare, abbiamo dato vita al Centro Competenze Blockchain. Da alcuni mesi abbiamo istituito il Centro Competenze 3D Building, che si occupa di stampa 3D applicata al mondo dell’edilizia, e proprio in questi giorni stiamo valutando se sviluppare una verticale dedicata al trasporto 3D, ovvero la modalità con cui con ogni probabilità ci sposteremo in futuro: veicoli a guida autonoma, droni per il trasporto personale e POD per il trasporto sotterraneo».

Playtrip vince la Creative Business Cup Svizzera 2018

La Creative Business Cup, che ha visto partecipare numerosi paesi in tutto il mondo, è una competizione internazionale con l’obiettivo di sostenere le

30

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

nuove idee imprenditoriali nel settore creativo. Playtrip ha convinto la giuria che l’ha valutata positivamente assegnandole il primo premio. Ciò che ha più convinto è il legame con il territorio, il potenziale di mercato, e le sue possibilità creative. Playtrip è una startup ticinese che nasce da un’idea di Matteo Scarpellini e Stefano D’Albora, ed è stata lanciata nel mercato a Giugno 2018, da un’azienda del Ticino: White Peaks. Il progetto ha due obiettivi principali: dar vita ad nuovo modo di vivere il territorio basato sui principi del visual storytelling e della narrativa di viaggio, attraverso la fruizione di un’app, e dar vita ad una piat-

taforma editoriale multimediale, in grado di aprire nuove strade alla creatività di scrittori, fotografi, videomaker, in una parola, storyteller. Playtrip è un’applicazione mobile con cui desideriamo far nascere un nuovo trend nel mondo del turismo, e non solo. Una delle cose più preziose di Playtrip sono i contenuti editoriali creati dagli storyteller per i loro lettori, infatti siamo sempre alla ricerca di personalità creative”. A novembre Playtrip parteciperà alle competizioni mondiali a Copenaghen per mettersi alla prova contro i contendenti di altri Paesi partecipanti. Per ulteriori informazioni e per saperne di più su Playtrip: www.play-trip.com.


Quattro porte. Un traguardo. Zero compromessi. Compagna perfetta di chi sa apprezzare prestazioni eccezionali, comfort e versatilità, la Mercedes-AMG GT Coupé a 4 porte è una Gran Turismo sorprendente. Poco importa se con il motore a benzina a sei cilindri in linea o con il navigato V8 biturbo AMG da 4,0 litri e 639 CV di potenza massima: la pole position è tua, su circuito e negli spostamenti quotidiani.

Vuoi vivere il motorsport da vicino? Winteler: unico AMG Performance Center Ticino.

Giubiasco | Riazzino | winteler.ch


PRIMO PIANO / SPACE ECONOMY

PREPARIAMOCI AI VIAGGI SPAZIALI GRANDI IMPRENDITORI STANNO TESTANDO NUOVI PROTOTIPI E ALCUNI DI LORO HANNO GIÀ TROVATO IL MODO DI FARE SOLDI CON LA COSIDETTA SPACE ECONOMY. DI SILVANO COLETTI

01

32

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

L

a nostra generazione metterà i piedi su Marte. Michio Kaku inizia il suo nuovo libro “Il futuro dell’Umanità” con una predizione divertente: tutti dovremo morire. Dovremmo tutti almeno sapere che questo è certamente vero a livello individuale ma lui asserisce che è vero a livello collettivo. Il noto divulgatore scientifico e professore di fisica alla

City University di New York scrive che «è inevitabile quanto le leggi della fisica che l’umanità un giorno dovrà confrontarsi con un evento di livello estintivo». In un modo o in un altro, un inverno nucleare, un Armageddon ecologico, un supervulcano o un una meteorite daranno avvio ad un evento che non potrà che portare all’estinzione della specie umana. Ma pare che Kaku abbia scritto questo libro non


02

tanto per spaventarci ma per dirci che esiste la soluzione. Per dirla come fece lo scrittore di fantascienza Larry Niven «i dinosauri si estinsero perché non avevano un programma spaziale».

gherebbero circa 160 giorni. Un equipaggio dovrà prepararsi a viaggiare in spazi angusti per periodi molto lunghi. Il tempo che passerà tra oggi e quel giorno in cui metteremo piede su Marte non servirà unicamente a scegliere le tecnologie migliori per spedire un equipaggio, garantirne la sopravvivenza e soprattutto essere in grado di riportarlo a casa. Bisognerà anche capire come rendere la spedizione un successo dal punto di vista psicologico. E per scongiurare disastri e mandare in fumo miliardi di investimento, serviranno prima di tutto spiccate capacità di team working. Lo spazio rappresenta la quintessenza degli ambienti isolati, confinati ed estremi (isolated, confined, and extreme, ICE). Marte, se possibile, è ancora piu estremo: gli equipaggi delle missioni potranno infatti vivere anni lontano da casa, condividere un ambiente che per quanto comodo sarà comunque ristretto e non potranno contare sull’assistenza real time da parte delle stazioni di controllo a causa del ritardo delle comunicazioni tra Terra e Marte stimato fino a 45 minuti.

I programmi spaziali Esiste una grande Stazione Spaziale Internazionale, la ISS, che è un laboratorio internazionale a disposizione delle nazioni e degli scienziati allo stesso modo in cui il CERN è a disposizione dell’umanità per progredire nella conoscenza dell’Universo. Grandi aziende e start-up, scienziati stanno oggi sperimentando tecnologie, processi produttivi, nuovi alimenti sulla ISS. Pensate che nel 2015 l’azienda italiana di caffè Lavazza ha portato in orbita una macchina espresso per capsule. Elon Musk e Jeff Bezos, primi fra tutti, hanno costituito rispettivamente la Space Exploration Technologies (nota come SpaceX) valutata oggi oltre 20 miliardi di dollari e la Blue Origin. Con SpaceX, Elon Musk progetta, costruisce e lancia missili e vettori spaziali: nel 2017 si dice abbia fatturato quasi 2 miliardi di dollari organizzando servizi di logistica tra la Terra e la ISS. È di questi ultimissimi giorni la notizia che la NASA inizierà a volare con SpaceX senza piu pagare per l’utilizzo della navicella russa Soyuz. Si dice poi che la NASA dal 2024 voglia affidare l’utilizzo della ISS ad aziende private per concentrarsi su un prossimo viaggio verso Marte.

01 Photobombing (autoscatto) del rover della Nasa Curiosity su Marte in cima al crinale di Vera Rubin. 02 Sojuz MS-09 è un volo astronautico verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e parte del programma Sojuz, ed è il 137° volo con equipaggio della navetta Sojuz dal primo volo avvenuto nel 1967. 03 Alan LaVern Bean (Wheeler, 15 marzo 1932 – Houston, 26 maggio 2018) è stato un astronauta statunitense. Fu il quarto uomo ad avere camminato sulla Luna.

Il viaggio verso Marte Per motivi forse segreti o forse no, la NASA sta infatti pianificando di riprendere dopo molti anni missioni umane su altri Pianeti ed in particolare sta pensando a Marte. Una vera sfida: la distanza media tra Terra e Marte è di circa 200 milioni di chilometri. Per arrivare sulla luna, nel 1969 abbiamo dovuto percorrere solo 380 mila chilometri. Con le attuali tecnologie, per raggiungere Marte si impie03

33


PRIMO PIANO / SPACE ECONOMY

ASTRONAUTI DI DOMANI 04

Questo è ció di cui si è parlato lo scorso 3 luglio presso l’Auditorium del Centro Congressi Stefano Franscini sul Monte Verità ad Ascona. Ospite di eccezione del Politecnico di Zurigo, organizzatore della serata, STEVE W.J. KOZLOWSKI (04) professore di psicologia della Michigan State University e consulente della NASA. Il Prof. Kozlowski è oramai riconosciuto come un esperto mondiale sulle difficoltà di mandare un uomo sulla luna e su Marte. Per chi sta progettando questa missione e molte altre, vi sono sfide non solo in termini di fisica orbitale ma anche con riferimento allo stress psicologico a cui sarà sottoposto l’equipaggio che passerà fino a tre anni assieme in condizioni estreme di isolamento e confinamento. L’astrodinamica richiesta per lanciare nello spazio un essere umano, portarlo alla sua destinazione celeste, e riportarlo a casa sano e salvo è di una complessità scoraggiante. I pericoli derivanti dallo stress e dalle complicanze di una non corretta gestione di un team di lavoro in pochi metri cubi di spazio all’interno di un vettore spaziale e soprattutto dei loro rapporti interpersonali forse supera, e di tanto, il rischio di un malfunzionamento tecnologico. Dopotutto, forse questa tematica non è poi così lontana da luoghi e fatti che avvengono regolarmente sulla Terra in ambienti di lavoro o familiari. Ovviamente lo spazio ridotto a disposizione rende tutto esponenzialmente più difficile. Esistono simulazioni eccellenti sulla Terra che cercano di riprodurre in parte l’isolamento sperimentato durante le missioni spaziali o il ritardo nelle comunicazioni e le difficoltà che incontreranno i futuri marziani. Ma tutte le simulazioni effettuate non possono simulare il grado di pericolo reale cui andranno incontro gli astronauti diretti su Marte. L’ambiente più

34

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

adatto in questo senso sarebbe la Stazione spaziale internazionale, ma il tempo a disposizione per raccogliere dati relativi ad aspetti più psicologici, quali appunto le capacità di lavorare in gruppo in ambienti rispetti e isolati, è limitato. Così come scarsi sono i dati disponibili dalla letteratura nel campo ricordano gli autori, per motivi diversi: dal numero limitato di astronauti coinvolti nelle missioni di lunga durata, alla mancanza di standard per effettuare le misurazioni, alla provenienza degli astronauti da culture diverse che magari negli studi usano modelli differenti. Ciò non toglie che la ricerca sul campo sia attiva, e la raccolta di dati più meramente psicologici già cominciata. Humor e resilienza Nel frattempo però è possibile stilare una sorta di caratteristiche ideali per gli astronauti diretti su Marte raccolte dalle esperienze passate. Per esempio essere emotivamente stabili, coscienziosi, aperti a nuove esperienze, resilienti, non troppo introversi né troppo estroversi sono tutte qualità che potrebbero essere d’aiuto. Così come saranno utili buone dosi di motivazione e adattabilità, adeguate strategie di problem solving e gestione dello stress. E perché no, un buon sense of humor: «L’humor è una sorta di meccanismo di difesa sublimato, che ci permette di dire cose che magari dette in altro modo potrebbero ferire gli altri», continua il Prof. Kozlowski, secondo cui tra le qualità da allenare in vista di missioni su Marte andrebbe messa in primo luogo la flessibilità psicologica: «A livello teorico è la capacità dell’individuo di non identificarsi con le proprie emozioni o pensieri, che potrebbero non rispecchiare la realtà, e che a volte possono generare sospetto e conflittualità. A livello più pratico ha a che fare con la capacità di poter modificare le proprie abitudini, adattarsi alle situazioni, non spaventarsi di fronte alle situazioni che cambiano», spiega lo psicologo. Lavoro di squadra Accanto alle capacità individuali, importantissime saranno però altrettanto quelle di gruppo. Nella preparazione a missioni di lunga durata, scrivono i ricercatori, sarà fondamentale dunque prestare attenzione alle attività di pianificazione, alla capacità di prendere decisioni o risolvere conflitti. Così come definire in modo chiaro gli obiettivi, avere precise norme di comunicazione e debriefing e costruire rapporti di fiducia prima del lancio. «Non è possibile stabilire a priori una squadra di lavoro ideale, perché di volta in volta i gruppi presentano


PRIMO PIANO / SPACE ECONOMY 05

dei livelli più o meno favorevoli alla collaborazione o alla competitività ma di certo si può lavorare per favorire un lavoro di gruppo armonico ed efficiente, per esempio tramite un addestramento che miri a ricreare le situazioni che potrebbero presentarsi in futuro, contemplando anche quelle estreme in cui le persone sono sottoposte a un forte stress, osservando le reazioni dei singoli e allenandoli a gestirle». E non è detto che non si riveli d’aiuto anche l’intelligenza artificiale, specie considerando l’isolamento e la distanza degli equipaggi marziani. Sistemi che monitorano parametri fisiologici, come la frequenza respiratoria o il battito cardiaco potrebbero essere utilizzati per predire situazioni di forte tensione: già oggi possiamo contare su dei sistemi intelligenti che a partire da queste informazioni generano degli allarmi, e aiutano a fornire consigli su come mitigare la situazione prima che diventi critica. Hawaii L’auto che conduce alla piccola cupola bianca sul versante settentrionale di Mauna Loa è accidentata: Mauna Loa, la “Montagna Lunga” (05), è un colossale vulcano che copre metà dell’isola delle Hawaii. Il terreno roccioso, marrone arrugginito, oltre 2.400 metri sopra il livello del mare e a molti chilometri di distanza dai suoni della civiltà, non sembra Terra. Sembra un altro pianeta, come Marte (06). Negli ultimi cinque anni, piccoli gruppi di persone hanno fatto questo viaggio e si sono trasferiti nella cupola, conosciuta come un “habitat”: il loro compito è fingere di essere davvero su Marte e poi trascorrere mesi a vivere in questo modo. Steve Kozlowski ha

partecipato alla selezione dell’equipaggio della cupola. I partecipanti sono stati valutati su cinque tratti distintivi della personalità, noti nel campo come i “Big Five”: estroversione, gradevolezza, coscienziosità, nevroticismo e apertura all’esperienza. Si cercano persone coscienziose, ma fino a un certo punto: la coscienziosità può virare verso la passività. Un certo grado di estroversione è prezioso ma non deve essere troppo. Le persone estroverse possono trasformarsi in persone prepotenti. È un gioco di equilibri, molto complesso. Nel febbraio di quest’anno, l’ultimo gruppo di pionieri, un equipaggio di quattro persone, ha fatto il viaggio su per la montagna, dove si sono stabiliti per un soggiorno di otto mesi, quattro giorni dopo, uno di loro è stato portato via su una barella e ricoverato in ospedale. I restanti membri dell’equipaggio sono stati evacuati dal supporto della missione, e alla fine tutti e quattro sono tornati nell’habitat, non per continuare la loro missione, ma per fare le valigie e tornare a casa. La piccola cupola bianca è rimasta vuota da allora, e l’Università Delle Hawaii, che gestisce il programma, e la NASA, che finanzia, stanno ancora indagando sull’incidente. Proteggere la salute psicologica degli astronauti è un pezzo fondamentale della preparazione ai viaggi spaziali. Ma in caso di contatto con un intelligenza aliena, quali sarebbero le conseguenze psicologiche per la razza umana? Link utili: https://www.nasa.gov/mission_pages/station/main/index.html https://mars.nasa.gov https://psychology.msu.edu/people/faculty/stevekoz https://www.monteverita.org/it/congressi-meetings/eth-zurigo-congressi-stefano-franscini

06 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

35


LAC / LUGANOINSCENA

ORIZZONTI E PROSPETTIVE DELLA DANZA

LA STAGIONE 2018-19 DI LUGANOINSCENA DEDICA UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA DANZA, E LO FA OSPITANDO I GRANDI PROTAGONISTI DELLA SCENA CLASSICA E CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE, PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO.

01

01 Paul Taylor Dance Company Ph: Paul B. Goode 02 Les Ballet Jazz de Montréal Dance Me Ph: Thierry du Bois 03 Ballet Preljocaj & OSI, Romeo e Giulietta 04 Stephen Petronio Company Ph: Yi-Chun Wu 05 Tulsa Ballet, The Green Table

A

chi non è capitato di ammirare estasiati uno spettacolo di balletto? La danza è una delle arti corporali più antiche e primitive, che affascina e appassiona da secoli gente di ogni angolo del pianeta. Piroettes, prese acrobatiche, pliè e tanto altro ancora: un insieme di precise tecniche e movimenti codificati in Francia addirittura alla fine del 1600. Come è noto esistono vari generi e tecniche di danza: proprio la diversità di prospettive presente nel cartellone di LuganoInScena vuole offrire agli spettatori una molteplicità di approcci e suggestioni che ben interpretano la ricchezza e la spettacolarità di quest’arte. Il Ballet Preljocaj, celebre compagnia fondata da Angelin Preljocaj, regalerà con l’Orchestra della Svizzera Italiana una preziosa rilettura di Romeo e Giulietta, creata nel 1990 per il Lyon Opera Ballet. Lo spettacolo sarà sul palco-

03

05

scenico del LAC per due imperdibili serate, sabato 15 e domenica 16 dicembre. Il balletto viene accompagnato dall’Orchestra della Svizzera italiana diretta dal Maestro Nada Matosevic. Tra i grandi protagonisti della danza internazionale, il celebre coreografo francese di origini albanesi affronta in Romeo e Giulietta i temi della passione, del degrado urbano, del conflitto sociale, e lo fa grazie alla musica potentemente evocativa di Prokof’ev e ad un ensemble di ventiquattro straordinari danzatori. Pur nel sostanziale rispetto del dramma shakespeariano, il Romeo e Giulietta di Preljocaj riecheggia ricordi di una Albania offesa dall’indigenza e dalla sopraffazione dei ricchi sui poveri. Ecco quindi che la celebre storia d’amore viene ambientata, anche grazie alle scene e ai costumi di Enki Bilal, in una Verona improbabile e fatiscente, città in cui la famiglia dell’aristocratica Giulietta ha


LAC / LUGANOINSCENA

affidato all’esercito il compito del controllo dell’ordine sociale. Uno spettacolo che la critica ha definito un ‘classico contemporaneo’, una creazione che, grazie alla sua lunga e fortunata vita artistica, ha saputo raggiungere un equilibrio creativo che rasenta la perfezione. Sarà poi il continente americano il protagonista della rassegna, dando corpo e nome al Focus America, in cui sono riassunte le creazioni di quattro grandi ensemble di danza che lì sono nati, e che raccontano le rivoluzionarie invenzioni d’Oltreoceano. Da gennaio, si esibiranno sul palco del LAC i canadesi Les Ballest Jazz de Montréal, la compagnia del più grande coreografo americano nonché padre della Modern Dance americana, Paul Taylor, la newyorkese Stephan Petronio Company e, per la prima volta in Ticino, Tulsa Ballet. In cartellone non sono infine mancati i lavori di alcuni tra i più grandi coreografi al mondo, come Dimitris

Papaioannou e Maurice Béjart, in scena al LAC gli scorsi mesi di ottobre e novembre, accanto a innovative creazioni come HU_robot, spettacolo firmato da Ariella Vidach e Claudio Prati, coprodotto da LuganoInScena con il Balletto di Roma. www.luganoinscena.ch

02

04

03

TUTTI GLI APPUNTAMENTI DELLA DANZA Sa 15.12.2018 ore 20:30 Do 16.12.2018 ore 16:00 Sala Teatro Ballet Preljocaj & OSI Romeo e Giulietta coreografia Angelin Preljocaj musiche Sergej Prokof’ev Romeo e Giulietta eseguite dal vivo dall’Orchestra della Svizzera italiana direttore d’orchestra Nada Matosevic Do 13.01.2019 ore 20:30 Sala Teatro Les Ballets Jazz de Montréal Dance Me coreografie Andonis Foniadakis, Annabelle Lopez Ochoa, Ihsan Ruste

Ma 26.02.2019 ore 20:30 Sala Teatro Paul Taylor Dance Company coreografie Paul Taylor, maestro ripetitore Bettie De Jong Do 17.03.2019 ore 20:30 Sala Teatro Stephen Petronio Company direttore artistico, coreografo Stephen Petronio Do 14.04.2019 ore 20:30 Sala Teatro Tulsa Ballet Eclectic Stories direzione artistica Marcello Angelini coreografie George Balanchine, Kurt Jooss, Anabel Lopez Ochoa

Gio 16.05.2019 ore 20:30 Sala Teatro Les Ballets Trockadero de Monte Carlo direttore artistico Tory Dobrin Me 29.05.2019 ore 20:30 Palco Sala Teatro Fabrizio Favale/ Le Supplici & Compagnia Enzo Cosimi The Rain Sequence & Estasi Ve 31.05.2019 ore 20:30 Palco Sala Teatro La Ribot Happy Island concetto, regia e coreografia La Ribot

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

37


LAC / LUGANOMUSICA

I FOLLI ANNI ‘20 01

LA STAGIONE 2018-19 DI LUGANOMUSICA DEDICA UNA RASSEGNA AL DECENNIO IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE. TRA I PROTAGONISTI, I WIENER PHILHARMONIKER, UNA DELLE PIÙ PRESTIGIOSE ORCHESTRE DEL MONDO, E IL CONSERVATORIO DELLA SVIZZERA ITALIANA CON DUE CONCERTI DA CAMERA APPOSITAMENTE PROGRAMMATI.

38

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

L’

Europa si sta appena sollevando dalle rovine del conflitto mondiale e nel giro di pochi anni Parigi assurge al ruolo di capitale dell’arte del Novecento. La Ville Lumière diventa tra le due guerre una sorta di fucina di movimenti e di idee, vede artisti di tutto il mondo accorrervi per capire le nuove forme e i nuovi linguaggi che Picasso, Ray, Léger, Modigliani, Dalí andavano sperimentando. Una straordinaria vetrina delle avanguardie artistiche, letterarie e musicali fra ritorni all’ordine, eredità cubofuturiste, astrattismi e surrealismo. LuganoMusica dedica dunque agli Anni ’20 e al capoluogo francese una serie di appuntamenti che offrono allo spettatore la possibilità di viaggiare

attraverso quegli anni ruggenti e complessi scoprendone la musica: il jazz, l’atonalità, la dodecafonia, la musica scherzosa dei concertes salades, il cabaret… . Il crollo del mondo del XIX secolo trova infatti un corrispettivo anche nel crollo dell’impianto tonale tradizionale. Nasce la musica moderna, in cui i compositori, in vario modo, respingono i valori tradizionali della pratica comune, come la tonalità, la melodia e la struttura. Pur nella grande varietà di tendenze creative, le esperienze più influenti da principio furono in Francia quelle di Claude Debussy e Maurice Ravel, appartenenti entrambi al movimento impressionista, e a Vienna quelle di Arnold Schönberg. Claude Debussy nelle ultime sue opere semplificò considerevolmente il


02

proprio linguaggio, collocando la sua musica “après Wagner”; le nuove generazioni di compositori che arrivarono nelle sale da concerto degli Anni ‘20 andarono oltre, prendendo posizione “contre Wagner et contre Debussy”. Maurice Ravel, nel 1928, compose una musica contraria a tutta la tradizione musicale europea, da sempre basata sullo sviluppo tematico. Nel Boléro il compositore si limitò infatti a ripetere per sedici volte due melodie. La forza di questo capolavoro non smette di sorprenderci ancora oggi. Prima della Guerra, a Vienna, Arnold Schönberg esplorò invece il mondo dell’atonalità per giungere nel 1921 alla dodecafonia: un universo espressivo opposto a quello avvicinato solo pochi anni prima con la trascrizione per ensemble da camera di uno dei più celebri valzer viennesi. La rassegna prenderà in esame queste principali caratteristiche musicali dell’epoca attraverso due concerti sinfonici, un weekend di quartetti, un récital e due inediti concerti da camera. Tra le proposte, il pubblico potrà ascoltare l’insolito quartetto svizzero Gershwin Piano Quartet, i prestigiosi Wiener Philharmoniker e l’Orchestre de la Suisse Romande. Venerdì 21 dicembre (ore 20:30) si esibirà il Gershwin Piano Quartet. Fondato nel 1996 da André Desponds, il quartetto non solo arrangia per l’insolita formazione di quattro pianoforti la musica di George Gershwin, ma include nei suoi virtuosistici concerti

opere classiche, jazz e musical di Broadway, creando uno spettacolare dialogo pianistico fra i generi. Accanto alla Rhapsody in Blue di Gershwin, durante la serata luganese verranno presentate anche una pagina di Maurice Ravel, grande ammiratore di Gershwin; la trascrizione del poema sinfonico L’apprendista stregone di Paul Dukas, una rapsodia ungherese di Brahms e un’improvvisazione da Chopin. Completeranno il programma Bad di Michael Jackson e una selezione di musiche da West Side Story, in omaggio al centenario della nascita del suo autore Leonard Bernstein. Bernstein riecheggerà nell’appuntamento con i Wiener Philharmoniker, in programma venerdì 18 gennaio (ore 20:30). Michael Tilson Thomas, attuale direttore musicale della San Francisco Symphony Orchestra, ha ereditato dal suo maestro Leonard Bernstein, per l’appunto, la straordinaria versatilità come direttore d’orchestra, pianista, compositore e divulgatore musicale. Alla testa dei leggendari Wiener Philharmoniker, Tilson Thomas proporrà opere di Beethoven (Terzo concerto per pianoforte e orchestra, solista Igor Levit) e Brahms (Seconda Sinfonia), brani che il suo maestro diresse spesso a Vienna. La serata sarà aperta dal suggestivo e originale Decoration Day, tratto dalla Holidays Symphony, di colui che tutti i musicisti americani considerano il proprio Abramo Lincoln della musica, Charles Ives e che preannuncia gli Anni ’20.

Il Boléro di Maurice Ravel sarà il fulcro del concerto dell’Orchestre de la Suisse Romande, diretta da Jonathan Nott, venerdì 10 maggio (ore 20:30). Nott eseguirà l’iconico brano e la rara trascrizione per orchestra di Gaspard de la nuit, sempre di Ravel. L’orchestra, committente dei più celebri compositori del secolo scorso, presenterà la Sinfonia per fiati di Stravinskij, scritta in morte di Debussy; nella tradizione delle commissioni prestigiose, verrà eseguito il Concerto per flauto di Eric Montalbetti, il cui solista sarà l’impareggiabile virtuoso Emmanuel Pahud. Il fil rouge presenta infine due concerti da camera. Il pubblico potrà assistere ad altre sonorità dell’epoca nella rilettura dei programmi che Jean Wiéner, grande pianista, compositore di concerti parigino, aveva denominato Concerts salads. Da Parigi a Vienna, si “viaggerà” nel corso del primo concerto giovedì 21 febbraio (ore 20:30) con la musica spoglia e scherzosa di Erik Satie (Ludions per voce e pianoforte) e Francis Poulenc (Le Bestiaire per voce e pianoforte) e due trascrizioni per ensemble da camera di uno dei più celebri valzer viennesi, il Verein für musikalische Privataufführeungen di Arnold Schönberg. Mentre giovedì 21 marzo (ore 20:30) il concerto si soffermerà sulla ricerca musicale sviluppatasi in campi nuovi come il jazz, con i lavori di Maurice Ravel. www.luganomusica.ch 03 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

39


04

01 Gershwin Piano Quartet 02 Michael Tilson Thomas Ph: Kristen Loken / ADJ COLOR 03 Parigi - Anni 20 04 Jonathan Nott Ph: Sven Lorenz

TUTTI GLI APPUNTAMENTI MUSICALI Ve 23.11.18 ore 20:30 Teatrostudio Pablo Barragán, clarinetto Maki Wiederkehr, pianoforte Musiche di Debussy / Poulenc / Bernstein / Prokof’ev Ma 27.11.18 ore 20:30 Teatrostudio Alberto Ferro, pianoforte Musiche di Schumann / Debussy Ve 21.12.18 ore 20:30 Sala Teatro Gershwin Piano Quartet Musiche di Dukas / Schubert / Brahms / Ravel / Gershwin / Desponds / Jackson / Bernstein Ve 18.01.19 ore 20:30 Sala teatro Wiener Philharmoniker Michael Tilson Thomas, direttore Igor Levit, pianoforte Musiche di Ives / van Beethoven / Brahms

40

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Gio 21.02.19 ore 20:30 Teatrostudio Gli Anni ’20 – Concert salade I Parigi e Vienna Danilo Rossi, viola Enrico Dindo, violoncello Gabriele Carcano, pianoforte Luisa Castellani, soprano Musiche di Honegger / Satie / Poulenc / Debussy / Strauss (figlio) Sa 16.03.19 ore 20:30 Teatrostudio Quartetto Energie Nuove Hans Liviabella, violino Barbara Ciannamea, violino Ivan Vukcevic, viola Felix Vogelsang, violoncello Musiche di Prokof’ev / Malipiero / van Beethoven

Gio 21.03.19 ore 20:30 Teatrostudio Gli Anni ’20 – Concert salade II – Influenze e ironia Robert Kowalski, violino Enrico Dindo, violoncello Gabriele Carcano, pianoforte Musiche di Ravel / Webern / Doucet / Casella Ve 10.05.19 ore 20:30 Sala Teatro Orchestre de la Suisse Romande Jonathan Nott, direttore Emmanuel Pahud, flauto Musiche di Stravinskij / Montalbetti / Ravel



LAC / ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

CAPODANNO IN MUSICA

L’OSI TORNA AD ESIBIRSI IL 31 DICEMBRE ALLE 18.30 PER LA SERATA DI SAN SILVESTRO CON DUE ARTISTI D’ECCEZIONE: LA PIANISTA MARTHA ARGERICH E IL DIRETTORE D’ORCHESTRA CHARLES DUTOIT.

42

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

I

n tutto il mondo è tradizione salutare il Capodanno con concerti ed esibizioni musicali che in molti casi sono entrate a far parte della storia della musica, diventando veri e propri appuntamenti a livello internazionale, assolutamente da non perdere. Anche Lugano si è posta su questa strada e vuole festeggiare l’arrivo del Nuovo Anno con un evento speciale grazie alla straordinaria pianista Martha Argerich a fianco del celebre direttore d’orchestra vodese, Charles Dutoit, per lungo tempo compagno di vita e per un tempo ancora maggiore compagno d’arte di Martha Argerich. Per la serata - prodotta dall’Orchestra della Svizzera italiana - eseguiranno un loro cavallo di batta-

glia: il virtuosistico e affascinante Primo concerto per pianoforte di Franz Liszt, dopo la fiabesca suite del balletto di Maurice Ravel, Ma Mère l’Oye. Nella parte conclusiva del concerto, la brillante ouverture romantica per le Lustige Weiber von Windsor di Otto Nicolai e tre gioielli di Johann Strauss figlio: il valzer Frühlingsstimmen, la polka Tritsch-Trasch e la polca veloce Unter Donner und Blitz. Questo concerto-evento di San Silvestro fa seguito a quello del 2016 con il soprano Eva Mei, raffinata esecutrice del Belcanto italiano, che salì sul palco con l’OSI diretta da Gérard Korsten per un programma appassionante che prevedeva capolavori del repertorio operistico italiano di Donizetti e Verdi


LAC / ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

e brillanti composizioni della Vienna di J. Strauss. Da ricordare in questo contesto anche il Concerto in Omaggio a Martha Argerich nel giugno 2017, con il quale l’OSI riportò a Lugano la grande pianista argentina dopo oltre 15 anni di collaborazione e a un anno dall’ultima edizione del Progetto Martha Argerich. Per l’occasione la Argerich tornò ad esibirsi sulle rive del Ceresio con l’OSI e il suo direttore principale Markus Poschner, assieme alla figlia Annie Dutoit (nel ruolo di narratrice) e alla pianista Akane Sakai, in un percorso musicale di altissimo spessore, con musiche di Rossini, Beethoven e Saint-Saëns. Questo nuovo appuntamento rappresenta un’occasione ulteriore per manifestare l’affetto e l’alta stima della città di Lugano e di tutti gli appassionati per la grande pianista argentina. Dal 2010 cittadina onoraria di Lugano, Martha Argerich è ormai ambasciatrice della Svizzera italiana e dell’OSI nel mondo. Nata a Buenos Aires, enfant prodige del pianoforte, studia in Europa e dal 1957 – giovanissima – s’impone nei più prestigiosi concorsi pianistici internazionali: al Ferruccio Busoni di Bolzano, al Concours de Genève e al Fryderyk Chopin di Varsavia. Anche se il suo temperamento la porta verso composizioni di alto virtuosismo, l’artista rifiuta di considerarsi una specialista. Ha un repertorio estesissimo, da Bach a Bartók, da Beethoven, Schumann, Chopin, Liszt,

Debussy, Ravel e Franck, a Prokof’ev, Stravinskij, Šostakoviš, C Šajkovskij e Messiaen. Contesa dai più prestigiosi festivals in Europa, Giappone e America, privilegia pure la musica da camera. Instancabile nel promuovere la formazione musicale dei giovani talenti, nel 1988 diventa direttore artistico del Beppu Argerich Festival in Giappone. Numerose e prestigiose le distinzioni che le sono state attribuite in Francia, Italia, Giappone e America. A conclusione del concerto seguirà un brindisi augurale per il nuovo anno alla presenza degli artisti e dell’OSI, prima del rientro a casa per il cenone di San Silvestro. L’Orchestra della Svizzera italiana è Orchestra residente al LAC: nella Sala Teatro del centro culturale svolge la maggior parte dei suoi concerti in abbonamento e realizza coproduzioni di opera, balletto e danza: esempi significati Il lago dei cigni con il Balletto del Mariinskij nel 2017,la rappresentazione in forma semi-scenica del Così fan tutte di Mozart con il Landestheater Linz nel maggio 2018 e Romeo e Giulietta con il Ballet Preljocaj in cartellone per il 15 e 16 dicembre 2018 al LAC. Il nuovo anno dell’Orchestra inizierà

con quattro appuntamenti a Lugano presso l’Auditorio Stelio Molo RSI per la mini rassegna creativa OSI in Auditorio. Tre i concerti nella formula Play&Conduct che presenterà tre grandi solisti - Yuri Bashmet, Jörg Widmann e Sergej Krylov - nella duplice e anche triplice veste di solistadirettore d’orchestra e compositore. Giovedì 31 gennaio 2019 invece Markus Poschner e l’OSI accompagneranno uno dei più duttili e particolari pianisti italiani, Andrea Bacchetti. I concerti OSI al LAC riprenderanno a febbraio 2019 e termineranno l’11 aprile. Due gli appuntamenti di febbraio, assolutamente da non perdere: giovedì 14 alle 20.30 il direttore principale OSI Markus Poschner e il pianista Francesco Piemontese eseguiranno i Concerti 1, 2 e 4 di Beethoven, mentre giovedì 28 la guida dell’OSI passerà a Micheal Sanderling che eseguirà la Sinfonia n. 6 Pastorale di Beethoven e il Concerto per violino di Berg con solista Carolin Widmann.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

43


LAC / PRISMATICA

UN CALEIDOSCOPIO DI LUCE 01

FINO AL 9 GENNAIO 2019 LA LUCE TORNA PROTAGONISTA IN PIAZZA LUINI GRAZIE AD UNA NUOVA E AFFASCINANTE INSTALLAZIONE D’ARTE PUBBLICA. 02

D

opo Impulse e Loop, è in arrivo dal Quartier des Spectacles di Montréal Prismatica: un’installazione interattiva che trasforma la piazza del LAC in un gigantesco caleidoscopio invitando visitatori e passanti a giocare con la luce. Realizzata dallo studio d’architettura RAW Design di Toronto, Prismatica è formata da 25 prismi di vetro rotanti di oltre 2 metri di altezza, capaci di proiettare luci multicolore in diverse direzioni. Attraverso le strutture distribuite su tutta la piazza, i visitatori possono vagare e osservare il LAC e la città sotto una nuova lente, e al contempo sperimentare continue riflessioni di luce. «L’intento dell’opera – spiega Roland Rom Colthoff, direttore di RAW– è di divertire e creare qualcosa di coinvolgente che, per qualche istante, faccia dimenticare il freddo invernale». Ogni prisma è composto da pannelli laminati e trasparenti, rivestiti da una pellicola dicroica che riflette i colori dello spettro visibile, posizionati su

44

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

03

una base rotante sulla quale sono montati dei fari e delle campanelle tubolari. I passanti possono interagire e giocare con l’opera ruotando i prismi e scoprire gli infiniti giochi di luci e rifrazioni creati dai colori irradiati, mentre il suono delle campanelle propone un’affascinante colonna sonora. Prismatica è stata creata per l’edizione 2014/15 di Luminothérapie, vincendo il concorso che il Partenariat Quartier des Spectacles organizza annualmente con lo scopo di animare il quartiere culturale della città canadese proponendo esperienze originali all’insegna dell’interattività e della luce, e così favorire la creatività nel campo dell’arte urbana e digitale. Da tre anni il LAC ospita nel periodo delle festività invernali i vincitori di questa competizione, che nel tempo è divenuta un riferimento a livello mondiale, perseguendo il fine di avvicinare l’arte a un pubblico più ampio possibile e di renderla fruibile nei luoghi pubblici attraverso esperienze anche ludiche.

04

01 Ph: © Doublespace Photography 02 / 03 / 04 Ph: © Cindy Boyce


Upcoming art fairs: BRAFA | Booth 134a Tour & Taxis - Royal Depot, Brussels, Belgium 26 January- 3 February 2019 artgenève | Booth C12 Palexpo SA, Le Grand-Saconnex, Switzerland 31 January - 3 February 2019 ARTEFIERA Bologna Fiere, Italy 1 - 4 February 2019

Enrico Castellani, Superficie bianca, 1980, acrylic on canvas, 80 x 100 cm JesĂşs Rafael Soto, Vert et Jaune Avec Tes, 1989, mixed media 102.9 x 102.9 cm Heinz Mack, Lichtrelief, 1961, aluminium relief on board, 91.5 x 73 cm herman de vries, one is many many is one, 2011, crayon on paper, 61 x 86 cm Agostino Bonalumi, Arancione, 1971, shaped canvas and vinyl tempera, 100 x 80 x 14 cm

Cortesi Gallery London 41 & 43 Maddox St. W1S 2PD London United Kingdom Cortesi Gallery Milano Corso di Porta Nuova 46/B 20121 Milano Italy Cortesi Gallery Lugano Via Nassa 62 6900 Lugano Switzerland


01

TESTIMONE DELL’ANGOSCIA UMANA DI RUDY CHIAPPINI UNO DEGLI INDISCUSSI MAESTRI DELLA STAGIONE ESPRESSIONISTA, OSKAR KOKOSCHKA, È IL PROTAGONISTA ASSOLUTO, CON OLTRE 200 OPERE, DELLA MOSTRA IN PROGRAMMA AL KUNSTHAUS DI ZURIGO FINO AL 10 MARZO 2019. UN AVVENIMENTO UNICO E MOLTO ATTESO IN QUANTO SI TRATTA DELLA PRIMA RETROSPETTIVA IN SVIZZERA DA OLTRE 30 ANNI.

T

homas Mann, nel 1956, ha definito Kokoschka “mago civilizzato”, aggiungendo che, per essere un pittore come lui, era necessario avere “intelletto e sogni”, godendo insieme delle “benedizioni che scendono dall’alto dei cieli e di quelle che salgono dalle profondità degli abissi”. Certo, all’epoca di quella definizione l’artista austriaco era già avanti con gli anni essendo nato il 1 marzo del 1886, ma il giudizio calzava a pennello in quanto la poetica non aveva subito sostanziali mutamenti.

Kokoschka appartiene insieme a Francis Picabia e a Pablo Picasso a quella generazione di pittori che sono rimasti fedeli all’arte figurativa nel secondo dopoguerra, contrapponendosi alla predominanza dell’arte astratta. Non va perciò scordato, ad esempio, il suo fondamentale contributo alla definizione di una nuova ritrattistica nella quale si evidenziano clamorosamente la psiche del soggetto rappresentato e le sue tensioni interne attraverso i tic e gli atteggiamenti fisici sintomatici dei suoi disturbi psicologici: determinante l’influenza diretta dell’opera di Freud, che pubblica in quegli anni la sua “Interpretazione dei sogni” ed apre la via all’estrinsecazione liberatoria degli istinti repressi e dei desideri dell’inconscio. Fondamentale in quest’ottica l’incontro nel 1908 con Adolf Loos cui Kokoschka dedica un intenso ritratto posto in grande evidenza dalla mostra di Zurigo. Nel dipinto l’architetto, seduto, vestito in modo convenzionale, guarda lontano, ma sarebbe più esatto dire che guarda dentro di sé, gli occhi infossati ed assenti, il corpo ed il volto definiti da linee agitate, graffianti, contorte, segno dell’affiorare di un impetuoso

conflitto interiore. La figura compressa e trattenuta più che espressa, manifesta una energia faticosamente controllata che culmina nelle mani nodose, nervosamente aggrovigliate e deformate. È evidente come la somiglianza puramente fisica del ritratto al soggetto reale passa in secondo piano rispetto all’analisi profonda e quasi crudele della sua interiorità, scavata con segno penetrante, spigoloso e duro prodotto da un

02

46

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


CULTURA / OSKAR KOKOSCHKA 03

04 01 La saga di Prometeo (trittico) 1950 Olio e tecnica mista su tela 720 x 234 cm The Courtauld Gallery, Londra © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zurigo

pennello molto simile ad uno scalpello. Lo strappo con il passato è netto: l’inquietudine, i turbamenti, le passioni e la morte irrompono sulla tela attraverso un linguaggio nuovo che prelude alla deformazione espressionista e dà forma ai contenuti angosciosi della coscienza individuale e collettiva. Trasferitosi a Berlino, la fama di Kokoschka cresce sempre più e sua pittura diviene dura, senza filtri tanto da essere definita “selvaggia”. Quello che gli interessava era rappresentare l’angoscia ed i problemi dell’uomo e della società. Attraverso un centinaio di dipinti, commissionati da personalità del mondo della letteratura, dell’architettura e della politica e altrettante opere su carta, oltre a fotografie e lettere, l’esposizione vuol dimostrare come Kokoschka sia riuscito almeno in parte a smentire la diffamazione della sua arte come «degenerata» durante il nazionalsocialismo. In esilio in vari Paesi europei, per il suo minare le presuntuose certezze del regime, Kokoschka diviene nel dopoguerra un indomito fautore della libertà, della democrazia e dei diritti individuali, un umanista che nelle sue opere dà spazio ad affascinati paesaggi oltre che a personaggi mitologici e ad allegorie, attraverso le quali rappresenta il rifiuto degli orrori della guerra e l’esaltazione della forza dell’amore e della bellezza della natura. È proprio tale linguaggio artistico indipendente e di protesta politica a rendere inconfondibile il suo stile. Il punto focale della retrospettiva è rappresentato da due monumentali trittici larghi circa otto metri e alti oltre due – Prometeo e Le Termopili –

che rappresentano l’apice della maturità dell’artista e che da oltre 50 anni non vengono presentate assieme. Le due opere sono state realizzate in un momento di transizione quando, dopo un decennio di soggiorno a Londra, nel 1953 l’artista si trasferisce a Villeneuve in Svizzera, dove è rimasto fino alla sua morte avvenuta nel 1980. La rappresentazione di Prometeo, ispiratore della civiltà, alleato dell’umanità e amico del progresso, simboleggia la capacità tecnica di manipolare e trasformare il mondo per renderlo più accogliente e soddisfacente. Il trittico delle Termopili allude, nell’immagine dei persiani che invadono la Grecia, all’irruzione della barbarie nell’antica cultura occidentale. Dunque un ulteriore avvertimento contro il possibile rinascere di nuove forze negative nella nostra storia. Sono due opere significative, dal carattere indubbiamente politico e di denuncia. Tuttavia risultano emblematiche anche per la comprensione del processo creativo che contraddistingue Kokoschka rispetto ai suoi contemporanei. Le pennellate sciolte e decise oltre all’uso di colori violenti e accesi permettono infatti di riconoscere l’inconfondibile approccio stilistico dell’artista, saldamente ancorato ad una figurazione esasperata e visionaria, portata ai limiti del disfacimento della forma. Metafora su cui si fonda la realtà, indagata, frugata nel suo significato più intimo eppure sfuggente ed inconoscibile, in quella dimensione inviolabile in cui si celano i fantasmi della mente ed in cui si consuma il dramma universale dell’uomo contemporaneo.

02 Autoritratto 1923 Olio su tela 110 x 70 cm Kunstsammlungen Chemnitz © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zurigo 03 Dents du Midi 1910
 Olio su tela 79,5 x 115 cm Collezione privata © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zurigo 04 Coppia di innamorati con gatto 1917 Olio su tela 93 x 130 cm Kunsthaus Zürich
 © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zurigo 05 Adolf Loos 1909 Olio su tela 74 x 91 cm Staatliche Museen zu Berlin, Nationalgalerie
 © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zurigo

05 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

47


CULTURA / IMAGO ART GALLERY

IMAGO ART GALLERY DI LUGANO RAVVIVA LA STAGIONE INVERNALE CON UN’IMPORTANTE ESPOSIZIONE (DAL 24 GENNAIO AD APRILE) DEDICATA ALLE VARIOPINTE TELE DEL PITTORE ITALIANO SALVO.

SALVO, MAESTRO DEL COLORE

N

ato in provincia di Enna, nel 1956 si trasferisce con la famiglia da Catania a Torino dove ha vissuto e lavorato fino alla morte. Tra il settembre e il dicembre 1968 è a Parigi, coinvolto dal clima culturale del movimento studentesco. Rientrato a Torino, inizia a frequentare gli artisti che operano nell’ambito dell’Arte Povera: Alighiero Boetti, di cui diventa amico, Merz, Zorio, Penone. Salvo è tra i pochi artisti italiani capaci di sintetizzare concezione ed esecuzione, dimostrando che il pensiero e il fare, la riflessione e il mestiere, sono assolutamente complementari. Volume, superficie, spazio, luce e colore sono i veri protagonisti di queste sue Creazioni idealizzate, in cui regna una calma sovrana che è memoria (storica) ma anche poesia (del tempo passato). Si tratta per lo più di archeologie e architetture rivisitate in forme semplici, asciutte, “classiche” nel loro genere, che si rifanno a un malinconico arcaismo; in esse proliferano i pun-

48

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

ti di vista, gli scorci, le fughe prospettiche, in un continuo addensarsi di colori che sono dolcemente graduati tra coni d’ombra e luce. Ne emerge un mondo tanto personale quanto peculiare, in cui la realtà si trasfigura in un artificio di rara intensità e intelligenza, a riprova del

fatto che “i pittori devono meditare coi pennelli in mano”. L’artista ha partecipato a numerose mostre in importanti musei, gallerie o manifestazioni in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di Venezia nel 1976 e nel 1984, Documenta 5 nel 1972 e la mostra Die Sammung Paul Maenz a Weimar nel 1999. Ha avuto mostre personali al Museo Boymans-van Beuningen a Rotterdam, alla Villa delle Rose di Bologna nel 1998, alla Gamec di Bergamo nel 2002, al Trevi Flash Art Museum nel 2003 e, nel 2007, alla Gam di Torino. In attesa dell’apertura di questa importante mostra, prosegue fino al 12 gennaio l’esposizione di opere dell’artista GLOC (Giorgio Lo Cascio) nato a Inverigo (Como) da madre pittrice e padre industriale tessile. Per lui fare l’architetto è una passione che dura tutt’ora e che gli ha permesso di girare il mondo, di progettare, disegnare, fotografare e dipingere. Negli anni ’60 e


CULTURA / IMAGO ART GALLERY

’70 fa esperienze di pittura di vario tipo: olio su tela, acrilico su tela e tavola, inchiostri su tela lucida. Espone, a latere, in alcune personali della madre a Milano, ma il lavoro di architetto con un proprio studio lo impegna in Italia e all’estero a tempo pieno, e la pittura resta un sogno nel cassetto. La fotografia è sempre stata una grande passione e l’abbandono della pellicola, del lavoro in camera oscura e di tutta l’attrezzatura accumulata negli anni a favore della fotografia digitale, non è stato un passo semplice. Una volta en-

trato nel mondo fotografico digitale, però, acquisite le conoscenze e le capacità operative dei mezzi a disposizione, si rende conto della infinita creatività resa possibile dalla nuova tecnologia. Così, nel 2008 ha inizio la sua ultima esperienza creativa, che utilizza come elemento base proprio la fotografia. La foto rappresenta l’immagine del reale e la foto digitale riproduce questa realtà attraverso l’aggregazione di particelle, i “pixel”. Si potrebbe quindi arrivare a dire che la foto digitale è un’immagine che segue i con-

cetti del divisionismo, un nuovo “divisionismo digitale”. I singoli punti di colore sono connessi tra loro in modo tale da tradursi nell’immagine fotografata; intervenire sull’aggregazione, sul colore, sulla trasparenza e su ogni altra caratteristica di questi punti significa alterare la realtà e dare spazio a una nuova e illimitata possibilità espressiva.

Salvo Paesaggio con colonne 1989 200 x 149,5 cm Olio su tela

IMAGO ART GALLERY SAGL Via Nassa 46 6900 Lugano Tel.+ 41(0)91 921 43 54 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

49


CULTURA / DE PRIMI FINE ART

I COLORI DEL RITO DI TAKESADA MATSUTANI LA GALLERIA LUGANESE OSPITA DAL 16 NOVEMBRE AL 25 GENNAIO 2019 UN’INTERESSANTE MOSTRA DI OPERE DI UNO DEI PIÙ SIGNIFICATIVI ARTISTI GIAPPONESI CONTEMPORANEI.

01

DI PAOLO REPETTO

N

el 1963, poco più che ventenne, Takesada Matsutani (Osaka, 1937) entrò a far parte del gruppo Gutai: il vasto, profondo movimento artistico giapponese, che a partire dai primi anni cinquanta del Novecento, fino al ’72 - anno del suo scioglimento - ha raccolto i principali creatori dell’Estremo Oriente. «L’arte Gutai è creata da un gruppo di singoli artisti che usano tutte le tecniche ed i materiali possibili; essi non si limitano quindi alla bi o tridimensionalità, ma impiegano anche liquidi, materie solide, gas e persino argilla, elettricità e il tempo stesso per rivelare ovunque tutte le possibili forme di bellezza nella sua freschezza originale» (Motonaga). Così, come i Dadaisti, come i Futuristi, questi artisti hanno allargato enormemente gli ideali ed i confini dell’arte. Poiché il significato più autentico e profondo della parola gutai (concreto) è immaginazione, personificazione, incarnazione: incarnazione dello spirito attraverso la materia: testimonianza del passaggio dell’Energia primordiale dall’invisibile al visibile, dallo spirito alla materia. In una nuova visione del tempo e dello spazio: «Il tempo non ha mai partecipato alla spazialità del dipinto. La passione del gruppo Gutai per la scoperta richiede l’elemento del tempo oltre che quello dello spazio per produrre un pieno impatto artistico. Abbandonando la cornice, saltano giù dalle pareti, e cercano di uscire da un tempo immobile e andare verso un tempo vivente, e quindi di creare un nuovo tipo di arte pittorica. Si differenziano completamente dal nesso spazio-tempo del teatro convenzionale che ha sempre proposto materiale letterario. I cambiamenti che vengono attuati qui e ora sollecitano emozioni durature. Il tempo per lo spazio e lo spazio per il tempo: questi saranno i quadri di una rinnovata importanza» (Murakami). Anche Matsutani, sull’esempio dell’arcaica tecnica giapponese tarashikomi e del dripping di Jackson Pollock, fin dagli inizi della sua carriera, ha giocato con il tempo e lo spazio: il tempo lento delle colature di vinavil che formano ampie,

50

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

02


CULTURA / DE PRIMI FINE ART 03

sensuali curvature, il ritmico tempo di un casuale e preciso sgocciolio: lo spazio di ampi fogli o tele che accolgono festose campiture, a volte tridimensionali - gonfiate dal soffio d’aria attraverso una cannuccia - a volte pazientemente decorate con il fine e fitto ordito della grafite. Trasferitosi a Parigi, dove tutt’ora risiede, verso la fine degli anni ’60, da allora ha moltiplicato variegate colature di colore, di diversi materiali, elaborandoli con spazzole, scope, spatole, palloncini, sacche, in una attenta cerimonia dove l’Oriente incontra l’Occidente. Questa mostra raccoglie una ventina di opere, dal 1974 al 2010: opere su tela e su carta, dove la sua inimitabile tecnica appare e si rivela: il fitto e denso nero della grafite, pazientemente steso nel gesto fermo e preciso della mano; il segno Zen della penna, che circoscrive la ricchezza del vuoto come pausa, silenzio, respiro; i colori compatti dell’acrilico in minime variazioni timbriche; le sinuose ed eleganti forme della colla vinavil colorata, che ricama variegate superfici. Il tutto per lo più in bianco e nero, i colori essenziali dell’antica tradizione giapponese: i colori simbolo dello Ying e dello Yang, del più e del meno, del positivo e del negativo, di questo e quello, capaci nel pensiero taoista di un sereno incontro e una profonda unione. Punti di contatto, segni, gesti, cerchi, onde, dove percepiamo una straordinaria sintesi tra il pieno ed il vuoto, il moto e la stasi. In questo senso, come un antico saggio, Matsutani sembra dirci: “Festina lente”, affrettati lentamente (Svetonio, Vite dei Cesari, Augusto, 25, 4) nella volontà di riscoprire la ritualità, la concentrazione, la profondità dell’essere e del fare; dove alla velocità, all’impazienza, al furore occidentale, si contrappone la riflessione, la meditazione, la cerimonia orientale; dove l’hybris (eccesso, vanità, superbia) delle nostre arcaiche origini greche si calma e purifica in una lenta e profonda contemplazione.

04

01 Oblique 87-5 1987 Grafite e colla vinilica su carta applicata su tela 162 x 130 cm

05

02 Untitled 1984 Colla vinilica, grafite e acquerello su carta 145 x 104.7 cm 03 Cercle 09-11 2009-2011 Colla vinilica, acrilico e grafite su tela 99.8 × 81 cm 04 Work 1986 Matita e grafite su carta 65.6 x 49.8 cm 05 Horizontal 93-7-20 1993 Colla vinilica, acrilico e grafite su tela 41 x 33 cm

Piazza Cioccaro 2 CH-6900 Lugano +41 91 923 48 33 info@deprimi.ch www.deprimi.ch

PROSSIME MOSTRE Febbraio 2019 Silvano Repetto Performance inutili

51


CULTURA / THE GALLERY

RITORNO ALLE ORIGINI Nouméa, la maggiore città francofona dell’Oceania, poi a Nizza, Parigi e Metz ed ora a Lugano». DIDIER ZANETTE NON È SOLTANTO UN AFFERMATO GALLERISTA MA UN APPASSIONATO COLLEZIONISTA E UN PROFONDO CONOSCITORE DELL’ARTE E DELLA CULTURA DEI POPOLI DELL’OCEANIA CHE HA STUDIATO PER DECENNI SOGGIORNANDOVI PER LUNGHI PERIODI E VIVENDO PRESSO GLI ABORIGENI. E LE CUI STRAORDINARIE OPERE VUOLE ORA FAR CONOSCERE ANCHE ATTRAVERSO L’APERTURA DELLA SUA NUOVA GALLERIA LUGANESE.

C

ome è nato e si è sviluppato questo suo interesse per culture così lontane e ancora poco conosciute in Europa? «Sono francese nato in Marocco, ho trascorso l’infanzia a La Réunion, poi ho lavorato per molti anni in banca occupandomi soprattutto dei mercati di quella parte del mondo, il che mi ha costretto a continui viaggi in Australia e poi nei diversi arcipelaghi che costellano il Pacifico. Mi sono dunque interessato alle culture dei diversi Paesi e questa passione è cresciuta giorno dopo giorno percorrendo le terre dell’arcipelago australiano, dalla Nuova Caledonia alla Polinesia e alla Papuasia, documentando la cultura e l’arte delle popolazioni aborigene. Lasciato il mondo della finanza, ho continuato a studiare a lungo la cultura e l’arte degli aborigeni, ho pubblicato saggi e libri sull’argomento, ho aperto una prima Galleria d’arte aborigena a

52

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Quali sono i principali elementi di cui occorre tenere conto approcciandosi all’arte aborigena? «Bisogna premettere che con l›espressione arte aborigena australiana si intende sia l›arte antica e tradizionale degli australiani aborigeni prima della colonizzazione europea, sia l›arte moderna di artisti aborigeni contemporanei che si ispirano alla cultura tradizionale del loro popolo (eventualmente apportando innovazione e contaminazione con forme artistiche di origine europea, come l›uso di pitture acriliche su tela). L›arte aborigena include dipinti, sculture di legno, abiti da cerimonia, nonché decorazione di strumenti musicali, armi e oggetti rituali o altri strumenti. L›arte costituisce un elemento fondamentale della cultura aborigena e queste opere venivano usate per segnare il territorio dei vari clan, ricordare eventi storici, raccontare le storie, insegnare le leggi e la morale. L’espressione artistica si riallaccia a un complesso mondo sociale e culturale nel quale diversi “artisti”, uomini e donne, trovano motivo d’ispirazione ed identità: figure stilizzate, silhouettes, raffigurazioni di natura, immagini geometriche che all’occhio

occidentale appaiono astratte, ma in effetti si avvalgono di un complesso simbolismo nel quale alle diverse forme geometriche o colori sono assegnati precisi significati, spesso di natura mitologica e rituale, spirituale e religiosa». Perché la sua scelta di aprire The Gallery a Lugano? «Ritengo che Lugano e il Ticino costituiscano un contesto particolarmente favorevole alla diffusione della conoscenza di un ambito artistico ancora abbastanza sconosciuto in Europa. In questa città vi sono istituzioni culturali molto attive e collezionisti attenti e interessati alle novità e all’apertura riguardo a nuove tendenze culturali. Il mio progetto è quello di far conoscere l’arte degli aborigeni, sia quella antica e tradizionale antecedente alla colonizzazione europea, sia di artisti aborigeni


CULTURA / THE GALLERY

contemporanei che si ispirano alla cultura tradizionale del loro popolo». Che cosa presenterete con questa vostra prima mostra nella nuova galleria di Lugano? «L’esposizione “The Memory of Minerals”, si compone d’una trentina di opere pittoriche su tela, di vario formato, dipinte da artisti di talento – quali Ronnie Tjampitijinpa, George Hairbruch, Tjungurrayi o Bobby West Tjupurrula –-i cui nomi cominciano ad essere riconosciuti anche dai musei. Accanto ad esse vengono presentate diverse sculture della serie “Rock” di Arik Levy, artista di origini israeliane, formazione svizzera (si è diplomato all’Art Center College of Design di La Tour-de-Peilz, VD), soggiorni in Giappone e atelier a Parigi. A collegare due mondi apparentemente lontani è il tema della memoria, per quanto declinato in modo molto diverso».

THE GALLERY Riva Caccia 1D CH-6900 Lugano +41 (0)76 418.12.04, didierzanette@gmail.com

Alan Bogana, artista Bally 2017

La premiazione ufficiale dell’Artista Bally 2017 e la presentazione del Tema - Premio Bally 2018, hanno avuto luogo il 17 settembre, presso la sede espositiva del MASI LAC di Lugano. Alan Bogana, nato a Faido nel 1979, è stato

designato Artista Bally 2017 da Frédéric De Narp, Presidente della Fondazione Bally per la Cultura. Bogana è un artista visuale che si è formato presso la Zürcher Hochschule der Künste di Zurigo e la Haute Ecole d’Art et de Design di Ginevra, città dove vive e lavora. La Fondazione ha scelto Alan Bogana per il tipo di lavoro transdisciplinare incentrato sull’esplorazione del comportamento della luce e delle sue interazioni con la materia, e sviluppato utilizzando vari mezzi, come le simulazioni di grafica computerizzata di fenomeni “impossibili” o la manipolazione di materiali traslucidi, fosforescenti e olografici. Una ricerca da parte dell’artista che lo porta a realizzare opere nel-

le quali si riflette il suo desiderio di mettere in discussione ciò che è dato per certo e conosciuto nella consapevolezza che la realtà che ci circonda nasconde incognite e complessità indecifrabili. Durante l’evento, la Fondazione ha annunciato il nuovo tema, Il mondo extrageografico, del Premio Bally 2018, che i partecipanti dovranno affrontare. Il tema proposto è una finestra sulla realtà esterna che si forma immaginando e applicando punti di osservazione che si manifestano nell’itinerario individuale. Il mondo “extrageografico” è un concetto aperto su uno spazio complementare creato secondo un processo interiore che si confronta con la solidità e la stabilità del quotidiano. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

53


CULTURA / MUSEO CIVICO VILLA DEI CEDRI

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE CON DUE IMPORTANTI MOSTRE, APERTE FINO AL 3 FEBBRAIO 2019, RISPETTIVAMENTE DEDICATE ALL’OPERA DI FERNANDO BORDONI E ALLA GRAFICA SVIZZERA, IL MUSEO CIVICO BELLINZONESE ANNUNCIA UNA STAGIONE ESPOSITIVA DI GRANDE SPESSORE E INTERESSE.

N

el 2015, Fernando Bordoni ha donato al Museo un importante fondo di oltre cento opere su carta, che bene illustrano tutta la sua carriera artistica, dagli esordi – immediatamente dopo gli studi all’Accademia di Brera – fino allo sviluppo di un suo personale linguaggio geometrico. Attraverso l’opera di Bordoni, si ripercorre un frammento della storia dell’arte dagli anni 1960 al 2000: dopo una stagione informale, una serie di viaggi in Europa lo avvicina alla Pop art, e dagli esperimenti con pneumatici inchiostrati su carta negli anni 1970, nascerà un’astrazione geometrica d’impronta lirica. La mostra, dal significativo titolo “Tracce del (in)visibile”, permette non solo di seguire l’intera carriera dell’artista con opere su carta e dipinti provenienti dalle collezioni del Museo e da prestatori privati, ma offre anche un’occasione unica di immergersi nel processo creativo dell’artista con una serie di fogli di studi. Fernando Bordoni è nato a Mendrisio nel 1937. Nel 1962 si è diplomato all’Accademia di Brera a Milano. Negli anni 1964, 1965 e 1966 ha vinto la Borsa Federale Svizzera per la Pittura. In quegli anni ha fatto soggiorni di studio in Inghilterra e Germania. Ha rivestito importanti incarichi pubblici tra i quali spiccano quelli di(Membro della Commissione Cantonale delle Belle Arti, e della Commissione cantonale dei monumenti storici ed artistici. Sue opere figurano in collezioni private, raccolte pubbliche e Musei, quali: il Musée d’Art et d’Histoire de

54

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Genéve; La Fondazione Caccia, Lugano; la Fondazione Lucchini, Lugano; la Civica Galleria d’Arte Villa dei Cedri, Bellinzona; il Museo Cantonale d’Arte, Lugano; il Museo Civico delle Belle Arti, Lugano; la Pinacoteca Comunale Casa Rusca, Locarno, la Collezione della Confederazione Svizzera e Ambasciate Svizzere all’estero. Vive a Porza e ha lo studio a Lugano. Nel 1917, su iniziativa di un paio di direttori di musei, di artisti e di collezionisti privati, nasce la Società svizzera di grafica. Il suo scopo è quello di sostenere la grafica d’arte contemporanea, principalmente svizzera, con un’apertura marcata verso l’estero da metà degli anni 1980, e in particolare accompagnando artisti nella sperimentazione di nuove tecniche. La grafica d’arte si presenta oggi più vivace che mai, declinando i linguaggi e variando le tecniche; sempre di più tra la semplice lastra di metallo e il semplice cartone, i supporti si diversificano all’infinito. La mostra (“Internazionalismo e “eccezione elvetica”) offre un interessante panorama storico dell’arte svizzera degli ultimi 100 anni con incursioni di importanti nomi internazionali, da Rosemarie Trockel a Markus Schinwald.



CULTURA / PINACOTECA COMUNALE CASA RUSCA

SPIRITO LIBERO

01

PROSEGUE FINO AL 6 GENNAIO 2019 LA MOSTRA DEDICATA A SANDRO CHIA, LA CUI RICERCA È INTERAMENTE RAPPRESENTATA NEL PERCORSO ESPOSITIVO, CHE OFFRE AL VISITATORE UNA PANORAMICA SUL MONDO ESPRESSIVO DI UNO DEGLI INTERPRETI PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA CULTURA ARTISTICA CONTEMPORANEA. 02

L

a mostra, curata da Rudy Chiappini, rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in Svizzera, un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.uesta anche l’occasione per una riflessione sul movimento artistico nato negli anni Ottanta, attraverso le opere di Chia e di altri suoi esponenti: Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Un movimento, quello della Transavanguardia (ovvero oltre l’Avanguardia), apparentemente di riflusso rispetto al concettualismo dell’arte povera, che trovò nel critico Achille Bonito Oliva – ispiratore e creatore del movimento – la propria autorevole guida nel recupero degli stimoli che avevano alimentato alcune delle avanguardie storiche come l’espressionismo, il fauvismo e la metafisica.

56

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Impulsi che nell’opera di Sandro Chia, tradotti in narrazioni spesso oniriche, si concretizzano in un vigore barbarico, fondendo confessioni intime al gusto per la teatralità. Ne scaturisce una figurazione d’impronta mediterranea che ha saputo in breve tempo imporsi a livello internazionale, anticipando per certi aspetti il passaggio dalla modernità alla postmodernità, fatta di piccole narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare e soprattutto da una nuova attenzione al segno, alla forma e al colore. I punti di riferimento di Chia spaziano dai grandi maestri del passato quali Masaccio e Michelangelo, agli artisti del Novecento come De Chirico, Cézanne, Picasso e Chagall. Chia si appropria di questo enorme patrimonio della pittura figurativa per rielaborarlo nella sua idea dell’arte Le prime esperienze espositive sono caratterizzate da una ricerca concettuale, in seguito Chia individua nel procedimento pittorico il mezzo più adatto per il suo lavoro che evolve naturalmente verso una pittura libera e audace, vivace e suggestiva. Per Chia “la pittura è un mondo di libertà senza limiti, senza confini” e le opere sono lo strumento per lasciarsi andare a ogni sorta di avventura o di sfida. Elemento imprescindibile nell’approccio all’artista è il suo uso del colore: dirompente, variopinto, tendente a repentini mutamenti. L’opera pittorica di Chia scaturisce da una fervida fantasia in cui si incontrano mito, letteratura ed eventi della quotidianità. Sia che illustri temi umili o sublimi, l’artista

03

umanizza i suoi “eroi” dall’aspetto monumentale e fa vivere loro le problematiche del presente: incomunicabilità, difficoltà dei rapporti umani, materialismo, assenza di ideali, atteggiamento passivo nei confronti della società. Questo procedere dell’artista rivela alcune delle sue caratteristiche più intime: la capacità di concentrazione, l’accuratezza tecnica e l’intensità che riesce a esprimere nelle sue opere. 01 The Acrobats 2004 Olio su tela 200 x 220 cm © Matteo Crosera 02 Dichiarazione poetica 1983 Tecnica mista su carta intelata 214 x 179 cm © Matteo Crosera 03 Magnetism, Optimism, Rheumatism 2002 Olio su tela 200 x 220 cm © Matteo Crosera



CULTURA / ROBERTO RIZZATO

TUTTO IL MONDO IN UN PIXEL

Q ROBERTO RIZZATO (PSEUDONIMO DI ROBERTO GALETTA) È UN CONDUTTORE RADIOFONICO E GIORNALISTA DELLA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA DI LUGANO. NELL’ETERE DA OLTRE TRANT’ANNI HA INTRAPRESO ANCHE UN PERCORSO ARTISTICO MOLTO PERSONALE CHE LO PORTA AD ESSERE UNA DELLE VOCI PIÙ INTERESSANTI NEL PANORAMA TICINESE.

ual è stato il percorso artistico che l’ha portato dal mondo della radio a quello dell’arte? «Dopo essermi espresso per decenni in radio solo con i suoni (persino attraverso il mio fantomatico Rumore Misterioso), a un certo punto ho maturato l’esigenza creativa di esprimermi anche attraverso le immagini. Affascinato dalla fotografia digitale, ho subito scoperto la magia della fotomanipolazione artistica. Applicandomi con tutto il mio entusiasmo e la mia fantasia sono diventato un piccolo maestro del fotoritocco digitale, distinguendomi negli “advanced Photoshop picture contest” dei siti Internet specializzati, dove si sfidano i migliori visual artist del mondo. Se in radio ero già noto come disc-jockey, nell’ambiente della computer graphics mi sono profilato come Pix-Jockey (da “pix”, inteso come “pics” = immagini)».

01

02

58

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Lei si definisce un pixelatore. Che cosa significa? «Questa definizione è intrinsecamente connessa al mio nome d’arte e alla mia attività di Pix-Jockey. Col tempo sono passato dai fotomontaggi artistici a delle mie creazioni originali di vera e propria pittura grafica digitale. Per distinguermi dai pittori classici, che utilizzano ancora strumenti e tecniche tradizionali, ho coniato il termine pixelatore, con riferimento ai pixel: gli elementi puntiformi che configurano le immagini sullo schermo elettronico». Che cosa la affascina e che cosa ha appreso dal mondo della computer graphics? «In oltre un ventennio di fotoritocco digitale ho imparato a manipolare artisticamente i pixel, elaborando una mia propria forma di Astrattismo Virtuale, ossia una pittura informale e informatica che fa astrazione persino di vernici


CULTURA / ROBERTO RIZZATO 03

e pennelli, utilizzando le risorse tecnologiche della contemporaneità. Ciò che mi affascina nel creare arte al computer è che posso controllare ogni singolo elemento dell’immagine, potendo fare e rifare a piacimento la mia creazione, fino a raggiungere il risultato voluto. L’opera è digitale, quindi immateriale; ma ho la possibilità di materializzarla nel mondo reale in tanti modi, dimensioni e supporti diversi. Se la sublimo su tela, poi la rifinisco anche a mano, per conferirle un tocco unico e distintivo, con l’ormai consolidato metodo della “tecnica mista”. Quando invece un mio pixismo viene impresso su plexiglass, allora parlo di plexismo. Ma già prevedo ulteriori evoluzioni tecnologiche basate sullo sviluppo dell’inchiostro elettronico». Lei crea anche “dipinti a mano”. Quali sono le sue fonti di ispirazione? «Anche quando dipingo a mano, resto comunque un pixelatore. Mi piace visualizzare la tela come un grande schermo virtuale, lasciandomi guidare dalla mia fantasia e dalle mie urgenze creative. Rientrando comunque nello stilema dell’espressionismo neoinformale, la mia pittura s’ispira al principio della pareidolia, quell’illusione subcosciente che ci fa riconoscere, ad esempio, nelle nuvole le forme di mille cose; pur trattandosi di conformazioni del tutto casuali. Ma ho assimilato anzitutto la lezione del grande precursore dell’Astrattismo, Kandinsky, il dripping di Pollock; nonché le suggestioni cromatiche della Street Art (che, a detta degli esperti, è la Pop Art del nostro secolo). In ultima analisi, lavorando MOLTO con i colori, concepisco i miei quadri come un’espressione artistica di cromoterapia applicata». In quest’ultimo campo, quali sono le tecniche che utilizza? «Raramente uso il pennello e spesso appoggio la tela sul pavimento. Mi sono persino spinto a soffiare sui depositi di colore con la cannuccia! Quando

dipingo sono in una specie di trance mistica e procedo per astrazione gestuale. Talora spremo fuori interi tubetti di vernice, deponendo sulla tela quelle che amo definire delle stringhe ultraplastiche, che poi rimescolo e manipolo con vari arnesi fino a ottenere la disposizione e l’impasto cromatico che cerco. Ma voglio che ne esca sempre e comunque un quadro molto tattile: i miei dipinti a mano sono da vedere; ma anche da toccare! Utilizzando stratificazioni molto spesse di colori acrilici, quando la vernice si asciuga assume a volte la consistenza superficiale della plastica, e anche questo mi sembra molto moderno!». Quali sono state le principali esposizioni personali e collettive cui ha partecipato e quali progetti di ricerca artistica ha per il futuro? «Finora non ho ancora avvertito l’esigenza di organizzare una mia mostra personale; anche se ho già ottenuto qualche spazio pubblico e anche qualche bella vetrina, ad esempio in piazza Grande a Locarno. Da bravo fotomanipolatore, ho pensato che fosse più efficace e originale inserire fotorealisticamente i miei quadri in altri contesti

espositivi. Ormai, nella vetrina globale di Internet, le mie opere hanno già totalizzato milioni di visualizzazioni in tutto il mondo esposte virtualmente nelle location più prestigiose: da Art Basel al Museo di Arte Moderna di New York. Magari un giorno riuscirò a esporre proprio lì davvero; in fondo anche Andy Warhol aveva cominciato come vetrinista! Ricevo comunque ogni giorno attestati di stima nei social e cominciano a interessarsi seriamente ai miei pixismi anche i galleristi; quindi io continuo a pixelare...».

01 Pixismo020 02 Clooney & Francesco 03 Dipinto 030

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

59


CULTURA / FAUSTO TENZI

INCONTRI CON GRANDI ARTISTI LE RIFLESSIONI DI FAUSTO TENZI SONO UN OMAGGIO AL SUO INCONDIZIONATO AMORE PER LA MUSICA E IL CANTO, VISSUTO E CONDIVISO CON I GRANDI INTERPRETI CHE HANNO ACCOMPAGNATO IL SUO PERCORSO ARTISTICO.

A

scuola, da ragazzo, la mia insufficienza in canto, era essenzialmente determinata da una timidezza, che al cospetto di qualsiasi persona che conoscesse la mia passione, mi impediva di esprimere il vulcano di emozioni che provavo. Per qualche tempo il cattivo voto scolastico, mi fu un compagno tutto sommato positivo, come una sorta di angelo custode dei miei tesori musicali. Come un solitario Orfeo, mi vedevo ai piedi di una scala da percorrere e da conoscere in un continuo colloquio con la sparsa dinastia dei geni compositori, allora privilegiati compagni della mia adolescenza. Accanto alla “radio” di casa, lucido simulacro in noce laccato, sempre accuratamente protetto da un panno, mi collegavo alla grande musica…L’amato tema delle Sinfonia Incompiuta di Franz Schubert, quasi una sorta di “identificazione” giovanile, oppure le scandite note del pianoforte del “Chiaro di luna” di Ludwig van Beethoven o ancora gli irraggiungibili vertici vocali dell’Opera lirica con Rossini, Bellini, Verdi, Puccini ,Maria Callas, la Tebaldi, Di Stefano, Del Monaco, Corelli e altri miti. Che fare? E come fare per divenire parte di quel fantastico mondo? Sognare di essere Caruso fra le mura di casa, oppure immergersi nella arena del Bel Canto più prossima alla nostra città, Milano, con la sua storia, la sua tradizione, il suo sommo teatro, la Scala, che ai miei occhi di giovane, transitoriamente metropolitano, appariva come un monolito inscalfibile della bellezza e del sapere, a cui riversare tutte le speranze, le ponderate percezioni dei miei limiti, ma anche qualche certezza. Segui poi un lungo periodo di studio, le prime audizioni, le prime importanti conferme. Senza evocare il lungo percorso artistico, mi soffermerò invece sui rapporti umani con alcune grandi personalità storiche e alcune istituzioni del contesto internazionale, che hanno qualificato “fuori mura” la mia identità di artista, a Berlino a New York a Parigi, Roma, Mosca, in Europa, negli Stati Uniti, in Estremo Oriente, ben più facilmente e ben diversamene va pure detto, che “in casa” a Besso, a Comano o sulla amena lacustre riva della mia città.

60

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


CULTURA / FAUSTO TENZI

Mstislav Rostropovitch Il mio rapporto artistico e umano con il grande violoncellista e direttore d’orchestra russo risale all’occasione della registrazione discografica della “Dama di picche” di Peter Ilych Tchaikovsky, pubblicata da Deutsche Grammophon, a cui seguirono le recite al Théâtre des Champs-Élysées a Parigi. Per oltre un mese ebbi l’onore di lavorare con il grande straordinario personaggio Rostropovitch. Dal primo incontro avvenuto negli Studi di Radio France ebbi la immediata percezione di vivere una esperienza artistica irripetibile. Le parole di benvenuto rivolte dal podio al cast dei solisti, all’Orchestre Nationale de France e al coro, oltre 250 esecutori, furono il “la” di inizio di un grande viaggio nelle braccia di Euterpe. Mstislav Rostropovitch comunicava passione con il sorriso e una sorniona bonarietà che penso fosse propria della sua personalità. Spiegava i suoi intenti musicali con divertenti metafore, immergendo tutta la “famiglia” della “Dama di picche” in una atmosfera soffice a fronte della severa realizzazione dell’Opera. Ricordo perfettamente le mie prime battute cantate in russo, immediatamente fermate dal Maestro. Mi invitò ad accostarmi al podio. Mi avvicinai con la certezza di non avere commesso nulla di irreparabile con il mio russo

accademico. Rostropovitch, con grande simpatia mi scrutò in volto e in un divertente lessico francese, russo, italiano, mi disse: «Fausto, tenore troppo bello, troppo italiano, troppo bel canto, i russi sono meno eleganti…». E così dicendo fece un buffa smorfia che suscitò l’ilarità di tutta l’orchestra. Capii immediatamente la connotazione di carattere che dovevo dare al mio personaggio, dimenticando per un momento il bel canto. Il miracolo di una spontanea simbiosi con il grande Maestro, ma soprattutto con l’uomo Rostropovitch. Nelle pause delle prove all’occasione di un incontro conviviale con tutto il cast (si era qualche giorno prima di Natale) il Maestro con una coppa di champagne fra le mani mi abbracciò e con palese emozione mi disse queste profetiche parole: «Amico caro, avrò io una Patria in cui morire?». La sintesi di un uomo, di un cuore grande, di un artista, di una bandiera di libertà. La sua Patria, la Russia di oggi lo ha riaccolto come un figlio annoverato tra i grandi della storia.

Teatro alla Scala Don Carlo di Giuseppe Verdi Direzione Claudio Abbado Regia Luca Ronconi Nel corso delle prove del capolavoro verdiano, alla conclusione dello stupendo duetto del secondo atto, tra Don Carlos e Elisabetta “Io vengo a domandar grazia alla mia Regina” accompagnavo la frase conclusiva “Ah maledetto io son” alzando le braccia. Il grande regista Luca Ronconi, intervenne inducendomi ad ancorare le

braccia al corpo, con i palmi delle mani offerte alla disperazione di Don Carlos, infelice infante combattuto tra la ragion di Stato e un impossibile amore per la Regina. Fu un momento di sublimazione permeata fra Verdi e Schiller, che tramutò una apparente semplice azione scenica, in un momento di statuaria bellezza… Michelangelo, Rodin, la umsica di Verdi...persino la voce divenne più strumento, più intensa. Questo è ciò che può accadere in un magico tempio dell’arte quale è la Scala.

Festival di Berlino Produzione con i Berliner Philharmoniker Sinfonia no. 1 op.26 di Alexander Scriabin Direzione Elihau Inbal Produzione discografica Philips RSO Alte Oper Frankfurt Hessicher Ruundfunk Frankfurt Prima prova, prima lettura della grande Sinfonia eseguita da 250 esecutori, tra orchestra, coro e solisti, ai vertici mondiali assoluti. Il grande auditorio della Philharmonie ti sovrasta per la peculiarità del podio, con la sua centralità rispetto al pubblico che lo circonda in una perfetta fusione tra architettura– uomo–musica, a cui si aggiunge la dipendenza dal prestigio del luogo, ma anche l’esaltazione dell’esserci. Iniziano poi le prove del 6. Tempo cantato della Sinfonia, per tenore, mezzo soprano e coro. Quando l’oceano di suoni della partitura pervade ogni tua fibra, tutto si trasforma nell’esercizio della normalità che diviene assoluta eccellenza. Nel corso di una prova, un mio pollice alzato in segno di ammirazione rivolto alle leggendarie trombe dell’Orchestra, mi fu TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

61


CULTURA / FAUSTO TENZI

ricambiato con delle mani sul cuore da parte del gruppo dei severissimi professori. Aristocrazia e democrazia di una Somma Orchestra, condivisione del fare con gioia grande musica.

Firenze, Maggio musicale fiorentino Ludwig Van Beethoven, Sinfonia n. 9 Direzione Igor Markevitch Nel corso delle prove della grande Sinfonia corale, prima di iniziare la lettura del 6. Tempo, il Maestro, con il severo cipiglio che lo caratterizzava, pronunciò ai quattro solisti alcune indimenticate parole, che trasfuse nell’apoteosi musicale dell’Inno alla gioia, scatenarono una esaltante scarica di adrenalina…“il mondo potrebbe sparire, ma tra le macerie dovrà rimanere questa musica, perché senza di essa ritornerà più povero, senza bellezza e senza amore”. L’allegro vivace della Marcia, affidata al tenore, fu mai così libero e leggiadro come una bandiera, grazie alla simbiosi con il grande Maestro e alle sue parole…”Froh, wie seine Sonnen fliegen durch des Himmels pracht’gen Plan, wandelt, Bruder, eure Bahn frendich wie ein Held…”».

Kovanshina di Modest Mussorwsky Direzione Gennady Rodzeswenkji Protagonisti Nicola Ghiaurov, Fausto Tenzi, Ivan e Andrej Kovansky

62

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Nel corso della produzione, durante un conviviale incontro a pranzo con il Maestro, si parlò di tutto; vita quotidiana, donne, mogli, amanti, cani, gatti e infine di musica. Osai chiedere al Maestro un parere e la richiesta di potere interpretare l’aria finale di Andrej Kovansky con un tempo lento, disteso, legato all’mmagine di una crepuscolare landa della grande terra russa. Le parole del brano, come per un congedo del protagonista dalla vita, “Dove sei madre mia, dove sei padre mio, dove sei Patria mia”, furono cantate con una mia libera interpretazione, grazie al benestare del grande Maestro, che con mio non poco stupore alla mia richiesta, rispose; “Andrey, quando canti quest’aria, io (chinando il capo) mi calo nella buca con la mia orchestra, seguirò il tuo canto! Grandezza di un grande! Nicola Ghiaurov, già fuori scena tra le quinte, al termine del brano, mi inviò un simbolico “bacio artistico” di apprezzamento.

del successo, la insidiosa stecca nell’acuto iniziale del brano. A luci spente, in camerino, il caro Maestro Beer, con paterna preoccupazione mi disse: «Fausto, io ti conosco, sei un cavallo matto, ora che hai nella testa questa stecca, me la ripeterai, abbiamo ancora tanti Trovatori da eseguire». Come un buon padre, con precisione squisitamente svizzero tedesca, mi disse: «facciamo in questo modo, nella prossima recita stai fermo immobile sul proscenio come in un Konzert Abend, con calma mi guardi prima dell’inizio del brano, io rallento e…aspetto il tuo do!». Non dimenticherò mai il sorriso bonario volto del caro Maestro Beer, che per me fu, e divenne in tutte le successive recite, la migliore garanzia per tutti gli acuti che il ruolo di Manrico richiedeva. Semplicità, saggezza, benevolenza di un grande professionista, che divenne uno scialle caldo sul gelo di una stecca in teatro.

Trovatore di Giuseppe Verdi Stadtheater Luzern Direzione Hans Beer Un contratto mi legava al Teatro per una produzione di 25 recite del capolavoro verdiano. Nell’eroico ruolo del protagonista Manrico c’è l’insidioso brano “Di quella pira” che la tradizione vuole essere eseguita con 2 do, anche se non voluti da Verdi, quindi mi attendevano al varco una cinquantina di squillanti acuti che la letteratura del Bel Canto, definiscono “do di petto”. Venne la prima, con successo e corali ottime critiche, ma alla terza recita, forse imprudentemente troppo pago

Giuseppe Di Stefano Il trentennale rapporto di amicizia con Giuseppe Di Stefano, nacque nella sua prestigiosa abitazione in Via degli Omenoni a Milano, tra esercizi di canto e esibizioni delle più celebrate arie d’opera. Ricordo questi incontri come vere e proprie incursioni competitive nel vasto repertorio lirico, sovente oltre un ponderato studio accademico. Gli stimoli e i risultati nascevano da posizioni di valori musicali e vocali assoluti acquisiti di elevatissimo livello. Godere della stima e della considerazione dell’inarrivabile tenore della scena lirica mondiale, quale era “Pippo”,


CULTURA / FAUSTO TENZI

affettuosamente così chiamato dagli amici fu per me un privilegio. Alla sua grandezza di artista, si contrapponeva una disarmante simpaticissima carica umana. Amava molto la Svizzera e Lugano. Ricordo le sue sconsiderate compere in città…5 kg di “formaggio coi buchi”, 800 franchi di sigari cubani e le lamentele per tutto il peso per trascinare tanto formaggio fino al parcheggio della macchina! Frequentavo la sua casa in Santa Maria Hoe nel bergamasco. Nelle tante serate trascorse insieme, mi accoglieva con i suoi candidi capelli della maturità, per poi ritrovarlo in un successivo incontro la settimana dopo, con i capelli corvini, e una sua stupita preoccupata domanda…“perché non sto bene?”. Adorabile Pippo, al di sopra di ogni noiosa normalità. Ad un uomo che cantava Rodolfo insieme a Maria Callas nella Bohème, così da strapparti lacrime di commozione, il divertente episodio

dei capelli transitoriamente mutati dal bianco al nero, assumeva il valore di uno sberleffo geniale alla vita, come la divertita irriverente lingua di Einstein. Al Circolo della Stampa di Milano fui da lui presentato ai numerosi ospiti della cultura e dello spettacolo presenti con questo preambolo: “lo vedete questo baldo giovane? Ha tutto, una voce da miliardi, è alto, è bello e… svizzero (pausa ammiccante per sotto intendere una agiatezza sovente attribuita a tutti gli svizzeri), però gli manca una cosa: copiami”, lui disse. Certo, caro Pippo e come potrei non “copiarti” come modello di sintesi della sublimazione della parola che diviene canto. Così fu nelle decine di recite di Bohème che ho cantato in teatro, ispirandomi al “tuo Rodolfo”.

RANGE ROVER VELAR

LO STILE DELL’AVANGUARDIA.

Land Rover percorre da sempre nuove strade. Sin dal 1948 con la prima Land Rover in assoluto e, a seguire, con il debutto della Range Rover che nel 1970, come primo SUV, ha definito una categoria completamente nuova. La Range Rover Velar porta avanti questa tradizione in maniera straordinaria. Innovativa. Intelligente. Esemplare. Prenotate subito un giro di prova.


CULTURA / GOTTARDO

UNA FERROVIA PROIETTATA VERSO IL FUTURO

DALLA « VIA DELLE GENTI » AD ALPTRANSIT, L’EPOPEA DI UNA GIGANTESCA IMPRESA, DEI SUOI IDEATORI E DEI SUOI ARTEFICI RACCONTATA IN MODO SEMPLICE E ACCESSIBILE A TUTTI, IN UN VOLUME IDEATO E PROMOSSO DA ADRIANO CAVADINI, RICCAMENTE ILLUSTRATO ANCHE DA IMMAGINI E DOCUMENTI INEDITI, CHE FORNISCE LE RISPOSTE A MOLTI INTERROGATIVI SU DUE DELLE PIÙ IMPORTANTI OPERE DEL XIX E DEL XX SECOLO CHE ASSICURANO LA COMUNICAZIONE TRA IL NORD E IL SUD DELL’EUROPA: LA GALLERIA DI MONTAGNA DEL 1882 LUNGA 15 KM E LA NUOVA GALLERIA DI BASE DEL SAN GOTTARDO DEL 2016 CHE CON I SUOI 57 KM È IL TUNNEL FERROVIARIO PIÙ LUNGO DEL MONDO

L’

11 dicembre 2016 la galleria di base del San Gottardo è entrata in servizio, non presenta pendenze e il punto più alto è situato a 550 m s.l.m. I treni viaggiatori possono attraversare più rapidamente le Alpi e i treni merci circolare con meno locomotive e più vagoni. La galleria riduce il percorso tra Altdorf (UR) e

64

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Bellinzona (TI) di 30 km. Le canne principali, e i cunicoli di ventilazione, di emergenza e trasversali hanno richiesto scavi per 152 km. Senza contare i lavori di sondaggio, la costruzione ha richiesto 17 anni. Il trasporto merci su rotaia diventa più concorrenziale, efficiente e affidabile. La capacità di trasporto aumenta: nella nuova galleria possono infatti transitare fino a 260 treni al giorno. Solo nel bacino tra la Germania meridionale e l’Italia settentrionale, più di 20 milioni di persone possono beneficiare di questa opera. Nella galleria i treni viaggiatori transiteranno di regola a 200 km/h; in futuro sarà possibile raggiungere punte di 250 km/h. Una volta conclusi i lavori sull’intero asse del San Gottardo (incluse le tratte di accesso e dal 2020 la galleria di base del Ceneri), il risparmio di tempo tra Zurigo e Lugano sarà di circa 45 minuti. Queste poche cifre sono già sufficienti per comprendere l’importanza di quest’opera che proietta l’intera regione alpina verso il futuro. Ma quel Gottardo, che oggi celebra i successi della tecnologia e il progresso nei sistemi di trasporto e nelle più avanzate tecniche di costruzione, ha alle spalle una storia più che secolare se si considera che, come scrive Adriano Cavadini nell’introduzione al volume «la prima galleria del San Gottardo attraverso le Alpi era stato un vero progetto europeo pianificato e pagato dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Italia. In quel periodo l’Europa conosceva diversi concordati tra Stati; la Germania prussiana era alleata con l’Italia per arginare l’influenza della Francia. Proprio per questa ragione il primo ministro della Prussia, Otto von Bismarck diventato poi Cancelliere tedesco, desiderava

un collegamento diretto con l’Italia e fece pendere l’ago della bilancia a favore del San Gottardo, invece del Lucomagno perché voleva che questa importante infrastruttura venisse attuata sul territorio neutrale svizzero, sicuro che la Confederazione potesse fornire le garanzie che la nuova via di trasporto sarebbe rimasta aperta a tutti. Puntuali ricostruzioni delle vicende storiche scritte da Federico Viscontini, un’accurata impaginazione e una minuziosa ricerca di fotografie svolte da Sergio Michels si intrecciano a dettagliate analisi tecniche, dimostrando come quest’opera non costituisca solo una prodezza di precisione e ingegneria, ma anche, secondo la Neue Luzerner Zeitung, un “capolavoro della democrazia diretta”. A due riprese, nel 1992 e nel 1998, il popolo svizzero aveva infatti dato il via libera a questo progetto di 12 miliardi di franchi. Un simbolo dell’apertura elvetica sul mondo. Il libro, di piacevole e facile lettura, risponde anche a numerose domande e curiosità relative al San Gottardo, e più in generale ai modi e ai tempi di spostamento di viaggiatori e merci in un lungo periodo che va dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino ad oggi. Il libro di Adriano Cavadini, Fabrizio Viscontini e Sergio Michels “La Ferrovia del Gottardo”, contiene un’introduzione di Ignazio Cassis, Consigliere federale dal titolo “Così la ferrovia ha cambiato il Ticino” e un’introduzione di Doris Leuthard, Consigliera federale “Il San Gottardo rafforza la posizione della Svizzera e dell’Europa” e una premessa di Andreas Meyer CEO delle Ferrovie Federali Svizzere. Il volume di 264 pagine sarà disponibile in italiano e in tedesco entro novembre 2018.


La Ferrovia del Gottardo

sempre all’avanguardia e proiettata nel futuro

Adriano Cavadini economista Sergio Michels designer Fabrizio Viscontini storico

• Chi fu il primo a varcare il Passo del San Gottardo?

io i Serg

Michels

ontin o Visc

brizi i Fa

vadin

no Ca

Adria

sempre all’avanguardia e proiettata nel futuro

die bahn d und in t thamredr wegweuiskeunnft gerichte t o G Z im Die

La Ferrovia del Gottardo

Die Gotthardbahn

immer wegweisend und in die Zukunft gerichtet

• Chi era Alfred Escher detto anche «Re Alfredo»? o ardttoardia l SGareontatllG’aovvaannggfuuuaaturdrdroia e d l e ia d l p rrovvia sseemmropreiettallaa’atata nneel futuro LLaa fFeerro e proiett ep

• Chi ha ideato le famose gallerie elicoidali? • Quale è stato l’impatto sociologico ed economico della Galleria del San Gottardo? • Quante ferrovie regionali sono sorte dopo il 1882? • Come si viaggiava durante la Belle Epoque? • Perché si è voluto un asse ferroviario Nord-Sud interamente di pianura? • Che attenzione ha avuto l’aspetto ambientale nella costruzione di AlpTransit?

rgio inii Se nttin Visccoon o Vis

Michels

brizi i Fa Cavadin Adriano

• Quante persone viaggiano giornalmente attraverso la nuova galleria di base? • Come sarà la ferrovia del 2050?

Dalla «Via delle genti» ad AlpTransit l’epopea di una gigantesca impresa, dei suoi ideatori e dei suoi artefici raccontata in modo semplice e accessibile a tutti. Lasciatevi sedurre da questo volume riccamente illustrato anche da immagini e documenti inediti che fornisce le risposte a questi e a molti altri interrogativi su due delle più importanti opere del diciannovesimo e del ventunesimo secolo che assicurano la comunicazione tra il Nord e il Sud dell’Europa: la galleria di montagna del 1882 lunga ben 15 km e la nuova galleria di base del 2016 che con i suoi 57 km è la più lunga del mondo. Non si tratta solo «di una prodezza di precisione e ingegneria», scrive la Neue Luzerner Zeitung, ma è anche un «capolavoro della democrazia diretta». A due riprese, nel 1992 e nel 1998, il popolo svizzero aveva infatti dato il via libera a questo progetto di 12 miliardi di franchi. È un simbolo della nostra apertura sul mondo. Introduzione di Ignazio Cassis, consigliere federale: Così la ferrovia ha cambiato il Ticino Introduzione di Doris Leuthard, consigliera federale: Il San Gottardo rafforza la posizione della Svizzera e dell’Europa Introduzione di Andreas Meyer, Chief Executive officer FFS: Quando l’eccellenza diventa normalità Il volume sarà disponibile in italiano e in tedesco a metà di novembre 2018.

Ordinatelo subito approfittando dello speciale prezzo di sottoscrizione di CHF 52.00* Offerta valida fino al 30 novembre 2018 | In seguito il prezzo di listino sarà di CHF 68.00 N° copie italiano

N° copie tedesco

Prezzo CHF 52.00* al volume

Con grande piacere attendiamo il vostro ordine per:

Nome e cognome Indirizzo NAP e località Telefono

 e-mail: segretaria@cavadini.ch  posta all’ indirizzo: Adriano Cavadini | Via Frasca 3 Casella Postale 5463 | 6901 Lugano

E-mail Data

 telefono: +41 79 230 45 72

Firma

* spese di spedizione escluse


FINANZA / TICINO FOR FINANCE

DEFINIRE MEGLIO IL QUADRO NORMATIVO ALBERTO PETRUZZELLA, PRESIDENTE ABT PROPONE ALCUNE RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE ATTUALE DEL SISTEMA FINANZIARIO SVIZZERO E TICINESE, CON UN OCCHIO PARTICOLARMENTE ATTENTO ALL’EVOLUZIONE DEI RAPPORTI CON LA VICINA ITALIA.

C

risi finanziaria, lotta internazionale all’evasione fiscale, scandali, procedure giudiziarie, multe miliardarie, fuga di dati, soppressione di impieghi: quali sono le sfide che attendono le banche svizzere nel 2019? «Spero veramente nulla di tutto questo! La crisi finanziaria 2008 ha portato con sé una serie infinita di conseguenze per il mondo bancario, a partire dalla valanga normativa fino alla soppressione del segreto bancario per i non residenti, dalle fughe di dati fino alla ristrutturazione dell’intero settore. In questi dieci anni gli sforzi per far fronte a questi cambiamenti sono stati enormi e a pagarne le conseguenze sono stati anche i posti di lavoro che sono tendenzialmente diminuiti. Adesso però guardiamo in avanti con più fiducia anche se le sfide non mancano. Tra queste citerei in particolare lo scambio automatico d’informazioni e la digitalizzazione.

66

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Lo scambio di dati finanziari per il nostro Paese è partito ufficialmente quest’anno ma il lavoro preparatorio è già iniziato da mesi e ha comportato un’enorme mole di lavoro amministrativo sia per le banche sia per l’Amministrazione federale delle finanze che d’ora in avanti scambierà informazioni con più di 100 Paesi nel mondo. La digitalizzazione è un altro tema fondamentale per il settore bancario, che consente di sviluppare nuovi modelli innovativi. Questi progressi sono resi possibili dalla maggiore efficienza dei terminali mobili, dalla crescente disponibilità e interpretabilità di grandi quantità di dati («big data») nonché dalla tecnologia «blockchain». Le «start up» nel settore della tecnofinanza o le società tecnologiche come Google o Apple sviluppano tecnologie complesse. I tradizionali intermediari finanziari, come le banche e le assicurazioni, compiono sforzi sempre maggiori allo scopo di integrare queste in-

novazioni nei loro modelli aziendali e sono quindi messi a dura prova perché devono riconcepire i processi, i prodotti e le strutture e richiedere nuove conoscenze e capacità ai collaboratori di tutti i livelli aziendali». Con nuove norme, accordi fiscali e adeguamenti agli standard internazionali, il governo vuole assicurare il futuro della piazza finanziaria. Quali sono le norme che occorre adottare per favorire questo processo di ristrutturazione del mondo finanziario? «La normativa svizzera, volenti o nolenti, si sta adattando agli standard internazionali e la revisione del diritto bancario è totale. Il 15 giugno 2018 il Parlamento ha adottato la Legge sui servizi finanziari e la Legge sugli istituti finanziari. La prima legge prescrive ai fornitori di servizi finanziari come fornire i propri servizi e quali norme osservare per l’offerta di valori mobiliari e stru-


FINANZA / TICINO FOR FINANCE

TICINO FOR FINANCE Villa Negroni CH-6943 Vezia www.ticinoforfinance.ch

menti finanziari. Inoltre permette ai clienti di far valere più agevolmente i propri diritti. La seconda legge introduce una vigilanza armonizzata per le diverse categorie di istituti finanziari (gestori patrimoniali, gestori di patrimoni collettivi, direzioni dei fondi e società di intermediazione mobiliare)». Quali conseguenze ritiene che potrà avere l’obbligo imposto da Roma alle banche svizzere (e dei paesi extra-Ue) di avere una succursale soggetta alle disposizioni fiscali e legislative italiane per poter operare nel Paese? «La trasposizione della MIFID II in Italia ha modificato il regime italiano per la cooperazione con Paesi non appartenenti all’Unione Europea. In particolare, il nuovo Testo Unico della Finanza prevede all’articolo 29ter un obbligo di succursale per servizi di investimento verso la clientela privata e professionale su richiesta. L’introduzione dell’obbligo di succursale implica un peggioramento delle condizioni di accesso al mercato italiano per le banche in Svizzera, nonché maggiori impedimenti per le persone private residenti in Italia interessate alla diversificazione patrimoniale ed a

soluzioni transfrontaliere di gestione dei rischi patrimoniali e finanziari. Visti tali impedimenti, le banche in Svizzera attualmente sprovviste di succursale in Italia, anziché operare tramite nuove succursali nella Penisola, per ragioni di costi e di progressivo consolidamento delle attività in UE, verrebbero spinte ad operare crossborder verso l’Italia a partire dalle loro succursali presenti in altri paesi UE, specialmente nel Nord Europa. Non solo non sarebbero istituite nuove succursali di banche svizzere in Italia ma anche quelle già oggi esistenti a Milano ed in Italia potrebbero essere ridimensionate con il trascorrere degli anni. In definitiva, il processo di consolidamento delle attività finanziarie nel Nord Europa verrebbe incentivato e le autorità di vigilanza di quei paesi UE avrebbero sempre maggiore forza di disciplina e di controllo delle relazioni di investimento con clientela residente in Italia». Quali iniziative ritiene che sia necessario intraprendere a livello politico e diplomatico al fine di favorire il libero accesso al mercato italiano per banche e istituti finanziari elvetici?

«La Svizzera è interessata a discutere con l’Italia un accordo bilaterale che permetta, in deroga a quanto esposto sopra, di fornire servizi di investimento da banche in Svizzera a clienti privati in Italia su base transfrontaliera. La Svizzera ha concluso un simile accordo con la Germania. Tale accordo sarebbe in linea con il diritto europeo, oltre che conforme all’ordinamento giuridico italiano. La natura giuridica di tale accordo dipenderà dai suoi contenuti, ancora da discutere, oltre che dall’interpretazione delle norme svizzere ed italiane vigenti, attualmente non del tutto chiare. Ad ogni modo, l’accordo verrebbe implementato attraverso la conclusione di opportune intese sulla cooperazione tra autorità di vigilanza (FINMA, Banca d’Italia, Consob), allo scopo di assicurare il controllo sulle attività transfrontaliere alle autorità di vigilanza svizzera ed italiane. La cooperazione in materia di vigilanza è una necessaria premessa per una qualsiasi soluzione su base transfrontaliera e si pone a garanzia della tutela dei consumatori in entrambi i Paesi».

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

67


FINANZA / UBS

PARLIAMO LA STESSA LINGUA DEGLI IMPRENDITORI

Q

ELEONORA DEL FANTE FERRARIO, RESPONSABILE DEL DESK EXECUTIVE & ENTREPRENEURS UBS TICINO, SI OCCUPA DI OFFRIRE UNA CONSULENZA MIRATA A IMPRENDITORI E DIRETTORI DI AZIENDE.

ELEONORA DEL FANTE FERRARIO eleonora.del-fante@ubs.com

68

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

uali sono le finalità che hanno portato all’istituzione in UBS di questo specifico servizio? «Innanzitutto la volontà di essere ancora più vicini alla realtà imprenditoriale ticinese. Grazie alla nostra pluriennale esperienza abbiamo più volte rilevato che Executives e Entrepreneurs costituiscono categorie di clienti con specifiche esigenze che devono essere comprese e soddisfatte al meglio. In ambedue i casi si tratta di persone che in generale hanno poco tempo a disposizione, che sono spesso in viaggio, che dispongono di risorse patrimoniali in più Paesi e spesso una grande parte di questo patrimono è “concentrato” nella loro impresa. Necessitano dunque di un consulente personale qualificato a cui affidare tutte le loro questioni finanziarie, sia in ambito professionale che privato». In quest’ottica voi parlate di “dialogo strategico”. Che cosa significa? «Vuol dire essenzialmente entrare nel mondo dell'imprenditore e comprendere quel particolare rapporto che lega una persona con una azienda di cui è proprietario o che dirige, e con la quale tende spesso a stabilire una sorta di identificazione. Nel caso degli Entrepreneurs si arriva non di rado anche ad una vera e propria commistione tra beni personali e patrimonio aziendale. Tutto questo pone la necessità di costituire un raccordo tra i servizi di Wealth Management e Corporate, con la possibilità di avere un unico interlocutore cui fare capo

per tutte le proprie necessità bancarie, col beneficio di avere un consulente bancario di fronte a loro che li comprende a livello “olistico”. Quali sono le tematiche con cui più di frequente siete chiamati a confrontarvi? «Sono le più diverse. Per esempio, una situazione che spesso ricorre riguarda l’opportunità di avviare una precisa analisi della composizione del patrimonio aziendale e di quello personale, al fine magari di disporre di una maggiore liquidità per compiere nuovi investimenti o per far fronte a specifiche esigenze familiari. Oppure si pensi a tutte le problematiche legate ad una pianificazione successoria, costruendo per tempo l’intero percorso che dovrà negli anni portare ad un’uscita di un imprenditore dalla gestione attiva della propria azienda. Altri specifici servizi riguardano poi i casi in cui l’imprenditore intende vendere l’azienda, o al contrario vuole programmare una possibile espansione, magari attraverso una quotazione in borsa». La vostra attività di consulenza coinvolge un elevato numero di competenze… «In effetti è proprio questa la forza del nostro Desk Executives & Entrepreneurs, che abbiamo voluto recentemente rafforzare, e intendiamo valorizzare grazie alle competenze in qualità di banca universale. Noi ascoltiamo e cerchiamo di comprendere le molteplici esigenze per poi individuare le migliori soluzioni con gli specialisti competenti. E in questo


FINANZA / UBS

Tornando alla pianificazione successoria, esiste un procedimento standard con cui approcciate il tema? «Ogni successione è di per sé unica e per questo ciascuna esige la messa a punto di una soluzione specifica e richiede un accompagnamento individuale, non esiste una soluzione brevettata, semplice e rapida. Certamente siamo avvantaggiati dal fatto che UBS dispone di un’esperienza, in Svizzera e nel mondo, che ci permet-

te di attingere ad un’immensa casistica dove ogni possibile situazione è già stata più volte analizzata e risolta». L’ offerta di questo servizio si rivolge a specifiche tipologie di imprenditori e di aziende? «Direi che sono coperte tutte le realtà produttive presenti sul territorio ticinese e anche le tipologie sono totalmente rappresentate, dalle piccole e medie imprese alle grandi aziende. A livello di Corporate abbiamo ripartito il territorio in tre distinte zone (Sopraceneri, Luganese e Mendrisiotto) proprio per garantire, con un approccio che potrebbe essere definito olistico, quella vicinanza che abbiamo verificato essere particolarmente apprezzata dagli imprenditori perché avvertono la nostra capacità di parlare la loro medesima lingua e di essere consapevoli di quelle che sono le loro specifiche esigenze».

L’unico candidato adatto alla vostra successione non dovreste essere voi stessi Per tutte le domande che un imprenditore si pone: dalla strategia patrimoniale lungimirante alla programmazione della successione aziendale. Per il vostro futuro e quello della vostra impresa. Chi offre consulenza a molti imprenditori matura l’esperienza per consigliare ognuno al meglio. Leader per imprenditori ubs.com/imprenditori

© UBS 2018. Tutti i diritti riservati.

senso la struttura di UBS ci consente di attingere in ogni campo alle migliori risorse per dare un servizio corrispondente alle attese del cliente. Le competenze principali coinvolgono il classico dialogo Wealth Management orientato agli investimenti patrimoniali privati, la consulenza Wealth Planning e anche il dialogo aziendale in ambito Corporate».


FINANZA / UBS

DOVE PORTERÀ IL PROTEZIONISMO DI TRUMP?

03 Matteo Ramenghi Chief Investment Office di UBS Wealth Management Italia

zionistica vi è quasi sempre una valutazione più strettamente politica, la quale spinge a sacrificare quanto sarebbe suggerito dalla razionalità economica per ottenere benefici in termini politici. Tenendo in considerazione questa premessa, si possono richiamare le ragioni economiche che spingono i Paesi ad introdurre restrizioni al commercio. In primo luogo, si possono prendere in considerazione i vantaggi derivabili dall’introduzione di un c.d. dazio ottimo. Si tratterebbe di introdurre una imposta che grava sulla merce importata aggravandone il prezzo, modificando in tal modo la ragione di scambio internazionale. Di conseguenza il Paese che introduce il dazio sarà in grado di ottenere una quota maggiore di beni importati per unità di bene esportato, rispetto alla situazione ideale in assenza di dazio. Gli effetti del protezionismo stanno creando insicurezza per gli operatori economici e per gli investitori, con un impatto negativo sui mercati finanziari. Nel corso del 2018, l'amministrazione Trump ha applicato misure protezionistiche con lo scopo di ridurre il deficit

01

02

03

01 Luca Pedrotti Direttore regionale di UBS Ticino 02 Elena Guglielmin Senior Credit Analyst

70

N

ell’ambito della teoria classica del commercio internazionale si sostiene che in presenza di costi di produzione differenti tra un Paese e l’altro e di un prezzo di equilibrio internazionale compreso tra i prezzi relativi interni dei Paesi, questi hanno un incentivo ad aprirsi allo scambio internazionale al fine di trarne reciproco vantaggio. Il risultato consisterebbe in una maggiore crescita economica e in una più efficiente allocazione delle risorse produttive. Eppure, una parte degli economisti ha avanzato riserve nei confronti dell’apertura commerciale e ha proposto l’introduzione di restrizioni al commercio internazionale. In effetti, il dibattito tra fautori del libero scambio e i sostenitori del protezionismo commerciale è apparso ciclicamente nel corso della storia economica, con argomentazioni di vario genere. Le ricadute positive derivanti dalla liberalizzazione commerciale vengono ridimensionate dai fautori del protezionismo commerciale. Va ricordato che in genere dietro una misura prote-

L’ESITO COMPLESSIVO DETERMINATO DAI NUOVI DAZI AMERICANI È AL MOMENTO DIFFICILE DA PREVEDERE. INNANZITUTTO BISOGNA ATTENDERE LE REAZIONI DEI CONCORRENTI COMMERCIALI DEGLI USA. LE VALUTAZIONI DI ELENA GUGLIELMIN, SENIOR CREDIT ANALYST, E DI MATTEO RAMENGHI, CHIEF INVESTMENT OFFICE DI UBS WEALTH MANAGEMENT ITALIA.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


FINANZA / UBS

NI

CARDI

OP

D

O

AZ

CI NEL M

I O N E BA M

BI

I AT

FO

N

FONDAZIONE BAMBINI CARDIOPATICI NEL MONDO

stano al di sotto di quelle di Cina, Unione europea, Canada e Messico. L’obiettivo del protezionismo americano sembra essere quello di ottenere “simmetria e reciprocità”. Se questa posizione sarà ritenuta credibile, altri paesi potrebbero essere incentivati a ridurre le proprie tariffe nei confronti degli Stati Uniti, anziché aumentarle. I partner commerciali degli Stati Uniti potrebbero ritenere inutile di applicare nuovi dazi a prodotti americani: gli stessi verrebbero subito eguagliati. Potrebbe al contrario rivelarsi utile decidere di ridurre le proprie tariffe o cercare di migliorare le relazioni con gli USA in altri settori. Ad esempio, l’Europa potrebbe farsi carico di una quota più alta delle spese della NATO o decidere di non introdurre una nuova imposta sulle grandi aziende tecnologiche. E ancora, la Cina potrebbe offrirsi di migliorare le tutele per i diritti di proprietà intellettuale, ampliare l’accesso al suo mercato interno, modificare le norme relative agli investimenti diretti esteri, ridurre le sovvenzioni a certi settori, allentare i requisiti per la concessione di licenze locali o creare opportunità per investire nel programma Made in China 2025.

O

rispondere in modo “proporzionale e giustificato”. Le autorità cinesi potrebbero dunque ostacolare le multinazionali americane che cercano di fare affari in Cina, oppure prendere di mira i settori in cui gli Stati Uniti vantano un avanzo commerciale e per i quali non mancano sostituti immediatamente disponibili: agricoltura e motori. Il governo USA potrebbe a sua volta reagire con ulteriori rappresaglie, ecc. Sarebbe però semplicistico considerare solo i potenziali esiti negativi del protezionismo americano. La politica estera di Washington funziona a colpi di linkage, ossia una strategia in base alla quale si fanno concessioni in un ambito subordinandole alla collaborazione in un altro. Possibile allora che gli Stati Uniti accettino come moneta di scambio per le trattative commerciali una maggiore cooperazione in altre aree, come la sicurezza nazionale. A questo proposito, forse non è solo una coincidenza che gli apparenti progressi sul fronte dei rapporti con la Corea del Nord vadano di pari passo con l’inasprimento del protezionismo USA. Oggi le tariffe medie applicate dagli Stati Uniti sono tra le più basse del mondo e si atte-

ND

commerciale americano e di salvaguardare l'industria manifatturiera domestica dall'importazione di prodotti industriali a basso costo. Le tensioni tra Stati Uniti e importanti partner commerciali quali Messico, Canada, EU e soprattutto Cina sono aumentate con l'introduzione di dazi su alcune importazioni. Nel caso della Cina, la minaccia di una tariffa applicata a tutti i prodotti cinesi importati negli Stati Uniti è passata nel corso dell'anno da quasi impossibile a molto probabile. I rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti si sono ulteriormente deteriorati dopo l'annuncio dell’introduzione da parte statunitense di ulteriori dazi, previsti in aumento da gennaio 2019. Per ottenere un accordo commerciale soddisfacente, la Cina dovrà segnalare chiaramente la disponibilità a fare concessioni, ad esempio mediante una riduzione del surplus commerciale con gli Stati Uniti, l'ampliamento dell'accesso delle imprese americane al mercato cinese ed un giro di vite sulle pratiche aziendali che non seguono le regolamentazioni del mercato. Inoltre, le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) consentono ai Paesi che ritengono di essere stati ingiustamente penalizzati di

Aiutare un bambino significa dare speranza ad una famiglia intera www.bambinicardiopatici.ch

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

71


FINANZA / LGT

UN MERCATO ANCORA DA REGOLAMENTARE GIORGIO HASSAN, RESPONSABILE MERCATO ITALIA, ISTITUTO LGT BANK (SVIZZERA) SA, SUCCURSALE DI LUGANO, FA IL PUNTO SULLE OPPORTUNITÀ DI ESPANSIONE DELLA BANCA DEL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN IN ITALIA.

72

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

C

he cosa si deve intendere riguardo al concetto di stabile organizzazione personale al fine di poter individuare le modalità comportamentali dell’operatore finanziario (persona fisica) svizzero che potrebbero comportare la configurazione di una stabile organizzazione in Italia? «Per evitare conseguenze fiscali ma anche regolamentari in capo all’operatore finanziario svizzero le modalità comportamentali di quest’ultimo in territorio italiano devono essere improntate alla cautela. La stabile organizzazione personale infatti rappresenta una delle due articolazioni fisiche (l’altra è rappresentata dalla stabile organizzazione materiale) attraverso cui una impresa svolge una attività in uno Stato diverso da quello di residenza. In particolare la stabile organizzazione personale potrebbe ravvisarsi in quei casi in cui l’operatore finanziario svizzero persona fisica dovesse concludere abitualmente nel territorio italiano in nome della Banca elvetica, in uno stato di sostanziale dipendenza, contratti che impegnano direttamente quest’ultima. Al di fuori di questo caso la stabile organizzazione potrebbe anche ravvisarsi per esempio qualora l’operatore finanziario svizzero facesse ricorso a soggetti terzi residenti in Italia, tipicamente i c.d. segnalatori di pregio, che prestano abitualmente la propria attività in favore dell’Istituto bancario».

Quali sono le attività ammesse e non dalla regolamentazione italiana post MiFID II, riguardo al relationship manager/gestore patrimoniale di un operatore finanziario svizzero? «In uno scenario post Mifid II, segnatamente per quanto concerne la prestazione di servizi in favore della clientela retail e professionale su richiesta, il legislatore italiano ha adottato un approccio restrittivo prevedendo la necessità per le Banche extra-EU di costituire una branch. Rimane impregiudicata la possibilità che la clientela residente in Italia riceva su sua esclusiva


FINANZA / LGT

iniziativa (c.d. genuine reverse solicitation) servizi di investimento da parte dell’operatore finanziario svizzero. La reverse solicitation, tuttavia, non consente all’operatore svizzero la possibilità di procedere con la commercializzazione di nuove categorie di prodotti o servizi di investimento in favore dello stesso cliente che ha richiesto un servizio di investimento.

FID II si riflette su di essa per molteplici motivi. In primo luogo non bisogna dimenticare che come LGT Svizzera siamo parte di un gruppo internazionale con entità direttamente toccate da tale normativa. In secondo luogo, prestiamo i nostri servizi finanziari anche in favore di clientela domiciliata in paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo. Per tali motivi, ci stiamo impegnando a garantire la conformità alla Direttiva europea, adottando delle piattaforme tecnologiche che supportino i consulenti in ogni fase del processo di consulenza, dalla preparazione delle proposte d’investimento alla verifica di adeguatezza alla gestione del portafoglio». Più in generale come valuta lo stato delle relazioni finanziarie tra Svizzera e Italia e quali ulteriori passi normativi si attende per i prossimi mesi? «Considerati i risultati delle trascorse negoziazioni e dello stato attuale della situazione politica italiana, è difficile fare una valutazione in tal senso. Ritengo comunque di poter escludere la conclusione di accordi normativi rilevanti nel breve termine».

Un altro aspetto da tenere in considerazione quando si opera con il cliente residente oltre frontiera è che non è dato il requisito della reverse solicitation qualora il cliente dovesse richiedere alla banca svizzera un servizio in risposta ad una comunicazione personalizzata». Con quale modalità il vostro istituto si sta adeguando alla più recente normativa italiana post MIFID II riguardo al ruolo di manager/gestore patrimoniale? «Sebbene la LGT Svizzera non sia un istituto bancario con sede nello Spazio Economico Europeo, la Direttiva MiTICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

73


FINANZA / LGT

RICAVI E UTILI IN NETTO AUMENTO Nel primo se mestre del 2018 LGT, il gruppo internazionale attivo nel Private Banking e nell’Asset Management di proprietà della Casa regnante del Liechtenstein ha registrato un incremento degli utili del 15% a CHF 174.8 milioni. Questo aumento riflette una crescita dei ricavi del 17 per cento a CHF 830.7 milioni, a cui hanno contribuito positivamente anche le acquisizioni operate lo scorso anno e integrate con successo. L’afflusso netto di nuovi capitali si è attestato a CHF 5.0 miliardi, una cifra che corrisponde a una crescita annualizzata del 5%. I patrimoni amministrati sono aumentati a CHF 206.0 miliardi. Nel primo semestre del 2018 la situazione sul mercato è rimasta difficile ed è stata influenzata da incertezze sui futuri sviluppi nel commercio mondiale. Nel proprio andamento degli affari LGT ha beneficiato di un’ampia base di ricavi che lo scorso anno ha potuto essere ulteriormente rafforzata mediante acquisizioni. I costi e i ricavi dell’attività di private banking acquisita da ABN AMRO in Asia e Medio Oriente sono inclusi da maggio del 2017 nei risultati della LGT, quelli del private debt manager European Capital Fund Management da giugno del 2017. In seguito alla buona crescita organica e alle acquisizioni integrate con successo, nel primo semestre del 2018 LGT è riuscita a incrementare il suo ricavo lordo a CHF 830.7 milioni, un dato che riflette una crescita del 17 per cento rispetto al primo semestre del 2017. I redditi da operazioni in commissione e da prestazioni di servizio hanno registrato in questo contesto un lusinghiero aumento del 18 per cento a CHF 541.8 milioni per effetto della base patrimoniale più elevata e di tassi di crescita diffusamente positivi nell’attività di consulenza e di brokeraggio. Il ricavo risultante da operazioni su interessi è aumentato del 39 per cento a CHF 138.8 milioni, un incremento a cui ha contribuito soprattutto l’aumento del volume d’affari registrato in Asia. Il risultato da operazioni di negoziazione e gli altri ricavi sono rimasti stabili a CHF 150.0 milioni. Con una quota di capitale tier 1 pari al 18.7 per cento al 30 giugno 2018, LGT vanta un’ottima capitalizzazione e dispone di un’elevata liquidità. Nel primo semestre del 2018 LGT ha nuovamente registrato un solido afflusso netto di nuovi capitali pari a CHF 5.0 miliardi, un dato che corrisponde a un tasso di crescita organico del 5 per cento su base annualizzata. Mentre gli afflussi di capitali netti nel private banking sono rimasti pressoché stabili ai livelli molto elevati dei periodi precedenti, nell’asset management essi sono diminuiti nel periodo in rassegna, anche

74

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

perché nello stesso periodo dell’anno precedente era incluso un afflusso di CHF 2.6 miliardi risultante dalla chiusura delle sottoscrizioni di un fondo di private equity. Grazie alla propria attività ampiamente consolidata a livello internazionale, LGT è fiduciosa di poter continuare a crescere in modo redditizio anche nel secondo semestre del 2018.



FINANZA / CREDIT SUISSE

LA MIA BANCA SERVIZIO PERSONALE E DIGITALE SÉBASTIEN PESENTI, RESPONSABILE PRIVATE & WEALTH MANAGEMENT REGIONE TICINO, FA IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE E SULLE INNOVAZIONI CHE STANNO MODIFICANDO IL RAPPORTO DEI CLIENTI NEI CONFRONTI DELLA BANCA.

C

ome valuta l’andamento della piazza svizzera, anche in relazione al panorama finanziario internazionale? «La piazza finanziaria svizzera esce da un periodo ricco di sfide: crisi finanziaria mondiale, crisi dell’euro, bassi tassi d’interesse, passaggio alla strategia dello scambio di informazioni e inasprimento della regolamentazione sono state solo alcune delle numerose sfide degli ultimi dieci anni. Il contributo del settore finanziario al prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è sceso di conseguenza da oltre l’11% nel 2007 al 9% nel 2017, ma la piazza finanziaria ha risposto alle sfide e ha saputo far fronte a numerosi cambiamenti strutturali. Quindi ritengo che manterrà un ruolo di spicco nel panorama finanziario internazionale». E per quanto riguarda il Ticino quali sono gli elementi di cui occorre tener conto sia rispetto alla clientela domestica che a quella internazionale? «Le prospettive per la piazza finanziaria svizzera e ticinese sono più ottimistiche rispetto a due anni fa e il settore bancario dovrebbe tornare a imboccare un sentiero di moderata crescita. I margini dell’attività creditizia si manterranno per il momento probabilmente bassi, anche se in un paio d’anni la

76

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

curva dei tassi dovrebbe essere nuovamente più ripida e tornare in terreno positivo. Secondo i nostri analisti, la redditività delle banche orientate al mercato interno reagisce generalmente solo in misura contenuta a un incremento degli interessi e a un irripidimento della curva dei tassi. Nel settore della gestione patrimoniale, tuttavia, la Svizzera e di riflesso anche il Ticino, dovrebbe essere in grado di partecipare attivamente alla crescita globale. Infatti, prevediamo che il patrimonio internazionale gestito sulla piazza finanziaria elvetica crescerà dagli attuali ca. CHF 2700 miliardi a ca. CHF 3100 miliardi entro il 2021. Anche il patrimonio gestito dei clienti svizzeri dovrebbe aumentare: entro il 2021 tale importo potrebbe passare da 3300 a 3700 miliardi di franchi semplicemente grazie all’incremento di valore dei patrimoni gestiti oggi. Al tempo stesso le misure volte ad aumentare l’efficienza dovrebbero sostenere la redditività delle banche svizzere in generale, mentre i costi per l’attuazione di altri provvedimenti, ad esempio nell’ambito della compliance, dovrebbero tendere a una diminuzione. Le sfide con cui si trova confrontato il sistema previdenziale svizzero, tra cui l’evoluzione demografica e nuovi modelli di lavoro, portano a una maggiore importanza attribuita alla responsabilità personale nella previdenza pro-


FINANZA / CREDIT SUISSE

fessionale. Ciò comporta inevitabilmente una maggiore necessità di consulenza per gli assicurati per individuare e colmare tempestivamente eventuali lacune. In questo ambito Credit Suisse è ben posizionato con un’ampia offerta rivolta sia ai privati, sia agli imprenditori». Quali sono le principali trasformazioni indotte nella vostra organizzazione dai processi di digitalizzazione che coinvolgono l’intero sistema bancario? «Grazie alla digitalizzazione riusciamo a rendere molti servizi e processi interni più efficienti. Per esempio, oggi siamo in grado di aprire il conto di un cliente privato o commerciale interamente online, con autenticazione tramite videochiamata. Il nostro sistema di online banking diventa sempre più performante e l’introduzione di nuovi sistemi di pagamento con smartphone come TWINT segnano il passo verso un futuro in cui l’offerta di base è digitale. Tra i processi interni abbiamo implementato un sistema di intelligenza artificiale – il chatbot Amelia – che risponde alle domande dei collaboratori in ambito IT. In un anno Amelia ha accresciuto la comprensione delle richieste sottoposte dal 23% all’87% e continua a imparare». Rispetto alle abitudini della vostra clientela quale è stato l’impatto derivato dalla digitalizzazione e con quali strategie avete affrontato i processi in atto? «La digitalizzazione viene incontro alla necessità di poter usufruire dei servizi bancari in qualunque luogo e 24 ore al giorno; di ciò beneficiano tutti i nostri clienti grazie alla nostra vasta offerta. Ciò ha portato a un calo della frequenza delle nostre succursali perché sempre più clienti utilizzano soluzioni digitali per le operazioni quotidiane. Per questo motivo analizziamo periodicamente la nostra rete di succursali, rinnovandola e adattandola

alle mutate esigenze della clientela. Nel contempo alla clientela private banking continuiamo a offrire servizi di eccellenza e una consulenza personale e su misura, sia nelle nostre succursali, sia al domicilio o nell’azienda del cliente. Le esigenze della clientela facoltosa sono spesso molto complesse e variano dalla consulenza agli investimenti, alla pianificazione previdenziale e successoria, fino a soluzioni in ambito filantropico e di investimenti sostenibili. Esigenze che riusciamo a soddisfare grazie all’ampia gamma di soluzioni a 360° e all’esperienza e know-how presenti all’interno del nostro gruppo a livello mondiale». In questo mondo digitale, le nuove generazioni rappresentano un target sicuramente più attento e preparato. Con quali proposte e servizi vi rivolgete alle fasce d’età più giovani? «Vogliamo ulteriormente rafforzare il nostro posizionamento come banca per la prossima generazione e banca per il mondo digitale. Abbiamo quindi elaborato un pacchetto di prestazioni bancarie gratuite per i bambini sotto i

12 anni chiamato Viva Kids, che comprende anche Digipigi, il salvadanaio digitale legato a un’apposita app per bimbi e genitori che favorisce l’apprendimento di responsabilità finanziaria. Dal suo lancio, lo scorso anno, abbiamo venduto oltre 20’000 salvadanai digitali, segno che il prodotto risponde a una reale necessità. Ad esso è legato un conto privato e uno di risparmio a tasso di favore, come pure – facoltativamente per i bimbi a partire da 7 anni – una carta Maestro. A giovani e studenti offriamo i pacchetti Viva Young e Viva Student, che comprendono i Viva Movie Day e offerte speciali o concorsi per eventi sportivi, musicali o nel mondo dell’arte. I giovani apprezzano in particolare TWINT, il sistema di pagamento che consente anche di richiedere o inviare denaro con pochi click».

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

77


FINANZA / GRUPPO BANCASTATO

SEI MESI DA INCORNICIARE FABRIZIO CIESLAKIEWICZ, PRESIDENTE DELLA DIREZIONE GENERALE, PRESENTA CON SODDISFAZIONE I BUONI RISULTATI CHE IL GRUPPO BANCASTATO HA OTTENUTO NEL PRIMO SEMESTRE. I CREDITI IPOTECARI SONO AUMENTATI DEL 3,7% OLTREPASSANDO I 9,1 MILIARDI DI FRANCHI. IL RISULTATO OPERATIVO È CRESCIUTO DEL 7,4% RAGGIUNGENDO I 39,4 MILIONI DI FRANCHI.

Q

uali dati di bilancio meritano di essere messi in luce? «Il Gruppo BancaStato nel primo semestre 2018 ha raggiunto buoni risultati con un utile in forte crescita rispetto ai primi sei mesi del 2017: +8,7% a oltre 30,5 milioni di franchi. Il totale della cifra di bilancio è aumentato di 514,9 milioni e ora supera i 14 miliardi; ciò è dovuto in particolar modo al sensibile aumento dei crediti ipotecari, che oltrepassano la quota dei 9,1 miliardi (+324,8 milioni, pari a +3,7%). Il totale degli impegni nei confronti della clientela è progredito di 112 milioni (+1,2%) a 9,2 miliardi. I patrimoni gestiti si attestano a 15,8 miliardi con una crescita di oltre 180 milioni (+1,15%) nei primi sei mesi del 2018. Gli afflussi netti di patrimoni – parzialmente erosi da performance negative di mercato e dal rafforzamento del franco svizzero nei confronti delle principali divise – hanno raggiunto i 394 milioni». E per quanto riguarda il conto economico? «Nonostante la situazione dei mercati finanziari continui a rivelarsi complessa, i ricavi netti sono cresciuti del 4,4% attestandosi a oltre 109,3 milioni. La principale fonte di ricavo di BancaStato, vale a dire il risultato netto da operazioni su interessi, è aumentata del 9,4% a 75,4 milioni. Anche il risultato da operazioni su commissione e da prestazione di servizio è risul-

78

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


FINANZA / GRUPPO BANCASTATO

tata in crescita e ha raggiunto i 25,7 milioni (+2,9%). Il risultato da attività di negoziazione è diminuito di 1,1 milioni (-12,5%) a oltre 7,8 milioni. Gli altri risultati ordinari sono ammontati a 0,3 milioni. Malgrado i costi di esercizio si siano rivelati in lieve aumento – dell’1,8% a 61,6 milioni – il risultato operativo (risultato d’esercizio) ha registrato un’ottima crescita del 7,4% raggiungendo quota 39,4 milioni. Considerato il rallegrante risultato operativo conseguito, il Gruppo BancaStato ne ha approfittato per attribuire nuovamente 8 milioni alle riserve per rischi bancari generali con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la propria solidità. Nonostante tale importante attribuzione, l’utile del Gruppo è progredito dell’8,7%, superando quota 30,5 milioni».

la strada intrapresa è quella giusta. Ciò ci rincuora e ci sprona a impegnarci ancora di più per continuare a migliorare e offrire così ai ticinesi, ovvero ai nostri proprietari, risultati all’altezza delle loro aspettative».

Le previsioni sono dunque positive anche per la seconda parte dell’anno… «Salvo imprevisti, prevediamo che il secondo semestre 2018 rinnoverà il buon andamento sinora registrato dal Gruppo. I risultati rinnovano quelli ottenuti negli ultimi anni, e ci confermano che TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

79


FINANZA / BNP PARIBAS (SUISSE) SA

DA SEMPRE VICINI AL MONDO DELL’ARTE

C

ome nasce questo vostro interesse per l’arte? «Il gruppo BNP Paribas è stato da sempre un pioniere nel campo della consulenza artistica. Il servizio è stato creato nel 1976 per i clienti di BNP Paribas Wealth Management ed è stato il primo nel suo genere. Sia che si tratti di creare o gestire una collezione, i nostri specialisti offrono un accesso esclusivo alla loro rete internazionale di collezionisti, ai contatti nelle principali case d’asta e musei del mondo. Mi è sembrata una scelta naturale valorizzare al massimo questo profondo know-how per comunicare alla nostra clientela il legame che vogliamo stabilire con il territorio, la nostra costante attenzione verso il nuovo ed il bello, creando nel contempo un ambiente ancor più piacevole per chi lavora all’interno della banca».

MICHELA SINAGRA ROUBOS, ALLA GUIDA DELLA FILIALE TICINESE DI BNP PARIBAS (SUISSE) SA CON SEDE A LUGANO, HA CONTRIBUITO IN MODO DECISIVO, CON IL SUO ENTUSIASMO E LA SUA DEDIZIONE AL LAVORO, AD ANIMARE UN TEAM DI COLLABORATORI MOTIVATI E DINAMICI, PRONTI AD ASSISTERE LA CLIENTELA INTERNAZIONALE E LOCALE IN OGNI SUA ESIGENZA. QUEST’ARIA NUOVA SI RESPIRA FIN DALL’INGRESSO IN BANCA, RICEVUTI IN UN AMBIENTE CHE SI PRESENTA SUBITO COME UN’ACCOGLIENTE GALLERIA D’ARTE.

01 A sinistra: Auguste Herbin Sans Titre, 1947

Questa attività è sostenuta dalla presenza di una vostra apposita Fondazione?

A destra: Frank Stella Concentric squares, 1974 Ph: © Pierre-Yves Dhinaut 02 Da sinistra: Graziano Oechslin, Rodolfo Lia, Luca Zanovello, Francesco Gargano, Michela Sinagra Roubos, Sophie Aspe, Manuelo Dell'Acqua, Mauro Formentini, Antonio Nizza, Iliana Corea (Assenti: Vesna Rajh, Gabriele Bruetsch, Julia Renaux) Ph: © Jérémy Spierer 03 Wopart 2018 Ph: © Jérémy Spierer 04 Aurélie Pétrel Axionométrie, 2018 Ph: © Jérémy Spierer 02

80

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

01

«Nel dominio d’azione della Fondazione, la cultura e l’arte occupano uno spazio privilegiato. Collaboriamo, infatti, a diversi progetti di mediazione con prestigiosi partner istituzionali (Fondation Beyeler a Basilea, Musée de l’Elysée a Losanna…). Con l’intento di sostenere i giovani, obiettivo maggiore per la Fondazione, abbiamo ugualmente scelto, da qualche anno a questa parte, di favorire l’acquisto di opere di arti-


FINANZA / BNP PARIBAS (SUISSE) SA 03

sti elvetici emergenti e promettenti, come Claudia Comte, Sébastien Mettraux, Marco Scorti e Ester Vonplon. Le loro opere sono entrate a far parte della nostra collezione storica, iniziata da più di cinquanta anni, e composta da oltre 700 opere d’arte svizzera, d’arte astratta americana e d’arte moderna europea. Inoltre, abbiamo commissionato l’artista Aurélie Pétrel la realizzazione di un’opera specifica per la hall d’ingresso clienti a Ginevra». I vostri spazi interni e le vostre vetrine possono diventare all’occasione veri e propri atelier artistici… «Un altro modo per la Fondazione di sostenere la giovane scena elvetica è quello di dare visibilità agli artisti, per esempio fornendo spazi espositivi nei nostri locali in Svizzera (atri, vetrine, salotti clienti…) dove possono mettere in mostra i loro lavori. A questo scopo nei nostri uffici di Lugano, da un paio d’anni ormai, diamo vita nel mese di settembre ad un evento d’arte. Quest’anno sotto i riflettori abbiamo presentato i lavori in carta di un talentuoso giovane artista ticinese Lucas Herzig. Lucas ha utilizzato, oltre agli uffici di Lugano, anche lo spazio espositivo e, le pareti, del nostro stand BNP Paribas (Suisse) SA alla fiera “Wopart”, di cui siamo stati quest’anno uno degli sponsors principali. Si è trattato di un’esperienza innovativa che ha riscosso un notevole successo, e testimonia la nostra presenza e supporto al territorio ticinese»

La vostra scelta di responsabilità sociale si indirizza anche verso altri settori di attività? «Sviluppando strette relazioni di lavoro a lungo termine con i nostri clienti, aspiriamo a contribuire a una crescita responsabile e sostenibile nel tempo. Fin dal 2002, abbiamo assunto un impegno costante sostenendo le organizzazioni locali al fine di incoraggiare il dialogo tra il mondo bancario e il suo contesto culturale, sociale e ambientale. Crediamo infatti che la cultura sia una fonte di sviluppo personale e collettivo, un elemento fondamentale della connessione sociale e dell’identità locale. La Fondazione BNP Paribas (Suisse) SA investe dunque nella lotta contro tutte le forme di esclusione sociale che colpiscono gli anziani, i disabili, i giovani con difficoltà scolastiche e le popolazioni migranti. Interveniamo anche a favore dell’educazione in Svizzera e sosteniamo cause di beneficenza ove i dipendenti della banca sono personalmente coinvolti. In particolare siamo impegnati nella ricerca sui cambiamenti climatici e sosteniamo ed incoraggiamo le nuove generazioni di ricercatori che si dedicano ad una migliore comprensione di questi problemi».

«Siamo presenti in Svizzera dal 1872, con quasi 1 400 dipendenti distribuiti nelle sedi di Ginevra, Zurigo, Lugano, Basilea. Negli ultimi anni abbiamo messo in atto una radicale revisione della nostra organizzazione, sviluppando una strategia specifica a lungo termine per ogni linea di business. Anche nel contesto del Ticino vogliamo porci come partner privilegiato di imprese e istituzioni, supportandole nel loro sviluppo in tutta Europa e a livello internazionale. Non meno importante resta il nostro bagaglio di competenze in termini di esperienza e servizio per i nostri clienti privati, istituzionali ed imprenditori. L’offerta spazia dalla gestione patrimoniale, all’offerta d’investimenti specifici come il Private Equity, e la possibilità di finanziare Jet e Yacht, e la messa a disposizione di una piattaforma attiva per gestori indipendenti. Costituiamo inoltre un centro di eccellenza nel finanziamento delle materie prime. Il modello integrato del Gruppo BNP Paribas ci consente di offrire ai nostri clienti la stabilità finanziaria di una banca di prim’ordine in Europa con portata internazionale ed una gamma completa di prodotti ed investimenti».

04

Questa strategia finalizzata ad essere banca in un modo diverso si manifesta anche nella qualità del rapporto che tendete a stabilire con la clientela… TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

81


FINANZA / SCIENZE ECONOMICHE

GRAMMATICA DELL’ECONOMIA: I “FALSI AMICI” ANCHE LE SCIENZE ECONOMICHE RICHIEDONO PROPRIETÀ DI LINGUAGGIO: IN CASO CONTRARIO, IL RISCHIO SONO DECISIONI DI POLICY SQUILIBRATE. DI EDOARDO BERETTA

C

omplice la globalizzazione commerciale-finanziaria (da cui è poi derivata quella culturale e di costumi) le scienze economiche non soltanto hanno acquisito ulteriore rilievo rispetto a quanto lo studio di ciò legato al “valore” già avesse, ma ne hanno anche reso il dibattito (forse anche troppo) onnipresente nella quotidianità. E ciò indipendentemente che siano esperti o meno a farne parte. Come, però, la lingua poggia su regole grammaticali precise – per quanto, ahinoi, spesso disattese – così le scienze economiche non possono prescindere dalla conoscenza delle differenze fra certi macroconcetti – pena, persino, l’implementazione di una politica (anche pubblica) errata. Riprendendo quindi un termine noto a tutti coloro i quali si siano cimentati nello studio di una

82

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

lingua straniera, sono molteplici i “falsi amici”, cioè quelle parole dal significato apparentemente simile o interscambiabile che in realtà descrivano qualcosa di assai diverso. Ecco quindi, qui di seguito, alcuni di essi: “Prezzo” versus “valore” Se ciò che ha un “valore” possiede un “prezzo”, l’opposto (cioè che ciò che ha un “prezzo” abbia anche “valore”) non è sostenibile. In altri termini, persino qualcosa del tutto privo di valore economico può esibire un prezzo di vendita (anche elevato). Il caso più facile da ricordare in quanto attuale è costituito – sebbene si sappia anche che il consenso su tale affermazione non sia diffuso – dalle cosiddette “criptovalute”, che in quanto caratterizzantesi per essere create “dal nulla” senza alcuna produzione reale a loro

garanzia sono lungi da possedere un valore economico, sebbene esse vengano quotate (cioè prezzate) su apposite piattaforme di scambio; “Costo” versus “prezzo” Che il prezzo di vendita differisca perlopiù dal costo di produzione è noto in quanto nel primo confluisce necessariamente anche la quota di profitto. Tutto chiaro, allora? Non sempre, se si considera quanto spesso si utilizzino in contesti anche specialistici formulazioni imprecise quali “costo della sanità” o si ricorra alla frequentissima (quanto impropria) domanda quale “quanto costa?”. Nel primo caso si dovrebbe parlare più correttamente di “spesa sanitaria”, poiché la voce di ciascun trattamento medico rappresenta nientemeno che un “prezzo” (quindi, è comprensiva di relativa rica-


FINANZA / SCIENZE ECONOMICHE

rica rispetto al mero costo di produzione): nel secondo, invece, – senza incorrere nell’ironia dell’interlocutore – si dovrebbe senza vergogna domandare piuttosto “quanto prezza?”; “Reddito” versus “rendita” La differenza sostanziale fra i due termini risiede nel fatto che il primo si riferisca al risultato economico positivo derivante da una nuova produzione – in altre parole, trattasi di ricchezza di nuova costituzione. Con il concetto di “rendita” si dovrebbe, piuttosto, solo indicare quanto frutto di un mero trasferimento (ad esempio, dall’apparato pubblico ad un soggetto privato). Il cosiddetto “reddito di cittadinanza” o “reddito di dignità”, che al lettore italiano è già noto dal recente dibattito politico in quanto prospettato sussidio pubblico a vantaggio di determinate categorie di beneficiari, difficilmente in assenza di prestazioni reali da parte dei percettori potrebbe legittimamente continuare a denominarsi in tal modo, essendo decisamente una “rendita”. Comprendere la differenza fra i due concetti è rilevante per riconoscere, se il policymaker miri effettivamente a creare nuovo “reddito” nell’economia, cioè nuovo “benessere” oppure si stia limitando a trasferire risorse preesistenti da un soggetto ad un altro: nel primo caso, ogni tassazione dello stesso sarebbe legittima (in quanto nuova ricchezza), mentre nel secondo – per evitare una “doppia imposizione” – il decisore pubblico dovrebbe rendere assoggettabile solo quanto ecceda il versato nel tempo a tale pro dal beneficiario (indicizzato per il tasso d’inflazione); “Stato” versus “Nazione”/”Paese” Mentre il primo termine indica in ambito economico l’“apparato statale”, il secondo gruppo sta a significare l’“economia nazionale nel suo insieme”, cioè è altresì comprensivo del settore privato (finanziario e non). Realizzare le differenze concettuali sottostanti è, anche in questo caso, di im-

prescindibile importanza per non pensare – come, invece, accaduto nella crisi economico-finanziaria globale dal 2007 – che il solo debito pubblico (o, al contrario, l’eventuale dimensione contenuta di esso) sia l’unico problema economico (o, nel secondo scenario, metta al riparo da ogni altro rischio). A tal riguardo, si pensi alla questione dimenticata nel dibattito corrente del debito privato, che in molti casi supera ampiamente in termini percentuali rispetto al PIL quello pubblico;

reale, ad essere foriera di benessere accresciuto. Se così non fosse, non si vedrebbe per quale motivo la povertà in certe zone del mondo non possa essere risolvibile mediante la mera sovraemissione monetaria da parte dei rispettivi istituti bancari. Se per assurdo questi ultimi operassero in tal modo, il rialzo generalizzato dei prezzi nell’economia locale sarebbe tanto e tale da annullare l’eventuale temporaneo benessere aggiuntivo venutosi a creare dalla distribuzione cospicua di mezzi di pagamento “scoperti”;

“Inflazione” versus “costo della vita” Per quanto al consumatore possa forse poco interessare di che natura sia il rincaro subito da un bene/servizio è necessario che il policymaker si muova con cautela. In altri termini, come ricordava il padre fondatore del Monetarismo Milton Friedman (1970), “l’inflazione è sempre ed ovunque un fenomeno meramente monetario”. Con esso si dovrebbe indicare sì un rincaro dei prezzi, ma creato dallo scollamento positivo fra moneta ed prodotto reale in circolazione (ad esempio, a causa di sovraemissione monetaria da parte del sistema bancario). Per “(rincaro del) costo della vita” si dovrebbe, invece, solamente intendere un aumento della spesa necessaria per far fronte alla stessa quantità di bene/servizio determinato però da dinamiche non inflazionistiche;

“Imposte” versus “tasse” Le “tasse” sono corrisposte a fronte di prestazioni effettive da parte dello Stato e ne coprono parzialmente o interamente i costi, mentre le “imposte” possono essere di natura “diretta” (cioè sul reddito, patrimonio etc.) oppure “indiretta” (cioè slegate dalle caratteristiche individuali come invece valido per quelle “dirette”). Sono molti altri i “falsi amici” delle scienze economiche, sebbene questi siano probabilmente fra i più ricorrenti – a dimostrazione che parlare di “denaro” è sì un diritto di tutti, ma può comunque essere utile rendere più appropriato il relativo linguaggio.

“Moneta” versus “reddito” Troppo spesso si crede ancora nella capacità taumaturgica da parte del sistema bancario di creare benessere tramite la semplice emissione monetaria. In realtà, le banche centrali (così come quelle commerciali) emettono sì “moneta”, ma essa non avrebbe alcun valore positivo qualora non fosse “coperta” da un corrispettivo reale (cioè da un quantitativo equivalente di beni/servizi). È, infatti, solo il “reddito”, cioè l’unione fra moneta e prodotto TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

83


GASTRONOMIA / GIOACCHINO ROSSINI E ANGELO CONTI ROSSINI

MUSICA MAESTRO! DALL’OPERA BUFFA ALLA BUONA CUCINA QUEST’ANNO RICORRONO I 150 ANNI DALLA SCOMPARSA DEL COMPOSITORE E OPERISTA ITALIANO (PESARO 1792- PARIGI 1868) E I 25 ANNI DALLA SCOMPARSA DEL FAMOSO CHEF DI BRISSAGO (1923-1983). DUE PERSONAGGI COSÌ LONTANI STORICAMENTE E CULTURALMENTE, MA CON UNA GRANDE PASSIONE CHE LI UNISCE: L’AMORE E IL RISPETTO DEL CIBO, LA RICERCA COSTANTE DI SAPORI GENUINI LEGATI ALLE PROPRIE ORIGINI, UNITI AI CLASSICI DELLA GASTRONOMIA. DI MARTA LENZI REPETTO 01

R

ossini è stato il musicista gourmet per eccellenza, il buongustaio che ha vissuto i grandi cambiamenti gastronomici degli inizi del 1800. Originario d’una regione in cui la cucina è sempre stata importantissima, giovane studente nella “grassa” Bologna, musicista affermato nella raffinata Parigi, il suo percorso di vita si svolse nei luoghi del cibo e della gastronomia più famosa. La modesta vita giovanile lo spinse ad apprezzare, appena riuscì a permetterselo, il cibo raffinato ed il godimento che ne derivava. Figlio di un suonatore di orchestra, Gioacchino

84

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

durante la sua infanzia venne spesso lasciato alla cure della nonna materna, per garantirgli la stabilità negli studi; dalla nonna imparò il piacere per le ricette della tradizione e ad apprezzare i prodotti marchigiani, gusti e sapori che lo seguirono per tutta la vita. Durante il suo peregrinare in Europa per le rappresentazioni operistiche, ebbe modo di conoscere e apprezzare anche prodotti e vini delle provenienze più disparate, nonché gastronomi e cuochi che segnarono i tempi. Fu un grande esperto, pronto agli abbinamenti più calorici e bizzarri, raffinato in fatto di vini ed insaziabile. Si racconta che già a sei anni scolasse le ampolle di vin santo nelle sacrestie delle chiese di Pesaro. E sembra che, nel 1816, dopo l’insuccesso della prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia a Roma, comunicando l’accaduto alla moglie, il soprano Isabella Colbran, tenne a precisare che ciò che gli interessava di più tuttavia era la scoperta di una nuova insalata, di cui le inviò la ricetta: condita con senape inglese, limone, pepe, sale, olio d’oliva e tartufo, sarebbe diventata la famosa insalata alla Rossini. Molte altre ricette sono legate al suo nome e alle specialità che grandi chef gli dedicarono. Maccheroni, minestra di beccacce, spuma di pollo e pro-

sciutto, cotoletta di castrato o di agnello, noce di vitello con foie gras, e i famosissimi tournedos, il cui nome sembra derivare dal comportamento del maggiordomo del compositore che, per evitare che i commensali copiassero la ricetta di questo piatto, voltava loro la schiena - tournez le dos nell’attimo in cui doveva completarne a tavola la preparazione, per nasconderne i segreti. Un filetto di manzo rosolato al burro, adagiato su una fetta di pancarré senza crosta dorato anche lui nel burro, sovrastato da una scaloppa di foie gras e generose fette di tartufo, il tutto accompagnato dalla salsa ottenuta deglassando con Madeira. Foie gras e tartufo erano le sue passioni e ossessioni. Di tartufo erano ripieni anche i suoi celebri maccheroni che egli stesso farciva con una siringa d’argento e deponeva amorosamente nella teglia vegliandone la cottura. La preparazione assumeva l’aspetto di un’autentica cerimonia: restava immobile, affascinato dalla loro trasformazione, ascoltandone il mormorio. Quando si trasferì a Parigi nel 1823, diventò famoso per i suoi piatti con prodotti provenienti da tutta Europa: tartufi e olive da Ascoli, il panettone da Milano, i maccheroni da Napoli, gli stracchini e il gorgonzola dalla


GASTRONOMIA / GIOACCHINO ROSSINI E ANGELO CONTI ROSSINI 02

Lombardia, la mortadella, i tortellini e “il cappello del prete” da Bologna, il prosciutto da Siviglia, i formaggi piccanti dall’Inghilterra, la crema di nocciole da Marsiglia. Il suo salotto era frequentato da artisti e la cena del sabato era riservata a sedici convitati. Fu a Parigi che conobbe Antonin Carême, il famoso cuoco che in quegli anni curava e sovrintendeva la cucina della nobile famiglia Rotschild. Tra i due nacque un’intesa gastronomica importante al punto che il cuoco sosteneva che Rossini fosse il solo che lo aveva saputo comprendere. Durante un soggiorno bolognese del compositore, Carême gli inviò un pasticcio di fagiano e tartufi, dando luogo a una golosa corrispondenza a cui il musicista rispose con una composizione titolata “da Rossini a Carême”, riprendendo la missiva iniziale di accompagnamento al gustoso dono che recitava “da Carême a Rossini”. I regali da lui in assoluto più graditi erano mortadelle, insaccati e zamponi, in ogni caso tutti prodotti commestibili. Sembra abbia pianto tre volte nella sua vita: quando fischiarono la prima opera, quando sentì suonare Paganini e quando gli cadde in acqua, durante una gita in barca, un tacchino farcito ai tartufi. «Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore. Lo stomaco è il maestro di cappella che governa ed aziona la grande orchestra delle passioni. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia; al contrario lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia». Ecco l’amore incondizionato di Rossini per il cibo! Nel 1829 dopo la rappresentazione della sua ultima opera, il Guglielmo Tell, a cui è dedicata la torta di mele alla Tell, morbida e fragrante, un impasto semplice arricchito dal burro in

cui le mele affondano in cottura, decise di non scrivere più musica e si ritirò nella residenza di Passy, dove trascorse la seconda metà della sua vita coltivando la passione per la gastronomia e la cucina celebrando la sua massima: «mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell’opera comica che è la vita, e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo». Sole eccezioni, delle brevi arie per piano, intitolate ad antipasti e dessert. Dedicò il quarto volume dei Péschés de vieillesse al ravanello, alle acciughe, ai cetriolini, al burro, ai fichi secchi, alle mandorle, alle uvette e alle nocciole, per concludere, con minor poesia, con una Petite valse dedicata all’olio di ricino. L’apertura a nuove esperienze è anche alla base dell’arte culinaria di Angelo Conti Rossini di Brissago che ha saputo sviluppare i valori della sua terra, tra il padre panettiere e oste, la madre cuoca, e soggiorni in importanti hotel svizzeri e d’Europa. Con il ristorante Giardino, fu il primo cuoco del canto-

ne Ticino ad essere insignito delle due stelle Michelin alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, quando ancora non esisteva la guida Michelin svizzera ed era quindi la Michelin italiana che abbatteva le frontiere per onorare lui e qualche altro personaggio della Svizzera gastronomica. Fedele ai valori semplici, autentici ed antichi della sua terra, valori che trasmise nei suoi piatti, utilizzando formaggio delle valli, pesci di lago, funghi, e sviluppando un particolare rapporto con i fornitori locali, la base delle sue proposte ruotava principalmente attorno alle idee e alle pietanze di una tradizione popolare e valligiana semplice, una mescolanza di gastronomia regionale con insegnamenti francesi interpretati con molta libertà e fantasia. Tante le ricette che ha lasciato: la minestra di lenticchie, la crema di legumi, il fegato d’oca in stampo, il rombo al Barbera, gli scampi in gelatina, l’insalata gourmet, la mousline di luccio, il sorbetto al the, il gelato vaniglia, la scodela Dimitri. Il Giardino di Brissago divenne un vero e proprio tempio delle arti culinarie e un luogo d’inconTICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

85


GASTRONOMIA / GIOACCHINO ROSSINI E ANGELO CONTI ROSSINI

03

tro basato sull’alta professionalità e la semplicità: una buona cena non dipende solo dai fornelli, ma fondamentale è anche l’accoglienza e lo stare insieme, amava ripetere sempre. Consapevole che il problema della cucina futura non sarebbero stati i cuochi, ma la sempre più difficile reperibilità di buone materie prime, sosteneva che per preparare un buon piatto si deve conoscere la tradizione, da cui solo in un secondo tempo si può allontanarsene, ma senza rinnegarla. Anche Angelo visse un periodo di grandi mutamenti storici e un elevato sviluppo tecnologico e scientifico, con trasformazioni su ogni attività umana, compresa quella gastronomica. Aveva compreso il ruolo sociale cruciale che anche il cuoco può e deve svolgere. Una vita spesa a favore dell’ospite la sua, contribuendo alla divulgazione della cultura della convivialità, convinto che nessun luogo e nessun tempo sanno unire quanto la tavola. Fu inoltre un grande maestro e trasformò la sua casa-ristorante a Brissago anche in scuola di cucina, quando decise di tornare alla semplicità di un tempo cambiando il menù e il nome del locale in Osteria Agorà. Ironico e professionale, intratteneva il pubblico in sala insieme alla precisissima sorella che spiegava ogni ingrediente presente nel piatto.

La grande amicizia con Libero Olgiati, avvocato e uomo politico ticinese di rilievo, un illuminato cultore della civiltà della tavola, pioniere della gastronomia pratica e culturale nella Svizzera italiana, lo accompagnò verso una svolta definitiva con il passaggio dalle proposte à la carte ad un menu qualitativamente più accurato, e lo introdusse con intelligenza nel regno di Bacco. Con lui condivise la grande passione e il rispetto per l’arte enogastronomica, traendo insegnamento dai viaggi di anni dell’avvocato e di sua moglie, durante i quali assaggiarono e studiarono le più importanti tavole francesi, svizzere, italiane e di tutta Europa. Sempre considerando l’arte della buona tavola un insieme di attività che presuppone essenzialmente un fatto culturale. Nacque così un’amicizia fatta di eventi culinari e di grandi discussioni. Fu l’avv. Olgiati che lo iniziò alla conoscenza dei grandi vini francesi, contribuendo così alla costituzione della cantina del Giardino con i grandi Champagnes, lo Chateau d’Yquem, i vini Romanée Conti, i vari Montrachet e tanti altri. Da parte sua, Angelo collaborava con la signora Olgiati, cuoca sopraffina, alla preparazione di tante pietanze tradizionali e moderne.

01 Menu di Gioacchino Rossini (Bibl. Medicea Laurenziana, Firenze) tratto dal libro Menu per Orchestra, Armando Dadò Editore, 2015, copyright CORSI 02 Scodela Dimitri, la famosa ricetta di A. Conti Rossini presentata dallo Chef Dario Renza nel libro Menu per Orchestra, Armando Dadò Editore, 2015, copyright CORSI 03 Copertina del menu del Ristorante Giardino di Brissago 04 Copertina del libro Angelo Conti Rossini, dieci anni dopo, a cura di Alberto dell'Acqua e Carlito Ferrari, foto Gastronomie & Tourisme 04

86

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

La cucina è un’arte, fatta d’intelligenza, di pazienza, di amore, di passione, che è un piacere da condividere. E il piacere fisico integrato da quello intellettuale rende il cibo, oggetto di degustazione e di commento, più importante. Se il palato gode, gode anche il cervello. La cucina unisce tutto e tutti. «Una buona cena non dipende solo dai fornelli, ma fondamentale è anche l’accoglienza e lo stare insieme”, amava ripetere sempre».


B

D o v e

Bou t iqu e

Farfalla

o

q

u

t

l ’ e l e g a n z a

LOCARNO

L a r g o F. Z o r z i 6

i

è

LUGANO

Piazza B. Luini

u

e

u n

a t t i t u d i n e

ASCONA Via Borgo


GASTRONOMIA / RISTORANTE METAMORPHOSIS

CHE DELIZIA! CHE DOLCEZZA! zione. Cibi che ricordano, emozioni che ci portano indietro nel tempo, in un momento preciso della nostra vita. E in quel momento ci assale l’odore di quel piatto, di quel dolce…e al palato si fa prepotente quel sapore che ci ricorda “Uovo sbattuto, zucchero e caffè”. In un pomeriggio di fine novembre, davanti a questo dolce al cucchiaio, che per me e lo chef Domenico Zingaro, è un “comfort food”, si chiacchera di ricordi e di pasticceria… Domenico Zingaro, classe 1987, dal 2013 nella brigata dell’executive chef Luca Bellanca come sous chef, è anche lo chef pasticcere del Ristorante Metamorphosis, sito all’interno di Palazzo Mantegazza, e con le sue creazioni di pasticceria, regala dolci emozioni…

DI SARA BIONDI UOVO SBATTUTO, ZUCCHERO E MENTRE MONTA, AGGIUNGERE IL CAFFÈ CALDO DELLA MOKA…

R

Ph: Kyrhian Balmelli

itorno bambina, nella cucina dei nonni materni, quando il nonno, per merenda, amava preparare a me e a mio fratello l’uovo sbattuto con lo zucchero e aggiungerci, ogni tanto, il caffè. In trepidante attesa, aspettavo la mia golosa “merenda”. Il profumo del caffè che saliva nella caffettiera, il rumore del cucchiaio nella tazza per montare l’uovo e lo zucchero. Una crema dolcissima a cui aggiungere qualche cucchiaio di caffè. «Lo zabaione: fatto con l’uovo freschissimo e montato con il caffè della Moka. È il ricordo di papà, che ogni mattina, quando sono dalla mia famiglia in vacanza, me lo prepara sempre in maniera esemplare». Il mio ricordo d’infanzia incontra il ricordo di Domenico Zingaro, chef pasticcere al Ristorante Metamorphosis di Lugano. È il Gusto della Memoria, è un ricordo che ci appartiene, collegato a un cibo, in questo caso un dolce, che crea emo01

88

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

C

hef Domenico Zingaro, come nasce un dessert? Da dove trae ispirazione? «Le idee nascono sia per rispondere alla mia curiosità verso nuovi prodotti (è tanta la mia voglia di scoprirli e conoscerli) che per raccontare le mie origini. Sono pugliese, nato a Bisceglie, e nelle mie creazioni di pasticceria cerco sempre di partire dalle ricette dei dolci della mia terra o utilizzare ingredienti tipici pugliesi riproponendoli in chiave moderna». Cosa deve trasmettere un buon dessert? «Il dessert è una “coccola” che arriva direttamente al cuore. È scoperta ed emozione. È benessere. Estasi per il


GASTRONOMIA / RISTORANTE METAMORPHOSIS

palato e un sorriso sulle labbra. Un buon dessert è capace di diventare un bellissimo ricordo». C’è un dessert a cui è particolarmente legato che le evoca ricordi, emozioni? «Assolutamente sì! È lo Zabaione! Un dessert al cucchiaio che ogni mattina, quando sono in vacanza in famiglia, mio padre mi prepara in maniera esemplare! Non ne posso fare a meno! E al solo pensarci, sento il profumo e il sapore».

colare. È rosa in natura e non contiene coloranti; la sua colorazione è dovuta al particolare tipo di fava di cacao con cui è prodotto, ovvero la “Ruby cocoa bean”. Il suo gusto particolarmente acido e fruttato ricorda i frutti tipici di questo periodo dell’anno. Per ricordare il Natale sono stati abbinati altri ingredienti rossi come le fragoline di bosco in un sorbetto. La mousse è a forma di sfera per richiamare le bocce di Natale e il giallo dello zafferano ricorda l’oro dei Re Magi».

È in arrivo il Natale. C’è un dessert particolare, inserito nella nuova carta, che vuole raccontarci? «“Ruby Cuore”. Mousse di cioccolato Ruby con sorbetto alle fragoline di bosco, spugna allo zafferano e gelée di lime. L’idea nasce da questa novità che è il cioccolato Ruby di Barry Callebaut. Un cioccolato dalle tonalità rosa e dal gusto molto parti-

01 Da sinistra: Gli Chef Luca Bellanca e Domenico Zingaro

“RUBY CUORE” Mousse di cioccolato Ruby con sorbetto alle fragoline di bosco, spugna allo zafferano e gelée di lime. Ingredienti per la Mousse • 375 g di cioccolato Ruby • 110 gr di uova • 135 gr di tuorlo d’uovo • 150 gr di zucchero • 515 g di panna Ingredienti per il Sorbetto • 500 gr di polpa di fragoline di bosco • 200 gr di sciroppo • 100 ml di acqua Ingredienti per la Spugna allo zafferano • 150 di farina • 200 gr di uova • 1 gr di zafferano • 20 gr zucchero

Ingredienti per la Gelée di lime • 200 gr di succo al lime • 50 gr di sciroppo • 4 gr agar agar Procedimento Montare le uova con i tuorli e lo zucchero, sciogliere nel frattempo il cioccolato a bagnomaria, semi montare la panna. Unire il cioccolato al composto delle uova e alla fine incorporare la panna. Per il sorbetto unire tutti gli ingredienti, congelare e al momento del servizio pacossare. Per la spugna di zafferano frullare tutti gli ingredienti, caricare il sifone, disporre il composto in un bicchiere e cuocere in microonde per 40 secondo alla massima potenza. Infine far bollire il succo di lime con lo sciroppo, aggiungere l’agar agar, raffreddare e successivamente frullare. Disporre nel piatto la mousse, adagiare il sorbetto, la spugna allo zafferano e infine terminare con la gelée.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

89


UNA CENA NELLA DIMORA DEL VESCOVO DI GIACOMO NEWLIN IL PALAZZETTO BRANDA CASTIGLIONI NEL CENTRO DI COMO, CHE OGGI OSPITA IL RISTORANTE STELLATO MICHELIN “I TIGLI IN THEORIA”, FU FATTO EDIFICARE PER SUA DIMORA, DALL’OMONIMO VESCOVO NEL XV SECOLO.

90

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

O

ggi, grazie alla lungimiranza dell’imprenditore Giovanni Maspero, l’edificio è rinato a nuova vita, complice un’attenta e conservativa ristrutturazione che ha valorizzato il fascino storico e suggestivo del posto. Entrando, ciò che cattura subito l’attenzione è il pregevole e originale soffitto a cassettoni, che si integra armoniosamente con il sobrio e nello stesso tempo elegante arredamento del ristorante, arricchito da proposte espositive di stile contemporaneo che periodicamente colorano le pareti. Attualmente sono esposti dipinti della pittrice russa Irina Katchanova che riflet-


GASTRONOMIA / RISTORANTE “I TIGLI IN THEORIA”

RISTORANTE “I TIGLI IN THEORIA” Via A. Bianchi Giovini 41 22100 Como Tel. +39 031 305 272/+39 031 301 334 www.intheoria.it info@theoriagallery.it

tono il suo fascino per gli impressionisti ed i postimpressionisti. La cucina è affidata allo chef Franco Caffara che può vantare una stella Michelin, largamente meritata grazie alla notevole esperienza maturata, che si basa sugli insegnamenti della tradizione e sulla profonda conoscenza della materia prima. Materia prima che ovviamente viene scelta col criterio della massima qualità e trattata secondo le tecniche più innovative, con il risultato di piatti raffinati, mai banali e pieni di gusto. In un’atmosfera che si può definire di sapori e di arte, connubio affascinante per chi vuole vivere un momento ricco di piacevoli sensazioni, lo chef, coadiuvato dal sous chef Dome-

nico Furlano e dallo chef patissier Andrea Zerboni, corteggiano l’ospite con pietanze che seguono primariamente la stagionalità dei prodotti utilizzati, in cui i sapori, uniti in equilibrio tra loro, si percepiscono in modo netto, mentre la presentazione dei piatti, mai esagerata, non distoglie l’attenzione dalla pietanza stessa, anzi la esalta. Ecco alcuni esempi degustati, che hanno riscosso un plauso convinto e che quindi vale la pena citare, poiché sono esemplificativi del concetto enunciato: interpretazione di un fungo porcino ( stagionale); scampo di Sicilia, animella di vitello, carciofo, liquirizia e chele fritte. Tagliolino, aragosta Tristan da Cunha, colatura

di datterini, prezzemolo (un piatto straordinario nella sua semplicità –si fa per dire- con la tenera e saporosa aragosta, che evoca sia le imprese epiche di un grand’uomo, sia il suo oblio, dato che il crostaceo proviene dall’isola di Sant’Elena); Tartare di Vicciola piemontese allevata a nocciole e gelato salato di nocciole.In conclusione la passione del “gastrosofo”: Soufflè al cioccolato (Guanaja 70%) e uova di selva. Chi desidera valorizzare ulteriormente la piacevolezza dell’esperienza gastronomica, il consiglio è di scegliere un tavolo nella saletta dove si può osservare di là del vetro la linda cucina con la relativa brigata al lavoro in perfetto coordinamento e armonia. Dalla carta dei vini, in cui primeggiano etichette di pregio della produzione vinicola delle regioni italiane più vocate, nonché diverse etichette estere scelte con competenza, il sommelier Fausto Ferrario incanala la scelta dell’ospite verso un felice connubio cibo-vino. I giorni di apertura del ristorante “i Tigli in Theoria” vanno da martedì alla domenica a pranzo. La prenotazione è vivamente raccomandata. Il locale dispone inoltre di un elegante Lounge Bar per piacevoli momenti di relax. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

91


GASTRONOMIA / SWISS WINE TASTING

VINI TICINESI IN MOSTRA A ZURIGO DI MAURIZIO CASAROLA GRANDE SUCCESSO PER QUESTA MANIFESTAZIONE ENOLOGICA CHE HA VISTO LA PARTECIPAZIONE DEI MIGLIORI PRODUTTORI SVIZZERI.

F

ino al 2000 i capannoni industriali dello Shiffbau, a Zurigo nel distretto di Escher-Wyss, erano preposti alla fabbricazione dei battelli, i quali venivano varati nello splendido lago che porta lo stesso nome della città fulcro dell’economia svizzera. Oggi, quegli spazi un tempo dedicati alla produzione industriale, sono stati convertiti a palazzo per esposizioni e mercati di vario genere. Per il secondo anno consecutivo, grazie alla geniale intuizione di Susanne Scholl e Andreas Keller, lo Swiss Wine Tasting-Memoire e Friends s’è svolto allo Schiffbau nelle date del 26 e 27 di agosto. Edizione particolare, questa del 2018, perché si sono celebrati i primi dieci anni di quest’evento d’assoluto rilievo per l’enologia svizzera. Folta e qualificata la partecipazione alla kermesse da parte dei tanti vignaioli provenienti da tutti i cantoni, e non poteva essere che così; visto l’impegno e l’energia profusi da Susi e An-

01

92

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

dreas nel promuovere questo tipo di manifestazioni. Un pensiero va anche al resto del team composto da Hans Battig, Jasmin Schmid e Daniel Kleiner. Importante la presenza dei produttori vitivinicoli del Ticino. Hanno risposto presente all’appello, gli otto vignaioli ticinesi soci del club de “La mémoire des vins suisses”: Gialdi di Bodio e Mendrisio, Mondò di Sementina, Huber di Termine, Tenuta Castello di Vico Morcote, Zundel di Beride, Kopp von der Krone Visini di Barbengo, Agriloro di Genestrerio e Vitivinicola Trapletti di Coldrerio. Per quanto riguarda la Swiss Wine Tasting, che ha avuto luogo durante la giornata di lunedì 27 agosto nel salone più grande dello Schiffbau; agli otto precedentemente nominati, vanno aggiunte le cantine di Matasci Fratelli di Tenero, Angelo Delea di Losone, Chiodi di Ascona, Andrea e Michael Weingartner di Astano, Tenuta San Giorgio di Cassina d’Agno, Tamborini Carlo di Lamone, Cantina Pelossi di Pazzallo, Valsangiacomo di Mendrisio e Vinattieri di Ligornetto. Come tradizione vuole, i prodotti presentati da costoro erano in maggioranza ottenuti da uve merlot; alcuni di questi vinificati in bianco, dimostrando una volta di più che il Ticino è terra vocata alla coltivazione della bacca originaria della Gironda. Conviene però spezzare una lancia anche a favore di alcuni superlativi vini bianchi, presentati dalle stesse aziende, e ottenuti con grappoli

di sauvignon e chardonnay. Una nota a parte per l’evento di domenica 26 agosto: Swiss Wine Vintage Award 2008-2018. Nell’occasione, tre produttori ticinesi hanno ricevuto l’ambito riconoscimento con quintessenze che hanno contribuito a scrivere la storia del vino svizzero di questi ultimi dieci anni. Come non ricordare quindi, lo chardonnay Beride Dosso di Zundel e i merlot Montagna Magica di Huber e Balin di Kopp von der Krone Visini. La coppia di vignaioli di Barbengo, s’è tolta anche la soddisfazione di ricevere il Vintage Award con lo Scala; eccellente assemblaggio di merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, petit verdot e malbec. 01 Lo Schiffbau di Zurigo dove s’è svolto Swiss Wine Tasting 2018 02 Lo stand della Tenuta San Giorgio nel padiglione delle degustazioni all’interno dello Schiffbau

02


zack-goodman.com

Maria, 87 anni, felice.

Dopo pranzo Maria è solita passare un po’ di tempo a osservare dalla finestra. Non sappiamo se contempla le montagne di fronte o se ammira il lungo lago dove ama passeggiare. O ancora le ventidue specie diverse di piante del suo balcone. Gli dedica ore, e loro la ripagano con fioriture invidiate da tutti noi del personale. Sotto sotto sappiamo che aspetta impaziente l’operetta in scena stasera alle 18:00, ancora 10 minuti ed è ora di prepararsi. PERCHÉ IL PASSARE DEL TEMPO È UN VERO PIACERE.

Residenza Rivabella Via Ressiga 17 6983 Magliaso Ticino — Svizzera

Telefono +41 91 612 96 96 residenza@rivabella.ch rivabella.ch


TURISMO / TICINO TURISMO

ABBIAMO MODIFICATO IL NOSTRO DNA

ELIA FRAPOLLI, DIRETTORE DI TICINO TURISMO, SPIEGA COME IL 2018 SIA STATO UN ANNO DI PROFONDO CAMBIAMENTO PER TICINO TURISMO CHE SI PRESENTA OGGI CON UNA IDENTITÀ VISIVA COMPLETAMENTE RINNOVATA.

94

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

S

i è fatto un gran parlare negli ultimi mesi del calo di pernottamenti in atto nel corso del 2018 in Ticino in controtendenza rispetto alla crescita registratasi invece nel resto della Svizzera. Allora il turismo ticinese è in crisi? «Non condivido affatto questa valutazione. È vero infatti che in Ticino i pernottamenti sono diminuiti, ma bisogna tener conto che il 2017 era stato un anno da primato (+7,7%) e anche il 2016 era stato in crescita (+4,6%). Una frenata era prevedibile, tenendo conto del venir meno della novità AlpTransit di altre circostanze particolari presenti in Europa nello scorso anno, come per esempio la paura del terrorismo che ha indotto molti turisti svizzeri a trascorrere le proprie vacanze entro i confini nazionali, premiando in particolar modo il Ticino. In ogni caso, l’andamento dei pernottamenti alberghieri subisce na-

turali oscillazioni di anno in anno e comunque da solo non è esaustivo per valutare lo stato di salute del settore turistico. Al contrario, per tracciare un bilancio complessivo, serve considerare altri parametri come la ristorazione, gli Airbnb, le case secondarie e il turismo di giornata. Fintanto che si continuerà a ‘misurare’ l’andamento turistico solo ed esclusivamente con il dato dei pernottamenti alberghieri il risultato darà sempre una immagine falsata della realtà. Penso dunque, in generale, che se il 2017 è stato un anno di forte crescita, il 2018 possa essere considerato un anno di consolidamento, in vista di un prossimo rilancio. Infatti, sono molti i progetti nel cassetto in vista di una data importante, il 2020, anno in cui grazie all’apertura del tunnel di base del Monte Ceneri potremo davvero parlare di Città Ticino». Quest’anno è stato caratterizzato da un “cantiere” importante, il rinnovo della vostra immagine visiva. Che significato avete attribuito a questo cambiamento? Che cosa vuole comunicare Ticino Turismo e a chi si rivolge? «Il nuovo brand di un’azienda è paragonabile al suo DNA. Beninteso, non ci riferiamo solo al marchio o logo, ma all’intero ecosistema di canali di comunicazione propri, in questo caso, della destinazione turistica Ticino. Ripensare al proprio brand significa dunque riflettere sulla propria identità più profonda. Ridisegnare il proprio volto. Reinventarsi. L’Agenzia turistica ticinese sta portando avanti questo processo ormai da qualche anno. Se l’entrata in vigore della nuova Legge


20.00 – 12 dicembre Entrata in scena

Luminoso inverno Dicembre 2018 01.12.2018 – 06.01.2019 Natale in Piazza Christmas in Lugano Lugano

31.12.2018 Festeggiamenti di Capodanno New Year’s Eve celebrations Ticino

Gennaio 2019

01.12.2018 La via degli Elfi Mercatino natalizio notturno Night Christmas Market Rancate

01.01.2019 Concerto di Capodanno New Year’s Concert Ascona, Collegio Papio

01 – 02.12.2018 Mercato di Natale Christmas market Ascona

01.01.2019 Spettacolo pirotecnico Fireworks Ascona, Lungolago

08.12.2018 Mercato di Natale Christmas market Locarno

06.01.2019 Nodada de la Befana Tradizionale nuotata nelle acque del porto Winter swim in celebration of Epiphany Brissago

15.12.2018 – 06.01.2019 Il Presepe Esposizione all’aperto Nativity scene exhibition Vira Gambarogno 13.12.2018 Natale a Castelgrande Christmas market at Castelgrande castle Bellinzona

Fino al 20.01.2019 Louis Kahn e Venezia Mostra inaugurale Inaugural exhibition Teatro d’architettura, Mendrisio

Fino al 31.05.2019 LuganoInScena Theatre season LAC Lugano 11 – 12.01.2019 Music on ice Spettacolo di pattinaggio Ice show Bellinzona 26.01.2019 Nordic Day Giornata di prova sci di fondo Cross-country skiing tester day Campra 30.01.2019 Raiffeisen Kids Ski Day Airolo

Febbraio 2019 Febbraio – Marzo 2019 Carnevali in Ticino Carnivals in Ticino Ticino 02.02.2019 Grand Prix Migros Gara di sci per bambini Kids ski race Airolo

Il Ticino non sta mai fermo. Cerchi nuove esperienze? Scopri l’inverno su ticino.ch/eventi

10.02 – 16.06.2019 Surrealism Switzerland Mostra d’arte Art exhibition LAC Lugano 19 – 24.02.2019 Carnevale Lingera Lingera Carnival Roveredo Weltu Schnee-Tåg Gara amatoriale di sci e snowboard per famiglie Amateur ski and snowboard race for families Bosco Gurin 28.02 – 05.03.2019 Carnevale Nebiopoli Nebiopoli carnival Chiasso 28.02 – 05.03.2019 Carnevale Rabadan Rabadan Carnival Bellinzona


TURISMO / TICINO TURISMO

96

sul turismo ha gettato le basi del cambiamento, non si può non constatare come la vera metamorfosi sia partita dal basso, dai singoli operatori turistici, da un Ticino che sempre più sta riscoprendo la propria indole imprenditoriale. Molte nuove attrattive turistiche hanno visto la luce negli ultimi anni, e lo stesso dicasi per le strutture ricettive. Le organizzazioni turistiche e la politica hanno dimostrato che, lavorando all’insegna dell’unità e della condivisione di obiettivi comuni, è possibile portare a termine progetti che in passato erano stati definiti “irrealizzabili” come, ad esempio, Ticino Ticket. La sfida oggi si gioca soprattutto nel campo dell’innovazione digitale, senza dimenticare, in un settore dell’economia che non tratta di beni immateriali ma si occupa dell’accoglienza di persone reali, vere e vive, il contatto con il pubblico».

anni ’70, Ticino Turismo ha veicolato la propria immagine all’estero. È da quelle cromie che siamo partiti per raccontare il nostro Cantone attraverso i colori del suo territorio, unici come i momenti che possiamo vivere. In Ticino è possibile imbattersi in un numero potenzialmente infinito di elementi: luoghi segreti, storie e dettagli che lasciano il segno, piccole sorprese disseminate qua e là che compongono un’unica esperienza complessiva. Attività circoscritte ma estremamente intense, esclusive e memorabili, che possono essere vissute solo in specifici luoghi e momenti. Il concetto visivo, che richiama quello di un mosaico, rende la nuova identità particolarmente versatile e ideale per essere applicata sui supporti digitali che oggi rappresentano spesso il primo canale attraverso il quale i turisti scoprono una destinazione».

Possiamo vedere più nel dettaglio in cosa consiste questo rinnovamento? «Abbiamo lavorato intensamente per dare al Ticino un’immagine nuova, che viaggia verso un futuro digitale, ma che al tempo stesso si ispira alla tradizione e alle peculiarità più autentiche del nostro territorio. La nuova identità visiva, ideata per trasmettere concetti e valori che distinguono il Cantone a sud delle Alpi dalla concorrenza, è il frutto di una strategia ben precisa, finalizzata a premiare la tradizione e l’autenticità che ci contraddistinguono, senza però dimenticare, oggi che il processo di digitalizzazione della società corre velocemente, la necessità di innovare e di avere un’identità visiva che ben si adatta al digitale, al web, ai nuovi formati e ai moderni canali di comunicazione. Il percorso creativo è durato circa un anno, ha coinvolto molti attori e incluso approfondite ricerche etnografiche, sondaggi, workshop. Oggetto di indagine sono stati, in particolare, i manifesti firmati da noti artisti ticinesi con i quali, dagli anni ’40 fino agli

Qual sono, in sintesi, le diverse declinazioni della nuova identità visiva? «Abbiamo declinato questo nuovo concept su tutti gli strumenti commerciali e di comunicazione: dal prospetto turistico al sito internet, dai social network alla nuova app “MyTicino Highlights”. Supporti molto diversi tra di loro ma con un unico comune denominatore: un nuovo modo di relazionarsi con i potenziali turisti. La tecnica dello storytelling o “raccontare storie” è diventata centrale. Il turista è un amico al quale diamo del “tu” e parliamo in modo amichevole. Rivolgendoci a lui, gli suggeriamo cosa fare, in quale giorno, in quale luogo preciso e a che ora. Dal punto di vista narrativo, nella nuova strategia di promozione turistica svolgono un ruolo chiave il lato autentico del Ticino, i suoi personaggi e le nostre tradizioni. Questo cambiamento di paradigma è stato introdotto a tutti i livelli. Sono stati creati nuovi filmati adatti per essere condivisi sui social network (oltre al già noto #visitticino, è stato lancia-

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

to l’hashtag #ticinomoments), così come nuove rubriche (come ad esempio la “top five”) e podcast che abbinano la bellezza dei luoghi a brani musicali. Nelle fotografie c’è un ritorno all’autenticità: sono state abbandonate le scene “in posa”, i filtri vengono utilizzati con moderazione, in modo che non dominino sull’immagine stessa (a questo proposito si vedano, in particolare, le sottosezioni ticino.ch/esperienze e ticino.ch/storie)». Dunque i ticinesi diventano veri e propri ambasciatori turistici… «Per raggiungere l’obiettivo di una conoscenza capillare della nuova immagine visiva su scala nazionale abbiamo lanciato, in collaborazione con l’azienda LATI SA, una particolare, quanto inedita, azione di marketing. In primavera sono stati distribuiti in Ticino 200’000 cartoni del latte che davano la possibilità di partecipare a un concorso: suggerire ai potenziali turisti un’esperienza da vivere in Ticino. Nella seconda fase di questo progetto ci siamo rivolti Oltralpe. Su mezzo milione di prodotti LATI distribuiti su scala nazionale sono apparsi gli adesivi con foto e brevi descrizioni delle esperienze vincitrici del concorso. I consigli dei ticinesi sono dunque diventati l’elemento centrale di un progetto che ha promosso i “locali” al ruolo di veri e propri ambasciatori turistici. Oltre a entrare nei frigoriferi dei potenziali ospiti il nuovo marchio di Ticino Turismo era visibile anche sulle strade. Grazie a una partnership siglata con AMAG SA per un mese le nuove auto vendute e i veicoli di cortesia hanno sfoggiato la nostra nuova identità visiva. Con nostro grande piacere, questa collaborazione verrà rinnovata anche nel 2019 e sarà condotta su scala nazionale. A partire dalla seconda metà di marzo lanceremo una campagna incentrata sul Ticino all’interno di oltre sessanta filiali AMAG.


CENTO VIDEO, CENTO GIORNI, UNA SFIDA Ticino Turismo ha lanciato un progetto innovativo e unico nel suo genere battezzato “100% Ticino Challenge”. Dal 9 luglio al 16 ottobre è stato pubblicato – sul sito ticino.ch/100×100, sui canali sociali e in televisione – un filmato al giorno che ha mostrato il Cantone attraverso gli occhi dei “locali”. Pedalare su una strada poco battuta, una grigliata tra amici, uno scorcio in un paesino in fondo a una valle. Sono infinite le possibili esperienze da vivere in Ticino. Grazie al progetto “100% Ticino Challenge” sono stati i ticinesi stessi e i turisti che amano il Cantone ad entrare nel set. Come in una serie tv, ma senza attori. Cento giorni, cento puntate. Per realizzarle ogni partecipante ha avuto la possibilità di utilizzare le ultime novità tecnologiche in materia di riprese video: dai droni alle videocamere a 360° fino alle GoPro. Ticino Turismo ha messo poi a disposizione il materiale e, grazie alla collaborazione di due registi, ha montato i video affinché ogni esperienza ripresa venisse valorizzata e resa unica. 1. Una forza trainante nel turismo è, da sempre, l’esperienza diretta di chi è già stato o conosce bene una destinazione. Una tendenza che oggi, nell’era degli “User Generated Content”, ovvero i contenuti generati dagli utenti, sta creando una sorta di passaparola a livello globale. Le modalità di promozione turistica evolvono e le necessità cambiano. Per chi si occupa di marketing è importante non perdere il passo, cavalcando le tendenze in atto. Secondo una ricerca realizzata da CISCO tra due anni i video costituiranno oltre l’80% del consumo totale di traffico Internet. I filmati stanno dunque prendendo il posto delle fotografie. Da qui l’idea di dare vita a un progetto del tutto nuovo basato sulla diffusione di contenuti video brevi e accattivanti. Ognuno ha dunque le potenzialità per diventare un microinfluencer, un ambasciatore del territorio. Con questo progetto si vuole andare alla scoperta di cento prospettive diverse del nostro Cantone, che ci permetteranno di scoprirne gli angoli più remoti e sconosciuti. 2. Oltre 1,3 milioni di visualizzazioni in poco più di tre mesi. Il progetto “100% Ticino Challenge”, che ha rappresentato una prima in Svizzera, ha permesso di raggiungere due obiettivi in uno: fare marketing turistico utilizzando le ultime novità tecnologiche in materia di riprese video e coinvolgere la popolazione locale, raccontando storie vere e autentiche. C’è chi è andato a pescare all’alba, chi ha cercato pepite d’oro, chi ha abbracciato gli alberi. C’è chi ci ha portati a vendemmiare, a produrre formaggio, a cenare in

un grotto e a ballare sul lungolago. In cento giorni, i ticinesi protagonisti del progetto “100% Ticino Challenge” hanno mostrato cento volti diversi del loro Cantone. Il progetto “100% Ticino Challenge” ha dunque consentito di raggiungere due obiettivi in uno: fare del marketing turistico utilizzando le ultime novità tecnologiche in materia di riprese video e, al contempo, coinvolgere in modo diretto la popolazione locale, raccontando storie vere e autentiche. Grazie al progetto Ticino Ticket oggi i visitatori sono in grado di raggiungere con facilità le zone più discoste. Questi spostamenti contribuiranno anche a generare indotto in luoghi più periferici e meno noti.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

97


TURISMO / LUGANO REGION

L’ANNO CHE SI STA PER CONCLUDERE È STATO COSTELLATO DA SFIDE DI OGNI GENERE CHE SONO STATE BRILLANTEMENTE SUPERATE GRAZIE AL GRANDE LAVORO DI TEAM INTRAPRESO DA TUTTI I COLLABORATORI DELL’ENTE TURISTICO DEL LUGANESE.

Ph: Enrico Boggia

NUOVO BRAND E NON SOLO

U

na grande novità su tutte è stata la creazione del nuovo Brand che ha innovato l’intera immagine dell’Ente, suddivisa in quattro grandi categorie: uffici informazione, materiale per attività marketing, materiale di comunicazione e segnaletica territoriale. Il futuro riserverà sorprese positive, dopo un 2018 sottotono dal punto di vista dei pernottamenti. Lugano Region ha presenziato infatti su diversi mercati esteri per attirare turismo leisure e MICE. Ha inoltre ospitato, in collaborazione con Svizzera Turismo e Ticino Turismo, più di 100 operatori turistici/agenti di viaggio e 97 Viaggi Stampa. Inoltre, è in atto da fine agosto una nuova campagna “di impulso” per attirare nuovamente il mercato svizzero tedesco che ha manifestato il calo più considerevole (-11,6%).

98

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

La regione durante tutto l’arco dell’anno è stata “sottoposta” a numerosi migliorie. Tra i progetti più significativi possiamo citare il rifacimento della segnaletica escursionistica del Luganese, il rifacimento della segnaletica del Malcantone, il nuovo percorso tematico Artinbosco e la nuova segnaletica MTB oltre alle varie costruzioni per la rete MTB. Non dobbiamo inoltre dimenticare che il percorso “Lugano Bike 66” è ritenuto uno dei tre più belli in Svizzera. Lo sviluppo del prodotto “Mountain bike” è stato inoltre implementato, non solo per quanto riguarda la cura dei tracciati, l’organizzazione delle strutture di accoglienza dedicate agli appassionati di questo sport, la collaborazione con guide specializzate, ma si è cercato il modo di portare l’immagine del nostro territorio a livello mon-


TURISMO / LUGANO REGION

diale. Il risultato è stato quello di siglare un accordo per i prossimi due anni, in collaborazione con la Città di Lugano e Morcote, con il campione del mondo e olimpico Nino Schurter, che tramite i suoi canali social mostrerà le bellezze della nostra regione. Nel settore dell’enogastronomia, dalla collaborazione tra l’Ente Turistico del Luganese, GastroLugano e altre associazioni di categoria locali, sono stati sviluppati itinerari enogastronomici guidati uno diverso dall’altro. Le proposte sono state 9 e gli appuntamenti 28 durante tutto l’arco dell’anno. Si possono citare progetti quali: Malcantone&Wine, The charme of Peninsula, il Chestnut Day e i City Tours della Festa d’Autunno. Ogni sabato di novembre e dicembre si potrà godere degli “Autumn flavours” e “Christmas is in the air” City Tours. Interessante anche il Taste of my Swiss City Lugano (il sapore delle cit-

tà svizzere) che è un tour culinario individuale, possibile tramite prenotazione online, con 6 tappe enogastronomiche tradizionali.

Nuova direzione al Resort Collina d’Oro di Agra Dal 1° novembre 2018, la Proprietà del Resort Collina d’Oro ha affidato la direzione alberghiera alla coppia di direttori Andrea e Vera Wichmann Adduci. “Il Resort Collina d’Oro è un tesoro nascosto nella regione di Lugano. Siamo felici di assumerci la responsabilità di questa meravigliosa struttura alberghiera circondata da uno straordinario paesaggio naturale”, dicono i coniugi Wichmann Adduci. La coppia di direttori beneficia di una pluriennale esperienza nella gestione di alberghi di alta gamma e può appoggiarsi su un bagaglio professionale internazionale, dopo la formazione presso l’École Hôtelière de Lausanne, dove si sono

conosciuti e hanno concluso insieme il loro percorso accademico nel 2000. Le loro tappe professionali in comune includono la direzione delle Terme di Vals, nei Grigioni (ora 7132 Hotel), e dell’Hotel Säntispark a San Gallo, oltre all’apertura dell’Hilton Garden Inn di Matera (Basilicata, Italia).

99


TURISMO / OTR MENDRISIO E BASSO CERESIO

MENDRISIO DA VEDERE E MANGIARE AVVIATO UN INTERESSANTE PROGETTO CHE PROPONE DI SCOPRIRE LA CULTURA ED ALCUNI SAPORI DEL CENTRO STORICO DI MENDRISIO. CE NE PARLANO NADIA FONTANA LUPI, DIRETTRICE DI OTRMBC E BENJI KATZ, CHE HA CURATO LA REALIZZAZIONE DELL’INIZIATIVA.

C

he cos’è il progetto FoodTrail? «La Società FoodTrail ha sede ad Herisau nel Canton Appenzello ed ha sviluppato nel corso degli scorsi anni un progetto che mira ad essere esteso ad un gran numero di città svizzere, con la realizzazione d’itinerari degustativi molto particolari e che permettano nel contempo di assaporare i gusti del luogo e passeggiare, scoprendo alcuni degli angoli più particolari di una città. La collaborazione con l’OTR del Mendrisiotto è nata circa un anno fa quando sono stati presi i primi contatti per verificare se fosse possibile inserire Mendrisio nella piattaforma organizzata e strutturata da FoodTrail quale prima offerta ticinese. Attualmente FoodTrail è proposto a Liestal, Thun, Sciaffusa, Rapperswil-Jona, San Gallo, Coira e Mendrisio. Sono in fase di allestimento le proposte per Lucerna, Soletta, Zurigo e Davos. Da allora i contatti sono stati intensi perché, se da un lato il “format” proposto ai visitatori in ciascuna delle 8 città svizzere è standardizzato, il progetto locale e quindi la scelta del percorso, dei testi e delle domande da porre ai visitatori, come anche i luoghi in cui farli sostare per le degustazioni, è da valutare e definire in stretta collaborazione con l’organizzatore locale».

100

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Si tratta dunque di un progetto che interpreta al meglio la specificità di ogni città coivolta... «Ogni luogo ha le sue particolarità, le sue specialità ed anche i suoi valori, le storie delle genti che la abitano, come le tradizioni tramandate da chi c’era prima di loro, sono uniche e distinte, ma poi vi sono anche abitudini e regole che determinano orari di apertura-chiusura ed ancora molti altri dettagli che condizionano le scelte per la stesura della proposta finale. Il Mendrisiotto non è nuovo a presentare eventi o ad organizzare manifestazioni legate al mondo dell’enogastronomia, data l’abbondanza e la qualità dei prodotti presenti in questo ricco e gustoso territorio, sono infatti innumerevoli le proposte legate al buon mangiare ed al buon bere». Quali sono i vantaggi per il visitatore che arriva a Mendrisio? «FoodTrail permette a chi abita la regione o il Cantone, come anche a coloro che arrivano da più lontano, di fare una breve passeggiata enogastronomica strutturata su un percorso circolare che, incluse le fermate per le degustazioni, dura all’incirca 3 ore, ma che può essere percorso liberamente senza limiti di tempo. Un percorso pensato con l’intento di divertire, stuzzicare, incuriosire; ma anche di accennare ad altre magnificenze di Mendrisio che in quell’occasione non possono essere viste o degustate e che quindi potrebbero diventare motivo di


TURISMO / OTR MENDRISIO E BASSO CERESIO

ritorno nel nostro territorio. Come il tema dell’enogastronomia, anche il tema della scoperta è cavalcato dalla nostra OTR da diversi anni ed è quindi con entusiasmo e tanta motivazione che passo-passo è stato sviluppato il progetto per il FoodTrail di Mendrisio. Chi ha provato il percorso proposto è rimasto affascinato da Mendrisio, dalla storia e dai sapori, ma anche dalla cortesia e dalla professionalità dei commercianti che hanno servito loro gli assaggi e che si fanno ambasciatori di tutta l’offerta enogastronomica della regione». Concretamente come funziona la proposta FoodTrail? «La formula per partecipare al FoodTrail è semplice ed uguale per tutte le città. La prenotazione viene fatta online sul sito foodtrail.ch o direttamente allo sportello dell’OTR Mendrisiotto. Il costo per persona adulta è di 49.- chf , per bambini dai 6 ai 16 anni è di 30.- chf, vi è anche la possibilità di acquistare un biglietto famiglia (due adulti e due bambini) al costo di 140.chf. Ci si può iscrivere singolarmente, anche se il suggerimento è quello di partecipare in compagnia o di magari farlo in famiglia per condividere una piccola avventura. Da segnalare che FoodTrail può anche essere regalato sotto forma di buono. Il numero delle persone che possono acquistare un biglietto di partecipazione senza prenotare è di 9, a partire da 10 persone è necessario prenotare online (sul sito foodtrail.ch) il giorno e l’ora. Non sono

previsti accompagnatori e l’ultima tappa è per definizione un ristorante». Che cosa si potrà gustare lungo il percorso? «L’esperienza inizia presso la sede dell’OTR dove si ricevono tutte le informazioni e si ritira il materiale da usare nel corso della passeggiata, compresa una borsa di stoffa firmata FoodTrail contentente anche la Tisana di Olivone che è gentilmente offerta da Erbe Ticino. I partecipanti devono restare vigili, leggere con attenzione, seguire gli indizi e scoprire così dove si trovano le 6 tappe che vengono proposte a Mendrisio per le degustazioni. È prevista un’alternativa vegetariana e analcolica: chi non desidera mangiare carne e/o bere alcolici può segnalarlo al commerciante presso il quale fa tappa e gli verrà servito un prodotto sostitutivo. Il settore dell’enogastronomia e tutto ciò che gira attorno ai prodotti locali in genere piace e si può dire che è alla moda, quindi esistono in Ticino, in Svizzera e all’estero altre proposte simili a FoodTrail, che resta però comunque unico nel suo genere in quanto gli altri non propongono un itinerario definito e non propongono indovinelli che permettono di raccontare la storia e/o la cultura del luogo».

Quando è possibile vivere questa particolare esperienza? «Per quanto concerne nello specifico la proposta FoodTrail a Mendrisio le giornate sono limitate al martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ed è possibile iniziare il percorso tra le 09.00 e le 11.15. Il funzionamento è spiegato sulla pagina web del progetto www. foodtrail.ch, ma solo in lingua tedesca, è però presente la scheda in italiano dedicata al FoodTrail di Mendrisio. Il materiale distribuito dall’OTR per presentare la proposta, ed anche accompagnare l’esperienza, è stato realizzato sia in tedesco che in italiano, questo permette sia ad un pubblico italofono che tedesco di vivere questa esperienza. La stampa dei prospetti è stata sostenuta da Tipo Print che ne ha sponsorizzato la realizzazione».

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

101


TURISMO / OTR MENDRISIO E BASSO CERESIO

CRESCE L’OFFERTA TURISTICA DEL MONTE GENEROSO È stato ufficialmente inaugurato il primo tracciato alpino presente nel Sottoceneri. Un sentiero che propone di raggiungere la vetta del Monte Generoso attraversando una delle zone più selvagge ed impervie di questa montagna, ricca di contrasti, che è da sempre un grande attrattore turistico. Una proposta che è stata realizzata grande all’impegno della SAT di Mendrisio, che ha proposto e gestito il ripristino e la messa in sicurezza di un percorso storico, ritenuto di particolare valore escursionistico. Dopo quasi due anni di lavoro e grazie agli sforzi compiuti dai molti volontari che si sono appassionati al progetto, il nuovo tracciato alpino che collega Rovio con la Vetta del Monte Generoso, costituisce oggi una nuova attrazione turistica per la regione. I panorami godibili percorrendo questo tracciato sono tra i più affascinanti e risalendo tra pinnacoli slanciati e torrioni si può anche ammirare l’interessante conformazione stratificata denominata “cammello”. L’itinerario è stato ideato durante il periodo bellico da un certo Gianola, che svolgeva servizio come guardia di confine ed è stato utilizzato negli anni per diversi servizi, che comprendevano anche i trasporti di ghiaccio e carbone. Il sentiero si snoda su 1.200 metri di dislivello, in soli 4.5 km di estensione. La prima parte, fino alla baita del Perostabbio è un sentiero di tipo bianco-rosso, quindi adatta a qualsiasi escursionista allenato al dislivello e con un paio di scarponi adatti. Dal Perostabbio invece il sentiero diventa di difficoltà T5, con diversi passaggi attrezzati ed esposti e quindi, per affrontarlo sono indispensabili un passo sicuro e scarponi da montagna di buona qualità. Prima di affrontare questo itinerario alpino il consiglio della SAT è quello di valutare le condizioni climatiche, evitando i momenti dell’anno in cui vi possano essere depositi di neve o ghiaccio presenti in alcuni passaggi nei canaloni. Considerate le caratteristiche del percorso e le normali difficoltà di percorrenza da affrontare in occasione della salita, è vivamente sconsigliato di affrontare questo itinerario in discesa, in quanto davvero molto ripido. Dalla vetta è quindi consigliabile scegliere un altro sentiero ed itinerario per scendere a valle. Per il grande pubblico, per le famiglie e per coloro che amano camminare su sentieri di più facile percorrenza la vetta del Monte Generoso resta raggiungibile percorrendo l’apprezzatissimo sentiero che parte dalla Bellavista, sistemato e in parte ricostruito nel 2016, ed inaugurato poco prima dell’apertura del Fiore di Pietra. Lungo questo sentiero il numero di persone che sale in vetta è davvero importante ed è proprio per questo motivo che recentemente è stato posato un misuratore che permette di misurare il nume-

102

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

ro di persone e di biciclette che percorrono questo sentiero. Pur non essendo stato preparato per essere utilizzato come sentiero per biker e malgrado la segnaletica consigli ai biker di prediligere altri tracciati a questo, la presenza di bici sul sentiero Bellavista – Vetta è comunque costante. Questo fatto non rappresenta una novità in quanto sappiamo che il numero di biker che apprezza il Monte Generoso è grande. Il progetto di realizzare un’offerta adatta alle loro esigenze, che permetta di percorrere la tratta Bellavista-Vetta su un tracciato ufficiale, costruito appositamente per le bici, è da anni allo studio, ma OTRMBC si augura di poterlo finalmente consolidare a breve con la definizione del tracciato da costruire. Tra gli investimenti fatti da parte di OTRMBC a favore dello sviluppo dell’offerta escursionistica sul Monte Generoso, segnaliamo inoltre che nel corso di questa primavera, grazie ad un particolare contributo del Cantone, è stato sistemato anche il tracciato escursionistico Rovio-Bellavista. Un sentiero di facile percorrenza che permette di raggiungere la vetta partendo da Rovio e che rappresenta un’importante offerta complementare per una montagna che è molto amata da chi vive in zona, ma anche dai molti turisti che la visitano. Le tre proposte escursionistiche sono molto diverse tra loro, ma hanno anche diversi punti in comune: il panorama, che da ogni dove è spettacolare, la ricchezza dei contenuti naturalistici e l’obiettivo comune del raggiungimento della vetta. Con l’inserimento del nuovo sentiero alpino ci si attende che molti appassionati esperti possano ora aggiungersi ai già numerosi visitatori della montagna ed assaporare la scoperta di questo territorio, del Fiore di Pietra e degli agriturismi che si trovano su questa ampia e generosa montagna, in un territorio esteso che raggiunge le pendici del Sighignola e del Bisbino.



TURISMO / PLANHOTEL HOSPITALITY GROUP

CENANDO CON LE STELLE DINING WITH THE STARS, EVENTO GASTRONOMICO DI ALTISSIMA QUALITÀ, RITORNA ANCHE QUEST’ANNO NELLE DESTINAZIONI ESCLUSIVE DI DIAMONDS RESORTS ALLE MALDIVE E A ZANZIBAR. ARRIVATA ORMAI ALLA QUINTA EDIZIONE, L’INIZIATIVA DEDICATA AL FOOD È DIVENTATA UN CAVALLO DI BATTAGLIA DEL GRUPPO PLANHOTEL, PENSATA PER RENDERE L’ESPERIENZA DEI PROPRI OSPITI ANCORA PIÙ UNICA E INDIMENTICABILE.

01

02

104

A

d inaugurare la rassegna del 2019 saranno due chef d’eccezione: Andrea Berton dell’omonimo ristorante milanese, che sarà ad Athuruga dal 28 dicembre, e Chicco Cerea del 3 stelle Michelin “Da Vittorio” a Brusaporto, ospite a Thudufushi dal 3 gennaio. Oltre ad intrattenere gli ospiti con una cena di gala e un corso di cucina aperto a tutti, il 5 gennaio gli Chef saranno coinvolti in una speciale cena a quattro mani. Da gennaio ad aprile si alterneranno poi 53 giovani talenti di JRE - Jeunes Restaurateurs - l’associazione che unisce giovani chef di grande talento riconosciuta come una delle più rinomate del panorama culinario a livello internazionale. Ognuno di loro, invitato per una settimana nelle cucine dei Diamonds Resorts, offrirà un’esperienza multisensoriale ai clienti. Alle Maldive il format prevede una cena gourmet con piatti d’autore, uno show-cooking presso il ristorante prin-

cipale del resort e una serata speciale “Chef’s Table”, in cui lo chef cucinerà con gli ospiti. A Zanzibar invece, gli ospiti potranno partecipare alla cena di gala o alla cena a quattro mani con l’executive chef del resort Bjorn Van Den Oever, oppure intrattenersi con un corso di cucina.


Il programma coinvolge Chef JRE provenienti da tutta Europa, dagli italiani Massimiliano Mascia del San Domenico a Imola e Ernesto Iaccarino del Don Alfonso 1890, a star d’eccezione della cucina europea come la slovena Ana Ros che con il suo ristorante Hiša Franko a Kobarid è stata

designata da «50 Best Restaurants» come la migliore donna chef del mondo, o il tedesco Michael Kammermeier (“ENTE” im Nassauer Hof, Wiesbaden), il belga Giovanni Oosters (Vous lé Vous, Wimmertingen) e lo svizzero Damien Germanier (Damien Germanier, Sion). La chef Ana Ros (ad Athuruga dal 14 al 20 gennaio), sarà anche coinvolta il 19 gennaio a Diamonds Thudufushi in un’indimenticabile cena a quattro mani con il super chef Ernesto Iaccarino, un evento davvero esclusivo che vedrà per la prima volta insieme due grandi nomi della gastronomia. Dining with the Stars si terrà in tre dei più suggestivi resort del gruppo. Alle Maldive, Diamonds Athuruga e

Diamonds Thudufushi sorgono su due atolli gemelli nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano, un perfetto equilibrio tra la bellezza del contesto naturale e l’eccellenza di un servizio all inclusive. In Africa invece Diamonds Star of the East è immerso nell’infinità dei colori e negli aromi delle spezie africane, con le sue undici ville private è il resort più esclusivo di Zanzibar. Con Dining with the Stars, i resorts esclusivi che si distinguono per la natura incontaminata che li circonda e la grande attenzione riservata all’ospite, si arricchiscono di un’iniziativa gastronomica esclusiva e accattivante, capace di dare un sapore in più al soggiorno dei propri clienti.

01 Andrea Berton 02 Chicco Cerea 03 Ana Ros

DIAMONDS RESORTS by planotel hospitality group www.planhotel.com www.diamondsresorts.com web@planhotel.ch

03 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

105


SPECIALE ST. MORITZ / EVENTI

IN ARRIVO UN INVERNO SPETTACOLARE UN’AMPIA VALLATA PIANEGGIANTE, SITUATA TRA I 1600 E I 1800 METRI DI ALTITUDINE, PERCORSA DA QUATTRO LAGHI DOMINATI DALLE CIME DELLE ALPI ORIENTALI. E’ LA NATURALE BELLEZZA DELL’ALTA ENGADINA CHE SI APRE ALLA VISTA ARRIVANDO IN AUTO DAL PASSO DEL MALOJA OPPURE CON IL FAMOSO TRENINO ROSSO ATTRAVERSO IL PASSO DEL BERNINA. FACILE, DUNQUE, CAPIRE COME MAI QUI SIA NATO, 150 ANNI FA, IL TURISMO INVERNALE DEL COMPRENSORIO DEL CANTONE DEI GRIGIONI E CHE, DA ALLORA, NON HA SMESSO DI ATTIRARE TURISTI DESIDEROSI DI SPORT, RELAX E DIVERTIMENTO.

106

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

U

na terra generosa e scenografica insieme, baciata dal sole per 322 giorni all’anno e pervasa da un’aria frizzante, a cui St. Moritz e gli altri piccoli centri devono la loro esclusività e fascino. Grandi protagoniste sono le sue montagne dove, gli amanti degli sport sulla neve, possono contare su 350 km di piste spettacolari circondate da panorami unici, ideali per sci, snowbo-


SPECIALE ST. MORITZ / EVENTI

ard e sci alpinismo. Discese rinomate sulle quali si sono svolte due Olimpiadi invernali e nel 2017, per la quinta volta (dal 6 al 19 febbraio 2017, i Campionati mondiali di sci alpino. I fitti boschi di larici e cembri che affiancano le discese offrono anche una buona occasione per escursioni in quota, ciaspolate e passeggiate lungo i sentieri che portano nei rifugi d’alta montagna. Di grande fascino, poi, sono anche le gite in carrozza, protetti da calde pellicce, sul lago ghiacciato o attraverso le valli più belle dell’Alta Engadina lontano dai centri abitati, magari di sera, con la luna piena che illumina con la sua luce il paesaggio. Ai piedi delle vette, si susseguono i piccoli centri che popolano la vallata. Primi fra tutti, la regina dell’Alta Engadina, St. Moritz. Divenuta, nel tempo, meta di vacanze dell’aristocrazia e

del jet set internazionale che l’hanno resa il luogo più esclusivo, cosmopolita e mondano, questa località conserva ancora oggi molta storia e tradizioni. Come il White Turf, la corsa di cavalli purosangue che, fin dal lontano 1907, si svolge a febbraio sul lago di St. Moritz. Il lago è anche molto amato dagli appassionati di snowkiting, che lo percorrono attaccati a un aquilone trasportato dal vento. Prima del turismo invernale, però, St Moritz era già rinomata per le sorgenti termali, note da 3.000 anni, molto frequentata come località curativa estiva. Il relax e il benessere continua ad essere, ancora oggi, un’altra ragione che attira ogni anno moltissimi visitatori. Il primo luogo termale originario è Sankt Moritz Bad dove sgorga la fonte Mauritius sul quale, nel 2014, è stato

creato l’Ovaverva, un vero tempio del benessere, con piscine, area wellness e fitness. Il benessere è anche diventato, nel tempo, il punto di forza dei migliori hotel della cittadina che hanno creato grandi Spa sempre più raffinate, spesso aperte anche ai visitatori occasionali, affacciate sullo spettacolare panorama dell’Alta Engadina dove rigenerarsi e prendersi cura di sé. Come la Spa del Kulm Hotel, recentemente rinnovata per ampliare e migliorare la propria offerta con piscine, idromassaggi interni ed esterni, saune e tante sale per il relax. Per chi preferisse vivere la magia dell’Alta Engadina lontano dalla mondanità, la meta ideale è Pontresina. Situata a soli 7 km da St. Moritz, è un piccolo centro dalla lunga storia, avvolto da un paesaggio discreto e selvaggio, protetto dai venti e riscaldato dal sole. Qui il lusso è più vissuto che esibito. E’ un luogo di quiete, molto amato dagli sportivi o da chi è in cerca di relax. I primi hotel del posto iniziarono a sorgere già nel XIX secolo in stile Belle Epoque che si inserirono in modo armonioso con le belle e antiche case engadinesi dai tipici sgraffitiche decorano i muri esterni. Un mix che ha contribuito a creare un’atmosfera unica, romantica e riservata. Anche Pontresina, oltre a offrire alcune delle migliori discese panoramiche sul Diavolezza o sui ghiacciai, sono molte le possibilità per praticare ciaspolate, escursioni invernali e sci di fondo. Anche qui la giornata di sport o all’aria aperta in mezzo alla natura, si conclude all’insegna del relax, nel confort delle Spa degli alberghi più belli. Tra queste, quella dell’hotel Kronenhof, considerata la Spa più bella dell’Engadina, è un’area di 2000 mq circondata da grandi vetrate da cui ammirare il panorama piacevolmente immersi in piscina. Intorno, si aprono altri ambienti dedicati a sauna, idromassaggi, bagno turco, grotta salina o ai vari trattamenti rigeneranti. E vivere fino in fondo tutto il piacere che l’Alta Engadina riserva ai suoi ospiti. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

107


SPECIALE ST. MORITZ / EVENTI

TUTTI GLI EVENTI DA NON PERDERE

108

Audi FIS Ski World Cup St. Moritz 8.12.2018 - 9.12.2018 Salastrains, St.Moritz, Celerina, St.Moritz, Corviglia/ Marguns, Weitere Berge

Sinfonia Engadina 28.12.2018 - 30.12.2018 Varie località, Pontresina, Celerina, Sils i.E., Zuoz

61° Concours Hippique St. Moritz 13.1.2019 - 20.1.2019 Polowiese, St.Moritz

16° WinterRAID 17.1.2019 - 19.1.2019 Dorf, St.Moritz

14° «Out of the Blues» festival a Samedan 18.1.2019 - 20.1.2019 Samedan

Snow Polo World Cup St. Moritz 25.1.2019 - 27.1.2019 Lago St. Moritz, St.Moritz

40° Engadin Snow Golf Cup 26.1.2019 - 27.1.2019 Lej Suot und Lej Champfèr, Silvaplana

White Turf St. Moritz Corse internazionali di cavalli su neve dal 1907 3.2.2019 - 17.2.2019 ogni Domenica, dalle10:30 alle 17:00 St. Moritzersee, St.Moritz

Cricket on Ice 14.2.2019 - 16.2.2019 St. Moritzersee, St.Moritz

51a Maratona engadinese di sci e 12a Mezza maratona Domenica, 10.3.2019 ad orario continuato Maloja - S-chanf, Maloja, Bever, Celerina, Champfèr, La Punt Chamues-ch, Madulain, Pontresina, Samedan, S-chanf, Sils i.E., Silvaplana, St.Moritz, Zuoz

Freeski World Cup Corvatsch 29.3.2019 - 30.3.2019 Skigebiet Corvatsch/ Furtschellas, Silvaplana, Sils i.E., Silvaplana, Corvatsch/Furtschellas

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


ST. MORITZ GOURMET FESTIVAL THE ORIGINAL SINCE 1994

11–19

Januar 2019


SPECIALE ST. MORITZ / ST. MORITZ GOURMET FESTIVAL 2019

UN’EDIZIONE RICCA DI SORPRESE DI PAOLA CHIERICATI DALL’11 AL 19 GENNAIO, IL ST. MORITZ GOURMET FESTIVAL 2019 GARANTIRÀ NEL CORSO DI 40 EVENTI UN’ESPLOSIONE DI DELIZIE CULINARIE. INSIEME AGLI ECCEZIONALI EXECUTIVE CHEF DEGLI HOTEL PARTNER DEL FESTIVAL, NOVE CHEF PROVENIENTI DALL’EUROPA E DALL’ASIA, SULLA BRECCIA DELLA SCENA GASTRONOMICA INTERNAZIONALE, FAVORIRANNO QUALITÀ E AUTENTICHE EMOZIONI PER I PALATI PIÙ RAFFINATI. chef e imprenditore stellato, è anche alla testa di quattro ristoranti d’eccellenza e di una fiorente catena di ristoranti Gourmet French Fry con punti vendita in Belgio e nei Paesi Bassi. Graziano Caccioppoli, Executive Chef appena nominato al Carlton Hotel St. Moritz, avrà al suo fianco lo Chef proveniente dalla Francia, Philippe Mille, due stelle Michelin, del ristorante Le Parc presso il Grand Hotel Domaine Les Crayères a Reims. I meravigliosi piatti di Philippe Mille sono sempre preziosi riflessi dei suoi ricordi culinari dell’infanzia ed espressione del suo profondo amore per i sapori tipici della Francia. Anche l’Executive Chef Fabrizio Zanetti, alla Suvretta House, accoglierà

I

l St. Moritz Gourmet Festival inizia venerdì 11 gennaio con l’affascinante Grand Julius Baer Opening al Kulm Hotel St. Moritz. Seguiranno sei serate di Gourmet Dîners e la famosissima Gourmet Safaris. Martedì 15 gennaio, il Kitchen Party si svolgerà con tutti gli chef stellati presso il Badrutt’s Palace Hotel e sabato 19 gennaio la Great BMW Gourmet Finale sarà la conclusione finale del festival nella prestigiosa cornice di Suvretta House. Tra queste date, numerosi appuntamenti speciali arricchiranno il programma del festival, tra cui i leggendari eventi a base di champagne e vino: Fascination Champagne, Celestial Wines e Tuscan

110

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Master Wines. Inoltre, gli ospiti del festival potranno ancora una volta abbandonarsi alle dolci tentazioni al Chocolate Cult e assaporare formaggi all’evento Wine & Cheese dell’Hotel Steffani. Ma veniamo agli appuntamenti più attesi, gli incontri tra gli Chef locali e quelli provenienti da tutto il mondo. Da venerdì 11 a martedì 15 gennaio 2019, Sergio Herman dei Paesi Bassi sarà ospite dell’Executive Chef Dirk Haltenhof al Badrutt’s Palace Hotel. Sergio Herman vanta 20 punti Gault Millau e ben tre stelle Michelin nel suo ristorante Oud Sluis, oltre un’ottima posizione nella classifica World’s 50 Best Restaurants. Oggi, il leggendario


SPECIALE ST. MORITZ / ST. MORITZ GOURMET FESTIVAL 2019

uno chef francese d’origine, due stelle Michelin: Guillaume Galliot del Caprice Restaurant al Four Seasons Hotel di Hong Kong. Guillaume Galliot è noto per le creazioni come “Piccione cotto in fave di cacao con marmellata di fichi, scorzonera e succo di cacao”. È famoso per cercare la perfezione nei suoi piatti, fino a quando gli aromi della Francia si uniscono in perfetta armonia con “i gusti del mondo”. All’Hotel Nira Alpina di SilvaplanaSurlej, l’Executive Chef Dariusz Durdyn, recentemente nominato, ospiterà uno dei migliori chef indiani, Manish Mehrotra del ristorante Indian Accent di New-Delhi, premiato come “Miglior ristorante del mondo in India” nel 2014. Al Kulm Country Club del Kulm Hotel St. Moritz, Sven Wassmer del Grand Hotel Quellenhof di Bad Ragaz, sarà ospite dell’Executive Chef Mauro Taufer; egli combina prodotti apparentemente in contrasto ma sa donare sensazioni gustative magnifiche. Da martedì a sabato, dal 15 al 19 gen-

naio 2019, lo chef Nicolai Nørregaard del ristorante Kadeau a Copenaghen, sarà ospite dell’Executive Chef Fabrizio Piantanida al Grand Hotel Kronenhof di Pontresina. Lo chef due stelle Michelin, danese originario dell’isola di Bornholm, è noto per raccogliere ogni stagione circa sette tonnellate di prodotti naturali, utilizzandoli poi per le sue prelibatezze. Lo chef belga già detentore di due stelle Michelin Sang-Hoon Degeimbre, cucinerà accanto all’Executive Chef Michel Hojac al Giardino Mountain Hotel di Champfèr. Sang-Hoon Degeimbre è nato in Corea e cresciuto in Belgio. Le sue elaborate creazioni non sono solo una squisita simbiosi tra i due Paesi, ma anche frutto dei prodotti del suo giardino di cinque ettari e dei terreni coltivati che circondano il suo ristorante L’Air du Temps a Liernu. Anche loro premiati quest’anno da Gault Millau, i fratelli gemelli Thomas e Mathias Sühring saranno la coppia di chef ospitati dall’Executive Chef Gero Porstein, che da questa estate è a

Mingoo Kang

capo del team di cucina dell’Hotel Waldhaus di Sils. I fratelli berlinesi godono di un grande successo a Bangkok: infatti poco dopo aver aperto il loro ristorante Sühring, sono stati premiati con una stella Michelin e classificati subito tra i migliori indirizzi nella lista dei 50 migliori ristoranti asiatici (Asia’s 50 Best Restaurants 2018). Il sudcoreano Mingoo Kang sarà lo chef ospite dell’Executive Chef Matthias Schmidberger al Kempinski Grand Hotel des Bains. Mingoo Kang ha portato al successo il ristorante Mingles nel quartiere Gangnam-gu di Seoul, attualmente noto come il locale gastronomico più attraente dell’Asia orientale. Di recente ha ottenuto una seconda stella Michelin nella “Guida Michelin per Seoul 2019”. Gli aromi e i prodotti dell’antica cultura culinaria coreana e dell’alta cucina internazionale si fondono magnificamente nei suoi piatti, come ad esempio nel suo dessert “Jang Trio”, una crema brûlée che Mingoo Kang prepara con pasta di fagioli fermentata.

Guillaume Galliot

Manish Mehrotra

Ph: Four Seasons Hotel

Ph: Rohit Chawla

Nicolai Nørregaard

Philippe Mille

Ph: M. L. Munkegaard

Ph: A. Emanuelle Thion

Sang-Hoon Degeimbre

Sergio Herman

Sven Wassmer

Thomas & Mathias Sühring

Ph: Culinaire Saisonnier

Ph: Diego Franssens

Ph: Jürg Waldmeier

Ph: Tinnaphop Tonitiwong

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

111


SPECIALE ST. MORITZ / JÖRG SACKMANN

ORIENTE E OCCIDENTE NEI PIATTI DI UN GRANDE CHEF

AL TERMINE DELLA CENA GOURMET ALL’HOTEL WALDHAUS A SILS MARIA, DURANTE IL GOURMET FESTIVAL DI ST. MORITZ 2018, HO CAPITO INEQUIVOCABILMENTE CHE LE DUE STELLE MICHELIN ATTRIBUITE ALLA CUCINA DELLO CHEF JÖRG SACKMANN ERANO AMPIAMENTE MERITATE.

DI GIACOMO NEWLIN

112

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

A

rrivato al Gourmet Festival dalla pittoresca Foresta Nera in Germania, precisamente dal piccolo Comune di Baiersbronn, dove Jörg insieme alla sua famiglia possiede un incantevole Romantik Hotel, ha deliziato i convitati delle cene al Waldhaus, con una cucina ricca di sapori, combinando in modo superbo i prodotti della sua generosa regione ma non solo, con accenti sia mediterranei, sia asiatici. Dopo diverse importanti esperienze professionali a Berlino, a BadenBaden e a Monaco di Baviera dal grande Eckart Witzigmann, Jörg ha preso in mano le redini del ristorante

Gourmet Schlossberg all’interno dell’Hotel Sackmann, un’impresa per la quale lavora un po’ tutta la famiglia, compreso il figlio Nico che sta formandosi in cucina col papà per esserne l’erede. «Ai giovani che intendono intraprendere la professione di cuoco, che richiede disciplina, abnegazione e soprattutto passione, consiglio di informarsi bene sugli sviluppi che questa scelta può avere per la carriera, inoltre raccomando in particolare di valutare se questa scelta si adatti alla propria personalità». Il percorso di un cuoco verso il successo, ossia verso alti punteggi nelle guide gastronomiche è fatto di sacrifici ma anche di grandi


SPECIALE ST. MORITZ / JÖRG SACKMANN

soddisfazioni e il segreto lo si può condensare nelle semplici parole di Jörg: «Ad esempio passare da una stella Michelin alla seconda stella, nella sostanza non cambia molto, perché l’obiettivo rimane sempre quello di migliorarsi e mantenere un livello qualitativo costante». Il successo della cucina di questo chef tedesco sono le sue idee molto chiare nella loro semplicità: «Riuscire a valorizzare gli aromi di ogni prodotto e saper elaborare al meglio i cibi stagionali, in particolare quelli del proprio territorio e di produttori locali». Comunque un cuoco stellato deve essere aperto anche alle altre cucine, come è stato all’Hotel Waldhaus di Sils, dove Sackmann ha unito mirabilmente gli accenti culinari derivanti dalle sue esperienze, aprendosi così alla ricchezza di prodotti e gusti che, detto in altre parole, coniugano ad esempio in maniera magistrale note mediterranee e asiatiche, in cui le spezie da tutto il mondo giocano un ruolo centrale. «Io amo cucinare tutto e ricavare il meglio da ogni prodotto. Mi piacciono i contrasti cercando però sempre di renderli armoniosi». Tornando alla cena proposta dallo chef al Waldhaus di Sils, delle sette portate, in un crescendo di gusti, sapori e colori, desidero ricordarne tre che hanno avuto il pregio, a mio avviso, di sintetizzare la bravura dello chef nell’assemblaggio e nell’equilibrio degli in-

gredienti: Seppia e calamaro in brodo di galanga; Merluzzo islandese in crosta di Kaffir-Lime, composta di zucca e zenzero, olio di semi di zucca tostato e schiuma al cocco con chili; Cervo con pepe croccante, brodo di cipolla caramellata, olivello spinoso, cialde di barbabietola. A leggerle così sul menu, di primo acchito i piatti possono apparire, se non proprio strani, alquanto

inusuali, ma poi, dopo aver assaggiato il primo piatto ecco che esce, da un lato l’ammirazione per il grande chef e dall’altro lato l’appagamento per una composizione di straordinaria godibilità gustativa. Jörg Sackmann sa far sognare i suoi ospiti, cullati in un viaggio virtuale ma anche concreto tra sapori e fragranze che uniscono occidente e oriente.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

113


SPECIALE ST. MORITZ / SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY

IN CRESCITA IL MERCATO IMMOBILIARE DELL’ENGADINA

Q

uali sono i principali elementi che caratterizzano l’andamento del mercato immobiliare in Engadina? «Veniamo da due anni molto positivi che hanno marcato un significativo rilancio delle compravendite in Engadina. Ma per comprendere appieno l’andamento di questo mercato non ci si può limitare al breve periodo, quanto fare piuttosto un’analisi su più decenni. Ebbene dopo il periodo d’oro 2007/2010, certo non più ripetibile, quando addirittura le richieste superavano l’offerta, ci sono stati indubbiamente anni di flessione, a cui hanno fatto seguito prima una stagnazione e poi una ripresa, fino ai buoni risultati riscontrati nell’ultimo periodo».

Questo andamento si riflette anche riguardo alla curva dei prezzi? «Guardando agli ultimi vent’anni vediamo che rispetto al “periodo d’oro” c’è stata una flessione che non supera il 5-8%. Ma riguardo ai prezzi il problema è di vedere quali oggetti si prendono in considerazione, perché il mercato è diventato molto più selettivo e le richieste degli acquirenti sono molto più mirate». Possiamo approfondire questo aspetto che mi sembra particolarmente interessante? «Sul mercato ci sono oggetti che risalgono soprattutto agli anni ’70-’80 che non rispondono più alle esigenze di chi vuole acquistare una residenza secondaria a St. Moritz ma anche, seppur in misura minore, negli altri comuni della valle. L’accessibilità, i posti auto, spazi e servizi a disposizione di chi viene in montagna soprattutto per praticare sport invernali, sono condizioni irrinunciabili per l’acquisto di un appartamento. Ecco allora che alcuni immobili trovano difficoltà ad essere venduti oppure scontano prezzi fortemente ribassati. Per contro gli oggetti che vantano una buona location, magari con vista lago e hanno tutte le dotazioni e i comfort oggi richiesti, non conoscono nessuna crisi. L’unico problema, semmai, è che oggetti di questo genere sono sempre più difficili da trovare». In questo quadro di mercato è dunque conveniente investire in Engadina?

114

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

SILVIA SBRIZZAI, DIRETTRICE VENDITE DI ST. MORITZ DI SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY, PRESENTA LE PROSPETTIVE DI UN MERCATO IMMOBILIARE CHE NON CONOSCE CRISI E CONTINUA AD ESSERE UNO DEI PIÙ AMBITI IN SVIZZERA E NEL MONDO.

«Sicuramente sì. Se si ha una buona disponibilità economica si può sperare di trovare residenze di pregio che comunque non perdono valore nel tempo. Ma può essere un investimento interessante anche acquisire quegli immobili oggi meno commerciabili, che hanno un prezzo più accessibile e che, con opportune ristrutturazioni, potranno diventare molto appetibili nei prossimi anni, quando si andrà verso una saturazione e gli oggetti veramente validi saranno pressoché introvabili». Il mercato engadinese continua ad essere fortemente attrattivo per gli acquirenti stranieri… «St.Moritz e l’Engadina costituiscono un territorio a cui la clientela internazionale guarda da sempre con particolare interesse. Ciò è ancora più vero da quando alcuni Comuni hanno concesso deroghe all’acquisto di immobili da parte di acquirenti esteri. Italiani e tedeschi, insieme a Regno Unito, restano sempre i principali Paesi di provenienza, ma non va trascurata l’apparizione anche di altre nazionalità. Naturalmente un peso importante sul mercato è sempre costituito dalla clientela Svizzera». Di fronte ad una clientela così variegata quali vantaggi offre l’appartenenza ad un network di primaria importanza come Sotheby’s? «Indubbiamente siamo notevolmente avvantaggiati rispetto a concorrenti di


dimensioni prevalentemente locali perché disponiamo di un panel di potenziali acquirenti di dimensioni molto maggiori. E questo è molto importante su un mercato come quello di St. Moritz dove competenza, professionalità e qualità del servizio fanno la differenza».

ST.MORITZ SOTHEBY’S INTERNATIONAL REALTY Via Serlas 20 CH-7500 St.Moritz +41 (0)81 836 25 51 www.stmoritzsir.ch TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

115


SPECIALE ST. MORITZ / HARD ROCK HOTEL DAVOS

ARRIVA UN MITO TRA LE ALPI SVIZZERE DI PAOLA CHIERICATI L’HOTEL SPENGLER DI DAVOS HA FIRMATO UN ACCORDO DI FRANCHISING CON IL GRUPPO ALBERGHIERO DI FAMA MONDIALE E A PARTIRE DA DICEMBRE 2017 ANCHE LA NOTA LOCALITÀ ALPINA ACCOGLIE UN ALBERGO QUATTRO STELLE DEL BRAND HARD ROCK.

S 01 Dagmar Weber 02 Florian Walther

01

116

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

i tratta del primo hotel nell’Europa continentale, situato nel cuore della città, nello storico Alexanderhaus, costruito nel 1882. Gli altri due Hard Rock Hotels in Europa sono invece ad Ibiza, nelle isole delle Baleari e a Tenerife, nelle isole Canarie. Dale Hipsh, Vice Presidente Senior degli Hard Rock Hotels, in occasione dell’apertura ha dichiarato: «Siamo entusiasti di portare il DNA di Hard Rock a Davos, sede del World Economic Forum». Nel frattempo l’Hard Rock Hotel Davos ha annunciato la nomina di Florian K. Walther come nuovo Direttore Generale. Dopo oltre 28 anni di esperienza nel settore alberghiero con catene quali Starwood Hotels & Resorts, The Ritz-Carlton Hotels e Kempinski Hotels, è il completamento perfetto per il team all’Hard Rock Hotel Davos. Florian K. Walther subentra a Dagmar Weber, già Direttore dell’Hotel Spengler e poi

Direttore Hard Rock Hotel Davos e oggi Membro del Consiglio di Amministrazione. Dopo una radicale ristrutturazione dell’edificio che vanta 130 anni di storia, grazie anche agli architetti del gruppo SuissePromotion Immobiliare di Lugano che hanno svolto un ruolo chiave in tutte le fasi operative, l’Hard Rock Hotel Davos rappresenta l’opportunità per una fuga tra le Alpi, immergendosi però in un mondo fatto di musica e di lusso, con oggetti di valore inestimabili che adornano le pareti della proprietà; è infatti sede di ben 65 cimeli musicali, con pezzi particolari tra cui un maglione di paillettes di Michael Jackson, un abito di pizzo di Taylor Swift e una camicia di seta di Elvis Presley. L’Hard Rock Hotel Davos è adatto sia a viaggiatori d’affari che di piacere e dispone di 80 camere completamente rinnovate in moderno stile alpino e di 31 appartamenti da una a tre camere


da letto, tutti dotati di biancheria da letto Sleep Like a Rock®. Il ristorante esclusivo del marchio, Sessions, offre diverse specialità regionali come il cinghiale selvatico e la mousse di Toblerone ghiacciato, mentre deliziosi cocktail sono disponibili nei due bar, di cui uno realizzato sul tetto con una vista a 360 gradi sulle montagne. L’hotel vanta anche una sala da pranzo privata, alla moda ed elegante. Quattro sale conferenza offrono spazi dinamici per riunioni; è disponibile una cappella storica che può essere affittata anche dagli esterni, che dispone di un sistema audio moderno, di un’acustica naturale e di un organo perfettamente funzionante, ideale per banchetti, matrimoni, concerti privati ed eventi. Inoltre per gli ospiti che desiderano raggiungere le piste da sci, l’hotel dispone di una Ski Room dedicata dove poter riporre le attrezzature. L’albergo vanta anche un innovativo centro fitness e una spa di 1000 m² con piscina, sala vapore, vasca kneipp, sauna e idromassaggio, cinque sale per trattamenti e una per lo yoga, inaugurata nell’agosto 2018. L’Hotel propone agli ospiti una serie di offerte e servizi di marchi esclusivi, tra cui il programma di intrattenimento musicale The Sound of Your Stay®, che comprende WAX®, PICKS® e TRACKS®. 02

117


SPECIALE ST. MORITZ / HARD ROCK HOTEL DAVOS

WAX®, consente di creare nella propria camera un’atmosfera speciale con un giradischi Crosley e una collezione di dischi iconici scelti dal team di esperti musicali Hard Rock. PICKS® permette invece di accedere a una collezione di chitarre elettriche Fender premium consegnate nella propria camera insieme a cuffie e a un amplificatore; TRACKS® è invece la possibilità di scaricare una playlist creata individualmente che potrà essere di accompagnamento durante il soggiorno. Non manca l’iconico Rock Shop® del marchio, che offre agli ospiti l’opportunità di acquistare t-shirts, cappelli e altri capi di abbigliamento di marca. Le camere dell’Hard Rock Hotel Davos partono da CHF 340.- a notte, colazione inclusa (www.hardrockhoteldavos.com).

UN GRUPPO DI DIMENSIONI MONDIALI: HARD ROCK INTERNATIONAL Con sedi in 74 paesi, tra cui 183 caffè, 27 hotel e 12 casinò, l’Hard Rock International (HRI) è una delle aziende più riconosciute a livello mondiale. Iniziando nel 1979 con una chitarra Fender regalata da Eric Clapton, Hard Rock possiede la più grande collezione di cimeli musicali del mondo, che viene esposta nelle sue sedi in tutto il mondo. HRI possiede il marchio globale per tutti i marchi Hard Rock, gestisce e ha concesso in franchising attività in città iconiche tra cui Londra, New York, San Francisco, Sydney e Dubai. Le prossime nuove location di Hard Rock Café saranno Managua, Il Cairo, Breslavia e Chengdu. I nuovi progetti di hotel, casinò o casinò hotel di Hard Rock includono Berlino, Budapest, Desaru Coast, Dublino, Londra, Los Cabos, Madrid, Maldive, New York City, Ottawa, Sacramento, Dalian e Haikou in Cina.

118

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Altra curiosità, tra i più illustri oggetti esposti negli Hard Rock Café vi sono le chitarre di Paul Stanley, John Lennon, George Harrison, Noel Gallagher, Elvis Presley, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Jimmy Page, Lou Reed, Johnny Cash, Angus Young, Pete Townshend, B.B. King; i pantaloni di Jim Morrison, Freddie Mercury e Michael Jackson; abiti di scena di Elton John, Madonna, Britney Spears e Prince, più innumerevoli batterie, dischi d’oro e di platino, spartiti scritti a mano, poster e manifesti. Si dice che la famosa maglietta bianca con il marchio e la città dell’Hard Rock Café dove è stata comprata sia il souvenir più venduto al mondo, con oltre dieci milioni di pezzi ogni anno.


St. Moritz - ref 1731271

St. Moritz - ref 1820755

Silvaplana - ref 1725824

La Punt - ref 1261664

Madulain - ref 1812812

St. Moritz - ref 1198227

Zuoz - ref 1225185

Davos - ref 1720533

St Moritz - ref 966325

St Moritz Sotheby’s International Realty | Via Serlas 20 - 7500 St. Moritz | tel +41 818362551 | info@stmoritzsir.ch | www.stmoritzsir.ch


TAVOLA ROTONDA / LUSSO

L

LUGANO, CITTÀ DEL LUSSO E DEL BENESSERE?

a scelta di vivere a Lugano ha tante buone ragioni. Prima tra tutti, la posizione geografica: il capoluogo ticinese è situato in una baia della riva nord del lago, circondata da meravigliosi panorami alpini. Lugano è la città di musei e gallerie d’arte, con un calendario sempre ricco di eventi come concerti e spettacoli teatrali. Tutto ciò la rende un luogo perfetto da vivere sia per chi preferisce muoversi sia per chi ama concedersi un relax quotidiano. Ville e residenze prestigiose alimentano un mercato immobiliare molto cresciuto nel corso degli ultimi anni. Il benessere economico permette ai cittadini uno svago in tutta sicurezza. Lugano, infatti, si conferma la terza città più sicura in Svizzera con un basso tasso di infrazioni e furti, grazie soprattutto al servizio della polizia locale sempre attivo e organizzato su tutto il territorio. Lugano è la località più grande dell’area turistica del Ticino, terzo polo finanziario elvetico e vera porta sull’Europa. Qui il mescolarsi di culture europee dà forma allo spirito di una delle regioni più interessanti del paese, sia sotto il profilo cosmopolita, sia sotto quello economico. Rispetto ai paesi confinanti, la Svizzera offre le condizioni migliori in termini di fiscalità e tassazione. Un motivo in più non secondario che ha spinto molti investitori a scegliere

120

questa nazione che gode di una fiscalità agevolata. La tranquillità, i servizi, l’ambiente, le possibilità di formazione (numerose le scuole internazionali), fanno sì che molti stranieri si siano trasferiti già nel capoluogo ticinese. sono prevalentemente laureati e appartengono a un alto standing che trova spesso lavoro con funzioni direttive. Lugano è ormai considerata “la nuova capitale del lusso”. Numerose sono le firme prestigiose presenti in via Nassa, capaci di attirare clientela da ogni parte d’Europa e non solo. La felice posizione geografica, tra Milano e Zurigo, rappresenta un nodo cruciale con potenzialità ancora inespresse. Anche per questo motivo si prevede che gli arrivi possano aumentare sensibilmente, in modo da poter godere di una città dove paesaggio, natura, sicurezza e alta qualità di vita rappresentano già una certezza. Questa in breve l’immagine che, tra stereotipo propagandistico e concreta realtà la città tende a comunicare. Ma quanto essa è fedele e quanto soprattutto si sta facendo, a livello di istituzioni pubbliche come di operatori privati, per mantenere nel tempo i vantaggi acquisiti e soprattutto per rendere la città sempre più attrattiva in un contesto internazionale molto competitivo. Quali sono i problemi aperti e quali le soluzioni possibili per garantire anche alle prossime generazioni una condizione di tranquillità e benessere?


TAVOLA ROTONDA / LUSSO

HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:

MARCO BORRADORI Sindaco di Lugano

RAFFAELLA MELEDANDRI Direttrice Air-Dynamic Private Jets & Helicopters

MARCO ROMANO Consigliere nazionale

GIUSEPPE ROSSI Direttore Hotel Splendide Royal Lugano

M. BAZZI: I vantaggi che la città offre sono a tutti noti. Partiamo allora da una domanda diretta: ma è ancora cosi? Per fare un esempio, quello del traffico sembra essere un problema che stenta a trovare una soluzione e nei confronti del quale si indirizzano molte critiche… M. BORRADORI: «È vero che negli ultimi anni in tutto il Cantone il traffico è aumentato e di conseguenza si lamentano un po’ dappertutto situazioni di difficoltà nella circolazione. Le soluzioni a Lugano non sono a portata di mano e impegnano molto il Municipio. Ritengo che occorra puntare convinti verso una graduale pedonalizzazione del

GIOVANNI FREY Direttore Les Ambassadeurs

MARCO BAZZI Moderatore e direttore liberatv.ch

centro cittadino. Non va dimenticato però che la pedonalizzazione necessita di diverse misure di accompagnamento, in particolare è imprescindibile potenziare il trasporto pubblico (rendendolo sempre più efficiente e capillare), promuovere la mobilità lenta e, ovviamente, trovare le alternative percorribili per il traffico veicolare. La soluzione del problema traffico, rispettivamente la sua fluidificazione resta una delle priorità del Municipio». G. FREY: «Bisogna entrare nell’ordine di idee che Lugano e il Ticino costituiscono ancora un’isola felice, ma molto cara, e questo nonostante la crisi generale che abbiamo attraversato a livello mondiale e quella più specifica che ha

PHILIPP PETER Titolare di Wetag Consulting

L’incontro si è tenuto l’8 novembre 2018 presso il Teatro per eventi Metamorphosis, Palazzo Mantegazza, Lugano-Paradiso

investito il settore finanziario qui a Lugano. Non dimentichiamo poi le ripercussioni negative che abbiamo subito in conseguenza delle variazioni del rapporto di cambio tra franco ed euro. Come se ne esce? Penso che tenendo conto delle esigue dimensioni del nostro Cantone e della sua ridotta popolazione, l’unica soluzione sia quella di riuscire ad essere in tutto i migliori: nel sistema finanziario, nell’hotellerie, nella ristorazione, nelle proposte culturali, nei commerci. In una parola, ritengo che sia l’eccellenza la parola chiave per vincere le sfide che abbiamo di fronte». M. ROMANO: «Mi attendo che il Ticino, come già è successo in passato davanti ad altri TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

121


TAVOLA ROTONDA / LUSSO

periodi di crisi, abbia le risorse e la volontà di compiere quel passo in avanti che da più parti ci si attende e si aspetta. Abbiamo vissuto un lungo periodo di crescita, estremamente rapida, che difficilmente sarà replicabile. Bisogna dunque smettere di lamentarci per le cose che non funzionano, diamo fondo a tutte le nostre capacità imprenditoriali e innovative, e torniamo a progettare un futuro possibile per le generazioni a venire. Forse per troppo tempo ci siamo seduti su quel benessere diffuso che abbiamo raggiunto e che vogliamo mantenere. Ora cominciamo finalmente a valorizzare le tante iniziative positive e di successo che oggi esistono in Ticino e che dobbiamo cominciare a moltiplicare con maggiore convinzione». G. ROSSI: «Un aspetto di cui occorre tener conto per comprendere le difficoltà che Lugano incontra nel mantenere il suo ruolo di città del lusso e del benessere è dato dal fatto che in seguito al venir meno del movimento di persone legate alla piazza finanziaria, la città risente in modo troppo marcato di una stagionalità che la vede piena di traffici e di vita in estate, ma scarsamente dinamica nelle altre stagioni. In altre parole, siamo molto carenti per quanto riguarda il turismo d’affari mentre queste attività potrebbero convogliare importanti flussi di persone, con una buona capacità di spesa, generando un indotto per tutta la città. Questa mancanza di continuità e stabilità nei flussi turistici la registriamo anche nell’andamento delle prenotazioni alberghiere, che vengono sempre più spesso fatte a breve, e dunque determinano frequenti oscillazioni e problemi di programmazione della nostra attività». R. MELEDANDRI: «Lugano ha un aeroporto che risulta essere molto importante per la città,

122

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

tenendo anche conto dell’ammontare della popolazione del Cantone. Significa infatti essere presenti sulle mappe del turismo internazionale e la possibilità dello sviluppo di un’aviazione commerciale che concorre ad assicurare il collegamento della città, tramite voli privati, con importanti destinazioni nel mondo. Per fare solo un esempio stiamo cercando di convogliare su Agno parte dei trasporti privati di persone collegati al prossimo Forum Internazionale di Davos. Certo, questo bene prezioso qual è l’aeroporto deve essere protetto e se possibile ampliato e migliorato, con il concorso anche delle società private che operano sullo scalo luganese». P. PETER: «Dal nostro particolare osservatorio possiamo dire che Lugano continua ad essere, nonostante le ricorrenti voci di bolla speculativa, una destinazione privilegiata da parte di una clientela internazionale che sceglie il Ticino per la sua capacità attrattiva. Alle motivazioni di carattere ambientale, alla presenza di scuole internazionali e a tutti gli altri vantaggi che la città offre, si aggiungono soprattutto le condizioni di stabilità politica e di sicurezza: il lusso, infatti, non è determinato soltanto dal valore degli immobili ma anche dalla possibilità di vivere in modo tranquillo. Certo, se negli anni scorsi abbiamo registrato una flessione delle

vendite, negli ultimi tempi la clientela internazionale è tornata da affluire in modo importante, con nuovi residenti provenienti anche da Paesi in precedenza assenti». M. BAZZI: Abbiano accennato all’importanza dell’aeroporto. Possiamo soffermarci ancora un momento su quello che potrà essere il suo destino futuro? M. BORRADORI: «Non posso che ribadire un concetto che ho avuto modo di esprimere più volte: per Lugano è fondamentale continuare a mantenere operativo lo scalo di Agno. E di vitale importanza è anche ripristinare al più presto il volo di linea con Ginevra, tenendo conto del fatto che si tratta di un collegamento tra la seconda e la terza piazza finanziaria svizzera. L’aeroporto è importante non solo per i voli di linea ma anche per tutto il settore dell’aviazione privata che è in costante crescita, con il recente arrivo di nuove compagnie. Vi è anche una scuola di volo che funziona bene e che ogni anno forma un numero rilevante di piloti. Chiudere l’aeroporto vorrebbe dire perdere definitivamente un pezzo della nostra storia e cancellare la visibilità internazionale di Lugano».


R. MELEDANDRI: «Concordo sul fatto che Agno debba essere un aeroporto con voli di linea su alcune tratte, Zurigo e Ginevra in primo luogo, e compagnie private che assicurano i collegamenti con altre destinazioni del mondo. Certo è necessario che la soluzione che si deciderà di adottare per il volo su Ginevra abbia un carattere definitivo o comunque un lungo respiro perché le soluzioni temporanee finiscono solo per danneggiare tutti gli operatori del settore e l’immagine stessa di Agno e di Lugano». M. ROMANO: «Avere un aeroporto è un lusso a cui noi ticinesi non dobbiamo assolutamente rinunciare. Su tutte le carte siamo presenti con Zurigo, Basilea, Berna e Ginevra, una condizione davvero invidiabile se si considerano le nostre dimensioni territoriali. Bisogna però evitare che Agno - isoletta all’interno dell’isola Ticino - rimanga ancora ai margini del sistema delle vie comunicazioni regionali, occorre investire per migliorare uno scalo che è vecchio di trent’anni e in talune sue parti dimostra tutta la sua età. Non credo in alcun modo che sia una questione di finanziamenti che tra pubblico e privato possono essere reperiti, ma piuttosto di volontà politica per continuare a mantenere questo privilegio che ha tante importanti ricadute sull’economia del Ticino». M. BORRADORI: «Vorrei solo aggiungere che, per quanto riguarda l’allacciamento dell’aeroporto alle vie di comunicazione, è già previsto un miglioramento nei prossimi anni in concomitanza con la realizzazione del Tram Treno, mentre per un eventuale nuovo svincolo autostradale dipendiamo da una serie di disposizioni a livello federale che ne limitano l’attuazione».

M. BAZZI: Il turismo congressuale e d’affari può costituire un fattore di sviluppo e crescita del turismo a Lugano, con tutto l’indotto che ne consegue?

pazione delle camere e la presenza del turismo congressuale e d’affari. Inoltre da noi c’è ancora una carenza di comunicazione che non porta a percepire Lugano come destinazione idonea ad accogliere grandi congressi ed eventi».

M. BORRADORI: «Certamente sì, dobbiamo però tenere conto che i mesi in cui il turismo congressuale è più dinamico e presente corrispondono molto spesso ai periodi in cui gli alberghi di Lugano sono maggiormente occupati. C’è una carenza strutturale di posti letto alberghieri, anche in conseguenza degli esercizi che negli scorsi anni hanno chiuso. Il progetto per il nuovo Centro congressuale e turistico nella zona del Campo Marzio Nord vuole anche essere una risposta a questa situazione».

M. ROMANO: «Le questioni che sono state sollevate hanno tutte un peso rilevante. Sicuramente il Ticino sconta una situazione di relativo benessere di cui ha goduto fino ad un’epoca relativamente recente e ancora stenta ad imboccare la strada di un progetto condiviso lungo cui incanalare iniziative e programmi per il suo sviluppo futuro. Quello che senz’altro mi sento di dire è che in ogni caso non possiamo andare in ordine sparso. Sui mercati internazionali, in un mondo globalizzato com’è quello attuale, bisogna andare tutti insieme e non singolarmente, fare un marketing territoriale che comprenda davvero tutto il Cantone. E questa sarebbe davvero una grande rivoluzione culturale».

G. ROSSI: «Per fare il salto di qualità verso una destinazione orientata al turismo d‘affari dovremmo attirare verso la destinazione i grandi operatori dell‘hotellerie che tramite la loro rete internazionale darebbero maggiore visibilità alla regione non soltanto nei mesi estivi ma soprattutto durante il periodo di bassa stagione dove abbiamo più necessità di aumentare l‘occupazione. Prendiamo l‘esempio di Como dove l’arrivo di grandi compagnie internazionali ha elevato notevolmente il tasso di occu-

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

123


Ph: Matteo Taddei

20 ANNI CON AMORE

SONO TRASCORSI GIÀ DUE DECENNI DA QUANDO, PER VOLONTÀ DI ALCUNE SIGNORE TICINESI, VENNE CREATA L’ASSOCIAZIONE ELISA CON LO SCOPO DI ASSICURARE UN SOSTEGNO A FRONTE DEI PROBLEMI CHE COMPORTA UNA MALATTIA GRAVE PER IL BAMBINO E LA SUA FAMIGLIA.


EVENTI / ASSOCIAZIONE ELISA 01

02 01 Pedrotti Luca e Irena, Ariella Del Rocino e Ana Mantegazza 02 Daniela Rondina e Melania Crocco 03 Invernizzi Andrea e Dora 04 Giusi Saladino e Elena Mantegazza 05 Silvia Damiani e Tomas Aranas

P

ossiamo iniziare raccontando come ebbe inizio questa bella storia di solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno di un aiuto materiale e morale in un momento particolarmente difficile della propria vita? «Dolorose vicende personali - esordisce Elena Mantegazza, Presidente dell’Associazione - hanno portato alcune di noi e toccare con mano i drammi legati ad un figlio malato che soffre e ha bisogno di cure e amore. A ciò di aggiunga la diretta conoscenza nei confronti dell’insostituibile lavoro svolto dalla Fondazione Elisa, fondata a Locarno dalla dottoressa Luisa Nobile Buetti. È stata dunque quasi naturale e spontanea la scelta di creare un’Associazione che potesse offrire un ulteriore sostegno alle attività della Fondazione Elisa».

re a termine progetti e iniziative». «Credo che un altro elemento - aggiunge Ariella Del Rocino - di cui occorre tener conto per comprendere il valore, non solo economico ma soprattutto morale e sociale, del lavoro svolto in questi anni, consiste nel fatto che attraverso tanti piccoli passi fatti giorno dopo giorno, attraverso l’assoluta trasparenza delle nostre azioni e la tenace convinzione nelle scelte compiute, e soprattutto grazie alla passione e all’amore con cui abbiamo portato avanti il nostro impegno, che non è mai venuto meno anzi si è rafforzato nel tempo, abbiamo acquisito una importante credibilità e un riconoscimento che ci pone tra le associazioni benefiche più apprezzate nel Cantone. E per questo dobbiamo dire un immenso grazie a quanti hanno creduto nell’Associazione Elisa durante tutti

trascorsi molto in fretta. Quali sono state le sfide con le quali quotidianamente vi siete trovate a confrontarvi? «La nostra forza - interviene Ana Mantegazza – è stata probabilmente quella di avere costituito fin dall’inizio un gruppo molto coeso che, pur con qualche inevitabile cambiamento, si è mantenuto costante nel tempo, consentendoci di raggiungere con tenacia e tanta disponibilità gli obiettivi che di volta in volta ci siamo poste. Teniamo conto del fatto che tutto è sempre stato fatto su base volontaria e che i risultati ottenuti non sarebbero stati possibili senza il coinvolgimento dei tanti amici e conoscenti che ci hanno aiutato e sostenuto. Si può dire che negli anni si è andata formando una vera e propria famiglia di “sostenitori” che ci agevolano in tutti i modi possibili nel porta-

05

Questi vent’anni di attività sono

03

04

125


06

questi anni, sostenendoci e incoraggiandoci nel nostro lavoro».

«In 20 anni - ci dice Ariella Del Rocino - l’Associazione Elisa ha potuto realizzare moltissimi obiettivi. Oltre alla Fondazione di Locarno, infatti il nostro aiuto è andato tra gli altri, alla Croceverde Lugano, alla Fondazione OTAF di Sorengo e alla Casa Santa Elisabetta, alla Casetta Gialla di Lugano, mensa sociale di Fra Martino Dotta e alla Scuola di cultura e di pittura per disabili Casimiro Piazza, alla Fondazione La Fonte di Bioggio, o ancora Informatica per la promozione delle persone disabili e Fondazione Make a Wish, con il Concerto di Natale o i Ci-

di disagio al bambino e alla sua famiglia. Tuttavia, ci siamo accorti che purtroppo anche in Ticino l’area del bisogno è molto più diffusa di quanto si è portati a credere e dunque negli anni abbiamo cercato di estendere il nostro contributo anche ad altre associazioni benefiche operanti in ambiti diversi della società. In particolare, tenendo conto del nostro radicamento e di quello di molti nostri sostenitori all’interno del Luganese, abbiamo deciso di accentuare la nostra presenza e gli interventi di solidarietà anche all’interno della città e del suo territorio».

Il vostro impegno si dispiega in ambiti diverso della società ticinese… «Il nostro primo campo di intervento - spiega Ana Mantegazza - riguarda il sostegno ai bambini affetti da gravi malattie, di qualunque tipo esse siano (affezioni congenite, malattie neurologiche, oncologiche, metaboliche, psichiche, ecc.), che comportano anche, come è evidente, molti problemi di natura finanziaria, sociale, scolastica, psicologica, determinando gravi situazioni 07

08

126

09


EVENTI / ASSOCIAZIONE ELISA 10

11 06 Achille Severgnini, Margherita Stabiumi, Mario Vullo, Kim H. Mikkelsen, Irache Villada Mikkelsen, Jessica Bunford, Serena Spinucci Severgnini, Giuliani Gianmaria e Sabrina, Carolina Sister Cohn, Renato Cohn, Dominic Bunford 07 Luciana Orlando, Lionello Barbuio ed Elena Busato 08 Cortesi Stefano e Dangira 09 Peter Philipp e Patrizia 10 Paola Neri, Adriana Cartossi Brizio, Simona Albonico 11 Patrizia Brandolini D’Adda, Pierluigi Ciccone, Letizia Cornaro

ty Angels di Lugano, per il Pranzo di Pasqua. Molto importanti sono poi le fondazioni di ricerca che abbiamo contribuito a sostenere come Fondazione Bambini Cardiopatici nel Mondo; Fondazione Blackswan di Ginevra; Swiss Institute for Regenerative Medicine (SIRM) a Torricella-Taverne; Ospedale Pediatrico e Oncologico di Bellinzona (EOC). Da ultimo, vorrei anche ricordare che, nei limiti del possibile, cerchiamo anche di intervenire in progetti di solidarietà nel mondo come nel caso della Fondazione Nuovo Fiore in Africa di Lugano o la Fondazione Ope-

12 Lo Riso Claudio e Monica

ra Don Bosco nel Mondo, in sostegno ai progetti dei Salesiani per particolari interventi di emergenza come in seguito ai terremoti di Haiti, nelle Filippine e nel Nepal».

13 Soldati Fabio e Ura 14 Meneguzzi Paolo e Lidia, Simone Tomassini

Il Gran Gala dell’Associazione Elisa costituisce l’evento più importante che organizzate ogni anno e che quest’anno ha assunto un sapore particolare per i vent’anni della vostra attività… «Si tratta di una serata - conclude Elena Mantegazza - che in un certo senso chiude la nostra attività dell’an

14

12

13

127


16

15

no, e verso cui convogliamo tutti i nostri sforzi perché con la cena, la lotteria e le iniziative connesse, ci consente di raccogliere cifre importanti che poi devolviamo alle varie associazioni e fondazioni. Quest’anno per esempio, oltre alla Fondazione Elisa, ne beneficeranno la Croce Verde di Lugano, che svolge un ruolo fondamentale nell’assistenza a bambini ed anziani, e la Casa Santa Elisabetta, da tempo impegnata nella difesa e tutela delle donne maltrattate e vittime di violenza. Il Gran Gala è diventato negli anni anche un evento mondano,

ma per noi resta soprattutto l’occasione per ritrovarci e ringraziare sponsor, amici e benefattori, che ci aiutano e sostengono nel nostro costante impegno verso chi in Ticino ha bisogno di un aiuto materiale ma soprattutto di solidarietà, di un po’ di conforto e di amicizia».

17

128

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

15 Donoghue Edward e Dorothea 16 Erika Sangiuliano, Fabio Palisi, Daniele Pescali, Elisabetta Tremolada Pescali, Federica Colombo Della Foglia, Franco Scelsi, Alberto Della Foglia 17 Melany Tekock, Carolina Sister, Serena Spinucci, Irache VIllada Mikkelsen, Jessica Bunford, Sabrina Giuliani, Chicca Luciani


Buone

Feste

... e grazie per la fiducia

Amgest SA Camathias Assicurazioni & Co. SA Camathias Real Estate SA Via Franco Zorzi 18 - CP 347 - (CH) 6902 Lugano-Paradiso Tel. +41(0)91 912 40 00 info@camathias.net - camathias.net info@amgest.ch - amgest.ch

Gestioni patrimoniali

Consulenze assicurative

Servizi immobiliari


LUSSO / DAMIANI

PREZIOSI ANIMALI INVADONO VENEZIA CREAZIONI FANTASTICHE SONO ANDATE IN SCENA SUL RED CARPET PER RACCONTARE LA CAPACITÀ DELLA MAISON DI FAR INCONTRARE ARTE ORAFA E SPETTACOLO.

D

amiani ha partecipato alla 75ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, come partner della “Fondazione ente dello spettacolo”, l’associazione impegnata nella diffusione, promozione e valorizzazione della cultura cinematografica in Italia. Da sempre la Maison d’Alta Gioielleria, divenuta nota in tutto il mondo per l’eccellenza delle proprie creazioni, ha dialogato con il mondo del Ci-

130

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

nema: Sharon Stone, Tilda Swinton, Jennifer Aniston, Gwyneth Paltrow, Brad Pitt, senza dimenticare le italianissime Isabella Rossellini e Sophia Loren, sono solo alcune delle icone che hanno scelto Damiani per celebrare i loro traguardi. Nel corso della storia, i gioielli della Maison sono stati anche protagonisti di film di successo noti al grande pubblico. Inoltre, proprio durante il Festival del Cinema, il Premio Robert Bresson, che quest’anno sarà consegnato alla regi-


LUSSO / DAMIANI

sta Liliana Cavani, sarà una scultura gioiello firmata da Damiani e Venini. In occasione del Festival del Cinema di Venezia, la Manifattura ha presentato agli appassionati di gioielleria provenienti da tutto il mondo le suggestive creazioni della collezione Animalia: splendenti e preziosi ragni, farfalle, gechi, gufi, scimmie, pappagalli, libellule si uniscono per celebrare la bellezza, la creatività e l’eccellenza del cinema contemporaneo. Misteriosi, leggendari, rari e fiabeschi, i protagonisti della collezione Animalia sono creati a mano dai mastri artigiani valenzani di Damiani, attraverso una raffinata tecnica di lavorazione capace di plasmare i materiali più pregiati e le pietre più preziose, per dar vita a sug-

gestive creazioni: anelli con decori mobili, spille che diventano ricercati pendenti, orologi-gioiello con sofisticati quadranti che impreziosiscono bracciali in pelle galuchat dai colori vibranti. La speciale tecnica denominata “caos apparente” riesce a plasmare le diverse forme attraverso l’incastonatura di pietre con differenti dimensioni e gli accostamenti cromatici: il risultato è una seducente armonia. A questo bestiario fantastico, incantevole e affascinante si aggiungono le ultime preziose creazioni della Maison: tre nuovi anelli farfalla rendono omaggio all’eleganza e alla bellezza femminile. Il diamante fancy incastonato al centro del gioiello è l’occhio della farfalla intorno al quale una cascata di pietre preziose dà vita alle ali e dona una straordinaria tridimensionalità. Come sempre, ogni gemma è sapientemente selezionata fra quelle di qualità migliore e incastonata a mano per creare opere uniche e irripetibili. I tre gioielli si declinano in tre raffinate tonalità ispirate dalle sfumature delicate dei diamanti fancy. La prima proposta in oro bianco accoglie un oval fancy purplish pink di 2,23 carati, rifinito dall’intensità degli zaffiri che disegnano la leggerezza delle ali nelle diverse tonalità del blu. Nella seconda un round-cornered rectanguale fancy

blue da 2,52 carati è montato su oro rosa e completato da diamanti bianchi e brown, in un’armoniosa alternanza che rievoca la bellezza impalpabile di una farfalla in volo. Nella terza proposta, un cushion fancy intense yellowish green da 3,15 carati è abbinato a diamanti bianchi e gialli, in cui i bagliori di luce sono esaltati dall’oro giallo. Le pietre si avvicendano in una sinfonia di sfumature cromatiche per definire la silhouette sottile della farfalla e abbracciare in un’emozione unica il diamante fancy. Inoltre, un raffinato, quanto ingegnoso, meccanismo riproduce l’apertura alare della farfalla e il movimento sinuoso del battito d’ali. Piegando il dito, la magnifica creatura si anima, creando un effetto sorprendente, affascinate ed etero. Ogni gioiello di questa collezione è una piccola opera d’arte: un mosaico di pietre impeccabili disposte una accanto all’altra in una composizione di pieni e di vuoti, leggera e preziosa. Un gioiello unico al mondo, da collezionare e tramandare come un patrimonio affettivo che rivela lo sforzo creativo di Damiani nel dar vita a eccellenti capolavori senza tempo.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

131


LUSSO / DAMIANI

UN IMPEGNO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

«H

CON L’OBIETTIVO DI GARANTIRE UN PROCESSO PRODUTTIVO SOSTENIBILE NEI CONFRONTI DELL’AMBIENTE E DEGLI INDIVIDUI, GUIDO DAMIANI, PRESIDENTE DEL GRUPPO DAMIANI, HA INTRAPRESO UN VIAGGIO ISTITUZIONALE IN MYANMAR. IL TERRITORIO DI QUESTO PAESE, INFATTI, È RICCO DI MATERIALI GEMMIFERI, FRA CUI I RUBINI E GLI ZAFFIRI DI ALTISSIMA QUALITÀ, CHE LA MAISON DAMIANI INCASTONA NEI SUOI SPLENDIDI CAPOLAVORI DI GIOIELLERIA.

132

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

o deciso di visitare il Myanmar sia per rispondere all’interesse di Aung San Suu Kyi per la tradizione del vetro soffiato, presente nel suo Paese, sia per poter avere maggiore consapevolezza sul processo di estrazione delle pietre preziose che utilizziamo nelle collezioni Damiani. Il nostro impegno etico, infatti, coinvolge da sempre ogni fase produttiva, fin dall’acquisto delle gemme», ha commentato Guido Damiani. L’incontro più rilevante è stato quello con Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato del Myanmar, Ministro degli Affari Esteri e Ministro dell’Ufficio del Presidente che nel 1991 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Il confronto, avvenuto in un clima informale nella dimora privata di Aung San Suu Kyi, ha generato un importante proposito di collaborazione fra le istituzioni politiche birmane e il Gruppo Damiani. «In questo viaggio ho avuto l’occasione unica di visitare le miniere di estrazione delle gemme della zona di Mogok: per accedervi è stato necessario ottenere dei permessi speciali che solitamente non vengono concessi agli stranieri perché si tratta di un’area interdetta. Se non il primo, sono stato tra i pochissimi italiani a poter accedere a questo luogo. A oggi abbiamo già un canale privilegiato nel reperimento delle pietre preziose della Birmania, ma stiamo valutando di incrementare gli acquisti di gemme provenienti da quest’area, così da contribuire, seppur

nel nostro piccolo, ad accelerare il processo di crescita dell’economia locale», ha dichiarato Guido Damiani. Damiani, infatti, con il proprio ruolo di leader nel settore della gioielleria made in Italy d’eccellenza, sta investendo in maniera sempre più significativa nelle attività di corporate social responsibility, facendosi portavoce di un concetto di lusso contemporaneo che coniuga tradizione manifatturiera di qualità, creatività ed etica. «Nell’intento di avviare strategie coerenti con questa visione, volevo assicurarmi in prima persona dell’eticità delle nostre creazioni, fin dall’estrazione delle gemme». Con tale approccio Damiani sceglie anche i diamanti che incastona nelle sue collezioni: quelli che vengono acquistati dal Gruppo hanno esclusivamente il certificato di conformità del Kimberley Process che garantisce la provenienza delle pietre al di fuori delle aree in cui sono in atto conflitti. Quest’accordo congiunto dei governi dei principali paesi del mondo, attualmente 81, e delle multinazionali produttrici di diamanti, garantisce sotto l’egida dell’ONU che i profitti ricavati dal commercio di diamanti non vengano usati per finanziare guerre civili. L’accordo, inoltre, obbliga i paesi partecipanti a controllare rigorosamente l’importazione e l’esportazione dei diamanti grezzi, tracciandone l’origine e i passaggi nel processo di commercializzazione: tutti i fornitori di pietre preziose del Gruppo Damiani dichiarano di aderire alle risoluzioni ONU.


LUSSO / DAMIANI

Ancora una volta il gruppo Damiani ha dimostrato la volontà di avviare un dialogo con i paesi fornitori delle preziose materie prime, necessarie alla realizzazione dei gioielli della maison. E, in particolare, nel rapporto con il Myanmar, questo approccio di tipo collaborativo prevede un contributo allo sviluppo qualitativo dell’industria locale: «Il gruppo Damiani che è tra i soci fondatori dell’associazione per la formazione “Mani intelligenti” e che

possiede un know how centenario nella gioielleria, nelle pietre preziose e nella produzione di vetro soffiato valuterà con le istituzioni la possibilità di portare la propria capacità formativa in quelle aree del paese in cui c’è un forte bisogno di creare nuova occupazione. Stiamo anche valutando un sistema di interventi a favore dei bambini, per migliorare le loro condizioni di vita e di crescita», ha concluso il presidente del gruppo Damiani.

Aurélien Blanc è il Miglior Sommelier Svizzero 2018 Si è svolto al Kursaal di Berna il 21°concorso “Miglior Sommelier Svizzero”. Di fronte a un vasto pubblico, sotto l’occhio professionale dei giurati, i tre finalisti hanno gareggiato nelle seguenti prove pratiche: Servizio di tre vini svizzeri, commentando la decantazione in lingua straniera (francese o inglese); Abbinamenti “enogastronomici”: il menu era già proposto con vini

provenienti da tutto il mondo e al sommelier il compito di sostituire quest’ultimi con vini svizzeri, scegliendo tra 200 varietà di uva per 15.000 ettari di vigneti; Correzione della lista dei vini in una lingua straniera; Degustazione di 6 vini alla cieca con l’obiettivo di trovare la varietà di uva, la regione e il prezzo di acquisto; Identificazione alla cieca di 7 liquori e distillati; Identifica-

zione di una serie di fotografie rappresentanti personaggi famosi nel mondo del vino; Per i 3 candidati di fronte al pubblico: servizio di un Magnum di Champagne Laurent Perrier: 18 bicchieri da riempire in una sola volta, allo stesso livello e senza tornare indietro, lasciando la bottiglia vuota. Il titolo di “Migliore Sommelier Svizzero 2018 è stato attribuito a Aurélien Blanc, Ristorante Pavillon Baur au Lac, Zurigo. Secondo classificato Fabien Mène, Istituto alberghiero Glion sur Montreux, terzo Michael Sol - Jenni, Gasthof Frohberg, Rapperswil – Jona. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

133


LUSSO / LUXAVIATION 01

DARIO COLOMBO - CEO DI COLOMBO - E ALESSANDRO BARIZZI - HEAD OF BRANCH LUXAVIATION LUGANO & EXECUTIVE DI COLOMBO - ILLUSTRANO LA PARTNERSHIP STRATEGICA SIGLATA TRA LA SOCIETÀ DI GESTIONE PATRIMONIALE E L’AZIENDA LEADER NEL SETTORE DELL’AVIAZIONE PRIVATA.

01 / 04 Dario Colombo e Patrick Hansen 02 Da sinistra: Maurizio Merlo, Dario Colombo, Patrick Hansen e Alessandro Barizzi 03 Presentazione Lux Aviation presso Villa Principe Leopoldo

P

ossiamo brevemente riassumere le ragioni di questo accordo? «Luxaviation e Colombo esordisce Dario Colombo - sono due aziende indipendenti, entrambe focalizzate sui servizi al cliente, che condividono valori e un ben definito target di clientela privata e istituzionale internazionale. Come Colombo offriamo una consulenza personalizzata nelle scelte di investimento, sviluppando ed implementando - con l’aiuto di specialisti - le migliori strategie per una gestione ottimale del patrimonio personale. Condividendo la visione e i progetti di crescita futura, abbiano deciso di stabilire questa partnership che consentirà tra l’altro ai clienti di Luxaviation di beneficiare di tutti i nostri servizi, che comprendono la gestione patrimoniale e di asset, i servizi personalizzati, le consulenze aziendali e i servizi di pianificazione fiscale internazionale».

DESTINAZIONE LUGANO

02

134

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


LUSSO / LUXAVIATION 03

«Pochi dati - interviene Alessandro Barizzi - sono sufficienti a dare l’idea di un’azienda che è stata creata nel 2008 in Lussemburgo. In dieci anni siamo passati da 1 a 260 aeromobili. Siamo attivi in tutti e cinque i continenti. E da tre anni abbiamo avviato una nuova strategia: quella di aprire alzare delle antenne locali, selezionando piazze di livello regionale ma che presentano buone potenzialità di sviluppo e crescita da un punto di vista economico, commerciale e finanziario. In questa prospettiva, abbiamo subito colto con entusiasmo l’opportunità di aprire una sede a Lugano e di proporre i nostri voli utilizzando l’aeroporto di Lugano-Agno. La scelta di occupare uffici congiunti con Colombo costituisce un ulteriore segno della volontà di stabilire un’intesa feconda e duratura. I nostri nuovi uffici luganesi

si occuperanno dei voli charter, della gestione degli aeromobili e di tutte le operazioni connesse». Quali sono le opportunità che avete individuato scegliendo proprio Lugano? «Direi - prosegue Alessandro Barizzi - che la città presenta tutte le condizioni necessarie per accogliere e sostenere un servizio di aerei ed elicotteri privati a disposizione di aziende, uomini d’affari, clienti internazionali, ecc. Lugano è un centro dove si raccolgono banche, istituti finanziari, fiduciarie, industrie operanti in settori di eccellenza. Ma ci sono anche fiere, manifestazioni, eventi di livello internazionale (si pensi solo al Festival del cinema di Locarno) e una città turistica che attira ogni anno visitatori provenienti da tutto il mondo, che vogliono soggiornare sulle rive del lago. Non ultimo, la vicinanza con Milano e con lo scalo internazionale di Malpensa. Dunque, si tratta di intercettare tutti i potenziali utilizzatori di voli privati e offrire un’alta gamma di servizi che siano funzionali alle diverse esigenze, ad un prezzo interessante e competitivo». A chi vi rivolgete in sintesi con la vostra offerta di voli privati? «Nella nostra strategia di crescita guardiamo ad una clientela locale e regionale che si estende fino alla Lom-

bardia e al Nord Italia. Un servizio business di jet privati e commerciali con partenze da Lugano ma non solo. Crediamo infatti che la città possa essere particolarmente interessata a voli diretti da Lugano verso tutte le capitali europee di medio raggio (Londra, Berlino, Parigi in primo luogo) che possono rappresentare destinazioni finali o punti di imbarco per collegamenti transoceanici. Ci auguriamo inoltre che tutto questo possa in qualche modo contribuire al rilancio dell’aeroporto di Lugano-Agno, creando quel movimento di passeggeri che potrebbe indurre altre compagnie a stabilire ulteriori collegamenti aerei basati a Lugano». Quale ritenete possa essere lo sviluppo futuro di questa partnership? «Siamo entrati nel capitale di Luxaviation – conclude Dario Colombo - e abbiamo fortemente voluto questa joint venture perché siamo convinti che Lugano e il Ticino abbiano quanto mai bisogno di scelte coraggiose in grado di fare emergere le tante risorse di questo territorio. Ora siamo di fronte ad un’iniziativa privata che, per le dimensioni e il know-how già acquisito nei cieli del mondo intero, si presenta con tutte le carte in regola per avere il successo che merita. Ma siamo anche consapevoli del valore che iniziative come questa possono avere nello sviluppo del Cantone. La crescita di un traffico aereo come quello veicolato da Luxaviation rappresenta, infatti, un contributo importante per far vivere e sviluppare un aeroporto come quello di Agno, che non può in alcun modo vedere il Ticino escluso dalla mappa dei collegamenti aerei internazionali».

COLOMBO WEALTH MANAGEMENT SA Via Clemente Maraini 39 - CP 462 CH - 6902 Lugano P. +41 91 986 11 00 www.colombo.swiss

04 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

135


LUSSO / BRÜLHART&PARTNERS SA

UN SUCCESSO CHE SI RINNOVA OGNI ANNO LA SERATA ORGANIZZATA IL 7 SETTEMBRE PRESSO L’HOTEL VILLA PRINCIPE LEOPOLDO A LUGANO DA PASCAL BRÜLHART HA VISTO LA QUALIFICATA PARTECIPAZIONE DI IMPRENDITORI, POLITICI, FINANZIERI, IMMOBILIARISTI E LIBERI PROFESSIONISTI PROVENIENTI DA TUTTO IL TICINO.

L’

incontro tenutosi nella prestigiosa location dell’Hotel Villa Principe Leopoldo di Lugano, ospiti della general manager Barbara Gibellini e dello Chef di cucina Dario Ranza, ha confermato di essere una piattaforma-evento capace di fondere con equilibrio le migliori professionalità operanti nel Cantone con una serata ludico-gastronomica dove tutto si è svolto all’insegna della più assoluta qualità, della sorpresa e del divertimento. L’esclusività della serata risiede innanzitutto nell’importanza delle persone invitate e che di anno in anno hanno espresso il desiderio di partecipare a questo evento, grazie ad un passaparola che evidenzia il piacere di incontrare e stabilire qualificate relazioni, professionali e non, in un ambiente conviviale, quasi familiare, dove ognuno ha la possibilità di sentirsi pienamente a proprio agio. La particolarità dell’evento ha riguardato anche la cordialità dell’accoglienza e la piacevolezza della proposta eno-

136

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

gastronomica. Per comprendere la straordinarietà della cena basterà dire che gli ospiti hanno potuto conoscere e apprezzare la raffinata cucina di Dario Ranza che per l’occasione è stato affiancato da chef di grande valore come i fratelli Cerea del ristorante Da Vittorio di Brusaporto. Senza naturalmente dimenticare la presenza, per quanto riguarda i vini, di Mattia Vezzola conosciuto e premiato enologo italiano. Numerosa e qualificata la lista degli sponsor partecipanti, a cominciare da Mercedes-Benz, Colombo, Swatch Group, Boutique Tourbillon e Hyposcout, Associazione Svizzera Sommelier che contribuendo a vario titolo hanno reso possibile l’organizzazione della serata. Un evento dunque all’altezza dei precedenti incontri voluti e realizzati da Pascal Brülhart, dove non sono mancate le piacevoli sorprese e le ore sono trascorse piacevolmente tra musica e danze, in un clima di festa, professionalità e amicizia. Media partners dell’evento sono stati Ticino Welcome e Teleticino.


IL PARERE DI ALCUNI PARTECIPANTI Che cosa rappresenta nelle vostre strategie di marketing e comunicazione la partecipazione all’evento che Pascal Brülhart organizza ogni anno? Mauro Galli, Colombo: «Parliamo di un’importante e ormai consolidato evento che garantisce notevole visibilità sulla piazza economico-finanziaria ticinese e questo non può che destare il nostro interesse». Andrea Gianotti, Mercedes-Benz: «Questo evento ci permette di essere presenti in un contesto frequentato da dirigenti che rappresentano aziende di vari settori ed avere quindi un’importante visibilità anche fuori dal nostro salone. La location, in modo particolare nella recente edizione, è risultata idonea per lo svolgimento delle prove su strada. Non da ultimo si intrecciano o consolidano rapporti con gli altri sponsor della manifestazione». Antonietta Castelnuovo, Glasshütte/Tourbillon: «L’opportunità di contattare nuovi potenziali clienti selezionati da aziende serie che operano nell’ambito del lusso». Quali sono gli aspetti che particolarmente apprezza nello svolgimento di questa serata? Mauro Galli, Colombo: «È una serata dal clima conviviale, all’insegna della buona cucina ma con un occhio di riguardo e sempre attento al business». Andrea Gianotti, Mercedes-Benz: «Molto indovinata la parte iniziale dedicata ai test drive, con un aperitivo rigorosamente analcolico ed il proseguo nel parco, rispettivamente la cena in un contesto meraviglioso, creando così un passaggio tra i vari temi della serata». Antonietta Castelnuovo, Glasshütte/Tourbillon: «Apprezzo moltissimo e partecipo attivamente affinché durante l’evento gli ospiti possano fare esperienze che rimangano nei loro ricordi. Quest’anno gli ospiti avevano la possibilità di guidare delle automobili prestigiose con Mercedes, improvvisarsi orologiai con la nostra Brand Glashuette Original, assistere allo spettacolo offerto dalle due sirene nella piscina durante l’ape-

ritivo nonché le fate giganti all’entrata della villa ed il balletto delle due danzatrici vestite di LED». Qualora decidesse di partecipare anche all’evento dell’anno venturo che si terrà il 6 settembre, che cosa si aspetterebbe dall’organizzazione e quali consigli suggerisce per la piena riuscita dell’evento? Mauro Galli, Colombo: «Saremo lieti di partecipare come Sponsor alla prossima edizione, con la semplice aspettativa di lasciarci nuovamente stupire!». Andrea Gianotti, Mercedes-Benz: «Per quanto riguarda la nostra presenza, assolutamente indispensabile una location di facile accesso durante i test drive e la possibilità di esporre delle vetture in modo visibile durante tutto l’evento. Posso comunque dire che l’organizzazione è molto attenta alle richieste dei vari sponsor/partner e con grande disponibilità e flessibilità, in modo professionale trova sempre una soluzione valida da proporre». Antonietta Castelnuovo, Glasshütte/Tourbillon: «Per quanto riguarda la mia azienda spiegherei chiaramente nell’invito che gli ospiti hanno l’opportunità di cimentarsi con il movimento di un orologio e farei tavolate più grandi dove alternare gli ospiti di due aziende in modo da accrescere la possibilità di networking , non è cosa semplice perché bisogna applicare una certa strategia conoscendo bene gli ospiti per fare in modo che si crei una certa empatia fra le persone ma chi, come me, organizza da anni eventi seduti lo sa fare benissimo e Pascal sicuramente è maestro in quest’arte».

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

137


LUSSO / BOUTIQUE FARFALLA

SFILA MY PRIVATE LIFE 01

GEO PINI, ALLA GUIDA DI BOUTIQUE FARFALLA, FESTEGGIA IL GRANDE SUCCESSO DELL’EVENTO TENUTOSI PRESSO LA LUSSUOSA CORNICE DELL'HOTEL CASTELLO DEL SOLE DI ASCONA CON LA PARTECIPAZIONE DELLO STILISTA MARIO FILIPPI.

C

ome è nata l’idea di organizzare questa sfilata? «Tutto ha avuto inizio alla Fiera della Moda di Düsseldorf dove abbiamo avuto modo di conoscere Mario Filippi che ci ha presentato per la prima volta la sua collezione My Private Life e deciso di organizzare insieme questo evento che costituisce una novità in Ticino. Nel corso della manifestazione Mario Filippi è intervenuto personalmente e ha raccontato la storia di questo marchio nato nel 1985, insieme a suo fratello Giacomo con l’aiuto della loro famiglia. Attualmente Fabiana Filippi è riconosciuta tra i marchi leader del vero Made in Italy. Un’impresa dai forti connotati umani e da una chiara etica professionale, nata in luoghi unici per uno stile di vita raffinato e intimo». Quali linee avete presentato nel corso della sfilata di Locarno? «Oggi il marchio Fabiana Filippi è declinato in due linee: la White Label e la Black Label che abbiamo avuto modo di presentare insieme ad una capsule collection di My Private Life espressamente dedicata alla donna contemporanea che lavora e dedica spazio al suo tempo libero, con ricercati capi prettamente autunnali in cachemire e cachemire e seta».

138

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


LUSSO / BOUTIQUE FARFALLA

Quali aziende hanno contribuito in veste di sponsor all’organizzazione dell’evento? «Il mio ringraziamento va senz’altro all’hotel Castello del Sole di Ascona, prestigiosa location che ha ospitato le oltre 200 persone partecipanti e curato il catering. Importante è stata poi la collaborazione con la ditta Movirlavida che ha curato l'allestimento, il contributo di BIL Banque Internationale a Luxembourg e della marca di Champagne Perrier Jouët che hanno reso possibile il successo della serata».

01 Geo Pini e Mario Filippi 02 Team Farfalla

02 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

139


CHARME / KATHYA BONATTI

IL FASCINO È UNA PROMESSA DI EMOZIONI

DI ARIANNA LIVIO

NATA IN SVIZZERA A LUGANO È PSICOLOGA, PSICOTERAPEUTA E SESSUOLOGA IN ITALIA, DOCENTE DI “SESSUOLOGIA FORENSE” NEL MASTER INTERFACOLTÀ DI II LIVELLO IN SCIENZE FORENSI ALL’UNIVERSITÀ LA “SAPIENZA” DI ROMA. AUTRICE DI MANUALI DI AUTO AIUTO SULLA MANIPOLAZIONE FAMILIARE E SENTIMENTALE. LAVORA COME LIFE-CAREER-SPORTS COACH, MENTAL TRAINER E FORMATRICE, SI OCCUPA DI CRESCITA EVOLUTIVA E DI ECO-BENESSERE, ESSENDO COFONDATRICE DEL PROGRAMMA FINALIZZATO ALLA TRASFORMAZIONE FISICA, EMOTIVA, MENTALE E DI COSCIENZA DELL’INDIVIDUO, PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA E DEL BENESSERE PSICO-FISICO IN RELAZIONE CON L’AMBIENTE, IN UNA INTERCONNESSIONE OLISTICA DI RETI IN ARMONIA CON L’UNIVERSO.

140

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


CHARME / KATHYA BONATTI

H

o dato appuntamento a Kathya Bonatti in un locale sul lago dove arrivo con largo anticipo. Ho così l’occasione di osservarla quando arriva. Indossa un abitino nero e un cappello in paglia, cammina decisa, come decisa è la sua stretta di mano. Nell’attesa sono già a metà del mio caffè freddo shakerato, lei chiama il cameriere e ordina un’acqua minerale servita in un calice da vino. «Sono astemia – mi dice sorridendo – ma adoro i dettagli che fanno la differenza». Kathya se ne intende di fascino, ha scritto pure un libro “Sedurre con il corpo, la mente e l’anima”, volume breve e conciso su come attrarre persone e relazioni appaganti. L’ho letto e ve lo consiglio, vi troverete spunti interessanti. Oltre a ciò, da sessuologa e life coach, Kathya sa bene quanto è importante stare bene nella propria pelle, piacersi (prima di voler piacere) e sentire ciò che il corpo ha bisogno e desidera.

C

osa significa per te avere charme? «Associo allo charme tutto il mio “sentire” e il mio “stile di vita”... una continua promessa di emozioni. Sedurre con il corpo, con la mente e con l’anima, in un mix intrigante e naturale. Possiedono charme le persone che hanno consapevolezza, una visione reale della propria esistenza collegata ad intelligenza, persone capaci di leggersi, di comprendersi e di esprimersi in tutte le sfumature dell’anima». Di cosa tieni conto per il tuo abbigliamento? «Sono un’estroversa, uso gli abiti per comunicare a seconda del ruolo che assumo al momento. Prima di diventare psicologa ero manager gestionale nel settore socio-sanitario e ho sempre indossato tailleur femminili in un ambito professionale prettamente maschile, non curandomi dell’opinione dei colleghi. Prima del mio abito parla la mia personalità determinata e avendo una energia molto forte armonizzo questo lato di me facendomi guidare dal mio “sarto interiore” con la scelta di abiti femminili che a mia volta mi seducono, morbidi, con drappeggi che richiamino dettagli simbolici o gioielli con vibrazioni particolari come i minerali. Mi piace il color oro, le scollature, gli spacchi. E naturalmente i tacchi alti, scarpe sexy ma rigorosamente non in pelle, da vegana convinta». Ti crea difficoltà essere vegana? «Non vesto seta, lana e pelle. Acquisto scarpe e borse in tessuto o eco pelle, ne ho una collezione vastissima, vengono dagli Stati Uniti anche se sempre più aziende sia in Italia che in Svizzera si stanno specializzando in questo settore. E per il resto, se ti riferisci all’alimentazione, esistono un’infinità di pietanze prive di derivati animali in vendita anche nei grandi magazzini, basta informarsi e variare la propria TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

141


CHARME / KATHYA BONATTI

dieta. Nutro un grande rispetto verso tutti gli animali e la loro sofferenza, sono vegana per coerenza etica, non certo per moda». Ti piace il tuo look e cosa vorresti eventualmente cambiare? «Mi piaccio e sono soddisfatta del mio look, alterno abiti molto femminili a tenute più sportive e grintose, per andare in moto. Quando indosso i pantaloni devono essere solo skinny, difficilmente cedo ad altre forme di pantaloni, che trovo poco seducenti. Hanno cercato a volte di cambiare il mio look per dei servizi fotografici ma ho sempre rifiutato. Rimango invece aperta al discorso make up, in questo mi farò sorprendere. Mi trucco di rado, il mattino preferisco alzarmi e dedicarmi alla meditazione, allo yoga o alla lettura, mi arricchisce e mi fa stare bene. Amo il mio viso e il mio corpo e pur essendo favorevole ai rimedi naturali antiaging per ora non ci penso, avere compagni giovani ed essere ap-

prezzata e corteggiata in generale mi fa stare bene con la mia età così come sono, nella mia unicità e naturalezza». Perché è così importante la seduzione? «Perché la seduzione muove il mondo e le relazioni umane. Impegnarsi in tal senso ci permette di attrarre ciò che ci rende felici e che è giusto per la nostra evoluzione. Essere seducenti riflette le nostre esatte vibrazioni, è fonte di attrazione, di gioia e di benessere».

142

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Ringraziamo lo staff di Boutique Farfalla, Mistretta Coiffure e Chiara Jasson del Centro Nutriterapia di Lugano per aver contribuito alla realizzazione di questa rubrica.


CHARME / KATHYA BONATTI

TUTTA LA FORZA DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE Di Chiara Jasson Kathya è una donna che ha scelto di vivere in piena consapevolezza. Vegetariana da 30 anni, e più recentemente vegana, gode di un’enorme vitalità, che le ha permesso di scrivere 7 libri in 7 anni e di continuare a far fronte ai numerosissimi impegni che caratterizzano la sua esistenza. Kathya attribuisce gran parte dell’energia che l’accompagna al suo modo di alimentarsi. Se correttamente impostata, infatti, l’alimentazione vegetale può apportare numerosi vantaggi. Eliminare dalla propria dieta cibi ricchi di grassi saturi e colesterolo aiuta a prevenire alcune malattie come quelle cardiovascolari, ipertensione, diabete tipo 2, e può ridurre l’incidenza di alcuni tumori associati ad un consumo eccessivo di proteine animali. Escludere prodotti di origine animale porta inevitabilmente all’aumento del consumo di alimenti vegetali ricchi di vitamine, sali minerali e sostanze dal potere antiossidante. Una corretta alimentazione vegetale è quindi un’ottima risorsa per contrastare l’invecchiamento precoce. Come Kathya, molte persone che seguono una dieta vegana ben equilibrata ritrovano grande energia. Contrariamente a quanto si possa pensare, il fatto di eliminare latte e derivati non provoca necessariamente una carenza di calcio. Al contrario, recenti studi suggeriscono che evitare latticini possa addirittura ridurre il rischio di osteoporosi. Per motivi di salute, Kathya ha deciso di rinunciare al frumento e al glutine. Non mangia farine né zuccheri raffinati. Attraverso la scelta dei cibi, cerca di mantenere un buon equilibrio acido-basico. Non è amante delle spezie, ma fa un uso regolare di alimenti antiossidanti e anti-infiammatori quali curcuma, basilico e prezzemolo. Avendo deciso di non compartecipare alla sofferenza degli animali di allevamento, Kathya si assicura un buon apporto proteico attraverso il consumo regolare di legumi, semi, noci, verdura a foglia verde e proteine in polvere derivate dalla germogliazione di legumi e cereali integrali. Pur scoppiando di energia e vitalità, Kathya avverte spesso il bisogno di dolci a metà pomeriggio. Le consiglierei di soddisfare queste “voglie” con della frutta secca oleaginosa (come una manciata di mandorle) e della frutta di stagione, o delle barrette energetiche fatte in casa utilizzando frutta essiccata, semi ed eventualmente dei fiocchi d’ avena senza glutine. Se avesse voglia di qualcosa di più sfizioso, perché non concedersi una fetta di nutriente cheesecake vegetale ai frutti di bosco? Questa ricetta, semplice e veloce, è stracolma di antiossidanti e acidi grassi essenziali omega 3, vitamina E, fibre, e carboidrati a basso impatto glicemico. Un’ottima scusa per godersi una fetta di torta senza sensi di colpa. Da provare!

Cheesecake di vaniglia ai frutti di bosco 100g noci pecan 2 cucchiai di olio di cocco extravergine 100g nocciole 30g semi di lino tritati 50g mirtilli rossi 50g mirtilli essiccati 150g datteri 200g mandorle tritate 250g yogurt soia o cocco 50g sciroppo acero 1cucchiaino pasta di vaniglia 2 frutti della passione 200g fragole 200g lamponi 100g more Ungere una tortiera del diametro di 20cm e foderare con pellicola trasparente. Mettere le noci, nocciole, semi di lino, frutta essiccata e datteri e 2 cucchiai di olio di cocco extravergine in un robot. Tritare e poi schiacciare il composto nella tortiera. Comprimere bene sul fondo e sui lati della tortiera (fino circa a metà del bordo). La base dovrebbe essere spessa 1 cm circa. Tenere in freezer per un’ora circa. Nel frattempo, frullare lo yogurt, le mandorle, lo sciroppo d’acero e la vaniglia. Poi trasferire la crema nella base raffreddata (usare la pellicola per sollevarla dalla tortiera e trasferire la torta su un piatto). Riporre di nuovo in freezer per un’ora circa. Decorare con la frutta fresca e servire. Per ulteriori consigli sull’alimentazione naturale vegetale e restare aggiornati su corsi e ricette, vedi il sito www.nutriterapia.ch

143


UN MISSILE CON UNA GUIDABILITÀ FUORI DAL COMUNE EMOZIONI PURE AL VOLANTE DELLA MERCEDES-AMG GT3, UNA VETTURA NATA PER CORRERE. DI JOËL CAMATHIAS


AUTO / MERCEDES-AMG GT

P

er una volta la prova su strada la faccio con una vettura speciale, indossando tuta e casco invece dei soliti abiti civili. In effetti il test non è avvenuto su strada, bensì in occasione della 24 ore di Barcellona, a cui ho partecipato recentemente, al volante della splendida ed estremamente competitiva MercedesAMG GT3. Anche in questo caso il caro amico, e direttore di Mercedes-Benz Automobili SA (succursale di Lugano-Pazzallo), Andrea Gianotti non mi ha abbandonato ma tutt’altro mi ha sostenuto entusiasta, insieme alla sua struttura, partecipando attivamente all’evento. La vettura si presenta agile e subito richiama il carattere racing. La linea è sexy sin dal primo sguardo che “conquista”. Il cofano motore, lunghissimo, nasconde il V8 biturbo che ha una potenza esuberante, a dire poco. La distribuzione dei pesi è ottimale e ricercata con una spasmodica cura, il serbatoio collocato centralmente per migliorare il bilanciamento. La potenza viene distribuita da un albero di trasmissione in carbonio, che collega il motore con il cambio, che è sito sull’asse posteriore. Il bilanciamento è perfetto e contribuisce all’assoluta neutralità nell’inserimento. Essendo queste le caratteristiche della

macchina si può senz’altro ritenere che sia una car “born to race” come poche; sin dalla progettazione gli ingegneri l’hanno pensata per questo preciso impiego, da gara appunto. Alla guida tutto è situato dove deve, volto a dare la massima capacità di ambientamento a qualsiasi tipo di guidatore, dal professionista che realizza un sogno di guidare una super car al pilota meno esperto che ne sa apprezzare le doti. Quelli di altezza superiore alla media, come il sottoscritto che misura 193 cm, si trovano a proprio agio immediatamente, cosa assai poco usuale con vetture concorrenti. La guidabilità è pazzesca, il poderoso motore V8 ronfa sin dai bassi regìmi ad un tono che pare non fare presagire quello che nasconde al primo approccio; il cambio è preciso e velocissimo, consente di amministrare in ogni circostanza la vettura. Il motore è elastico e potente, con una curva di coppia che pare non finire mai e sale velocissimo di giri, che sono elevati; la coppia è infinita senza buchi di erogazione. Stupefacente, ripeto, l’elasticità e pienezza ad ogni regime di rotazione. Il comfort, dicevo, è molto buono e consente di trovare un’abitabilità ottimale a chiunque. La Mercedes cura molto questo aspetto per rendere la vettura utilizzabile dalla gran parte

dei piloti: la casa della stella intende eliminare la difficoltà di adattamento tipica di altri marchi, pur competitivi e prestigiosi. È quindi un valore aggiunto rispetto alla concorrenza. Le sospensioni sono confortevoli e consentono una regolazione molto precisa: è quindi possibile mantenere a lungo ritmi elevati. Da anni la Mercedes sviluppa questo modello, prodotto in una serie limitata per l’impiego nel Motorsport. La versione odierna è molto raffinata, avendola guidata in gara in varie occasioni capisco bene il successo che ottiene nei vari campionati internazionali in tutte le parti del mondo. I team l’apprezzano per le medesime ragioni, sapendo di potere gestire un veicolo affidabile, robusto ed estremamente competitivo in ogni contesto di impiego. Questo ovviamente migliora le prestazioni nelle competizioni “long distance” a cui la macchina è principalmente destinata. Le 12 e le 24 ore sono lo scenario di impiego tipico; io che ho corso la 24 ore di Barcellona poco tempo fa posso tranquillamente testimoniarlo, avendo anche goduto della proverbiale affidabilità Mercedes che psicologicamente rassicura il pilota.

QUALCHE DATO TECNICO DELLA MERCEDES AMG GT3 Motore: V8 Cilindrata cc.: 6.208 Alimentazione: benzina Potenza max.: 550 cv (404 kW) Coppia max.: 650 Nm

Accelerazione 0-100 km/h: 3,8 sec. Capacità serbatoio: 100 litri Peso totale: 1.300 kg Trazione: posteriore

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

145


AUTO / KESSEL AUTO

INVERNO SENZA PROBLEMI RONNIE KESSEL PRESENTA ALCUNI MODELLI DI PRESTIGIO CHE GARANTISCONO ELEVATE PRESTAZIONI IN TUTTE LE STAGIONI E CONDIZIONI CLIMATICHE E CHE GRAZIE AI PIÙ AVANZATI SISTEMI DI TRAZIONE INTEGRALE SI ESALTANO ANCHE SUI PIÙ DIFFICILI TERRENI GHIACCIATI ED INNEVATI.

L

a trazione integrale continua a dare più di un vantaggio, specialmente quando le condizioni di aderenza si fanno critiche. Quando poi le condizioni sono ancora più estreme, come nel caso di ghiaccio, avere la trazione su tutte e quattro le ruote dà buone probabilità in più che almeno due ruote siano su un punto minimamente più asciutto. C’è poi un fattore psicologico da non sottovalutare: avere la ragionevole certezza di non dover mai montare le catene. C’è chi per esempio va a sciare in posti sempre diversi, non conoscendo la pendenza delle strade e non vuole correre nemmeno il più piccolo rischio di dover montare le catene. Altri, invece, semplicemente si sono abituati al 4X4 e se anche non ne hanno mai fatto uso (nel senso che magari hanno guidato sempre e solo su strade asciutte e calde), non vogliono più farne a meno.

146

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Q

uali modelli si sentirebbe di consigliare a chi vuole, in ogni stagione, godere del piacere di guidare una vettura veloce, sportiva e sempre assolutamente sicura? «Un’auto davvero molto affidabile è sicuramente la Maserati Levante. Il vento da cui prende il nome soffia sul Mediterraneo e può in un attimo trasformarsi da brezza leggera a forza travolgente. Il SUV di Maserati ha un’indole simile, ma la sua potenza non è mai ribelle o incontrollabile. Sulle orme della tradizione delle grand tourer Maserati, il comfort di bordo è assoluto ad ogni velocità e nei viaggi in ogni condizione. La trazione integrale intelligente Q4 di Maserati ha l’obiettivo di far vivere l’esperienza di guida a trazione posteriore tipicamente Maserati anche in condizioni di scarsa aderenza. In condizioni normali, il sistema Q4 trasmette tutta la cop-


AUTO / KESSEL AUTO

pia alle ruote posteriori, per ottimizzare l’equilibrio dinamico e i consumi di carburante. Se si perde trazione in caso di accelerazioni improvvise o scarsa aderenza delle ruote posteriori, il sistema Q4 è in grado di variare la distribuzione della coppia dal 100% alle ruote posteriori al 50-50 tra ruote anteriori e posteriori. Tutto ciò avviene in appena 150 millisecondi, in modo praticamente impercettibile. Anche il Torque vectoring e il differenziale meccanico a slittamento limitato (LSD) sull’asse posteriore, unico della categoria, concorrono a garantire un supporto fondamentale per il comportamento dinamico della vettura». Performances ancora più ambiziose sono assicurate dalla Bentley Bentayga… «Si tratta di una Bentley purosangue, in cui si uniscono lusso estremo e prestazioni sportive, capacità fuoristrada e guidabilità versatile, per domare ogni clima e ogni superficie. È dotata di tecnologie innovative ed evolute, in cui funzionalità all’avanguardia si sposano a un lusso incredibilmente raffinato. Il design scolpito si fonde a uno stile elegante e senza tempo, per un perfetto equilibrio fra versatilità e presenza dominante. I dettagli sono intricati e ha una precisione estrema

delle rifiniture in radica, metallo e cuoio, per un abitacolo moderno e raffinato. Il Bentayga è il SUV più veloce, potente, lussuoso ed esclusivo al mondo e rappresenta la quarta linea di modelli introdotta da Bentley per ridefinire un intero settore. Con un nuovo gruppo propulsore W12, regala un’autentica esperienza di guida Bentley, sfoggiando al contempo tecnologie all’avanguardia e funzioni innovative. Ideato, progettato e realizzato con maestria artigianale a Crewe, il Bentayga è un SUV in puro stile Bentley. Il profilo scolpito e il design elegante e senza tempo realizzano un equilibrio perfetto tra l’aspetto sinuo-

so e il carattere deciso. Il DNA Bentley è evidente in ogni dettaglio della vettura, dai quattro fari tondi corredati da luci a LED all’ampia griglia a nido d’ape, fino alla caratteristica linea di cintura e alle possenti fiancate.Il Bentley Bentayga vanta l’abitacolo più ricercato al mondo, caratterizzato da ineguagliabili livelli di precisione. La meticolosa attenzione per i dettagli in metallo, radica e pelle e le tolleranze minime tra gli elementi di rivestimento fanno del Bentley Bentayga la quintessenza del moderno lusso britannico. Tali livelli di perfezione sono il risultato dell’eccezionale maestria dagli esperti artigiani dello stabilimento di Bentley a Crewe. Il cuore pulsante del nuovo Bentayga è il nuovo motore W12 biturbo da 6 litri. Il potente 12 cilindri coniuga in sé efficienza, raffinatezza e livelli ineguagliabili di potenza e coppia. Con una potenza di 608 CV e 900 Nm di coppia, il Bentayga è il SUV più veloce al mondo: sfreccia infatti da 0 a 100 km/h in 4,1 secondi, fino a una velocità massima di 301 km/h. Grazie a un sistema del telaio di nuova concezione, il Bentayga conquista nuove vette di lusso e raffinatezza su ogni sorta di terreno, con modalità fuoristrada dedicate per neve, sabbia, erba e sterrato. Il sistema di controllo attivo antirollio da 48V riduce pressoché a zero il rollio della vettu-


AUTO / KESSEL AUTO

ra, perciò il Bentayga sarà perfettamente a suo agio tanto sulle curve sinuose e veloci di un passo di montagna quanto in un fuoristrada estremo». E per chi non vuole rinunciare alla guida di guidare un’auto assolutamente sportiva? «In questo caso la preferenza potrebbe senz’altro andare alla Ferrari GTC4Lusso. È la Gran Turismo della famiglia V12, evoluzione della Ferrari FF, ovvero della prima Ferrari a trazione integrale. Il “4” racchiude così molteplici significati: è una Rossa a quattro posti, con quattro ruote motrici che per la prima volta sono anche sterzanti. L’ambizione della GTC4Lusso è semplice: diventare la Ferrari più veloce e sfruttabile di sempre. Sotto il cofano romba il V12 6.262cc di Maranello portato a 690 CV di potenza a 8.000 giri per 697 Nm di coppia massima, l’80% dei quali sono disponibili già a 1.750 giri. Tradotto in prestazioni: 335 km/h di velocità massima e 3,4 secondi di tempo per accelerare da 0 a 100 km/h. La differenza è nella trazione a quattro ruote motrici e sterzanti (il sistema brevettato da Ferrari si chiama 4RMS). E poi c’è il differenziale a controllo elettronico (E-Diff) nonchè le sospensione a smorzamento controllato di ultima generazione (SCM-E) che dovrebbero rendere la GTC4Lusso estremamente confortevole anche quando l’asfalto si fa più “difficile”, con ogni condizione climatica».

148

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


INTERAGISCI CON NOI E VISITA IL TUO NUOVO APPARTAMENTO Personalizza gli spazi in tempo reale Consulenza gratuita e senza impegno

IL TUO EDEN A PARADISO w w w. p a r c o l a g o p a r a d i s o . c h via Bosia 4 6900 Paradiso

091 980 48 89 info@parcolagoparadiso.ch


QUANDO LA SUPERSPORTIVA DIVENTA ANCHE PRATICA

DEBUTTA LA VERSIONE A QUATTRO PORTE DELLA AMG GT, LA QUALE SFOGGIA UNA LINEA AFFUSOLATA E PRESTAZIONI DA PRIMATO GRAZIE AL V8 BITURBO DA 639 CV. DI BENJIAMIN ALBERTALLI


AUTO / WINTELER

P

rendi una AMG GT, il primo modello interamente sviluppato dal preparatore di Affalterbach, e rendila fruibile anche per un impiego familiare. È questo il concetto alla base dell’inedita quattro porte al vertice della gamma AMG, la quale spinge a gran voce il design coupé sul corpo vettura di una ‘berlina’, con un profilo del tetto fortemente affusolato, il terzo volume comprensivo di portellone ed il frontale dominato dall’esteso cofano caratterizzato dalle distintive nervature longitudinali e la calandra a listelli verticali. Nel corso di questa trasformazione strutturale la scocca è stata ovviamente sottoposta a significativi irrigidimenti, mentre l’aerodinamica è stata sviluppata in funzione dell’aderenza. Nel vano motore ritroviamo le conosciute unità a sei e otto cilindri, con al vertice il potente V8 biturbo 4 litri da 639 cv e 900 Nm che anima la 63 S, impiegata per il nostro test su strada e pista. Per scaricare a terra questi numeri fuori dell’ordinario sono impiegate numerose tecnologie ultima generazione come la trazione integrale adattiva 4Matic+, le quattro ruote sterzanti e le sospensioni pneumatiche adattive. Tra le numerose modalità di guida che regolano tutti i componenti ‘dinamici’ della vettura, dallo sterzo al motore passando per il reparto sospensioni, il livello più spinto non a caso è denominato proprio “Race”. Capace di tra-

sformare l’atletica berlina in un vero e proprio ordigno a suo agio pure tra i cordoli di un circuito, curve e controcurve in successione permettono di apprezzare prestazioni rettilinee da vera sportiva (lo scatto da 0 a 100 km/h viene coperto in appena 3.2 secondi) ma in special modo aderenza e agilità nei cambi di direzione, di assoluto rilievo anche tra le quattro porte sportive più autorevoli. In questa modalità trazione e motricità privilegiano tra l’altro una certa dose di sovrasterzo in accelerazione, che oltre a conferire una bella porzione di divertimento ai più smaliziati permette inoltre di chiudere la traiettoria nelle curve più strette avvalendosi del pedale destro. Naturalmente la GT Coupé - con particolare riferimento all’esclusiva GT-R - resta il non plus ultra per un impiego ‘corsaiolo’, ma emozioni vive ed intensità di ritmo sono pienamente alla portata anche della versione a quattro porte, capace di conservare sempre un carattere progressivo e molto prevedibile, spiccando per equilibrio ed armonia. Su strada la 63 S abbraccia con pari capacità la vocazione di moderna ammiraglia da viaggio, offrendo una qualità di marcia che richiede un tributo tutto sommato modesto al comfort assoluto. Docile e vellutato anche lo stesso motore, dall’erogazione aggressiva ed inebriante su tracciato. In tal senso anche l’abitacolo offre un ambiente che combina design di ultima generazione ai toni tipicamente

Loris Faraon – AMG Sales Expert e Stefano Winteler

AMG in un insieme molto scenografico, avvolgente e suggestivo. Spiccano le poltrone anteriori di foggia sportiva combinate al piccolo volante completo anche di due pulsanti programmabili su funzionalità specifiche. Dominano inoltre i due grandi schermi da 12.3 pollici ciascuno. Si viaggia in prima classe anche dietro, dove si può scegliere tra poltrone individuali fisse o divano a tre posti con schienali abbattibili. Quanto alla praticità, il vano di carico è ovviamente all’altezza di un impiego anche famigliare grazie alla profondità dello spazio utile, unendo quindi due vetture in una colpo solo. Un bel colpo, no?!

ALCUNI DATI TECNICI DELLA MERCEDES-AMG GT COUPÉ 4 63 S Motore V8 biturbo Cilindrata cm3 3.982 Carburante Benzina Potenza max. 639 cv (470 kW) a 5.500-6.500 giri/min. Coppia max. 900 Nm a 2.500-4.500 giri/min.

Velocità max. 315 km/h Accelerazione 0-100 km/h 3,2 secondi Capacità serbatoio 80 litri Peso totale 2.120 kg Trazione Integrale

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

151


ARCHITETTURA / MERCATO IMMOBILIARE

IL RUOLO FONDAMENTALE DELLE VALUTAZIONI IMMOBILIARI

L

e valutazioni immobiliari sono sempre più al centro del mercato immobiliare e concorrono alla sua buona salute. In primo luogo, perizie fatte ad arte sono essenziali per la stabilità dei mutui. Lo sanno bene le banche, che devono misurarsi con i non performing loans, ossia crediti ormai inesigibili, che spesso poggiano su cespiti con valutazioni errate o quanto meno da aggiornare. Anche per le compravendite è essenziale offrire un calcolo del valore di mercato secondo criteri professionali elevati, considerato che il cliente ha oggi diversi mezzi a sua disposizione, il web su tutti, che gli permettono di muoversi in autonomia se si tratta soltanto di stimare frettolosamente un prezzo da affiggere sul cartello “vendesi”. Ma dai fondi immobiliari ai grandi sviluppatori internazionali, tutto il settore ha l’esigenza di seguire standard riconosciuti. La valutazione e la trasparenza delle stime sono inoltre decisive per la tutela degli investitori. Come è ben noto, esiste una relazione importante tra mercato immobiliare e valutazione dei cespiti, strategica al punto di essere determinante per il rilancio del settore. Una valutazione corretta è infatti un passo fondamentale ai fini dell’erogazione del mutuo da parte degli istituti di credito, che si muovono tra la pressione delle nuove normative e i sempre peggiori rendimenti dei finanziamenti concessi. Una corretta valutazione dell’asset immobiliare è un buon punto da cui partire, ma solo se la stessa funzione non sia svolta da chi è incaricato di valutare il rischio del debitore e decidere l’erogazione del credito,

Q

ual è il quadro normativo che regola in Svizzera il ruolo del valutatore immobiliare?

DAVID GIANINAZZI: «Tra il valutatore e il suo committente esiste solitamente un rapporto di mandato. Di conseguenza, il valutatore non deve rispondere di un risul-

152

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

ma da un professionista valutatore che si occupi esclusivamente di valutazioni e lo faccia in maniera innovativa, tenendo conto delle istanze mosse dai nuovi acquirenti per i quali i parametri di acquisto di un immobile sono completamente cambiati rispetto a quelli classici. Esiste infatti un gap importante tra offerta e domanda immobiliare, perché la prima non ha tenuto conto dei cambiamenti della seconda e rischia di creare una voragine pericolosa nel mercato immobiliare. Una corretta valutazione degli immobili vuol dire disporre di una banca dati che può essere continuamente aggiornata e che abbia come risorsa una valutazione secondo criteri rinnovati: l’accesso ai servizi, il cablaggio, la classe energetica, la connettività, le potenzialità di un immobile e il cosiddetto valore cauzionale, quello minimo al di sotto del quale il prezzo dell’immobile lungo la durata del mutuo verosimilmente non scenderà. La platea dei valutatori, più o meno improvvisati, è tuttavia vastissima, tra agronomi, geometri, architetti, ingegneri, agenti immobiliari, commercialisti o altri esperti che dimostrino comunque di avere alle spalle almeno un triennio di esperienza. Ormai sono numerosi i corsi di formazione che permettono di ottenere le principali certificazioni professionali, oppure le certificazioni note a livello internazionale come Rev-Tegova (Recognised european valuer), Rics-Registered Valuer e nazionale come Swiss Valuation Standard (SVS). Come orientarsi dunque in un settore che si conferma essere sempre più strategico per lo sviluppo del mercato immobiliare?

tato verificabile in modo univoco, ma di un’attività svolta con diligenza. Se il valutatore abbia impiegato o meno la diligenza necessaria viene determinato in base alle competenze del valutatore immobiliare medio. Il valutatore che si assume un incarico per il quale non ha le conoscenze specifiche necessarie è considerato un valutatore non diligente; in questo caso, qualora vi fosse una responsabilità dimostrata, si parla di

colpa per assunzione. Per giudicare se sia stata impiegata la diligenza necessaria, i tribunali consultano, oltre le raccomandazioni e i manuali del settore, anche le regole di condotta e le consuetudini generali del settore. In particolare si fa capo allo Swiss Valuation Standard (SVS), giunto alla terza edizione rivista e ampliata e redatta in tedesco, francese e italiano (2017), che è lo standard per la valutazione immobiliare adottato da


ARCHITETTURA / MERCATO IMMOBILIARE

HANNO PARTECIPATO ALL’INCHIESTA:

DAVID GIANINAZZI Membro di Comitato Associazione Svizzera Valutatori Immobiliari (SIV)

STEFANO LAPPE Partner della società Immobiliare SL SA, Valutatore e fiduciario immobiliare, Membro del Comitato SVIT.

tutte le associazioni e scuole universitarie rilevanti in Svizzera». STEFANO LAPPE: «Malauguratamente non esiste una regolamentazione (obbligatoria) per la nostra categoria, ma la credibilità/reputazione di cui gode un valutatore dovrebbe già “scremare” le pecore nere dalle altre. In Svizzera esiste l’impegnativa certificazione ISO 17024/SEC 04.1 che garantisce alla clientela una qualità di alto livello e in rispetto agli SVS (Swiss Valuation Standard), solo pochi ne sono in possesso. La formazione CAS e MAS della SUPSI, offerta da SIV/SIREA e quella dell’attestato federale in stime offerta da SVIT/ SRES garantiscono una buona base di formazione e dovrebbero consentire all’utente finale di fidarsi di questi periti “diplomati”». GIANLUINI PIAZZINI: «Non vi è un quadro normativo specifico. Vi è una prassi d’accreditamento per esperti chiamati a certificare i valori dei patrimoni immobiliari delle istituzioni che si rivolgono al rispar-

GIANLUIGI PIAZZINI Presidente Cantonale della CATEF

mio collettivo. Per esempio fondi immobiliari od il quotato. In questo caso la procedura è seguita dalla FINMA. Esistono ovviamente corsi curati dalle associazioni di riferimento che si rivolgono a questo tipo di attività. Più che altro sono delle attestazioni che certificano indirizzo e conoscenze, se vuole il bagaglio conoscitivo di base». PASCAL BRÜLHART: «La valutazione immobiliare, a differenza per esempio della Germania e dell’Inghilterra, è una professione giovane in Svizzera e fino ad una decina di anni fa, esistevano sul territorio ben poche regole comuni e riconosciute in materia. Nel 2007 prese l’iniziativa la RICS, un’associazione anglosassone, a raggruppare le principali associazioni svizzere attive nelle valutazioni immobiliari ( RICS, SVIT-SEK, SIV e CEI) per creare il primo Standard Svizzero delle Valutazioni immobiliari (SVS). Questo documento si orientava principalmente allo standard internazionale di valutazione (IVS) denominato white book. A seguito della creazione della normativa e dell’istituzione di diversi corsi di post formazione con

PASCAL BRÜLHART Brülhart & Partners SA

i CAS, DAS e MAS presse le SUP e le UNI, le associazioni professionali hanno deciso di definire un quadro normativo con la certificazione internazionale ISO 17024-SEC 04.1 per valutatori immobiliari e per valutatori immobiliari per tribunali». Quali sono a suo giudizio i principali criteri di cui è necessario tener conto per una corretta valutazione immobiliare? DAVID GIANINAZZI: «Una valutazione immobiliare non è una scienza esatta, diversi elementi della stessa possono essere soggettivi ed è ciò che rende indispensabile la figura del valutatore immobiliare. L’esecuzione di una valutazione tecnicamente corretta richiede una profonda conoscenza della matematica finanziaria, una solida esperienza nel settore della costruzione oltre ad ampliate nozioni giuridiche con una particolare attenzione alla relativa giurisprudenza. Nel contempo, è determinante conoscere molto bene la realtà del mercato nel quale si opera e confrontarsi ed interpretare continuamente dati e TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

153


ARCHITETTURA / MERCATO IMMOBILIARE

statistiche concernenti tematiche sociali, economiche, ambientali e politiche per ottenere un risultato plausibile. Non da ultimo è utile ed efficace per elaborare una corretta valutazione attenersi scrupolosamente a una metodologia chiara e trasparente». STEFANO LAPPE: «Il perito dovrebbe avere conoscenze approfondite del mercato regionale (prezzi, offerta, rischi, opportunità) e stimare esclusivamente in queste zone. Una stima non è unicamente un’operazione matematica, ci vuole molto di più (ma spesso manca!). Le valutazioni oggi devono tener conto del fattore economico (costi e ricavi futuri), della sostenibilità (nel tempo) e non basarsi unicamente sul valore reale (ossia i costi del terreno e della costruzione con la deduzione della vetustà), perché mancherebbe il fattore “mercato”». GIANLUINI PIAZZINI: «Il criterio base, oltre al senso della misura, è la facoltà di focalizzare un valore che sconti le varie euforie e ed i vari riflussi del mercato. In poche parole un valore che regga gli andamenti medi. Aggiungerei anche il rispetto della dottrina. Il bene immobiliare ha sì vita lunga ma prima o poi la stessa termina, quindi bisogna tenerne conto. Devo anche aggiungere che le intensità della valutazione dipendono dai momenti della stessa. In caso di smobilizzo forzato vale il mercato di giornata, nel caso di una riqualifica la proiezione del ricarico plausibile e delle destinazioni possibili, di fronte ad un’eredità il calibrare interessi monetari e di utilizzo, tanto per fare qualche esempio. Ma il sottofondo rimane sempre la corretta valutazione». PASCAL BRÜLHART: «I criteri dei quali bisogna tener conto per eseguire una corretta valuta-

154

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

zione immobiliare sono descritti nelle rispettive normative dello standard Svizzero di Valutazione al punto 6.4 SVS terza edizione 2017, nel Red Book della RICS oppure nei criteri della ISO 17024. Qui sono stati inseriti alcuni concerti nuovi come: • la dichiarazione d’indipendenza e l’assenza di conflitto d’interesse; • la dichiarazione di eseguire un minimo di valutazioni per anno e la dichiarazione di capacità pratica e di istruzione teorica; • la conferma che la valutazione avvenga secondo i criteri degli standard; • l’incertezza nella valutazione immobiliare; • la sostenibilità nella valutazione immobiliare; • le metodologie descritte hanno abolito per esempio la vecchia ponderazione del valore reale con il valore di reddito. Il criterio della comparazione diretta ha guadagnato di peso così come i riferimenti benchmark con i cataloghi dei preziari come il nostro libro ProperTI Market Study, l’Almanach della FPRE oppure l’Immo Monitoring dela W&P». A quali regole morali, etiche e di trasparenza si deve attenere un corretto perito immobiliare professionale? DAVID GIANINAZZI: «Per gli oltre 700 membri dell’Associazione svizzera valutatori immobiliari (SIV) si applicano regole professionali basate sullo Swiss Valuation Standard (SVS) quali l’integrità, l’onestà, la responsabilità, il riconoscimento dei propri limiti, l’obiettività, l’obbligo di segretezza, la diligenza, la trasparenza riguardo a eventuali conflitti d’interessi e l’indipendenza».

STEFANO LAPPE: «Oggi esistono diverse associazioni di categoria (SIV e SEK/SVIT, RICS, CEI, VAS…) tutte hanno un codice deontologico al quale i membri devono attenersi e un serio valutatore rispetta inoltre gli SVS (Swiss Valuation Standard, 30 pagine di regole derivanti da severi standard e regole internazionali). La trasparenza, la chiarezza, la plausibilità, la descrizione chiara della metodica utilizzata, come pure l’assoluta indipendenza e la formazione continua, sono una solida base per un professionista serio». GIANLUINI PIAZZINI: «Direi il rispetto della proprietà, da quella umile a quella di blasone. Dietro vi stanno delle aspettative e delle rinunce ed è sempre bene tenerlo presente. Del resto la proprietà immobiliare oltre che scrigno di ambizioni è anche una formidabile garanzia, a livello personale e raggruppato. Pensiamo solo alle grandi crisi in genere trascinate dal crollo od aggiustamento dei valori messi a garanzia dei crediti. Aggiungerei un secondo atteggiamento. Essere in grado di difendere il proprio parere con la prontezza a rispondere alla domanda virtuale: “io compererei a questo prezzo”? Non voglio rendere troppo semplice il discorso ma bisogna pur sempre tener presente che ci troviamo confrontati con una valutazione che non può mai essere precisa, a meno che non si adottino modelli matematici che poi si basano comunque su ipotesi di valore, ma in tutti i casi dev’essere significativa. Adatta quindi per supportare intenzioni e decisioni. Ovviamente si richiede ad un buon estimatore, oltre che soddisfare i requisiti classici che ruotano attorno alla serietà del giudizio che non deve essere confezionato ad hoc, una collaudata conoscenza del mercato ed un’esperienza consolidata. Chi ha navigato in mari burrascosi ha


ARCHITETTURA / MERCATO IMMOBILIARE

sempre una marcia in più e dispone della corretta verifica della dottrina specialmente nei momenti difficili del mercato dove la difesa dei valori diventa drammatica ed il credito personale e la disponibilità a trasformarsi in chirurgo di guerra diventano essenziali. Aggiungo, per esperienza personale, che i nostri estimatori sono in genere ben attrezzati. Non so se in altri campi possiamo dire altrettanto. E mi fermo qui per carità di popolo!». PASCAL BRÜLHART: «Il capitolo 8 dello SVS, sempre con l’appoggio delle associazioni professionali di riferimento in materia, definisce le norme deontologiche professionali. Le regole puntano qui molto sul conflitto d’interesse e la imparzialità, quindi chi valuta un certo oggetto non lo vende o non lo compera ecc. Oppure l’indipendenza nel potersi esprimere liberamente nella valutazione immobiliare senza ricevere pressione da terzi. Un ulteriore importante criterio è la responsabilità professionale che, come dimostra una recente sentenza di un tribunale, richiama in colpa e a risarcire un valutatore per negligenza e negligenza grave. Il valutatore sottostà qui al codice penale. Serve pertanto un’adeguata copertura assicurativa oltre al richiamo di lavorare con diligenza. Parla anche della formazione e dell’aggiornamento professionale». Quali misure andrebbero adottate per rendere il settore delle valutazioni immobiliari sempre più competente e professionale e quale può essere la funzione delle associazioni di categoria? DAVID GIANINAZZI: «L’Associazione svizzera valutatori immobiliari (SIV) promuove una formazione specializzata, organizzando seminari di aggiornamento e con la

pubblicazione della sua rivista specializzata ZOOM (semestrale, tiratura 3’600 copie). A livello di scuole universitarie professionali proponiamo per il tramite dell’istituto affiliato alla nostra associazione SIREA (Swiss Istitute of Real Estate Appraisal) dei corsi di formazione e di perfezionamento professionale, che portano ad esempio all’ottenimento di un Certificate of Advanced Studies (CAS) in Real Estate Valuation o di un Master of Advanced Studies (MAS). In Ticino, in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), abbiamo formato dal 2008 oltre un centinaio di valutatori immobiliari. SIV in collaborazione con le altre associazioni nazionali di categoria CEI (Chambre suisse d’experts en estimations immobilières) e SEK/SVIT (Schätzungsexperten-Kammer), tramite la Swiss Experts Certification SA (SEC), una società indipendente fondata e gestita dalla Camera svizzera degli esperti giudiziari e accreditata dalla Confederazione per la certificazione, ha sviluppato una certificazione personale conforme a ISO 17024 per i valutatori immobiliari. Questa certificazione di periti uniformata a livello nazionale è volta a fornire maggiore trasparenza e a garantire la qualità delle perizie».

GIANLUINI PIAZZINI: «Siamo già sommersi da leggi, ordinanze e regolamenti. Dal gestore professionale allo spazzacamino. Nel campo dell’estimo non ritengo opportuno blindare anche questa professione. Vi è dottrina a sufficienza. Basta aggiornarsi ma le regole d’oro restano sempre le stesse. Bisogna conoscere il mercato e saperlo scontare e se del caso indirizzare la decisione del committente. Io lo farei, terrei duro, non è il momento, l’alternativa “carta” non regge!». PASCAL BRÜLHART: «La professione del valutatore immobiliare è cresciuta enormemente d’importanza. La materia è vasta e complessa. Malgrado ciò, non esistono oggi in Svizzera vincoli da parte per esempio della FINMA o della mano pubblica per tribunali, uffici fallimenti ad orientarsi a valutatori immobiliari con certificazione personale internazionale riconosciuta come la ISO 17024. Al contrario in Germania, Italia e Inghilterra dove necessita di autorizzazioni specifiche di questo tipo».

STEFANO LAPPE: «Tutti i professionisti seri e formati sperano in una regolamentazione per il settore (minimo di formazione e verifica della qualità di quanto prodotto), specialmente per quanto riguarda valutazioni per il settore pubblico (specialmente per tribunali e uffici esecuzioni-fallimenti, oggi se ne vedono di tutti i colori!). Sarebbe il compito delle associazioni adoperarsi per questo obiettivo, ma intanto è solo un progetto da “bella addormentata”. Solamente questo darebbe una maggior sicurezza e qualità a chi incarica un valutatore. Tramite le associazioni è possibile ottenere i nominativi dei periti più qualificati». TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

155


ARCHITETTURA / SOCIETÀ SVIZZERA IMPRESARI COSTRUTTORI (SSIC)

RIDARE IDENTITÀ, VALORI E PASSIONE ALLE PROFESSIONI L’ARCH. PAOLO ORTELLI È SEMPRE PIÙ CONVINTO CHE NESSUNA FORMAZIONE PROFESSIONALE, A PRESCINDERE DAI DIVERSI CONTESTI IN CUI OPERA, POSSA SFUGGIRE, PER RISULTARE VERAMENTE EFFICACE, AD UNA PROFONDA RIFLESSIONE SULLA PROFESSIONE STESSA E SUL CONCETTO DI PROFESSIONALITÀ SPECIFICA CHE NE DERIVA.

S

e proviamo, anche solo distrattamente ad ascoltare quale sia in genere la percezione dell’immagine del lavoro da parte dei suoi protagonisti, indipendentemente da situazioni di contingenze congiunturali particolari, costateremo con un certo rammarico come la stessa sia piuttosto negativa. La percezione diffusa del lavoro è per lo più tratteggiata da disincanto diffuso. L’amore e il trasporto per la propria attività lavorativa sembra essere sempre più relegato in un e estrema frontiera delle vocazioni più spinte. Vocazioni che sembrano anch’esse essersi volatilizzate dal contesto lavorativo. Frasi del tipo: “il lavoro non è più quello di una volta” o “il lavoro è diventato una serie di procedure amministrative gestionali a scapito dell’agire concreto”, sono lo specchio fedele della percezione diffusa delle pratiche la-

156

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

vorative. Un sistema lavoro che riesce sempre più con fatica a suscitare condivisione e apprezzamento del contesto e delle modalità in cui si svolge. Da formatore allora non posso non interrogarmi sul se e come, sul fino a quando e in che termini, i protagonisti del lavoro continueranno a coltivare quelle premesse indispensabili al successo. Fino a che punto il nostro sistema lavoro locale riuscirà a produrre spontaneamente belle storie. Ben conscio della difficoltà di rispondere a questi interrogativi, da coinvolto osservatore del mercato del lavoro, ritengo che le diverse espressioni economiche di questo cantone, debbano raccogliere seriamente questi importanti segnali, perché gli stessi di fatto, sono destinati a determinare in modo vitale il presente ed il futuro del sistema lavoro nel suo complesso. Come dunque tentare di ricucire riannodando il filo

della partecipazione e del coinvolgimento personale dei singoli attori nei processi lavorativi? La risposta sta nello sviluppo di processi formativi in grado di scardinare la logica della prestazione illusoriamente performante a tutti i costi (peraltro mai minimamente raggiunta nei processi formativi in atto ai diversi livelli) a favore di una prestazione lavorativa che si sviluppi in primis attraverso il riconoscimento e una comprensione responsabile del ruolo che la stessa deve richiedere al protagonista della pratica. Quale programma formativo prova a tornare a raccontare come lo svolgimento di un’attività professionale comporta la comprensione di un testo valoriale di riferimento e il riconoscimento responsabile, di un Metaracconto professionale? È mia profonda convinzione che l’intero sistema formativo abbia preferito, sfuggire alla


ARCHITETTURA / SOCIETÀ SVIZZERA IMPRESARI COSTRUTTORI (SSIC)

responsabilità di affrontare un tema delicato e spinoso come questo. Paradossalmente sembra essere stato più facile concentrarsi su aspetti indubbiamente importanti quali le competenze richieste per i diversi profili e indirizzi professionali, aspetti che però a conti fatti risultano vieppiù inefficaci di fronte ad un’assenza di un quadro di riferimento esplicito che parli dei valori del nostro fare e agire quotidiano in ambito lavorativo. Un quadro questo che si può declinare esclusivamente attraverso il riconoscimento dei valori, dei ruoli e delle competenze specifiche dei diversi attori, delle relazioni e della capacità di ogni singolo di assimilare e fare riferimento a una costruzione immaginaria precisa e solida. Un quadro di responsabilità consapevole e pertanto, in ultima analisi, trasmissibile. Questo quadro è limite, etico quindi, ed è il riconoscimento dell’essere parte di un tutto che, proprio grazie a questa consapevolezza, si pone come potenzialmente illimitato, poiché destinato al superamento nel processo di costruzione di un’identità personale che si manifesta e riconosce all’ interno di un “territorio” di appartenenza. È insomma tempo di ricordare come difficilmente si possa costruire terreno fertile per delle competenze professionali senza la costruzione delle premesse ad un agire appassionato, e come lo stesso sia direttamente connesso alla nostra capacità di generare valori riconosciuti e condivisi. La trasmissione del sapere, attraverso la crescita di competenze, può raggiungere una piena efficacia nella misura in cui si riesce a superare questo vuoto apparente. È un’assenza che deve essere colmata al più presto quale unica possibilità per garantire la sopravvivenza delle diverse identità professionali. Dal mio osservatorio appare evidente come per molte delle professioni cosiddette “tradizionali” si sia di fronte ad una sorta di punto di non ritorno, e come per le stesse ormai, non sembra più possibile rimandare un tentativo,

probabilmente ultimo, di promuovere una sorta di riallineamento implicito al termine “Professione” rispetto al suo radicale tedesco, quel “Beruf” “… nel senso di una posizione occupata nella vita, di un ambito di lavoro preciso e circoscritto…” che come messo in luce da Weber quale eredità luterana, evoca un’idea di vocazione e di chiamata verso un destino possibile. Individuare strategie per tentare di colmare questo vuoto appare difficilissimo ma nessuno dei professionisti impegnati nelle singole aziende si può chiamar fuori. Tornare a parlar bene del proprio lavoro, far sentire il piacere per la propria attività lavorativa, raccontarla come una storia che valga la pena di essere vissuta con rispetto e se del caso con amorevole disincanto è diventato vitale come se questa fosse la nostra ultima battaglia. Torniamo a dare speranza al lavoro per alimentarne nuove tensioni, tentiamo di renderlo inappagato e progettiamolo affinché sia in grado di accogliere ancora in chi lavora il gusto e il desiderio d’esistere.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

157


ARCHITETTURA / LUCA COFFARI

01

I LAVORI DI LUCA COFFARI RAPPRESENTANO QUALCOSA DI UNICO E SPECIALE NEL PANORAMA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA, PER UNA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI STABILIRE UNA RELAZIONE TRA LE FORME DEL COSTRUIRE E LE OPERE D’ARTE. DI MATTEO TRESOLDI 02

CONTENUTO E CONTENITORE

03

158

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

04


ARCHITETTURA / LUCA COFFARI 05 01 Volume sospeso su “carport” e accesso abitazione. -- Riuso dadi in porfido posati nel 1928 su Viale Stazione a Bellinzona. -- Scultura in alluminio, Robert Lienhard. -- Maniglia in olivo, Olinto Torti. 02 Angolo Nord-Est verso Castelgrande, uscita dal soggiorno. -- Appeso in alto in rimando alla Biblioteca Cantonale di Lugano del 1940 di Rino Tami, Cavallo in caduta, curva di San Martino, Giuseppe Lorenzetti -- Cavallo in bronzo, fonderia artigianale tedesca. -- Busto, granito rosso, Valentino Maffioli. 03 -- Touch, dettaglio, acrilico su tela, 120/100, 2018, Luca Coffari – Mendrisio, coll. privata.

E

ra il 1962 quando Andy Warhol presentò la sua celebre opera 32 Campbell’s Soup Cans, una serie di 32 tele raffiguranti le diverse varietà della nota zuppa americana. Un’opera che pose un tassello fondamentale nella storia della Pop Art e che portò l’attenzione sul tema della relazione tra contenuto e contenitore. Tema complesso che coinvolge trasversalmente diversi aspetti della nostra società contemporanea soprattutto oggi dove il ruolo dei media e della comunicazione è preponderante e spesso si sovvertono i valori tra ciò che è e ciò che appare. Il progetto BK House dell’architetto Luca Coffari, realizzato a Giubiasco tra il 2014 e il 2015, si inserisce idealmente in questo dibattito. Opera d’arte che contiene opere d’arte, così in sintesi si potrebbe descrivere questo lavoro che in realtà è partito proprio dalla richiesta dei committenti di avere una scultura in beton per dare spazio e visibilità alla loro opere. Una coppia con due figli che oltre alle normali esigenze abitative, vorrebbero risolvere anche il desiderio di esporre quanto hanno collezionato. La scelta di un professionista come Coffari non è casuale. La sua formazione di architetto si intreccia con la sua passione

per l’arte e gli studi dei maestri della pittura, da Matisse a Ellsworth Kelly a Richard Serra, così come la sua professione si fonde con la sua pittura. Non è certo una novità dopo Raffello e Michelangelo nel Rinascimento o Le Corbusier o van Doesburg nell’età moderna, ma segna una connotazione precisa nel fare l’una e l’altra cosa. L’approccio di Coffari sembra davvero transitare con sicurezza da una forma di espressione all’altra, un unico pensiero che si traduce in 2 oppure in 3 dimensioni a secondo della necessità. Architettura pittorica e scultura funzionale sono quasi ossimori ma possono descrivere efficacemente il risultato di questo progetto. La forma di partenza è molto semplice ed è composta

04 -- Touch, acrilico su tela, 120/100, 2018, Luca Coffari – Mendrisio, coll. privata. 05 Scorcio dalla strada comunale. -- Figure, larice segato e dipinto posate nel prato, Klaus Prior. -- Figure, bassorilievo in bronzo, Robert Leinhard. 06 Scorcio nel soggiorno. -- Tre cavalli, bronzo, Nag Arnoldi. -- Stallone, bronzo, Nag Arnoldi. -- Materico, Mauro Valsangiacomo. -- Make me beautiful, acrilico su tela, 120/100, 2009, Luca Coffari.

Ph: Marcelo Villada 06

159


ARCHITETTURA / LUCA COFFARI

07

da due volumi rettangolari sovrapposti, più grande quello a piano terra, stretto e lungo quello del piano superiore. Su questa base si inserisce la matrice pittorica che porta a sottrazioni e sovrapposizione di volumi per creare il portico d’ingresso o quello lungo e stretto del soggiorno / pranzo, svuotamenti che servono per ricavare canali che danno luce ad una finestra arretrata, campiture di vuoti e di pieni che compongono visuali prospettiche lungo un fianco. La stessa matrice che porta a trattare i muri come pezzi di un collage che si dispongono su un foglio in una composizione che vista frontalmente richiama quella corrente Hard Edge Painting di Ellsworth Kelly a cui Coffari è così appassionato. Come sulla tela così nell’architettura, la luce è un elemento determinante e qui viene usata e manipolata come fosse un materiale. Tagli luminosi e aperture zenitali fanno parte degli ambienti alla stregua delle pareti di cemento o del pavimento in marmo o

160

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

delle grandi vetrate. Tutto questo però riesce a fondersi armoniosamente con gli stilemi classici dell’architettura moderna: la continuità tra interno e esterno data dal medesimo pavimento in marmo bianco screziato di Peccia, le finestre in alluminio che non sono buchi nella parete ma grandi superfici continue di vetro, i setti in cemento armato che permettono forme ardite dal punto di vista strutturale (tutta la parte superiore lavora come una mensola ancorata al resto dell’edificio che ne sopporta gli sforzi in trazione e compressione). Un’ultima citazione alla storia è costituita dal tavolo della cucina completamente in beton affiancato alla parete come un piccolo ritaglio di un collage. Con altre forme, ma con la stessa poeticità, Piero Bottoni nel 1936 aveva disegnato e fatto realizzare in cemento bianco il tavolo della sala da pranzo di villa Muggia. Quanto al contenuto di questo piccolo scrigno i nomi sono molteplici: Valsangiacomo, Filippini, Nag Arnoldi, Cotti,

Emery, Carcano, Totti, Cairoli, Giannini, Sessions, Lorenzetti, Lienhard, Prior e lo stesso Coffari. Ciò evidentemente introduce un’ulteriore variabile nell’equazione che descrive quest’opera: non è più soltanto il lavoro di un architetto / pittore che crea una pittura tridimensionale o una architettura pittorica, ma anche quello di un progettista che disegna il contenitore per il suo contenuto e conferisce a Coffari una molteplicità di ruoli. In questo caso, più che in altri, indagare la pittura contribuisce a comprendere l’architettura e viceversa.

07 Scorcio da Sud-Est. -- Appeso in alto in rimando alla Biblioteca Cantonale di Lugano del 1940 di Rino Tami, Cavallo in caduta, curva di San Martino, Giuseppe Lorenzetti -- Cavallo in bronzo, fonderia artigianale tedesca. -- Busto, granito rosso, Valentino Maffioli. -- Busto di donna, granito rosso su basamento, Valentino Maffioli. -- Figura, larice dipinto, Klaus Prior. -- Donna sdraiata, artigiano tedesco.


Figino, www.bit.ly/88578-it

Breganzona, www.bit.ly/88577-it

Montagnola, www.bit.ly/88574-it

Avegno, www.bit.ly/88586-it

Barbengo, www.bit.ly/88566-it

Gentilino, www.bit.ly/88584-it

Minusio, www.bit.ly/88585-it

Montagnola, www.bit.ly/88573-it

Gordola, www.bit.ly/88569-it

Scegliete tra più di 190 proprietà su www.wetag.ch! Potete anche contattarci per ottenere informazioni su oltre 50 proprietà non pubblicate. La nostra rete internazionale

Possiamo aiutarvi a trovare la casa dei vostri sogni? Contattateci +41 91 601 04 40 ・ info@wetag.ch


ARCHITETTURA / SWISS ARCHITECTURAL AWARD

ARCHITETTI DI DOMANI LO SWISS ARCHITECTURAL AWARD SI CONFERMA ANCHE QUEST’ANNO UNO DEI PREMI DI ARCHITETTURA PIÙ INGENTI E PRESTIGIOSI AL MONDO, FORTE DI UN COMITATO DI ADVISOR COMPOSTO DA ARCHITETTI E CRITICI DI RINOMANZA INTERNAZIONALE.

L’

architetto Elisa Valero (Spagna) ha vinto lo Swiss Architectural Award in una edizione che ha visto il maggior numero di candidati, 32 provenienti da 19 paesi, dalla nascita di questo premio internazionale a cadenza biennale promosso dalla Fondazione Svizzera per l’Architettura, con la collaborazione dell’Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura di Mendrisio e il sostegno della Fondazione Teatro dell’Architettura e della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’Università della Svizzera italiana. Il premio di 100.000 franchi è stato consegnato alla vincitrice il 15 novembre all’Accademia di architettura di Mendrisio, Università della Svizzera italiana. Lo Swiss Architectural Award si propone di promuovere un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee e di favorire il dibattito pubblico. Per la giuria «l’architettura di Elisa Valero è animata da un tenace impegno personale e da una ricerca originale sugli aspetti costruttivi che le consentono, ricorrendo a risorse limitate, di rispondere alle condizioni poste dai programmi funzionali sublimandole in spazi di grande qualità». La giuria ha riconosciuto nel lavoro di Elisa Valero un’intima consonanza con gli obiettivi dello Swiss Architectural Award: premio che si propone di favorire, attraverso il coinvolgimento delle tre Scuole di architettura svizzere, il dibattito pubblico sulle potenzialità dell’architettura. La giuria della sesta edizione è stata presieduta da Mario Botta e composta

162

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

da Riccardo Blumer (direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio - USI), An Fonteyne (professoressa straordinaria presso il Dipartimento di architettura del Politecnico Federale di Zurigo), Francis Kéré (professore titolare all’Accademia di architettura di Mendrisio - USI) e Paolo Tombesi (direttore dell’Institut d’Architecture dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne). Nata a Ciudad Real (Spagna) nel 1971, Elisa Valero Ramos si laurea nel 1996 alla ETSA (Escuela Tecnica Superior de Arquitectura) di Valladolid. Nel 2000 ha conseguito il dottorato presso la ETSA di Granada, vincendo nel 2003 una borsa dell’Accademia di Spagna a Roma. Autrice di cinque pubblicazioni monografiche, è stata critica e docente invitata in numerose facoltà di architettura europee e alla UNAM di Città del Messico. Attualmente è professore ordinario di Progettazione presso la ETSA di Granada. Così Elisa Valero descrive il proprio lavoro: «In un momento in cui la nostra cultura è caratterizzata da un rumore di fondo incredibilmente forte, ho scelto di praticare un’architettura che opera in silenzio, serenamente e senza attirare l’attenzione su di sé. […] Mi interessano gli spazi della vita, il paesaggio, la sostenibilità, la precisione e l’economia dei mezzi espressivi. Non mi interessano gli stili. Mi interessano i libri piuttosto che le riviste, la consistenza piuttosto che il genio, la coerenza piuttosto che la composizione artistica. E intendo l’originalità come la riscoperta del vero significato delle cose. Mi interessa un’architettura radicata alla terra e al proprio tempo. Accetto i fattori determinanti dell’architettura

come regole di un gioco molto serio e piacevole, che cerco di interpretare in modo coerente e rigoroso. E benché non sia più di moda parlare dell’architettura in questi termini, credo che l’opera di un architetto sia essenzialmente un servizio volto a rendere più gradevole la vita delle persone: una nobile vocazione a rendere il mondo più bello e umano, e la società più giusta. Nell’architettura non c’è posto per i nostalgici: è un lavoro per ribelli». La Fondazione Svizzera per l’Architettura, nuova denominazione della BSI Architectural Foundation, con sede a Lugano presso l’Università della Svizzera italiana (USI), è una Fondazione attiva nella promozione delle conoscenze, della formazione e della ricerca nel campo dell’architettura e si propone l’obiettivo di favorire la collaborazione fra l’Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura, Mendrisio e i Politecnici federali di Zurigo (Dipartimento di architettura D-ARCH, ETHZ) e di Losanna (Institut d’Architecture, EPFL). La Fondazione è presieduta da Charles Kleiber (swissarchitecturalaward.com).


ARCHITETTURA / ARCHTAILOR

ARCHITETTURA IN VETRINA

VIVE A LUGANO UNO SPAZIO IN VETRINA CHE INTEGRA STUDIO DI ARCHITETTURA E SHOW-ROOM. HA UN CONCEPT “PRÊT-À-PORTER”: IL CLIENTE QUI TROVA OGNI SERVIZIO.

01

P

artiamo da una necessaria premessa: che significato ha il vostro concetto di “Personal Architetture”? «Il nome Personal Architecture racconta il nostro primo desiderio: quello di creare un’architettura che possa far dire al cliente: “Hai davvero disegnato casa mia. Questo posto mi corrisponde e mi permette di vivere il meglio di me”. Per arrivare a questo risultato servono l’intuizione e il metodo. Mi identifico quindi con la figura di architetto-sarto, come suggerisce il nome dello studio».

La vostra consulenza abbraccia ogni campo della progettazione e della realizzazione architettonica… «Esattamente. Realizziamo sia lievi ritocchi agli ambienti, sia edifici privati, hotel, ristrutturazioni, ma anche la vendita di singoli pezzi di design lavorando anche all’estero. Offriamo al cliente un servizio General Contractor per seguirlo passo dopo passo e alleggerirlo da incombenze e responsabilità». La particolarità del vostro approccio all’architettura si coglie fin dall’ingresso nello Studio…

«La ricerca di un creativo è il suo motore e noi siamo ricchi di mondi dai quali attingere. Siamo attratti dal mondo delle moto, Rizoma, nostro cliente, ci permette di viverlo. Amiamo lavorare per il settore delle automobili di lusso e siamo vicini all’emisfero della moda su cui si basa la nostra immagine. Desideriamo però che ciò che facciamo sia al servizio dell’anima e della cultura. Archtailor è in contiguità con il mondo dell’arte, quest’anno siamo stati technical sponsor a Wop Art per la quale abbiamo progettato la VIP lounge, l’area talk e fornito gli arredi. Amiamo gli artisti e offriamo per le loro opere il nostro spazio. Su richiesta, li connettiamo con i nostri clienti. Le passioni compongono l’uomo, per primi le seguiamo, ovunque ci conducano. Personal Architecture significa anche questo».

«Il nostro studio d’architettura e show-room, visitabile su appuntamento in via Carlo Frasca 3, è uno spazio vivente, completamente arredato dagli oggetti che noi proponiamo. Alcuni di loro sono particolarmente belli, come le sedie create a mano da due eccellenti artigiani danesi, Overgaard & Dyrman. Altre ditte con le quali siamo fieri di collaborare sono Vibieffe, London Art, Listone Giordano, Mardegan, Prostoria, Meisterwerke, Ondarreta, Lintex, Quinti, Citterio s.p.a., Cielo e altre ancora. Ho la soddisfazione di poter collaborare con loro grazie ad un rapporto di fiducia maturato nel tempo. Quando vogliamo creare pezzi unici ci rivolgiamo ai nostri artigiani. Il cliente non è legato a scegliere i nostri prodotti, ma può avere la comodità di non rivolgersi a più parti e di trovare tutto a portata di mano, nel nostro salotto creativo, dove, insieme al cliente, possiamo esplorare e far nascere soluzioni».

01 / 02 / 03 Ph: Agnese Caffi

L’attività di ricerca su prodotti, materiali, colori e soluzioni costituisce un indubbio punto di forza del vostro lavoro… 03

163


ARCHITETTURA / WETAG CONSULTING SA

UELI SCHNORF E PHILIPP PETER, TITOLARI DI WETAG CONSULTING RACCONTANO COME IL CONCETTO DI LUSSO NELL’ABITARE ABBIA UNA VALENZA CHE VARIA NELLE DIVERSE PARTI DEL MONDO E COME SIA INDISPENSABILE CONOSCERE TUTTE LE SPECIFICHE ESIGENZE DI UNA CLIENTELA INTERNAZIONALE.

Da sinistra: Philipp Peter e Ueli Schnorf

01

ABITARE IL LUSSO NEL MONDO

Q

uali sono le principali caratteristiche che nel mondo definiscono il mercato delle abitazioni di lusso? «Sono tre gli elementi che solitamente vengono presi in considerazioni per individuare gli oggetti che concorrono a definire il mercato del lusso. In primo luogo bisogna considerare il livello dei prezzi. Analisi fra brokers in 100 destinazioni di lusso in tutto il mondo risultano che si comincia col lusso in media con 2 milioni di dollari, che tuttavia varia notevolmente da Paese a Paese. A Durban un’abitazione di lusso si può trovare da 800.000 dollari, a Beverly Hills si parte da almeno 8 milioni. Un secondo aspetto di cui tener conto riguarda la destinazione d’uso, se cioè si ricercano residenze primarie, come nel caso delle grandi città e i loro sobborghi; oppure case, soprattutto ville, nelle più esclusive mete di vacanze, o in lo-

164

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

calità che sono tradizionali destinazioni del jet set internazionale. Infine, un ulteriore elemento di cui tener conto riguarda la quota di internazionalità della destinazione: nell’isola di St. Barth si arriva addirittura al 100%». Determinato un mercato, quali sono poi i fattori che influenzano il suo andamento? «Ogni mercato costituisce un organismo complesso sul quale interagiscono elementi diversi. Guardiamo quattro criteri principali: il suo valore è definito dai prezzi massimi che vengono pagati; il livello di rischio è indicato dalle oscillazioni tra i prezzi durante il tempo; la liquidità può essere valutata in funzione dei tempi di vendita: per esempio, a fronte di una media di 6 mesi nel mondo, in Ticino occorrono circa 2 anni per concludere una vendita. Infine, la serietà di un mercato è determinata dalla differenza tra prezzo richiesto e quello effettivamente pagato: in questo senso la nostra ditta è messa molto bene perché riusciamo a tenere mediamente la variazione sotto il 10%».

Per quando riguarda il mercato specifico ticinese, quali previsioni future si possono fare? «Quello del lusso è un mercato numericamente piccolo, e dunque per il Ticino si parla di poche decine di compravendite ogni anno. Cionondimeno, da un lato rappresenta una straordinaria opportunità perché è possibile indirizzare le proprie proposte immobiliari ad un pubblico altamente qualificato che esprime ben definite esigenze e che va compreso e seguito in ogni fase delle trattative. Dall’altro, implica una maggiore professionalizzazione, in quanto occorre elaborare un preciso profilo dei potenziali acquirenti, analizzando in profondità quali sono le sue reali disponibilità e aspettative. La maggiore incognita riguardo al futuro è data dalle scelte della politica e dalla capacità di riconoscere che il mercato del lusso ha per tutta la Svizzera e dunque anche per il Ticino una grande importanza. E a questa consapevolezza dovrebbero di conseguenza seguire quelle azioni di supporto che ancora mancano».


02

Quali sono le principali richieste che provengono dagli acquirenti di alta fascia che guardano al Ticino? «Oggi il gradimento si orienta soprattutto verso unità immobiliari di recente costruzione, funzionali e dotate di tutti i necessari comfort. Dunque, riscuotono un interesse sempre maggiore le residenze che possono essere definite “moderne”, cioè fornite di impiantistica e di dotazioni tecnologiche in linea con quelle che sono ormai le esigenze del vivere contemporaneo. Di conseguenza, le residenze costruite negli anni ‘50-’70 fanno più fatica ad essere collocate sul mercato. In questo senso, si è assistito ad una profonda trasformazione delle richieste avanzate da una clientela proveniente per il 50% circa dall’estero e per il resto soprattutto dalla Svizzera interna». In sintesi quali sono gli altri plus irrinunciabili per una residenza di lusso in Ticino? «Innanzitutto una bella posizione e la privacy, cioè la possibilità di trascorrere una vita riservata e tranquilla senza intrusione da parte di occhi indiscreti. Quindi non va sottovalutata una buona accessibilità, in termini di facilità di collegamenti generali esterni (strade, autostrade, ferrovie, aeroporti), ma anche di raccordo tra la proprietà e la rete viaria locale».

01 Barbengo, Lago di Lugano - Ref. 88566 Mediterranean luxury villa with boatplace in Barbengo at Lake Lugano USD 12’566’600 02 Cape Town, South Africa - Christie’s International Real Estate Discreet Lifestyle for high profile investors USD 3’946'160 03 Beverly Hills, USA - Christie’s International Real Estate 1091 Laurel Way USD 35’000'000

Riva Antonio Caccia 3, CH-6900 Lugano Via della Pace 1 a, CH-6601 Locarno Via Beato Berno 10, CH-6612 Ascona www.wetag.ch www.journal.wetag.ch info@wetag.ch +41 (0) 91 601 04 40 03 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

165


ARCHITETTURA / CONTRACT G SWISS

INTERNI PERFETTI CREATI SU MISURA CGS È UNA NUOVA REALTÀ DA POCO TEMPO PRESENTE SUL MERCATO TICINESE, MA CHE VANTA GIÀ UNA VASTA ESPERIENZA INTERNAZIONALE, CREATA DAL CORAGGIO IMPRENDITORIALE DEI FRATELLI EMANUELE, ANGELO E CARMELO GASPARRO E DI AMBROGIO CICHELLO, CEO DELLA SOCIETÀ, CHE CE NE PARLA INSIEME ALL’ARCHITETTO MAURIZIO FAVETTA, DIRETTORE CREATIVO.

Maurizio Favetta

Q

uali ragioni hanno portato CGS a trasferire la propria attività in Ticino? «In Svizzera eravamo pre- senti già dal 2015 in seguito a lavori fatti per marchi di primaria importanza, ma soprattutto per aver partecipato alla realizzazione di parte del The Chedi Hotel e del The Chedi residence ad Andermatt (01 ; 02 ; 03). Nel novembre del 2017 abbiamo costituito la società in Ticino e dal febbraio 2018 abbiamo aperto la nuova sede uffici a Rivera Bironico con annesso show room di 600 mq (04 ; 05), dove abbiamo la possibilità di mostrare la qualità dei materiali e degli arredi che proponiamo ai nostri clienti e organizzare eventi speciali. Uno dei pilastri fondamentali della nostra azienda è costituito dalla convinzione che il mondo del Contract dovrebbe evolversi con nuove strategie e in un nuovo scenario. Il

Ambrogio Cichello

01

166

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

centro di gravità deve essere interamente l’esperienza del cliente. Pertanto non è il cliente che deve adattarsi al processo di sviluppo dei progetti, ma è il processo gestito dalle aziende Contract, che deve essere modellato sulle richieste del cliente». Quali sono i vostri interlocutori privilegiati con cui avete in programma di stabilire un rapporto continuativo? «Guardiamo soprattutto ad architetti e società immobiliari attente a proporre soluzioni abitative di prestigio dove la qualità edilizia costituisce una condizione inderogabile: riteniamo infatti che i nostri prodotti e le proposte d’arredo appositamente studiate ed elaborate meritino un contesto adeguato, anche per l’intrinseco valore dei materiali selezionati e proposti. In sintesi, Contract G Swiss vuole distinguersi per l’eccellenza, garantita dall’utilizzo


ARCHITETTURA / CONTRACT G SWISS

dei materiali più pregiati, dai metodi di lavoro più raffinati, dall’artigianato più accurato, creando spazi su misura per i suoi clienti. Il nostro percorso non termina con l’attuazione del progetto: non dobbiamo mai perdere il contatto con il cliente e con le emozioni che sono la forza trainante di nuove iniziative. Di conseguenza, viviamo ogni lavoro come una sfida per trovare la migliore soluzione». Il contesto ticinese è preparato ad accogliere questa innovativa concezione del Contract? «La mia esperienza in giro per il mondo – interviene Maurizio Favetta – mi porta a dire che il Contract dovrebbe significare l’affidamento ad un’azienda, a fronte di un budget definito, di tutta la progettazione e realizzazione di un determinato ambiente. Da questo punto di visto penso che in Ticino vi siano tutte le potenzialità per svolgere un ottimo lavoro, perché è presente una clientela competente, abituata al bello, capace di distinguere e riconoscere la qualità. A tal fine la nostra scelta strategica non è stata soltanto quella di costituire un’azienda perfettamente organizzata dal punto di vista del service, ma di offrire un supporto creativo e progettuale per accompagnare il cliente nel progetto decisionale che deve portarlo a scegliere le soluzioni più adatta al suo modo di vita, alle sue aspettative, ai suoi desideri più intimi e personali. Per questo abbiamo creato il brand Perfect Project che può essere inteso come spin off aziendale cui è demandato tutto il processo progettuale». Possiamo vedere più nel dettaglio di cosa si tratta? «Perfect Project vuole porsi al top della qualità strategica e progettuale, offrendo ai clienti un servizio superbo nel campo dell’interior design & lifestyle. È sinonimo di design di fascia alta, d’intensità intellettuale e creativa in grado di esprimere, grazie anche al

ricorso alla narrazione, la massima forza dando vita a emozione, bellezza, seduzione e mistero. Il relativo catalogo comprende linee di prodotti “in progress”, progettate da noi e realizzate da una rete di aziende italiane (al momento circa una ventina) con una reputazione consolidata e una qualità costruttiva eccezionale, le quali hanno accettato di creare per noi linee di prodotti esclusivi. La proficua ed estesa collaborazione con questa rete di eccellenze, alimenta le collezioni con continue novità e sorprese. Le collezioni e i progetti sono stili di vita tematici in evoluzione: non solo prodotti ma modi di vivere gli ambienti». Importanti novità riguardano anche il vostro spazio espositivo… «Infatti. Abbiamo voluto chiamarlo Show Lab proprio per significare la nostra precisa volontà di creare eventi che siano innanzitutto un intreccio di situazioni, idee, emozioni. Anche in questo caso l’intenzione è quella di superare la tradizionale esposizione di arredi e oggetti di design, per creare di volta in volta veri e propri ambienti che riflettono momenti del vivere reale di una persona all’interno della prima casa, come la spa, la suite, il bar, il living, lo spazio per ascoltare musica. E lo facciamo dando vita alla nostra creatività con il supporto di aziende che come noi credono nella forza delle idee, nel coraggio di innovare, nella voglia di arrivare dove prima nessuno aveva osato tanto».

02

03

04

CONTRACT G SWISS SAGL Via Cantonale 65 CH-6804 Bironico +41 91 2105824 +41 79 5455820 www.contractgswiss.com 05 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

167


ARCHITETTURA / ARTISA GROUP

G&A TOTAL CONTRACT, BRANCA OPERATIVA DI ARTISA GROUP, PROPONE IN SVIZZERA E IN EUROPA UN CONCETTO DELL’EDIFICARE INNOVATIVO, CHE SA UTILIZZARE LE RISORSE OFFERTE DAL DIGITALE E SVILUPPARE NUOVE TECNICHE DI COSTRUZIONE. CE NE PARLA IL SUO DIRETTORE, L’INGEGNERE LUCIO GERNA.

COME SI RINNOVA L’EDILIZIA 01

(sulla quale incombeva la frana del Valegiòn) al Sottoceneri, dapprima a Lamone e, dallo scorso giugno, a Manno, nell’avveniristico Centro Ambrosart. G&A lavora oggi all’interno di una struttura organizzativa e manageriale solida e articolata, composta da undici società specializzate e interconnesse. Alla G&A Total Contract è affidata la realizzazione di stabili residenziali e commerciali, dall’inizio dei lavori fino alla consegna chiavi in mano dell’immobile».

C

ome si colloca la società da lei diretta nel quadro di Artisa Group? «Le origini di Genazzi&Artioli, ora G&A Total Contract, risalgono a mezzo secolo fa: nel 1968 Franco Artioli e Aurelio Genazzi avviavano la bottega di metalcostruzioni che sarebbe diventata un punto di riferimento per il Cantone. La svolta verso l’immobiliare è più recente, favorita dal passaggio della conduzione alla seconda generazione, rappresentata dal figlio Stefano Artioli, attuale presidente del CdA di Artisa Group, e decollata dopo il trasloco nel 2011 dalla storica sede di Preonzo

02

168

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Quali sono i punti di forza con cui il G&A Total Contract si presenta sul mercato? «Parlerei innanzitutto di un approccio innovativo all’edilizia, alla ricerca di soluzioni adatte alle attuali esigenze di qualità e di velocità di edificazione, in prima linea nell’individuazione di nuove tecniche di progettazione e costruzione. Il vantaggio di G&A rispetto ad altri player è dato dalla possibilità di lavorare in seno a un Gruppo che sviluppa internamente tutte le fasi di ogni progetto dall’acquisizione dei terreni alla progettazione, dalla costruzione alla gestione immobiliare - grazie a un team multidisciplinare nel quale architetti, designer, ingegneri, avvocati, esperti in finanza e marketing lavorano fianco a fianco. Un approccio in grado di fare la differenza in un panorama immobiliare che, come confermano gli ultimi studi di settore, tanto a livello cantonale quanto nazionale sembrerebbe ormai saturo, complici i tassi


ARCHITETTURA / ARTISA GROUP 03

ipotecari ai minimi storici che convogliano sul mattone gli investitori, istituzionali in testa, in cerca di margini di rendimento». Tuttavia, in Ticino si registra al momento un elevato numero di immobili sfitti… «Se le percentuali dello sfitto crescono, la responsabilità è da addebitarsi spesso alla mancanza di adeguate analisi preliminari di mercato, indispensabili per garantire che gli immobili realizzati possano inserirsi con successo non solo nei portafogli degli investitori ma anche nel tessuto urbano e sociale. La consapevolezza dell’importanza della conoscenza del territorio nel quale si va a edificare - inteso come la popolazione che vi abita, le sue leggi e dinamiche economiche, l’ambiente da rispettare è al centro della visione del nostro Gruppo. Il nostro è un settore di per sé statico, con tecniche di costruzione sostanzialmente immutate da cinquant’anni. Noi vogliamo invece farci promotori del cambiamento, elaborando soluzioni innovative».

no” molto apprezzato dalla nostra committenza, prevalentemente svizzero-tedesca, che si dimostra ancora interessata a investire nel nostro Cantone quando le vengono presentati progetti di una certa entità. Sostenibilità economica e ambientale, micro living e residenze per la terza e quarta età sono i punti di forza di un’edilizia sempre più specializzata, che mette al primo posto le esigenze del territorio. Nel costruire diamo inoltre grande attenzione alla valutazione dell’impatto ambientale. Si cerca, in altre parole, di ristrutturare e rinnovare prima di prendere in considerazione una demolizione. Consideriamo l’intero ciclo di vita dell’immobile: produzione, esecuzione, gestione, mantenimento nel tempo sino alla demolizione. Il rapido progresso tecnologico accelera in modo esponenziale i tempi di obsolescenza. In quest’ottica stiamo sperimentando tecniche di costruzione meno ‘pesanti’ di quelle correnti, passando dal calcestruzzo al legno, che oltre ad avere un minor impatto ambientale consente di comprimere le tempistiche: gli elementi costitutivi di un immobile in legno possono infatti essere già prodotti in fabbrica e assemblati sul posto in pochi mesi, sei circa per un palazzo».

Possiamo vedere più nel dettaglio di che cosa si tratta? «Grazie a una pianificazione estremamente dettagliata riusciamo a controllare costi, termini e qualità, tre fattori indispensabili da rispettare per impostare un rapporto di fiducia con la clientela, che trova in noi professionalità, affidabilità, oltre a quel “flair lati-

04 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

169


ARCHITETTURA / ARTISA GROUP 05 01 Il rendering di uno dei primi “City Pop” che Artisa Group realizzerà in Svizzera, a Losanna. Una soluzione pensata per offrire ai professionisti micro appartamenti ammobiliati funzionali, confortevoli ed esteticamente piacevoli, in posizioni strategiche. 02 Lucio Gerna, direttore di G&A Total Contract Sa (G&A), branca operativa di Artisa Group. 03 Vista panoramica sulla corte di “Parco Cornaredo”, il progetto firmato Artisa Group che darà un contributo fondamentale a ridisegnare la fisionomia del nuovo quartiere di Cornaredo. 04 Una panoramica esterna del Centro Ambrosart a Manno, in cui trovano spazio anche gli uffici di G&A Total Contract.

Quali sono le prospettive di sviluppo futuro di G&A? «A oggi G&A è ancora in prevalenza attiva sul territorio cantonale: circa il 70% contro il 30% sul resto del suolo nazionale, ma l’obiettivo è di invertire le percentuali entro il 2023. L’intenzione è quella di diventare uno dei total contractor di riferimento a Sud delle Alpi per tutti gli investitori svizzeri e stranieri, non limitandosi a garantire la costruzione dell’oggetto chiavi in mano come richiesto a un general contractor, ma facendosi carico di tutte le responsabilità e i rischi per consegnare l’opera stabilita a costo fisso, con il grande vantaggio per il committente di interfacciarsi con un unico interlocutore.

05 Il rendering del “City Pop” che G&A ha appena iniziato a costruire a Lugano, in via Besso, nei pressi della stazione su mandato di Artisa. Il legno è il materiale prescelto: più ecologico ed economico del calcestruzzo, permette inoltre di abbreviare significativamente i tempi di realizzazione.

G&A TOTAL CONTRACT SA Via Cantonale 36 CH-6928 Manno

06

170

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

06 Da sinistra, parte del team G&A: Alberto Rusconi, Giacomo Grignoli, Ilker Ygit, Riccardo Madonna, Lucio Gerna, Giacomo Moro, Andrea Tonelli, Alessandro Fornoni


stampati per tutti i gusti

Via Giovanni Maraini 23

CH-6963 Pregassona

Tel. +41 91 941 38 21

Fax +41 91 941 38 25

info@fontana.ch

edizioni

legatoria

stampa offset a bobina

stampa oro e argento a caldo

stampa offset e digitale

grafica

NUOVO GUSTO

www.fontana.ch


ARCHITETTURA / MG IMMOBILIARE

SEMPRE AVANTI CON PROFESSIONALITÀ

C

he scenari ci attendiamo per il prossimo anno? «Per mia natura guardo sempre al futuro con ottimismo, ma non si può nascondere il fatto che il mercato immobiliare da qualche tempo stia attraversando una fase di riassestamento che riguarda la qualità degli immobili, il livello dei servizi offerti e naturalmente un adeguamento dei prezzi. A meno di sorprese al momento imprevedibili, è dunque probabile che andremo incontro ad un altro anno in cui il mercato si farà ancora più selettivo e con una clientela che sarà sempre più consapevole e attenta al valore oggettivo delle proposte». Come si è andata attrezzando la vostra impresa per far fronte alle nuove esigenze imposte dalla clientela? «Durante questo anno abbiamo operato in modo particolarmente intenso sul fronte della formazione interna, perché siamo convinti che oggi sia impossibile prescindere da uno staff di collaboratori fortemente focalizzato sul comprendere le esigenze e risolvere tutte le problematiche dei clienti, se possibile addirittura anticipandole. Abbiamo dunque fatto un lavoro di team building che ci ha portato ad essere ancora più attivi sia sul fronte della nostra organizzazione che nei confronti di acquirenti e venditori. E il mercato ha riconosciuto queste qualità assicurandoci anche nel corso del 2018 importanti successi».

GIOVANNI MASTRODDI PREVEDE CHE IL 2019 SARÀ ANCORA UN ANNO MOLTO IMPEGNATIVO IN CUI IL MERCATO PREMIERÀ QUEGLI OPERATORI CHE SI SONO ADEGUATAMENTE ATTREZZATI PER TEMPO PER FORNIRE UN SERVIZIO COMPLETO CHE È GARANZIA DI ASSOLUTA PROFESSIONALITÀ. Qual è dunque il modo più corretto per posizionarsi oggi sul mercato? «Il cliente ricerca soluzioni abitative che siano in posizione adeguata e presentino una elevata qualità edilizia, ma al tempo stesso vuole percepire sin dal primo contatto serietà, professionalità e competenza sia da parte di chi costruisce che di chi promuove la vendita. Il tutto deve tradursi evidentemente in un giusto prezzo, il che non è affatto scontato perché a tutt’oggi molti immobili in vendita nel Luganese sono proposti a prezzi superiori a quello che è il mercato reale. E questo sconcerta non solo chi vuole acquistare, ma anche chi deve vendere, che non di rado tende a crearsi aspettative superiori all’effettivo valore dell’immobile proposto. Queste considerazioni sono valide tanto in riferimento ad un mercato locale che sta crescendo e che risulta particolarmente attento ad individuare soluzioni abitative rispondenti alle sue esigenze, quanto per clienti stranieri ora sempre più interessati nel fare investimenti effettivamente durevoli nel tempo».

01

02

03

Tutto questo implica un costante monitoraggio nei confronti dell’andamento del mercato… «La competenza e la professionalità sono senz’altro punti di forza della nostra ventennale presenza sul mercato tici04

172

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


ARCHITETTURA / MG IMMOBILIARE 05

nese. La nostra attività di marketing ci permette di acquisire e proporre solo oggetti effettivamente validi e di presentarli valorizzandone in modo adeguato vantaggi e pregi. Abbiamo in portfolio immobili che rispecchiano sia per superfici che per prezzo, le esigenze di clienti locali oltre che per clienti stranieri. La MG Immobiliare ha oggi in vendita, tra l’altro l’attico più esclusivo di Lugano, 300 mq più 100 mq di terrazzo, a 50 metri dal lago e da piazza Riforma, oltre ad una serie di appartamenti in centro a Lugano e Castagnola a meno di 10’000.— Fr./mq. Si tratta di uno processo impegnativo ma i risultati ottenuti anche nel corso del 2018 ci premiano e ci danno ragione come confermano le ottime vendite di due importanti nostre promozioni, Residenza Parco Letizia a Ruvigliana e Residenza Parco Casarico a Sorengo e di tanti altri appartamenti e ville venduti».

01 Lugano - Esclusivo attico 4.5 loc. 340 mq, con unica terrazza fronte lago di 100 mq. In pieno centro, tra via Nassa, Piazza Rezzonico e il lungo lago, residenza di altissimo standing. Cantina e posto auto in autorimessa (Rif. 1288). 02 Lugano - In condominio elegante, raffinato appartamento 5.5 locali unico al piano, terrazzo piscina e super vista lago! (Rif. 1333). 03 Sorengo - 3.5 loc. 123 mq. In nuovissima residenza, vicino al centro di Lugano. Fr. 895'000.– (Rif. 1060). 04 Lugano - centro splendido palazzo d'epoca elegante, 3.5 locali, 2 posti auto. 2 passi da via Nassa Fr. 1’480'000.-- (Rif. 1380). 05 Lugano-Castagnola - 4.5 loc. di 200 mq. con terrazzo privato e imprendibile vista lago di Lugano, (Rif. 1147)

MG FIDUCIARIA IMMOBILIARE SAGL Via Pessina 9 CH-6900 Lugano +41 (0)91 921 42 58 info@mgimmobiliare.ch www.mgimmobiliare.ch

CSC costruisce a Losanna CSC Impresa Costruzioni SA, in consorzio con la casa madre Salini Impregilo S.p.A, si è aggiudicata un appalto del valore di oltre 100 milioni di franchi svizzeri, per lo sviluppo commerciale e residenziale di un nuovo quartiere a Losanna. Il progetto, commissionato da FFS Immobili, il ramo immobiliare dell’operatore ferroviario svizzero, prevede la realizzazione di un nuovo quartiere che prenderà il nome di Parc du Simplon, con la progettazione e la costruzione di 10 edifici con i relativi spazi pubblici. Adiacente alla stazione ferroviaria di Renens, situata nella parte occidentale di Losanna, il progetto comprenderà due edifici per uffici, dei quali la maggior parte sarà occupata dalla sede regionale del-

le FFS, ed otto edifici residenziali, con un totale di 200 appartamenti. A poco più di un anno dall’apertura della succursale di Losanna il progetto di impresa totale del Parc du Simplon rappresenta il quarto progetto che vie-

ne acquisito da CSC in Suisse Romande. Il numero e l’importanza dei lavori acquisiti nell’area confermano il successo della nuova organizzazione e strategia commerciale di CSC.

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

173


ARCHITETTURA / RENZETTI&PARTNERS

MADE TO MEASURE IVAN TESTA, PROJECT MANAGER DELLO STUDIO RENZETTI&PARTNERS, SPIEGA COME PARCO LAGO PROPONE LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA AREA DI QUARTIERE, UNITARIA E BEN CONCEPITA DOVE LE ZONE DI SVAGO PUBBLICHE E PRIVATE, GLI ACCESSI VEICOLARI E PEDONALI, I PARCHEGGI E LE STRUTTURE TROVERANNO UNA LORO RAZIONALE UBICAZIONE.

L

a vostra nuova residenza è destinata a modificare profondamente l’assetto urbano di Paradiso… «Il progetto immobiliare Parco Lago, voluto dalla promotrice nonché proprietaria del fondo, l’immobiliare svizzera PSP Swiss Property, si sviluppa sull’area della ex-birreria Feldschlösschen, precedentemente “Birra Lugano”, ubicata a ridosso del centro cittadino in una zona già dotata di molte strutture e che possiede senza dubbio un interessante potenziale di sviluppo. La proprietà risulta inoltre ben posizionata rispetto alle principali vie di comunicazione ed è sicuramente ben servita dai mezzi pubblici. La particolarità di questo terreno risiede nella sua rilevante dimensione, nonostante la centralità infatti la superficie dell’intervento si sviluppa su un’area di oltre 11’000 mq, delineata verso nord da edifici esistenti e da un percorso pedonale, la Via Boggia, della quale se ne prevede la rivalutazione proponendo cosi una seconda passeggiata parallela all’attuale riva-lago. Verso sud e quindi verso monte si trovano alcuni terreni di proprietà comunale e la vista sul Monte San Salvatore. Ad ovest si trova invece un’antica casa della vecchia famiglia Vassalli con un laghetto artificiale in un’area di ca. 2’500 mq destinata a rimanere verde fruibile a tutti proponendone un riutilizzo pubblico. Infine a est la Via Bosia permetterà l’unico accesso veicolare al nuovo complesso delimitando così le aree private rispetto al centro cittadino e preservando la “tranquillità” del nuovo comparto».

174

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Come saranno organizzati gli spazi interni di questo complesso? «La parte predominante di questa edificazione prevede appartamenti di livello medio-alto dalle varie dimensioni e tipologie, distribuiti in sei palazzine totalmente circondate dal verde. All’interno di ciascun edificio, grazie all’impostazione del progetto che condensa l’edificazione al centro della particella, esisterà la possibilità di godere di superfici “passanti”, ossia appartamenti con ampie terrazze affacciate a sud verso il Monte San Salvatore e a nord verso il lago. L’edificio in testa al complesso, affacciato su Via Bosia, si relaziona come detto alla città e sarà pertanto facilmente accessibile dalla piazza; risulta essere quello che meglio si presta all’ubicazione di uffici ma esisterà anche la possibilità, su richiesta, di commutare queste superfici in appartamenti “open-space”. Al piano terreno troveranno posto invece alcune aree commerciali che po-

tranno ospitare servizi per i residenti come pure per la comunità». Quali sono nello specifico i valori architettonici della costruzione? «PSP ha creduto nel progetto sviluppato dal gruppo R&P dando fiducia ad un “team” di lavoro che vanta un know-how di oltre tre decenni di esperienze e attività sul territorio regionale. Il gruppo fa capo ad Angelo Renzetti, imprenditore che ha riunito nel suo staff competenze e professionisti provenienti da svariate realtà con l’obiettivo comune di ricercare soluzioni semplici ma nel contempo innovative volte ad offrire la massima flessibilità e la personalizzazione degli spazi. Sviluppando il progetto si è voluto proporre un’architettura contemporanea accessibile a tutti, ponendo l’acquirente al centro della promozione immobiliare e dando molta importanza alla luce così come pure allo spazio esterno confermando una tendenza molto


attuale, ovvero la sensibilità nei confronti del verde, da riscoprire e ricercare anche in città. Si tratta di un punto focale poiché determina la vivibilità dell’edificio ma nel contempo anche l’aspetto estetico della residenza. A questo proposito, sono da notare la continuità del “verde” come elemento architettonico verticale che prosegue il suo percorso sui prospetti dell’edificio, nelle terrazze attraverso gli elementi di separazione fra le unità, la rottura della linearità di questi oggetti come elemento di movimento nei prospetti e che lascia così presagire la vita che avrà questo immobile. Il gruppo Renzetti inoltre da sempre ricerca soluzioni costruttive contemporanee, come ad esempio la costruzione “a secco”, ricercando materiali all’avanguardia per del migliorare sempre lo standard qualitativo. L’uso di tecnologie evolute d’impiantistica come una “domotica intelligente” e facilmente fruibile assicura flessibilità negli spazi, mentre la gestione semplificata degli impianti permetterà, in ogni momento, svariate possibilità di “upgrade” come pure l’integrazione di “optional” per una personalizzazione sempre più mirata». Un ulteriore valore aggiunto è dato dall’ampia estensione di superfici verdi… «Uno dei punti di forza della pianificazione proposta consiste sicuramente nella volontà di preservare l’area verde, predominante grazie al posizionamento centrale dei nuovi edifici. Questa impostazione garantisce illumina-

zione ai futuri residenti ma soprattutto offre un ampio respiro nei confronti del contesto circostante già intensamente edificato. Parco Lago propone dunque un contesto residenziale immerso nel verde, in grado di offrire una qualità di vita, difficilmente proponibile altrove, se non allontanandosi dal centro cittadino. L’impatto viario del nuovo complesso è stato attentamente valutato e concepito per essere ridotto ai minimi termini; predomineranno infatti percorsi e accessi pedonali mentre le autovetture accederanno direttamente ed unicamente da Via Bosia al garage interrato disposto su due livelli. Inoltre, è importante sottolineare come il recupero e la riqualifica delle vie d’accesso pedonali unitamente al Parco pubblico nella zona della vecchia casa Vassalli, rivaluteranno l’intera zona anche e soprattutto in previsione futura. L’antica casa ed il parco saranno poi devolute alla comunità per volontà del comune il quale ha incontrato il volere della promotrice PSP, disponibile ad aderire a questa visione d’insieme». In estrema sintesi, quali sono le buone ragioni per investire nel mattone ed acquistare un appartamento presso la Residenza Parco Lago? «Paradiso costituisce un Comune inglobato nella città di Lugano ma che da sempre è riuscito a mantenere la propria autonomia. A pochi minuti a piedi dal centro cittadino è in fase di espansione con interessanti progetti pubblici ed è inoltre una realtà attratti-

va anche sotto il profilo fiscale, con uno dei moltiplicatori d’imposta tra i più bassi del Ticino. Acquistare nella residenza Parco Lago è particolarmente conveniente perché i prezzi unitari partono da CHF 7.000 al mq, grazie ad un processo costante, anche durante l’esecuzione, di ottimizzazione tra costi di costruzione e qualità del prodotto proposto. Si è puntato molto sulla tecnologia degli immobili, con impianti di categoria A ottimizzati a livello energetico e impostazione domotica concepita per assicurare una maggiore durata dell’edificio e per permettere agli acquirenti personalizzazioni e integrazioni in previsione di quelle che saranno le case del futuro. Gli edifici sono inoltre completamente immersi nel verde, in un quartiere interamente pedonale, e gli edifici godono di ampi spazi e, soprattutto, sono modulabili e personalizzabili in funzione di ogni richiesta, proprietari o inquilini che sceglieranno di andarvi ad abitare».

RESIDENZA PARCO LAGO Via Bosia 4 CH-6900 Paradiso +41 (0)91 980 48 89 www.parcolagoparadiso.ch TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

175


IMMOBILIARE / DIMENSIONE IMMOBILIARE SA

SOLUZIONI ABITATIVE PER TUTTE LE ESIGENZE 02

da 6 ampi e lussuosi appartamenti, quattro collocati ai piani terra e primo, uno al secondo e uno al terzo. Le metrature sono diverse, ma tutti dispongono di ampi locali, grandi vetrate, cucine a vista, finiture di pregio». Questa residenza gode anche di tutta una serie di ulteriori servizi… «Al piano primo della residenza è collocata l’autorimessa interrata ad uso di tutti gli appartamenti collocati ai piani terra, primo e secondo. L’autorimessa dispone di 9 posti auto totali che sono stati assegnati alle residenze. L’accesso all’autorimessa avviene tramite rampa carrabile dal piazzale esterno al piano secondo che affaccia direttamente su strada cantonale. Al piano terra della residenza è collocata un’area che raccoglie tutti gli spazi di servizio. Oltre ad essere presenti i locali tecnici, uno dei quali ospita la centrale termica centralizzata per tutti gli appartamenti, sono presenti un ampio locale ad uso comune e le cantine».

EZIO CATUCCI, DIRETTORE GENERALE DI DIMENSIONE IMMOBILIARE PRESENTA DUE PROPOSTE IMMOBILIARI CHE SI SEGNALANO NEL PANORAMA IMMOBILIARE LUGANESE PER POSIZIONE, QUALITÀ EDILIZIA E GIUSTO PREZZO.

Q

uali sono i punti di forza del complesso che proponete a Pregassona? «La “Residenza Conca dei Castagni” (01 ; 02 ; 05) sorge ad un km soltanto dal centro della città, in una zona residenziale tranquilla e di pregio, con una vista privilegiata sul lago e sull’intera città. Il carattere architettonico che connota la residenza è deciso e innovativo, pur restando perfettamente integrato con il territorio in cui si inserisce. Il complesso residenziale risulta infatti adagiato sulla pendenza del terreno in modo naturale e delicato, regalando una piacevole privacy. Il complesso è costituito

L’ampia dotazione di spazi verdi rappresenta invece una caratteristica di un’altra vostra proposta particolarmente interessante…

01

176

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

«Direi proprio di sì. In quest’ottica, nel Comune di Collina d’Oro, in via Nagra 14, sul versante ovest della collina che si affaccia sul golfo di Agno e che gode di una buona insolazione per tutto l’arco dell’anno, abbiamo scelto di realizzare la nuova residenza denominata “Residenza High Line” (03 ; 04). Il complesso è composto da 3 stabili collegati tra loro da comodi percorsi pedonali. Completamente immersi nel verde, in posizione molto tranquilla e appartata ma a poca distanza dal centro comunale di Montagnola, i tre edifici dialogano armoniosamente con il contesto, seguono l’andamento naturale del terreno e si inseriscono perfettamente nel paesaggio. Inoltre, la scel-


IMMOBILIARE / DIMENSIONE IMMOBILIARE SA

ta di rendere fruibile parte del tetto dei tre edifici per i rispettivi appartamenti all’ultimo piano (attrezzandolo con terrazza/solarium e predisposizione vasca idromassaggio) si riflette perfettamente nell’arricchimento con vegetazione di parte della copertura e trasforma il tetto in un giardino che valorizza e nobilita ulteriormente l’intera residenza. E, ancora, il rivestimento verticale in legno delle facciate e il suo abbinamento con il verde dei tetti richiama l’aspetto del bosco circostante, facendo in modo che gli stabili si inseriscano nel territorio in modo rispettoso ed elegante». 03

Con quali peculiarità si presentano questi appartamenti? «I tre edifici ospitano un totale di 9 appartamenti di dimensioni e tagli variabili: si parte da 3 ½ locali, e i più grandi dispongono di 5 ½ locali. Esternamente sono collegati tra loro dalla piazza esterna a livello 0, al di sotto della quale si trova l’autorimessa, che funge anche da collegamento coperto sia per le residenze che per il centro FitnessSPA. L’accesso veicolare garantisce la discesa all’autorimessa interrata (livello -1) che dispone di 24 posti auto coperti e di posteggi per moto e biciclette. Lungo il confine est è prevista la formazione di 2 posti auto scoperti». 04

SEDE SOTTOCENERI Viale C. Maderno 9 CH-6900 Lugano +41 (0)91 922 74 00 SEDE SOPRACENERI Via Bellinzona 1 CH-6512 Giubiasco +41 (0)91 857 19 07 05 TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

177


ARCHITETTURA / NEW TRENDS

GLI IMMOBILI DEL FUTURO: TRA MARKETING, TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ IL GRUPPO NEW TRENDS DA OLTRE 27 ANNI SI CONFRONTA QUOTIDIANAMENTE CON LE ESIGENZE REALI DELLA CLIENTELA E SI INFORMA SULLE NUOVE TENDENZE DI EDILIZIA E TECNOLOGIA, AVENDO SEMPRE ALL’ORIZZONTE UN OBIETTIVO GUIDA CHIARO: L’INNOVAZIONE.

C

he cosa vuol dire costruire oggi in Ticino? «In primis, attenzione al dettaglio. Gli immobili diventano sistemi sempre più complessi, inoltre prima di avviare uno scavo occorre superare un iter burocratico sempre più lungo. Diventa essenziale dunque saper programmare e gestire ogni fase dell’intervento di sviluppo immobiliare. Secondariamente, multidisciplinarità, ovvero disporre di tutte le conoscenze tecniche, commerciali, legali e fiscali indispensabili per fornire alla clientela la necessaria assistenza e consulenza in un settore che si presenta sempre più difficile a causa delle

178

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

tante variabili di cui occorre tenere conto. L’esperienza è dunque un fattore fondamentale che deriva dall’avere affrontato e risolto, nel corso degli anni, tante problematiche diverse». New Trends ha quindi come sua “mission” la costante ricerca ed applicazione dell’innovazione in campo immobiliare. Che cosa significa concretamente? «L’esperienza ci consente di imparare e mantenere un saldo legame con il passato e con quanto abbiamo realizzato, ma è l’innovazione il vero motore che ci fa guardare con fiducia al futuro. Non a caso sono tre le parole chiave cui vogliamo fare riferimento nella nostra visione di pensare e realizzare l’edilizia: marketing, tecnologia e sostenibilità». Che cosa significano esattamente questi concetti applicati al vostro settore? «Riguardo al marketing, per noi significa monitorare costantemente tutte le trasformazioni in atto nella nostra società: i modi di vivere e di abitare, i consumi, la mobilità, il sistema di valori e le tendenze in atto, insomma tutto quanto ci può essere utile a cogliere le esigenze e le aspettative dei potenziali clienti. Siamo inoltre attenti alle più recenti tecnologie della comunicazione e nel management perseguiamo l’ottimizzazione dei processi e l’uso intelligente dei mezzi informatici applicati alla gestione aziendale».

E per quanto riguarda l’innovazione riguardo a tecnologia e sostenibilità… «Per noi un edificio sostenibile costituisce un complesso insieme di tecnologie costruttive e di scelte progettuali coerenti sin dall’inizio, che tengono conto delle esigenze dei vari stakeholders (portatori di interessi) del progetto. Non è giusto limitare il campo di interessi meramente a quelli economici: il profitto non deve essere l’unico driver. Assistiamo tutti giorni ad importanti conseguenze riguardo ai cambiamenti climatici. Il concetto di sostenibilità per noi significa dunque sì responsabilità economica (generare valore usando le risorse esistenti in maniera efficiente) ma anche sociale (dare casa a coppie e famiglie, dare lavoro a imprese locali, ecc.), e non da ultimo ambientale (limitare l’impatto sull’ambiente naturale e custodirne il valore per le generazioni future)».

Schema sviluppo sostenibile


ARCHITETTURA / NEW TRENDS

Questi interessanti concetti trovano già un’applicazione in un complesso in via di realizzazione? «Applicazioni concrete di questi principi sono ad esempio utilizzo e produzione di energia rinnovabile, la gestione domotica delle risorse domestiche al fine di evitare sprechi, l’accumulazione dell’energia, l’utilizzo di stratagemmi “naturali” (giardini verticali, elementi architettonici di ombra naturale). Possiamo vedere questi concetti e idee già in atto nella realizzazione dei nostri ultimi due progetti: La Residenza Optima (Collina d’Oro), giunta ormai in fase avanzata di realizzazione e la Residenza Synthesis a Vezia, dove abbiamo appena iniziato i lavori di cantiere». Potreste fornire qualche dettaglio in più riguardo a quest’ultima iniziativa?

«Synthesis è un “sistema immobiliare”: un complesso misto residenziale e commerciale in cui convivono molteplici esigenze e vengono valorizzate le caratteristiche di ogni elemento in maniera efficiente. Ad esempio il comparto commerciale si affaccia sulla strada e quindi ne sfrutta la visibilità, ma protegge allo stesso tempo sia visivamente che fonicamente il comparto residenziale che viene arretrato e separato da un’area verde. Le esigenze variabili odierne danno spazio inoltre alla flessibilità (open space, modularità verticale e orizzontale, appartamenti riconfigurabili), e connettività tecnologica (ambienti connessi e predisposti all’avvento dell’IOT – Internet of Things). Oltre ai giardini privati ed al parco per bambini sono previste anche giardini verticali, in modo da estendere l’area verde proposta dalla Residenza. Pannelli solari e fotovoltaici, ter-

mopompe e altre soluzioni tecnologiche riducono al minimo l’impatto ambientale, verso una “autonomia energetica”. Il beneficio per gli utenti finali, oltre che per l’ambiente, è di avere energia pulita a basso costo, prospettando un risparmio che potrebbe raggiungere anche l’80% sulle abituali bollette di elettricità e riscaldamento. La produzione di energia solare viene utilizzata subito se necessario, mentre la parte in esubero viene stoccata in “batterie virtuali” in stile cloud, per essere poi utilizzata quando sarà necessario (ad esempio di sera e nei giorni senza sole). Ogni posto auto inoltre gode di un punto per la ricarica dell’auto elettrica con contatore autonomo. In sintesi, si tratta di una soluzione abitativa di rilevante pregio, rivolta a chi vuole investire nel futuro e desidera restare vicino alla città ed ai trasporti ma che, in ossequio ad esigenze di vita sempre più diffuse, sceglie di vivere in spazi ampi e comodi con tutti i moderni comfort utili a rendere l’esperienza abitativa più piacevole e sana, per se stessi e per l’ambiente».

GRUPPO NEW TRENDS SA Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano Tel. +41 (0)91 921 00 31 www.new-trends.ch TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

179


ARCHITETTURA / DEKANT INTERNATIONAL GROUP/IMMOBILIARE CERESIO

PROGETTI IMMOBILIARI DI QUALITÀ DE KANT GROUP, REALTÀ INTERNAZIONALE DA ANNI PRESENTE IN VARI PAESI D’EUROPA E DEL MONDO, E AGENZIA IMMOBILIARE CERESIO, CON LA QUALE COLLABORA, PERSEGUONO L’OBIETTIVO DI PROPORRE SOLUZIONI ABITATIVE ISPIRATE AL CONCETTO DI QUALITÀ: NELLA COSTRUZIONE EDILIZIA, NELLE FINITURE E NEGLI ARREDI, NEL RISPETTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E, INFINE, PROPOSTE AD UN GIUSTO PREZZO. CE NE PARLANO CHRISTIAN DE KANT E MANUELA MURI.

DE KANT GROUP INTERNATIONAL / CDK CONSULTING Via Pian Scairolo 2 6915 Pambio-Noranco Tel +41 91 980 39 67 www.dekantgroup.com

180

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

C

osa significa fare parte di un gruppo immobiliare di dimensioni internazionali? «Il gruppo De Kant International, fondato in Olanda nel 1966, è una società che si occupa dell’organizzazione, del coordinamento, della gestione, del finanziamento e dell’implementazione di progetti immobiliari internazionali per investitori e in proprio. In oltre 50 anni di attività si è ampliata in tutti i settori e servizi del processo edilizio nei Paesi Bassi, in Germania, Montecarlo, Austria e Svizzera, progettando e sviluppando più di 800.000 metri quadrati di spazio commerciale e più di 400.000 mq di spazio per uso residenziale per oltre 5.000 appartamenti. I progetti sviluppati anche in Svizzera traggono vantaggio dall’esperienza acquisita dal gruppo grazie diverse tipologie di edifici, specializzandosi in particolar modo nella realizzazione di complessi residenziali in posizioni di pregio e caratterizzate da una rilevante qualità edilizia, cura dei dettagli, materiali di pregio e dotazioni di elevato standing».

Possiamo vedere il caso di concreta applicazione di questa filosofia? «Parlerei senz’altro della Residenza La Fontana di Bissone dove stiamo realizzando 10 appartamenti con impagabile vista lago e monti, in posizione particolarmente favorevole immersa nella natura. Il grande comfort abitativo è assicurato da dehors panoramici e lido privato a lago abbinati ad alti soffitti, grandi vetrate e rifiniture firmate da brand internazionali leader del settore, ove ogni dettaglio è curato fin nei minimi particolari. Gli appartamenti vengono forniti di cucina arredata, armadi, ripostigli e a richiesta possono essere totalmente arredati con progetti di interiors elaborati da un team di architetti. Sono previsti box in autorimessa e giardini privati al pianoterra. Tenendo conto della posizione, della qualità edilizia e del livello delle finiture di pregio sono proposte in vendita ad un prezzo sicuramente molto interessante».


ARCHITETTURA / DEKANT INTERNATIONAL GROUP/IMMOBILIARE CERESIO

SOLUZIONI DI QUALITÀ IN CENTRO CITTÀ

L’

Agenzia Immobiliare Ceresio SA è leader sul mercato per il settore compravendita da oltre 50 anni… «Siamo presenti nel settore delle compravendite da oltre 50 anni e offriamo un servizio collaudato basato sulla conoscenza approfondita del mercato immobiliare proponendo un’ampia gamma di oggetti che comprende appartamenti, ville di pregio, terreni, palazzi, alberghi, stabili commerciali e promozioni immobiliari. Nel corso degli anni e delle generazioni che si sono susseguite nella gestione dell’Agenzia Immobiliare Ceresio SA è stato sviluppato anche un settore di amministrazioni immobiliari di stabili da reddito e condomini. Inoltre grazie a sinergie sviluppate con studi di progettazione ed imprese di costruzione, siamo in grado di gestire la compra vendita di immobili commerciali e residenziali, incluse ristrutturazioni e forniture di materiali. A completamento dei servizi offerti, attraverso rapporti sviluppati nel tempo con nostri partners in ambito bancario, legale, fiduciario ed assicurativo, possiamo fronteggiare e risolvere tutte le esigenze di una clientela sempre più diversificata per finalità di scelta, necessità e disponibilità finanziaria». Uno dei suoi punti di forza della nuova Residenza Canonica è di essere collocata proprio nel centro di Lugano… «In una zona a pochissimi passi dal centro pedonale, la Residenza Canonica, prevede l´edificazione di 5 piani fuori terra oltre ad un piano interrato. Ogni piano, dal primo al terzo, sarà adibito a due unità abitative rispettiva-

mente di 3.5 e 4.5 locali, con la possibilità di creare un´unica unità per piano. Il piano attico prevede un´unica unità abitativa di alto standing. Il piano terreno avrà invece una destinazione terziaria, ma non di vendita e si distingue per una struttura open space con ampie vetrate completamente personalizzabile. Al piano interrato si troveranno l´autorimessa per 11 posti auto, i locali tecnici, spaziosi locali cantina/deposito e lavanderia privata. Gli appartamenti moderni e molto luminosi godono tutti di una doppia esposizione, con zona giorno esposta a sud rivolta verso la corte interna e zona notte a nord. La costruzione sarà realizzata con ultime tecnologie, materiali di pregio e rifiniture di alta qualità, tutti gli appartamenti saranno dotati di riscaldamento a pavimento, climatizzazione, tripli vetri isolanti, fibra ottica, ecc. La Residenza Canonica si pone come soluzione ideale per chi vuole vivere in un contesto urbano, usufruendo di tutti i vantaggi derivanti dalla vicinanza rispetto al centro cittadino, godendo di spazi ampi, rifiniture e dotazioni tecnologiche di elevato livello qualitativo».

AGENZIA IMMOBILIARE CERESIO, FORTEMENTE RADICATA SUL TERRITORIO TICINESE, MIRA A VALORIZZARE L’ARCHITETTURA DI QUALITÀ COME L’OBIETTIVO CHE, OGGI PIÙ CHE MAI, TOCCA NON SOLO LE DIMENSIONI DEL COSTRUIRE E DELL’ABITARE, MA ANCHE LO STESSO VIVERE IN CITTÀ. CE NE PARLA MANUELA MURI.

AGENZIA IMMOBILIARE CERESIO SA Piazza Alighieri Dante 8 6900 Lugano Tel.+41 (0)91 923.32.74 Mob + 41 (0)76 582.27.81 manuela.muri@immobiliareceresio.ch www.immobiliareceresio.ch, TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

181


ARCHITETTURA / ARREDAMENTI BERNASCONI

CAMERE DA LETTO SEMPLICI E ARMONIOSE ROBERTO BERNASCONI, TITOLARE DI ARREDAMENTI BERNASCONI, INDICA LE NUOVE TENDENZE PER LA CAMERA DA LETTO, IL PIÙ INTIMO DEGLI AMBIENTI DELLA CASA DOVE LA PAROLA D’ORDINE È PERSONALIZZARE.

P

artiamo necessariamente dai colori… «Il colore se ben scelto, e soprattutto se opportunamente inserito, può diventare un ottimo alleato per fare di uno spazio “normale” un luogo unico, interessante e personale. Anche in camera da letto si presta a essere l’ingrediente centrale per creare qualcosa di inedito. In uno spazio come questo il consiglio è di orientarsi su palette cromatiche tenui e ben organizzate che mettano insieme materiali e colori (anche molto diversi fra loro) con grande qualità e armonia. Da sviluppare tinte unite e/o fantasie su pareti, piccoli arredi, ma soprattutto sugli elementi tessili (lenzuola, plaid, cuscini…), che possono davvero dare all’ambiente quella marcia in più, qualunque sia lo stile dello spazio». Anche i materiali sono importanti… «Contraltare al colore sono sicuramente i materiali, per la camera da letto una componente sicura con cui è davvero difficile sbagliare è il legno. Laccato o lasciato con una finitura naturale, meglio se con un’essenza chiara, è un evergreen perfetto per piccoli arredi e per strutture letto dalle linee minimal ed essenziali. Caldo e accogliente, difficilmente stancherà nel corso degli anni e nel tempo potrà facilmente essere reinterpretato in maniera sempre nuova e interessante». Gli arredi devono essere scelti in base ad un giusto bilanciamento? «Scelta e definita la linea cromatica si passa agli arredi. Pochi pezzi essenziali che assolvano alle funzioni base del far riposare, contenere e del ri-

182

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

porre, ma senza esagerare, perché questo ambiente “meno lo si riempie meglio è”. Scelto il letto gli elementi da inserire saranno 2 al massimo 3, ma tutto dipenderà dalle dimensioni della stanza, dalla sua articolazione e da quanto questa sia luminosa. In fatto di tendenza negli ultimi anni i desiderata puntano sugli stili iper


ARCHITETTURA / ARREDAMENTI BERNASCONI

personalizzabili, come il nuovo caldo minimalismo, il bohemian e il jungle che lasciano grande libertà compositiva e di interpretazione». Infine, il letto… «Per ciò che riguarda il letto il legno rimane sempre un grande classico perfetto per modelli dalle linee semplici ed essenziali, o shabby, ma assistiamo anche al grande ritorno del sommier. Presente in molte delle ultime collezioni notte i letti in tessuto, nella versione sommier con testiera e giro letto imbottito, sono un amatissimo ritorno. Il letto si apre a nuovi modelli ad alto tasso di comfort e morbidezza».

OLTRE 60 ANNI DI ESPERIENZA PER LA TUA CASA LISTINI IN EURO, SERVIZIO SVIZZERO Via Borromini 3 - CH-6850 Mendrisio - Tel +41 91 646 1878

www.arredamentibernasconi.ch

MENDRISIO


DOSSIER FONDAZIONI / ELISA BORTOLUZZI DUBACH

FONDAZIONI ITALIANE: NUOVI SCENARI, NUOVE PROSPETTIVE UN’INTERVISTA DI APPROFONDIMENTO CON L’ESPERTA DI FONDAZIONI E SPONSORIZZAZIONI ELISA BORTOLUZZI DUBACH PER COMPRENDERE LE DINAMICHE DI CRESCITA E LE ULTIME TENDENZE DEL SISTEMA DELLE FONDAZIONI IN ITALIA.

I

l tema delle fondazioni è sempre più rilevante in Europa e anche in Italia si registra un crescente sviluppo del settore. Di che cifre parliamo e qual è il background storico delle fondazioni italiane? «L’Italia conta 6.451 fondazioni (ISTAT, Censimento permanente delle istituzioni non profit, 2017), di cui 1.167 con attività prevalente nel settore dei beni e delle attività culturali. Questo numero è più che quadruplicato negli ultimi trent’anni (nel 1990 si contavano 1.594 unità): grazie alla privatizzazione di enti pubblici e l’adozione di soluzioni utilizzate all’estero per l’erogazione di servizi di pubblica

184

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

utilità, anche in Italia si sono diffusi i modelli delle fondazioni d’impresa, fondazioni comunitarie e fondazioni di partecipazione. L’origine delle fondazioni in Italia ha radici molto antiche: le prime tracce di pratiche di beneficenza e la creazione di istituti a carattere erogativo come le piae causae, le opere pie e i monti di pietà sono riconducibili al Medioevo e a un ruolo decisivo della Chiesa Cattolica. Nonostante la profondità di queste radici storiche, bisogna aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale per osservare il moderno sviluppo delle fondazioni in Italia e gli anni ‘80 e ‘90 per una loro definitiva diffusione su tutto il territorio nazionale: in questi anni, infatti, il contesto storico-sociale particolarmente dinamico, la crisi del welfare state e una discreta flessibilità delle leggi riguardanti le istituzioni private favoriscono la nascita di diverse tipologie di fondazioni (cfr. Gian Paolo Barbetta, Marco Demarie, Italy, in Andreas Schülter, Volker Then, Peter Walkenhorst (eds.), Foundations in Europe, London, Directory of Social Change, 2001)». Tra queste, le fondazioni di origine bancaria rappresentano un unicuum italiano, con un ruolo da sempre molto attivo nel sostegno alla cultura. Come nascono e come si configurano oggi? «Le fondazioni di origine bancaria italiane rappresentano un esempio inte-

ressante, oltre che potente, di filantropia istituzionale nel paese. Sono state istituite con la legge-delega n. 218 del 1990, che ha sancito la scissione dell’attività creditizia da quella filantropica tipica degli istituti di credito sorti nell’Ottocento: Casse di Risparmio e Banche del Monte sono trasformate in società per azioni analoghe alle altre banche, mentre la gestione delle attività filantropiche è affidata alle fondazioni, del tutto indipendenti dalle banche d’origine. Secondo il XXIII Rapporto ACRI (l’associazione che riunisce 86 delle 88 fondazioni di origine bancaria italiane) nel 2017 il totale attivo delle fondazioni di origine bancaria ammonta a 46,1 miliardi di euro ed è costituito per il 94,2% da attività finanziarie, mentre le immobilizzazioni materiali e immateriali rappresentano rispettivamente il 4,8% e l’1%. Nel 2017 l’attività erogativa delle fondazioni si attesta a 984,6 milioni di euro con il sostegno di 19.860 interventi. Tra i 21 settori ammessi dalla legge, il 50% del volume di queste erogazioni confluisce in tre settori principali: arte, attività e beni culturali con un totale di 236,9 milioni di euro erogati, assistenza sociale (135,6 milioni di euro) e ricerca e sviluppo (117,8 milioni di euro)». Quali considerazioni possono essere fatte, invece, per le fondazioni civili italiane? «Queste fondazioni sono prevalentemente di origine individuale e familiare


DOSSIER FONDAZIONI / ELISA BORTOLUZZI DUBACH

(ISTAT, Le fondazioni in Italia, 2005): più della metà appare determinata dalla volontà di persone fisiche, circa un quarto ha origine da istituzioni non profit, mentre in numero minore appaiono le fondazioni con tipologia di fondatore mista o riconducibile a istituzioni pubbliche. Ancora esiguo, ma in rapida crescita, è il numero di fondazioni d’impresa: nel 2005 se ne contavano 131, ma entro la fine del 2018 sarà pubblicata una nuova indagine, a cura di Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas, che mira a misurare non solo l’estensione del fenomeno negli ultimi quindici anni, ma anche a comprenderne la centralità nella strategia dell’impresa d’origine e la capacità di generare innovazione e rispondere ai bisogni delle comunità di riferimento. Bisogna considerare, infatti, che le fondazioni e gli altri enti del Terzo Settore stanno assumendo un ruolo di sempre maggior rilievo nel contesto sociale italiano integrando l’intervento statale in modo innovativo». In questo contesto, come operano per il sostegno all’arte e alla cultura? «L’arte e la cultura sono da sempre un’area di azione primaria per le fondazioni: la conservazione del patrimonio artistico e culturale è avvertita come una priorità, anche in relazione all’ingente patrimonio culturale dell’Italia e ai budget limitati dello Stato. La percezione dell’efficacia dei progetti culturali portati avanti dalle fondazioni è generalmente positiva: il loro intervento appare stabile e continuativo, tangibile e verificabile. Questo è riconducibile anche al fatto che la maggior parte delle fondazioni interviene a livello locale, piuttosto che internazionale. Interessante è notare l’eterogeneità delle fondazioni culturali: in alcuni casi hanno finalità conservative ed espositive, in altri gestiscono biblioteche, valorizzano archivi e centri di documentazione, oppure erogano risorse per la tutela e valorizzazione del terri-

torio, dei beni culturali e paesaggistici. Altre si occupano esclusivamente di contemporaneo, altre ancora di rassegne, festival e manifestazioni legate alle arti performative. Il periodico digitale Il Giornale delle Fondazioni presenta un accurato database di oltre 130 fondazioni culturali italiane aggiornato al 2013 ma in prossima rielaborazione (www.ilgiornaledellefondazioni.com/elenco-rapporti-annuali)». Il Codice del Terzo Settore, che ha riformato tutta la materia legislativa relativa alle organizzazioni non profit, è stato un importante passo in avanti anche per le fondazioni italiane. Quali sono i principali obiettivi e risultati della riforma? «Questa riforma, molto attesa dagli operatori, ha attuato una notevole semplificazione e armonizzazione delle fattispecie giuridiche che compongono il settore, naturalmente salvaguardando le specificità delle diverse culture organizzative, ma canalizzando tutti gli enti non profit nel grande universo degli Enti del Terzo Settore (ETS) e istituendo un Registro Unico nazionale a favore di una maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni finora molto scarse nel settore. Un altro risultato significativo è che la riforma introduce nell’ordinamento giuridico italiano la finanza sociale, cioè prevede una serie di strumenti finanziari (titoli di solidarietà, obbligazioni sociali, prestiti sociali, ecc.) che possono consentire agli Enti del Terzo Settore di divenire imprenditori sociali autonomi a tutti gli effetti». A suo avviso, quali sono le principali sfide che il sistema italiano delle fondazioni culturali deve saper cogliere nel prossimo futuro? Le fondazioni sono organismi che mettono in gioco una grande passione privata a favore del benessere pubblico e posseggono gli strumenti per creare innovazione in modo agile negli ambi-

ti più sfidanti: primo fra tutti penso alla digitalizzazione. Internet e i nuovi media possono trasformare il rapporto con le opere d’arte, l’audience engagement, ma anche l’organizzazione del lavoro all’interno degli istituti culturali. Se guardiamo al mondo della comunicazione, i siti web e i social media dei principali musei e collezioni d’arte italiani hanno una media di 3,5 milioni di utenti, con grande eterogeneità e fermento nelle modalità di coinvolgimento del pubblico e di strategie d’uso delle risorse culturali. Molto significativa, è poi la sfida di definire un uso diverso dei capitali filantropici: le fondazioni stanno portando avanti esempi pionieristici di mission investing e venture philanthropy in cui perseguono la finalità di generare un beneficio sociale misurabile accanto al ritorno finanziario dell’investimento. Operano poi per supportare i soggetti beneficati non solo finanziariamente, ma mirano al trasferimento di competenze, al capacity building, all’empowerment e all’advocacy, in vista di una maggiore imprenditorialità e auto-sostenibiltà degli operatori culturali. Infine, è necessario che le fondazioni sappiano fare rete. Se consideriamo i nuovi indirizzi alle politiche culturali dell’Unione Europea, vediamo che essi guardano alla cultura non solo come attività che genera valore per se stessa, ma soprattutto nella misura in cui contribuisce alla trasformazione socio-economica di una comunità, al benessere psicologico e salute dei cittadini, all’integrazione e multiculturalismo, all’innovazione. Una salda rete di fondazioni può permettere di cavalcare questi temi con efficacia e porre le basi per farne attori forti di trasformazioni virtuose dei territori». Elisa Bortoluzzi Dubach è consulente per fondazioni e sponsoring con incarichi didattici in patria e all’estero. Vive a Zugo (www.elisabortoluzzi.com). TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

185


DOSSIER FONDAZIONI / GIOVANNA FORLANELLI ROVATI

ETRUSCHI A MILANO

D

i che cosa si occupa Rottapharm Biotech? «Rottapharm Biotech è una società di ricerca biofarmaceutica, nata nel marzo 2014 come spin-off del gruppo farmaceutico Rottapharm Madaus, fondato dalla famiglia Rovati, che ne ha acquisito interamente le risorse, le infrastrutture e gli innovativi programmi di ricerca e sviluppo. Dispone di strutture all’avanguardia per tutte le attività di R&D, dalla ricerca allo sviluppo clinico, impiegando oltre 110 fra ricercatori e personale amministrativo, che operano nella sede di Monza e nell’unità a specializzazione biotecnologica di Trieste. La competenza scientifica del gruppo è documentata da ben 19 farmaci proprietari sul mercato, più di 80 famiglie di brevetti e 600 brevetti singoli, e corredata da oltre 1000 pubblicazioni scientifiche. Grazie a più di 50 anni di attività, Rottapharm Biotech ha sviluppato grande competenza in varie aree scientifiche e in particolare nella reumatologia». Perché la scelta di creare una fondazione e qual‘ è il suo scopo statutario? «La Fondazione Luigi Rovati nasce nel 2016 da una passione originaria per l’arte e la cultura, da una lunga storia nell’industria farmaceutica e raccoglie un’esperienza decennale di iniziative di responsabilità sociale basate su progetti innovativi, spesso visionari, incentrati sull’arte – dall’antica alla contemporanea – e sulle sue applicazioni educative e formative, nonché sulla volontà di contaminare la cultura scientifica con la cultura umanistica e storica artistica. La Fondazione non ha scopo

186

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

di lucro e opera negli ambiti della promozione e valorizzazione dei beni culturali, artistici e storici; del sostegno e della promozione della ricerca scientifica in ambito medico». Quali aree di intervento coinvolge la vostra fondazione e quali progetti avete realizzato negli ultimi anni? «Ad oggi la Fondazione ha identificato come progetto principale la realizzazione di un Museo di Arte Etrusca a Milano, e ha in questo ambito avviato collaborazioni con Istituzioni pubbliche e private». Come nasce la scelta di istituire un museo etrusco a Milano? «L’operazione rientra nel fondamentale contesto della restituzione e reintegrazione del patrimonio archeologico del nostro Paese da parte di privati: quando si è presentata la possibilità di acquistare un’importante collezione etrusca di impasti e buccheri residente in Svizzera e di poterla far rientrare in Italia permettendone la fruizione pubblica, non abbiamo avuto indugi e abbiamo dato inizio al progetto. Il museo vuole proporsi come centro di eccellenza nel campo della conservazione, dello studio e della valorizzazione dei reperti antichi, configurandosi come un polo d’attrazione per le realtà legate all’archeologia etrusca dislocate sul territorio nazionale. Per questo la scelta della sede museale è ricaduta su Milano, nodo centrale di afflusso di flussi turistico-culturali che si muovono in un territorio sempre più esteso e integrato». Come sarà costruito questo museo? «Il progetto architettonico prevede la ristrutturazione e l’ampliamento dello


DOSSIER FONDAZIONI / GIOVANNA FORLANELLI ROVATI

storico palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, situato a Milano in Corso Venezia 52, nella prestigiosa area che include i giardini pubblici di Porta Venezia “Indro Montanelli” e immobili d’eccellenza quali Palazzo Saporiti (1912) che ospita il Museo Civico di Storia Naturale e il Planetario, realizzato nel 1930 dall’architetto Piero Portaluppi. Il palazzo si presenta attualmente costituito da un unico corpo di fabbrica composto da cinque piani fuori terra (oltre a un piano interrato e un piano sottotetto) per una superficie totale di circa 3.300 metri quadrati. Affidato allo studio Mario Cucinella Architects, il nuovo progetto prevede tre macro interventi: il primo è rappresentato dall’operazione di conservazione e restauro del piano nobile, una “casa ritrovata” pensata per esporre oggetti d’arte ; il secondo intervento interessa la riqualificazione del grande giardino sul retro dell’immobile, pro-

getto sviluppato in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio; il terzo riguarda l’ampliamento del livello interrato dell’immobile e la realizzazione del museo ipogeo che ospiterà la collezione di vasi e reperti etruschi». Lei opera oramai da molti anni nel settore filantropico, com’è evoluto negli ultimi anni? Quali le sfide e quali le opportunità? «Vedo un maggiore professionalità, ma soprattutto il coinvolgimento in prima persona dei “Filantropi”. Si ha sempre meglio voglia di erogare, e sempre più di ideare e sviluppare progetti, sperimentando nuove vie e misurandone i risultati. Soprattutto in Italia, dove le Istituzioni sono sempre più in affanno, Fondazioni private e imprese sociali avranno un ruolo sempre più centrale nelle azioni a favore della collettività».

Gerard Dou, «Il suonatore di violino» (particolare), 1653 © LIECHTENSTEIN. The Princely Collections, Vaduz–Vienna

VALUES WORTH SHARING

«LGT ci aiuta a trasformare il talento in prestazioni.» LGT Young Soloists, col patrocinio di LGT dal 2013

lgt.ch/values


DOSSIER FONDAZIONI / BEATE ECKHARDT

TICINO, UN ESEMPIO DA SEGUIRE INTERVISTA CON LA DIRETTRICE DI SWISSFOUNDATIONS, L’ASSOCIAZIONE DELLE FONDAZIONI EROGATRICI DELLA SVIZZERA.

188

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

P

uò raccontarci come funziona questa associazione e quali sono i suoi scopi statutari? «SwissFoundations è nata nel 2001, a Basilea, per iniziativa delle direttrici e dei direttori di undici fondazioni erogatrici svizzere. A monte vi era il forte desiderio di avviare uno scambio di informazioni nel settore e fare rete così da poter lanciare progetti comuni e costruire insieme una forte organizzazione di fondazioni erogatrici di pubblica utilità. Oggi SwissFoundations distribuisce più di un quarto delle erogazioni complessive concesse ogni anno in Svizzera ed è il punto di riferimento delle fondazioni del Paese. Forniamo sostegno concreto ai nostri membri nello svolgimento delle loro attività attraverso task force, formazione continua e trasmissione di know-how. Mettiamo le fondazioni in contatto fra loro - ad esempio nell’ambito del Simposio delle fondazioni svizzere, il maggiore evento nazionale del settore, che si tiene ogni anno - nonché con i protagonisti del mondo economico, scientifico e sociale presenti sulla scena nazionale e internazionale. A livello politico ci impegniamo attivamente per ottenere condizioni quadro liberali e per dare all’opinione pubblica un’immagine positiva delle fondazioni di pubblica utilità. SwissFoundations si pone, in questo modo, come organizzazione orientata sia alla fornitura di servizi ai suoi membri, sia come rete votata all’innovazione».

Le fondazioni culturali, socie di SwissFoundations svolgono un ruolo molto importante in Svizzera, può parlarcene più diffusamente? «Nel panorama culturale svizzero, la promozione della cultura attraverso fondazioni private di pubblica utilità riveste un ruolo di primo piano. Con le sue 13.129 fondazioni di pubblica utilità e un rapporto di 16 fondazioni ogni 10.000 abitanti, il nostro è uno dei Paesi europei “più densamente popolati” in questo senso. Circa un terzo di tali istituzioni - 4.300 - hanno come scopo la promozione della cultura o del tempo libero. Alcune di esse si occupano esclusivamente di queste attività, mentre altre sono focalizzate anche sul raggiungimento di altri obiettivi. Le fondazioni erogatrici di pubblica utilità svolgono, quindi, un ruolo decisivo sullo scenario culturale svizzero, anche se le ripercussioni finanziarie dirette sono difficili da determinare. Stando a stime e proiezioni basate su risorse documentate di fondazioni associate a SwissFoundations, sui circa 3 miliardi di franchi annuali di sovvenzioni pubbliche alla cultura, circa 300 milioni di franchi provengono da fondazioni private di pubblica utilità. Quasi ancora più importante della potenza finanziaria del settore è però il suo ruolo a sostegno dell’innovazione, di iniziative e progetti inediti, non ancora in grado di raccogliere i consensi di tutti». Qual è il suo giudizio personale sul Ticino delle fondazioni?


DOSSIER FONDAZIONI / BEATE ECKHARDT

«Come tutte le realtà svizzere di questo tipo, anche il Canton Ticino è contraddistinto da fondazioni di piccola e media taglia. Da noi ne esistono 791 di pubblica utilità e detengono in media un patrimonio di 1,8 milioni di franchi. Il dato interessante è che un terzo di loro è sottoposto all’Autorità federale di vigilanza e opera quindi a livello nazionale e internazionale. Il paesaggio ticinese in questo senso pensa e agisce molto più alla grande di tante altre realtà svizzere di questo tipo. Lo si può notare anche dal crescente interesse da parte delle fondazioni ticinesi a fare rete e ad avere un maggiore scambio di esperienze. Nel 2016, con il supporto di SwissFoundations, si è costituita la Rete Ticinese delle Fondazioni Erogatrici, che è un esempio eccellente. La rete ha già dato risultati concreti sotto forma di progetti di cooperazione e scambio regolare tra le fondazioni donatrici ticinesi. Alla luce delle sfide sociali che ci aspettano, si tratta certamente di una evoluzione intelligente ed efficace. Una specificità della piazza ticinese in questo contesto è rappresentata inoltre dal ruolo di avvocati e fiduciari. Come questo sia da interpretare e quali vantaggi o svantaggi ciò presenti, non sono in grado di dirlo». Qual è Il ruolo di SwissFoundations in Ticino: programmi, prospettive, progetti, visioni? «Come ho già detto, nel 2016 abbiamo dato il nostro apporto alla costituzione della Rete Ticinese delle Fondazioni Erogatrici. La prima, però, di SwissFoundations in Ticino, è avvenuta nel 2011, nell’ambito di una conferenza nazionale sul tema della promozione culturale. Gli organizzatori di allora e la dott.ssa Elisa Bortoluzzi Dubach hanno riunito per la prima volta le fondazioni della Svizzera tedesca, del Ticino e del Nord Italia. Una iniziativa straordinaria, che un po’alla volta si è trasformata in qualcosa di più concreto come appunto la Rete.

Come associazione nazionale ci sta a cuore fornire il nostro sostegno a fondazioni donatrici e progetti di networking su tutto il territorio. Allo stesso tempo siamo consapevoli che l’iniziativa deve sempre partire dalla rispettiva regione. Solo le fondazioni donatrici ticinesi conoscono ciò di cui hanno bisogno, a quale know-how sono interessate, come evolvono i loro progetti, quali sfide le attendono nel futuro. In tal senso SwissFoundations si vuole innanzitutto come realtà di ascolto e come prestatrice di servizi. Allo stesso tempo le fondazioni ticinesi possono avvalersi delle esperienze che abbiamo fatto con l’apertura di una sede in Romandia e con l’avvio di una collaborazione con i due maggiori centri di ricerca filantropica sivzzera: il Center for Philanthropy Studies presso l’Università di Basilea e il Geneva Center for Philanthropy, da poco inaugurato presso l’Università di Ginevra. Con i due atenei ticinesi, l’USI e la SUPSI, e ponendosi al sesto posto come piazza svizzera per le fondazioni, il Ticino vanta i migliori presupposti per completare il triangolo filantropico nazionale. Accanto alla ricerca e alla formazione continua, per i prossimi anni SwissFoundations prevede di venire in Ticino con il Simposio svizzero delle fondazioni aprendo così i nostri forum e le nostre piattaforme di rete anche alle fondazioni donatrici ticinesi».

supporto a processi interni o a strutture organizzative interne, a lavori legati per tematiche al mondo degli avvocati dove le fondazioni danno slancio politico alle loro istanze per sensibilizzare l’opinione pubblica, oppure Impact Investing come possibilità di concedere non solo contributi a fondo perduto, ma dare anche prestiti oppure, come controprestazione per il sostegno, ottenere quote azionarie: tutto questo sta a indicare come sia variegato e dinamico l’universo svizzero delle fondazioni. Molto, ma non tutto può essere applicato a promozione della cultura. Partendo dall’agilità, dalla velocità e dal fatto di non avere proprietari o soci, le fondazioni possono, come nessun‘ altra realtà, promuovere l’innovazione, sperimentare nuovi modelli aiutando a preservare la sostenibilità della nostra società. Del resto le fondazioni possono però anche segnalare punti delicati, sensibili, proprio lì dove nessuno sembra più considerarli. Esse possono essere custodi del sapere ponendo l’attenzione su quanto è finito nel dimenticatoio». (www.swissfoundations.ch)

Quali sono gli scenari e le prospettive per il finanziamento privato della cultura in Svizzera? «Le modalità di lavoro delle fondazioni di pubblica utilità si trovano in una fase di mutamento profondo da diversi anni. Quelle classiche, con le quali le fondazioni reagiscono alle richieste sostenendo primariamente, in termini di tempo e di contenuto, progetti a termine, vengono integrate da un lavoro programmatico dove le fondazioni indicono un bando oppure sviluppano attivamente ambiti tematici. Concetti come Capacity Building, ovvero il TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

189


DOSSIER FONDAZIONI / HUBERT LOOSER

HOW A COLLECTION IS BORN INTERVIEW WITH HUBERT LOOSER, COLLECTOR, PRESIDENT OF FONDATION HUBERT LOOSER AND BOARD MEMBER OF THE KUNSTFORUM, ZURICH.

H

ow was your passion for art born? «My passion awoke when I was a student in Paris at the age of 22 and when a friend showed me posters in his loft. I then travelled to NY for studies, Mexico, Japan and many asian countries. There I was fascinated by their art and by the temples of Angkor Wat from where I bought reliefs of the tempel Walls. Back home I started visiting galleries and collected 30 years Swiss Artists for me and for my companies. Collecting and Art was a balance to my professional life. I had to live somehow in a different world». You were a very successful entrepreneur, how and when did you decide to leave? «After 30 years of being president of many companies I introduced two of them to the stock market. This was the moment that I decided to retire from business at the age of 54 and to start a „new“ life. The sale of my shares allowed me to collect internationally at the higher end and to establish my Humanitarian Foundation, which has been involved since 1988, in about 40 Charity Projects. I established my Humanitarian Foundation in 1988, thirty years ago. Having seen the tragedies in emerging countries and the corruption which went with it, I concluded that giving the younger generation professional education and perspectives of earning money for themselves and for their families was

190

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

the best way of helping these people. After ten years I made a selection of the ten best organisations which I could support regularly in the future. This is what I am doing now. In some cases we became consultants to these organisations and in other cases we advised them to merge with others. In 1995 I joined young swiss students to establish Goutte d‘Eau in Cambodia and helped them to install the Child Support Network CSN. In the same country we run schools for youngsters that do not qualify for the public schools. We run an educational center for over 15 professional skills and also run a home for handicapped people. The misery in this country goes so far that many parents sell their children which are often misused in Bangkok. We bring them back and make plans for their parents. In 1964 I came back from the Far East and was at the age of 26 in charge of establishing a business in the heating branch in France. Their I built an assembly plant for oil burners and opened ten sales offices. Devaluations of the french currency and the socialist policy made it very difficult for me but I managed to survive. In 1969 I was in addition in charge of diversification and found in 1972 a well known distributor for copiers and microfilm: Walter Rentsch. Ten years later we in-


DOSSIER FONDAZIONI / HUBERT LOOSER

the Kunsthaus and realized that the museum was missing leading artists in the field of Abstract Expressionism, Minimalism and Arte Povera. From that moment on I travelled to museums and galleries in London and New York. Within a year or two I had a concept for what was important for my collection and what was rather not relevant. With my business instinct I could get good art works from Artist Estates and Galleries. Today I have a collection of major artists which are in dialoge with each other».

crease the turnover by ten and I then had the idea to introduce the company to the stock market. That was a great success for an unusual small public company with 900 people». When and how did your collection originate? «In 1994, after the two IPO‘s, I „transformed“ my capital towards an international collection. With my experience of the past in collecting, I decided to collect influential international artists in the fields of surrealism, abstract expressionism, minimalism and arte povera, especially artists from the US which were not retained by many european museums. I must have had the idea to buy museums pieces that lateron I would offer to a museum. I had the Kunsthaus in Zurich in mind and was inspired by the Bührle Collection. I analised the collection of

Your collection has been received in important museums the world over. What were the main exhibitions in which you participated? «The reason that I could make loans to over 40 museums and was asked by 6 museums to exhibit my collection is due to the quality and rarety of of my works. I started in 2012 with an exhibition at the Kunstforum Vienna which was interested to exhibit the after war periods. Then in 2013 I offered the Kunsthaus a long term loan which was then exhibited there. In 2016 I wanted to change the exhibition purpose and proposed the well known Folkwang Museum in Essen a joint exhibition with twenty artworks from each side. This was qualitywise a high profile exhibition mainly of American Abstract Art. In 2017 I was asked by the National Museum in Oslo to exhibit again the after war period. They do not have a collection of this period and wanted to introduce

these artist to their public because they will open a Contemporary Museum in 2020. This year I had the idea to make an important exhibition of paperworks and sculptures in the Kunsthalle Krems and show the lesser known 170 works of my collection. The same exhibition will come up at the Kunsthaus Zurich from September 2019 till January 2020. In 2021 the Museums extemsion in Zurich will be ready to host my collection in separate rooms of my Foundation. Another initiative of mine was the foundation of the Kunstforum Zurich with the purpose to create a debate culture about the Art Market and about the future cultural identity of Zurich». Now you have won the Montblanc Arts Patronage Award. What effect did it have on you to receive such an important recognition? «I was quite surprised by this honorable award. It confirms my conviction that an important art collection should find it‘s way to the greater public. I consider it my responsability to improve museums collections and to promote Public-Private-Partnership at a time when museums can not afford market prices anymore. I hope to inspire other people to follow my example». You recently took part in the Symposium “The energy of patronage” held inTicino on 21 September. How do you evaluate this experience and what is your relationship with Ticino? «This Symposium was adressed to Foundations and Mezènes. It is important that people like me show their committment to the society and that the Symposium organises also in the future such events. My relationship with Ticino so far has not been extensive due to my travelling and committments elsewhere. I regret it. But since my friend Tobia Bezzola is the director of MASI in Lugano. He might inspire me to come more often to Lugano». TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

191


DOSSIER FONDAZIONI / PHILIPPE BISCHOF

Ph: Christian Flierl

DALLA PARTE DEGLI ARTISTI

INTERVISTA CON IL DIRETTORE DI PRO HELVETIA, FONDAZIONE CHE SOSTIENE L’ARTE E LA CULTURA SVIZZERA E NE FACILITA LA DIFFUSIONE.

L

ei è direttore di Pro Helvetia, di che cosa si occupa la fondazione e quale è la sua organizzazione? «Su mandato della Confederazione, la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia sostiene gli artisti e gli operatori culturali svizzeri e diffonde le loro opere al di là dei confini linguistici e nazionali. Promoviamo progetti di qualità e di interesse nazionale nell’ottica di favorirne la varietà. Oltre alla creazione artistica, le nostre attività comprendono gli scambi culturali in Svizzera e con l’estero, il sostegno a nuovi impulsi culturali e la promozione delle nuove leve. Il Segretariato della Fondazione ha sede a Zurigo. All’estero Pro Helvetia dispone di uffici di collegamento al Cairo, a Johannesburg, Nuova Delhi, Shanghai e a Mosca. Inoltre gestisce il Centre culturel suisse di Parigi (CCS), finanzia le attività culturali degli Istituti svizzeri di Roma (ISR) e di New York (SINY) e collabora con swissnex San Francisco sulla base di un mandato di prestazioni». Che budget avete a disposizione per il 2018? «Il budget per il 2018 ammonta a 40,3 milioni di franchi». Quale sarà la strategia della fondazione per i prossimi anni? «Fino allo scadere dell’attuale messaggio sulla cultura nel 2020, la strategia della Fondazione è già definita. Il nuovo messaggio sulla cultura per gli anni

192

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019


DOSSIER FONDAZIONI / PHILIPPE BISCHOF

dal 2021 in poi è in corso di elaborazione, per cui non è ancora possibile fornire informazioni in merito». Che collaborazioni avete in questo periodo con istituzioni culturali ticinesi/artisti in Ticino e all’estero? «Pro Helvetia favorisce i progetti che abbiano una risonanza sovraregionale o internazionale. Questo vale anche per il Ticino, dove abbiamo sostenuto, e sosteniamo tutt’ora, sia le istituzioni ticinesi che ospitano progetti svizzeri di interesse nazionale, sia gli operatori culturali (individui o gruppi/compagnie) che realizzano nuove opere o che sono protagonisti di tournée in altre regioni della Svizzera o all’estero. Tutti i progetti sostenuti da Pro Helvetia sono pubblicati una volta all’anno sul nostro sito all’indirizzo prohelvetia.ch/progetti-sostenuti». Lei ha partecipato di recente ad un convegno sul tema del mecenatismo. Che cosa pensa della situazione del mecenatismo in Svizzera? «In occasione di quel convegno non ho parlato della situazione del mecenatismo in Svizzera, ma di alcune delle sfide future che attendono il sostegno privato alla cultura in Svizzera e di come tale sostegno possa mantenere il suo carattere innovativo anche in avvenire. A ragione la Svizzera può essere definita un Paese con un altissimo numero di istituzioni private di sostegno, e non vi sono segnali di un’inversione di tendenza, anzi. È però importante migliorare le sinergie tra la promozione pubblica e privata della cultura, perseguire determinati obiettivi comuni e far fronte alle sfide odierne. Quali sono, in sintesi, queste sfide concrete? • Sicurezza sociale e salari equi per porre un freno al precariato artistico • Investimenti tecnologici e digitali per ampliare le istituzioni • Accrescere le competenze tecniche e comunicative delle istituzioni e degli artisti

• Rinnovamento digitale e tecnologico/ evoluzione delle forme di produzione • Creazione e sostegno di modelli innovativi (ed equi) di distribuzione e promozione • Sostegno duttile e flessibile a nuove forme e formati di espressione artistica • Promuovere la riflessione critica e la critica culturale • Ampliare la diffusione nazionale e internazionale delle opere artistiche Qual è la sua opinione in merito alle condizioni necessarie per mantenere innovativo il mecenatismo? «In effetti, nell’industria culturale globale si constata ormai una forte costrizione alla produzione permanente, che provoca non solo un’offerta inutilmente ridondante, ma anche e soprattutto una sproporzione tra creazione/produzione e impatto/ricezione critica. Si tratta di uno degli aspetti piuttosto negativi della realtà culturale odierna, che si riflette anche nel sistema federalistico di promozione della cultura pubblico e privato: la sua proverbiale rigorosità, l’orientamento sul breve termine e il suo orizzonte locale producono sempre più effetti negativi per gli artisti. Il rispetto della ripartizione delle competenze a livello politico è legittimo ma impedisce di promuovere in modo più sistematico la visibilità, la mobilità e la rete di contatti di molti eccellenti operatori culturali. La sussidiarietà a maglie sottili del nostro sistema di promozione culturale non rappresenta solo una grande opportunità, ma anche un pericolo, ed è proprio ciò che secondo me occorre modificare nel senso appena descritto se vogliamo che i nostri talenti abbiano il massimo impatto e la massima risonanza possibili. Si tratta di passare da una politica fatta di tante decisioni sconnesse tra loro a una politica delle sinergie e degli effetti a catena. In questo modo non si intende limitare l’autonomia dei singoli attori, ma incoraggiarne la collaborazione reciproca». TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

193


AZIENDE / DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO

LA METROPOLITANA TICINESE SARÀ ANCHE SU GOMMA 01

PRIMI PASSI PER IL POTENZIAMENTO DEI TRASPORTI PUBBLICI SU GOMMA, SOPRATTUTTO NEL LUGANESE E NEL LOCARNESE, IN VISTA DELL’APERTURA DELLA GALLERIA DI BASE DEL MONTE CENERI NEL DICEMBRE DEL 2020. DOPO LA FASE DI CONSULTAZIONE, È INIZIATO L’ITER CHE PORTERÀ ALL’APPROVAZIONE DEL FINANZIAMENTO NECESSARIO DA PARTE DEL PARLAMENTO.

A

ncora due anni e le possibilità di spostamento con il trasporto pubblico in Ticino cambieranno notevolmente. Con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri nel dicembre del 2020, infatti, i collegamenti tra Sopra e Sottoceneri e i vari agglomerati ticinesi saranno molto più veloci e immediati, oltre naturalmente a quelli verso il nord delle Alpi. Si parla così di un vero e proprio servizio ferroviario metropolitano ticinese che collegherà in modo più diretto e confortevole tutte le regioni del Cantone.

01 Trasporti Pubblici, Lugano 02 Trasporti Pubblici su gomma, Locarno 03 Pensilina Botta, Lugano

194

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

Un cambiamento epocale «Il Ticino è pronto a vivere un cambiamento epocale in termini di grandi opere viarie» commenta il Consigliere di Stato Claudio Zali sottolineando che «grazie all’apertura della Galleria

di base del Ceneri avremo collegamenti più frequenti, più confortevoli e molto più veloci. Si tratta di un progetto che, di fatto, è parte di una visione più ampia del Cantone, impegnato da un lato in un importante potenziamento del servizio ferroviario regionale e, dall’altro, in lavori di progettazione per adattare anche le reti di trasporto su gomma urbane e regionali nei quattro agglomerati» Più corse, nuove linee e modifica dei percorsi Per concretizzare gli obiettivi è necessario infatti dare continuità alla futura offerta ferroviaria anche sulle reti bus in tutte le regioni del Ticino, con buone coincidenze ai nodi d’interscambio. A tale proposito è previsto un importante aumento dell’offerta per garantire sufficiente capacità di trasporto nel-


AZIENDE / DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO 02

richiesta di aggiornamento puntuale del concetto. La prossima fase prevede l’elaborazione dell’orario di dettaglio e la valutazione dei costi da parte delle imprese di trasporto interessate. L’iter porterà in seguito alla presentazione della nuova offerta ai Comuni e all’approvazione del credito da parte del Gran Consiglio. Bellinzonese, Tre Valli e Mendrisiotto Nelle altre regioni del Cantone – Bellinzonese, Tre Valli e Mendrisiotto – è pure in corso la pianificazione di un potenziamento, perseguendo gli stessi obiettivi. Dal momento però che nei due agglomerati di Bellinzona e del Mendrisiotto il trasporto pubblico su gomma è stato nettamente potenziato pochi anni or sono, l’aumento quantitativo sarà inferiore. In evidenza sono soprattutto i nuovi terminali bus che dovrebbero vedere la luce nei prossimi due anni a Bellinzona, Mendrisio e Chiasso. Dove e come cambierà nel Luganese… Nel Luganese saranno particolarmente potenziati i servizi regionali nel Basso Vedeggio (nuova linea Bioggio Molinazzo FLP – Manno Suglio – Lugano Cornaredo via galleria Vedeggio-Cassarate), tra la Capriasca e il Basso Vedeggio (nuova linea Tesserete – Taverne FFS – Bedano – Manno Suglio – Lamone FFS), nel comparto della Capriasca (nuova linea Origlio Carnago – Tesserete – Cornaredo –

le ore di punta, ma anche un ampliamento dell’arco di servizio il mattino e la sera così come nei fine settimana. Il trasporto su gomma verrà potenziato soprattutto nel Locarnese e nel Luganese, le regioni che grazie alla nuova galleria approfitteranno di un nuovo collegamento diretto che dimezzerà il tempo di viaggio a soli 30 minuti. Il Dipartimento del territorio si è mosso da tempo per dare forma a questa esigenza e in collaborazione con le Commissioni regionali dei trasporti ha allestito i concetti di offerta che prevedono non solo l’aumento quantitativo delle prestazioni del trasporto pubblico su gomma, ma anche l’introduzione di nuove linee e il prolungamento o la modifica dei percorsi di alcune linee esistenti per allacciare nuovi comparti territoriali o migliorare la capillarità del servizio. A livello di numeri, l’incremento delle prestazioni è stimato a oltre l’80% nei servizi regionali, e al 26% in quelli urbani. I costi supplementari annui a carico dei committenti sono valutati a 18.2 mio di franchi per le linee regionali (da ripartire tra Confederazione, Cantone e Comuni) e a 4,3 milioni di franchi per le linee urbane (da ripartire tra Cantone e Comuni serviti).

Lugano Centro), nel comparto del Malcantone (nuova linea Bioggio FLP – Gaggio – Cimo) e sarà allacciata la zona industriale di Muzzano. I servizi urbani offriranno corse almeno ogni 15 minuti (10 minuti negli orari di punta) su tutte le linee da lunedì a domenica e la sera fino a mezzanotte e saranno meglio allacciati alla rete ferroviaria (soprattutto le linee 1 e 2 che passeranno dalla stazione di Paradiso). …e nel Locarnese Vi sarà un collegamento diretto Locarno–Ascona (nuova corsia bus accanto alla A13) e la linea 1 verrà prolungata da Ascona a Losone Via Mezzana e da Tenero Brere a Gordola sud (centro SSIC/Scuola media). Il servizio tra la zona della Foce/Lido, la stazione e la collina (Locarno Monti/Orselina/Brione) sarà completamente ristrutturato mediante la creazione di due nuove linee diametrali rispetto alla stazione (3 e 4), con servizio anche del lungolago (collegamento diretto tra stazione e Lido) e, verso Locarno Monti, della Città Vecchia. Nel Gambarogno sarà creato un nodo d’interscambio a San Nazzaro (bus-bus e bus-battello navetta da/per Locarno); verrà modificata la linea principale (Cadenazzo–Dirinella) a Quartino per servire meglio la frazione di Cadepezzo e si prolungherà una linea da Magadino ad Orgnana, frazione finora non servita dal trasporto pubblico.

Due anni per il nuovo orario Questi concetti sono stati recentemente posti in consultazione. In linea di massima i Comuni hanno condiviso il progetto con qualche osservazione o 03

195


AZIENDE / AIF TICINO

I VALORI CHE GUIDANO LE IMPRESE FAMILIARI TICINESI

QUASI UN CENTINAIO DI SOCI E SIMPATIZZANTI HANNO PARTECIPATO ALLA TERZA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DI AIF TICINO, L’ASSOCIAZIONE ECONOMICA CHE RAGGRUPPA E DIFENDE LE IMPRESE DI FAMIGLIA DELLA SVIZZERA ITALIANA, IN OCCASIONE DELLA QUALE È STATO RIPERCORSO L’ULTIMO INTENSO ANNO DI ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE.

196

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

L’

incontro ha permesso di fare il punto sulla situazione delle imprese di famiglia attive nella Svizzera italiana e volgere uno sguardo alle future sfide per chi fa impresa su questo territorio. Il 2017 ha visto in particolare l’organizzazione di un grande evento – lo STEP Global Summit – che ha portato all’Università di Lugano molte delle 45 università che collaborano al progetto STEP insieme

a più di un centinaio di aziende familiari. È stato inoltre presentato il ciclo di seminari (previsto per gli anni 2018-2019), organizzato da AIF Ticino in collaborazione con l’Istituto di diritto dell’USI, che si concentra sui temi più a cuore all’assemblea: il contesto legale e fiscale così come lo scambio di esperienze in relazione alla successione nell’ambito delle imprese di famiglia. Ulteriori dettagli si trovano su www.aifticino.com.


AZIENDE / AIF TICINO

Nel suo discorso di benvenuto, il Presidente di AIF Ticino, Flavio Audemars, ha poi lanciato uno sguardo verso il prossimo anno di attività dell’associazione, mettendo in guardia sul fatto che «il protezionismo crescente a livello mondiale non può che preoccuparci, poiché a farne le spese sono soprattutto le imprese di un’economia piccola come quella svizzera e ticinese, fortemente rivolta all’esportazione». L’associazione non rimarrà ad ogni modo con le mani in mano. Il presidente ha annunciato che «anche nel prossimo anno AIF Ticino si impegnerà a dialogare con tutti i partner – da destra a sinistra – alfine di sensibilizzarli sulla necessità di disporre condizioni quadro ottimali e proseguire le storie aziendali che da generazioni caratterizzano l’economia del Ticino». Sotto questo aspetto l’associazione può contare su una serie di imprenditori credibili che da molto tempo sono radicati nel territorio della Svizzera italiana.

La sede giusta per la gestione delle vostre assicurazioni

Anche il Sindaco di Lugano nel suo saluto ufficiale da parte della Città ha voluto tributare i numerosi imprenditori che da due o più generazioni si impegnano e relazionarsi con il territorio e che fungono così da ambasciatori perfetti nei confronti di una società che ha bisogno di toccare sempre più da vicino le realtà economiche per comprenderne le esigenze e supportarle. L’intervento della Dr.ssa Elena Zambon, ospite d’onore dell’Assemblea ha poi offerto ai presenti la possibilità di tuffarsi in una realtà aziendale multinazionale con una storia lunga oltre 110 anni. Intitolata “112 anni di famiglia e impresa alla continua ricerca del nuovo”, la presentazione della Dr.ssa Zambon, tra i molti aspetti toccati, ha messo in luce tre elementi chiave per il successo e la crescita delle imprese familiari: il forte radicamento nei valori e nella cultura dell’impresa, come prerequisito per costruire linguaggi co-

La gestione dei contratti Con la nostra esperienza e forza contrattuale ci assumiamo la responsabilità di assicurare gli interessi della nostra clientela negoziando al meglio le condizioni con tutte le compagnie d’assicurazione garantendo la miglior soluzione secondo il principio del libero mercato.

muni e guidare tutta la struttura verso obiettivi condivisi, nell’ambito delle strategie aziendali; l’importanza di avere una governance chiara, anche come prerequisito per la managerializzazione dell’impresa; e infine costruire una impresa aperta a cogliere le opportunità offerte dall’innovazione e lo sviluppo internazionale, perché solo attraverso lo scambio con l’esterno e la creazione di network è possibile valorizzare idee e progetti innovativi, che creano futuro.

I casi di sinistro Ci assumiamo l’onore di assistervi in caso di sinistro per qualsiasi tipo d’intervento presso gli assicuratori.

I costi Nessun costo aggiuntivo per i vostri premi, i nostri servizi sono onorati dalle compagnie d’assicurazione in base al contratto quaro Nazionale.

Via Pestariso 11 - CP 155 CH 6982 Agno Tel. +41 (0)91 605 70 66 - Fax +41 (0)91 605 70 68 - info@assurswiss.ch - www.assurswiss.ch Iscritta al registro dell’Ufficio Federale delle assicurazioni private - Membro della Camera e commercio del Canton Ticino


AZIENDE / VERAGOUTH

GIACOMO VERAGOUTH, DIRETTORE GENERALE, PRESENTA UN’ATTIVITÀ CHE DAL 1936 COSTITUISCE UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI REALTÀ PRODUTTIVE DEL TICINO. TRADIZIONE E INNOVAZIONE, TANTA INTRAPRENDENZA, LA SPINTA A MODERNIZZARE E SPERIMENTARE NUOVE TECNOLOGIE; IL LEGNO COME PASSIONE.

P

artiamo dalle origini, cioè dalla storia di una attività artigiana che è cresciuta in Ticino e nel mondo… «Diciamo subito che la Veragouth è giunta alla terza generazione e dunque in oltre 80 di vita abbiamo contribuito allo sviluppo della lavorazione del legno in Ticino. In principio eravamo una bottega di falegnameria a Viganello, ma dopo il trasferimento a Bedano abbiamo assunto le dimensioni di una vera e propria fabbrica e come tale io l’ho vissuta fin da ragazzo. Sono stato a lungo al fianco di mio padre, al quale devo tutto. Mi rendo conto che il suo è stato il metodo di insegnamento più prezioso, quello che ha la forza quotidiana dell’esempio.

198

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

80 ANNI DI LAVORI IN LEGNO Giravo con lui un po’ tutti i reparti, e mi sono confrontato con tutte le problematiche e i segreti del nostro mondo, il mondo del legno». Suo nonno e suo padre le hanno insegnato in primo luogo a correre… «È vero. Ho imparato che bisogna inseguire ogni giorno un problema da

risolvere, sapendo che a quello ne segue subito un altro e poi un altro ancora. E va bene così. E l’energia che serve ce la dà una grande voglia di intraprendere, di provare nuove strade, di sperimentare nuove tecnologie. Così, per esempio, ricordo che a metà degli anni ’90 in Ticino abbiamo attraversato un periodo di profonda


crisi del settore edilizio, e allora via, siamo andati in Kazakhstan, che all’epoca incominciava ad aprirsi all’Occidente, a portare i nostri serramenti, che producevamo in Svizzera e montavamo in loco. Sono stati anni sicuramente molto duri, ma decisamente formativi, perché mi hanno consentito di acquisire tutte le competenze anche commerciali di cui occorre disporre per mandare avanti un’azienda». Come è organizzata oggi la Veragouth SA? «Oggi la nostra attività si sviluppa principalmente in due direzioni, cui corrispondono due distinti rami d’azienda. Da un lato la falegnameria, la nostra attività classica. È la falegnameria che esprime la continuità della nostra tradizione, poiché da sempre ci siamo contraddistinti in Ticino e anche nella vicina Lombardia quale punto di riferimento per prodotti in legno di qualità: finestre, porte, arredi su misura, lavori speciali in legno. Con la sola tradizione oggi però non vai mica tanto lontano, se non ti aggiorni rispetto a una realtà che corre verso modelli e sistemi produttivi più efficienti e se non capisci che devi saperti relazionare con un interlocutore tecnicamente e culturalmente preparato, esigente, competente. L’interlocutore principale della Veragouth è oggi l’architetto, e le soddisfazioni più grandi del nostro lavoro derivano dal confronto quotidiano con i preparatissimi architetti ticinesi, degni eredi, anche loro, di una grande tradizione che hanno saputo rinnovare». Come si è evoluta la produzione? «Negli ultimi anni abbiamo investito molto per fare il salto necessario, per entrare da protagonisti nel nuovo millennio. Oggi posso dire che disponiamo di un layout produttivo completamente rinnovato, con macchine a controllo numerico di ultima generazione. Si chiama “falegnameria

4.0” questo mondo: sentiamo di farne parte a pieno titolo». Accennava a un secondo ramo d’azienda… di cosa si tratta? «L’altra divisione della Veragouth, costituita più di recente e frutto di una profonda riflessione scaturita dal desiderio e dalla necessità di innovare in un settore connaturatamente tradizionale, è Xilema, una realtà specializzata nella realizzazione di edifici e strutture intelaiate in legno su misura». Si tratta dunque di costruzioni prefabbricate in legno? «Sì, ma detta così suona riduttivo. In realtà Xilema costruisce “a progetto” utilizzando il legno come struttura portante. Qui, ancora, torna centrale quanto si diceva prima del rapporto con l’architetto, del confronto costante sulle soluzioni costruttive. La gamma delle soluzioni proposte è molto ampia e va dalla costruzione ex novo di unità abitative, case ma anche edifici pubblici, alla realizzazione di sopraelevazioni e ampliamenti, a interventi di riqualificazione edile, di risanamento, ecc. Con la divisione Up!, in particolare, ci dedichiamo agli ampliamenti verticali di edifici esistenti, problema edilizio complesso e che la costruzione intelaiata in legno riesce a risolvere nel migliore dei modi, anche per la sua intrinseca leggerezza, la posa in opera molto rapida e l’adattabilità ai più diversi contesti. Oggi la saturazione delle aree urbane spinge verso uno sviluppo sempre più in verticale degli edifici e delle città. In parallelo, e di conseguenza, sono cambiati e cambiano anche i piani regolatori, che si adeguano in risposta alle mutate esigenze. Oltre a modificare il paesaggio urbano, questa situazione ha aperto nuove possibilità, rendendo possibile in molti casi l’aumento delle volumetrie degli edifici esistenti, cioè l’ipotesi di una loro sopraelevazione».

Il legno è un materiale che per sua natura interpreta perfettamente quel desiderio di eco-sostenibilità che si va sempre più diffondendo… «Assolutamente sì. Come azienda ticinese ma anche come costruttori e carpentieri, è per noi prioritaria la cura dell’eco-sostenibilità attraverso un sensibile abbassamento delle emissioni, grazie all’utilizzo di energie pulite, impegno per il quale le nostre abitazioni possono vantare le più recenti certificazioni “Minergie”. Le nostre soluzioni di isolamento termico consentono un abbattimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, oltre che un notevole risparmio dei costi di riscaldamento. Tra i materiali ecologici, insomma, il legno occupa certamente il gradino più alto del podio. Si consideri anche che le sole foreste svizzere hanno una riserva di legname stimata in 420 milioni di m3, con un accrescimento annuo lordo pari a circa 10 milioni di m3. Ebbene, oggi il prelievo da quella riserva e il suo decadimento naturale ammontano complessivamente a circa 8 milioni di m3 annui: numeri da cui emerge con evidenza che il potenziale di questa risorsa rinnovabile non è sfruttato appieno e che potrebbe invece crescere notevolmente, innovando il modo di costruire e di abitare e migliorando in definitiva la qualità della nostra vita». VERAGOUTH SA Via Industrie 24, CH 6930 Bedano Tel. + 41 91 935 79 79 www.veragouth.com TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

199


AZIENDE / ARU ARCHITETTURA RISORSE UMANE

ARU È UNA SOCIETÀ SPECIALIZZATA NELL’HEAD HUNTING DI PROFILI COMPLESSI, NELLA GESTIONE INTEGRATA DI SERVIZI DI CONSULENZA, ORGANIZZAZIONE, VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE. CE LA PRESENTA GUIDO DECARLI, ECONOMISTA E SPECIALISTA IN RISORSE UMANE.

L’IMPORTANZA DI UN PROGETTO CONDIVISO

Q

uali sono state le tappe che hanno portato ARU a rivestire un ruolo di primo piano nel panorama delle società di consulenza ticinesi? «La società è stata fondata nel 1991 da Marco Blaesi, esperto e antesignano nel campo delle Risorse Umane, e subito si è affermata come una realtà particolarmente innovatrice nel proprio settore, introducendo nel Canton Ticino servizi HR ancora semisconosciuti come l’Assessment, il Business Coaching, l’Executive Search, l’Head Hunting, l’Outplacement e l’Intelligenza Emozionale. Nel 2006 ho personalmente rilevato ARU, sposando in pieno la sua filosofia, potenziandone l’organico interno e consentendone un upgrade sia nella varietà dei servizi che nell’approccio verso le aziende clienti». Quali sono le vostre principali linee di business? «In primo luogo l’Head Hunting, che nel gergo aziendale significa “Cercare talenti” o “Personale altamente qualificato”; nella sua accezione manageriale, il termine si identifica con l’Executive Search. L’obiettivo dell’Head Hunting è dunque quello di assicurare un’idonea e completa attivazione dei canali di ricerca, nonché un’efficace attività di selezione di alti profili mediante strumenti specifici e specialistici, sgravando l’azienda da quest’incombenza ed assicurando, a seconda delle prescrizioni del mandato, l’anonimato. Elemento fondante è che le

200

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

figure ricercate non sono necessariamente alla ricerca di una nuova occupazione. Un Head Hunter identifica queste professionalità all’interno delle aziende attraverso varie metodologie operative che consentono di entrare in contatto con potenziali candidati non necessariamente presenti con il loro CV sui social network professionali (ad esempio LinkedIn) o nelle banche dati di motori di ricerca o di agenzie di intermediazione». Seguendo quale metodologia operate questa selezione? «Gli incarichi vengono assolti con un processo rigoroso e professionale che procede per step. In primo luogo, attraverso un’accurata analisi della struttura dell’azienda e attraverso l’ascolto delle necessità del cliente, si comprendono la cultura, il contesto, gli obiettivi e i valori aziendali. A questo punto è possibile tracciare le caratteristiche della posizione e l’identikit del candidato da ricercare. In secondo luogo, attraverso un’analisi attenta e approfondita della concorrenza, ma non solo, identifichiamo professionisti con competenze rispondenti alle esigenze del cliente da un punto di vista tecnico e personale. Successivamente, interviste strutturate con i potenziali candidati e, su richiesta del cliente, test specifici volti a definire le soft skills del candidato individuato, permettono di identificare il profilo ideale per il ruolo proposto e di presentare al cliente una rosa di candidature mirate (shortlist) e allineate con quanto ricercato. Da ultimo, ARU supporta il proprio


AZIENDE / ARU ARCHITETTURA RISORSE UMANE

cliente in tutte le fasi del processo fino alla negoziazione dell’offerta economica al candidato. Oltre al personale interno e a consulenti esterni altamente specializzati nell’ambito HR, ci avvaliamo di un network di partner internazionali (ISPA, MRINetwork) che garantiscono un’efficace copertura a livello mondiale». Un altro ambito in cui siete specializzati è quello dell’Assessment Center. Di che cosa si tratta? «Possiamo senz’altro parlare di un insieme di tecniche scientifiche per valutare le attitudini professionali, singole e di gruppo, nell’ambito del processo decisionale sull’allocazione delle Risorse Umane. Al fine di fornire un’analisi delle competenze e dei comportamenti dell’organico gli Assessor di ARU utilizzano le interviste strutturate, i test psicometrici, l’analisi dell’intelligenza emozionale, l’analisi del linguaggio del corpo, i role-playing, la risoluzione di

casi strategici, esercitazioni in-basket, la programmazione neuro-linguistica e numerose altre tecniche. In particolare, l’Intelligenza Emozionale costituisce da sempre un plus di specializzazione e di avanguardia di ARU. I risultati di un percorso di Assessment permettono all’azienda di abbattere in modo considerevole il temuto “errore di assunzione”, di bilanciare al meglio le risorse e le competenze strategiche, mentre all’individuo viene offerto di prendere coscienza del proprio valore e del potenziale di miglioramento». La vostra società è presente anche nell’ambito del Business Coaching… «L’empowerment delle prestazioni professionali del manager può essere incrementato mediante un accompagnamento personalizzato, discreto ed incisivo. Il concetto alla base del Coaching è l’affiancamento costante del manager da parte di uno specialista del Business,

Via Trevano 85 (entrata via Ronchetto) Lugano - 091 924 01 07 www.clubmove.ch

GYM CLUB A NUMERO CHIUSO APERTO 365 GIORNI DALLE 5 A MEZZANOTTE SERVIZIO DI LAVANDERIA AREA RELAX E SAUNA PERSONAL TRAINING WELLNESS E FISIOTERAPIA

che con metodo scientifico e approccio personalizzato, è in grado di individuare con precisione le criticità del lavoro svolto e del metodo adottato quotidianamente al fine di elaborare e realizzare dei correttivi, ma anche di selezionare i punti di forza già esistenti per potenziarli ulteriormente». In estrema sintesi, qual è l’elemento che caratterizza la qualità della vostra attività di consulenza? «Direi che un elemento che ci contraddistingue è dato dal fatto che cerchiamo di lavorare sempre con l’azienda in base ad un mandato in esclusiva perché siamo fermamente convinti che un’attività di ricerca di personale altamente qualificato debba avvenire soprattutto sulla base della condivisione di un progetto. Obiettivo fondamentale e finale del lavoro di ARU è il funzionamento di ogni singolo tassello nel mosaico organizzativo costituito dalla Risorsa Umana».


AZIENDE / VEMAR

DESIGN ACCATTIVANTE E MAGGIORE SICUREZZA PER I MOTOBIKER IN OCCASIONE DI UN CONVEGNO SVOLTOSI NELLO SCORSO LUGLIO A GIOIOSA MAREA, IN SICILIA, È STATO PRESENTATO IL NUOVO POSIZIONAMENTO STRATEGICO DEL BRAND VEMAR, SIMBOLO DI ECCELLENZA, SICUREZZA E INNOVAZIONE NELLA PRODUZIONE DEI CASCHI DA MOTO.

C

i racconta brevemente la storia di Vemar? «Dopo 7 anni di silenzio, nel 2016 abbiamo rilevato Vemar rilanciandola sul mercato. Oggi produciamo 77mila caschi e fatturiamo 4 milioni. Ma il nostro target è arrivare ad un fatturato di 10 milioni nel giro di due anni e aumentare i Paesi in cui siamo distribuiti, che adesso sono 36. Vogliamo far crescere e sviluppare l’azienda coinvolgendo nel progetto giovani studenti, a tal fine stiamo sviluppando delle collaborazioni con importanti istituti universitari quali Politecnico di Milano e l’Università di Zurigo». Ci parla dei vostri progetti che riguardano anche l’immagine coordinata? «La nuova immagine coordinata nasce dall’esigenza di dare al marchio una connotazione e dimensione più marcatamente internazionale. A tal

Il marchio Vemar, nato negli anni 70 grazie all’intuizione di Riccardo Simoni, torna a rivivere grazie ad IHC (International Helmet Company) e al suo CEO Meluccio Piricone, che ha rilevato il marchio, per rilanciarlo con l’obiettivo di tornare leader di mercato.

202

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

fine dopo due anni in cui abbiamo investito sul prodotto per creare una gamma di caschi che potesse soddisfare la più ampia platea di potenziali utenti, abbiamo deciso di focalizzare parte dei nostri investimenti in un piano coordinato di comunicazione i cui principali contenuti sono stati svelati lo scorso mese di luglio in occasione dell’International Meeting. Le grafiche dei nostri prodotti sviluppate in sinergia tra il nostro team interno e consulenti esterni, sono concepite per anticipare le tendenze di mercato e per rispondere agli input che riceviamo dai mercati nei quali siamo distribuiti. Per lo sviluppo del prodotto stiamo invece pensando e valutando nuovi materiali che, sempre nel rispetto della sicurezza, possono rendere il casco più leggero e confortevole per chi lo indossa. Inoltre c’è tutto un mondo legato alla sicurezza da ricostruire… «Quando acquistiamo una moto o uno scooter impieghiamo tempo, ricerche, attenzione. Anche quando scegliamo un casco, il dispositivo di sicurezza per eccellenza, dovremmo dedicarci la stessa attenzione. Noi vogliamo riportare il casco al centro, perché non sia solo un elemento decorativo o un semplice accessorio. Partiremo con un progetto in collaborazione con le scuole per sensibilizzare i ragazzi delle medie sull’importanza dell’educazione stradale e sulla funzione fondamentale del casco. Dietro la grafica o l’aspetto esteriore, insomma, ci deve essere la sostanza».


AZIENDE / VEMAR

rappresenta un nuovo step evolutivo per competere nel medio alta di gamma». Cosa rappresenta invece il marchio Simpson? «Simpson è uno dei leader negli Usa nel settore dei caschi auto. È in corso una collaborazione che ha permesso al marchio di entrare anche nel segmento moto, attraverso la realizzazione di due modelli dal look moderno ma allo stesso tempo vintage, uno dei quali il Darksome (apribile, in fibra e carbonio) presentato in occasione dell’International meeting». E nel settore e-commerce come siete organizzati, è possibile oggi acquistare i caschi tramite internet? «Al momento no ma è una possibilità che con i nostri distributori stiamo valutando, anche se è vero che è ancora un po’ prematuro affidarsi ad un acquisto senza una vera consulenza. Nel vecchio concept in cui il casco è un accessorio banale può reggere l’idea dell’acquisto online, se invece vogliamo sposare la filosofia successiva della sicurezza al centro di tutto è consigliabile che il cliente si appoggi ad un distributore per la consulenza per ordinare il casco successivamente da casa». E per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi mercati… «È iniziata una collaborazione con FB Mondial per lanciare sia una gamma di caschi brandizzati, sia un dispositivo che impedirà alla moto di partire se il casco non è allacciato. I nostri prodotti sono tutti certificati nel rispetto delle normative imposte dal ministero dei trasporti tedesco, l’ente più severo e rigoroso in tema di omologazione, a garanzia della nostra qualità. Inoltre stiamo contrattando l’acquisizione di due marchi importanti e vorremmo aprire i mercati dove ancora non siamo presenti o lo siamo solo in parte come Brasile, Argentina e Australia e ampliare i mercati nei quali già siamo

presenti ma che non stanno rispondendo secondo le loro potenzialità. Abbiamo partecipato al Salone Internazionale del motociclo EICMA, uno degli appuntamenti più importanti nel mondo dei motori e per gli appassionati delle due ruote a livello internazionale e ad altre fiere di settore in Germania e a Las Vegas». In occasione del vostro dealer meeting in Sicilia avete svelato anche un nuovo prodotto... «Abbiamo anticipato tutte le grafiche 2019 e dato un’anteprima dell’Eolo. Questo è il nome del nuovo casco integrale in fibre composite, dedicato al segmento sport touring, che per noi TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

203


AZIENDE / GEHRI RIVESTIMENTI SA

COME CAMBIA IL MODO DI RIVESTIRE LA CASA

ANDREA GEHRI PRESENTA LE LINEE DI TENDENZA NEL SETTORE DEI RIVESTIMENTI IN CERAMICA E IN PIETRA DOVE SEMPRE PIÙ SI IMPONGONO NUOVE TECNOLOGIE, INNOVAZIONE DEI MATERIALI, QUALITÀ E COMPLETEZZA DEL SERVIZIO OFFERTO.

Q

uali sono le principali novità in vista nel vostro settore? «Direi senz’altro la defini- tiva affermazione delle ceramiche di grande formato, con uno spessore di pochissimi millimetri e una durevolezza, per quelle in gres porcellanato, addirittura superiore al granito. Queste superfici risultano essere particolarmente adatte per la realizzazione di piani di lavoro in cucina, di ante per mobili, oltre naturalmente al rivestimento e all’arredamento di intere parti di abitazione, indifferentemente se bagni, soggiorni o ambienti

204

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

interni e/o esterni. Sul mercato sono già presenti piani di lavoro che, grazie al sistema ad induzione diretta, integrano al di sotto della lastra ceramica i punti di calore per la cottura, creando superfici integrate di aspetto estetico straordinario. Da considerare inoltre il fatto che il gres porcellanato è un conduttore di calore eccellente». Quali sono i principali vantaggi derivanti dall’introduzione di questi grandi formati nell’edilizia e nell’arredamento? «Il materiale ceramico presenta la caratteristica di essere praticamente indistruttibile, di non essere sensibile persino ai prodotti più aggressivi, di essere facilmente pulibile e di non assorbire le macchie, di resistere al calore, senza contare poi tutti i vantaggi estetici che esso offre. Per questo risulta essere particolarmente apprezzato da architetti, arredatori d’interni e cucinieri, anche per la gamma di colori che possono essere appositamente creati e che si abbinano benissimo ad ogni tipo di arredamento. Inoltre, l’attuale tecnologia digitale

consente di riprodurre un’infinita serie di ceramiche a imitazione naturale, il che accresce ulteriormente la loro versatilità e moltitudine d’impiego, oltre che esprimere una qualità estetica invidiabile e unica». L’utilizzo di questi materiali e delle altre pietre naturali richiede però specifiche competenze nel loro trattamento… «Innanzitutto è necessario disporre di appositi macchinari a controllo numerico e attrezzature per la lavorazione e il loro taglio. Oggi il mercato richiede soluzioni di alto standing, vuoi per quanto riguarda la scelta dei materiali che per quanto attiene la creatività nel realizzare pavimenti o rivestimenti intarsiati che ora grazie alle nuove tecnologie è possibile riprodurre anche partendo solo da una fotografia. Certo, si tratta di lavori complessi, per eseguire i quali abbiamo investito molto anche nella formazione dei nostri collaboratori. Ma è solo percorrendo questa strada che si può restare all’avanguardia, contrastando efficacemente la concorrenza interna e quella proveniente dall’estero».


AZIENDE / GEHRI RIVESTIMENTI SA

Lei è abituato con la sua azienda a guardare sempre avanti. Cosa c’è da aspettarsi per il futuro dei rivestimenti in gres porcellanato? «Sono allo studio e arriveranno presto sul mercato ceramiche di nuova generazione che contribuiranno a purificare l’aria che respiriamo e a rendere più puliti, salubri, igienici pavimenti e rivestimenti, e quindi l’ambiente in cui viviamo. Si tratta infatti di materiali che interagiscono con l’ambiente riducendo fino al 70% agenti inquinanti come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, generati da attività associate all’industrializzazione o da altre fonti quali impianti di riscaldamento, condizionamento, fumo di sigaretta, odori, ammoniaca, anidride solforosa, benzene, etanolo, ecc. Inoltre, eliminano pericolosi ceppi batterici che normalmente intaccano superfici e rivestimenti. Insomma, avremo presto a disposizione nuove tipologie di lastre, consigliabili per tutti gli ambienti dove gli standard di pulizia, salubrità e igiene sono un’esigenza importante: abitazioni, centri wellness, alberghi, ristoranti, palestre, scuole, cliniche, laboratori, ospedali. Anche la ceramica quindi dimostra di sviluppare un’attenzione particolare per la salute e l’ambiente!».

GEHRI RIVESTIMENTI SA Via Chiosso 12 6948 Porza www.gehri.com TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

205


AZIENDE / BDO

LA DIGITALIZZAZIONE È UN FATTO COMPIUTO

C

PAOLO GATTIGO, PARTNER E RESPONSABILE DELLA SUCCURSALE DI LUGANO, TRACCIA UN BILANCIO DELL’ATTIVITÀ SVOLTA QUEST’ANNO E DELINEA LE PRINCIPALI TENDENZE IN ATTO NELLE SOCIETÀ DI AUDIT, DI CONSULENZA E FIDUCIARIE, TRA CUI BDO È LEADER IN SVIZZERA.

on quale risultati si chiude l’anno in corso e quali sono le prospettive di evoluzione nel vostro settore? «Per quanto riguarda BDO direi che è stato un anno molto positivo sia a livello della Svizzera dove, è bene ricordarlo, grazie alle nostre 33 sedi abbiamo la rete di filiali più capillare del settore, che per quanto riguarda il Ticino, in ambedue gli ambiti che rappresentano il nostro core business, che sono appunto la revisione e la consulenza fiduciaria. Nella revisione continuiamo ad occupare un posto di primo piano, nonostante la competizione e l’affollamento che continua a registrarsi sulla piazza soprattutto luganese, dove teniamo bene le nostre quote di mercato e il nostro approccio non è circoscritto all’interpretazione delle cifre del conto annuale, bensì tiene conto anche di fattori quali il contesto operativo, la strategia aziendale, i processi di base e ambiti fondamentali selezionati. Per ciò che attiene la consulenza abbiamo continuato a crescere in virtù anche dell’offerta di nuovi servizi e dei processi di innovazione e digitalizzazione applicati anche al nostro settore». Possiamo vedere più nel dettaglio quali sono le trasformazioni in atto? «Direi che uno degli aspetti principali di cui occorre tenere conto riguarda l’esternalizzazione di molti servizi, a partire dalla gestione salariale che si avvale sempre più di tools particolarmente performanti che costituiscono in un certo senso il nostro fiore all’occhiello. Nel campo della revisione notiamo un sempre maggiore indirizzo

206

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

delle società verso l’adozione di apparati di controllo interno o verso una consulenza finalizzata all’implementazione dei sistemi di controllo interno. In generale bisogna in ogni caso dire che le piccole società tendono sempre più a rinunciare alla revisione, rivolgendosi a noi piuttosto per attività più prettamente consulenziali». In che modo i processi di digitalizzazione stanno modificando il vostro lavoro? «Stiamo assistendo ad un processo che modifica completamente il nostro lavoro. La dematerializzazione libera le aziende dalle montagne di carta che si producono quotidianamente. I costi e le inefficienze della gestione cartacea sono facilmente individuabili e tra i vantaggi vale la pena citare la possibilità di disporre dei documenti attraverso un archivio strutturato e accessibile da qualunque postazione, condividendoli anche via web. Inoltre, i vantaggi maggiori della dematerializzazione si concretizzano soprattutto con la conservazione sostitutiva digitale dei documenti aziendali, sostituendo la carta con documenti informatici opportunamente trattati e ai quali viene attribuito pieno valore legale e fiscale. Come BDO abbiamo proceduto alla creazione di una apposita piattaforma informatica che condividiamo con i nostri clienti e che ci consente di disporre in tempo reale e nella massima sicurezza di tutte le informazioni e i documenti indispensabili per organizzare il nostro lavoro. Nell’ambito della revisione la digitalizzazione è ormai totale, nella consulenza sta crescendo rapidamente ma ci sono ancora margini di miglioramento».


AZIENDE / BDO

Quali altre novità sono in vista? «Si sta lavorando all’elaborazione di sistemi di interrogazione e dialogo tra clienti e società di revisione totalmente informatizzati e standardizzati. Si tratta di soluzioni molto flessibili che probabilmente entreranno in funzione nei prossimi anni determinando ulteriore processi di semplificazione con un notevole risparmio sui tempi e i costi». La pubblica amministrazione rappresenta un settore nei confronti del quale avete maturato un elevato know how… «Nel campo della pubblica amministrazione i nostri team vantano anni di esperienza e conoscono le diverse realtà locali, offrendo ai nostri clienti una ricca gamma di servizi. Il settore pubblico si sta rivelando particolarmente aperto all’innovazione, anche in conseguenza dell’adozio-

Nuovi e gustosi sapori al ristorante “I Due Sud”

ne di appositi applicativi che ne hanno reso più semplice e trasparente la rendicontazione di tutte le attività oggetto di revisione». Questo massiccio ingresso dell’informatica ha determinato anche la necessità di una diversa formazione da parte dei vostri collaboratori? «Sicuramente oggi si richiedono competenze informatiche molto più elevate rispetto ad un recente passato. Tuttavia, nell’impostazione della nostra attività riteniamo che sia necessario avere collaboratori che siano prima ottimi revisori e poi buoni informatici e non viceversa. Siamo convinti infatti che la visione critica di un revisione debba essere preminente rispetto ad una preparazione tecnica che può essere sempre migliorata e implementata con una adeguata formazione».

L’apertura di un nuovo ristorante rappresenta sempre un evento speciale per una città come Lugano e lo è ancora di più se si trova in uno dei suoi più storici e prestigiosi alberghi affacciati sul lungolago. È infatti all’Hotel Splendide Royal che è stato ufficialmente inaugurato il ristorante de nominato “I Due Sud”, già considerato come il fiore all’occhiello del programma d’investimenti annunciato lo scorso anno durante i grandi festeggiamenti del 130° anniversario dell’albergo. Lo chef dello Splendide Domenico Ruberto che, getta un ponte gastronomico che unisce mirabilmente le specialità della Svizzera italiana con quelle del sud d’Italia,

La consulenza alle aziende costituisce un ambito nel quale BDO risulta essere particolarmente ben posizionato… «In campo consulenziale una questione che va assumendo un ruolo sempre più importante e rispetto alla quale abbiamo messo a punto apposite metodiche di consulenza è quella delle successione aziendale, che già oggi investe un numero crescente di imprese svizzere e che crescerà ulteriormente di importanza nei prossimi anni».

creando una cucina unica nel suo genere. Ai “I Due Sud” infatti viene valorizzata contemporaneamente l’eccellenza dei sapori tipici ticinesi con quelli mediterranei attraverso un concetto ristorativo unico e che ha già premiato lo chef Ruberto come “Miglior talento emergente della Svizzera Italiana” con la promozione a 15/20 da parte della nota guida GaultMillau. L’unicità del ristorante si contraddistingue anche per un servizio speciale curato dal Maître-Sommelier Simone Ragusa, già campione svizzero dei sommelier, che privilegia i migliori vini ticinesi, Merlot in primis, in abbinamento ai gustosi piatti che compongono i diversi menu. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

207


AZIENDE / STRP

LA FORZA NASCOSTA DELLA GENTILEZZA NELL’ERA DEGLI “HATERS” E DI UN MONDO DELLA COMUNICAZIONE DOMINATO DALL’AGGRESSIVITÀ, DALL’ARROGANZA E DALLA MALEDUCAZIONE, C’È CHI SI OPPONE PROPONENDO UN APPROCCIO DIVERSO, PER MIGLIORARE LE RELAZIONI TRA LE PERSONE MA ANCHE PER COMUNICARE, LAVORARE E VIVERE MEGLIO.

L

a Società Ticinese di Relazioni Pubbliche (STRP) ha organizzato, lo scorso 25 ottobre presso la sala Viaggio Sensoriale di Tamborini Vini, una serata dedicata al tema della “genteltude”, ossia l’attitudine gentile nella quotidianità. Relatrice della serata, moderata dal Vicepresidente STRP Alberto Stival, la psicologa ed esperta di comunicazione Cristina Milani, dal 2011 Presidente di Gentletude Switzerland e Gentletude Onlus nonché presidente del WorldKindness Movement. Autrice di diversi libri (tra cui “La forza nascosta della gentilezza” e “Un giorno di ordinaria genti-

208

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

lezza”), Cristina si dedica con grande passione al tema della “gentilezza” come stile di vita e come opportunità di crescita personale e professionale proponendo iniziative di vario genere tra concorsi internazionali, schede didattiche per le scuole, conferenze e progetti rivolti ai giovani. Come emerso durante la serata, essere gentili non significa ne rispettare semplicemente le regole del bon ton ma neppure assecondare o voler compiacere tutti. Significa piuttosto essere assertivi, quindi sviluppare la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie opinioni ed emozioni senza offendere ne aggredire il proprio interlocutore. Perché per poter essere gentili con gli altri, come ha spiegato bene l’esperta di psicologia cognitiva comportamentale, bisogna innanzitutto essere gentili con se stessi. E’ necessario avere rispetto per se stessi e per i propri bisogni per poter rispettare gli altri e i loro bisogni. Come emerso durante l’incontro ed il relativo scambio di opinioni con gli esperti di relazioni pubbliche ticinesi, l’essere gentili è soprattutto una questione di rispetto per ciò che ci sta attorno, incluso il nostro pianeta, a cui per troppo tempo la società moderna ha oggettivamente mancato di rispetto, con il rischio che anche la natura possa ad un certo punto, come accade negli esseri umani per via dei neuroni specchio, ripagarci con la stessa moneta mettendo addirittura a rischio la sopravvivenza della razza umana. Nella società moderna le persone gentili passano per essere deboli, quando invece è quasi sempre vero l’esatto opposto, dato che per riuscire ad essere assertivi è necessaria un grande sicurezza di se e dei propri mezzi. Molti

manager e molte aziende stanno scoprendo, ultimamente, la grande forza della gentilezza come strumento per una migliore gestione dei rapporti umani e quindi come strategia funzionale al raggiungimento di risultati, anche economicamente, migliori. Come confermato da uno studio della North Caroline State University, analizzando dei team al lavoro emerge chiaramente che se il capo tratta i collaboratori con equità, gentilezza e considerazione i risultati ottenuti sono migliori. I membri del gruppo eseguono meglio i loro compiti, la performance del team migliora e la percezione di essere trattati bene aumenta il coinvolgimento dei singoli e spinge anche a lavorare di più. Ma essere gentili e ben disposti verso il prossimo fa bene anche alla salute: secondo uno studio italo-americano le probabilità di ictus e infarto aumentano in coloro che hanno un temperamento aggressivo. Come fare quindi per sviluppare un attitudine gentile nella quotidianità, quando magari attorno a noi l’ambiente è negativo e opprimente? Secondo Cristina Milani bisogna iniziare dalle piccole cose, dall’evitare, nel limite del possibile, gli ambienti e le persone che hanno un impatto negativo su di noi promuovendo, nel contempo, piccoli gesti di gentilezza nei confronti degli altri: i neuroni specchio sono un dato di fatto, gli esseri umani sono predisposti a imitare le azioni quindi se io affronto gli altri con il sorriso l’effetto sarà quasi sempre contagioso.


NEWS

Una meta benefica

L’Associazione Sportiva Svizzera Italiana Rugby Sevens (AS SIRS) presenta, per il quarto anno consecutivo, il proprio calendario a scopo benefico realizzato coinvolgendo alcuni dei propri giocatori. Tra i partecipanti

all’iniziativa da segnalare, oltre ai giocatori che hanno vestito la maglia dei 7 Sirs in questi ultimi anni, anche alcuni professionisti della Nazionale italiana. Il ricavato delle vendite andrà, in ricordo dell’amico dei 7 Sirs Gianfranco Primavera, a favore dell’Associazione “Rugby Portatori di Sorrisi” per il progetto no profit “Rugby in Ospedale” che prevede l’organizzazione di visite con atleti rugbisti ai bambini ricoverati nei reparti di pediatria. I calendari sono acquistabili online al sito www.7sirs-calendario.ch oppure anche presso il Centro commerciale “Mercato Resega” di Canobbio (Gioielleria Iuliucci) e la palestra Fit Lab 2.0 (via Lavizzari 6, Lugano).

Ph: © AS SIRS / Valeria Morgia

Le vincitrici: Graziella Di Pasquale (a sinistra), Edith Masoni (a destra), Carla Mari (assente) Angela Vattioni, Delegato medico/OTX Permamed (al centro)

CONCORSO Quanti tipi di sostanze ialuroniche sono contenuti nel nuovo Lubex anti-age hyaluron 4 types intensive booster? Risposta:

2

/

4

/

7

I primi 3 vincitori hanno ricevuto un cofanetto del valore di CHF 195.50. La risposta esatta era la:

4

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

209


SPORT / VELA

SULLE ALI DEL VENTO DI GABRIELE BOTTI DICI “LUGANO” E TRA LE PRIME TRE COSE CHE TI VENGONO IN MENTE “LUI” NON PUÒ NON ESSERCI: CI RIFERIAMO AL LAGO CERESIO, INELUDIBILE RIFERIMENTO DI LUGANESI E NON. ED È PROPRIO LÌ, ALL’ALTEZZA DELLA FOCE DEL CASSARATE, DOVE IL FIUME SI FONDE CON LE ACQUE LACUSTRI, CHE SI AFFACCIA IL CIRCOLO VELICO DI LUGANO.

L

uogo quasi magico, invidiato scorcio panoramico, ma soprattutto meta di numerosi sportivi di tutte le età, il Circolo si colloca ai vertici svizzeri per bellezza e qualità dell’offerta. L’orgoglioso presidente Nicola Galli ci guida alla scoperta del Circolo, della foce, del Ceresio e della vela. «Sì, è vero: siamo ormai un vero e proprio riferimento per Lugano e, senza peccare di modestia, anche per il Cantone e per la Svizzera. Credo che ci possiamo dividere la palma del miglior Circolo Velico con Ginevra, anche se tra noi ci sono sostanziali differenze: diciamo che noi teniamo tantissimo alla nostra dimensione popolare». Mezzo secolo e poco più: il Circolo Velico Lago di Lugano ha appena tagliato l’importante traguardo dei 50 anni di esistenza. Lo ha fatto nel 2017 proponendo, fra le altre cose, anche un cambiamento importante nella sua conduzione: ad Andrea Colombo è subentrato proprio… Nicola Galli. «Non ho iniziato il percorso nella vela come tanti, ovvero da giovanissimo. Definirmi “velista per caso” è però di

210

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

certo eccessivo, anche se sono entrato in questo mondo piuttosto tardi, attorno al 2000, quando avevo una trentina d’anni. Come ho detto, non ho cominciato da bambino (e basta guardarsi attorno per vedere quanti piccoli velisti animano il nostro club), bensì già un’età abbastanza matura. Anche se la passione e l’interesse per l’universo delle barche e della vela risale a ben prima, la spinta decisiva è arrivata quando sono tornato da Zurigo dopo gli studi e una prima esperienza lavorativa: in Ticino ho trovato amici e colleghi velisti che, appunto, mi hanno indotto a intraprendere questa strada». Gli occhi brillano quando si perdono nell’orizzonte, e ancora di più oggi con questo cielo così azzurro che pare dipinto da un artista particolarmente ispirato. Si vede subito che il presidente si sente qui perfettamente a suo agio… «Ogni volta che vengo qui, mi si apre il cuore e mi prende una strana gioia. E questo anche se so che, magari, quel giorno lì avrò parecchio da fare. Provo grande soddisfazione nel ricoprire il mio ruolo, nel vedere l’entusiasmo che i miei collaboratori mettono in tutto


SPORT / VELA

«Diciamo che fino ai 30 anni non avevo mai avuto l’opportunità concreta di approcciarmi all’universo velistico, ma una volta compiuto il primo passo… sì, è stata passione. Una passione cresciuta molto velocemente, con costanza e senza mai un ripensamento. Credo che abbia anche migliorato la mia vita in senso generale: vivere il lago, apprezzarne i cambiamenti e l’umore, conoscerlo, sono cose impagabili. Siamo fortunati! Ma non tutti se ne rendono conto...». E l’attaccamento a questo mondo fatto di aria, acqua e natura si è sviluppato talmente tanto da portare Galli alla testa del Circolo… «È accaduto a fine 2017, in un modo ovviamente…naturale (ride). Ho ripreso il testimone dalle mani di Andrea Colombo, uno che la storia del CVLL ha contribuito a scriverla, una persona che ama nel vero senso della parola questi luoghi e questo club. Sono onorato di proseguire il lavoro svolto molto bene in 20 anni da Andrea e sono felice che sia rimasto con noi. In tutta onestà non è stata una scelta difficile e non ci ho perso nemmeno un minuto di sonno. In pratica, sto ancora attraversando il periodo di apprendistato: ci sono tante cose da conoscere e tante cose da fare. Sono un apprendista curioso di scoprire giorno dopo giorno cosa c’è attorno a me».

ciò che fanno. Siamo un Circolo abbastanza grande, ma che ha saputo mantenere la sua originale dimensione famigliare, un ambiente sano dove tutti conoscono tutti e ognuno dà il suo meglio per il bene comune. Non è scontato sia così».

Quando si parla di sport, presto o tardi ci si arriva: spunta la parola “passione”. Passione significa sentirsi bene quando si fa qualcosa, sentirsi riempiti di vita. Diceva il poeta e storico tedesco Friederich Schiller: “L’uomo è interamente uomo soltanto quando gioca”. Una sintesi perfetta…

L’impronta del presidente già si vede? «Non intendo certo stravolgere nulla, anche se chiaramente ho delle idee che mi piacerebbe portare avanti assieme alla bella squadra del Comitato del Circolo. Nel tempo, il Circolo è cresciuto molto e ora come ho avuto modo di dire prima - rappresenta con Ginevra il top a livello svizzero. Aspetto particolare è che però, malgrado il successo, sia stato mantenuto uno stile volutamente “pop”, perché ci teniamo a fare tutto per bene e a offrire il massimo, ma vogliamo anche che il CVLL rimanga una società a misura… TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

211


SPORT / VELA

di tutti. La vela, del resto, è proprio quello: uno sport per tutti. O così almeno la consideriamo noi: abbiamo 6-700 soci e tra questi ci sono bambini e bambine di 7 anni e adulti di oltre 70». Ma cosa cerca chi viene da voi per la prima volta, sia egli un ragazzino di 10 anni oppure un maturo signore di 60? Ci sono delle similitudini tra loro? «C’è chi viene da noi alla ricerca del puro divertimento e c’è chi cerca qualcosa di più, l’adrenalina dell’agonismo. Non saremo certo noi a mettere dei limiti alle speranze e alle attese di chi arriva qui perché sappiamo bene che sarebbe bellissimo che l’entusiasmo che si prova il primo giorno si protraesse per settimane, mesi, anni. Il nostro compito è quello di mettere tutti a proprio agio, poi si vedrà… Non escludiamo nessuno e a questa filosofia teniamo parecchio». Guardandosi attorno, qui sul lago in questa giornata di meravigliosa estate, porre questa domanda è quasi puro pleonasmo. Ma gliela facciamo lo stesso: perché si comincia con la vela? «È uno sport praticato all’aperto e per buona parte dell’anno, e uscire in barca è bellissimo anche senza il sole: ci sono giornate grigie fantastiche, per atmosfera e brezza. La gente apprezza il fatto che si prende contatto con il lago, con l’acqua, l’aria e il vento. Si diventa partecipi della natura. Il lago ha un fascino immutabile». Scrive la grande scrittrice giapponese Banana Yoshimoto: «Il lago era immerso nel silenzio, come se avesse inghiottito tutti i rumori. La superficie sembrava uno specchio, s’increspava a ogni soffio di vento. Si sentiva soltanto, ora alto, ora basso, il canto degli uccelli». Ecco, appunto…

212

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

LARGO AI GIOVANI VELISTI Una società sportiva è composta da tanti tasselli che, per fare in modo che tutto scorra via liscio, devono combaciare perfettamente. Tra questi tasselli ci sono le giovani leve da coltivare pian piano in modo da trasformarle nei pilastri del futuro. Lyam Serino ha 15 anni e frequenta le acque del Ceresio da 3. Non solo velista… Lyam, cosa ti ha spinto 3 anni fa a presentarti al Circolo Velico? «A essere onesto… mia mamma. Non avevo in mente di praticare questo sport, mi ha iscritto lei e ho iniziato in compagnia di un paio di amici. In pochissimo tempo, credo già in quel primo pomeriggio, ho però capito che la vela sarebbe stata il mio sport. Alla prima uscita sul lago è scattato qualcosa. È stato semplicemente bello!». Brava mamma, allora! In questi 3 anni cos’è successo? È cambiato qualcosa? «È cambiato molto, nel senso che la passione è cresciuta velocemente, così come il piacere di allenarmi (due volte alla settimana) e di regatare. Così sono diventato anche aiuto monitore. Questo ruolo mi piace: do una mano un po’ in tutto, dalla preparazione delle barche all’organizzazione, dalla ricerca del materiale alle lezioni per i giovanissimi. Mi metto volentieri a disposizione». Che trafila hai svolto? «Quella classica: ho iniziato dai “Laser” e ho imparato come si conduce una vela, a riconoscere i tipi di venti e a “capire” il lago. Per conoscerlo davvero bene ci vorranno però parecchi anni: il lago è sempre sorprendente e ogni volta che scendi in acqua impari qualcosa di nuovo. Obiettivi futuri? Imparare a gestire più tipi possibile di barche e magari partecipare a una regata importante, a un campionato svizzero oppure europeo. Sarebbe davvero fantastico! Per arrivarci devo lavorare molto, lo so bene». Della mamma abbiamo detto. E del ruolo giocato dal nonno non vogliamo parlare? «Diciamo che se sono un tipo acquatico lo devo anche a lui. Ha una barca a La Spezia e ci ho passato tantissimo tempo, divertendomi e imparando. Mal di mare? No, mai avuto. Anzi, mi sono sempre trovato a mio agio in questo elemento». Quando si è in mezzo al lago, cosa si pensa? «Solo e soltanto a compiere le manovre nel modo corretto. Non c’è tempo per ammirare il panorama perché si fa in fretta a sbagliare. Il turista lo si può fare nel tempo libero, e anche a me piace: però quando si gareggia o ci si allena la concentrazione è massima».


SPORT / VELA

STORIA DI UN SOGNO ACQUATICO Il Circolo Velico Lago di Lugano nasce in un momento ben preciso, riportato dagli annali del club: era il 27 maggio 1967 alle ore 17.30, alla Casa Coray di Agnuzzo. Venne costituito alla presenza di 23 amici con uno scopo dichiarato: promuovere la passione della vela sul Ceresio. Erano tempi epici: l’entusiasmo era contagioso e la voglia di fare tanta, ma mancava la materia prima, ovvero le barche. Leggiamo infatti dal volume edito in occasione dei 50 anni del CVLL: “Allora c’erano la barca della birra di Louis, un Koralle di Ruedi, il Fireball di Jan e il gommone con una vela di Cech Belli”. Nulla poteva però frenare il vento della volontà e piano piano il Circolo è cresciuto, ampliandosi e rafforzandosi, diventando uno dei riferimenti della vela svizzera. Le barche di proprietà sono ora una quarantina, i soci 6-700 e la struttura del club è molto solida e radicata nel territorio. Fiore all’occhiello è la splendida sede, di cui si iniziò a parlare nel 1979 e che, dopo non poche peripezie, fu consegnata nel 2006. Un gioiello invidiato dal resto della Svizzera. Informazioni su www.cvll.ch.


BENESSERE / IRB

UNA SCOPERTA RIVOLUZIONARIA LE MALATTIE PRIONICHE COLPISCONO IL CERVELLO CAUSANDO PROBLEMI NEURODEGENERATIVI CHE PORTANO INEVITABILMENTE ALLA MORTE. DALL’IRB DI BELLINZONA ARRIVA UN ANTICORPO FATTO AL COMPUTER PER CURARE I PRIONI.

B

alzate alla cronaca a fine anni ‘90 del secolo scorso per i casi di “mucca pazza”, a oggi rimangono non solo incurabili ma anche largamente incomprese. Sebbene la mucca pazza non sia più una minaccia grazie ai controlli veterinari, le forme umane (ereditarie o sporadiche) delle malattie prioniche causano il decesso di circa 400 persone all’anno in Europa. Il gruppo di ricerca diretto da Luca Varani all’Istituto di Ricerche in Biomedicina (IRB, affiliato all’Università della Svizzera italiana) ha prodotto un anticorpo artificiale capace di bloccare le malattie prioniche in laboratorio anche se somministrato quando l’infezione è già in corso e i segni di neurodegenerazione sono già apparenti nelle cellule usate come modello. Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens e svolto in collaborazione con l’Università di Zurigo, getta luce sul meccanismo responsabile della neurotossicità prionica e apre la strada a nuove strategie terapeutiche, non solo contro

214

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

le malattie prioniche ma anche contro altre malattie neurodegenerative. Le malattie prioniche sono causate da una proteina che, a causa di meccanismi ancora ignoti, può trasformarsi in un agente tossico e infettivo: il prione. Queste malattie possono avere origine ereditaria, per mutazioni nel DNA, oppure sporadica. Nei casi di mucca pazza, oggi quasi totalmente scomparsi, la patologia umana è dovuta all’ingestione del prione presente negli animali infetti. Le malattie prioniche sono rare e quindi poco attrattive per l’industria farmaceutica, è dunque importante che la ricerca, svolta perlopiù da centri universitari e no-profit, venga sostenuta da enti governativi e benefattori privati. Usando simulazioni computazionali insieme ad esperimenti di laboratorio, i ricercatori dell’IRB hanno sviluppato un anticorpo che risolve entrambi i problemi partendo da un’idea tanto balzana quanto efficace. Hanno preso un anticorpo capace di innescare le malattie prioniche (il brutto), lo han-

no fuso con un anticorpo non tossico ma non in grado di proteggere dall’infezione prionica (il buono) e hanno ottenuto un anticorpo artificiale doppio (in gergo bispecifico) che cura le malattie prioniche in laboratorio anche se somministrato quando la neurodegenerazione è già evidente (il protettivo). Negli ultimi anni i ricercatori di tutto il mondo hanno riposto molte speranze in una terapia a base di anticorpi, molecole naturali del sistema immunitario. Gli anticorpi trovati fino ad oggi, tuttavia, sono in grado di bloccare lo sviluppo dei prioni in laboratorio solo se amministrati prima dell’agente infettivo, il prione stesso. Questo ne complica l’utilizzo terapeutico, perché la malattia prionica viene diagnosticata solo dopo aver manifestato problemi neurodegenerativi ed a quel punto tali anticorpi sarebbero inefficaci. Ancora peggio, alcuni anticorpi non solo non proteggono efficacemente dal prione ma addirittura ne attivano le reazioni neurotossiche anche in assenza di una infezione prionica.


i TIGLI in THEORIA si trova nell’edificio storico, costruito nella seconda metà del Quattrocento dal vescovo di Como Branda Castiglioni, in prossimità del lago e del Duomo. In questo contesto, gli ospiti hanno la possibilità di assaporare una varietà di piatti che la cucina creativa di Franco Caffara, basata su originalità e alta qualità, propone seguendo la stagionalità e la grande varietà dei prodotti italiani. Sapori fini e distinti accompagnati da una valida lista di vini accuratamente selezionati. A disposizione della clientela un Tavolo dello Chef, di fronte allo spettacolo incalzante della brigata dei cuochi e TheoriaStube, l’intimità di sale realizzate con materiali pregiati che riconsegnano l’atmosfera rustica, ma insieme ricercata, della cultura Walser. Un suggestivo e socievole Lounge Bar invita a trascorrere momenti in tutto relax e a sorseggiare miscele pregiate. Alle pareti delle sale storiche, espressioni artistiche policrome si integrano e convivono con le tracce del passato, tutto in un’atmosfera fortemente evocativa di ristoro e cultura, di sapori e di arte.

Ristorante • Stube • Lounge Bar Via Bianchi Giovini, 41 • Como • Tel. +39 031 305272 – +39 031 301334 • info@theoriagallery.it • www.intheoria.it


BENESSERE / CHIRURGIA ENDOSCOPICA

NUOVE FRONTIERE PER LA RICOSTRUZIONE PLASTICA LEADER NEGLI INTERVENTI ESTETICI, INVENTORE DI METODI D’AVANGUARDIA CHE INTRECCIANO DIVERSE DISCIPLINE MEDICHE, PROGETTISTA DI MACCHINE OPERATORIE, IL DOTTOR MARCO FARIA CORRERA OPERA TRA SINGAPORE E IL BRASILE, MA È ISCRITTO A DECINE DI SOCIETÀ MEDICHE NEL MONDO. IN QUESTA INTERVISTA SPIEGA PERCHÉ L’UTILIZZO DEI SUOI METODI, AVVENIRISTICI E DESTINATI A RIVOLUZIONARE LA CHIRURGIA, È AUSPICABILE ANCHE IN EUROPA. DI MANUELA LOZZA

C

osa significa utilizzare i metodi endoscopici nella chirurgia plastica e quali vantaggi si si ottengono rispetto agli interventi tradizionali? «Il metodo endoscopico è una chirurgia minimamente invasiva, chiamata anche key hole operation. Significa che il chirurgo esegue la procedura usando un’incisione minima e un monitor video. Non ha bisogno di grossi tagli e di mettere le mani all’interno del paziente, ma usando solo strumenti molto sottili e lunghi può eseguire procedure delicate e complesse. Metodi endoscopici minimamente invasivi presentano molti vantaggi: minor rischio di infezione, meno dolore,

216

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

recupero più veloce e piccolissima cicatrice (cosa particolarmente importante nella chirurgia plastica estetica). Nel 1991, ho sviluppato un progetto di ricerca in Brasile per adattare il metodo endoscopico alla chirurgia plastica. È stata una ricerca pionieristica che ha cambiato il concetto di mini addominoplastica, riparando il muscolo addominale, sia nel caso in cui si sia dilatato durante la gravidanza, sia per il paziente che dopo la perdita di molti chili presenta pelle in ec-

cesso. In questo caso tra l’altro il danno non è solo estetico, ma anche funzionale. Ora si parla molto del muscolo centrale che è un gruppo di muscoli che coinvolgono il nostro addome, la parte bassa della schiena, i muscoli del pavimento pelvico, i glutei, i muscoli interni ed esterni delle cosce. Il divario nel tessuto connettivo nella linea mediana del nostro addome influenzerà la funzione del nostro muscolo centrale e le nostre attività quotidiane, nonché molti dei nostri atti


BENESSERE / CHIRURGIA ENDOSCOPICA

capelli, l’abbellimento del naso e la liposuzione ma aumentano i signori che vengono per le procedure di ringiovanimento del viso, come botox, filler e lifting. Un’altra procedura che sta diventando popolare è la chirurgia mirata a risolvere la ginecomastia. Anche la rimozione delle borse per gli occhi, la chirurgia delle palpebre superiori e la liposuzione del doppio mento sono sempre più richiesti». fisiologici come quelli respiratori, genitourinari e gastrointestinali». Nel 2013, lei ha raccolto una nuova sfida portando la chirurgia robotica in chirurgia plastica e il tuo intervento del 2015 per la riparazione della plicatura rettale ha fatto scuola. Quali sono le nuove frontiere di questa tecnologia sofisticata e quali pazienti ne trarranno beneficio? «Attento allo sviluppo tecnologico delle macchine chirurgiche in molti altri campi, come urologia, ginecologia e chirurgia generale, mi sono reso conto dei vantaggi derivati dall’uso di questa nuova macchina ad alta tecnologia, chiamata daVinci robotic surgical systmen. È un ulteriore passo avanti nella chirurgia video ed endoscopica mini-invasiva. La chirurgia robotica offre infatti ulteriori vantaggi: una fantastica risoluzione 3D ad alta definizione del campo magnetico, l’eliminazione del tremore delle mani del chirurgo data dal fatto che lavora in console, comandando ogni movimento delle braccia robotiche con un joystick, potendo continuamente aumentare e diminuire lo zoom. Ho approfondito lo studio e la formazione e ho progettato personalmente alcuni strumenti per adattare il metodo robotico all’area sottocutanea, per portare le mie tecniche endoscopiche ad un livello ancora più alto, per riparare il gap nella linea mediana del muscolo addominale centrale. Questo è stato il primo passo del mio lavoro con la ro-

botica in chirurgia plastica ma molte altre aree di applicazione arriveranno presto: riduzione e lifting del seno, lifting del viso, per esempio». Due gruppi di trattamenti sono sempre più scelti dai pazienti: Mummy Makeover e Men’s Plastic Surgery. Lei e la sua clinica siete altamente specializzati in queste due aree. In che cosa consiste esattamente il primo? «Sì, questi due gruppi di trattamenti sono in rapida crescita. Il primo ci permette di riparare tutte le conseguenze che il corpo femminile subisce dopo le gravidanze. Nell’addome, la crescita del bambino all’interno dell’utero e l’aumento di peso può causare una diastasi del retto, smagliature e cute in eccesso. Il seno può aumentare o diminuire, anche per via dell’allattamento, diventando magari flaccido, perdendo la forma e il tono, modificando con un risultato disarmonico la larghezza dell’area dell’areolare. Poi ci sono i fianchi, le cosce, i glutei... Questo cambiamento così repentino del proprio corpo può influenzare notevolmente l’autostima di una donna». Alcune imperfezioni, come la diastasi del retto addominale, in passato sembravano riguardare solo le donne. Oggi sappiamo che non è così. Cos’altro è cambiato nei trattamenti per uomini? «Sempre più uomini prendono appuntamento da noi. Restano forti alcuni settori tradizionali come il trapianto di

Quali sono gli interventi più eseguiti nella sua clinica oggi e quale è il paziente più frequente? «Gli interventi più frequenti nella mia clinica sono l’addominoplastica e il lifting del ventre, principalmente nell’ambito del mummy makeover: il 70% dei pazienti infatti sono donne di età superiore a 35 anni, con una o più gravidanze, con mente e corpo molto sani, che dopo aver completato la fase riproduttiva della propria vita, vogliono concentrarsi sulla ricostruzione del proprio corpo e sulla fiducia in sé stessi». Lavorate principalmente a Singapore e in Brasile. C’è una differenza evidente tra questi due mercati e quello europeo? «A Singapore si tratta principalmente la chirurgia plastica che in Oriente va per la maggiore, ovvero l’aumento del naso: i pazienti asiatici hanno un naso un po’ piatto e ne vogliono invece uno più forte. Al contrario il paziente caucasico lo vuole armonizzare e spesso rimpicciolire. L’altra differenza riguarda la palpebra superiore, dove la paziente cinese vuole creare la doppia piega che normalmente l’indoeuropea ha già. Il resto è invece simile: lifting, aumento del seno, addominoplastica, liposuzione sono di moda ovunque. Molto popolare in Brasile, e ora anche in Asia, è il trasferimento del grasso al gluteo. Questa pratica è poco popolare in Europa e comunque, anche quando è richiesta, si ricerca un aumento molto più contenuto di quello che invece mi chiedono le pazienti brasiliane». TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

217


BENESSERE / MBR

IL MEGLIO PER LA PELLE DI MANUELA LOZZA GRAZIE ALL’ESTETISTA DI ALTISSIMA PROFESSIONALITÀ MILVA IANNONE, I TRATTAMENTI DELLA LUSSUOSA CASA DI RICERCA TEDESCA SBARCANO A LUGANO.

«S

ì - ci spiega la signora Iannone – ho deciso di affiancare i trattamenti di altissima qualità che propongo qui al Nuove Centro Benessere di Lugano, con i prodotti per me migliori oggi sul mercato, cioè quelli di MBR. Uso da sempre macchinari di altissimo livello, sia per l’anti-aging

218

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

che per il dimagrimento o l’anticellulite, mi sembrava doveroso fare un salto anche a livello di prodotto. I clienti che vengono da me sanno di poter contare anche su un accompagnamento al trattamento e nel post intervento. In particolare, i prodotti di MBR sono perfetti per sostenere gli interventi estetici di ogni tipo, sia si tratti di chirurgia, iniezioni o laser. Ma vorrei che a spiegarvi la loro efficacia fosse proprio Madine El Sebai El Faraji, di MBR». «MBR è una casa tedesca, con una ristretta cerchia di chirurghi plastici e tecnici di laboratorio che sanno come creare i nostri prodotti. Possono usare qualsiasi ingrediente vogliano e in qualsiasi quantità per ottenere il migliore risultato possibile. Questa è la grande novità: tutte le altre case danno ai loro ricercatori dei vincoli, magari anche solo economici, per esempio non permettendo di usare ingredienti che costano 1 milione di euro al chilo. Invece MBR dà tutte le risorse necessarie al raggiungimento del miglior prodotto per ogni specifica situazione di pelle. Il cammino comincia con delle pillole che eliminano le cellule morte e preparano la pelle a ricevere il trattamento, poi si usano dei sieri con una concentrazione di principi attivi altissima, così che lavorino negli strati molto profondi dell’epidermide. Praticamente creano nuove strutture cellulari per far tornare la pelle perfetta come un tempo e libera dai condizionamenti che possono farla apparire negativamente. A conclusione si usa un idratante, una potente arma di difesa che previene i radicali liberi e gli attacchi dall’esterno, perché lavora sia a livello del derma e dell’ipoderma. In base al tipo di pelle che si ha, se è

danneggiata, grassa, secca, tendente alla couperose o se ha bisogno di un antiage intenso, si scegliere il tipo di trattamento migliore, preparato specificatamente. La concentrazione di ingredienti nei prodotti MBR è talmente potente che, fino a qualche anno fa, le normative permettevano di venderli solo nelle farmacie. Ora le regole sono cambiate e quindi per fortuna possiamo distribuirli anche tramite i centri, così da poter associare direttamente i prodotti ai trattamenti estetici. Il feedback che abbiamo dal cliente è sempre di eccitazione per la sensazione concreta di una pelle davvero cambiata. Altri marchi invece promettono risultati che poi non si realizzano. Ma è davvero un peccato, perché oggi sia donne che uomini sono attenti al proprio aspetto e contemporaneamente la pelle non ha mai avuto così bisogno di essere curata, visto l’aria che respiriamo e la contaminazione dei cibi che mangiamo!».

CENTRO NUOVO BENESSERE SA Via Besso 59 6900 Lugano +41 (0)76 579 65 35 milva.iannone@hotmail.it


www.heshootshescoores.com 7


BENESSERE / FAUSTO BIGOLIN E CLAUDIO LURASCHI

LA CONSAPEVOLEZZA SALVERÀ IL MONDO NELLA VITA ALCUNE STRADE SONO DESTINATE AD INCROCIARSI PER GENERARE INNOVAZIONE ED EVOLUZIONE. COSÌ È STATO PER FAUSTO BIGOLIN E CLAUDIO LURASCHI. DI KERI GONZATO

01 Claudio Luraschi 02 Fausto Bigolin

F

austo Bigolin, classe 1971, laureato in sport al Politecnico di Zurigo, esperto di prevenzione e promozione della salute, coach, formatore ESA per Swiss Athletics, master in Comunicazione sistema I.N.A., da vent’anni si occupa di formazione e benessere. Ha giocato per più di 20 anni a calcio, anche in Lega Nazionale. La sua indole innovatrice, la sua passione per il movimento e il suo grande desiderio di contribuire a migliorare la qualità della vita e la consapevolezza della gente, hanno caratterizzato il suo percorso professionale. Dal 1999 studia in maniera approfondita i percorsi dell’eccellenza e i processi del successo, facilitando la crescita personale di molte persone attraverso il coaching. Dirige quattro aziende e da 10 anni si occupa dello sviluppo internazionale delle attività legate alla self-awareness. Claudio Luraschi invece è psicologo. Da 18 anni opera attivamente nel campo della Formazione in Svizzera, Italia e Spagna a supporto delle Risorse Umane di importanti organizzazioni, lavorando soprattutto con dirigenti, manager e team. È attivo in campo aziendale, pubblico e privato e in

ambito istituzionale-universitario. Il suo intento è fare colloquiare le istanze più intime delle persone nella comprensione che la felicità è una direzione (presente) piuttosto che il conseguimento di una destinazione (futuro). La loro amicizia nasce sui banchi della Commercio di Bellinzona poi uno prosegue gli studi a Zurigo e l’altro a Ginevra e si perdono di vista. Nel 1999 la vita li rimette faccia a faccia a Locarno — Come stai? Cosa hai fatto? Di cosa ti occupi ora? Da questa chiacchierata nasce la voglia di combinare le competenze di entrambi, unendo Mente e Corpo, per fare nascere qualcosa di nuovo. L’idea comune è quella di sostenere le persone nel vivere una vita più sana ed entusiasmante, nasce così il primo corso destinato ai formatori ticinesi. Per approfondire la ricerca ulteriormente, integrando l’aspetto emotivo, iniziano un cammino con il celebre coach italiano Patrizio Paoletti, e da allora abbracciano la sua filosofia (OMM, The One Minute Meditation) per portare sempre più persone - in modo, semplice, diretto e non dogmatico - verso una vita vissuta in piena coscienza ed un quotidiano soddisfacente.

C

laudio Luraschi, lei è psicologo. Qual è il tema che affronta maggiormente in questo

periodo? «Indubbiamente è il cambiamento. Anzi, visto che parliamo di persone dovremmo parlare di cambiamento consapevole. Dobbiamo imparare a cambiare in maniera consapevole perché altrimenti il cambiamento che mettiamo in atto è una semplice risposta all’ultimo disagio che abbiamo

01

220

TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

02


BENESSERE / FAUSTO BIGOLIN E CLAUDIO LURASCHI

provato. E questo si può rivelare un boomerang. Nel migliore dei casi potrebbe essere un cerotto appoggiato su una ferita che magari è profonda. Non servirebbe a molto, se non a nascondere per qualche istante il problema». E qual è il problema, può spiegare meglio? «Il punto è che sentiamo tutti la pressione. Tanta. Ci accorgiamo - chi più, chi meno – che il mondo è cambiato e che sta cambiando in maniera esponenziale. Si sono moltiplicate le opportunità ma con queste sono anche aumentati i timori e le paure. “Sarò all’altezza della nuova situazione?”, “Ce la farò?” “Che tipo di partita dovrò giocare?” “Gli altri continueranno ad avere bisogno di me?” “Sono abbastanza visibile? Mi vedono?” Quando tali domande girano per un tempo troppo lungo, senza trovare delle risposte, o una fonte a cui riferirsi, possono generare un forte disagio ed un grande malessere: smarrimento, un sentimento di solitudine, paure emotive, ansia. A quel punto occorre essere attori del proprio cambiamento. Tradurre le tante cose che Sai in alcune cose che Fai, tutti i giorni con costanza, ti cambia immediatamente. Il primo grande risultato, secondo me quello più importante, è che la smetti di lamentarti. Fatto questo il resto è in discesa perché è come togliere il piede dal freno della macchina, a quel punto parte e il resto è divertimento!» Esempi di cambiamento continuo? «Pensi alle professioni, per esempio alla sua (anche se lei è giovane!) o alla mia. È cambiato tutto. Io ho studiato psicologia e all’Università abbiamo trascorso molte ore ad imparare e ad approfondire il setting terapico. I professori ci spiegavano per esempio l’ambiente che dovevamo creare nello studio: dove ti dovevi sedere tu, dove facevi sedere il paziente, come dovevi disporre le sedie, il tavolino, la scrivania. Oggi io lavoro ovunque e mi devo adeguare rapidamente alle

condizioni che si presentano, che sono sempre diverse ed in evoluzione. Lavoro in azienda, nelle hall degli alberghi, passeggiando nei boschi, nei ristoranti, negli aeroporti, in viaggio, via skype o wechat, al telefono o con whatsapp». Come deve avvenire il cambiamento personale? «Deve essere inserito in una visione più ampia della vita. Bisogna passare dal concetto della Gestione del proprio Tempo al concetto più ampio di Gestione della Vita. Per esempio: considerare che la vita è caratterizzata da cicli. Le cose che facciamo non possono durare in eterno ma devono durate un tempo. E noi dobbiamo diventare lungimiranti, lavorare in anticipo per fare le cose giuste nel tempo opportuno. L’età incide moltissimo ed influenza le nostre vite, le nostre emozioni, i nostri pensieri. Entrare in una logica di Long-Life-Learning, ovvero di apprendimento continuo, ci mette nella corretta prospettiva. Ad ogni momento ci sono degli avanzamenti da fare. Per intenderci alle volte l’avanzamento è lasciare andare ciò che è passato!» Fausto Bigolin, lei si occupa da oltre vent’anni di formazione continua per adulti. È un mercato molto ampio e sempre in grande crescita. La sensazione è che si possa trovare un po’ di tutto. In cosa si differenzia il vostro approccio? «La grande offerta evidenzia che c’è grande domanda, che risponde al naturale bisogno dell’essere umano di conoscersi e di migliorarsi. Nel nostro settore specifico serve molta passione ma ancora di più, professionalità e metodiche che si aggiornino costantemente con le più attuali ricerche neuroscientifiche che ci raccontano come funziona il nostro Corpo, ma anche le nostre Emozioni e la nostra Mente. La nostra attenzione è rivolta al tema della Consapevolezza che fa la differenza sostanziale nella vita di una persona o di un’organizzazione. A questo propo-

sito uno studio molto interessante in ambito di Management Aziendale sostiene che anche se molte persone credono di essere consapevoli di sé, solo il 10-15% delle persone studiate rispondono effettivamente a tali criteri. Basti pensare ad esempio che qui in Svizzera i costi della salute sono quasi raddoppiati negli ultimi 10 anni, passando da 50 a 90,8 miliardi di franchi nel 2017. Di questi però solo il 2,4% vengono spesi per la prevenzione. Sembrerebbe che ci accorgiamo del valore di una cosa così importante come la nostra salute solo nel momento in cui la perdiamo». È possibile migliorare questa condizione grazie a percorsi formativi? «Se osserviamo alcuni indicatori pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Salute, i quali mettono in relazione gli effetti delle nostre abitudini sul nostro stato di benessere o malessere personale, notiamo che i casi di depressione riguardano 322 milioni di persone con un aumento del 18,4% in 10 anni; il numero di persone con il diabete nel mondo è quadruplicato dal 1980 arrivando a 422 milioni; gli esperti stimano che i casi di Alzheimer passeranno dai 47 milioni del 2015 a 131,5 milioni nel 2050. I numeri sono certamente impressionanti e per contrastare queste tendenze è indispensabile che ognuno vi contribuisca. Le persone che frequentano i nostri percorsi formativi ci confermano che è possibile». Ci può fare qualche esempio del vostro approccio e del metodo OMM? «A marzo di quest’anno abbiamo pubblicato una guida pratica, intitolata OMM, The One Minute Meditation, il cui autore è Patrizio Paoletti — subito divenuta bestseller su Amazon. Il metodo OMM serve innanzitutto a ricordarci il nostro valore, a farci prendere quel minuto di tempo così prezioso e importante per contattare quel luogo interiore che risponde alla doTICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

221


BENESSERE / FAUSTO BIGOLIN E CLAUDIO LURASCHI

manda “che cos’è veramente importante per me?” e per non lasciarci fagocitare da ciò che ci danneggia e ci indebolisce. È una guida semplice ed introduttiva indirizzata al grande pubblico. Attraverso un percorso didattico racchiuso nelle 5 dita della mano si possono cominciare a fare esperienze molto interessanti che iniziano a tutti gli effetti nel lettore, o meglio nel fruitore, l’indagine della consapevolezza di sé. Per esempio il pollice rappresenta il punto di partenza del percorso esplorativo presentato in OMM. Se lei lo alza davanti a sé si rende conto che il pollice indica uno stato d’animo, indica che tutto è OK! Tutto il lavoro di consapevolezza parte proprio da questo livello minimo, che è un livello di accettazione di sé indispensabile per cominciare il cammino del miglioramento. Non siamo perfetti ma non siamo nemmeno da buttare via! Il punto di partenza, il pollice, non è dunque un inizio casuale

né banale se pensa che molte persone, statisticamente almeno 2 persone su 5, e vi sono incluse persone laureate e professionisti affermati, soffrono di problemi di auto-stima». Qual è il prossimo appuntamento da non perdere? «A marzo 2019 saremo a Tel Aviv in Israele con un seminario-spettacolo sulla Comunicazione. La Comunicazione è in effetti uno degli altri grandi temi che trattiamo in modo approfondito. Anche in questo ambito la consapevolezza di ciò che comunichi è fondamentale. Stiamo anche sviluppando una serie di “prodotti” educativo-formativi direttamente sul web. Questa per noi è la sfida più importante in questo momento, in quanto siamo confrontati con un mondo molto complesso e per poter garantire sempre un’alta qualità e professionalità anche per una persona che abita in Australia

e si iscrive online perché vuole divenire più consapevole di sé, è necessario conoscere molto bene la tecnologia e le strategie marketing da utilizzare». Claudio, un’ultima cosa… quindi la Consapevolezza salverà il Mondo? «È certo che ognuno di noi deve contribuire per renderlo un posto migliore. Lo dobbiamo a noi stessi e soprattutto ai nostri figli e alle nuove generazioni che si troveranno confrontati con sfide importanti. È una sfida comune e globale che riguarda tutti noi. Krishnamurti diceva che l’unica rivoluzione possibile è quella che fai su te stesso. È da lì che dobbiamo cominciare, dai piccoli gesti quotidiani».

Gianmaria Delmenico

Emiliano Delmenico

P R E M UR OS I - PRO F ESSIO NA LI - A C C U RAT I

T 091/971 27 16

|

info@cfl.ch

|

www.cfl.ch


BENESSERE / CLINIQUE

TRASCORSO L’AUTUNNO, SI RICERCANO PER LA CURA DELLA PELLE E DELLE LABBRA PRODOTTI IDRATANTI NELLA FORMULA E LEGGERI NELLA TEXTURE.

C

linique propone una graditissima variante della celebre crema Dramatically Different Moisturizing Lotion+, si tratta del nuovo Clinique Dramatically Different Hydrating Jelly, un idratante incredibilmente leggero e a rapido assorbimento. Idrata a fondo la pelle lasciando una piacevole sensazione di freschezza, un viso morbido ed allo stesso tempo libero da texture pesanti o troppo oleose. Il prodotto è ideale da utilizzare anche come base trucco. Oltre ad essere un perfetto idratante, indicato per tutte le tipologie di pelle, il Hydrating Jelly è studiato anche per contrastare le aggressioni esterne, quali inquinamento, smog e stress ambientale. La formula

NOVITÀ DAL MONDO CLINIQUE

è realizzata senza parabeni, profumi e ftalati. Troviamo invece un mix di estratti ed ingredienti che aiutano ad idratare e rimpolpare la pelle: acido ialuronico, estratto di cetriolo, alghe, semi di girasole, caffeina, estratti di riso. Grazie alla tecnologia Clean Shield Technology™, l’idratazione viene mantenuta nella pelle che, allo stesso tempo, rimane protetta a lungo dall’inquinamento ambientale. Con la nuova collezione di rossetti autunno inverno 2018-2019, Clinique reinventa l’iconico rossetto Different Lipstick modernizzando la sua formula cremosa e il design della confezione storica. Dramatically Different Lipstick è la nuova linea per ottenere

labbra più piene e levigate grazie al contenuto di sfere ottiche che riempiono le rughe con questa nuova linea di rossetti a lunga durata e dal finish soft shine. Il nuovo rossetto Clinique è stato formulato con un cuore centrale perlato 3D proprio per donare un trucco labbra definito che non sbava ma soprattutto per labbra visivamente più piene. Ci sono più di 50 tonalità per questo nuovo rossetto e i colori disponibili da agosto spaziano dai toni nude ai rossi intensi o a quelli più scuri, ma non mancano i toni del rosa e il color fragola declinato in una calda tonalità di rosa intenso. Molto belli sono anche i rossetti realizzati nei toni scuri per un trucco labbra intenso come questo rossetto in color vinaccia. TICINO WELCOME / DIC 2018 - FEB 2019

223


TICINO WELCOME / ABBONAMENTI

COMODAMENTE A CASA TUA! SI, DESIDERO SOTTOSCRIVERE UN

SI, DESIDERO OFFRIRE UN

ABBONAMENTO POSTALE A TICINO WELCOME!

ABBONAMENTO REGALO A TICINO WELCOME!

ABBONAMENTO ANNUO

DA FATTURARE A:

A FAVORE DI:

(QUATTRO NUMERI):

Nome e Cognome:

Nome e Cognome:

Via:

Via:

CAP Località:

CAP Località:

Nazione:

Nazione:

Svizzera: CHF 32.- (spese postali escluse) SUPPLEMENTO SPESE POSTALI

Tel.:

(QUATTRO NUMERI): Svizzera: CHF 9,60.-

Data / Firma:

DA FATTURARE A:

Italia e Comunità Europea: CHF 38.Entro 10 giorni dalla ricezione del tagliando, riceverete il bollettino di pagamento e l’edizione di Ticino Welcome successiva.

Nome e Cognome: DA INSERIRE IN UNA BUSTA E SPEDIRE A:

Via:

Ticino Welcome Sagl

CAP Località:

Via C. Cattori 3, CH-6900 Lugano-Paradiso

Nazione:

OPPURE INVIARE VIA E-MAIL:

Tel.:

info@ticinowelcome.ch

Data / Firma:

Salvo disdetta entro il 30 novembre l’abbonamento viene automaticamente rinnovato per l’anno successivo. MAGGIORI INFORMAZIONI: Ticino Welcome Sagl

Via C. Cattori 3

CH-6900 Lugano-Paradiso

Tel. +41 (0)91 985 11 88

info@ticinowelcome.ch

www.ticinowelcome.ch


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.